via della bellezza

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via della bellezza
Tratto dal sito del Centro Studi Sereno Regis (http://www.cssr-pas.org/), recuperabile all’indirizzo:
http://www.cssr-pas.org/salva_allegato.php?id=843
Pubblicato su “Carta (www.carta.org)”: http://www.carta.org/campagne/globalizzazione/decrescita/070531pianeta.htm
Le tre rivoluzioni per il pianeta.
La via della sobrietà come “via della bellezza”
di Giuliana Martirani - 01/06/2007
Pubblichiamo gli appunti di una relazione che Giuliana Martirani, docente di geografia politica ed economica dell'
università di
Napoli, ha preparato per un convegno promosso dai responsabili del sito web www.dimensionesperanza.it e dedicata ai temi
della sobrietà.
La via della sobrietà
La voce del nostro mondo interiore viene impedita
anche dal peso non immaginato della nostra vita materiale.
La necessità economica è un altro aspetto della nostra schiavitù.
Si è stanchi di fare il povero e si ha paura di diventarlo.
Uno degli aspetti, il meno sopportabile dell'
attuale conflagrazione,
è dato da questa paura e da questa stanchezza.
L'
invasione della materia, nell'
un caso e nell'
altro, è un fatto.
Nessuno intende propugnare una rinuncia ascetica,
con relativo disprezzo di ciò che è dono divino
e relativa dimenticanza dei bisogni materiali dell'
uomo.
Ma la progressiva liberazione da essi,
la rivolta contro la brutale riduzione di ogni cosa al fatto economico,
la ricerca di una ragione morale
per rimanere umili nella prosperità e sereni nelle sfortune,
la stima di qualche cosa al posto del danaro, della produzione e del benessere,
mi sembrano le prime parole che vanno pronunciate
se vogliamo diventare umani e vedere con occhi umani.
Don Primo Mazzolari
Le tre rivoluzioni per dare futuro al pianeta
1. Rivoluzione degli stili di vita
2. Rivoluzione della produzione
3. Rivoluzione dell'economia
1. Rivoluzione degli stili di vita
• Unità tra talenti spirituali e abilità professionali
• Riscoprire la sobrietà (Resistere, Rinunciare, Ridurre)
• Riscoprire il valore della natura (Riciclare, Riusare, Riparare)
• Raccorciare le distanze
• Usare invece di possedere
• Ragionevolezza: i beni comuni
• Riscoprire il valore del tempo
Dalla razionalità alla ragionevolezza: i beni comuni
L'impronta ecologica, indica quanto ognuno di noi, in base al proprio stile di vita, pesa sulla natura in
termini di quantità di terra e di mare che serve per ottenere i beni che consumiamo. E', quindi, determinata
dai valori che ci accompagnano: sobrietà o spreco, umiltà o arroganza. Chi mangia carne ogni giorno,
cambia vestito tre volte, ha una casa di 200 mq, si muove solo in auto, tiene sempre le luci accese, utilizza
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un substrato di natura e ha un'impronta ecologica ben diversa dall'asceta che mangia un piatto di riso al
giorno, si muove a piedi e ha solo un saio e una bisaccia.
L'impronta ecologica di un italiano medio è di 3,11 ettari di consumo della natura, contro i 6,2 di un
americano e lo 0,8 di un indiano. Ognuno degli abitanti della terra dovrebbe, invece, secondo i calcoli
relativi all'impronta ecologica, vivere con 1,5 ettari, più o meno l'equivalente di un campo di calcio e mezzo.
Oltre un certo numero gli oggetti, i beni che possediamo, i mille prodotti che invadono le nostre case,
diventano ladri di tempo. In una cultura come quella dei Navajos, in cui erano noti solo 236 oggetti, il
tempo era abbondante. In una società come la nostra nella quale ogni casa dispone in media di 10.000
oggetti, per forza domina la scarsità di tempo. I beni, grandi e piccoli, devono essere scambiati con denaro
guadagnato lavorando, e poi scelti, acquistati, collocati, utilizzati, conosciuti, riordinati, spolverati, spostati,
riposti, smaltiti... Anche gli oggetti più belli e preziosi corrodono la più limitata delle nostre risorse: il
tempo.
Se la razionalità è legata alla trilogia ingegnere/ industriale/ imprenditore e da qui alla dismisura, il
ragionevole è legato alla trilogia ingegnoso/ industrioso/ intraprendente e da qui al territorio e perciò alla
misura. Ma mentre le prime sembrano caratteristica dell'America e Nord Europa, le qualità: ingegnoso
industrioso e intraprendente, sembrano essere più legate al modello di sviluppo meridiano dei vari Sud del
mondo.
VIAndanti Maestosi del tempo
Dobbiamo ridiventare VIAndanti Maestosi del tempo: da kronos-plastica a kairos-relazioni
Abbiamo, infatti, spezzato il tempo in tempo-dovere e tempo-piacere, ma lo abbiamo anche spezzato in
tempo memoria e tempi escatologici, in tempo biologico e tempo storico, in tempo mio e tempo degli altri.
Lo dobbiamo ricomporre nella sua unità cosmica, perché il tempo riunificato ci darà diritto al futuro.
Nella fretta, infatti, di consumare sempre più cose e risorse della terra noi 'perdiamo' tutto il nostro tempo in
un tempo-kronos che uccide le relazioni umane e le risorse della terra.
In una casa che contenga 10.000 oggetti, ad esempio, sono necessari molti tempi-lavoro per sostenerla:
• · Tempo-lavoro per pagare il mutuo (1° lavoro del padre)
• · Tempo-lavoro per fare la spesa e pagare le bollette (lavoro della madre)
• · Tempo-lavoro per la manutenzione della casa: idraulico, elettricista…(2° lavoro del padre)
• · Tempo-lavoro per la pulizia: colf, lavanderia, detersivi.. (lavoro extra di madre, padre, fratello…))
• · Tempo-lavoro per la sicurezza di casa e auto (lavoretti extra o pensione nonno)
La proprietà è la libertà dell'
uomo esercitata sulla natura fisica.
R.T.Troplong
Mettere nel più netto disonore il danaro
Questa frase la diceva, negli anni ottanta lo statista africano Albert Tévoédjré, parlando di indice del
benessere popolare, in contrapposizione a quello del Prodotto Interno Lordo . Davanti al dio danaro, dato
proprio per scontato da tutti, anche le menti più vivide e le coscienze più tenaci sembrano smarrirsi e non
vedere, in questa apoteosi di luccichii, tutti i fallimenti scritti nell'aria inquinata, nella terra avvelenata,
nell'acqua imputridita e smarrita, nell'energia bruciata, nelle vene aperte di interi continenti e nel sangue
versato dai suoi figli. Sembrano non vedere la tragedia scritta dal modello di sviluppo occidentale.
Solo se, oltre al muro ideologico est-ovest, già crollato, crolla anche il muro del profitto, e della nostra
indifferenza nei confronti degli altri componenti la specie umana, i dannati della terra, e nei confronti della
Terra stessa, nostra madre, solo se si passa dal valore di scambio al valore di utilizzazione di cui parlava già
tanti anni fa Carl Madden, economista inascoltato, solo in tal caso potremmo gioire del passaggio alla
democrazia e alla libertà non solo dell'Est ma anche dell'Ovest.
Ma perché il muro del profitto e dell'indifferenza crollino bisogna che il vento della solidarietà incominci a
circolare nelle etiche e nelle filosofie umane. E forse allora possiamo reimparare lo sviluppo dai "selvaggi"
indiani che, un po' straniti, ci domandano: "Ma come potete comprare o vendere il cielo, il calore della
Terra? Questa idea è strana per noi. Noi non siamo proprietari della freschezza dell'aria o dello scintillio
dell'acqua: come potete comprarli da noi?".
I media sono un prolungamento del nostro sistema nervoso
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Già negli anni settanta la nostra epoca storica veniva definita come quella dell'industrializzazione dello
spirito, un'epoca dominata da computer, rotative, reti televisive che si colloca nella fase del post industriale
e che concerne direttamente le coscienze, le mentalità, le culture. La cultura che dominava in passato,
essenzialmente basata sul libro è sconvolta da quella dell'immagine visiva e sonora, che condizionano
fortemente l'uomo sia da un punto di vista psicologico che sociale. Caratteristiche fondamentali, infatti della
società dell'immagine sono la dimensione ubiquitaria, la contemporaneità, l'amplificazione della
comunicazione e quella che McLuhan, il grande teorico della comunicazione ha chiamato 'dimensione
semantica' molto diversa da quella lineare della comunicazione alfabetica.
