N.L. Luglio 2015

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N.L. Luglio 2015
Anno 7
Numero 0 7
LUGLIO
2015
Business, Marketing, Management
In t r a p r e n d e r e
VITA MORTE E MIRACOLI DI UNA PMI
SOMMARIO
Lo street food in un’ app
Pag. 2
Neuromarketing e punti
vendita
Pag. 3
Le startup tech crescono
Pag. 4
Home restaurant
Pag. 5
Tecnologia “Beacom”
Pag. 6
Libri, arte e design
Il meglio dei libri d’arte,
in una location speciale.
Ha aperto a Milano, la
prima libreria Taschen
in Italia. A volerla, lo
stesso Benedikt Taschen, fondatore della
casa editrice tedesca.
Molti degli arredi provengono dalla collezione
personale
dell’editore.
Da segnalare anche il
design degli scaffali,
affidati a Marc Newson. La casa editrice è
stata fondata nel 1980 a
Colonia. E ha da sempre cercato di proporre
volumi innovativi a testi
accessibili. La catena di
librerie Taschen è presente, oltre che a Milano, a Berlino, Bruxelles, Colonia, Copenaghen,
Hollywood,
Londra, Miami, New
York e Parigi.
La cultura imprenditoriale passa dalla...cultura letteraria
(di Rocco Trisolini)
Se credete che studiare
tecniche applicate da un
manuale che vi spieghi
passo passo “come diventare un perfetto imprenditore” sia la soluzione giusta…. beh allora siete fuori strada. Vi
rivelerò che ci sono
“classici” della letteratura che costituiscono guide perfette per chi fa
impresa oggi. Limitandomi ai miei preferiti,
partiamo, non a caso,
da “Il vecchio e il mare” di E. Hemingway,
che insegna quello che
in Italia conosciamo poco…”la cultura del fallimento”: il vecchio pescatore sognava i leoni,
ma sceglie di partire da
solo per il mare a caccia
di un marlin, ingaggiando una battaglia contro
la natura e il destino e
imparando che “l'uomo
non è fatto per la sconfitta...può essere distrutto, ma non sconfitto”. Insomma, si può
fallire, ma con dignità e
senso di responsabilità
essendo sempre pronti a
ripartire, con più conoscenze, nel mare delle
opportunità. Poi “Don
Chisciotte”, di M. de
Cervantes, che insegna
ad avere “una visione”, e
non esiste impresa senza
la visione dell’imprenditore: una qualità che nessuno può addestrare e
che fa parte dell’intima
pulsione imprenditoriale.
Don Chisciotte della Mancia parte per un viaggio a
difesa dei deboli e per
riparare i torti, e in un
mondo che non lo capisce, appare come un folle, ma è la sua follia che
cambia la realtà, l’ostinazione senza tregua della
sua fantasia, della sua
volontà crea la differenza
tra ciò che esiste e ciò
che si vorrebbe esistesse.
E infine “Le memorie di
Adriano” di M. Yourcenar, che rappresentano
l'ideale corso di formazione per una persona che
lavorando ha raggiunto
un potere e guardandosi
intorno si rende conto
che solo lui/lei può comprendere quanto ogni
suo pensiero, ogni sua
azione, sia davvero delicata. Che fare con il potere e perché ? Quanto
sacrificio personale serve
per il bene superiore di
quella entità che si comanda? “Mi sentivo responsabile della bellezza
del mondo” dice a un
certo punto dei suoi ricordi l'imperatore, ed è
proprio quello che questo libro insegna: esercitare il potere non è un
divertimento, è soprattutto sentire una responsabilità.
Amazon e l'arte culinaria
(Ilmanagement.wordpress.com—Giu 2015)
Amazon Francia ha appena lanciato sulla sua piattaforma un’offerta dedicata
all’arte culinaria, con 2 boutique digitali. La prima si chiama Cuisine d’Excellence e propone una selezione di marchi specializzati in utensili da cucina, come
pentole, padelle, posate e vasellame.
