Push-to-X: evoluzione del Push-to-Talk

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Push-to-X: evoluzione del Push-to-Talk
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Push-to-X:
evoluzione del Push-to-Talk
MAURO ROSSOTTO
STEFANO SPELTA
Pensiamo di voler inviare immagini scattate con il telefono cellulare o documenti presenti su uno smart phone ad un corrispondente remoto senza
disporre di un PC ed una connessione di rete. Ad oggi si può pensare di
usare la tecnologia degli MMS, con pesanti limitazioni di dimensioni degli
oggetti trasferiti e con modalità di delivery non in tempo reale.
Immaginiamo poi di voler condividere con un gruppo di amici, che dispongono di terminali prodotti da diverse manifatturiere, un video, che stiamo
registrando in tempo reale. Esistono soluzioni proprietarie che soddisfano
questa esigenza, ma sono legate ad uno specifico tipo di terminale e/o applicazione e quindi non utilizzabili, se i membri del gruppo dispongono di un
insieme di terminali disomogeneo.
Immaginiamo, infine, di voler comunicare contemporaneamente con un
gruppo di amici, parlando e scambiando immagini e video. Ad oggi esiste il
Push-to-Talk over Cellular (PoC), un sistema di comunicazione half-duplex,
che prevede la pressione di un pulsante sul terminale o un sistema di selezione analogo, per richiedere il diritto di parlare agli altri partecipanti alla sessione. Il rilascio del pulsante permette di ascoltare i messaggi degli altri partecipanti, che avranno, a loro volta, ottenuto il diritto di parola. Il PoC permette di comunicare con un gruppo di amici, ma solo scambiandosi messaggi audio in stile walkie-talkie.
Nonostante a prima vista si possa pensare ad una serie di servizi mobili del
futuro completamente differenti e distanti tra loro, in realtà essi potrebbero
essere tutti abilitati da una nuova tecnologia che sta per uscire dal processo
di standardizzazione per entrare nella disponibilità commerciale.
Si tratta del Push-to-X (PtX), termine con cui è comunemente identificato l’enabler OMA PoC v2.0, cioè l’evoluzione dello standard del PoC. Di questo
tratterà l’articolo.
1. Introduzione
Il Push-to-X è, fondamentalmente, l’evoluzione
multimediale del PoC. Oltre alla conversazione
audio offerta dal PoC in modalità streaming, il
Push-to-X include, quindi, anche il supporto del
flusso audio/video in modalità streaming e dello
scambio di tutti quei media, come immagini, testo,
clip video e audio, che si traducono nel trasferimento di un file di formato opportuno.
Del suo predecessore PoC, il Push-to-X mantiene lo stesso concetto di floor-control per la
gestione del diritto trasferimento dei media in
modalità streaming. Quindi come nel PoC era
necessario premere l’apposito pulsante per richiedere ed, eventualmente, ottenere il diritto a parlare,
così nel Push-to-X è necessario ottenere dal server
l’autorizzazione a trasmettere, prima di inviare
flussi audio o video dal proprio terminale.
Il Push-to-X, come il PoC, è un servizio che si
fonda sull’infrastruttura IMS (IP Multimedia
Subsystem), sfruttandone le funzionalità di base
come autenticazione, billing, provisioning.
Di fondamentale importanza è la standardizzazione del servizio da parte di un ente come OMA
(Open Mobile Alliance), il principale ente di standardizzazione internazionale per quanto riguarda le
tecnologie abilitanti per i servizi di telefonia mobile.
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La definizione di uno standard da parte di un ente
autorevole come OMA, al quale partecipano attivamente costruttori di apparati e terminali, Operatori
e attori del mondo IT, fa sì che la relativa tecnologia sia implementata in modo interoperabile indipendentemente dal tipo di terminale e di server utilizzato, garantendo la disponibilità del servizio ai
possessori di terminali mobili di diversi produttori.
L’enabler OMA PoC v2.0 sta per raggiungere la
fase di OMA Candidate Enabler, nella quale le specifiche sono congelate, affinché i costruttori possano implementare i prototipi da sottoporre ai test
di interoperabilità. Al termine di questa fase di
testing, apportate le opportune eventuali correzioni
alle specifiche, lo standard sarà rilasciato al pubb l i c o i n forma to de finitivo ne llo stato OMA
Approved Enabler.
