Rassegna Stampa Politica 09-15 gennaio 2017

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Rassegna Stampa Politica 09-15 gennaio 2017
ENTE NAZIONALE DI PREVIDENZA E ASSISTENZA
DELLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA
RASSEGNA STAMPA
09 - 15 gennaio 2017
RASS. STAMPA ENPAPI (9-15 gennaio 2017)
ATTIVITÁ GOVERNATIVA, PARLAMENTARE E POLITICA
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Consiglio dei ministri n.8 (Unioni civili)
Comunicato stampa della presidenza del Consiglio dei ministri- Roma, 14 gennaio 2017.
Il Consiglio dei ministri si è riunito oggi, sabato 14 gennaio 2017, alle ore 12.26 a Palazzo Chigi,
sotto la presidenza del Presidente Paolo Gentiloni. Segretario la Sottosegretaria alla Presidenza
Maria Elena Boschi.
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UNIONI CIVILI
Attuazione della delega al governo in materia di unioni civili (decreti legislativi – esame definitivo)
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della giustizia Andrea Orlando, ha approvato in
esame definitivo tre decreti legislativi di attuazione dell’articolo 1, comma 28, della legge 20
maggio 2016, n. 76.
Nello specifico i tre provvedimenti prevedono:
1.
disposizioni di modifica e riordino delle norme di diritto internazionale privato in materia di
unioni civili tra persone dello stesso sesso;
2.
disposizioni per l’adeguamento delle norme dell’ordinamento dello stato civile in materia di
iscrizioni, trascrizioni e annotazioni alle previsioni della legge sulla regolamentazione delle unioni
civili tra persone dello stesso sesso, nonché modifiche ed integrazioni normative per il necessario
coordinamento con la stessa legge delle disposizioni contenute nelle leggi, negli atti aventi forza
di legge, nei regolamenti e nei decreti già in vigore;
3.
disposizioni di coordinamento in materia penale.
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BUONA SCUOLA
Attuazione della delega al governo in tema di riordino, semplificazione e codificazione delle
disposizioni legislative in materia di istruzione (decreti legislativi – esame preliminare)
Il Consiglio dei ministri, su proposta della Ministra dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Valeria Fedeli, ha approvato in esame preliminare otto decreti legislativi di attuazione dell’articolo
1, comma 180, della legge 13 luglio 2015, n. 107.
Nello specifico, i provvedimenti prevedono:
1.
accesso ai ruoli del personale docente
Il decreto delinea l’articolazione del percorso unitario di accesso e formazione ai ruoli a tempo
indeterminato del personale docente della scuola secondaria, nonché dell’insegnamento tecnicopratico, denominato “Sistema di formazione iniziale e di accesso”. Elenca inoltre i criteri e le
metodologie da adottare al fine di realizzare un percorso unitario tra formazione e accesso ai
ruoli.
Viene prevista l’emanazione con cadenza regolare del bando di concorso sul numero di posti che
si prevedono vacanti e disponibili al termine del triennio corrispondente al percorso formativo.
2.
promozione dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità
Il decreto aggiorna, riorganizza e razionalizza i provvedimenti vigenti in materia, tenendo conto
della nuova prospettiva nazionale ed internazionale dell’inclusione scolastica, riconosciuta quale
identità culturale, educativa e progettuale del sistema di istruzione e formazione in Italia.
Il testo chiarisce chi sono i beneficiari di specifiche misure di inclusione scolastica peculiari per i
minori disabili. Viene previsto che, ove siano presenti studenti con disabilità certificate, le sezioni
per la scuola dell’infanzia e le classi prime per ciascun grado di istruzione, non abbiano classi di
più di ventidue alunni, fermo restando il numero minimo di alunni e studenti per classe previsto
dalla normativa vigente;
3.
revisione dei percorsi dell’istruzione professionale, nel rispetto dell’articolo 117 della
Costituzione, nonché raccordo con i percorsi dell’istruzione e formazione professionale
Il decreto supera la sovrapposizione tra istruzione professionale e istruzione tecnica attraverso il
rafforzamento dell’identità dell’istruzione professionale, prevedendo indirizzi di studio ispirati a
un moderno concetto di occupabilità, riferito ad ampie aree di attività economiche, e non a singoli
mestieri. Si supera anche la sovrapposizione dei percorsi dell’istruzione professionale con quelli di
formazione professionale (IeFP) di competenza delle Regioni, prevedendo il raccordo tra
l’istruzione professionale e le istituzioni formative in modo stabile e strutturato. Viene inoltre
riconosciuta alle scuole la possibilità di ampliare l’offerta formativa anche attraverso la
realizzazione di percorsi di qualifica professionale, sempreché previsti dalla programmazione
regionale. Si potenziano infine gli indirizzi di studio quinquennali dell’istruzione professionale e si
prevede la presenza, su tutto il territorio nazionale, di un sistema unitario e articolato di “Scuole
professionali”;
4.
sistema integrato di educazione e di istruzione per le bambine e per i bambini in età
compresa dalla nascita fino ai sei anni
Il provvedimento valorizza l’esperienza educativa dalla nascita a sei anni, con l’obiettivo di dare
adeguata collocazione a tale esperienza all’interno del percorso di formazione della persona. Il
decreto, tenuto anche conto dell’orientamento europeo, elimina la cesura tra i due periodi
dell’infanzia, fornendo indicazioni e linee guida per servizi educativi e di istruzione di qualità;
5.
