Akhtamar On Line num 159 - Comunità Armena di Roma
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Akhtamar On Line num 159 - Comunità Armena di Roma
1 Anno 8, Numero 159 Akhtamar on line WWW.COMUNITAARMENA.IT 15 maggio 13—XCIX M.Y. Akhtamar on line Democrazia capitale Il 5 maggio Yerevan ha scelto il suo sindaco Ogni appuntamento elettorale, politico od amministrativo che sia, puntella la scelta europea e democratica dell’Armenia. Ecco perchè le istituzioni politiche, governo od opposizione che siano, rappresentano il testimonial della nazione di fronte a Bruxelles. Mentre nei paesi confinanti il rispetto delle regole della democrazia pare giorno dopo giorno sempre più un miraggio, in Armenia a piccoli passi si costruisce uno stato nuovo, più mo- derno, più democratico e partecipativo. Quelle del 5 maggio sono state le seconde elezioni amministrative del Consiglio degli Anziani della capitale. Fino al 2009 le nomine erano squisitamente politiche: oggi i cittadini del cuore dell’Armenia non scelgono direttamente il sindaco ma lo indicano attraverso l’espressione a favore dei partiti. Non siamo ancora ai livelli di democrazia compiuta ma ci stiamo avvicinando. Come in tutte le lezioni armene che si rispettino non sono mancate le polemiche prima e dopo il voto. Non abbiamo dubbi sul fatto che, anche in Armenia, la politica sia una “sporca cosa” (per lo meno interpretata in un certo modo) e d’altronde non possiamo certo noi italiani stupirci più di tanto se per un posto di consigliere comunale gli aspiranti candidati nostrani arrivano a spendere decine di migliaia di euro in campagna elettorale Anche ... (segue pag.2) Sommario Elezioni di Yerevan 1-2 L’armenia tiene la droga lontana 3 L’eccidio degli armeni prima del XX sec 4 La voce dell’Artsakh 5 Shirak campione 6 Qui Armenia 6 Nuovo ambasciatore presso santa Sede 7 Bollettino interno di iniziativa armena 2 Akhtamar Partito Voti % PARTITO REPUBBLICANO 235.512 55,86 ARMENIA PROSPERA 97.189 23.05 BAREV YEREVAN 35.732 8,47 ANC (Congresso nazionale Armeno) 18.499 4,39 ARF (Federazione Armena Rivoluz) 15.999 3,79 ORINATS YERKIR (Governo legge) 15.733 3,73 ARAKELUTYUN (Missione) 2.692 0,64 Totale votanti (su 829.000) 436.590 53,55 Voti nulli 15.250 Voti non validi questa volta non sono mancate accuse e polemiche che tuttavia, stando alle cronache ed al resoconto degli osservatori internazionali, non hanno superato una certa soglia fisiologica. L’opposizione non esce bene dalla prova elettorale: colpisce il modesto risultato di “Barev Yerevan”, il blocco di liste appoggiato dall’ex ministro degli esteri Havhannesyan, e quello dell’Armenian National Congress (dell’ex presidente terPetrossyan). Insieme alla alta percentuale di astenuti, è un segnale che l’opposizione non riesce, Elezioni del Consiglio dal 2009 Le prime elezioni del Consiglio municipale di Yerevan si sono tenute nel 2009. Fino ad allora la nomina del sindaco della capitale era squisitamente politica. Ma il cammino di questo primo quadriennio è stato piuttosto travagliato. Nel 2009, infatti, si impose Gagik Beglaryan (Partito Repubblicano) che raccolse il 47,43% di voti e conquistò 49 dei 90 seggi a disposizione. Lo stesso Beglaryan tuttavia fu costretto a dimettersi nel dicembre 2010 in quanto coinvolto in uno scandalo finanziario. Al suo posto subentrò Karen Karapetyan, chiamato a reggere la municipalità dopo il precipitoso abbandono del suo predecessore. Ma anche il mandato di Karapetyan, passato alle cronache per la sua crociata contro i venditori ambulanti nelle strade della capitale, ebbe breve vita giacché lo scorso anno si è dimesso dalla carica di sindaco per andare ad occupare un posto dirigenziale in una società privata. Al suo posto è subentrato l’uscente ed ora riconfermato Taron Margaryan. Alle elezioni 2009, oltre al Partito Repubblicano, conquistarono seggi il partito “Armenia Prospera” con il 22,65% dei voti e 23 seggi e il “Congresso nazionale Armeno” (ANC) con il 17,57% dei voti e 18 seggi. Le altre formazioni politiche in lizza ANNO 8, NUMERO 