23-32 - La Gazzetta del Medio Campidano

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1 dicembre 2015
Guspini
N
el promontorio di “Candebazzu” si erge, nel mezzo
di un vasto oliveto, “Villa Viola”. Una struttura di
quasi 800 metri quadrati, abitata fino agli anni sessanta dal signor Tonion, poi il “palazzotto” andò progressivamente in abbandono.
Per saperne di più abbiamo contattato Mario Boi, uno degli
attuali proprietari. Dalle scarse informazioni in suo possesso, siamo venuti a sapere che la villa fu di proprietà della
famiglia Viola, mobilieri di Cagliari con esposizione commerciale in corso Vittorio Emanuele. Uno dei figli del Viola
sposò una guspinese della famiglia Bianco. Questa circostanza fa supporre che il vasto oliveto di 2 ettari che circonda la Villa, portato in dote dalla signora Bianco, sia contemporaneo a quello che si trova in località Santu Pedru, dotato
di due mulini trainati a cavallo e ancora di proprietà della
famiglia Bianco. L’impianto olivicolo è ascrivibile intorno
al 1810, ad opera del rettore Carta, quando reggeva la rettoria di San Nicolò e propagandava “La Felicità della Sardegna”; ossia il ritorno alla terra con l’innovazione agricola
che sfruttasse tutte le nuove tecniche produttive e colturali
più interessanti del tempo, tra cui l’ulivo; oggetto, come tutte le piantagioni da lui descritte nell’opera, di possibile trasformazione per alimentare la nascita di una industria locale, con una commercializzazione che sfruttasse anche l’antico porto di Neapolis.
La villa non è del periodo del Carta, mentre l’oliveto potrebbe esser stato di sua proprietà o della chiesa, in quanto
VILLA VIOLA
di Tarcisio Agus
negli anni della sua rettoria, dal 1804 al 1815, piantò a Guspini, a sue spese, oltre 2.000 alberi d’ ulivo, in diversi appezzamenti, tra cui probabilmente anche questo, perché,
come risulta dal piano di divisione dei lotti dei terreni comunali in località Seddas del 6 giugno 1864, che comprende
anche il monte “Candebazzu”, si mantiene intatto il grande
lotto intestato alla parrocchia di Guspini. Poi venduto, come
quello di “Santu Pedru”, al cavaliere Muscas, che lo cedette a sua volta a Francesco Vacca ed infine a Carlo Bianco.
Forse vi erano le stesse strutture che ancora oggi si custodiscono nell’impianto di “Santu Pedru”, ma evidentemente
furono demolite per realizzarvi una nuova e moderna “azienda”.
La villa è databile agli anni 40 ed è composta da un piano
terra, dove nella parte sud era sistemato l’impianto completo per la lavorazione e la molitura delle olive, mentre sul
fronte nord si affacciavano gli alloggi della servitù che si
aprivano con un ampio portico ad archi in mattoni rossi su
un vasto terrapieno.
Il piano primo era composto da un sontuoso salone, un’ampia cucina, dotata di fornelli a legna e di terrazza, comuni-
cante anche con il salone, più sei camere da letto fornite di
camino per il riscaldamento invernale.
L’ampio complesso era coperto da terrazza panoramica, che
fungeva anche da catino per la raccolta delle acque piovane
che venivano incanalate e custodite in capienti cisterne sul
fronte nord ed in un profondo vascone scoperto nel lato occidentale. La residenza disponeva, in ambiti separati dalla
villa, di un ampio pollaio e ricovero per gli animali da cortile, mentre sul fronte sud si trovava la scuderia con le pertinenze, di cui oggi restano solo i ruderi in quanto demolita
perché pericolante.
Pare fosse la residenza estiva dei Viola, però tutto l’anno
ospitava il personale addetto alla custodia e alla cura della
casa e della scuderia, oltre alla lavorazione della vasta area
agricola e all’allevamento di animali da corte.
Nel 1977 l’azienda dei Viola fallì e la FCS (Società Frantoi
Sardi) acquisì all’asta fallimentare la villa. Nel 1993 la FCS
fu ceduta alla Italcementi, di conseguenza la villa con tutta
la pertinenza divenne di proprietà della CTA (Candelazzu
Turistica Alberghiera), una società a responsabilità limitata
appositamente costituita con l’intento di realizzarvi una residenza alberghiera; ma per difficoltà burocratiche il progetto non fu realizzato e abbandonato definitivamente.
Quale il futuro per Villa Viola? «Vedrei bene - sostiene Mario Boi - la realizzazione di una struttura socio-sanitaria per
adulti, giovani o portatori di handicap, magari per conto di
un ente o società del settore».
San Gavino Monreale. Liceo Scienze Umane
Collinas
Studenti in visita alla Comunità Terapeutica
“Alle Sorgenti” di Morgongiori
Informazione e comunicazione
«Siamo rimasti contenti; ma
si ricorderanno di noi?», mi
dice uno studente. Certamente sì. Alcuni incontri non si
dimenticano facilmente. Rimangono impressi per il
modo in cui ci coinvolgono.
Questa è la percezione avuta
in seguito alla visita guidata
presso la comunità di recupero dalle dipendenze Alle
Sorgenti” di Monrgongiori,
realizzata nell’ambito del
progetto “Scuola e volontariato” nel liceo delle scienze
umane del “Marconi-Lussu”.
Gli studenti hanno potuto
conoscere l’ambiente in cui
un gruppo di giovani vive e
recupera la propria esistenza
appesantita dalle dipendenze,
alcol, gioco, stupefacenti. Si
tratta di un impegno importante; la vita appunto è la
vera posta in gioco. Di questo si rendono conto e fra le
altre necessità c’è quella di
condividere la loro esperienza e insegnarci qualcosa. Gli
alunni della nostra scuola si
sono certamente dimostrati
all’altezza di cogliere il loro
bisogno per quanto la giovane età possa permetterglielo.
Visitiamo la struttura, pulita
e in ordine. Tutto è sistemato secondo l’impegno a cui
La giunta comunale ha approvato l’intervento di messa in
opera di un sistema per l’utilizzo delle tecnologie d’informazione e comunicazione nel centro urbano, il cui progetto definitivo comporta una spesa di 22mila euro. (m.p.)
Las Plassas
Lavori in cimitero
La giunta comunale di Las Plassas ha approvato il progetto
definitivo dei lavori di adeguamento, ampliamento e completamento del cimitero e ha disposto di spendere con fondi di bilancio 204.549 euro, ripartiti in circa 148mila euro di lavori e oneri
per la sicurezza e circa 56.500 euro per ulteriori spese. (m. p.)
Furtei
Anno dell’Ente locale
gli ospiti sono chiamati, per
il loro stesso decoro. Si dedicano alla cura di diverse
attività, necessarie per ricordare a sé stessi di essere persone attive, con grandi risorse. Devono però ricominciare dalle cose essenziali. La
piccola fattoria, le serre, gli
spazi comuni, gli ambienti
di ritrovo e il campo da calcio. Ogni cosa esprime normalità e senso della famiglia; il traguardo principale
e quello più difficile da mantenere. Nell’orizzonte il verde della vegetazione e il grigio lucente delle rocce; siamo a ottocento metri, nel
Monte Arci.
Ma l’ambiente è fatto dalle
persone. Non sempre in classe regna un silenzio e un’attenzione esemplare; tuttavia
nell’ampio salone dove ci siamo incontrati per conoscerci
è stato possibile, in poco
meno di un’ora, capire il significato della parola “ascolto”. Tutti avevano la loro storia da raccontare; alcuni hanno avuto la possibilità, preziosa, di evitare il carcere per
sanare “problemi giudiziari”.
Tra il più giovane e il più anziano si percepisce il divario
fra diverse generazioni e
un’esperienza comune fatta di
tante amarezze, e di altrettanta voglia di riscatto.
Si mangia insieme, e noi accogliamo fraternamente l’invito. Un pranzo semplice,
famigliare, intorno a un tavolo di solido legno. Tutti
portano con sé le sedie usate poco prima nel salone. Ci
accomodiamo uno accanto
all’altro; si ride, ci si conosce meglio e tante, tante fotografie. Non può mancare la
musica, dopo pranzo, prima
dei saluti e del congedo. Ci
lasciamo con la promessa di
rivederci, e con la certezza
che per il prossimo incontro
ciascuno di noi potrà dire di
essere cresciuto, almeno un
po’.
Giovanni Contu
L’amministrazione comunale di Furtei ha aderito per il 2015
alla campagna “Anno dell’Ente locale”, promossa dall’Asfel
(Associazione servizi finanziari enti locali), che supporta i comuni, con popolazione sotto i tremila abitanti, nei settori finanziari, tributari e del personale. L’iniziativa è finalizzata a sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica sulla responsabilità degli impiegati comunali, “chiamati a svolgere - si legge nella delibera di Giunta - una delicata funzione all’interno
dell’ente locale, diretta ad applicare normative sempre più complesse”. L’adesione all’Associazione non comporta spese per il
Comune e può cessare in qualsiasi momento. (m. p.)
