amore illogico

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amore illogico
ROMANZO
ILLOGICO
di Stefano Napolitano
0. Prologo
“Steve! Steeve! Dove diavolo ti sei cacciato stavolta ??!?
Steeve, rispondi!!!”
Steve come al solito era in una delle numerosa stanze di
quell‟imponente costruzione e come al solito in compagnia
di una di quelle ragazze straordinariamente estetiche ma
prive di senno che Steve non faceva difficoltà a
recuperare, chissà dove poi, destando stupore ed un
pizzico di invidia tra la sua gang.
“Sono qua Jack, dove credevi mi fossi cacciato ?”
“Sempre la stessa storia.. e questa come si chiama ?!”
“Mi chiamo Janette – disse la ragazza porgendo
spontaneamente la mano per ricevere un baciamano – e
sono molto felice …” continuò tentando di presentarsi.
“Taci cretina!” esplose Jack.
“Senti Steve sono stufo di averti part-time tra una ragazza
ed un‟altra!! Hai capito ?!” proseguì il boss.
“Ma ascoltami Jack – replicò Steve salutando la ragazza
con un cenno gentile – lo sappiamo tutti che nessuno è
perfetto ”
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“Steve per queste donnette finirai con il rovinarti e sono
sicuro che rovinerai anche noi, lo capisci questo ?”
“Ascoltami Jack..” continuò Steve riassestandosi e poi
distendendosi sul divano socchiudendo gli occhi - ..”sono
un po‟ stanco, non se ne potrebbe riparlare più tardi ?”
“Steve sei ….”
Ma il vecchio Jack stavolta non riuscì a terminare la frase.
La spavalderia e la sfrontatezza di Steve stavolta lo aveva
davvero sorpreso; ma non di certo positivamente.
Non
era
la
prima
volta
che
Steve
trascurava
l‟Organizzazione per un appuntamento galante con
qualche ragazza e naturalmente questo difettuccio in
passato procurò un sacco di contrattempi. Tanto che
l‟Organizzazione non godeva più di quel rispetto e di
quella forza che aveva solo qualche tempo or sono. Le
rivali poi erano agguerritissime e la gang dove Steve fu
inserito aveva già perduto molti colpi e ceduto anche
diverse zone della metropoli. Si mormora che le altre
organizzazioni
stessero
meditando
di
eliminare
l‟Organizzazione di Jack.
Naturalmente Steve era anche ricco di pregi per godere di
un trattamento così privilegiato: era il più coraggioso il più
audace e possedeva un‟inventiva ed una classe davvero
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eccezionale. Era un uomo capace di uscire da ogni
situazione difficile; sia usando la forza che usando la
ragione. Bisogna dire anche che tutti i componenti della
gang prima o dopo hanno dovuto ringraziare Steve per
aver portato la pelle a casa! Ma molti componenti della
banda ormai facevano fatica a dimenticare le troppe voci
che giravano su Steve e di questo Jack ne doveva tenere
conto.
Il vertice della banda, capeggiata dal nevrotico e caparbio
Jack, era composta anche dall‟impareggiabile Tony, che
seguiva il ramo finanziario, da Jim, che si occupava dei
rapporti con le altre famiglie e le istituzioni e da Frank che
seguiva gli aspetti legali. Jack poteva contare poi su un
numero imprecisato di collaboratori ed affiliati.
Il capo indiscusso era naturalmente Jack e Steve era il
solo che poteva permettersi di discutere i suoi ordini. Se
qualcun altro avesse osato solo discutere per un momento
le sue volontà Jack lo avrebbe quanto meno cacciato a
pedate dall‟Organizzazione. Tuttavia il meccanismo che
faceva muovere la banda da qualche tempo era poco
oliato. Sarà colpa di Steve che da qualche tempo era più
dedito alle donne che agli affari, sarà perché Jack è
invecchiato e si è adagiato troppo in fretta, sarà che ..boh
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non è importante l‟importante e che gli altri credevano di
poter mangiare nel piatto di Jack quando e come lo
avrebbero voluto.
Jack se ne rendeva conto perfettamente e aveva
organizzato un piano molto ambizioso per rilanciare
l‟Organizzazione. L‟obiettivo era quello di ridare credito e
rispetto e riportare la banda ai tempi migliori.
1. Capitolo
Quella notte era decisiva per tutta la gang. Steve era
reduce da una notte di pazzie ed era fisicamente molto
stanco. Jack era molto nervoso, come spesso ormai negli
ultimi
tempi.
Tony
passeggiava
nervosamente
consultando rapidamente e frequentemente le lancette del
suo orologio da tasca che parevano immobili. Il loro
compito era quello di cancellare dalla faccia di New York
la banda di Larry il mastino; una banda che aveva fin
troppe volte violato il territorio di Jack
Larry e la sua gang erano diventati molto potenti e
rispettati. Attaccare quella banda e riuscire, se non ad
eliminarla a dargli una bella lezione avrebbe significato per
l‟Organizzazione di Jack riconquistare un posticino al sole
tra le gang di New York.
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“Ragazzi, mi raccomando, - arringò Jack - questa volta vi
voglio tutti concentrati e svegli. Ogni piccolo errore
potrebbe costarci la vita; ma non solo la vita! Ogni piccolo
errore potrebbe significare la fine delle vostre famiglie, dei
vostri cari. Come sopravviveranno senza il dovuto rispetto
?!”
La banda era attenta e concentrata. La banda al completo
era tesa e concentrata; erano tutti pronti ad aggredire gli
uomini di Larry. Steve sonnecchiava tra le casse di legno,
e annuiva con la testa; Jack questa volta non si trattenne.
Prese Steve per il bavero della giacca e schiacciando il
suo naso su quello di Steve a mo‟ di braccio di ferro
digrignando i denti vuoto i polmoni d‟un fiato dicendo:
“Ascoltami bene razza di idiota incosciente, se stanotte ci
molli o fai una cazzata delle tue sappi che la paghi con
tutti gli interessi arretrati. Capito bene !?!?!”
Steve vide mai Jack trattarlo in quel modo soprattutto di
fronte al resto della truppa al completo. Steve fissò Jack
negli occhi e bofonchiò:
“OK Jack…tutto chiaro..”
“Lo spero Steve … per te!”
Jack lasciò la presa ed ordinò “OK ragazzi è l‟ora
andiamo!”
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Le strade di New York si stavano preparando ad assistere
all‟ennesima lotta fino all‟ultimo sangue per il controllo
della crimine territorio criminale. Jack ed i suoi si misero in
viaggio alla volta del locale “Walter saloon” ritrovo usuale
della banda di Larry. Le auto quella notte corsero
all‟impazzata per le incuriosite e buie vie della metropoli.
Dopo il breve viaggio giunsero al luogo prestabilito.
Arrivati davanti al locale e parcheggiarono le macchine
proprio davanti al locale in una sorta di semicerchio.
Purtroppo però una soffiata ebbe avvisato quelli di Larry.
Larry ed i suoi furono pronti ad attendere la banda di Jack.
Il locale era aperto, come sempre del resto! Solamente
che al posto dei suoi abituali frequentatori Larry aveva
messo i suoi scagnozzi.e ogni essere umano in grado di
poter sparare che riuscì a costringere ad aiutarlo; il locale
era più simile ad un arsenale che ad un ritrovo per
sfaccendati!
“Siamo arrivati ragazzi, siamo pronti ?!” disse jack;
nessuno aprì bocca ma tutti annuirono.
“E allora fuori!!”
Jack e i suoi scesero dalle auto e si diressero lentamente
verso il locale. Steve non si ricordò di verificare il suo mitra
prima di partire cosìcchè stava ancora caricando i proiettili
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prima di uscire con gli altri proprio mentre erano già
appostati.
“Steve dove sei ?!?” chiese Jack ai suoi. Ma nessuno volle
dare un benché minimo cenno di risposta.
Steve fa cenno con la mano di attendere ai pochi che
riuscirono a scorgerlo in lontananza.
Jack lo invitò con cenni nervosi e denti digrignanti a
muoversi mentre diede l‟ordine ai suoi di avanzare verso il
locale. Steve era finalmente pronto ed alzò lo sguardo. Nel
preciso istante in cui Steve mise il piede fuori dall‟auto il
garzone del locale dal cortile gridò “Eccoli!” scappando di
corsa all‟interno del locale.
Fu l‟unica voce che si udì; subito dopo il silenzio più
rumoroso che si sia mai udito!. Tutta la banda di Larry era
stata addestrata fin nei minimi particolari e sapeva
esattamente cosa fare. Si accesero i fari di alcune auto:
Steve ristette sui suoi passi: Jack ruppe il silenzio e ordinò
“Fuoco !!!”
Quelli di Larry risposero al fuoco con una potenza molto
superiore. Era una trappola ben congegnata.
Per gli uomini di Jack cominciò una fuga frettolosa,
disordinata e disperata. Molti non riuscirono a muovere un
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dito ma alcuni riuscirono d infilarsi nell‟auto parcheggiata
nel cortile vicino gli alberi e scappare a tutta velocità..
Jack cadde a terra ferito ma riuscì quasi miracolosamente
a raggiungere un‟auto ed a salirci con l‟aiuto di Frank.
Alcune auto si fermarono sotto i colpi di mitra, altre
riuscirono a fuggire e in qualche modo se la svignarono..
Steve assistette e a tutta la scena riparato in un cespuglio
non molto distante dal parcheggio ma a sufficienza per
non essere visto dai mitraglieri di Larry.
Ad un tratto il fuoco cessò. Larry credette Jack morto e
comunque si ritenne comunque soddisfatto di aver dato
una severa lezione alla banda rivale.
L‟auto di Jack passò dietro a Steve che la fermò per farsi
dare un passaggio.
Sali di fretta e partì in velocità con le urla di gioia e le
sghignazzate di quelli di Larry come sottofondo.
“Steve ma dov‟eri !??!”
“Ehi Jack stavo caricando il mitra non l‟hai visto ?!?”
“Perché non l‟hai fatto prima insieme agli altri eh ?!?”
“Ehi Jack ma che dici ?!?”
Frank non parlava ma il suo sguardo fisso era fin troppo
molto eloquente.
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“Niente lasciami in ospedale e sparisci per un po‟ Frank
saprà cosa fare nel frattempo..”
Steve comprese bene l‟ordine che Frank ricevette in quel
momento ma cerco di mantenere il controllo dei nervi.
“Certo Jack io sparisco per un po‟ finchè le cose non si
sistemano, e poi mi rifaccio vivo .. OK?!”
“OK Steve ora scendi qui prima dell‟ospedale. Ci vedremo
.”
“OK – rispose Steve – ci ved..”
Non fece in tempo a finire la frase che Frank chiuse lo
sportello di prepotenza fissandolo sempre negli occhi
senza dire una parola.
Jack si convise che Steve fosse in qualche modo coinvolto
in quella storia. Troppo fortemente giocavano a suo
sfavore tutta una serie di circostanze; e poi con Steve era
stato fin troppo chiaro.
Prima
di
all‟ospedale
scendere
Jack
dall‟auto
sussurrò
parcheggiata
due
parole
a
davanti
Frank.
Quest‟ultimo scosse la testa in avanti facendo capire che
non c‟era bisogno che aggiungesse nulla; Steve era un
uomo morto.
2. Capitolo
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Steve era terrorizzato! Quel maledetto contrattempo
non ci voleva proprio! „Ma perché diavolo non sono uscito
subito…‟ – si domandava con un pizzico di rancore „…
eppure il capo era molto sicuro di sé … come è stato
possibile …‟
Dopo qualche istante Steve realizzò che qualcuno
avrebbe dovuto tradire e capì anche che i sospetti erano
concentrati su di lui. Steve sentì il terrore assalirlo. Che
fare ?!?
Non aveva più un posto per passare la notte .. doveva
scappare ma dove ?! non riusciva a pensare i terrore lo
stava divorando cominciò a sudare anche se era solo in
giacca ed l‟inverno sarebbe dovuto iniziare di li a poco…
La notte di New York era molto ricca di divertimenti ma
Steve quella sera non riusciva proprio a distrarsi. La
mente
correva;
i
problemi
e
le
soluzioni
si
sovrapponevano nella mente..Appena riusciva a trovare
una soluzione la scartava subito dopo perché immaginava
spie e complotti e tradimenti e allora non può più andare
bene nessuna idea e nessun posto gli sembrava sicuro; e
allora a chi chiedere aiuto e dove andare?!?
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Con questi dubbi e con queste emozioni Steve va in giro
per la città senza meta tra gli sguardi sorpresi e a volte
increduli dei passanti.
Quella notte Steve decise di cambiare. Se l‟avesse
scampata, se ne avesse avuto l‟occasione avrebbe fatto
un altro tipo di vita.
....
Molto tempo era passato da quella notte ed era un giorno
come molti altri nel porto di New York. Il tempo si
consumava con un ritmo lentissimo in quella piccola fetta
di mondo. Era una giornata tranquilla. Steve si era alzato
malvolentieri
a
causa
delle
pessime
condizioni
atmosferiche; faceva un freddo cane e tutto d‟intorno era
ricoperto di neve. Certo che svegliarsi ogni giorno alle sei
era sempre un grosso sacrificio ma nelle fredde e cupe
giornate
invernali
come
quella
sembrava
davvero
un‟impresa impossibile. Come ogni mattina invernale
Steve consumò la sua misera ma nutriente colazione a
base di pesce salato, ed in poco tempo ,alle sei e trenta,
era pronto a cominciare il suo duro lavoro. Quella mattina
stranamente era il primo ad essere in orario. Incuriosito
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cominciò a cercare qualcuno dei suoi compagni di lavoro.
“Hey Joe, Michael, Ross, dormiglioni, dove vi siete cacciati
?!” Vedendo la porta della cella frigorifera aperta Steve
cominciò a sudare freddo. Indietreggiò qualche passo ma
dietro di lui si misero due scagnozzi. Steve si girò e
riconobbe Frank. Non aprì bocca e cercò di scappare ma i
due lo fermarono prima ancora che potesse fare il primo
passo.
“Ciao, Steve !!? che bel posticino hai rimediato..”
“Frank ma che vuoi fare ?!”
“Lo sai che non mi sei mai piaciuto ed ora ti spetta ciò che
meriti!”
Fece un cenno con il capo ed i due lo riempirono di botte.
Steve cercò di difendersi ma presto perse i sensi. Frank
allora ordinò loro di chiudere la cella a chiave e fece
cenno di farsi consegnare la chiave
3. Capitolo
Intanto gli anni passano e in questo lasso di tempo,
non si sa poi bene nemmeno come, nessuno aveva mai
scovato il corpo surgelato del vecchio Steve. Se gli anni
passano per il freddato Steve non si può certo dire che per
il resto del mondo stiano fermi. Infatti subito dopo la
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grande depressione del ‟29 vi fu un‟altra guerra mondiale;
altre guerre qua e là più o meno mondiali, cadute di muri
ecc. fino ai giorni nostri. La fatiscente surgeleria dove
Steve fu rinchiuso venne chiusa per fallimento pochi giorni
dopo che Steve venne congelato; dopodiché venne
dimenticata da Dio e dagli uomini fino ai giorni nostri. Poco
tempo fa però l‟area venne recuperata da una grossa ditta
che si occupa di trattamento, congelamento e spedizione
di carne a livello internazionale. Il business principale
dell‟aziende consiste nell‟ inviare la carne argentina in
Europa dopo sosta tecnica a New York e gli affari stavano
andando piuttosto bene. Visto l‟aumento del volume
d‟affari i locali necessitavano di un ampliamento urgente
ed i dirigenti avevano individuato l‟area abbandonata in cui
Steve era stato surgelato. Così in breve tempo l‟area
venne recuperata. Durante dei lavori di ristrutturazione ed
ampliamento si resero conto che dietro un muro di
cartongesso c‟era una cella ancora attiva e funzionante.
Gli
operai
chiesero
informazioni
sul
da
farsi
al
responsabile del magazzino.
“Scusi lei direttore allora che facciamo con quella cella che
abbiamo trovato ?!?”
“Ma .. io non saprei … dovrei vedere, sentire…”
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“OK allora facciamo così io gliela lascio aperta e ci tolgo
l‟elettricità poi domani decidete sul da farsi…”
“No beh forse si ma meglio no … forse è meglio lasciare
così com‟è … ora lasci che mi consulto con..”
“Faccia come crede tanto ormai è tardi e io vado; ci
vediamo domani!”
Il direttore andò verso la cella, e non fece molta difficoltà a
forzare la serratura. Aprendo la cella e vide che era colma
di carne e apparentemente tutta in ottimo stato nonostante
gli anni trascorsi. Dato che cercava della carne di seconda
scelta da mandare sul mercato italiano pensò bene di
utilizzare quella.
„In fin dei conti‟ – pensò –„se è rimasta sempre congelata
potrebbe essere carne eccellente… tanto poi viene cotta
mica mangiata cruda..‟
Pensato questo lasciò un appunto per i dipendenti del
turno di domani. La nota diceva: “Tutte le carni che trovate
devono essere mandate al più presto sul mercato italiano”.
Firmò l‟ordine e lo lasciò bene in vista in modo che con la
nave di domani andasse caricata anche la carne del
vecchio magazzino.
Il mattino dopo gli addetti lessero la nota e si recarono nel
vecchio magazzino.
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“Hey, guarda questo pezzo di carne Matt, sembra un
uomo…”
“Mah mi sa che hai ragione.. è un uomo congelato! Che
facciamo Ed ?”
“Ah io non voglio creare ritardi…magari ci rimetto il posto!
Ha detto tutte le carni e tutte le avrà”!
“Si ma io credo che …”
“E invece Ed io non credo! se vuoi te la vedi tu con il capo
e io ti aspetto qui !”
Ed stette qualche secondo a riflettere e poi esclamò:
“No beh ma che c‟entra..”
“Centra, centra, ce lo facciamo entrare! E poi il direttore ha
scritto „Tutte le carni che trovate‟ mica una si e una no..”
“Certo … è vero” – si convinse Ed – “ mi sa che ha
ragione… certo che se non ci fossi tu.. chissà che casino
avrei combinato….ma sei proprio intelligente tu.. ma
com‟è che non hai studiato di più ?!! chissà che potevi
essere adesso..”
“Beh sai com‟è” – rispose un po‟ imbarazzato Matt – “ è
una lunga storia… sai sin da piccolo tutti mi dicevano che
ero molto intelligente , poi però sai com‟è ….”
“No Matt, non so com‟è ..”
“Beh insomma … non lo sai ?!”
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“No Matt, non lo so!”
“E … succede che i giorni passano ..
“E poi dopo che sono passati ?”
“Beh se sono passati non tornano più e quindi poi diventi
grande e poi..
“E poi che succede se diventi grande ?!”
“…… senti te lo spiego un‟altra volta OK ?!?!”
“OK Matt, dammi una mano ora a spostare questo pezzo”
Così la salma di Steve partì alla volta del vecchio
continente; destinazione mercato della carne italiano.