159 on line non ottennero voti sufficienti a superare lo sbarramento elettorale ed a conquistare i seggi al parlamento municipale. Il Consiglio municipale si chiama in realtà “Consiglio degli anziani” che, secondo la legge sull’autogoverno della capitale, è il corpo supremo dell’attività politica con compiti di controllo sull’operato del sindaco. I lavori sono anche articolati su quattro Commissioni: 1) finanza e credito, commercio e servizi, trasporti e strade; 2) educazione, cultura, gioventù, sicurezza sociale e sport; 3) sviluppo urbano, territorio, protezione ambientale; 4) affari legali. Il mandato dei consiglieri è quadriennale. Sono proprio i consiglieri ad eleggere il sindaco: non si tratta quindi di una elezione diretta del Primo Cittadino 288 non è capace, di veicolare il disagio popolare che pure è innegabile e scandito dai flussi emigratori e dalla crisi economica non ancora lasciata alle spalle. Le elezioni municipali di Yerevan confermano la solidità del partito di governo (il repubblicano) e dell’apparato istituzionale che lo appoggia. I nostri lettori sanno che, per scelta editoriale, rifuggiamo dall’addentrarci su queste colonne in commenti sulla politica dell’Armenia. E però, a chiosa della notizia delle lezioni, non possiamo esimerci da qualche rapida considerazione. In primo luogo che l’alta percentuale di astenuti è,come detto, indice di un malessere; ma che al tempo stesso nessuno riesce a esercitare un vero ruolo di opposizione: troppo divisa, troppo “estemporanea”, non in grado di esprimere un leader ed una vera alternativa di governo. Rifugiarsi nelle consuete doglianze post elettorali serve poco: per quanti brogli possano mai essere accaduti, è davvero difficile pensare che il risultato del 5 maggio o di tre mesi fa potesse essere completamente sovvertito. Sembra quasi un alibi per giustificare una performance politica non all’altezza. Né si può accusare chi fa parte dell’apparato statale ed istituzionale di appoggiare il partito di governo. Ecco, tutti devono fare la loro parte: l’opposizione controllando ed il governo governando. Nel rispetto delle regole democratiche, per un’Armenia sempre più europea e trasparente. Pagina 2 3 Akhtamar on line L’Armenia tiene la droga lontana L’ultimo rapporto 2013 del Dipartimento di Stato USA, International Narcotics Control Strategy Report (INCSR), è confortante. Poichè l’Armenia, e non per sua libera scelta, è praticamente chiusa su due lati (quello azero e quello turco) e con pochissimi e difficoltosi accessi a nord (Georgia) e sud (Iran), essa diviene di fatto un paese poco appetibile per i trafficanti di droga. Piccolo, con limitati e controllati collegamenti, non è adatto a chi lo vuole utilizzare come passaggio di transito per i propri loschi commerci. Inoltre l’Armenia sta intensificando l’attenzione alle proprie frontiere aperte, proprio per prevenire tale commercio; grazie ad accordi specifici con l’Unione Europea e gli Stati Uniti stessi sono stati completati corsi di formazione per le forze di sicurezza mirati alla prevenzione del traffico di stupefacenti. Anche lo scalo aeroportuale di Zvarnots nonché la stazione centrale degli autobus di Yerevan hanno implementato le proprie risorse a disposizione ed organizzato corsi ad hoc. Questa barriera, naturale e politica, ha consentito di bloccare i grandi flussi che dall’Asia centrale, in particolare dall’Afghanistan, corrono verso l’Europa attraverso le vie della droga (Iran, Turchia e Balcani in primo luogo). La frontiera orientale iraniana a lungo è stato un vero e proprio colabrodo nel quale si infilavano i narcotrafficanti; ad un certo punto Tehran si è accorta che la mala pianta della droga stava attecchendo anche lì e che la diffusione delle droghe anche pesanti era divenuto un problema endemico che contagiava centinaia di migliaia di giovani. Una più rigida attenzione ai confini di nord est, Turkmenistan, Afghanistan e Pakistan (in quest’ultimo secondo il più recente rapporto quasi il 6% degli adulti, oltre sei milioni di persone, è consumatore