N.L. Luglio 2015
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N.L. Luglio 2015
Anno 7 Numero 0 7 LUGLIO 2015 Business, Marketing, Management In t r a p r e n d e r e VITA MORTE E MIRACOLI DI UNA PMI SOMMARIO Lo street food in un’ app Pag. 2 Neuromarketing e punti vendita Pag. 3 Le startup tech crescono Pag. 4 Home restaurant Pag. 5 Tecnologia “Beacom” Pag. 6 Libri, arte e design Il meglio dei libri d’arte, in una location speciale. Ha aperto a Milano, la prima libreria Taschen in Italia. A volerla, lo stesso Benedikt Taschen, fondatore della casa editrice tedesca. Molti degli arredi provengono dalla collezione personale dell’editore. Da segnalare anche il design degli scaffali, affidati a Marc Newson. La casa editrice è stata fondata nel 1980 a Colonia. E ha da sempre cercato di proporre volumi innovativi a testi accessibili. La catena di librerie Taschen è presente, oltre che a Milano, a Berlino, Bruxelles, Colonia, Copenaghen, Hollywood, Londra, Miami, New York e Parigi. La cultura imprenditoriale passa dalla...cultura letteraria (di Rocco Trisolini) Se credete che studiare tecniche applicate da un manuale che vi spieghi passo passo “come diventare un perfetto imprenditore” sia la soluzione giusta…. beh allora siete fuori strada. Vi rivelerò che ci sono “classici” della letteratura che costituiscono guide perfette per chi fa impresa oggi. Limitandomi ai miei preferiti, partiamo, non a caso, da “Il vecchio e il mare” di E. Hemingway, che insegna quello che in Italia conosciamo poco…”la cultura del fallimento”: il vecchio pescatore sognava i leoni, ma sceglie di partire da solo per il mare a caccia di un marlin, ingaggiando una battaglia contro la natura e il destino e imparando che “l'uomo non è fatto per la sconfitta...può essere distrutto, ma non sconfitto”. Insomma, si può fallire, ma con dignità e senso di responsabilità essendo sempre pronti a ripartire, con più conoscenze, nel mare delle opportunità. Poi “Don Chisciotte”, di M. de Cervantes, che insegna ad avere “una visione”, e non esiste impresa senza la visione dell’imprenditore: una qualità che nessuno può addestrare e che fa parte dell’intima pulsione imprenditoriale. Don Chisciotte della Mancia parte per un viaggio a difesa dei deboli e per riparare i torti, e in un mondo che non lo capisce, appare come un folle, ma è la sua follia che cambia la realtà, l’ostinazione senza tregua della sua fantasia, della sua volontà crea la differenza tra ciò che esiste e ciò che si vorrebbe esistesse. E infine “Le memorie di Adriano” di M. Yourcenar, che rappresentano l'ideale corso di formazione per una persona che lavorando ha raggiunto un potere e guardandosi intorno si rende conto che solo lui/lei può comprendere quanto ogni suo pensiero, ogni sua azione, sia davvero delicata. Che fare con il potere e perché ? Quanto sacrificio personale serve per il bene superiore di quella entità che si comanda? “Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo” dice a un certo punto dei suoi ricordi l'imperatore, ed è proprio quello che questo libro insegna: esercitare il potere non è un divertimento, è soprattutto sentire una responsabilità. Amazon e l'arte culinaria (Ilmanagement.wordpress.com—Giu 2015) Amazon Francia ha appena lanciato sulla sua piattaforma un’offerta dedicata all’arte culinaria, con 2 boutique digitali. La prima si chiama Cuisine d’Excellence e propone una selezione di marchi specializzati in utensili da cucina, come pentole, padelle, posate e vasellame. Da Alessi e Lagostina, fino a Zwilling, in tutto ben 15 mila referenze per avere un valido supporto nelle preparazioni gastronomiche e apparecchiare la tavola con eleganza e raffinatezza, seguendo anche i consigli degli esperti. Nel negozio virtuale Carnet de Recettes, invece, 9 dei brand protagonisti di Cuisine d’Excellence presentano 62 ricette consultabili