Il viaggio in nave fu davvero molto lungo ma al termine di
esso Steve si ritrovò in un magazzino dentro una cella
frigorifera di in un grosso mercato italiano: Roma? Milano?
Palermo? Loreto Aprutino ? e chi lo può dire Steve non
era mai stato prima in Italia! Giunto in Italia Steve viene
lasciato sullo spiazzo del porto.
4. Capitolo
Gli operai lavorano duramente ma ad un certo punto
verso l‟ora di pranzo, sarà stato il caldo, sarà stata la sete
sarà stata la fame si buttano a terra per riposare
dimenticandosi la porta della cella frigorifera aperta. Così
la carne comincia a scongelarsi un pochetto. Steve è stato
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prudenzialmente tenuto da parte dal resto della carne
scaricata e giace proprio in prossimità della porta in
battuta di sole.
Ad un certo punto il ghiaccio comincia a sciogliersi e Steve
comincia a riprende lentamente le funzioni vitali. Ecco che
il ghiaccio vicino alla mano si scioglie e dopo poco è
completamente scongelata: Poco dopo si scioglie anche la
gamba e poi l‟altra mano e via via tutto il resto.
Sarà stato il caldo eccezionale ma Steve in poco tempo si
trova completamente scongelato proprio in prossimità
della porta.
In quella Mario, uno dei due braccianti che scaricano il
container si alza e dice:
“Senti Mario vado un in bagno. A dopo”.
“Va bene Maurizio a tra poco!”
Steve in qualche decina di minuti da quando hanno aperto
la porta è in grado di stare in piedi e di uscire dalla cella
frigorifera. Credendo di essere ancora a New York e
ancora braccato da Frank e suoi pensò „Mi hanno lasciato
vivo chissà perché…‟. Poi disse, credendo di parlare ai
suoi colleghi : “Ehi ragazzi, grazie dell‟aiuto eh… - non
vendendo nessuno in giro aggiunse – dai conigli se ne
sono andati …- non sentendo alcuna risposta concluse -
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OK io ho un po‟ fame vado a prendermi un caffè e
qualcosa da mangiare; torno subito”
“Va bene non fare tardi eh!” gli rispose Mario da non
sapendo di parlare con il collega d‟oltreoceano da poco
scongelato.
“Va bene ! – risponde senza esitare Steve – faccio
prestissimo”
“Hai sentito l‟altra sera al telegiornale” – chiese Maurizio al
suo collega Mario tornando – “incredibile hanno trovato un
mammuth intero congelato al polo nord che pareva vivo!”
“Ah sei già tornato e il caffè ?!”
“L‟ho preso stamattina…
“Ma no hai detto che andavi a prenderlo adesso e che
avevi fame!”
“Avevo fame ? Ma se mi sono mangiato un panino da
mezzo metro cubo non ti ricordi che eri con me mentre lo
ingurgitavo”
“ Si è vero ma poi hai detto che andavi a prendere il caffè..
boh magari mi sbaglio.. dicevi del Polo Nord ?”
“Dicevo che hanno trovato un mammuth congelato che
pareva quasi vivo. Completamente intero che stava
probabilmente mangiando qualcosa. Forse è arrivata una
gelata improvvisa che lo ha congelato all‟istante!”
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“Ah senti a dar retta ai giornali uno diventa matto. Ma chi è
che se le inventa queste balle dico io… poi trovano
sempre qualcuno come te che si beve tutto…”
“Ma chi lo sa magari è vero… !“
“Si si, è vero come no!.Dai
rimettiamoci al lavoro che
stasera voglio andare a casa presto!”
Beh la notizia del mammuth è vera ma si può fare di più;
Steve infatti é riuscito a sopravvivere e a scongelarsi
correttamente, addirittura parla perfettamente l‟italiano.
Che sia una reminescenza dovuta all‟italico nonno
paterno? Non lo so, magari qualche ricercatore potrà
spiegarci il perché…Quindi se c‟è un ricercatore biologicosanitario-fisico-chimico ecc. contatti l‟editore che nel
prossimo libro spiegheremo scientificamente come sia
stato possibile che sia rimasto vivo e funzionante: ma
torniamo al nostro racconto.
Steve bene o male è riuscito ad uscire dalla cella e con
una dose di freddo cresciuta al passo dei tempi, si
appresta a visitare la città.
Il paesaggio d‟intorno non gli sembra molto dissimile a
quello a cui è stato abituato; infatti ci troviamo in una zona
molto periferica e molto trascurata della città.
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Steve girovaga per i capannoni ma dopo pochi metri lo
stomaco gli intima perentoriamente di dagli qualche cosa
da ruminare. Steve allora decide di entrare in un bar e di
bere una bella tazza di caffè caldo. La banconiera, dall‟età
apparente di cinquant‟anni anche se molto probabilmente
ne ha solamente 25, resta sbigottita dalla richiesta e
vorrebbe chiedere dei chiarimenti su cosa significhi in
piena estate „una bella tazza di caffè caldo‟ ma poi
osservando meglio Steve decide di lasciar perdere e di
servirgli
su
una
tazza
da
cappuccino
un
caffè
moooooooolto allungato.
Il look di Steve in effetti non è dei più ricercati. Paio di
scarpe bicolor, pantaloni e goccia sgualciti e sbrindellati,
camicia a righine e vistose bretelle con bottone: un look
decisamente non convenzionale.
Steve comincia a sorseggiare la tazza guardandosi
intorno; vede i pochi presenti completamente immobili. Chi
con la sigaretta pendula sulle labbra chi con il bicchiere in
mano nell‟atto di abbeverarsi chi con la manica infilata
nella giacca. Fece uno sguardo che era un misto tra un
„Ma
che
diavolo
vorranno‟
ed
un
„Piacerebbe
assomigliarmi eh..!‟. Si gira dall‟altra parte e vede una
serie di poster ingialliti di alcune squadre di calcio. Sotto
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alcune scritte a lui incomprensibili. Si avvicina per leggere
meglio e capisce che si tratta di una lingua a lui
sconosciuta. „Forse è italiano – pensa – ma se è italiano
sono a Little Italy ed è meglio che me ne vada subito…‟
Si gira lentamente, estrae 10c di dollaro fuori corso da
almeno 50 anni, e senza voltare le spalle a nessuno esce
dal locale. Gli avventori resteranno ancora immobili per
altri sedici minuti prima di riaversi dal trauma.
„Little Italy … ma come ho fatto a cacciarmi là dentro‟
In effetti il quartiere niuiorchese non sarebbe proprio un
territorio congeniale a Steve a causa di una storia con una
ragazza. Difatti anni prima Steve sedusse una ragazza
che poi divenne una delle donne di un certo Luciano si
diceva che questo italianissimo Luciano era molto
fortunato. Un giorno Steve ebbe la sfortuna di incontrare la
ragazza e di salutarla con calore. Lei restò fredda e se ne
liberò con poche parole. Steve si accorse un po‟
tardivamente che poco distante c‟era un uomo molto
indispettito. Lì per lì non capì ma quell‟uomo gli disse che
non era molto fortunato e gli uomini con lui si misero a
ridere fragorosamente: appena si girò completamente
verso Steve riconobbe l‟uomo e capì lo scherzo: era Lucky
Luciano.
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Scappò a gambe levate mentre un paio dei suoi lo
inseguirono. Ci fù un breve inseguimento ma poi Steve
riuscì a seminarli. Da quel giorno preferì evitare Little Italy.
Steve allora cerca di allungare il passo alla ricerca di una
via d‟uscita guardando ripetutamente in ogni dove, ma
nonostante si sforzi non riesce a riconoscere alcun
riferimento per uscire dal quartiere. Dopo aver corso per
quasi un‟ora si ferma e comincia a rilassarsi.
5. Capitolo
Ormai si rende conto che è rimasto solo in un mondo
che conosce molto poco per non dire nulla. Tra l‟altro
Steve ha la cervice decisamente arrugginita. Certo è noto
che passare qualche decennio sottozero congelato non
faccia molto bene alla memoria ma dovrebbe rendersi
conto che qualche tassello non quadra più. Tutti
improvvisamente parlano un‟altra lingua, sono tutti vestiti
in modo molto strano, tutti lo osservano ovunque vada: è
possibile che non riesca ad accorgersi che sia accaduto
qualcosa di molto singolare ?
Ma pensiamo al lato umano della faccenda; Steve è solo,
non conosce nessuno; gli altri non sanno più parlare o
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forse lui riesce a più comprendere, non ha un lavoro, non
ha denaro, non ha un riferimento..eppure Steve non si
pone affatto queste domande. Ecco che lo vediamo
sbucare fuori da un vicolo per imbattersi in un altro alla
massima velocità, poi sbuca una testa per accertarsi che
non ci sia nessuno e corre verso il lato opposto della
strada. All‟incrocio si butta a terra e dalla parte retrostante
si vede spuntare una testa a livello del suolo. Poi si alza di
scatto e corre verso l‟angolo successivo dove rotola a
terra fino in mezzo alla strada deserta. Passa poi anche
l‟altro angolo ,cioè il quarto, strisciando stile marine
statunitense per ritrovarsi esattamente davanti al bar da
dove era uscito dove trova i pochi avventori fuori dal
locale. Questi rimangono ancora una volta ammutoliti ed
immobili a fissarlo. A quel punto Steve si crede spacciato
ma cerca di mantenere la calma; si alza lentamente, si da
una spolverata e li saluta dicendo “Hi there!” e si allontana
lentamente con le mani in tasca e fischiettando.
Steve è una persona di natura molto curiosa così decide
di passere il tempo gironzolando per la città e ficcando il
becco in tutte le faccende che gli capitavano sotto tiro. Lo
fa però con la curiosità ed il candore di un bambino di 2 o
3 anni. Questo atteggiamento però è fonte generalmente
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di numerosi inconvenienti e disagi. In realtà sono difficoltà
da cui però è sempre riuscito a districarsi grazie alla sua
prontezza di riflessi e alla sua lingua sciolta. Le cose ora
sono però molto più difficili. Provate a pensare di avere a
che fare con un bimbo piccolissimo, curiosissimo e dico
anche ingenuissimo (anche se questo vocabolo non esiste
in alcun vocabolario italiano) dall‟aspetto però di un uomo
adulto e con i comportamenti e le esigenze di una persona
adulta.
Comunque
lasciamo
perdere
queste
considerazioni e vediamo cosa sta combinando Steve!
Beh forse vi siete dimenticati che non vede cibo da
decenni e quindi sta praticamente morendo di fame. E
infatti troviamo Steve davanti alla vetrina di un ristorante
dove un ciccione da competizione sta mangiando un bel
piattone di pastasciutta alla bolognese. Steve alla vista
della pasta ha un mancamento ma si riprende subito. Il
panzone intanto apre la saracinesca e con un attrezzo più
simile ad una pala che ad una forchetta introduce una
mole di cibo pari al fabbisogno calorico giornaliero di 3
pesisti. Il trippone fa un sorrisino ebete di circostanza
mentre mastica ingordamente sbavandosi equamente
lungo tutto il completo di lino chiaro e riducendolo ad un
relitto. Steve alza la mano in cenno di saluto sforzandosi
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di fare un movimento con la mano. Le gambe però gli
cedono e si accascia davanti alla vetrina.
Il gestore vista la scena esce prontamente e gli chiede
“Scusi ma lei ha fame ?”
Steve bofonchiando qualcosa e gesticolando riesce a dare
un senso affermativo alla risposta.
Il gestore allora gli domanda “Ma perché non entra a
mangiare allora ?!?”
“Beh la fame ci sarebbe è che …”
“Cosa c‟è ? e non mi dica che è a dieta ..uno stecchetto
come lei..”
“No guardi è che…..”
“E su dai si tolga questa soddisfazione..”
Steve affamato com‟è non riesce a dirgli di no ed entra
nella discretamente affollata trattoria.
L‟ambiente è piuttosto trasandato, la gestione è familiare e
la cucina casalinga dai sapori tradizionali. Il gestore gli
porta il menù e gli propone il piatto del giorno. Steve
impugna con una certa diffidenza il menù e comincia a
rigirarlo per capire da parte si possa aprire. Passa qualche
istante e il cameriere gli strappa di mano il menù con fare
deciso e poi con un sorriso impostato glielo apre
delicatamente dalla parte giusta e aprendolo lentamente.
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Steve ringrazia con un cenno gentile mentre il cameriere
gira i tacchi e torna in cucina sbuffando sconsolato.
Steve impugna comunque con una certa diffidenza il
menù mentre gli occhi diffidenti della piccola platea
composta dagli avventori della trattoria cominciano a
fissarlo; questi sono incuriositi dallo strano colloquio che
Steve ha intrapreso con il cameriere nonché dal suo look
decisamente antidiluviano e decidono all‟unanimità e
senza consultazione di osservare il comportamento di
Steve di lì fino alla fine del loro pasto.
“Allora – disse il cameriere – ha deciso cosa mangiare !?”
“Beh .. non saprei … mi porti tutto!”
Gli avventori rumoreggiano sorpresi e commentano tra
loro a bassa voce.
“Tutto ?!? Bene ! – esclama il cameriere un po‟ a disagio –
da dove cominciamo?? Dall‟inizio ??”
E scappa in cucina senza attendere la risposta. Pochi
minuti di attesa ed ecco arrivare gli antipasti freddi: Steve
li consuma in pochi minuti; seconda portata affettati misti;
tempo impiegato per mangiare 18 secondi netti.
Primo piatto ravioli ricotta e spinaci tempo 32” e 3 decimi.
A questo punto il trippone vede attaccata la sua leadership
e comincia anche lui ad ordinare a più non posso. Per gli
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avventori è la sfida del secolo. I camerieri si avvicendano
a ritmo frenetico. Le portate si moltiplicano.
Dalla cucina spuntano le teste del personale che non
vuole perdersi la grande sfida . Il titolare si frega le mani e
da disposizioni ai camerieri ed ai cuochi manco fosse un
maitre chef al matrimonio imperiale del secolo!
Il cibo è consumato voracemente e rumorosamente tra lo
sguardo compiaciuto di un bambino che subito comincia a
rumoreggiare nel mangiare.
“Che maleducati !” esplode il padre rifilando uno
sganassone al figlio che però continua imperterrito a
rivaleggiare con Steve nel produrre rumore.
Intanto il lardoso, arrivato al dessert (per la cronaca creme
caramel), comincia a dare qualche impercettibile segno di
cedimento. Nel frattempo per Steve è venuto il momento
di liberare l‟aria che ha nello stomaco…. Ecco che si
inarca all‟indietro…. Fa un profondo respiro .. gli avventori
cercano riparo sotto i tavoli… apre la bocca .. resta
immobile per qualche secondo….panico tra i presenti….
Poi nulla! Nessuna emissione! Sollievo generale tra le fila.
Intanto per portare fuori dal locale l‟obeso suo rivale, nel
frattempo stramazzato miseramente al suolo, si deve
ricorrere al carro attrezzi.
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Steve finalmente è soddisfatto ed appagato: almeno sul
piano psico-fisiologico. Ora fa un cenno per indicare il
bagno che sulle prime il cameriere non coglie. Il cameriere
poi raccoglie il senso del cenno e scusandosi indica la
stanza da bagno.
Da fuori si sente una serie di rumori indescrivibili e il
cameriere si mette da fuori la porta appoggiando
l‟orecchio sulla porta per cogliere il significato di quei
rumori. Dopo pochi minuti Steve esce dal bagno con una
faccia visibilmente soddisfatta e chiede di pagare il conto.
Il cameriere gli chiede 194 euro e 75. Steve alla richiesta
di tale ammontare di Euro fa una faccia stralunata; resta in
attesa pensieroso per alcuni minuti e poi esclama deciso:
“Ehhhhhhhhhhh!?!??!”
Il cameriere intuisce e lo porta dal titolare. Questo senza
dire nulla gli porge il grembiule e lo porta in cucina.
Incredulità e delusione del pubblico presente. Nessuno
immaginava una fine così meschina. Nasce una colletta
spontanea tra i tavoli per raccogliere la cifra necessaria. Si
arriva a 130 Euro ma i rappresentanti degli avventori
riescono comunque, dopo estenuante trattativa, a far
chiudere la vertenza tra il titolare della trattoria e Steve; in
sostanza Steve è di nuovo un uomo libero. I colleghi di
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sbafata vanno in cucina a prelevarlo. Entrando in cucina
vedono che Steve, nel tentativo maldestro di ripulire le
pentole, ha riempito la cucina con la schiuma del detersivo
ed è intento, peraltro invano, a ripulire l‟ambiente
aiutandosi con la doccia del rubinetto. A quel punto il
titolare lo prende e lo sbatte fuori dal locale a pedate.
“E vedi di non farti rivedere mai più intesi ?!”
Steve non riesce a capacitarsi di cosa fosse accaduto
poco prima per aver indotto il titolare a cambiare isesa e a
lasciarlo uscire liberamente. Così lo ringrazia così
profondamente e vistosamente da somigliare un arabo in
preghiera; in cambio ottiene come risposta un espressione
colorita di vostra scelta iniziante con “Vaf” , terminante in
“ulo” e contenente “fanc”!
Il
problema
dello
stomaco
comunque
è
momentaneamente risolto, quindi Steve appoggia le sue
stanche membra sulla panchina e comincia a dormire
profondamente
6. Capitolo
La mattina dopo i problemi ricominciano ma perlomeno
stavolta si può ragionare a stomaco pieno. La prima cosa
da fare è senza dubbio quella di cercare un qualche lavoro
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che gli permetta di poter mangiare qualcosa con una certa
continuità. Ma che fare?? E dove andare ?! e chi
consultare !??! BOH!
Avvolto da questi pensieri Steve viene risucchiato in una
manifestazione politico-sindacale-rivoluzionaria che sta
transitando proprio in quel momento lungo la via centrale
della città. L‟obiettivo dichiarato della rivolta è la
rivendicazione del diritto al lavoro. Steve incuriosito si
accosta al flusso corteale e cerca di carpire qualche dritta
buttando qua e la qualche parola. Mentre è intento a
raccogliere qualche informazione qua e la su come
ottenere un lavoro, nota con piacere che Franchino lo sta
a sentire ed è più paziente delle altre persone che aveva
cercato di interrogare.
Franchino
era
un
ometto
di
centoottantasettechilietrecentoquarantagrammi,
alto
pressappoco cm 203,4334 che ama vestire sempre con
una maglia rossa, di lana o di cotone a seconda della
stagione, e con una salopette di jeans. Franchino è il
classico bravo ragazzone ultratrentenne comunistone
vecchio stampo con in camera il busto di Vladimir Il'ič
Ul'janov (in arte Lenin) e bandiere rosse ovunque. Ha un
passato da bimbo timido ed era oggetto di scherno
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costante per amici e compagni di scuola. La sua mole, il
suo fare goffo e l‟occhiale spesso sin dalla tenera età non
lo ha mai aiutato nelle relazioni sociali. Forse per questo
motivo è sempre stato molto paziente con tutti e non rifiuta
mai di scambiare una parola con chicchessia. E‟ vero
anche che il suo segno zodiacale (Gemelli), molto
propenso alla comunicazione,
gli ha permesso di
sviluppare nel tempo una capacità dialettica davvero rara.