Da Alessi e Lagostina, fino a Zwilling, in tutto ben 15 mila referenze per avere un
valido supporto nelle preparazioni gastronomiche e apparecchiare la tavola con
eleganza e raffinatezza, seguendo anche i consigli degli esperti. Nel negozio virtuale Carnet de Recettes, invece, 9 dei brand protagonisti di Cuisine d’Excellence presentano 62 ricette consultabili gratuitamente, realizzate da chef affermati. Gli utenti possono quindi informarsi sugli ingredienti e acquistare le attrezzature necessarie per cucinare i piatti.
Intanto Amazon a Seattle ha attivato un nuovo servizio sperimentale per incentivare gli acquisti di impulso attraverso lo smartphone. Alcuni articoli esclusivi
in offerta limitata, infatti, potranno essere recapitati direttamente nel luogo desiderato tramite Treasure Truck, un camion che gira per la città.
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Intraprendere
Arriva Streeteat e il food truck è tutto in un’app
(Ninja Marketing—Giu 2015)
“Paese che vai usanza
che trovi” e quando si
parla di cibo diventa ancor più vero, lo stiamo
sperimentando in questi
giorni ad Expo 2015 ma
certamente ognuno ne
ha fatto esperienza, in
casa di amici, al ristorante, per strada: esatto,
proprio per strada perché
il fenomeno dello street
food, dal passato, è arrivato fino ai giorni nostri
non solo con eventi appositamente dedicati ma
anche con l’app Streeteat. Andiamo per gradi.
Di food truck se ne parla molto, ma cos’è? Si
tratta, per l’appunto, di
veicoli su 3 o 4 ruote
trasformati in botteghe
enogastronomiche ambulanti o itineranti che offrono ai loro clienti cibo
tipico, di qualità e a
prezzi moderati. Stiamo
parlando di un mercato
nettamente in crescita
che ha attratto lo sguardo di molti, di chi ha
cambiato mestiere calandosi in questa nuova
realtà, di chi ne apprezza
le qualità e le trasforma
in tendenza e di chi ne
vuole sostenere principi e
obiettivi e in questo caso
parliamo
proprio
di
StreetEat.
Camioncini
che vendono cibi per
strada, chi non ne ha
mai visto uno? Ma finché
non li vedi, per te non
esistono. Ecco la prima
innovazione. Qui si inserisce StreetEat con la
geolocalizzazione dei
veicoli, cosìcché, consultando la mappa, potrai
sapere dove si trova il
truck più vicino, consultare la sua scheda con i
menu, farti consigliare
dalle
recensioni
dei
clienti e lasciare un’opinione a tua volta. Se c’è
una priorità su tutte, la
parola qualità potrebbe
essere in cima alla lista
e Giuseppe Costronovo, CEO di Streeteat,
afferma: “[...] Attraverso un’accurata selezione, operata da professionisti, filtriamo i truck
migliori e li proponiamo
ai nostri utenti. Si tratta
di realtà particolari, che
propongono ad esempio
la cucina tipica di una
regione o delle rivisitazioni originali di piatti e
che spesso coinvolgono
anche degli chef professionisti.
Abbiamo
scelto di non riempire
l’app di contenuti, ma di
effettuare una selezione
per puntare solo su attività di qualità”. La formula di Streeteat non
si ferma qui. Il progetto
nasce innanzitutto per
supportare coloro che
vogliono lanciarsi nel
mondo del food truck e
il team di Streeteat
fornisce consulenze e
accompagna passo dopo
passo i nuovi imprenditori di questo settore,
suscitando domande e
fornendo
risposte
al
neofita del food truck.
La società, qualora ci
fossero le condizioni,
vorrebbe aiutare gli imprenditori a sviluppare
una rete di franchising
ed
esportare
anche
all’estero il business
dei truck. Inoltre il
team, composto da 10
persone tra collaboratori
interni e esterni e ognuno specializzato in un
campo, grazie all’affiliazione a Streeteat fornisce la possibilità di dare
nuova visibilità ai truck
offrendo il servizio catering: le aziende, attra-
verso Streeteat, in occasione di eventi possono
ordinare il proprio truck
e indicare anche la tipologia di cucina desiderata. Insomma, nonostante
sia una realtà recente, il
pubblico sembra almeno
essere incuriosito e a
pochi giorni dal lancio
l’app, gratuita e disponibile in Play Store e App
Store, conta 4 mila download in iOS. Ma non
sembra finire qui. La volontà è quella di coprire
tutto il territorio nazionale, ora le aree principali
sono Roma, Torino e
Milano, ma anche di
puntare a Londra e, entro la fine del 2015,
Streeteat vorrà essere
anche in Spagna, Germania, Francia e Svizzera.