gratuitamente, realizzate da chef affermati. Gli utenti possono quindi informarsi sugli ingredienti e acquistare le attrezzature necessarie per cucinare i piatti. Intanto Amazon a Seattle ha attivato un nuovo servizio sperimentale per incentivare gli acquisti di impulso attraverso lo smartphone. Alcuni articoli esclusivi in offerta limitata, infatti, potranno essere recapitati direttamente nel luogo desiderato tramite Treasure Truck, un camion che gira per la città. Pagina 2 Intraprendere Arriva Streeteat e il food truck è tutto in un’app (Ninja Marketing—Giu 2015) “Paese che vai usanza che trovi” e quando si parla di cibo diventa ancor più vero, lo stiamo sperimentando in questi giorni ad Expo 2015 ma certamente ognuno ne ha fatto esperienza, in casa di amici, al ristorante, per strada: esatto, proprio per strada perché il fenomeno dello street food, dal passato, è arrivato fino ai giorni nostri non solo con eventi appositamente dedicati ma anche con l’app Streeteat. Andiamo per gradi. Di food truck se ne parla molto, ma cos’è? Si tratta, per l’appunto, di veicoli su 3 o 4 ruote trasformati in botteghe enogastronomiche ambulanti o itineranti che offrono ai loro clienti cibo tipico, di qualità e a prezzi moderati. Stiamo parlando di un mercato nettamente in crescita che ha attratto lo sguardo di molti, di chi ha cambiato mestiere calandosi in questa nuova realtà, di chi ne apprezza le qualità e le trasforma in tendenza e di chi ne vuole sostenere principi e obiettivi e in questo caso parliamo proprio di StreetEat. Camioncini che vendono cibi per strada, chi non ne ha mai visto uno? Ma finché non li vedi, per te non esistono. Ecco la prima innovazione. Qui si inserisce StreetEat con la geolocalizzazione dei veicoli, cosìcché, consultando la mappa, potrai sapere dove si trova il truck più vicino, consultare la sua scheda con i menu, farti consigliare dalle recensioni dei clienti e lasciare un’opinione a tua volta. Se c’è una priorità su tutte, la parola qualità potrebbe essere in cima alla lista e Giuseppe Costronovo, CEO di Streeteat, afferma: “[...] Attraverso un’accurata selezione, operata da professionisti, filtriamo i truck migliori e li proponiamo ai nostri utenti. Si tratta di realtà particolari, che propongono ad esempio la cucina tipica di una regione o delle rivisitazioni originali di piatti e che spesso coinvolgono anche degli chef professionisti. Abbiamo scelto di non riempire l’app di contenuti, ma di effettuare una selezione per puntare solo su attività di qualità”. La formula di Streeteat non si ferma qui. Il progetto nasce innanzitutto per supportare coloro che vogliono lanciarsi nel mondo del food truck e il team di Streeteat fornisce consulenze e accompagna passo dopo passo i nuovi imprenditori di questo settore, suscitando domande e fornendo risposte al neofita del food truck. La società, qualora ci fossero le condizioni, vorrebbe aiutare gli imprenditori a sviluppare una rete di franchising ed esportare anche all’estero il business dei truck. Inoltre il team, composto da 10 persone tra collaboratori interni e esterni e ognuno specializzato in un campo, grazie all’affiliazione a Streeteat fornisce la possibilità di dare nuova visibilità ai truck offrendo il servizio catering: le aziende, attra- verso Streeteat, in occasione di eventi possono ordinare il proprio truck e indicare anche la tipologia di cucina desiderata. Insomma, nonostante sia una realtà recente, il pubblico sembra almeno essere incuriosito e a pochi giorni dal lancio l’app, gratuita e disponibile in Play Store e App Store, conta 4 mila download in iOS. Ma non sembra finire qui. La volontà è quella di coprire tutto il territorio nazionale, ora le aree principali sono Roma, Torino e Milano, ma anche di puntare a Londra e, entro la fine del 2015, Streeteat vorrà essere anche in Spagna, Germania, Francia e