l`oleodinamica nel progetto mose
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l`oleodinamica nel progetto mose
SISTEMI OLEODINAMICI DICEMBRE 2014 oleodinamica-pneumatica Aldo Biraghi 22 L’OLEODINAMICA NEL PROGETTO MOSE PROGETTAZIONE AD HOC E CURA DEI DETTAGLI RIMANGONO LE CHIAVI DEL SUCCESSO, ANCHE SU PICCOLE CENTRALINE. Come salvare un palazzo: il Progetto Rialto Tra i molti significativi progetti portati a positiva conclusione da General Fluidi merita una particolare segnalazione il Progetto Rialto. Sviluppato dall’azienda in collaborazione con la società Soles (oggi diventata Consta), esso permette il sollevamento di un intero edificio, anche fragile (ad esempio costruito in mattoni), senza comprometterne la struttura, mediante l’inserimento sotto alla struttura originaria di un basamento in cemento armato che verrà poi sollevato grazie alla forza di una serie di martinetti oleodinamici. L’edificio così sollevato può essere posizionato a una nuova altezza, ad esempio per salvare palazzi storici dai fenomeni di subsidenza ed eustatismo e salvarli dall’acqua alta nelle zone dove si manifesta questo fenomeno. Oppure il sollevamento può essere utilizzato per interporre fra l’edificio e il terreno appositi moduli antisismici a protezione di vecchi edifici che potrebbero cadere in conseguenza di eventi tellurici. Lo studio e la realizzazione dell’impianto oleodinamico è stato fatto da General Fluidi. Esso consiste in un circuito costituito da diverse centraline che comandano 72 cilindri a 670 bar di pressione, governati da un sistema di controllo integrato. Fig. 1 – Le paratoie Mose e i cassoni a cui sono agganciate, così come posizionate sul fondo del mare. Il progetto Mose consiste in una serie di cassoni in cemento armato posizionati sul fondo del mare (fig.1) sui quali sono incernierate le paratoie che vengono riempite d’acqua o di aria a seconda che debbano essere rispettivamente sul fondo o emerse a protezione della laguna. A opera finita nelle tre bocche di porto saranno posizionate 78 paratoie per uno sviluppo complessivo di 1600 metri di sbarramento mobile. Ogni paratoia viene fissata al basamento mediante una cerniera e queste cerniere sono un importante elemento del- la progettazione meccanica del Mose. La cerniera di ogni paratoia ha due punti di aggancio alla struttura fissa e la sua connessione meccanica deve essere amovibile anche per permetterne la manutenzione e/o sostituzione. L’aggancio e lo sgancio meccanico delle cerniere avviene mediante due centraline oleodinamiche (una per ogni estremità della cerniera, dove ci sono gli agganci), che devono essere realizzate secondo prescrizioni molto severe date le reali condizioni in cui si trovano a operare: installate all’interno di cassoni di ce- DICEMBRE 2014 I n una delle opere di ingegneria civile più grandi attualmente in costruzione nel mondo, anche l’oleodinamica gioca la sua parte. Stiamo parlando del sistema di paratie mobili del Mose a Venezia dove alcune piccole centraline oleodinamiche, di valore modesto, considerando le dimensioni dell’opera, svolgono un lavoro assolutamente importante e fondamentale per l’esecuzione di alcune funzioni nel corso della vita dell’impianto. oleodinamica-pneumatica Fig. 2 – La centralina General Fluidi realizzata per l’agganci/sgancio delle cerniere Mose 23 SISTEMI OLEODINAMICI pre perseguito una sua strategia privilegiando, ove possibile, l’impiego di prodotti made in Italy e fornendo al contempo le soluzioni più avanzate in termini di qualità e affidabilità. Attiva principalmente nel triveneto e in Lombardia, l’azienda è oggi presente anche sui mercati esteri da cui arriva circa il 20% del fatturato. General Fluidi è certificata ISO 9001 e BSOHSAS 18001 (la certificazione che specifica i requisiti per un sistema di gestione della salute e della sicurezza del lavoro). Fondamentale anche l’approccio aziendale all’ambiente, salvaguardato da una scelta precisa che, da dieci anni, vede gli impianti General Fluidi impiegare solo oli vegetali biodegradabili per pressioFig. 