MasterCard, il conto si paga con un selfie
(Foodweb.it—giugno 2015)
Un acquisto in un battito di ciglia. Il prossimo autunno MasterCard
varerà una nuova app che userà un selfie al posto delle password.
“Le password si perdono e si dimenticano”, afferma alla Cnn Ajay
Bhalla, uno degli sviluppatori del progetto. La propria faccia invece è
sempre lì. Basta un autoscatto e l'acquisto sarà fatto, in sostituzione
del Secure Code richiesto di solito dalle carte di credito o dalle prepagate. In sostanza l'app riconosce il volto e fa partire il pagamento
quando, durante un selfie, si chiudono le palpebre. L'applicazione
consente una doppia soluzione. La prima, come detto, è quella del
selfie. L'altra è meno innovativa ma comunque ancora poco diffusa:
il riconoscimento tramite impronta digitale. Il prossimo autunno si partirà con una fase sperimentale aperta
ad appena 500 utenti. Il tema è delicato. Perché un conto è accedere a un iPhone tramite le proprie impronte, un altro è gestire con le dita (o con selfie e palpebre) una carta di credito. Non solo. MasterCard sta
lavorando anche con la canadese Nymi per sviluppare il riconoscimento basato sul proprio battito cardiaco.
Pagina 3
Intraprendere
Shopping: neuromarketing contro l’unicità di un’esperienza
vrebbe caratterizzare la
propria offerta ed offrire
sempre
un
servizio
“diverso” da quello dei
concorrenti. Non bisogna
far entrare i consumatori
usando mega cartelli,
ma incuriosirli, farli entrare e stregarli…
(di Cristina Tinelli — ROTORA)
Che cosa ci spinge ad
entrare in un negozio
anziché un altro?
Studi dimostrano che
solo una piccola percentuale dei nostri acquisti
è determinata da una
decisione consapevole,
invece il 95 % delle
scelte che facciamo in
un negozio sono determinate
dall'impulso,
dalle emozioni e soprattutto dal “vedere gli
altri”. Colpa dei neuroni
specchio, neuroni che si
attivano quando si osserva
un’azione
“finalizzata”
compiuta
da altri. Quando infatti
vediamo qualcuno fare
qualcosa, il nostro cervello reagisce come se
stessimo compiendo noi
stessi quelle attività. Le
decisioni
d’acquisto
molto spesso dipendono
dalla Dopamina, una
sostanza chimica che il
nostro cervello rilascia
quando facciamo shopping in un negozio che
ci piace. Le cellule cerebrali che liberano dopamina secernono un’ondata di benessere e di
euforia che crea dipendenza e voglia di ripetere l’acquisto nella stessa modalità. Diventa
importante quindi per
un negozio differenziarsi da un altro costruendo la sua unicità. I consumatori per quanto
siano portati ad imitare
gli altri e a voler far
parte di una comunità,
vogliono sentirsi unici!
Pertanto, il negozio do-
Facciamo un’ipotesi…
Sono una donna che non
ha intenzione di acquistare nulla, ho a casa
una scarpiera piena di
scarpe di vario tipo e
genere ed il clima sempre mite mi permette di
acquistare prodotti “4
stagioni”. Non voglio
comprare! Ci sono negozi ovunque all’interno
dei quali so benissimo di
poter
trovare
scarpe
dallo stile che rispecchia
benissimo la mia personalità, e poi magari potrei comprare online,
comodamente da casa
quindi, passeggio senza
alcun
desiderio
o
“intenzione d’acquisto”.
