Laura Ferretto – Ufficio Stampa Confcommercio Veneto – Ufficio

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Laura Ferretto – Ufficio Stampa Confcommercio Veneto – Ufficio
10 settembre 2014
COMUNICATO STAMPA
ANALISI DEL CENTRO STUDI DI CONFCOMMERCIO VENETO, I DATI PROVINCIA PER PROVINCIA
L’ESTATE SENZA SOLE, FATTURATI SOTTO DI 265 MILIONI DI EURO
DAL LAGO ALLE SPIAGGE, DALLA MONTAGNA ALLE TERME, ALLE CITTÀ D’ARTE
Pronto un ‘pacchetto’ di richieste delle categorie per non far perdere competitività' al settore
Confcommercio Veneto ha mantenuto l’impegno: l’indagine sugli effetti del maltempo sull’andamento della stagione
estiva annunciata a metà agosto ha prodotto dati e considerazioni che oggi la Confederazione, attraverso il suo
Centro Studi e in accordo con Confturismo Veneto, presenta alla stampa.
L’obiettivo è capire quali siano stati le zone e i settori maggiormente colpiti, quantificare i minori introiti causati dal
calo delle presenze, motivare e condividere con istituzioni e imprese piano di rilancio del settore che consenta di
attenuare i danni più diretti e di ritrovare un’adeguata competitività aziendale per affrontare le sfide future del
turismo.
“Abbiamo preso in esame non solo le strutture ricettive - spiega il Centro Studi di Confcommercio Veneto - ma anche
quelle della ristorazione, del commercio (dagli alimentari , ai negozi di abbigliamento e calzature, di articoli sportivi,
all’ambulantato), secondo una visione più vicina alla realtà dei consumi turistici”.
L’estate pazza di quest’anno, pesantemente complici, con previsioni errate fino a metà stagione, certi siti meteo, ha
sacrificato nel turismo allargato (che comprende commercio e divertimento) 6mila posti di lavoro e ha
ridimensionato i fatturati di 265 milioni di euro, pari a circa il 9,8% del presumibile fatturato complessivo della
stagione estiva 2013, e diminuito del 2,5% il contributo alla formazione del PIL regionale. Una perdita che non ha
precedenti dal dopoguerra a oggi. Risultato: qualche impresa chiuderà definitivamente, molte incontreranno
difficoltà ad onorare i debiti, tutte probabilmente rinvieranno gli investimenti.
La pioggia ha drasticamente ridotto i ricavi: 120 milioni di euro persi nel commercio, oltre 48 milioni nel variegato
mondo dei pubblici esercizi (‘ristorazione’). Una perdita che, in rapporto all’intero fatturato del settore, tra giugno e
agosto raggiunge quasi il - 9,5%.
Il settore ricettivo invece (hotel e strutture all’aria aperta), pur evidenziano anch’esso perdite di fatturato, sembra
aver sofferto nel complesso meno di tutti: -5,8% il peso delle perdite sul fatturato complessivo del trimestre, a opera
soprattutto della quasi totale scomparsa delle prenotazioni last minute. L’intrattenimento, stabilimenti balneari
compresi (che hanno avuto punte di mancati incassi di oltre il 50%), ha visto scendere gli introiti di 46 milioni di euro,
perdendo almeno il 10% del proprio fatturato di stagione.
Le province. Se guardiamo ai territori, le provincie che hanno perso di più in assoluto sono quelle di Venezia e
Verona (210 milioni la perdita complessiva di fatturato), ma nel raffronto territoriale la ‘maglia nera’ spetta alla
montagna (la provincia di Belluno perde il 18,4%).
Le perdite di Venezia sono da attribuirsi per il 62% al turismo costiero e per il 38% al capoluogo e all’entroterra.
A Verona e provincia sono mancati oltre 94 milioni di euro (il 35% delle perdite complessive regionali), concentrati
perlopiù sulle rive del Garda.
Belluno ha perso quasi 24 milioni di euro quasi totalmente ascrivibili alla débacle della montagna.
La quarta provincia con il bilancio turistico in rosso è quella di Rovigo, con quasi 14 milioni in meno di euro, pari al
18% rispetto all’estate 2013.
