Federico Francesca, Adriani Tiziana, Marotta Andrea, Casagrande

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Federico Francesca, Adriani Tiziana, Marotta Andrea, Casagrande
psicologia
tra ricerca e territorio
30 anni di attività del dipartimento
roma, 17/18 ottobre 2013
DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA
DEI PROCESSI DI SVILUPPO E SOCIALIZZAZIONE
Sviluppo dell’attenzione sociale: “social” attention network test
Federico Francesca, Adriani Tiziana, Marotta Andrea, Casagrande Maria
Introduzione:
Il volto umano è la più importante fonte d’informazioni durante le interazioni sociali; in
particolar modo la regione degli occhi è fondamentale durante gli scambi comunicativi e molto spesso la nostra attenzione è diretta a ciò che gli altri guardano (Emery, 2000).
Questo particolare interesse sugli stati attentivi altrui, ha dato origine a quella che viene definita social attention o attenzione sociale. Lo sguardo è un forte facilitatore sociale e durante le interazioni, viene utilizzato per guidare l’alternanza dei turni di conversazione e per esercitare una dominanza sociale (Lochman, Aller, 1981).
La regione degli occhi riveste un ruolo fondamentale durante la comunicazione non verbale; serve
per individuare lo stato mentale ed emozionale e anche per capire dove è diretta l’attenzione degli altri.
La capacità di rivolgere l’attenzione verso lo sguardo degli altri, riflette l’esistenza di un sistema neurale che sia in grado di elaborarlo e, coerentemente a questo, alcuni studi hanno rivelato che, quando
la polarità del contrasto tra sclera e pupilla è invertita, anche la direzione dello sguardo è percepita
come opposta, suggerendo che l’elaborazione della direzione dello sguardo coinvolge un sistema
specializzato nella percezione della parte scura come indicatore di direzione (Ricciardelli, 2000).
L’obiettivo di questo lavoro è di indagare l’effetto di un volto disegnato o fotografato, utilizzato
come stimolo direzionale in un compito attentivo e valutare le eventuali differenze legate all’età,
utilizzando una versione classica dell’ANT per bambini (Rueda e al., 2004) e 2 diverse versioni,
in cui sono utilizzati stimoli ad alta rilevanza sociale (Federico et al., 2013). Gli adulti hanno
ottenuto risultati migliori nel processamento degli stimoli ad alta rilevanza sociale. I soggetti
hanno mostrato evidenze comportamentali dell’interferenza cognitiva (es una riduzione dei
tempi di risposta agli stimoli incongruenti) soltanto quando venivano usati come stimoli i
pesci o i volti disegnati. Nel presente lavoro il test, nelle tre versioni (pesci, facce e foto) è
stato somministrato a tre gruppi di bambini (6,8 e 10 anni) e ad un gruppo di giovani adulti.
Federico Francesca, Adriani Tiziana, Marotta Andrea,
Casagrande Maria
psicologia
tra ricerca e territorio
30 anni di attività del dipartimento
roma, 17/18 ottobre 2013
DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA
DEI PROCESSI DI SVILUPPO E SOCIALIZZAZIONE
Partecipanti
57 bambini di scuola elementare divisi in tre gruppi: 18 bambini di 6 anni (età media 74 mesi ± 3), 19 bambini di 8anni (età media 99 mesi ± 2), 20 bambini 10 anni
(età media 122 mesi ± 3) e un gruppo di 20 soggetti adulti (età media 25 anni).
Stimoli
Tutti
gli
stimoli
sono
stati
presentati
sullo
schermo
di
un
PC
e ogni sessione è iniziata con una croce di fissazione al centro.
Lo stimolo è rappresentato o da un singolo oggetto (pesce, faccia o foto), o da una fila
orizzontale di cinque oggetti, posti sopra o sotto il punto di fissazione, su uno sfondo blu.
Ai partecipanti è stato chiesto di rispondere secondo la direzione dell’oggetto centrale, premendo il tasto corrispondente sul mouse. L’oggetto centrale rappresentava il target della prova, mentre gli altri oggetti, definiti “flankers”, avevano funzione di distruttori e potevano essere congruenti, quando erano rivolti nella stessa direzione del target
(direzione di nuoto per il pesce e direzione di sguardo per le altre due condizioni), incongruenti quando avevano direzione opposta, o neutri quando l’oggetto target compariva da solo.
Ogni target poteva essere preceduto da una delle quattro condizioni di cue.
Nella condizione “central”, la croce di fissazione iniziale era sostituita da un asterisco, nella condizione “double” apparivano sullo schermo due asterischi posti sopra e sotto la croce di fissazione, nella condizione “spatial” l’asterisco compariva nella posizione in cui sarebbe apparso il target, mentre nella condizione “no cue” non era presente nessun asterisco.
Procedura di somministrazione.
L’esperimento
iniziava
con
una
sessione
di
prova
formata da 24 prove, e 3 sessioni sperimentali composte da 48 prove ognuna.
In ogni prova erano presenti tutte le 12 condizioni in modo proporzionale: i tre tipi di flankers (congruente, incongruente e neutro) X i quattro tipi di cue (no cue, central cue, double cue e spatial cue).
I partecipanti dovevano indicare la loro risposta premendo il pulsante destro o sinistro del mouse a seconda della direzione del pesce centrale. Sono stati registrati l’accuratezza nella risposta e i tempi di reazione.