Svizzera. MasterCard, il conto si paga con un selfie (Foodweb.it—giugno 2015) Un acquisto in un battito di ciglia. Il prossimo autunno MasterCard varerà una nuova app che userà un selfie al posto delle password. “Le password si perdono e si dimenticano”, afferma alla Cnn Ajay Bhalla, uno degli sviluppatori del progetto. La propria faccia invece è sempre lì. Basta un autoscatto e l'acquisto sarà fatto, in sostituzione del Secure Code richiesto di solito dalle carte di credito o dalle prepagate. In sostanza l'app riconosce il volto e fa partire il pagamento quando, durante un selfie, si chiudono le palpebre. L'applicazione consente una doppia soluzione. La prima, come detto, è quella del selfie. L'altra è meno innovativa ma comunque ancora poco diffusa: il riconoscimento tramite impronta digitale. Il prossimo autunno si partirà con una fase sperimentale aperta ad appena 500 utenti. Il tema è delicato. Perché un conto è accedere a un iPhone tramite le proprie impronte, un altro è gestire con le dita (o con selfie e palpebre) una carta di credito. Non solo. MasterCard sta lavorando anche con la canadese Nymi per sviluppare il riconoscimento basato sul proprio battito cardiaco. Pagina 3 Intraprendere Shopping: neuromarketing contro l’unicità di un’esperienza vrebbe caratterizzare la propria offerta ed offrire sempre un servizio “diverso” da quello dei concorrenti. Non bisogna far entrare i consumatori usando mega cartelli, ma incuriosirli, farli entrare e stregarli… (di Cristina Tinelli — ROTORA) Che cosa ci spinge ad entrare in un negozio anziché un altro? Studi dimostrano che solo una piccola percentuale dei nostri acquisti è determinata da una decisione consapevole, invece il 95 % delle scelte che facciamo in un negozio sono determinate dall'impulso, dalle emozioni e soprattutto dal “vedere gli altri”. Colpa dei neuroni specchio, neuroni che si attivano quando si osserva un’azione “finalizzata” compiuta da altri. Quando infatti vediamo qualcuno fare qualcosa, il nostro cervello reagisce come se stessimo compiendo noi stessi quelle attività. Le decisioni d’acquisto molto spesso dipendono dalla Dopamina, una sostanza chimica che il nostro cervello rilascia quando facciamo shopping in un negozio che ci piace. Le cellule cerebrali che liberano dopamina secernono un’ondata di benessere e di euforia che crea dipendenza e voglia di ripetere l’acquisto nella stessa modalità. Diventa importante quindi per un negozio differenziarsi da un altro costruendo la sua unicità. I consumatori per quanto siano portati ad imitare gli altri e a voler far parte di una comunità, vogliono sentirsi unici! Pertanto, il negozio do- Facciamo un’ipotesi… Sono una donna che non ha intenzione di acquistare nulla, ho a casa una scarpiera piena di scarpe di vario tipo e genere ed il clima sempre mite mi permette di acquistare prodotti “4 stagioni”. Non voglio comprare! Ci sono negozi ovunque all’interno dei quali so benissimo di poter trovare scarpe dallo stile che rispecchia benissimo la mia personalità, e poi magari potrei comprare online, comodamente da casa quindi, passeggio senza alcun desiderio o “intenzione d’acquisto”. Improvvisamente scorgo un negozio con una vetrina “diversa” dalle altre, sento una musica “particolare” (non la solita stazione radio) e vedo il personale vestito con un camice bianco e con uno stetoscopio appeso al collo. “Che cosa strana, devo entrare anche solo per vedere…” All’ingresso vengo accolta con un grosso sorriso dal proprietario che mi spiega il suo concetto di punto vendita e mi invita a far parte di una community online di appassionati di moda che creano eventi all’insegna del mondo della calzatura e del vino, che binomio! All’interno del negozio si sente un gradevole odore di melograno e limone, i colori sono caldi ed avvolgenti e vengo seguita dal gentile personale che mi offre una bevanda