Relazione Piano di Zona 2011

Transcript

Relazione Piano di Zona 2011
Ambito Sociale Territoriale di
Gioia del Colle
Comune di
Gioia del Colle
Comune di
Casamassima
Comune di
Sammichele di Bari
RELAZIONE SOCIALE
Anno 2011
Comune di
Turi
Indice della Relazione Sociale di Ambito
1. L’Ambito come comunità: un profilo
1.1 Le caratteristiche del territorio, la struttura demografica, le dinamiche della popolazione
1.2 I principali indicatori della domanda di servizi e prestazioni sociali (indicatori su accessi a
segretariati sociali e PUA, indicatori su liste di attesa, indicatori su domande per le
principali prestazioni)
2. La mappa locale dell’offerta di servizi socio-sanitari
2.1 I servizi e le prestazioni nell’ambito del Piano Sociale di Zona ( risultati conseguiti al
31/12/2011)
2.2 La dotazione infrastrutturale dell’ambito territoriale
2.3 L’integrazione con le politiche sanitarie, della casa, le politiche attive del lavoro e
dell’istruzione.
3.
Mappe del capitale sociale
3.1 Le risorse solidaristiche e fiduciarie del territorio: Terzo Settore, Volontariato, Associazioni di
Promozione Sociale – Le altre forme associative (culturali, di tempo libero, civiche, religiose,
sportive…)
4. Esercizi di costruzione della governance del Piano Sociale di Zona
4.1 Punti di forza e di debolezza del livello raggiunto di governance del territorio
5. L’attuazione del Piano sociale di Zona e l’utilizzo delle risorse finanziarie
5.1 Rendicontazione al 31.12.2011
1. L’Ambito come comunità: un profilo
1.1 Le caratteristiche del territorio, la struttura demografica, le dinamiche della popolazione
Il 9 ottobre 2011 è partito il 15° Censimento Generale della Popolazione, i dati preliminari, come
specifica l’ISTAT, derivano da informazioni acquisite in forma aggregata e, quindi, suscettibili di
modifiche. Pertanto, i dati di questo Ambito territoriale, relativi all’anno 2011, sono parziali per cui
non consentono una comparazione e, tantomeno, un’analisi. L’anno 2011 inoltre è stato un anno
denso di mutamenti per il nostro Paese , per cui più che analizzare dati demografici senza
sostanziali variazioni rispetto agli anni precedenti, ci piace riportare di seguito una Sintesi del
Rapporto Italia 2012 curato dall’Istituto di Ricerca EURISPES che ben condensa la situazione delle
famiglie italiane al 2011.
“Lo spettro della povertà non fa sconti a nessuno: colpisce gli anziani che percepiscono pensioni di
appena 500 euro (e sono più di 7 milioni), i giovani precari che passano da un lavoro all’altro e
coloro che finora erano considerati privilegiati, perché al riparo da ogni imprevisto economico, il
cosiddetto “ceto medio”.
Le statistiche Istat confermano finalmente quanto sostenuto dall’Eurispes da diversi anni: la
povertà si va progressivamente estendendo e investe anche persone che un tempo godevano di
un discreto tenore di vita. La probabilità di impoverimento delle classi medio-basse è aumentata e
la linea di demarcazione tra i poveri e i non poveri diventa sempre più indistinta.
Per molte famiglie italiane si è concretizzato il rischio di povertà, così come era stato anticipato
dall’Eurispes negli anni passati; nuclei familiari che non ce l’hanno fatta e, per cause simili
(erosione del potere d’acquisto, fuoriuscita dal mercato del lavoro, malattia, separazione/divorzio,
ecc.),
sono
sprofondati
sotto
la
soglia
di
povertà.
La perdita del lavoro, la cassa integrazione o il sopraggiungere di una malattia grave
rappresentano variabili causali in grado di compromettere seriamente il fragile equilibrio
economico-finanziario
di
una
consistente
quota
di
nuclei
familiari.
L’Eurispes stima che circa 2.500.000 nuclei familiari siano a rischio povertà, l’11% delle famiglie
totali, ben 8 milioni di persone. Il totale delle persone a rischio povertà e di quelle già comprese
tra gli indigenti è allarmante: si possono stimare circa 5.100.000 nuclei familiari, all’incirca il 23%
delle famiglie italiane e più di 15 milioni di individui, di questi quasi 3 milioni sono minori di 18
anni.
Tra le variabili che incidono negativamente sulle condizioni e sulle aspettative di vita della
popolazione vi sono il mancato o insufficiente adeguamento delle retribuzioni e delle pensioni,
l’impennata del credito al consumo, la modesta ripresa dei consumi, l’aumento dei prezzi
“regolamentati”, le tariffe di trasporto e altri servizi di pubblica utilità.
Basti pensare che oltre il 50% delle famiglie italiane dispone di un reddito mensile inferiore a 1.900
euro. In particolare, le famiglie monoreddito e quelle con più di due figli hanno probabilità
maggiore
di
impoverirsi.
In Italia vivono in condizioni di povertà relativa ben 2 milioni e 585mila famiglie (l’11,1% delle
famiglie residenti), pari ad un totale di 7 milioni e 577mila persone (il 13,1% della popolazione
italiana). I nuclei familiari in condizione di povertà relativa si concentrano per il 69,8% nel
Mezzogiorno.
La povertà è maggiormente diffusa tra le famiglie con una o più persone in cerca di occupazione:
essa colpisce il 9,3% dei nuclei in cui nessuno risulta disoccupato (contro il 10,4% del 2004), oltre il
23% delle famiglie con una persona in cerca di occupazione (contro il 20,9% del 2004) ed il 39,8%
di quelle con due o più persone disoccupate (nel 2004 erano il 37,4%).
Anche la dimensione del nucleo familiare costituisce una variabile discriminante: la povertà
colpisce il 7,9% delle famiglie uni-personali ma ben il 26,2% di quelle con almeno cinque
componenti,
con
importanti
differenze
a
livello
territoriale.
Inoltre, a parità di componenti, la percentuale di nuclei familiari in condizione di povertà relativa è
molto più elevata al Sud rispetto al Centro e al Nord: l’indigenza economica colpisce, infatti, il
17,7% delle famiglie uni-personali del Mezzogiorno (contro il 3,7% di quelle settentrionali) ed
addirittura il 39,2% delle famiglie con 5 o più componenti (contro il 10,7% di quelle residenti al
Nord).
Anche in Europa il rischio d’impoverimento costituisce ormai un fenomeno allarmante: si stimano
ben 72 milioni di persone a rischio povertà, che scatta per coloro che guadagnano meno del 60%
del reddito medio del paese in cui vivono. Inoltre, l’Eurostat denuncia l’aumento delle
disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza: il 20% di europei in buone condizioni
economiche possiede quasi cinque volte più ricchezza di quanta ne abbia il 20% dei cittadini meno
abbienti. Da ciò si deduce che alcuni non ce la fanno ad arrivare a fine mese, mentre altri
mantengono
un
tenore
di
vita
elevato.
Un divario tra le classi sociali che si sta ulteriormente ampliando anche nel nostro Paese: da un
lato i poveri aumentano e dall’altro i ricchi diventano ancora più ricchi.
Aumenta la povertà definita dall’Eurispes in “giacca e cravatta”, quella che colpisce i ceti medi in
difficoltà, in fila alla mense Caritas.
Aumenta la schiera dei working poors, ossia quei lavoratori che, pur percependo uno stipendio, la
sera, non avendo la possibilità di una casa nella quale rientrare, usano i dormitori pubblici.
Alla povertà di lungo periodo si va sempre più affiancando una povertà circoscritta a eventi
temporanei (diminuzione del salario e/o del potere di acquisto, fuoriuscita ed espulsione dal
mercato del lavoro, variazioni nel reddito da pensione o da sussidio, matrimonio, separazione e/o
divorzio, malattia o decesso della persona di riferimento economico all’interno della famiglia,
ecc.), riferibili a fattori intermittenti e temporanei di vita. In sostanza, una precaria condizione
socio-esistenziale ed economica non “relativa” o “assoluta”, “estrema” o “immateriale” ma,
appunto, “oscillante”, temporanea, instabile, talvolta occasionale, spesso ricorrente, che può
comprimere e schiacciare le persone o i nuclei familiari secondo una traiettoria di più accentuata
deriva-esclusione
sociale
verso
il
basso.
Si allargano dunque le aree sociali di implosivo ed esplosivo disagio che fanno emergere, nella
maggioranza dei cosiddetti “normali”, zone di inedita vulnerabilità, accompagnate da lacerazioni e
fratture dei percorsi di vita, personali e collettivi, contrassegnati da tassi di incertezza e insicurezza
senza
precedenti.
Sono lavoratori o impiegati improvvisamente ex, che hanno dovuto vendere la macchina di media
cilindrata, che non hanno più soldi per pagare affitto o mutuo, con carte di credito mute, piccoli
conti in banca bruciati, talvolta angariati dagli usurai ai quali sono stati costretti a ricorrere. Questi
ed altri soggetti “normali” appartenenti ad un ceto medio che arranca, anche se difficilmente
identificabili (per discrezione, pudore, vergogna, dignità sociale), sono per lo più il simbolo di
persone e nuclei che avevano un reddito e un lavoro, magari precario, che l’hanno perso e si
ritrovano impoveriti; famiglie che non riescono più a far quadrare i conti, a pagare le bollette per il
mutuo, l’affitto, la luce, il gas e il riscaldamento, le spese di condominio, costrette sempre più a
fare
i
conti
non
più
con
la
quarta
ma
con
la
terza
settimana.
Nel periodo 2001-2005 l’Eurispes ha calcolato una crescita complessiva dell’inflazione del 23,7%
con una perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni pari al 20,4% per gli impiegati, al 14,1% per
gli operai, al 12,1% per i dirigenti e all’8,3% per i quadri. Questo scenario delinea la società dei tre
terzi della quale l’Eurispes ha sempre parlato, dove un terzo vive all’interno di una zona di sicuro
disagio sociale e indigenza economica, un terzo appare assolutamente garantito e la fascia
centrale (i ceti medi) vive in una condizione di instabilità e di precarietà.
(Estratto da “Senza rete: la famiglia italiana di fronte alla crisi del welfare”, studio
dell’Eurispes realizzato in collaborazione con Federcasalinghe)
La popolazione residente nell’ambito di Gioia del Colle (comprendente i Comuni di Gioia del Colle,
Casamassima, Turi e Sammichele di Bari) si aggira intorno alle 66.355 unità, e dall’osservazione del
trend dei dati 2006 – 2010 emerge con chiarezza che la popolazione è in costante aumento. La
popolazione femminile è, per ciascun anno considerato, maggiore di quella maschile anche se
l’aumento generale negli anni riguarda sia le femmine che i maschi.
Tav. 1 popolazione residente nell’Ambito nel quinquennio 2006-2010
Popolazione residente nell'ambito
2006
2007
2008
2009
+ 2010
M
30935
31619
31624
32011
32298
2006
2007
2008
N.medio
N.medio
compon
compon
enti
enti
nucleo
Numero nucleo
Numero
familiar di
familiar Numero
famiglie e
di famiglie
di famiglie e
Dimensione
territoriale
Gioia
del
Colle
10.355
F
32695
32709
33222
33685
34057
TOTALE
63631
64328
64846
65696
66355
2009
N.medio
N.medio
compon
compon
enti
enti
nucleo
Numero nucleo
familiar di
familiar
famiglie e
e
2010
N.medio
Numero compone
di
nti nucleo
famiglie familiare
2,07
10.434
2,07
10.690
2,6
10.861
2,57
11.081
2,53
Casamassima
Sammichele
di Bari
6.277
2,08
6.472
2,08
6.702
2,7
6.910
2,73
7.151
2,68
2.631
2,06
2.656
2,06
2.657
2,5
2.675
2,5
2.659
2,5
Turi
4.371
2,06
4.501
2,06
4.661
2,5
4.806
2,52
4967
2,49
Ambito
23.634
2,06
24.063
2,06
24.710
2,6
25.252
2,6
25.858
2,57
Tav.2 Caratteristiche delle famiglie dei Comuni dell’ambito territoriale di Gioia del Colle nel quinquennio 2006-2010
Dalla tabella si osserva in maniera immediata che il numero delle famiglie residenti in ciascun
Comune nel corso del triennio ha rilevato un generale aumento in tre dei Comuni costituenti
l’Ambito. Il Comune di Sammichele di Bari è l’unico che nell’ultimo anno preso in esame fa
registrare un lieve calo. Se osserviamo il dato relativo al numero medio dei componenti per
nucleo familiare si rileva che la famiglia media di ciascun comune è formata da un numero limitato
di componenti e che tale numero rimane sostanzialmente costante nel triennio.
Tav. 3 La popolazione 0 – 3 anni dell’Ambito e di ciascun Comune nel quinquennio 2006-2010
Dimensione territoriale
2006
2007
2008
2009
2010
Casamassima
4,18
4,09
4,13
4,32
4,35
Gioia del Colle
Sammichele di Bari
3,38
2,97
3,39
2,77
3,36
2,72
3,36
2,64
3,43
2,82
Turi
AMBITO
3,39
3,48
3,38
3,40
3,50
3,42
3,29
3,40
3,26
3,4
La distribuzione della popolazione tra 0-3 anni nel corso degli anni 2006 – 2010 presi in esame fa
registrare un andamento sostanzialmente costante. Rispetto alla situazione complessiva
dell’ambito territoriale, il Comune di Casamassima contribuisce in modo significativo (ha in media
l’1% in più di minori 0 – 3 anni degli altri comuni). Il Comune di Sammichele di Bari contribuisce
negativamente facendo rilevare uno scostamento dai dati di ambito di oltre mezzo punto
percentuale.
I comuni di Turi e Gioia del Colle sono allineati alla situazione complessiva di ambito e fanno
registrare un costante aumento nel corso degli anni.
Tav. 4 La popolazione 0 – 17.enne dell’Ambito e di ciascun Comune nel quinquennio 2006-2010
Dimensione territoriale
2006
2008
19,27
31/12/2009
31/12/2010
19,27
2007
19,54
Casamassima
19,11
18,95
16,43
16,65
16,43
16,47
16,28
Sammichele di Bari
14,92
14,98
14,92
14,64
14,66
Turi
16,89
16,80
16,45
16,37
AMBITO
16,87
16,99
16,65
16,56
Gioia del Colle
16,89
16,87
Considerando la fascia della popolazione tra 0-17.enne si osserva in generale un calo lieve ma
costante nel tempo. Il Comune di Turi fa registrare un lieve aumento della popolazione in esame
negli anni 2006-2008. Il Comune di Casamassima conferma la propria tendenza a superare la
media di ambito nella popolazione più giovane. Si segnala per il Comune di Gioia del Colle e
Casamassima un lieve aumento nell’anno 2007.
La popolazione anziana
Tav. 5 La popolazione ultra 65 enne di ciascun Comune dell’ambito di Gioia del Colle nel triennio 2008-2010
Dimensione territoriale
31/12/2008
31/12/2009
31/12/2010
Casamassima
14,97
15,04
15,14
Gioia del Colle
20,2
20,14
20,22
Sammichele di Bari
24,34
24,70
25,32
Turi
19,93
19,85
19,69
Ambito
79,44
79,73
80,37
L’andamento della popolazione ultra 65enne rileva un costante incremento negli anni considerati
ad eccezione del Comune di Turi che segnala un’inversione di tendenza; infatti la popolazione
anziana risulta in calo negli anni considerati. Il Comune più anziano, come si evince dal grafico
sopra riportato, è Sammichele di Bari, a seguire Gioia del Colle, Turi e Casamassima che si
conferma Comune con una popolazione più giovane.
Indice di vecchiaia
Tale indice stima il grado di invecchiamento di una popolazione. Esso si definisce come il rapporto
di composizione tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione più giovane (0-14
anni); valori superiori a 100 indicano una maggiore presenza di soggetti anziani rispetto ai
giovanissimi.
Tav.6 Indice di vecchiaia relativo all’ambito di Gioia del Colle e dei singoli Comuni nel quinquennio 2006-2010
Dimensione territoriale
Casamassima
Gioia del Colle
Sammichele di Bari
Turi
Ambito
2006
99,81
145,99
199,15
147,13
137,16
2007
93
146
200
147
388
2008
94
149
200
145
588
2009
95
151
209
147
602
2010
96
151
216
146
609
Nel periodo di riferimento, il Comune di Casamassima presenta costantemente l’indice di vecchiaia
più basso dell’intero ambito. Al contrario, il Comune di Sammichele quello più alto.
Fatta eccezione per il Comune di Casamassima, i valori riferiti a tutti gli altri comuni e all’ambito
sono superiori a 100. Questo dato è indicativo della preponderante presenza di soggetti anziani
(65 anni e oltre) rispetto ai soggetti più giovani (0-14 anni).
Il generale andamento demografico delle dimensioni territoriali considerate tra il 2006 e il 2010
permette di rilevare un trend di aumento costante dell’indice di vecchiaia. I valori cioè di anno in
anno sono in incremento per tutti i comuni e per l’ambito. L’unica eccezione riguarda il comune di
Turi che sostanzialmente ha un andamento costante.
Indice di ricambio
Calcola il rapporto tra la popolazione di età 60-64 anni e la popolazione di età 15-19
anni,moltiplicato per cento. Indica il rapporto tra chi si avvia a lasciare il lavoro e chi si avvia a
iniziarlo.
Tav.7 Indice di ricambio relativo all’ambito di Gioia del Colle e dei singoli Comuni nel quinquennio 2006-2010
Dimensione territoriale
Casamassima
Gioia del Colle
Sammichele di Bari
Turi
Ambito
2006
87,09
103,85
127,82
97,75
100,17
2007
87
104
128
98
104,25
2008
92
107
137
99
103,96
2009
98
120
145
106
113,19
2010
100
130
147
113
119,66
Nel periodo considerato il valore più basso dell’indice di ricambio è quello del Comune di
Casamassima. Quello più alto è, invece, del Comune di Sammichele. L’andamento, nel corso degli
anni considerati, è generalmente crescente per tutti i Comuni dell’Ambito. Per il Comune di Gioia
del Colle, invece, l’indice rimane pressoché stabile tra il 2006-2008, aumenta invece
progressivamente negli anni 2009-2010. Per il comune di Turi, si registra lo stesso fenomeno,
seppure lieve,negli anni 2009-2010.
Indice di dipendenza giovanile
E' il rapporto tra la popolazione di età 0-14 anni e la popolazione in età attiva (15-64 anni),
moltiplicato per cento. Misura il rapporto tra la parte di popolazione che non lavora giovane (0-14
anni, parte della popolazione non attiva) e quella potenzialmente attiva (15-64 anni)
Tav. 8 Indice di dipendenza giovanile relativo all’ambito di Gioia del Colle e dei singoli Comuni nel quinquennio
2006-2010
Dimensione territoriale
Casamassima
Gioia del Colle
Sammichele di Bari
Turi
2006
22,31
29,87
37,78
31,1
Ambito
28,76
2007
24,03
20,46
18,97
21,14
2008
24
20,13
19
21
2009
24,12
20,12
16
21,15
2010
24,13
20
18
21
21,44
18,66
20,22
21,11
Il Comune di Casamassima registra uno scarto piuttosto significativo tra il 2006 e il 2007
mantenendosi costante negli altri anni considerati. Nei Comuni di Gioia del Colle e Turi si segnala
l’andamento inverso negli stessi anni. Nel l Comune di Sammichele di Bari l’ indice considerato
oscilla in aumento e decremento da un anno all’altro.
La popolazione straniera residente nell’ambito di Gioia del Colle
Nell’ambito della analisi delle caratteristiche strutturali della popolazione dell’Ambito di Gioia del
Colle è stato approfondita l’area relativa alla presenza della popolazione residente straniera.
Tav. 9 Bilancio demografico cittadini stranieri e incidenza sulla popolazione nel triennio 2008-2010
Comuni
2008
2009
2010
M
F
Total
e
Gioia
del
Colle
Casamassima
466
389
855
Min
o
ri
209
%
M
F
Total
e
%
M
F
Total
e
%
942
Min
o
ri
244
3,06
499
443
3,36
499
443
942
3,35
87
137
224
38
1,22
92
168
260
53
1,38
92
168
260
1,36
Sammichele
49
49
98
22
1,46
58
60
118
25
1,76
58
60
118
1,77
Turi
101
126
227
54
1,91
121
156
277
56
2,28
121
156
277
2,23
Ambito
703
701
1158
323
7,65
770
827
1597
378
8,78
770
827
1597
2,41
Tav. 10 Dati di provenienza stranieri
Albania
Cina
Marocco
Polonia
slovenia
Romania
Bulgaria
ucraina
Costa d’Avorio
Gioia del Colle
325
30
271
23
13
179
6
6
2
Casamassima
26
61
7
14
45
1
11
1
Sammichele di Bari
36
8
10
34
1
-
Turi
91
46
19
13
30
14
5
11
Macedonia
India
Georgia
Tunisia
senegal
Rep.Dominicana
Nigeria
1
10
2
12
7
4
1
5
4
7
14
=
3
1
9
10
1
1
-
1
1
4
4
-
Come si evince dalla tabella sopra riportata, tra i Comuni costituenti l’Ambito territoriale di Gioia
del Colle, Casamassima e Sammichele di Bari e Turi fanno rilevare una presenza di residenti
stranieri sostanzialmente stabile e costante nel triennio preso in esame (lo 0,9% per Casamassima
e lo 0,8% per Sammichele). Il Comune di Turi fa registrare un costante, anche se quasi
impercettibile, aumento di stranieri (l’incremento annuo è dello 0,1%). Nel Comune di Gioia del
Colle si rileva la presenza percentuale più alta di stranieri residenti (in media circa il doppio
rispetto agli altri comuni), a ciò si aggiunge il trend in leggero aumento nel triennio oggetto di
indagine.
Sulla popolazione di ambito i residenti stranieri incidono per l’1,5%. Il Comune di Gioia del Colle
incide significativamente sulla presenza generale di stranieri.
1.2 I principali indicatori della domanda di servizi e prestazioni sociali (indicatori su accessi a
segretariati sociali e PUA, indicatori su liste di attesa, indicatori su domande per le principali
prestazioni)
Dai dati relativi alle schede di monitoraggio dei servizi comunali e scheda di Ambito si evidenzia
che nell’anno 2011 i servizi sociali comunali hanno svolto la funzione di Segretariato Sociale per
n. 9446 cittadini di cui n. 8583 hanno avuto accesso ai servizi sociali comunali autonomamente
per informazioni sociali , orientamento della domanda sociale, aiuto per disbrigo pratiche di varia
natura, mentre n. 863 sono stati inviati da altri servizi. Dalla lettura della scheda di monitoraggio
relativa al welfare di accesso emerge la difficoltà nella raccolta dei dati richiesti in quanto non
esiste un sistema di rilevazione della domanda unitario e privo di supporti anche informatizzati che
diano oggettività e uniformità agli stessi soprattutto rispetto al Segretariato Sociale che risulta
sottostimato per la mancanza di schede di contatto che diano la possibilità di quantificare il dato.
Questa mancanza che rappresenta uno dei punti di criticità, nei prossimi mesi vedrà l’impegno
dell’Ufficio di piano e degli Uffici comunali nella costruzione ed implementazione di un sistema di
raccolta dati che oltre a rendere visibile e quantificabile il “dato sociale” renda evidente il lavoro
sociale per una maggiore comprensione da parte dei non addetti ai lavori.
Il servizio sociale professionale nel 2011 ha lavorato su n. 1224 casi (il dato risulta piuttosto
attendibile in quanto rilevato dalla documentazione cartacea, presente in ogni Ufficio territoriale),
curandone la presa in carico, con la predisposizione di piani di intervento individuali che si sono
avvalsi di una rete di servizi più significativa e strutturata rispetto al passato, poiché i progetti di
Ambito hanno contribuito ad aumentare la rete di opportunità e di risorse a disposizione degli
operatori sociali. L’Ambito di Gioia del Colle inoltre ha garantito l’apporto professionale di ulteriori
5 unità : n. 4 Assistenti Sociali che hanno svolto il loro lavoro nei quattro Comuni dell’Ambito e di
1 unità adibita alla Porta Unica di Accesso. In merito al Pronto intervento Sociale si rileva che
essendo una funzione del Servizio Sociale Professionale non è stato organizzato un servizio
specifico, anche perché nel territorio dell’Ambito non c’è una richiesta tale da giustificare un
servizio ad hoc. La Porta Unica di accesso, quale servizio di integrazione della domanda sociosanitaria del territorio dell’Ambito, ha risposto a n. 130 anziani principalmente per l’accesso alle
strutture residenziali e in seguito per accesso al servizio A.D.I. e alle strutture semiresidenziali, in
particolare Centro diurno socio riabilitativo per persone disabili.
In merito allo Sportello per l’Integrazione socio-sanitaria culturale si evidenzia che nell’anno 2011
e precisamente da Maggio ( data di avvio del servizio) sino a Dicembre 2011, sono pervenute n.28
domande da parte di cittadini immigrati, di cui n. 22 da servizi e n.6 da utenti.
I servizi erogati nell’anno 2011 dall’Ambito sono stati caratterizzati dalla domiciliarità come scelta
di prevenzione volta ad attutire l’evolversi di particolari patologie sia sociali che sanitarie; sono
stati realizzati quindi interventi di educativa domiciliare per n. 23 nuclei familiari e n. 32 minori
con predisposizione di piani di interventi educativi individuali e obiettivi volti al miglioramento
delle condizioni di vita degli stessi. Per la fascia degli anziani non autosufficienti da Maggio 2011 è
stato avviato il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata agli anziani e disabili, con diretto
coinvolgimento della Unità di valutazione Multidimensionale che ha valutato n. 25 anziani
verificandone le condizioni di accesso e predisponendo il relativo piano socio-sanitario
assistenziale individuale. Resta sottinteso che la fascia di utenza presa in considerazione riguarda
anche le persone con disabilità. Il servizio di Assistenza domiciliare (SAD) nello stesso anno
veniva garantito dai Comuni di Gioia del Colle e Turi con diverse prestazioni mentre Casamassima
ha garantito specifici servizi ( spesa, acquisto medicinali) per un’utenza che ha raggiunto le 117
unità, peraltro l’Ambito di Gioia del Colle avviava e concludeva a Dicembre 2011 le procedure di
gara per l’affidamento dello stesso servizio, in forma associata.
Nell’area dei servizi comunitari a Casamassima la presenza di un Centro diurno socio-educativo
per minori , a titolarità privata, ha consentito allo stesso Comune di inserire n 33 minori che
evidenziavano problematiche di varia natura, attraverso il pagamento della retta giornaliera, allo
stesso Centro; mentre sempre a Casamassima la presenza di un Centro polivalente per Anziani , a
titolarità pubblica, ha consentito l’aggregazione di n. 80 anziani per attività ricreative, gite e
soggiorni di cura termali a cui, nell’anno 2011, hanno partecipato n. 100 anziani. La possibilità di
effettuare soggiorni per cure termali agli anziani, è stata garantita anche dai Comuni di Gioia del
Colle e Turi, con modalità differenziate; infatti Gioia del Colle ha curato il soggiorno di n. 32
anziani in località fuori Regione e il Comune di Turi ha curato il trasporto quotidiano per n.18
anziani alle Terme di Torre Canne. La promozione di attività aggregative, socializzanti nel periodo
estivo è stata perseguita anche per la fascia 6 - 14 anni ; infatti il Comune di Gioia del colle ha
organizzato la colonia estiva per n. 50 minori, il Comune di Casamassima per n. 100 minori , il
Comune di Turi per n 140 minori presso spiagge private nelle vicinanze.
Il numero dei minori disabili che ha beneficiato di prestazioni specialistiche nelle scuole, nell’anno
2011, è pari a n. 40 mentre il trasporto sociale è stato assicurato a n.62 persone.
L’unico Asilo Nido a titolarità pubblica, è presente a Gioia del Colle ed ha accolto 32 bambini
nell’anno 2011 anche se la capienza è per n.48 bambini. Tale differenza è determinata dalla
circostanza relativa ai lavori di ristrutturazione effettuati presso la stessa struttura , nel periodo
2010/2011, che non ha consentito di accogliere per la disponibilità massima prevista.
Relativamente agli inserimenti in strutture residenziali attraverso il pagamento rette , la
situazione risulta essere la seguente: n. 1 persona disabile presso struttura residenziale protetta,
n. 2 persone disabili inserite in Casa per la Vita; n. 21 minori in strutture residenziali con
provvedimento da parte del T.M. e 16 persone anziane presso RSSA e Casa di Riposo.
Gli interventi monetari erogati nell’anno 2011 sono i seguenti:
Famiglie numerose n. 23; Prima Dote n. 69 beneficiari; Contributi economici diretti, erogati dai
singoli Comuni a n.554 beneficiari per un totale di 2611 contributi a sostegno del reddito oltre a
n. 10 interventi di sostegno alle famiglie con bambini da 0 a 36 mesi attraverso il pagamento
rette asilo nido .
Per quanto riguarda, poi, l’area delle responsabilità familiari, si rinvia ai paragrafi che seguono per
un’analisi più approfondita, ma qui si intende solo dare qualche cenno per esplicitare meglio il
contenuto delle schede di monitoraggio.
L’affido familiare è notoriamente, per i nostri territori, un istituto poco praticato, vuoi per la
difficoltà insita nell’intervento, vuoi per scarsa informazione.
Il Progetto “Famiglie Accoglienti” ha previsto proprio delle attività di sensibilizzazione e
formazione rivolte a tutte le famiglie, con il proposito di pubblicizzare soprattutto forme di affido
leggero che di affido a tempo pieno.
Tale attività ha avuto i suoi effetti, sia pure limitati. In ogni caso si sono realizzati 20 interventi di
affido leggero che si sono affiancati ai 15 interventi di affido a tempo pieno realizzati dai comuni
di Gioia del Colle ( 7 affidi) e Casamassima ( 8 affidi).
All’interno del progetto “Famiglie accoglienti” , infine, sono previsti sia lo sportello di sostegno
alla genitorialità, che lo sportello di mediazione familiare , che, complessivamente, nel triennio,
hanno registrato una domanda da parte di 311 cittadini utenti.
2. La mappa locale dell’offerta di servizi socio-sanitari
2.1 I servizi e le prestazioni nell’ambito del Piano Sociale di Zona ( risultati conseguiti al
31/12/2011)
Politiche familiari
Progetto “Famiglie Accoglienti” II Triennio di programmazionePiano di Zona 2010-2012
Il progetto “Famiglie Accoglienti” II Triennalità del Piano di Zona 2010-2012 è stato avviato il 29
Novembre 2010 ed ha agito senza soluzione di continuità con l’azione progettuale relativa al
primo triennio.
Le procedure di gara per l’affidamento del servizio indette con atto dirigenziale n.198 del
16/07/2010 per una durata pari a 26 mesi e per un importo a base di gara di € 844.218,96, sono
state concluse con Atto dirigenziale n. 293 del 16.11.2010. Il soggetto attuatore dell’azione
progettuale è la Cooperativa ITACA con sede legale in Conversano, in qualità di soggetto capofila ,
in ATI con Consorzio “C.A.S.A”.- Cooperativa Sociale “Occupazione e Solidarietà”- Cooperativa
sociale “Il sogno di don Bosco” . Quindi tale elemento, anche nel secondo triennio, ha garantito
continuità dal punto di vista organizzativo.
L’avvio è stato caratterizzato da incontri, sia interni alla organizzazione affidataria sia con la
struttura tecnica dell’Ufficio di Piano, al fine di definire i ruoli, le funzione e le competenze del
gruppo dei consulenti preposti alle varie attività. Nelle stesse sedi si è partiti dai punti di forza e di
criticità evidenziatisi nella precedente triennalità e messo quindi a punto la strategia operativa più
rispondente al superamento delle stesse, emerse con l’articolazione delle varie attività nei
territori comunali .
Uno dei punti di forza del progetto, come già descritto nelle precedenti relazioni, è la
metodologia di programmazione e anche operativa scelta; cioè quella di interventi, azioni, risorse
economiche separate ma strettamente interconnesse tra di loro, che hanno un unico obiettivo: la
famiglia e tutto l’universo di relazioni , iniziative e azioni che interessano la famiglia.
Per fare questo anche la strutturazione operativa del progetto deve essere funzionale a questo
obiettivo, partendo dai bisogni della famiglia e adeguando le risorse professionali ai bisogni. A
presiedere e governare il sistema dei servizi interventi di “Famiglie Accoglienti “ è stato previsto
un gruppo tecnico con funzioni di raccordo generale. Fanno parte di questo Gruppo il
Coordinatore organizzativo, il Responsabile tecnico di progetto nonché coordinatore dei servizi
domiciliari, il Referente dei servizi di Mediazione e Sostegno alla genitorialità, gli esperti di
Mediazione e Sostegno alla Genitorialità.
Il Gruppo Tecnico ha compiti di raccordo, gestione, verifica e valutazione delle attività del
progetto. E’ interfaccia operativa dell’Ufficio di Piano e dei Servizi sociali territoriali, e tutti i
soggetti pubblici e privati interessati e/o coinvolti dal progetto. Inoltre si occupa e interagisce con
l’Equipe di Ambito per le azioni volti a promuovere e diffondere la cultura dell’Affido Familiare. Il
Gruppo tecnico agisce funzioni di sistema e funzioni operative. Le funzioni di sistema sono svolte
in maniera specifica attraverso i referenti delle diverse tipologie di servizi erogati in particolare
l’educativa territoriale e l’home maker, i servizi di mediazione e sostegno alla genitorialità. Le
funzioni operative agite riguardano l’attività di consulenza e sportello presso ciascun Comune
dell’Ambito.
Tale strutturazione ha permesso di creare attorno alle famiglie un sistema di competenze, di
relazioni, di aggregazione, che oggi permette di affermare di aver garantito “ una rete di
protezione” delle famiglie e di aver scosso le fondamenta di quel senso di senso di sfiducia che
ormai da tempo caratterizza la relazione tra Istituzioni e famiglie, e più in generale tra territorio e
istituzioni.
Tutto il percorso progettuale è stato condiviso e partecipato da tutti gli operatori coinvolti, un “
lavoro di squadra” quindi fortemente motivato che ha generato, sviluppo del capitale umano ,
professionale e sociale .
Molti sono stati i contatti e le richieste di collaborazione rivolte soprattutto alla Scuole, quale
istituzione educativa di riferimento ; emerge un diffusa resistenza alla collaborazione , giustificata
dai vari POF e PON che invece di essere un elemento aggiunto sono di fatto diventati un limite
alla possibilità di creare sinergie funzionali all’offerta educativa sul territorio. ( ancor più se si
pensa che il progetto Famiglie Accoglienti è nato dal Dicembre 2008 ).
Resiste l’idea di una programmazione settoriale, di progetti scarsamente condivisi, ogni punto
della rete istituzionale e associativa del territorio si muove slegato da una logica di sistema,
perché tutto sembra sovrastato dall’inesorabile tirannia del “tempo” e del “ fare “ . Per cui ancora
si assiste alla frenesia del “pensiamoci dopo perché adesso dobbiamo attivare quel progetto…… e
dopo quell’altro” e a una serie di iniziative che si frappongono, in una miscellanea di cui si rischia
di perdere la dimensione comunitaria, i destinatari ultimi, ancorché energie e risorse
economiche.
Sarebbe necessario confrontarsi , fermarsi , dare senso al progetto che non è più di questa o
quella istituzione , di questo o quella associazione, ma un progetto della comunità intera su cui
crescere e confrontarsi tutti insieme. E’ ancora più cogente tale necessità, se pensiamo alla scure
dei “tagli” che si sta abbattendo soprattutto sul welfare, i prossimi anni richiedono una gestione
oculata e responsabile delle limitate risorse finanziarie che devono necessariamente coinvolgere la
società civile e le Istituzioni per un confronto su scelte mirate, consapevoli ed appropriate nella
gestione dei servizi.
Un segnale positivo arriva dal Governo che nella seduta del Consiglio del Ministri del 7 giugno
2012 ha approvato il Piano nazionale per la famiglia È la prima volta che nel nostro Paese viene
adottato uno strumento contenente linee di indirizzo omogenee in materia di politiche familiari,
garantendo centralità e cittadinanza sociale alla famiglia attraverso una strategia di medio termine
che supera la logica degli interventi disorganici e frammentari avuti sino ad oggi anche se Il nodo
problematico resta purtroppo sempre quello delle risorse.
Ritornando al progetto “Famiglie Accoglienti” e tutta la serie di iniziative e azioni promosse
sul territorio, l’Ufficio di Piano ha cercato di tenere particolare attenzione alla “mission” del
progetto, e intensa è stata l’attività di contatto e raccordo con il gruppo tecnico referente dell’A.T.I
affidataria anche in merito alla destinazione delle risorse economiche relative al “Premio Amico
della Famiglia” finanziato dal Dipartimento delle Politiche Sociali del Ministero per la famiglia.
Sono state indette, con cadenza bimestrale riunioni di verifica del progetto con la
partecipazione anche dei servizi sociali territoriali , in cui ci si è confrontati sull’andamento dei
servizi, sui nodi critici emersi , sulle modalità di attuazione degli interventi, sulle strategie per
rinforzare la rete istituzionale e non con i punti vitali dei vari territori.
Tali incontri hanno offerto la situazione ideale per confrontarsi sugli spazi di azione di
ognuno delle figure professionali coinvolte , per parlare della metodologia operativa, con momenti
di tensione abbastanza alti, quando le posizioni individuali apparivano un ostacolo insormontabile
ma infine tutto è stato predisposto per “ l’evoluzione dei servizi” che chiaramente è appena
visibile agli occhi dei più , ma viene avvertita soprattutto da chi opera nei servizi, con maggiore
accettazione da parte di alcuni e più insofferenza da parte di altri.
Il progetto ha dato la possibile di agire in maniera preventiva e sulla riduzione del danno, in
situazioni e vicende familiari che richiedono un lavoro continuo di sostegno, accompagnamento,
protezione che non ha molte alternative, perché il lavoro di cura e attenzione delle persone, in
quanto tali con la loro unicità e diversità, con le loro storie di vita e del loro vissuto, richiede
rispetto e attenzione delle persone , per quello che sono in quel territorio , in quello spazio di vita
in quella relazione familiare .