Collinas
Lavori straordinari
Il consiglio comunale di Collinas ha legittimato la spesa straordinaria e urgente di circa 5.000 euro per i lavori pubblici eseguiti a
seguito dell’evento meteorologico (piogge, vento e temporali),
abbattutosi lo scorso 4 settembre sull territorio comunale. La somma è stata utilizzata a settembre per la messa in sicurezza di aree
pubbliche, cimitero e viabilità urbana ed extraurbana. (m.p.)
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Villacidro
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Pabillonis. Croce Verde
Gita a Fonni
L’associazione Croce Verde, nell’ambito delle iniziative sociali organizza per il giorno 6 dicembre una gita a Fonni. Il
raduno è previsto nella sede di via Umberto per le 7,15 con
partenza alle 7.30. Il costo del viaggio è di 13 euro (da versarsi all’atto di iscrizione). Il pranzo sarà al sacco oppure
nei vari punti di ristoro. Il rientro è previsto intorno alle 20.
A Fonni si svolge una delle ultime tappe delle sagre autunnali, durante la sagra si potrà assistere alla lavorazione dei
prodotti tipici quali il pane, formaggio e dolci, e ai canti
itineranti, lungo il percorso delle Cortes si potranno ammirare, inoltre, i murales. Il termine ultimo per l’iscrizione è
il 2 dicembre.
Per le prenotazioni rivolgersi presso la sede tutti i lunedì e
venerdì dalle 16 alle 20. Martedì dalle 10 alle 17. Mercoledì
e giovedì dalle 10 alle 19. Sabato dalle 16 alle 20. Per informazioni:070 93533400-340 9182734-348 4062837. (d. f.)
Il lago artificiale sul Rio Leni aperto alle società sportive
Il lago artificiale sul Rio Leni è finalmente aperto alle società
sportive del paese che possono svolgere gli allenamenti della
propria disciplina: dal nuoto all’uso della canoa o ancora alla
pratica sportiva. Lo prevede un accordo tra l’Enas, l’ente
acque della Sardegna, e il Comune di Villacidro. Un grosso
cambiamento che va a vantaggio della comunità come sottolinea l’assessore allo sport Luca Garau: <Per la prima volta
l’invaso sul Rio Leni potrà essere utilizzato non solo per le
manifestazioni sportive, ma anche dalle società che potranno
svolgere i propri allenamenti come se si trattasse di una vera
e propria palestra; questo comporterà un risparmio notevole
vista la presenza a Villacidro e non solo di tanti appassionati
di nuoto, canoa, ma anche di nuove discpline come la “stand
up paddle”, il surf in piedi. Tutti gli allenamenti e le richieste
di utilizzo possono essere già fatte secondo un calendario
mensile e tutto avverrà in sicurezza senza nessun inquinamento per il lago: non si potranno utilizzare veicoli a scoppio
o a motore».
Così il lago artificiale sul Rio Leni viene utilizzato dalle società sportive del paese per svolgere gli allenamenti della
propria disciplina mentre in passato poteva essere teatro solo
di grandi manifestazioni.
E c’è entusiasmo come nel caso dell’associazione “Pesca
sportiva Coxinas”: «Ogni anno - ricorda il vicepresidente Marco Machis - organizziamo la manifestazione di pesca ‘Viviverde’, ma vorremo organizzare almeno 2-3 eventi del genere. È importante fare nel lago un reintegro della fauna ittica
con carpe e trote».
L’apertura del lago è un fatto molto importante anche per
Antonella Frau, presidente dell’associazione sportiva “Vil-
lacidro Triathlon” che raggruppa più di 70 atleti: «In passato
ci sono stati troppi vincoli. L’utilizzo dell’invaso permette ai
nostri atleti (sono tantissimi i bambini e i ragazzi) di potersi
allenare senza costi soprattutto ora in questo mese in cui molte
piscine sono chiuse».
Sulla stessa linea Davide Ecca: «Gli atleti del Villacidro Triathlon, che da anni svolgono attività sportiva, potranno preparare ancora meglio gli appuntamenti di settembre e ottobre
di livello Internazionale. Dal 2002 per circa otto anni, grazie
al faticoso ma preziosissimo lavoro di tanti volontari, manifestazioni a livello mondiale di triathlon hanno evidenziato
le possibilità di utilizzo ai fini turistici-sportivi di questo lago
inserito ai piedi del Monte Linas». Insomma il lago, grazie
all’accordo tra l’Enas, l’ente acque della Sardegna e il Comune di Villacidro, è aperto alle società sportive e diventa il
regno del nuoto, dell’uso della canoa e di nuove discipline
sportive.
E una delle più belle manifestazioni nello splendido scenario
dell’invaso sul Rio Leni è “Il lago di corsa” organizzata dall’associazione Olympia Villacidro che ha il più alto numero
di partecipanti in Sardegna. Insomma sport, turismo e salute
tra le bellezze ambientali di Villacidro. L’evento sportivo si
lega alla promozione del territorio: «Il lago di corsa - spiegano Angelo Salis e Nicola Pittau dell’associazione Olympia è una gara legatissima al territorio anche per la caratteristica
di premiare gli atleti esclusivamente con i prodotti di qualità
del Linas e del Medio Campidano. Rispetto allo scorso anno
abbiamo introdotto in occasione del 10° anno il cronometraggio elettronico con il chip».
Gian Luigi Pittau
Foto di Franco Lilliu
Serramanna in festa
per il patrono
Dal 6 all’8 novembre si sono tenuti i festeggiamenti in onore
del santo patrono. Le celebrazioni religiose per san Leonardo sono state programmate nei tre giorni del primo fine settimana di novembre, venerdi sera alle ore 18 dopo la santa
messa si è avviata la processione lungo un itinerario snodatosi all’interno delle strade del centro storico partendo dalla
Piazza del Popolo, per proseguire lungo la via Roma in direzione Via Damiano Chiesa per volgere nella Via Garibaldi e
rientrare nella Piazza del Popolo. Il santo patrono è stato accompagnato dalle autorità civili e religiose e dai gruppi folk
“Sant’Antonio” di Arbus, “Santa Lucia” di Assemini e “Su
Stentu” di Serramanna con i propri costumi tipici.
Le celebrazioni civili hanno avuto inizio con l’inaugurazione della mostra curata dal signor Fausto Pillitu, aperta ai visitatori nelle giornate dei festeggiamenti programmati dal
comitato presieduto dal nuovo presidente Francesco Melis.
Il sabato e la domenica due serate musicali e di spettacolo
hanno animato la comunità, con animazione per i più piccoli
sabato pomeriggio mentre a partire dalle ore 15 di domenica
i fedeli, i cittadini ed i visitatori hanno avuto la possibilità di
visitare gli stand degli hobbisti locali che hanno esposto le
proprie realizzazioni. (e. f.)
Pabillonis
Acrobazie e spettacolo per il campione di parkour Nicola Serra
È arrivato anche a Pabillonis il campione sardo di parkour.
Nicola Serra, 18 anni, da circa tre anni pratica uno sport che
sta andando alla grande tra i giovani: il parkour. Una particolare disciplina che richiede abilità acrobatiche, velocità, forza, equilibrio e resistenza. L’obiettivo di Nicola è di far conoscere le bellezze dei comuni sardi attraverso video che sono
reperibili su youtube, con le sue perfomance acrobatiche. In
sella alla sua bici ha già girato 180 paesi della Sardegna,
dove ha avuto modo di mettere in pratica questa sua passione
lasciando tutti sorpresi e sbigottiti.
Nicola Serra pratica parkour e freerunning dall’età di 15 anni,
gira tutti i paesi dove cerca posti suggestivi, ma nello stesso
tempo difficili, dove realizza dei video che sono disponibili
anche nella sua pagina facebook. La sua passione acrobatica è nata per caso e ogni tanto stupisce per le sue perfomance
da brivido, come si nota anche nel web con la “bandiera” sul
ponte di Gadoni, un ponte altissimo. Lo sport che pratica il
campione ha due varianti: “parkour” che consiste nel crearsi
un percorso scavalcando ostacoli in modo veloce e fluido,
mentre l’altra è il “free running” che è la parte acrobatica,
cioè le capriole.
Anche a Pabillonis ha messo in mostra le sue abilità e, con la
collaborazione di Cristian Teleki, si è esibito in diversi angoli del paese. Terminate le acrobazie, eccolo di nuovo in sella
alla sua bici per raggiungere un altro comune seguendo il
suo obiettivo: far tappa in tutti gli altri paesi sardi per valorizzare le loro caratteristiche, nessuno escluso.
