dietro il banco della mia farmacia
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dietro il banco della mia farmacia
DIETRO IL BANCO DELLA MIA FARMACIA Di Antonella Greppi C'era una volta,c'era una volta? Ma si certo c'era una volta la figura del farmacista un pò burbero,tutto impettito che preparava miscele e intrugli con il suo mortaio e che mai e poi mai avrebbe immaginato di dover avere a che fare con computers,stampanti,fax e registratori di cassalo ho potuto tastare con mano questa trasformazione perchè mi ricordo ,con un pizzico di nostalgia,i miei genítori,entrambi farmacisti, preparare i cachets,pesare le polverine, mescolare gli unguenti.Mi ricordo che al posto del registratore di cassa c'era sotto al banco della farmacia un rassettino in legno che cigolava ogni volta che lo si apriva e dello scontrino fiscale neppure l'ombra. Quando ho iniziato io a stare dietro il banco il computer non era ancora in uso in farmacia e la sua introduzione,dopo qualche anno,me la ricordo assai traumatica. Mi presento:mi chiamo Antonella,ho 41 anni,sono titolare di una piccola farmacia rurale da quasi 18 anni ma praticamente respiro l'aria di farmacia da tutta la vita. E si, genitori, la casa dei miei genitori ospitava il locale adibito alla farmacia propio vicino alla sala da pranzo e così i primi passi li ho mossi correndo da una stanza all'altra. A 5 anni sapevo già la disposizione dei farmaci negli scaffali e a 23 ,appena terminata l'università,ho preso il posto di mio papà,venuto a mancare qualche mese prima,nella farmacia di un piccolo paese di poco più di mille abitanti. Grazie alla giovane età non mi rendevo ben conto della grande responsabilità di cui ero investita e affrontavo ogni situazione con la massima calma e disinvoltura. Dietro a questo bancone son pian piano cresciuta e la gente mi ha accompagnata passo dopo passo nello svolgimento della mia attività. Ricordo con un sorriso i primi anni perchè i ragazzi venivano a comprare lo Zigulì o l'aspirina per la nonna ma solo come scusa per farmi un pò il filo. Ricordo con grandissima emozione il giorno in cui,tra un cliente e l'altro,feci il test di gravidanza nel retro della farmacia.Dovevo avere un'aria così raggiante perchè la signora che entrò subito dopo mi chiese cosa mi era successo perchè la mia gioia traspariva dal mio viso. Dopo nove mesi nacque Matteo e dopo poco più di tre anni arrivò Martina. Li ho allattati e cresciuti dietro il banco della farmacia e credo di averne fatto dei piccoli farmacisti in erba. E si,il banco,luogo di consigli, confessioni, pianti, risa oltre che naturalmente luogo principale dove svolgo la mia attività. E' in quel metro quadrato di spazio che anno dopo anno sono cresciuta non solo di età ma anche professionalmente e ho conquistato la fiducia delle persone che a volte vengono in farmacia anche solo per chiedere un consiglio o ricevere una parola d'incoraggiamento. Con tutte loro ho stretto un rapporto unico in umanità,amicizia e rispetto a cui non potrei mai rinunciare. E loro,i miei clienti (ma preferirei chiamarli amici)mi coccolano uni pò. Ed è così che al mattino,quando non ancora le nove entra in farmacia la signora Lucia(ma potrei dire Andreina,Miliana,Giuseppina,Anna,Teresa .... )a comperare,mi chiede se ho già pronta la lista della spesa e me la porta al negozio di alimentari che poi provvederà alla consegna direttamente in farmacia. Più tardi arriva Alessia,la nipote della giornalaia e mi porta il giomale. Così tutte le mattine da molti anni ormai. C'è poi la signora Giuseppina che ogni tanto mi telefona per dirmi che ha pregato anche più di due ore per me perchè possa mantenermi in salute e io immancabilmente mi commuovo. Ci sono poi la signora Gina,la signora Marisa, Piera, Franca.... che mi deliziano il palato con le primizie di stagione o con te uova fresche di giornate o le squisite marmellate fatte con le loro mani. Questi sono solo alcuni dei numerosi esempi che testimoniano il rapporto di affetto che si è creato tra di noi e che va ben oltre il gesto di dispensazione di un medicinale. Questo rapporto altamente confidenziale è tipico dei paese rispetto alla grande città. L'impegno che ci si mette non cambia rispetto all'impegno messo dai miei colleghi in città,ma è facilitato da una conoscenza più approfondita e duratura. C'è però anche il lato un pò più duro della medaglia perchè il cliente a volte esige qualcosa in più da chi lo conosce bene ed è a volte più critico nei miei confronti. l'aspetto dei rapporti umani è per me,sicuramente il più gratificante.Non potrei far a meno dei sorrisi,delle battute,delle confidenze della mia gente:delle persone che ogni glomo ,spontaneamente, mi regalano emozioni sincere e occasioni di condivisione,che scaldano il cuore e danno valore e senso alla vita.Ho imparato ad ascoltarle e questa è certamente tra le qualità che loro apprezzano di più in me. Quando mi fermo con la mente e penso a tutto ciò mi sento investita da molta responsabilità nei loro confronti. Ho imparato questa professione con e grazie a loro e spero di non aver mai tradito la loro fiducia sia professionalmente e sia dal lato dei rapporto umano.Loro lo sanno:a qualunque ora,non importa se di notte,di domenica o il giorno di Natale,se loro hanno bisogno,io ci sono.E questo credo dia loro una certa tranquillità, indispensabile per poter "sopravvivere" in un paesino un pò isolato come il nostro.