Tale opera di tutela , di vicinanza, oggi più di ieri appare necessaria, poiché come già
evidenziato nelle precedenti relazioni, sulla famiglia si abbattono una serie di situazioni,
economiche e sociali, che sempre più fanno emergere il disagio della normalità e come rispondere
alla complessità di tale disagio, significa creare le condizioni di conoscenza, di ascolto di
accoglienza perché l’obiettivo del processo di aiuto è quello di aiutare le persone a capire meglio la
propria situazione problematica, a fronteggiarla a trovare soluzioni per uscirne, a saper utilizzare
tutte le risorse possibili: le proprie capacità personali(capitale umano) le risorse positive della
propria famiglia e della propria rete primaria (capitale sociale) le risorse della comunità e le risorse
istituzionali.
In definitiva tutto ciò è alla base di percorsi di aiuto “ che evolvono” che “si modificano” e il
progetto “ Famiglie Accoglienti” rappresenta un sistema che ha attivato tale cambiamento.
Siamo nella fase di restituzione di un anno di lavoro del progetto e ci sembra utile fornire i dati
quantitativi dello stesso:
Coordinamento Generale del servizio nell’anno 2011
n. 597 ore lavorate dal Coordinatore organizzativo tra cui
n. 87 ore dedicate alla rete interna all’organizzazione affidataria
n. 6 ore dedicate alla verifica del progetto con UDP
n. 8 ore dedicate a riunioni con Consultorio e altri servizi ASL
n. 50 ore dedicate a incontri con servizi sociali comunali
n. 16 ore dedicate a incontri con i diversi Assessorati dell’Ambito
n.33 incontri con le Scuole presenti sul territorio
n. n.13 incontri con le parrocchie
Servizi domiciliari (A.D.E. e Home Maker)- Anno 2011
Denominazione servizio: SERVIZIO DI EDUCATIVA TERRITORIALE (Art.91 del Reg.Reg.n.4/2007)
SERVIZIO DI HOME MAKER (Art.87 del Reg.Reg.n.4/2007)
Scheda progettuale di riferimento n. 3 – Pdz 2010-2012
SERVIZIO DI EDUCATIVA TERRITORIALE DOMICILIARE
Il servizio di educativa territoriale è un intervento educativo di supporto rivolto alle famiglie con
minori, temporaneamente in stato di difficoltà socio-ambientale, in condizione di fragilità
relazionale e a rischio di esclusione sociale.
Il principale intento del servizio è quello di promuovere e migliorare le condizioni di vita dei minori
e in modo sistemico dell’intero nucleo familiare.
L’intervento educativo trova uno spazio della relazione che può avere origine dal domicilio, dalla
casa del minore e delle sua famiglia, per poi svilupparsi sul territorio di appartenenza e a seconda
della mappa sistemica del nucleo, individuando i luoghi possibili dove sviluppare una azione
educativa significativa e coerente con gli obiettivi specifici del progetto educativo.
Obiettivi specifici del servizio:
Integrare la competenza genitoriale rispetto alla relazione e allo sviluppo al fine di prevenire il
rischio di allontanamento del minore dal nucleo familiare di origine
Attuare interventi educativi per creare o ricreare un equilibrio nelle relazioni familiari
Promuovere una sana crescita del minore all’interno della propria famiglia
Rendere autonoma la famiglia nelle funzioni educative e sociali
Attuare interventi educativi al fine di incrementare le competenze socio-relazionali riguardanti la
sfera dell’autonomia personale del minore
SERVIZIO DI HOME MAKER
Il servizio di home maker è un intervento socio-assistenziale a carattere educativo rivolto a
famiglie con figli minori in condizioni di disagio socio-ambientale e relazionale, anche
temporaneo, in difficoltà rispetto alla gestione domestica sia rispetto all’accudimento dei figli sia
rispetto all’organizzazione dell’andamento quotidiano della casa e della famiglia.
L’elemento costitutivo di tale servizio è il sostegno alla genitorialità poichè incentrato sul
potenziamento delle competenze genitoriali e l’autonomia gestionale del nucleo familiare.
Obiettivi specifici del servizio:
Affiancare e sostenere nuclei familiari in cui la componente genitoriale femminile risulta fragile
nella gestione e governo della casa
Sostegno nella gestione economica del nucleo
Agevolare la funzione di cura e accudimento delle famiglie economicamente, socialmente e
culturalmente disagiate
n. 669 ore lavorate dal Coordinatore Tecnico del progetto
n. 7.243,8 ore lavorate da n. 9 unità professionali (Ed. Profes.) x n. 18 minori (A.D.E.)
n.7362,5 ore lavorate da n. 8 unità professionali (Ed. Profes.) x n. 12 minori ( Home Maker)
All’inizio dell’anno n. 23 nuclei familiari seguiti dal servizio, che si sono attestati, a fine anno in
n.20 nuclei familiari , età media dei minori seguiti anni 10
Sul totale dei minori seguiti (n.30) il 36 % evidenzia problematiche di tipo scolastico , il 16% di tipo
comportamentale, neuropsichiatriche,il 7% a seguito provvedimento da parte del Tribunale per i
Minori, il 31% presenta problematiche multiple
L’81% dei casi usufruiscono della rete dei servizi ( ASL e Comune)
Sono stati effettuati per i servizi domiciliari n. 84 incontri di cui n.51 incontri di verifica con nuclei
familiari, n. 22 incontri di verifica per i nuclei seguiti con servizi sociali, n. 23 incontri di
supervisione con gruppo educatori
Servizi di sostegno alla genitorialità e mediazione familiare
Scheda progettuale di riferimento n.2 – Pdz 2010-2012
Art. di rif. Del r.r. 4/2007: 93
Le attività di sostegno alla genitorialità sono diverse e articolate, si caratterizzano per la
flessibilità in termini di contenuto e di modalità tecnico-operative di esecuzione. In ciascun
Comune è presente uno sportello di sostegno alla genitorialità, condotto da una psicologa, per
un impegno orario di 6 ore settimanali. Inoltre a presiedere questo servizio vi è il referente per i
servizi di sostegno alla genitorialità e componente del gruppo tecnico di progetto. Mensilmente il
gruppo di lavoro si incontra con gli altri esperti e componenti del gruppo tecnico per programmare
e monitorare tutte le attività cantierizzate, fare il punto della situazione rispetto all’andamento del
servizio, individuare elementi di fragilità da migliorare.
La mediazione si connota come un servizio fondamentalmente a sostegno della strutturazione e
ristrutturazione delle relazioni che situazioni di particolare fragilità psicologica, sociale, sanitaria
hanno reso critiche o conflittuali. La mediazione sostiene tutte le parti coinvolte attraverso
un’azione orientata in primo luogo, alla promozione della possibilità di esperire nuovi contesti
positivi di ri-motivazione al dialogo, alla stima e alla fiducia reciproca. In ciascun Comune è
presente uno sportello per un impegno orario di 4 ore settimanali. Il numero delle ore
determinate per detto servizio risulta inferiore al numero di ore per il servizio di sostegno alla
genitorialità, in considerazione dell’analisi della domanda relativa al primo triennio di realizzazione
del Progetto. Referente per i servizi di mediazione familiare è un counselor, componente del
gruppo tecnico di progetto, mentre lo sportello viene condotto da un esperto in mediazione
familiare che coadiuva il referente per le attività operativa sul campo, per gli incontri, i seminari e
la sensibilizzazione sui territori
Ai servizi si accede: in forma diretta, nei giorni e nelle ore di ricevimento, in forma indiretta
attraverso i servizi sociali. Il servizio viene erogato con apposita modulistica relativa alla fase di
accesso, invio analisi del bisogno, progettazione dell’intervento personalizzato.
GLI SPORTELLI ATTIVATI
COMUNE
Sostegno alla genitorialità
Mediazione Familiare
dott.
Domenico
BIANCO Dott.ssa Antonella SISTO
Gioia del Colle
C/o sostituito dalla dott.ssa Silvia Martedì ore 15.00/19.00
sede dei Servizi Sociali Via D'ANTONA
Arciprete Gatta 35
Mercoledì ore 9.00/13.00
CASAMASSIMA
c/0
Centro
Polivalente
Via Pacinotti (I Piano)
dott.ssa Silvia D'ANTONA
Dott.ssa Antonella SISTO
Mer
ore
15.00/18.00 Martedì ore 9.00/13.00
Mercoledì ore 15.00/19.00
dott.ssa Silvia D'ANTONA
TURI
Martedì ore 15.00/18.00
c/0
Centro
Culturale
Mercoledì ore 9.00/12.00
Polivalente
Via Sedile( 2 Piano)
dott.ssa Silvia D'ANTONA
SAMMICHELE
DI
BARI
Lunedì ore 15.00/18.00
c/o gli Uffici comunali (piano
Venerdì ore 9.00/12.00
terra)
P.zza della
Vittoria
dott.ssa Angela LACITIGNOLA
Martedì ore 15.00/19.00
dott.ssa Angela LACITIGNOLA
Giovedì ore 9.00/13.00
Sportelli di sostegno alla genitorialità – Anno 2011
n. 1056 ore lavorate da n.2 consulenti esperti nella genitorialità x n.590 incontri con utenti
n. 176 accessi di cui 91 in corso ; il 73% di tali accessi è rappresentato da donne. Circa l’80% dei
cittadini , inseriti in percorsi di sostegno alla genitorialità, dichiara un problema relazionale di
coppia o famiglia.
E’ significativa la percentuale rappresentata dagli accessi indirizzati dai Servizi Sociali pari al 56% ;
ciò da un lato registra la necessità di tale servizio per l’utenza “storica” dei servizi sociali , dall’altra
segnala, ancora forte, la resistenza dei nostri territori ad accedere ad un tipo di servizio
considerato stigmatizzante. Buona tuttavia è la percentuale degli accessi autonomi pari al 26% di
cui il 13% è arrivato allo sportello tramite fonti pubblicitarie.
Degli utenti seguiti da altri servizi ( Consultorio Familiare, Servizio di Neuropsichiatria Infantile,
Servizio di Riabilitazione) Ben il 42% è rappresentato da utenti già seguiti dai Servizi Sociali .
Tale dato conferma il ruolo determinante svolto dal Servizio Sociale Professionale sul territorio di
ciascun Comune.
Sportelli di Mediazione –Anno 2011
n. 1.141,5 ore lavorate da n. 2 consulenti esperti nella mediazione x n.268 incontri per operatore
n. 79 accessi di cui 52 in corso;
il 46% degli accessi è stato indirizzato dai servizi di cui il 25% dai Servizi Sociali il 4% dagli studi
legali; il 25% è il totale degli accessi autonomi.
Il totale degli utenti seguiti da altri servizi è pari al 40% di cui il 18% dai Servizi Sociali comunali
mentre il 10% dai servizi territoriali Sanitari.
Rispetto alla situazione delle coppie in entrata Il 31% è rappresentato da coppie ancora
conviventi, il 19% in separazione giudiziale, il 30% in separazione consensuale, il 4% sono coppie
ricostituite;
Altro dato significativo è quello relativo all’affidamento dei figli; nell’ 83% dei percorsi di coppia
“trattati” dallo sportello ( n.36) l’ affidamento dei figli è condiviso.
Alla base della richiesta di mediazione il 43% dichiara problemi di relazione nella coppia;
Il 18% dichiara problemi di relazione con i figli, il 14% all’inizio del trattamento dichiara problemi di
maltrattamento fisico, psicologico ed economico alla fine del percorso di mediazione, tale
percentuale risulta notevolmente più alta, si attesta infatti attorno all’80%, il 15% problemi legati
alla famiglia ricostituita.
Rispetto agli sviluppi dei percorsi di mediazione il 29% risulta ancora in corso, il 10% sono state
interrotti, il 9% sono stati conclusi.
I Laboratori di sostegno alla genitorialità , mediazione familiare e Affido familiare
I Laboratori sono intesi quale azione trasversale e di sistema rispetto alla articolata e complessa
offerta di servizi di famiglie Accoglienti, intende rispondere alle esigenze specifiche intercettate in
seno alla esperienza già realizzata nelle scuole coinvolte e con le quali si è implementata una
collaborazione costruttiva e poliedrica. Sono stati sono realizzati laboratori di sostegno alla
genitorialità, mediazione dei conflitti, incontri tematici, percorsi formativi e di approfondimento
dei temi delle responsabilità genitoriali rivolti ad adulti e a bambini e ragazzi. Inoltre attività di
formazione rivolta a insegnanti e operatori sociali.
Attività Laboratoriali ( sostegno alla genitorialità, Mediazione e Affido Familiare)
n. 558 ore lavorate da n. 5 unità professionali
n. 42 Laboratori di cui n. 14 di mediazione dei conflitti, n. 12 di sostegno alla genitorialità, n. 14
per Affido Familiare, n. 2 dedicati alla formazione integrata degli operatori , per un totale di 99
incontri con una presenza media di n. 761 partecipanti
Si ritiene invece che la relazione sociale rispetto ai servizi attivati , debba riportare il racconto e le
considerazioni di quanti lavorano nel progetto , degli operatori che sono stati a contatto
quotidiano con le famiglie, perché anche il lavoro di restituzione del progetto possa essere
l’elaborazione di una comunità professionale , che supera la distinzione pubblico - privato , perché
è fatta da persone, che in diversi ruoli, luoghi e appartenenze, con la competenza professionale
necessaria e con l’ approccio professionale adeguato, hanno lavorato in percorsi di aiuto per tutta
la Comunità dell’Ambito Territoriale di Gioia del Colle e hanno dato senso e vita a tutto il percorso
progettuale.
Una comunità professionale che a sua volta, ha dovuto sperimentare su se stessa, il senso della
perdita, del lutto, che ha dovuto confrontarsi con il senso di disorientamento derivante dal dolore
per la perdita di un amico “Il nuovo anno si è aperto con una grossa perdita: Mimmo Bianco.
Riuscire a lavorare, a motivare l’équipe e a non perdere il senso è stato duro e faticoso. Ancora
oggi sentiamo che tutto è cambiato e che il senso del nostro lavoro può essere rinvenuto nel
tentare di fare il meglio possibile per noi e per le persone che seguiamo, esattamente come
avrebbe fatto Mimmo. Il senso del nostro lavoro è prenderci cura degli altri, esattamente come ci
prendiamo cura di noi stessi. In questa ottica abbiamo pensato anche di ricordare il lavoro di
Mimmo attraverso un evento il giorno del suo compleanno: 16 maggio”. Tratto dalla relazione
quinto trimestre (II anno) Progetto Famiglie Accoglienti.
Di seguito quindi la sintesi delle attività tratta dalle relazioni trimestrali di rendicontazione del
progetto
A) COORDINAMENTO GENERALE a cura di Rosanna Santoro- Coordinatore Organizzativo
Il progetto “ Famiglie Accoglienti è stato avviato il 29 novembre 2010. Si sono pertanto attivate
tutte le procedure che permettessero l’avvio scaglionato delle varie azioni di progetto. I primi
incontri di coordinamento sono avvenuti tra la coordinatrice e i referenti area sostegno e
mediazione, educativa e affido. Successivamente gli incontri sono stati finalizzati alla definizione di
tempi e modi di avvio in linea prioritaria, del servizio di educativa e home maker. Si è infatti
evitato che le famiglie seguite nella scorsa progettualità potessero risentire di un tempo di vacanza
troppo lungo. Il 1° Dicembre si è provveduto ad incontrare le operatrici di educativa e home
maker, per presentare loro il nuovo progetto, stabilire tempi e modi a avviare i primi casi. E’ stato
stabilito un periodo di formazione. Il 22 Dicembre si è tenuta la prima riunione di coordinamento
allargata a tutti gli operatori coinvolti nelle varie aree per illustrare contenuti, tempi e modi.
L’incontro con l’Udp è avvenuto il 12 Gennaio. In quella sede sono state definite le dovute
verifiche rispetto a ciò che nella scorsa progettualità non aveva funzionato e ci si è raccomandati
una maggiore sinergia tra le varie azioni con l’obiettivo di mettere a sistema il complesso sistema
di servizi che famiglie accoglienti offre. A seguire sono state messe in campo tutta una serie di
riunioni e verifiche nei vari Comuni, al fine di poter meglio rispondere alle esigenze progettuali.
Quello che si è rilevato in ogni Comune sono problematiche diverse. A Casamassima come a
Sammichele di Bari sono relativi alla sede dello sportello. Quello che invece è emerso su Casa
massima è la difficoltà ad inviare casi allo sportello di mediazione, poiché per consolidata
esperienza la mediazione è sempre stata inviata al Consultorio. Infatti nella scorsa progettualità
abbiamo assistito a una scarsa affluenza dell’utenza a tale servizio, soprattutto dell’utenza inviata
ai servizi sociali. In accordo con l’Assistente sociale comunale abbiamo deciso di incontrate il
consultorio per stabilire con questi, quali casi attengono a una mediazione più psicoterapeutica e
quali invece di competenza dei servizi sociali. Per il comune di Turi sono state necessarie due
verifiche con le assistenti Sociali, per poter discutere approfonditamente di come rendere
maggiormente fruibile il progetto e allo stesso tempo di esplicitare ciò che rispetto alla trascorsa
progettualità è stato modificato.
La fine di un anno di lavoro e l’inizio del secondo ci porta naturalmente a dover fare dei bilanci. Da
ogni area progettuale emerge l’esigenza di sperimentare nuove forme di lavoro e nuove forme di
sensibilizzazione. La formazione continua e integrata tra pubblico e privato è ormai uno stile che ci
siamo dati. Quello che è nato come una sfida e un esperimento, si sta rivelando molto proficuo per
il progetto. Abbiamo organizzato due momenti formativi su Abuso e maltrattamento, già due
incontri sull’educativa domiciliare e stiamo per programmarne un terzo e a breve ci incontreremo
per riflettere insieme sui temi della mediazione dei conflitti. La relazione, il confronto che ne
deriva vale più di tanti discorsi su come fare le cose. Il lavoro sull’educativa ci sta chiarendo meglio
il lavoro come va fatto e cosa condividiamo come approccio e ciò che andrebbe migliorato, in
un’ottica di formazione continua, appunto.
Nell’area educativa domiciliare, si evince che l’approccio laboratoriale e le attività ludicoricreative, si sono rivelate vincenti per migliorare la comunicazione e il lavoro educativo stesso.
Infatti è importante per il futuro tenere in forte considerazione l’utilità di momenti di confronto,
non relegati al domicilio dell’utenza.
Dalle relazioni delle educatrici è importante sottolineare, quanto sia stato utile poter trovare
momenti informali per poter fare un salto di approfondimento educativo e comunicativo.
Anche l’opportunità offerta dal Premio Amico, delle gite, riteniamo sia vincente. Ad oggi stiamo
programmando e organizzando la prossima uscita alle Grotte di Castellana. E’ doveroso
sottolineare il sempre più efficace coinvolgimento delle educatrici anche in fase di progettazione e
organizzazione degli eventi. Le educatrici dal canto loro mostrano di essere cresciute molto,
professionalmente e personalmente.
Nell’area sportelli e attività laboratoriali, assistiamo a una sempre più crescente domanda
relativa al sostegno psicologico e a una flessione della domanda di mediazione. Questo riteniamo
riguardi una inefficace promozione e sensibilizzazione, oltre che di riconoscimento adeguato
dell’utilità del servizio.
Abbiamo a tal proposito promosso delle giornate interne di formazione sui temi della mediazione
e riteniamo di doverne fare delle altre rivolte alla cittadinanza. Ogni operatore sottolinea però la
difficoltà in alcuni casi di potersi interfacciare con i servizi sociali oltre che con quelli territoriali. Il
lavoro in solitudine riteniamo che non abbia mai portato a risultati efficaci, questo rimane un
punto di debolezza. Pensiamo inoltre che il lavoro con i servizi territoriali abbia bisogno di un
efficace intervento dall’alto(udp) per ridefinire e far conoscere i contenuti del progetto e la sua
possibile utilità, affinché si possa svolgere un lavoro di rete più proficuo.
I laboratori procedono nelle scuole di ogni ordine e grado, pur avendo le solite difficoltà con
alcune scuole del territorio. Per questo abbiamo incontrato l’Usr (ufficio scolastico regionale) per
un confronto partecipato legato alla difficoltà di entrare in alcune scuole. Abbiamo pensato di
mettere in cantiere una giornata di confronto tra scuola e territorio su temi legati al benessere e ai
diritti dei bambini.
Inoltre stiamo inoltrando una comunicazione scritta alle scuole che non hanno recepito le nostre
offerte, nella quale chiediamo che esprimano la propria indisponibilità in forma scritta e motivata.
Area Affido tanto abbiamo fatto e tanto stiamo facendo. La sensibilizzazione è partita con le
giornate in ogni singolo comune, con i laboratori di fabulazione nelle prime classi di scuola
primaria, e con un lavoro di incontro con persone che si sono mostrate interessate all’argomento.
Il video intervista io me l’affido.
Abbiamo incontrato Marco Giordano e da questo incontro è nata una collaborazione proficua e
necessaria a noi e alla neonata equipe affido. Abbiamo incontrato l’équipe e ciò che si rende a
nostro avviso necessario è integrare le nostre azioni a quelle della équipe stessa. Le parrocchie si
stanno dimostrando al momento il terreno fertile per coltivare relazioni significative, comunità
accoglienti e tessitori di relazioni.
I prossimi appuntamenti sono molto complessi da un punto di vista organizzativo e dei contenuti:
il concerto di beneficenza in memoria di Mimmo Bianco e raccolta fondi per sostenere l’affido; lo
spot sull’affido, finanziato con i fondi del Premio Amico, che avrà, si spera anche il patrocinio della
Regione Puglia; il concorso e la mostra di disegno con giornata finale di premiazione prevista per il
31 maggio 2012. Queste azioni sono tenute insieme e programmate dal coordinamento generale e
dalla referente area affido, per la complessità e i vari livelli che s’intrecciano. (si rimanda alla
relazione di area).
SERVIZIO EDUCATIVA TERRITORIALE DOMICILIARE e HOME MAKER
a cura di Gianvito Schiavone Coordinatore Tecnico di progetto
L’educativa domiciliare ormai ha raggiunto i suoi ben tre anni e mezzo di esperienza se
contiamo la prima progettualità cominciata nel 2009. Oggi, dopo tre anni di esperienza,
l’intervento di sostegno a domicilio rappresenta l’operatività più mirata e incisiva rispetto alla
possibilità di modificare le difficoltà relazionali che vengono a disturbare o, in situazioni
drammatiche, anche ad interrompere lo sviluppo emotivo del bambino.
Si tratta di difficoltà legate più genericamente all’ambiente familiare (situazioni carenziali o
disaddative) oppure ad una eventuale fragilità o patologia materna\genitoriale (depressione,
conflittualità infantili non risolte....) ma anche a problemi insiti nel bambino stesso (handicap o
disfunzionamenti infantili). -A questo punto vorrei ri-aprire la questione, più volte sollevata in
precedenti relazioni, sulla urgente necessità di entrare in contatto, con il/un servizio di igiene
mentale di Ambito, disponibile, volenteroso nel recuperare, laddove fosse possibile, situazioni di
patologie psichiatriche incontrate nelle famiglie dell’Ade.Si tratta quindi di un modello composito, che utilizza soprattutto l’osservazione per
comprendere il comportamento del bambino e lo stile interattivo, ma utilizza anche altri strumenti
per suggerire alla madre/padre come interpretare meglio e corrispondere ai segnali e bisogni del
figlio.
La capacità osservativa - descrittiva di quanto succede viene impiegata per stimolare l’interesse
del genitore per gli avvenimenti del bambino mentre il sostegno relazionale alla coppia
madre\gen. – bambino, evidenzia gli aspetti positivi della interazione e si affianca
all’interpretazione ‘alleviante’ delle dinamiche conflittuali che la disturbano.
E’ proprio in questi contesti che l’esperienza formativa (supervisioni) risulta di grande rilevanza
in quanto aiuta l’operatore ad acquisire un modello operativo, una specie di ‘attrezzatura’ interna,
che risulta strumento prezioso per il suo futuro operare con i bambini e con le loro famiglie.
Ma che tipo di ‘attrezzatura’ è necessaria per questi interventi? La formazione integrata, da poco
attivata, e condotta da Pasqua Demarco, tra servizio sociale e operatori dell’ade, è senz’altro uno
strumento che porterà miglioramenti all’organizzazione e all’operatività del servizio.
Lo sviluppo della capacità di osservare, di mantenere una posizione di attesa benevola e
recettiva, di ascoltare le profonde implicazioni emozionali che vengono suscitate dall’impatto con
stati mentali arcaici e con gli accadimenti delle vicende relazionali primarie, esperienze tipiche
della prima infanzia, di non accedere ad un sapere già precostituito, ma di scoprire realtà e verità
nel suo disvelarsi, sono alcuni degli elementi tra i più significativi che la sperimentazione del
modello osservativo porta ad acquisire nella formazione personale di chi lo sperimenta, e che
diventano strumenti professionali preziosi nella conduzione dei lavori di sostegno a domicilio.
Chi si reca con ritmicità e regolarità nell’abitazione di una famiglia ‘da osservare’ scopre anche
le innumerevoli implicazioni che la sua presenza abituale e le particolari caratteristiche del setting
osservativo, attento e non intrusivo, possono avere per la madre/padre e il bambino, in quanto
rappresentano di per sé funzioni supportive, significative per la vita relazionale della coppia
genitore-figlio.
L’osservatore infatti può sperimentare ben presto di diventare l’oggetto-ricettacolo delle
proiezioni familiari come pure di essere il soggetto-contenitore delle ansietà e turbolenze
relazionali.
La ricaduta positiva dell’osservazione del bambino, ma anche neonato nella vita e nella
dinamica familiare porta a considerarla quindi come un modello altrettanto significativo per le sue
promettenti implicazioni preventive e terapeutiche. Ma in situazioni di conclamata difficoltà altri
elementi e strumenti devono essere pensati e affiancati per corrispondere opportunamente alle
esigenze di affrontare i nodi problematici della relazione madre-padre-bambino o per sostenere gli
aspetti disturbanti o carenziali del maternage .
Ma le situazioni dove abbiamo sperimentato come utile il nostro tipo di intervento, sono
quelle in cui il livello di compromissione dello sviluppo psico-relazionale non è alto.
Pertanto, il nostro lavoro continua, augurandoci che la cultura dell’aiuto e nello specifico
dell’educativa domiciliare territoriale, diventi fra qualche anno patrimonio dei rispettivi comuni,
non come un servizio elargito dai servizi sociali ma dalle comunità solidali territoriali.
In questa nuova progettualità, abbiamo cercato di apportare delle sperimentazioni che
potessero far vivere meglio alle famiglie, la presenza dell’educatore e la relazione con il servizio
sociale, e che permettessero alle famiglie di uscire dall’isolamento sociale.
Abbiamo pensato ad interventi innovativi che evitassero di centrarsi su un solo soggetto, che
evitassero di identificare un membro familiare come l’elemento su cui ricadessero le maggiori
responsabilità del disagio, proponendo la possibilità di un approccio sistemico, che considerasse il
sistema famiglia nella sua complessità, analizzando la funzione di ciascuno e le dinamiche che si
generano.
L’idea che ci siamo fatti in questi anni è pensare alla possibilità che nelle famiglie
multiproblematiche sia più opportuno contenere i problemi più che risolverli, prevenendo
degenerazioni.
E’ stata avviata pertanto la sperimentazione dei laboratori pomeridiani “Riscopriamoci tra usi
costumi e tradizioni” guidati dalle educatrici e home maker coinvolti nel progetto.
Il laboratorio proposto, è teso ad fornire un aiuto ed un supporto ai nuclei familiari che
versano in condizioni di fragilità e difficoltà.
L’esigenza che accomuna le educatrici parte dalla volontà di creare una rete relazionale tra le
famiglie partecipanti, offrendo momenti di incontro e confronto tra le diverse realtà culturali e
sociali e che possano generare processi di accoglienza e vicinanza tra le stesse.
Inoltre, attraverso questo progetto ci si auspica di cambiare l’immagine del servizio svolto
dalle operatrici spesso relegato al sostegno scolastico o alla gestione dell’intero nucleo.
Per questo motivo le educatrici si sono da subito messe in gioco, mettendo a disposizione le
proprie capacità e competenze. Da questi presupposti si sono sviluppati i seguenti obiettivi:
• Creare momenti di conoscenza e condivisione tra le famiglie partecipanti anche in prospettiva
delle gite e della vacanza estiva prevista dal progetto Famiglie Accoglienti;
• Riscoprire il valore della famiglia attraverso il recupero di antiche tradizioni;
• Valorizzare capacità manuali comuni e non comuni;
• Coinvolgere le parti sociali di ambito del progetto creando interesse rispetto all’iniziative
laboratoriali e attivando reti relazionali;
• Creare un confronto tra culture altre in prospettiva di una crescita volta alla valorizzazione delle
differenze .
La scelta delle attività da svolgere durante i laboratori non è stata casuale: bisognava proporre,
attività che potessero coinvolgere tutti senza generare resistenze o senso di inadeguatezza, dove
ognuno potesse esprimersi senza paura di giudizio e sentirsi accolto e valorizzato.
Il titolo dei laboratori “RISCOPRIAMOCI TRA USI, COSTUMI E TRADIZIONI” racchiude le finalità dei
nostri obiettivi; si articolano in sei incontri con cadenza quindicinale. Il programma si suddivide in
base a un ordine ben stabilito:
1. INCONTRO : Giovedì 20 Ottobre ore 16.00/18.00 presso Servizi Sociali – Comune di Gioia del
Colle“ Laboratorio di cucito e decoro ”: Preparazione abiti ed accessori caratteristici
2. INCONTRO : Venerdì 4 Novembre ore 16.00/18.00 presso Servizi Sociali – Comune di Turi “
Laboratorio di ballo ”: Corso base di balli di gruppo e pizzica
3. INCONTRO : Giovedì 17 Novembre ore 16.00/18.00 presso Servizi Sociali – Comune di Turi “
Laboratorio di cucito e decoro ”: Preparazione abiti ed accessori caratteristici
4. INCONTRO : Venerdì 2 Dicembre ore 16.00/18.00 presso Servizi Sociali – Comune di Turi “
Laboratorio di ballo ”: Corso base di balli di gruppo e pizzica
5. INCONTRO : Giovedì 15 Dicembre ore 16.00/18.00 presso Servizi Sociali – Comune di Turi “
Laboratorio di cucina ”: Preparazione cucina tipica della tradizione Pugliese
6. INCONTRO : Venerdì 13 Gennaio ore 16.00/ 18.00 presso Servizi Sociali – Comune di Turi“
Laboratorio di cucina e ballo ” : Preparazione cucina tipica della tradizione Pugliese con danze e
balli di gruppo.
I laboratori finora svolti sono stati con regolarità seguiti dalle famiglie partecipanti: probabilmente
una risposta maggiore da parte degli adulti andrebbe meglio incoraggiata.
A parte l’imbarazzo iniziale, i bambini ed i loro genitori si sono lasciati guidare ed hanno abbassato
le difese, molti si sono divertiti e altri piacevolmente hanno riscoperto capacità che pensavano di
non avere più. Anche per le educatrici i laboratori sono stati un’occasione di crescita: stare con il
gruppo non in veste di osservatore o guida ma come parte di esso, ha permesso di cogliere aspetti
e sfumature delle famiglie.
Attraverso questi laboratori, che sicuramente riproporremo, comincia la nostra idea di
prevenzione nel campo della salute mentale infantile: prenderci carico e cura dei genitori: “se ad
una società stanno a cuore i bambini – ci dice infatti Bowlby - deve incominciare allora a prendersi
cura dei loro genitori”.
Sono proprio gli studi di Bowlby che ci hanno condotto alla conoscenza dell’esistenza di specifici
‘modelli operativi interni’, che sono implicati e deputati alla costruzione dei primi e significativi
legami di attaccamento che intercorrono tra genitori e bambini.
Sono inoltre tali modelli, che, tramandandosi di padre in figlio, veicolano la trasmissione transgenerazionale delle specifiche modalità di attaccamento e conseguentemente del possibile disagio
o della futura ‘salute mentale’.
La genitorialità quindi, il divenire genitore e l’assumersi la cura del proprio figlio, ha il potere di
attivare funzioni mentali adeguate al nuovo compito, quali il favorire la crescita del bambino
attraverso i legami di attaccamento, ma allo stesso tempo può suscitare turbolenze emotive ed
identificatorie che possono creare transitorie difficoltà in ogni genitore, o, anche, problematiche e
conflittualità che riguardano il passato infantile genitoriale e che risultano più difficilmente
affrontabili e superabili. Intervenire in questo ambito diventa allora estremamente significativo,
proprio perché e affinché ‘...la storia dei genitori non diventi il destino dei figli...’.
La molteplicità degli aiuti a cui si fa riferimento, sta a sottolineare anche la particolare flessibilità di
tali interventi, caratteristica questa che ben corrisponde sia alla variabilità delle richieste che alla
natura stessa dei problemi che si va ad affrontare.
In questa fase della vita, i genitori sentono di aver bisogno di un aiuto(ma non lo ammettono) o
meglio di una ‘rete di aiuti’ per le molteplici difficoltà in cui possono imbattersi nell’allevamento
dei figli. Aiuti il più delle volte intesi come il bisogno di sentirsi capiti, confortati, supportati anche
nelle vicende della vita quotidiana da figure benevole, esperte, che siano in grado di affiancarsi a
loro nel percorso educativo ed evolutivo.
Si potrebbe pertanto dire che il sostegno più significativo per i complessi compiti dell’essere
genitori si concretizza nell’offrire loro un coinvolgimento con figure–funzioni istituzioni ‘materne’,
capaci di esercitare una influenza positiva sulle modalità relazionali nei confronti del bambino in
quanto capaci anche di rappresentare per i genitori stessi un ‘oggetto transferale’, a sua volta
rassicurante e contenente.
In una supervisione con il gruppo delle educatrici, è emerso che spesso “l’altro” l’educatore
diventa facilitatore, nella relazione madre-bambino e nella relazione di coppia: elargisce i propri
“consigli” su come prendersi cura del figlio, nel frattempo ascolta tutte le lamentele e le
recriminazioni... Così facendo l’educatrice/home maker contiene la depressione e le ansie
materne, ma esercita anche una particolare funzione: insegna tacitamente alla madre come deve
comportarsi nei confronti della propria bambina/o...”
Gli interventi preventivi e terapeutici nel campo della prima infanzia comportano quindi la
necessità di entrare concretamente e sintonicamente nel ‘clima’ suggestivo della genitorialità e nel
‘luogo’ stesso della crescita dei bambini, per costituire e offrire una autentica ‘matrice di supporto
relazionale’, che risulti affidabile, disponibile ed incoraggiante.
Di seguito la voce, le sensazioni e le emozioni di alcuni educatori che hanno organizzato e vissuto
l’esperienza laboratoriale. Tutti attori protagonisti che hanno offerto il loro contributo in maniera
diversa ma conforme alle proprie possibilità ed esigenze.
- Nonostante le difficoltà organizzative incontrate e piccole incomprensioni emerse tra le persone
che hanno partecipato ritengo che sia stata, ai miei occhi, un’esperienza illuminante.
Ne sono uscita rinnovata ed arricchita per tanti piccoli gesti agiti o ricevuti che mi hanno resa fiera
di essere parte di quel gruppo. L’obiettivo principale che ci eravamo prefissate, quando abbiamo
deciso di dar vita a questi laboratori, era quello di creare relazioni tra i nuclei che seguivamo ma
abbiamo scoperto anche di aver trovato, all’interno degli stessi nuclei, dei talenti: c’era chi era
abile a cucire, chi a ballare, chi a cucinare e perché no anche ad organizzare.
Tutte queste attitudini sono state messe a disposizione degli altri senza doppi fini ma con altruismo
e generosità. Per quanto mi riguarda vedere M. spogliata del suo iper controllo, felice di essere
guidata ed orgogliosa di riuscire è stata la gioia più grande. Senza che ce ne accorgevamo in quei
posti e in quel tempo hanno avuto luogo dei cambiamenti nelle persone e di questi risultati ne
abbiamo tratto giovamento quando poi siamo tornati all’interno del nucleo.
Tornare a casa delle bambine ed essere accolta con balli e canti, in ricordo di quelli proposti magari
la settimana precedente è stato un puro piacere. Sentire l’entusiasmo di M. nel parlare di altre
persone presenti lì e avvertire la frenesia di partecipare agli incontri successivi è stato
sorprendente. S. ha approfondito l’amicizia con L. e spesso mi ha chiesto di incontrarla anche in
altri contesti. Se penso che questi obbiettivi non l’avrei raggiunti nemmeno in un anno di
intervento, ritengo che questa esperienza sia stata fondamentale perché c’è stato un mutuo
scambio in cui tutte le parti ne sono uscite arricchite.
Il 27 dicembre 2012, è stata effettuata la prima uscita, tra quelle in calendario, per andare a
visitare il Presepe Vivente di Pezze di Greco.
Nonostante non abbia potuto condividere l’esperienza in oggetto con i nuclei seguiti
personalmente ritengo che sia stata un’esperienza unica e suggestiva. Si è creata un’atmosfera
magica a partire dal viaggio in pullman. Si respirava un’aria di festa e la comunicazione nel gruppo
era più rilassata svestita di quel formalismo che normalmente la caratterizza. Non c’erano ruoli o
gerarchie ma persone che parlavano per il puro piacere di condividere e non di “indagare”.
Ho riflettuto tanto su come un’esperienza informale come questa abbia potuto, in così poco tempo,
creare legami, simpatie e quindi avvicinare e non separare.
Certo è ci è stata una rilettura delle risorse presenti nei nuclei:“Non più persone bisognose di
ricevere ma anche e soprattutto capaci di offrire il loro contributo in modo e in tempi diversi.
Famiglie non più chiuse nel loro isolamento ma che si aprono al territorio intessendo relazioni di
vicinanza e di confronto con altre che vivono la loro stessa quotidianità”.
