In Olanda - Living Inside

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In Olanda - Living Inside
In apertura, un ritratto
di Coenraad de Kok,
fotografo e proprietario
della casa. Nella pagina a
destra, il salotto visto
dallo studio, attraverso
la hall. La disposizione
simmetrica delle stanze
regala un effetto di “fuga”.
In Olanda
Dandy style
l a si m m e t r i a e l’a mor e pe r
l a sce nogr a f i a pe r coe n r a a d de kok
sono i m pr esci n di bi l i. sol o così bi a nch i
e bl u com e qu e l l i de l l e ce r a m ich e di
de l f t, pez z i di a n t iqua r i at o e u n t occo
di mode r n i tà p ossono con v i v e r e
b aci at i da u na l uce a l l a v e r m e e r
di Yvonne Bakker, foto John Dummer/Taverne/Living Inside, testo Fabio Sindici
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In primo piano, un gruppo
di statuine, busti, vasi decorati,
alcuni tra gli oggetti che il
proprietario ama raccogliere nei
mercatini antiquari e alle aste.
A destra, lo studio visto dal
salotto, con la sensazione di fuga
aumentata dai disegni diversi dei
pavimenti, si nota in fondo, la
nicchia con la copia della scultura
di Michelangelo, sopra il camino.
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Due visuali del salone:
nella foto piccola si nota
l’accostamento dei colori
bianco e blu notte
nei mobili, nel pavimento,
sulle pareti; nell’immagine
a destra, dettaglio su uno
dei ritratti d’epoca
accanto a un servizio
di porcellana decorato.
Ogni casa - parliamo delle case fortemente volute, desiderate,
pensate - ha un suo genius loci. Uno spirito locale e protettore
che sembra tenere insieme luci e arredi, stanze e corridoi, tende
e dipinti; persino gli oggetti dimenticati negli angoli, e le ombre
improvvise negli specchi, assumono un senso grazie alle arti di
questo genio domestico. La dimora olandese di Coenraad de
Kok ne ha sicuramente uno al suo servizio. Con l’amore della
simmetria e, insieme, il piacere del caso. Così i gruppi di busti,
statuine, suppellettili che affollano le commode e i tavolini trovano sempre il giusto richiamo nella prospettiva delle sale, nella
nicchia sopra un camino riempita da una copia di Michelangelo,
nel fregio sullo stipite di una porta. E le mattonelle che rimandano allo splendore dei blu e dei bianchi delle porcellane di Delft, le sale che ricordano da lontano qualche intimità abbagliante
di Vermeer, e più da vicino un neoclassico rivisitato senza complessi, si combinano con elementi moderni, con le rare intrusioni contemporanee di un frigorifero in acciaio, o con specchi
adesivi nell’ingresso disposti a imitazione delle gallerie di specchi del Settecento. È una casa molto olandese nello spirito. Mescola la chiarezza cartesiana degli ambienti con il disordine delle collezioni raccolte in modo disparato. Un misto di caso e necessità, come dovevano essere le abitazioni dei mercanti dei
Paesi Bassi. E riflette il carattere del proprietario, fotografo e
titolare di un negozio di ceramiche d’arte (“Ceramica” nella città
di Den Bosch) che questa dimora ottocentesca l’ha fortemente
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Poltrone settecentesche,
tappeti orientali, un vecchio
orologio a pendolo: nella
biblioteca, de Kok disegna
uno spazio borghese
reinventato, dove alle
dorature del legno delle
sedie si unisce la cornice
del camino, a creare
un ambiente raccolto.
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Nella cucina, che dà
sul giardino, il gusto del
proprietario per gli arredi
d’epoca gioca a contrasto
con il metallo e il taglio
hi-tech del frigorifero
e degli elettrodomestici.
Nella pagina a destra,
un cesto di frutta, dettaglio
che richiama le nature morte
dipinte appese alle pareti.