Improvvisamente scorgo
un negozio con una vetrina “diversa” dalle altre, sento una musica
“particolare” (non la solita stazione radio) e
vedo il personale vestito
con un camice bianco e
con uno stetoscopio appeso al collo. “Che cosa
strana, devo entrare
anche solo per vedere…”
All’ingresso vengo accolta con un grosso sorriso
dal proprietario che mi
spiega il suo concetto di
punto vendita e mi invita a far parte di una
community online di appassionati di moda che
creano eventi all’insegna
del mondo della calzatura e del vino, che binomio! All’interno del negozio si sente un gradevole odore di melograno
e limone, i colori sono
caldi ed avvolgenti e
vengo seguita dal gentile personale che mi offre
una bevanda rigenerante. Nel punto vendita
sono presenti libri e riviste sul mondo della moda, sul benessere, su
tematiche green, new
age, sulla spiritualità e
diversi oggettini carini:
portachiavi a forma di
scarpetta, orecchini, lacci personalizzabili, calzanti con stampe divertenti, borsette per la
spesa, tutti rigorosamente con il marchio del
negozio. Ma le guest
star del negozio sono le
scarpe, valorizzate all’interno di cornici ed appese alle pareti, nascoste
tra gli oggetti e poste su
piedistalli.
Decido
di
comprare una collana
per me e una sciarpa
che mi risulta perfetta
da regalare ad un mio
amico. Le scarpe non le
compro. Mi registro come cliente del negozio,
ottengo una tessera per
usufruire dei codici per
entrare agli eventi e per
rimanere sempre aggiornata sulle offerte e
sui consigli online. Insomma, un’esperienza
d’acquisto memorabile.
Esco con la mia busta
fantastica che userei
anche per uscire e dopo qualche isolato incontro un’altra donna
con quella busta, la
guardo e le porgo un
sorriso, capendo di
essere entrata in una
community di persone come me, semplici
e amanti delle calzature. Ora vi pongo un
quesito, la donna della
storia
comprerebbe
online o vorrebbe rivivere la stessa emozione d’acquisto da voi?
Social network, i top brand
(Affari Italiani—giugno 2015)
Gli utenti hanno scelto
Facebook, ma il social
network
preferito
dai
primi 100 brand al mondo è un altro: YouTube.
E' uno dei risutati emersi dallo State of Social
Marketing Report 2015 di Simply Measured.
L'universo Zuckerberg sbaraglia i concorrenti
quanto a utenti attivi: Facebook ormai ha superato quota 1,4 miliardi. L'unico a inseguirlo (da
lontano) è YouTube, con un miliardo di utenti
attivi. Mentre Twitter, Instagram e Google+
gravitano intono alla soglia dei 300 mila. Se però
si osserva la presenza social dei magnifici 100 di
Interbrand (cioè i marchi più prestigiosi al mondo) la classifica cambia. Dal primo in classifica,
Apple, al centesimo, Nintendo, nessuno rinuncia a
YouTube: il Tubo fa 100 su 100. Tutti hanno un
account dedicato, a confermare ancora una volta
la centralità del video. Segue a breve distanza
Twitter (prezioso per il 98% dei brand) mentre
Facebook (con il 96%) deve accontentarsi della
terza piazza. Twitter si rifà primeggiando nella
classifica degli account attivi, seguito da Facebook e YouTube.
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Intraprendere
La carica degli "unicorni" europei: crescono le startup del tech
Economia&Finanza— Giu.2015)
Non solo la Silicon Valley. Anche l'Europa sta
vivendo un boom delle
società del settore tecnologico dai ritmi importanti, pur restando lontana dalla "produzione"
di nuove società al livello degli Stati Uniti. Da
un anno a questa parte,
il Vecchio continente ha
prodotto
tredici
"Unicorni",
ovvero
start up tecnologiche
che riescano a raggiungere un valore superiore
a 1 miliardo di dollari.
Una ricerca firmata da
GP Bullhound, di cui dà
conto il Financial Times, dice che dal nuovo
millennio in poi la regione ha prodotto ogni anno circa tre compagnie
tecnologiche che siano
poi state vendute, oppure quotate, o ancora
abbiano ricevuto nuovi
capitali che ne abbiano
determinato il valore in
oltre 1 miliardo di dollari. Ma dall'aprile scorso
l'accelerazione è stata
notevole, "sbalorditiva"
per dirla con le parole di
Manish
Madhvani,
partner
di
Gp
Bullhound, secondo il
quale l'Europa ha alzato
l'asticella sia per quanto
riguarda la vitalità imprenditoriale delle nuove
iniziative sia per il contenuto tecnologico che
propongono.
