l`era urbana: la ricostruzione
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l`era urbana: la ricostruzione
L'ERA URBANA: LA RICOSTRUZIONE Un programma sulla città del XXI secolo in 18 puntate su RAI Radio3 e in televisione con 5 speciali su RAI Educational. in onda su RAI Radio3 dal 10 maggio al 3 giugno 2005 alle ore 14 dal lunedì al venerdì 7 05 [Direzione e Redazione 00185 Roma, Piazza Manfredo Fanti 47 , t. +39 06 97.60.45.60, f. +39 06 97.60.45.61] [Internet www.architettiroma.it/ars] [e-mail: [email protected]] QUINDICINALE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI ANNO XI N.7 (05. 2005) AUT- TRIB. CIV. ROMA N. 00424/95 DEL 23 AGOSTO 1995 DI ROMA E PROVINCIA Ars [Direttore Fabrizio Pistolesi] [Direttore Responsabile Amedeo Schiattarella] [Coordinamento redazionale Franca Aprosio] [Coordinamento redazione web Luigi Mauro Catenacci] [Redazione: Francesca Bizzarro, Lidia Ferretti, Marina Lobina, Barbara Maroni, Raffaella Marrocco, Tomaso Scotti, Maria Cecilia Zita] [progetto grafico Dario Curatolo] L’ERA URBANA Il tema della ricostruzione della città del XXI secolo guidato da voci d'eccezione in 18 puntate in onda su Radio3 RAI e in televisione con 5 speciali su RAI Educational. Dopo il notevole riscontro ottenuto dalla prima edizione torna "L'Era Urbana" il programma di RAI Radio3 dedicato alla ricostruzione della città del XXI secolo che, anche in questa sua seconda edizione, registra tra i promotori l'Ordine degli Architetti PPC di Roma e Provincia. Una partecipazione, quella dell'Ordine, che va sottolineata perché rappresenta la continuità e lo spessore dell'impegno profuso in questi ultimi anni per avvicinare la società al mondo della architettura. Un obiettivo perfettamente centrato nella prima edizione dello scorso anno che ha registrato un elevatissimo grado di ascolto del pubblico e un inaspettato riscontro sui mezzi di comunicazione. Quest'anno l'indagine sulla città contemporanea sarà completata trasformando cinque dei ritratti radiofonici in un progetto televisivo. Beirut, New York, Shanghai, Torino e Roma diventano infatti cinque speciali televisivi di 30' realizzati in collaborazione con RAI Educational in onda, oltre che sul canale satellitare, su RAI 3, e in replica su RAI 1. Si tratta di un vero e proprio “viaggio” proposto agli ascoltatori in compagnia non soltanto dei più grandi architetti ed artisti che si stanno occupando “fattivamente” dell'attuale “era urbana”, ma di un gran numero di antropologi, filosofi, sociologi e scrittori. Protagonisti delle 18 puntate (vedi elenco degli argomenti alle pagine 2-3) - realizzate dalla storica dell'arte Marta Francocci, in collaborazione con il regista e antropologo Giorgio de Finis e con la consulenza dell'architetto Renata Bizzotto - luoghi e città particolarmente vulnerabili per aver subito guerre, crisi economiche, attentati e abbandoni, che vivono una nuova stagione, progettano un riscatto, aspirano a un'epifania. E se verrà affrontato il tema della New York del dopo 11 settembre, si parlerà anche di una Torino che si sta preparando ad accogliere un grande evento, quello dei giochi invernali 2006; di una Shangai che offre la visione di una metropoli simbolo della crescita economica della nuova Cina e delle città e i luoghi violati dalla guerra: Beirut, Sarajevo, Bagdad, il Kossovo. Ma ancora i temi attuali di una Milano in cui nasce la nuova Fiera e i grattacieli di Daniel Libeskind, Zaha Hadid e Arata Isozaki, e di una Roma in cui si stanno muovendo i grandi progetti: dalla "nuvola" di Massimiliano Fuksas all'Eur, al recupero dei Mercati Generali recentemente affidato a Rem Koolhaas, analogamente alle trasformazioni di altre grandi città come: Barcellona, Istanbul, Berlino, Bilbao. Parleranno di ciò gli interpreti più grandi dell'architettura contemporanea: Renzo Piano, al momento impegnato a New York con quattro importanti cantieri (la storica Morgan Library, uno degli edifici americani più antichi, la nuova sede del New York Times, l'ampliamento del Whitney Museum e quello della Columbia University); Jean Nouvel che costruirà una nuova torre simbolo della Beirut postbellica; David Childs dello storico studio SOM, protagonista della ricostruzione di Ground Zero e