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Ufficio Studi Confartigianato
13/05/2016
RAPPORTO ARTIBICI 2016
Bicicletta e artigianato: alcune tendenze sulla filiera di offerta e
sull’utilizzo
HIGHLIGHTS
La filiera della bicicletta, ad alta vocazione artigiana
Al I trimestre 2016 la Filiera della bicicletta conta 3.043 imprese di produzione registrate (di
cui il 61,9% esegue riparazioni) con 7.815 addetti: l’artigianato conta 2.103 imprese, pari al
69,1% delle imprese della filiera, e 3.936 addetti, pari alla metà (50,4%) degli addetti. In
particolare gli addetti dell’artigianato della Filiera della bicicletta sono il 4,4% in più rispetto
ai 3.769 addetti di Ferrari e Ducati messe insieme (Mediobanca, 2015).
Le regioni più vocate nella Filiera della bicicletta – secondo l’indice che indica la specializzazione
settoriale delle imprese per valori superiori a 100 - sono Trentino-Alto Adige con un indice del
269,7, Emilia-Romagna con un indice del 209,6 e Veneto con un indice del 193,7.
La Filiera della bicicletta registra nel triennio 2013-2016 una crescita delle imprese del 2,8%
in controtendenza rispetto al -0,2% rilevato per il totale imprese.
La filiera è per il 61,9% composta da Riparazione di biciclette, articoli sportivi e attrezzature da
campeggio (1.885 imprese), per il 18,3% da Fabbricazione e montaggio di biciclette (556 imprese),
per il 13,6% da Noleggio di biciclette (413 imprese) e per il restante 6,2% da Fabbricazione di parti
ed accessori per biciclette (189 imprese). Per quanto riguarda l’artigianato si osserva che la
Riparazione concentra il 78,9% delle imprese (1.659 unità), segue la Fabbricazione e montaggio
di biciclette con il 16,4% (344 imprese), la Fabbricazione di parti ed accessori per biciclette con il
4,4% (92 imprese) ed il Noleggio di biciclette è marginale e rappresenta solo lo 0,4%
dell’artigianato (8 imprese).
Il Settore della produzione di biciclette e veicoli per invalidi genera un fatturato di 1,2
miliardi di euro e la produzione nel I bimestre 2016 - corretta con i giorni lavorativi - indica in
ottica tendenziale una crescita del 13,8%, più che doppia rispetto al +6,6% dell’Unione
Europea, ed in un triennio mostra un aumento del 21,5%, tre volte e mezzo superiore rispetto al
+6,1% dell’Unione Europea.
L’utilizzo, le piste ciclabili e il bike sharing
Nel lungo periodo la tendenza alla crescita del prezzo dei carburanti ha fatto salire l’uso della
bicicletta per recarsi al lavoro in alternativa alla macchina privata; la maggiore economicità del
costo dei carburanti nel corso del 2015 ha interrotto il trend di salita. Sono 743.000 le persone in
Italia che vanno a lavoro in bicicletta, pari al 3,5% delle persone che si recano a lavoro. Le regioni
dove si usa maggiormente la bicicletta per andare a lavoro sono Provincia Autonoma di Bolzano
(13,2% dei lavoratori), Emilia-Romagna (7,8%) e Veneto (7,7%) e la quota tende a crescere con la
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Bicicletta e artigianato: alcune tendenze sulla filiera di offerta e sull’utilizzo
dimensione del comune e tocca i massimi tra i lavoratori senior tra 45 e 64 anni (4,1%). Nei 5 anni
tra 2010 e 2015 ci sono complessivamente 32 mila lavoratori in più che vanno in bicicletta (+4,5%).
