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LA NUOVA SARDEGNA SABATO 14 APRILE 2012
CULTURA Società
39
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Ilromanzo
L’esordio
letterario
dello
sceneggiatore
cagliaritano,
finalista
alPremio
Calvino2011
marco porru » l’eredità dei corpi
di Marco Porru
A
lle quattro di mattina il
bastardo gli scorreva nelle vene. Nulla da scrivere, nulla su cui valesse la pena
concentrarsi. Il prof di italiano
gli aveva suggerito di scegliere il
tema sull'adolescenza, iniziando magari con un'esperienza
personale, che lo rappresentasse, che conoscesse bene. Gli sarebbevenutopiùfacile.
E cosa racconto? La mia vita?
No, si disse Gabriele, balenandogli nella testa che l'assistente
sociale e il prof potessero cospirare contro di lui. Ma le dita avevanovoglia di scrivere,incidere,
non riuscivano a starsene ferme. Tremavano. Dovevano scaricare il nervoso, come le gambe.
Chiuse il quaderno e percorse il corridoio senza far rumore,
conl'ausilio della lucedell'iPod.
Guardò per un attimo la porta della stanza da letto dei suoi,
chenon sisa mai,poteva essersi
sbagliato quando l'aveva sentita chiudersi verso mezzanotte.
E invece no, chiusa, come quasi
sempre. Proseguì verso il portone e sgusciò fuori. Attraversò il
giardino cercando di districare
quei maledetti fili dell'iPod, presela bici es'addentrònel buio.
Da qualche mese a questa
parte, la maggior parte dei lampioni nei paraggi di casa sua erano spenti. Neanche la telefonata di suo padre a un amico che
lavorava al comune era servita.
Tanto meglio. Al buio era molto
più eccitante perché l'immaginazione poteva sbizzarrirsi. Tuttavia, un leggero chiarore giungeva dai lampioni accesi più lontano e dal bagliore intermittentedelle autosullastatale 131.
Gabriele pedalò in salita lungo la via di casa sua che, a maggio, era ancora immersa in un'
atmosfera natalizia, con le sue
villette a schiera tutte uguali,
pienedibabbi natale dipeluche
che le agenzie immobiliari avevano messo per catturare l'attenzione dei passanti verso gli
appartamenti nuovi rimasti invenduti. Babbi natale di dimensioni quasi umane che avrebbero dovuto arrampicarsi sui balconi, sulle finestre e sui cornicioni dei tetti, e che invece, come
erano sistemati, parevano tutti
impiccati. Distratto da loro, Gabriele prese in pieno una pozzanghera con tutte e due le ruote della bici, schizzandosi di fango i pantaloni della tuta. Era bastata la pioggia di qualche ora
prima perché il terriccio della
strada, come di consueto, si
riempisse di buche tutte uguali
che sembravano fatte con lo
stessoscalpello.
Quando si portò gli auricolari
alle orecchie, la musica era già
iniziata. A palla. Ma dentro la testa di Gabriele persistevano ancora il canto dei grilli e il rumore
delle auto che sfrecciavano sulla 131: purtroppo era ancora nel
suopaese, ansiosodiscorgerela
Illustrazione da Archivio Corbis. In basso, un particolare dalla copertina del romanzo di esordio di Marco Porru, “L’eredità dei corpi”
Due adolescenti smarriti
in una Sardegna sospesa
tra tradizione e modernità
I temi della psicosi, della pedofilia, dell’omosessualità e della violenza
in una narrazione incalzante che che dà voce al disagio dei giovani
montagna di terra. Ed eccola
profilarsi davanti a lui, intatta,
per nulla scalfita dalla pioggia,
più potente di qualsiasi altro richiamo.
“Does that make me crazy,
does that make me crazy”, lo assordavanoiGnarls Barkley.
Tirò un sospiro di sollievo e lasciòche lamusicaentrasse nella
sua testa e lo catapultasse dentro un videoclip, dove potesse
cancellare ogni percezione di
quel luogo. Gli effluvi del selciato bagnato erano svaniti, così
pure l'arietta che gli toccava il viso, non sentiva neanche più la
fatica dipedalarein salita.