2. Push-to-talk over Cellular: stato dell’arte
2.1 Un po’ di storia
La prima implementazione di successo del
Push-to-Talk vede la luce nel 2001, quando
l’Operatore statunitense Nextel (ora incorporato in
S p r i n t ) l a n c i a s u l m e rc a t o i l s e r v i z i o D i re c t
Connect, utilizzando la tecnologia proprietaria
Motorola denominata iDEN. Tale servizio offre la
possibilità di utilizzare i terminali Nextel in modalità walkie-talkie con tutti gli altri utenti Nextel e
con la copertura geografica di tutti gli Stati Uniti.
Per Nextel il servizio Push-to-Talk diventa il principale punto di forza con ingenti ritorni in termini
di ricavi e profitti.
Negli anni successivi nasce l’esigenza di far
evolverle la tecnologia Push-to-Talk verso reti di
accesso e tecnologie non proprietarie, al fine di
garantire la possibilità di interconnessione tra
utenti di diversi Operatori e l’utilizzo di terminali di
diversi produttori.
A tal fine viene creato l’Industry Consortium,
composto da Nokia, Ericsson, Motorola e Siemens,
che, a settembre del 2003, annunciano il completamento dello sviluppo congiunto delle specifiche
per un nuovo servizio di chiamata diretta sullo stile
walkie-talkie tramite terminali GPRS.
Da questo momento la tecnologia Push-to-Talk
prende il nome di Push-to-Talk over Cellular (PoC)
ed inizia la sua scelta dell'IP Multimedia
Subsystem (IMS), definito dal 3GPP come tecnologia abilitante per la realizzazione di connessioni
IP con i terminali mobili.
Alla fine del 2003 le specifiche del PoC sviluppate dall’Industry Consortium, ricevuto
anche il supporto di AT&T Wireless Services,
Cingular, Sonim Technologies e Sony Ericsson,
sono sottoposte alla Open Mobile Alliance
(OMA), con l'obiettivo di definire uno standard
globale per il PoC.
2.2 Il PoC in OMA
L'obiettivo dichiarato è quello di condividere
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tali specifiche con tutti gli attori dell’industria
della telefonia mobile e di sfruttarle come punto
di partenza per lo sviluppo di uno standard
basato su IMS. La speranza è di evitare la frammentazione del mercato GPRS, rendendo disponibili funzionalità unificate del servizio Push-toTalk, in modo da realizzare quelle stesse economie di scala che sono state alla base del successo del GSM.
La specifica OMA PoC si configura come uno
standard aperto, come il punto di partenza per realizzare uno standard per il PoC indipendente nell'accesso e globalmente interoperabile.
L'adozione di uno standard condiviso garantisce l'interoperabilità, permettendo agli utenti di
scambiarsi messaggi in maniera trasparente.
Inoltre lo standard aperto offre a tutti i costruttori di
terminali l'opportunità di implementare le funzionalità Push-to-Talk sui loro terminali, lasciando agli
utenti finali piena di libertà di scelta in sede di
acquisto.
A giugno 2006 la versione 1.0 dell’enabler OMA
PoC raggiunge lo stato di Approved Enabler
Release. Si tratta dell’ultimo passo del processo di
standardizzazione in OMA, raggiunto dopo aver
effettuato una serie di test di interoperabilità di
prodotti basati sulle specifiche dell’enabler in stato
Candidate.
Le specifiche sono a questo punto congelate e
rese pubbliche. Esse possono essere utilizzate per
l’implementazione dei prodotti commerciali ed
eventuali minime modifiche sono apportate solo in
seguito ad evidenti carenze nella specifica.
L’enabler OMA POC v1.0 supporta le seguenti
funzionalità di comunicazione di base:
• comunicazione voce tra due soli utenti (1-to-1
PoC Session);
• comunicazione voce con una molteplicità di
utenti (1-to-many PoC Session) in modalità ad
hoc o pre-definita;
• richiesta ad un utente di stabilire una 1-to-1
PoC Session quando per lui più conveniente
(Instant Personal Alert).
L’enabler PoC v1.0 fornisce poi funzionalità di
creazione e di gestione di gruppi di utenti ed integra eventuali informazioni di presence nel processo
di set up della sessione.
2.3 L’architettura
L’architettura di riferimento dell’Enabler OMA
PoC v1.0 si fonda su un Application Server all’interno di una SIP/IP Core Network, che è solitamente identificata con il dominio IMS, così come
specificato da 3GPP/3GPP2.
Alla piattaforma IMS sono demandate tutte le
funzionalità di autenticazione, billing e gestione
delle sessioni basate sul protocollo SIP.
