Alterazioni dell`oculomotricità nelle lesioni corticali

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Alterazioni dell`oculomotricità nelle lesioni corticali
Alterazioni dell’oculomotricità
nelle lesioni corticali
Sandra Strazzer
Bosisio Parini
Il sistema oculomotore
• Il sistema oculomotore è il sistema motorio
che controlla la posizione degli occhi con 2
funzioni principali:
• portare le immagini sulla fovea
• mantenerle su di essa
• La disomogeneità della retina rende infatti
necessario la massima motilità dell’occhio
nell’orbita in tutte le direzioni con le più
diverse velocità a seconda le necessità del
momento. Per tali ragioni l’oculomotricità è
strettamente connessa con la capacità
visiva
Il sistema oculomotore
• La funzione del sistema oculomotore è
relativamente semplice, rispetto a
quella che viene svolta dai sistemi
motori per il controllo dei movimenti
degli arti, infatti essa deve
controllare “solo” 6 muscoli e 5 tipi di
movimenti diversi
Il sistema oculomotore
I neuroni oculomotori differiscono dai
motoneuroni spinali per queste
caratteristiche
1. tutti i neuroni oculomotori prendono parte
ai tutti e 5 i tipi di movimenti oculari (non
esistono motoneuronale specializzato sul
singolo movimento)
2. presentano sequenze stereotipate di
reclutamento, indipendentemente dal tipo
di movimento che deve essere eseguito
Il sistema oculomotore
3. non rispondono mai a variazione di “carico”
impreviste dall’esterno (non rispondono al
riflesso di stiramento)
4. non hanno un controllo di tipo ricorrente
5. non sono divisi in muscoli rapidi e lenti
Il sistema oculomotore
Ogni medico che conosca
il sistema oculomotore è
in grado di descrivere e
diagnosticare la maggior
parte dei deficit
oculomori direttamente
al letto del paziente,
nonché di stabilire con
esattezza la diagnosi di
sede della lesione
Il sistema oculomotore
Tuttavia ad ogni livello del sistema
oculomotore vi sono ancora molte cose
oscure. Alcuni esempi:
1. Ogni neurone oculomotore codifica con
precisione la posizione e la velocità
dell’occhio. Ma poiché posizioni orbitali
diverse richiedono forze differenti per
raggiungere un certo equilibrio, il fattore
che sta alla base del controllo motorio
dovrebbe essere il diverso reclutamento
dei motoneuroni. Al momento non si conosce
come venga determinato e controllato il
reclutamento dei neuroni
Il sistema oculomotore
2. Nei muscoli dell’occhio sono presenti
numerosi recettori da stiramento quanti
sono presenti nei muscoli scheletrici, e il
numero dei fusi neuromuscolari aumenta
passando dai carnivori, ai primati all’uomo.
Ciononostante i muscoli extraoculari non
utilizzano riflessi di stiramento perciò non
si conosce il ruolo funzionale dei fusi
Il sistema oculomotore
3.
sappiamo che il cervelletto partecipa alla funzione
adattiva del controllo dell’oculomozione, ma questa
funzione richiede la modifica permanente della
sensibilità sinaptica… ma non è stata ancora
determinata con certezza la sede di queste sinapsi
modificabili
4. sappiamo che i movimenti oculari saccadici sono il
mezzo con cui controlliamo il mondo, e che la
corteccia cerebrale selezione gli oggetti da
esplorare, ma non conosciamo i meccanismi alla
base di questa selezione
Il sistema oculomotore
Ciò che rende estremamente complessa la
comprensione dei meccanismi che controllano
il sistema oculomotore è la sua interazione
con il sistema visivo, ma anche quello
cognitivo che ci permettono ad esempio di
individuare l’oggetto, di localizzarlo nello
spazio, nell’identificazione del movimento, di
percepirne la profondità…
Il sistema oculomotore
Queste interazioni richiedono tutte una
integrazioni con funzioni cerebrali superiori
nelle aree visive primarie, ma anche nelle
aree associative. Tale complessità si gioca
tra meccanismi riflessi e volontari, tra
sistemi sottocorticali e corticali.
La semplice visone binoculare è il risultato
della cooperazione del sistema visivo e del
complesso sistema oculomotorio
Il sistema oculomotore
• Nel 1902 Raymond Dodge descrisse 5
sistemi motori i grado di portare la fovea
sul bersaglio visivo e di mantenervela.
Ognuno di questi sistemi utilizza poi la
stessa via efferente comune costituita dai
3 gruppi di motoneuroni del tronco
encefalico. Di questi 5 sistemi 2
stabilizzano gli occhi durante il movimento
del capo e 3 portano la fovea sul bersaglio
Il sistema oculomotore
1.
2.
3.
4.
5.