Subito Steve si accorge della sua loquacità infatti tra uno
slogan ed un altro Steve inserisce qualche domandina.
“Ver-go-gna, ver-go-gna – slogheggia Franchino –ver-gogna e tu che fai Steve ? sei un neosottoproletario di
stampo suburbano o sei un interinale malintegrato e
sfruttato dal sistema capital-consumista ? Ver-go-gna!”
“Veramente non saprei ?”
“Ah sei un disadattato metropolitano lobotomizzato dai
modelli imposti dai media!”
“beh si …. Qualche volta! Però vorrei lavorare!”
“Certo ma se aspetti l‟ufficio cerca lavoro…. - La-vo-ra-re
me-no la-vo-ra-re tut-ti!!…!
Ufficio cercalavoro ecco qualcosa che Steve non conosce;
prontamente replica :
“Ma che cos‟è l‟ufficiocercalavoro ?”
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Sguardo impietrito di Franchino e silenzio attonito e
riflessivo. Segue analisi visiva ed introspettiva del
soggetto da capo a piedi: sollevamento delle sopracciglia,
respiro profondo, esclamazione
“Poffarbacco!” poi prosegue “Vabbè dai vieni qua che ti
spiego.”
Invita Steve ad accomodarsi sul gradino del marciapiede;
a seguire un discorso lungo e complicato che assomiglia
forse di più ad un monologo di matrice politico-elettoralpopulista che ad un chiarimento procedurale per trovare
lavoro. Franchino tenta di istruire Steve su quelli che sono
i fondamenti dello stato sociale rimasto in Italia; tenta di
inculcargli concetti come ammortizzatori sociali, economia
pubblica e simili. Concetti con cui Steve tenta di
familiarizzare ma con risultati molto scadenti; l‟ignoranza
sull‟argomento suscita in Franchino da un lato un
vivissimo stupore dall‟altro uno stimolo irrefrenabile ed
incontenibile a sfoggiare ogni informazione su ogni
argomento di rilevanza sociale massimizzando così il
tempo di discussione che da sempre è comunque
l‟obiettivo principale di Franchino!
Nel frattempo tutti i componenti la manifestazione
antituttoetutti
lasciano la piazza e lasciano anche
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Franchino e Steve da soli ad affrontare le tenebre.
Franchino, opportunamente stimolato da Steve parla
ormai
da
quasi
nove
ore,
quarantesette
minuti,
trentaquattro secondi e novantaquattro centesimi quando
ad un certo punto alle ore zero e cinquantasei si accorge
di essere l‟unico superstite del corteo della mattinata. In
quel lasso di tempo Franchino era riuscito a trasferire a
Steve solo le informazioni minime ed essenziali come:
devi avere un nome ed un cognome e null‟altro degno di
essere menzionato. Steve è ormai rimasto in uno stato
precomatoso con gli occhi fissi proprio nel mezzo degli
occhi di Franchino e le membra completamente irrigidite.
Franchino esordisce con un “Toh guarda è già domani” e
si alza da terra facendo qualche passo. Steve resta nel
suo stato similvegetativo per qualche secondo finchè
Franchino torna indietro e gli passa la mani davanti alla
faccia. A quel punto Steve comincia a fissare la mano
mentre si muove e le funzioni vitali riprendono a poco a
poco. In pochi minuti Steve riesce ad lasciare lo stato di
catalessi e segue Franchino.
“Allora hai capito tutto ? Ti faccio un piccolo promemoria?
OK te lo preparo e ti lascio pure qualche piccolo consiglio
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per riuscire a serpeggiarti tra la burocrazia e il parco
umano che incontrerai. OK???”
Steve risponde affermativamente con un automatismo
dovuto alla più alla semipnosi in cui è ancora avvolto
piuttosto che ad una effettiva comprensione dei concetti
esternati da Franchino! Franchino lo osserva da sotto gli
occhiali, si ferma e prende un blocchetto e una matita.
Comincia a scrivere commentando tra parentesi tonde.

Vai all‟ufficio cercalavoro

Li se non hai un documento ti mandano via
quindi se non lo hai devi andare all‟ufficio
anagrafe.

Lì ti fai un‟autocertificazione con Nome
(Stefano) Cognome e luogo di nascita (dai
un nome e cognome italiano);

vai alle anagrafe e ti fai fare la carta
d‟identità (meglio se dici che ti hanno rubato
tutto);

vai all‟ufficio cerca lavoro e prendi il primo
lavoro che ti capita;

quando troverai lavoro me lo dirai;

In bocca al lupo.
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P.S. in caso di difficoltà apri il foglio dei consigli.
“A proposito hai trovato una sistemazione per la notte ??!”
Steve annuisce per non dare ancora dei problemi a
Franchino. L‟ovaloide sorpreso gli chiede “Ah si e dove ?”.
Steve indica con il dito verso il parco da qualche parte.
Franchino guarda verso il parco con fare smarrito, poi
sorride ed esclama “Per stanotte dormirai da me! ”
Franchino abitava in un monolocale in una zona periferica
della periferia di un comune che, anch‟esso, era in
periferia di una zona più centrale della città. Franchino
abitava da solo in un monolocale di 12,345 MQ ma ben
organizzati. Dopo brevi convenevoli ed un paio di birre
decidono di dormire. Le due birrette sono però fatalia
Steve che passa da una loquacità inusuale ad uno stato di
letargia in tre secondi e due decimi. Franchino gli cede il
suo letto e si accomoda nella stanza degli ospiti. Alla
domanda di Steve su dove sia la stanza degli ospiti
Franchino non risponde ma dopo pochi minuti gli chiede
se, cortesemente, può non recarsi al cesso durante la
notte!
7. Capitolo
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La mattina dopo Steve si sveglia sul letto da solo e
smarrito. Si guarda un po‟ a destra ed un po‟ a sinistra
senza ricordarsi molto di quanto accaduto poche ore fa In
effetti il giorno prima Steve ha avuto una giornata
decisamente molto spiritosa e ora deve smaltire in fretta
gli spiriti. Il dormiveglia del mattino lo costringe a
riprendere tutti i ragionamenti da capo. Si alza e trova un
bigliettino di Franchino „ Ciao ti ho preparato il caffè è solo
da accendere, io ho dovuto scappare al sindacato. Ah
ricordati di fare colazione con il caffè ed i cereali nello
yoghurt che sono buoni e che fanno bene ma non senza
dimenticare il succo di frutta perché la frutta al
mattino……‟ ; anche in forma scritta Franchino era sempre
molto analitico! Steve accoglie di buon grado il consiglio e
comincia a mangiare. Mentre mangia però comincia a farsi
delle domande: Dove sono finito ? come ci sono finito ?
Poi rapidamente ricorda tutto: il frigo, il ristorante,
Franchino e poi…. LA LISTA!
Ecco ora ricorda perfettamente! nella lista ci sono tutte le
cose da fare per trovare un lavoro e cominciare a
mangiare tutti i giorni. Steve si perquisisce velocemente e
rapidamente da capo a piedi e ad un tratto sfilandosi il
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calzino…esclama „Eccola!‟ ! Steve apre freneticamente la
maleodorante lista ed esce di casa di corsa.
Poi si calma un attimo e prima di uscire apre la porta!
“Allora punto uno cercare l‟ufficio cerca lavoro ma io non
avendo la carta d‟identità vado all‟ufficio anagrafe. Si, si
via veloce verso l‟ufficio anagrafe!!”
Steve ora è parecchio nervoso e molto su di giri , non
aveva mai avuto un documento in vita sua e non sa come
fare per ottenerlo. Steve parte per chiedere informazioni ai
passanti per trovare questo ufficio. Ferma una persona e
gli chiede gentilmente “Mi scusai sa per caso….”; il
passante però non alza nemmeno lo sguardo e tira diritto
fingendo di non averlo nemmeno visto. Steve resta
sbigottito!.Riprova con un altro passante: “Scusa signora
sa mica dov‟è l‟ufficio anagrafe?” la signora si ferma, lo
guarda un attimo in faccia e poi riprende il cammino. Dopo
pochi passi Steve percepisce distintamente la parola
“Drogato!”. Steve però non intende darsi per vinto! Riprova
a più riprese ottenendo poche indicazioni ma numerosi:
sguardi pietosi, sguardi inferociti, monetine, insulti, invito a
trovarsi un lavoro nonché numerosi solleciti ad andare a
fare in culo! Nonostante tutto però Steve riesce finalmente
a trovare l‟ufficio anagrafe; senza esitare entra e si
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catapulta verso lo sportello rilascio documenti di identità.
Dopo una breve coda giunge subito il suo turno. Apre la
busta dei consigli, che alla prima voce riporta: „Di che ti
hanno rubato i documenti e che hai bisogno di una carta di
identità‟ ed inizia il colloquio con fare deciso:
“Scusi me la fa la carta di Identità?”
Il funzionario comunale lo guarda da fuori gli occhiali da
presbite che si ritrova e con voce rassegnata gli risponde
“Ha sì? e dov‟è la vecchia ?”
Steve consulta la lista e dice “Me l‟hanno rubata!”
“Ah te l‟hanno rubata vero…. E dove ? “ risponde
l‟impiegato !!
Steve apre la tasca e sbircia nel foglietto e replica
prontamente: “Al mercato del giovedì”
“Ah al mercato eh….” gli fa eco l‟impiegato
Silenzio.
“Ma non diciamo puttanate!” esplode l‟impiegato “diciamo
che l‟hai persa dai che è meglio su…buffone!” continua
l‟addetto comunale fissando Steve diritto negli occhi.
Steve resta immobile per un paio di secondi, poi sbircia
nel foglietto dei consigli e trova scritto ‟beh dai digli che
l‟hai persa! Tanto è uguale‟
“OK l‟ho persa”!
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“Ecco vedi – replica prontamente il dipendente – ma che ti
credi che siamo fessi noi ?!? Nome
“Stefano”
“Io lavoro da trentadueannieseimesi e vuoi che non sappia
tutti i trucchetti…Cognome…….”
Così Steve riesce a fare in modo che l‟addetto del comune
gli faccia una carta d‟identità nuova di zecca
“Ok sono 15 euro e ci vediamo tra sette giorni” taglia corto
l‟impiegato.
Steve apre l‟elenco dei consigli e vede scritto: „Digli che
sono 7 euro e che passi tra due ore‟
“Mi ascolti bene – esargera Steve – facciamo che sono 6
euro e che torno tra un‟ora! OK !??”
“Ascolta pivello – scatta l‟addetto posando il suo naso su
quello di Steve – ci vogliono firme, timbri, ecc. quindi
settimana prossima!”
Steve consulta la guida e replica:
“Guardi che io sono il fratello del cognato del cugino di un
amico di…” e gli sussurra un nome nell‟orecchio.
Il funzionario si irrigidisce e poi gli risponde:
“OK va bene.. a tra un‟ora e naturalmente sarò felice di
occuparmi
io
del
dettaglio
economico..
ma,
mi
raccomando ,mi saluti personalmente sua Eccellenza…”
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“Grazie funzionario ! non mancherò addetto.. a tra poco!”
Steve ritorna preciso due ore dopo e con il documento in
mano, gongolante, passa in rassegna la truppa dei
presenti; nell‟esaltazione del momento però non si
accorge ahimè che l‟uomo delle pulizie ha appena finito di
lavare la scalinata e precipita vergognosamente rotolando
in modo scomposto giù per la rampa di scale urlando
come se lo stessero scannando vivo!
Nessuno lo guarda. Qualcuno finge di aiutarlo ad alzarsi
quando già è in piedi!
Comunque la prossima tappa è ufficio che trovaillavoro
Steve gira per la città deserta; ogni tanto trova qualche
passante e cerca di spiegargli che cerca l‟ufficio
cercalavoro. “Scusi mi ha detto Franchino che c‟è un
posto dove trovano il lavoro lei lo sa dove è ?
Le risposte, quando ci sono, sono tra le più varie: dai –
“Non so, non saperei” – ai – “Eh ?!” – fino agli accademici
– “Ma va a rompere i coglioni da un‟altra parte!” -.
Finalmente trova all‟interno di un esercizio commerciale
una persona che riesce a capirlo e gli indica cortesemente
la strada con una piantina.
Eccolo giunto davanti all‟ ufficiocercalavoro. Dal di fuori
Steve è un po‟ impaurito. C‟‟è un sacco di gente poco
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raccomandabile parcheggiata all‟esterno che discute
animatamente.
La fila di fuori cmq è molto lunga e Steve tenta di
intrattenere una discussione ma si accorge di essere a
corto di argomenti.. parlano di calcio ma Steve non ricorda
questo tipo di sport; poi di politica parlando del mortadella
o del cavaliere. Immaginando che il cavaliere fosse un
eroe del west e che il mortadella sia solo un salume Steve
si inseriva nei discorsi aggiungendo le sue opinioni che i
presenti scambiavano – testualmente – per una “sagace e
sottile satira politica” intuendo, o forse fingendo di intuire,
dietrologie e riferimenti a episodi e/o fatti relativi ai due
personaggi; a titolo esemplificativo:
„La Mortadella è buona ma ha sempre il pepe‟
„Il Cavaliere ci vuole ma anche il cavallo è importante‟
„La mortadella è buona ma tagliata sottile‟
O infine : „Il Cavaliere cavalca solo se ha una buona
armatura‟
Ogni commento di Steve suscita sempre un vivo
interesse; alcuni ridono pensando ad una battuta di spirito,
altri restano pensierosi, altri ancora si consultano
cercando l‟un l‟altro delle conferme sull‟episodio a cui fa
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riferimento, nessuno dice però apertamente di non aver
capito un cazzo!
Di fila in fila le ore passano, gli argomenti si sprecano e
Steve comincia ad essere stufo di restare lì. Così Steve
apre la busta che gli ha dato Franchino in cerca di un
qualche consiglio da applicare. Trova uno scritto molto
interessante
e
decisamente
confacente
alla
sua
situazione.
„Non ti preoccupare di loro, sono delle brave persone che
cercano un lavoro quindi mettiti in fila e leggi i trucchetti
per superarne qualcuno!”
Trucco n° 1:Pesta il callo a quello davanti a te e chiedendo
scusa ripetutamente spostalo indietro. Fai in modo di
essere sinceramente dispiaciuto così si dimenticherà che
era prima di te e ti lascerà il posto.‟. Il trucco non è certo
dei più geniali ma se applicato con estrema abnegazione
potrebbe forse dare qualche soddisfazione. Davanti a sé
ha il classico blocco di manzo alto due metri, un metro e
ottanta di spalle, massa totale centosettantasei libbre di
soli muscoli! Steve comincia a pestargli il piede cercando
essere discreto e non di calcare troppo ….. il piede!:
effetto nullo! Allora pensa bene di pestare il pollicione con
tutte le sue forze ma l‟effetto e essenzialmente indegno di
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ogni menzione. A quel punto pensa bene di saltare a piè
pari sul piedone ma ancora nessun effetto sul manzone!
Allora continua a saltare a piè pari ripetutamente come un
ossesso per quasi un minuto di fila e… ancora niente.
Steve a quel punto riprova a saltare fino allo sfinimento
ma senza ottenere nemmeno una benché minima
reazione da parte del bovino. Dopo l‟ennesimo tentativo il
manzone finalmente si gira e con voce da cavernicolo gli
dice:
“Eh finiscila di pestarmi il piede che tanto ho la punta di
metallo … e poi „sto trucco di pestare il piede per saltare la
fila è vecchio; pivello!!”
Silenzio in sala e sguardi di disapprovazione generale
all‟indirizzo di Steve. Imbarazzo totale e viso paonazzo.
Nonostante la figuraccia Steve è determinato nei suoi
intenti; allora apre la busta dei consigli e legge il secondo
trucchetto: quello della banconota!
„Trucco n° 2:Estrai la banconota da 500 euro e dì che ti
sembrano false e chiedi se per caso quello davanti a te
riesce a vedere la filigrana. Ti metti la banconota davanti
alla fronte e con la scusa di cercare la luce ti giri e lo giri.
A quel punto e gli passi davanti e ricominci con quello
davanti a te!.‟
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MMhh questo sembra decisamente migliore; e poi chi tra
quei pezzentoni aveva mai visto una banconota da 500
euro?. Quindi via si va in scena!
“Scusi signor bovino la vede questa banconota beh non
vorrei fosse falsa per cui se magari ci da un occhio..”
Il manzo abbocca subito e da esperto falsario quale si
crede cade completamente nel trabocchetto di Steve.
“Fai vedere qui un po‟”
“Vede ecco .. no aspetti che forse da qui la luce è migliore
e …”
Rotazione su piede perno, taglia fuori e tac Steve riesce a
passargli davanti. E fuori uno!
“Beh Grazie magari chiedo anche a questo davanti…Scusi
ho trovato questa banconota e sa.. non vorrei fosse falsa
per cui….”
“E‟ falsa!” risponde la persona davanti a lui dando solo un
brevissimo sguardo alla banconota senza spostarsi di un
millimetro.
Steve resta sbigottito.
“No vede dicevo se mi da un‟occhiata che non vorrei
che…”
“E‟ falsa ti ho detto!”
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“Beh ma come fa a dire … venga qui guardi bene, aspetti
che mi giro con la luce”
L‟uomo non si fa spostare di un millimetro e risponde:
“Se è falsa è falsa no ?! e falla finita!”
“Si – insiste Steve –ma magari quello davanti …”
“Basta! Non insistere è falsa ti dico e smettila!!”
Colpito dall‟estrema sicurezza con cui il tipo ha decretato
la falsità della banconota Steve si mette ad osservare
anche lui ed effettivamente non riesce a trovare la
filigrana. Di corsa va aprire le istruzioni, gira pagina e
trova scritto: „Beh ?! e che vuoi !? e che ti do una
banconota da 500 euro vera ??!‟
Segue sentimento composto di delusione e sfiducia
nell‟umanità per la durata di diciotto minuti scarsi.
Dopodichè
Steve
reagisce
veementemente
e
più
determinato che mai legge gli altri consigli per superare la
fila. „Trucco n° 3: abbraccia l‟uomo davanti e con una
presa di lotta greco-romana fallo girare scaraventalo fuori
dal rettangolo ovvero fuori dall‟ufficio‟. Steve alza lo
sguardo e davanti a lui c‟è il manzone che nel frattempo si
è ripreso il suo posto. Decide di passare direttamente al
prossimo consiglio senza nemmeno provarci.