diritto allo studio
Al fine di garantire su tutto il territorio nazionale l’effettività del diritto allo studio degli alunni e
degli studenti del sistema nazionale di istruzione e formazione, statale e paritario, fino al
completamento del percorso di istruzione secondaria di secondo grado, il decreto riorganizza le
prestazioni, anche accessorie, per il sostegno allo studio. Il provvedimento definisce inoltre le
modalità per l’individuazione dei requisiti di eleggibilità per l’accesso alle prestazioni da
assicurare sul territorio nazionale e individua i principi generali per il potenziamento della Carta
dello studente;
6.
cultura umanistica
Il decreto prevede che il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, l’Istituto nazionale
documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE), le istituzioni scolastiche, le Istituzioni
dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), gli Istituti tecnici superiori (ITS) e gli
Istituti di cultura italiana all’estero concorrano a realizzare un sistema coordinato per la
progettazione e la promozione della conoscenza delle arti e della loro pratica quale requisito
fondamentale del percorso di ciascun grado di istruzione del sistema nazionale di istruzione e
formazione;
7.
disciplina della scuola italiana all’estero
Il decreto aggiorna gli ordinamenti per rispondere in maniera flessibile alla realtà socio-economica
di ciascuno dei Paesi esteri in cui si opera, rafforza la missione di promozione della cultura italiana
all’estero e il suo coordinamento con le iniziative dell’intero sistema Paese e razionalizza le norme
sul personale all’estero;
8.
valutazione, certificazione delle competenze ed esami di Stato
Il decreto riordina e coordina in un unico testo le disposizioni vigenti in materia di:
-
ammissione alla classe successiva per gli alunni del primo ciclo, prevedendo l’ammissione
anche in presenza di livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione;
-
esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, che viene semplificato nel numero
di prove scritte e nelle modalità di attribuzione della valutazione finale. Inoltre la presidenza delle
commissioni d’esame viene attribuita al dirigente scolastico;
-
esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione, con, tra l’altro, la riduzione a
due delle prove scritte e l’eliminazione della prova multidisciplinare predisposta
dalla
commissione e il potenziamento delle attività di alternanza scuola-lavoro;
-
prove INVALSI, con l’eliminazione della prova scritta a carattere nazionale dall’esame di
Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione. La prova verrà effettuata in un altro momento
dell’anno scolastico e con la sola funzione di requisito obbligatorio di ammissione all’esame. Il
decreto prevede inoltre l’integrazione delle prove di italiano e matematica con una ulteriore
sezione per la rilevazione dell’apprendimento della lingua inglese;
-
attestazione delle competenze nel primo ciclo, prevedendo la definizione mediante
apposito decreto ministeriale di un modello di attestazione delle competenze trasversali e delle
competenze chiave di cittadinanza da rilasciare al termine della terza classe di scuola secondaria
di primo grado;
-
commissioni d’esame, con l’istituzione di un apposito albo regionale dei Presidenti, cui
potranno accedere dirigenti scolastici e docenti della scuola secondaria di secondo grado in
possesso di requisiti definiti a livello nazionale nonché la previsione di un’apposita formazione
dedicata ai Presidenti di commissione.
I decreti saranno inviati alle Camere per l’acquisizione dei prescritti pareri parlamentari.
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PARTECIPAZIONE DELL’ITALIA ALLE MISSIONI INTERNAZIONALI
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni, ha deliberato in ordine alla
partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, della legge
21 luglio 2016, n. 145.
La deliberazione è stata adottata previa comunicazione al Presidente della Repubblica e sarà
successivamente trasmessa alle Camere per la discussione e l’autorizzazione con appositi atti di
indirizzo, secondo le norme dei rispettivi regolamenti, eventualmente definendo impegni per il
Governo.
Nella deliberazione, il Governo ha indicato per ciascuna missione: l’area geografica di intervento,
gli obiettivi, la base giuridica di riferimento, la composizione degli assetti da inviare (compreso il
numero massimo delle unità di personale coinvolte), la durata programmata e il fabbisogno
finanziario per l’anno in corso, così come previsto dalla nuova legge-quadro sulle missioni
internazionali.
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ATTUAZIONE DI NORME EUROPEE IN MATERIA DI ANTITRUST
Risarcimento del danno per violazioni del diritto alla concorrenza (decreto legislativo – esame
definitivo)
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e dei Ministri della giustizia
Andrea Orlando e dello sviluppo economico Carlo Calenda, ha approvato in esame definitivo un
decreto legislativo di attuazione della direttiva 2014/104/UE del Parlamento europeo e del
Consiglio del 26 novembre 2014 relativa a determinate norme che regolano le azioni per il
risarcimento del danno ai sensi del diritto nazionale per violazioni delle disposizioni del diritto
della concorrenza degli Stati membri e dell’Unione europea.
Nello specifico, al fine di rafforzare gli strumenti a disposizione dei soggetti danneggiati, il
decreto introduce meccanismi di acquisizione delle prove che affidano al giudice il potere di
richiedere alle parti, ai terzi e alle stesse Autorità garanti della concorrenza l’esibizione di elementi
utili al giudizio instaurato ai fini del risarcimento del danno da illecito antitrust, per consentire ai
danneggiati stessi, anche acquirenti indiretti, di superare le asimmetrie informative che rendono
attualmente difficile l’azione risarcitoria.