rigenerante. Nel punto vendita sono presenti libri e riviste sul mondo della moda, sul benessere, su tematiche green, new age, sulla spiritualità e diversi oggettini carini: portachiavi a forma di scarpetta, orecchini, lacci personalizzabili, calzanti con stampe divertenti, borsette per la spesa, tutti rigorosamente con il marchio del negozio. Ma le guest star del negozio sono le scarpe, valorizzate all’interno di cornici ed appese alle pareti, nascoste tra gli oggetti e poste su piedistalli. Decido di comprare una collana per me e una sciarpa che mi risulta perfetta da regalare ad un mio amico. Le scarpe non le compro. Mi registro come cliente del negozio, ottengo una tessera per usufruire dei codici per entrare agli eventi e per rimanere sempre aggiornata sulle offerte e sui consigli online. Insomma, un’esperienza d’acquisto memorabile. Esco con la mia busta fantastica che userei anche per uscire e dopo qualche isolato incontro un’altra donna con quella busta, la guardo e le porgo un sorriso, capendo di essere entrata in una community di persone come me, semplici e amanti delle calzature. Ora vi pongo un quesito, la donna della storia comprerebbe online o vorrebbe rivivere la stessa emozione d’acquisto da voi? Social network, i top brand (Affari Italiani—giugno 2015) Gli utenti hanno scelto Facebook, ma il social network preferito dai primi 100 brand al mondo è un altro: YouTube. E' uno dei risutati emersi dallo State of Social Marketing Report 2015 di Simply Measured. L'universo Zuckerberg sbaraglia i concorrenti quanto a utenti attivi: Facebook ormai ha superato quota 1,4 miliardi. L'unico a inseguirlo (da lontano) è YouTube, con un miliardo di utenti attivi. Mentre Twitter, Instagram e Google+ gravitano intono alla soglia dei 300 mila. Se però si osserva la presenza social dei magnifici 100 di Interbrand (cioè i marchi più prestigiosi al mondo) la classifica cambia. Dal primo in classifica, Apple, al centesimo, Nintendo, nessuno rinuncia a YouTube: il Tubo fa 100 su 100. Tutti hanno un account dedicato, a confermare ancora una volta la centralità del video. Segue a breve distanza Twitter (prezioso per il 98% dei brand) mentre Facebook (con il 96%) deve accontentarsi della terza piazza. Twitter si rifà primeggiando nella classifica degli account attivi, seguito da Facebook e YouTube. Pagina 4 Intraprendere La carica degli "unicorni" europei: crescono le startup del tech Economia&Finanza— Giu.2015) Non solo la Silicon Valley. Anche l'Europa sta vivendo un boom delle società del settore tecnologico dai ritmi importanti, pur restando lontana dalla "produzione" di nuove società al livello degli Stati Uniti. Da un anno a questa parte, il Vecchio continente ha prodotto tredici "Unicorni", ovvero start up tecnologiche che riescano a raggiungere un valore superiore a 1 miliardo di dollari. Una ricerca firmata da GP Bullhound, di cui dà conto il Financial Times, dice che dal nuovo millennio in poi la regione ha prodotto ogni anno circa tre compagnie tecnologiche che siano poi state vendute, oppure quotate, o ancora abbiano ricevuto nuovi capitali che ne abbiano determinato il valore in oltre 1 miliardo di dollari. Ma dall'aprile scorso l'accelerazione è stata notevole, "sbalorditiva" per dirla con le parole di Manish Madhvani, partner di Gp Bullhound, secondo il quale l'Europa ha alzato l'asticella sia per quanto riguarda la vitalità imprenditoriale delle nuove iniziative sia per il contenuto tecnologico che propongono. Le esperienze dell'ultimo anno non sono state tutte rose e fiori, tanto che il quotidiano della City ricorda come un difficile andamento borsistico abbia fatto uscire dal cclub dei miliardari alcune realtà come la britannica Monitise, che si occupa di transazioni sul mobile, il retailer della moda londinese Boohoo.com, e l'operatore di viaggi online spagnolo eDreams. Rispetto a