MOVIMENTI VESTIBOLO-OCULARI: mantengono
stabile l’immagine sulla retina durante i movimenti del
capo
MOVIMENTI OPTOCINETICI: mantengono stabile
l’immagine sulla retina durante movimenti rotatori
prolungati del capo
MOVIMENTI OCULARI SACCADICI: portano
rapidamente la fovea verso un bersaglio visivo
disposto sulla periferia del campo visivo
MOVIMENTI DI INSEGUIMENTO: mantengono fissa
sulla retina l’immagine di un oggetto in movimento
MOVIMENTI DI VERGENZA: sono movimenti dei 2
occhi in direzioni opposte che fanno si che l’immagine
dello stesso bersaglio visivo si proietti su entrambe le
fovee
Il sistema oculomotore
• Ognuno di questi sistemi pur
utilizzando la stessa via efferente
comune costituita dai 3 gruppi di
motoneuroni del tronco encefalico,
richiedono però un controllo ed una
integrazione specifica a livello
centrale
I MOVIMENTI LENTI
Il sistema del movimento lento di
inseguimento provoca il movimento degli
occhi nello spazio per mantenere sulla
fovea l’immagine di un particolare bersaglio
visivo, calcolandone la velocità del
movimento e facendo muovere gli occhi alla
stessa velocità, in modo da mantenere una
visione perfetta. È un movimento volontario
per la cui esecuzione è necessaria la
presenza dello stimolo in movimento, non si
può eseguire come semplice risposta ad uno
stimolo verbale
I MOVIMENTI LENTI
La loro velocità massima è di 100° /s. Si
conosce molto poco dell’organizzazione
neuronale che permette movimenti di
inseguimento. Non ci sono dubbi sulla
partecipazione della corteccia e in
particolare di quella visiva, ma le
stimolazioni elettriche corticali hanno
evocato esclusivamente movimenti saccadici
e successivi ritorni lenti. Sono state però
identificate attivazione di cellule della
corteccia parietale
I MOVIMENTI SACCADICI
Il movimento saccadico porta velocemente,
con un movimento simile a quello della fase
rapida del nistagmo, l’oggetto sulla fovea.
Sono movimenti programmati prima
dell’esecuzione del movimento stesso.
I movimenti saccadici sono molto stereotipati,
hanno un movimento caratterizzato dal
regolare aumento e diminuzione della velocità
del globo oculare
I MOVIMENTI SACCADICI
I movimenti saccadici possono essere eseguiti
anche su comando verbale, possono conseguire
a stimoli tattili, e anche a ricordi della
posizione di un oggetto nello spazio. Possiamo
inoltre modificare l’ampiezza e la direzione
dei movimenti saccadici, ma non ne possiamo
controllare la velocità. I movimenti saccadici
sono così rapidi (900°/s) che, di norma, non
possono sfruttare controlli a feedback, le
correzioni avvengono con piccoli saccadici che
seguono quello primario
I MOVIMENTI SACCADICI
La velocità è determinata dalla ampiezza
dell’impulso (differenza tra scarica ad alta
frequenza e scarica di tipo tonico = step). La
durata dell’alta frequenza determina la durata
del saccadico.
Il sistema del movimento saccadico è in grado
di adattarsi alle variazione dello stato
funzionale dei muscoli estrinseci degli occhi
I MOVIMENTI SACCADICI E IL
CONTROLLO CENTRALE
Se un muscolo diventa paretico il movimento
saccadico diventa ipometrico, ma se si occlude
l’occhio sano si modifica il saccadico
dell’occhio paretico (diventa ipermetrico
nell’occhio sano).
I MOVIMENTI SACCADICI E IL
CONTROLLO CENTRALE
Il cervelletto controlla tale attività e
l’adattamento alle variazioni delle forze dei
muscoli: le lesioni della parte dorsale del
verme cerebellare e dei nuclei del fastigio
interferiscono con l’ampiezza dell’impulso e le
lesioni del flocculo interferiscono con
l’adeguamento dell’intensità del gradino (step)
saccadico all’intensità dell’impulso
I MOVIMENTI SACCADICI E IL
CONTROLLO CENTRALE
Quindi, il flocculo assicura la corrispondenza
impulso-gradino e la parte dorsale del verme
ed i nuclei del fastigio assicurano che
l’ampiezza dell’impulso sia adeguata.