I mass media, secondo McLuhan, comprimono il mondo alla dimensione di un villaggio o di una tribù. I
media, anzi, vengono da McLuhan paragonati ad un prolungamento del nostro sistema nervoso. Tutte le
invenzioni della tecnologia vengono paragonate a dei prolungamenti del nostro corpo. La ruota è il
prolungamento del piede, il libro è il prolungamento dell'occhio, il circuito elettronico è il prolungamento
del nostro sistema nervoso. Ora però, e nonostante le premonizioni di McLuhan, noi consideriamo neutrali i
media e soprattutto la televisione, non li riteniamo un prolungamento del nostro sistema nervoso e facciamo
fare delle operazioni chirurgiche su di esso senza nessun nostro consenso. Ecco perché oggi è diventato
urgente prendere coscienza del forte inquinamento psico-spirituale che i media possono operare, ancor più
del sistema scolastico-educativo, e mettere dei ripari ad esso.
La confortevole non libertà dei falsi bisogni
Se McLuhan è considerato il profeta dei mass media, Marcuse, il sociologo della scuola di Francoforte, poi
professore in America e padre della contestazione del 1968, ne è il più accanito contestatore. Marcuse,
infatti, parlava della nostra società come quella della "confortevole non libertà", una libertà sempre più
razionalizzata, dove la facoltà critica dell'individuo è impedita dal livellamento dell'uomo sottoposto alla
tecnologia. I mass media - secondo il sociologo - non permettono l'indipendenza del pensiero, né
l'autonomia e il diritto alla opposizione politica. E neanche una indipendenza economica e di consumo
perché la macchina produttiva crea i bisogni secondo una sua logica, che non è quella dell'affermazione
dell'autenticità dell'uomo.
E allora la maggior parte dei bisogni - secondo Marcuse - il bisogno di rilassarsi, di divertirsi, di
comportarsi, di consumare in accordo con gli annunci pubblicitari, di amare e odiare ciò che altri amano e
odiano, appartengono alla categoria dei bisogni falsi, o repressivi. Unicamente liberandosi dei bisogni
repressivi l'uomo può aspirare ad essere veramente libero, dopo aver preso coscienza della propria schiavitù.
Questo tuttavia - sottolineava - è un fatto personale perché la società non ha interesse alla realizzazione di
questa liberazione.
Televisione potere politico e controllo democratico
In una delle sue ultime interviste anche Karl Popper denunciava che "non ci dovrebbe essere nessun potere
politico incontrollato in una democrazia. Ora è avvenuto - continuava il filosofo- che la televisione sia
diventata un potere politico colossale, potenzialmente si potrebbe dire anche il più importante di tutti, come
se fosse Dio stesso che parla. E così sarà se continueremo a consentirne l'abuso. Essa è diventata un potere
troppo grande per la democrazia. nessuna democrazia può sopravvivere se all'abuso di questo potere non si
mette fine" . Già Karl Popper proponeva un organo di controllo per gli operatori mass media prendendolo
dal mondo della medicina e dalla forma di controllo istituita per la loro disciplina, delicata quanto quella
degli operatori dei media. I medici infatti hanno un grande potere sulla vita e la morte dei loro pazienti che
deve necessariamente essere sottoposto a un controllo. E in tutti i paesi civili c'è un'organizzazione
attraverso la quale i medici controllano se stessi e c'è anche una legge dello stato che definisca le funzioni di
questa organizzazione. Karl Popper propone che un'organizzazione simile sia creata dallo stato per tutti
coloro che sono coinvolti nella produzione di televisione. Chiunque sia collegato- afferma il filosofo- alla
produzione televisiva deve avere una patente una licenza, un brevetto che gli possa essere ritirato a vita
qualora agisca in contrasto con certi principi.
Oggi diventa indispensabile non solo operare un controllo sugli operatori di media, così come è stato fatto
su quello dei medici e degli insegnanti, proprio per la destinazione stessa del loro operare, ma appare
indispensabile una ri-qualificazione e ri-fondazione degli operatori di media e degli educatori.
Appare, infatti, indispensabile un processo formativo di liberazione, che liberi dai bisogni repressivi dei
mass media. Appare indispensabile anche una loro formazione alle sfide del prossimo millennio perché sia
un millennio di pace e non l'ultima era di violenza e di distruzione dell'umanità.
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2. Rivoluzione dell'economia
• Garantire i bisogni fondamentali a tutti, col contributo di tutti
• Incoraggiare l'autoproduzione e lo scambio di lavoro su base locale
• Regolamentare e indirizzare l'attività delle imprese
• Garantire i microcrediti di impresa
• Programmare sulla base del Fattore 4 dimezzando i rischi e raddoppiando le possibilità
• Dividere equamente le risorse e gli spazi ambientali a livello mondiale
• Trasformare i rischi in risorse
• Regolamentare il commercio internazionale per garantire guadagni equi ai produttori
• Distribuire con equità i beni prodotti meccanicamente
La terra ci è data in prestito dai nostri figli
Un'economia è sostenibile ed equa, rispetta cioè i diritti della terra e i diritti di ogni singolo uomo e di tutti i
popoli se fa entrare il passato, tempi di accumulazione, e il futuro, tempi di durata, nelle programmazioni
presenti perché "la terra ci è data in prestito dai nostri figli".
• Se passa dal benavere misurato col Prodotto Nazionale Lordo e il Reddito Pro Capite al reale
benessere degli individui e dei popoli, misurato con indicatori più adeguati, come l'indicatore della
Global compassion o Indicatore della civiltà oltre che i più consueti oramai Indici di Sviluppo
Umano, che fanno passare dalla centralità dell'homo technologicus ed oeconomicus alla centralità
della persona umana a partire da coloro che sono i più indeboliti dalle cupidigie umane.
• Se passa dal valore di scambio (per il quale ha priorità il capitale ovvero il patrimonio monetario,
che è importante sì perché consente una forte mobilità delle risorse nello spazio e nel tempo, ma ha
tuttavia dei tempi di accumulazione (passato) e di durata (futuro) di poche centinaia di anni) al
valore di utilizzazione per il quale hanno invece priorità i patrimoni naturali, biologici e culturali che
hanno tempi di accumulazione e durata di molti miliardi, centinaia di migliaia e decine di migliaia di
anni.
• Se passa dal valore di scambio e dal valore aggiunto di Smith, Marshall e Keynes, dal valore-lavoro
di Marx, e dal valore d'uso degli economisti marxisti, al valore di utilizzazione di Carl Madden, che
incomincia a legare il concetto di valore non più solo al lavoro e all'evoluzione culturale e
tecnologica, ma anche alla natura, a Madre Terra. Per l'economista americano, infatti, bisogna non
solo tenere conto di tutte le Dotazioni e Patrimoni (D & P) ma anche del loro tempo di
accumulazione (passato) e del tempo di durata (futuro) privilegiando ovviamente quei patrimoni che
hanno tempi di accumulazione e durata superiori. Il tempo, così, entra come elemento fondamentale
a fianco allo spazio, come tempo cosmico perché il valore di utilizzazione è strettamente legato ai
tempi di accumulazione (passato) e di durata (futuro).
• La D & P naturale (universo, sole, terra, risorse) ha un tempo di accumulazione e durata di molti
miliardi di anni.
• La D & P biologica (piante, animali, risorse biologiche, DNA) ha un tempo di accumulazione e
durata di molte centinaia di migliaia di anni.
• La D & P culturale (utensili, agricoltura, linguaggio, educazione) ha un tempo di accumulazione e
durata di molte decine di migliaia di anni.
• La D & P monetaria che abbiamo finora privilegiato smisuratamente (e che pure, tuttavia, è
importante come strumento per accrescere la mobilità delle risorse che sono inegualmente distribuite
sia nello spazio che nel tempo) ha, però, un tempo di accumulazione e di durata di sole poche
centinaia di anni.
Con la teoria economica di Madden, che ridimensiona fortemente il capitale monetario e valorizza gli altri
"capitali" o patrimoni, a cominciare da quello naturale, ma anche culturale, c'è quasi l'intronizzazione
"scientifica" di Madonna Povertà di Francesco. C'è il passaggio dall'eco-nomia, con cui l'uomo impone le
sue regole (oikos- nomoi) alla natura, all'eco-logia (oikos-logos) con cui finalmente uomo e natura entrano
in dialogo (logos), ristabilendo il rapporto fraterno tra l'uomo e le creature della terra non più "cose" da
sfruttare ma fratelli e sorelle con cui convivere.