La bellezza del posto e la strutturazione dell’ambiente curata nei minimi dettagli ha fatto da
collante facendoci rivivere da protagonisti la storia e la cultura propria dei contadini che in quelle
lame e in quelle grotte hanno mostrato la loro origine, di terra e lavoro dei campi, orgogliosi del
proprio tempo, consapevoli del proprio valore di saggezza e fede popolare.
Mi è sembrato di fare un viaggio nel passato in compagnia di un gruppo di amici e mi è dispiaciuto
che sia durato poche ore. D. GUERRIERA
- Riscopriamoci: tra usi, costumi e tradizioni e stato un progetto laboratoriale, in cui dare spazio
alle proprie istanze profonde, al proprio essere, alle proprie aspirazioni di felicità. L’obiettivo è
stato quello di assicurare alle persone seguite dal servizio, un aiuto che consentisse loro di uscire
dall’isolamento, e di acquisire la capacità di stare con gli altri. “Altri” intesi non solo come
compagni dei laboratori, ma anche come ‘altri’ che possiamo continuare ad incontrare al mercato,
in giardino, e così via. Attraverso i numerosi appuntamenti, si è cercato di creare i presupposti per
una comunicazione di valore che potesse suscitare nei partecipanti stimoli per migliorare il
rapporto con sé stessi e con l'ambiente. Il tutto per favorire il miglior inserimento possibile nel loro
contesto territoriale. Queste attività hanno finito quindi con il creare nuove occasioni per
socializzare, negoziare, riattraversare le conoscenze acquisite e a volte accantonate, incrementare
l’autonomia dei fruitori del servizio”Famiglie Accoglienti”, attraverso lo sviluppo delle personali
abilità e attitudini migliorando la qualità della vita, sviluppando le connessioni sul territorio e
alleggerendo il carico familiare. All’interno dei laboratori di cucito e di cucina una parte delle
attività, sono state“gestite”dalle stesse mamme volta ad attivare un processo spontaneo di
passaggio di conoscenze, di emozioni e di esperienze da parte di alcuni membri del gruppo ad altri
membri di pari status; un intervento che mette in moto un processo di comunicazione globale,
caratterizzato da un’esperienza profonda di sintonia tra i soggetti coinvolti. Questi momenti sono
diventati un’occasione per il singolo di discutere liberamente con il gruppo e arricchire, attraverso il
contributo di ciascuno, il proprio bagaglio di conoscenze e modi di fare personale.
Il laboratorio di sartoria è stato per eccellenza l’attività artigianale che maggiormente ha creato
entusiasmo tra le donne e le ragazze. Rispondere allo stimolo della creatività e apprendere le
tecniche per creare gli abiti e gli accessori per il laboratorio di ballo sono gli obiettivi che prima di
tutti hanno stimolato l’interesse e l’impegno delle donne nelle attività laboratoriali,
l’atteggiamento di curiosità e apertura con cui le donne e i ragazzi si sono approcciati al
laboratorio è stato, fin dall’inizio, un incentivo importante che ha garantito il successo di tutto il
progetto. “ Si…questo laboratorio mi è piaciuto– afferma L. – la mamma di P. ha tanta pazienza è
molte conoscenze di taglio e cucito…mi incuriosisce guardarla mentre realizza i nostri abiti….
“…adesso però vorrei ancora proseguire il corso per imparare ad utilizzare la macchina da
cucire…………..posso usarla io? T. MILANO
- Il laboratorio ha sin da subito mostrato la sua caratterizzazione nell’essere pensato, progettato e
condotto completamente dal gruppo di educatrici e home maker del progetto “Famiglie
Accoglienti” e ciò, dal mio punto di vista, rappresenta un buon risultato: noi vogliamo spendere e
sperimentare la nostra professionalità nel progetto, per aumentarne il valore e renderlo sempre
più attento e vicino alle esigenze delle famiglie che seguiamo. Ovviamente ciò è stato sicuramente
un aumentare il nostro impegno, ma i risultati ottenuti e gli spazi che sono stati aperti a ogni livello
hanno compensato l’utilizzo di risorse che vi è stato.
Infatti, a livello di gruppo di operatrici si è creato un ottimo clima produttivo e confortevole nel
condividere le idee, le competenze e le risorse che certamente è stimolante sia nel lavoro
individuale sia d’equipe. Nei nostri incontri di programmazione, ognuna di noi ha potuto dare il suo
contributo al progetto e a mio avviso c’è stata collaborazione, partecipazione, impegno e
attenzione da parte di tutte noi in egual modo, ovviamente nei limiti inequivocabili degli impegni
personali di ognuna, e già questo è un ottimo indicatore della qualità del servizio che si vuol offrire.
Da tale clima è scaturito un eguale coinvolgimento delle famiglie, che hanno partecipato con
entusiasmo ai vari incontri del laboratorio, da ciò che io ho potuto osservare.
Nel caso specifico della famiglia che io ho in carico, posso individuare i seguenti punti di forza: i due
bambini necessitano di condividere esperienze sane e positive con altri coetanei, ma necessitano
anche di vivere ciò in un ambiente educativo, quindi ben seguito da adulti che si interessano al loro
stato emotivo e alle loro inclinazioni, cosa che spesso nel clima familiare, oberato dalle loro
difficoltà, manca; la ragazza adolescente non ha la possibilità di condividere con altri coetanei e
non momenti di serenità, mentre nei due incontri a cui ha potuto partecipare, ho notato
partecipazione e tranquillità; le attività che abbiamo proposto hanno suscitato curiosità e interesse
che hanno avuto eco anche nelle attività che svolgiamo a casa; conoscere le mie colleghe e gli altri
utenti del progetto ha permesso di avere una familiarità anche minima che ha facilitato la
partecipazione alla gita al presepe vivente anche in mia assenza; ciò che più mi ha colpito è l’aver
dato la possibilità di aprire e dar voce ai propri sentimenti al di là di ogni tipo di partecipazione
manuale e inventiva. Con ciò voglio condividere alcune espressioni che i bambini e la ragazzina mi
hanno esplicitato in un momento per loro molto delicato a livello familiare e in una condizione
di soffocamento delle loro emozioni dovuto al non poterle esprimere in un contesto astioso così
com’è ed era l’ambiente familiare. Nel corso del laboratorio i tre minori hanno subito
l’allontanamento volontario della loro mamma per circa tre mesi, per il quale hanno sofferto molto
e non hanno potuto dar voce alla loro sofferenza dovendosi scontrare con un padre ulteriormente
debilitante la figura della madre. Durante alcuni laboratori, il bambino mi ha detto “Vorrei andare
a trovare mamma. Chissà se verrà per Natale. Mi arrabbio quando qualcuno la nomina”. La
bambina invece, mentre la prendevo sotto braccio in un modo particolare, mi ha detto “Così ci
prendeva mamma, io a destra e mio fratello a sinistra, per farci andare veloce sui pattini”. Invece
la ragazzina, molto restia nel parlare della mamma e fortemente contrariata riguardo al suo
comportamento degli ultimi tre anni, mi ha spontaneamente voluto insegnare come si fanno le
orecchiette dicendomi: ”Io e mamma quando ero piccola passavamo le ore sedute insieme a fare le
orecchiette. Lei me l’ha insegnato”. Sono espressioni che decontestualizzate possono sembrare
normali, ma personalmente so di quanto valore e peso emotivo sono cariche e il poterle esprimere
in un contesto di gruppo e con la tranquillità di non sentirsi giudicati, credo sia il frutto di un
ambiente sereno, affettivo e personalizzato che è proprio quello che si è creato nel laboratorio.
C. TATAMARO
La visita guidata del 27/12/11 al Presepe vivente di Pezze di Greco suggestivo da vedere proprio
nel periodo natalizio, molto importante per la spettacolarità della “messa in scena” che sa mixare
egregiamente la cultura contadina con quello spirito religioso tipico delle comunità rurali è stata
senza dubbio un’iniziativa utile a consolidare i rapporti tra tutti gli utenti che hanno preso parte
spontaneamente e con entusiasmo alle iniziative proposte dagli operatori del progetto. Importante
inoltre è stata la collaborazione tra adulti e minori. Fondamentale è stato per il nucleo seguito da
Antonetta il supporto fisico di Lucia nel trasportare il passeggino del piccolo M. per percorrere il
tortuoso itinerario che offre ai turisti una serie di anfratti, grotte formate da una serie di ambienti
legati tra loro, in tutto venti “tappe” lungo le quali si possono incontrare gli stazzi degli animali, la
bottega o il forno, oppure personaggi tipici come il massaro, il fabbro, il casaro, l’immancabile
falegname e lo speziale (un professionista che ricopriva spesso il ruolo di farmacista e dunque
anche di dottore), ma anche erborista, commerciante e qualche volta mago e confidente tutti
luoghi e personaggi suggestivi assolutamente da non perdere. L’augurio è di poter consolidare
sempre più il servizio per aumentare le attività/iniziative e permettere a un numero maggiore di
utenti di parteciparvi. A fine progetto durante la “breve festa finale” ho rilevato durante la
proiezione del DVD fotografico la soddisfazione rispetto le attività svolte all’interno del laboratorio
e la curiosità di rivedersi ritratti nei momenti più divertenti ed impegnativi delle attività. T. MILANO
Abbiamo cercato e cercheremo in futuro, attraverso queste attività, di riattivare le risorse
necessarie a creare relazioni affettive positive tra e per le famiglie, si cercherà di ricostruire le loro
reti di appartenenza familiare, di recuperare le connessioni con le reti territoriali. Sostenere le
famiglie per un lavoro sull’isolamento sociale, significherà utilizzare le occasioni spontanee e
naturali, riportando i genitori a scuola, presso i servizi, nelle parrocchie, nelle associazioni o tra i
genitori dei compagni di scuola dei loro figli; significherà proporre occasioni ad hoc come i “gruppi
genitori”, come le cene etniche, come le serate a tema; portare le proposte del territorio dentro le
famiglie.
C)SPORTELLO MEDIAZIONE FAMILIARE ( a cura di Angela LACITIGNOLA)
L’esperienza triennale ormai, sul territorio, caratterizzato dalla convivenza di culture diverse, da
problematiche abitative rilevanti, dalla situazione di indigenza in cui si trovano molte famiglie
residenti, ha richiesto di attuare “mediazioni in situazioni di crisi”, in nuclei familiari
multiproblematici, in casi spesso ritenuti, dalla teoria della mediazione familiare tradizionale,
“non–mediabili”, in quanto le parti in tali casi difficilmente arrivano ad un accordo. Può trattarsi di
una famiglia in cui sia il padre che la madre hanno una diagnosi di psicosi, oppure la madre soffre
di depressione ed il figlio esprime un comportamento aggressivo e violento. Questo tipo di
richiesta espressa da un territorio difficile ha alimentato le potenzialità innovative del servizio,
facendo apprendere nella prassi che ogni territorio esprime l’esigenza di una propria forma di
mediazione familiare. Lo sviluppo del servizio richiede, dunque, una risposta continua alle nuove
richieste del territorio, mediante l’individuazione di modalità e tecniche di mediazione innovative,
che tengano conto dei tempi che cambiano, dei contesti familiari mutati e di un previsto e diffuso
aumento del disagio. E’ chiaro che la mediazione familiare, in tali condizioni, diviene sperimentale,
terreno di ricerca, per far fronte a situazioni conflittuali “borderline”, che fino ad oggi si è preferito
non affrontare per prevedibile scarsità di risultati. Come più volte ribadito in altre relazioni,
l’incremento di accesso agli sportelli e quindi all’utilizzo del percorso di mediazione necessita una
informazione e sensibilizzazione capillare che passa attraverso varie azioni: incontri pubblici,
formazione operatori, laboratori a scuola, incontri in parrocchia ecc. In questo periodo sono
diverse e diversificate le azioni di sensibilizzazione sul territorio che ci fanno ben sperare in un
aumento del numero di utenti allo sportello di mediazione per accesso diretto. Continua il flusso
incrociato delle persone che per evitare il controllo sociale esistente in alcuni uffici pubblici
preferisce rivolgersi allo sportello del comune più vicino a quello di residenza.
Una sottolineatura merita il lavoro di èquipe (operatori del progetto e assistenti sociali) svolto su
tutti i casi che permette una lettura più ampia e multidisciplinare del bisogno. Il confronto
continuo con le assistenti sociali sta permettendo una condivisione di azioni e una maggiore
motivazione al lavoro sinergico anche da parte di chi fino ad ora aveva resistenze verso tale tipo di
intervento.
Quando i casi sono altamente conflittuali e la guerra è già cominciata in Tribunale sembra
inevitabile la mediazione anche tra avvocati. In un caso si sono rifiutati di depositare l’accordo
(firmato) in Tribunale perché “ non approvavano le condizioni sfavorevoli” a loro avviso, per i
clienti, innescando meccanismi di sfiducia tra le parti mediate e rischiando di immettere nuovo
carburante al sistema “conflitto”. Tre anni di incontri sul territorio sul tema della mediazione sono
stati sufficienti a sensibilizzare una parte minima di avvocati.
Diversi i colloqui risolti in un'unica seduta aventi argomenti inerenti la scuola e i rapporti che si
sviluppano all’interno della stessa: genitori-insegnante, insegnanti-docenti, tra docenti. Sta
cominciando a prendere piede tra gli abitanti del territorio,
il considerare lo sportello come uno spazio in cui è possibile riflettere sui diversi conflitti (punto di
forza).
Mentre il mese di settembre ha visto poca affluenza allo sportello, il mese di ottobre ha registrato
un netto aumento tanto che diverse coppie vengono seguite ogni 15 giorni., trattasi perlopiù di
persone seguite nella vecchia progettualità fatta eccezione per alcuni casi complessi inviati dal
servizio sociale. Il poco adeguato impegno dei padri e degli ex mariti nei percorsi di mediazione è
determinate per l’esito del percorso. Il peso economico degli alimenti diventa sempre più gravoso
per i padri in cassa integrazione o che hanno perso il lavoro. La frustrazione porta loro a rinunciare
al percorso di mediazione (anche in seguito alla rinuncia da parte dell’altro coniuge di una quota
degli alimenti). Spesso alla donna non rimane che esperire la denuncia pur sapendo che in caso di
assenza di reddito e di proprietà dell’ex coniuge, l’azione giudiziaria non avrà alcun esito se non
quello di gravare ulteriormente sul bilancio economico di entrambi.
Sportello di mediazione nel Comune di Casamassima (a cura di Antonella Sisto)
Durante questo trimestre, si è ritenuto necessario riprendere l’attività di divulgazione del
materiale informativo riguardante gli orari degli sportelli situati in tutto l’ambito.
Sul territorio di Casamassima la divulgazione ha coinvolto diversi attori: Asl, scuole elementari,
materne, parrocchie e anche altre realtà associative presenti nel comune. In questo arco di tempo,
lo sportello invece ha vissuto un momento stazionario, riguardo agli utenti pervenuti. In totale
sono stati seguiti 4 nuclei familiari, dei quali 2 hanno interrotto il percorso di Mediazione Familiare
a causa del sopraggiungere di un nuovo lavoro.
Punti di forza: Il ruolo dello sportello ha una visibilità maggiore rispetto agli anni precedenti
Punti di debolezza: Difficoltà degli invii da parte degli operatori del Servizio Sociale e Consultorio
- Difficoltà degli utenti ad accedere allo sportello per gli orari esclusivamente posti nelle ore
mattutine.
Sportello di mediazione nel Comune di Gioia del Colle (a cura di Antonella Sisto)
Anche sul territorio di Gioia del Colle, in questi tre mesi, si è riaperta l’attività di sensibilizzazione
riguardo agli orari degli sportelli sia di Mediazione Familiare che quello del Sostegno alla
Genitorialità, presenti sui 4 Comuni dell’ambito. Il materiale è stato distribuito in tutti i circoli delle
scuole elementari, medie, materne, parrocchie e studi medici, non escludendo altri luoghi presenti
nel comune frequentati da famiglie.
L’obiettivo di tale attività, ha come fine quello di portare a maggiore conoscenza le famiglie degli
sportelli presenti sui vari territori affinché ci siano più accessi presso i servizi. In questo trimestre
lo sportello ha seguito in totale 3 nuclei familiari;1 dei quali ha interrotto il percorso per essere
inserito invece presso lo sportello di Sostegno alla Genitorialità.
Punti di forza: Grande partecipazione da parte degli Assistenti sociali del territorio, attraverso
momenti di confronto sui casi seguiti.
Punti di debolezza: Bisogna intensificare gli invii anche da parte degli altri operatori del territorio.
SPORTELLO DI SOSTEGNO PSICOLOGICO (a cura di Domenico Bianco)
Il servizio di consulenza psicologica, è stato attivo su appuntamento il mercoledì mattina dalle 9.00
alle 13.00 ma per venire incontro alle esigenze dell’utenza in questi mesi è stato spesso attivo
anche il mercoledì pomeriggio. Chiunque poteva richiedere un appuntamento direttamente allo
psicologo o attraverso la mediazione del servizio sociale della circoscrizione.
Le principali motivazioni per cui è stata formulata una richiesta di sostegno psicologico:
Problematiche legate all’autostima;
Problematiche legate al rapporto conflittuale con i figli;
Problematiche legate al rapporto conflittuale nella coppia;
Problematiche legate al rapporto conflittuale con i genitori;
Crisi d’ansia;
Depressione;
Disturbi nella percezione corporea;
Problemi psichiatrici;
Solitudine;
Problemi nel ritmo sonno/veglia;
Difficoltà nella gestione dell’aggressività;
Difficoltà nel comprendere la fragilità di un figlio;
Gestione dei vissuti legati a un tradimento extra coniugale;
Conflitti legati alla gestione dei figli dopo la separazione;
Difficoltà nel gestire un progetto di affido familiare
Conflitti religiosi e scelte di vita
Difficoltà nel costruire un progetto di vita
Difficoltà nell'accettazione della scuola di figli adolescenti
In questi mesi le persone coinvolte in attività di sostegno psicologico sono state 30, (5 nuovi
utenti) un utente è seguito in via eccezionale nel comune di Turi.
Si è sempre cercato di lavorare per offrire accoglienza servizi e proposte aggregative in una logica
di normalità, rivolgendoci non a un target definito di utenti provenienti unicamente da contesti
sociali disgregati, ma lavorando in modo prioritario sul disagio della normalità. In questi mesi è
stata avviata una collaborazione con il consultorio familiare di Gioia attraverso la condivisione e
presa in carico di alcuni casi in sinergia tra servizi sociali e sportello di consulenza e consultorio
familiare.
MAGGIORI PUNTI DI FORZA:
L’accesso diretto dell’utenza al servizio;
la strategia dell’aggancio attraverso il sito di famiglie accoglienti e i seminari formativi;
il lavoro di rete.
L’integrazione con le altre figure professionali del progetto, in questi mesi è stata infatti
intensificata la collaborazione con il servizio sociale del comune di Gioia del Colle, in rete con il
consultorio familiare, inoltre sono stati avviati i primi contatti con il servizio d'igiene mentale nella
condivisione di un caso segnalato allo sportello.
MAGGIORI PUNTI DI DEBOLEZZA:
Le numerose richieste di consulenza. Spesso la forte domanda di consulenza rende difficile fissare
appuntamenti con cadenza settimanale.
I locali a disposizione sono sufficientemente idonei ma non autonomi, quando i servizi sociali sono
chiusi bisogna sempre telefonare per evitare che la porta interna dello sportello qualcuno la vada
ad aprire, questo spesso impedisce di fissare con tranquillità appuntamenti pomeridiani perché c’è
sempre il rischio di rimanere chiusi fuori.
Sportello di Sostegno alla Genitorialità del Comune di Turi (a cura di Maria Silvia D’Antona)
Comune di Turi
Dott.ssa Silvia D’Antona
Le richieste e i successivi accessi allo sportello di sostegno alla genitorialità nel trimestre preso in
esame sono stati numerosi e sono andati anche oltre le ore settimanali previste per ogni Comune.
Ciò ha determinato, in particolar modo per il Comune di Turi, una lista di attesa per gli utenti
anche di tre settimane e quando è stato possibile, al fine di evitare attese così lunghe, alcuni
appuntamenti sono stati dirottati su altri sportelli utilizzando comunque le ore a mia disposizione.
Analizzando la situazione nello specifico posso affermare che presso il Comune di Turi l’attività di
sportello da quando è stata avviata ad oggi non ha conosciuto tregua è il Comune dove si registra
la maggiore richiesta anche oltre il monte ore a mia disposizione. Le situazioni attualmente in
carico sono 13. Molte situazioni sono state da me ereditate dalla precedente progettualità, alcune
hanno in attivo anche il progetto di educativa domiciliare. In questi ultimi casi così come stabilito
dall’UdP l’attività di sportello è relativa al sostegno e ascolto della famiglia di origine.
La maggior parte delle situazioni sono state inviate dai Servizi Sociali e riguardano problematiche
di coppia separate o in fase di separazione, con difficoltà a gestire i figli solitamente giovani
adolescenti; un paio di situazioni sono state segnalate dalla scuola e il lavoro da fare riguarda il
nucleo familiare; in una situazione è presente un disturbo di natura psichiatrica di un componente
familiare e conseguentemente è coinvolto l’intero nucleo familiare.
Si registra in questo territorio un notevole disagio legato alla dipendenza da bevande alcoliche.
Utile in questo Comune si è rivelato il lavoro di rete e di continuo confronto su ogni singolo caso
con l’assistente sociale di riferimento, con la quale si concorda anche il piano di intervento. A ciò si
aggiungono poi gli incontri di verifica oltre che con gli assistenti sociali, anche con la consulente di
sportello di mediazione familiare e l’area di educativa domiciliare, con i relativi educatori e home
maker. C’è da aggiungere che anche qualche educatore e/o home maker ha fatto richiesta di
accesso allo sportello per discutere qualche problematica nata all’interno della famiglia in cui
opera.
Per quanto riguarda questo Comune importante è anche il confronto con la consulente di
mediazione familiare con la quale condividiamo una giornata di sportello, ciò consente un veloce
ma utile scambio di opinioni e sostegno su alcuni casi seguiti in parallelo sui due sportelli.
Lo sportello di sostegno alla genitorialità e sostegno psicologico nel trimestre in considerazione ha
supportato un’utenza che numericamente va al di là delle ore settimanali a disposizione. La
maggior parte delle situazioni sono state avviate nel precedente trimestre ma a queste si sono
aggiunte altre segnalate dalle Assistenti Sociali di riferimento e dalla scuola media presente sul
territorio.
Le richieste hanno alla base motivazioni relative a difficoltà coniugali, difficoltà di svincolo,
difficoltà nella gestione di figli piccoli o adolescenti, supporto familiare per l’avvio di un progetto di
affido familiare, sostegno e monitoraggio delle competenze genitoriale in una situazione ove è
stata disposta la collocazione dei figli minori in Comunità, problematiche relative all’abuso di
alcool, problematiche di natura psichiatrica.
Gli incontri a seconda del problema emerso sono incontri individuali, di coppia e familiari.
PUNTI DI FORZA:
Il lavoro di rete, confronto con le altre figure coinvolte nel progetto quali educatrici, home maker e
assistenti sociali, insegnanti della scuola media.
PUNTI DI DEBOLEZZA:
Assenza di un confronto con gli altri Servizi Territoriali quali Consultorio e Ser.T., confronto che a
volte sarebbe utile per la gestione sinergica di alcune situazioni.
Sportello di Sostegno alla Genitorialità nel Comune di Casamassima (a cura di Maria Silvia
D’Antona)
Presso questo territorio lo sportello di sostegno alla genitorialità e sostegno psicologico ha ripreso
a funzionare attivamente e in maniera integrata con l’attività delle due Assistenti Sociali presenti
ora su questo territorio che indirizzano allo sportello l’utenza. Le due scuole elementari presenti
sul territorio iniziano ad utilizzare il servizio indirizzando presso lo sportello i genitori che a loro
avviso necessiterebbero di un supporto o sostegno psicologico, a volte però si rende necessario
inviare questi stessi genitori presso altri servizi più utili alla problematica emersa.
Fondamentale in ogni caso è il confronto e la progettazione di interventi su più fronti come ad
esempio l’attivazione oltre che del sostegno psicologico anche di un progetto di educativa
domiciliare e/o l’intervento del Consultorio, attivato per alcuni casi specifici e/o del Centro Cristo
Re attivo sul territorio.
La scuola media non ha attivato alcun tipo di collaborazione o richiesta di intervento.
Nuove situazioni sono state segnalate dalle Assistenti Sociali in questo trimestre. I casi seguiti sono
aumentati e gli incontri sono individuali, di coppia e familiari.
Le principali motivazioni per cui è stato richiesto il sostegno psicologico sono difficoltà coniugali,
difficoltà legate alla gestione di figli piccoli o figli adolescenti in seguito a separazioni coniugali,
elaborazione di lutti, depressione, ansia, supporto a genitori naturali con figli in affido familiare,
monitoraggio delle competenze genitoriali con provvedimento del T.M.
PUNTI DI FORZA : lavoro di rete e sensibilizzazione, iniziale integrazione con altre figure
professionali presenti sul territorio
PUNTI DI DEBOLEZZA: Territorio multiproblematico che porta un notevole carico di lavoro alle
Assistenti Sociali con conseguente difficoltà di verificare l’andamento degli interventi attivati.
Sportello di Sostegno alla Genitorialità nel Comune di Sammichele di Bari (a cura di Maria Silvia
D’Antona)
Il servizio di sostegno alla genitorialità anche presso questo Comune funziona attivamente, la
maggior parte delle situazioni in carico hanno in attivo anche un progetto di educativa domiciliare.
Sono situazioni inviate direttamente dall’Assistente Sociale di riferimento.
La motivazione principale è il sostegno alla genitorialità: solitamente sono nuclei familiari che
portano come richiesta principale problematiche legate al lavoro, o economiche in genere, ricerca
di una casa, richiesta di contributi economici. Il lavoro è orientato prevalentemente a tirar fuori e
utilizzare le risorse presenti in loro e modificare la logica assistenziale.
Una situazione arrivata allo sportello in questa trimestralità prevede il coinvolgimento anche degli
operatori del progetto “Incontrarsi a Sud” in quanto il nucleo familiare in questione è
extracomunitario con problematiche di natura penale relative al figlio minorenne. Il nucleo è poco
integrato nel territorio con difficoltà nella comprensione della lingua italiana oltre che della
cultura, tradizione e legislatura.
PUNTI DI FORZA: Incontri di verifica con le professionalità presenti sul territorio e quelle coinvolte
anche in altri progetti di ambito.
PUNTI DI DEBOLEZZA: Resistenza da parte del territorio a fidarsi e affidarsi a nuove
professionalità, fatica da parte del servizio a seguire e stare dietro alle numerose difficoltà e
problematicità portate dall’utenza.
D)AZIONI TRASVERSALI E DI SISTEMA:LABORATORI DI SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’ E
MEDIAZIONE FAMILIARE
Attività seminariali
Il laboratorio ergoterapico sulla manipolazione del cuoio era rivolto a un piccolo gruppo di minori
dei comuni dell'ambito. I minori sono stati 7, alcuni seguiti dal servizio di educativa domiciliare ed
è stato strutturato in 4 moduli pomeridiani con cadenza settimanale nel mese di luglio.
Per quanto riguarda l’attività di manipolazione:
è stata posta particolare attenzione ai tempi di apprendimento individuali dei minori, portando
l’intero gruppo alla realizzazione dei singoli prodotti (borselli, portachiavi, ecc.), attraverso microazioni, accessibili a tutti i minori, e ponendo particolare attenzione alla scelta degli articoli da
realizzare o dei materiali da utilizzare, in sintonia con le capacità espresse dal gruppo e con
difficoltà crescenti.
Per esempio la realizzazione di un borsellino nella sua semplicità prevede numerose fasi:
Definizione delle dimensioni
Il disegno del modello
L’uso delle forbici per ritagliare il modello nei suoi componenti
L’allineamento dei singoli pezzi
La fase di incollaggio
La fase di foratura
La fase di cucitura
La scelta della chiusura la sua realizzazione e applicazione
La percezione estetica del prodotto finale, la correzione di eventuali difetti e l’eventuale
decorazione
Ognuna di queste fasi comporta numerosi processi d’apprendimento su un piano tattile, spaziale,
cognitivo, ed emotivo. La possibilità di percepirsi efficaci nella realizzazione di tutte queste fasi
può portare a una esperienza emozionale correttiva sul piano della percezione di sé e
dell’autostima .
Se proviamo a esaminare queste singole fasi nel dettaglio si può notare che per esempio, la
definizione delle dimensioni, comporta il confronto con le percezioni individuali dello spazio, (per
molti minori manca la percezione spaziale della differenza tra 10 centimetri o 30 centimetri).
Comporta l’utilizzo della riga e la conoscenza del centimetro. Il disegno del modello, porta a
confrontarsi con la trasposizione spaziale su carta di una idea , lasciando spazio alla creatività
individuale, ma al contempo permette di dare concretezza a una immagine spaziale. L’uso delle
forbici per ritagliare il modello nei suoi componenti, permette di confrontarsi con la frustrazione
quando per esempio il taglio è disarmonico, ma contemporaneamente il confronto con questa
frustrazione, essendo una semplice sottofase di un processo più complesso non porta a
l’abbandono del compito, cronicizzando la frustrazione, ma favorisce l’apprendimento attraverso
un processo per prove ed errori. L’allineamento dei singoli pezzi, spesso porta alla percezione
realistica della disarmonia. Anche questa fase può generare frustrazione, quando per esempio i
vari pezzi non collimano, crediamo però siano frustrazioni realistiche e sane, perché permettono di
confrontarsi su un piano di realtà con i risultati della propria azione, (crediamo che in queste
esperienze sia fondamentale non attivare mai un giudizio di merito sulla qualità dell’azione per
esempio il taglio, rinforzando il minore sulle sue capacità, evitando confronti tra i minori e
trasmettendo fastidio o nervosismo,). In questa sottofase può essere utile far notare senza
colpevolizzazioni la disarmonia poiché la critica costruttiva , non cade nel vuoto ma può essere
elaborata dal minore in modo realistico. (Crediamo sia importante in queste fasi offrire sempre
una soluzione riparativa es. se smussi quell’angolo le parti collimano, o prova a ritagliare la base
del borsellino, in un clima accettante e non distruttivo). La fase di incollaggio, può aiutare al
rispetto dei tempi, aspettare dieci minuti dall’applicazione della colla, all’incollaggio delle parti,
per molti minori è estremamente difficile (aspettare è molto importante nelle colle per pelli,
perché permette una buona prestazione del prodotto). Il non rispettare questi tempi tecnici porta
i minori a confrontarsi in modo realistico con una pessima riuscita dell’operazione d’incollaggio,
costringendosi a ripetere l’operazione, con nuovi tempi di attesa.
La fase di foratura, permette di confrontarsi con strumenti nuovi per i ragazzi (il punzonatore, il
torchietto, strumenti che in genere sono utilizzati con entusiasmo dai minori). L’uso di questi
strumenti che su un piano tecnico funzionano come delle leve vantaggiose, richiedono una abilità
nell’uso che una volta appresa comporta notevole soddisfazione. La fase di cucitura, processo
elementare per una persona adulta, è spesso innovativa per i minori e richiede metodo e
concentrazione con difficoltà crescenti (es passare da una cucitura in linea dritta a una cucitura a
croce). La fase di cucitura come sottofase di un processo più complesso, non permette errori
irreversibili, di fronte a un errore basta tornare indietro. Questa fase nel percorso laboratoriale, è
l’occasione per far notare in modo costruttivo eventuali dissonanze su un piano manipolativo,
poiché il ricominciare di fronte a un errore non porta frustrazione o l’eventuale abbandono del
compito. La scelta della chiusura la sua realizzazione e applicazione. La percezione estetica del
prodotto finale, la correzione di eventuali difetti e l’eventuale decorazione. Sono tutte fasi che
favoriscono l’apporto creativo dei minori, stimolano il gusto estetico, ma soprattutto permettono
ai minori di confrontarsi con un prodotto finale, che gratifica l’impegno e il tempo dedicato al
processo. Il laboratorio, non avendo l’obiettivo di creare futuri artigiani, è stato progettato come
un intervento di tipo ergoterapico, che, traducendo la creatività in strumento educativo, ha mirato
a:
stimolare e potenziare la creatività dei ragazzi,
rafforzare e sviluppare la fiducia reciproca e lo spirito di cooperazione tra i pari
potenziare le capacità manipolative
sviluppare l’autostima
Tutti i minori coinvolti sono stati contenti dell'esperienza laboratoriale e hanno verbalizzato il
desiderio di continuare il laboratorio a settembre.
Laboratori sulla genitorialità ( a cura di Ferdinando De Muro per i territori di Turi e Sammichele)
La prima fase del periodo in questione rappresenta l’avvio di una serie di attività sospese durante
la pausa estiva. Questa modalità è tipica dei principali interlocutori/intermediari dei laboratori
sulla genitorialità quali le scuole, le parrocchie, le associazioni del privato sociale.
Si è trattato, dunque, di un periodo di ripresa dei contatti ed esperienze avviate, per realizzare una
progettazione esecutiva specifica.
Uno dei frutti di questa progettazione è stato l’avvio di un laboratorio sulla genitorialità presso
l’Istituto comprensivo di Sammichele di Bari. Una componente significativa delle partecipanti (in
questo momento, mamme di alunni dell’Istituto) ha partecipato alla scorsa edizione del progetto;
soddisfatte della precedente esperienza, hanno deciso di ripeterla condividendo il fatto che
occorre “mettersi in gioco”.
I temi emersi durante il laboratorio, possono essere così riassunti:
- concentrazione sulla mamma della responsabilità dell’educazione dei figli;
- l’intensa associazione “bravo bambino” (dunque) “brava mamma”;
- l’invasione di campo da parte di figure esterne al nucleo familiare “naturale”.
Le attività laboratoriali proseguiranno sottolineando il collegamento con gli altri servizi sul
territorio in modo da offrire reali possibilità per coloro che intendono migliorare il proprio stile
educativo.
Laboratori sulla genitorialità (a cura di Pasqua Demarco)
Le attività messe in campo nel trimestre di riferimento( Settembre-Novembre 2011) hanno
riguardato attività laboratoriali rivolte sia al sistema scuola del territorio, ad operatori del sistema
integrato dei servizi, al sistema territoriale informale e istituzionale.
1. sistema scuola Laboratori formativi “Educativa domiciliare: una risorsa per chi ?” 2^ parte
È stato realizzato la seconda parte del Laboratorio formativo per operatori del pubblico e del
privato sociale dell’ambito territoriale di riferimento, dal titolo “Educativa domiciliare: una risorsa
per chi?” in data 26 ottobre 2011 presso la sala De Deo di Gioia del Colle. Questa seconda giornata
ha avuto come obiettivo primario la riflessione partecipata di tutti gli attori del progetto sulla
definizione condivisa di obiettivo, elemento fondamentale in ogni progettazione educativa.
Condividere gli obiettivi in una èquipe multidisciplinare e integrata pubblico privata risulta essere
passaggio fondamentale per il pieno raggiungimento degli stessi: “ Che ora è un obiettivo?”. Ecco
la domanda posta al gruppo di lavoro che si è confrontata sulle diverse tipologie di definizione a
partire dal proprio percorso formativo ed professionale. A seguire si è lavorato sulla
contestualizzazione degli obiettivi e quindi su i possibili obiettivi del servizio di educativa
domiciliare a partire dalle risorse concrete genericamente identificate sia per la tipologia di utenza
sia per risorse umane attive sui progetti integrati. Ecco quindi che ciascun partecipante ha dato un
proprio punto di vista sugli obiettivi possibili, a partire da criteri condivisi: chiari, significativi,
raggiungibili, tempificabili e misurabili.
La partecipazione degli operatori sia del pubblico che del privato è stata significativa soprattutto in
termini di disponibilità al confronto. Non sono mancati punti di vista diversi sulle tipologie di
obiettivi possibili, a volte la difficoltà a prefigurare possibili evoluzioni degli obiettivi in fase di
progettazione, porta a sottovalutare in termini di esito la reale raggiungibilità degli obiettivi stessi
soprattutto in tempi definiti. È stata programmata un’altra giornata di lavoro per gennaio 2012 sul
sistema di monitoraggio e valutazione dei progetti.
Il laboratorio è stato cooprogettato con la funzione del Responsabile Tecnico di progetto e
Coordinatore dei Servizi domiciliari Gianvito Schiavone e realizzato e condotto da Pasqua Demarco
- counselor ed esperta di servizi educativi domiciliari per minori e famiglia e Ferdinando De Muro –
counselor e esperto di progettazione sociale.
Laboratorio formativo per genitori
“Il linguaggio dell’Io e il linguaggio del tu. Riconoscere i sentimenti nella comunicazione genitori –
figli”.
A seguito del lavoro di rete sul territorio è stato programmato e avviato nella realizzazione un
laboratorio formativo per genitori, in collaborazione con la parrocchia dell’Immacolata di Lourdes
di Gioia del Colle.
Tale percorso ha compreso 6 incontri di 2,5 h una volta a settimana ogni mercoledì dalle
17.30/20.00. Il primo incontro è stato il 9.11.’11 su “Il linguaggio dell’Io e il linguaggio del tu.
Riconoscere i sentimenti nella comunicazione genitori – figli” e si concluderà il 14 dicembre 2011.
Il percorso è stato promosso nella rete delle parrocchie, vi è stata una buona partecipazione di
genitori. Questa prima giornata ha visto la raccolta delle aspettative che hanno riguardato il
bisogno di confronto, il desiderio di comprendere e fronteggiare determinati comportamenti
soprattutto nei figli adolescenti, il desiderio di avere conferme sul proprio agire educativo. È stato
importante orientare la discussione sull’analisi dei bisogni emotivi propri e dei propri figli e su
come questi bisogni vengono espressi e comunicati reciprocamente, quale spazio contiene tale
incontro/ scontro.
(Di seguito il programma. Tutti gli incontri hanno durata di tre ore dalle 17 alle 20).