I saccadici vengono organizzati da circuiti
pontini e mesencefalici di cui fanno parte le
cellule burst, che in genere sono sotto il
controllo del collicolo superiore
I MOVIMENTI SACCADICI E IL
CONTROLLO CENTRALE
I saccadici che sono rilevanti per il
comportamento visivo sono sotto controllo
della corteccia cerebrale, che può agire
tramite il collicolo superiore o
indipendentemente da esso
I MOVIMENTI SACCADICI E IL
CONTROLLO CENTRALE
Lo studio delle saccadi nel primo anno di vita
può rappresentare anche un esempio di come
vi sia una progressiva evoluzione verso una
“funzionalità corticale”, passando da
meccanismi puramente riflessi a dinamiche
intenzionali
I MOVIMENTI SACCADICI E IL
CONTROLLO CENTRALE
Nel primi mesi l’attenzione visiva passa infatti
dalla pura attrazione dell’oggetto per le sue
caratteristiche esteriori, che appunto
“attraggono” lo sguardo del bambino (saccade
“riflessa”), alla ricerca intenzionale da parte
del soggetto (saccade “intenzionale”).
I MOVIMENTI SACCADICI E IL
CONTROLLO CENTRALE
Il primo soggiace a meccanismi sottocorticali
costituiti dal circuito tratti ottici- collicolo
superiore – nuclei oculomotori. L’altro
meccanismo è invece sotto il controllo
corticale attraverso la via genicolo-striatale,
aree corticali striate ed estratriate e di
associazione – corteccia frontale – nuclei
oculomotori (Bianchi P.E. e Fazzi E. - 1999).
I MOVIMENTI SACCADICI E IL
CONTROLLO CENTRALE
Queste vie pur essendo indipendenti fra loro
sono però collegate da una via inibitoria
costituita da corteccia cerebrale – nuclei
della base – substanzia nigra – collicolo
superiore, che bloccano la via della saccade
riflessa, libera le potenzialità del sistema
corticale, bilanciando e integrando così i due
sistemi di orientamento visivo (Schiller 1985)
I MOVIMENTI SACCADICI E IL
CONTROLLO CENTRALE
In realtà non esiste un movimento saccadico
senza movimento della testa per tale motivo il
movimento saccadico deve essere controllato
attraverso un meccanismo a feed-back dal
sistema vestibolare. Il blocco della testa
durante l’esecuzione di movimenti saccadici
porta a un movimento eccessivo che supera il
bersaglio
Quali sono i quadri di alterazioni
dell’oculomotricità nelle lesioni centrali???
Una lesione acuta in area
frontale provoca deviazione
dello sguardo dal lato della
lesione, abolizione dei movimenti
saccadici volontari verso il lato
opposto con pseudoemianopsia.
Le paralisi sono transitorie,
pochi giorni.
In conseguenza di lesioni
frontali bilaterali c’è la perdita
della motilità saccadica in tutte
le direzioni.
Le lesioni capsulari portano a
deviazione del capo e degli occhi
dal lato della lesione.
LESIONI DEI LOBI FRONTALI sono caratterizzate
da anomalie ai movimenti saccadici e deficit
dell’esplorazione visiva volontaria. La latenza dei
saccadici normalmente aumenta, mentre a volte può
diminuire, probabilmente per la perdita dell’inibizione
verso il collicolo superiore.
LESIONI FRONTALI ALLE AREE MOTORIE
SUPPLEMETARI mostrerebbero uno specifico deficit
nella generazione di sequenze di saccadi
precedentemente memorizzate.
LESIONI ALLA CORTECCIA PREFRONTALE
DORSOLATERALE ha evidenziato un deficit
nell’esecuzuione di saccadi riflesse su target visivi
LESIONI PARIETALI FOCALI sono raramente
descritte, più spesso associate a disturbi di campo
visivo. È descritto un incremento di latenza, ipometria
per saccadi dirette controlateralmente, una riduzione
della velocità.
LESIONI PARIETALI BILATERALI possono causare
aprassia oculomotoria, anomalie nello scanning visivo.
È stato anche descritto un deficit nelle saccadi
riflesse.
Sicuramente è implicata l’abilità dello shifting
dell’attenzione su nuovi stimoli che compaiono nel
campo visivo.
Vi può essere anche un deficit nel generare saccadi
che prevedono la posizione finale del target
C’è una tale interconnessione tra aree
parietali e frontali che probabilmente
non è possibile separare
completamente le due vie
IL CERVELLETTO appare importante per il
controllo delle saccadi per quanto riguarda
l’accuratezza (metria), e nel correggere le
saccadi in base alle modifiche meccaniche
dei muscoli extraoculari e ai tessuti
dell’orbita (funzione adattiva)
Funzioni superiori e movimenti oculari
Funzioni superiori e movimenti oculari
CASISTICA DI BOSISIO
CEREBROLESIONI
ACQUISITE
CASISTICA DI BOSISIO
Da una casistica di 396 pazienti ricoverati dal
2002 al 2007 nel nostro Istituto, sono stati
selezionati 307 pazienti che abbiamo diviso in
3 categorie:
• 211 pazienti presentavano esiti di TC
• 43 pazienti esiti di danno anossico
• 53 pazienti presentavano una lesione focale
(stroke ischemici ed emorragici ed encefaliti)
Le valutazioni riguardano il primo ricovero
riabilitativo dopo la fase acuta.