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Un'
economia sostenibile ed equa, inoltre, non può essere più misurata con indicatori economici come PNL
e Reddito pro capite, ma con indicatori che ne misurano il benessere sociale diffuso e con quelli ecologici
che ne misurino la qualità della vita e l'
impatto ambientale.
Un indicatore interessante fondato non sull'ammontare di danaro prodotto è stato l'Indice della "Global
compassion and compulsion" di un popolo, studiato dal ricercatore canadese per la pace W.Eckardt. E' un
indice che vede i paesi del Nord del mondo meno civili (4,4 su 10) di quelli del Sud (5,2) e la categoria
degli uomini d'affari quella a minore grado di global compassion o civiltà (2,7), mentre i religiosi (6,3) e gli
intellettuali (7,0) sono quelli a maggiore livello di global compassion.
Questo indicatore, anomalo nel cinico mondo economico, è, infatti, costruito su parametri come:
• universalità = considerare gli altri come se stessi
• eternità = considerare conseguenze a lungo termine e benefici a breve termine
• unità = condivisione con altri di valori autentici
• onestà = attualizzazione dei valori così come vengono pensati ed espressi
• libertà = partecipazione nelle decisioni e obiettivi per sé e per il prossimo
• nonviolenza = massimizzazione dei valori nelle azioni, nei comportamenti, nelle strutture sociali,
nell'ambiente naturale e nelle possibilità future
Distribuire con equità i beni prodotti meccanicamente
Otto sogni accompagnano l'umanità fin dalle sue origini: liberarsi da: miseria, noia, tradizione,
autoritarismo, dolore, bruttezza, morte, fatica.
Ma ogni volta che si profila la possibilità di realizzare uno di questi sogni, puntualmente l'umanità si
dimostra impreparata all'evento e ne perde i vantaggi. Così sta avvenendo, ai giorni nostri, con la possibilità
finalmente reale di liberarsi dal lavoro. Nella mitica età di Pericle, Aristotele vagheggiò: "se ogni strumento
potesse, ad un dato ordine dato, lavorare da se stesso, se le spolette tessessero da sole, se l'archetto suonasse
da solo sulla cetra, gli imprenditori potrebbero fare a meno degli operai e i padroni degli schiavi".
Quando scriveva queste cose, i 60.000 cittadini liberi di Atene erano serviti da 300.000 schiavi.
Oggi grazie al progresso compiuto nel corso della società industriale, l'antico sogno di Aristotele è vicino
alla realizzazione: le automobili, i frigoriferi, i pullover sono ormai fabbricati in gran parte dai robot. Come
ha calcolato Hyamon G. Rickover (in Prospect for the rest of the century) se prima occorrevano 20 uomini
per sostituire la forza muscolare di un cavallo, oggi l'energia di cui dispone ciascun operaio nel suo lavoro di
fabbrica equivale alla forza di 244 schiavi, un'automobile di media cilindrata sviluppa la forza di mille
schiavi; i moderni elettrodomestici forniscono a ciascuna casalinga un aiuto paragonabile a quello che in
Grecia si otteneva da 33 schiavi.
In altri termini, "nel corso di una sola generazione, un sesto dell'umanità è passato da uno stato feudale e
arretrato alla più progredita e temibile modernità", come ha scritto Wright Mills. Nel 1930 il grande
economista Maynard Keynes, parlando a Madrid davanti ad un prestigioso consesso internazionale,
scandalizzò l'uditorio con una conferenza intitolata Economic Possibilities for our Grandchildren, in cui
profetizzava la liberazione dal lavoro come prospettiva probabile per i propri nipoti. Keynes è nato nel 1885
ed è morto nel 1946: dunque i nipoti cui si riferiva corrispondono ai nostri figli. Secondo Keynes già ai suoi
tempi le tecnologie erano così sviluppate da assicurare all'uomo la soddisfazione dei massimi bisogni
primari: il cibo e la sicurezza.
In tale fortunata situazione, diventava necessario distribuire con equità i beni prodotti meccanicamente e
fare in modo che ogni cittadino potesse lavorare almeno un poco. Allora non erano stati ancora inventati i
computer, il laser, le fibre ottiche, il motore a reazione, gli antibiotici, gli anticoncezionali, la fecondazione
artificiale, i voli spaziali, la fissione nucleare, la plastica, il transistor, il cellulare, la Tac, Internet, le
biotecnologie, la clonazione. Grazie a questi sviluppi, le profezie di Keynes risultano addirittura
approssimate per difetto. Siamo infatti in presenza di una fase nuova della civiltà, una fase di prosperità
senza lavoro, di jobless growt, come dicono gli economisti americani, una fase in cui possiamo produrre
sempre più beni e servizi con sempre meno fatica umana.
Cento anni fa, ad esempio, gli italiani erano meno di 40 milioni e lavoravano per un complesso di 70
miliardi di ore. Oggi sono 57 milioni eppure lavorano solo 60 miliardi di ore, ma riescono a produrre ben 13
volte di più. In altri termini, l'antico sogno di Aristotele - la liberazione dal lavoro - si sta avverando. Ma,
rispetto alla liberazione dalla fatica, che ha caratterizzato la società industriale, la liberazione dal lavoro,
resa possibile dal jobless growth postindustriale, si profila più difficoltosa sul piano culturale e psicologico.
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Lo aveva ben capito Keynes che, accanto alla proposta di ridurre l'orario lavorativo, raccomandava una
parallela sostituzione della "perizia del lavoro" con la "perizia della vita".
Ma siamo diventati più esperti di vita? Non ancora.
Abbiamo imparato a ridurre il lavoro fisico ma non a valorizzare la nostra creatività e il nostro tempo libero,
non abbiamo imparato ad alimentare la nostra vita interiore con lo studio e con l'introspezione; non abbiamo
imparato ad arricchire i nostri rapporti sociali attraverso l'amicizia, l'amore, la solidarietà e il gioco. Non
abbiamo riprogettato, in funzione del tempo libero, i nostri codici, le nostre organizzazioni, le nostre città, le
nostre imprese, il nostro welfare; non abbiamo educato alla felicità i nuovi "liberati dalla schiavitù del
lavoro". Con miopia abbiamo costretto la liberazione dal lavoro a tradursi nel flagello della disoccupazione,
della miseria e dell'emarginazione. Eppure, se ben gestita, essa consentirebbe forme di vita ben più libere e
felici: non solo una maggiore agiatezza diffusa, ma anche una maggiore autodeterminazione, un'attività
intellettuale più densa, un godimento estetico più educato, una qualità della vita più lieve e raffinata.
La sfida è esaltante, ma deve superare due ostacoli. Mentre il comunismo sapeva distribuire la ricchezza ma
non sapeva produrla, il capitalismo sa produrre la ricchezza ma non sa distribuirla.
Così di fronte alla provvidenziale diminuzione del lavoro, invece di mettere mano a una sua equa e rapida
ridistribuzione abbiamo costretto i padri superoccupati ad ammazzarsi di fatica dieci ore al giorno e i figli
disoccupati a restarsene senza autonomia economica e senza realizzazione professionale. Il secondo
ostacolo consiste nel fatto che due secoli di società industriale, fondata sull'idolatria del lavoro come
carriera e come riscatto, ci hanno resi diffidenti verso il tempo libero e incapaci di gustarlo senza complessi
di colpa.
Eppure come dice Koyré, "non è dal lavoro che nasce la civiltà: essa nasce dal tempo libero e dal gioco".
Così si diventa economisti come si entra negli ordini:
pronunciando un voto, un certo voto d'ignoranza.
Guillaume
La sapienza ignorante dell'economia
La Prima Legge della Termodinamica o Legge della conservazione dell'energia, stabilisce che non è
possibile né la creazione né la distruzione dell'energia (o della materia, legata ad essa da rapporti di
equivalenza). Si può avere soltanto trasformazione.
La Seconda Legge della Termodinamica, quella dell'Entropia, o dissipazione o degradazione dell'energia,
afferma che l'energia può essere trasformata solo in un senso, verso una maggiore dissipazione, o, in altri
termini, da uno stato di maggiore disponibilità a uno di minore disponibilità.
Un aumento di entropia significa, quindi, un aumento di energia non disponibile.
L'inquinamento, i rifiuti, ad esempio sono energia dissipata. L'acqua che cadendo in una condotta forzata ha
prodotto elettricità, una volta discesa non può più compiere un lavoro.
L'entropia è quindi la misura della quantità di energia che non è più possibile convertire in lavoro. E,
tenendo presente l'equivalenza teorica tra energia e materia, è l'aumento del disordine con cui si presenta la
materia.