Le esperienze dell'ultimo
anno non sono state
tutte rose e fiori, tanto
che il quotidiano della
City ricorda come un
difficile andamento borsistico abbia fatto uscire
dal cclub dei miliardari
alcune realtà come la
britannica Monitise, che
si occupa di transazioni
sul mobile, il retailer
della moda londinese
Boohoo.com, e l'operatore di viaggi online spagnolo eDreams. Rispetto a quanto accada negli
Usa,
dove
dall'aprile
dell'anno scorso sono
nati 22 Unicorni, all'Europa mancano ancora
dei veri e propri campioni. Il rapporto dice infatti che il valore di tutte
queste società cresciute
in Europa dal 2000 ad
oggi è di circa 120 mi-
liardi, mentre la sola
Facebook ha attualmente una capitalizzazione di mercato di 275
miliardi e Uber è arrivata ad essere valutata 40
miliardi. Ancora Madhvani spiega dunque che
bisogna ingegnarsi per
creare una compagnia
da doppia cifra di valutazione, visto che la Ue
non ne ha mai prodotti.
Ma il mercato Usa resta
particolare, per le sue
dimensioni in primo luogo, tanto che replicarlo
resta di fatto impossibile. Lo studio, infine, dice
che il Regno Unito è il
maggior 'allevatore' di
unicorni del millennio,
con 17 società quali
Skrill, dei pagamenti via
web, o Farfetch, società del lusso.
Ora su Amazon.it si acquistano anche le creme e i prodotti di bellezza
(Popai.iit— Luglio 2015)
Le opportunità per acquistare quello che serve durante le vacanze direttamente dallo smartphone non mancano nella torrida estate 2015.
L’otto luglio, Amazon.it ha inaugurato i negozi dedicati ai prodotti di bellezza e alla cura della persona. Spedizioni anche in un giorno.
«Vogliamo rendere la vita dei consumatori italiani ancora più semplice spiega Francois Nuyts, country manager di Amazon Italia e Spagna
-. Con l’applicazione gratuita Amazon Mobile App è possibile comprare
prodotti di uso quotidiano ovunque ci si trovi: questa estate i clienti di
Amazon.it potranno ricevere il balsamo doposole e lo shampoo preferito anche nei luoghi di villeggiatura».
«Stiamo continuando ad arricchire la nostra offerta - aggiunge Xavier Garambois, vice president EU ratail di Amazon -. Con l’aggiunta dei prodotti di bellezza e per la cura della persona, siamo felici di garantire
agli utenti del sito italiano la comodità di poter ordinare online generi di uso quotidiano, come creme solari o
anti-età, salviettine per i bambini e dentifrici. Gli iscritti al servizio Prime possono usufruire di spedizioni illimitate gratuite in un giorno». I negozi bellezza e cura della persona di Amazon.it forniscono informazioni sui
prodotti, le recensioni dei clienti, i suggerimenti e le classifiche dei più venduti. Nivea e Nivea Sun, Leocrema, Dove, L’Oréal, Estee Lauder, Collistar, Pantene, Ambre Solaire, Chicco, Pampers, Johnson’s,
Proraso, Braun, Scholl e Gilette sono solo alcune delle marche disponibili online.
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Intraprendere
Come aprire un home restaurant
(PMI—Lug 2015)
Passione per la cucina,
spirito
organizzativo,
capacità di promozione
su Web e social network: ecco gli ingredienti per aprire un home
restaurant, ovvero un
ristorante a casa. Si
mette l’invito online sul
proprio sito o su uno dei
portali dedicati al social
eating, si fissa il prezzo
e si cucina per i prenotati. Diffusi in tutta Europa, sono arrivati anche
in Italia, dove però il
vuoto
legislativo
ha
creato polemiche e accuse
di
concorrenza
sleale. Una nota del Ministero dello Sviluppo
Economico (10 aprile
2015) li equipara alle
attività di somministrazione di alimenti e bevande (ciò implicherebbe l’applicazione del disposizioni di cui all’articolo
64
del dlgs
59/2010) ma gli operatori spingono si classificano come eventi casalinghi e saltuari. In attesa di una regolamentazione ad hoc, per chi
voglia cimentarsi sono
disponibili
guide
per
a s p i r a n t i
chef/imprenditori, come
il kit di Creaimpresa
«Come aprire un home
restaurant».
