Biografia di Isaac Newton a cura di Carmen Colabianchi Matr

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Biografia di Isaac Newton a cura di Carmen Colabianchi Matr
Biografia di Isaac Newton
a cura di Carmen Colabianchi Matr. 152543
Fisico e matematico Isaac Newton fu un uomo dal carattere spigoloso ed
intransigente, la cui capacità intellettuale fu tuttavia una delle maggiori di quelle che
mai si furono applicate ai problemi della filosofia naturale.
Newton visse la sua maturità in una liberalissima Inghilterra anglicana. Lo
scienziato applicò la propria innata e stupefacente abilità in molti campi ed a lui è che
si deve, forse, lo strumento concettuale più potente, ossia il cosiddetto calcolo
infinitesimale.
Egli fu il primo a dimostrare che le leggi della natura governano il movimento della
Terra e degli altri corpi celesti. Egli contribuì alla Rivoluzione scientifica e al
progresso della teoria eliocentrica. A Newton si deve anche la sistematizzazione
matematica delle leggi di Keplero del movimento dei pianeti. Egli generalizzò queste
leggi intuendo che le orbite (come quelle delle comete) potevano essere non solo
ellittiche ma anche iperboliche e paraboliche.
Isaac Newton nacque a Woolsthorpe, nel Lincolnshire il 25 dicembre 1642 (secondo
il calendario giuliano) da una famiglia di proprietari terrieri e non conobbe mai il
padre, chiamato pure lui Isaac, morto combattendo per il re Carlo I. Giovanotto
timido e riservato ebbe un rapporto abbastanza travagliato con la madre Hanna
Ayscough Newton la quale alternava periodi di completo abbandono del figlio con
altri di attenzioni continue. Pure, se ebbe un’infanzia non facilissima e non brillò
particolarmente nei primi anni di scuola, la sua vita fu piena di riconoscimenti e di
onori, come mai uno scienziato avrebbe potuto aspirare prima di lui.
La fede risultò essere un punto fermo di grande importanza per tutta la vita del
tormentato studioso, il quale si immerse, specie negli ultimi anni di vita, in
approfondite analisi “scientifiche” dei testi sacri in modo da scovarvi segni da
interpretare o verità nascoste. Il giovane compì comunque molto in fretta gli studi
secondari e giunse nel 1661 presso il Trinity College. Il giovane dovette tuttavia
abbandonare Cambridge per la famosa pestilenza del 1665 (il famoso incendio di
Londra è dell’anno successivo) e, rifugiatosi in campagna, si trovò libero di meditare
sulle questioni naturali e, in questo periodo, diede alla luce gran parte delle sue
scoperte più brillanti.
Newton entrò ben presto nel corpo docente dell’università di Cambridge ed
ebbe una carriera a dir poco fulminante, e ciascuna delle numerose scoperte che fece
sarebbe bastata da sola ad assicurargli un posto di rilievo nella storia della scienza.
Giunto intorno all’età di 50 anni, nel 1689 egli divenne dapprima deputato nella
rappresentanza dell’Università di Cambridge, poi nel 1696 divenne ispettore e
successivamente direttore generale della Zecca e si trasferì in veste di alto
funzionario a Londra, ove diventò sir nel 1705 e divenne sempre più ricco e coperto
di onori; non compì più scoperte fondamentali, ma fu responsabile della condanna al
patibolo un buon numero di falsari…
Egli morì il 20 marzo 1727 ed il suo funerale, a cui assistette pure un incredulo
Voltaire, si svolse in pompa magna ed Isaac Newton fu inumato nella cattedrale di
Westminster accanto alle salme dei grandi d’Inghilterra.
Newton scoprì nel 1665 la legge della gravitazione universale (che mostra come una
stessa forza possa spiegare il moto degli oggetti sulla Terra e quello degli astri nel
cielo) e le leggi del moto che ne conseguono.
Secondo la legge della gravitazione universale di Newton, due corpi si attraggono con
una forza direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente
proporzionale al quadrato della distanza tra i loro centri di massa.