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„Trucco n° 4:Se sei ancora in fila allora bisogna passare
alle maniere forti. Prendi il lacrimogeno e avvisa che hai
una bomba a mano e lanciala dopo che il panico si è
diffuso e la folla comincia a scappare. A quel punto prendi
l‟impiegato in ostaggio e intimagli di darti un lavoro, niente
mass media eh ! E‟ tutto ci vediamo dopo!‟
Steve estrae il lacrimogeno-bomba-a-mano e grida “Ho
una bomba a mano fuori tutti!!” Nessuno si muove,
qualcuno lo guarda con tenerezza. “…allora lancio
??!??!?” tutti riprendono a chiacchierare e tolgono lo
sguardo da Steve. “Butto ehhh!” Nessuna reazione.
Steve allora lancia il lacrimogeno. Il fumogeno fa una
breve parabola e cade in terra. La persona più vicina,
sbuffando prende in mano la presunta bomba, va verso la
finestra e lo getta fuori richiudendo in fretta la finestra
Coloro i quali si trovano vicino ad una finestra, quasi fosse
scattato un ordine preciso, aprono le vetrate per
ricambiare l‟aria per alcuni minuti.
Rimettendosi in fila l‟eroe che ha espulso la bomba a
mano gli intima “Ma falla finita con „sti trucchetti!” e
all‟unanimità
viene
deciso
con
sentenza
passata
immediatamente in giudicato, di retrocederlo all‟ultimo
posto della fila.
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Steve apre le istruzioni ma quello precedente era l‟ultimo
trucchetto suggerito da Franchino sull‟argomento fila;
quindi non c‟è più nulla su come arrivare allo sportello!
Steve giace sconsolato fuori dall‟ufficio ma ad un tratto gli
viene un‟idea geniale: chieder loro ad uno ad uno se per
piacere poteva passagli davanti. E così comincia dal
primo.
“Scusi posso passarle davanti per piacere ?!?”
“Ma certo vada pure, tanto io mica cerco un lavoro sono
qua solo per la compagnia. Eh se avevo voglia di lavorare
mica stavo qua…”
“Ah Grazie”
“Ma s‟immagini!”
E così con il secondo e poi il terzo ed il quarto e in pochi
minuti riesce ad arrivare fino davanti allo sportello.
A quel punto l‟impiegato gli chiede “Vuoi lavorare ?”
“Beh si se c‟è qualcosa …”
“OK passa la prossima settimana che ti do la lettera con
l‟incarico. Ora scusami ma sono stufo ed è ora di
chiudere! Ciao”
“Di chiudere ? ma se è mezzogiorno e 10”
“Ben sul tuo orologio, sul mio è l‟una e mezza” e dicendo
questo abbassa la tendina di colpo sparendo dalla vista di
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Steve. Inutilmente Steve gli fa osservare che alle otto e
mezzo, orario di apertura, „secondo il suo orologio‟ lui non
era affatto in ufficio o nelle vicinanze! Ma l‟osservazione
non riceve alcuna risposta.
A quel punto deve solo attendere qualche giorno e poi il
lavoro sarebbe saltato fuori. Adesso è il momento di
cercare un posto per dormire. Immediatamente gli torna in
mente la panchina nel parco e, dato che la stagione era
ancora mite, decide di utilizzarla un‟altra volta come
stanza d‟albergo; quindi lì vi ci si dirige e ci si corica.
8. Capitolo
Il giorno dopo al risveglio il mondo gli sembra un po‟
migliore. Si fa forza ed inizia a vagare per la città con il
solenne intento di trovare il bandolo dell‟ingarbugliatissima
matassa
cui
si
trova
tra
i
piedi.
Luci
al
neon
completamente diverse da come se le ricordava, traffico
intenso, macchine disegnate con uno stile completamente
nuovo, gente che parla in modo incomprensibile, donne
che girano per strada praticamente nude e poi .. ma che è
quella cosa? Una scatola dove si vedono le persone
dentro!
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Steve si ferma davanti alla vetrina e resta inebetito e
immobile a vedere tutto ciò che la televisione gli rifila per
almeno un paio d‟ore di fila. Poi rintronato dalle
trasmissioni, dagli spot e dai messaggi diretti ed indiretti
girovaga senza meta per le tre ore successive fino a che,
ad una certa, ma imprecisata ora, riesce miracolosamente
a tornare alla sua dimora (la panchina) dove decide di
soffermarsi per trascorrere un‟altra notte. Poco prima di
addormentarsi ha un barlume di lucidità e si rende conto
che durante la giornata appena trascorsa non aveva fatto
alcun tipo di progresso; ma in compenso l‟appetito si sta
facendo risentire! Ma l‟intontimento televisivo ha la meglio
e passa in pochi secondi allo stato ronfante. Il giorno dopo
è di nuovo mattina, la luce invade il parco, gli animali si
risvegliano gli uccellini cinguettano e i cani orinano sulle
panchine! Il risveglio è stato traumatico infatti già di primo
mattino Steve deve legittimare il possesso della sua
abitazione non pagando le bollette come tutti noi, ma
affrontando un pitbull che vuole marcare il suo territorio
pisciandoci sopra; eccolo intento a rotolare in giro per il
parco con il pitbull attaccato al braccio in un corpo a corpo
all‟ultimo morso… dopo diversi minuti di lotta ed una
nuotata nella fontana pubblica finalmente riesce ad aver
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ragione della belva e a legargli il guinzaglio al collo e a
fissare il guinzaglio stesso ad un lampione della luce. La
ginnastica del risveglio sembra terminata quand‟ecco che
si vede rifilare una borsettata non regolamentare sotto la
cintura! “Cattivo lascia stare il mio botolino! Lui non vuole
giocare con te bruto” e via con un‟altra borsettata in testa;
la signorina in questione è l‟ultra centovenetnnale
proprietaria turbata dalla violenza con cui Steve, a suo
dire, importuna il suo piccolo cagnolino. Dopo aver
ricevuto delle sommarie ma sufficienti cure da parte di un
farmacista impietosito dalla scena, Steve raggiunge
l‟ufficio cerca lavoro. Dopo poco l‟incaricato gli rilascia la
lettera d‟incarico per il lavoro. La folla innesca uno
spontaneo e lunghissimo applauso. A Steve gli viene
assegnato un grosso incarico: fare il cameriere in un
grande albergo. Steve incredulo apre la busta per
rileggere la lettera. Alle sue spalle si forma un piccolo
assembramento di disoccupati; Steve scocciato chiude di
colpo il foglio. Dietro a lui le persone fanno finta chi di
guardare il soffitto chi di parlottare, chi di leggere il
giornale, chi sfacciato invece esclama “Ma sa che è
proprio una bella lettera?!”
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Steve è al settimo cielo ora ha un lavoro! Reazioni in
ordine cronologico:
Spalancamento delle pupille, apertura labbiale da lobo a
lobo, braccia al cielo (lettera in terra), urlo di gioia, scatto
da centometrista verso l‟esterno, scivolata in ginocchio a
testa bassa stile calciatore in rete, contatto di testa con
palo dell‟illuminazione…… perdita di sensi!
Un ragazzino con palla sotto braccio con bocca piena di
gelato esclama “Forte mai vista questa !”
I barellieri che scendono dall‟ambulanza che qualcuno si è
premurato di chiamare, si accertano immediatamente e
professionalmente dello stato di salute del malcapitato; il
verdetto è unanime: ricovero a scopo cautelativo.
Quando si viene ricoverati in ospedale di solito si è assaliti
da sintomi depressivi e disinteresse generale per ciò che
ci circonda, per il futuro ecc.ecc; solitamente si cerca di
farsi forza per quando si uscirà dall‟ospedale; ci si
ripromette poi di fare un sacco di cose di cui quando si
esce non è umanamente possibile ricordarsene nemmeno
una.
Per Steve invece le cose erano un po‟ diverse. Provate a
pensare a tutte le macchinette, bottoncini, tastini, lucette e
bip-bip con cui entra in contatto; sembra un bimbo al luna
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park; poi alle infermiere ne aveva combinate di ogni
colore. Dopo 24 ore di controlli seguono le dimissioni con
formula piena.
Poteva finalmente cominciare il suo nuovo lavoro. Appena
uscito dall‟ospedale gli inservienti gli offrirono un bel cono
da settantaseieuroecinquanta dal raggio massimo di 15
cm per un‟altezza di 50 cm ed un volume secondo la
formula
Pari a circa 11781 cm3 .
Steve si gusta il gelatino passeggiando disinvolto
guardando il parco, quando ad un tratto si apre una porta
che per pochissimo non gli capita in faccia; fiuuuu: sfiorato
per un solo millimetro. L‟addetto guarda fuori e non vede
nessuno. Scampato il pericolo Steve supera la porta
proprio mentre l‟addetto scarica il secchio di acqua sporca
direttamente in faccia a Steve.
Steve resta immobile nella pozzanghera e quasi annega
nell‟acqua e nel liquame del gelato.
Steve è abbattuto cerca tra quella folla noncurante se
qualcuno avesse visto qualche cosa per condividere il
momento tragico. Nessuno! tutti chini e concentrati sulla
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propria vita senza guardare nemmeno con la coda
dell‟occhio quel che capita intorno a loro. Steve allora
reagisce batte violentemente i pugni contro la porta. Dopo
qualche secondo si apre. Steve alza il dito in segno come
reazione civile, non violenta ma decisa; la porta non fa
nemmeno in tempo ad aprirsi completamente che un getto
d‟acqua lo investe nuovamente; pochi istanti dopo la porta
si richiude subitaneamente.
Possibile che nessuno abbia visto ?!?
In effetti un bimbo piccolino lo ha visto. Eccolo la che
indica Steve alla madre che lo tira per il braccetto. Steve si
avvicina e gli fa un sorriso. Il bimbo ride. Allora Steve
comincia a fargli qualche boccaccia mentre il bimbo
scatena le sue risate. La madre intanto lascia fare. Poi
Steve fa l‟imitazione di un noto politico italiano a vostro
piacere ed il bimbo trasforma in pochi istanti le sue risate
dirompenti in un pianto inconsolabile ed inarrestabile. I
presenti che hanno assistito all‟imitazione gli si avvicinano
circondandolo e minacciandolo. “Ma non ti vergoni a fargli
quell‟imitazione orribile” un altro rincara “ Ma perché lo hai
terrorizzato!!! Vergogna” “così piccolo e già gli fa vedere lo
schifo della politica! Senza cuore”
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Steve per puro caso riesce a divincolarsi e a scappare
dalla quella folla inferocita ormai pronta al linciaggio. E ha
ancora saldamente in mano la carta d‟incarico. Senza
indugiare ulteriormente corre verso l‟Imperial Hotel il luogo
dell‟ambito lavoro.
Appena entrato nella hall Steve resta stupito dal lusso e
dalla grandezza della sala. Gli si avvicina una statua con
dei bicchieri sul vassoio Steve ringrazia e ne prende una
dozzina per mano tracannandoli voracemente. Poi il
pinguino lo segue indispettito per recuperare i bicchieri
vuoti che Steve lascia nei posti più impensati. Raggiunge il
bancone dove gli viene presentato il direttore dell‟albergo.
“Buon giorno - esordisce – io sarei…”
“Lo so io chi è lei – interrompe il direttore – lei è un morto
di fame scansafatiche e rompitasche che mi obbligano ad
assumere ogni tanto se no poi faccio la figura dello
sfruttatore
capitalista
e
liberista
affamatoredipopolocarognastrozzinomascalzonefarabbutt
o !”
Steve resta sorpreso ed ammutolito.
“Comunque patti chiari caro mio – prosegue il direttore – si
pappi pure lo stipendio ma come dice il mio caro nonno
„Alla prima he tu ffai, te ti pigli e te ne vai‟”
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“Chiarissimo – replica Steve in evidente stato emozionale–
tutto molto chiarissimo, persino trasparente”
“Ma che sta dicendo ?!”
“Beh io farò quello che dice eminenza!”
“Non sono eminenza!”
“Sire !”
“Macchè Sire !”
“Papà”
“Ma la finisca ???”
“Zio”
“Ma che Zio”
“Parente ?”
“Ma insomma basta! La finisca !! Io per lei sono il Signor
Direttore! E basta!”
“Bene Eminenza Signor Direttore farò quello che vorrà;
almeno fin quando mi farà ingerire cibo a sbafo!”
“Va bene, va bene ora vada!”
Steve si allontana passando per la cucina e sgraffignando
qualche frutto qua e la ed ingollando il contenuto di ogni
bottiglia che gli capita a tiro mentre gli addetti alla cucina
tentano invano di strappargli di mano ogni cosa che
raccatta. Uscendo però si deve appoggiare sul muretto
perchè la sbronza di aperitivi prende rapidamente il
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sopravvento
e
subitaneamente
finisce
con
l‟avvinazzato
l‟addormentare
Steve.
quasi
Raggiunge
solamente in tarda serata, portato a spalla da alcuni
collaboratori grazie all‟interessamento di Manfredo, il suo
ripostiglio nel piano semifreddo e seminterrato.
Il giorno dopo alle sei precise Manfredo si presenta
davanti alla camera di Steve e gli intima la sveglia.
Manfredo era un omone grosso con le manone grandi. Per
farsi ubbidire gli piaceva far vedere i salami che si ritrova
al posto delle dita e profferire sempre la solita frase: „La
vedi questa mano, se mi fai arrabbiare te la appiccico sulla
faccia‟. A dire la verità faceva quasi sempre effetto perché
Manfredo posando le mani vicino al naso del malcapitato
di turno induceva il malcapitato stesso a vedere le dita
ancora più grandi di quelle che erano in realtà. Era però
un personaggio venuto dal basso, un po‟ obeso, dal fare
un po‟ spiccio e praticone ed indurito dalle severe prove a
cui la vita lo aveva chiamato; sotto la scorza indurita però
aveva un cuore grande.
“Dai muoviti Sctefeno!” - assodato che chiamarlo Steve gli
risultava impraticabile. “Alzati pelandrone!!
“Un momento” – bofonchia Steve mentre cerca di
raccogliere le sue cose.
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“Ascolta come ti chiami tu ?!” rivolgendosi con un cenno
della mano verso Manfredo ancora coricato a letto.
“Io mi chiamo Manfredo e sono il responsabile del
personale dell‟albergo” disse Manfredo assestandosi
giacca e cravatta per darsi un tono.
“Albergo ?!? ma allora NON era un sogno!! Sono stato
veramente assunto!!! EVVIVA !! dove si va a fare
colazione ?!?”
Steve salta fuori dal letto ed in pochi
decimi di centesimo è già vestito.
“Ma cosa ti sei messo!?!” – esclama Manfredo corrugando
le ciglia.
“Perché che mi sono messo ?? “ ribadisce Steve.
“Andiamo, lascia quegli stracci e seguimi…” sospira
rassegnato Manfredo volgendo gli occhi verso il cielo.
“OK ma la colazione c‟è ?!?”
“Si,si
certo che c‟è, ora ti porto gli abiti che dovrai
indossare quando lavori qui.!”
“Ah devo lavorare qui ?!? e che devo fare ?!?
“Seguimi che te lo spiego strada facendo”
9. Capitolo
Così Steve ha trovato un‟occupazione stabile ed una
persona amica che lo avrebbe aiutato a ritrovare la forma
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psicofisica migliore. Infatti non dimentichiamo che Steve
ha attraversato un manipolo di decenni senza accusare
gravi problemi fisici. Non si può dire però che anche a
livello psicologico le cose sia parimenti ottimali. Ora però
ha l‟occasione di ricostruire daccapo la sua vita.
“Sctefolo vieni qui a spolverare!” oppure “Sctefeno vieni a
raccogliereeee!.”
E Steve senza rispondere in alcun modo si librava in
equilibrio sui lucidissimi pavimenti dell‟albergo volando da
un posto all‟altro. Certo non si può dire che gli
inconvenienti non siano mai mancati. Ad esempio come
quella volta che richiamato da Manfredo in tutta fretta se
ne uscì dalla stanza di corsa scivolando sui parchetti
appena lucidati. Purtroppo la forza impostata per scivolare
era decisamente eccessiva e finì con il sorpassare
strisciando da per terra un attonito gruppetto di clienti. Con
fare discreto Steve gli rivolse anche il saluto in tedesco
con
perfetto
accento
berlinese
“GUTEN
MORGEN
DAMEN UND HERREN” prima che un forse troppo
sollecito collega gli aprisse la porta di uscita facendolo
schiantare contro il portellone del camion che si
apprestava a lasciare l‟albergo dopo aver scaricato le
lenzuola pulite.
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Oppure come quell‟altra volta che mentre al bar si
caricava
il
vassoio
con
i
caffè
un
ospite
posò
distrattamente una bottiglia di vetro da litro sopra il
vassoio stesso. La bottiglia posata vigliaccamente sul
bordo del vassoio ebbe l‟effetto di far scattare Steve per
evitare la caduta del vassoio- Con il vassoio in mano
attraversò tutto il salone mettendo a repentaglio gli abiti di
tutti gli ospiti presenti nella hall. Poi si eclissò dietro in
cucina. Tutti attesero lo schianto ed il rumore che avrebbe
confermato la caduta del vassoio e nei secondi successivi
alla sparizione di Steve dalla vista degli ospiti nella hall
tutti volsero lo sguardo verso la porta restando immobili e
attendenti; qualcuno strinse gli occhi ed alcuni si portarono
istintivamente le mani alle orecchie; ma nulla; lo schianto
tra lo sguardo sconsolato un po‟ paterno e rassegnato di
Manfredo non ci fu; quest‟ultimo però non mancò di
tuonare con il suo solito “Sctefono ma che combini !!?”.
O ancora come quando innaffiando le piante della hall si
attorciglio la canna dell‟acqua ai piedi e cadde a faccia in
giù completamente legato e verosimilmente immobile
proprio mentre sua eminenza il cardinale usciva un per
una, peraltro rarissima, passeggiatina nel parco. L‟alto
prelato si consultò silente con i suoi collaboratori con una
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rapida occhiata, questi mimarono con l‟espressione del
volto e la posizione delle mani che non avevano idea del
perché il malcapitato fosse in cotali condizioni. Allora sua
eminenza con l‟espressione di colui che deve sempre
risolvere tutti i problemi da solo gli fece una breve
benedizione poi alzò il piede e scavalcò l‟intrappolato
Steve invitando a gesti i suoi collaboratori a fare lo stesso:
il tutto tra le sghignazzate sommesse di Manfredo che si
godeva la scena da dietro la porta.
Insomma non si può dire che le cose siano sempre
procedute
perfettamente
comunque
il
responsabile
dell‟albergo, grazie anche alle costanti rassicurazione di
Manfredo e ai suoi “Non succederà più…” Steve sta
riuscendo quasi bene a conservare il suo posto di lavoro.