La scienza economica è stata fondata su una concezione meccanicistica della realtà e sulla convinzione di
una crescita indefinita, consentita dalla possibilità di attingere a volontà all'energia fossile allora da poco
scoperta: il carbone.
Newton, Cartesio e Bacone sono gli artefici della concezione meccanicistica, poi trasferita da Locke sul
piano sociale e da Adam Smith nella teoria economica.
Non si era ancora capito, come afferma Rifkin che l'Entropia è la fondamentale legge della natura da cui
dipende la qualità della vita e che tutta la realtà materiale e quindi anche e soprattutto l'economia, è
implacabilmente sottoposta alla legge dell'entropia.
Tutta la concezione del mondo, propria dell'illuminismo, Locke, sul piano filosofico e poi Adam Smith su
quello economico, si sono ispirati ai principi della:
• Meccanica di Newton, e dell'assoluta reversibilità di tutti i processi
• Matematica di Cartesio, e dell'assoluta reversibilità di tutti i processi
• Metodologia scientifica di Bacone, e dell'assoluta ripetibilità dell'osservazione
Nel mondo reale, invece, niente è osservabile due volte nella stessa maniera e nessun evento è reversibile.
Locke affermava che la società - essendo costituita da individui che hanno significato in quanto tali,
fenomeni fisici, cioè, che interagiscono con altri fenomeni della materia - ha uno scopo: proteggere e fare
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aumentare la proprietà privata dei suoi membri. Il puro interesse individuale diventa la sola base della
costituzione dello stato e l'asservimento della natura consente di aumentare indefinitamente la ricchezza
degli uomini. Locke affermava infatti: "Colui che recinta un terreno e da dieci acri trae maggiore quantità di
mezzi di sussistenza di quanto potrebbe trarne da cento lasciati allo stato naturale, dona novanta acri
all'umanità".
Al pari di Locke, che aveva eliminato qualsiasi concetto di moralità delle relazioni sociali, anche Adam
Smith ritiene che la base di tutte le attività umane sia l'interesse individuale, eliminando qualsiasi concetto
di moralità dell'economia, e dal momento che lo scopo dell'economia è la continua espansione del mercato,
si deve accogliere favorevolmente qualsiasi cosa ne favorisca la crescita.
La sapienza saggia dell'economia: Rifkin, Commoner, Stiglitz, Amartya Sen
Ripensamento attento del modo
Secondo la denuncia di Jeremy Rifkin, la conclusione operativa del modello meccanicistico di cui Bacone,
Cartesio, Newton Locke e Smith sono stati i divulgatori è il consumismo, che si fonda sull'alleanza di
ricchezza progresso e scienza:
• Quanto maggiore è la ricchezza materiale accumulata, tanto più ordinato deve diventare il mondo.
• Il progresso consiste nell'accumulare una sempre maggiore quantità di beni materiali che si ritiene
possa dare origine a un mondo sempre più ordinato.
• La scienza e la tecnologia rappresentano gli strumenti per portare a termine questo compito. Su
questi concetti si costruisce l'attuale modello di sviluppo.
"Mentre mi trovavo alla banca mondiale ho preso visione degli effetti devastanti della globalizzazione sui
poveri che abitano nei PVS… è necessario un ripensamento attento del modo in cui è stata gestita, degli
accordi fatti per eliminare le barriere e delle politiche che sono state imposte ai PVS
"Se vogliamo che la globalizzazione dal volto umano diventi un realtà non possiamo, non dobbiamo
rimanere in disparte relegandoci al ruolo di semplici inerti spettatori
Il commercio
"Sembra che il commercio sia diventato un pericolo per i Mutanti. Avete cominciato a commerciare perché
la gente potesse ottenere collettivamente prodotti migliori di quelli che il singolo poteva procurarsi, e per
esprimere il talento individuale e permettere a ciascuno di diventare parte del nostro sistema economico. Ma
ora l'obiettivo del commercio è di restare negli affari e a noi questo sembra molto strano perché vediamo il
prodotto per quello che è, e le persone per quello che sono, ossia una realtà, mentre affari e commercio non
sono reali. Un affare è soltanto un'idea, il frutto di un accordo e tuttavia l'obiettivo del fare affari è di restare
a tutti i costi in affari a prescindere dalle conseguenze che questo può avere sulle persone, sul prodotto e sui
servizi!". Sono idee difficili da capire."
Opulenza ed agonia nel mondo
"La contemporanea presenza di opulenza ed agonia nel mondo che abitiamo rende difficile evitare
interrogativi fondamentali sull'accettabilità etica dell'organizzazione sociale….Com'è possibile che la
maggior parte di noi, di fronte alla gravità e alle conseguenze del contrasto tra agi e miseria, conduca una
vita priva di problemi e preoccupazioni, ignorando del tutto le iniquità che caratterizzano il nostro mondo?
Cecità morale, egocentrismo, mancanza di compassione, o rassegnazione?"
Povertà e Debito
"La questione della responsabilità morale dei creditori è stata particolarmente evidente nel caso dei prestiti
da guerra fredda: quando Fondo Monetario Internazionale (FMI) e Banca Mondiale (BM) concessero i
prestiti a Mobutu (ex presidente del Congo-Zaire, ndr) sapevano che gran parte del denaro sarebbe stata
utilizzata non per i poveri ma per arricchire lo stesso. Molti ritengono ingiusto che i normali contribuenti di
paesi con governi corrotti debbano restituire prestiti concessi a governanti che non li rappresentavano. Se la
globalizzazione non è riuscita ridurre la povertà, non è riuscita neppure ad assicurare la stabilità (nel 97-98 è
sembrato che la crisi asiatica potesse estendersi a tutto il mondo)
Malgrado le reiterate promesse di ridurre la povertà fatte negli ultimi 10 anni, il numero di persone che
vivono in povertà è aumentato di cento milioni, mentre nello stesso tempo il reddito mondiale è aumentato
del 2,5% annuo".
Il cambiamento nel governo delle istituzioni internazionali e della Wto
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"Il cambiamento più sostanziale, necessario per far funzionare la globalizzazione è un cambiamento nel
governo delle istituzioni internazionali: al FMI e alla BM sarebbe necessario modificare il sistema di
voto…si dovrebbe dare a tutti la possibilità di fare sentire la loro voce, evitando ciò che succede al WTO
dove si ascolta solo l'opinione dei ministri del commercio e al FMI e alla BM dove hanno voce solo i
rappresentanti dei dicasteri di finanze e tesoro…. Difficilmente gli Stati Uniti saranno disposti a rinunciare
al diritto di veto… adducendo che si accollano i costi dei salvataggi multimiliardari… in realtà il denaro
proviene dai lavoratori dei PVS perché quasi sempre il FMI viene rimborsato"." Per riformare il WTO sarà
necessario un modo più ponderato di gestire i rapporti commerciali, più bilanciato nel tutelare gli interessi
dei PVS e più equilibrato nell'affrontare i temi non strettamente commerciali come ad es. l'ambiente… un
passo avanti nella giusta direzione è stato fatto dall'UE con l'iniziativa tutto tranne armi che permette
d'importare in Europa dai PVS, anche se i prodotti agricoli non possono competere con quelli europei
fortemente sovvenzionati. La sfida è convincere Stati Uniti e Giappone a fare altrettanto
Il modo migliore per far sì che le istituzioni economiche internazionali siano più sensibili ai problemi dei
poveri, dell'ambiente…è quello di operare con maggiore apertura e trasparenza…Il problema della
mancanza di trasparenza riguarda ognuna delle istituzioni internazionali…Il segretario del tesoro
Americano, prima dell'11 settembre difendeva anche la riservatezza dei centri finanziari off-shore…dove il
segreto bancario permette una serie di operazioni come l'evasione fiscale, il riciclaggio di denaro sporco e
altre attività scellerate come è stato verificato dopo l'11 settembre, anche il finanziamento del terrorismo".
Il simbolo delle iniquità globali
"Le proteste internazionali contro la globalizzazione cominciarono in occasione del vertice WTO di Seattle
perché questa organizzazione rappresenta il simbolo delle iniquità globali e dell'ipocrisia dei paesi
industrializzati che, mentre predicavano e forzavano l'apertura dei mercati ai loro prodotti industriali nei
PVS, continuavano a tenere chiuse le loro frontiere per i prodotti agricoli e tessili del terzo mondo e, mentre
proclamavano che i PVS non dovevano sovvenzionare le industrie, continuavano a fornire sussidi miliardari
agli agricoltori… a esercitare pressioni per la liberalizzazione finanziaria, ma ad osteggiare quelle dei
servizi come le costruzioni e i trasporti marittimi dove i PVS sono forti".