3 – Il sistema di aggancio/sgancio in sintesi. L’elemento 1 e l’elemento 2 combaciano in una ni fino a 350 bar. L’attenzione alla qualità desede sferica (in giallo) che deve essere a tenuta. gli impianti proposti è un caposaldo della politica General Fluid, che si è imposta gradualATTUATORE 1 ATTUATORI 2 ATTUATORE 3 ATTUATORE 4 mente sul mercato mano a mano che è creøe560/øi380×40 LAVORO IN TIRO ROTAZIONE DADO ROTAZIONE STELO TENSIONAMENTO STELO ø100/70×1200 - TIRO 80 kN 80 cc ø50×360° - coppia 200 Nm SPINTA 3300 kN u=Z2/Z1=144/45=3.2 u=Z2/Z1=96/32=3 ATTUATORE 5 sciuta presso i clienti la consapevolezza che APERTURA - CHIUSURA VALVOLA ø70/40×565 - SPINTA 54kN un impianto più affidabile riduce drasticamen27 te i costi aggiuntivi di assistenza post-vendi29 29 ta sulle macchine, che per la maggior parte 28 30 30 sono oggi destinate all’estero. Una attiva partnership con il cliente per la definizione del mi15 - 17 P1 glior circuito possibile per un certo impianto e * la cura nell’allestimento sono i fattori che hanno permesso all’azienda di crescere e di van6 tare oggi oltre 1000 progetti firmati, con una P5 P6 10 24 24 18 P3 produzione di oltre 35.000 centraline operanti P2 11 19 23 in 50 paesi nel mondo. Per questa applicazio22 19 20* 12 ne nel Mose sono previste tre centraline car19 7 rellate (due di servizio e una di emergenza – 13 P4 24 Gruppo 1 fig.2) per ogni bocca di porto, destinate a es13 5 Gruppo sere agganciate mediante degli innesti rapidi 21* 14 Gruppo 4 di volta in volta alla cerniera della paratoia che 2 6 4 5 13 Gruppo 2 °nota: inserite 2 valvole riduttrici deve essere sganciata. Il sistema di aggancio (20) e (21) per poter differenziare la coppia in fase di avvitamento e 3 14 di svitamento del dado della cerniera è costituito da tre parti: un eleGruppo 3 1 CAPACITÀ SERBATOIO 100 LITRI mento maschio solidale alla paratoia e al perno della cerniera, un elemento femmina che è fisFig. 4 – Lo schema idraulico della centralina General Fluidi per le operazioni di aggancio/sgancio. sato sulla struttura in cemento armato sul fondo del mare e il gruppo di aggancio vero e proprio, sotto al gruppo femmina (fig.3). mento sul fondo del mare e quindi realiz- Oleodinamica per passione zate interamente in acciaio inox e confor- General Fluidi è un’azienda di Padova nata nel Le operazioni di sgancio della cerniera richiemi alla normativa Atex in quanto operanti 1962 come agenzia con deposito di Polypac, dono cinque attuatori oleodinamici (fig.4). Con in tunnel sottomarini. Inoltre tutto l’impian- noto marchio di guarnizioni industriali, affer- la cerniera agganciata sui cassoni fissi, occorto e i suoi componenti devono essere stu- mandosi come primo polo oleodinamico del re tenere presente che la rondella sferica di diati considerando che il sistema può re- triveneto. A fianco di questa attività iniziò una accoppiamento con la struttura sovrastante è stare inattivo per molti mesi e al contempo benemerita opera di divulgazione delle cono- tenuta in contatto con una forza di 3000 kN, essere pronto per entrare in funzione sen- scenze tecniche oleodinamiche, promuoven- assicurata, anche con impianto oleodinamico za intoppi in ogni momento. General Fluidi do l’impiego dapprima di cilindri oleodinamici inattivo, dalla rotazione di una ghiera di chiuè l’azienda che è stata incaricata di realiz- e, in rapido crescendo, arrivando a metà degli sura che va in battuta. Questa forza assicuzarle, progettando il circuito, procurando i anni ’60 a progettare circuiti oleodinamici e a ra la stabilità della paratoia e la tenuta idraulica fornire l’impianto completo. L’azienda ha sem- (contro infiltrazioni di acqua di mare, siamo ad componenti e allestendo la centrale. DR 3 (Y) 3 (Y) 1 2 1 2 4 (x) 1 4 (x) 1 2 3 (x) 2 3 (x) Passaggio parete locale connettore LIMITE CENTRALINA 1/4” B 3/8” A MP P 3/8” A 3/8” A 1/4” B 3/8” B 1/4” A 1/4” B 3/8” B 3/8” A T T 