Dario Frau
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1 dicembre 2015
Arbus . Iniziativa dell’amministrazione comunale
Un incontro pubblico
sul bando Centri storici
Incontro pubblico ad Arbus nell’aula consiliare per discutere del bando dei centri storici, dell’individuazione degli edifici su cui si possono realizzare gli interventi previsti dal nuovo piano casa L.R. 8/2015 e infine per iniziare a discutere del
piano particolareggiato del centro matrice. “Argomenti già
trattati, discussi e condivisi anche in commissione urbanistica”, tiene a precisare Gianni Lussu, assessore ai Lavori Pubblici e all’Urbanistica del comune di Arbus” promotore dell’iniziativa che ha visto la partecipazione di cittadini, amministratori, liberi professionisti e naturalmente i tecnici degli
uffici che avranno poi il compito, a volte non facile, di applicare le norme in discussione. Norme e materia piuttosto complesse, da focalizzare, chieste a gran voce non solo dai tecnici che sperano e auspicano tempi rapidi anche per l’approvazione del Piano Urbanistico Comunale che darebbe linfa vitale a un settore in gravi difficoltà come quello dell’edilizia e
che permetterebbe , cosa anche questa di non trascurabile
importanza , una buona riqualificazione del centro storico
prevista dalla L. 29 del 1998 sulla “Tutela e valorizzazione
dei centri storici della Sardegna” cui i cittadini possono partecipare attraverso il bando 2015.
Assessore, avete aperto la discussione anche agli inter-
Guspini. Giunto alla sesta edizione
venti del pubblico. Quali le sue impressioni? «Nella discussione abbiamo chiesto ai cittadini presenti come immaginano
il centro storico da qui a 20 anni e quali
sono le esigenze e abbiamo anche elencato quello che secondo noi dovrebbe contenere il piano: una previsione di nuovi spazi pubblici, tra cui aree parcheggi e piazze
ma anche l’individuazione delle regole che
riconducano le tipologie edilizie degli edifici che riportino verosimilmente alla luce le tipologie storiche legate all’agricoltura e alle miniere». «Ricordiamo», aggiunge ancora l’assessore Lussu, «che il piano particolareggiato è un piano attuativo del Piano urbanistico comunale e
nella riunione cui hanno partecipato anche i tecnici incaricati
abbiamo illustrato la procedura e i tempi di approvazione del
nuovo strumento urbanistico. La nostra “road map” prevede
l’approvazione entro aprile 2016 e la definitiva adozione per
settembre 2016». Senza ombra di dubbio una buonissima
notizia per il comune di Arbus costretto a rabberciarsi ancora
con un Piano Regolatore vecchio di una trentina d’anni, ovviamente non a passo con le leggi in materia urbanistica di
ultima generazione (vedi PPR) e privo anche del Pul (piano
utilizzo litorali) separato è vero come procedura di approvazione dal Puc, ma di inestimabile e vitale valore per quelle
innumerevoli attività previste (soprattutto servizi) nelle marine, autentico toccasana per l’economia del territorio. «Siamo decisamente ottimisti sui tempi previsti per l’adozione
anche perché in questo caso non ci sono aree Sic di mezzo”,
conclude Gianni Lussu, « questa è stata la prima riunione,
non sarà certamente l’ultima perché vogliamo che scelte così
importanti per la nostra comunità siano ampiamente condivise con tutti i soggetti interessati».
Gianni Vacca
Samassi. A farsene carico sarà la Proloco
Premiati i vincitori del concorso Il sessantatreesimo Carnevale Samassese si farà?
letterario “Ricordando Tiziana”
Il concorso letterario “Poesie e Racconti di Solidarietà... ricordando Tiziana” compie sei anni e premia cinque scrittori
sardi e d’oltremare: sono il giovanissimo Emanuele Mei di
Guspini con “La nave di Sogni”, per la sezione 10-13 anni,
Allegra Passacantilli di Roma e i suoi “Signori della Guerra” per gli autori tra i 14 e i 18, Nunzio Industria da Napoli
con “Nascere Altrove” (sezione over 18), Andrea Meleddu
di Sorgono con “Brotta Sentidu” per la Lingua Sarda, Paolo
Borsoni da Ancona con il racconto breve “Tendendo la
mano”. Il concorso è stato bandito dall’associazione “Cultura e solidarietà …ricordando Tiziana” con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e in collaborazione con Anteas
Medio Campidano, “Guspini 2.0 “ e FNP Cisl Medio Campidano.
Durante la cerimonia di premiazione e presentazione delle
opere, svoltasi nel pomeriggio di sabato 28 novembre alle
Case a Corte, il Coro Polifonico “Incantus de Coru” si è esibito in alcuni preziosi intermezzi musicali di musica sarda
arrangiati dal maestro Massimo Atzori.
Anche quest’anno la massiccia partecipazione di autori da
tutta la penisola ha conferito al concorso carattere nazionale,
ma soltanto i primi tre classificati per ciascuna sezione hanno avuto diritto a trofei, diplomi di merito e, a eccezione dei
vincitori appartenenti alle categorie “Ragazzi” e “Giovani”,
a premi in denaro fino a un massimo di 250 euro. Mille copie
del libro, contenente le migliori poesie pervenute, saranno
commercializzate dall’Anteas nell’ ambito di attività relative a prevenzione e promozione della salute, contrasto delle
malattie tumorali, accompagnamento e supporto per anziani
e persone fragili. «L’encomiabile attività svolta dai volontari ha fatto sì che propendessimo per questa scelta - puntualizzano gli organizzatori in merito alla destinazione del ricavato- perché siamo dentro Anteas e ne conosciamo la bontà
del servizio, e siamo altrettanto certi che i libri costituiranno
il mezzo di quella solidarietà che auspichiamo».
Francesca Virdis
La sezione di Guspini ricorda ai donatori che
sabato 19 dicembre
dalle 8,30 alle 12,30
effettuerà i prelievi nella sede locale
in Via Don Minzoni, 107
Il 16 novembre scorso la Pro
loco “Gianni Cattari” di Samassi ha diramato un comunicato difficile, ma probabilmente inevitabile: “L’associazione Pro Loco, organizzatrice delle ultime due edizioni del carnevale (2014 e
2015), a seguito dell’incontro
tenutosi di recente presso la
nostra sede con i rappresentanti dei carri allegorici, gruppi mascherati, associazioni
varie, considerato che è troppo breve il lasso di tempo che
separa il 63° Carnevale (07/
02/2016 e 09/02/2016) dalla
Sagra del Carciofo 2016 (13/
03/2016), considerato che già
l’anno scorso, nonostante i
buoni risultati ottenuti, sia
stato piuttosto complicato
gestire entrambe le manifestazioni, tenuto conto del notevole impegno di personale
necessario e viste le insufficienti risorse umane interne
all’associazione, si ritrova a
malincuore nell’impossibilità di gestire in prima persona
l’intera manifestazione carnevalesca per l’anno 2016.
Pertanto con la presente, invita tutti coloro che, come noi
vogliono tenere viva la nostra
tradizione di maschere e carri allegorici, a proporsi per la
gestione e l’organizzazione
della stessa”. Tale messag-
gio è rivolto all’intera cittadinanza in modo che possa
rendersi parte attiva e fare in
modo in prima persona che la
situazione possa cambiare.
Dopo le problematiche degli
ultimi anni lo storico comitato “Carnevale Samassese” si
è sciolto e non essendosi formato nuovamente per le suc-
cessive edizioni è stata la Pro
Loco a prendersi l’oneroso
incarico dell’organizzazione
e gestione del carnevale, ma
per il 2016 non sarà più possibile.
Si riuscirà a trovare una soluzione celermente? Chi sarà
in grado di prendersi a carico
questo pesante fardello? C’è
futuro per il carnevale samassese? Queste sono le domande più frequenti tra i cittadini, ma qualcuno di loro troverà il coraggio di mettersi finalmente in gioco e dar vita
a qualcosa che non sia la solita critica sterile che non porta mai a nulla?
Carola Onnis
Samassi. Centro Alcologico
Alcolisti in rivolta
Gli alcolisti del Centro Alcologico di Samassi sono in rivolta. Dopo aver appreso
che non sarà rinnovato il contratto di lavoro al medico che
li ha in cura da anni, i pazienti del Centro non ci stanno e
sollecitano anche il sindaco
Enrico Pusceddu ad intervenire per fare tutto il possibile
per impedirlo, sbloccando il
concorso necessario o rinnovandogli il contratto. «Siamo
molto dispiaciuti e preoccupati perché dottor Carboni ci ha aiutato a migliorare e risolvere il problema dell’alcol e abbiamo paura che senza di lui
ci possiamo ritrovare al punto di partenza, mandando all’aria i sacrifici fatti in questi anni. Nel Centro abbiamo finalmente trovato un
porta che si è aperta per noi,
aiutandoci a ritrovare la spe-
ranza di una vita dignitosa.
Nessuno più del paziente è in
grado di capire la competenza del suo medico. Dottor
Carboni lo è. Non portatecelo via».