Il modello cooperativo: win/win, vinciamo insieme
Diversamente dagli scambi di mercato, che ci si aspetta abbiano un vincitore e uno sconfitto, nelle relazioni
di rete ci si aspetta che le attività condivise generino un risultato reciprocamente vantaggioso, una cosiddetta
situazione "win/win".
La più convenzionale idea che concorrere per risorse scarse sia un comportamento essenzialmente naturale
nell'uomo (l'etica hobbesiano-darwiniana) lascia il posto così a un concetto radicale, che vede nella
cooperazione un elemento imprescindibile per la sopravvivenza e il progresso.
J.Rifkin
Competitività o cooperazione? Chiudere il cerchio
"Possiamo ricavare una lezione fondamentale dalla natura: niente può sopravvivere sul pianeta se non
diventa parte cooperativa di un tutto più vasto e globale" afferma Barry Commoner che, ricordando agli
studiosi la necessità di 'chiudere il cerchio', li ha riportati dall'eco-nomia competitiva all''eco-logia
cooperativa. La vita stessa ha imparato questa lezione alle origini della terra. Non dimentichiamo infatti che
i primi esseri viventi, come l'uomo moderno, consumavano la loro base nutritiva man mano che crescevano,
trasformando la riserva geo?chimica di materia organica in rifiuti che non potevano più servire ai loro
bisogni. La vita così come apparve per la prima volta sulla terra, si era avviata per un cammino lineare
autodistruttivo. La salvò dall'estinzione l'invenzione, nell'arco evolutivo, di una nuova forma di vita che
riconvertiva i rifiuti degli organismi primitivi in materia organica fresca. I primi organismi fotosintetici
trasformarono l'avido evolversi lineare della vita nel primo grande ciclo ecologico terrestre.
Chiudendo il cerchio essi ottennero quello che nessun organismo vivente da solo può realizzare: la
sopravvivenza.
Gli esseri umani hanno spezzato il cerchio della vita spinti non da necessità biologiche, ma da
un'organizzazione sociale che hanno progettato per "conquistare" la natura: strumento per acquisire
ricchezze governato da esigenze in conflitto con quelle che regolano la natura.
Il risultato ultimo è la crisi ambientale, una crisi di sopravvivenza. Una volta ancora, per sopravvivere,
dobbiamo chiudere il cerchio. Dobbiamo imparare a restituire alla natura la ricchezza che le chiediamo in
prestito".
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Per passare dall'economia di predazione ad un modello che corregga i danni e riapra al futuro è necessario
passare dalla cultura dello sfruttamento della natura a una cultura della sua utilizzazione.
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Solo la bellezza ci salverà
La natura non è solo da rispettare e conservare, perché ci dà da mangiare.
Non è solo da disinquinare e rigenerare, perché altrimenti non ci sarà sopravvivenza.
Non è solo da conoscere più profondamente per poterla rispettare e capire.
La natura non è solo da capire e rispettare ma è una madre da amare.
Una madre che ne sa più di noi, una vecchia ragazza emancipata,
una madre che ci sorride, ci coccola, ci vizia, ma ci rimprovera anche.
La natura è una sorella come l'acqua e un fratello indispensabile come l'ossigeno,
è l'aria e il vento che spazza via lo sporco e ci porta antichi odori e nuove brezze mattutine.
La natura è un fratello che ci scalda col suo calore come il fuoco
e ci ripara dal sole con le querce o come il sole ci illumina di giorno.
La natura è una madre che nel suo grande utero buono
conserva tutti i suoi figli, quelli morti
e pure quelli vivi per regalarceli quando noi glieli chiediamo.
E non è solo Madre.
Ma è anche la donna più bella che ci sia, la più affascinante e più ammaliante.
E' bella, però, se è 'naturale', senza belletti chimici né trucco.
E' bella se è acqua e sapone, se è pura semplicità.
E solo se la guardiamo come una vergine bellissima e non la violentiamo;
solo se la curiamo come una madre amorevole, contro cui non ci ribelliamo;
solo se le facciamo compagnia come ad una sorella tenera che rispettiamo,
solo se ci stupiremo ogni momento per la sua magnitudine e per tutto il suo splendore:
solo allora la sua bellezza ci salverà.
Terra, acqua, aria, fuoco: beni comuni
Bisogna andare verso il rafforzamento del bene comune, dilatato a tutto il pianeta e farlo diventare bene
comune universale e non solo un 'bene' difeso come 'cosa europea'. Bisogna anche andare verso
l'effermazione delle risorse, di acqua, terra, aria, fuoco come beni comuni. (1)
Occorre, infatti, collegare i beni materiali alla loro fonte primaria: acqua, terra, aria, fuoco, e per questi
elementi bisogna definire lo status di beni comuni (common goods) liberandoli dal concetto di proprietà, dal
valore di scambio e dal profitto, collegandoli invece al valore di utilizzazione, perché solo in tal modo si può
giungere ad uno sviluppo sostenibile ed equo.
Terra
E' necessario incominciare innanzitutto con quei beni materiali quali gli alimenti (collegati a acqua e terra)
che vanno pericolosamente sia verso l'insicurezza alimentare e gli ogm, che verso la loro proprietà e il
controllo a livello planetario.
Le grandi centrali di bioingegneria stanno, infatti, lavorando sul patrimonio biologico, e da ciò il nome di
<<scienza della vita>>, per produrre organismi geneticamente modificati (Ogm) per i quali non c'è nessuna
sicurezza sulla loro innocuità, intaccando il loro stesso DNA, allo scopo di avere frutti senza semi,
pomodori meglio inscatolabili, prodotti meno intaccabili da malattie...
Acqua
E' urgente fermare immediatamente la proprietà privata sull'acqua, sottoposta alla privatizzazione e al suo
controllo planetario attraverso il concetto di bene privato e non bene comune, di bene economico e non
diritto per tutti.
Al 2° Forum Mondiale dell'Acqua (L'Aja, marzo 2000) i ministri di circa 100 stati hanno approvato un
progetto di Dichiarazione ministeriale che in qualche modo apre la strada alla globalizzazione e
privatizzazione dell'acqua, alla sua petrolizzazione, come dicono gli oppositori. Confermandola come bene
economico, e non come bene comune e diritto, la Dichiarazione dell'Aja affida la soluzione del problema
dell'acqua al modello di gestione privata (Intergrated Water Resource Management, IWRM) dando così via
libera alla privatizzazione dell'acqua, per altro già avviata in molti paesi.
All'Aja la classe dirigente delle multinazionali interessate all'affare dell'acqua era rappresentata da SuezLyonnaise des Eaux, Vivendi, Biwater, Culligan, Nuon...
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L'americana McCurdy Enterprise era presente col suo progetto per la commercializzazione ed esportazione
dell'acqua dei Grandi Laghi e del S.Lorenzo; Danone, con quello della gestione di tre sorgenti a tale scopo
acquistate in Indonesia, Cina e Usa; e Nestlé, con quello dell'acqua purificata mediante minerali.
Aria
Forse saranno i mutamenti climatici determinati dall'attività umana, con relative alluvioni, desertificazioni, a
far comprendere l'importanza dei Protocolli di Kyoto e l'urgenza della loro firma da parte di tutti i paesi.
L'aria, ultimo elemento ancora non sottoposto di fatto a proprietà privata, ma in realtà sottoposto
all'inquinamento dall'arbitrio degli inquinatori, che la considerano bene privato, rischia di finire come
l'acqua nel coacervo delle ultime proprietà decretate dall' homo 'non' sapiens.
Fuoco
Fino all'inizio del novecento esisteva ancora l'uso civico del legnatico e del focatico che sanciva la
possibilità di tutti di accedere al fuoco, fondamentale per qualsiasi trasformazione, oltre che per il cibo e il
riparo dal freddo. Con il passaggio dal legno al carbone, prima, e al petrolio e all'atomo poi, si passa alla
privatizzazione anche di questo elemento, la cui proprietà viene difesa come bene privato con guerre e
invasioni (Kossovo, Afghanistan e Irak…).
Decalogo della Terra
Acqua
1. Frenare l'eccessivo sfruttamento dei mari
2. Risparmiare acqua
3. Salvare gli ecosistemi
Aria
4. Usare veicoli ecologici
5. Abbassare la febbre del pianeta
Terra
6. Salvare i polmoni verdi
7. Crescere meno in fretta
8. Sconfiggere la fame
Fuoco
9. Non sprecare risorse
10. Puntare sull'energia rinnovabile
La danza dell'acqua e i nostri sensi
Signore donaci la gioia di far danzare i nostri cinque sensi con l'acqua,
e donaci la gioia di vedere allietato con essa il mondo intero,
noi e i figli dei nostri figli per il tempo infinito che tu hai decretato
e per lo spazio globale di tutto il pianeta.