del rifacimento di Pen Station; Gae Aulenti per la prima volta impegnata a Torino su un impianto sportivo; Massimiliano Fuksas che dopo l'imponente cantiere della nuova Fiera di Milano si prepara alla sfida romana del Palazzo dei Congressi; e ancora Vittorio Gregotti, Peter Eisenman (Leone d'oro all'ultima Biennale di Venezia), Charles Gwatmey, Henry Cobb, Richard Meier. Promotori: Comune di Roma - Assessorato all’Urbanistica Ordine degli Architetti, P. P. C. di Roma e provincia Ordine degli Architetti, P. P. C. della provincia di Torino in collaborazione con DARC 1/4 L'ERA URBANA: GLI ARGOMENTI DELLE 18 PUNTATE con il suo progetto di Pen Station, nodo focale della mobilità newyorkese, rivoluzionerà una vasta area di Midtown mentre già svettano le nuove torri gemelle che ha progettato per New York a Columbus Circle; Renzo Piano poco lontano sta realizzando la nuova sede del New York Times e a nord, con un progetto audace porterà la Columbia University, simbolo della cultura wasp newyorkese, nella nera e ispanica Harlem dopo aver affidato i sopralluoghi all'antropologo Franco La Cecla. Richard Meier e Livio Sacchi (architetto ed esperto di cultura architettonica americana) raccontano i cambiamenti a Chelsea legati allo spostamento delle boutique e delle gallerie d'arte. L'artista Sandro Chia racconta lo spostamento del mondo dell'arte nell'area a partire dalla fine degli anni '80. 12 maggio: Beirut 10 maggio: New York L'attentato dell'11 settembre apre un nuovo capitolo nella storia delle città contemporanee: il sociologo Slavoj Zizek e l'etnologo Marc Augé riflettono a partire dalla tragedia di New York sul pianeta globalizzato e sugli scontri che coinvolgono il mondo urbano e la società postmoderna. Parte dunque da Ground Zero - con Daniel Libeskind e David Childs, gli architetti a cui è affidato il nuovo progetto - il viaggio dell'era urbana nelle ricostruzioni del XX secolo. Richard Meier (che ha appena realizzato un progetto residenziale con appartamenti da 40 milioni di dollari), Renzo Piano (che sta lavorando a quattro imponenti cantieri a New York), Charles Gwatmey (autore dell'addizione al GuGghenheim Museum e del Museo della Fotografia), l'artista Vito Acconci oggi attivo nell'architettura (che ha recentemente realizzato due gallerie d'arte e una stazione della metropolitana) raccontano la nuova New York. 11 maggio: New York Peter Eisenman parla del ruolo di guida mondiale di New York negli anni '80, dei suoi legami con la cultura europea e della sua progressiva perdita della supremazia creativa e tecnologica. I protagonisti dei cambiamenti più recenti entrano nel dettaglio dei nuovi progetti: David Childs 2/4 Nel 1991 il fotografo Gabriele Basilico viene chiamato, insieme ad altre star della fotografia mondiale, a testimoniare sedici anni di guerra. Da lì a poco la società immobiliare Solidaire, che fa capo a Rafik Hariri recentemente scomparso in un attentato, inizia una discussa e controversa ricostruzione del centro della città che oggi chiama a collaborare alcune delle firme più prestigiose dell'architettura mondiale. Parlano alcuni dei protagonisti della ricostruzione: Jean Nouvel, Bernard Koury e un'icona dell'architettura italiana, Giancarlo de Carlo che sta realizzando un importante intervento residenziale. Claudia Conforti riflette sui recuperi dei centri storici toccati da conflitti, Marc Augé sul ruolo dell'architettura nelle città da ricostruire. Sul ruolo di Hariri nella ricostruzione della città interviene Gilles Kepel, uno dei massimi studiosi di questioni islamiche. 13 maggio: Beirut Dalla guerra al dopoguerra: come stanno cambiando la forma della città e le abitudini di chi la vive, e soprattutto come l'architettura è oggi al centro del dibattito sull'identità e l'appartenenza: ne parlano gli architetti libanesi Bernard Koury e Ziad Akl, il Sindaco della città, il Prefetto, gli archeologi torinesi che hanno lavorato alla salvaguardia del patrimonio, l'etnologo Marc Augé, il sociologo Renzo Guolo. Staffan de Mistura, rappresentante personale di Kofi Hannan per il sud del Libano, racconta il progetto che l'ONU ha promosso, insieme alla bonifica dalle mine, per recuperare simbolicamente alla vita civile quest'area del paese toccato da duri scontri. 