abituale di droga ) ha cominciato a far sentire, sia pure molto lentamente i suoi benefici effetti. Detto questo, però, non possiamo dire che l’Armenia sia del tutto esente dal problema della droga: innazitutto, per quanto serrate siano le maglie della difesa dei confini e dei valichi (nella foto di IWPR il posto doganale di Meghri), esse presentano comunque dei buchi; inoltre la produzione interna, canapa indiana e papaveri in prima posizione, per quanto limitata riesce comunque a creare un “mercato”. Il territorio montuoso, ed a tratti selvaggio ed impervio, può favorire la creazione di coltivazioni isolate, in alcuni casi anche spontanee. Da qualche anno, ad agosto, il governo attua misure di distruzione di tali coltivazioni e nel solo 2012 sono state numerose le tonnellate di erbacee oggetto di tali provvedimenti. Gli analisti dicono che l’eroina (poca, a dire il vero) arriva attraverso l’Iran e in misura molto marginale da Russia e Una battaglia di numeri Quanti sono ufficialmente gli armeni dediti alla droga? I dati diffusi dal Dipartimento di Stato americano e dall’agenzia delle Nazioni Unite parlano di una modesta incidenza del fenomeno droga in Armenia. Ma all’interno del paese i dati sono contrastanti e non tutti sono d’accordo. Di sicuro c’è stato, negli ultimi anni, un aumento di persone ufficialmente riconosciute come tossicodipendenti; le cifre fornite sono sufficientemente eloquenti. Però bisogna anche intendersi sul concetto di “tossicodipendente”, giacché in un paese fortemente proibizionista e poco permissivo sul fronte droga c’è il rischio che venga classificato come tale anche il ragazzetto pizzicato a fumarsi uno spinello; che non è la stessa cosa di chi consuma droghe pesanti. Sui numeri si gioca dunque la questione. I dati dicono che il totale dei consumatori è passato da 1700 nel 2010, ai 2900 del 2011 fino ai 3900 dello scorso anno. Però si tratta del numero di coloro ufficial- ANNO 8, NUMERO 159 mente registrati ai dispensari sanitari: questo dato quindi potrebbe anche essere letto in modo diverso; ossia che, anche a causa della crisi economica, stanno uscendo “allo scoperto” coloro che fino a qualche tempo fa si “organizzavano” da soli e che ora hanno invece bisogno di aiuto dallo stato. Ma per altri ancora, la chiave di lettura è pessimistica: se questi sono i “drogati ufficiali” quanti ve ne saranno in tutta la nazione? 12000 eroinomani e circa il doppio che fa uso di marijuana. Niente rispetto ai milioni di iraniani o ai trecentomila georgiani. Ma un numero che, se vero, sarebbe comunque elevato per la piccola Armenia. Difficile però ipotizzare che nelle aree rurali dell’Armenia vi possa essere una notevole diffusione di droga, o quantomeno di quella pesante o sintetica . Il fenomeno è prettamente urbano e quindi contenibile e soprattutto monitorabile. La maggiore insidia oggi viene dalle pastiglie facilmente commercializzabili anche dall’estero. Turchia; la cannabis (marijuana) è locale, mentre le droghe sintetiche arrivano in Armenia via aereo. Il mercato on line consente anche acquisti in rete e spedizione garantita. Le statistiche rilasciate dall’agenzia delle Nazioni Unite dedicata al problema droga dicono che il consumo locale è molto limitato. Ma in Armenia è battaglia di cifre (vedi riquadro) : si scontrano, sostanzialmente, due scuole di pensiero. La prima tende a minimizzare il problema (che, come in tutti i paesi del mondo, c’è e non può essere negato anche se i numeri sono piccoli); la seconda rappresenta invece la preoccupazione di chi vede la diffusione della droga in pericolosa crescita. La sempre più marcata occidentalizzazione e modernizzazione del paese importa, in buona sostanza, anche i cattivi vizi del resto del mondo. Però l’Armenia non può permettersi di perdere i propri figli per strada, non può rinunciare a tali risorse, alla loro vitalità. Contro la droga le istituzioni, le forze dell’ordine, l’opinione pubblica devono fare quadrato: essere inflessibili contro i mercanti, aiutare chi è caduto nella trappola, creare