Programma
1.. “Il linguaggio dell’Io e il linguaggio del tu. Riconoscere i sentimenti nella comunicazione genitori
– figli”, Pasqua Demarco, counselor. 9/11/2011
2.“La costruzione dell’identità nella preadolescenza. Tra fragilità e bisogno di
autonomia”,Domenico Bianco, psicologo e psicoterapeuta. 16/11/2011
3. “La comunicazione in famiglia e la gestione dei conflitti”, Paolo Danza, mediatore dei conflitti e
counselor. 23/11/2011
4.“Il rispetto delle regole - il no che aiuta a crescere”, Domenico Bianco, psicologo e
psicoterapeuta.30/11/2011
5. "Miti, valori, contratti, aspettative dai nostri avi: esserne consapevoli per costruire la famiglia
con maggiore libertà", Paolo Danza,mediatore dei conflitti e counselor. 7/12/2011
6.”Né con le buone né con le cattive. L’ascolto e l’empatia come tracce per comunicare meglio tra
genitori e figli”, Pasqua Demarco, counselor. 14/12/2011
Laboratori sulla mediazione dei conflitti ( a cura del Dott. Paolo Danza)
Sede : Gioia del Colle
Il 7 dicembre ho facilitato, presso la Parrocchia “Maria di Lourdes”, l’incontro "Miti, valori,
contratti, aspettative dai nostri avi: esserne consapevoli per costruire la famiglia con maggiore
libertà". Tale incontro è inserito nel percorso che ha avuto avvio da novembre destinato a genitori
e che ha visto la facilitazione del sottoscritto, Pasqua De Marco e Mimmo Bianco.
L’incontro è iniziato con il ricordo di Mimmo Bianco, scomparso pochi giorni prima; il mercoledì
precedente aveva condotto lui stesso un incontro con i genitori. La commozione e lo stupore sono
stati forti e sia il sottoscritto, sia i presenti hanno faticato inizialmente a entrare nel tema.
Si è poi proceduto al laboratorio con la rappresentazione del “Genogramma familiare” e la
successiva narrazione in gruppo. I presenti hanno potuto rendersi conto di quanto la famiglia di
origine trasmetta valori, compiti, stili educativi, ruoli, emozioni, stili comunicativi e di quanto essi
possono influire sulle modalità educative verso i propri figli. La consapevolezza di tale bagaglio
consente un relazione più appropriata con i ragazzi. Nella prima parte i partecipanti hanno
disegnato il proprio albero genealogico, nella seconda parte, chi ha voluto, ha parlato delle proprie
radici familiari con la facilitazione del formatore e gli interventi di feed back degli altri partecipanti.
L’incontro si è svolto in un clima molto caloroso ed empatico e gli interventi tra i partecipanti ( 10
persone)sono stati molteplici.
Nelle mie due docenze in tale corso ho potuto prendere atto del forte interesse e della
motivazione degli intervenuti agli incontri, dei confronti rispettosi tra essi. Nel primo incontro, ho
però potuto notare un punto debole: alcuni partecipanti andavano via prima per varie ragioni
personali (ad es. il bambino da andare a prendere da calcio o perché bisogna andare a Messa) o
qualcuno che arrivava in ritardo per gli stessi motivi.
Raccomandai al gruppo che nell’incontro successivo avrei gradito una presenza assidua durante
l’intero svolgimento per non pregiudicare quel clima di fiducia che le entrate-uscite dal gruppo
inevitabilmente alterano. Nel secondo incontro si sono presentate meno persone ma sono rimaste
durante tutto il laboratorio.
Laboratori sul sostegno alla genitorialità ( a cura del Dott. Ferdinando De Muro)
Nel mese di dicembre si è concluso il Laboratorio per i genitori avviato nella precedente
trimestralità presso l’Istituto comprensivo di Sammichele di Bari. Sebbene il numero di
partecipanti sia stato contenuto, devo dire che è apparso alto il livello di coinvolgimento (un
indicatore è dato dal numero costante di presenze). Le attività laboratoriali di questo periodo
hanno sottolineato il collegamento con gli altri servizi sul territorio ed i punti di forza e di
debolezza che essi presentano.
Nel trimestre in questione, grazie al lavoro di networking della Coordinatrice di Area, ho avviato un
laboratorio presso l’Istituto Comprensivo “Resta” di Turi che ha come destinatari i docenti di due
sezioni della Scuola Media.
Obiettivo del laboratorio è quello di migliorare il livello di comprensione e le modalità relazionali
all’interno del gruppo classe. L’approccio teorico che è stato e sarà utilizzato nel laboratorio è
quello ecologico (ed in particolare i contributi di Bronfrenbrenner) con il recupero della
prospettiva socio-culturale di Vygotskij e di quella gestaltica di Lewin. L’intenzione è quella di
sottolineare la rilevanza dei microsistemi in cui ciascuno è inserito in una prospettiva di crescita ed
evoluzione integrata e funzionale. Nel complesso ho registrato un buon livello di coinvolgimento
del gruppo dei docenti ed in particolare:
− una costante presenza (i docenti si sono presentati sia nel primo che nel secondo incontro);
− mantenimento della partecipazione (non si registrano significativi “sfilacciamenti” in coda alla
giornata di formazione);
− interesse al tema (con richiesta di domande di chiarificazione ed approfondimento).
2) È stato avviato un percorso consulenziale presso la scuola primaria Marconi di Casamassima,
per facilitare l’inserimento a scuola di un minore, che presentava difficoltà a lasciare la figura
familiare di riferimento, madre o nonna, al momento dell’ingresso presso l’istituto scolastico. Tale
situazione ha creato importati problemi gestionali per il corpo docente. Dopo alcuni incontri
preliminari di èquipe integrata con il direttore didattico, le insegnati e l’assistente sociale, è stato
avviato un percorso di consulenza e confronto con le insegnati referenti per individuare delle
strategie condivise affinché il bambino riuscisse a vivere tale fase con minore ansia e difficoltà, in
sinergia anche con i referenti dei servizi sociali territoriali. Al momento gli esiti sono positivi, con
una progressiva diminuzione degli episodi critici, fino ad diventare quasi nulli.
3) E’ stato realizzato un incontro di progettazione partecipata con i genitori dell’Asilo Nido
comunale di Gioia del Colle, in data 13 dicembre 2011, per raccogliere i bisogni formativi delle
famiglie e quindi per progettare un percorso laboratoriale per genitori. Tale incontro ha portato
alla stesura di un programma di 4 incontri che saranno realizzati a partire dal 14 marzo per
concludersi il 26 aprile 2012.
Sistema territorio
1. Laboratorio formativo per genitori
A seguito del lavoro di rete sul territorio è stato programmato e avviato nella realizzazione un
laboratorio formativo per genitori, in collaborazione con la parrocchia dell’Immacolata di Lourdes
di Gioia del Colle.
Tale percorso ha compreso 6 incontri di 2,5 h una volta a settimana ogni mercoledì dalle
17.30/20.00. L’ultimo incontro si è tenuto il 14 dicembre 2011, con “ Né con le buone né con le
cattive. L’ascolto e l’empatia come tracce per comunicare meglio tra genitori e figli”. Si è
lavorato sulla comunicazione empatica tra generazione oltre che sui modelli educativi che le
regole vogliono trasferire di generazione in generazione, sui propri sistemi valoriali. In merito alla
valutazione dell’intero percorso vi è stato un forte riconoscimento del lavoro svolto sia in termini
di competenze espresse sia in termini di utilità rispetto al proprio ruolo genitoriale. La
partecipazione è stato buona e ha permesso di programmare insieme un incontro di
sensibilizzazione all’affido da realizzarsi nel mese di gennaio 2012.
L’ultimo incontro è stato condotto da Pasqua Demarco: counselor e facilitatore della
comunicazione Danza e Pasqua Demarco).
A cura di Pasqua Demarco
Il 6 giugno 2011 si è concluso il laboratorio “La formazione tra supervisione e partecipazione”
rivolto alle educatrici del nido comunale di Gioia del Colle, e si è lavorato sulle emozioni nei
contesti educativi a partire dalle tracce autobiografiche di eventi emotivi significativi che hanno
costruito tracce di significato nella propria vita di relazioni personali e lavorative. Il gruppo d’aula
ha partecipato con costanza e attivamente, mettendosi in gioco con le proprie storie di vita,
condividendo nel gruppo di lavoro episodi della propria vita, facendoli diventare tracce di
riflessione per l’intero gruppo e risorsa per la ricaduta lavorativa con i bambini accolti e i loro
genitori.
Il 10 giugno 2011 si è concluso anche il laboratorio per genitori dell’asilo nido comunale di Gioia
del Colle “ Famiglie Nascenti”. Tale incontro ha permesso di approfondire anche con i genitori il
mondo delle emozioni in gioco nella diade genitore bambino e soprattutto di constatare come
piccole difficoltà incontrate durante le fasi inserimento dei piccoli al nido siano state fronteggiate
e risolte. I bisogni formativi prioritariamente incontrati hanno riguardato la gestione delle proprie
emozioni di ansia e paura nella fase di inserimento del proprio bambino e il riconoscimento dei
bisogni dei bambini di vivere e vedersi riconosciuto il proprio mondo emotivo.
Entrambi i laboratori sono progettati e condotti da Pasqua Demarco- counselor e facilitatore della
comunicazione e Domenico Bianco – psicologo psicoterapeuta.
Denominazione servizio: Equipe multidisciplinare integrata per Affido e Adozione
Numero progressivo scheda progettuale Pdz II Triennio 2010/2012: n. 37
In continuità con quanto realizzato nell’anno 2010 in materia di Affido, in linea con quanto
indicato dal Piano Regionale delle Politiche Sociali 2009-2011 e dal Regolamento Regionale n.4
/2007, artt.15) e 96) l’Ambito Territoriale di Gioia del Colle, ha sottoscritto, in data 19 Aprile 2011,
un protocollo di intesa con la ASL BA per la costituzione ed il funzionamento dell’èquipe integrata
per l’Affidamento familiare.
Con Atto Dirigenziale n.715 del 10.08.2011 si prendeva atto della sottoscrizione del Protocollo di
Intesa e della costituzione dell’èquipe integrata nel seguente modo:
1 Psicologa individuata all’interno dei servizi consultoriali dell’Ambito
1 Assistente Sociale individuata all’interno dei Servizi consultoriali dell’ambito
1 Assistente Sociale individuata all’interno dei Servizi Sociali Comunali
1 Assistente Sociale individuata all’interno dell’Ufficio di Piano. Quest’ultima con compiti di
coordinamento.
Sono stati individuati funzioni e ruoli dei componenti l’èquipe e modalità di intervento che
prevedono un continuo interscambio con le equipes territoriali per l’affidamento familiare,
costituite, a loro volta, da almeno un assistente sociale e uno psicologo assegnati a questo
compito dal proprio servizio di appartenenza e organizzate in modo da prevedere un monte ore di
lavoro dedicato sia al lavoro interno che alle attività congiunte distrettuali.
I due livelli di intervento, centrale e territoriale, costituiscono il Servizio Integrato Territoriale per
l’Affido Familiare.
In data 4.10.2011 l’èquipe unica d’ambito si è insediata presso l’Ufficio di Piano di Gioia del Colle
dove è stata allocata la propria sede operativa, dando avvio alla propria attività.
In data 14.10.2011, in occasione di una tavola rotonda promossa nell’ambito del Progetto Famiglie
Accoglienti presso la Sala De Deo del Comune di Gioia del Colle, composta dai soggetti che a vario
titolo sono impegnati nel settore: assistenti sociali, psicologi, famiglie affidatarie, sociologi, giudici
onorari, amministratori regionali, operatori del privato sociale e che ha visto la partecipazione del
Presidente Nazionale delle reti di famiglie affidatarie della Federazione Progetto Famiglia, Dott.
Marco Giordano, si è formalizzato l’insediamento.
Uno dei primissimi compiti dell’èquipe è stato dotarsi di uno strumento operativo che consentisse
a tutti gli operatori dell’Ambito, coinvolti nel settore, di lavorare in maniera univoca, utilizzando le
stesse procedure, la stessa modulistica attraverso la stesura di un disciplinare tecnico per il
funzionamento del Servizio Integrato Territoriale per l’Affido Familiare .
Il lavoro è stato svolto tenendo conto di quanto previsto dalle Linee Guida Regionali per l’Affido
Familiare e dal Piano Regionale delle Politiche Sociali oltre che di modelli organizzativi già adottati
o sperimentati in altre realtà territoriali, anche del nostro stesso Ambito, che avevano prodotto
esiti positivi.
Nell’attuale momento storico-socio-economico che ingloba l’intera comunità generando nuovi e
preoccupanti scenari quali l’indebolimento della famiglia, nuove povertà, l’esclusione sociale, è
evidente la necessità di investire su interventi di aiuto e di sostegno per i nuclei familiari che
rimangono il luogo privilegiato per la crescita dei bambini.
L’affido può essere, a giusta ragione, considerato una tra le risorse e gli strumenti assistenziali più
efficaci messi in atto a favore dei minori e delle famiglie in difficoltà e, pertanto, va sostenuto e
potenziato; è proprio in questa direzione che il nostro Ambito si muove.
Un ruolo fondamentale nel processo di promozione e di sensibilizzazione della cultura
dell’accoglienza è svolto dagli esperti del terzo settore che sul territorio, da anni, sono impegnati
nella realizzazione del Progetto Famiglie Accoglienti e che hanno programmato e messo in atto
una serie di iniziative, alcune veramente innovative , che servissero a smuovere il terreno per
fare germogliare il seme dell’ospitalità.
Si riportano di seguito alcuni stralci di relazioni prodotte dagli stessi attori sociali significative del
lavoro svolto nell’area di riferimento.
E) AFFIDO: AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE E PROMOZIONE
A cura della dott.ssa Antonella Buttiglione
L’Area affido del progetto sta vivendo e promuovendo le sue azioni, nei diversi territori
dell’ambito, all’interno di una condizione che definiamo “limbica”. Con il passaggio di
progettualità, l’Area Affido ha visto un sostanziale mutamento della sua natura, del suo peso e del
suo ruolo all’interno del progetto complessivo. Vi è stato un passaggio sostanziale di funzioni:
quelle che venivano ricoperte nella scorsa progettualità (più esecutive), in questo nuovo contesto
fanno capo all’équipe affido, che si sta costituendo presso l’UdP. Il cambiamento dei ruoli ha in
una primissima fase creato delle ambiguità di funzioni e di funzionamento che ad oggi possiamo
dire risolte.
Le azioni previste in questa nuova fase sono dunque strettamente legate alla promozione della
cultura dell’affido familiare. Queste si pensano di primo e sostanziale supporto all’équipe affido,
ai suoi bisogni formativi, informativi e di comunicazione con il territorio.
Le azioni principali del trimestre Marzo-Maggio sono state:
1) I laboratori nelle scuole
Quest’anno abbiamo pensato e voluto sperimentare i nostri interventi nella scuola della prima
infanzia con laboratori di “MusicArTerapia nella globalità dei linguaggi”, condotti dalla dott.ssa
Loredana Iafrate, e nelle prime classi elementari con un laboratorio di fabulazione condotto dalla
dr.ssa Antonella Sisto, abbassando l’età dei partecipanti ai nostri laboratori.
Questa scelta è giustificata da diverse ragioni:
1. Ampliare la rete di riferimento del progetto “Famiglie accoglienti”, includendo la
costellazione delle scuole dell’infanzia, per poter entrare in contatto con diverse tipologie
di famiglie;
2. Riteniamo prezioso, in una strategia di lungo periodo, “alfabetizzare” quanto prima i
bambini a valori come l’accoglienza, la solidarietà, l’appartenenza ad una storia, a
comunità diverse e a emozioni come la paura, la tristezza, la gioia ecc.;
3. La stessa esperienza ci ha permesso di entrare in contatto con le maestre e con le loro
difficoltà nel gestire la complessa realtà che si manifesta nelle loro classi, nonché di
rilevarne i bisogni formativi e di sostegno e di stabilire contatti per il futuro.
4. Essa, infine, ci ha permesso di entrare in una relazione privilegiata con i genitori dei
bambini coinvolti, lavorando ad un momento finale di in/formazione sull’affido,
coincidente con la restituzione del laboratorio svolto (ad esempio, attraverso il libro).
I laboratori di MusicArTerapia
“Il ripercorso simbolico della nascita”
Il laboratorio/percorso si è stato rivolto a mamme, papà e bambini delle scuole dell'Infanzia, in
gruppi di 20 persone (10 bambini, dai 3 ai 5 anni, accompagnati). Si è articolato in 10 incontri di 1
ora ciascuno. Il “Ripercorso simbolico della nascita” è stato curato e condotto dalla
dott.ssa Loredana Iafrate (MusicArTerapeuta nella Globalità dei Linguaggi, secondo il metodo di
Stefania Guerra Lisi).
A conclusione dell’ultimo appuntamento del percorso condotto dalla dott.ssa Iafrate c’è stato un
momento in/formativo con le mamme partecipanti al laboratorio con la dott.ssa Antonella
Buttiglione. Il feedback delle mamme presenti, rispetto al percorso, è stato molto positivo. Il
gruppo costituito ha accolto positivamente il contributo informativo sull’affido. Durante il
laboratorio sono stati prodotti diversi manufatti (cartelloni di disegni con diverse tecniche
pittoriche, molto suggestivi, e magliette decorate insieme dalla diade mamma-bambino che li
rappresenta): materiali che si potrebbero utilizzare e mostrare nella giornata conclusiva di
promozione dell’affido a Gioia del Colle. In questo gruppo è stato possibile fotografare
l’esperienza. Verrà così creato un CD da regalare ad ogni nucleo familiare partecipante e anch’esso
potrebbe essere visionato in occasione dell’ultimo appuntamento durante il workshop
programmato a Gioia del Colle. Nel laboratorio proposto dalla Iafrate, attraverso un lavoro che
mette in gioco i corpi e le arti pittoriche e musicali, la mamma e il bambino rivivono l’esperienza
fondante che li ha visti fusi nel grembo materno, fino a ripercorrere simbolicamente la nascita e
l’accoglienza in un grembo più ampio come quello sociale. Evidentemente, è un laboratorio molto
sofisticato, che prevede elevate competenze. La dott.ssa Iafrate è un’esperta e una cultrice del
metodo di riferimento. Vanno annotate, tuttavia, alcune difficoltà incontrate nel percorso
laboratoriale. Probabilmente, per un difetto di comunicazione con i dirigenti scolastici (dovuto
anche alla ristrettezza dei tempi a disposizione per la co-programmazione con le scuole del
corrente a. s.) o per un’errata commistione di progetti operata dagli stessi dirigenti (la dott.ssa
Iafrate ha lavorato nelle stesse scuole per il progetto “Pegaso in volo”) sono stati indirizzati al
laboratorio, in una percentuale significativa, bambini multiproblematici. Questa circostanza ha
impresso al laboratorio una torsione impropria rispetto al suo senso originario. I dirigenti hanno
affermato di aver inteso questo laboratorio come momento d’integrazione di bambini con
difficoltà. Questo fraintendimento si è verificato sia a Gioia del Colle, nella S. Filippo Neri, sia a
Casamassima. Nel primo caso, dopo un iniziale smarrimento delle mamme, il gruppo ha scelto di
continuare il percorso coadiuvato da un educatore e dall’insegnante di sostegno di un bimbo.
Questo è il percorso che si è concluso e che, nonostante le iniziali difficoltà, si è risolto con un
feedback positivo da parte dei partecipanti. Nel secondo caso, dopo il primo incontro, cui hanno
partecipato 10 mamme e 10 bambini, le mamme dei bambini “normodotati” si sono rifiutate di
continuare il percorso: sono rimaste solo 3 mamme con i 3 bambini multiproblematici.
I laboratori di fabulazione
“Le prime elementari soluzioni”
I laboratori di fabulazione si sono articolati in quattro incontri di un’ora ciascuno e sono stati rivolti
alle prime classi elementari. Un obiettivo secondario del laboratorio proposto era quello di
inventare una fiaba che potesse essere la base di partenza del concorso di disegno da lanciare il
prossimo a.s.. Questo intento non è stato raggiunto. Dai primissimi interventi, condividendo la
decisione con le maestre, si è ritenuto più interessante con bambini di sei anni elaborare un libro
partendo dalla storia dell’orsetto Timmy. Sotto forma di fiaba, viene proposto ai bambini di
entrare in empatia con l’orsetto, che nella premessa della storia vive la situazione tipica di un
bimbo che necessita per la sua crescita di un sostegno altrui. Ai bambini viene richiesto di trovare
delle soluzioni per l’orsetto Timmy. Il libro, a cura delle dott.sse Buttiglione e Sisto, è frutto della
rielaborazione delle soluzioni disegnate dai bambini di ciascuna classe. E’ risultato interessante
notare come dall’analisi delle soluzioni proposte è possibile leggere un territorio. Si pensa di
proporre un laboratorio di fabulazione per la Parrocchia Maria Assunta a Turi - dove non siamo
riusciti ad entrare nella scuola elementare - finalizzato espressamente alla costruzione di una
fiaba che darà origine al concorso di disegno con bambini più grandi delle elementari. Le attività
laboratoriali prevedevano un primo momento di stimolo, attraverso le carte di Propp, al
raccontare, al raccontarsi e ad ascoltare. In seguito, la lettura e la discussione del “Libro della
giungla”, attraverso cui entrare in empatia con un bimbo in difficoltà che viene accolto da una
comunità diversa, che lo aiuta a crescere e che lo accompagna al rientro nella sua comunità
d’origine (è lapalissiana, in questo caso, la coerenza con la finalità generale). Infine, la lettura della
storia dell’orsetto e delle sue difficoltà, stimolando i bambini a immaginare, proporre e disegnare
soluzioni. I bambini attraverso i racconti proposti e attraverso la costruzione di fiabe e soluzioni
hanno potuto sperimentare il senso dell’accoglienza e della solidarietà come soluzioni alle
difficoltà. Sentimenti importanti e significativi per entrare in contatto con il tema dell’affido.
I laboratori di fabulazione sono stati proposti e tutti conclusi a:
Casamassima:
∫ I Circolo didattico “G.Marconi”, nelle classi I^C e I^D (40 bimbi in media), dal 23/02 al 30/03
2011.
∫ II Circolo didattico “G. Rodari”, nelle classi I^A e I^B (40 bambini in media), dal 3/03 al 7/04
2011.
Gioia del Colle:
∫ Circolo didattico “S. Filippo Neri”, nelle classi I^C e I^D (40 bambini in media), dal 14/03 al
11/04 2011.
Sammichele di Bari:
∫ Scuola Elementare “G. Verdi” nelle classi I^A e I^B (40 bambini in media), dal 18/03 al
15/04 2011.
Turi:
∫ Il Circolo didattico "P. D. Giannini" non ha dato la disponibilità a realizzare alcun
laboratorio proposto da “Famiglie accoglienti”.
Con il laboratorio di fabulazione sono stati contattati circa 160 bambini dell’ambito territoriale n.
2, dunque 160 famiglie vedranno entrare in casa un libro risultato del laboratorio. Riteniamo
questo un ottimo risultato.
Il 7 maggio a Sammichele di Bari
L’iniziativa del 7 maggio a Sammichele di Bari è stata molto positiva. Sammichele si presenta come
un territorio in cui la rete costruita con la scuola e la parrocchia ha funzionato molto bene ed è
un’ottima premessa per un lavoro di comunità. Per i primi di giugno, gli scout hanno organizzato
una passeggiata in bicicletta con colazione a sacco per le famiglie, alla quale siamo stati invitati a
partecipare e a intervenire. Il funzionamento della rete con la scuola ha permesso un’ottima
riuscita della mattinata, portando molti dei genitori delle prime classi elementari a confrontarsi
sull’affido. Ha funzionato la rete con la Chiesa e gli animatori parrocchiali per la riuscita del
pomeriggio con una caccia al tesoro con ben 150 bambini iscritti e decine di genitori. Alle 18.00,
all’incontro pubblico presso la biblioteca c’è stata una esigua partecipazione, ma ciò era
prevedibile vista la coincidenza con la prima giornata di festa patronale. L’incontro è stato molto
interessante. Erano presenti diversi operatori ed esperti di Famiglie Accoglienti, una famiglia
affidataria con esperienza decennale, dei ragazzi affidati , una signora e una coppia interessati
all’affido. L’incontro è stato condotto da Rosanna Santoro. E’ stato interessante il confronto tra le
plurali visioni in gioco nella partita “affido”. Ci si è lasciati con l’intenzione di riproporre un
incontro: si sta lavorando per organizzarlo a giugno, in rete con la Chiesa. Durante tutto il
pomeriggio sono state effettuate delle interviste su concetti quali la solidarietà, l’accoglienza e
l’affido in giro per le vie di Sammichele, finalizzate alla costruzione di un filmato spot da utilizzare
nella giornata conclusiva a Gioia del Colle.
Il 21 Maggio a Turi
La scuola elementare di Turi non ha voluto attivare alcun laboratorio proposto dal Progetto. Lo
spettacolo di Pulcinella - Guarratelle “La strada privata”, di Pantaleo, è stato dunque proposto nel
pomeriggio, presso il Centro polivalente di Turi. E’ stato richiesto alla scuola di pubblicizzare
l’evento. Alle ore 17.00, allo spettacolo erano presenti una decina di bambini, tutti della scuola
dell’infanzia, e i bambini seguiti dal servizio di educativa domiciliare. L’assenza di rete con la scuola
e la coincidenza con la raccolta delle ciliegie, che coinvolge in modo pieno le famiglie turesi, ha
determinato una presenza limitata di persone all’iniziativa. Alle ore 18.00 l’incontro pubblico di
presentazione del lavoro “Famiglie in movimento” con cenni all’affido. Anche in questa occasione
si è riproposta la configurazione dell’incontro di Sammichele con un ulteriore punto di vista
qualificato, quale quello di Michele Corriero, co-autore del libro, esperto di sostegno alla
genitorialità, alla mediazione dei conflitti e giudice onorario.Il confronto tra i diversi ruoli è stato
anche in questa occasione molto proficuo. Si continuerà a lavorare affinché nella prossima
annualità scolastica la Scuola permetta l’ingresso al Progetto: abbiamo visto come la cooperazione
con la Scuola sia determinante per la riuscita delle nostre azioni. Inoltre si ritiene di doversi
attivare anche per coinvolgere l’associazionismo e il volontariato sia confessionale che laico:
questo è un nodo strategico per attivare cicli virtuosi di affidamento.
Nei mesi di Giugno- Agosto le azioni svolte sono state:
• Conclusione dei percorsi laboratoriali (Fabulazione e MusicArTerapia) nelle scuole;
• organizzazione della promozione dell’Affido;
• giornate di sensibilizzazione della cultura dell’Affido a Turi (4, 5 giugno) durante la sagra
delle ciliegie;
• promozione e organizzazione degli eventi cantierizzati (istituzione di un gruppo di famiglie
giornata di sensibilizzazione 24 settembre Casamassima e 13-14 Ottobre Gioia del Colle);
• produzione e cura del video-spot (““iomelafFido”);
• organizzazione concerto di beneficenza;
• costruzione di reti (scuole, associazioni, parrocchie ecc.) per attivare reti di famiglie
interessate all’esperienza dell’affido.
Giornate di promozione dell’affido a Turi 4-5 giugno
A seguito della non riuscita iniziativa di promozione della cultura dell’affido del 21 maggio a Turi
(v. relazione trimestrale feb-apr per l’analisi dell’iniziativa), in accordo con l’Assessore ai S.S. del
Comune fu concordato l’impegno a ritentare un approccio al territorio turese durante la “Sagra
della ciliegia”, organizzando la presenza di Famiglie Accoglienti in uno stand il 4 e il 5 giugno.
Nonostante un margine organizzativo molto stretto e gli scarsi mezzi a disposizione, si è riusciti a
presidiare lo stand in modo molto creativo, rendendolo un luogo accattivante per le famiglie che
sono state effettivamente al centro della vita dello stand. Lo stand è stato allestito e reso
riconoscibile con i manifesti di F.A. E’ stato curato un banchetto informativo con il materiale di
routine del Progetto, con diverse pubblicazioni sul tema dell’affido e materiali informativi di realtà
storiche, locali e nazionali, la possibilità di consultare la pubblicazione di “Famiglie in movimento”.
All’esterno dello stand è stato allestito uno spazio per i bambini con tavolini e sedie colorate; sono
stati messi a disposizione materiali per disegnare. All’interno dello stand sono stati esposti i
disegni dei bambini. E’ stato creato un cartellone che raccoglieva i post-it con le definizioni dei
passanti del verbo “accogliere”. All’interno dello stand è stato organizzato un banchetto dove si
producevano e regalavano braccialetti di cuoio colorati. Durante la sagra sono state effettuate
delle video-interviste per la produzione del piccolo spot che verrà proiettato nella giornata
conclusiva di ottobre a Gioia del colle. Lo stand è stato vivacemente vissuto, da grandi e piccini. Il
braccialetto di cuoio in regalo è stato un mezzo bello e intelligente per poter “approssimarsi” e
poter parlare con molte famiglie, lasciando un segno della presenza di FA sul territorio. Lo stand è
stato condiviso per alcune ore con l’ass. “Genitori per Turi”, con la quale si è creato un primo
contatto per poter attivare delle iniziative assieme. L’iniziativa è risultata nel suo complesso
positiva. La risposta del territorio molto buona. La comunità di Turi in quelle giornate si apre
all’esterno ed è risultato più semplice avvicinarsi ai turesi. La risorsa primaria e discriminante che
ha permesso la riuscita delle giornate è stata quella offerta dagli operatori, che con la loro
esperienza decennale hanno contribuito a garantire in poco tempo una presenza qualificata per
FA. Le educatrici intervenute ad animare lo spazio hanno fornito entusiasmo e disponibilità.
Ovviamente il lavoro di coordinamento ha permesso di pensare e attingere pienamente
dall’esistente. La possibilità di far coincidere l’iniziativa di promozione dell’affido con la sagra della
ciliegia è stata la proposta di partenza del coordinamento di FA. Ma la necessità di mediare con
una differente valutazione da parte dell’assessore competente ha portato ad alcuni inconvenienti:
la scarsa partecipazione all’iniziativa del 21 maggio (teatrino e dibattito) da un lato e, dall’altro,
l’eccessivo stress organizzativo e budgetario per le giornate del 4 e 5 giugno. Ogni qualvolta FA si
presenta al pubblico rappresenta una sintesi di soggetti. Si vuol mantenere la qualità degli
interventi sul territorio ma questa viene messa a rischio quando non ci sono le condizioni minime
(in termini di tempo e di risorse). Ad es. organizzare in poco tempo la disponibilità delle risorse
umane è sempre molto complicato.
Organizzazione dell’attività promozionale generale e delle giornate di promozione della cultura
dell’Affido a Casamassima e Gioia del Colle
Sono stati effettuati degli incontri con gli enti istituzionali, le scuole, le associazioni, le parrocchie
dei Comuni per raccogliere la disponibilità ad una collaborazione e a garantire un miglior
funzionamento delle giornate di promozione e di tutte le iniziative che verranno realizzate, con
l’attivazione dei soggetti presenti sul territorio. A Sammichele, dove la relazione privilegiata con la
Chiesa è risultata molto efficace, si è provato ad organizzare degli incontri con le famiglie. Dopo
alcuni incontri interlocutori con il parroco e la rappresentante dei catechisti si è ritenuto non
proficuo il tempo estivo. L’azione è stata rimandata a settembre. Il parroco ha dato la sua
disponibilità personale e quella dei locali della chiesa per realizzare percorsi di formazione o di
auto-mutuo-aiuto da offrire alla comunità parrocchiale, ai catechisti, agli scout ecc. L’intenzione
comune è quella di creare momenti di comunità conviviali e abbinarli a momenti di formazione o
di mutuo sostegno. E’ stato definito il programma della giornata del 24 settembre a Casamassima.
E’ stato possibile creare una connessione con l’associazione che ha vinto la gara per la colonia e
l’animazione estiva per i minori per poter promuovere durante l’estate l’iniziativa e per distribuire
materiale informativo ai minori e alle famiglie. Abbiamo incontrato i boy scout e gli operatori delle
officine Ufo di Casamassima in una sorta di animazione sociale per poter attivare dei circuiti
positivi con i quali far crescere i servizi di FA, la sua riconoscibilità e la possibilità di attivare
percorsi virtuosi di crescita di comunità per poter meglio presentare l’esperienza di affido.
Attraverso l’attivazione delle risorse territoriali è stato concordato un programma molto articolato
per le giornate di Gioia del Colle.
I laboratori di fabulazione e Musicarterapia
Il 3 giugno si è concluso il laboratorio di fabulazione presso la scuola elementare “Mazzini” del
comune di Gioia del Colle. Durante l’ultimo incontro si è ricordato ai bambini e alle maestre
presenti in aula della restituzione dei libri “Le prime elementari soluzioni” a ciascun minore (libri in
produzione attraverso un’elaborazione dei disegni e dei contributi degli alunni coinvolti nel
laboratorio). La restituzione si realizzerà ad Ottobre in occasione dell’ultima giornata di
promozione della cultura dell’affido nell’ambito territoriale dell’anno 2011. Il laboratorio di
Musicarteterapia nella Scuola dell’Infanzia “Marconi” di Casamassima è stato condotto nelle ore
pomeridiane, come proposta extra- scolastica. Al primo incontro hanno preso parte otto mamme
e otto bambini. La presenza nel gruppo di più bambini con problematiche di vario tipo comportamento ipercinetico, ritardo psicomotorio, difficoltà nell’espressione verbale - non ha
permesso la realizzazione del programma previsto. Il progetto è proseguito nel rispetto dei
partecipanti. I bambini, pur nella loro incontenibile eccitazione, erano entusiasti, le mamme
inizialmente un po’ esitanti. Giocare insieme, ripercorrendo, con attività psicomotorie,
sinestesiche, propriocettive, grafico-cromatiche, pittoriche, sonoro-musicali, le fasi evolutive
vissute nel grembo materno, e poi ri-nascere simbolicamente nel piccolo gruppo, è stato un modo
per sentirsi protagonisti della propria storia, per vivere l’esperienza insieme agli altri e riconoscersi
nella storia comune. Per le mamme partecipare al laboratorio è stata un’ occasione per aprirsi e
lasciarsi andare, per ascoltarsi, provare nuove emozioni, ricordare e condividere con le altre
mamme ed insieme ai bambini quelle già vissute durante la gravidanza e la nascita del figlio, e
soprattutto per avere un tempo “altro” da dedicare ai propri piccoli. L’esperienza nella sua
semplicità è stata densa di emozioni. L’accoglienza e la condivisione delle difficoltà e il naturale
sostegno reciproco sono stati aspetti che hanno contraddistinto questo piccolo gruppo di mamme,
abituate a lottare nel quotidiano, ri-attivando il piacere di vivere esperienze estetiche, di gioco,
compiacendosi delle proprie tracce espressive e di quelle dei propri figli. In conclusione, il lavoro è
stato molto interessante per il progressivo sblocco e affidamento delle mamme al piccolo gruppo
di riferimento e per le stesse risposte dei bambini, che, seguiti in modo “dedicato” hanno potuto
vivere le diverse fasi dell’esperienza concentrandosi, anche se in modo discontinuo, assimilando e
rielaborando, secondo stili personali, gli stimoli “educativo-riabilitativi” presentati in forma ludica.
La presenza dell’educatrice Daniela Afferri ha favorito l’andamento positivo del lavoro, il
contenimento dei bambini, lo spirito di gruppo, la possibilità di documentare l’esperienza con foto
e filmati. Con l’autorizzazione dei partecipanti verrà realizzato un power-point o un filmato. Su
richiesta delle famiglie le immagini potranno essere viste solo in contesti relativi alla divulgazione
dell’operato (Giornate-studi a tema, Convegni) e non potranno essere diffuse tramite internet né
su blog. Le mamme e i bambini che hanno partecipato a tutto il percorso rappresentavano famiglie
multi-problematiche. Si è ritenuto superfluo organizzare un incontro per promuovere l’affido. In
quella sede sono stati invece promossi, molto sponsorizzati i servizi di FA. Il progetto nella Scuola
Mazzini è stato svolto in orario pomeridiano, con un’unica classe di alunni di 5 anni, del “Villaggio
Azzurro”, con le mamme e con l’insegnante di classe, che ha espresso il desiderio di partecipare
per seguire i propri bambini e le famiglie. Questa è risultata una condizione ideale per lo
svolgimento del laboratorio. Avere un’insegnante referente del progetto nella Scuola, che
partecipa in forma attiva, favorisce dapprima l’informazione sui contenuti e sugli obiettivi del
laboratorio, promuovendo una scelta consapevole, con una ricaduta di tipo motivazionale negli
adulti, e permette di approfondire le esperienze vissute e gli argomenti trattati con i bambini,
durante le ore scolastiche, prima dell’incontro successivo. Proficua quindi la continuità trasversale
tra famiglia, scuola, extra-scuola. Il gruppo in questo caso è stato caratterizzato dalla forte
presenza di mamme molto attente alla formazione dei propri figli e di bambini che da subito
hanno mostrato una maturità superiore alla loro età. I bambini hanno giocato insieme e vissuto
l’esperienza psico-senso-motoria ed estetica con interesse, esprimendo le proprie emozioni e
curiosità in modo spontaneo. Va comunque rilevato il disorientamento iniziale delle mamme verso
una forma di laboratorio psicodinamico che richiede un coinvolgimento diretto ed il successivo
piacere che passa attraverso la messa in gioco personale, con la scoperta di vissuti emotivi ed
estetici gratificanti, profondi e spesso inaspettati. Bambini e mamme, per il breve tempo vissuto
insieme, in una cornice specifica, hanno ripercorso l’inizio della loro relazione dall’annidamento
della cellula morula nel grembo alla vita del feto nel liquido amniotico in un bagno di sensazioni
tattili-propriocettive, sonore, gustative, olfattive, visive, ai primi arbori. Il laboratorio è stato
condotto per la durata di tre incontri. Nel mese di giugno i bambini non hanno più frequentato la
Scuola dell’Infanzia, per questo motivo l’Insegnante di classe ed il Dirigente Scolastico hanno
richiesto la sospensione dello stesso. L’interruzione improvvisa non ha permesso la
somministrazione dei questionari di gradimento alle famiglie. Non è stato inoltre possibile
intervenire con un incontro informativo conclusivo sull’affido per la sospensione del laboratorio.