In 30 capoluoghi di provincia si registra una densità piste ciclabili doppia rispetto alla media
dei capoluoghi (18,9 km per 100 km2) ed in 8 di questi si superano i 100 km per 100 km2: Padova
(174,1 km/100 km2), Torino (137,4 km/100 km2), Brescia (132,8 km/100 km2), Modena (116,4
km/100 km2), Mantova (113,6 km/100 km2), Pordenone (112,0 km/100 km2), Treviso (107,1
km/100 km2) e Bergamo (105,8 km/100 km2). In 24 capoluoghi si rileva in cinque anni un
aumento di densità piste ciclabili doppio rispetto alla media dei capoluoghi (5,2 km per 100
km2) ed in 8 di questi si superano i 30km in più per 100km2: Bergamo (+64,5 km per 100 km2),
Pordenone (+54,7 km per 100 km2), Milano (+46,9 km per 100 km2), Modena (+45,2 km per 100
km2), Padova (+41,2 km per 100 km2), Torino (+37,4 km per 100 km2), Mantova (+32,6 km per
100 km2) e Reggio Emilia (+31,0 km per 100 km2).
Il servizio di bike sharing è presente nel paniere per la rilevazione dei prezzi al consumo dal 2015 e
nel totale dei capoluoghi di provincia si contano 5,2 biciclette ogni 10 mila abitanti, media
doppiata in 18 capoluoghi. In particolare in 7 capoluoghi si contano oltre 20 biciclette/10 mila ab.:
Isernia (43,6 biciclette/10 mila ab.), Milano (26,1 biciclette/10 mila ab.), Pisa (22,9 biciclette/10
mila ab.), Aosta (21,9 biciclette/10 mila ab.), Bergamo (21,0 biciclette/10 mila ab.), Brescia (20,9
biciclette/10 mila ab.) e Lodi (20,9 biciclette/10 mila ab.).
L’uso della bicicletta: un confronto 83 città europee. Se l’Italia si allineasse alla media delle
citta dei top 10 Paesi UE, i ciclisti salirebbero dell’83,2%
Secondo la rilevazione Eurobarometro sulla qualità della vita in 83 città di 32 paesi europei la
quota di lavoratori che usa la bicicletta come principale mezzo di trasporto per andare a
lavoro è pari in Italia al 7,5% - dato medio delle cinque città italiane monitorate – ed è inferiore di
5,6 punti rispetto alla media europea del 13,1%. Una analisi controfattuale evidenzia che se la quota
dei lavoratori delle maggiori città italiane con oltre 200 mila abitanti (Roma, Milano, Napoli,
Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Catania, Venezia, Verona, Messina, Padova,
Trieste e Taranto, che contano complessivamente 9.642.000 di abitanti e 4.203.000 occupati e 315
mila lavoratori che vanno in bicicletta) si allineasse al 13,7% rilevato per le città dei 10 maggiori
paesi europei - Germania, Turchia, Francia, Regno Unito, Italia, Spagna, Polonia, Romania, Paesi
bassi e Belgio - avremmo 262 mila lavoratori in più che vanno in bicicletta, con un aumento
degli utilizzatori del 83,2%.
L’Italia registra 85.629.329 arrivi di turisti da Paesi dell’UE a 28, l’80,4% degli arrivi di stranieri
e nei primi quindici Paesi UE per turismo in ingresso l’uso bici è del 21,3%, tre volte il 7,5% della
media italiana. L’esperienza di viaggio in Italia e la propensione all’uso della bici può essere una
occasione per far conoscere la produzione artigianale e interagire, soprattutto attraverso internet,
con potenziali nuovi clienti del made in Italy.
La bicicletta, opzione per la crescita della popolazione che fa più attività sportiva e fisica (+1,2
punti), trainata dai senior con 35 anni ed oltre (+2,8 punti)
Sei italiani su dieci (60,1% delle persone con 3 anni ed oltre) fanno attività sportiva e fisica; nei
dieci anni tra 2006 e 2015 la quota cresce di 1,2 punti percentuali trainata dai senior con 35 anni ed
oltre per cui la quota cresce di 2,8 punti a fronte della stabilità (+0,1%) per gli under 35.
