COMUNICATO STAMPA SPECIALE IO DONNA: SEI SCRITTRICI
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COMUNICATO STAMPA SPECIALE IO DONNA: SEI SCRITTRICI
COMUNICATO STAMPA SPECIALE IO DONNA: SEI SCRITTRICI, MILLE VOCI Un viaggio alla scoperta dei progetti di sviluppo e umanitari Oxfam Silvia Avallone, Camilla Baresani, Beatrice Masini, Candida Morvillo, Valeria Parrella e Pulsatilla in esclusiva su IO Donna e su iodonna.it, in edicola e online dal 17 agosto Milano, 13 agosto 2014 – “Sei scrittrici, mille voci”. Sei tra le più importanti scrittrici italiane, in esclusiva per IO Donna, hanno intrapreso un viaggio per dare voce a milioni di donne nel mondo. Dal 17 agosto, in edicola e online su iodonna.it, questi reportage d’autore faranno conoscere alcuni dei programmi di sviluppo di Oxfam, raccontando storie di speranza e solidarietà. Oxfam è una confederazione internazionale, leader nei progetti di sviluppo rurale e specializzata in aiuto umanitario e campagne di sensibilizzazione, impegnata per individuare soluzioni durature alla povertà e all’ingiustizia, con particolare attenzione alle donne. Silvia Avallone, Camilla Baresani, Beatrice Masini, Candida Morvillo, Valeria Parrella e Pulsatilla attraverso racconti, foto e video-interviste esclusive testimoniano il lavoro di milioni di donne nel mondo che quotidianamente lottano per la sopravvivenza e di volontari che mettono la propria vita a disposizione degli altri. “Abbiamo scelto delle donne, delle scrittrici, per raccontare la vita di altre donne meno fortunate. Quelli che presentiamo in questo numero speciale sono racconti d’autore ma soprattutto testimonianze emozionanti - ed emozionate - di come sia determinante il lavoro femminile nelle zone del mondo più disagiate dove opera Oxfam” – spiega il direttore Diamante d’Alessio – “Tutti questi reportage sono legati da un filo rosso: il cibo, inteso come risorsa necessaria e mai sufficiente, ma anche come possibilità di riscatto e di emancipazione per le donne di questi paesi. Per questo è preziosa la collaborazione con Women for Expo, un progetto di Expo 2015, che si occupa di nutrimento e lo fa mettendo al centro la cultura femminile perché le donne nutrono e si prendono cura di sé, degli altri, del pianeta”. “Si sente dire spesso che il futuro è donna. Ma non tutte le donne hanno lo stesso futuro, a causa di povertà, diseguaglianza e discriminazioni. Eppure se le donne avessero uguale accesso alle risorse rispetto agli uomini, 150 milioni di persone in meno nel mondo soffrirebbero la fame” – commenta Maurizia Iachino, presidente di Oxfam Italia – “Per questo da oltre settant’anni Oxfam promuove e sostiene la nascita di imprese al femminile, in particolare all’interno delle comunità rurali. Le donne sono al centro di ogni nostra iniziativa perché sanno agire in modo collettivo e sanno accendere i motori del cambiamento verso un mondo più equo. E, quando ci si occupa di cibo o di ciò che può procurare cibo, sanno sempre prendersi cura del nutrimento e del futuro di tutti. Sono convinta che si può sempre parlare di futuro con una donna, anche se discriminazioni, ingiustizie e povertà lo oscurano.” Iniziative toccate con mano dalle protagoniste di “Sei scrittrici, mille voci”, che raccontano: Silvia Avallone: “Ho partecipato al progetto Oxfam che si occupa di sostenere in BosniaErzegovina il lavoro delle donne vittime della violenza di guerra, in tutte le sue crudeli declinazioni: dall'abuso fisico, al lutto, fino alla perdita delle proprie case e del proprio futuro. Ma, incontrandole e ascoltando i loro racconti, posso dire di non aver ravvisato nei loro volti e nelle loro voci le "vittime", quanto le tenaci costruttrici di un corso inedito. Sono proprio le donne, infatti, sia a Sarajevo che nei più sperduti villaggi rurali, che, educando i figli, dedicandosi alla cura della terra e dei suoi prodotti, emancipandosi attraverso il lavoro, creano la possibilità reale di un futuro in un paese che rimane ferito, anche dopo vent'anni, dalla guerra, bloccato nella frattura e nel rancore. Sono le donne, il principale motore del perdono e del nuovo.” Camilla Baresani: “In Ecuador, nelle comunità rurali non ci sono quasi più uomini. Lavorano altrove, e quando tornano la loro presenza più che un aiuto è una calamità. A coltivare i terreni, arare, trebbiare, comprare sementi, commercializzare il raccolto sono rimaste solo donne. Ne ho incontrate tante, nei due luoghi dell'Ecuador dove Oxfam è presente. Mi ha entusiasmato il loro desiderio di rivalsa: vogliono migliorare le tecniche di coltivazione, far fruttare meglio i terreni, vendere alle migliori condizioni