Sono poi regolati i rapporti tra la decisione dell’Autorità garante della concorrenza e la decisione
del giudice della causa del risarcimento del danno, prevedendo che ai fini dell’azione per il
risarcimento si ritiene definitivamente accertata, nei confronti dell’autore, la violazione del diritto
della concorrenza constatata da una decisione dell’Autorità garante italiana non più soggetta ad
impugnazione. Viene anche precisato che il sindacato del giudice amministrativo sulla decisione
dell’Autorità garante comporta la verifica dei fatti posti a fondamento della decisione stessa e che
la valutazione del giudice si estende ai profili tecnici della vicenda.
Il decreto disciplina inoltre l’efficacia nel giudizio risarcitorio della decisione definitiva con cui
un’Autorità garante della concorrenza di altro Stato membro accerta una violazione del diritto
della concorrenza.
Infine, il provvedimento disciplina la prescrizione del diritto al risarcimento, la responsabilità in
solido degli autori della violazione, la quantificazione e la valutazione del danno, concentrando
presso tre Sezioni specializzate in materia di impresa (Milano, Roma, Napoli) la competenza per le
controversie in merito, anche promosse per il tramite di azioni di collettive.
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PARTECIPAZIONE DELL’ITALIA ALL’UNIONE EUROPEA
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni, ha approvato la Relazione
programmatica per il 2017 sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea, predisposta dalla
Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le politiche europee.
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RATIFICA ED ESECUZIONE DI ATTI INTERNAZIONALI
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione
internazionale Angelino Alfano, ha approvato cinque disegni di legge di ratifica ed esecuzione dei
seguenti atti internazionali:
1.
Protocollo sui privilegi e le immunità del Tribunale unificato dei brevetti, fatto a Bruxelles il 29
giugno 2016;
2.
emendamenti all’Accordo istitutivo del fondo comune dei prodotti di base del 27 giugno
1980, adottati a L’Aja l’11 dicembre 2014;
3.
Protocollo sui registri e i trasferimenti di sostanze inquinanti, fatto a Kiev il 21 maggio 2003;
4.
Accordo tra il governo della Repubblica italiana e il governo di Costa Rica sullo scambio di
informazioni in materia fiscale, con allegato, fatto a Roma il 27 maggio 2016;
5.
emendamento all’articolo 124 dello Statuto istitutivo della Corte penale internazionale,
adottato a L’Aja con risoluzione Icc n. 2 del 26 novembre 2015.
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NOMINA DEI VICE MINISTRI
Il Consiglio dei ministri ha attribuito il titolo di Vice Ministro (ed approvato le deleghe conferite in
relazione al titolo), ai Sottosegretari Mario Giro (Affari esteri e cooperazione internazionale),
Filippo Bubbico (Interno), Luigi Casero ed Enrico Morando (Economia e finanze), Teresa Bellanova
(Sviluppo economico), Andrea Olivero (Politiche agricole, alimentari e forestali) e Riccardo Nencini
(Infrastrutture e trasporti).
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FABBISOGNI STANDARD
Con decreto del Presidente del Consiglio è stata approvata in via preliminare la “Nota
metodologica relativa alla procedura di calcolo per la determinazione dei fabbisogni standard ed i
coefficienti di riparto degli fabbisogni stessi per le funzioni fondamentali dell’istruzione, del
territorio, dell’ambiente, dei trasporti, nonché per altre funzioni generali delle province e delle
città metropolitane”. Il decreto è adottato a norma del decreto legislativo n.216 del 2010
(Disposizioni in materia di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard di Comuni, città
metropolitane e province) che, al fine di assicurare il superamento graduale e definitivo della spesa
storica, prevede che il Governo determini tali fabbisogni per rapportare, progressivamente nella
fase transitoria e successivamente a regime, il finanziamento integrale della spesa relativa alle
funzioni fondamentali e ai livelli essenziali delle prestazioni.
L’approvazione preliminare intervenuta oggi consente al Governo di trasmettere il provvedimento
alla Conferenza Stato-Città ed autonomie locali e alla Commissione parlamentare per l’attuazione
del federalismo fiscale, nonché alle Commissioni parlamentari competenti per le conseguenze di
carattere finanziario.
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NOMINE
Il Consiglio dei ministri ha deliberato, su proposta del Ministro della difesa Roberta Pinotti, la
conferma dell’incarico di Comandante generale dell’Arma dei carabinieri, fino al 15 gennaio 2018,
conferito al generale di Corpo d’armata Tullio DEL SETTE; la conferma dell’incarico di Capo di stato
maggiore della difesa, fino al 22 novembre 2018, conferito al generale Claudio GRAZIANO; la
conferma dell’incarico di Capo di stato maggiore dell’Esercito, fino al 25 febbraio 2018, conferito
al generale di Corpo d’armata Danilo ERRICO.
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LEGGI REGIONALI
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Enrico
Costa, ha esaminato ventisei leggi delle Regioni e delle Province Autonome.