“Per questa casa ho cercato il
quadro giusto, mercatino dopo
mercatino, asta dopo asta. Alcuni
mobili sono stati addirittura
raccolti dalla strada e recuperati”
voluta e pensata. “E salvata, letteralmente, dalla demolizione”,
spiega. “L’ho poi composta con lenta pazienza. E senza spendere molto”, assicura. “Cercando il quadro giusto, mercatino dopo
mercatino, asta dopo asta. Alcuni mobili sono stati addirittura
raccolti dalla strada, e recuperati”. E poi, utilizzando il suo gusto
delle ceramiche utilizzate per fare l’orlo alle pareti di un bagno,
o a formare composizioni in cucina. I colori che dominano nella
casa, come nelle celebri ceramiche olandesi, sono il bianco e il
blu. Di un blu notturno, punteggiato di stelle, sono le pareti del
salone dove risaltano ritratti e diversi dipinti d’epoca, frutto della caccia metodica di de Kok nei mercatini antiquari. I vecchi pavimenti di assi di legno sono stati sbiancati, così come alcuni
tavoli, mentre altri mobili mostrano un bianco quasi laccato.
Servizi d’epoca di porcellana sono messi in mostra, accostati a
fiori, quasi per un allestimento domestico. È la casa di un vero
dandy, con il gusto della raccolta, delle collezioni e della scenografia. Nella biblioteca, Coenraad si permette il lusso e la voluttà delle dorature delle poltrone fine ’700, una scala che si arrampica sugli scaffali di legno antico, mentre la sua camera da
letto ha la calma del bianco ritmato in leggere variazioni, dal
gesso del busto di Molière alle tende, dalle pareti ai cuscini. Nello studio la fa da protagonista un candeliere veneziano. In un’altra camera da letto gli stili s’intersecano, come i colori: bianco e
azzurro, un camino di marmo fa da cornice a una vecchia stufa,
un copriletto “cosy” rallegra un bel letto a baldacchino in ferro.
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Camere da letto: nella foto
grande a sinistra, quella
padronale, con il busto
di Molière che sorveglia
un ambiente dominato dal
bianco, mosso in maniera
leggera dalle variazioni di
tinta. Nella piccola, un’altra
camera da letto, con i soffitti
azzurri decorati da stucchi,
e i ritratti ovali che le cornici
rendono quasi dei medaglioni
sulle pareti bianche.
De Kok ha rispettato l’impianto originale di questa casa signorile costruita alla metà ’800, interpretando e arricchendo le
simmetrie in modo eclettico. Ha accentuato la fuga delle sale
utilizzando, a volte, i mobili come punti esclamativi. È il caso di
un sofa “blu-shocking”, allungato sotto un camino con due anfore per lato. Le simmetrie sono ottenute grazie alle grandi
hall, al piano terreno e a quello superiore che introducono nei
diversi ambienti. È simmetrico anche il giardino, a cui si accede
dalla cucina che serve anche come sala da pranzo. Il doppio
affaccio delle stanze sull’ingresso centrale permette, a porte
aperte, di godere una “fuga” su una variazione di stanze. I passaggi da un locale all’altro sono sottolineati da “salti” di colori
e di materiali. Dal marmo che fodera le pareti di alcune sale alla larghe ceramiche rettangolari dello studio, dai rombi bianchi
e neri sul pavimento alle lunghe assi di legno. La simmetria,
talvolta, si unisce a un gusto per il labirinto e la sorpresa, come
il doppio accesso per la camera da letto padronale: dal corridoio e dal bagno. Dove sorprende un’altra nota insolita: un orinatoio a muro, che stacca sulle ceramiche blu. Tra vasi di piante accanto alla vasca da bagno, busti che sorgono da strati di
conchiglie, il tutto su un pavimento di linoleum blu elettrico.
Anche il più intimo degli spazi non sfugge alla passione di Coenraad de Kok per la scenografia. F.S.
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Un dettaglio della stanza
di Coenraad de Kok,
dove le superfici degli
oggetti sul total white,
creano l’effetto di
un bassorilievo.
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