il raccolto. Vogliono fare da sole senza dipendere dall'evanescenza delle figure maschili. Oxfam sostiene queste donne, le aiuta a diventare imprenditrici, sia che si tratti di coltivare la terra e commercializzarne i prodotti a prezzi equi, sia che invece ci si occupi di cucinare pasti per mense scolastiche, o suddividere e rivendere spazzatura da riciclare.” Beatrice Masini: “Oxfam Tanzania promuove il progetto Female Food Hero, o, per dirla in swahili, Mama Shujaa Wa Chakula: in tutto il Paese vengono selezionate una ventina di donne che lavorano la terra e che prenderanno parte a un reality show televisivo, Maisha Plus, affiancando i ragazzi di città che si mettono alla prova vivendo in un villaggio per la prima volta nella loro vita. Oltre a istruire i ragazzi protagonisti nel lavoro quotidiano, le donne hanno l'occasione di seguire corsi di artigianato e di discutere dei temi che stanno più loro a cuore, come il possesso della terra, le tecniche di coltivazione, i cambiamenti climatici. Su un'isola del Lago Vittoria ho incontrato la vincitrice e una finalista dell'edizione 2014: due donne determinate, consapevoli del fatto che la terra è un patrimonio prezioso e voltarle le spalle è insensato. Due donne che con il lavoro nei campi reggono sulle spalle le sorti della loro famiglia e riescono a far studiare i figli.” Candida Morvillo: “A End, in un villaggio che ha un nome da “fine” del mondo, Rkia lotta per convincere gli uomini del posto a concedere alle mogli il permesso di lavorare, per estrarre gli olii essenziali dal rosmarino e venderli. Poco distante, nel villaggio Sidi Hamza, Ito prova a vincere la sua ennesima sfida: insegnare come si confeziona e si commercializza il miele alle 21 donne che si sono costituite con lei in cooperativa. Rkia e Ito sono due delle “donne coraggio” che ho incontrato in Marocco, sui monti dell’Atlante Orientale, in un terra arida, torrida d’estate, gelida d’inverno. Donne che sono come un vento del deserto che si è sollevato e che da qualche parte deve pur portare, giù oltre la valle dove la maggior parte di loro non è mai stata.” Valeria Parrella: "Sono andata ad Arezzo a scoprire come lavora Oxfam Italia. Ero abituata a pensare alle ong sempre in destinazioni remote, ho invece scoperto la grande necessità che in Italia oggi abbiamo delle organizzazioni umanitarie. Abbiamo l'enorme responsabilità storica di essere il cardine, il limes tra due mondi: quello dei migranti, da ovunque essi arrivino, e l'Europa. Avere una responsabilità significa essere fortunati poiché chi può determinare le cose può essere davvero libero. Il modo in cui saremo custodi di questa porta dei due mondi sarà il modo in cui saremo donne e uomini liberi: Oxfam Italia, ad Arezzo, ci insegna come si fa." Pulsatilla: “Il problema della Cambogia è essenzialmente un problema di risorse: foreste saccheggiate, popolazioni evacuate dalla propria terra con la minaccia e col raggiro. Gli abitanti dei villaggi non sono rappresentati dalle autorità locali, le quali fanno, di fatto, quello che vogliono di loro, a volte evacuandoli dalle proprie case con ruspe e kalashnikov. I progetti Oxfam nati all'interno delle comunità mirano a rafforzare una coscienza della terra, basata sui valori di sviluppo partecipativo del territorio, legalità, coesione sociale, lavoro buono, provento”. Lo speciale di IO donna conduce dunque il lettore attraverso i progetti Oxfam in Ecuador, Bosnia Erzegovina, Cambogia, Tanzania, Marocco, Italia, in un viaggio realizzato con la collaborazione e il contributo di BioNike, perché, spiega il direttore marketing Lorella Coppo: “BioNike è un marchio che risponde alle diverse esigenze di tutti i membri della famiglia e nessuna famiglia potrebbe esistere senza il volere di una donna. Essendo quindi da sempre sensibili ai valori che garantiscono futuro e continuità alla società ci siamo fatti conquistare da questo importante progetto che riconosce la donna come pilastro della famiglia e della collettività. Siamo già stati al fianco di Unicef per combattere l’alto tasso di mortalità infantile ed ora, vogliamo supportare attraverso Oxfam le donne e le loro famiglie nei paesi più devastati dall’emergenza umanitaria perché siamo fermamente convinti che la solidarietà non sia una scelta ma un dovere.” IO donna devolverà parte del ricavo del venduto edicola a Oxfam Italia come donazione e sostegno a favore dei programmi di sviluppo dell’organizzazione. Per ulteriori informazioni: Media Relations RCS MediaGroup Sistema Verticali, Pubblicità, Gruppo Sfera e Digicast Barbara Ruggeri - tel. +39 0225845414 - [email protected] www.rcsmediagroup.it