Marisa Putzolu
La sezione di Serramanna ricorda ai donatori che
La sezione di Villacidro ricorda ai donatori che
domenica 13 dicembre
domenica 6 dicembre
dalle 8,30 alle 12,30
effettuerà i prelievi nel Poliambulatorio
in Corso Europa
dalle 8,30 alle 12,30
effettuerà i prelievi nel Poliambulatorio
in Via G. Rossa, 49
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1 dicembre 2015
Peste e corna
di Edmunduburdu
LA SAGA DEI DELIRANTI
C
’è cronaca e cronaca, quella rosa parla di fanciulle, di
bellezze e di amori, la nera di sangue ed efferatezze, e
la bianca forse di fatti innocenti. Poi vedi e senti quello che
è successo il 13 novembre e i giorni successivi a Parigi,
l’aereo russo abbattuto sul Sinai, le stragi di Boko Haram e
gli altri episodi di sangue avvenuti in giro per il mondo e ti
chiedi in quale categoria includere quei fatti. Fanatici deliranti (ma i fanatici sono tutti deliranti) che ammazzano con
il pretesto che è quello il volere del loro dio e che mancano
di capacità logiche, condizionati da credi sconnessi e dai
ricatti mentali di chi li comanda e dai quali ricevono il denaro necessario a campare. Organizzazioni sorte per interessi personali o di gruppo portando a pretesto interpretazioni contrastanti di credi religiosi, in questo caso quelli
islamici, perché anche il corano si presta a letture diverse.
Le altre religioni monoteiste non sono state da meno, e tutte, da sempre, in nome del dio che appare dalla lettura dei
loro testi sacri, hanno portato o portano a spargimenti di
sangue. Viene da chiedersi quale sia l’utilità delle religioni
e quanto tempo occorrerà perché gli esseri umani riescano
a convivere in armonia, e il nostro parere è che non ci riusciremo mai proprio perché siamo legati a egoismi, intesi
anche come convinzioni che i propri credi personali, non
importa se verso un dio o il proprio ego, siano i più giusti in
assoluto. Un equilibrio sociale sarà possibile se l’uomo accetterà di impegnarsi per creare e praticare rapporti di collaborazione con i suoi simili rispettando regole che consentano a tutti di raggiungere obiettivi accettabili e coesistenze
dignitose. Ma è inutile farsi illusioni. In passato, quando le
pretese dei poveri erano l’avere una fetta di pane per una
giornata di lavoro, era facile rassegnarsi. Di questi tempi la
tecnologia automatizza gran parte dei processi di produzione e opera un’imponente sproporzione tra chi ha e chi non
ha creando fasce destinate alla miseria per le quali la sola
speranza è la fuga, la ribellione o il ricorso a metodi non
leciti per soddisfare le proprie esigenze. Se poi, in una situazione di palese ingiustizia dovuta a corruzione, malgoverni, intrallazzi politici e arroganze a questi gli dai un pretesto religioso...
Appunto, è la ribellione, la rivolta, e arrivano l’estremizza-
IL COMMENTO
zione e l’orrore delle stragi. La Siria, la Libia, la Nigeria, la
Palestina, Israele, la Turchia, l’Iraq, l’Afghanistan, l’Iran,
l’Arabia Saudita e altri, e poi i gruppi etnici diversi, gli interessi personali di chi governa, le alleanze di malaffare con
altri stati, e i miliardi e le armi che arrivano per vie traverse,
e la miopia di scelte inadeguate e l’assenza di visioni a lunga scadenza, e il petrolio, la droga, i traffici di tutto, migranti compresi, e pure i rapimenti di persone per la cui
liberazione vengono chiesti e pagati milioni, anch’essi utili
per rifornirsi di armi e portare adepti dalla propria parte.
Con il denaro si fa tutto, si condizionano e si sottomettono
interi popoli. Poi altri si accorgono che si sono superati i
limiti e che certi fatti che prima si sono ignorati o assecondati ora devono essere contrastati. È la guerra, fatta non più
attraverso infiltrazioni, sabotaggi o interventi di corpi speciali, è la guerra, un occhio per occhio da fare con l’utilizzo
di mezzi d’alta tecnologia e di soldati. È l’alleanza di potenze mondiali alle quali, volenti o nolenti, si accompagnano altri stati che in precedenza hanno assecondato per propri interessi rivolte e stati islamici. Russia, Stati Uniti, Europa, paesi arabi, tutti da sempre in contrasto tra loro, che
ora affermano la necessità dell’intervento armato, però con
qualche distinguo. Non è ancora la guerra, ma qualcosa bisogna fare, e quindi va bene bombardare le roccaforti dell’Isis e i camion-cisterna con i quali contrabbandano i petroli estratti dai pozzi di cui si sono impadroniti e bloccargli
qualsiasi rifornimento di denari, d’armi e di viveri. Non è
guerra, è soltanto un alt dato con droni, bombardieri e missili. Forse la violenza e gli attentati finiranno, o forse chissà. Bisognerà decidere, mettere insieme a dialogare gli sciiti iraniani e i sunniti sauditi, le faide irachene, i contrasti
siriani e turchi, la questione dei territori tra Israele e Palestina, e magari anche quella dei curdi, che avrebbero diritto
anche loro a un paese proprio. C’è una guerra che non c’è
ancora perché fa paura e si stenta a dare avvio a dialoghi in
grado di sciogliere i problemi, possibilmente senza ricorrere a divinità e testi sacri. Chissà se, una volta tanto, anziché
ignorare o favorire divisioni o fanatismi, tutti questi governanti vorranno comprendere i problemi e andare alla radice
per risolverli.
di Rinaldo Ruggeri
L’ODORE DEI SOLDI
“B
astardi islamici” così titola, all’indomani degli
attentati di Parigi, a tutta pagina, il direttore di
“Libero”, Maurizio Belpietro. Un titolo ritenuto infame dai credenti islamici e contestato da un gruppo di
ragazze musulmane presenti alla trasmissione televisiva di Formigli, Piazza pulita. Il direttore del Tg4, Mario Giordano, presente in quel talk show, invoca la libertà di stampa, in difesa del suo collega. La stessa
tolleranza e lo stesso fervore libertario viene meno
quando nega questa prerogativa di critica a delle giovani musulmane, anzi, con toni da inquisitore, chiede
di dissociarsi dalle azioni di terrorismo. Per il direttore del Tg4 vale l’equazione Islam uguale terrorismo.
Personaggi come Giordano e Salvini si dimenticano
spesso, non per ignoranza, ma per malafede, che viviamo in uno stato di diritto dove ognuno risponde dei
propri atti a livello individuale. Dimenticano, anche,
che la scelta religiosa o partitica in democrazia è una
scelta individuale. Se si applicasse lo stesso ragionamento a tutti i fedeli cattolici, questi dovrebbero essere accusati di complicità con i preti pedofili.
Chiaramente, è comprensibile a tutti che questo argomentare è privo di logica, non si può sostenere che chi
aderisce a una religione è responsabile delle azioni
compiute da altri fedeli. Prendiamone atto, purtroppo
la verità è un’altra, vi è un’insofferenza crescente alla
pluralità di manifestazioni di pensiero. Queste libertà,
oggi, vengono messe in discussione non solo dal terrorismo dell’Isis ma anche dal terrorismo mediatico che
violenta la verità. Per malafede, non per ignoranza, una
certa stampa e un certo ceto politico tentano di fare di
tutta l’erba un fascio, non vogliono leggere le differenze che esistono in tutte le religioni. Si vuole veicolare
un messaggio razzista e non combattere il terrorismo.
Si vuole sparare sul mucchio e non colpire il vero ne-
mico come la logica strategica vorrebbe. L’Islam al pari
della religione Cristiana è divisa in tante confessioni.
Noi sappiamo che si richiamano a Cristo: i Cattolici,
gli Ortodossi, i Luterani, i Valdesi, i Battisti, gli Anglicani ecc. Lo stesso dicasi per i seguaci di Maometto: i Sunniti, gli Sciiti, i Kharigiti, gli Alawiti, i Drusi,
gli Aleviti, e tante altre sottoconfessioni.
A quale confessione o sottoconfessione appartengono
i terroristi? Questa è la domanda che dovremmo porci,
pur sapendo che l’appartenenza a una confessione non
è determinante. È certo, invece, che per i nostri governanti europei, quelli che amano erigere muri e fili spinati, (i nostri xenofobi), gli attentati di Parigi sono arrivati come manna dal cielo. Finalmente possono impedire la libera circolazione della gente. Sia che si spari
sul mucchio, come fanno i terroristi, o si bombardi sul
mucchio, come fanno i governi, le vittime sono sempre le stesse: le popolazioni. Logiche differenti, filosofie differenti ma fini uguali. Invece di bombardare
sugli inermi, di limitare le libertà di circolazione e non
solo, perché non s’impedisce ai terroristi di nuocere?