16 maggio: Barcellona La costruzione della città olimpica nel 1992 è stato il primo passo per la rinascita della città. Il Segretario Generale dei giochi di Atene confronta i due casi europei mentre Vittorio Gregotti, autore dello stadio olimpico, l'architetto catalano Carme Pinos e Antonio Monestiroli (architetto e preside della facoltà di Architettura del Politecnico di Milano) fanno il punto sui cambiamenti urbani seguiti all'evento. Stefano Boeri e Jean Nouvel (vincitore del concorso per il rifacimento della Fiera di Genova) mettono a confronto altre città mediterranee, profondamente cambiate negli ultimi anni (Genova e Marsiglia) mentre Manuel de Sola-Morales riflette sul rapporto con il mare di Barcellona. Richard Meier (autore del Museo d'arte Contemporanea) e Benedetta Tagliabue (progettista del nuovo spettacolare mercato Santa Caterina nel centro della città) riflettono sui cambiamenti apportati dai loro progetti ai quartieri in cui si inseriscono. Lo scrittore Fulvio Abbate, racconta i quartieri che hanno visto l'insurrezione anarchica. 17 maggio: Marsiglia Rudy Ricciotti, nuova star dell'architettura francese e progettista, parla del suo Museo della Cultura e della Civiltà del Mediterraneo a fianco al quale l'architetto italiano Stefano Boeri sta progettando il grande spazio della Casa del Mediterraneo. A raccontare i cambiamenti del vecchio porto e dei quartieri marsigliesi il fotografo dell'agenzia Magnum, Antoine D'Agata incaricato dal Comune di testimoniare con il suo lavoro i cambiamenti in atto, gli scrittori Henri Frèderic Blanc e Fulvio Abbate e l'architetto Franco Purini. 18 maggio: I Balcani La complessa vicenda della guerra e della ricostruzione nelle aree dell'ex Jugoslavia affrontata attraverso alcuni luoghi simbolo come Sarajevo, la città che ha subito l'assedio più lungo della storia moderna e attraverso i responsabili politici (il ruolo della Comunità Europea nei Balcani) come il diplomatico Fernando Gentilini rappresentante personale di Javier Solana per i Balcani, Richard Zink direttore dell'Agenzia Europea per la Ricostruzione, Marina Catena che è stata consigliere politico dell'Ambasciata italiana in Iraq ed esperta del programma alimentare mondiale per il Kosovo e studiosi come: Massimo Cacciari, Slavoj Zizek, Predrag Matvejevic, la scrittrice Nicole Janigro, lo scrittore e giornalista Paolo Rumiz,. Arata Isozaki, coinvolti anche nella riprogettazione e il fotografo Peter Bialobrzeski autore di "Neon tiger", illuminante libro dedicato alla vertiginosa crescita di Shangai. 26 maggio: Milano Lingotto che hanno simbolicamente segnato una prima tappa nel desiderio di rinascita torinese. Due voci raccontano altrettanti passaggi epocali: Michelangelo Pistoletto e la nascita dell'arte povera negli anni '60; Luca Morino che negli anni '80 con i Mau Mau, un gruppo "storico" torinese, ha cantato l'installarsi a Torino di un'importante comunità magrebina. Dall'Università di Trieste impegnata nel confronto con le nazioni confinanti, Maurizio Bradaschia, architetto e professore, argomenta dalla distruzione all'invasione del post-moderno, la colonizzazione stilistica dei modelli occidentali. Si affronta quindi la ricostruzione di Pristina con un team internazionale: il giovane architetto Perparim Rama, il fotografo Riccardo Venturi. Fu veramente una guerra di religione? I rapporti fra etnie e fedi: ne parlano Predrag Matvejevic, Nicole Janigro, Fernando Gentilini, Paolo Rumiz. Dopo anni di mutamenti silenziosi Milano esce allo scoperto con una serie di progetti e realizzazioni che attraggono l'attenzione nazionale e internazionale. Il trasferimento della Fiera offre la prima opportunità di un nuovo progetto urbano e accende un dibattito infuocato: le nuove strutture della Fiera vengono affidate all'architetto Massimiliano Fuksas mentre l'ex Fiera è pronta ad una trasformazione radicale con la costruzione di torri affidate ad Arata Isozaki, Daniel Libeskind, Zaha Hadid. Un'altra torre dovrebbe modificare lo skyline di Milano, quella della nuova sede della Regione affidata al newyorkese Henri Cobb. Ad accendere la miccia della discussione disciplinare e del rapporto fra committenza pubblica e privata è Vittorio Gregotti. A