Signore donaci la gioia di assaporarla sulle nostre mense,
con gusto schioccando la lingua quando è buona,
e non è inquinata e amara.
Signore donaci la gioia di goderla con la vista
così saltellante e allegra, quando è torrente
così quieta e tranquilla, quando è fiume
così piena di vita che nasce, quando è stagno,
così benefica quando è pioggia che lava le sozzure
e quando è alimento per i campi e diventa grano e uva.
Signore donaci la gioia di ascoltarla con le nostre orecchie
quando scroscia furiosa nella tempesta,
quando è schizzo che si tuffa nella pozzanghera
e quando è mare che, costante, rumoreggia nella risacca.
Signore donaci la gioia di odorare l'acqua del mare
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che si mescola con gli odori del finocchietto che spunta sulla costa
o che profuma tutta la casa quando diventa zuppa di pesce
e donaci la gioia di odorare l'acqua di rose
che delicatamente profuma le nostre mani e il viso.
Signore donaci la gioia di toccarla questa acqua che ci hai voluto regalare
come il più fresco e il più benefico dei tuoi doni.
Di toccarla con tutto il nostro corpo, nella doccia mattutina
o nel bagno rilassante dopo una giornata di stanchezza infinita.
E di vederla scorrere tra le dita tutte le volte, e sono tante,
che una sensazione di sporco ci viene tolta da questa sorellina
davvero umile, preziosa e casta.
Signore donaci la gioia di ricordarci quanto è preziosa
e non solo per noi, le nostre case e città,
ma per Mohammed, beduino nel deserto
e per Jamilà e i suoi bambini nei campi profughi
e per Miriam che si vede sconquassata la casa sotto le bombe
e per Mercedes e la sua casa di latta costruita sui rifiuti.
Signore donaci la gioia di vederla come il sangue che scorre
nelle vene della terra, un sangue bianco, trasparente e casto,
sangue reale per l'umanità,
che umilmente è al servizio di tutti gli umani
per diventare l'acqua del nostro corpo e non farci morire disidratati.
E che è la stessa acqua da sempre,
da quando tu l'hai fatta e giustamente hai detto: E' davvero cosa buona!
I Principi dell'acqua
1) L'acqua è un dono della natura
Noi riceviamo l'acqua gratuitamente dalla natura. E' nostro dovere nei confronti della natura usare questo
dono secondo le nostre esigenze di sostentamento, mantenerlo pulito e in quantità adeguata. Le deviazioni
che creano regioni aride o allagate violano il principio della democrazia ecologica.
2) L'acqua è essenziale alla vita
L'acqua è la fonte della vita per tutte le specie. Tutte le specie e tutti gli ecosistemi hanno il diritto alla loro
quota di acqua sul pianeta.
3) La vita è interconnessa mediante l'acqua
L'acqua connette tutti gli esseri umani e ogni parte del pianeta attraverso il suo ciclo. Noi tutti abbiamo il
dovere di assicurare che le nostre azioni non provochino danni ad altre specie e ad altre persone.
4) L'acqua deve essere gratuita per le esigenze di sostentamento
Poiché la natura ci concede l'uso gratuito dell'acqua, comprarla e venderla per ricavarne profitto viola il
nostro insito diritto al dono della natura e sottrae ai poveri i loro diritti umani.
5) L'acqua è limitata e soggetta ad esaurimento
L'acqua è limitata e può esaurirsi se usata in maniera non sostenibile. Nell'uso non sostenibile rientra il
prelevarne sull'ecosistema più di quanto la natura possa rifornirne (non sostenibilità ecologica) e il
consumarne più della propria legittima quota, dati i diritti degli altri a una giusta parte (non sostenibilità
sociale).
6) L'acqua deve essere conservata
Ognuno ha il dovere di conservare l'acqua e usarla in maniera sostenibile, entro limiti ecologici ed equi.
7) L'acqua è un bene comune
L'acqua non è un'invenzione umana. Non può essere confinata e non ha confini. E' per natura un bene
comune. Non può essere posseduta come proprietà privata e venduta come merce.
8) Nessuno ha il diritto di distruggerla
Nessuno ha il diritto di impiegare in eccesso, abusare, sprecare o inquinare i sistemi di circolazione
dell'acqua. I permessi di inquinamento commerciabili violano il principio dell'uso equo e sostenibile.
9) L'acqua non è sostituibile
L'acqua è intrinsecamente diversa da altre risorse e prodotti. Non può essere trattata come una merce.
Vandana Shiva
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3. Rivoluzione della produzione
• Valorizzare l'autoproduzione
• Produrre beni fatti per durare
• Produrre su base locale
• Coltivare in maniera biologica
• Evitare produzioni inquinanti e pericolose
• Limitare l'uso delle risorse non rinnovabili
• Utilizzare per quanto possibile energia naturale
• Valorizzare il lavoro comunitario, creativo, non ripetitivo
Il Fattore 4 e gli elementi naturali
Il Fattore 4 che si presenta alla comunità scientifica come Rapporto per il Club di Roma, illustra come
quadruplicare la produttività e l'eco-efficienza delle risorse, ovvero come raddoppiare il benessere
dimezzando il prelievo di risorse naturali, e in particolare di materiali, energia e trasporti. Il Fattore 4 può,
quindi, essere visto come una sorprendente risposta alle previsioni catastrofiche dei modelli dei I limiti dello
sviluppo, dimostrando come la Rivoluzione dell'Efficienza [eco- efficienza, ndr.] sia un percorso inelusibile
sin da ora per consentire alle nostre società di avviarci sulla strada della sostenibilità ecologica e sociale
dello sviluppo.
La sostenibilità ambientale e sociale, infatti, si può raggiungere solo muovendosi contemporaneamente sulle
vie dell'eco-efficienza e della sufficienza. Il Fattore 4, nel momento in cui riduce l'impatto ambientale
moltiplicando per 4 l'efficienza della produzione e dell'uso, si muove sulla linea dell'efficienza, mostrando
come sia possibile raddoppiare la diffusione del benessere nella popolazione mondiale dimezzando il
prelievo delle risorse naturali e dimezzando l'inquinamento ambientale.
Acqua
· Oceani
Rischi e punti di debolezza (-2): Overfishing, sovrappesca: dal 1950 al 1988 è passato da 19 milioni di
tonnellate (8 kg annui) agli attuali 97 milioni di tonnellate annue
Opportunità e punti di forza (+2): Per il 2050 il pescato pro-capite non può superare i 10,9 kg annui
· Acqua dolce
Rischi e punti di debolezza (-2): Problemi di qualità dell'acqua, disponibilità (70% in agricoltura, 20%
industria, 10% uso residenziale) Idroconflitti. Nel 2050 la quantità di acqua potabile pro-capite scenderà del
73% rispetto al 1950.
Opportunità e punti di forza (+2): Acqua come diritto di tutti. Accordo internazionale: Contratto Mondiale
dell'acqua. Ottimizzazione degli usi. Risparmio e non spreco: esempio F4 a portata di mano: l'acqua nei
consumi privati
Aria
· Clima
Rischi e punti di debolezza (-2): Dalla rivoluzione industriale (1751) in poi si sono aggiunte nell'atmosfera
271 miliardi di tonnellate di carbonio. Le attuali emissioni annue sono di 6,3 miliardi di tonnellate (le più
alti negli ultimi 20 milioni di anni).
Opportunità e punti di forza (+2): Politiche di risparmio energetico. Passaggio a energie rinnovabili (solare,
eolica, marina, biomassa, vulcanica...). La riduzione delle emissioni di carbonio prevista a Kyoto di meno
5% dovrebbe secondo gli scienziati essere, invece, di meno 60-80%. Esempio F4: Yogurt alla fragola: una
passione tedesca che costa 8000 km di viaggio (-2) produzione in loco (+2). Esempio F4 : L'iperauto
· Urbanizzazione
Rischi e punti di debolezza (-2): Nel 1950 vivevano nelle città 760 milioni di persone. Nel 2050 saranno 6,2
miliardi di persone a vivere nelle città. Sono 326 le città che nel mondo hanno un milione di abitanti, 16
sono le megalopoli con oltre 10 milioni di abitanti, a Tokyo 28 milioni. Ciò comporta enormi problemi di
trasporto.
Opportunità e punti di forza (+2): Reimpostare le politiche dei trasporti evitando su gomma quelli delle
merci. Realizzazione di veicoli ad alta efficienza (l'iperauto). Utilizzo di carburanti meno inquinanti.