Le guerre, gli attentati si fanno con le armi, ma soprattutto con i soldi. Qualcuno ha consigliato, per sconfiggere il terrorismo, di seguire la via dei soldi e delle
armi. Consiglio inascoltato da tutti i governi. I soldi e
le armi circolano liberamente, gli uomini no. Gli uomini si cerca di costringerli ad abitare dove sono nati.
Le armi lasciano le fabbriche dove nascono e vanno in
ogni dove per seminare terrore e uccidere.
Le fabbriche di armi possono essere controllate, ma soprattutto tutte le transazioni bancarie a livello planetario. Si deve seguire l’odore dei soldi perché in questo
caso pecunia olet. Invece è più facile insultare e offendere quattro immigrati, non si paga dazio e si fa
felici banche e produttori di armi.
25
Guspini
PROROGA
“ABITARE ASSISTITO”
Cambia il Sindaco, cambia l’Assessore, cambia la Giunta
ma non cambia il risultato: sembra un copia-incolla dell’operato della precedente amm.ne. Perchè? È presto detto. Il progetto denominato “Abitare Assistito”è nato con
lo scopo di costituire un nucleo di convivenza rivolto a
12 anziani singoli e/o coppie con un buon livello di autonomia e che desiderino vivere in un ambiente di vita
familiare e domestico con possibilità di indipendenza e
autogestione della quotidianità. Per raggiungere tale lodevole obiettivo il capitolato richiede alla ditta aggiudicataria dei requisiti minimi per la struttura in cui realizzare il progetto quali: 1) garantire oltre al rispetto
delle norme sulle civili abitazioni, alti standard qualitativi e di confort; 2) essere posizionata a Guspini in Centro abitato.
Sembrerebbe disattesa qualcuna di tali condizioni in quanto
la struttura non è ubicata in Centro abitato e sembrerebbe
che la Asl non abbia rilasciato alcuna certificazione sull’autosufficienza o meno degli ospiti scaricando la decisione sull’Amministrazione. Inoltre tale progetto sembrerebbe nato viziato a causa del mancato rispetto della norma in quanto il disciplinare di gara dichiarava che il mancato avvio del progetto entro il 10 -11- 2013 sarebbe stato
motivo di decadenza e quindi con una comunicazione dell’allora Sindaco gli anziani ospiti della comunità alloggio
venivano trasferiti il 14-10-2013 in assenza di alcun atto
formale di inserimento nella nuova struttura e né atti di
revoca del precedente rapporto e per giunta in una struttura che non solo non aveva l’agibilità ma dagli atti non risultava neppure iniziata tant’è che dalla Duap presentata
dal proprietario della struttura si evince che la data di inizio dei lavori è stata il 18 ottobre 2013, la fine dei lavori il
21 ottobre 2013 e l’agibilità il 7 novembre 2013, l’avvio
dell’attività risulta presentato il 18 novembre ma gli anziani come detto risultavano trasferiti il 14 ottobre 2013
(data indicata anche nel contratto come decorrenza).
Come si possono conciliare queste date? A meno che non
ci sia un mago all’interno dell’Amministrazione non capisco coma si possa. Come se non bastasse a far sorgere
dubbi a noi cittadini ci si mette l’attuale Giunta che sembrerebbe navigare nell’irregolarità adottando la delibera
n° 184 con oggetto: atti di indirizzo al settore socio assistenziale per la prosecuzione della gestione del progetto
“Abitare Assistito”. Ma il Contratto per l’affidamento del
servizio “Abitare Assistito”, firmato in data 08-10-2013,
all’art 9 pag. 5 recita: “il presente contratto ha la durata
di 2 anni a decorrere dal 14-10-2013 e fino al 13-10-2015,
eventualmente ripetibile per “un’altra annualità “ ai sensi dell’art 57, comma 5 lett. b) del D. Lgs 163/2006",
invece con la delibera suddetta l’attuale Giunta così ha
deciso: l’affidamento dovrà avere la durata di 2 (due) anni
dal 14-10-2015 al 14-10-2017; implementazione economico finanziaria del Progetto di 50.000 euro annui. Ergo
dovrebbe trattarsi di un atto illegittimo contravvenendo
a quanto stabilito dal contratto sulla durata della proroga
e a quanto stabilisce il suddetto art 57 sulle proroghe dei
contratti tenuto conto che queste possono essere concesse alle stesse condizioni contrattuali e non con implementazioni di cifre tra l’altro abbastanza consistenti. Pertanto non si dovrebbe parlare di proroga ma di affidamento diretto per il quale va rispettata la norma soprattutto per quanto attiene gli importi.
Dunque andava fatto un altro appalto? Un altro dubbio
sorge spontaneo: come mai alla suddetta delibera di Giunta non segue l’atto formale del relativo Direttore d’area
(o non risulta in pubblicazione)? In sostanza mancando
l’atto formale non ci potrebbe essere proroga, ma allora
perchè pur in assenza di tale atto la ditta aggiudicataria
continua a prestare il servizio?
Amalia Collu
esponente Psd’az.
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1 dicembre 2015
L’ISOLA IN CUCINA
di Roberto Loddi
PISTOCCUS O SAVOISARDI
Moltissime sono le storie raccontate sui savoiardi, fra le tante si narra che siano nati nel 1350 alla corte di Amedeo VI
di Savoia. Nello stesso periodo però si dice che siano stati i
cuochi del Re Aimone di Savoia detto il Pacifico a preparare
un composto poroso e cremoso a base di farina, uova e miele, ingredienti ideali per la preparazione dei biscotti. Un’altra storia racconta che quando il re di Francia fece visita alla
casa reale dei Savoia, per l’occasione i cuochi di corte vollero stupire l’importante ospite con un dolce particolare: pare
che il successo fu talmente eclatante che i biscotti preparati
presero il nome di savoiardi, divenendo successivamente il
dolce piemontese più rappresentativo e, grazie alle influenze
dei Savoia, venne preparato anche in altre regioni d’Italia.
In Sardegna (Regno di Sardegna) per esempio i biscotti vennero chiamati savo-iardi-sardi, ma potrrebbe anche essere
“savosardi o savoisardi”; oggi più comunemente conosciuti
come pistoccus finis, pistocccu de caffei, pistoccus de Fonni, pistoccheddus grussus, pistokkeddos e altri nomi ancora.
In Spagna li chiamano soletas (probabilmente per via degli
ingredienti che sono simili al pandispagna) e in Inghilterra
lady finger (dito di dama). Tanti sono i nomi ma il biscotto
rimane un dolce unico, semplice, soffice e fragrante. Nell’Ottocento, i savoiardi deliziarono i palati dei salotti bene
dell’aristocrazia torinese, era il biscotto preferito da Camillo
Benso di Cavour e di Cosimo III De Medici ed è anche quello più utilizzato per la preparazione del tiramisù, della zuppa
inglese, della Charlotte e di tante altre ricette.
Ingredienti
g 300 di farina bianca, 1 cucchiaino di miele, g 150 di zucchero comune, g 150 di zucchero al velo, 10 uova intere più
2 tuorli, 1 limone non trattato, 1 cucchiaino di acqua fior
d’arancio, zucchero al velo per cospargere, sale q.b.
Preparazione
Prima di tutto poni i due tuorli dentro a una conca (scivedda),
poi aggiungi i tuorli delle altre uova (tenendo da parte gli
albumi), le due qualità di zucchero, una grattata di scorza di
limone, il miele, l’acqua fior d’arancio e con l’aiuto di un
frullino montali a lungo fino a quando otterrai un composto
bianco e spumoso. Fatto, poca alla volta aggiungi la farina
setacciata e lavora gli ingredienti fino a quando si saranno
amalgamati. Terminata questa operazione, in un altro recipiente sbatti gli albumi con un pizzico di sale e appena saranno ben sodi incorporali molto delicatamente al composto d’uova e farina.
A questo punto, versa il tutto dentro a una sacca da pasticcere
o dentro a una sacchetto per conservare gli alimenti spizzato
da un lato, quindi spremi l’impasto dentro a una teglia foderata con carta oleata, formando i dolci nelle dimensioni di
circa dodici centimetri per due, distanziati fra loro, quindi
cospargili generosamente con dello zucchero al velo, aspetta
fino a quando viene assorbito e ripeti l’operazione. Solo allora passa i savoiardi in forno già caldo a 170° per circa
venti minuti. Passato il tempo, controlla la cottura, sfornali e
con l’aiuto di una spatola accomodali delicatamente sopra a
una grattella a raffreddare. Si mantengono morbidi per diversi giorni se conservati dentro a una scatola di latta. Vino
consigliato: Moscato di Sardegna, dal sapore delicato, fruttato, tipico e dolce.
IL MIO PUNTO DI VISTA
di Antonio Loru
TUTTE LE VITTIME SONO INNOCENTI
VITTIMA INNOCENTE È UNA TAUTOLOGIA
Grazie a Dio, sono ateo.