lui si uniscono le voci di Antonio Monestiroli e di Giancarlo de Carlo. Parlano i protagonisti del rinnovamento urbano. I progetti per Roma dalla voce del Sindaco Wa l t e r Ve l t r o n i , d e l l ' A s s e s s o r e all'Urbanistica Roberto Morassut e dell'architetto Pio Baldi (Direttore DARC Ministero per i beni e le Attività Culturali). Si affrontano i temi: del polo delle arti (il MAXXI, l'Auditorium, l'ampliamento della GNAM, il Macro) con gli architetti Zaha Hadid, Renzo Piano e Odile Decq; il Centro Storico con gli interventi più recenti: il difficile cantiere dell'Ara Pacis, raccontato da Richard Meier, l'intervento di Gae Aulenti per le scuderie papali, la ripavimentazione del centro. Le "case" delle arti: Amedeo Schiattarella (Presidente Ordine degli Architetti PPC di Roma e Provincia e della Casa dell'Architettura) e l'architetto Renata Bizzotto (Presidente dell'Acquario Romano) parlano del recupero dell'Esquilino. 20 maggio: Istanbul 27 maggio: Milano in via di definizione La ricostruzione del dopoguerra e gli interventi di oggi: dibattono sul tema Claudia Conforti, Giulio Barazzetta, Franco Raggi, Cino Zucchi, Italo Rota, De Francesco e Mario Botta (autore della dibattuta addizione della Scala). 3 giugno: Roma 19 maggio: I Balcani 23 maggio: Iraq Afganistan "La ricostruzione è progettata prima che la distruzione avvenga? Sta accadendo in Iraq? Ci sono guerre dove gli eserciti sono talmente dispari che la battaglia vera e propria non può che essere breve?" Sono le parole di Marc Augé che interpreta i contraddittori segnali di una difficile ricostruzione insieme a Slavoj Zizek, a Gilles Kepel, al diplomatico Mario Bondioli Osio (Ministro della cultura del Governo provvisorio in Iraq), allo scrittore Edoardo Albinati (autore del libro "Il ritorno"), a Marina Catena, all'architetto Zaha Hadid che riflette sul suo paese d'origine e a Patti Smith, che ha cantato la propria opposizione alla guerra. 30 maggio: Torino 25 maggio: Shangai Anche Torino sceglie di documentare i cambiamenti che la città sta attuando in vista delle Olimpiadi invernali del 2006. Gabriele Basilico, fra i fotografi selezionati, racconta il proprio lavoro. La parola d'ordine - come per Barcellona e Atene - è "riconvertire": gli impianti, gli alloggi che, dopo la parentesi delle Olimpiadi, ritorneranno definitivamente in uso ai cittadini torinesi. Raccontano in rappresentanza delle istituzioni il sindaco Sergio Chiamparino, il Presidente Mimmo Arcidiacono dell'Agenzia Torino 2006 che ha coordinato tutti i lavori olimpici, gli architetti Gae Aulenti, Arata Isozaki, l'economista Mario Deaglio. I paradossi del boom cinese: intere città progettate e costruite in pochi mesi, quartieri dove l'architettura tradizionale è cancellata dalla corsa alle costruzioni verticali: ne parlano Zaha Hadid, Vittorio Gregotti, Renato Rizzi, Massimiliano Fuksas, Italo Rota, Livio Sacchi, Alfonso Mercurio, Oltre agli impegni per i giochi olimpici, sugli altri interventi dibattono Massimiliano Fuksas (nuova sede della Regione), Mario Botta (chiesa Santo Volto), Renzo Piano con i lavori al 24 maggio: Berlino in via di definizione 1 giugno: Roma Gli interventi nell'area Ostiense: l'Assessore all'Urbanistica Roberto Morassut parla degli spazi dell'Ex Mattatoio, dei Mercati Generali e dei progetti per la nuova area. Per l'EUR interviene Massimiliano Fuksas progettista del nuovo Palazzo dei Congressi e Franco Purini progettista della torre che diventerà uno dei nuovi punti di riferimento nello skyline romano. Gli interventi diffusi e di pubblico interesse per le nuove scuole e i ponti sono illustrati da Francesco Ghio responsabile dell'ufficio concorsi. E ancora la riqualificazione delle periferie e il loro legame con la città: Paolo Portoghesi e Richard Meier. PER CHI AVESSE PERSO UNA PUNTATA Si informa che è possibile ascoltare le puntate del programma, comprese quelle della prima edizione, sul sito radio.rai.it/radio3 Le fotografie di questo numero sono di: Giorgio De Finis 31 maggio: Torino s 3/4 L'ERA URBANA: FOCUS SU NEW YORK Le puntate di apertura sulla città simbolo di una eccezionale capacità di rinascita. Luisa Chiumenti Le prime due puntate del programma si sono occupate di New York e ciò è