le condizioni sociali ed economiche che favoriscano l’allontanamento del vizio, qualunque esso sia. I NUMERI DEL 2012 Tossicodipendenti registrati: 3894 Droga confiscata (2011): 128 kg Violazioni legge sulla droga (spaccio): 1525 Casi trattati in cliniche specializzate: 350-400 Casi di Epatite C registrati (2011): 80 % tossicodipendenti sotto i 35 anni: 40% % tossicodipendenti donne: 20% Decessi per overdose registrati: 10 Droghe più diffuse: oppio, cannabis, Subutex (pasticche provenienti dalla Francia) Pagina 3 4 Akhtamar L’ECCIDIO DEGLI ARMENI PRIMA DEL XX SECOLO Il romanzo di Edgar Hilsenrath “La fiaba dell’ultimo pensiero” è un libro che forse più di tanti saggi storici racconta e illustra meglio la tragedia degli Armeni sottoposti all’Impero ottomano nel corso del primo conflitto mondiale. Da alcuni anni, finalmente, la storia ha sollevato il velo del silenzio e della dimenticanza del primo genocidio del XX secolo. Uno sterminio che doveva risolvere un problema etnico e politico che sembrava dover costituire una spina nel fianco per il “Grande malato” dell’Europa: l’impero di Costantinopoli insidiato dalle spinte centrifughe interne e dalla paura di una quinta colonna sostenitrice della Russia. Non è un caso che l’Autore di questo volume sia stato un ebreo sfuggito ai carnefici nazisti. Ma si sta scrivendo da anni, dunque, questa storia di morte, di persecuzione e di rinascita. Ed io non voglio soffermarmi solo su questo drammatico momento. Piuttosto ricordare anche i prodromi, gli inizi, i primi soffi del male che si avventarono sul popolo armeno e in più occasioni prepararono la grande persecuzione che si scatenò a partire dal 1915. Erivan, Giulfa, Ispahan, sono i nomi delle città che per gli Europei costituiscono luoghi di sogno e di favola. Per gli Armeni antichi, aree mobili, a cavallo fra stati spesso in guerra tra loro, luoghi di patria, di casa e di fuga. Perché anche gli Armeni come gli Ebrei avevano la capacità di trasferirsi, adattarsi, vivere e fiorire in terre diverse e lontane fra loro, eppure in grado di diventare parte della loro storia. Alla fine del XVI secolo, i Turchi sfondarono le resistenze persiane, l’Armenia, la Georgia, e penetrarono nelle pianure dell’Azerbaigian. Per fare terra bruciata dinanzi all’invasione ottomana e per avere a disposizione una comunità progredita e dedita al commercio, l’imperatore di Persia ordinava nel 1604 anche su invito degli stessi Armeni di Erivan i quali gli chiedevano di essere liberati dal dominio turco- che la loro comunità fosse trasferita in diverse arti del suo Impero. Rasa al suolo la città, gli Armeni vennero trasferiti in 24 ore in varie città della Persia. Innanzitutto presso Fahrbad, nuova città del Mazandaran; poi in Azerbaigian: a Tabriz, Salmas, Khorsrowa, Malham, Khoy, ANNO 8, NUMERO 159 Mahlazan; nel Khuzistan. La maggior parte venne spostata a Ispahan e ricevette l’invito della Scià a fondare una propria città, la nuova Giulfa, a una ventina di chilometri da Ispahan. Il viaggio era stato terribile. Gli Armeni furono costretti a portare con loro solo l’indispensabile, e ad abbandonare mobili e ricchezze. Si dice che ingenti tesori fossero nascosti sotto i pavimenti delle case abbandonate, distrutte insieme all’intera città dall’esercito persiano. La marcia verso le mete designate fu tragica. Gli Armeni furono costretti a lunghissime marce e molti fra loro morirono per la fatica. A loro lo Scià Abbas prestò 4.000 tomani a testa per affrontare le spese del viaggio e della costruzione . Ma già nel 1613 ne pretendeva la restituzione, pena la cessione dei figli o il passaggio al credo musulmano. Nel 1621 la persecuzione si estese a tutti i villaggi in cui si trovavano e coinvolse tutti gli altri Cristiani e i mandei, e causò il martirio di cinque giovani Armeni cattolici. Nel 1654 la comunità di Nakhchivan era stata quasi eliminata e nel 1673 furono perseguitati gli Armeni di Giulfa. In Turchia la Comunità ebbe una memorabile persecuzione dopo che società nazionali di irredentisti si erano formate a