Organizzazione concerto di beneficenza di sponsorizzazione dell’affido
Sono stati presi dei contatti e fatti incontri con artisti del livello di Niccolò Fabi, Checco Zalone e
altri per poter organizzare un evento di grande risonanza. L’evento permetterebbe di dare
all’affido familiare una visibilità straordinaria. In occasione del concerto o spettacolo verrebbero
prodotti comunicati stampa e ci si garantisce la presenza di network locali. Durante il concerto
verranno proiettati spot già esistenti e quello in produzione dal progetto, materiale informativo
ecc. Si richiede agli stessi artisti di intervenire anche alla produzione di un piccolo spot. La prima
intenzione era quella di chiudere le giornate di promozione, durante l’ultima giornata a Gioia del
Colle, con il concerto. Date le difficoltà di organizzazione con un budget zero, si è pensato di
svincolare il concerto dalla giornata in modo tale da poter organizzare il tutto in base alle
disponibilità degli artisti. Checco Zalone ci darà una risposta definitiva a fine settembre a
conclusione del suo tour. Niccolò Fabi è impegnato per le date di ottobre che gli abbiamo
proposto. Attendiamo da lui altre proposte di data. Probabilmente tenteremo di coinvolgere altri
artisti.
Produzione video-spot “iomelafFido”
Sono state prodotte delle videointerviste su tutti i territori dell’ambito con domande semplici e
dirette a donne, uomini e bambini. “Cos’è per lei l’accoglienza/la solidarietà?” “Sa che cos’è
l’affido?” Sono state divertenti, spesso tragicomiche, intense le risposte. Da un montaggio delle
risposte verrà prodotto un video. E’ stata coinvolta una giovane produttrice video che monterà il
lavoro a titolo gratuito. E’ stato intercettato un bando “Raccorti” che prevede un concorso di video
per il sociale al quale proviamo a partecipare con questo lavoro (la scadenza è a ottobre). Da
bando è prevista la colonna sonora originale. E’ stato contattato un autore musicale che ha dato la
sua disponibilità. Il lavoro è in fieri. Lo spot aprirà il convegno di Gioia del Colle di ottobre, verrà
diffuso via web e si valuterà la fattibilità della sua trasmissione nelle tv locali.
P E) AFFIDO: AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE E PROMOZIONE
a cura di Antonella Buttiglione
Programmazione e attività
La programmazione delle azioni di promozione della cultura dell’affido – azione trasversale alle
diverse azioni progettuali – si è riaperta fin dai primi giorni di settembre in concomitanza con
l’avvio delle attività per il nuovo anno scolastico. Nonostante l’impegno, la volontà e la pazienza
dei nostri operatori, l’incontro con le scuole è risultato difficile. La risposta complessiva da parte
delle Scuole dell’Ambito si conferma a macchia di leopardo. Si pensi che il lavoro di coprogrammazione nelle scuole è tuttora aperto.
Le giornate di promozione dell’affido del 23- 24 settembre a Casamassima e del 13-14 ottobre a
Gioia del Colle sono state accompagnate da un grande spirito di collaborazione con le scuole, in
virtù del lavoro, svolto nel precedente anno scolastico, con il laboratorio di fabulazione. In quelle
giornate è stato consegnato ai genitori degli alunni il libro frutto dell’esperienza laboratoriale.
Si sono tenuti incontri interni a FA, con l’UdP, i dirigenti scolastici, personalità dei comuni
dell’Ambito sensibili ai temi dell’affido familiare, i parroci ecc. per riannodare i fili di un percorso
iniziato in corsa (la seconda annualità di FA è stata avviata a metà anno scolastico 2010/2011) e
sospeso nel mese di agosto. Ad agosto le sole realtà territoriali alle quali FA può far riferimento
sono le parrocchie, ma le stesse, in questo mese, conoscono un notevole rallentamento delle
attività di comunità.
FA ha raccolto l’invito del progetto di ambito “Incontrarsi a sud” ad animare l’iniziativa di
presentazione del progetto il 17 settembre a Turi. FA ha scelto quell’occasione di piazza per
promuovere l’affido familiare:
• proiettando video-spot sull’affido locali e nazionali;
• allestendo un banchetto informativo con materiale sull’affido;
• invitando presso lo stand una famiglia affidataria, testimone dell’esperienza.
Crediamo sia stato positivo portare in piazza soggetti che lavorano nell’Ambito, al fine di
promuovere e rafforzare tutti i servizi presenti nello stesso. Quella del coordinamento tra i diversi
progetti è senza dubbio un versante che necessiterebbe di maggiore impegno.
Giornate di sensibilizzazione alla cultura dell’ affido a Casamassima il 23-24 settembre 2011.
Il programma delle giornate di promozione si sono svolte presso il Complesso delle Monacelle.
Si è pensato di costruire la manifestazione in due tempi:
il primo di carattere più cognitivo formativo;
il secondo più ludico e ricreativo.
Il venerdì 23, alle ore 18.00, si è tenuto un incontro pubblico che ha visto l’intervento del Sindaco,
dell’Assessore ai Servizi Sociali, della psicologa del Consultorio (anche testimone privilegiato), dei
consulenti Michele Corriero (giudice onorario presso il Tribunale dei Minori) e Franco Ferrara
(sociologo). Nell’incontro si è parlato di affido a partire dal report di FA “Famiglie in movimento” e
vi è stata una buona affluenza. Un dato senza dubbio positivo. FA crede molto nella formazione
permanente di tutti i suoi operatori e, nell’ottica del servizio sociale integrato, avere una
cognizione matura dei vari strumenti permette la crescita di un linguaggio comune. Erano presenti
personalità quali la dirigente dei Servizi Sociali, l’ex dirigente della Rodari, ora in pensione,
intercettata e sollecitata da FA, che ha animato il dibattito e che si è resa disponibile ad un
percorso comune sul tema dell’affido (è in cantiere la costituzione di un’associazione di famiglie
che si occupi di affido). Nella serata sono stati toccati i nodi critici dell’affido.
Il sabato 24 settembre, alle ore 9.30, presso la scuola elementare “G. Marconi” si è tenuto
l’incontro con gli alunni, oggi di seconda elementare (II C, II D), e i loro genitori, nonché con la
dirigente, con A. Sisto e A. Buttiglione per FA e con le maestre referenti. La dirigente ha fatto
allestire la palestra in modo molto dignitoso, rispondendo appieno alle richieste, anche oltre le
nostre aspettative. Ella ha presenziato e presentato ai genitori il progetto e l’affidabilità delle
professionalità di FA, ha rinnovato la sua disponibilità a continuare la collaborazione. Ha distribuito
i libri, consegnandoli in modo solenne. E’ stata data lettura dei due libri prodotti, mentre le pagine
con i disegni dei bambini venivano proiettate per permettere a tutti di apprezzare il senso del
lavoro. I bambini sono stati riaccompagnati in classe dalle maestre. A. Buttiglione ha infine parlato
con i genitori del senso complessivo dell’esperienza fatta con i loro figli, nonché di affido familiare,
in un clima piacevole e partecipato.
Alle ore 11.30 si è tenuto l’incontro con gli alunni delle classi II A e II B della Scuola Elementare “G.
Rodari”, i loro genitori, le maestre, il dirigente, A. Sisto e A. Buttiglione. Il Dirigente ha presentato il
progetto FA, ha consegnato i libri agli alunni. La sala, in questo caso, non era attrezzata per la
videoproiezione. I libri sono stati letti dalla Sisto; gli intervenuti potevano seguire grazie alle copie
loro consegnate. I bambini sono stati poi accompagnati in classe. Anche in questa occasione, la
Buttiglione ha colloquiato con i genitori presentando il progetto FA, il senso più complessivo del
laboratorio di fabulazione, introducendo l’affido familiare come opportunità e risorsa. Il clima è
stato molto accogliente e partecipato.
Quando le scuole interpretano pienamente il loro ruolo e credono nel progetto si ha un ottimo
ritorno in termini di attenzione da parte dei genitori ai contenuti che FA porta al territorio come
propria mission.
Alle ore 16.00, presso il Complesso delle Monacelle, è stato presentato lo spettacolo di burattini
“Pulcinella e la lettera del diavolo”, a cura della compagnia “Il Carro dei Comici”. L’affluenza è
stata consistente, grazie al buon lavoro svolto dalle Scuole che hanno comunicato bene, come da
accordi, le iniziative. Inoltre è stata fatta pubblicità sul sito del comune, tramite gli organi di
stampa oltre che attraverso il blog e facebook. Il comune ha collaborato chiudendo al traffico la
strada antistante il Complesso delle Monacelle e garantendo in questo modo un comodo accesso e
una buona possibilità di fruizione dello spettacolo.
Alle ore 20.30 si sono esibiti in un concerto di canti gospel e della tradizione napoletana gli
“Jubilee singers”. Una pubblico abbastanza folto è stato intrattenuto ironicamente e
generosamente dal coro e dal suo direttore Bepi Speranza.
La manifestazione si è conclusa alle ore 22.30. La coordinatrice di FA, Rosanna Santoro, ha
introdotto gli spettacoli dando informazioni sul progetto e sull’affido familiare. E’ stato distribuito
materiale informativo.
Le giornate di promozione a Casamassima sono pienamente riuscite. Grazie alla collaborazione
delle scuole e alla particolare esperienza che a Casamassima si è consolidata in tema d’affido.
“Io me l’afFido”il corto
“Io me l’afFido” è uno spot realizzato montando una serie di interviste condotte nei diversi
territori dell’ambito, durante le giornate di promozione. Uno spot-inchiesta che prende avvio dalle
parole prime che fondano il nostro lavoro sul territorio: accoglienza, solidarietà e affido. Le prime
due sono prerequisiti della terza. Le stesse parole hanno definizioni più o meno precise, più o
meno cariche di retoriche o pregiudizi. Ciò che riesce meno semplice definire resta l’affido. Ma
due bimbe, tra gli intervistati, ne colgono il senso. “Quando la nonna ti dice: te la fidi a portare la
bottiglia?” Ecco trovata la chiave: “te la senti? Hai fiducia?”. Grazie alla collaborazione gratuita di
un’esperta di montaggio residente a Londra e all’entusiasmo di un giovane musicista autore della
colonna sonora originale è stato prodotto il video che ha partecipato al concorso nazionale
“Raccorti sociali” a Firenze. Il lavoro ha riscosso giudizi lusinghieri, ma non è stato premiato.
Diverrà uno strumento molto utile come prologo nelle iniziative sull’affido. È stato presentato in
prima assoluta durante la giornata conclusiva a Gioia del Colle.
“Io me l’afFido”: Giornate di sensibilizzazione e promozione alla cultura dell’affido, in
collaborazione con il consultorio. Gioia del Colle, 13-14 ottobre 2011
Le due giornate di Gioia sono state immaginate come conclusive di un percorso in 4 atti, uno per
ciascun comune dell’Ambito.
Si è pensato di offrire al territorio e agli operatori del settore un’occasione di formazione. Sono
stati pensati e organizzati quattro laboratori intensivi, con tagli diversi, condotti dai nostri esperti. I
quattro laboratori si sono tenuti contemporaneamente nella giornata di giovedì 13 ottobre, dalle
ore 15 alle 20. Ai laboratori si accedeva previa iscrizione. E’ stato fatto un piano di promozione dei
laboratori e le richieste di iscrizione sono risultate eccedenti rispetto alla capienza massima
prevista. Evidentemente si è intercettato un bisogno. La diversa collocazione dei laboratori nella
città di Gioia del Colle ha implicato una piena disponibilità di scuole e chiese che hanno offerto i
loro spazi.
Questi sono i momenti formativi realizzati:
• laboratorio a cura di Domenico Bianco, psicologo e psicoterapeuta: “L'empatia corporea
nel lavoro di cura: la lettura empatica del disagio come strumento di crisi e cambiamento”.
Presso la palestrina della S.M.S. “F. P. Losapio” in p.zza Umberto. Max 25 partecipanti.
• laboratorio a cura di Paolo Danza, counselor e mediatore dei conflitti: "Il counseling come
risorsa nei progetti di affido. Tecniche e strategie dell’arte dell’ascolto”. Presso la
Parrocchia Immacolata di Lourdes, Via Mazzini 108. Max 25 partecipanti.
• laboratorio a cura di Pasqua Demarco, counselor ed esperta in progettazione: "Previsioni
dal futuro. Principi operativi per realizzare e valutare progetti di affido: procedure e
modulistiche ad hoc. Presso la sala De Deo, Palazzo municipale. Max 30 partecipanti.
• laboratorio di fabulazione a cura di Stefania Liverini, esperta dei processi formativi e di
educazione all’immagine, autrice di laboratori di fabulazione e narrazione per bambini.
Presso l’atrio del Palazzo Municipale dalle 16 alle 19. Laboratorio rivolto a 30 bambini delle
III – IV – V classi segnalati dalle scuole primarie “G. Mazzini” e “S. F. Neri”di Gioia del Colle.
I feed-back dei laboratori sono stati molto positivi e costituiscono gli indicatori di un bisogno ben
più esteso. Nella giornata di giovedì sono state coinvolte più di 100 utenti. Diverse istituzioni
hanno collaborato alla riuscita generale.
Venerdì 14 ottobre
Anche per il venerdì si è scelto di svolgere più iniziative contemporaneamente. Nella sala De Deo si
affrontava il tema dell’affido ad un livello più teorico. Nell’atrio del Palazzo Comunale è stato
allestito lo spettacolo di burattini “Mikail e il drago”, a cura del “Carro dei comici”. E’ stato poi
consegnato il libricino “Prime elementari soluzioni” alle classi IIA, IIB, IIC della “Mazzini” e alle
classi IIC, IID della “S. Filippo Neri”, output dei laboratori di fabulazione. FA ha scelto di parlare di
affido impostando una tavola rotonda plurale, composta dai soggetti che a vario titolo riempiono
di senso l’esperienza dell’affido: assistenti sociali, psicologi, famiglie affidatarie, sociologi, giudici
onorari, amministratori regionali, operatori del privato sociale ecc. A partire dalla pubblicazione
“Famiglie in movimento”, nonché dall’interessante approccio di Marco Giordano, presidente
nazionale della rete di famiglie affidatarie della federazione Progetto Famiglia, il quale ha
relazionato sul tema: “Limiti e prospettive dell’affido familiare in Italia. Spunti per un approccio
comunitario nella promozione dell’affido familiare”. La tavola rotonda è stata molto ben
coordinata dalla dr.ssa Rosanna Santoro, introdotta dalla proiezione del video “Io me l’afFido”
(accolto molto bene dal pubblico in sala) e conclusa con la lettura della storia prodotta nel corso
del laboratorio di fabulazione del giorno precedente, storia-base del concorso di disegno. Nella
stessa occasione è stato presentata l’équipe affido, insediata pochi giorni prima presso l’Ambito.
L’approccio scelto è stato molto apprezzato. Il nostro ospite, Marco Giordano, si è mostrato molto
ben impressionato dal lavoro di FA e si è offerto di tornare a titolo gratuito per un incontro di
approfondimento con nuclei di soggetti interessati.
Lo spettacolo di burattini, invece, ha avuto diversi imprevisti. Allo spettacolo erano stati invitati gli
alunni coinvolti nel laboratorio di fabulazione nell’anno scolastico 2010/2011 e i loro genitori. Pare
che il sindaco, di propria iniziativa, avesse allargato l’invito a tutti i bambini del Comune.
L’affluenza è stata dunque elevatissima rendendo complicata la restituzione del senso del
laboratorio alle famiglie. Si è scelto dunque di consegnare i libri alle maestre, dopo lo spettacolo,
davanti al folto pubblico. Esse hanno distribuito i lavori agli alunni in un momento successivo.
Anche in questa occasione, FA ha ricevuto diversi attestati di stima dalle maestre.
Il bilancio delle giornate di promozione a Gioia del Colle è complessivamente molto soddisfacente.
Nell’ultimo trimestre dell’Anno 2011 l’area “affido familiare” ha lavorato su due livelli: la
promozione tout court e l’animazione di una rete di famiglie.
I due livelli sono stati sostenuti da un dato nuovo di questa fase progettuale, che rende il lavoro
nel suo insieme più complesso ma più interessante: l’insediamento dell’equipe affido
multidisciplinare territoriale. In questa nuova fase si lavora per un raccordo tra la progettualità
pre-insediamento e quella post, nonché per la costruzione di un linguaggio comune, di una covisione che consente di ri-mettersi al servizio dei territori nel modo più adeguato e integrato
possibile.
Bando di disegno
E’ stato indetto il bando di concorso di disegno “Io me l’afFido”, seconda edizione.
Il concorso è rivolto agli alunni delle classi V delle Scuole Elementari dell’Ambito Territoriale.
Anche per questa edizione i lavori prenderanno spunto da un racconto. Si partirà dai racconti
prodotti durante il laboratorio di fabulazione organizzato durante le due giornate di promozione a
Gioia del Colle (13-14 Ottobre 2011) dai bambini delle scuole elementari di III, IV e V elementare. I
4 racconti hanno come protagonista una lumachina che incontra un campo di cipolle che infesta,
con il suo cattivo odore, il proprio guscio, la propria casa. I bambini divisi nei 4 gruppi hanno
trovato delle soluzioni per la lumachina, partendo da una discussione iniziale assembleare sul
significato della parola “casa”. Quest’anno si è scelto di dare a ciascuna scuola un racconto
diverso, per promuovere i 4 racconti e per diversificare i soggetti da rappresentare.
Entro il 3 marzo le classi dovranno aderire compilando un allegato e inviandolo via fax alla coop.
Itaca di Conversano ed il 27 aprile è il termine ultimo per raccogliere le opere. Sono previsti premi
(decrescenti) per il primo, secondo e terzo classificato e le rispettive targhe. La premiazione si
svolgerà il 31 maggio presso l’atrio del Comune di Gioia del Colle. Saranno invitate le classi dei
vincitori. Il bando è stato inviato via fax a tutte le scuole. In questa settimana verrà fatto un giro
per tutte le scuole elementari per verificare la corretta ricezione e per stimolare la partecipazione.
E’ stato richiesto un incontro con la scuola elementare di Turi, dove FA storicamente ha avuto
difficoltà di accesso, assieme alla assistente sociale, per provare ulteriormente un interlocuzione
su questa iniziativa “meno invasiva”. Si sta rilevando molto complesso comunicare con le diverse
realtà scolastiche. Spesso non esiste un indirizzo mail dedicato alle comunicazioni obbligandoci ad
utilizzare tutti i mezzi, a volte rischiando di ingolfare la comunicazione e di perderla.
Concerto, spot e bando possono rientrare nella promozione nazionale de la 2^ SETTIMANA DEL
DIRITTO ALLA famiglia 50 eventi in 50 città dal 12 al 20 maggio 2012 promosso dall’associazione
“Progetto famiglia” di cui Marco Giordano è presidente.
Denominazione servizio:”Famiglie Accoglienti” –Servizi di affidamento familiare
Azioni: “FAMIGLIA EDUCANTE”
“FAMIGLIA AMICA”
Scheda progettuale Pdz 2010/2012 : n. 4
L’Azione progettuale Famiglie Accoglienti nel 2011 ha proseguito la sua opera di promozione e di
sviluppo della cultura dell’Affido Familiare su tutto il territorio dell’Ambito.
Partendo dalla considerazione che i Comuni interessati hanno tutti un’antica tradizione di famiglie
solidali, di buon vicinato, per cui, nel passato, i nuclei si conoscevano fra di loro, si frequentavano,
si soccorrevano vicendevolmente, secondo la necessità, occupandosi anche dei bambini per
diverse ore del giorno, in sostituzione o in affiancamento alle proprie famiglie, si è convenuto che
occorreva stimolare il territorio per riportare alla luce quanto già di propria appartenenza, quanto
era stato sopito nel tempo , sommerso da strati di modernità che, dilatando le distanze, diluiva i
rapporti, le relazioni tra gli individui, creando luoghi sempre più estesi di solitudine.
L’Ambito sociale di Gioia del Colle, sposando questa tesi, ha previsto forme di affido leggero, ossia
solo per alcune ore del giorno, denominate “ famiglia educante” e” famiglia amica “ in cui la
famiglia affidataria sostiene il bambino che vive in una situazione di difficoltà familiare con un
azione di supporto educativo e rinforzo dell’attività scolastica, stimolandolo nel suo percorso di
autonomia e di socializzazione, in collaborazione con la famiglia originaria e con la scuola;
questa modalità di affido leggero ha consentito , così come previsto, l’avvicinamento di famiglie
che se frenate dall’impegno richiesto dal cosiddetto affido “ tradizionale” , ha potuto
sperimentare una differente disponibilità, meno impegnativa ma altrettanto valida . Nell’anno di
riferimento, in tutto l’Ambito sono stati effettuati 13 affidi leggeri così specificati:
COMUNE
Gioia del Colle
Casamassima
Turi
Sammichele di Bari
Famiglia Educante
0
1
5
0
Famiglia amica
4
2
1
1
Le famiglie coinvolte in questa esperienza sono complessivamente n.10. In alcuni casi l’esperienza
vissuta ha originato nuove forme di diponibilità , più ambiziose in un clima di maggiore apertura, di
gratuità e di fiducia verso l’ignoto perché attraverso la sperimentazione, l’input culturale ed
emotivo ricevuto dall’esterno ha facilitato la decodifica di esigenze interiori, capaci di attivare
risorse efficaci.
I bambini accolti hanno manifestato rilevanti miglioramenti sia nel rendimento scolastico che sul
piano educativo, comportamentale e della socializzazione. Le famiglie accoglienti sono diventate,
per quasi tutti i bambini , riferimenti significativi , un’altra angolazione importante del loro
mondo .
Le famiglie di origine, adeguatamente supportate, hanno imparato a fidarsi, avviando, non senza
difficoltà, il processo di cambiamento della loro vita , scoprendosi capaci di attivare proprie
risorse e abilità .
Per ogni bambino è stato formulato un progetto mirato a cura del Servizio Sociale territoriale (
Servizio Comunale e Consultorio Familiare), coadiuvato da un esperto psicologo del Terzo Settore
incaricato dell’esecutività dell’Azione progettuale , nel quale si è tenuto conto della storia del
bambino e della sua famiglia, sono stati individuati gli obiettivi, sia pure minimi del progetto, le
modalità e i tempi di attuazione.
I risultati osservati dalla realizzazione di suddette esperienze valorizzano il percorso intrapreso e
validano i processi avviati che vanno sostenuti e rafforzati ulteriormente.
Sicuramente l’equipe unica di Ambito per l’Affidamento Familiare, costituitasi nell’anno di
riferimento, diventa un valido strumento per raggiungere obiettivi importanti quali:
a) Mettere a sistema un modello di intervento di rete pubblico-privato, processuale ed
incrementale fondato:
- Su una cooperazione organizzata e formalizzata verso obiettivi comuni
- Su una organizzazione di una cabina di regia stabile di pianificazione, coordinamento,
monitoraggio , valutazione e validazione delle strategie di intervento
- Su una dimensione organizzativa molto forte in cui sono chiari, formalizzati ed
esplicitati ruoli, responsabilità decisionali ed obiettivi
- Su una disponibilità allo scambio e al trasferimento delle informazioni
- Su un percorso comune di aggiornamento e formazione tecnica degli operatori
dell’affido pubblici e del privato sociale.
b) Implementare e sviluppare i servizi a sistema attraverso un miglioramento della cura e
dell’accompagnamento dei minori, delle famiglie affidatarie e delle famiglie di origine
c) Diversificare le forme di affido e accoglienza familiare di minori per rispondere al
mutamento dei bisogni e delle istanze sociali delle famiglie in stato di vulnerabilità o
fragilità sociale, sperimentando nuovi interventi di prossimità, solidarietà e sostegno
familiare che contribuiscano a rafforzare competenze genitoriali e relazioni significative
d) Migliorare la comunicazione e la promozione della cultura dell’affido, con un investimento
in termini di riflessione e pratica sia:
- Sul metodo: scelta di non optare per grosse campagne di comunicazione a target
indifferenziato, ma su una strategia di comunicazione integrata con strumenti
diversificati mirati a specifici segmenti di popolazione ritenuti più sensibili e disponibili
all’accoglienza
- Sui contenuti: modificare l’immagine dell’affido da un percorso avvicinabile da pochi ad
esperienza di accoglienza in senso più generale e diversificato, che può attuarsi con
diverse modalità e quindi accessibile a chi sia disponibile ad “ accogliere “ in base alle
proprie disponibilità e risorse.
E’ in quest’ottica che l’Ambito sociale di Gioia del Colle si muove e procede.
Denominazione servizio: Ufficio Tempo e Spazio dell’Ambito
(Scheda progettuale di riferimento n.35 - Pdz 2010-2012
Con atto dirigenziale n.291 del 07/04/2011 si procedeva all’approvazione della Convenzione tra
questo Ambito territoriale e l’Associazione Sud-Est Donne di Conversano, per la realizzazione del
progetto; Di seguito si riporta il dettaglio descrittivo delle attività realizzate, declinate per obiettivi,
così come fissati nel formulario di progetto;
OBIETTIVO 1 : OTTIMIZZAZIONE DELLA FRUIZIONE DEI SERVIZI CITTADINI
ATTIVITA’ REALIZZATE
Mappatura della dislocazione territoriale e degli orari di accesso e di apertura degli uffici
comunali, mediante la costruzione di una griglia di rilevamento dati, contenente le seguenti
voci/informazioni da rilevare: giorni e orari di apertura al pubblico; il n. di utenti e/o
pratiche lavorate nel corso dell’ultimo anno; accessibilità dell’ufficio.
Avvio del rilevamento dati negli uffici comunali oggetto di indagine.
Indagine sui bisogni e le attese dei cittadini rispetto ai servizi di sportello del Comune
Definizione qualitativa e quantitativa dei destinatari dell’indagine
Il campionamento della popolazione è stato così definito: la quantità di cittadini cui
sottoporre il questionario d’indagine è stata fissata in percentuale compresa tra il 5% e il
10% dei nuclei familiari attestati in ciascun Comune dell’Ambito; quanto al target, esso
risulta formato dai lavoratori, raggiunti dal questionario in qualità di genitori dei
frequentanti gli asili nido e degli alunni delle scuole elementari e medie dei due comuni
dell’Ambito.
Elaborazione dello strumento di indagine.
La Ricerca sui bisogni di conciliazione delle famiglie in relazione agli orari di apertura degli
uffici comunali consta di un questionario che si compone delle seguenti sezioni:
presentazione del nucleo familiare e informazioni sui tempi di lavoro; tempi e accessibilità
degli uffici comunali e degli esercizi commerciali; problemi nella conciliazione dei tempi di
vita e dei tempi di lavoro delle famiglie; osservazioni e suggerimenti.
Il questionario si compone di 29 domande a risposta chiusa e di una domanda a risposta
aperta.
Elaborazione del database per l’imputazione dei dati.
Rilevamento dati, mediante la distribuzione del questionario di indagine presso 10 tra
scuole elementari e medie dei quattro comuni, coinvolte nell’indagine.
Imputazione ed elaborazione dei dati.
Restituzione grafico-testuale dei dati emersi dall’elaborazione.
Redazione di un documento di sintesi e presentazione dei risultati emersi dalla Ricerca sui
bisogni di conciliazione delle famiglie in relazione agli orari di apertura degli uffici comunali,
con report di dettaglio sui singoli Comuni interessati dall’indagine.
OBIETTIVO 2: RIDUZIONE DELLA CONGESTIONE VEICOLARE
ATTIVITÀ REALIZZATE
Indagine sulle modalità di spostamento dei target individuati dal progetto
o Definizione qualitativa e quantitativa dei destinatari dell’indagine. La domanda di
mobilità è stata indagata attraverso la conoscenza delle modalità di spostamento di
alunni e genitori-accompagnatori, mediante la somministrazione di un questionario
auto compilato da un campione di genitori delle scuole primarie, elementari e
medie del territorio. In particolare, anche sulla base dei suggerimenti ricevuti dagli
insegnanti, si sono privilegiate classi meglio indicative delle differenti abitudini per i
tre ordini di scuole, ovvero le classi dei cinquenni per la scuola primaria, le classi III
e IV per la scuola elementare e le classi II per la scuola media. Agli alunni è stato
consegnato un questionario cartaceo da consegnare e da far compilare ai genitori.
Questa modalità di somministrazione, rispetto ad altri strumenti come il contatto
telefonico o personale, è stato preferito in quanto ritenuto più efficace al fine di:
o Coinvolgere gli istituti scolastici interessati ai temi della ricerca;
o Raggiungere un numero considerevole di famiglie;
o Realizzare l’indagine in tempi brevi.
o Elaborazione dello strumento di indagine. La Ricerca sui bisogni di conciliazione delle
famiglie dei bambini che frequentano le scuole dell’infanzia, elementari e medie del
territorio è stata attuata mediante la predisposizione di un questionario composto dalle
seguenti sezioni:
o presentazione del nucleo familiare; i tempi del lavoro (professione, distanza dal
luogo di lavoro, flessibilità degli orari, modalità di percorrenza del tragitto casalavoro); i tempi della scuola (modalità di percorrenza del tragitto casa-scuola, scelte
per conciliare i tempi della famiglia, gestione del tempo libero); la conciliazione
(misure e servizi adoperati in relazione alla formazione dei figli; evidenziazione dei
maggiori problemi nella conciliazione dei bisogni delle famiglie con bambini in età
prescolare e scolare). Il questionario si compone di 16 domande a risposta chiusa e
di una domanda a risposta aperta (osservazioni, proposte, suggerimenti per
favorire/migliorare la conciliazione famiglia-scuola-lavoro).
o Elaborazione del database per l’imputazione dei dati.
o Rilevamento dati, mediante la distribuzione del questionario di indagine presso 10
tra scuole primarie, elementari e medie coinvolte nell’indagine.
o Imputazione ed elaborazione dei dati.
o Restituzione grafico-testuale dei dati emersi dall’elaborazione.
o Redazione di un documento di sintesi e presentazione dei risultati emersi dalla
Ricerca sui bisogni di conciliazione delle famiglie dei bambini che frequentano le
scuole dell’infanzia, elementari e medie del territorio, con particolare attenzione ai
temi della mobilità nei percorsi casa-scuola e casa-lavoro.
AZIONE TRASVERSALE AGLI OBIETTIVI 1 E 2:
ANIMAZIONE TERRITORIALE
Nel periodo maggio – ottobre 2011 si sono svolti una serie di incontri, di seguito dettagliati:
o Incontri tecnici presso la sede dell’Ufficio di Piano, finalizzati alla programmazione
operativa e temporale della realizzazione delle attività progettuali e alla
condivisione degli strumenti e delle modalità delle indagini da svolgere nei territori
oggetto dell’intervento.
o Incontri informativi e operativi presso le sedi comunali dei quattro Comuni
dell’Ambito, alla presenza di referenti della APS SUD EST DONNE (consulente
dell’Ambito per la realizzazione di parte delle attività progettuali), di rappresentanti
dell’Ufficio di Piano, di assessori e dirigenti comunali e dei rappresentanti delle
scuole elementari e medie del territorio. Si è proceduto con l’illustrazione del
progetto e con la condivisione dei metodi e degli strumenti di realizzazione delle
attività progettuali, nonché con l’invito, rivolto agli assessori presenti, ad avviare
una riflessione circa le risorse umane, individuabili tra i dipendenti comunali, da
destinare al costituendo Ufficio Tempi e Spazi. Le conclusioni dell’incontro sono
state le seguenti: l’avvio del rilevamento dati all’interno degli uffici comunali
oggetto della ricerca e la sottoposizione del questionario di indagine nelle scuole
del territorio coinvolte nelle attività di progetto.
o _ Settembre - ottobre 2011 - Incontri con i referenti delle singole istituzioni
scolastiche: presentazione e informazione circa l’oggetto delle indagini da svolgere
in collaborazione con le scuole del territorio; condivisione delle modalità di
distribuzione e somministrazione dei questionari presso gli alunni delle classi
interessate dalle indagini.
o _ Sono stati realizzati i focus group tecnico politici finalizzati all’analisi dei dati
emersi dalle indagini condotte presso i quattro comuni e alla progettazione
partecipata di interventi sperimentali volti a fornire risposte ai fabbisogni emersi.
OBIETTIVO 3: ISTITUZIONE E ATTIVAZIONE DELL’UFFICIO TEMPI E SPAZI
ATTIVITÀ REALIZZATE
Si è avviata una riflessione partecipata volta a definire metodi, strumenti e risorse umane,
al fine di favorire la nascita e il potenziamento di professionalità dedicate alla promozione
e attuazione del Piano Territoriale dei tempi e degli Spazi tra gli operatori delle Pubbliche
Amministrazioni.
E’ stato predisposto un percorso formativo teorico-pratico di accompagnamento alla
costituzione dell’Ufficio Tempo e Spazi, che possa consentire ai futuri operatori dell’UTS di
meglio addentrarsi nelle problematiche legate alle politiche di conciliazione vita-lavoro.
E’ stato realizzato il percorso formativo ‘Verso il Piano territoriale dei Tempi e degli Spazi’,
strutturato in tre incontri , per una durata complessiva di 18 ore.
Area Disabilità “PROGETTO PEGASO IN VOLO”
Scheda progettuale Piano Sociale di Zona 2010/1012 n. 31
Il progetto “Pegaso in volo” rivolto alle persone con disabilità dell’ Ambito di Gioia del
Colle, in un’ottica pluridisciplinare di completa presa in carico dell’individuo, vede l’utilizzo di
diverse attività quali ippoterapia/equitazione, nuoto, basket, MusicArTerapia, Musicoterapia,
teatro, sostegno psico-educativo alle famiglie, come “mezzi” educativi per il perseguimento di
obiettivi comuni di un complesso progetto “di vita” integrato e individualizzato. Per esempio
l’obiettivo di migliorare le capacità relazionali e la disinvoltura con il cliente per un inserimento
lavorativo come cameriere per una persona con disabilità, può essere favorito mediante l’attività
teatrale (confronto con il pubblico), l’ippoterapia (miglioramento dell’autostima) e la
musicoterapia (favorire la comunicazione disinibita). Un lavoro integrato per un unico obiettivo.
Il progetto è stato avviato sui quattro comuni dell’Ambito, a partire dal 12 maggio 2009 con
un convegno di apertura svolto presso il teatro “Rossini” di Gioia del Colle.
Il bando per la presentazione delle domande di accesso veniva pubblicato il 27 Luglio 2009,
a ciò è seguita la definizione della graduatoria dei partecipanti, da parte dell'Ambito Territoriale
nella primavera 2010. In seguito, nonostante la chiusura dei termini di iscrizione, la graduatoria è
stata integrata ulteriormente sino alle ultime settimane, comportando successivi aggiustamenti e
revisioni della pianificazione delle attività. Ad oggi sono state raccolte 123 iscrizioni al progetto
Pegaso in Volo. Accogliere tutte le domande pervenute in corso d’opera ha avuto un pro ed un
contro: si è potuta costituire una banca dati delle persone con disabilità che hanno conosciuto i
servizi offerti dall’Ambito, anche se ciò ha comportato una risicata ripartizione delle attività per
ciascun partecipante.
Le iscrizioni degli utenti sono state così ripartite, Comune per Comune
Di fatto, l’impostazione iniziale sul numero dei partecipanti e sulla distribuzione delle
attività è stata modificata, per permettere l'integrazione della graduatoria con conseguente
ridistribuzione delle attività e delle sedute. Pertanto, il progetto Pegaso in Volo ha avuto un avvio
programmatico progettuale di tipo organizzativo a partire dal maggio 2009 soprattutto nell’ambito
della collaborazione con gli istituti Scolastici coinvolti, degli incontri individuali con le famiglie, il
Pegaso in linea, la gestione e aggiornamento del sito, lo sportello H.
Per i motivi su citati, le attività rivolte direttamente all'utenza sono iniziate nel maggio
2010 con la Rieducazione a cavallo. Ciò ha comportato che il progetto, pur dovendo durare due
anni e concludersi nella primavera 2011, abbia subito un prolungamento dell'erogazione dei
servizi, accorciando e intensificando i tempi delle varie azioni, soprattutto a causa dell’aumento
dell’utenza di circa il 50% .
Tuttavia, sono state conciliate le modifiche organizzative legate al cambiamento del
numero dei partecipanti e delle tappe temporali, al fine di continuare il percorso in equipe per lo
sviluppo sequenziale e integrato delle varie azioni, forza del Progetto “ Pegaso in Volo “. Tale
modus operandi ha favorito l’approfondita analisi dei vari utenti in tutte le attività proposte dal
progetto sottolineando punti di forza e debolezza da potenziare o sostenere, in particolare
orientando gli operatori nell’azione di Avviamento lavorativo .
Inoltre, nell'intervallo di tempo compreso fra l’avvio ed oggi, è stata offerta una serie di
servizi in continuità di rapporto con le famiglie, grazie all'azione dello Sportello H sempre attivo sui
Comuni dell'Ambito nei giorni e negli orari previsti, all'azione del Pegaso in linea, al sito internet.
Importante inoltre, la presenza costante sul territorio del coordinatore del Progetto, che ha
attivato i rapporti con la rete istituzionale anche tramite gli incontri d'equipe, assieme agli
operatori della ASL, agli operatori dei Servizi Sociali e all'equipe del Progetto, finalizzati a discutere
delle attività e degli obiettivi di ciascun utente in un confronto multidisciplinare e integrato.
Alla luce di quanto premesso sull’andamento dell’implementazione generale del progetto
ed al fine di fornire una possibilità di lettura rapida ed efficace, si riportano di seguito le azioni
attuate.
Le azioni si sono così susseguite:
1. È stata effettuata la valutazione da parte dell’ équipe socio-psico-medico-pedagogica di
ciascun utente partecipante, al fine di individuare percorsi personalizzati in sinergia con i
Servizi Sociali e sanitari dei comuni del territorio e le famiglie.