260 bar Q = 7,8 l/min. P 16 - 17 100 bar 140 bar A B P T 150 bar 160 bar NG06 A B P T 16 - 17 16 - 17 170 bar 160 bar 110 bar A B P T 150 bar NG6 16 - 17 NG06 NG6 DICEMBRE 2014 oleodinamica-pneumatica 15 - 16 150 bar 100 bar NG06 24 P A B P T A B P T NG6 A B P T Fig. 5 – Il gruppo di aggancio connettore con visibile il motore idraulico preposto alla rotazione di 90° dello stelo di aggancio a martello. almeno 12 metri sotto al livello del mare). Il pistone a semplici effetto 1 viene messo in pressione fino ad avere un carico di 3300 kN per staccare la ghiera filettata dalla rondella sferica. Di seguito il motore idraulico 3 mette in rotazione la ghiera filettata (ora scaricata della tensione) fino a farle fare tre giri. Viene scaricata la pressione sul pistone 1 e di seguito i due cilindri 2 sollevano lo stelo di sgancio di 20 mm. A questo punto l’attuatore 4 (un attuatore ruotante appositamente realizzato per questa applicazione, controllato da encoder – fig.5), fa compiere allo stelo a martello di aggancio una rotazione di 90°, mettendolo in posizione per la discesa libera. I due attuatori 2 scendono riabbassando lo stelo. Infine il cilindro 5 viene azionato per chiudere la valvola a saracinesca che impedisce l’entrata di acqua nella struttura sottostante una volta tolto il maschio. A questo punto il maschio (e tutta la cerniera e paratoia) è pronto per essere rimosso. Tutta la centralina (di 80 litri di capacità), tubi e raccordi sono costruiti in acciaio inox Aisi 316. Il motore elettrico di 3kW - 4 poli aziona una pompa a ingranaggi Voith di 5,4 l/min di portata che lavora fino a 260 bar, pressione necessaria per l’attuatore di spinta 1 che può generare una forza massima di 3455 kN. Le altre utenze sono dotate ciascuna di una valvola riduttrice di pressione. Le elettrovalvole, i regolatori di flusso e i cilindri sono di fornitura Atos e i motori idraulici sono Samhydraulik. Il filtro sul ritorno è Sofima, con grado di filtraggio 10 μm. Al termine della nostra visita abbiamo posto alcune domande ad Andrea Tiburli, amministratore delegato dell’azienda (fig.7). DICEMBRE 2014 Fig. 7 – Andrea Tiburli, amministratore delegato di General Fluidi. perché ha un’esigenza e un progetto da sviluppare. Progettare circuiti e dare la migliore risposta oleodinamica ai nostri clienti è il nostro business principale e una delle caratteristiche per cui siamo riconosciuti sul mercato. Massima cura nella realizzazione del prodotto finito e impegno continuo nella formazione del nostro personale sono per noi imperativi. Quali sono le caratteristiche principali del mercato in cui operate? E’ un mercato viziato fondamentalmente dalla mancanza di una cultura imprenditoriale, salvo poche eccezioni. Ci sono tante piccole aziende, nate improvvisamente negli anni passati sull’onda del fenomeno nord-est, che non hanno saputo strutturarsi in maniera adeguata per fronteggiare i momenti difficili; ne è esempio la scarsa presenza nei mercati esteri che hanno un enorme potenziale, ma che richiedono impegno e dedizione. Oggi con l’attuale crisi la competizione sembra concentrarsi soprattutto su una continua riduzione dei prezzi anziché sulla qualità del prodotto. Q oleodinamica-pneumatica Per quali caratteristiche siete conosciuti sul mercato? L’azienda è attiva su due mercati paralleli: commercializzazione di componenti e progettazione e vendita di sistemi oleodinamici. Tenendo conto che per noi l’oleodinamica è una passione, questo si traduce sempre in un concreto supporto tecnico offerto al cliente anche nella scelta della singola apparecchiatura. In concreto noi ci facciamo carico dei problemi del cliente e lo solleviamo completamente dall’onere della progettazione, diventando noi i responsabili dell’impianto oleodinamico della sua macchina. Qual è il sistema di vendita che utilizzate? In genere è il cliente che si interfaccia con noi Fig. 6 – Il gruppo di aggancio della cerniera durante la messa in opera. © RIPRODUZIONE RISERVATA 25