Londra. Erano associazioni “romantiche” e disorganizzate. E alla loro propaganda si accompagnò nel 1894 la rivolta interna sulle montagne di Sassun. Fu allora che il reggimentio turco degli Hamidiè, formato da soldati curdi, circassi e turchi, effettuò un vero genocidio che colpì gli Armeni da Costantinopoli a Trebisonda Erzurum ,Sivas, Cesarea. Gli Stati occidentali rimasero a lungo incapaci di agire, e la stessa regina Vittoria rivolse in quella occasione un rimprovero veemente al suo Governo che accusò di inefficiente silenzio. E quando le Potenze europee, ottennero dal Sultano un decreto di autonomia per le Comunità cristiane, una parte della popolazione islamica chiese il ritorno alla persecuzione per sopprimerne la possibilità. In quella occasione il Sultano chiese poi al Papa Leone XIII di intervenire quale mediatore con le Potenze europee. Ma la persecuzione aveva causato un primo genocidio con circa 100.000 Ar- on line di Carmelo Currò Troiano meni uccisi, tra cui 8 vescovi e 190 sacerdoti. Il grande massacro fu seguito dall’altro più feroce nella prima guerra mondiale. Ma è bene ricordare anche questo di fine Ottocento, prodromo dei delitti contro l’uomo di cui il XX secolo si sarebbe indelebilmente macchiato. Dichiarazione di infamia per tutti coloro che tacquero e finsero di non vedere. CARMELO CURRÒ TROIANO Lo scrittore ebreo Edgar Hilsenrath è nato a Lipsia nel 1926 e vive a Berlino. Con la madre fuggì in Romania per sfuggire alle persecuzioni, ma lì venne comunque rinchiuso nel ghetto di Cernauti. Il suo maggior successo editoriale è proprio Das Märchen vom letzten Gedanken (La fiaba dell’ultimo pensiero) incentrato sulle persecuzioni contro gli armeni e pubblicato in Italia da Marcos y Marcos (544 pagine, 18 euro). Un titolo che può trarre in inganno, quasi spensierato nel suo fanciullesco riferimento alla favola, e dietro il quale tuttavia si cela tutto il passato doloroso dell’autore. Ed è singolare come due pietre miliari della letteratura sul popolo armeno siano proprio uscite dalla penna di due ebrei come Franz Wefel e Hilsenrath Pagina 4 5 Akhtamar on line la voce dell’Artsakh Nuovi scavi in programma a Tigranocerta Il prossimo 25 giugno partirà un nuovo piano di scavo dei resti di Tigranocerta (qui a lato una riproduzione virtuale) in Artsakh. L’intervento archeologico si prolungherà sino ad agosto inoltrato. Lo ha annunciato Hamlet Petrosyan, il capo della spedizione, che ha precisato che l’obiettivo della stessa sarà il recupero di alcune nuove tombe già individuate in precedenti ricognizioni. Il governo ha messo a disposizione poco più di quarantamila euro per finanziare il progetto al quale prenderanno parte una quindicina di perosne divise in quattro specifici gruppi di intervento. Per loro il presidente ha messo a disposizione anche un alloggio al fine di agevolare il lavoro in questi mesi estivi. Gli scavi della prossima estate fanno parte di un progetto di ampio respiro che prevede anche l’apliamento dello spazio museale dedicato al sito (35000 visitatori solo lo scorso anno) e un catalogo illustrativo al quale Petrosyan lavora da tempo., sin da quando cominciò i suoi interventi NUOVA l’Azerbaigian. Non era, presumibilmente, la capitale del regno di armenia ma una delle residenze del re Tigrane: si conoscono infatti altri tre siti identificabili come Tigranocerta e quello nei pressi dell’attuale Sivas è probabilmente riferibile alla capitale che il re volle spostare da Artaxata più a sud. Ad ogni buon conto il sito dell’Artsakh è interssantissimo per la’nalisi delle tecniche costruttive utilizzate all’epoca. STEPANAKERT CRESCE L’ECONOMIA DELL’ARTSAKH SCUOLA A Anche in Artsakh l’istruzione ha un’importanza fondamentale. Così, nel consolidamento del nuovo stato, le istituzioni pongono la scuola al centro del modello formativo delle nuove generazioni. A Stepanakert è stato lo stesso presidente Bako Sahakyan ad intervenire nella cerimonia di inaugurazione della Scuola secondaria n°3 in un edificio completamente rinnovato per fornire ai giovani