Il Consiglio dei ministri ha quindi deliberato di non impugnare le seguenti leggi:
1) legge Regione Lombardia n. 28 del 17/11/2016 “Riorganizzazione del sistema lombardo di
gestione e tutela delle aree regionali protette e delle altre forme di tutela presenti sul territorio”;
2) legge Regione Sardegna n. 27 del 11/11/2016 “Aiuto al salvataggio ed alla ristrutturazione
della società di gestione dell'Aeroporto di Alghero (SOGEAAL) Spa”;
3) legge Regione Sardegna n. 28 del 11/11/2016 “Completamento delle procedure per le
progressioni professionali del personale dell'Amministrazione regionale”;
4) legge Regione Sardegna n. 29 del 11/11/2016 “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 4
febbraio 2016, n. 2 (Riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna)”;
5) legge Regione Toscana n. 78 del 11/11/2016 “Istituzione del Comune di Montalcino per fusione
dei Comuni di San Giovanni d’Asso e Montalcino”;
6) legge Regione Piemonte n. 23 del 17/11/2016 “Disciplina delle attività estrattive: disposizioni
in materia di cave”;
7) legge Provincia Bolzano n. 22 del 16/11/2016 “Debito fuori bilancio;
8) legge Regione Liguria n. 27 del 18/11/2016 “Modifiche alla legge regionale 7 dicembre 2006,
n. 41 (Riordino del servizio sanitario regionale) e alla legge regionale 29 luglio 2016, n. 17
(Istituzione dell’Azienda Ligure Sanitaria della Regione Liguria (A.Li.Sa.) e indirizzi per il riordino
delle disposizioni regionali in materia sanitaria e sociosanitaria”;
9) legge Regione Puglia n. 31 del 21/11/2016 “Modifiche all’articolo 33 della legge regionale 26
aprile 1995, n. 27 (Disciplina del demanio e del patrimonio regionale) e modifiche all’articolo 14
della legge regionale 11 febbraio 2002, n. 1 (Norme di prima applicazione dell’articolo 5 della
legge 29 marzo 2001, n. 135 riguardanti il riordino del sistema turistico pugliese)”;
10) legge Regione Puglia n. 32 del 21/11/2016 “Modifiche all’articolo 6 della legge regionale 1°
agosto 2014, n. 34 (Disciplina dell’esercizio associato delle funzioni comunali)”;
11) legge Regione Valle Aosta n. 19 del 14/11/2016 “Assestamento del bilancio di previsione per
l’anno finanziario 2016, modificazioni di disposizioni legislative e variazioni al bilancio di
previsione per il triennio 2016/2018”;
12) legge Regione Veneto n. 23 del 22/11/2016 “Modifiche dell’articolo 11 recante “Interventi per
l’assistenza legale destinati ai cittadini veneti danneggiati dalle banche operanti nel territorio della
Regione del Veneto” della legge regionale 23 febbraio 2016, n. 7 “Legge di stabilità regionale
2016”;
13) legge Regione Calabria n. 36 del 23/11/2016 “Modifiche alla legge regionale 12 novembre
2004, n. 28 (garante per l’infanzia e l’adolescenza)”;
14) legge Regione Calabria n. 37 del 23/11/2016 “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori
bilancio del consiglio regionale della calabria derivanti da sentenze di condanna esecutive, ai sensi
dell'articolo 73, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118”;
15) legge Regione Calabria n. 38 del 23/11/2016 “Istituzione dell’osservatorio regionale sulla
violenza di genere”;
16) legge Regione Abruzzo n. 36 del 24/11/2016 “Modifiche alla legge regionale 26 gennaio
1993, n. 11 (Strutture ricettive e stabilimenti balneari: prezzi, classifica, statistica, vigilanza e
sanzioni. Normativa organica)”;
17) legge Regione Abruzzo n. 37 del 24/11/2016 “Contributo straordinario all’Istituto Nazionale
di Geofisica e Vulcanologia”;
18) legge Regione Emilia Romagna n. 19 del 25/11/2016 “Servizi educativi per la prima infanzia.
Abrogazione della l.r. n. 1 del 10 gennaio 2000”;
19) legge Regione Emilia Romagna n. 20 del 25/11/2016 “Modifiche alla legge regionale 28 luglio
2008, n. 15 (partecipazione della regione Emilia-Romagna alle società fieristiche regionali)”;
20) legge Regione Emilia Romagna n. 21 del 25/11/2016 “Misure urgenti per la definizione di
procedimenti riguardanti l’esercizio finanziario 2016”;
21) legge Regione Liguria n. 28 del 18/11/2016 “Disposizioni di modifica della normativa
regionale in materia di protezione civile e di organizzazione dell’Agenzia Regionale per la
Protezione dell’Ambiente Ligure (ARPAL)”;
22) legge Regione Lombardia n. 29 del 23/11/2016 “Lombardia è ricerca e innovazione”;
23) legge Regione Puglia n. 33 del 23/11/2016 ““Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e attività estrattiva. Modifica all’articolo 1 della legge regionale 12 novembre 2004, n.
