Equivalente in acqua del calorimetro
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Equivalente in acqua del calorimetro
Scopo dell’esperienza: Misura dell’equivalente in acqua del calorimetro Strumenti Calorimetro delle mescolanze. Termometri per medie temperature. Sostanze solide o liquide di materiali noti. Teoria Per misurare una quantità di calore scambiata far due corpi viene utilizzato uno strumento chiamato calorimetro. Il calorimetro è costituito da un recipiente di vetro con pareti doppie (chiamato vaso Dewar). Tra le pareti c’è un vuoto spinto che isola termicamente il recipiente. Il recipiente è inserito dentro un contenitore di plastica che serve come protezione. Le pareti sono sottilissime così da minimizzare la propagazione termica per conduzione diretta. Inoltre impediscono la propagazione del calore attraverso i raggi infrarossi. Nel calorimetro è inoltre presente un agitatore per ottenere un riscaldamento uniforme del liquido in esso contenuto, e di un coperchio isolante con al centro un buco dove si deve inserire il termometro per misurare la temperatura. Mescolando, o comunque mettendo all’interno del calorimetro, delle masse solide o liquide di due sostanze a diversa temperatura , e misurando la temperatura di equilibrio termico raggiunta dal miscuglio, si può determinare la quantità di calore che è passato dalla sostanza più calda a quella più fredda, a patto di conoscere la natura delle sostanze mescolate, le loro masse e le loro temperature iniziali. E’ necessario però tarare preventivamente la perdita di calore che si ha per dispersione durante l’esecuzione dell’esperienza, o per assorbimento da parte del calorimetro stesso. Tale perdita di calore è espressa convenzionalmente come una massa supplementare da attribuire alla sostanza più fredda, che in genere è acqua; si parla quindi di equivalente in acqua del calorimetro. Una volta eseguita questa determinazione si userà tale massa equivalente come correzione da aggiungere alla massa dell’acqua fredda tutte le volte che il calorimetro viene usato. Alla base delle determinazioni di calore con questo metodo sta la relazione che coinvolge il calore specifico delle sostanze: chiamando Qced e Qass rispettivamente il calore ceduto dalla sostanza calda e quello assorbito dalla sostanza fredda, mf e mc le masse della sostanza fredda e calda, cf e cc i rispettivi calori specifici, teq la temperatura finale all’equilibrio termico di ambedue le sostanze, si ha Qced = cc mc (teq − tc ) ; Qass = c f m f (teq − t f ) Se si suppone l’assenza di dispersioni di calore prima e durante la mescolanza, allora da cui −Qced = Qass c f m f (teq − t f ) = cc mc (tc − teq ) Si ricava di qui la temperatura di equilibrio termico attesa: teq (teorica ) = c f m f t f + cc mc tc c f m f + cc mc Nel caso reale le dispersioni o l’assorbimento da parte del calorimetro non sono trascurabili, per cui –Qced >Qass e teq (misurata ) < t (teorica ) Attribuendo a una maggior massa di sostanza fredda, mcal tutta la dispersione di calore, il calore disperso o assorbito dal calorimetro si esprime come Qcal = ccal mcal (teq − t f ) da cui −Qced = Qass + Qcal e (c f m f + ccal mcal )(teq − t f ) = cc mc (tc − teq ) Se la sostanza fredda è acqua, è conveniente attribuire a mcal il calore specifico dell’acqua: allora c f (m f + mcal )(teq − t f ) = cc mc (tc − teq ) da cui mcal = mcal = c f m f (t f − teq ) + cc mc (tc − teq ) c f (teq − t f ) mc (tc − teq ) teq − t f − mf Ottenuto mcal, lo si usa per determinare, in un esperimenti successivi con mescolanza di sostanze a diversa temperatura, una teq (teorica ) più vicina alla teq (misurata ) con la formula teq (teorica ) = c f (m f + meq )t f + cc mc tc c f (m f + meq ) + cc mc Se lo scopo delle esperienze successive fosse la misura del calore specifico della sostanza calda, si dovrebbe usare la relazione includente mcal : cc = (c f m f + ccal mcal )(teq − t f ) mc (tc − teq ) Misure Si misurano le masse delle sostanze con una bilancia o un recipiente graduato. Si misurano le temperature con termometri di cui uno con portata adatta per misurare la temperatura del corpo caldo (nel nostro esperimento, portata massima di 50 °C). Errore di lettura sulle masse ±10 g; errore di lettura sui termometri ±0,2 °C. Risultati Si riportano qui di seguito i risultati ottenuti da tarature di diversi calorimetri del Laboratorio, fatte in parte da studenti. Si è mescolata acqua calda con acqua fredda. Il calore specifico dell’acqua è 1 Kcal/kg. N.o prova mf(g) mc(g) tf(°C) tc(°C) teq(°C)mis 1 2 200 200 200 200 20,6 20,2 42,4 43,4 30,4 30,6 N.o prova mf(g) mc(g) tf(°C) tc(°C) teq(°C)mis 1 260 340 20,0 40,1 30,6 teq(°C)calc mcal(g) 31,5 31,8 44,9 46,2 teq(°C)calc mcal(g) 31,4 44,7 N.o prova mf(g) mc(g) tf(°C) tc(°C) teq(°C)mis 1 2 200 200 200 200 20,6 20,6 38,8 40,8 29,8 30,0 N.o prova mf(g) mc(g) tf(°C) tc(°C) teq(°C)mis 1 250 350 20,0 46,6 34,8 N.o prova mf(g) mc(g) tf(°C) tc(°C) teq(°C)mis 1 250 300 19,5 41,0 31,0 N.o prova mf(g) mc(g) tf(°C) tc(°C) teq(°C)mis 1 250 330 19,6 45,2 33,8 teq(°C)calc mcal(g) 29,7 30,7 -4,3 29,8 teq(°C)calc mcal(g) 35,5 29,1 teq(°C)calc mcal(g) 31,2 10,9 teq(°C)calc mcal(g) 34,2 14,9 La misura negativa della terza tabella è evidentemente errata. I valori ottenuti per mcal variano notevolmente (ricordiamo che mcal include anche le perdite di calore che avvengono, per esempio, se non effettua prontamente la mescolanza dopo aver letto sul termometro la temperatura più alta tc), comunque sono inclusi nell’intervallo 10 g<mcal<45 g, con valore medio ≈ 28 g. Per quanto questo valore sia determinato con un alto errore, la correzione mcal avvicina le stime delle due temperature di equilibrio, teorica e misurata, che altrimenti possono differire anche di un grado centigrado come mostrato in tabella. Avvertenze - La quantità di sostanza fredda, p.es. acqua, inserita nel calorimetro deve essere sufficiente ad arrivare a toccare il bulbo del termometro inserito nel tappo del calorimetro. - Il calorimetro è provvisto di reticella sul fondo per poter impiegare corpi caldi senza danneggiare la parete del calorimetro stesso. -Si deve aspettare un tempo opportuno perché il calorimetro arrivi all’equilibrio con la sostanza fredda in esso inserita, prima di leggere la temperatura iniziale “fredda”: ad esempio, l’acqua del rubinetto può essere a temperatura abbastanza diversa da quella dell’ambiente e del calorimetro. Anche la temperatura “finale” di equilibrio va letta con attenzione, mescolando le sostanze e leggendola quando appare stabile, prima comunque che essa cominci a scendere.