Teoricamente, ad oggi l’attività
può essere svolta in forma non imprenditoriale
e
senza
particolari
adempimenti purché i
ricavi non superino 5mila
euro
annui
(rifacendosi alle regole
per attività occasionali o
saltuarie d’impresa). Il
rischio di sanzioni future
per evasione fiscale, alla
luce del parere ministeriale, non è tuttavia peregrino. Al di sopra dei
5mila euro un’alternativa è l’associazione di
promozione
culturale
(APS), che richiede sta-
tuto o atto costitutivo,
sede e rappresentanza
legale, attestazione di
non-profit, imposta di
registro, codice contribuente, ecc. Per chi opta
per l’attività imprenditoriale, le forme giuridiche
adatte sono la ditta individuale o la società di
persone. Se si apre
un’impresa è bene verificare
inquadramento e
adempimenti con la Camera di Commercio locale. Ad esempio: Partita
IVA, iscrizione Registro
Imprese, INPS (gestione
commercio) e INAIL, ComUnica, SCIA, PEC e firma digitale, conto fiscale, igiene alimenti, tassa
rifiuti e TASI, iscrizione
alle associazioni di categoria. In tutti casi bisogna rilasciare la ricevuta
e documentare le spese
sostenute per la preparazione del pasto. Oltre a
chiarimenti e guide in
ambito amministrativolegislativo ed eventuali
agevolazioni, il kit di
Creaimpresa offre consigli pratici sull’idea di
impresa e su cosa offrire,
come promuoversi, gestire attività e prenotazioni, scegliere la location, predisporre menu,
spesa, cucina e ricevimento, con ampio spazio
a business plan e fonti
di informazione o eventi
da cui prendere spunto.
Esempio di sharing economy
(come
i
bed&breakfast o car
sharing) che sfrutta le
nuove
tecnologie
per
ottimizzare i costi, l’home restaurant si sta
diffondendo con varie
formule
(ristoranti
in
casa, supper club, hidden eatry, cene carbonare, cene occulte…). A
chi è venuta l’idea di business? A una fotografa
londinese, Kerstin Rodgers in arte MsMarmiteLover, che ha lanciato
online il suo home restaurant nel 2009. Internet è dunque fondamentale per promuovere
l’attività e sono numerosi
i portali dedicati: gnammo.com, cene romane,
new gusto, kitchenparty.org,
peoplecooks
(cene economiche), homefood (per turisti). Le
cene possono essere a
tema o per tipologia
(gourmet,
economica,
etnica,
vegetariana,
ecc.). Il padrone di casa
è l’host, che lancia l’evento sul web, propone
il menu (e lo prepara),
fissa il prezzo, accetta le
prenotazioni, organizza
l’evento. Questione deregulation a parte, non
resta che augurare a
tutti buon appetito!
Milano Centrale lancia una nuova app
(ADV magazine—agosto 2015)
Il gruppo FS Italiane lancia In
Stazione, la nuova web app
che permette di orientarsi all’interno dello scalo meneghino e
identificare rapidamente l’ubicazione dei principali servizi. Grazie ad un’interfaccia semplice,
disponibile in nove lingue, il servizio – accessibile attraverso la
rete wi-fi di Milano Centrale –
permette di trovare la propria
posizione su una mappa georeferenziata che ripropone tutti gli spazi della stazione, cercare il Punto di Interesse desiderato (ascensori, scale mobili,
biglietteria, deposito bagagli, Sala Blu, binari etc.) e
quindi visualizzare il percorso per arrivarci. L’app è
particolarmente innovativa perché non utilizza i dati
satellitari, schermati dalle mura della stazione, ma
quelli della rete wi-fi allestita da Rete Ferroviaria
Italiana, a disposizione anche dei viaggiatori. Altri
servizi offerti da WiFi Station sul proprio
smartphone sono i tabelloni arrivi e partenze, l’accesso ad app e siti web di supporto al viaggio
(Trenitalia, Pronto Treno, ViaggiaTreno, FSNews
Radio e Trainscovery) o inerenti l’Expo Milano
2015 (Expo e Territori), la condivisione di notizie o
eventi attraverso i profili social del Gruppo FS Italiane e il servizio di previsioni meteo.