(Luis Buñuel, regista, cinematografico, spesso erroneamente attribuita a Woody Allen, altro regista)
È
la guerra che crea il terrorismo, non il terrorismo la
guerra. Questa è una verità quasi assiomatica che
dobbiamo imparare a riconoscere, a ricercarne le tracce nella storia contemporanea a partire dai moti di indipendenza delle nazionalità oppresse in Europa, Sud
America e Asia minore, a partire dal 1820-21 e successivi al Congresso di Vienna del 1814, alle scellerate decisioni di politica internazionale che nella capitale Austroungarica presero in quei giorni i rappresentanti della
Santissima Alleanza austro-russo-prussiana, (cioè cattolici, ortodossi, protestanti), agli interessi commerciali
della più grande potenza coloniale di allora, l’Inghilterra anglicana, oramai senza più rivali seri, sconfitta
definitivamente la Francia napoleonica e le sue pretese
di grandeur in Europa e nel mondo, in quei paesi dell’Africa e dell’Asia, del continente australo-oceanico,
che da allora in poi saranno classificati come Terzo, e
Quarto Mondo, e dominio incontrastato delle potenze
europee e del giovane ma già voracissimo colonialismo
made in Usa.
Terminati con le due guerre mondiali del Novecento, i
conflitti interni tra le potenze del Vecchio Mondo europeo, tutto l’Occidente, USA compresi, si è coalizzato
per spartirsi le ricchezze del resto del mondo, ridotto
ad una immensa colonia utile a fornire l’energia necessaria a sostenere qualità, quantità e ritmi di un dissennato sviluppo industriale assolutamente devastante per
il pianeta, che ora, adesso, non tra cento o mille anni,
rischia seriamente di svuotarsi della possibilità stessa
di continuare a garantire alle future generazioni condizioni di vita umana e complessive, degne, sopportabili,
accettabili, una vita che non si riduca alla mera esistenza
biologica parossìsticamente transgenica, nella corsa al-
l’adattamento indotto da condizioni che variano ad una
velocità forse sconosciuta prima d’ora. Inoltre le popolazioni di questi paesi sono state private della possibilità di operare scelte autonome relative allo sviluppo
delle loro economie e politiche industriali conseguenti,
perché paesi, e popolazioni, utili al capitalismo imperialistico occidentale, anche come mercato di sfogo per
gli scarti delle loro produzioni industriali, per le eccedenze di merci, di qualsiasi genere, compresa la mercelavoro, che non potevano, e non possono per le sue logiche, trovare sistemazione nei ricchi mercati dei paesi
occidentali, scandalosamente benestanti grazie alle risorse alimentari di questi paesi, ricchissimi di materie
prime, energia, minerali, metalli preziosi, ma abitati da
popolazioni ridotte alla fame, devastate da malattie ataviche, dall’ignoranza, dall’indigènza di ogni grazia della
terra e del cielo.
Questo si è verificato nell’Ottocento, per tutto il Novecento, e i primi anni del terzo millennio non mostrano una reale, significativa inversione di rotta nei rapporti economici e conseguentemente politici tra le parti
del mondo. La situazione è oggi addirittura aggravata
da una perdita di sicurezza statunitense ed europea, dovuta alla abnorme crescita economica di paesi come la
Cina, l’India, ma anche la Corea, il Vietnam, dell’area
latino-americana, in primis il Brasile. Caduto il Muro,
con il conseguente reingresso nell’economia di mercato della Russia, non più URSS, e di altri importanti paesi dell’ex area comunista, oggi avide di mercato, la
pressione è quasi tutta sul vicino e il medio Oriente,
che reagisce radicalizzando il conflitto ideologico, serrando le fila e aggrappandosi ad una identità religiosa
sempre più conservatrice e aggressiva, sostando su un
terreno dal quale, fino alle prime campagne militari di
Bush padre, l’Occidente più accorto e ragionevole, aveva sperato, e in qualche caso anche positivamente operato, di riuscire a farli venir fuori. ….. continua ….
LETTERE
DIMISSIONI E POLEMICHE
“DA FACEBOOK”
Desidero rendere pubbliche queste poche righe per spiegare la
mia posizione in tutta questa vicenda che queste settimane ha animato la scena politica sangavinese, legata alle dimissioni in consiglio comunale dell’amico Walter Piras e alla mia possibile surroga.
Per quanto mi riguarda nel momento in cui il gruppo Progetto
Comune mi ha presentato quest’opportunità sono stato lieto di
accettare la responsabilità affidatami, non certamente per ambizione personale ma per dare il mio contributo alla comunità in cui
vivo da 28 anni. Chi mi conosce sa qual è il mio impegno in politica, che coltivo oramai da anni, e sa che non lo faccio certo per
avere un tornaconto personale o per raggiungere un “posto al
sole”. Non nego il fatto che ricoprire il ruolo di consigliere comunale, seppur di minoranza, mi avrebbe fatto piacere e mi sono
anche emozionato nel leggere tanti messaggi di congratulazioni e
di auguri provenienti da amici di San Gavino, dai comuni limitrofi e non solo; da persone che condividono le mie stesse idee così
come “avversari” politici.
Devo forse farmene una colpa? Trovo stucchevoli le polemiche
nate intorno alla decisione di un gruppo politico dotato di un codice etico, sottoscritto da tutti i suoi componenti, presa a maggioranza così come il documento prevede. Purtroppo alcuni confondono i social network con la vita reale sottraendosi a un confronto vero e proprio, forse perché dietro uno schermo si è in grado di
apparire più maturi di quanto lo si è effettivamente. Aggiungo
inoltre che magari se ognuno di noi (e mi ci metto anch’io) utilizzasse la solerzia e l’impegno, che si adoperano nel creare polemiche “da facebook”, per migliorare il nostro paese allora San Gavino Monreale e i Sangavinesi ce ne sarebbero grati.
Per concludere, dispiace notare come alcuni attuali amministratori non trovassero di buon gusto la mia surroga all’interno del Consiglio Comunale; in cuor mio, ne sono certo, sarei stato capace di
dare il mio massimo apporto ai lavori dell’Assemblea, credo anche più di qualche attuale consigliere di maggioranza che in sedici mesi si è fatto notare per le proprie assenze o per il non aprir
bocca se non per pronunciare supercazzole prematurate di difficile comprensione anche per il Conte Mascetti di Amici Miei.
Una delle menti più illuminate del secolo scorso, Ezra Pound,
diceva: “L’unica cultura che riconosco è quella delle idee che
diventano azione”.
Lorenzo Argiolas - San Gavino
CHE FINE HA FATTO FRANCO CARTA
E IL COMITATO NO TARES?
Che fine ha fatto Francesco Carta (noto Franco) e il Comitato
No Tares? Sono sempre nascosti dentro la sede che ha dato
loro il Comune? È vero, quel che si dice, che ha fatto un accordo con il nuovo sindaco? Che prezzo gli è stato pagato per
stare in silenzio? Spero che Carta risponda a queste domande.
La ringrazio per l’attenzione.
Valeria Sanna - Guspini
LA FINANZIARIZZAZIONE
DELLA CARITÀ
La chiesa villacidrese sta trasformando le tradizionali forme di
carità in capitale privilegiando i circuiti finanziari alle forme
consolidate in passato.
Lo sdoganamento di questa tendenza si avvertì quando fu dedicato un centro commerciale a Ignazio da Laconi, umile fraticello vissuto e morto in povertà francescana. A un certo punto
sono apparsi sul tetto dell’ex seminario i ripetitori telefonici
che rendono di certo pingui rendite alla curia… Altro episodio
è stata la sparizione del”tesoretto” lasciato da don Giovannino
Pinna e di cui non si è saputo più nulla e di cui nessuno osa
parlare.
Oggi i parroci uniti propongono “nuovi” modi di fare la carità.
Così, dare il pane in occasione della messa per i defunti è ritenuta un’usanza superata per cui “ vi proponiamo di devolvere
la spesa per il pane in favore del Centro di Solidarietà Papa
Francesco, che provvederà a trasformarlo in tanti “buoni” per il
pane da dare a persone veramente bisognose o in difficoltà direttamente in panificio. Inoltre, abbiamo suggerito da tempo la
raccolta delle offerte in occasione dei funerali, finalizzate anch’esse al Centro di Solidarietà: un segno meno visibile e appariscente di fiori, ma molto più efficace per il suffragio dei defunti.” (dal sito della parrocchia Santa Barbara).
Gian Paolo Marcialis - Villacidro
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1 dicembre 2015
27
Sport
Campionato di calcio Seconda Categoria:
il Lunamatrona in testa dopo 25 anni
Intervista al Presidente Roberto Moi
L’allenatore Luca Rugiu
Il presidente Roberto Moi
A
Lunamatrona c’è grande fermento per i prestigiosi risultati della squadra locale che, dopo circa 25 anni, si
ritrova ad essere in testa alla classifica del girone E del campionato di Seconda Categoria. Ovviamente si è soltanto all’inizio e da qui alla fine del torneo mancano ancora tante
giornate; tuttavia questo primato non è certo da considerarsi
frutto del caso visto che la società biancazzurra sta lavorando
assiduamente da qualche anno per portare i propri colori più
in alto possibile nel panorama calcistico regionale. Abbiamo
fatto alcune domande al Presidente Roberto Moi che si è gentilmente concesso al nostro giornale per raccontarci il segreto di questi primi importanti successi stagionali della prima
squadra locale e dirci quali siano le ambizioni della società
da lui presieduta.