21 (Disposizione in materia di attività estrattiva)”;
24) legge Regione Puglia n. 34 del 23/11/2016 “Riconoscimento di debiti fuori bilancio ai sensi
dell’articolo 73, comma 1, lettere a) ed e), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118
(Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle
Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio
2009, n. 42) come modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126”;
25) legge Regione Umbria n. 13 del 23/11/2016 “Modificazioni ed integrazioni alla legge
regionale 21 gennaio 2015, n. 1 - Testo unico governo del territorio e materie correlate”;
26) legge Regione Umbria n. 14 del 25/11/2016 “Norme per le politiche di genere e per una nuova
civiltà delle relazioni tra donne e uomini”.
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Il Consiglio dei ministri è terminato alle ore 14.00.
NOVITÁ SU LAVORO, WELFARE E PENSIONI
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Immigrazione: da lavoro socialmente utile ad accoglienza, cosa prevede il pacchetto
(Agi) - Roma, 9 Gen. – Lavori socialmente utili in attesa di ottenere lo status di rifugiato e stage
nelle aziende per diplomati e laureati: queste le novità più importanti contenute nel nuovo
pacchetto in materia di immigrazione che coinvolge Regioni e Comuni. L’obiettivo è quello di “
garantire accoglienza a chi ha titolo, essendo inflessibili con chi non ha i requisiti per rimanere nel
nostro Paese”, ha spiegato al Corriere della Sera il ministro dell’Interno Marco Minniti, che
mercoledì presenterà le nuove misure al Parlamento, chiamato a valutare una modifica sostanziale
sulla possibilità di presentare appello contro il provvedimento che nega l’asilo e sul reato di
clandestinità. In pratica la misura punta a snellire le procedure ed eliminare le lungaggini che
ostacolano il rimpatrio.
Due mesi dopo la presentazione della richiesta di asilo, ai migranti verrà rilasciato un documento
in cui vengono indicati come ‘sedicenti’ rispetto alle generalità che hanno fornito al momento
dell’arrivo. Basterà quel foglio per inserirli nel circuito dei lavori socialmente utili che diventerà
uno dei requisiti di privilegio per ottenere lo status di rifugiato. Proprio come già accade per il
corso di italiano obbligatorio per chi vuole ottenere la cittadinanza”. Non solo: sono previste
anche “convenzioni anche con le aziende per stage che potranno essere frequentati da chi ha
diplomi o specializzazioni, proprio come avviene in Germania, nell’ottica di inserire gli stranieri nel
sistema di accoglienza avendo la loro disponibilità a volersi davvero integrare”.

Dopo riforme pensioni, da 2010 +1mln disoccupati
(ANSA) - ROMA, 09 GEN - Qualche posto di lavoro in più, 3 milioni di disoccupati che premono per
ottenerlo. E' questa la sintesi degli ultimi sei anni del mercato del lavoro che appare dalle serie
storiche dell'Istat. Da novembre 2010 a novembre 2016, gli occupati sono aumentati di 160 mila
unità ma, nello stesso arco di tempo, i disoccupati sono diventati un milione in più, passando da 2
milioni e 26 mila persone a 3 milioni e 89 mila. L'eredità della crisi rimane, nonostante il recupero
dell'occupazione che è iniziato alla fine del 2014, dopo il picco di 3 milioni 351 mila disoccupati
toccato a novembre di quell'anno. Quello che è successo è che le riforme delle pensioni Sacconi e
Fornero, a partire dal 2010, hanno bloccato sul lavoro centinaia di migliaia di persone.
L'innalzamento dell'età pensionabile, le finestre mobili, l'equiparazione tra lavoratrici e lavoratori
del pubblico impiego e altre misure hanno allontanato la fine della carriera per gli occupati più
'maturi'. Al tempo stesso, la seconda ondata della recessione ha portato a cercare un impiego
persone che prima non lo facevano, e risultavano quindi tra gli inattivi. E' questo il caso di molte
donne che si sono messe alla ricerca di un posto a seguito del licenziamento del loro compagno e,
se i loro sforzi non hanno avuto successo, sono finite nelle fila dei disoccupati. L'insieme di questi
aspetti ha portato a un esercito di lavoratori sempre più anziani e a un ingresso nel mondo del
lavoro difficile per i più giovani. Negli ultimi sei anni, gli occupati over 50 sono diventati quasi 2
milioni in più, un'esplosione che è stata accentuata dalle dinamiche demografiche, con
l'invecchiamento della generazione del baby boom degli anni 50. Tutte le altre classi di età hanno
registrato dei cali e, in particolare, i ragazzi tra i 25 e i 34 anni hanno perso 632 mila occupati. Il
loro tasso di disoccupazione è salito, nello stesso arco di tempo, dall'11,5% al 18,9%, un livello
pari al triplo di quello dei lavoratori più 'anziani' (5,6%). La situazione è più critica solo per la fascia
di età più giovane in assoluto, quella tra 15 e 24 anni, che ha visto il tasso di disoccupazione
schizzare dal 28% di novembre 2010 fino al 43,5% di agosto 2014, all'apice della crisi del lavoro.
Poi il miglioramento della situazione economica generale, gli sgravi per le assunzioni del 2015 e il
jobs act hanno consentito dei passi avanti. Piccoli progressi sono continuati anche dopo la
riduzione degli incentivi, nel 2016, fino alla primavera dello scorso anno: a marzo la
disoccupazione giovanile è scesa al 36,7%, ma poi è tornata a salire fino al 39,4% di novembre, un
livello più che doppio rispetto a quello medio europeo.