Tre i principi fondamentali della meccanica di Newton:
1) il principio di inerzia;
2) la proporzionalità diretta tra la forza e l'accelerazione;
3) l'uguaglianza tra azione e reazione.
Ma Newton si occupò dei campi più disparati della scienza, e in tutti ottenne risultati
nuovi e importanti: dalla matematica (per esempio il calcolo infinitesimale) all'ottica
(per esempio la scoperta dello spettro della luce e la teoria dei colori), dalla
meccanica (legge fondamentale della dinamica) alla cosmologia (moti relativi e moti
assoluti). Newton inventò anche un particolare tipo di telescopio che porta ancora
oggi il suo nome.
.
Fu il primo a dimostrare che la luce bianca è composta da tutti gli altri colori.
Egli, infine, avanzò l'ipotesi che la luce fosse composta da particelle.
Newton dedicò anche molto tempo allo studio della càbala e dell'alchimìa, discipline
che in quell'epoca non erano ancora separate dalla scienza così come la intendiamo
oggi.
La sua opera del 1687, Philosophiæ Naturalis Principia Mathematica (I principi
matematici della filosofia naturale), ha avuto un'enorme influenza sullo sviluppo della
scienza nei tre secoli successivi.
Nei Principia Newton formula le sue quattro regole metodologiche dalle quali la
scienza autentica non può prescindere:
1. Attenersi alle sole cause necessarie per spiegare un fenomeno, ovvero fare proprio
l'assunto di Ockhan "Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem", il quale
predicava la regola di non moltiplicare le spiegazioni (gli enti e le loro cause) senza
che vi sia una stretta necessità;
2. A stessi fenomeni medesime cause, ovvero, nel caso si osservi un fenomeno
identico a un altro, applicare a questo fenomeno le stesse spiegazioni dell'altro.
Questo significa che ogni fenomeno è sottoposto a una sola spiegazione e non a due
diverse;
3. Le qualità che appartengono a certi corpi possono essere considerate come
appartenenti a tutti i corpi in generale: è il principio della induzione scientifica;
4. I Risultati dell'induzione vanno considerati validi fino ad ulteriore conferma, come
a ribadire la natura perfettibile della fisica e della scienza moderna, processo
cognitivo sottoposto a continua revisione.
Con i Principia, Newton venne riconosciuto internazionalmente e conquistò un
circolo di ammiratori fra cui fu importante il matematico di origini svizzere Nicolas
Fatio de Duiller, con il quale stabilì un'intensa relazione che durò fino al 1693. La
fine di quest'amicizia portò Newton ad un esaurimento nervoso.
Durante questo esaurimento Newton fu molto prossimo alla pazzia e scrisse
lettere deliranti e accusatorie ad alcuni suoi amici come Locke.
Alcuni ritengono che alla base di questo momentaneo esaurimento nervoso ci
fossero i vapori di mercurio respirati negli esperimenti alchemici. Si racconta, altresì,
che la sua decisione di restare casto per il resto della vita fu presa per sfruttare la
nevrosi creativa a sostegno della scienza. Alcuni forti esaurimenti nervosi
coincidevano con le più importanti scoperte di Newton: la gravità e il principio di
azione-reazione. Prima delle scoperte della psicoanalisi, Newton intuì su di sé il
legame fra fattori sessuali ed esaurimento nervoso e tra questi e le facoltà creative.
Un pendolo di Newton sopra un volume dei Principia Method of Fluxions (1671)
Opere
Principia Method of Fluxions (1671)
De Motu Corporum (1684)
Philosophiae Naturalis principia Methematica (1687)
Opticks (1704)
Arithmetica Universalis (1707)
Postumi
Short Chronicle,
The System of the Wordl (1728)
Optical Lectures, (1728)
Universal Arithmetic, (1728)
The Chronology of Ancient Kingdoms, Amended e De mundi systemate (1728).
An Historical Account of Two Notable Corruptions of Scripture (1754)

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