Giunto di fronte al cantiere, rischiarato appena dai lampioni
elettrica. Con un balzo scese dalla bici e la spinse dentro uno
squarcio nella rete metallica
che recintava il cantiere. A ridosso della casa in costruzione, la
montagna di terra alta una decina di metri. Gabriele costeggiò
L’adolescenza
come abbandono
dei riti rassicuranti
dell’infanzia, scoperta
del sesso, impulso
di rivolta contro
l’ordine opprimente
della famiglia
parte dell'edificio a piedi, tirò
fuori dalla tasca la pila per illuminare le scale e, con la bici in
braccio, salì al primo piano, dirigendosi al balcone ancora senzaparapetto.
La montagna era poco sotto
di lui e da essa lo separavano almeno due metri. Afferrò con forza il manubrio della bici e la scaraventò in cima alla montagna,
come per liberarsi di un grumo
di nervosismo dentro il suo corpo. Prese la rincorsa e saltò anche lui. Riuscì ad atterrare in piedi, ma un attimo dopo cadde
perché la terra era umida e scivolosa. Si alzò e montò sulla bici; per fortuna le ruote non affondavano nel terreno. Si avvicinò all'orlo della montagna, la
ruotaanteriore nel vuoto,ipiedi
ancorati sul terreno, e guardò di
sotto. La montagna sembrava
più ripida dell'ultima volta, forse era solo suggestionato dalla
pioggia che poteva averla consumata, o forse lo eccitava crederlo.
Portò i piedi sui pedali e andò
giù;nellatesta solola musicaeil
pensiero fisso di schivare all'ultimomomento lospineto aipiedi
della montagna, con tutta la velocità guadagnata durante la discesa. Qualche secondo dopo
era già in pianura, a pochi metri
dai rovi. Sterzò tutto d'un colpo
efrenò,labici s'inclinòeslittò di
traverso, rasentando col manubriol'ultimogroviglio dispine.
Gabriele superò lo spineto e
si fermò vicino al recinto metallico, poi si voltò indietro, con lo
sguardo potente, orgoglioso.
Adessodevogirare quando c'èil
ritornello, s'impose. Se non ce
la faccio, mi verrà un ictus e allora quella stronza di mia madre
Raniero segue
con poco profitto
la scuola alberghiera,
mentre Gabriele,
brillante e intelligente,
frequenta il liceo classico
Il loro destino sarà deciso
dal ritmo dei corpi
LA SCHEDA
❙❙ Pubblichiamo in questa pagina
un brano del romanzo "L’eredità
dei corpi" (Nutrimenti, 304 pagine,
18,00 euro), esordio letterario,
appena arrivato in libreria, dello
sceneggiatore cinematografico
cagliaritano Marco Porru. Protagonisti del libro sono Raniero e Gabriele, due adolescenti molto diversi tra loro, ma ugualmente smarriti. Il romanzo ha le movenze di una
tragedia antica calata nella normale della Sardegna di oggi. E dietro
la trama si affacciano i temi della
psicosi, della pedofilia, dell’omosessualità, della violenza, in una
narrazione dai toni incalzanti.
sarà contenta perché resterò tutta la vita vicino a lei. Tornò velocemente in cima alla montagna
per prendersi tutto il tempo necessario, e poi giù, ancora una
volta, gli occhi spiritati come in
stato di ebbrezza. Le spine eranosempre più
vicine, ma lui non girò: era
sceso troppo presto e il ritornello circostanti accesi, l'adrenalina lo percorse come una scossa
non era ancora cominciato.
Even your emotions had an
echo,insomuch space…
Cazzo, troppo tardi ora per
frenare e svoltare: era già in
prossimità delle spine. Si lasciò
cadere dalla bici, rotolando sul
terriccio come una massa inerme. La bici s'insinuò tra i rovi e
Gabriele rotolò ancora, voluttuosamente, fino alla fine della
canzone. Si fermò supino, gli occhi chiusi e la fronte invasa dai
capelli neri e folti. Con un gesto
levò un auricolare rimasto nell'
orecchio e aprì gli occhi. Soltanto ora si era accorto che il cielo
era pieno di stelle, impegnato
com'eraaoccupare la suanotte.
Si accese una sigaretta e pensieri sconnessi gli balenarono
nella mente quando chiuse di
nuovo gli occhi. Pensò a sua madre che gli urlava di ripassare lo
straccio sulle ultime scrivanie,
perchéeranoancora sporche.
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