Il made in Italy
Tra maggiori esportatori solo per Italia saldo commerciale positivo; made in Italy in salita nel
Regno Unito (+17,8%) e negli USA (+10,1%)
Nel 2015 l'export del Settore della bicicletta vale 617 milioni di euro che per il 72,6% (448
milioni) riguarda componentistica e per il restante 27,4% (169 milioni) riguarda biciclette
complete. Siamo il terzo esportatore europeo del comparto dietro a Germania (1.035 milioni di
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Bicicletta e artigianato: alcune tendenze sulla filiera di offerta e sull’utilizzo
euro e 20,5% del totale export dell’Unione Europea) e Paesi Bassi (930 milioni e quota del 18,4%)
e rappresentiamo oltre un decimo (12,2%) dell’export del settore dell’Unione Europea. Tra gli
esportatori europei top 5 - Germania, Paesi Bassi, Italia, Francia e Belgio - solo l’Italia mostra
un saldo commerciale positivo di 44 milioni mentre la Germania mostra un saldo commerciale
negativo per cui le importazioni quasi doppiano le esportazioni.
Il primo Paese cliente dell’Italia in questo settore è la Francia con 100 milioni di euro (16,2%),
seguita dalla Germania con 89 milioni (14,4%), dal Regno Unito con 57 milioni (9,2%), dalla
Spagna con 46 milioni (7,4%) e dalla Romania con 44 milioni (7,1%).
A fronte di un trend dell’export del -2,5%, appesantito dalle vendite all’estero di biciclette, cresce
del 2,2% il made in Italy della componentistica e in particolare si rilevano gli aumenti di: Cerchioni
e raggi di velocipedi (+14,8%), Pneumatici di gomma, nuovi, dei tipi utilizzati per biciclette
(+13,9%), Telai e forcelle, e loro parti, di velocipedi, n.n.a. (+8,2%), Camere d'aria, di gomma,
dei tipi utilizzati per biciclette (+4,2%), Parti e accessori di velocipedi, n.n.a. (+2,4%) e Selle di
velocipedi (+0,6%).
Tra i maggiori mercati in salita spiccano il Regno Unito (+17,8% e quota export del 9,2%) e gli
USA (+10,1% e quota export del 4,7%). In particolare Corea del Sud, Thailandia e Taiwan, che
rappresentano il 4,0% dell'export sono in crescita del 24,4%. In generale la crescita dei mercati
extra Ue è del 7,7% e beneficia del deprezzamento dell’euro.
Le tabelle e i grafici con i dati completi sono contenuti nel rapporto integrale Artibici 2016
“Bicicletta e artigianato: alcune tendenze sulla filiera di offerta e sull’utilizzo” disponibile
nell’area Ricerche e studi del portale Confartigianato, presentato dall’Ufficio Studi alla Fabbrica del
Vapore a Milano il 13 maggio 2016.
Riferimenti
Aci (2016), Studi e ricerche. Dati e statistiche. Open Data. Fringe Benefit per gli anni 2011-2015
Commissione europea (2016), Quality of Life in European Cities 2015. Flash Eurobarometer 419
Coni (2015), Lo sport in Italia. Numeri e contesto 2014
Eurostat (2016), Statistic database
Federazione Ciclistica Italiana (2014), I numeri della Federazione Ciclistica Italiana. Anno 2013
Isfort (2015), La domanda di mobilità degli italiani. Anno 2014
Istat (2014), Ambiente urbano: gestione ecocompatibile e smartness. Anno 2013
Istat (2014a), Qualità dell’ambiente urbano. Anno 2013
Istat (2015), Annuario statistico italiano 2015
Istat (2016), I.stat, il datawarehouse dell'Istat
Istat (2016a), Coeweb - Statistiche del commercio estero
Mediobanca (2015), Le principali società italiane
Ministero dello Sviluppo economico (2016), Statistiche dell'energia. Prezzi Medi Nazionali
Annuali. Prezzo al consumo della benzina senza piombo
Unioncamere-Infocamere (2016). Totale imprese e imprese artigiane registrate al I trimestre del
2016, del 2015 e del 2013
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