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Intraprendere
Al supermercato con smartphone e tablet:
VéGé lancia la tecnologia Beacon
(Economia&Finanza—Giu 2015—
Veronica Ulivieri)
via Della Resistenza 10/B
70015 - Noci (BA)
Tel.: +39 - 080 4949240
Fax: +39 - 080 4949037
E-mail: [email protected]
“Far si che le cose
avvengano, monitorare
quello che avviene,
crescere….
analizzando quello che
è accaduto”
Contattateci !
www.rotora.it
Intraprendere
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ROTORA.
Tutti i diritti sono riservati.
Mentre
l’e-commerce
continua la sua espansione, la grande distribuzione corre ai ripari, puntando
sull’innovazione
digitale. Il Gruppo VéGé,
1.800 punti vendita affiliati in Italia con diverse
insegne (tra cui Sidis,
Dimeglio, Etè, Isa e
Migross) per un fatturato 2014 di 2,9 miliardi di
euro, ha appena lanciato
un sistema innovativo
che arricchisce l’esperienza di acquisto attraverso un’interazione tra
reale e virtuale, mai usato in Italia nei supermarket. «Basta scaricare
la nostra app Delizie
VéGé e attivare il bluetooth
all’entrata
del
punto vendita per ricevere
sul
proprio
smartphone o tablet
messaggi con sconti e
informazioni.
I sensori sono in grado di
rilevare la posizione del
cliente, in modo che sia
possibile inviargli coupon
promozionali relativi ai
prodotti a cui sta passando davanti o a quelli della corsia vicina. E per
una parte delle referenze
sono anche disponibili
notizie specifiche sulla
filiera e la provenienza
degli ingredienti», spiega
l’ad del gruppo Giorgio
Santambrogio.
La tecnologia Beacon,
utilizzata nel nostro Paese in negozi di marchi
come Coin, Ovs, Mondadori e negli Stati
Uniti da giganti del retail tra cui Wallmart e
Safeway, è stata introdotta da VéGé all’inizio
di maggio nel punto vendita Dimeglio di Crevalcore, in provincia di Bologna. «Nelle prossime
settimane arriverà anche
nei supermercati Etè e
Migross di Salerno e
Verona e nei negozi
Beautysi e Idea Bellezza, in modo da testare il sistema anche
nell’ambito non food.
L’obiettivo è raggiungere
i 101 negozi entro la fine
dell’anno». Una tecnologia economica - «per
adesso l’investimento è
stato inferiore ai 100 mila euro» - che offre però
grande
potenzialità:
«Nella fase due invieremo ai clienti maggiori
contenuti:
ai
coupon
sconto potremo associare
anche ricette preparate
con quei prodotti, o suggerimenti per l’abbinamento del vino.
E una volta che avremo
dati sul comportamento
d’acquisto dei clienti faremo
anche
promozioni
personalizzate».
Allo sviluppo di
Beacon si aggiungerà poi, a
partire dall’inizio del 2016,
l’apertura
all’interno dei
supermercati delle prim e
a r e e
«click&collect», dove
sarà possibile ritirare i
prodotti acquistati on
line: «Sono convinto
che l’e-commerce si
diffonderà molto nei
comparti grocery, home care, personal care
e bevande. È un fenomeno inevitabile che
dobbiamo cavalcare. Il
cliente continuerà però
a fare sul posto la spesa
dei comparti pescheria,
macelleria, gastronomia
e ortofrutta. Per questo
stiamo ampliando l’offerta di fresco, freschissimo e surgelato e lavoriamo per rendere i supermercati più attrattivi. Il cliente deve sentirsi
coccolato».
Il gruppo VéGé, che
punta a raggiungere i
3.000 punti vendita entro la metà del 2017, è
il risultato del riassetto
di Interdis completato
l’anno scorso recuperando il nome storico
della prima organizzazione della grande distribuzione
associata,
nata nel 1959. La società punta a raggiungere
nel 2015 un fatturato di
3,2 miliardi di euro,
puntando,
oltre
che
sull’innovazione digitale, anche sull’apertura
nelle aree commerciali
di stazioni di servizio
per il rifornimento dei
carburanti.