Il tempo trascorre sereno per Steve ma le vecchie
abitudini sono dure a morire. Le donne gli incutono
sempre delle sensazioni molto forti che non riesce sempre
a controllare; anzi non riesce a controllare mai!. Come ad
esempio quella volta che vedendo una bella donna
passeggiare nella hall con fare imperatriciale (si perché
imperiale è maschile!), le si era avvicinato in modo deciso
fissandola imbambolato con lo sguardo fisso ed il fare da
ebete; lei o non lo vide proprio, o fece molto bene finta di
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non vederlo. Dopo diversi minuti in cui lei era fissa e
gelida e lui fisso e fesso, quest‟ultimo decise di mantenere
la rigidità e cominciò a aggirarsi nella hall come un
automa. Tentò poi di giustificare il suo incantamento come
un attacco di paralisi totale temporaneo con repentino
sviluppo in sindrome robotico-stanziale; cercando di
convincere i suoi colleghi di questa improbabile malattia
pur di non ammettere di essere rimasto incantato da una
bella donna ed avere fatto la figura dell‟ebete. Purtroppo i
riferimenti scientifici da lui spesso citati non hanno mai
trovato un riscontro accademico oggettivo.
Da qualche mese i fenomeni di uscita di cranio si stanno
ripetendo sempre più frequentemente; e anche la distanza
minima dell‟elemento scatenante delle crisi, ovvero una
donna carina, stava aumentando sempre di più fino a
superare il chilometro!
A questo problema pero il saggio Manfredo sa di certo
farci fronte. Infatti ogni volta che questi episodi accadono il
vecchio
Manfredo
rivolge
a
Steve
questa
decisa
intimazione “Eh Steve, non lo so mica come va a finire se
continui così eh ….”
Naturalmente questa affermazione di rara saggezza, di
quasi certa origine tibetana, rassicurava di colpo i
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presenti; presenti che peraltro ricevono solitamente ed
osmosicamente una certa dose di saggezze emanata da
Manfredo.
Qualcuno
dei
presenti
solitamente
accompagnava questo fenomeno con uno spontaneo e
irrefrenabile “Ooommmmmmmmmmm….”.
Ma né le prediche di Manfredo e nemmeno i rituali
tibetanoidi certo bastano a calmare i bollenti spiriti di
Steve. Da qualche tempo è ormai incontrollato poiché
incontrollabile. Per esempio la mattina si alza da solo e
vaga
per
l‟albergo
e
cercando
di
intavolare
una
discussione di attualità o di politica con la prima donna
che trova da sola anche momentaneamente e magari
anche male accompagnata. La diffidenza iniziale verso il
collaboratore all‟immagine alberghiera, ovvero sguattero,
è quasi d‟obbligo in un albergo ad 8 stelle 5 pianeti e 9
asteroidi quale è quello in cui lavora Steve/Stefano;
eppure in molti casi la diffidenza iniziale si tramuta in una
tenue disponibilità al dialogo ed in un immediato e quasi
automatico sentimento di tenerezza. Questo anche perché
Stefano ha sempre nel portafoglio delle facezie da estrarre
all‟occorrenza; decine di argomenti di attualità o spunti
curiosi letti dai giornali che riesce a sbirciare nella hall
mentre lavora, oppure carpiti alla radio che ascolta sia
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durante il tempo libero che durante il lavoro. Ha quindi
sempre almeno una decina di fatti, curiosi o incredibili o
divertenti o tutte le possibili combinazioni dei tre aggettivi
citati poco fa, che attirano l‟attenzione e suscitano
interesse
o
ilarità.
Spesso
però
spunta
un
accompagnatore che rovina la discussione trasformandolo
in un essere impacciato, insicuro e balbettante. Spesso
accade anche che l‟accompagnatore lo deride e qualche
volta gli lascia una mancia per sottolineare la superiorità
sociale di cui gode. Steve però non si offende mai ed
accetta di buon grado la mancia. Manfredo sostiene che lo
fa per non offendere o per non creare un caso con il
cliente ma forse li accetta semplicemente perché nel suo
stato un po‟ di danaro fa sempre comodo!
Questa abitudine all‟abbordaggio da parte di Steve ormai
si ripete da diversi mesi ed è una cosa che in albergo non
sorprende più nessuno. E ad essere sincero Steve ha
oramai acquisito una tecnica abbastanza sofisticata ed i
risultati non si fanno certo attendere. Steve riesce ad
ottenere spesso dei numeri di telefono ma non solo: anche
numeri di camera, numeri del lotto e persino numeri di
piede!
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Un giorno qualunque arriva in albergo una giornalista dal
nome Gloria. Gloria è una bellissima ragazza che lavora
come free-lance per un piccolo giornale del capoluogo
della
sua
provincia;
ha
avuto
l‟autorizzazione
a
soggiornare in albergo per intervistare una specie di divo
straniero di fiction-soup-soap che „fonti bene informate‟
danno per imminente proprio in quell‟albergo.
Steve la intercetta mentre da sola cerca di entrare nella
stanza d‟albergo con i bagagli in mano in evidente
difficoltà ad aprirsi la porta. Stefano non può fare altro che
restare folgorato. Le si avvicina con fare deciso con
l‟intento di raccontarle un qualche episodio carino, curioso
o perlomeno degno di essere ascoltato; purtroppo però la
mente non riesce a funzionare nemmeno al 2%. Buio
totale; nessuna possibilità di iniziare un discorso. Così le
si avvicina con fare deciso e resta ad un metro di distanza
fermo immobile a guardarla senza dire assolutamente
nulla. Gloria, vista la divisa di servizio, si è figurata che
l‟uomo si sia avvicinato a lei per aiutarla ad entrare nella
stanza con i bagagli. Ed è per questo che resta anche lei
immobile ed incredula a guardare questo omino. Restano
in quella posizione per diversi secondi finchè lei sbotta :
“Embè ?!”
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Steve resta immobile come se fosse diventato una statua.
Lei gli passa le mani davanti alla faccia ma Steve non
muove le pupille di un solo centesimo di millimetro. Gloria
quindi gli dice “Beh, grazie tante eh!”e lanciando
un‟occhiataccia di odio verso Steve entra da sola nelle
stanza d‟albergo trascinandosi le valigie con non poca
difficoltà; il tutto davanti all‟ancora immobile Steve che al
massimo della cineticità riesce a deglutire vistosamente e
a sollevare gli occhi al cielo come nello sforzo di ricordare
qualcosa.
“Davvero gentile! Grazie e arrivederci !” dice Gloria
sbattendo la porta della sua camera.
Steve non riesce a riprendersi. Dopo 32 minuti alza il
braccio e sospira un ebetissimo ”Ehhhhh !” in cenno di
saluto per rispondere al saluto di Gloria di mezz‟ora fa..
Steve resta fermo in quella posizione fino al giorno
successivo (totale stasi 12 ore e 34 minuti) ovvero finchè a
notte fonda i colleghi del turno di notte lo portano nella sua
stanza di peso.
10. Capitolo
Tra i colleghi si diffonde velocemente la convinzione che
quell‟episodio rimarrà come un caso singolo ovvero che
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sicuramente non si sarebbe forse più ripetuto; e
comunque anche se si fosse forse ripetuto non sarebbe
certo durato e magari se forse fosse durato di certo non
deve essere grave… e se anche dovesse essere grave
Steve sarebbe certamente guarito …. e se anche non
fosse guarito…. No, no, no un momento; il ragionamento
si fermava alla frase precedente!
Il giorno seguente Steve è insolitamente silenzioso e parla
molto poco e solo se interrogato in modo diretto. “Allora
come và oggi ? “ nessuna risposta .. “Ehi Stefano come va
oggi ?” alza la testa e con fare distratto risponde
psichedelicamente “Bene Grazie” e riprende a lavorare. Lo
stato protorobotico durava ormai da parecchio tempo ma
nessuno ci sta dando tanto peso alla questione dato che
quello è da considerarsi un caso singolo e che se anche
………....: naturalmente questi tutti si stanno sbagliando di
grosso. Steve è sempre più solitario e trova sempre più
difficoltà ad intrattenere soddisfacenti rapporti umani con
qualsiasi essere umano; insomma un po‟ come tutti gli altri
abitanti delle società occidentalizzate!. A domande
semplici ed immediate tipo : “Come va ?!” può rispondere
nei modi più imprevedibili ed impensabili.
“Davvero e come mai ?” oppure “ Beh non c‟è di chè”
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Il malcapitato di turno solitamente resta senza argomenti e
Steve così può sfuggire dalla persona senza dover
discutere alcunchè con alcunchì. Questo atteggiamento
introspettivo alla lunga fa sì che anche Manfredo si
allontani un po‟ da Steve. Ormai non rivolge più parola a
nessuno; sta vivendo una grossa crisi di tipo personale e
sembra che nessuno sia in grado di poterlo aiutare.
Le giornate scorrono tranquille ed i mesi passano veloci.
Di Gloria nessuna traccia in albergo anche perchè non c‟è
nessuna ragione per cui la bella donna debba tornare dato
che non era certo una habitué e nemmeno ha alcun
rapporto con Steve.
I mesi scorrono lentamente ma un bel giorno Steve
dimostra di avere elaborato correttamente e molto
rapidamente la situazione ed esterna il seguente concetto
su cui psicologi di chiara fama e di diverso orientamento
formativo discuteranno a lungo:
“Penso che ora devo andare !”
E profferita la storica frase esce dall‟albergo con la divisa
da albergo e con ancora i guanti ancora indosso.
“Ma dove vai Stefono!!!!” tuona Manfredo senza ottenere
alcuna risposta.
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Steve attraversa la strada e deve imparare a muoversi
come se avesse l‟Hula Hoop alla vita per evitare di essere
centrato da qualche decina di auto che gareggiano,
peraltro legittimamente, sulla strada. Si dirige verso la città
senza una meta precisa o pianificata ma con un obiettivo
chiaro e preciso trovare Gloria.
Intuisce che non è certo facile dato che non conosce
davvero granchè di lei. Conosce solo il suo nome e la sua
professione: giornalista.
Arriva nel centro della piccola città e si guarda intorno.
Sente un forte rumore di fondo, che poi è il traffico, e a
questo rumore ogni tanto percepisce una voce … qualche
voce diventa più forte per qualche istante; una in
particolare è molto forte e molto vivace a dire il vero è
sempre più vivace .. beh ora è un po‟ fastidiosa…
Steve riesce a sospendere lo stato ipnotico in cui si trova
e vede un uomo imbufalito che gli sta gridando nelle
orecchie da qualche minuto…
“Che ha da guardare idiota ! “
Steve fa una faccia stranita e si guarda intorno e vede che
ha il suo gomito appoggiato sulla testa del malcapitato ed
il piede destro sta pestando vigorosamente il piede del
tapino.
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“Allora mi vuole lasciare il piede o no ?!”
Steve alza il braccio e sposta il piede con un saltino
mentre l‟uomo se ne va borbottando e girandosi
ripetutamente.
Ma come può sperare di trovarla non sa nulla di lei e come
può affrontare questo mondo che non capisce ma che sta
facendo ora??? sta correndo presto seguiamolo dove vai
Steve ??? sta correndo a tutta velocità. Ecco ora si sta
fermando davanti ad un edicola. Sta prendendo un po‟ di
giornali, sta uscendo di nuovo di corsa e….no un
momento ..stavolta è inseguito da un “omaccione con due
baffetti da sparviero…” che con fare decisamente
minaccioso sta inseguendo il nostro eroe… che si sta
comportando esattamente come un ladruncolo di borgata.
Ma che fa ora ?!? si è fermato dentro un portone e lo
chiude
velocemente
prima
che
l‟edicolante
possa
raggiungerlo.
“A fio de „na …… ma che …. stai a fa‟??
Steve noncurante delle proteste sfoglia con estrema
calma, puntigliosità e cura ogni pagina di ogni giornale che
è riuscito a sgraffignare stando molto attento a non
danneggiare in alcun modo le pubblicazioni.
Pagina 70 di 125
Il
malcapitato
edicolante
prosegue
determinato
ad
insultarlo fino all‟eternità ma Steve, come estraneo alla
vicenda, prosegue nella sua lettura noncurante ed
imperterrito della tonnellata di insulti che gli piovono
addosso!
Dopo
circa
dueoredodiciminutiquindicisecondietrendaduecentesimi
Steve esce con un‟espressione scoraggiata e come se
nulla fosse restituisce tutte le riviste all‟edicolante, peraltro
niente affatto sgualcite, e se ne va sconsolato esclamando
“Nessun articolo firmato da lei…”. L‟uscita lenta, decisa e
sconsolata di Steve lascia inspiegabilmente senza parole
l‟edicolante che alla vista di una persona abbattuta in quel
modo tramuta in uno schioccare di dita la sua rabbia per
essere truffato, in compassione per un essere umano in
difficoltà emotiva; si offre di offrire un‟offerta in danaro che
Steve in un primo momento rifiuta con aria distante ed
eterea salvo poi cambiare repentinamente idea fare
velocemente
qualche
voracemente
le
passo
monete
indietro
offertegli
ed
dal
intascare
fin
troppo
comprensivo edicolante. L‟edicolante, di cui non ricordo il
nome, e che per questo motivo chiameremo Memento,
oltre ad offrirsi di offrire un offerta, offrì anche una
Pagina 71 di 125
consulenza gratuita, peraltro non richiesta, sulla teoria e
pratica dell‟approccio intersessuale moderno.
Ad onor del vero i suggerimenti impartiti ad uno
studentesco Steve non sono nemmeno farina del suo
sacco ma derivavano da un trattatello semiserio sottratto
ad un suo amico di infanzia ora scrittore part time con
successo peraltro modesto ed alterno.
Il resto del pomeriggio trascorre con Memento; Steve è
assorto nei suoi pensieri mentre quest‟ultimo si sforza di
impartire delle spiegazioni su come approcciare le donne
e su come ottenere un successo immediato e clamoroso.
Steve in realtà finge di ascoltarlo per civile convivenza ma
sta
pensando
a
come
rintracciare
la
sua
amata
giornalista…
Il piano viene definito sin nei minimi dettagli entro la serata
stessa ed è un piano di sicuro successo; peraltro molto
preciso e dettagliato; in sintesi il piano consiste in
”attendere che qualcuno getti un giornale e/o rivista in
terra epoi prendere il giornale e leggerlo voracemente alla
ricerca di quel nome fatidico; con il nome in mano e la
rivista il resto sarebbe stato fin troppo facile!”.
Così la mattina seguente di buon‟ora Steve è determinato
nell‟attuare sistematicamente il piano in tutti i locali
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pubblici. Ecco uno che beve il caffè cerca lo zucchero e
swisss il giornale gli sparisce di sotto l‟ascella, oppure
ecco ora uno che cammina
con un pacco di giornali
sottobraccio, girato l‟angolo si vede lo stesso tale privo del
pacco di giornali che sembra affetto da una strana forma
di paresi alla spalla. Su tutti i giornali su tutte le riviste
cerca il nome di Gloria. La ricerca continua senza tregua
per alcuni giorni ma purtroppo senza esito. In questi giorni
Steve vive un po‟ alla giornata mangiando in qualche bar o
centro commerciale e impiegando tutti i suoi miseri
risparmi per ritrovare Gloria la giornalista. Con ogni
probabilità Gloria malapena si ricorda di quel piccolo
assistente di albergo conosciuto qualche tempo fa e quindi
Steve andrà incontro ad un sicuro insuccesso ma in
questo momento Steve non riesce a ragionare e non c‟è
nessun modo o persona che sia in grado di fargli capire
che forse sta facendo un grosso sbaglio. Per la verità
anche se questa persona fosse stata accanto alui
sicuramente non verrebbe ascoltata in nessun modo dato
che Steve, presa la decisione, non esiste modo di fargli
mutare idea.
11. Capitolo
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Capoluogo di provincia italiano, esterno giorno, piazza
semicentrale periodo tardo estivo pre-autunnale.
Stamattina la sveglia del povero Steve non è proprio di tra
le più felici sta dormendo su di una panchina esposto
all‟umidità matutina settembrina e la giornata si presenta
stranamente umida e nebbiosa anche se non molto fredda
per la verità. Il suo problema di oggi, che peraltro fu anche
il problema di ieri e con ogni probabilità sarà anche il
problema di domani e via, dicendo è Gloria.
Si da un scrollata alla meno peggio ed affronta questa
ulteriore dura giornata di ricerca dell‟anima gemella. Entra
in un bar e chiede un cappuccino ed una brioche.
Ingurgita più o meno civilmente la consumazione ma si
accorge di non avere abbastanza soldi per pagarla. Si
mette le mani in tasca e si fruga un pochino sotto gli occhi
attenti degli altri avventori e dopo qualche minuto esclama
“Ahimè, nulla!” la barista impietosita gli dice “Vabbuò, me li
darai domani!”
Steve ringrazia ma dopo pochi minuti torna sui suoi passi;
rientra con un piede soltanto nel bar e dice alla barista:
“Ma veramente domani non avrò più soldi di oggi”
“E vabbuò allora dopodomani”
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“Ma vede – insiste Steve – dopodomani sarà forse peggio
di oggi…”
“E vabbuò allora quando li avrai me riporterai anch‟etra 5
o 10 anni!”
“Beh grazie per la fiducia...”
Steve si allontana ma poi ritorna velocemente sui suoi
passi
“Scusi se vengo a fare colazione qui anche nei prossimi
giorni e facciamo un conto unico tra 5 o 10 anni vabbuò
uguale ?!”
La barista sgrana gli occhi ma esclama “Eh vuol dire che
intanto li metterò io…. E vabbuò jamme vabbuò uguale!”
Esce dal bar e con la solita disinvoltura sgraffigna un
giornale di sotto al braccio ad un passante per cercare
una firma di Gloria. Il passante arriva fino all‟ufficio con il
braccio in una postura artificiosa come se avesse un
giornale di sotto e solo alle ipotesi catastrofistiche di un
collega allora realizza l‟accaduto ed esclama “Ma quale
paresi idiota ! Mi hanno semplicemente fregato il giornale
!”
Steve intanto su una panchina scruta attentamente il
giornale ma senza trova il nome di Gloria sotto nessun
articolo. Appena vede un passante che getta o abbandona
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un giornale si getta a capofitto litigando talvolta con un
barbone o con un lettoredigiornaliasbafo.
La giornata prosegue al solito con la ricerca ostinata ed
imperturbabile di una firma di Gloria sotto qualche articolo
di qualche giornale … quando ad un tratto la svolta!
Ecco un articolo firmato da Gloria
Gloria Martonini ecco che allora a Steve strabuzzano gli
occhi e gli scappa pure un IAAAAAAHUUUUUUUUUUUU
che fa girare i passanti i quali si abbandonano a commenti
puntuali, originali ed azzecati
“Drogato!”
“Nelle città ci vuole più sicurezza!”
“Si va bene – si inserisce tardivamente un terzo
opinionista- ma le tasse quando le dimuniuscono??”
Steve adesso ha un indirizzo, una città e vi ci si precipita
subitaneamente.in cerca di Gloria.
