Leggi intervista a Nilde Marchesini

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Leggi intervista a Nilde Marchesini
Chiesa & Società
28 gennaio 2012
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PROGETTO Nel territorio delle parrocchie cittadine di Sant’Anselmo, San Luigi e Sant’Antonio
DIOCESANO apre una dimora per la prima accoglienza di donne “ferite”. La gestirà la Caritas
«Maria di Magdala» è più ospitale
Domenica 29 gennaio alle 16 viene inaugurata “Casa Bruna e Dante”
P
er completare l’arredamento hanno scritto
la “lista di nozze”, con
consegna degli oggetti a domicilio. E per sistemare gli appartamenti si sono dati da fare
i parrocchiani e i volontari del
centro d’ascolto di tre comunità: Sant’Anselmo di Lucca, San
Luigi Gonzaga e Sant’Antonio
di Padova. Fiori d’arancio in
vista? Non esattamente. Domenica 29 gennaio, alle 16
in Sant’Anselmo, si celebrerà
l’inaugurazione di “Casa Bruna e Dante”. Prima i Vespri,
in chiesa, poi la benedizione
dei locali da parte del Vescovo
Ausiliare Lorenzo Ghizzoni.
Presenza non casuale, la sua,
dal momento che l’apertura di
questa struttura si colloca nel
progetto diocesano per l’accoglienza al femminile denominato “Maria di Magdala”.
Dietro alla nuova casa c’è la generosità dei parroci della zona
– padre Francesco Marchesi
(Sant’Antonio), don Giancarlo
Simonazzi (Sant’Anselmo) e
don Gabriele Valli (San Luigi),
subentrato da alcuni mesi a
don Stefano Talenti, prematuramente scomparso. Senza dimenticare don Eugenio
Morlini, che ha messo a disposizione della Caritas diocesana
la casa dove vivevano i suoi
genitori, Bruna e Dante, giustappunto.
O
ra i due piani dell’abitazione saranno gestiti
dalla Caritas reggianoguastallese tramite il Centro di
Ascolto diocesano e il progetto
“Maria di Magdala”.
Vi risiederanno per una prima
accoglienza ragazze strappate
al racket della prostituzione,
donne in difficoltà, mamme
di origine straniera, insieme
a due ragazze di Montecchio,
Sara Golinelli e Jessica Mazzoni, che hanno condiviso la
scelta della vita comunitaria
(per informazioni si può contattare la casa al 340.3556466).
“In questi mesi — raccontano
le due giovani ‘custodi’ — Casa
Bruna e Dante è stata costruita sulla roccia della Parola che
ogni giorno viene ascoltata e
meditata nella preghiera, e il
gno scorso nella parrocchia di
Coviolo, mentre stanno preparandosi a passi simili anche le
comunità di Roncadella e di
Santa Maria della Fossa.
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Foto 1: l’esterno di “Casa Bruna e Dante”. Foto 2: giovani volontari delle parrocchie al lavoro per allestirla. Foto 3: da sinistra
Sara Golinelli, Maura Morlini (sorella di don Eugenio e figlia dei coniugi Bruna e Dante, ai quali è intitolata la Casa), Jennifer
e Jessica Mazzoni in un simpatico balletto. Foto 4: una riunione del gruppo di coordinamento di “Maria di Magdala”.
giovedì mattina - alle 7.30 – è
condivisa con chi desideri
partecipare. Noi abbiamo avuto modo di preparare i nostri
cuori, con i nostri limiti e le
nostre fatiche, a chiunque si
affaccerà alla porta”.
Per spiegare alla zona pastorale la novità che l’aspetta, non
sono mancati gli incontri con
i parroci e gli operatori dei
centri d’ascolto. Ma indubbiamente a Sara e Jessica va
riconosciuta una parte determinante, nell’apertura di Casa
Bruna e Dante. E questa è la
loro motivazione: “Abbiamo
offerto quello che di più prezioso abbiamo: la nostra vita,
il nostro tempo, le relazioni,
noi stesse… e abbiamo deciso di presentarlo a Dio e l’una
all’altra, così che alla fine di
questa esperienza possiamo,
come i Magi, fare ritorno a
Abbiamo intervistato Nilde Marchesini (foto), da
anni impegnata per il riscatto delle donne vittime
della tratta e responsabile del progetto.
Qual è l’esigenza alla base di un progetto di
accoglienza al femminile?
Nell’ambito del progetto “Maria di Magdala”, si è
vista nel tempo la necessità di una Casa di prima
accoglienza che vuole essere una risposta alle richieste che la Chiesa si trova oggi ad affrontare.