Poletti su giovani all’estero, scuse anche in Senato
Roma, 10 gen. (askanews) - Le dichiarazioni sui giovani che lasciano l'Italia sono state "un mio
errore" per un "inciso sbagliato", un'espressione "molto lontana dal mio pensiero". Lo ha detto il
ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, intervenendo al Senato dove ha ritenuto di confermare le sue
scuse. Quel giorno, ha ricordato Poletti, "ho avauto la possibilità di incontrare ripetutamente i
rappresentanti della stampa che mi hanno anche chiesto una valutazione sul fenomeno della fuga
dei cervelli, ovvero dei giovani che lasciano l'Italia per realizzare i loro obiettivi". "Anche in ragione
degli incontri svolti in quelle ore, dove avevo dialogato con tanti giovani che si stanno impegnando
per realizzare le loro aspettative in questo Paese riportando impressioni molto positive - ha
proseguito il Ministro - ho risposto in modo sbagliato a questa domanda contrapponendo lo
sfrozo e l'impegno di questi ragazzi che restano con italia con quelli dei loro coetanei che
scelgono un altro Paese per costruire il loro futuro. Ho sostenuto che non è giusto affermare che
quelli che lasciano il nostro paese sono i migliori e di conseguenza che quelli che restano hanno
meno competenze e qualità degli altri". "Ho aggiunto a questa opinione, che considero legittima e
non offensiva - ha aggiunto Poletti - un inciso sbagliato e tale da ingenerare la convinzione di una
mia insensibilità nei confronti di quei ragazzi che cercano una prospettiva lontano dall'Italia.
Constatato il mio errore ho considerato mio dovere quello di scusarmi subito per quella
espressione anche perché molto lontana dal mio pensiero, dalla mia storia personale e dal mio
modo di agire. Scuse che confermo in questa aula parlamentare".

Consulta boccia prelievo 'spending' su casse pensioni
(ANSA) - ROMA, 11 GEN - Le Casse di previdenza private non erano tenute a tagliare le spese per
versarne il ricavato allo Stato, in base alla spending review. E' la conclusione cui è giunta la Corte
Costituzionale, accogliendo il ricorso del 2012 (anno dell'introduzione della disciplina, ndr)
dell'Ente pensionistico dei dottori commercialisti. Si apre ora uno spazio per la richiesta di un
rimborso che potrebbe aprire una falla, non certo enorme, di circa 10 milioni sui conti pubblici. La
Consulta ha decretato l'illegittimità della norma perché "la scelta di privilegiare, attraverso il
prelievo, esigenze del bilancio statale rispetto alla garanzia, per gli iscritti" all'Ente di "vedere
impiegato il risparmio di spesa corrente per le prestazioni previdenziali non è conforme né al
canone della ragionevolezza, né alla tutela dei diritti degli iscritti alla Cassa, garantita dall'art. 38
della Costituzione". Secondo la Consulta, inoltre, l'art. 3 della Carta "risulta violato per l'incongrua
scelta di sacrificare l'interesse istituzionale" della Cassa "ad un generico e macroeconomicamente
esiguo impiego nel bilancio statale". Una sentenza importante per la previdenza privata, perché,
dichiara all'ANSA il presidente dell'Adepp (l'Associazione degli Enti, cui sono iscritti poco meno di
un milione e mezzo di professionisti, ndr) Alberto Oliveti, "viene ribadita dai giudici finalmente la
nostra autonomia gestionale, ai fini del perseguimento della finalità pubblica". Nel 2015, secondo
dati Adepp, sono stati dati all'Erario "10 milioni 777.468 euro". Adesso, riferisce il presidente della
Cassa forense Nunzio Luciano, "possiamo chiedere il rimborso del pregresso versato". "Grande
risultato" per il presidente dell'Ente dei dottori commercialisti Walter Anedda: avendo lo Stato, nel
1994, scelto "di garantire ai professionisti un futuro previdenziale tramite degli Enti di diritto
privato", non può con interventi normativi alterarne "l'autosufficienza finanziaria".
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Lavoro: Consulta, non referendum art. 18, sì su voucher e appalti
Milano, 11 gen. (askanews) - Non ci sarà alcun referendum sull'articolo 18. La Corte Costituzionale
ha bocciato il quesito proposto dalla Cgil ammettendo invece gli altri due, sulla cancellazione dei
voucher e sulla reintroduzione della piena responsabilità solidale della società appaltante nei
confronti di quella sub appaltatrice. Nel quesito bocciato la Cgil chiedeva il ripristino dell'articolo
18, che prevedeva il reintegro del lavoratore in caso di licenziamento senza giusta causa, e la sua
estensione alle imprese con più di 5 dipendenti. Attualmente l'articolo 18 è stato superato con
l'introduzione del Jobs act che ha sostituito il diritto al reintegro con un indennizzo economico. La
Cgil si è detta soddisfatta per i due quesiti ammessi ma pronta a ricorrere alla Corte europea "per
ripristinare i diritti contro i licenziamenti", ha detto la leader del sindacato Susanna Camusso,
commentando la decisione della Consulta pochi minuti dopo la sentenza.