Esempio F4: Curitiba: il successo di una politica intelligente dei trasporti
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Terra
· Biodiversità
Rischi e punti di debolezza (-2): Oggi si assiste a un'estinzione di massa di molte specie causata dall'uomo
per alterazione degli habitat, inquinamento, invasione di specie esotiche... Dai 10 ai 30 milioni di specie di
animali piante funghi e microrganismi esistenti.
Opportunità e punti di forza (+2): Applicazione della Convenzione mondiale sulla Biodiversità. Protezione
degli habitat naturali.
· Foreste
Rischi e punti di debolezza(-2): Deforestazione, incendi, conversione a pascolo. Nell'ultimo secolo si è
verificata la crescita del 75% della popolazione con perdita parallela di area forestale globale. Europa,
Giappone e Nord America con il 19% della popolazione globale consumano il 63% della produzione di
carta e la metà della produzione industriale di legno.
Opportunità e punti di forza (+2): Riforestazione. Riduzione dei consumi di carne, legno e carta.
· Popolazione
Rischi e punti di debolezza (-2): Secondo le NN UU nel 2050 potremmo essere 9,3 miliardi di persone.
Opportunità e punti di forza (+2): Miglioramento delle condizioni di vita e istruzione femminile per una
crescita consapevole
· Alimentazione
Rischi e punti di debolezza (-2): Diminuzione, iniziata nel 1982, della superficie coltivata a cereali: 1/3
meno rispetto al 1972. Oggi la produzione è di 1855 milioni di tonnellate annue (1999).
Opportunità e punti di forza (+2): L'aumento a 2000 milioni di tonnellate annue della produzione potrebbe
alimentare 10 miliardi di persone. Cereali per l'alimentazione umana e non per quella animale che deve
ritornare al pascolo. Riduzione del consumo di cereali e carne nel Nord del mondo. Accesso dei contadini
senza terra alla terra: riforme agrarie nel Sud del mondo e riduzione delle estensioni di piantagioni e
latifondi per la produzione da esportazione. Esempio F4: Carne di manzo: Minor consumo e migliore
qualità.
Fuoco
· Materie Prime
Rischi e punti di debolezza (-2): Forti consumi di materie provenienti dal mondo minerale. In Usa il
consumo di materie prime è cresciuto in un secolo del 1673%. Per la produzione di beni e servizi si
consumano nel mondo 11 tonnellate di materiali pro capite all'anno.
Opportunità e punti di forza (+2): Nell'arco di una generazione si può arrivare a ridurre del 10% (Fattore 10)
l'utilizzo di materie prime.
· Energia
Rischi e punti di debolezza (-2): Senza correttivi nel 2050 si passerà ad un consumo energetico annuale di
10247 milioni di tonnellate di petrolio.
Opportunità e punti di forza (+2): Politiche di risparmio energetico. Passaggio a energie rinnovabili che
potrebbero coprire nel 2050 il 40% del fabbisogno (prodotti per due terzi dai Paesi del Sud del mondo) e
l'80% nel 2100. Esempi F4: Illuminazione: fabbriche di lampade a basso consumo invece di centrali
elettriche; il Rocky Mountain Institute: il primo ufficio al mondo completamente biologico in alta
montagna, riscaldato con il solare e ci crescono…le banane; case fresche nell'assolata California:
climatizzare in modo naturale.
Due sono le vie, una conduce alla vita e un'altra alla morte.
(Didaché
Il passaggio alla bellezza attraverso la sobrietà
La via della sobrietà nelle scienze della terra
DA A La Via della sobrietà
Spazio - natura
Concezione Lineare Concezione ciclica Valore: cicli biogeochimici
Sfruttamento Cicli biogeochimici Valore di utilizzazione
Usa e getta Ridurre, Resistere, Rinunciare,Riparare, Riciclare, Riusare Conservare la vita
Spazio- territorio
Confini (proprietà) Usi civici Bene comune locale (Comune-unità)
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Megalopoli Conurbazioni Città-campagna
Stati-blocchi Micro-macrobioregioni Bene comune universale (Umana-unità)
Il passaggio alla bellezza attraverso la sobrietà
La via della sobrietà nell'economia
DA A
Beni comuni
La terra deve essere sottomessa dall'uomo. L'uomo e la terra sono la tela della vita.
L'uomo controlla con le sue leggi le leggi della natura (oicos nomos = economia). Ogni cosa è collegata,
uomo e natura sono legati da un comune destino.(1° legge di B.Commoner)
L'importante è produrre di più(teoria della crescita economica o trickle down) L'importante è sapere dove
vanno a finire le cose prodotte. (2° legge di B.Commoner)
L'uomo sa gestire perché e la natura. La natura è l'unica a sapere il fatto suo. L 'attuale chimica della vita è
stata elaborata in tre miliardi di anni diprove ed errori i cicli disposti dalla natura sono i i più idonei. (3°
legge di B.Commoner)
La scienza e la tecnologia potranno risolvere i problemi creati. Quando si altera il sistema ambientale lo si fa
contraendo un debito con la natura. (4° legge di B.Commoner)
Il danaro e il capitale sono la Dotazione e il Patrimonio più importante per dare benessere all'umanità. Le
Dotazioni più importanti sono quelle Naturali, Biologiche e Culturali perché hanno tempi di Accumulazione
di Durata superiori. (D & P, C. Madden)
Gli squilibri umani e naturali si vincono con un incremento di tecnologia. Gli squilibri umani si vincono con
un incremento di fraternità. Quelli naturali si vincono se si considera la natura sorella, fratello e non 'cosa
usa e getta'.
Lavoro
Valore di scambio Valore di utilizzazione (K.Madden)
Individuale Cooperativo/comunitario
Mobbing Valorizzazione delle specificità
Divisione tra talenti spirituali e abilità professionali Integrazione tra talenti spirituali e abilità professionali
Agricoltura e Foreste
Sfruttamento Utilizzazione
Desertificazione Wilderness (natura selvaggia)
Agricoltura chimica Agricoltura biologica
Agricoltura meccanica Agricoltura naturale (Fukuoka)
Agricoltura intensiva/estensiva Siepi/rotazione/maggese
OGM e banche dei semi Tutela biodiversità e non brevettabilità dei semi
Legno selvaggio Rimboschimento
Caccia Oasi, zone protette
Distruzione paesaggio Parchi
Acqua
Bisogno economico Diritto e bene comune
Inquinamento Controllo scarichi e depurazione
Imbrigliamento, dighe Difesa ecosistemi
Energia
Non rinnovabili Rinnovabili
Petrolio, gas, carboneNucleare Geotermica, solare, biomasse, eolica….Idrogeno
Trasporti
Gomma Rotaia
Auto Bici e mezzi pubblici
Benzina Idrogeno, elettrica, solare
Autostrade terrestri Vie del mare
Viaggi business Videoconferenze
Industria
Scoperta delle risorse Risorse come patrimonio comune umanità
Privatizzazione Beni comuni e cooperazione
Perdita artigianato Valorizzazione artigianato
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Cattedrali nel deserto Piccole e medie imprese
Inquinamento Riconversione ecologica
Bellica Riconversione industriale
Commercio e Finanze
Scambio ineguale Commercio equo
Consumi truffa Associazioni difesa consumatore
Consumi inconsapevoli e selvaggi Consumi critici, sobrietà felice
Finanziarizzazione dell'economia Finanza etica
Capitalismo selvaggio Controllo monopoli e conflitti d'interesse
Capitalismo mafioso Confisca dei beni dei mafiosi e utilizzo sociale
Dal sogno americano, al sogno europeo, al sogno meridiano
Jeremy Rifkin ha analizzato recentemente, e con abbondanza di fonti e parametri scientifici, come l'Europa
abbia creato una nuova visione del futuro che sta eclissando il sogno americano. Egli individua nel Sogno
europeo (Mondatori, 2005) una grande via di uscita per l'attuale situazione geopolitica mondiale: "Quando
si pensa al vecchio Sogno americano, viene in mente l'uomo che si è fatto da solo. Il nuovo Sogno europeo,
al contrario, riguarda piuttosto il progresso della qualità della vita di un intero popolo. Il primo mette
l'accento sulle opportunità individuali, il secondo sul benessere collettivo della società. In ogni caso quando
si parla di opportunità individuali, i dati sembrano indicare che l'Europa stia rapidamente raggiungendo gli
Stati Uniti. E per quanto riguarda la qualità della vita, il vecchio continente sembra molto più avanti del
nuovo mondo. Dovendo riassumere, direi che l'Europa è diventata un grande laboratorio sperimentale, senza
vincoli, per ripensare la condizione umana e riconfigurare le istituzioni nell'era della globalizzazione".