quanto accada negli Usa, dove dall'aprile dell'anno scorso sono nati 22 Unicorni, all'Europa mancano ancora dei veri e propri campioni. Il rapporto dice infatti che il valore di tutte queste società cresciute in Europa dal 2000 ad oggi è di circa 120 mi- liardi, mentre la sola Facebook ha attualmente una capitalizzazione di mercato di 275 miliardi e Uber è arrivata ad essere valutata 40 miliardi. Ancora Madhvani spiega dunque che bisogna ingegnarsi per creare una compagnia da doppia cifra di valutazione, visto che la Ue non ne ha mai prodotti. Ma il mercato Usa resta particolare, per le sue dimensioni in primo luogo, tanto che replicarlo resta di fatto impossibile. Lo studio, infine, dice che il Regno Unito è il maggior 'allevatore' di unicorni del millennio, con 17 società quali Skrill, dei pagamenti via web, o Farfetch, società del lusso. Ora su Amazon.it si acquistano anche le creme e i prodotti di bellezza (Popai.iit— Luglio 2015) Le opportunità per acquistare quello che serve durante le vacanze direttamente dallo smartphone non mancano nella torrida estate 2015. L’otto luglio, Amazon.it ha inaugurato i negozi dedicati ai prodotti di bellezza e alla cura della persona. Spedizioni anche in un giorno. «Vogliamo rendere la vita dei consumatori italiani ancora più semplice spiega Francois Nuyts, country manager di Amazon Italia e Spagna -. Con l’applicazione gratuita Amazon Mobile App è possibile comprare prodotti di uso quotidiano ovunque ci si trovi: questa estate i clienti di Amazon.it potranno ricevere il balsamo doposole e lo shampoo preferito anche nei luoghi di villeggiatura». «Stiamo continuando ad arricchire la nostra offerta - aggiunge Xavier Garambois, vice president EU ratail di Amazon -. Con l’aggiunta dei prodotti di bellezza e per la cura della persona, siamo felici di garantire agli utenti del sito italiano la comodità di poter ordinare online generi di uso quotidiano, come creme solari o anti-età, salviettine per i bambini e dentifrici. Gli iscritti al servizio Prime possono usufruire di spedizioni illimitate gratuite in un giorno». I negozi bellezza e cura della persona di Amazon.it forniscono informazioni sui prodotti, le recensioni dei clienti, i suggerimenti e le classifiche dei più venduti. Nivea e Nivea Sun, Leocrema, Dove, L’Oréal, Estee Lauder, Collistar, Pantene, Ambre Solaire, Chicco, Pampers, Johnson’s, Proraso, Braun, Scholl e Gilette sono solo alcune delle marche disponibili online. Pagina 5 Intraprendere Come aprire un home restaurant (PMI—Lug 2015) Passione per la cucina, spirito organizzativo, capacità di promozione su Web e social network: ecco gli ingredienti per aprire un home restaurant, ovvero un ristorante a casa. Si mette l’invito online sul proprio sito o su uno dei portali dedicati al social eating, si fissa il prezzo e si cucina per i prenotati. Diffusi in tutta Europa, sono arrivati anche in Italia, dove però il vuoto legislativo ha creato polemiche e accuse di concorrenza sleale. Una nota del Ministero dello Sviluppo Economico (10 aprile 2015) li equipara alle attività di somministrazione di alimenti e bevande (ciò implicherebbe l’applicazione del disposizioni di cui all’articolo 64 del dlgs 59/2010) ma gli operatori spingono si classificano come eventi casalinghi e saltuari. In attesa di una regolamentazione ad hoc, per chi voglia cimentarsi sono disponibili guide per a s p i r a n t i chef/imprenditori, come il kit di Creaimpresa «Come aprire un home restaurant». Teoricamente, ad oggi l’attività può essere svolta in forma non imprenditoriale e senza particolari adempimenti purché i ricavi non superino 5mila euro annui (rifacendosi alle regole per attività occasionali o saltuarie d’impresa). Il rischio di sanzioni future per evasione fiscale, alla luce del parere ministeriale, non è tuttavia peregrino. Al di sopra dei 5mila euro un’alternativa