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Pensioni: Inps, frenano pensionamenti: -22% nel 2016
Roma, 12 gen. (askanews) - Pensionamenti in brusca frenata. Nel 2016 calano del 22,1% le nuove
pensioni liquidate: si passa dalle 570.002 del 2015 alle 443.477 dell'anno scorso. A diminuire in
modo più consistente sono le nuove pensioni di vecchiaia che calano del 30,2%. E' quanto emerge
dai dati Inps contenuti nel Monitoraggio dei flussi di pensionamento. Stabile l'importo medio
dell'assegno che si attesta a 987 euro. Le nuove pensioni di vecchiaia scendono a quota 113.500
dalle 162.815 del 2015 (-30,2%). Le nuove pensioni d'anzianità calano a 112.529 da 157.522 (28,5%). In calo anche le pensioni d'invalidità (da 51.684 a 43.423) e quelle destinate ai superstiti
(da 197.981 a 174.025). Guardando ai lavoratori dipendenti nel complesso (sono esclusi i
dipendenti pubblici) e alle tre principali gestioni dei lavoratori autonomi (coltivatori, artigiani e
commercianti), la contrazione del numero di liquidazioni registrata nel primo semestre 2016
rispetto agli analoghi valori dell'anno precedente, si attenua nel secondo semestre dell'anno: per il
2016 infatti sia i requisiti di età per la vecchiaia, sia quelli di anzianità per la pensione anticipata,
sono aumentati di 4 mesi per effetto dell'incremento della speranza di vita registrato dall'Istat e
quindi solo a partire dal mese di giugno si iniziano a liquidare le pensioni di vecchiaia (agli uomini)
e anticipate (ad entrambi i generi) relative ai soggetti che perfezionano il nuovo requisito richiesto
nell'anno 2016. Inoltre va tenuto presente che per le donne la L.214/2011 ha previsto un
incremento dell'età di vecchiaia di ulteriori 18 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 1 anno per le
autonome, quindi i pensionamenti di vecchiaia registrati nel corso del 2016 si riferiscono
sostanzialmente alle lavoratrici che avevano perfezionato il vecchio requisito a dicembre 2015 e
che si sono pensionate a partire da gennaio 2016.
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Lavoro: Poletti, no maquillage su voucher per evitare referendum
Roma, 12 gen. (askanews) - "Le leggi non si cambiano per evitare i referendum ma soltanto se si
considerano sbagliate". E' quanto ha affermato il ministro del welfare Giuliano Poletti intervistato
nel corso della trasmissione Radio Anch'io a proposito della decisione della Corte costituzionale
sul referendum per l'art.18 e i voucher. Poletti ha sottolineato che l'esecutivo non sta pensando a
interventi di "maquillage" per evitare il referendum sui voucher, ricordando che il governo da mesi
sta studiando interventi per riportare i voucher alle finalità originarie e impedirne un uso distorto.
"Il referendum è un atto di democrazia ed i cittadini hanno diritto di votare. "Le modifiche non
c'entrano nulla con il voto" ma solo per fare una buona legge.
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Pensioni: Tar, su bonus Poletti competente Corte conti
(ANSA) - ROMA, 13 GEN - Per valutare la legittimità del cosiddetto 'Bonus Poletti' (erogato dopo la
sentenza della Corte Costituzionale sul blocco dell'indicizzazione delle pensioni deciso dal
governo Monti, nel periodo in cui l'Italia era a rischio default) la competenza spetta al giudice
contabile o al giudice ordinario. L'ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza pubblicata per un
maxi-ricorso proposto dal Codacons e da 4.183 pensionati italiani. Col ricorso si contestava una
"circolare" e un successivo "messaggio" con i quali l'Inps ha fornito istruzioni applicative sul
decreto legge con il quale il governo ha dichiarato l'intento di dare attuazione alla sentenza della
Consulta. Il Tar ha accolto l'eccezione di difetto di giurisdizione del giudice amministrativo
formulata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, incardinandosi la giurisdizione in capo al
giudice contabile e al giudice civile.
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Unioni civili sono legge: ecco come funzionano
(Agi) - Roma, 14 Gen. – "Con i decreti legislativi di oggi terminiamo l'iter delle unioni civili. Era una
promessa, ora è una legge". Su Twitter Maria Elena Boschi, sottosegretario alla presidenza del
Consiglio annuncia che il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo a tre decreti
legislativi sulle unioni civili, completando così l'iter di attuazione della legge e chiarendo anche i
punti critici. Sulla stessa linea anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che spiega su
Facebook: "Oggi si è concluso definitivamente il percorso di attuazione della legge sulle unioni
civili. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato, in esame definitivo, i tre decreti legislativi che
adeguano le norme dell'ordinamento dello stato civile in materia di iscrizioni, trascrizioni e
annotazioni; le disposizioni di modifica e riordino delle norme di diritto internazionale privato in
materia di unioni civili tra persone dello stesso sesso e quelle di coordinamento in materia
penale".
Cosa prevede la legge sulle Unioni civili:
COSTITUZIONE DELL'UNIONE CIVILE: l'unione civile tra due persone dello stesso sesso si costituisce
di fronte all'ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni. L'atto viene registrato
nell'archivio dello stato civile.
OBBLIGHI RECIPROCI: dall'unione deriva l'obbligo reciproco all'assistenza morale e materiale e alla
coabitazione. Non c'e' obbligo di fedeltà, ma entrambe le parti sono tenute, in relazione alle
proprie sostanze e alla propria capacita' di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai
bisogni comuni.