Il server PoC gestisce le operazioni specifiche
del Push-to-Talk come la gestione del floor control,
l’interazione con l’enabler di Group and List
Management per la gestione dei gruppi predefiniti
e l’interoperabilità con i PoC server di altri
Operatori.
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SIP / IP Code
Remote PoC Network
L’architettura generale
dell’Enabler OMA POC v1.0
è rappresentata in figura 1.
DM-1
DM
DM
Gli elementi funzionali
Client
Server
specifici dell’Enabler OMA
PoC, e quindi standardizzati
Preference
PRS-3 Presence
dalla specifica sono:
PRS-1
Source
Server
• il PoC Client, che risiede
sul terminale mobile e
PRS-2
PRS-5
Watcher
permette a questo l’accesso al servizio PoC;
XDM-2
• l’ XML
Document
Management Client, un
Shared
XDM-3 Aggregation XDM-4 XDMS
client XCAP che perProxy
XDMC
mette la gestione di
POC-7
documenti XML memoXDM-0
POC-3
PoC-6
rizzati in rete e destinati
Poc
XDMC
XDM-3
XDMS
alla rappresentazione dei
PoC-1
gruppi predefiniti di
POC-8
Poc
PoC-2
utenti;
PoC-4
PoC-3
Client
Poc
• il PoC Server, che impleServer
m e n ta le funziona lità
applicative del servizio
UE
IP-1
PoC;
• il PoC XML Document
DM = Device Management
Management Server, un
Bold boxes identity
PoC = Push-to-talk over Cellular
PoC functional entities
server XCAP che gestiUE = User Equipment
XDM = XLM Document Management
sce documenti XML speXDMC = XDM Client
cifici del servizio PoC
XDMS = XDM Server
destinati a rappresentare
i gruppi di utenti predeFIGURA 1› Architettura OMA PoC v.1.0.
finti.
Oltre alla già citata piattaforma IMS, la specifica
OMA PoC v1.0 prevede anche l’interazione degli
utilizzato per le operazioni di richiesta, conceselementi funzionali specifici con un serie di entità
sione e diniego del floor control durante una sesesterne che forniscono all’enabler funzionalità spesione PoC.
cifiche. I principali sono:
2.4 I servizi abilitati
• lo Shared XML Document Management Server,
un server XCAP che gestisce documenti XML
Il PoC è un servizio che si adatta bene alle esiutilizzati dal PoC e condivisibili con altri enabler
genze comunicative delle utenze business, sopratcome quello di Presence. Tipicamente si tratta
tutto in quei contesti nei quali sia utile/necessario
della lista dei contatti dell’utente.
poter comunicare contemporaneamente con
• l’Aggregation Proxy, che agisce come singolo
gruppi di persone distribuite sul territorio (comunipunto di contatto tra l’XML Document
cazioni di gruppo).
Management Client ed i differenti XML
Alcuni esempi di applicazioni corporate verticali,
Document Management Server presenti in rete;
in cui l’uso del PoC rappresenta un
• il Presence Server, l’entità che accetta, memovantaggio/valore per l’utenza sono:
rizza e distribuisce le informazioni di presence
• Gestione flotte (corrieri, taxi, ...):
relative ai client PoC;
- taxisti e corrieri possono ricevere istruzioni
• il Presence Source, l’entità che pubblica le
dalla centrale in modo personale (comunicainformazioni di presence del client presso un
zione 1-to-1) o in forma generalizzata (1-toPresence Server.
many); a loro volta gli autisti possono interaL’interazione tra gli elementi funzionali precegire con singoli colleghi o trasmettere a tutti
dentemente descritti avviene attraverso le interinformazioni di tipo generale (problemi di
facce secondo protocolli standard:
traffico, informazioni di emergenza);
• SIP per il controllo delle sessioni e la segnala- possono essere implementati modelli di
zione tra client e server;
comunicazione di tipo 1-to-many-to-1 dove
• RTP/RTCP per la gestione dello streaming del
gli autisti possono interagire solo con l’umedia;
tente centralizzato e non tra di loro;
• XCAP per l’interazione con i documenti XML.