Nel passaggio al sogno meridiano la via intermedia sembra, quindi, sempre di più essere il sogno europeo,
come metodo di aggregazione fondato su valori e forti ideali, già correttivi del sogno americano,
maggiormente fondato invece su mercato e liberismo.
Accogliere dai sogni e dai bisogni del sud del mondo i correttivi ai modelli di sviluppo americano ed
europeo è una sfida non troppo utopistica quanto una necessità se si vuole dare futuro al pianeta. Le sfide
riguardano, quindi, non solo la modernizzazione infrastrutturale volta a rendere il territorio più omogeneo e
praticabile per chi ci vive e chi ci lavora, operando una saldatura tra innovazione tecnologica e ambiente, ma
anche la capacità di utilizzare tre risorse che la politica ha disimparato ad attivare: il tempo , l'esperienza, le
speranze degli uomini
"Grandi cose ha fatto il Signore per noi: ha fatto germogliare i fiori tra le rocce!".
Ecco, adventus è questo germogliare dei fiori carichi di rugiada
tra le rocce del deserto battute dal sole meridiano.
Don Tonino Bello
Idee guida dello Sviluppo Meridiano
In tale contesto appare prioritario definire, sulla falsariga degli studiosi di Wuppertal, le idee guida per uno
sviluppo meridiano a livello di persone, comunità, ambiente ed etica:
PERSONA
• Sviluppo e tutela della persona.
• La consapevolezza che il fine ultimo di qualsiasi operare umano deve essere la persona nella sua
integralità ed in equilibrio con l'ambiente in cui vive.
• Vivere bene invece di avere molto.
COMUNITÀ
• Il ruolo dei processi di empowerment nell'ambito della vita delle comunità locali.
• Sviluppo e tutela delle comunità.
• Sviluppo e tutela delle culture.
• La valorizzazione delle vocazioni locali di cultura.
• La città costiera come ambiente di vita, di cultura, di interculturalismo e internazionalismo.
• Fare una mappa di sviluppo equo delle sub-aree all'interno dei sistemi sociali.
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•
•
Individuare le risorse imprenditoriali già esperite nel corso della storia che costituiscono il
Patrimonio economico originale del territorio ad un tempo naturale, biologico, culturale e finanziario
e che costituiscono l'economia della memoria e della conservazione.
Individuare le risorse imprenditoriali non ancora esperite sul territorio (economia dell'utopia) e che
possono essere l'economia di passaggio al postindustriale in particolare l'economia
dell'entertainment, dei trasporti e l'economia sociale.
AMBIENTE
• Conservazione e tutela dell'ambiente.
• Valorizzazione delle vocazioni locali di natura.
• Equilibrio tra locale e globale.
• Una giusta misura per lo spazio e per il tempo, e proposte di spazi comuni costieri.
• Individuare le risorse naturali (che cosa abbiamo = economia) in base alle potenzialità naturali
esistenti sul territorio, agli ecosistemi e alle bioregioni.
• Un programma verde per il mercato e un programma blu per il mare.
• Il passaggio dal sistema di produzione lineare e quello ciclico.
• Infrastrutture intelligenti e riutilizzo delle vie marittime e delle autostrade del mare..
• Rigenerazione del mare come alimentazione, entertainment e trasporto.
• Fare una mappa del rischio ambientale individuandone gli interventi correttivi.
ETICA
• Etica dello sviluppo e etica dei mercati.
• Tutela delle istituzioni immateriali, quali la fiducia, la fedeltà ai patti, l'onestà, la legalità, lo scambio
equo e solidale, la responsabilità sociale, l'impronta etica.
• Una corretta interpretazione e codificazione della globalizzazione.
• Creare un modello di sviluppo economico con implicazioni positive, nel rispetto delle peculiarità e
della trasmissibilità alle generazioni future.
• La giustizia internazionale realizzata attraverso scambi mediterranei equi.
• Il vicinato globale e la costruzione della pace mediante un'attività diplomatica popolare per la
risoluzione dei conflitti.
• Previsione del passaggio dal valore di scambio al valore di utilizzazione.
• Valutazione dei valori dedotti.
• Una circuitazione etica a dimensione dei sud del mondo dei flussi economico-finanziari.
• Una circuitazione etica a dimensione dei sud del mondo dei flussi di informazione.
• Una corretta interdipendenza globale dei sud del mondo: ogni agire, ogni scelta particolare ha
implicazioni universali.
Il passaggio alla bellezza attraverso il Sogno Meridiano
La Via meridiana
Andando maestosamente …verso il sogno meridiano
Dal sogno americano Al sogno europeo Al sogno meridiano
Benessere
Dare importanza a ciò che si possiede Godersi la vita Che tutti abbiano vita e in abbondanza
L'uomo che si è fatto da solo I campanili e l'orgoglio comunale La convivialità delle differenze
Convinzione di essere popolo eletto Convinzione di essere popoli che si sono combattuti Tutta l'umanità è
popolo eletto
Essere produttivi AGIRE Riflettere, teorizzare VEDERE Vedere giudicare agire
La felicità personale attraverso l'agire La felicità personale attraverso il pensare La felicità personale
attraverso il comunicare
La felicità personale attraverso il successo materiale La felicità personale nelle relazioni sociali e familiari
La felicità personale attraverso le relazioni familiari, comunitarie e umane
Forte autonomia individuale verso obiettivi personali Interconnessioni sociali e familiari per obiettivi di
gruppo Interconnessioni locali e globali per obiettivi di giustizia e pace
Spazio e tempo
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Spazi ampi ed esclusivi (casa monofamiliare)Quartieri residenzialiDistanza casa lavoro Spazi condivisi
(condominio)Centro storicoVicinanza casa lavoro Condomini solidaliVillaggio, comunità, quartiereLavoro
comunitario
Localizzazioni Luoghi Luoghi condivisi
Tempo cronometro prestazioni ed efficienza (taylorismo)Tempo dell'agenda Tempo dell'orologio
municipale con successione di tempi individuali familiari e comuni Tempi della natura (calendario)Tempi
della festa
Tempo libero programmato Feste patronali Tempo Kairos (ora è la salvezza)
Tempo lineare Tempo ciclico Tempo cosmico (liturgizzato)
Lavoro e produzione
Mobilità lavorativa Radicamento lavorativo Unità di talenti spirituali e abilità professionali
Efficienza del lavoro e regoleAssicurazioni Etica del lavoro eWelfare nazionali Gusto del lavoro e del
prodottoEtica e welfare mondiale
Mansioni Funzioni Creatività
Prezzo di mercato Prezzo giusto Prezzo equo e solidale
Relazioni
Relazioni regolate da contratti Relazioni regolate da patti sociali e familiari Relazioni regolate dalla lealtà e
dalla fedeltà
Utilitarismo nelle relazioni Ethos consuetudinario nelle relazioni Sacralità del prossimo e dello straniero
Coscienza individuale Coscienza storica Personalismo e universalismo
Valori materiali Ideali storici e collettivi Valori spirituali, personali, familiari, comunitari
Utilitarismo e pragmatismo Ideologie Valori/ Ideali
Riduzionismo scientificoRazionalità fideistica Fede e Laicismo Fede e ragione(Gerusalemme ed Atene)
Capacità di produrre Capacità di relazionarsi Capacità di generare
Si è ricchi in proporzione alle cose di cui riesce a fare a meno
I maestri di saggezza orientali e occidentali
hanno certo avuto opinioni diverse fra loro sulla natura dell'
universo,
ma tutti hanno raccomandato in modo sostanzialmente unanime
di condurre una vita ispirata al principio della semplicità. Non può essere un caso.
Traendo insegnamento dall'
esperienza di generazioni passate,
essi erano giunti alla conclusione che la via che conduce alla felicità
difficilmente passa per l'
accumulo di ricchezza.
Lungi da una concezione di privazione,
essi hanno fatto della semplicità una regola dell'
arte di vivere.
Nella tradizione classica, il contrario di uno stile di vita semplice
non è una vita lussuosa, ma piuttosto una vita dispersiva.
Un eccesso di cose intasa la vita quotidiana, disperde l'
attenzione,
sperpera le energie e non permette di trovare il senso della vita.
Il girare a vuoto e l'
essere sommersi dagli oggetti inutili sono nemici della felicità.
In definitiva la semplicità ha più a che fare con la dignità che con la morale,
perché il rischio dell'
abbondanza è l'
annientamento di sé.
Gandhi
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