è l’associazione di promozione culturale (APS), che richiede sta- tuto o atto costitutivo, sede e rappresentanza legale, attestazione di non-profit, imposta di registro, codice contribuente, ecc. Per chi opta per l’attività imprenditoriale, le forme giuridiche adatte sono la ditta individuale o la società di persone. Se si apre un’impresa è bene verificare inquadramento e adempimenti con la Camera di Commercio locale. Ad esempio: Partita IVA, iscrizione Registro Imprese, INPS (gestione commercio) e INAIL, ComUnica, SCIA, PEC e firma digitale, conto fiscale, igiene alimenti, tassa rifiuti e TASI, iscrizione alle associazioni di categoria. In tutti casi bisogna rilasciare la ricevuta e documentare le spese sostenute per la preparazione del pasto. Oltre a chiarimenti e guide in ambito amministrativolegislativo ed eventuali agevolazioni, il kit di Creaimpresa offre consigli pratici sull’idea di impresa e su cosa offrire, come promuoversi, gestire attività e prenotazioni, scegliere la location, predisporre menu, spesa, cucina e ricevimento, con ampio spazio a business plan e fonti di informazione o eventi da cui prendere spunto. Esempio di sharing economy (come i bed&breakfast o car sharing) che sfrutta le nuove tecnologie per ottimizzare i costi, l’home restaurant si sta diffondendo con varie formule (ristoranti in casa, supper club, hidden eatry, cene carbonare, cene occulte…). A chi è venuta l’idea di business? A una fotografa londinese, Kerstin Rodgers in arte MsMarmiteLover, che ha lanciato online il suo home restaurant nel 2009. Internet è dunque fondamentale per promuovere l’attività e sono numerosi i portali dedicati: gnammo.com, cene romane, new gusto, kitchenparty.org, peoplecooks (cene economiche), homefood (per turisti). Le cene possono essere a tema o per tipologia (gourmet, economica, etnica, vegetariana, ecc.). Il padrone di casa è l’host, che lancia l’evento sul web, propone il menu (e lo prepara), fissa il prezzo, accetta le prenotazioni, organizza l’evento. Questione deregulation a parte, non resta che augurare a tutti buon appetito! Milano Centrale lancia una nuova app (ADV magazine—agosto 2015) Il gruppo FS Italiane lancia In Stazione, la nuova web app che permette di orientarsi all’interno dello scalo meneghino e identificare rapidamente l’ubicazione dei principali servizi. Grazie ad un’interfaccia semplice, disponibile in nove lingue, il servizio – accessibile attraverso la rete wi-fi di Milano Centrale – permette di trovare la propria posizione su una mappa georeferenziata che ripropone tutti gli spazi della stazione, cercare il Punto di Interesse desiderato (ascensori, scale mobili, biglietteria, deposito bagagli, Sala Blu, binari etc.) e quindi visualizzare il percorso per arrivarci. L’app è particolarmente innovativa perché non utilizza i dati satellitari, schermati dalle mura della stazione, ma quelli della rete wi-fi allestita da Rete Ferroviaria Italiana, a disposizione anche dei viaggiatori. Altri servizi offerti da WiFi Station sul proprio smartphone sono i tabelloni arrivi e partenze, l’accesso ad app e siti web di supporto al viaggio (Trenitalia, Pronto Treno, ViaggiaTreno, FSNews Radio e Trainscovery) o inerenti l’Expo Milano 2015 (Expo e Territori), la condivisione di notizie o eventi attraverso i profili social del Gruppo FS Italiane e il servizio di previsioni meteo. Pagina 6 Intraprendere Al supermercato con smartphone e tablet: VéGé lancia la tecnologia Beacon (Economia&Finanza—Giu 2015— Veronica Ulivieri) via Della Resistenza 10/B 70015 - Noci (BA) Tel.: +39 - 080 4949240 Fax: +39 - 080 4949037 E-mail: [email protected] “Far si che le cose avvengano, monitorare quello che avviene, crescere…. analizzando quello che è accaduto” Contattateci ! www.rotora.it Intraprendere è una newsletter edita da ROTORA e destinata ad uso unicamente interno all’azienda. La