A quelle sfide a sostegno della vita in qualunque
condizione. Ho in mente ad esempio quelle
mamme a cui al sesto mese di vita del bambino decade il permesso di soggiorno per motivi
di salute ed entrano in clandestinità. Se dunque
la vita è dono, lo è anche nella clandestinità e
l’accoglienza di queste situazioni è segno che la
nostra Chiesa è coerente con il Vangelo.
L’altra sfida è legata alla dignità umana: occorre
difenderla e sostenerla proprio là dove ci sono
donne in difficoltà, vittime di violenze e della
tratta di esseri umani.
Domenica 29 gennaio sarà inaugurata Casa
Bruna e Dante; come nasce questo progetto?
Sono diverse le realtà parrocchiali nate in rete
con il progetto di accoglienza al femminile: Coviolo, Cadelbosco, Santa Maria di Novellara…
altre stanno iniziando: una nella parrocchia di
Roncadella e un appartamento presso le suore
del Buon Pastore. Casa Bruna e Dante s’inserisce
dunque in questo percorso di accoglienza al fem-
casa per un’altra strada: quella dell’amore. Non siamo sole,
ma siamo parte di una Chiesa
che cammina insieme, di cui
sentiamo la presenza nella vicinanza di tante persone che
dedicano il loro tempo a questo progetto e ci sono vicine
nella preghiera”.
Una disponibilità umile e serena, quella di queste due ragazze, che altri giovani potranno
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ià, perché — come si
coglie molto bene nella
testimonianza di Sara e
Jessica — “Maria di Magdala” è
il frutto di un percorso di Chiesa, cominciato in terra reggiana quasi una ventina d’anni
fa, quando i primi volontari di
“Rabbunì” provarono a porgere la Parola di salvezza e
una possibilità di riscatto alle
vittime dello sfruttamento
Come occasione per conoscere meglio
il progetto «Maria di Magdala»
si preannuncia interessante l’incontro
pubblico che si terrà il 15 febbraio alle 21
all’Oratorio di Santa Croce, a Reggio
imitare, se vorranno, in una
delle tante realtà di accoglienza (e, aggiungiamo, delle canoniche libere) di cui è ricca la
nostra Chiesa.
sessuale. Da allora le realtà ecclesiali che si occupano di accoglienza hanno intensificato
la collaborazione, finché nel
2009 il Vescovo Adriano ed il
suo Ausiliare hanno dato corpo alla rete “Maria di Magdala”, di cui è responsabile Nilde
Marchesini, per camminare al
fianco di mamme in attesa o
con bambini piccoli, di donne
in difficoltà e di ragazze “prostituìte” provenienti da vari
Paesi (Italia, Nigeria, Romania, Perù, Uruguay, Equador,
per fermarsi ai rilevamenti più
recenti). Al gruppo di coordinamento del progetto prendono parte famiglie, sacerdoti e
parrocchie, insieme a Caritas
diocesana, Case della Carità,
associazione Rabbunì, cooperativa Madre Teresa, Centro di
Aiuto alla Vita, Casa San Giovanni della Fossa e Casa Betania di Albinea.
Oltre alla neonata “Casa Bruna
e Dante”, va ricordata la casa di
accoglienza intitolata ad Annalena Tonelli, aperta nel giu-
Intervista alla responsabile del progetto «Maria di Magdala», Nilde Marchesini
DAL «SÌ» DELLA DIOCESI, L’INPUT DECISIVO
minile e ospiterà al piano di sopra fino a quattro
persone. Al piano di sotto c’è un appartamento
indipendente che si potrebbe utilizzare per progetti di autonomia più a lungo termine.
Dove si incontrano le persone che poi saranno accolte? E quale sarà il loro percorso all’interno di Casa Bruna e Dante?
Le ragazze si incontrano al Centro di ascolto del progetto “Maria
di Magdala”, in via Squadroni 7 il
mercoledì pomeriggio, al Centro
d’ascolto diocesano e in altri centri parrocchiali, o in stazione, o in
strada; o ci vengono presentate da
altre persone che ne conoscono la
triste esperienza. Spesso le andiamo a cercare.
Prevediamo che l’accoglienza sarà
legata al progetto di ogni persona,
che costruiremo insieme, ma pensiamo comunque a periodi brevi.
Una donna potrebbe solo dover prendere contatti coi servizi sociali oppure ci saranno ragazze che escono da situazioni di sfruttamento per
le quali è bene cambiare città in breve, o altre
a cui serve trascorrere un tempo in un contesto
di accoglienza ed amore gratuito dove possano
riprendersi fisicamente e interiormente da quello
che hanno vissuto e si possa chiarire insieme il
percorso da portare avanti e da realizzare.