Salta su di un treno e con la nota tecnica di chiudersi nel
cesso riesce a viaggiare a sbafo fino alla città dove ha
sede la redazione il giornale in cui lavora questa Gloria
Martonini.
Arriva in questa grande città approssimativamente verso
le ore 23:23:12,123456. Dopo pochi minuti dal suo sbarco
in città comincia a bujeggiare. Steve deve cercare
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quell‟indirizzo prima che tutte le porte e portoncini si
chiudano per la notte.
La redazione del giornale era in un luogo facilmente
memorizzabile da parte di chiunque: Piazzale Martiri per la
Libertà d‟Italia, 34/M Palazzo β, Scala F, Piano 6 Interno
19!
Steve cerca di divincolarsi tra il selvaggio traffico urbano
attende circa 15minuti 34 secondi e 345 millesimi su di un
lato della strada prima di passare sulle strisce pedonali
con il semaforo verde. Ma solo con l‟insperato aiuto di una
ultraduecentenne che trovando uno messo peggio di lei si
muove a compassione e prima stenta a crederci ma poi
non esita ad esporre il bastone bianco per attraversare la
strada con il malcapitato. Steve girovaga per la città
dormendo dove trova e mangiando come capita e dopo
pochissimi giorni riesce cmq
trovare la redazione ed
entrarci.
“Buon giorno cercavo Gloria Martonini” riversa gentilmente
Steve sulla centralinista falsamente cortese che però non
gli risparmia occhiataccie severe sbirciando attraverso le
grosse lenti.
“Gloria c‟è un giovanotto per te al centralino!” Bofonchia
alla cornetta del telefono.
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„Ma chi mi rompe le palle ?!?‟ si sente distintamente dalla
cornetta.
“Gloria – risponde la centralinista in modo cortese ma
fermo – è qui davanti a me !” sussurra sorridendo a Steve.
“Momento allora”, intuisce Steve attraverso il ricevitore
seguito da un rumore sordo di chiusura del ricevitore che
fa sobbalzare la centralinista.
Sorriso centralinistico a 745 denti seguito da un mieloso
“Prego si accomodi” con una mano protesa verso il divano
in pelle.
Il divano è del tipo sabbie mobili da ufficio, cioè di quelli
che se ti siedi sprofondi sotto il livello dei piedi e diventa
impossibile
riuscire
ad
alzarti
se
non
trovi
un
benintenzionato che accorre in tuo soccorso. Ogni sforzo
solitario per riuscire ad alzarsi ha il solo risultato di farti
sprofondare ulteriormente sotto i cuscini; come le sabbie
mobili.
Dopo pochi minuti arriva un donnone alto 192 con fisico
da contadina della steppa ucraina. Steve alla vista di
QUELLA Gloria si alza di scatto capocciando contro la
mensola fissata sopra il divano e facendosi franare sulla
zucca l‟intera Storia d‟Italia a fumetti di Enzo Biagi.
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Dopo le sbrigative cure sanitarie del caso Steve, con un
vistoso turbante stile sick, profferisce la storica frase:
“Gloria, Gloria, perché sei tu la mia Gloria ?!?”
Gloria, gelida, chiede chi sia e perché lo stia cercando ma
Steve spiega che probabilmente si tratta di un caso di
omonimia
e
si
allontana
scusandosi
inchinandosi
ripetutamente e senza voltare le spalle in perfetto stile
indiano.
Un altro buco nell‟acqua… stavolta Steve è proprio
depresso; era sicuro di averla trovata con lo stesso nome
e con un cognome che … poteva anche essere giusto ...e
invece nulla di fatto…
Basta ora ha capito che è inutile cercarla ancora che non
potrà mai trovare una donna solo con un nome ed una
professione; è impossibile.
E pensando questo si appoggia ad una vetrina che cade
in mille pezzi. Subito esce il titolare che comincia ad urlare
a squarciagola “Aiuto un teppista mi ha rotto la vetrina con
una pietra lanciata con una catapulta !!?”
Steve con spiccato senso civico allora si mette a cercare
anche lui il teppista citatato ed urlando a sua volta “Dov‟è
quel marrano ?!? vergognati puzzone!” si accoda alla fila
che cerca di bloccare il furfante furtante.
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Pochi attimi dopo però si ritrova additato dal titolare del
negozio come imputato del vandalismo; alcuni secondi
dopo la gente si addensa attorno a lui indicandolo come il
teppista attrezzato di strumenti per delinquere. Steve tenta
di giustificarsi ma ogni ulteriore tentativo di scagionarsi
procura invece ulteriori prove secondo gli accusatori.
“Basta con „sti rumeni nun bastavano i negher ??!” – si
domanda retoricamente un passante tra l‟approvazione
generale.
Steve replica spiegando cortesemente che lui non è né
negher né terun né rumeno.
“Ahhhh, - sbotta allora il passante – un altro zinghero!!!!”
“Scusi ma non sono nemmeno zingaro..”.
“Nun l‟è ne negher, né terun, nè singhero ??” bofonchia in
evidente difficoltà il saccentone.
“E cusa l‟è alura ?”
“Sono americano…degli Stati Uniti d‟America”
Gli altri passanti allora guardano con occhi di rimprovero il
passante e con occhi più disponibili Steve.
Il saccentone per tentare un salvataggio in extremis ed
esclama:
“Beh se l‟è americano l‟è sempre un extracomunitario
eh… e poi chi non mi dice che sia culatun ?!?!”
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Dopo questa domanda retorica la polizia si fa largo tra la
folla spostando l‟opinionista locale e porta via Steve in
carcere per il processo per direttissima.
12. Capitolo
Eh si se si viene colti sul fatto viene fatto il processo per
direttissima il che significa che dopo pochi giorni si
compare davanti al giudice per il dibattimento e l‟eventuale
condanna in primo grado; nel frattempo però l‟arresto
diviene esecutivo e si resta in carcere. Nel nostro caso
specifico Steve è stato accusato e colto in flagrante; ci
sono dei testimoni dell‟accusa e quindi sarà giudicato
quanto prima. Nel frattempo Steve viene messo in galera.
La galera da quanto dicono le persone che stanno fuori, è
un bel posto! C‟è la televisione, le partite, la compagnia, si
mangia a sbafo, si sta caldi, quindi è proprio un bel
posticino.
Così Steve è quasi contento di stare in galera. In galera
poi aveva come compagno di cella: Giuliano Stambeni. Lo
Stambeni era un simpatico ragazzone di buona famiglia di
78 anni.
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Era figlio di un noto industriale della zona e sin da piccolo
riusciva a conciliare la sua indole estremamente bonaria
con un passione sfrenata per la musica rock; è dotato
anche di una spiccata propensione all‟organizzazione e
alla direzione aziendale. All‟età di 51 anni però, tornando
in piena notte da un concerto di Rino Gaetano, un gatto gli
attraversò la strada. Lui lo vide bene e per paura di
prenderlo sotto fece una sterzata brusca. Il fondo umido
della
nottata
autunnale
insieme
ad
una
cattiva
convergenza dei pneumatici lo fecero sbandare e
scontrare con un albero; un cipresso. La sua compagna
con cui conviveva da qualche anno rimane praticamente
illesa ma per lui la prognosi era riservata. Dopo 10 giorni
di coma però Giuliano rinviene e riprende la sue funzioni
vitali praticamente senza conseguenze tranne che per i
suoi interessi. Difatti la sua passione principale diventa la
musica rock. Giuliano da quel momento ad oggi ha
impiegato la maggior parte delle sue risorse finanziarie per
seguire concerti, collezionare ogni tipo di materiale
musicale e seguire ogni tipo di trasmissione musicale o
televisiva, senza nutrire alcun interesse per la gestione
dell‟azienda di famiglia di cui però è socio al 35% e da cui
percepisce le risorse necessarie per coltivare il suo hobby.
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Tornando ad oggi dobbiamo aggiungere che lo sguardo di
Giuliano è buono ma assente. Quando parla fissa oltre il
vuoto quasi fosse un non vedente ed ha delle espressioni
del viso ed un timbro della voce che ispira una tenerezza
immediata. Ma un momento che cosa ci fa Giuliano in
galera? Beh se la domanda è semplice la risposta non lo è
affatto..
In sintesi estrema diciamo che la parentela sta cercando
da anni ed in tutti i modi di screditare un socio che è un
dirigente e che ha tuttora il 35% dei dividendi. L‟arma che
fratelli, affini, amici e dipendenti cercano da decenni di
usare è l‟interdizione. In questo modo Giuliano avrebbe
bisogno di un tutore per amministrare il suo patrimonio e
quindi riuscirebbero a riprendersi legalmente e a dir loro
legittimamente, ciò che ritengono un loro diritto.
OK ma che ci fa in galera ?
I serpenti quindi gli attribuiscono ogni sorta di furtarello,
ammanco, danneggiamento o altro. Giuliano però pur
avendo capito l‟antifona, spesse volte cade nel tranello e
talvolta capita che un qualche poliziotto novello, ovvero
che non sia a conoscenza delle sue vicissitudini personali,
creda
alle
apparenze
e
si
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senta
in
dovere
di
accompagnarlo
in
cella
per
evitare
il
pericolo
di
reiterazione del reato. Oooo adesso è chiaro!
I due malcapitati spontaneamente si raccontano le
rispettive vicende e naturalmente non fanno difficoltà a
credersi a vicenda.
Dopo sei mesi e qualche giorno di carcere ecco che arriva
il processo per direttissima.
Stefano viene accompagnato, o per meglio dire tradotto, in
aula. Ecco però non si capisce perché tutti “vanno” in aula
o “entrano” mentre i detenuti vengono tradotti. Da mie
ricerche personali molto approfondite e che vanno
moooolto indietro nel tempo, ho scoperto che il termine
deriva dal latino e che significa proprio „convertire in altra
lingua‟. Ho poi rilevato in un trattatello giovanile di Ovidio
che già a quei tempi nessuno ci capiva nulla di come
parlavano giudici ed avvocati, si doveva perciò tradurre al
detenuto quel che accadeva durante il dibattimento; da cui
il termine tradurre in aula!
Stefano ammanettato e fuori dall‟aula del tribunale
conosce il suo avvocato difensore d‟ufficio; è un fine
giurista di 65 anni che non ha ancora superato l‟esame
per diventare avvocato. Essendo però in possesso del
patrocinio può assumere le difese d‟ufficio. Il Dott.
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Anselmo Pandolfini è un omome di 193,45cm, pesa
104.345,4 grammi e ha una parlantina incerta ma, se
scaldata per tempo come si fa con un motore diesel, gli
consente di affrontare ogni tipo di disquisizione. Le
malelingue dicono che va spesso fuori tema mentre in
realtà il fatto che abbia vinto solo una causa su 3445, e
per dovere di cronaca vinse solo perché il testimone
dell‟accusa è venuto a mancare proprio durante il
dibattimento,
è
dovuto
esclusivamente
all‟estrema
difficoltà delle cause che affronta.
Nel caso di Steve però ha le idee chiarissime. Vuole
invocare la semiinfermitàmentaletemporaneaetransitoria.
Stefano non riesce a capire il significato ma dice di essere
d‟accordo.
“Silenzio in aula!” tuona il giudice; comincia così la causa
di Stefano.
“Allora, - prosegue il giudice – l‟imputato è accusato di
danneggiamento di luogo privato ai sensi del cdc seictrc e
scts del cod di pr ci – prosegue bofonchiando – nonchè di
lesioni colpose come riporta l‟art quatvc e qvs d cf g er g
er r .” – conclude incomprensibilmente il giudice.
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Il giudice termina la sua introduzione tra il silenzio e tra gli
sguardi imbarazzati dei due avvocati. Il giudice li guarda
entrambi e poi esclama “Embeè?!”
Attoniti i due avvocati si guardano e, dopo una non breve
trattativa condotta gesticolando, si accordano su chi
debba parlare per primo; riescono ad accordarsi in modo
tale che cominci il Dott. Anselmo
“ Vedde sug gudighe l putato si dchira nosente ma….”
“Avvocato lo vogliamo ingoiare quel boccone o debbo
mettere a verbale che non riesce ad esprimersi ?!?”
“Oghè, oghè ….” – sollecitato dalla corte ingoia il boccone
del panino ingurgitato in fretta al baretto del tribunale e
deposita il resto del panino sulle carte processuali,
“ Dicevo sior giudice, il putato el se dchara nosente ma
secondo mi el xe colpevolo ma come posso farghe
cambiar de idea?”
Il giudice viene colto da spasmi del volto che preoccupano
un po‟ tutti e tra l‟attonito silenzio generale appoggia la
testa sul bancone e comincia a lamentarsi “Mannaggia a
quella spigola!”. Ma subito dopo tenta di riprendere un po‟
di contegno ed esclama sudante “Mi ritiro per deliberare!”
Detto ciò si alza di scatto con le mani a tenere la pancia e
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lascia l‟aula di corsa mentre il pubblico ministero stava
ancora finendo il discorso.
Dopo qualche minuto rientra visibilmente sollevato e,
come se nulla fosse, si siede al suo posto e pronuncia la
sentenza:
“Bene allora visti gli articolo ctc e citrs nonché le leggi
regionali dcv e dcvtre condanno l‟imputato a sei mesi con
la condizionale arresti domiciliari e compagnia bella.
Statevene abbuoni e arrivederci a tutti”
L‟avvocato dell‟accusa allora gli fa osservare
“Scusi ma i danni economici ?!?!”
Il giudice si ferma osserva l‟avvocato della parte civile, poi
osserva l‟imputato e dopo breve riflessione esclama: “E‟
„nu straccione…. Non tiene manco nu centesimo. E mò
basta che tengo fame..”
“Anche stavolta ho fatto l‟impossibile – cerca di fargli
coraggio Anselmo – ma ti è andata anche bene. In fin dei
conti hai ottenuto sei mesi con la condizionale; per cui ti
fai un mese di arresti domiciliari e poi sei libero”
Stefano
allora
fa
un‟osservazione
ragionata
“Scusi
avvocato ma come faccio a fare gli arresti domiciliari se
non ho casa”
Anselmo allora tenta di impostare una risposta
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“Beh basta che…. Be dunque secondo il codice di
procedura penale…. La cassazione in tal senso si
pronunciò
nel
millenocecentoe….debbo
informarmi
aspetta che me lo segno e poi ti faccio sapere..”
In realtà il problema sollevato dal Pandolfini non è da
poco. Sottoposto il problema anche agli agenti di pubblica
sicurezza, esecutori della sentenza, debbono confessare
di non sapere applicare il provvedimento. Decidono allora
di
ricontare
il
giudice
che
telefonicamente
e
salomonicamente trova “„na soluzione” in pochissimo
tempo:
“Scusate ma dove dormiva la sera prima dell‟arresto ?”
“Beh in realtà dormiva su una panchina signor giudice “
“Beh e allora intimategli di stare due mesi sulla panchina.
E ora basta che tengo sonno!”
E in effetti così fu: gli assegnarono gli arresti domiciliari
sulla panchina. Tutti i giorni per due mesi Stefano dovrà
restare sulla panchina per tutta il giorno!
I poliziotti addetti al controllo chiudono spesso un occhio e
si gli suggeriscono questo stratagemma: prima di uscire
dai cosiddetti domiciliari Steve deve attendere che il
funzionario di polizia verifichi che lui sia effettivamente in
casa. E dopodichè può andare dove gli pare e piace ma
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basta che alla sera poi rientri ai domiciliari per il controllo
del mattino successivo. Naturalmente un caso curioso
come questo non può non attirare l‟attenzione dei mass
media; infatti la prima cosa che si insegna ad un aspirante
giornalista e che se un cane morde un uomo non
interessa a nessuno ma se un uomo morde un cane allora
ecco che il notizione è servito. In realtà ho saputo che in
svariate scuole di giornalismo all‟avanguardia, forse solo
un tantino aggressive e molto arriviste, insegnano che a
mordere il cane deve essere direttamente il giornalista
perché è già sul posto e può fare direttamente l‟articolo
intervistandosi mentre va al giornale. Quindi paragonando
le due cose anche un provvedimento di arresti domiciliari
senza domicilio non è male…
Ed in effetti qualche giornalista incuriosito da questa
strana presenza nel parco c‟è; eccome se c‟è! Un primo
giornalista richiede ed ottiene un‟intervista esclusiva da
fare il giorno stesso; Steve è un po‟ frastornato ma il
reporter gli offre una opportuna rassicurazione dato che
ha studiato il caso specifico per quasi dieci minuti
consecutivi! Dopo mille preparativi il giornalista si ritiene
pronto per l‟intervista esclusiva e aggredisce la telecamera
con una serie di domande di sicuro interesse:
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Domanda:come si sente in questo momento ?
Risposta: beh io
Domanda ad interrompere la risposta: cosa ne pensa
della politica estera dell‟attuale presidente USA ?
Risposta: veramente io il presidente non saprei
nemmeno chi sia!
Domanda: Si sente più di destra o di sinistra
politicamente?
Risposta: no io ci sento più di destra che di sinistra
..ma che vuol dire politicamente !?
Domanda: secondo lei l‟amatriciana si fa con la
pancetta o con il guanciale?
Risposta: la ma chè ?
Il giornalista ringrazia cortesemente per le risposte
ottenute e lascia Stefano in tutta fretta convinto di avere
un pezzo da premio Pulitzer!
L‟intervista non è stata letta praticamente da nessuno,
tranne che dai pochi colleghi incuriositi dalla curiosa
notizia che in effetti curiosarono tra le righe in cerca di
curiosità. Tra di essi una giornalista sta leggendo con
passione le righe segnalate da un‟amica tramite e-mail
quasi per prenderla in giro. L‟oggetto dell‟i-meil infatti era
:”Eccoti un vero scoop!”
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La giornalista in questione legge la posta elettronica con
un
interesse
crescente
dimenticandosi
perfino
l‟appuntamento a pranzo con il suo capoufficio. Mauro è
da mesi che attende il momento buono per chiedere uno
sviluppo decisivo della loro relazione; sviluppo gradito
peraltro molto anche da Mammà.
Gloria divora l‟articolo in pochi secondi e subito dopo si
affretta a ricercare indirizzi postali, indirizzi mail, telefoni e
quanto possa essere necessario per recarsi sul luogo e
reperire informazioni inedite e di prima mano. Pochi minuti
dopo Gloria è pronta per partire mentre il suo capo ufficio
Mauro è ancora al baretto sotto l‟ufficio ignaro ed intento
ad bersi il prosecchino mentre la aspetta.
il cameriere sollecita Mauro a prendere l‟ordinazione per
liberare il tavolino al più presto, proprio mentre mauro
vede Gloria sfrecciare davanti alla vetrina con una valigia
rigonfia che sta per esplodere. Mauro a cotale visione
d‟istinto grida ad alta voce incurante degli altri avventori
:”Gloria…. Tesoro… dove stai andando ho già ordinato
altri due prosecchini”.