alunni condizioni di studio adeguate. La particolarità del nuovo istituto è quella che utilizzerà il russo come lingua base per le lezioni. Il presidente, accompagnato da autorità civili e religiose, ha voluto ringraziare i filantropi armeno-russi che hanno contribuito alla realizzazione del nuovo complesso scolastico. Con loro ha fatto anche visita al Centro ANNO 8, NUMERO 159 nel 2005 per riportare alla luce l’insediamento creato dal re armeno Tigrane II (detto Il Grande) vissuto tra il 140 ed il 55 a.C., riuscito a tenere testa per otto anni consecutivi al potente esercito romano di Lucullo che al termine della sua campagna in Armenia non risucì a sconfiggere definitivamente Tigrane. L’insedimaneto dell’Artsakh si trova non lontano da AKna (Agdam) a pochi chilomteri dalla linea di demarcazione con Per l’Infanzia e l’Adolescenza, anch’esso fatto oggetto di lavori di riqualificazione. Avere un modello educativo che rispecchia gli standard internazionali è precondizione necessaria al dialogo ed alla diffusione della cultura, come ha sottolineato il presidente nella cerimonia di inaugurazione della scuola. Buone notizie dal fronte economico per la repubblica dell’Artsakh. Nel corso di un incontro con gli studenti dell’Università statale dell’Artsakh, il Primo Ministro Ara Harutyunyan ha indicato tra l’undici ed il quindici per cento il tasso di crescita economico annuo della repubblica previsto nel prossimo quinquennio. Nel 2012 il Prodotto Interno Lordo (PIL) è cresciuto del 9,9%: un dato significativo soprattutto se comparato con le crescite dei paesi confinanti, Armenia (7,7%) ed Azerbaigian (2,2%). Un dato che testimonia che, facendo ovviamente tutte le debite proporzioni, l’economia dell’Artsakh sta tirando, è in crescita, la società si sviluppa. Buone notizie, dunque. Pagina 5 6 Akhtamar on line SHIRAK CAMPIONE Il lungo, estenuante, campionato di calcio armeno dell’edizione 2012-13 ha dato il suo primo e più importante verdetto con due giornate di anticipo. Lo Shirak dopo un lungo testa a testa con il MIKA ha conquistato lo scudetto il tre maggio grazie al successo in casa del Pyunik e la contestuale sconfitta del MIKA sul campo del fanalino di coda Banants. Dopo quattordici anni, dunque, lo Shirak riconquista il titolo e questa estate avrà il diritto di disputare i preliminari di Champion League. La squadra della seconda città dell’Armeni, Gyumri, è stata fondata nel 1958 è uno dei più vecchi club del paese. Vanta nel suo palmares tre scudetti ed altrettante supercoppe nazionali. Nelle sue partecipazioni ai tornei continentali (Champions league, Uefa league e Intertoto) non è mai andata oltre i preliminari. L’ultima edizione del campionato armeno (Bardsragujn chumb) è stata, come detto, molto lunga. Iniziata a marzo 2012 si è chiusa quattordici mesi dopo, con 42 partite ed un triplo girone di andata e ritorno organizzato al fine di riallineare il torneo armeno a quelli dell’Europa continentale. Dal prossimo anno, dunque, si comincerà a fine estate e si terminerà a fine maggio come avviene anche in Italia. Ciò anche per favorire le prestazioni della nazionale calibrando gli impegni con il torneo. Per info sul calcio armeno vai al sito CALCIO ARMENIA: https://sites.google.com/site/calcioarmenia/home Qui Armenia ARMENIA E SWAZILAND L’Armenia e lo Swaziland (Africa del sud) hanno ufficialmente allacciato relazioni diplomatiche. Un protocollo d’intesa è stato siglato dai rispettivi rappresentanti diplomatici alle Nazioni Unite lo scorso 3 maggio. UNA NOTTE AL MUSEO Anche l’Armenia ha aderito all’iniziativa europea della Notte dei musei che rimarranno aperti il prossimo sabato 18 maggio. Il 22 il ministero della cultura ha anche organizzato un forum per discutere dello sviluppo museale nel Paese. DIVORZI L’Armenia è in linea con il resto dell’Europa per quanto riguarda la percentuale di divorzi che mediamente colpiscono le coppie in fascia di età fra i trenta ed i quaranta anni. Crisi economica, fattori psicologici ma anche ANNO 8, NUMERO 159 relazioni extra coniugali sono