Chi si occuperà dell’accoglienza?
Casa Bruna e Dante sarà coordinata dalla Caritas
diocesana, in particolare dal progetto Maria di
Magdala. Al suo interno attualmente vivono due
ragazze, Sara e Jessica di Montecchio, che hanno scelto un’esperienza di vita comunitaria e accoglienza e che garantiranno una vita
famigliare e di preghiera per tenere
accesa la lampada del Signore. C’è
poi la preziosa presenza di una famiglia, Realino e Lina Ferretti di San
Luigi, che hanno accettato di essere l’abbraccio familiare della casa e
saranno al fianco delle ragazze in
alcuni momenti della giornata. Si
è scelto di garantire una presenza
femminile adulta durante le ore
centrali della giornata, per favorire
l’accoglienza e l’ascolto delle nostre sorelle con i
loro doni e le loro sofferenze.
Come ha reagito in questi anni la nostra Chiesa di fronte alla necessità di accogliere donne
in difficoltà?
Le comunità parrocchiali sono state disponibili
e sottolineo quanto sia stato importante fare una
ono tutti “segni” evangelici, in grado di provocarci sull’accoglienza,
tema-guida sempre d’attualità
ma che la Caritas diocesana ha
individuato per la riflessione
specifica di quest’anno pastorale. Come occasione di sensibilizzazione e di conoscenza,
poi, si preannuncia l’annuale
incontro pubblico proposto da
“Maria di Magdala”, che si terrà mercoledì 15 febbraio alle
21 all’Oratorio Don Bosco di
Santa Croce, a Reggio. La serata verterà in particolare sulla
donna nigeriana ed avrà come
relatrici Onyinechi Mary
Ndukuba, della Comunità Nigeriana Cattolica di Bologna,
e suor Rita Giaretta, orsolina
del Sacro Cuore di Gesù. La
religiosa, in “missione” a Caserta, coordina il centro di accoglienza Casa Rut, per donne
immigrate in gravi situazioni
di difficoltà, ed ha accompagnato la nascita della cooperativa “New Hope” per il loro inserimento lavorativo. Inoltre, il
suo impegno per la giustizia e
i diritti umani ha dato vita alla
“Tenda della Pace”.
Un’altra religiosa in prima linea che porta la sua esperienza a Reggio Emilia, dopo suor
Eugenia Bonetti, conosciuta
nel 2010, e suor Valeria Gandini, ospite lo scorso anno.
A
ngeli col velo — o anche
senza, come Nilde, che
è consacrata nell’Ordo
Virginum diocesano (si veda
l’intervista a parte) — venute
a richiamarci alla mente e al
cuore almeno due immagini.
Quella di tante sorelle anonime e ferite, bisognose di una
pronta accoglienza, come da
domani avverrà a “Casa Bruna
e Dante”.
E poi quella di una Chiesa
in cammino sulle strade del
mondo. Anche quelle più malfamate.
Edoardo Tincani
scelta di Chiesa. Prima infatti le parrocchie, pur
avendo possibilità di accogliere, forse si sentivano
un po’ sole e la scelta dei Vescovi di accogliere
questo tipo di fragilità ha fatto sì che molti prendessero coraggio per intraprendere questo cammino. Penso che il progetto “Maria di Magdala”
sia un segno di comunione tra diverse realtà diocesane e parrocchiali. Casa Bruna e Dante vuole
essere un segno per tutta la diocesi, in grado di
animare e sensibilizzare tutte le comunità parrocchiali; in particolare stiamo lavorando sul territorio delle parrocchie che fanno parte dell’unità pastorale nella quale si trova la Casa (Sant’Anselmo,
Sant’Antonio e San Luigi Gonzaga). Preziosa in
questi mesi è stata la collaborazione con i centri
d’ascolto delle tre parrocchie.
I parrocchiani stanno rispondendo a questa presenza e diversi di loro ci hanno portato oggetti
necessari che avevamo indicato in una ‘lista nozze’ fatta pervenire alle tre parrocchie.
Ci tengo a ringraziare i tanti volontari delle tre
parrocchie, ma anche molti altri che ci hanno
aiutato nella sistemazione del giardino, dei locali
interni e dei mobili che abbiamo recuperato dal
mercatino dell’usato di Caritas NuovaMente, ma
che abbiamo voluto abbellire. Ci teniamo che la
casa sia bella, perché Dio è Bello! ...Perché le nostre sorelle sono preziose, perché figlie del nostro
unico Padre!
Ilenia Curti