CASISTICA DI BOSISIO
L’età media dei pazienti è 12,2 anni (SD
8,8), mediana 11,5.
212 maschi/95 femmine.
media della GCS 5,5,
media dei giorni di coma è 42 giorni
CASISTICA DI BOSISIO
Presentano un’alterazione
dell’oculomotricità
il 45,5% dei postraumatici
il 23,3% dei post-anossici
il 26,4% dei pazienti con lesione focale
problematiche visive associate nelle tre
classi esaminate nel 36, 27 e 32%
CASISTICA DI BOSISIO
alterazione dell’oculomotricità
Numero pazienti
140
120
113
115
100
80
si
60
no
39
33
40
11
20
16
0
traumi
anossia
focolai
CASISTICA DI BOSISIO
alterazione visiva
120
Numero pazienti
108
100
80
cecità
deficit
campo
60
49
no
nv
40
26
19
20
9
3 0
traumi
10
10
9
0
28
21
anossia
3
4
focali
7
CASISTICA DI BOSISIO
Per quanto riguarda l’oculomozione
l’alterazione più frequente è l’exotropia:
15% dei soggetti postraumatici
9,3 % dei postanossici
7,5% nelle lesioni focali
Nel loro complesso l’alterazione della tropia
(exo, eso, ipo, iper-tropia) sono
rispettivamente di 28,4%, 13,9% e 11,3
CASISTICA DI BOSISIO
La seconda alterazione della motilità oculare
è, per tutte e 3 le categorie, la deviazione
oculare che rappresenta il 9,5%, il 7% e il
3,8%
La terza più frequente alterazione è la
paralisi dei nervi cranici che sono l’8,5%, l’2,3
e 3,8% con netta prevalenza della paralisi del
3 nervo cranico
Seguono i deficit definiti complessi,
alterazioni dei movimenti saccadici, deficit
della convergenza
CASISTICA DI BOSISIO
60
60
numero pazienti
50
40
211 traumi
43 anossia
53 focali
30
20
20
18
10
0
6 6
1 2
nervi cranici
alterazione
tropia
7
4
3 2
complesso
deviazioni
sguardo
211 traumi
convergenza
deviazioni sguardo
saccadici
complesso
43 anossia
no
razione tropia
nistagmo
nervi cranici
alterazione tropia
complesso
deviazioni
sguardo
nistagmo
nervi cranici
53 focali
no
complesso
deviazioni sguardo
alterazione tropia
nistagmo
nervi cranici
no
CASISTICA DI BOSISIO
Rivalutando al follow-up (media 3,5
anni con SD 3,0) i 26 pazienti che
presentavano deviazione oculare
durante il I ricovero abbiamo
riscontrato:
– in 10 pazienti exotropia, mentre 1 paziente
presentava esotropia
– persistenza di deviazione oculare in 8
– alterazione dell’inseguimento visivo, alterazioni
dell’esplorazione o dei movimenti saccadici in 10
pazienti
– in 2 pazienti non era possibile evocare un
inseguimento e una fissazione
DEVIAZIONE OCULARE
Esoforia
No
Dev
difficolta di inseguimento
Dev
Dev
saccadici occasionali
esplorazione disoraganizzata
Exotropia
inseguimento lento difficile da evocare
Exotropia
inseguimento a scatti
Exotropia
difficile inseguimento a scatti con perdita di
fissazione
Exotropia
Exotropia
Exotropia
Dev
fissazione e inseguimento non evocabili
DEVIAZIONE OCULARE
accomodazione convergenza
Exotropia
accomodazione convergenza
Exotropia
fissazione e inseguimento non evocabili
No follow up
exoipertropia
inseguimento a scatti
Exotropia
Dev
oculomozione difficile da evocare
Nistagmo
inseguimento
difficile
saccadici dismetrici
Dev
mov oculari non finalizzati all'aggancio visivo
Dev
Dev
CONCLUSIONE
• I problemi dell’oculomozione sono
frequenti nelle lesioni acquisite con
una netta prevalenza nei traumi
cranici rispetto alle lesioni focali e ai
quadri di anossia. I quadri descritti
sono spesso più complessi e durevoli
rispetto a quanto si trova in
letteratura
CONCLUSIONE
• La presenza dei disturbi visivi e
dell’oculomotricità può influire sul recupero
motorio, funzionale e cognitivo nei pazienti
con esiti di TC e altre CLA. Richiede una
particolare attenzione soprattutto nei
piccoli che non hanno ancora raggiunto una
maturazione del SNC
• Capire quanto tali disturbi possano influire
sul recupero funzionale permette di
impegnare risorse per predisporre
interventi riabilitativi mirati al miglior
recupero possibile
Grazie!