- si possono integrare informazioni di localizL’Enabler OMA PoC v1.0 specifica solamente il
zazione;
protocollo TBCP (Talk Burst Control Protocol),
• Gestione operativa del personale (alberghi,
basato sull’utilizzo dei messaggi RTCP/APP ed
ACCESS NETWORK
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OMA PoC in versione 1.0, all’interno di OMA è
supermercati, magazzini, ...):
sorta l’esigenza di apportare dei miglioramenti
- i supervisori possono impartire istruzioni e
all’enabler, al fine di soddisfare nuovi use cases
ricevere notifiche in tempo reale sull’esecuemersi dall’analisi delle esigenze degli Operatori.
zione dei compiti assegnati (preparazione
Nasce così il nuovo work item destinato a dare
delle camere, disposizione delle merci sugli
origine all’Enabler OMA PoC v2.0, comunemente
espositori, ricevimento ed immagazzinadenominato anche Push-to-X.
mento colli);
L’Enabler OMA PoC v2.0 si propone di inte• Coordinamento di progetti (cantieri, produzioni
grare la versione precedente con l’aggiunta della
industriali a ciclo continuo, ...):
possibilità di trasferire nuovi media oltre alla voce
- è possibile comunicare in tempo reale cam(video, immagini, testo), di nuove modalità di
biamenti di progetto, imprevisti, arresti
comunicazione di gruppo (per supportare la
improvvisi e decidere le azioni da intraprenmodalità 1-to-Many-to-1 tipica dei taxi), di nuove
dere, in modo coordinato con tutti i responmodalità di definizione dei gruppi (possibilità di
sabili delle diverse fasi del processo.
creare gruppi in base a parametri di contesto, ad
• Security:
esempio localizzazione), dell’integrazione con altri
- la frequenza di comunicazione per segnalare
enabler e sistemi di comunicazione non-PoC.
la propria posizione e la situazione nei vari
Oltre all’interworking con altri sistemi PTT/PoC
punti ha costi notevoli che possono essere
non OMA, si prevede naturalmente la backward
ridotti con l’uso del PoC;
compatibility con OMA PoC v.1.0 e un migliora- comunicazione contemporanea a tutto il
mento delle performance.
gruppo, e aggior namenti continui ed in
Viste le pressioni ed i tempi ridotti richiesti daltempo reale.
l’industria della telefonia mobile per la redazione
L’adozione dello standard OMA PoC v1.0 può
del nuovo standard, è stato deciso un rilascio in
essere un mezzo per abilitare altri servizi, sia nel
due fasi dell’enabler:
mondo business, che in quello consumer, in
• OMA PoC v.2.0: primo rilascio dell’Enabler
quanto la disponibilità del client OMA PoC sui terOMA PoC v2.0 all’interno del quale è standarminali commerciali potrebbe rendere interessante
dizzato un sottoinsieme delle funzionalità prel’uso di questo client, anche per servizi non tipicaviste dal documento dei requisiti originariamente associati al PoC. Un esempio è la possibilità
m e n t e p re v i s t i p e r l a s e c o n d a v e r s i o n e
di utilizzare l’infrastruttura PoC per fornire in tempo
dell’Enabler OMA PoC;
reale dei contenuti audio di valore, come il goal di
• OMA PoC v.2.1: previsto in fase Candidate 9
una partita di calcio, senza dover attendere i tempi
mesi dopo il rilascio dell’Enabler OMA PoC
di consegna di un MMS.
v2.0, è costituito da tutte le funzionalità residue
Inoltre la presenza di uno standard noto, può
presenti nel documento dei requisiti. Per quef a v o r i re l a c re a z i o n e d i c l i e n t u t i l i z z a b i l i s u
sto secondo rilascio dell’enabler è stato deciso
dispositivi diversi dai terminali mobili. Il primo
d i n o n a g g i u n g e re a l c u n re q u i s i t o n u o v o
esempio è il PC, che all’interno di una configurarispetto a quelli già previsti per la seconda
zione di work-force management potrebbe
release dell’enabler e di non includere nessuno
essere dotato di un client PoC. Il manager, a cui
dei requisiti già destinati alle release succesè assegnata tale console, può comunicare con
sive alla seconda (figura 2).
tutte le sue risorse direttamente dal suo ufficio,
magari arricchendo le informazioni di presence for nite dal
Presence Server con quelle di
localizzazione
fornite
2006
2007
2008
2009
dall’Operatore. Un altro esempio
Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2
è la possibilità di dotare alcuni
Req.
Specification
mezzi di trasporto (pubblico e
OMA
C Interoperabilty Test
A
PoC 2.0
privato) di client PoC sulle unità
di bordo, in modo da permettere
Specification
una comunicazione tra la cenOMA
C Interoperabilty Test
PoC 2.1
A
trale e i vari mezzi, definendo
una modalità di fruizione adePost
guata per l’attività svolta (es.