Partiamo con una breve descrizione della società.
L’U.S Lunamatrona è una società calcistica che nasce nel 1977
e da quell’anno a oggi si è sempre regolarmente iscritta ai
campionati della FIGC. Nella sua quasi quarantennale storia
ha colto un risultato prestigioso arrivando a giocare addirittura nel campionato di Promozione a metà degli anni 80 e ha
disputato numerosi campionati di Prima Categoria. A partire
dai primi anni novanta la prima squadra ha giocato a fasi alterne in Seconda e soprattutto in Terza Categoria. Vorrei sottolineare inoltre come negli ultimi quindici anni non ci sia
stata continuità nei risultati, visto che si è saliti diverse volte
nel campionato di Seconda per poi retrocedere sistematicamente l’anno successivo. Lo scorso anno infine, dopo la promozione in Seconda avvenuta due anni fa, si è finalmente
riusciti a mantenere la categoria disputando un campionato
più che dignitoso.
La prima squadra si ritrova, dopo circa 25 anni, in testa
al campionato dopo decenni di anonimato nella Terza.
Questi risultati non sono certo frutto del caso.
Ovviamente no, negli ultimi anni infatti la società ha deciso
di dare svolta per cercare di riportare la prima squadra ai livelli che le competono, visto che, come ho già detto, il Lunamatrona ha partecipato in passato a campionati prestigiosi.
Tutti insieme stiamo facendo sforzi notevoli, anche economici, per cercare di tornare per lo meno la squadra in Prima
Categoria: questo è il nostro obiettivo, è inutile nasconderci.
Quest’anno, dopo la buona stagione passata, abbiamo deciso
di rinforzarci in quei reparti che abbiamo reputato essere i
più vulnerabili nella passata stagione e abbiamo allestito una
buona rosa; le premesse erano buone sin dall’inizio, ma non
ci aspettavamo certo di partire così forte visto anche il valore
degli avversari. Tuttavia non ci montiamo la testa, ma per
questo non ci preoccupiamo dato che abbiamo un allenatore
che cerca costantemente di tenere i giocatori con i piedi ben
saldi a terra. I risultati stanno arrivando e questo per la nostra
società è motivo di grande onore e orgoglio. Ci tengo a specificare infine il fatto che la squadra sia molto seguita: riusciamo infatti ad avere un pubblico che oscilla fra le 150 e le
200 persone e, per una realtà come la nostra, non sono certo
numeri da poco.
Chi sono i protagonisti di questa squadra?
Oltre ai giocatori, un ruolo fondamentale ce l’ha questa magnifica squadra di dirigenti. Si tratta di ragazzi che spendono
tanto del loro tempo per creare le migliori condizioni possibili affinché la squadra possa lavorare al meglio. Questo lavoro, che richiede spesso anche sacrifici, va dalla ricerca delle
risorse economiche che un campionato di Seconda Categoria richiede all’organizzazione delle partite casalinghe e dei
viaggi in trasferta sino a tutti quei dettagli che non stiamo qui
ovviamente a descrivere. Un ruolo fondamentale ce l’ha però
l’allenatore Luca Rugiu che tutti i giorni della settimana,
quindi non soltanto durante gli allenamenti del martedì e del
giovedì, è sempre in contatto con i ragazzi. Li sprona e li
motiva a dare il massimo, cerca nel limite del possibile di
farli giocare tutti e si impegna tantissimo per mantenere il
gruppo il più unito possibile. Per lui questa è la settima stagione consecutiva alla guida della squadra; quest’anno inoltre è seguito da un vice allenatore che è Maurizio Setzu e da
un preparatore atletico che è Mino Pilloni.
Qualcuno vi rimprovera che in prima squadra siano presenti pochi giocatori di Lunamatrona e tanti forestieri.
Non sono d’accordo con queste critiche perché, oltre al fatto
di avere diversi giovani titolari di Lunamatrona, la metà della rosa è composta proprio da giocatori del paese che si im-
pegnano con chi arriva da fuori per guadagnarsi il posto in
squadra. Vorrei inoltre sottolineare il fatto che, alcuni ragazzi di Lunamatrona, hanno deciso per loro iniziativa e con il
nostro supporto di allestire una squadra di calcio a 5 col fine
di poter giocare con maggiore continuità e, all’occorrenza in
quanto tesserati a tutti gli effetti con l’U.S. Lunamatrona,
essere disponibili per la prima squadra qualora l’allenatore
Luca Rugiu lo ritenga opportuno o ancora quando in prima
squadra capitino infortuni o squalifiche che, nell’arco di un
intero campionato, non sono certo eventi rari.
Una delle partite più sentite è quella con il Siddi, squadra favorita insieme al Lunamatrona per il salto di categoria. L’ultima partita del campionato vi vedrà proprio
di fronte in uno scontro diretto. Vorrebbe giocarsi la promozione all’ultima giornata contro i cugini siddesi?
Innanzitutto vorrei sottolineare il fatto che non ci sono soltanto il Lunamatrona ed il Siddi che ambiscono alla Prima
Categoria, entrambi infatti siamo in un girone composto da
squadre blasonate che hanno una grande storia calcistica come
il Villacidro, il Gonnosfanadiga o il Guspini per esempio.
Alcune di queste le abbiamo già affrontate e in quelle partite
si è potuto osservare che si tratta di compagini ben attrezzate
per fare il salto di categoria. Per tornare alla domanda sul
Siddi posso dire che noi, come società, non sentiamo alcuna
rivalità nei loro confronti, il match con quelli che lei chiama
“cugini” non lo percepiamo come un “derby”, ma rappresenta una normale partita come tutte le altre. Probabilmente è
vero che, anche nel recente passato, si sono alzati un po’ i
toni fra le due squadre, ma questo è avvenuto da parte di
persone esterne alle due società con i classici sfottò di rito
che è giusto ed anche bello che ci siano. Per concludere posso dire che sceglierei centomila volte non arrivare a giocarmi
la promozione all’ultima giornata, ma non perché dovremmo
giocarcela contro il Siddi, quanto perché preferirei che la
squadra continuasse con questi brillanti risultati in modo da
poter arrivare prima possibile a quello che è il nostro sogno
per quest’anno: andare in Prima Categoria e farlo dalla porta
principale da vincitori del campionato.
Simone Muscas
Villacidro. Triathlon nelle Hawai
Elisabetta Curridori undicesima al mondiale XTerra
C
apita spesso che le gare più sentite, quelle per quali si
pianifica un’intera stagione, l’obiettivo principale, per
una serie di fattori, si rivelino un totale fallimento. «Il lavoro
svolto durante tutta la stagione agonistica era finalizzato ai
Campionati Mondiali ITU di Triathlon Cross che si sono svolti
a Orosei lo scorso 26 settembre. Considerando i risultati ottenuti durante tutto l’anno, classificarsi tra le prime 10 atlete
assolute, sembrava poter essere alla mia portata. Purtroppo
però non è andata proprio come mi aspettavo. Non ho mai
messo in dubbio la mia preparazione, penso piuttosto che
abbiano influito negativamente la tensione, le troppe aspettative, la prima convocazione con la nazionale italiana e probabilmente anche la caduta dieci giorni prima della gara»,
racconta l’atleta villacidrese Elisabetta Curridori che, con
disappunto, chiude la sua esperienza ai Mondiali con un 14°
posto.
A distanza di un mese, il 1 Novembre a Maui, nelle isole
Hawaii, si corre la finale mondiale di triathlon cross targata
XTerra, per la quale Elisabetta Curridori si qualifica, nella
categoria professioniste, grazie al 4° posto ottenuto a Malta
e al 3° posto a Scanno, XTerra Italia.
La Curridori fa tesoro dell’esperienza passata e affronta la
nuova sfida spensierata, senza alcuna aspettativa.
«È molto difficile mantenere le distanze da quei pensieri che
vorrebbero indagare, fare pronostici, ma d’altra parte sapevo
che era l’unica soluzione per incanalare tutte le mie energie
esclusivamente nell’esecuzione di tutti quei gesti che ripeto
costantemente allenamento dopo allenamento».
A contendersi il titolo di campione del mondo
in uno degli scenari più ambiti, circa 800 atleti
provenienti da 43 nazioni. Alle 9 è fissata la
prima partenza riservata agli atleti elitè: 1.500mt
di nuoto nell’oceano, 32 km di mountain bike
e 10,5 km di trail running. «Considerate le condizioni del mare, onde in partenza e corrente,
era per me estremamente importante non sprecare troppo energie. La frazione di nuoto rappresenta soltanto 1/3 dell’intera gara, ma anche un piccolo errore nella gestione delle proprie forze può compromettere l’intero risultato».
