Pass-world_Per tutti_24 novembre 2012

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Pass-world_Per tutti_24 novembre 2012
le ragazze, le merci, la confusione. Da adulto, Novecento si accorge che suonare il piano
è il suo grande interesse. Cosi comincia, allieta le serata in sala da ballo con l’orchestra,
e la fama della sua bravura si diffonde anche a terra. Un giorno, raggiunto da queste notizie, Jelly Roll Morton, il più grande pianista jazz, sale a bordo per lanciargli una sfida
pianistica. Novecento accetta e, dopo una fase iniziale di incertezza, si riprende e vince.
Qualche tempo dopo, Novecento annuncia all’amico Max che ha deciso di scendere a
terra. Ma quando è a metà della scaletta, guarda i grattacieli di New York e torna indietro. Dopo la II Guerra Mondiale, il Virginian deve essere demolito. Max sa che Novecento è ancora sopra, lo trova e cerca di farlo scendere. La nave viene fatta esplodere. E
Max continua a raccontare una storia alla quale nessuno crede.
Arte:
Der Wanderer über dem Nebelmeer (Il viandante sul mare di nebbia)
1817 Caspar David Friedrich - Kunsthalle, Hamburg
Percorso formativo attraverso Testi Sacri, cinema, musica e arte rivolto a Giovani e Adulti dai 25 ai 40 anni.
sabato 24 novembre 2012
PER TUTTI
Per chi è spezzato il pane? Di fronte ai bisogni dell’umanità ci sentiamo spesso inadeguati e privi di risorse. Eppure proprio questa inadeguatezza può diventare lo spazio
che si schiude all’azione gratuita. Gesù ci ha mostrato, nel racconto della moltiplicazione dei pani per la folla, che il dono che viene da Dio diventa il criterio dell’esistenza e
rende semplicemente responsabili di un gesto, quello dello spezzare il pane, da continuare nella storia a favore di tutti.
Con responsabilità possiamo raccogliere l’invito
a vivere la logica del dono o liberamente opporci.
Dal Vangelo secondo Luca (9,11-17)
Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del
regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Friedrich amava ritrarre i suoi personaggi di spalle e, nel fare ciò, dimostrò un’originalità
fuori dal comune e dalla tradizione. In questo quadro il suo personaggio, forse il più famoso, guarda, (attonito?), un minaccioso spettacolo della natura che mette i brividi. Un
orizzonte infinito, un paesaggio affascinante ma ostile, un senso di inadeguatezza rispetto all’universo. Il quadro, manifesto della pittura romantica, toglie il respiro e fa sì che lo
spettatore provi una sorta di sublime paura di fronte a ciò che non riesce a misurare sia
dal punto di vista sentimentale che visivo.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la
folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi
date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che
cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a
gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti
quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al
cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a
sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
1° momento - PROVOCATI DALLA PAROLA
Azione Cattolica Italiana - Diocesi di Verona
Settori Adulti e Giovani - Anno Associativo 2012/2013
… di fronte a un bisogno a cui i discepoli non sanno rispondere, se non con parole di
congedo, il Signore Gesù compie il miracolo della moltiplicazione dei pani. Tale gesto
non è un esorcismo e neppure una magia, ma una chiamata a entrare nella sua logica di
dono: chiede cosa hanno con loro, li invita a mettere tutto ciò che hanno a disposizione e,
grazie a questo gesto, il poco diventa molto. Basta avere con sé un pezzettino di pane o
un pesciolino portato per gli altri, senza riserve, e già il rito diventa rifocillante per molti,
anche con l’avanzo.
3° momento - INCONTRIAMOCI
Dopo il tempo che ci siamo concessi per riflettere da soli, cerchiamo in gruppo di condividere ciò che abbiamo pensato. Quello che emerge, in sintesi, verrà riportato in assemblea.
Il vero miracolo che si compie è l’aver fatto entrare i discepoli nella prospettiva del dono: “La bellezza del segno è che Egli non moltiplica propriamente del cibo, bensì la disponibilità di alcuni a prendersi cura della fame altrui”…
4° momento - RIFLESSI DELLA CULTURA
Musica:
L’alba che vuoi (The Sun, 2012) + video
2° momento - INTERROGHIAMOCI
… adesso prendiamoci un momento per noi per far nostro ciò che è stato detto e quello
che emerge dalle seguenti provocazioni …
Siamo più deboli ogni giorno
Ed incapaci di vedere
Pacifisti non per scelta
Impauriti dal dolore
Nemici di noi stessi
Chiusi in casa ad aspettare che fuori cambi il mondo
Ma senza intervenire
Sentirsi inadeguati:
Non si può far nulla! Cosa posso fare io?
Non è la soluzione esatta
Di questo passo non cambieremo mai
Non ci alzeremo mai
Se non muoviamo un passo verso il Paradiso
Lui non verrà da noi
Così mai
Certezze non ne hai
E’ inutile aspettare gli altri
Quando sai che tutto comincia se lo vuoi
Succede che, di fronte ai bisogni di chi ci sta accanto oppure di fronte alla necessità di
cambiare o migliorare il sistema di vita ci lasciamo sopraffare da un senso di inadeguatezza, avvertiamo il peso della sproporzione tra le nostre forze e il bisogno. Viene voglia
di lasciar perdere, non si riesce a intravvedere un’opportunità, né una risorsa a cui attingere. Si fa strada la sfiducia in noi stessi.
Di fronte al bivio: o dono o possesso!
Non penso che il Coraggio sia un valore del passato
E che la voglia di cambiare assomigli ad un reato
Che questa indifferenza
sia soltanto un modo più educato
Di mandare avanti tutto così come te l’han dato
Tutto comincia se lo vuoi
Solo se lo vuoi!
Solo se lo vuoi!
Il senso di inadeguatezza ci accompagna. Come uscirne? Nel nostro mondo, disponiamo
di una quantità smisurata di mezzi, ai quali però rischiamo di consegnare noi stessi, divenendo schiavi delle cose e non più liberi di vivere secondo i più profondi valori umani
iscritti nell’interiorità.
Così affermava, già in modo profetico, il pensatore indiano R. Tagore. “Facendo uso
delle cose materiali che possiede, l’uomo deve stare in guardia e proteggersi dalla loro
tirannia. Se, crescendo, resta debole e non impara a difendersi, allora inizia un processo
di lento suicidio dovuto al dissecarsi dell’anima”.
Questo monito, dopo quasi un secolo, vale ancora? Il nostro modo di pensare, progettare, investire rischia effettivamente di essere succube delle cose e dell’avidità di
possedere?
PER APPROFONDIRE (Lumen Gentium, n. 33b)
… ma i laici sono soprattutto chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle
circostanze, in cui essa non può diventare sale della terra se non per loro mezzo. Così ogni laico, in virtù
dei doni che gli sono stati fatti, è testimonio e insieme vivo strumento della stessa missione della Chiesa
“secondo la misura del dono del Cristo” (Ef 4,7).
Cinema:
La leggenda del pianista sull’oceano
(Italia, USA, 1998) regia di Giuseppe Tornatore
Un neonato viene trovato in un cesto nascosto a bordo del transatlantico Virginian che fa il percorso tra l’Europa e l’America. Lo prende con
sé un operaio fuochista e gli dà il nome di Novecento, in omaggio al
ventesimo secolo che sta cominciando. Novecento rimane sulla nave e,
dopo la morte del padre adottivo, tutto l’equipaggio lo aiuta a crescere.
Il ragazzino osserva il variopinto mondo dei passeggeri: i ricchi signori
in prima classe, gli emigranti che sognano una nuova vita in America,