Req.
OMA
Specification
auricolari per ricevere comunicaPoC 2.1
zioni dalla centrale e un solo
tasto per dire “ricevuto” durante
C Candidate Enabler
A Approved Enabler
la guida).
OMA = Open Mobile Alliance
PoC = Push-to-talk over Cellular
3. Push-to-X: evoluzione del PoC
In parallelo all’attività di chiusura dello standard dell’Enabler
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FIGURA 2› Time line delle attività di specifiche OMA PoC 2.0 e seguenti.
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Le funzionalità da includere nella release OMA
- messaggio testuale libero inviato dal server
PoC 2.0 sono state selezionate dai partecipanti al
al client per trasmettere informazioni varie.
gruppo di standardizzazione in base al risultato di
Alla seconda fase dell’enabler (OMA PoC v2.1)
una serie di sondaggi condotti durante la redazione
sono rimandate altre funzionalità presenti nel
del documento dei requisiti.
documento dei requisiti che vanno ad aggiungersi
Le principali funzionalità incluse nella prima
a quelle sopra descritte.
fase del rilascio dell’enabler sono le seguenti:
L’ a rc h i t e t t u r a p re v i s t a d a l n u o v o e n a b l e r
• Supporto di nuovi media:
(figura 3) ricalca quella della versione precedente
- affiancamento di nuovi media in aggiunta
con l’aggiunta, tra gli elementi funzionali specialla voce (video, immagini, testo) che trafici dell’Enabler OMA PoC e quindi standardizzati
sformano il servizio Push-to-Talk nei corridalla specifica, di nuovi elementi finalizzati al
spettivi Push-to-Watch, Push-to-Show, ... o
supporto della funzionalità di PoC BoX (Voice
più genericamente Push-to-X;
mail per il PoC).
• Gestione evoluta dei gruppi:
L’interazione tra gli elementi funzionali avviene
- possibilità di inserire un gruppo tra gli invitati
attraverso protocolli standard:
ad un gruppo ad hoc;
• SIP per il controllo delle sessioni e la segnala- gruppi moderati;
zione tra client e server;
- attivare gruppi i cui membri sono selezionati
• RTP/RTCP per la gestione dello streaming del
in base al soddisfacimento di una regola
media;
data;
• MSRP per il trasferimento dei media discreti
- estensione delle funzionalità di comunicaall’interno di una sessione PoC;
zione secondo il modello 1-many-1;
• XCAP per l’interazione con i documenti XML.
• PoC Box:
L’Enabler OMA PoC v2.0 aggiunge alla release
- Corrispettivo POC della funzionalità voice
precedente della specifica il protocollo MBCP
mail;
(Media Burst Control Protocol), naturale evoluzione
• Evoluzione della fase di creazione della sesdel protocollo TBCP specificato nella prima release
sione:
dell’enabler, per supportare lo streaming video
- associazione di media alla richiesta di aperoltre a quello audio. Anche il MBCP sfrutta i mestura sessione o invito ad un gruppo;
saggi RTCP/APP per gestire le operazioni di richie- associazione all’invito ad un gruppo dell’esta, concessione e diniego del floor control per la
lenco di tutti i partecipanti invitati;
trasmissione di media in modalità streaming
• Evoluzione della gestione della sessione:
durante una sessione PoC.
- indicazione all’utente
del tempo di trasmissione residuo nel talkburst;
- possibilità di sospendere una o più sessioni PoC quando una
sessione con priorità
PtX Client
maggiore richiede
risorse aggiuntive per
PtX Client
essere instaurata con
la QoE richiesta;
• Interazioni con altre piatWireless Network
taforme:
PtX Client
- trasformazione della
SIP/IP
Core
sessione PoC in una
Public Internet
(o IMS)
chiamata full duplex;
PtX
- interoperabilità tra
Server
enabler PoC e reti
PtX Client
P2T esterne (Legacy);
Presence
- possibilità di attivaXDM
Server
Server
zione di una sessione
PoC a partire da un
Segnalazione di sessione e di gestione Floor-Control;
browser grazie ad un
Flusso dati per streaming e scambio file discreti
o p portuno
PoC
IMS = IP Multimedia Subsystem
Session Invocator;
IP = Internet Protocol
PtX = Push-to-X
- accesso al servizio
SIP = Session Initiation Protocol
Poc da parte dell’uXDM = XML Document Management
tente non connesso
alla rete PoC e/o non
FIGURA 3› Architettura logica di OMA PoC v.2.0 (Push-to-Talk).
attraverso un client
PoC;
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Il Push-to-X rappresenta
innanzitutto la naturale evoluzione del PoC, per cui i
Service
Principali
Descrizione
Concept
use cases
servizi e i contesti nei quali
la comunicazione PoC trova
Scambio di immagini durante una sessione PoC Condivisione di foto/immagini
Push-to-View
applicazione, sono anche
in tempo reale
quelli nei quali l’evoluzione
PoC Audio e Video
Scambio di streaming audio/video durante
Push-to-Show
una sessione PoC
multimediale del Push-to-X
può portare ulteriore valore.