2. Sono stati effettuati gli incontri inerenti all’Azione Pegaso e Scuola , ossia giornate di
formazione e informazione per la diffusione delle “buone prassi” da adottare nel settore della
disabilità e favorire la continuità scuola-extrascuola.
Gli incontri sono stati effettuati nelle date:
12 novembre 2009 Turi;
26 novembre Sammichele di Bari ;
3 dicembre 2009 Casamassima;
18 febbraio 2010 Gioia del Colle .
Il secondo appuntamento è stato effettuato nelle date
6 settembre 2010 per Gioia del Colle;
21 settembre 2010 Casamassima;
26 ottobre 2010 Turi e Sammichele;
Il terzo appuntamento è stato effettuato nelle date
10 maggio 2012 per Gioia del Colle;
30 maggio 2012 a Sammichele per Turi e Sammichele;
Rispetto a tale azione si specifica che la scuola partner di Casamassima ha scelto di non svolgere il
terzo appuntamento di Pegaso e Scuola a causa del già fitto calendario scolastico proprio.
3. Sono stati effettuati gli incontri di discussione, valutazione dei casi e coordinamento, assieme
ai professionisti della ASL e assistenti sociali dei Comuni, al fine di meglio definire le attività
per ciascun utente, coordinare le prestazioni erogate dagli altri servizi e collaborare in maniera
sinergica al raggiungimento degli obiettivi di ciascun partecipante al Progetto “Pegaso in Volo”.
Gli incontri sono stati effettuati nelle date:
22 luglio 2010 Comune di Turi e Sammichele;
28 luglio 2010 Comune di Casamassima;
29 luglio 2010 Comune di Gioia del Colle.
Parallelamente allo svolgersi del progetto, l‘ equipè è stata costantemente in contatto con
professionisti della ASL e assistenti sociali dei Comuni al fine di realizzare nel modo più efficiente
possibile la sinergia della rete e la realizzazione degli obiettivi per i singoli ragazzi.
4. E’ stato avviato il servizio di Sostegno Psicologico finalizzato a fornire informazione e
consulenza e agire sulle difficoltà dell’intero nucleo familiare per adattarlo più positivamente
alla situazione. Il servizio si è basato non solo sul fornire sostegno, supporto e informazione,
ma anche sull’attivare reti istituzionali intorno all’utente qualora ciò fosse necessario e
condiviso dagli operatori dei Servizi Sociali del Comune. Utenti e famiglie hanno effettuato
brevi cicli di incontri o consulenze informative, di sostegno psicologico e di supporto, secondo i
principi del centro d’ascolto. Inoltre tale servizio ha riscontrato particolare interesse da parte
degli utenti, infatti sono stati incontrati più utenti di quelli previsti e talvolta i percorsi
effettuati sono stati più lunghi a causa delle specifiche necessità.
5. È stato avviato l’ intervento di Tutoraggio Educativo nei primi mesi di progetto e sono state
esaurite tutte le ore previste con numerose richieste di prolungamento dell’azione da parte dei
familiari degli utenti. Inoltre al termine dell’azione sono state incontrate le famiglie al fine di
valutare l’efficacia dell’intervento e le necessità ancora presenti. Inoltre le ore di tutoraggio
sono state incrementate nei comuni di Turi e Casamassima in seguito ad accordi presi con le
Assistenti Sociali dei Comuni e l’Ufficio di Piano al fine di convertire le ore di attività di
Psicomotricità di Turi e Musicoterapia di Sammichele che non erano state svolte per motivi
legati alla mancanza di spazi adeguati. Al termine dell’azione sono state incontrate le famiglie
al fine di valutare l’efficacia dell’intervento e le necessità sono ancora presenti. Gli obiettivi
sono stati orientate prevalentemente al potenziamento delle autonomie su ciascun
partecipante e la forza di tale azione si è manifestata soprattutto per la concomitanza di
funzionalità rappresentando sia un potenziamento delle abilità per gli utenti sia un momento
di sollievo per i genitori . Infatti è stata anche l’azione maggiormente richiesta dalle famiglie.
6. In maniera sequenziale per i vari comuni, è stata avviata l’attività di MusicArTerapia nella
Globalità dei Linguaggi. Tale intervento, mirato all’integrazione della persona disabile,
attraverso il coinvolgimento di molteplici attori fra cui famiglie e volontari, è stato attuato sulla
base degli obiettivi specifici individuati dall’equipe socio-psico-medico-pedagogica e concordati
con le famiglie.
7. L’ATTIVITÀ DI LABORATORIO TEATRALE “TUTTI IN SCENA” GIÀ CONCLUSA NEL COMUNE DI GIOIA DEL COLLE,
PER GLI ALTRI COMUNI LO SPETTACOLO PREPARATO DAI PARTECIPANTI È STATO SVOLTO PRESSO LA SCUOLA
MEDIA RESTA DI TURI IN DATA 1 GIUGNO.
L’EVOLVERSI DEL LABORATORIO HA VISTO LA PARTECIPAZIONE ATTIVA DI MOLTI RAGAZZI ATTRAVERSO IL
SUPERAMENTO DI DIFFICOLTÀ INTERIORI, ATTRAVERSO LA MESSA IN DISCUSSIONE DI SE STESSI , LA PRESA DI
COSCIENZA DELLE PROPRIE POTENZIALITÀ , IL RAFFORZARSI DELLA CAPACITÀ DI AFFIDARSI AL GRUPPO,
L’AUMENTO DELL’AUTO STIMA.
8. L’ATTIVITÀ DI IPPOTERAPIA ED EQUITAZIONE EDUCATIVA, INQUADRATA IN UN’OTTICA DI RIEDUCAZIONE DELLA
PERSONA DISABILE , È STATA LA PRIMA ATTIVITÀ CHE GLI UTENTI HANNO POTUTO SVOLGERE IN PRIMA PERSONA
ED HA VISTO UN NUMERO CRESCENTE DI PARTECIPANTI. PER QUESTA ATTIVITÀ PERÒ, LE FAMIGLIE HANNO
RICHIESTO LA SOSPENSIONE DELLA STESSA NEI MESI PIÙ FREDDI DELL’ANNO, PROPOSTA ACCOLTA
FAVOREVOLMENTE DAI TECNICI DELLA EQUIPE DEL PEGASO IN VOLO. CON IL SOPRAGGIUNGERE DELLA
STAGIONE PRIMAVERILE SONO RIPRESE , MOMENTANEAMENTE , LE ATTIVITÀ SOLO PER COLORO CHE SI SONO
DISTINTI PER GLI OBIETTIVI SPORTIVI E RIABILITATIVI RAGGIUNTI E QUINDI SONO STATI RITENUTI IDONEI ALLA
PRATICA SPORTIVA ED AGONISTICA.
PER
QUESTO ALCUNI DEI DESTINATARI DEL SERVIZIO HANNO RIPRESO GLI
BARI IL 08/06/2011.
DUE DI LORO, R.G. E F.L., RISULTANDO DETENTORI DEL TITOLO REGIONALE (RISPETTIVAMENTE GIMKANA 1M
E GIMKANA 1E), HANNO AVUTO DI DIRITTO E PER MERITI ACCESSO AI CAMPIONATI N AZIONALI DI
EQUITAZIONE SVOLTISI DAL 23-25 GIUGNO AD ATINA (FR) RAGGIUNGENDO UN OTTIMO PIAZZAMENTO IN
CLASSIFICA . QUESTA EVOLUZIONE È STATA IL RISULTATO DI UN PROGETTO DI VITA CONCORDATO CON LA
FAMIGLIA E TUTTE LE AGENZIE EDUCATIVE ED ISTITUZIONALI COINVOLTE . TALE EVOLUZIONE , PORTATA AVANTI
DAL PEGASO IN VOLO HA AVUTO COME OBIETTIVO LA TRASLAZIONE DAL RAGGIUNGIMENTO DI FINI
ASSISTENZIALI, AL RAGGIUNGIMENTO DELL’AUTONOMIA E DELL’INTEGRAZIONE . TERMINATA LA STAGIONE
AGONISTICA, SONO RIPRESE LE ATTIVITÀ PER TUTTI COLORO CHE AVEVANO OBIETTIVI PRETTAMENTE
RIABILITATIVI. IL PERCORSO PER TUTTI GLI ALTRI UTENTI È RIPRESO NEI PRIMI GIORNI DEL MESE DI LUGLIO E
TERMINATO IN N OVEMBRE . SI PRECISA INOLTRE , CHE SE PUR CON TEMPI DIFFERENTI, LEGATI ALLA
PREPARAZIONE DELLE GARE , TUTTI GLI UTENTI HANNO USUFRUITO DI UN NUMERO UGUALE DI SEDUTE DI
IPPOTERAPIA O EQUITAZIONE.
INOLTRE, GLI UTENTI DI CASAMASSIMA HANNO USUFRUITO DI ULTERIORI ORE DI IPPOTERAPIA A SEGUITO
DELLA CONVERSIONE DI ORE PIANIFICATE CON L’UFFICIO DI PIANO. INFINE IN DATA 18 E 19 MAGGIO SI SONO
TENUTI I CAMPIONATI NAZIONALI DI EQUITAZIONE A ROMA A CUI HANNO PARTECIPATO UN UTENTE DI TURI ED
UNO DI GIOIA DEL COLLE . TALE ESPERIENZA HA VALENZA SIA FORMATIVA SIA DI GRANDE SODDISFAZIONE
PERSONALE PER L’ATLETA DATO IL RISULTATO RAGGIUNTO .
9. IL LABORATORIO DI MUSICOTERAPIA AVVIATO NEL COMUNE DI TURI E DI GIOIA DEL COLLE IN UNA LOGICA
SEQUENZIALE E DI DISTRIBUZIONE DELLE ATTIVITÀ , VEDE COME OBIETTIVO L'INTEGRAZIONE FISICA ED EMOTIVA
DELL'ESPERIENZA. LA MANCANZA DI SPAZI IDONEI SUL TERRITORIO DI CASAMASSIMA HA FATTO SI CHE
L’ATTIVITÀ DOVESSE SLITTARE PIÙ VOLTE ED AD OGGI È STATA CONVERTITA IN ORA DI TUTORAGGIO
DOMICILIARE IN ACCORDO CON L’UFFICIO DI PIANO. PER IL COMUNE DI SAMMICHELE ,L’ATTIVITÀ È STATA
SVOLTA NEI MESI DI APRILE , MAGGIO E GIUGNO 2012 PRESSO IL PLESSO N ITTI DELL’ISTITUTO
COMPRENSIVO.AL TERMINE DELLE ATTIVITÀ I RAGAZZI DI SAMMICHELE PARTECIPANTI HANNO PREPARATO UNA
DIMOSTRAZIONE FINALE IN OCCASIONE DELLA MANIFESTAZIONE DEL 5 GIUGNO PRESSO IL TEATRO ROSSINI DI
GIOIA CHE HA PERMESSO L’ ESPRESSIONE IN FORMA MUSICALE E POETICA DEI VISSUTI EMERSI DURANTE LE
SEDUTE DEL LABORATORIO.(I N ALLEGATO RELAZIONE DETTAGLIATA ).
10. ANCHE L’ATTIVITÀ DI ACQUATICITÀ E NUOTO AVVIATA PER TUTTI I COMUNI NEL MESE DI APRILE 2011, È
TERMINATA DOPO UN CICLO DI CIRCA 12 INCONTRI PER COMUNE .LE SEDUTE SONO STATE SVOLTE PRESSO LE
PISCINE DI GIOIA DEL C OLLE PER I C OMUNI DI GIOIA E SAMMICHELE , A CASAMASSIMA PER I C OMUNI DI
CASAMASSIMA E TURI . SI PRECISA CHE GLI INCONTRI SONO STATI RIDOTTI DI NUMERO IN QUANTO È
SUBENTRATO IL COSTO DEGLI SPAZI ACQUA NON CONTEMPLATO NEL BUDGET INIZIALE . ANCHE IN QUESTA
ATTIVITÀ LE CAPACITÀ PROMOSSE NON SONO STATE ESCLUSIVAMENTE QUELLE DELL’AMBITO MOTORIO MA
ANCHE DELLA SICUREZZA IN SE STESSI DOVENDO SPESSO AFFRONTARE L’APPROCCIO CON L’AMBIENTE
ACQUATICO E PROMUOVENDO NUOVE ABILITÀ.(IN ALLEGATO RELAZIONE DETTAGLIATA )
11. NEL MESE DI MAGGIO HA AVUTO INIZIO L’AZIONE DI PSICOMOTRICITÀ E BASKET PER I COMUNI DI GIOIA DEL
COLLE TURI E SAMMICHELE DI BARI ED HA VISTO LA SUA CONCLUSIONE NEL MESE DI DICEMBRE. TALE AZIONE
ALLENAMENTI FINALIZZATI ALLA GARA REGIONALE DI EQUITAZIONE CHE SI È TENUTA A
HA FAVORITO NON SOLO IL POTENZIAMENTO DELLE CAPACITÀ MOTORIE IN BASE ALLE ESIGENZE POTENZIALITÀ
DI CIASCUN PARTECIPANTE MA ANCHE LA SOCIALIZZAZIONE E IL CONFRONTO TRA PARI.
12. A novembre 2011 è partita l’azione di Avviamento al lavoro. Già nel corso delle altre attività
il lavoro degli operatori è stato orientato al potenziamento e alla valutazione delle competenze
per l’apprendimento delle regole comportamentali, rispetto delle consegne,senso della
disciplina, dei tempi etc. sono stati effettuati tramite le attività di psicomotricità e basket e di
acquaticità e nuoto. Ciò per permettere un’adeguata selezione degli utenti partecipanti
all’azione di avviamento al lavoro. Quest’ultima, è stata avviata tramite lo svolgimento dei
colloqui con le famiglie e con i singoli utenti finalizzati all’individuazione delle predisposizioni
dei ragazzi ed alla realizzazione del miglior abbinamento utente-ambito professionale. I
colloqui sono stati preliminari al periodo di formazione degli utenti. A ciò è seguita la
formazione e l’esperienza pratica di tirocinio, in azienda dei comuni di residenza degli
utenti.(In allegato relazione dettagliata).
13. Come da progetto, il servizio di trasporto degli utenti è stato garantito sui 4 comuni
dell’Ambito per le attività di equitazione, ippoterapia, nuoto e teatro.
14. Il Servizio di Sportello H è partito subito sui vari comuni.Tale azione è stata rivolta alla persona
con diversà abilità ed al suo nucleo familiare con l’obiettivo di sostenere l’utente e/o la
famiglia rispetto alle situazioni di difficoltà legate alla disabilità.
Nello specifico l’azione progettuale assieme al sostegno psicologico è stata implementata con
la finalità di agire sulle difficoltà dell’intero nucleo familiare per adattarlo più positivamente
alla situazione. Inoltre, in alcuni casi è stata attivata la rete istituzionale intorno all’utente al
fine di sostenerlo a 360 gradi coinvolgendo ASL e Servizi Sociali del Comune o altre
progettualità presenti sull’Ambito, a seguito delle rilevazioni di situazioni di disagio o bisogno
in aree differenti dalla disabilità.
La presenza dello sportello ha anche favorito l’ingresso di nuovi utenti e il loro avvicinamento
ai servizi.Un esempio è dato dai cospicui accesso dell’ambito non utenti del progetto che si
sono rivolti allo sportello ricevendo informazioni diversificate sui servizi del territorio.
Oltre a tali servizi, gli incontri con le famiglie presso lo sportello hanno consentito di
raccogliere importanti informazioni sui bisogni reali delle famiglie attraverso rilevazioni a
carattere quantitativo e qualitativo. La lettura effettuata tramite sportello e sostegno
psicologico ha sottolineato le differenze di esigenze tra le fascie di utenza presenti sul
terriotrio: La disabilità nell’infanzia, con esigenze psico-educative; la disabilità fgrave con
esigenze di sollievo per le famiglie; la disabilità nell’età adulta con esigenze riferite al mondo
lavorativo e della sessualità; le famiglie con esigenze le gate all’elaborazione delle dinamiche
instauratesi con l’arrivo di un figlio disabile;
in particolare si sottolinea che attraverso lo sportello H, il servizio Pegaso in linea, le riunioni di
verifica con le famiglie, è stato possibile rilevare i bisogni e le richieste rispetto alle azioni del
progetto.Ciò ad indicare il riscontro da parte delle famiglie dell’efficace degli interventi e del
loro gradimento.
Le attività maggiormente richieste dalle famiglie sono risultate le seguenti: il tutoraggio
educativo domiciliare; ippoterapia; acquaticità; le attività mediamente richieste sono risultate
le seguenti: consulenza e sognegno psicologico; musicaterapia nella globalità dei linguaggi;
musicoterapia; attività teatrale. Le attività meno richieste, invece,sono quelle relative alle
psicomotricità.
Alla luce di ciò è utile pensare ad una evoluzione dei servizi proposti: primo fra tutti una
formazione rivolta alle famiglie per una maggiore responsabilità e presa in carico delle
esigenze educative” speciali” dei figli con disabilità, che può avvenire accanto al servizio di
tutoraggio educativo
Politiche di inclusione sociale e contrasto alla povertà.
Denominazione servizio: INSERIMENTI LAVORATIVI SALUTE MENTALE
Numero progressivo scheda progettuale Pdz 2010/2012: 33
Denominazione servizio:” SINERGICA-MENTE “- INCLUSIONE SOCIALE E CONTRASTO
ALLA POVERTA’.
Numero progressivo scheda progettuale Pdz 2010/2012 : 20
Le azioni progettuali programmate nell’Area: Politiche di Inclusione Sociale e Contrasto alla
povertà e denominate “Sinergica-mente “ e “ Viva-mente”, avviate nel Dicembre 2009, si sono
concluse nell’anno di riferimento.
L’Azione Sinergica-mente, curata dal Comune di Casamassima limitatamente al proprio territorio e
a quello di Turi, si è conclusa nel mese di Maggio/2011.
La realizzazione del Servizio è stata affidata a Cooperative Sociali di tipo b) presenti sul territorio e
precisamente alla Cooperativa Sociale Nuove Prospettive per il Comune di Casamassima e alla
Cooperativa Sociale L’Obiettivo per il Comune di Turi, che hanno seguito un’unica linea
progettuale con obiettivi, finalità e modalità operative identiche, ben definite.
Il Servizio, orientato nel campo della raccolta differenziata dei rifiuti, più specificamente di carta e
plastica, ha sperimentato il sistema del “ porta a porta “ su aree territoriali circoscritte, individuate
nella fase programmatoria, di realizzazione dello stesso.
Per ogni territorio sono stati realizzati n.4 inserimenti lavorativi di persone svantaggiate.
L’Azione è stata costantemente monitorata nelle diverse fasi di attuazione e ha visto il
coinvolgimento di tutti gli Attori Sociali interessati ; ha avuto riscontri positivi come è emerso negli
incontri di verifica effettuati sia a livello territoriale che di ambito e come rilevato da attestazioni
rilasciate dai Servizi coinvolti , riconoscendo il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Il successo dell’iniziativa ha fatto maturare l’ipotesi di non disperdere le abilità acquisite dai
lavoratori ma di valorizzarle attraverso nuove proposte di inserimento lavorativo .
Risposte positive sono venute anche dal territorio che ha gradito ed apprezzato l’attività e ha
risposto con un coinvolgimento attivo dei cittadini residenti nell’area interessata, stimolando nel
contempo cittadini esterni alla zona servita a richiedere un ampliamento del servizio .
La Cooperativa L’Obiettivo, per il territorio di Turi, a conclusione dell’attività svolta, ha
somministrato un questionario di soddisfazione del Servizio utile ad acquisire una percezione
reale dell’attività sperimentata e della sua qualità.
Il questionario ha rilevato informazioni importanti rispetto a due aree di interesse:
• l’esito del servizio di raccolta differenziata porta a porta
• la valutazione dell’integrazione sociale dei beneficiari finali di progetto.
Rispetto al primo punto si è constatato che il 52% dell’utenza intervistata ha effettuato per la
prima volta la raccolta differenziata, mentre il 92% del campione intervistato si dichiara
soddisfatto del servizio svolto.
Rispetto al secondo punto di interesse “viene espresso un ottimo livello di soddisfazione verso gli
operatori del servizio, sia per la preparazione, sia per la capacità di relazione ( cortesia), che evoca
il cosiddetto sistema di “ Qualità Totale” nei servizi, rappresenta soprattutto un forte dato di
natura culturale e sociale: le categorie di svantaggio cui appartengono gli operatori sono
completamente ignorate nelle risposte positive, evidenziando la totale assenza di stigmatizzazione
delle fasce più vulnerabili. “ ( Relazione attività svolta – Cooperativa Sociale L’Obiettivo).
L’Azione Viva-mente che ha interessato il territorio di Gioia del Colle e Sammichele di Bari ( la
titolarità del progetto era attribuita a Gioia del Colle), è stata affidata alla Cooperativa Sociale
Ogechi di Gioia del Colle.
L’attuazione del Servizio, per problematiche tecniche legate alla raccolta del rifiuto umidoorganico, ha avuto inizio nel Novembre 2010 e, pertanto, si è concluso in un periodo successivo a
quello degli altri Comuni, più precisamente nel Dicembre 2011.
L’esperienza sui territori di Gioia del Colle e Sammichele di Bari ha avuto un percorso più
difficoltoso rispetto a quello degli altri due Comuni interessati, riconducibile a diversi fattori quale
ad es. la natura dei rifiuti scelti, tra cui era inserito l’umido-organico. Questa differenziazione ha
comportato procedure diversificate di intervento , il coinvolgimento di altri Enti specializzati del
settore con cui sono stati sottoscritti protocolli di intesa per definire competenze e ruoli .
Un altro fattore sicuramente frenante è stata la scelta dei soggetti svantaggiati inseriti ,alcuni
particolarmente gravi per lo stato di salute mentale che presentavano e che richiedevano un
affiancamento continuo nell’espletamento dell’attività oltre ad interventi di supporto medicopsicologico piuttosto serrati.
Col trascorrere dei mesi è stato possibile migliorare e ampliare il Servizio in base alle esigenze
rilevate dall’utenza servita o dall’osservazione del territorio.
Nell’ultimo trimestre , essendo passati diversi mesi ed avendo acquisito una padronanza tale da
essere molto più spediti, con una buona ottimizzazione dei tempi di raccolta, è stato attuato un
ulteriore ampliamento di zona. Zone, sia a Sammichele che a Gioia, popolate soprattutto da
condomini ai quali è stata effettuata una sensibilizzazione mirata e adeguata all’utenza.
Nel mese di Novembre, dopo una serie di contatti, è stata organizzata una visita guidata alla
Progeva s.r.l. di Laterza, azienda di conferimento dell’umido organico.
Alla visita hanno partecipato tutti i dipendenti di Gioia del Colle e di Sammichele e le rispettive
riserve.
L’adesione è stata davvero partecipativa e di carattere curioso. I dipendenti attraverso la visita
guidata hanno potuto dare delle risposte alle loro numerose domande. Ma soprattutto hanno
potuto constatare con i loro occhi il frutto del loro lavoro e il reale risultato che viene ottenuto con
la raccolta dell’umido organico.
A causa di richieste specifiche pervenute dall’Azienda Si.Eco. in base a loro esigenze, la regolare
attività svolta dai dipendenti della Cooperativa Ogechi di Sammichele ha subito cambiamenti.
Infatti si è anticipato l’orario di inizio dell’attività lavorativa e si è dovuto sospendere il sabato
come giorno di raccolta. Queste modifiche sono state effettuate a seguito degli orari di apertura
dell’azienda di conferimento dell’umido organico a Laterza la quale accetta il rifiuto entro una
certa ora precisa e non è aperta il sabato. Di conseguenza si è provveduto a fare un informazione
capillare ai cittadini di Sammichele, attraverso la consegna di lettere informative, per rendere noto
dei cambiamenti e, contemporaneamente, comunicare che l’ultimo mese di raccolta è stato
previsto per Dicembre.
Allo stesso modo è stato effettuato a Gioia del Colle: alla metà del mese di Dicembre attraverso
l’informazione, i cittadini hanno ricevuto le lettere informative in cui si comunicava che erano gli
ultimi giorni di raccolta.
Chiaramente anche ai dipendenti è stata data comunicazione ufficiale in un incontro di formazione
creato ad hoc per rendere la notizia più tollerabile.
In definitiva, gli obiettivi fondamentali del progetto , vale a dire:
- fornire occasione di occupabilità per soggetti portatori di svantaggio
-ridurre la quantità di rifiuti prodotti
-diminuire progressivamente lo smaltimento in discarica
-incentivare il recupero attraverso il riuso e il riciclaggio
-creare una cultura dell’accoglienza e promozione umana
-stimolare i cittadini ad una maggiore partecipazione alla vita sociale, economica e culturale
Sono stati totalmente raggiunti e concretamente conseguiti.( Relazione attività svolta- Cooperativa
Sociale Ogechi).
Il lavoro svolto ha consentito alle persone inserite, appartenenti a fasce deboli, che incontrano
maggiori ostacoli nell’accesso all’attuale mercato del lavoro, di acquisire abilità specifiche,
spendibili in inserimenti lavorativi più duraturi presso ditte specializzate nel settore .
La sinergia di azione attivata tra soggetti pubblici, società for profit e privato sociale ha consentito
la realizzazione di una gestione mirata e congiunta dell’intervento finalizzato all’inclusione sociale
e allo sviluppo sostenibile del territorio.
Alla luce di quanto finora evidenziato e sulla scorta dei consensi ottenuti in termini di
inserimento lavorativo e di efficienza del servizio offerto, si è certi di voler proseguire nella
direzione presa che oltretutto privilegia la tutela dell’ambiente e la sua salvaguardia, argomento
di attualità, che attende risposte urgenti.
Denominazione servizio: Sportello per l’Integrazione socio-sanitaria-culturale
Scheda progettuale Pdz 2010/2012: n. 18
Il Piano Regionale delle Politiche Sociali 2009-2011 ha previsto, tra gli obiettivi di servizio
da raggiungere nel periodo di attuazione dello stesso Piano, l’istituzione ed il consolidamento per
ogni Ambito territoriale di almeno uno Sportello per l’integrazione socio-sanitaria –culturale, ai
sensi dell’art. 108 R.R. 4/2007, che svolga “attività di informazione sui diritti, di formazione e
affiancamento degli operatori sociali e sanitari per la promozione della cultura dell’integrazione
organizzativa e professionale in favore degli immigrati e loro nuclei alla rete dei servizi sociali,
sanitari, dell’istruzione, di consulenza tecnica specialistica per supportare i servizi nella costruzione
e nella gestione dei progetti personalizzati di intervento”.
Il Piano Sociale di Zona 2010-2012 ha previsto la realizzazione di questo obiettivo di servizio
con il progetto “Incontrarsi a…Sud” mirante a strutturare un servizio innovativo con più valenze
consistente in un Centro Interculturale articolato in uno Sportello per l’integrazione sociosanitaria-culturale, un Centro di documentazione e un Laboratorio per attività multiculturali,
finalizzato a realizzare l’integrazione e favorire la pacifica convivenza fra cittadini stranieri presenti
sul territorio dell’Ambito e cittadini autoctoni.
L’idea progettuale di concepire lo Sportello all’interno di un più ampio Centro
Interculturale nasce dalla constatazione della dimensione dinamica del fenomeno migratorio visto
in un’ottica di integrazione fra bisogni e istanze individuali e collettive di segmenti di popolazione
molto diversi fra loro.
La composizione dei contingenti di immigrati che si affacciano alle nostre rive o varcano le
nostre frontiere è assai mutata: non si muovono solo giovani maschi in età da lavoro, ma anche un
gran numero di donne più o meno giovani o mature, gruppi familiari intergenerazionali (da minori
a persone anziane, non necessariamente in fattispecie d ricongiungimento).
E’ evidente che ciò muta il quadro complessivo dei bisogni e delle istanze allargate che tali
flussi pongono all’attenzione dei territori e delle rispettive autorità di riferimento, tendendo,
inoltre, a rendere più articolata e difficile la lettura e decodifica delle istanze sociali medesime, in
perfetta analogia con la maggiore complessità della lettura dei fenomeni socio-demografici.
In ogni caso la circolazione di persone delle più varie provenienze ed il fenomeno
migratorio sono divenuti ormai elementi permanenti e strutturali nella società italiana. Sappiamo
come questa situazione abbia elementi di problematicità, ma rappresenti anche una ricchezza
economica, sociale e anche culturale, se la comunità locale, nella salvaguardia delle sue radici, sa
valorizzare l’apporto originale di altri elementi.
I Centri Interculturali, pertanto, quali luoghi e spazi di ascolto, incontro, conoscenza e
scambio tra le diverse culture, possono assumere una valenza significativa tra gli interventi previsti
per le politiche dell’integrazione fra cittadini stranieri e cittadini autoctoni in cui creare
opportunità di formazione interculturale, di dialogo e confronto su temi di interesse comune in cui
tutti i cittadini possono sentirsi riconosciuti perché solo attraverso la stima reciproca possono
nascere relazioni interculturali.
Il Centro Interculturale dell’ Ambito di Gioia del Colle è stato avviato a maggio 2011 con le
attività di Sportello nei quattro Comuni dell’Ambito, il servizio di compilazione elettronica delle
istanze di rilascio e rinnovo dei titoli di soggiorno, le attività di animazione multiculturale, le
attività di formazione e l’attivazione dello scaffale multiculturale.
Sportello per l’integrazione socio-sanitaria-culturale.
Lo sportello per l’integrazione socio-sanitaria-culturale assolve al bisogno di supporto
informativo ed orientativo dei cittadini stranieri presenti sul territorio, fornendo informazioni/
consulenza in materia di servizi sul territorio e di mediazione linguistico culturale.
La stessa “vision” dell’integrazione tra le politiche sociali del territorio, siano esse pensate e
strutturate per cittadini autoctoni o immigrati, nonché la convergente integrazione tra le risorse
tutte del territorio, ha intessuto anche l’attività dello sportello. La descrizione che segue, infatti, è
da leggere in termini di presa in carico e delineazione del rapporto utenza/operatori dalla costante
interrelazione tra operatori del progetto e operatori (in particolare assistenti sociali) dei servizi “in
primis” comunali, ma anche della ASL, della scuola e del progetto “Famiglie accoglienti” realizzato
nell’Ambito per l’area minori e famiglie.
Obiettivi
Lo sportello informativo vuole garantire ai cittadini stranieri l’esigibilità dei diritti di
cittadinanza, offrire ai cittadini italiani (imprenditori, datori di lavoro, insegnanti, operatori sociali)
consulenza in materia di immigrazione, consentendo la conoscenza della normativa, promuovendo
il superamento delle barriere (culturali, informative, logistiche, organizzative, burocratiche tra i
bisogni dei cittadini stranieri e servizi di varia natura (pubblici, del terzo settore, del volontariato)
presenti sul territorio.
Ciò viene realizzato garantendo funzioni di ascolto, informazione, orientamento e
accompagnamento, accesso –anche diretto- ai servizi, collaborazione con gli operatori dei servizi
nell’affrontare casi specifici (nuove dipendenze, separazioni, adolescenti in contrasto con le
famiglie, ecc.), di promozione sociale e di osservatorio, di informazione e di orientamento dei
cittadini stranieri nel sistema dei servizi del territorio e nel panorama normativo con l’obiettivo di
abbattere le numerose barriere che possono ostacolare la realizzazione dei diritti di cittadinanza
sociale.
A tanto si aggiunge la consulenza sulla normativa che disciplina la posizione giuridica dello
straniero e sulle procedure amministrative attualmente vigenti.
Le attività:
• Ascolto e decodifica della domanda ( conoscenze dei bisogni, raccolta ed elaborazione delle
richieste);
• Orientamento all’accesso al sistema locale degli interventi socio-sanitari e ai servizi
essenziali;
• Consulenza di natura giuridica ed amministrativa;
• Informazioni sui diritti e sui doveri di riferimenti al fine di creare una piena autonomia
sociale;
• “Ruolo di ponte” fra i bisogni dei cittadini non italiani e le istituzioni coinvolte finalizzato
anche a limitare i fenomeni di marginalità;
• Formazione specifica di aggiornamento in merito alle norme che regolano il soggiorno e
degli immigrati sul territorio.
L’Ambito di Gioia del Colle ha, inoltre, aderito alla Rete ANCI di assistenza dei Comuni al
cittadino straniero per la compilazione elettronica delle istanze di rilascio e rinnovo dei titoli di
soggiorno, stabilendo delle intese con la Prefettura e con gli Uffici postali e garantendo così
questo servizio presso lo Sportello.
La strategia di comunicazione è stata attuata con l’ideazione e realizzazione di supporti
informativi pubblicitari (manifesti- anche in lingua- affissi in tutti i Comuni dell’Ambito) brochure
riportanti la descrizione dei servizi, depliant tradotti relativi ai servizi dello sportello), manifesti e
locandine dedicati ad eventi).
I depliant in lingua sono stati inviati a tutti i cittadini stranieri residenti nel territorio
dell’Ambito in modo da far conoscere il servizio; un’azione informativa diretta è stata svolta con
l’Ufficio per l’Impiego e con le scuole.
Lo Sportello ha funzionato secondo la seguente tempistica:
COMUNE
Gioia del Colle
SEDE
Via A.Gatta 33
Casamassima
Via Pacinotti
Sammichele di Bari
P.zza della Vittoria 2
Turi
Via Sedile 1
Numero di casi- richieste
Totale 58 unità
Marocco
Georgia
Albania
Romania
India
Italia
Brasile
Cile
Kenia
ORARI
Lunedi : 15,30 / 18,00
Giovedi: 9,30/12,30
Giovedi: 15,30/ 18,00
(quindicinale)
Mercoledi: 9,30/12,30
(quindicinale)
Giovedi:15,30/18,00
Conteggio di cittadinanza
(nazione)
20
9
8
6
3
3
2
1
1
Mauritius
Polonia
Senegal
Sri Lanka
Tunisia
Ucraina
1
1
1
2
3
1
Centro di documentazione.
Il Centro di documentazione oltre ad offrire una raccolta di leggi in materia di immigrazione e di
guide pratiche e la disponibilità di una banca dati per il monitoraggio della popolazione immigrata
e dei suoi bisogni, ha avviato l’allestimento dello scaffale multiculturale.
Lo scaffale multiculturale è un insieme ed un contenitore di testi e materiali utili nella
dimensione dell’educazione interculturale. E’ funzionale ai bisogni cognitivo-educativi di bambini e
genitori immigrati, di comunità d’immigrazione, di insegnanti, studenti universitari, operatori del
settore.
Lo scaffale multiculturale può essere lo strumento che consente di costruire «attività
interculturali comuni» come indica la legge n. 40, 6 marzo 1998, Disciplina dell’immigrazione e
norme sulla condizione dello straniero. Ciò è in linea con il Manifesto Unesco sulle Biblioteche
Pubbliche che sottolinea, tra gli obiettivi prioritari, la necessità di incoraggiare il dialogo
interculturale, proteggere, rispettare e valorizzare le diversità.
La raccolta, fin ad oggi, comprende saggi-romanzi-narrativa e strumenti con i seguenti temi
ed argomenti: Fiabe africane, Fiabe albanesi, fiabe dal Marocco, filastrocche dal mondo, la scuola
multietnica, Didattica interculturale e attività di Laboratorio interculturale, le seconde generazioni,
saggi sulla mediazione interculturale, educazione dentro e fuori la scuola.
Inoltre sono presenti lavori sulla formazione interculturale degli operatori dell’educazione.
Immigrazione: politiche e culture in Europa.
Manuali di “Cucina Araba”.
La collana completa di Alfabetando: Vocabolario per immagini.
Abbonamenti a quotidiani e riviste estere.
Quindi lo scaffale comprende:
testi finalizzati alla conoscenza e alla «tutela della cultura e della lingua d’origine» con particolare
attenzione a testi e materiali prodotti dai paesi d’origine degli immigrati, tradotti in italiano o nella
loro lingua d’appartenenza;
testi finalizzati a fornire attraverso la lettura opportunità di scambio, di reciproco arricchimento
tra le culture, che è la qualità specifica dell’educazione interculturale.
Lo Scaffale Multiculturale è pure Scaffale Virtuale: accanto alle risorse in biblioteca trovano
posto, infatti, anche quelle in rete con siti consigliati sulle diverse culture ed una edicola virtuale
con numerosi siti di giornali stranieri.
L’allestimento non è esaustivo, ma consta di un “work in progress” che si arricchirà in base
alle proposte culturali che saranno avanzate .
Lo scaffale è stato allestito con la collaborazione della dott.ssa Angela Martiradonna già
consulente della casa editrice Stilo.
LABORATORI
Così come esplicitato nella fase di programmazione nel Piano di Zona, il Centro
Interculturale nel suo complesso è stato attivato nel Comune capofila, ma oltre alla garanzia
dell’attività di Sportello presso tutte le sedi comunali, sono state realizzate iniziative in tutti i
Comuni dell’Ambito che hanno reso visibile la presenza del servizio.
A Turi il 17 settembre 2011 è stato organizzato un evento dalla rete sociale di Turi che ha
inteso incontrare la Città e sperimentare percorsi di multiculturalità. L’evento è stato realizzato in
collaborazione con i progetti d’Ambito : “Famiglie accoglienti” e “Pegaso in volo”.
A Gioia del Colle il 26 maggio 2011 è stato allestito uno stand informativo relativo al
progetto “Incontrarsi a…Sud” in occasione della festa patronale. Inoltre dal 7 al 14 agosto 2011 è
stato allestito uno spazio dedicato all’artigianato di vari Paesi per la promozione del Progetto
presso la distilleria Cassano durante una fiera estiva organizzata dal Comune di Gioia del Colle.
Naturalmente le attività hanno avuto un crescendo nell’anno 2012 man mano che, dopo una
fase di lettura di ogni singolo territorio, il servizio si è radicato ed è stato in grado di definire
un’offerta di attività confacente ai bisogni di ogni Comune. Contemporaneamente alle attività
rivolte alla cittadinanza tutta, si è curato l’aspetto dell’ aggiornamento sui temi dell’immigrazione ,
nonché la definizione di percorsi congiunti per l’attuazione di buone prassi, con tutte le assistenti
sociali che operano nel territorio dell’Ambito.