sua fruibilità è inoltre prerogativa gratuita ed esclusiva dei gentili Clienti di ROTORA che hanno formulato richiesta alla sua consultazione e/o alla sua ricezione nella propria casella di posta elettronica, in ottemperanza al D. Lgs. n°196 del 30 giugno 2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali). L’eventuale inoltro a destinatari terzi è consentito, solo nella sua interezza senza alcuna modifica ed omissione, esclusivamente da parte di soggetti da questi autorizzati. Per tutte le informazioni riportate nella newsletter è citata la fonte, interna o esterna all’azienda, che ne è direttamente responsabile. La newsletter non può essere pubblicata su siti web e blog senza un previo accordo con ROTORA. Tutti i diritti sono riservati. Mentre l’e-commerce continua la sua espansione, la grande distribuzione corre ai ripari, puntando sull’innovazione digitale. Il Gruppo VéGé, 1.800 punti vendita affiliati in Italia con diverse insegne (tra cui Sidis, Dimeglio, Etè, Isa e Migross) per un fatturato 2014 di 2,9 miliardi di euro, ha appena lanciato un sistema innovativo che arricchisce l’esperienza di acquisto attraverso un’interazione tra reale e virtuale, mai usato in Italia nei supermarket. «Basta scaricare la nostra app Delizie VéGé e attivare il bluetooth all’entrata del punto vendita per ricevere sul proprio smartphone o tablet messaggi con sconti e informazioni. I sensori sono in grado di rilevare la posizione del cliente, in modo che sia possibile inviargli coupon promozionali relativi ai prodotti a cui sta passando davanti o a quelli della corsia vicina. E per una parte delle referenze sono anche disponibili notizie specifiche sulla filiera e la provenienza degli ingredienti», spiega l’ad del gruppo Giorgio Santambrogio. La tecnologia Beacon, utilizzata nel nostro Paese in negozi di marchi come Coin, Ovs, Mondadori e negli Stati Uniti da giganti del retail tra cui Wallmart e Safeway, è stata introdotta da VéGé all’inizio di maggio nel punto vendita Dimeglio di Crevalcore, in provincia di Bologna. «Nelle prossime settimane arriverà anche nei supermercati Etè e Migross di Salerno e Verona e nei negozi Beautysi e Idea Bellezza, in modo da testare il sistema anche nell’ambito non food. L’obiettivo è raggiungere i 101 negozi entro la fine dell’anno». Una tecnologia economica - «per adesso l’investimento è stato inferiore ai 100 mila euro» - che offre però grande potenzialità: «Nella fase due invieremo ai clienti maggiori contenuti: ai coupon sconto potremo associare anche ricette preparate con quei prodotti, o suggerimenti per l’abbinamento del vino. E una volta che avremo dati sul comportamento d’acquisto dei clienti faremo anche promozioni personalizzate». Allo sviluppo di Beacon si aggiungerà poi, a partire dall’inizio del 2016, l’apertura all’interno dei supermercati delle prim e a r e e «click&collect», dove sarà possibile ritirare i prodotti acquistati on line: «Sono convinto che l’e-commerce si diffonderà molto nei comparti grocery, home care, personal care e bevande. È un fenomeno inevitabile che dobbiamo cavalcare. Il cliente continuerà però a fare sul posto la spesa dei comparti pescheria, macelleria, gastronomia e ortofrutta. Per questo stiamo ampliando l’offerta di fresco, freschissimo e surgelato e lavoriamo per rendere i supermercati più attrattivi. Il cliente deve sentirsi coccolato». Il gruppo VéGé, che punta a raggiungere i 3.000 punti vendita entro la metà del 2017, è il risultato del riassetto di Interdis completato l’anno scorso recuperando il nome storico della prima organizzazione della grande distribuzione associata, nata nel 1959. La società punta a raggiungere nel 2015 un fatturato di 3,2 miliardi di euro, puntando, oltre che sull’innovazione digitale, anche sull’apertura nelle aree commerciali di stazioni di servizio per il rifornimento dei carburanti.