L’ immagine rimaneva proiettata sullo schermo per un massimo di 1700 ms.
Dopo
la
risposta,
i
partecipanti
ricevevano
un
feedback
sonoro
e
un
feedback
visivo
rispetto
alla
loro
performance.
Federico Francesca, Adriani Tiziana, Marotta Andrea,
Casagrande Maria
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tra ricerca e territorio
30 anni di attività del dipartimento
roma, 17/18 ottobre 2013
DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA
DEI PROCESSI DI SVILUPPO E SOCIALIZZAZIONE
Risultati
E’ stata fatta una ANOVA per misure ripetute esperimento x condizioni (congruente/incongruente) x cues x gruppi sugli errori e sui tempi di latenza.
Per gli errori l’ANOVA ha mostrato un effetto significativo dell’età (F3,71= 414.22 p<0.0001),
un effetto significativo dell’esperimento (F2,142= 18.43 p<0.0001), un effetto significativo della condizione (F1,71= 23.75 p<0.0001) e un effetto significativo della cue (F3,213=
15.33 p<0.0001). L’interazione esperimento x età è risultata anch’essa significativa (F6,142=
5.82 p<0.0001), come l’interazione condizione x età (F3,71= 8.99 p<0.0001), quella cue x età
(F9,123= 5.5 p<0.0001), e quella esperimento x cue x età (F6,18= 1.91 p<0.05). Non sono risultate significative invece le interazioni esperimento x condizioni (F2,142= 1.44 p: n.s.), quella
esperimento x condizione x età (F6,142= 1.53 p: n.s.)e infine esperimento x cue (F6,18= 1.61
p:n.s.). L’analisi dei post hoc condotta con il test di Tukey ha evidenziato come i bambini del
gruppo di 6 anni fanno meno errori nel test con i pesci (pesci vs foto p<0.0005; pesci vs facce
p<0.00005, mentre tutti gli altri gruppi non evidenziano differenze di errori nei diversi test.
I bambini di 6 anni inoltre evidenziano delle differenze nel numero di errori in base alla cue presentata, soltanto nel caso dei test con stimoli sociali (foto: central cue vs no cue p<0.0005, double
cue vs no cue p<0.0001; facce: spatial cue vs no cue p<0.0005, double cue vs no cue p<0.0001).
L’ANOVA condotta sui tempi di reazione ha evidenziato un effetto significativo dell’età (F3,71
=151.84 p<0.0001), un effetto significativo dell’esperimento (F2,142 =38.24 p<0.0001), un effetto significativo della condizione (F1,71 =248.54 p<0.0001) e della cue (F3,213 =41.81 p<0.0001).
L’interazione esperimento x condizione è risultata significativa (F2,6 =3.81 p<0.005), mentre
le altre sono risultate non significative (esperimento x età: F6,142 =.47 p: n.s.; cue x età: F9,213
=1.41 p: n.s.; esperimento x cue x età F18,426 =1 p: n.s.; esperimento x cue F6,426 =1.97 p:
n.s.). L’analisi dei post-hoc condotta con il test di Tukey ha evidenziato che i bambini di 6 anni
hanno i tempi di reazione più lunghi (6 anni vs 8 anni p<0.001; 6 anni vs 10 anni p<0.001; 6
anni vs giovani adulti p<0.001), i bambini di 8 e 10 anni non si differenziano, mentre i giovani
adulti hanno tempi di reazione più brevi (giovani adulti vs 6 anni p<0.001; giovani adulti vs
8 anni p<0.001; giovani adulti vs 10 anni p<0.001). I tre esperimenti si differenziano tra loro
con una diminuzione nei tempi di latenza a carico dell’esperimento senza stimoli sociali e un
aumento dei tempi di latenza per l’esperimento a contenuto sociale più elevato (pesci vs facce p<0.001; pesci vs foto p<0.001; facce vs foto p<0.001). In particolare i bambini dei gruppi
di 8 e 10 anni mostrano un tempo di latenza più elevato in risposta alle foto (8 anni: foto vs
pesci p<0.001, facce vs pesci p<0.001, facce vs foto p<0.005; 10 anni: foto vs pesci p<0.001).
Federico Francesca, Adriani Tiziana, Marotta Andrea,
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DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA
DEI PROCESSI DI SVILUPPO E SOCIALIZZAZIONE
Discussione
Globalmente
i
dati
riportano
un
trend
evolutivo
simile a quello precedentemente riportato in letteratura (Rueda et al., 2004).
La componente sociale introdotta in questa versione dell’ANT (Federico et al., 2013) permette di evidenziare una diversa modulazione dei circuiti attentivi, dove i bambini più piccoli mostrano maggiori difficoltà nel compito in cui il target è la direzione dello sguardo.
La direzione dello sguardo di un altro attiva dei processi automatici di orientamento dell’attenzione (Friesen et al., 2004, Quadflieg et al., 2004, Itier and Batty, 2009), ma
in questo caso il compito non richiede di seguire lo sguardo, bensì indicarne la direzione, coinvolgendo la combinazione di un processo automatico con uno intenzionale. La capacità di inibire il processo automatico di orientamento dell’attenzione sembra emergere dopo gli 8 anni (Doherty-Sneddon et al., 2007), come confermato anche dai nostri dati.
Federico Francesca, Adriani Tiziana, Marotta Andrea,
Casagrande Maria