A giugno 2011 si è svolto un ciclo di incontri sui seguenti temi:
-Il centro interculturale “Incontrarsi a… Sud” opportunità e risorsa
- Conoscere per capire. Capire per assistere, informare, mediare, accompagnare
- La mediazione culturale come dimensione costante delle politiche di integrazione sociale a
supporto della qualità e l’efficienza dei servizi ed interventi degli assistenti sociali.
- Sportello informativo per immigrati e azione integrata con i servizi territoriali.
Un’altra azione a cui è stato dato rilievo nella fase di avvio e di prima attuazione del Progetto è
stata l’opera di coinvolgimento dell’Associazionismo territoriale.
In conclusione di questa descrizione delle attività svolte nell’anno 2011 si segnala che il
Dossier statistico immigrazione 2011 – testo che annualmente aggiorna sui dati e sullo stato delle
politiche per l’immigrazione in Italia riporta l’esperienza del Centro Interculturale dell’Ambito di
Gioia del Colle denominaqto “Incontrarsi a…Sud”.
“L’osservazione della distribuzione della popolazione straniera in Puglia ha sempre fatto emergere
un’interessante preferenza per i Comuni più piccoli, vicini al capoluogo ma meno costosi.
L’entroterra della provincia di Bari ha ospitato nel corso degli anni molti stranieri per motivi
connessi prevalentemente ai settori economici fortemente caratterizzati da produzioni artigianali e
agricole.
Un esempio è fornito dall’Ambito territoriale costituito dai Comuni di Casamassima, Gioia del Colle,
Sammichele di Bari e Turi. Secondo le rilevazioni dell’ISTAT riferite al 1°gennaio 2010, i quattro
Comuni condividono un netto aumento della popolazione straniera e una crescente
femminilizzazione del fenomeno immigratorio.
In questo contesto è sorto il Centro Interculturale “Incontrarsi a…Sud”, promosso dall’Ambito
territoriale dei quattro Comuni descritti (il Comune capofila è Gioia del Colle) e gestito in
Convenzione con la Cooperativa sociale “CSISE” e l’Associazione di Promozione Sociale
“ETNIE”onlus. Il Centro Interculturale si articola in un Centro di documentazione, uno Sportello
informativo (in parte itinerante) e un Laboratorio per attività interculturali, al fine di favorire
l’interazione fra i cittadini stranieri e italiani. Un’attenzione particolare e lodevole è rivolta alla
creazione di una rete sul territorio regionale e oltre, per permettere lo scambio delle buone prassi e
una reale cooperazione per la costruzione dei percorsi realmente interculturali”.
“Caritas/ Migrantes – Dossier Statistico Immigrazione 2011 – 21° Rapporto.- pag.436.
AREA IMMIGRAZIONE
Progetto: “Incontrarsi a sud”
Risorse impegnate:
€ 106.685,68
Azioni previste: Istituzione del Centro Interculturale denominato “Incontrarsi a…Sud”.
Sportello informativo
Servizio di documentazione
Laboratori di intercultura
Stato dell’arte: il servizio è stato affidato alla ATS composta dalla Cooperativa CSISE e
dall’Associazione di promozione sociale ETNIE che hanno maturato una consistente esperienza
nell’area delle politiche dell’immigrazione.
Il Centro Interculturale è stato avviato a maggio 2011 e ad oggi è in piena attività.
la scadenza è prevista per novembre 2012.
Denominazione servizio: Porta Unica di Accesso e Unità di Valutazione Multidimensionale
Scheda progettuale Pdz 2010/2012:
Nel 2011 è proseguita per l’Ufficio di Piano l’attività di coordinamento e supervisione
dell’azione di sistema volta alla strutturazione di un percorso di integrazione socio-sanitaria di cui
la Porta Unica di Accesso e l’UVM costituiscono un cardine fondamentale.
Nel 2011 la Porta Unica di accesso, quale servizio di integrazione per la domanda di
interventi e servizi di natura socio-sanitaria del territorio dell’Ambito, ha risposto alle richieste di
n. 130 anziani principalmente per l’accesso alle strutture residenziali, alle domande per l’accesso
al servizio di Assistenza Domiciliare Integrata accogliendo n. 49 domande di cittadini anziani e
disabili e alle istanze per l’accesso alle strutture semiresidenziali, in particolare Centro diurno
socio-educativo e riabilitativo per persone disabili che ha visto un ampliamento delle richieste
nell’anno 2012.
Si deve rammentare che la Porta Unica di Accesso che è stata prevista e avviata in questo
Ambito dal primo ciclo di programmazione del Piano di Zona, unitamente alla Unità di Valutazione
Multimensionale, ha visto un momento di interruzione dell’attività di Sportello nel secondo semestre
dell’anno 2010 per via dell’assenza della figura dell’Assistente Sociale assunta dall’Ambito che è stata
ripristinata da gennaio 2010.
In questo periodo la funzione precedentemente svolta dalla PUA nell’’istruttoria delle istanze
relative agli interventi di natura socio-sanitaria è stata svolta dalle Assistenti Sociali dei Comuni
referenti dell’area anziani.
Pertanto, all’inizio del 2011 il ripristino della figura professionale dell’Assistente all’interno
della PUA è stata vissuta come una opportunità di alleggerimento del carico di lavoro rispetto ai
casi che richiedevano un intervento di natura socio-sanitaria. Ciò ha comportato resistenze da
parte di alcuni servizi sociali territoriali ad affiancare la PUA nel lavoro di approfondimento e di
presa in carico di casi che lo richiedevano limitando, per contro, lo sviluppo di alcuni specifici
obiettivi della PUA nella funzione propria di sportello.
Va, in ogni caso evidenziato che attraverso l’accesso allo sportello, l’utenza ha potuto fruire di
un servizio di orientamento specifico nell’area socio-sanitaria a volte avendo la possibilità di
individuare risposte alternative all’inserimento in struttura che, all’inizio dell’anno, ha
rappresentato il motivo principale di accesso alla PUA, soprattutto nel Comune di Turi.
La Porta Unica di Accesso, ha mantenuto anche nel 2011 il suo carattere itinerante
garantendo il front-office sia presso la sede del Distretto sociosanitario, che presso i quattro
Comuni dell’Ambito integrandosi con gli sportelli del segretariato sociale e anche in raccordo con i
diversi punti di accesso della rete dei servizi sociosanitari territoriali Dipartimentali (CSM, Ser.T.,
ecc.) e quelli del Distretto Sociosanitario (M.M.G., P.L.S., Servizio si riabilitazione) al fine di
consentire percorsi di accesso ma anche di valutazione omogenei e integrati (PAI).
La PUA è composta da:
- un assistente sociale con funzioni di front-office messa a disposizione dall’Ambito
- un amministrativo con funzioni di back-office messo a disposizione dal Distretto.
La PUA svolge anche la funzione di “agenda” e di attivazione dell’Unità di Valutazione
Multidimensionale al fine della presa in carico dell’utente/cittadino e dell’effettuazione della
valutazione.
La PUA, quindi, individua quei cittadini/utenti che hanno bisogno di prestazioni socio-assistenziali e
socio-sanitarie integrate e ne promuove una valutazione adeguata da parte dell’UVM.
Il dato relativo agli accessi alla PUA dell’anno 2011 non viene riportato poiché non vi è
stata l’adozione di schede di contatto che diano la possibilità di quantificare il dato. Questa
mancanza rappresenta uno dei punti di criticità che sarà superato con l’adozione del sistema
informatizzato di raccolta dati avviato nell’anno 2012
Viene riportato il dato relativo ad istanze formalmente presentate da sottoporre alla Unità
di Valutazione per l’erogazione di un servizio socio-sanitario.
RICHIESTE DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE COMPLESSIVE PERVENUTE ALLA PUA.
TIPOLOGIA INTERVENTI
COMUNI
RSSA
RSA
CENTRI
DIURNI
ADI
TOTALI
GIOIA
13
11
6
22
52
CASAMASSIMA
5
2
3
10
20
SAMMICHELE
3
2
9
9
23
TURI
16
9
2
8
35
TOTALE
37
24
20
49
130
RICHIESTE DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE PER ADI
TIPOLOGIA
COMUNE
GIOIA
IN
CARICO
AL
SERVIZIO
NON
AMMESSE
SOSPESE
8
2
8
RINUNCE DIMISSIONI
2
1
DECESSI
TOTALI
1
22
CASAMASSIMA
5
/
/
/
/
5
10
SAMMICHELE
3
1
3
/
1
1
9
TURI
6
1
/
/
/
1
8
TOTALI
23
4
11
3
1
8
49
ISTANZE INVIATE ALLA PUA DA ALTRI SERVIZI
TIPOLOGIA SERVIZI
COMUNI
RSA
MMG
SERVIZIO
SOCIALE
TERRITORIALE
TOTALE
GIOIA
12
1
13
CASAMASSIMA
2
/
2
SAMMICHELE
2
1
3
TURI
6
/
9
TOTALE
22
3
25
INVII DALLA PUA AD ALTRI SERVIZI
TIPOLOGIA SERVIZI
COMUNI
SERVIZIO SOCIALE TERRITORIALE
DISTRETTO 13
TOTALE
ADI
SOLO
INTREVENTO
ECONOMICO
SAD
TOTALE
GIOIA
4
1
5
(1)
(1)
5+2
CASAMASSIMA
2
/
2
/
/
2
SAMMICHELE
7
7
(1)
/
7+1
RIABILITAZION
E
/
TURI
TOTALE
2
/
2
15
1
16
/
/
2
/
/
16+3
L’attività dell’Unità di Valutazione Multidimensionale nell’anno 2011 è stata continuativa e
particolarmente intensa:
- Si sono tenute n.108 sedute dell’ Unità di Valutazione Multidimensionale a fronte delle
44 tenute nell’anno 2010.
- Sono stati valutati complessivamente n. 413 casi di cui n. 222 relativi a istanze di Assegna
di cura e Assistenza Indiretta Personalizzata e 36 relativi a istanze di Assistenza
Domiciliare Integrata a fronte di n. 137 casi complessivamente valutati nell’anno 2010.
Forse la stessa numerosità e varietà dei casi trattati ha consentito di sviluppare in UVM una
cultura della valutazione sempre più integrata, avviando una collaborazione con i Medici di
Medicina Generale che ha consentito la realizzazione di Progetti di Assistenza Individualizzati
appropriati.
La partecipazione dell’Ambito alle attività dell’UVM è continuativa, essendo prevista la figura
dell’A.S. dell’Ambito (referente dell’UdP per l’integrazione socio sanitaria) nella composizione
minima dell’UVM che svolge ordinariamente la sua attività, con una cadenza a volte diventata
trisettimanale con le valutazioni delle richieste di Assegno di Cura e di AIP.
L’unità minima dell’UVM di questo Ambito Territoriale è costituita da :
- un coordinatore sociosanitario individuato dal Direttore del Distretto sociosanitario;
- un assistente sociale individuato dall’Ambito Territoriale all’interno dell’Ufficio di Piano;
- un medico di medicina generale o pediatra di libera scelta di riferimento dell’assistito.
L’UVM, in base al Regolamento di funzionamento proprio, è costituita da un’equipe
integrata e multiprofessionale che, in base a una calendarizzazione certa e stabilita dalla PUA:
- effettua la valutazione multidimensionale utilizzando la scheda SVAMA;
- verifica la presenza delle condizioni socio-economiche, abitative, familiari al fine
dell’ammissibilità al percorso di assistenza e cura;
- elabora il progetto socio-assistenziale e socio-sanitario personalizzato da condividere con il
cittadino/utente e i suoi familiari che prevede l’accesso a servizi domiciliari, semiresidenziali e
residenziali a gestione integrata e compartecipata;
- monitorizza l’andamento dell’attuazione del progetto e ne integra eventualmente le attività al
fine di migliorarne efficienza, efficacia, esiti complessivi;
- procede alle dimissioni concordate.
“L’allenamento” a valutare congiuntamente, con l’obiettivo di individuare e descrivere l’entità
e la natura dei problemi fisici, psichici, funzionali e relazionali/ambientali, utilizzando lo strumento
della SVAMA sin dalla sua adozione, ha reso questa metodologia di lavoro “familiare” a molti
MMG e ad alcuni Medici specialisti determinando di fatto una commistione fra i saperi, sanitari e
sociali.
Per tutto l’anno 2011 è stata persistente la criticità relativa alla mancata realizzazione del
servizio ADI effettivamente integrato rispetto ai bisogni socio-sanitari complessi e coesistenti.
Denominazione servizio: ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA
Numero progressivo Scheda progettuale Pdz 2010/2012 : n. 6
Il servizio di Assistenza Domiciliare Integrata, previsto nella programmazione del Piano di
Zona 2010-2012 è stato avviato in questo Ambito territoriale a maggio 2011.
Nella precedente relazione è stato segnalato che il tempo intercorso fra l’aggiudicazione e
la partenza del servizio è stato determinato dall’attesa per l’apporto degli interventi sanitari
domiciliari e dalla difficoltà a implementare, dunque, un sistema organizzativo di carattere sociosanitario che garantisse una risposta unitaria a bisogni complessi.
In questo periodo di attesa si sono tenuti una serie di incontri fra l’Ambito e il locale
Distretto socio-sanitario, a livello politico e tecnico, per valutare la possibilità di attivare le
prestazioni di carattere sanitario di competenza della ASL, che si sono conclusi con un impegno
della stessa ad attivare il servizio non appena avesse avuto le disponibilità delle figure
professionali richieste, ma nell’arco dei primi otto mesi di erogazione del servizio e cioè fino alla
fine del 2011, è stata attivata solo la parte sociale di competenza dell’Ambito territoriale.
Tale situazione ha determinato una oggettiva difficoltà a soddisfare i bisogni sanitari
individuati nella fase di valutazione del bisogno che ha comportato alcune rinunce al servizio in
quei casi in cui le prestazioni di natura sanitaria (soprattutto infermieristiche) risultavano
necessarie per la cura del paziente a domicilio.
In ogni caso, la scelta di sottoporre comunque, le istanze di interventi domiciliari pervenute
da persone in condizioni di non autosufficienza, alla valutazione multidimensionale, ha
determinato il coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale anche nell’attribuzione di figure
che garantiscono prestazioni di natura socio-assistenziale, sviluppando pertanto prassi di “lettura”
multiprofessionale che hanno determinato interventi più efficaci, soprattutto nel casi di pazienti
che fruiscono di Assistenza Domiciliare Programmata.
Inoltre, la disponibilità del servizio domiciliare socio-assistenziale ha dato la possibilità di
attuare dimissioni protette soprattutto nei casi di pazienti in condizioni di fragilità che possono
rientrare nel proprio ambiente di vita in un’idonea situazione igienico-sanitaria e con una minima
rete di sostegno che viene così supportata nella cura dalla figura dell’operatore socio-sanitario e
dal monitoraggio clinico del Medico di Medicina Generale.
Si è cominciato a ragionare sull’agevolare i processi di deospedalizzazione.
Un’altra caratteristica positiva, utile per l’intervento soprattutto di pazienti allettati, è stata
la garanzia del servizio a domicilio dell’operatore per l’intera settimana compresi i festivi.
I cittadini che hanno fruito del servizio di assistenza domiciliare integrata socioassistenziale fino al 31.12.2011 sono 26 in tutto il territorio dell’Ambito.
Le istanze sono state presentate prevalentemente alla PUA che ha potuto svolgere la
funzione di decodifica del bisogno orientando, anche iniziali domande di inserimento in strutture
residenziali, verso l’assistenza domiciliare integrata, potendo offrire un numero significativo di ore
di assistenza dell’operatore socio-sanitario anche per le festività. Tale offerta ha rappresentato un
valido sostegno al carico di cura delle famiglie garantendo la possibilità della permanenza al
domicilio con tutti i benefici psicologici e relazionali che questo comporta.
Nella fase di avvio del servizio sono stati valutati i casi già in carico ai SAD comunali che
avevano le caratteristiche per passare in ADI.
Tali valutazioni sono state effettuate dal servizi sociali comunali unitamente al referente
dell’area socio-sanitaria dell’Ufficio di Piano.
L’istruttoria delle istanze che in seguito sono state presentate è stata curata nel 2011
dall’Assistente Sociale della Porta Unica di Accesso e la valutazione è stata effettuata dall’Unità di
Valutazione Multidimensionale.
La valutazione multidimensionale è stato l’elemento nuovo della domiciliarità in favore di
anziani e disabili in questo Ambito ed in particolare il coinvolgimento dei Medici di Medicina
Generale.
Si è, infatti potuto sperimentare che la documentazione professionale di natura sociale
rende conoscibili e osservabili aspetti della realtà che consentono di individuare bisogni emergenti
sui quali intervenire e nel contempo capacità esistenti nel contesto di vita che si possono
valorizzare al fine di determinare Piani di Assistenza Individualizzati efficaci.
RICHIESTE DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE PER ADI
TIPOLOGIA
COMUNE
IN
CARICO
AL
SERVIZIO
NON
AMMESSE
SOSPESE
RINUNCE
DIMISSIONI
DECESSI
GIOIA
8
2
8
2
1
1
22
CASAMASSIMA
5
/
/
/
/
5
10
SAMMICHELE
3
1
3
/
1
1
9
TURI
6
1
/
/
/
1
8
TOTALI
23
4
11
3
1
8
49
TOTALI
Appare importante richiamare il fatto che in questi anni molte famiglie hanno mantenuto a
casa i loro parenti anziani non più autosufficienti grazie all’organizzazione dell’assistenza
domiciliare, che nel 2009, in Puglia ha comunque garantito la copertura del 1,3% , dato che
sicuramente raggiungerà un indice più alto nel secondo triennio di attuazione del piano di Zona,
quando il servizio domiciliare andrà a regime in quasi tutti i Comuni della Regione.
L’analisi dei bisogni su questo territorio conferma che uno dei bisogni principali della
popolazione anziana rimane quello dell’assistenza domiciliare e non si può prescindere
dall’obiettivo di raggiungere standard qualitativi adeguati alla complessità di tale funzione.
Il Piano Sociale di Zona 2010-2012 delinea un welfare locale particolarmente orientato
all’implementazione e al potenziamento dell’area della domiciliarità, prevedendo, tra l’altro, il
trasferimento delle risorse economiche finalizzate all’esecuzione del Servizio di Assistenza
Domiciliare in ciascun Comune (con l’esclusione di Sammichele di Bari che non eroga il SAD),
all’Ambito al fine di garantire l’uniformità e l’omogeneità del servizio in tutti i Comuni
appartenenti all’Ambito territoriale.
La stessa Convenzione stipulata in data 16 /02/2010 fra i Comuni dell’Ambito ha stabilito
che si realizzino modalità omogenee di erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali su base di
Ambito, nonché conformi alle indicazioni programmatiche e la razionalizzazione ed ottimizzazione
delle risorse a disposizione per le attività definite nel Piano Sociale di Zona 2010-2012.
Pertanto, per l’attivazione della sperimentazione di gestione associata del SAD, l’Ambito
dispone di risorse che i Comuni già impegnavano per la realizzazione del Servizio nei propri
territori e delle risorse finanziarie assegnate per la programmazione del 2° Piano Sociale di Zona al
Servizio di Assistenza Domiciliare per anziani e diversamente abili.
L’anno 2011 è stato dedicato alla predisposizione degli atti di gara, all’espletamento delle
procedure di gara per la realizzazione de servizio per due anni.
Quindi per tutto l’anno 2011 il Comune di Gioia del Colle ha continuato ad erogare il SAD
per 60 utenti, il Comune di Turi ha continuato ad erogare il SAD per circa 30 anziani, mentre a
Casamassima l’intervento domiciliare è sorto a latere del Centro Aperto Polivalente per anziani
ed è rivolto a n. 20 persone anziane più come servizio di supporto per compiti quali, la spesa
quotidiana, il recapito farmaci, nonché pasti a domicilio per circa 10 anziani . Il Comune di
Sammichele di Bari ha continuato ad erogare solo il servizio mensa a domicilio per 10 persone
anziane per sei giorni a settimana. Proprio il quadro variegato nei quattro Comuni dell’Ambito ha
orientato i programmatori verso la necessità di dare omogeneità e presenza capillare al servizio
domiciliare per anziani che viene considerato uno dei servizi prioritari , anche in considerazione
delle analisi demografiche rispetto a questa fascia di popolazione.
Il Servizio di Assistenza Domiciliare –SAD- è stato aggiudicato in via definitiva il 19.12.2011
alla Cooperativa Sociale “Solidarietà” con sede legale in Binetto.
Il servizio a gestione associata è stato avviato a partire dal 1° febbraio 2012 con il
coordinamento da parte dell’Ambito con l’obiettivo di garantire l’uniformità e l’omogeneità delle
prestazioni in tutti i territori locali anche quelli sinora sprovvisti del servizio consentendo in tal
mondo di raggiungere nell’Ambito il valore target proposto nel Piano di Zona .
2.2 La dotazione infrastrutturale dell’ambito territoriale
Il Coordinamento Istituzionale, In linea con i documenti di programmazione regionale, a seguito
dell’opportunità data dai fondi PO FESR PUGLIA 2007-2013 - Asse III “INCLUSIONE SOCIALE E
SERVIZI PER LA QUALITA’ DELLA VITA E L’ATTRATTIVITA’ TERRITORIALE” - Linea 3.2 “Programma di
interventi per l’infrastrutturazione sociale e sociosanitaria territoriale” Azione 3.2.1 – ha superato
l’ottica campanilistica e ha trovato ampia e significativa intesa sulla dotazione delle infrastrutture
sociali dell’Ambito. Le proposte progettuali presentate e finanziate sono le seguenti:
Strutture
Comune
titolare
Stato dell’arte
In merito alla struttura di Gioia del Colle i lavori di
costruzione del Centro sono in corso e l’anno 2011 è
Centro
Sociale stato dedicato alle procedure di gara per affidamento
polifunzionale
per lavori. Al contrario la struttura di Sammichele di Bari Gioia del Colle
minori art. 104 Reg. non è stata più finanziata per non aver presentato la e Sammichele
Reg. 4/2007
progettazione esecutiva entro i termini previsti.
di Bari
Gioia del Colle
Centro
aperto
e Sammichele
polivalente per anziani Come sopra
di Bari
L’anno 2011 è stato dedicato alle procedure relative alla
Alloggio sociale per progettazione tecnica esecutiva dell’immobile, ove
adulti in difficoltà (art. avranno sede le diverse strutture e servizi e alle
76 del reg.reg.4/2007) procedure di affidamento dei lavori
Turi
Centro
di
pronta
accoglienza per adulti
(art.77 del reg.Reg.
4/2007)
Centro di accoglienza
per persone sottoposte
a
provvedimenti
limitativi della libertà
personale
Restauro e recupero del
palazzo
Zella-Milillo
confiscato alla mafia
per il riuso sociale
Come sopra
Turi
Come sopra
Turi
Anche a Casamassima sono stati portati avanti i lavori di
ristrutturazione dell’immobile il cui utilizzo è previsto
per Settembre 2012
Casamassima
Nell’anno 2011, inoltre si è colta l’opportunità offerta dal PO FESR 2007-2013. Azione 3.4.1. della
Linea 3.4 e si è presentato un progetto di ristrutturazione immobile comunale sito nel Comune di
gioia del colle da adibire a Sportello per l’Integrazione socio-sanitaria culturale per gli Immigrati.
Politiche per disabili e infrastrutture sociali
In merito poi alla dotazione dei territori dell’Ambito di infrastrutture sociali per le persone disabili:
a Gioia del Colle sono quasi ultimati i lavori per la ristrutturazione di un Centro Aperto
Polivalente per disabili (art.106 del reg.Reg. n.4/2007) e di una struttura residenziale “Dopo di Noi”
infatti resta da completare le opere relative alla pavimentazione esterna e il montaggio degli
impianti . In corso d’opera, è da far rilevare, si è modificata la tipologia dell’intervento da
realizzare rispetto all’originaria ; infatti la previsione iniziale era quella di realizzare 4 Centri Diurni
e una struttura “Dopo di Noi” a seguito delle indicazione del piano Sociale Regionale 2010/2012 ,
si è pensato di realizzare almeno un centro Diurno e 2 Centri Sociali polivalenti ( 1 a Gioia e 1 a
Casamassima) considerata la rinuncia del comune di Sammichele di bari a realizzare nel proprio
territorio l’opera prevista.
A Turi i lavori sono stati completati e a rendere complesso l’avvio delle procedure relative alla
gestione al momento si evidenziano problemi relativi all’integrazione socio-sanitaria da realizzare
nel Centro.
Infatti, ad ora non è stato possibile un confronto chiaro con la ASL anche perché concentrata sui
ricambi dirigenziali che si sono susseguiti ed anche per il mancato dialogo tra l’Assessorato alla
Salute e l’Assessorato alla Politiche Sociali. La mancanza di chiarezza al livello istituzionale
regionale si riverbera sulla politica territoriale e locale procurando non poche incertezze dal punto
di vista operativo.
Tutto ciò ha causato lo slittamento delle procedure per l’affidamento relativo alla gestione dello
stesso Centro e solo in questi giorni il Coordinamento Istituzionale si sta confrontando sulla scelta
gestionale più sostenibile dal punto di vista economico, alla luce delle esiguità delle risorse
economiche a disposizione anche nel prossimo triennio di programmazione. Né è pensabile un
investimento da parte dei Comuni in quanto essi stessi vivo una situazione di inadeguatezza
economica.
La dotazione infrastrutturale dell’Ambito di Gioia del Colle, dalla valutazione del quadro
complessivo delle strutture e servizi sociali presenti sul territorio, appare in equilibrio con le
caratteristiche sociali e demografiche del territorio. Più volte infatti è stato rimarcato il dato
relativo all’invecchiamento della popolazione e la dotazione di servizi e strutture per questa
fascia di età, appare sufficientemente adeguata. Il percorso avviato dalla Regione Puglia con il
regolamento regionale n.4/2007 ha permesso di ricostruire la mappa delle strutture a ciclo
residenziale e semiresidenziale presenti sul territorio, di natura pubblica e privata , nella tabella di
seguito riportata:
Strutture residenziali
Comuni Tipologia
GIOIA DEL COLLE
Casa di Riposo “ Padre G. Semeria”
con sede in Via G. Di Vittorio 90
( n. 531/2005 di iscrizione al registro
regionale)
RSSA “ Padre G. Semeria”
con sede in Via G. Di Vittorio 90
( n. 541/2005 di iscrizione al
registro regionale)
Casa Alloggio per Anziani
“ Domus Serena”
con sede in Via dei Francescani
Riformati n.121
(n. 0775/2011 di iscrizione al
registro regionale
Strutture semiresidenziali
n. posti
autorizza
ti
Tipologia
25
30
7
Asilo Nido Comunale “G. Eramo”
con sede in Via Mascagni
( n.1038/11 di iscrizione al
registro regionale)
MicroNido “ La Gang nel Bosco”
con sede in Via Federico II di Svevia
( n. 397/2007 di iscrizione al
registro regionale )
n. posti
autorizza
ti
48
19
Asilo Nido “ Magicabula”
con sede in Via Trav. Giuseppe
Di Vittorio 4/d ( n. 756/2011
27
di iscrizione al registro regionale
Centro Diurno socio-riabilitativo
ed educativo “ Santa Caterina 2”
con sede in Via Canonico Indellicati 41 ( n.
475/2011 di iscrizione al
registro regionale
30
Ludoteca “ Patatrac”
con sede in Via Federico II di Svevia
(n.755/2011 di iscrizione
al registro regionale
30
Ludoteca “ Ludo&Tek”
con sede in Via Aldo Moro 15/17 (
n.754/2001 di iscrizione
25
al registro regionale
Centro Ludico Prima infanzia “ Ludo&Tek”
con sede in Via Aldo Moro 15/17 (
n.752/2011 di iscrizione
20
al registro regionale
Ludoteca “ AmeMipiace”
con sede in via G. Carducci 143/D
n.0903/2011 di iscrizione
al registro regionale)
29
Cento Ludico per la Prima Infanzia
“ I colori dell’incontro”
con sede in Via G. Argento 89
(n.753/2011 di iscrizione
23
al registro regionale)
Servizio Educativo per il tempo Libero “
CASAMASSIMA
PiErreLandia” con sede in Via G: Di Vittorio
172 ( n.353/2009 di iscrizione al registro
regionale)
Servizio Educativo per il tempo Libero “
Centro Estivo Patatrac” con sede in
Complanare 6 ( n.352/2009 di iscrizione al
registro regionale)
R.S.S.A. “ Domus maxima Valori di Cura”
con sede in Via Don Domenico Parente 12
(n. 29/2006 di iscrizione al registro
regionale)
90
"Istituto Gonnelli" Casa di Riposo con sede
in Via Sedile 4 (iscritta in via provvisoria al
n.641/2008 del registro regionale
20
TURI
R.S.S.A- Mamma Rosa" con sede in Via
Cisterna 14 (iscritta al n.639/2010 del
registro regionale)
64
R.S.S.A " Villa Eden" con sede in Via Altiero
Spinelli 49 iscritta al n. 8/2009 del registro
Regionale
52
Comunità riabilitativa "Minerva" con sede in
Via Sammichele
14
Comunità riabilitativa
Psichiatrica"Apollo"con sede in Via Dott.
D.co resta
18
Comunità Educativa " Maria Montessori"
con sede in Via Gioia Canale n.14-4° piano
scala B (iscritta al n.420/2011 del registro
regionale)
5
Centro diurno socio-educativo “ Istituto
Pia Domus Cristo RE”
con sede legale in Via Napoli
Ludoteca “ L’Albero Magico”
con sede in Via Don Minzoni 48/d (n.
398/2009 di iscrizione al registro
regionale)
Ludoteca “ Villaggio nella Fantasia” con
sede in Viale Libertà 9
Asilo Nido “ Le Mille e una Fiaba”
con sede in Via Strada Statale 172 dei
trulli Km 1,5 Strda Vicinale San Lorenzo
Centro Polivalente per Anziani
con sede in Via Pacinotti 4
Asilo Nido " Il Bosco dei Cento Acri" con
sede in Via Indro Montanelli (iscritta al
n.413/2012 del registro regionale)
30
30
30
20
30
Ludoteca " Il bosco dei Cento Acri"
con sede in Via Indro Montanelli (iscritta
30
al n. 593/2012 del Registro reg.)
Centro Ludico prima Infanzia “ L’isola che
non c’è” con sede in Turi alla Via Natale
Ventrella (iscritta al n.284/2010 del
10
registro Regionale)
Centro Diurno "Non più soli" con sede in
20
Via Garibaldi 65/a
2.3.
L’integrazione con le politiche sanitarie, della casa, le politiche attive del lavoro e
dell’istruzione.
Il concetto d’integrazione coinvolge ambiti e livelli istituzionali differenziati ed è finalizzato a
rispondere in modo coerente alle molteplici problematiche delle fragilità sociali, innanzitutto a
livello strategico, tenuto conto che, nel senso più ampio, l’integrazione include vari settori: sociale,
sanità, istruzione, lavoro, casa. L‘assunto di fondo dell’integrazione con le politiche sanitarie è che
è necessario garantire continuità di assistenza e cura ricercando forme di
integrazione/coordinamento fra i servizi sociali offerti dalle Amministrazioni comunali e i servizi
sanitari garantiti dalle Aziende Sanitarie Locali.
Il sistema dei servizi sociali e sanitari in Italia è impegnato da tempo in una complessa azione di
riorganizzazione della propria offerta di servizi, dettata in larga parte dall’esigenza di far fronte alla
crescente domanda di salute e benessere della popolazione.
Sappiamo che ci sono aree di bisogno che richiedono continuità assistenziale anche con
passaggi guidati tra forme diverse di assistenza. E’ il caso dell’assistenza agli anziani o ai disabili ed
alle famiglie con minori. In almeno questi tre casi, ma potremmo ampliare la considerazione alle
tossicodipendenze e alla salute mentale, è importante che non siano gli utenti a dover ricomporre
il sistema di offerta dei servizi ma che quest’ultimo sia strutturato per poter accogliere gli utenti a
seconda del mutare delle loro condizioni di bisogno.
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli
orientamenti della programmazione nazionale, indica chiaramente l’ambito specifico d’intervento
nel quale sviluppare prioritariamente l’integrazione sociosanitaria: il welfare d’accesso e la
valutazione multidimensionale.
Ciò si traduce concretamente nell’implementazione di due strumenti operativi, la Porta
Unica di Accesso (PUA) e l’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM), con la finalità di:
· semplificare l’accesso al sistema dei servizi;
· ricondurre ad unità il percorso di cura della persona;
· migliorare l’appropriatezza della risposta assistenziale e garantire la continuità delle cure.
L’unitarietà delle fasi di accesso e presa in carico della persona deve essere governata
opportunamente in modo da ridurre il rischio di frammentazione e dispersione delle risposte ai
bisogni assistenziali complessi.
Pertanto l’integrazione si deve realizzare innanzitutto a livello istituzionale al fine di definire
politiche comuni che stabiliscono indirizzi, priorità, strategie che le Amministrazioni (Comuni e
ASL) intendono perseguire.
Una valutazione del livello di integrazione con le politiche sanitarie in questo Ambito
richiede una considerazione dei vari livelli in cui si realizza.
A livello professionale e operativo la collaborazione con il Distretto socio-sanitario è buona
e continuativa sia relativamente al funzionamento di UVM e PUA che rispetto alla collaborazione
per il raggiungimento delle finalità di servizio nell’area di intervento per i minori e le famiglie.
A livello istituzionale il sistema ASL presenta ancora aspetti molto problematici legati ad
importanti questioni di carattere organizzativo e gestionale che riguardano la indeterminatezza
delle risorse finanziarie ancora “figurative” a fronte di quanto riportato nell’Accordo di
programma per la programmazione e la realizzazione dei servizi socio-sanitari integrati con il Piano
di Zona 2010-2012, sottoscritto con l’Ambito territoriale sociale.
E’ il caso del servizio di Assistenza Domiciliare Integrata che non fa i conti solo con aspetti
problematici legati alla scarsità delle risorse, ma anche con forti criticità di natura organizzativa
che si frappongono alla realizzazione di un servizio ADI che garantisca prestazioni domiciliari
integrate sanitarie e sociali per persone non autosufficienti con un’unica “cabina di regia”.
Inoltre, a fronte della definizione del quadro regolamentare realizzato con l’emanazione
delle “Linee guida per l’accesso ai servizi sanitari territoriali e alla rete integrata dei servizi
sociosanitari”, non vi sono state ancora a livello istituzionale iniziative volte alla verifica dello stato
dell’integrazione socio-sanitaria a livello locale e all’eventuale revisione e aggiornamento degli
strumenti operativi attualmente in vigore.
Quindi, se le politiche sociali, fanno riferimento alla programmazione contenuta nei Piani di Zona,
le politiche educative, di istruzione e formazione, oltre al Piano dell’Offerta Formativa di Istituto
dovrebbero dotarsi di un nuovo strumento programmatorio a livello delle politiche scolastiche
locali, che si vada ad integrare con la programmazione zonale esistente.
Per attuare ciò, occorre concretizzare un modello di governance delle politiche educative, seppur
in via sperimentale, definendo un Piano dell’Offerta Formativa territoriale, con valenza in ambito
comunale e nell’ambito sovra-comunale coincidente con il Distretto socio-sanitario e, perciò, con
quello già individuato per la programmazione del piano di zona. A tutt’oggi, all’interno delle
politiche scolastiche non è stato costituito un organismo che consenta momenti di confronto e di
decisione per i soggetti ricompresi nell’ambito del Distretto, così come nel sistema del welfare
esistono l’Assemblea dei Sindaci, il Piano di Zona (come strumento di programmazione) e l’Ufficio
di Piano (che cura l’attuazione degli interventi), pertanto è utile che queste buone prassi possano
divenire un modello sul quale costruire la governance delle politiche scolastiche territoriali. Tutto
questo, rafforzato dalla coincidenza degli Ambiti territoriali sociale e scolastico, faciliterà
l’integrazione di piani e programmi e conseguentemente delle politiche stesse.
Le politiche di promozione e d’inclusione sociale devono essere intese come politiche di sviluppo
locale, in cui grande attenzione viene rivolta alla valorizzazione delle risorse di un territorio, in
primis quelle umane. Ciò si traduce innanzitutto in investimenti nelle competenze del “fattore
produttivo” essere umano, attraverso la scuola, la formazione, la formazione continua e
l’aggiornamento, al fine di facilitarne l’accesso al mercato del lavoro, del credito e della casa.
Rispetto alle politiche del lavoro, bisognerebbe puntare a un tavolo di confronto e collegamento
tra Centro per l’impiego, Rappresentanze OO.SS. e Associazioni di Categoria, Agenzie di
formazione professionale, Rappresentanze Terzo Settore . Su tale aspetto le previsioni non
appaiono positive infatti, è di questi giorni un processo di razionalizzazione degli ambiti dei Centri
per l’Impiego della Provincia di Bari che prevede la chiusura di 18 Sportelli polifunzionali nonché di
quattro Policentri, ad esempio il Centro per l’Impiego di Gioia fa capo all’Ambito Territoriale di
Sammichele di Bari, Turi e Santeramo in Colle, tenendo fuori il Comune di Casamassima.
Per gli interventi già in essere nell’ambito del supporto all’inserimento lavorativo , il confronto
potrebbe sviluppare e attivare percorsi fra loro correlati, favorendo relazioni e scambi virtuosi, che
promuovano l’autonomia dei cittadini con riferimento, in particolare, alle strategie di inserimento
lavorativo per fasce a rischio.