Mobile TV condivisa
Visione di uno stesso streaming (es. TV) e
Push-to-Watch
Video Sorveglianza
scambio di commenti usando il PoC
Si parla quindi delle applicazioni corporate verticali
Help-desk browsing
Condivisione della navigazione Web durante
Push-to-Browse
una sessione PoC audio
alle quali si aggiunge la
capacità di comunicazione
Push-to-Find “guidato”
Condivisione di un’area di lavoro durante
Push-to-Paint
una sessione PoC audio
di gruppo basata su streaGiochi a turno interattivi
Giochi di gruppo/di ruolo con scambio di
Push-to-Game
ming video.
commenti tramite sessione PoC audio
G l i s ce na ri di utilizzo
sono analoghi, nel senso
PoC = Push-to-talk over Cellular
che l’uso del floor control
permette la comunicazione
di gruppo, dove chi ottiene il
TABELLA 1› Service Concept di tipo Person-to-Person supportati dal Push-to X.
diritto di parola, potrà
inviare il proprio flusso (a
sua scelta se audio/video o
Anche lo scambio di file discreti viene visto
solo video) in streaming, mentre gli altri potranno
come un’aggiunta finalizzata alla comunicazione
solo ricevere. Una volta rilasciato il diritto di parola
personale (es. stiamo parlando, ti invio questa foto
(o video…), un altro utente potrà richiederlo e inie la commentiamo insieme oppure vediamo
ziare lui stesso a fornire il nuovo flusso in streainsieme uno streaming di un server esterno).
ming (audio o audio/video).
I service concept presentati nella tabella 1 posUn nuovo concetto che è introdotto nel Pushsono essere realizzati singolarmente o possono
to-X è legato alla possibilità di inviare file discreti
essere delle componenti di un servizio unificante,
(immagini, clip audio o audio/video, testo, o file
che abilita la comunicazione interpersonale evoluta.
generici…). Questa funzionalità non è legata al
La User Experience (figura 4) di questi servizi è
floor control, e quindi in uno specifico momento
tutta da ideare, e deve tenere conto delle limitaun client potrà inviare e ricevere dei contenuti
zioni intrinseche dei terminali mobili (display di
discreti. Inoltre, la creazione iniziale della sesdimensione limitata, tastiera ridotta, …). Una poss i o n e P u s h - t o - X è u n a p ro c e d u r a t i p i c a d e l
sibile direzione è quella che vede il Push-to-X
mondo IMS su protocollo SIP, per cui in fase di
come evoluzione del PoC e dell’IM, e che quindi
Session Set-Up si definiscono i media supportati
abilita uno storyboard di sessione.
da tutti i partecipanti alla sessione. Non vi sono
indicazioni che impediscano di attivare sessioni
4.2 I servizi Application-to-Person-to-Application
finalizzate solo allo scambio di file discreti, come
in uno scenario tipicamente Application-toL’altra categoria di servizi è quella che vuole
Person-to-Application.
sfruttare l’enabler Push-to-X per realizzare delle
Questo significa che l’enabler Push-to-X fornicomunicazioni che non sono solo tra persone, ma
sce tutte le potenzialità e strumenti per realizzare
che sono incentrate sul contenuto scambiato.
dei servizi che possono essere significativamente
Nella tabella 2 vengono elencati alcuni primi
distanti dal PoC originario.
esempi di service concept e relativi use cases che
si basano sulla creazione di una sessione, in cui la
4. Push-to-X: servizi abilitati
comunicazione PoC (audio o audio/video in streaming) non è l’elemento fondamentale (come nel
I servizi abilitati dal Push-to-X si possono divicaso P2P), o addirittura non è presente.
dere in due grandi categorie:
I primi service concept (Push-to-Content e
• servizi Person-to-Person (P2P);
streaming Server-to-Client) abilitano la fornitura di
• servizi Application-to-Person-to-Application
contenuti pregiati in tempo reale agli utenti (il goal,
(A2P2A).
le informazioni del traffico, gli aggiornamenti delle
notizie), che devono essere forniti in Push (azione
4.1 I servizi Person-to-Person
scatenata dal server) e nel minor tempo possibile.