anche in Armenia le cause più frequenti per l’annullamento del vincolo ma-trimoniale. Secondo alcuni sociologi, una dei motivi determinanti del divorzio è anche la scarsa consapevolezza degli obblighi e delle responsabilità che l’unione comporta; per questo alcuni suggeriscono di alzare l’età minima per contrarre matrimonio dai 18 ai 21 anni. GELATI ARMENI Sorprenderà forse sapere che in Armenia operano ben nove fabbriche che producono gelati. Nel solo primo quadrimestre del 2013 (quindi per buona parte dell’inverno) sono stati prodotti ben 422.000 litri di gelato, così come comunica il Servizio Nazionale di Statistica. Rispetto all’anno passato la produzione è più che triplicata. È cambiato il gusto alimentare degli armeni o l’inverno è stato molto caldo? FORESTE D’ARMENIA Anno dopo anno per fortuna l’Armenia è sempre più verde. Prosegue, infatti, senza sosta il programma di rimboschimento del territorio un tempo verdissimo ma che subì le pesanti conseguenze della crisi energetica della fine degli anni Ottanta con il taglio di milioni di alberi usati per riscaldare le case in inverni polari. 289.400 ettari (su un totale utilizzabile di 334.200, pari al 86,6%) sono ora coperti da foreste. Nel solo 2012 sono stati forestati altri 111.200 ettari. Diminuisce per fortuna il numero di ettari bruciati da incendi (240 contro i 470 del 2011) e degli alberi tagliati illegalmente (1186 contro i 1690 dell’anno precedente). L’Armenia deve puntare ad una riqualificazione ecologica e pae-saggistica del suo già splendido territorio. Il piano di rimboschimento è fondamentale e da sostenere. Pagina 6 7 Akhtamar WWW.COMUNITAARMENA.IT Bollettino interno a cura di comunitaarmena.it Q U E S T A P U B B L I C A Z I ON E E ’ E D I T A CON IL FAVORE DEL MINISTERO DELLA DIASPORA il numero 160 esce il 1 giu 2013 on line IL NUOVO AMBASCIATORE ARMENO PRESSO LA SANTA SEDE È stato nominato il 7 marzo scorso ambasciatore della repubblica di Armenia presso la Santa Sede ed ha presentato le sue credenziali in Vaticano il 30 aprile. Mikael Minasyan è il secondo diplomatico armeno che arriva a Roma dall’inizio dell’anno. Lo ha preceduto di un paio di mesi l’amb. Sargis Ghazaryan che rappresenta Yerevan presso lo stato italiano. Minasyan, anche lui giovane come il collega, anche lui con ottima conoscenza della lingua italiana, è un giornalista come ama definirsi prestato alla politica. Genero del presidente Sargsyan, è il primo titolare della nuova ambasciata che l’Armenia ha deciso di aprire presso la Santa Sede. Lo scopo della sua missione è quello di rafforzare i profondi legami, culturali e soprattutto religiosi, tra i due stati. La positiva reazione di Peter Wells, prefetto per gli Affari Internazionali del Segretariato di Stato vaticano ci incoraggia a ritenere importante e già riuscito questo passaggio diplomatico. Abbiamo già avuto modo di ribadire in altre occasioni che l’Armenia, priva di quelle risorse ed armi in mano a turchi ed azeri, deve puntare sullo sviluppo delle relazioni internazionali come strumento per riaffermare i propri principi sulle due questioni al centro della sua politica internazionale: riconoscimento del genocidio e tutela dell’autodeterminazione dell’Artsakh. In questo senso deve essere interpretata la missione di Minasyan che nonostante la giovane età è considerato in patria un consigliere molto ascoltato, posato, attento al rispetto dei ruoli, capace di valutare con attenzione i differenti profili di ogni situazione. Non a caso ha avuto spesso ruoli di organizzatore anche all’interno del Partito Repubblicano di governo e spesso - così dicono le cronache - è stato consulente politico apprezzato ed ascoltato anche nella sua qualità di vice capo dell’ufficio presidenziale. Anche a lui giungano dunque i nostri migliori auguri per l’incarico appena ricevuto. w w w. k a ra b a k h. i t I nf or m az i one q uot i di a na i n i t al i a no s ul l ’ Ar t s a kh V is ita il s ito , in fo r ma t i e so st ien i la lo tta d i l ib er tà d e g l i a rm en i d el Na g o rn o Ka ra b a kh !