Laura Ferretto – Ufficio Stampa Confcommercio Veneto – Ufficio Stampa Confturismo Veneto
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A una certa distanza nella graduatoria dei fatturati perduti c’è Padova, con oltre 8 milioni di euro di
ridimensionamento dei fatturati ma con l’incidenza percentuale complessiva sui ricavi della scorsa stagione più
modesta di tutte (-6%).
A seguire Vicenza che, con pure 5 milioni e mezzo di euro in meno di fatturato, accusa un ridimensionamento dello
stesso quasi pari all’11% legato perlopiù alla montagna e alle terme (queste ultime registrano oltre il 30% di perdita
di fatturato).
Chiude la ‘classifica’ la provincia di Treviso: quasi 3 milioni di perdita (l’8,5% del fatturato estivo 2013), concentrata
soprattutto nella Pedemontana e nella ristorazione dell’intera provincia.
I comprensori. Nel raffronto con lo stesso periodo del 2013, come abbiamo visto è la montagna a perdere più
fatturati (-20,7%), seguita dal lago (-15,9%) e dal mare (-10,6%).
È andata meno peggio alle terme (grazie a quelle situate nel Padovano), che registrano complessivamente un -8,3%
sul fatturato del 2013) e nelle città d’arte (che hanno contenuto le perdite al 5%).
“Ciò che è avvenuto quest’estate - dichiara il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon - si inserisce in
una crisi pesante che dura ormai da 7 anni e rischia, secondo i dati del nostro Centro Studi, di frenare il PIL regionale
di almeno 0,18 punti percentuali. Pensiamo che in prospettiva il settore del turismo allargato debba poter contare su
una serie di dilazioni di impegni finanziari, senza aggravi di interessi; su alcune fiscalità di vantaggio locali e,
successivamente, su una legislazione capace di spingere le imprese verso la crescita per mantenere e possibilmente
migliorare gli attuali livelli competitivi”.
“Il maltempo è entrato a gamba tesa in una crisi pesante che frena le imprese sul fronte degli investimenti e le
costringe a raschiare il fondo per poter pagare imposte e tributi sempre più alti. Il rischio più grande che si potrebbe
correre - sottolinea il presidente di Confturismo Veneto Marco Michielli - sarebbe quello di frenare lo sviluppo della
competitività del turismo veneto, che oggi rappresenta ancora la punta di diamante del turismo italiano, e che
rischia di vedere ridimensionato il suo ruolo, nonostante i notevolissimi tesori ambientali, paesaggistici e culturali di
cui dispone”.
Confcommercio Veneto e Confturismo Veneto chiedono un forte intervento pubblico in grado di disegnare un
sistema di interventi “misto” tra assistenza a fondo perduto e in conto interessi e maggiormente orientato verso
quelle aree e quelle tipologie di impresa che più hanno sofferto in estate.
In particolare propongono, nel breve periodo: la sospensione e il differimento generalizzato dei termini di
pagamento di imposte, tasse, contributi (anche sul lavoro) e tariffe (energia elettrica, acqua, gas, ma anche premi
assicurativi, mutui); lo sblocco immediato dei pagamenti pubblici per “debiti commerciali e produttivi” verso le
imprese più direttamente colpite, anche in deroga del patto di stabilità; la riduzione delle stime degli studi di settore
(sino a eventualmente sospenderne l’applicazione durante il trimestre estivo), attraverso il monitoraggio dello
specifico “Osservatorio Regionale”. Nel medio periodo: finanziamenti agevolati che assicurino la liquidità necessaria
per l’acquisto di beni strumentali a tasso zero e loro detassazione; l’introduzione di una fiscalità di vantaggio per
area ( dalla tassa sul suolo pubblico, all’ammontare del canone demaniale, ecc.). Nel lungo periodo: un approccio
meno generalista, dedicato e ‘generoso’, a turismo e commercio, della legislazione regionale che utilizza gli
strumenti dei Fondi di Rotazione (Veneto Sviluppo); sviluppo di Fondi “misti” per concessioni di contributi a fondo
perduto e in conto interessi ( a tasso agevolato), finalizzazione esplicita dei decreti regionali per l’utilizzo dei Fondi
Europei.
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