La prima categoria riguarda la comunicazione
Il formato del media può essere lo streaming
Person-to-Person (P2P), che rappresenta l’evoluaudio/video o il clip audio/video a seconda della
zione naturale del servizio PoC. Si adatta alla
specifica di servizio. L’utilizzo del Push-to-X assicomunicazione di gruppo e personale, ma utilizcura ampia diffusione e tempi di consegna nearzando il concetto di floor control per l’assegnareal-time e senza limiti di dimensioni (aspetti diffezione del diritto di parola/video.
renzianti rispetto agli MMS).
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Gli altri service concept
permettono lo scambio di
media tra utenti e/o verso
applicazioni nell’ottica di
portare i protocolli di trasporto stile FTP o Peer-toPeer su rete mobile e abilitare tutti i servizi annessi. La
presenza del server Pushto-X
nella
rete
dell’Operatore è però garanzia di correttezza, legalità e
controllo di questa tipologia
di servizi, assicurando al
contempo agli utenti la realizzabilità e la User
Experience nota nel mondo
PC e all’Operatore la possibilità di creare servizi di
grande attrazione per il mercato di massa e non solo
per il mondo business.
Conversazione PoC (se abilitato
il PoC Box in rete è possibile
risentire il messaggio).
Unica sessione di comunicazione
per tutti i media (può essere 1to1
o 1toMany). Storia completa della
comunicazione. Accesso in ogni
momento ai media scambiati.
Push-to-Show Video (se
abilitato il PoC Box in rete è
possibile rivedere il messaggio).
Instant Messagging a standard
SIP - Simple Session-Based.
Push-to-View Immagine (salvato
in locale e fruibile anche fuori
dalla sessione).
Area dedicata alla fruizione dei
media in steaming (video) o alla
presentazione dei media discreti
forniti (immagini, Clip audio/video).
Informazioni legate all’utente
durante la ricezione di una
conversazione PoC. Per screen di
dimensione limitata appare solo
per la fruizione effettiva del media.
Push-to-View Video clip (salvato
in locale e fruibile anche fuori
dalla sessione).
SIP = Session Initiation Protocol
PoC = Push-to-talk over Cellular
FIGURA 4› Esempio di user experience per un servizio Push-to-X di comunicazione person-to-person.
5. Conclusioni
Service Concept
Descrizione
Principali use cases
Il Push-to-X è una tecnoPush-to-Content
Distribuzione in tempo reale di contenuti
Push-to-Goal
logia nata in un settore/conMultimediale
informativi audio/video
testo (PoC) di diffusione
Streaming
Distribuzione in tempo reale
Mobile Radio/Web Radio
ridotta, in quanto finalizzata
Server-to-Client
di streaming audio/video programmati
al mercato Business.
File Transfer
Distribuzione/Condivisione
PodCasting
Però,
come
molto
Server-to-Client
di file disponibili su un server
spesso avviene, è in conteBuyer’s Guide, Push-to Mail Multimediale,
File Transfer
Pubblicazione/Condivisione
sti particolari che può
Client-to-Server
di un contenuto multimediale autoprodotto Push-to-Share/Push-to-Publish
nascere un’opportunità che
Mobile FTP Transfer
File Transfer
Scambio di file peer-to-peer
l’Operatore deve saper
Client-to-Client
(mediata dal server)
cogliere.
Il Push-to-X sarà il primo
servizio
multimediale,
TABELLA 2› Service Concept di tipo Application-to-Person-to-Application supportati dal Push-to-X.
basato su IMS e standardizzato in OMA che supporta
servizi di tipo Person-toPerson e Application-to-Person-to-Application.
ormai chiuso: spetta a chi progetta servizi spingere
Questa concetto racchiude molti messaggi
sulle manifatturiere e sui software vendor, affinché
importanti:
la realizzazione di questo enabler (soprattutto lato
• multimediale: risponde ai requisiti degli utenti di
client su terminale mobile) non sia chiusa in una
poter creare, ricevere contenuti video sia in
semplice evoluzione del PoC, ma abiliti tutti i posstreaming che come file discreti;
sibili utilizzi, configurando il Push-to-X come un
• basato su IMS: risponde ai requisiti degli
enabler a disposizione di diversi servizi.