Gloria nel frattempo si è già infilata su un taxi e sta
volando verso l‟aeroporto alla volta di quella località in cui
si è sviluppato quello strano caso. Il volo di circa due ore è
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un volo serenissimo fatto peraltro in compagnia di gente
raffinata e selezionatissima; tant‟è vero che all‟altezza o
per meglio dire all‟altitudine di Roma i soliti organizzatori
mettono in piedi una gara internazionale di “Rutti e Peti”:
Molti insistono in modo anche deciso e un po‟ troppo
pressante per avere l‟adesione anche di Gloria ma ahiloro
senza esito. L‟atterraggio poi è degno di un film …. si ma il
film di cui è degni è Airport ‟77; tanto è vero che qualcuno,
nonostante gli venne poi spiegato per diversi giorni
l‟impossibilità della cosa, sostiene tuttoggi che il pilota del
volo fosse Charlton Heston.
Gloria raggiunge in poco tempo il parco dove risiede Steve
e lo trova mentre sta cucinando un piatto di fagioli e tonno
al latta; la tecnica culinaria denominata “al latta” consiste
nel riporre il tonno ed i fagioli dentro una latta e di cucinarli
direttamente a fiamma libera nella latta stessa. Ecco
quindi Stefano prendere una scatola di fagioli, svuotarla
del liquido, aggiungere il contenuto di una scatoletta di
tonno con l‟olio d‟oliva, scaldarlo a fuoco lento et voilà in
pochi
minuti
ecco
che
riesce
a
preparare
una
gustosissima specialità di grande spessore culinario.
“Ciao, sei tu Steve quello che è agli arresti domiciliari sulla
panchina ?”
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“Si sono io e tu chi sei ? dice Steve voltandosi.
Mentre si volta Steve realizza chi ha di fronte. A quel
punto Steve assume tutti i colori dell‟arcobaleno in ordine
alfabetico e comincia a parlarle profferendo le seguenti
parole: “Anteri pofordi serefidichi ?”
“Come dici ?!” esclama interdetta Gloria
“Io parteni corantofo direntimi arentico….do!”
Steve è così emozionato che non riesce a mettere insieme
una frase di senso compiuto.
Gloria pensa che lo faccia apposta per divertirla ed in
effetti Steve la fa ridere di gusto!
Steve incoraggiato dalla reazione di lei cerca di cogliere
l‟occasione per esternarle i suoi sentimenti. Purtroppo
però per quanto si sforzi ma non riesce ad emettere che
parole sconnesse frutto di un amore unilaterale, intenso
ed illogico.
Gloria sblocca una situazione che per Stefano sta
diventando molto imbarazzante e lo invita a prendere un
caffè in un bar; le sua intenzione è in realtà di carpire
un‟intervista.
Steve
però
le
comunica,
tramite
un
ingeniosissimo modo di esprimersi consistente nello
scrivere su di una salvietta, che è troppo emozionato per
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rispondere alle sue domande e che la prega di poter
essere intervistato domani.
Intanto Mauro, il fidanzato ufficiale di Gloria, si confida con
un amico il quale gli suggerisce di fare l‟uomo duro con lei
e di intimarle di rientrare subito; se per caso lei avesse
tentennato o chiesto spiegazioni l‟amico esperto in
questioni sentimentali, ha comunque un rimedio; deve dire
che lui se ne sarebbe andato di casa immediatamente
senza fare mai ritorno!
Mauro le telefona ed attua il piano irresistibile concordato
con il consulente esperto: Gloria però distrugge il piano di
Mauro con una semplice considerazione;
“Scusa Mauro ma facciamo che sono IO che vado via di
casa ..anzi sono già andata via! Per cui buonanotte e
quando deciderò di perdonarti allora ritornerò a casa ! per
il momento lasciami stare che sono veramente arrabbiata
con te !…Ciao!”
A ragion veduta, con il senno di poi, dopo aver pianto
lacrime di coccodrillo quando il latte versato dicendo gatto
pur non essendo nel sacco della tua farina, Mauro resta
per un attimo sbigottito; ma pur di non confessare il
clamoroso fiasco al suo amico ed ammettere che il
ragionamento di Gloria non faceva una grinza, improvvisa
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un:
“Bene,
allora
siamo
intesi,
Gloria”
lanciando
un‟occhiatina di intesa al suo amico. Quest‟ultimo alza
entrambi i pollici in aria e gli dà una pacca sulle spalle in
segno di soddisfazione.
13. Capitolo
Il giorno dopo Gloria si alza di buon mattino alla 15.30 e si
reca verso la panchina di Steve e lo trova giocante con
alcuni cagnolini e chiacchierante piacevolmente con alcuni
signori. Gloria resta colpita dai modi gentili e premurosi
che Steve ha verso chi lo circonda.
“Ciao Steve, andiamo a prenderci un altro caffè che ti
intervisto ?
“OK Gloria !” risponde salutando frettolosamente umani e
canidi.
Al bar Gloria estrae un block notes con alcune domande
ponderate attentamente e comincia subito con la prima:
Domanda:come si sente in questo momento ?
Risposta: beh io
Domanda ad interrompere la risposta: cosa ne pensa
della politica estera dell‟attuale presidente USA ?
Risposta: veramente io il presidente non so chi sia!
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Domanda: Si sente più di destra o di sinistra
politicamente?
Risposta: no io ci sento più di destra che di sinistra
..ma che vuol dire politicamente !?
Domanda: secondo lei l‟amatriciana si fa con la
pancetta o con il guanciale?
Risposta: la ma chè ?
Gloria a questo punto termina la sua sconvolgente
intervista scoop – bomba; mi sa tanto che quest‟anno al
premio Pulitzer ci sarà un ex-equo!
Chiudendo il suo blocchetto soddisfatta si rivolge a
Steve con il solito “Beh, allora ciao, ci vediamo!”
Steve risponde ingenuamente“Ok ma quando e dove
?”
Gloria interpreta la risposta come un tentativo di
volerla conoscere un po‟ meglio e incuriosita dallo strano
soggetto risponde:
“Ok va bene ci vediamo domani ma non per lavoro,
solo per passare una mattinata insieme. Facciamo
domattina e vengo io a trovarti alla panchina. A domani
Steve!” e lo saluta con gli occhi lucenti di gioia. In effetti
Gloria è rimasta molto soddisfatta della giornata passata
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insieme ed sinceramente molto incuriosita da quello
strano tipo.
Il giorno dopo di primo mattino, come d‟accordo, Gloria si
presenta alla residenza domiciliare di Steve. Quando
Steve vede Gloria fa difficoltà a riconoscerla perché
oramai non c‟è più alcun lampione acceso dato che dopo il
tramonto il comune soleva chiudere ogni luce artificiale; ed
il tramonto oramai è passato da ore!
“Ciao Steve andiamo a fare colazione ?”
“Veramente la colazione l‟ho fatta 13 ore fa cmq se vuoi ti
faccio compagnia”
Al bar il barista è Giacomone un uomo sulla cinquantina
dal peso record di 34,456 chili rilevato dopo il pranzo di
nozze di sua cugina in provincia di Catanzaro nel maggio
del 1998. Sullo sfondo Giacomone ha una minacciosa
scritta che pare derivi dai mondiali del ‟90 in Italia. Infatti
mentre Donadoni con il suo numero 17 sulla maglietta
calciava uno dei rigori. Uno sprovveduto avventore, in
tono schernitore odinò una gazzosa a voce alta.
Giacomone si girò solo per il tempo necessario per vedere
chi fosse questo criminale che durante una partita dei
mondiali con l‟Italia in campo si azzarda a girovagare e
fare il bischero. La distrazione però gli fu fatale e da quel
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giorno Giacomone, convito che l‟errore di Donadoni sia
dipeso esclusivamente da quell‟avventato avventore reca
la scritta „In questo locale non si servono le cazzose
gazzose !!‟
Alle ore 19.48 Gloria ordina un cappuccio ed una
brioches. Giacomone la guarda e se ne va senza parlare.
Dopo colazione Gloria e Steve girovagano senza meta in
giro per la città e la campagna. Giocano con una mela
sulla bancarella, facendo crollare la pila di mele non
appena si allontanano, sfogliano dei libri, facendo crollare
la libreria non appena escono dalla libreria; fanno un giro
nel supermercato, incastrando il carrello per riprendersi la
monetina. La mattinata successiva scorre veloce e
piacevole tra un negozio ed uno spuntino; insomma sono
rapiti nel loro mondo nella loro invisibile bolla che li
circonda e che nessuno riesce a permeare.
Così arriva la serata secondo Gloria mentre per Stefano
ed il resto del mondo è mattina del giorno successivo per
cui si appisola abbandonandosi per un attimo sul cofano
dell‟auto di un metronotte che ha fretta di rincasare dopo
una nottata di lavoro.
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Gloria allora esordisce con “Ci facciamo un caffettino per
digerire ?” ma è costretta a chiamare un taxi per riportare
il corpo inanimato di Stefano ai domiciliari!
Dopo questa stupenda giornata Gloria saluta Steve e lo
invita, casomai passasse dalle sue parti, a venirla a
trovare in tarda mattinata nella redazione del giornale
magari per fare una passeggiata al chiaro di luna!
Steve accetta di buon grado e si ripromette di passare a
trovarla non appena si troverà nei paraggi.
Passano sette ore di sonno e Steve decide che l‟indomani
passerà per la redazione di Gloria. C‟è però il problema
degli arresti domiciliari in panchina. Steve però risolve
genialmente il problema spostando la panchina in un altro
parco e denunciando la scomparsa del suo domicilio.
Il caso è singolare e la questura decide di interpellare il
giudice di pace che a sua volta si consulta con il giudice
che ha emesso la sentenza il quale, da luminare del
diritto, non intende consultare alcun testo giuridico o
consultarsi con alcuno ed emette la sentenza:
“Eh vabbuò se manca il domicilio facciamo un bel
condonino più sconto di pena più ecc ecc e lo facciamo
andare via! Mo‟ basta che mi avete proprio scucciato e
tengo voglia di fumarmi „nu sigaro”
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Quindi Steve è libero di andarsene dove gli pare anche se
senza stipendio e senza domicilio.
Ma che può fare un uomo da solo senza soldi e senza
lavoro ? ma è ovvio andare a caccia di donne dalla
mattina alla sera! Ma Steve non ha più voglia di cercare
una donna qualunque; lui ha in testa solo Gloria!
Steve
nottetempo
si
intrufola
nell‟autostrada
poco
trafficata attraversando la carreggiata contromano per
raggiungere l‟area di sosta dove già dalle prime ore del
giorno i camionisti in viaggio verso Torino sostano….
Scusate se m’intrometto nel mio libro, ma perché ho
scritto Torino che volevo fare a meno di nominare la città
di Gloria ?!?!? No perché c’è la praivasinon si può mica
divulgare dati personali senza autorizzazione è poi per la
praivasi … eh cosa vuoi? Ma si lo so che si scrive privacy
ma lasciami finire il discorso…. dicevo che sarebbe meglio
cancellare la città di residenza di Gloria… come? l’hai già
stampato? Ok dai allora è uguale … stavo dicendo..…. Ah
si!
Arriva il momento di attraversare la tangenziale per
entrare nel bar dell‟area di sosta, prende la rincorsa e con
un salto da far impallidire di rabbia Gregor Bubcka
raggiunge il parcheggio del distributore. A questo punto è
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sufficiente chiedere ad un camionista se può dargli un
passaggio a nella città dove ha la sede il giornale di
Gloria, ed il gioco è fatto.
Alle 4.45 Steve è sul posto ad attendere i primi auto
carristi. Il primo che trova è straniero, probabilmente
dell‟est europa Steve gli chiede cortesemente se può dagli
un passaggio per Torino il camionato gli risponde con un
secco “Prožim ?!?” Steve intuisce che forse non parla
l‟italiano correntemente e desiste subito replicando
cortesemente con un “Prozìm pure a lei e grazie!”. Dopo
diverse migliaia di centesimi di secondo si ferma un altro
multi gommato dal nome turco di Terìm MogadmTerìm,
nato in Italia e da tutti è chiamato Terìm el terùn. Terìm
parla con una spiccata cadenza veneta e con Terim
Stefano riesce a trovare un‟affinità intellettuale immediata;
parlano cioè la stessa lingua. Terìm gli dice che lui non ci
va a Torino ma che se vuole fino a Bologna può darli un
passaggio ma dopo lui gira a destra per andare a
soggiornare nella tangenziale di Mestre mentre lui deve
andare a sinistra per soggiornare in quella di Milano.
“Comunque un poca de fila de gha de far!” si congeda
Terìm
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Steve saluta Terìm e attende il prossimo camionante. Alle
5.30 precise ecco fermarsi all‟area di servizio un omome
di 189,344 cm, con lunghi baffoni stile impero asburgico,
scarpe da lavoro, jeans, camicione di flanella rosso-nera a
righe sia d‟estate che d‟inverno e cappello da pescatore
verde. Si ferma e fa il pienone di gasolio pari a circa 1000
Euro. Nel frattempo va a prendersi un birrino da litro
all‟autogrill.
Egidio, questo è il nome, deve sempre attendere le 5
prima di fermarsi all‟autogrill perché dalle 21 fino alle 5 di
mattina in autostrada non servono nulla di alcolico per cui
deve aspettare le 5 e 1 per fare colazione tranquillamente
con il suo agognato birrino.
“Ciao camionista scusi, mi darebbe un passaggio a
Torino?” esordisce Steve concludendo il suo discorso
senza attendere che Egidio si volti e senza prendere
nemmeno il respiro
Qundici decimi di secondo dopo, terminato di bere il
birrino, Egidio si volta e lo squadra da cima a fondo. Tanto
per avere un riscontro sul personaggio gli chiede: “ Ma
cosa zi vai a fare a Torin ?”
“Vado a trovare Gloria!” risponde secco e deciso.
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Egidio interpreta questa risposta positivamente e gli dice
“Se vai in cerca di gnocca io sono pronto ad aiutarti !
Piacere Egidio Camionazzi professione autotrasportatore
!” gli urla porgendogli il manone.
“Steve!” replica allungando timorososamente la mano.
“Piacerissino” rincara Egidio scrollandogli energicamente
la mano.
Appena saliti Egidio si fa subito notare per le sue
caratteristiche di riservatezza.
5.25- “Vedi caro Scteve che ti chiami coscì vero ? io mi
chiamo Camionazzi e con un cognome così cosa volevi
facezzi l‟imbianchino ??! mò va là!” pacca sulla spalla e
risata fragorosa a sottolineare l‟assurdità dell‟ipotesi.
6.46- “……..poi sai una volta si andava perché si
conoseva tanta gente z‟era sempre un gruppo, ma ora
scarà che scono un po‟ vecchio ma tutti vanno, tornano di
corsa tutti di fretta e le strade poi una v…………
14. Capitolo
7.59- …………per 300 litri di gasolio mò hai capito che
costi che ciò io adesso ?? urka che devo girare per
Milano…
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8.12 - ..dopo che hai i figli poi le donne le vedi con un
occhio diverso ma anche loro ti vedono con un occhio
diverso anzi qualche volta nemmeno ti guardano sai mò è
allora lì che ti fissi e vuoi fare le conquiste ecco aspetta un
attimo che giro per Torino ….
9.42 - ….e per questo poi i giovani si drogano cosa vuoi
che facciano non hanno responsabilità fino ai 45 anni e
non trovano lavoro e stanno in casa crescono come dei
bambocci viziati e pensano che hanno il diritto di divertirsi
e basta. Mo dico un po‟ io mandali in Africa o in
Sudamerica a vedere che i bimbi di 8 anni lavorano già da
anni e che debbono pensare a 4 5 figli più piccoli altro che
scarpe di marca e pasticche porco boja ce lo farei vedere
io…a aspetta dove devi scendere tu ?!? va bene qui‟ E tu
come la pensi ?” domanda Egidio mentre aiuta a scendere
dal camion Steve.
Steve dopo aver ascoltato per diverse ore senza aprire
bocca finalmente riesce a trovare lo spazio per replicare
alle considerazioni del Camionazzi. Avrebbe molte cose
da dire e sta facendo mente locale per cominciare ad
esprimere il suo punto di vista partendo dal primo
argomento trattato da Egidio ma mentre sta per emettere
un suono ed è con la bocca aperta Egidio gli dice “Mò
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bravo mo chi tace acconsente Ciao Scteve e salutami la
Gloria!”
Chiude lo portellone e riparte investendo quasi un
malcapitato automobilista.
Steve raggiunge il centro della città e trova un alloggio
disponibile alla solita locanda; ovvero si stende su di una
panchina libera. Attenda l‟alba con impazienza anche
perché lì è molto più freddo quindi non vede l‟ora di
entrare in un bar e/o centro commerciale per potersi
scaldare un pochino. Finalmente l‟alba arriva e si reca
velocemente verso un centro commerciale. Si avvicina ad
una edicola e sbircia sul giornale dove scrive Gloria per
trovare l‟indirizzo della redazione di Torino. La sede è in
via Alfonoso Palla, 25 e si avvia alla ricerca del giornale di
Gloria.
Arrivato al giornale cerca di salire ma si rende conto che
l‟acceso non è proprio immediato c‟è sempre un portone
chiuso e lui non è proprio vestito in modo tale da non adito
a nessun sospetto; Per cui si avvicina al citofono e
suonando ripetutamente urla “Bibiteeee!” non prima però
di aver sgraffignato una cassa di aranciate al malcapitato
trasportatore di bevande che ignaro si dirige fischiettando
verso il carrello biruotato.
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“OK apro! ” si sente rispondere Steve mentre il portone
viene elettrificato emettendo un sordo “Tabzzzzzz!”
Steve sale in ascensore con la cassa di bibite in braccio
tra gli sguardi diffidenti dei presenti. Si avvicina ai
distributori automatici e, seguito a vista dagli avventori,
prosegue diritto sorridendo forzatamente e profferendo un
intricato “‟giorno!” per sdrammatizzare la situazione. Entra
in un bagno posa a terra la cassa e dopo essersi dato una
risistematina esce puntando diritto verso le scrivanie dei
giornalisti. Passa ufficio per ufficio e scrivania per
scrivania fino a che trova la scrivania di Gloria vuota. Si
ferma per un attimo cercando qualche indizio mentre
viene notato dalla sua amica Armida. “Cercavi la Gloria
vero ?” Steve messo alle strette risponde con un semplice
“Sì!”
“Ah ma tu sei quello della panchina vero ?? mi ha detto
Gloria che eri un tipo interessante… anche se fuori come
un balconcino…. E devo dire che aveva ragione in effetti
non sei niente malaccio….” Continua a monologare
aggirando e guardando Steve negli occhi. Quest‟ultimo si
sente un po‟ a disagio e non riesce a nascondere il suo
imbarazzo “Vedi si … io beh ecco ti ringrazio ma non
credo che..”
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“Che fai di bello stasera sei libero vero ??? perché non ci
vediamo per un aperitivo ?”