L’integrazione tra le politiche sociali e le politiche abitative è forse la più complessa da realizzare,
eppure il problema delle famiglie che non riescono a pagare la casa o che hanno subito
un’ingiunzione di sfratto è molto sentito dai servizi. Lo sfratto è un evento che ha un forte impatto
sulla condizione di vita delle famiglie aggravata molto spesso dalla presenza di soggetti deboli nei
nuclei familiari (bambini, anziani ammalati terminali) e comporta una serie di cambiamenti che
non sempre gli individui o le famiglie sono pronti a vivere al punto che spesso, l'unica soluzione a
loro disposizione, è il rifiuto a lasciare l'alloggio in cui vivono, contravvenendo alle disposizioni di
legge. Peraltro anche le politiche regionali non rispondono pienamente ai bisogni del territorio
anzi anche in questo Settore si assiste una contrazione delle risorse messe a disposizione oltre al
fatto che gli investimenti per la costruzione di alloggi popolari sono molto sporadici.
3.
Mappe del capitale sociale
3.1 Le risorse solidaristiche e fiduciarie del territorio: Terzo Settore, Volontariato, Associazioni di
Promozione Sociale – Le altre forme associative (culturali, di tempo libero, civiche, religiose,
sportive…)
"Cos’è esattamente il capitale sociale? Come misurarlo? Il capitale sociale è sempre più spesso
invocato come la causa profonda di differenze marcate e radicate nei comportamenti e nello
stesso livello di benessere di popolazioni e gruppi diversi. Il ritardo economico e i problemi del
Mezzogiorno, per esempio, sono sempre più spesso «spiegati» come conseguenza di una carenza
di capitale sociale. A questo successo del termine si associa però in molti casi una grande
ambiguità in relazione al suo significato. C’è chi lo adopera per indicare il comportamento civico,
chi la fiducia riposta in interlocutori di vario tipo, chi le reti di relazioni che legano i singoli individui
tra loro.
L'approccio collettivista di Robert Putnam considera la creazione di capitale sociale come il
prodotto di uno scambio reciproco di relazioni, non basate essenzialmente sull'utilità
individuale. Il soggetto che entrerà in contatto con gli altri porterà con sé il proprio "capitale" che
metterà in comunione con gli individui, ricevendo da essi il loro "bagaglio sociale". In questo modo
si creerà uno scambio di esperienze, di conoscenze e di informazioni che renderanno possibile il
raggiungimento di scopi altrimenti non perseguibili limitatamente a livello individuale. Si può
comprendere quanto l'azione collettiva svolta dagli attori sociali (al fine di poter perseguire fini
difficilmente raggiungibili) sia un agire coordinato tra persone che danno e ricevono fiducia nella
costruzione di reti sociali . Il capitale sociale si autoalimenta, per dir così, grazie ai comportamenti
delle persone: a esempio, l’adesione a un’associazione sociale, sportiva, religiosa a una rete di
rapporti interpersonali comporta la possibilità di ampliare la propria rete di conoscenze e allo
stesso tempo costituisce un allargamento della rete, di cui possono beneficiare coloro che già se
ne trovano all’interno. A guardare la tabella seguente non si può certo affermare che l’Ambito di
Gioia del Colle non registri una presenza significativa di gruppi associativi, di volontariato , sportive
anche il Comune più piccolo , da questo punto di vista dimostra una grande vitalità ma com’è che
tale presenza non viene avvertita come un fattore di sviluppo ? Forse perché la fiducia presuppone
il legame, la coesione sociale, la reciprocità, la capacità di lavorare assieme? Forse è questo
l’elemento che non riesce a far fare un salto di qualità al capitale sociale che indubbiamente c’è,
lo registriamo. Questi interrogativi necessitano di una riflessione comune, allargata a tutti gli attori
sociali, che non ha avuto ancora spazi e tempi adeguati per la necessaria valutazione. In attesa
che i tempi siano maturi per tale riflessione, nella presente relazione si intende riportare per la
prima volta oltre al dato quantitativo delle risorse solidaristiche presenti nel nostro territorio
anche la carta d’identità delle stesse, Terzo Settore, Volontariato, Associazioni di Promozione
Sociale – Le altre forme associative (culturali, di tempo libero, civiche, religiose, sportive…)
COMUNI
GIOIA DEL COLLE
Associazioni di Volontariato
E.C.O: Ente per la comunicazione
Umana
con sede in Via della Fiera 16
iscritta al n. 5758/93 del registro
regionale
LA VOCE DEL SILENZIO
con sede in Via Paolo VI 49
( non iscritta nel registro regionale)
Associazione Autonoma di
Solidarietà
con sede in Via Mazzini 54
associazione [email protected]
A.SO.TU.DIS.
con sede legale in Via L. Da Vinci 23
iscritta al n.493 del Registro
regionale
A.D.M.O.
con sede in Via G Via pantera 18.
A.I.D.O
con sede legale in Via G Via pantera
18.
FRATRES
con sede legale in Via pantera 18
iscritta al n. del registro regionale
Associazioni
Promozione
Sociale
di
Associazioni culturali
Associazioni sportive
Altre forme
“Università della terza Età e del
“Agapè”
Associazione “Amici del Volley” C.R.I. Croce Rossa Italiana
tempo Libero”
con sede legale in Via con sede legale in Via Verdi con sede in Via G.B. Vico con sede in Via Giovanni XXIII
Verdi 63
[email protected]
104
[email protected]
Ass.Cul. “Orizzonti-AAfaK onlus”
con sede in Via Enrico fermi 5
A.S.D.New Volley Gioia con sede in
Via Santeramo 332
Centro Dilettantistico “ Olimpia
Associazione Culturale “ POLIFONIE” Center con sede in Via Goito 18
con sede in Via Jan Palach 4
[email protected]
Ass. Arma Aereonautica con sede in
Via
G.
Carducci
79
[email protected]
Associazione musicale e Culturale
“Daniele Lobefaro” Via F.lli Rosselli 1
[email protected]
Ass. Sor. “Pasquale Martucci” con
sede in Via Verdi 27
[email protected]
A.S.D. Pro Gioia con sede in via
regina
Elena
60
[email protected]
A.S.D.JUVE CLUB “G: Boniperti”
Comitato PRO MONTURSI con sede in con sede in via Cairoli 132
[email protected]
Via Vic. Montursi 8291
Associazione
CAPPELLA
Gruppi6Associati” con sede in Via “New Arabesque” con sede in Via
Persico 27
Trav. Guido Dorso 17
Gruppo di Volontariato Vincenziano
con sede presso la Chiesa S.Maria
[email protected]
Associazione “Officine Musicali” con
sede in P.zza Pinto 21
Circolo Oratorio ANSPI con sede in
Via Spazzacamino 14
Lega Italiana per la Lotta ai Tumori
con sede in Via R.Canudo 42
A.S.D. Armony Liscio con sede in
Ass. “ La Fenice” con sede in Via Via A. De Gasperi 29
Giovanni XXIII 100/B
[email protected]
Ass. Cul. “ Petali di pietra” con sede A.S.D. Volley Club “A.Kouznetsov”
in Via Fontana- Largo Le Grazie 44
con sede in Via Bovio 7
FPDS Federazione pugliese Donatori
di Sangue
con sede in via Montecitorio 4/B
[email protected]
A.S.D. Pallavolo Gioia del colle con
sede in Via Dante 80
[email protected]
Associazione Nazionale Tumori con
sede in Via Cavour 116
A.S.Caribou con sede in Via GRUPPO SCOUT GIOIA AGESCI
Garibaldi 97
con sede in Via E. De Nicola
Associazione ZONTA
INTERNAZIONAL CLUB
con sede legale in Via Sforza 24
Ass. “JHOA” con sede in Via Meucci
5 [email protected]
CENTRO PHILOS Associazione per
l’Integrazione Sociale
con sede in G. Di Vittorio 107
A.S.D. Junior Basket “P. Mignozzi”
con sede in Via Diana 36/B
[email protected]
Associazione Mano a Mano onlus
con sede in Via Leonardo da Vinci 23
Associazione “ Un ponte… per un
sorriso “
con sede in Via Dante 15
A.S.MTB Gioia con sede in Via
Bacco 12 [email protected]
Ass.Polisp
Padre
Semeria
A.S.C.O.O. 2000 con sede in Via G.
Di Vittorio 100
A.N.T.E.A.S. Associazione Nazionale
Terza Età Attiva
di Solidarietà
con sede legale in Via Giotto
Ass.S.D. CHEYENNE con sede in Via
Ciccotonno 315
Associazione “Dal Silenzio….alla
Parola”
con sede in Via Iacopo Sannazzaro
15
Associazione “Verbum Carum”
con sede legale in via Paolo cassano
A.S.D. Motoclub Ala D’Oro” con
sede in via G. Di Vittorio 57
[email protected]
“Pubblica Assistenza GIOIA
SOCCORSO-Onlus”
con sede legale in Via Luigi Einaudi
1055
Ass. juve Club Azzurro “G. Scirea”
con sede in Via Fratelli cervi 16
Ass. Sport: Tennis con sede in Via
Milano Km 1.600
A.S.D. PArtizan Gioia con sede in
Via Regina Elena 60
[email protected]
Ass.S.D. Polisportiva GRIFo con
sede
in
Via
Trav.
Prov.Casamassima 10/B
A.S.D. “ Pattaya fight school” con
sede in Via Garibaldi 42
Unione Nazionale Veterani dello
Sport con sede in Via Santa
Candida 2 [email protected]
A.S.D. Skating Club Le Aquile” con
sede in Via S.S.100 per Taranto Km
1533 Pal 144/14
A.S.D. “ Pippo Staff –Carpe Diem”
con sede in Via paolo cassano 328
A.S.D. pallavolo jhoa con sede in
Via Giotto 2
A.S.D. Basket Mission con sede in
Via Giovanni XXIII 53
[email protected]
A.S.D. Real Gioia con sede in Via
Ricciotto canudo 30
A.S.D. Federiciana Rugby con sede
in Via Palmiro Togliatti 5
federiciana [email protected]
CASAMASSIMA
A.S.D. Calcio padre Semeria con
sede in Via Stella Polare 13
Social maxima con
sede in Via pascoli
ANT con sede in C.so Vitt. Emanuele 3/b n.204 di iscrizione
89 (n.1218 di iscrizione al registro
al registro regionale
regionale)
[email protected]
AGESCI Casamassima 1
con sede in Vico palmira 15
AGESCI Casamassima II
con sede in Via Campania 21
Comunione è Vita
A.C.C.A. con sede in Via Pietà 4
AMADEUS con sede in C.so Vittorio
Emanuele
69
[email protected]
Amici dell’astronomia con sede in Via
G. Mazzini 15 [email protected]
Archeoclub d’Italia con sede in Via
leonardo
da
Vinci
85
[email protected]
Arma Aereonautica con sede in Via
A.S.D. Casamassima con sede in
Viale Pende
A.S.D. Karate Club con sede legale
in Via S.D’Acquisto 2/b
Jitakyoei con sede in Via Don
Minzoni 48
Polisportiva De Cataldo con sede
legale in Via de Giosa 34
ASD Sport Time Casamassima con
con sede in Via Turi 64
Emmaus con sede in Via Ten.
D’ADDETTA 34 (n.1219/2010 di
iscrizione al Registro regionale)
Fratres Donatori Sangue
con sede in Via Ten. Galluzzi 18
Maxima Soccorso
con sede in Via Turi 7 (n.1220 di
iscrizione al registro regionale
Acli con sede in P.zza Moro 19
Associazione “ Insieme per il
Futuro” con sede in Via Campania
n.18 (n.1221 di iscrizione al registro
regionale)
Dante
38
[email protected]
A.D.D.
Ass.
Cartapestai
casamassimesi con sede in Via
Marconi
[email protected]
Ass. Filatelico Numismatica con sede
in Via Turi 94 [email protected]
Baobab con sede in Via g. Di Vagno 26
[email protected]
Casamassima futura con sede in Via
Taranto
[email protected]
Cieli Blu con sede in Via Di Vagno 13
[email protected]
Cigno Bianco con sede in
Leonardo
da
Vinci
[email protected]
Via
4
sede in P.zza Aldo Moro 19
Sportiva basket Casamassima con
sede in Via Conte Torino 93
A.S.D. Maximabari pinnuoto con
sede in Via F.sco lapenna74
A.S.D. Maximabike MTB con sede
in Viale D’Acquisto 8
Word con sede in via Stazione 29
Scarpette Rosa con sede in Via
Puccini 6/8
Euroorchestra con sede in Via Eroi di
A.D.P. Atletico Casamassima con
Dogali 6/A
[email protected]
sede in Via Pirandello
Gruppo natura con sede in P.zza della
Repubblica 6
[email protected]
Il Cigno con sede in Via degli Alberi 31
[email protected]
Il Sipario con sede in Via Marconi 7
[email protected]
Maxima Com con sede in Via Bari 21
[email protected]
Rete Sud Due Sicilie con sede in Via
Don Minzoni 2/b
rete [email protected]
Scarpette Rosa con sede in Viale
Libertà 24
[email protected]
UNITRE Università della Terza Età con
sede in C.so sabino 42
[email protected]
Sequenze con sede in Via A.Gentile
associazione [email protected]
Terra di puglia nel Mondo con sede in
Via De Bellis 35
[email protected]
Pro Loco C.so Vittorio Emanuele
[email protected]
SAMMICHELE DI
BARI
FOTOCLUB “R.VERROCA” con sede in
Via Virgilio 1/B
[email protected]
Pubblica Assistenza Sammichele
con sede in Via Luigi Sturzo 26
iscritta al n.72 del registro Regionale
[email protected]
Centro Laboratoriale
interattivo con sede Coordinamento dei Festini del
in Via Moschetti 1 carnevale di Sammichele di bari con
Associazione CLIO con sede in
Ass.FUATA’ con sede in Via E. De Via
iscritta al n. 261/BA sede in Via dei martiri 22
Firenze
52
del registro regionale [email protected]
Nicola 16 [email protected]
[email protected]
Associazione Frates con sede legale
Associazione Unione
Legambiente- Circolo Quattromiglia
ASD GYM TONIC CLUB con sede in CIRCOLO CACCIATORI con sede
in Via Cavour 35 iscritta al n.1322
del registro regionale
Associazione PROMETEO Via Conte
Vaaz 27 non iscritta al registro
regionale
Associazione AMOPUGLIA con sede
in C.so Emanuele
Ass. Pro.Ti. Qua con sede in via
Emilio Salgari( non iscritta al registro
regionale)
Assoc. “Cattolica” P.zza Vittorio
veneto
CARITAS P.zza Vittorio veneto
Ass. Magholia” Via Minghetti 9
[email protected]
Ass. EDUFORMA
[email protected]
Ass. ANT
P.zza XXIV Maggio
Pugliese Emigrati con con sede in Via C.Alberti 5
sede in Via Diaz 21
non iscritta al registro
regionale
Associazione “ IL Filo
d’Arianna “ con sede AGESCI con sede in Via Pio XII 6
in Via Roma
[email protected]
Associazione PRO LOCO “ Dino
Bianco”
Con sede in Largo Di Vagno 22
[email protected]
Associazione Apula Flava con sede in
Via Manzoni 57
Associazione per il recupero dei
mestieri e delle tradizioni popolari “ U
Farnal(E)” con sede in Via Roma 18
Ass. Cul. Nuova Movida con sede in
Via
della
resistenza
64
[email protected]
Associazione Sottosopra con sede in
Via Pirandello 64
[email protected]
Ass. PAN – Idee in Movimento Via
Thaon de Revel 14
Associazione “Sammichele d’amare”
con sede in Via C.so Vittorio Emanuele
Associazione “IRIS” con sede in Via
M.SS.
del
carmelo
1
info.cooperativairis.net
Associazione “IDEA” con sede alla Via
D. Manin
Associazione “Amici” con sede in Via
Diaz 19
Associazione Giovanni Trizio Circolo
peuceta Largo Imbriani 69
Via verga [email protected]
SPORTING CLUB
P.zza XXIV Maggio
in P.zza Garibaldi
Circolo Ricreativo Indipendente
SAMMICHELE di Sinistra Via Principessa
Mafalda 9
POL
DILETTANTISTICA
SAMMICHELE P.zza V.Veneto 23 Associazione METROPOLIS Via
Rossini 18/A
[email protected]
ASD G.S.ATLETICO con sede in
P.zza XXIV Maggio 9
ASD FESTA DEL YOLLEY con sede in
Via
Cairoli
16
[email protected]
Atletica giovanile con sede in Via
Buonarroti 34
Associazione
Bocciofila
Via
Giuseppe Losurbo
Bari club con sede in Largo Aldo
Moro 13
ACR –Chiesa Madre P.zza Vittorio
veneto
“Athena” Via Granatieri di Sardegna
“CITTA NUOVA” con sede in P.zza
della Vittoria
Associazione “ La Piazza “ Via
Quasimodo 3 [email protected]
Associazione PLUR@LE con sede in
Largo
S.
Antonio
8
[email protected]
TURI
Associazione "Turi Soccorso" con
sede legale in Largo Pozzi (iscritta al
reg.Reg.n.
Associazione "Croce Blu" con sede
legale in Via Rutigliano (iscritta al
Reg. reg. n.
Associazione " Umanità Solidale
Glocal" con sede legale in (iscritta
al reg.Reg.n.
Associazione “L’ARATRO” con sede in
P.zza Garibaldi 19
Associazione " Il Poliedro" con sede A.S.D. Amatori con sede legale in Nuova pro-loco con sede in Via
Associazione " Turesi legale in P.zza XXV Luglio
Via Fanelli n.19
XX
Settembre
3
nel
Mondo"
Via
[email protected]
Vecchia
Rutigliano
n.1/D (iscritta al
reg.Reg.n.83/BA)
Turisti in Tour con sede in Via
Tav
Monopoli
6
Associazione"
[email protected]
Orpheo" con sede
legale in (iscritta al Associazione "Scrineum" con sede Associazione A.S.D. Thuriae" con
reg.Reg.n.
legale in Via Putignano 40
sede legale in Via G. Orlandi 4
Associazione
Centro Studi di Storia e Cultura con A.S.D.Pindaro a.r.l. con sede legale "Mule del carro di Sant'Oronzo"
"Counselor.it"
con sede in Via G.Massari n.21 in
P.zza
G.Falcone con sede in Via Vecchia
sede legale in Via [email protected]
[email protected]
Sammichele 60
Cisterna(iscritta
al
Reg. reg. n. 101/BA)
FIDAS-FPDS TURI con sede legale
alla Via Dogali 1( non iscritta nel
Registro regionale)
"Presidio del libro di Turi" con sede A.S.D.VOLLEY TURI con sede in Via " Mule del Tiro del carro di
legale
in
Via
G.Leopardi
8 XX Settembre 44 [email protected] Sant'Oronzo" con sede in Via
[email protected]
L.Lerede 6
Circolo Unione con sede legale in Via I MOTURI con sede legale in Via "Girasole" con sede in Via
G.ppe Orlandi 5
Maggiore Orlandi 22
Giorgio
La
Pira
6
[email protected]
CO.ME.DA con sede legale in Vico
Caracciolo n.3 ( non iscritta nel
Registro regionale)
Centro Studi "Aldo Moro" con sede "Milan Club Turi" Via G.Cisternino "FIAT 500 MONCHERRI" con
legale in Via G.Cisternino n.8
n.10
sede in Via Vincenzo Orlandi 18
[email protected]
C.P.A. Sport- Gruppo Cinofilo
"Thuriae"con sede legale in Via Gioia
Canale 3 ( non iscritta nel Registro
regionale)
Associazione " Fuori dal Silenzio"
con sede legale in Via Domenico
Elefante n.8 ( non iscritta nel
Registro regionale)
Associazione "Artemista" con sede A.M.T. Associazione Modellismo "TURIWEB" con sede in Via
legale in Via Tito Aceto n.8 Turese con sede in Via G.Orlandi Padova
[email protected]
n25
Università della terza Età con sede in A.S.D. Show Dance Turi con sede in
Via Dott. D.co resta
P.zza G.Falcone n.c.
Associazione " Quelli che….il Cane"
con sede legale in Via Principe di
napoli 79 ( non iscritta nel Registro
regionale)
"Associazione Genitori Turesi" con A.S.D. Revolution Turi con sede in
sede in Via V. Sammichele 16 Via Cisterna
[email protected]
"A.N. Bersaglieri A.Pedrizzi Sez. di
Turi con sede legale in Via Maggiore
Orlandi n.8 [email protected]( non
iscritta nel Registro regionale)
"A.N. Finanzieri d'Italia " Sez. di Turi
con sede legale in Turi alla Via
Maggiore Orlandi n.38 ( non iscritta
nel Registro regionale)
" Maria SS Ausiliatrice" con sede in Via A.S.D. Cinque&nove Bikers Turi con
Ten. Notarnicola 56
sede in Via Santa Maria Assunta
[email protected]
"Giovanni Maria Sabino" con sede in A.S.D. SportTuri con sede in Via
Trav,.Cisterna
43 Casamassima 79
[email protected]
Ass. Arma Aereonautica con sede
legale in Via XX Settembre 16 ( non
iscritta nel Registro regionale)
"Magia Sonora" con sede in P.zza della A.S.D. Club Okinawa con sede in
SS.
Annunziata Strada
Sammichele
36
[email protected]
[email protected]
U.I.T.A.L.S.I. con sede legale in Via
Santa Chiara 22 [email protected] (
non iscritta nel Registro regionale)
"Chi è di scena" con sede in Via dott.
D.co Resta 17
Gruppo Scout Agesci Turi 1 con sede
legale inVia Ten. Notarniciola n.58
[email protected] ( non iscritta
nel Registro regionale)
"Conturband" con sede in Via De
Donato Giannini n.20
I dati, dunque, confermano la numerosità delle associazioni e dunque la vitalità della vita
associativa dell’Ambito, non solo a livello sportivo, ma anche culturale, sociale e socio-sanitaria.
I Comuni di Casamassima, Gioia del Colle, Sammichele e Turi hanno sostenuto e
promosso la presenza e il ruolo dei soggetti del terzo settore, riconoscendo ad essi di assolvere
alla funzione pubblica allargata e in applicazione del principio di sussidiarietà “orizzontale”
previsto dall’art. 118 della Costituzione, e ripreso anche dall’art. 2 della L.r. 19/2006 dedicato ai
principi ispiratori.
Tutti i Comuni hanno istituito registri comunali dell’associazionismo con appositi
regolamenti
L’obiettivo, in generale, dei Comuni e dell’Ambito territoriale è quello di attivare circoli
virtuosi per attuare il principio di sussidiarietà e le sue applicazioni previste nella legge regionale
19/2006 (artt. 2, 19 e 56) dando rilievo al ruolo delle organizzazioni del terzo settore,
valorizzando il contributo alla crescita della comunità e alla manutenzione dei “beni comuni” da
parte delle organizzazioni di volontariato, sostenendo le attività delle associazioni di promozione
sociale, fondamentali per consolidare il processo partecipativo e la diffusione di una cultura di un
“pubblico sociale”.
Il processo attivato dalla Regione Puglia, anche con la diffusione del sistema delle
iscrizioni ai Registri Regionali delle Associazioni, ha, peraltro, permesso la definizione e
implementazione delle organizzazioni sociali sul territorio, legittimandone il percorso di
autonomia, le azioni e la strutturazione operativa.
E’ necessario, inoltre, mettere a sistema le modalità e gli strumenti per assicurare la
partecipazione dei cittadini in vari modi organizzati in modo da assicurarne il ruolo attivo nelle
varie fasi del processo: quello della programmazione, quello della progettazione e realizzazione
dei servizi e quello della valutazione dell’efficacia degli interventi e della qualità delle
prestazioni erogate.
L’efficace funzionamento del Tavolo di Concertazione permanente è obiettivo da perseguire ai
fini della partecipazione alla realizzazione del PdZ.
Nel corso del 2011 sono state realizzate forme di promozione di cittadinanza attiva
nell’ambito del progetto relativo all’area famiglia e minori “Famiglie accoglienti” e nell’ambito
del progetto “Incontrarsi a… Sud”.
4. Esercizi di costruzione della governance del Piano Sociale di Zona
4.1 Punti di forza e di debolezza del livello raggiunto di governance del territorio
La governance, intesa come l’ambito di attività finalizzato alla gestione condivisa e
partecipata del processo di costruzione, attuazione e valutazione del ciclo di vita di un Piano
Sociale di Zona e, al tempo stesso, del sistema locale di welfare è elemento fondamentale su
cui riflettere per effettuare una valutazione approfondita ed efficace di un anno di attività.
La governance nei sistemi di welfare significa sostanzialmente metodologia negoziale
finalizzata ad un processo condiviso di costruzione collettiva delle politiche sociali, focalizzata
sulla gestione di processi di consultazione e di concertazione che, per raggiungere determinati
obiettivi, non ricorre all'esercizio dell'autorità e all'applicazione di sanzioni, ma al
coordinamento e al coinvolgimento dei vari enti e soggetti per il raggiungimento del fine
proposto.
Nel campo sociale ed in particolare nella pianificazione sociale di zona e del suo governo
locale, il termine governance appare decisamente appropriato tenendo conto che sono
coinvolti una pluralità di soggetti pubblici e privati che non è possibile, oltre che inopportuno,
governare in modo gerarchico (dall'alto verso il basso).
Il sistema di governance prevede necessariamente:
-un organo politico di governo del settore (dimensione politica);
-un territorio di riferimento;
-un supporto tecnico ed esecutivo (dimensione tecnico-programmatoria );
-la definizione delle modalità di gestione dei servizi (dimensione gestionale);
-la definizione dei percorsi e dei metodi concertativi e collaborativi con i vari enti, pubblici e
privati, al fine della definizione e della gestione del Piano di Zona o di parti di esso (dimensione
partecipativa).
I processi avviati in questo Ambito, in termini di governance, in due cicli di programmazione
sociale sono numerosi, innovativi, ma non privi di resistenze e ambivalenze.
Per ciò che riguarda la dimensione politica si rammenta che questo Ambito ha individuato la
Convenzione quale strumento per la gestione associata dei servizi sociali per dare attuazione al
principio di sussidiarietà fra Enti Locali e al principio di pari opportunità di accesso ai servizi per
tutti i cittadini residenti nello stesso ambito territoriale. Inoltre, nel definire il sistema di
attribuzione delle competenze, ha scelto di dare una delega “forte” delle funzioni
amministrative e gestionali al Comune capofila al fine di introdurre elementi di semplificazione
nel processo di gestione e rendere più “fluido” il percorso di adozione degli atti, delle
procedure e dei provvedimenti necessari all’operatività dei servizi e degli interventi previsti nel
Piano di Zona.
Tale scelta non ha trovato nel tempo opposizioni tra i componenti del Coordinamento
Istituzionale che si sono avvicendati: fino ad oggi quest’organo politico ha fondamentalmente
operato in una logica di cooperazione istituzionale.
Il Coordinamento Istituzionale di questo Ambito ha mantenuto anche nell’anno 2011 una
frequenza di incontri di una volta al mese circa e, per quanto formalmente composto dal
Sindaco del Comune capofila con funzioni di Presidente del Coordinamento Istituzionale e dai
Sindaci o Assessori delegati di tutti i Comuni dell’Ambito, ha sempre visto la partecipazione
degli Assessori delegati, quando in carica.
Un elemento di criticità è stato, infatti, rappresentato dal Commissariamento nel 2011 di tre
su quattro Comuni dell’Ambito. Il Comune di Casamassima è stato commissariato per la prima
metà dell’anno, mentre il Comune di Sammichele di Bari da settembre 2011 e il Comune di
Gioia del Colle negli ultimi mesi dell’anno.
Questo dato ha rappresentato un elemento di discontinuità nell’operatività del
Coordinamento Istituzionale non consentendo al gruppo di lavoro di consolidarsi e di
esprimere un forte legame con il territorio.
Va, inoltre, evidenziato che la maggior parte dei referenti politici che si sono avvicendati nel
2011 non aveva partecipato alla fase della concertazione per la stesura del PdZ e dunque la
funzione strategica di indirizzo e programmazione ne è risultata indebolita in quanto è stato
necessario per ciascuno un tempo fisiologico per conoscere la realtà dell’Ambito e fare propri i
contenuti progettuali del PdZ.
Ha in ogni caso svolto la funzione di valutazione e verifica della gestione del PdZ svolgendo
incontri con una cadenza mensile.
Per quanto riguarda la dimensione tecnico-programmatoria e gestionale nell’anno 2011
all’Ufficio di Piano è stata data una strutturazione più congrua rispetto alle competenze
attribuite. Tale previsione era già presente nella programmazione del Piano di Zona 2010-2012
e nella Convenzione tra i Comuni siglata in data 16.02.2010, pertanto la dotazione era già stata
riportata nella “scheda governance” dello scorso anno con la previsione della figura del
Coordinatore, nella persona del Dirigente dei Servizi Sociali del Comune Capofila, di quattro
Assistenti Sociali - Istruttori Direttivi e un Istruttore Amministrativo provenienti dai Comuni
dell’Ambito.
La deliberazione del Coordinamento Istituzionale n. 59 del 15.12.2010 ha, pertanto, previsto
che a partire dal 3 gennaio 2011, ciascun Comune dell’Ambito territoriale assegnasse all’ Ufficio
di Piano le medesime unità in passato impegnate in qualità di referenti dei Comuni, al fine di
presidiare le funzioni di programmazione e progettazione, comprensive delle attività di
monitoraggio e valutazione, di gestione tecnica e amministrativa, contabile e finanziaria,
secondo la previsione del PRPS e del PdZ.
Lo stesso atto ha previsto che contestualmente, in sostituzione del personale trasferito
presso l’Ufficio di Piano, il Servizio Sociale professionale e il Segretariato Sociale fosse
potenziato, presso i quattro Comuni dell’Ambito e presso la Porta Unica di Accesso, da n. 5
Assistenti Sociali assunti dall’Ambito con la finalità di raggiungere l’obiettivo di servizio
regionale (1 Assistente Sociale/5.000 ab) e nello stesso tempo consentire l’azione di
consolidamento dell’Ufficio di Piano, quale struttura tecnica di programmazione, gestione, e
monitoraggio del Piano di Zona.
Nonostante le previsioni formali, gli ultimi mesi dell’anno 2010 e gli inizi dell’anno 2011
hanno registrato un rallentamento dell’attività del gruppo tecnico di Piano presidiato, in questi
mesi, solo dalle referenti del Comune di Gioia del Colle poiché sono emerse difficoltà da parte
degli altri Comuni dell’Ambito nell’assegnazione delle unità individuate. La Giunta Comunale
del Comune di Turi con atto n. 36 del 18/03/2011 stabiliva di destinare l’unità professionale
(Assistente Sociale, già referente dell’Udp,) presso il Comune di Gioia del Colle e a tale scopo
veniva sottoscritta una Convenzione, in data 16 Febbraio che disponeva l’assegnazione di detta
unità per 4 giorni alla settimana, per n. 27 ore lavorative. La stessa Convenzione veniva
sottoscritta dal Comune di Sammichele di Bari in data 7 Marzo con il distacco di una unita
operativa (Istruttore Amministrativo, già referente dell’Udp), pertanto per i primi mesi
dell’anno l’UdP è stato costituito dal Coordinatore e da tre Assistenti Sociali dell’Istruttore
Amministrativo. Il Comune di Casamassima ha assegnato la propria referente presso l’UdP da
giugno 2011..
La prima metà dell’anno è stata caratterizzata da un ampio confronto politico –istituzionale
circa la dimensione tecnico-programmatoria e gestionale della governance che ha impegnato
risorse di tempo e di lavoro.
Certo, non è del tutto acquisito il principio di condivisione dei servizi,anche per una assenza di
chiarezza circa la precisa definizione delle competenze, dei luoghi e degli strumenti per una
armonica cooperazione interistituzionale.
Anche nel 2011 si è continuato ad osservare, nel caso di interventi non portati a
gestione associata, il persistere di modalità difformi, nonostante l’adozione di
un
Regolamento Unico di Ambito per l’erogazione di servizi e nonostante la Convenzione stipulata
in data 16 /02/2010 ha stabilito che si realizzino modalità omogenee di erogazione dei servizi e
delle prestazioni sociali su base di Ambito, nonché conformi alle indicazioni programmatiche e
la razionalizzazione ed ottimizzazione delle risorse a disposizione per le attività definite nel
Piano Sociale di Zona 2010-2012.
Per quanto riguarda l’elemento della governance nell’area socio-sanitaria relativamente alle
modalità operative e/o strumenti specifici per promuovere l’integrazione socio-sanitaria sono
stati siglati fra Comuni dell’Ambito e ASL l’Accordo di Programma per la programmazione e la
realizzazione dei servizi socio-sanitari integrati con il PdZ 2010-2012, Regolamento per il
funzionamento PUA e UVM e il relativo Protocollo operativo. Il Protocollo affido è stato
approvato con atto n.64 del 19/04/2011 mentre l’atto dirigenziale n.715 del 10/08/2011 ha
riguardato e approvato la costituzione dell’Equipe Unica di Ambito.
Con l’Accordo di Programma sono state definiti il ruolo e gli impegni di ciascun Ente per
il raggiungimento delle finalità dell’integrazione socio-sanitaria nell’Ambito di riferimento e
contestualmente fissare i sistemi di regolazione interna delle relazioni, le risorse, i tempi e gli
adempimenti necessari per il raggiungimento dei risultati prefissati.
Sono stati, tra l’altro, definiti gli indirizzi che le parti si impegnano ad attuare: favorire
la domiciliarità delle prestazioni; individuare criteri e modalità condivisi per la valutazione
congiunta dei casi; favorire la definizione di progetti personalizzati di cura che si avvalgano di
prestazioni sociali, sociosanitarie in modo integrato, in coerenza con l’esito della valutazione del
caso; verificare l’appropriatezza della presa in carico relativamente ai casi già in carico al fine di
rilevare la necessità di una ridefinizione del PAI; qualificare con la piena integrazione
sociosanitaria le attività dei Consultori materno-infantili operanti nel Distretto; collaborare alla
attivazione e alla realizzazione dei percorsi di prevenzione e di inserimento e reinserimento
sociale di persone affette da dipendenze patologiche e di pazienti psichiatrici o disabili psichici,
per i quali siano da considerare conclusi i percorsi riabilitativi.
Nel Regolamento per il funzionamento della PUA e dell’UVM e nel relativo Protocollo,
oltre a fissare le intese circa la costruzione dei percorsi di accesso e di valutazione
multidimensionale, è stato dato particolare rilievo alla definizione dell’apporto organizzativo e
professionale di ciascuna delle parti e sono stati delineati modelli di intervento sul bisogno
socio-sanitario che favoriscono lo sviluppo di un sistema a rete dei servizi socio-sanitari
nell’ambito territoriale di riferimento con il vantaggio di aumentare l’appropriatezza delle
scelte assistenziali e la qualità degli interventi.
5. L’attuazione del Piano sociale di Zona e l’utilizzo delle risorse finanziarie
5.1 Rendicontazione al 31.12.2011
Alla data del 31.12.2011 risultano impegnate, a valenza d’Ambito, le risorse relative alla
realizzazione del servizio Assistenza Domiciliare Anziani e Disabili (S.A.D.) per un importo di €
1.309.444,80 previsto nella programmazione del Pdz 2010/2012 , unico servizio per cui si è
scelto la gestione associata, con la compartecipazione dei Comuni ; le risorse per i servizi
relativi all’integrazione scolastica disabili, pari ad € 33.103,56 ; le risorse per l’abbattimento
delle barriere architettoniche pari ad € 30.000,00 e le risorse per la realizzazione dell’Ufficio
Tempi e Spazi pari ad € 40.000,00 .
La spesa complessiva impegnata risulta pertanto pari ad € 1.412.548,36 mentre quella
liquidata è pari a € 856.344,62.
La spesa impegnata al 31/12/2011 per i servizi a valenza comunale, invece, è stata pari ad €
3.551.179,71 e quella liquidata pari ad € 3.038.400,18.
A tal proposito si precisa che la differenza tra l’impegnato e liquidato sta nel fatto che alcune
liquidazioni ricadono nell’anno 2012 mentre altre risorse vengono accantonate dai Comuni per
far fronte ai pagamenti per il servizio di trasporto presso i centri di riabilitazione effettuato dalla
ASL, verso la quale è in atto un contenzioso.
6.3 Utilizzo delle risorse per modalità di gestione e titolarità degli interventi
Per quanto riguarda l’Ambito , si precisa che gli interventi realizzati con le risorse impegnate nel
2011, pari ad € 1.409.444,80 sono stati a titolarità del comune capofila mediante affidamento
della gestione del servizio a terzi, mentre le risorse per i servizi d’integrazione scolastica disabili,
pari ad € 33.103,56 sono state trasferite ai Comuni che hanno gestito autonomamente il
servizio.
Rispetto poi, ai singoli comuni, si evidenzia che il Comune di Gioia del Colle ha mantenuto nel
2011 gli stessi servizi ed interventi programmati nella scheda com del Piano di zona 2010/12
impegnando una spesa di € 1.991.361,82 che risulta leggermente inferiore alla spesa del 2010
pari ad € 2.003.497,75 .
Anche il Comune di Turi nel 2011 per gli stessi servizi ed interventi programmati nella scheda
com del piano di zona 2010/12, ha impegnato una spesa di € 539.610,52 che rispetto a quella
del 2010 pari ad € 576.442.96 risulta inferiore, così come il Comune di Sammichele di Bari, ha
impegnato una somma di € 186.861,91 con un leggero scarto rispetto al 2010 che risultava
essere di € 199.847,61 ed infine, il Comune di Casamassima che ha impegnato nel 2011 un
spesa pari ad € 833.345,46 sostanzialmente inferiore alla spesa del 2010 pari ad €
1.161.492,12.
Alcuni interventi sono ad esclusiva valenza comunale ( contributi economici, interventi
indifferibili, rette di ricovero per anziani, ecc.. ) e resteranno tali anche per il biennio 2011/12,
mentre altri servizi sono stati attuati dai singoli comuni fino a quando non saranno
implementati a livello di ambito ( vedi SAD; servizi educativi per il tempo libero per minori,
attività ricreative e sociali per anziani); altri servizi, invece, si integrano con quelli del PdZ ( vedi
progetto Pegaso rivolto alle persone diversamente abili, contributi alle famiglie affidatarie), che
vedono interventi sia del singolo Comune, con fondi propri, che dell’Ambito.
Dalla lettura dei dati sopra riportati si può ben dire che la spending review ha avuto inizio già
nel 2011 .