Operatori di creare valore dagli investimenti
Telecom Italia vede nel Push-to-X un’intereseffettuati su questa tecnologia fondamentale
sante opportunità per sviluppare nuovi servizi per il
per i prossimi anni;
cliente; a tale scopo oltre a partecipare diretta• standardizzato in OMA: risponde ai requisiti
mente alla definizione di questo standard, cerca di
delle manifatturiere dei terminali mobili che posstudiarne e guidarne la sua “applicazione” in solusono disporre di un’applicazione interoperante
zioni commerciali, che potranno essere testate nei
inter-Operatore e tra terminali di produttori
suoi laboratori.
diversi;
• Person-to-Person: risponde alle esigenze dei
clienti di comunicazione di gruppo e personale
in evoluzione al PoC;
[email protected]
• Application-to-Person-to-Application: risponde
[email protected]
alle esigenze dei clienti di scambio/ricezione di
contenuti di valore e/o autoprodotti.
Lo standard a livello di Candidate Release è
NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007
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PTX
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ROSSOTTO › SPELTA• Push-to-X: evoluzione del Push-to-Talk
—
BIBLIOGRAFIA
•
Specifiche OMA PoC Approved release 1.0.1
www.openmobilealliance.org/release_program/
poc-v1_0_1.html
•
Specifiche OMA PoC Work in progress 2.0
www.openmobilealliance.org/tech/wg_committees/
poc.html
•
Documento di Progetto TILAB DPC 2006.02215
“Survey mercato Push-to-Talk, OMA PoC e PtX”
•
Documento di Progetto TILAB DPC 2006.01320
“Attività standardizzazione POC in OMA e impatti sui
servizi Push-to-X innovativi”
•
Documento di Progetto TILAB DPC 2006.00975
“Push-to-X: nuovi service concept e use case”
Mauro Rossotto dal 1995 in Telecom
Italia dove si è inizialmente occupato degli
a spe tt i di a n a l i si da t i a s c o p o C RM e
Antifrode. Dal 2002 è entrato nell’area che si
occupa dello sviluppo di ser vizi mobili
collaborando e studiando diverse tecnologie
di rete come il DVB-H e ambienti di sviluppo
su terminale mobile come Symbian e J2ME.
Ha collaborato a diversi progetti europei legati
ai servizi mobili. Da due anni è il responsabile
del progetto di ricerca “Sviluppo servizi PoC ed evoluzione al
Push-to-X” dell’area Service Creation&Application e all’interno del
quale sono progettati, prototipati e realizzati (anche per la
commercializzazione) alcuni service concept legati al Push-to-talk
Over Cellular. All’interno di questo progetto viene dedicato un
forte impegno allo sviluppo del Push-to-X sia per gli aspetti
tecnologici e di standardizzazione sia quelli legati all’ideazione di
nuovi servizi basati sul Push-to-X.
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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007
— ACRONIMI
A2P2A
DM
IMS
MBCP
OMA
P2P
PoC
PtX
SIP
TBCP
UE
XDM
XDMC
XDMS
Application-to-Person-to-Application
Device Management
IP Multimedia Subsystem
Media Burst Control Protocol
Open Mobile Alliance
Person-to-Person
Push-to-talk over Cellular
Push-to-X
Session initiation Protocol
Talk Burst Control Protocol
User Equipment
XML Document Management
XDM Client
XDM Server
Stefano Spelta dal 2001 in Telecom
Italia dove ha iniziato l'attività su progetti di
datawarehousing a scopo antifrode e di analisi
prestazionali di apparati di rete. Dal 2002 è
entrato nell’area che si occupa dello sviluppo
di servizi mobili iniziando a partecipare al
processo di standardizzazione delle
tecnologie di Mobile Broadcasting come
delegato Telecom Italia nella Open Mobile
Alliance (OMA). Dalla fine del 2005 ha iniziato
a collaborare al progetto di ricerca “Sviluppo servizi PoC ed
evoluzione al Push-to-X” indirizzando parallelamente la sua
partecipazione in OMA verso il gruppo Push-to-Talk Over Cellular
(POC) che si occupa della standardizzazione del servizio Push-toTalk e delle sue evoluzioni verso il Push-to-X. All'interno del
progetto coordina il task relativo all'analisi funzionale di prodotti e
prototipi compatibili con la prima versione dello standard OMA
PoC ed il task relativo allo sviluppo di nuovi servizi basati sulla
tecnologia Push-to-X.