“Va bene risponde Steve ma ci sarà anche Gloria ?!?”
“No vedi Gloria è fuori città per lavoro e non credo che
tornerà prima di domani o dopodomani”
“Va bene OK allora ci vediamo stasera ti aspetto fuori dal
giornale verso le otto va bene ?”
“OK va bene ci vediamo alle sette e mezza sempre che
non succeda qualcosa ….!”
“Naturalmente a dopo!”
Ore 10.34 Steve è fuori dal palazzo con un aggancio
sicuro per contattare Gloria. Resta solo il problema di far
passare 9 ore senza fare troppi pasticci e trovando il modo
di rendersi presentabile per un appuntamento galante. A
pensarci bene Steve deve rimettersi un po‟ in ordine in
effetti non ha un dei vestiti decenti nè ha modo di radersi o
di tagliarsi i capelli o di farsi una doccia. Tutti problemi da
risolvere in meno di 9 ore.
Prima di tutto però è meglio trovare un alloggio degno di
questo nome.
Arrivato al parco pubblico tutte le panchine sono però
occupate ma dato che la mezza stagione è ritornata e che
fa quasi caldo si ripropone di fare un breve pisolino sul
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prato per poi affrontare tutti i problemi con metodo e
lucidità!
Ore 19.34 la voce del custode irrompe nel parco “Sono le
otto passate si chiudeeeeeeeeeeee!” tutti guardano stupiti
i orologi qualcuno intuisce la truffa ai danni dei parcaioli e
pur sbuffando lascia il parco. Per una coppia invece è
l‟ennesimo spunto per un litigio…
Lui: “… ma se te l‟avevo detto che era da buttare quel
cipollone!”
Lei: “Ma quale cipollone, questo è un orologio bellissimo è
un Faretd originale l‟ho solo fatto pulire…..”
“Si
l‟hai
fatto
pulire
da
uno
che
l‟avrà
messo
nell‟autolavaggio!”
“Ma finiscila, invece tu che mi volevi prendere un Temesch
taroccato!”
“Ma quale taroccato era originale solo perché me lo dava
Girolamo per te era un bidone!”
“no il bidone non è l‟orologio il bidone sei tu che mangi
sempre come un bovino, ma lo vedi come sei messo? Ma
credi che alla tua età…..”
Uscendo tutti ascoltano la loro discussione ma nessuno
ha il coraggio di intromettersi. Qualcuno sorride divertito. Il
custode li invita sfacciatamente a fare silenzio.
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Il custode ha già la chiave sul cancello mentre nota quello
che sembra un corpo inanimato sul prato; gli si avvicina a
lo tocca con timore. Steve si gira ed esclama “Sto solo
facendo un pisolino”
Il custode perdendo un po‟ la pazienza gli risponde “Ma
quale pisolino imbecille che devo andare al bar con gli
amici! Ora ti alzi e te ne vai!”
“Va bene ma non serve gridare dai..”
Il custode allora perde la poca pazienza semmai ne
avesse mai avuta un po‟ e sbotta:
“Vattene subito cosa credi che io ho tempo da perdere qui
a farti da Baby sitter ?!?!?!”
Steve viene accompagnato a forza verso il cancello
forzosamente ma riesce a fare una domanda al custode
“OK aspetta però che ora è?”
Il custode si arresta e fissa negli occhi Steve
“Mi vuoi prendere in giro ?!!? perché vuoi saperlo?”
“Beh perché ho un appuntamento alle otto e devo fare un
sacco di cose prima…”
“Ah allora non è per controllarmi…..”
“Per controllare chè ?”
“No, no niente una cosa mia…. allora sono le otto meno
10
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“Grazie… LE OTTO MENO DIECI ?!??!?!?!”
Esclama Steve cominciando a correre all‟impazzata
“Porca peppolona, dovevo immaginarmelo che era uno
venuto per controllarmi!!!” intuisce il custode.
Steve corre all‟impazzata per non arrivare in ritardo e
dopo poche cinquine di minuti arriva a destinazione.
Li trova Armida ad aspettarlo
“Ah eccoti qua,…… ma come sei conciato !?!.......ok ho
capito vieni a casa mia che ti dai una rimessa a
modello……uffffffff l‟aveva detto Gloria che eri uno fuori
standard…… beh che fai li impalato seguimi dai che ti do
uno strappo..”
Steve resta fermo e attonito ma dopo poco scatta e
recupera su Armida. I due si dirigono verso il parcheggio
trovano l‟auto e si dirigono verso casa sua.
Aprendo la porta pronuncia le solite frasi che noi tutti
pronunciamo quando facciamo entrare qualcuno in casa:
“Fai come fossi a casa tua e scusa per il disordine”
Non si capisce mai perché uno debba scusarsi per il
disordine quando ha l‟opportunità di mettere in ordine
quando vuole; e se poi non lo fa in fin dei conti è casa sua
e può decidere come meglio crede; e poi non è che tutte
le case debbano sempre essere in ordine perfetto manco
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dovesse arrivare il Papa in visita ufficiale. Poi anche quel
„Fai come fossi a casa tua‟ ma fai come fossi a casa tua
quando SEI a casa tua se sei a casa MIA per piacere non
mettere i piedi con le scarpe sul tavolino, non tagliarti le
unghie sul tappeto, non mangiare il mio snack preferito e
non spostarmi i vasi dalle mensole perché non ti piacciono
in quel modo; e poi non metterti a criticare il colore della
stanza dicendo „a casa mia un colore così non l‟avrei mai
messo‟ e poi che la disposizione dei mobili penalizza
l‟ambiente e che di qua che io di là …E BASTA ! e che
diamine ! se sei a casa mia stai buono: non toccare nulla,
non criticare e non andare in giro a ficcare il naso
dappertutto!
Ohh
finalmente.
Ecco,
queste
cose
bisognerebbe dire a coloro ai quali abbiamo il piacere di
far varcare la soglia della nostra casa.
Ad ogni modo Steve si sta comportando tutto sommato
abbastanza correttamente è uscito sul pianerottolo per
andare a chiedere del sapone al vicino per non disturbare
Armida, si è fatto una doccia, ha asciugato in terra con
l‟asciugamano e ha fatto cadere solo un po‟ di lucido da
scarpe sulle mani e poi sulle piastrelle.
Beh in realtà l‟ordine cronologico degli eventi è stato un
po‟ diverso…
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E‟ andato in bagno si è lucidato le scarpe e ha fatto
cadere il lucido in terra poi si è sporcato le mani allora si è
spogliato per andare sotto la doccia, poi è andato a
chiedere il sapone e dopo la doccia ha asciugato in terra
con l‟asciugamano….
Armida lo vede e per poco non gli viene un colpo.
Ripresasi dallo sciocc (perché dare dello sciocc in questo
caso a Stefano è veramente il minimo) Armida gli chiede
se perlomeno è pronto per uscire. Steve si presenta con
una mise degna di una sfilata d‟alta moda: sciarpino misto
lana non importato, pantalone misto lino non stirato,
camicia misto lana non lavata, e calzino misto seta non
rammendato.
Armida ormai allo stremo delle energie gli dice “Ok
andiamo fuori intanto poi metteremo tutto in ordine…
Così i due si recano a piedi per il centro; Steve è intento a
gesticolare in modo troppo evidente e molti passanti
vengono ceffonati involontariamente dai suoi movimenti
inconsulti. Steve gli spiega come ha conosciuto Gloria e
come hanno passato il tempo insieme. Giunti al ristorante
Steve continua a raccontare in modo concitato le sue
giornate con Gloria e mentre raccontava urta una volta il
cameriere, che prontamente ma indebitamente offre le sue
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scuse, un‟altra volta frana su di un avventore che si
prende una gomitata nello stomaco mentre Steve mima
quando Gloria lo porta con se a fare del jogging; il tutto
sotto lo sguardo divertito di Armida che dapprima per
curiosità femminile ed in seguito per femminile curiosità lo
invitava a fornirle sempre maggiori dettagli. Anche durante
la cena il racconto ed il gesticolare non accennano a
diminuire tra lo sguardo: divertito di Armida, di sdegno da
parte degli altri avventori e preoccupato da parte dello
staff dei camerieri che subiscono costantemente le
conseguenze fisiche dei suoi movimenti maldestri. Un
cameriere in particolare poi si convince che l‟abbia preso
di mira e tutte le volte che Steve gesticolando lo sfiora
questi con una mimica del volto smorfia cerca la
solidarietà dei colleghi e da sfogo a quello che lui ritiene
essere una persecuzione personale. Dopo che Stefano ha
rovesciato i caffè Armida decide di chiedere il conto e di
andare a casa. Il racconto dei giorni trascorsi con Gloria è
davvero molto tenero, romantico e sentimentale. Steve
riesce a trasmettere ad Armida il sentimento che prova per
Gloria e non si sa se per la persona o per il racconto
ascoltato …. beh.. no forse per il racconto… uhmmmm no,
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no, decisamente solo per il racconto ad Armida le si
scalda il cuore e invita Steve a salire per un bicchierino.
Steve è molto nervoso e non riesce a smettere di parlare
anche se i suoi monologhi sono circolari e tautologici.
“Sai perché quando sei coinvolto allora credi di essere
davvero coinvolto in una storia; ma mentre pensi „Non mi
farò mica coinvolgere stavolta..‟ in realtà sei già coinvolto,
e quindi perché quando sei coinvolto ti chiedi se è il caso
di farsi coinvolgere? Non credi sia un discorso strano ??”
Armida a quel punto gli dice “Steve ascolta perché non
andiamo di là ?”
In camera da letto Steve continua a parlare mentre Armida
comincia a spogliarsi e poi quando è nuda comincia a
spogliare lui che xxxxxx xx decide che forse è il xxxx xxx
xx xxxxxxxx x xxxxxxx xxxxxx x x xxxxx. La solleva e
xxxxxx xxxxx xxxxx xxxxxx xxxxx xxxxxx xx xxxxx xxx
xxxxx xxx xxxxx turgido xxx xxxxxxx xxxxx xxxxxx xxxxxx
xxxxx xxxx xxxx piano xxx xxxx xxxx xxxx xx x xxx xxxx
xx xxxxx x x xxxxxxx xxx xxxx xxxx lecca xxxxxxx xxx x
xxxx xx xxxx xxx xxx sopra mentre lei sotto lo incita con
parole xxxx xxxx “Xxxx xxxx!” xxx x x xxxxx xxxxx xxxxxx
xxx
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“AH! Si così xxxxx xxx x x xx xxxxxxxxxx x xxxxx xxxx”
xxxxx xxxxxx xxxxxx xxxxxxx xxxxxxxx xxxx
Terminato l‟amplesso Steve dorme saporitamente e
raggiunge uno stadio di sonno praticamente precomatoso.
L‟orgasmo gli ha procurato una scarica emotiva di tensioni
che duravano da 75 anni almeno e dorme profondamente.
Il sonno però è molto agitato e pieno di ricordi e di
tormenti.
La mattina dopo però il riaffiorare alla mente delle tensioni
accumolate e lo scarico di energie represse si nota subito.
Infatti Stefano non è più l‟impacciato e cialtrone
personaggio che abbiamo descritto da qualche pagiana ad
ora ma ritorna il determinato e sicuro personaggio di una
volta.
Si preoccupa di svegliare Armida con tutte le delicatezze
del caso e al momento di aprire gli occhi quest‟ultima trova
una colazione servita a letto composta da caffè brioche
fresca alla crema, succo di frutto all‟arancio e toast
croccante; il tutto con una bella rosa rossa infilata in un
improvvisato ed essenziale portafiori.
“Grazie Stefano, ma dove hai trovato tutte queste
squisitezze….!???”
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“Beh Armida, dovresti saperlo, qui a duecento metri c‟è la
pasticceria, poi le arance le avevi nel frigo nello scomparto
frutta e la tostiera era sul secondo scaffale in alto della
cucina!”
Armida resta sorpresa dal tono deciso e dallo sguardo
sicuro di Stefano.
Armida, per ringraziarlo gli dice: “OK ora vieni qui che ti do
una bella ringraziata!”
Steve si getta sul letto mentre Armida toglie le lenzuola da
sopra il suo corpo rivestito solo da xxxxx nero di pizzo.
Xxxxxxx xxxx xx x xxxxx x x xxxx xx xxxxx xxxx x x xx x
xx x x xxxxxxx xxxx xxxx rovista tra le lenzuola e xxx xxxx
xxx xxxxxxxx xxxxxx x xxxxxx xxx x xx xxxx xxxx.
Dopo le roventi scene di sesso descritte peraltro con
dovizia di particolari inserite al solo scopo di incrementare
un po‟ l‟interesse sul romanzo, Armida saluta Steve e
decide che è il caso di tornare a lavorare.
Steve saluta Armida e comincia a riassestare la casa.
Armida appena tornata al giornale non riesce a non
trattenersi dal raccontare a Gloria l‟avventura avuta con
Steve. Così alla macchinetta del caffè …
“Ciao Gloria, lo sai chi ti cercava ieri ? Non lo indovinerai
mai per cui te lo dico io subito …Steve!”
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“Chi scusa ?!” le risponde scocciata Gloria
“Ma si Steve, quello che avevi conosciuto facendo quel
servizio sugli arresti domiciliari alla panchina…”
“Ah si quello svampito e stordito… e tu che gli hai detto ?!”
“Beh gli ho detto che non c‟eri e che se voleva poteva
venire con me a cena …”
Gloria resta immobile e silente per qualche istante prima
di fissare negli occhi la sua collega: “Armida, non te lo
sarei mica scopato vero !??”
Il silenzio di Armida ha lo stesso effetto di una risposta
affermativa.
“Beh guarda, ma sei veramente una cosa….”
“Perché ti dispiace ? ne hai sempre parlato come se per te
fosse un cretino..”
“Si è vero…no cioè non te l‟ho mai detto ma .. ahh che
importa ma è tornato indietro ora ? “
“A dire la verità gli ho detto che se vuole per un po‟ può
restare a casa mia… magari facciamo una cena con
Mauro una di queste sere….
“Ma sei impazzita !!! ma che dici ! ma figurati dai beh ora
vado eh ciao e grazie del caffè!”
Armida alza la mano in segno di saluto ma dopo poco
guarda la macchina del caffè e risponde
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“Ma guarda che non l‟hai mica preso il caffè….”
Chissà per quale motivo a Gloria non è proprio andata giù
la storia di Armida con Stefano.
„Ma vedi quella… ma si deve proprio scopare tutti… anzi
non la si piglia mai nessuno… solo con i miei amici beh
ma non è mica un amico quello Steve‟, pensava tra sé.
I pensieri di Gloria sono affollati e sconvolti; certo è che di
Steve non gli importa nulla ma saperlo tra le braccia di
Armida gli dava un certo fastidio e non sa proprio
spiegarsi il perché… anche se oramai anche il lettore più
sprovveduto avrà sicuramente intuito il motivo..
Gloria è indecisa, un flusso di emozioni incontrollabili la
sta scuotendo vigorosamente, ma non sa ancora come
interpretare e come reagire a queste sensazioni. Decide di
riflettere e di pazientare ancora qualche giorno prima di
fare mossa alcuna.
15. Capitolo
Steve nel frattempo è rimasto a casa di Armida e ha
trovato un lavoro come cameriere precario temporaneo in
nero ma regolare; ovvero era assunto ma tempo
indeterminato, cioè con contratto nazionale ma con lettera
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di licenziamento prefirmata e consegnata al titolare senza
la data; il trattamento economico poi è davvero esemplare:
doveva anticipare 700 euro in contanti per poi ricevere il
bonifico di 900 euro netti. Insomma un ottimo lavoro dati i
tempi ed i contratti che girano.
Gloria invece ha deciso la sua strategia: farsi invitare a
cena per dimostrare ad Armida che Steve è ancora
invaghito di lei;
E così infatti sarà.
La cena viene fissata per un sabato sera qualunque. Per
preparare la cena Steve ed Armida si danno da fare
parecchio per presentare una cena particolare; tutte le
portate
sono
a
base
di
piccole
porzioncine
di
composizione varia; insomma una finger food dinner.
In poco tempo tutti i protagonisti si ritrovano insieme e
pare che la serata sia destinata ad un clamoroso
successo; Gloria con il suo zerbino Mauro, Armida ed il
nostro protagonista.
La cena prosegue con una serie di aneddoti e con una
serie di fragorose e decise risate agli episodi accaduti a
Stefano negli ultimi mesi. Steve ha monopolizzato la
serata dato che ad originalità e stravaganza non è certo
secondo a nessuno. Steve poi si alza per prendere delle
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bottiglie di vino e Gloria ne approfitta per seguirlo e
bloccarlo viso a viso.
“E‟ vero che sei venuto a cercarmi ?!”
“Si è vero te lo ha detto anche Armida…”
“Ed è vero che ti piaccio molto….”
“Beh si mi piacevi ma tu hai deciso di restare con Mauro
sei scappata via senza lasciarmi nemmeno un indirizzo o
mail o telefono ..ed ora c‟è Armida…”
“Si ma ti mi desideri sempre vero … - dice Gloria
muovendosi sinuosamente e strusciando il suo corpo su
quello di Steve
“Beh Gloria ti mi piacevi molto lo sai ma tu ora sei con
Mauro e a me Armida interessa molto..”
“Dai non pensare a Mauro ora…ma non riesci a pensare
ad altro ??”
Nel frattempo Armida nota lo strano scambio di battute tra
i due: Si alza dalla tavola e si dirige verso la cucina. Mauro
la segue. Da dietro la porta aperta della cucina Armida e
Mauro assistono alla scena senza però interferire:
entrambi vogliono vedere fino a che punto Gloria vuole
spingersi…
“Gloria dai … non mi sembra il caso e poi non mi sembra il
momento…”
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“E dai su…” - insiste Gloria scollacciandosi la camicia “non
lo vedi che ti desidero…”
A quel punto Mauro le intima: “Gloria, vieni andiamo a
casa…”
“Mauro, hai visto che sfacciato..”
“Si Gloria, ho visto tutto…è meglio se ce ne andiamo
ora…”
“Si, si hai ragione Mauro .. andiamocene!! … Armida dai
non ti preoccupare non me la prenderò con te… restiamo
amiche vero ??….”
“Si ma ora è meglio che andiamo dai vieni” interrompe
Mauro prendendola per la mano.
Armida e Steve restano muti ed immobili mentre la coppia
esce di casa
“Armida scusami io”
“Taci Stefano, ho visto tutto e …. sei stato fenomenale!”
Armida comincia a piangere tra le risa mentre Steve la
abbraccia e la stringe fortissimo.
FINE
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Stefano Napolitano è nato nel 1968 a Gorizia
dove ha frequentato l’I.T.I.S. “G. Galilei”
diplomandosi nel 1987. Ha conseguito la laurea
in Economia e Commercio presso l’Università
degli Studi di Trieste nel 1998. Dal 1999 risiede
a Padova.
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