molto significativo, perché ne è scaturito proprio il senso più vivo e lo spirito più attuale della ricostruzione del XXI secolo, in una cittàsimbolo di una eccezionale capacità di rinascita. La ripresa di New York dopo il fatidico 11 settembre è stata infatti imprevedibile nei suoi sviluppi, anche perché la tragedia si era abbattuta su una città che già lamentava un pauroso deficit; il sindaco Giuliani, pochi giorni prima aveva infatti stimato tale deficit nella cifra di ben sei milioni di dollari su un bilancio totale di 40. E se da un lato gli economisti si aspettavano un collasso molto simile a quello che aveva colpito la città negli anni '70 o addirittura nel '29, quando Wall Street era stata attraversata da decine di ambulanze che portavano via i cadaveri degli investitori che avevano preferito uccidersi piuttosto che sopportare le conseguenze del fallimento, al contrario, paradossalmente, l'11 settembre segnò la rinascita di New York. Avvenne infatti che ingenti contributi pubblici ed ampi investimenti privati hanno preparato una nuova era per la città, di cui, quello per Ground Zero è divenuto una sorta di “cantiere-simbolo” del disastro e della rinascita: una manifestazione concomitante di fragilità e di grande forza. E dalle interviste OAPPC Roma e Provincia 4/4 Presidente Amedeo Schiattarella Vice Presidente Andrea Mazzoli sono emersi i punti chiave delle polemiche ormai note a tutti sulla ricostruzione di Ground Zero, nel contrasto fra i due architetti Childs e Libeskind, soprattutto incentrato sulla Freedom Tower, che Libeskind aveva progettato alta 1776 piedi, per ricordare l'anno della dichiarazione di indipendenza americana. Ma, nella consapevolezza che i grattacieli rappresentino più che una specifica tipologia relativa ad un tipo di costruzione altamente intensiva qualcosa che si muove dallo spirito, come una aspirazione verso il cielo, si è infine cercato un “compromesso” , o meglio un punto unitario tra opinioni differenti, puntando sull'essenza, su quella parte del progetto che apparterrà poi al pubblico, e alla dimensione spirituale dell'epoca contemporanea. David Childs ha così espresso, durante il programma di Radio 3, le modifiche che il suo studio ha portato all' edificio voluto da Daniel Libeskind. Mentre il progetto di Libeskind nella Freedom Tower riprendeva l'idea della Statua della Libertà con una grande antenna che, come il braccio della statua, si alzava verso il cielo, la versione di Childs, più astratta, ispirandosi sempre alla statua, che non è immobile, ma suggerisce il movimento, mette in torsione l'edificio, che si avvita su se stesso. Inoltre ha proposto un Vice Presidente Silvio Luigi Riccobelli Segretario Pietro Ranucci Tesoriere Alessandro Ridolfi Consiglieri Piero Albisinni Giovanni Bulian Lucio Carbonara Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia www.architettiroma.it edificio solo, dei due che suggeriva Libeskind. Ma New York oggi è una fucina di grandi talenti: molti i progettisti americani, ma anche europei e così abbiamo sentito Renzo Piano ricordare i suoi attuali interventi, sottolineando il proprio desiderio di progettare in una città così straordinaria e mutevole (persino nel colore!), come è appunto New York. Renzo Piano, che al momento è impegnato a New York con quattro importanti lavori: dalla nuova sede del New York Times (cantiere già aperto un anno prima dell'11 settembre), alla storica Morgan Library, uno degli edifici più antichi d'America, all'ampliamento del Whitney Museum, a quello della Columbia University. E' scaturita anche, dalla trasmissione, l'immagine di una New York diversa, in cui è cresciuta la sensibilità per i temi urbanistici e ambientali (forse fino ad ora più sentiti nelle città europee) e mentre da un lato è aumentata la sensibilità dei costruttori per la buona architettura, dall'altro, tutti gli architetti che vi operano, hanno saputo accogliere la sfida. Tutto ciò è stato “comunicato” con grande efficacia dal programma radiofonico, attraverso le ampie interviste ad architetti, urbanisti, sociologi, antropologi e filosofi. Rolando De Stefanis Valter Macchi Mauro Mancini Maria Letizia Mancuso e-mail: [email protected] Fabrizio Pistolesi Luciano Spera Benedetto Todaro