COGNOME: per la durata dell'unione civile le parti possono stabilire di assumere un cognome
comune scegliendolo tra i loro cognomi. Si puo' anteporre o posporre al cognome comune il
proprio cognome.
VITA FAMILIARE: Le parti concordano tra loro l'indirizzo della vita familiare e fissano la residenza
comune; a ciascuna delle parti spetta il potere di attuare l'indirizzo concordato.
REGIME PATRIMONIALE: il regime ordinario e' la comunione dei beni, a meno che le parti
pattuiscano diversamente.
ADOZIONI: la legge non prevede la possibilita' per uno dei due partner di adottare il figlio dell'altro
partner, essendo stata stralciata la stepchild adoption dal testo.Tuttavia, all'articolo 3 si prevede
che "resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozioni dalle norme vigenti", il che
consente alla magistratura ordinaria di decidere caso per caso.
PENSIONE, EREDITA' E TFR: la pensione di reversibilita' e il Tfr maturato spettano al partner
dell'unione. Per la successione valgono le norme in vigore per i matrimoni: al partner superstite va
la "legittima", cioe' il 50%, e il restante va agli eventuali figli.
SCIOGLIMENTO DELL'UNIONE: si applicano in quanto compatibili" le norme della legge sul divorzi,
ma non sara' obbligatorio, come nello scioglimento del matrimonio, il periodo di separazione.
Tanto da far parlare di 'separazione lampo' davanti all'ufficiale di stato civile.
CONVIVENZE DI FATTO: la legge disciplina anche le unioni tra due persone eterosessuali, ma non
sposate. Si hanno quando due persone maggiorenni sono unite stabilmente da legami affettivi di
coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinita'
o adozione, da matrimonio o da un'unione civile.
ASSISTENZA IN CARCERE E OSPEDALE: i conviventi hanno gli stessi diritti dei coniugi nell'assistenza
del partner in carcere e in ospedale.
ABITAZIONE: in caso di morte di uno dei partner, l'altro ha diritto di subentrare nel contratto di
locazione. Se il deceduto e' proprietario della casa, il convivente superstite ha diritto di continuare
a vivere in quella abitazione tra i due e i cinque anni, a seconda della durata della convivenza.
REGIME PATRIMONIALE: i conviventi possono, non hanno l'obbligo, sottoscrivere un contratto che
regoli i rapporti patrimoniali, anche in comunione dei beni.
ALIMENTI: in caso di cessazione della convivenza, il giudice stabilisce il diritto di ricevere gli
alimenti qualora versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio
mantenimento. Gli alimenti sono assegnati in proporzione alla durata della convivenza.
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Mef: stanziati 25 milioni nel 2017 per prevenzione usura
Roma, 14 gen. (askanews) - Ammontano a 25 milioni di euro le risorse messe a disposizione dal
ministero dell'Economia e delle Finanze per sostenere imprese e famiglie a rischio di usura. Lo
annuncia il ministero in una nota, spiegando che la cifra, utilizzabile nel 2017, è stata erogata,
attraverso il Fondo di prevenzione dell'usura istituito presso il dipartimento del Tesoro, a 36
associazioni e fondazioni del Terzo settore e a 125 Confidi che a loro volta la destineranno a
garanzia di finanziamenti a favore di famiglie e imprese che versano in condizioni di difficoltà
economica e sono maggiormente esposte al rischio di cadere nella rete degli usurai. La garanzia
statale, favorendo l'accensione di prestiti del circuito bancario, previene l'esclusione finanziaria di
soggetti deboli, che potrebbero altrimenti diventare preda dei canali illegali del credito. Sulla base
dei criteri normativi, il 70% delle risorse è destinato ai Confidi e il 30% alle associazioni e
fondazioni no profit. I contributi sono ripartiti sulla base di una combinazione di indicatori che
tiene conto sia dell'efficienza nella capacità di utilizzo dei fondi riscontrata in passato, sia
dell'indice del rischio di usura presente nell'ambito territoriale dove opera l'ente assegnatario.
L'ammontare dello stanziamento del Fondo varia di anno in anno in quanto proviene da sanzioni
amministrative antiriciclaggio e valutarie e dalle eventuali restituzioni per inattività biennale
dell'ente. "Tutto ciò - si legge nella nota - mette in luce come in Italia esista un efficace sistema di
rilevazione delle violazioni della normativa antiriciclaggio e un circolo virtuoso che permette la
riutilizzazione in funzione sociale delle sanzioni riscosse". "Dal 1998 fino ad oggi, tramite il Fondo
di Prevenzione dell'usura - conclude la nota -, il Mef ha erogato un totale di oltre 600 milioni di
euro finalizzati alla concessione di garanzie. Il Fondo ha consentito di garantire oltre 81.000
finanziamenti, per un importo complessivo di oltre 1,9 miliardi di euro, grazie al meccanismo della
leva finanziaria, che si basa su un moltiplicatore medio di 3,2".
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Lavoro: Calenda, voucher abusati ma non vanno eliminati
(ANSA) - ROMA, 15 GEN - I voucher sono stati uno strumento "abusato" ma non vanno "aboliti tout
court, bisogna sedersi e capire perché". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Carlo
Calenda alla registrazione di 'Faccia a faccia' in onda stasera su La7.