Al termine della frazione di nuoto Elisabetta
Curridori è ottava, seguita dalla neozelandese
Elizabeth Orchard (concluderà in 5^ posizione) e la slovacca
Alena Stevens (15^). La frazione di mountainbike con 850metri di ascesa, dai campi di golf a quelli di ananas, decide la
classifica finale. La Curridori viene raggiunta e superata dalle specialiste Carina Wasle (6^), Renata Bucher (9^) e Susan
Sloan (10^).
La corsa non cambia le carte in tavola. Flora Duffy, dalle
Isole Bermuda, per tutte inarrivabile, si aggiudica il titolo di
Campionessa del Mondo XTerra. L’atleta villacidrese riesce
a limare qualche minuto rispetto alla Bucher e alla Sloan,
chiudendo in undicesima posizione a soli 2 minuti dalla top10.
Il Mondiale XTERRA a Maui è stato per Elisabetta Curridori
l’ultima gara di una stagione da incorniciare: «Sono positivamente sorpresa. Io stessa non mi aspettavo che in un unico
anno, dopo i tre di stop nell’esercito, potessi riprendere a
gareggiare ad alto livello. Ma i meriti vanno riconosciuti anche a chi mi ha sostenuto nel corso dell’intera stagione, a
partire dai miei genitori, il mio fidanzato Jim, la mia guida
Andrea Vadilonga, “Il Plantare” di Luca Floris e il tecnico
Sergio Sinzu che mi hanno rimessa a nuovo, “Ottica Trudu”
di Mimmo Trudu e il mio eccezionale team Villacidro Triathlon». (red.)
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1 dicembre 2015
San Gavino. Centro Sportivo Italiano
Nel Medio Campidano inizia
la nuova stagione agonistica
P
er i tremila tesserati del Centro Sportivo Italiano del Medio Campidano riprende l’attività della nuova stagione
sportiva 2015/2016. Un lavoro di squadra che da oltre 50 anni
unisce dirigenti e atleti delle associazioni sportive e culturali
della diocesi di Ales-Terralba. Educatori, allenatori, arbitri,
dirigenti e atleti saranno ancora una volta promotori dello
sport come momento di educazione, crescita, impegno e aggregazione sociale. «Lo sport del Csi – dichiara il presidente
del Comitato del Medio Campidano, Mario Farci – è un esempio per tutti, dove non si coltivano “oasi affaristiche”, come
in tanti altri sport oramai votati all’interesse economico, ma
si diffonde l’offerta di un’attività genuina sempre al centro
dell’interesse altrui». Dedicato alla recente scomparsa di Flavio Mocci e al compianto don Emilio Lixi, il campionato provinciale di calcio a 5 Open apre la stagione sportiva con la
partecipazione di ben 14 squadre, la formula a girone unico e
partite di andata e ritorno. I primi classificati della squadra
tecnica e della “Fair Play” parteciperanno alla fase regionale,
le altre quattro squadre invece formeranno un girone unico
per contendersi la “Coppa Primavera”. Confermati anche i campionati provinciali di
nuoto, ginnastica ritmica, corsa campestre,
corsa su pista e corsa su strada, che porteranno tanti giovani alle finali nazionali. La
società Valderoa di Villacidro darà un forte
segnale di integrazione, partecipando al
campionato con una squadra composta da
stranieri provenienti da paesi africani. Ma a
dare una scossa innovativa al comitato è la
creazione di un team tra le società sportive “1936 Monreale”, “Delfino Sport” di San Gavino, la Polisportiva Frontera
di Villacidro, la sezione sangavinese Avis e la neonata associazione “Insieme” di San Gavino, che hanno organizzato
“Matti di Calcio”, un vero e proprio campionato di calcio a 5
integrato per atleti disabili e consentire ai ragazzi con disabilità di giocare a pallone con i normodotati. In programma
anche i progetti “Sport e Integrazione … la Vittoria più Bella” da realizzare nella Casa Circondariale “Is Arenas” di Ar-
bus, per condividere con la popolazione carceraria un momento di fratellanza e integrazione, e “Stand up” rivolto ai
ragazzi della scuola media e realizzato insieme al Comitato
Csi di Cagliari. «Con lo sport – conclude Farci – scende in
campo anche la formazione per i tesserati, un obiettivo che
richiede competenze tecniche e associative e un cammino
educativo che il Comitato offre con vari servizi, dall’assistenza fiscale ai corsi di formazione per arbitri di calcio, giudici di ginnastica ritmica e per l’abilitazione all’utilizzo del
defibrillatore automatico esterno».
Marisa Putzolu
In questa rubrica ospitiamo foto e messaggi di auguri per compleanni, anniversari di matrimonio, riunioni
conviviali, nozze, nascite, battesimi, cresime, prime comunioni, lauree e ricorrenze varie da festeggiare.
Le foto a colori, accompagnate da un testo, possono essere inviate all’indirizzo e-mail [email protected]
PABILLONIS 20 NOVEMBRE 1965 - 2015
GUSPINI 5 DICEMBRE 2015
Auguri a
Silvana Grussu
e
Francesco Frau
A u g u r i
a
Ylenia Dessì
che il 5 dicembre compie
che hanno
festeggiato
3 anni
Mamma, Papà, Nonni e Diddini
785678
THIENE (VI) PABILLONIS 19 OTTOBRE 2015
le nozze d’oro
Sono trascorsi 50 anni; sono stati belli, tra giorni felici e giorni
critici, ma soprattutto sono stati pieni d’amore. Ci congratuliamo con
voi per il traguardo raggiunto con l’augurio che la serenità che vi ha
accompagnati finora sia sempre più grande. Auguri da parte dei figli e
le figlie, nipoti e parenti tutti.
Auguri
jklllll
a
Mic
hela VVaccar
accar
Michela
accaroo
Morbido, tenero, dolce, fragile fagottino,
ci hai conquistato!
Auguri da parte di papà Francesco e mamma Isa,
da Nicole ed Eleonora, dalla cugina Martina,
dai nonni zii e zie e parenti.
2 2 Ot t ob r e 2 0 15
Tamar
ala
amaraa P
Pala
Finalmente
il tuo sogno si è realizzato.
Auguroni!
Sei il nostro orgoglio più grande!
Papà, Mamma, Ile e Anto
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29
1 dicembre 2015
Amicizia: tra gioie e dolori
Una testimonianza degli amici per ricordare il profondo legame che li univa
Enrico Boi
La speranza non è desiderio di cose, ma intensa aspirazione
alla comunione. Amati per come si è, come persone, uniche
e irripetibili; così Enrico ha fatto sentire i propri amici che in
suo nome vogliono coltivare la solidarietà
Queste righe raccontano di un’amicizia semplice, quella tra
Enrico Boi e un gruppo di amici. Nulla di incredibile e singolare sembrerebbe. Un amico che se n’è andato via all’improvviso, lasciando un vuoto incolmabile. Oggi siamo tanti, anzi
tantissimi a piangere per lui. Ognuno coi suoi ricordi e col
suo dolore, ma tutti uniti attorno a lui, che con la sua semplicità disarmante ha saputo silenziosamente far emergere la sua
straordinarietà. Attento, sorridente, rispettoso, accogliente,
ma soprattutto presente per tutti. Un dono prezioso, un Amico che ha saputo riempire la vita di tutti noi, attraverso piccole azioni, gesti, parole che, come semi, hanno germogliato e
hanno riempito i nostri cuori. Di fronte al mistero della morte
le parole vengono a mancare, rimaniamo attoniti e sgomenti,
devastati da un dolore lacerante che squarcia il cuore e lo
annienta; nessuno di noi avrebbe mai pensato che lui, il nostro amico sempre presente, ci avrebbe lasciato ancora una
volta senza parole, nel suo stile inatteso e fulmineo. Mi piace
pensare che ciascuno di noi, dei suoi amici, sia come la tessera di un grande mosaico che trova ragion d’essere nella sua
Villacidro
Un saluto a Vincenza
Il sorriso di Vincenza era dolce come il miele. Lei, buona
come il pane, si preoccupava di tutti con amore: non stava a
casa a godersi la terza età, ma dava una mano in parrocchia,
accudiva la casa e pensava alla sua famiglia. Al suo adorato
marito, ai figli e ai nipoti non faceva mancare nulla. Cose
buone a tavola, coccole e affetto erano sempre presenti in
una vita che scorreva limpida come i fiumi della montagna.
Dietro quei due grandi occhi chiari e luminosi, c’era una donna
capace di guardare il futuro con il sorriso, la calma e l’amore,
senza mai arrendersi. Pronta ad accogliere con un abbraccio
il nuovo arrivato e a tendere la mano al prossimo, ha vissuto
meravigliosamente una vita splendida, circondata di cose belle
e importanti, arricchendo quella di chi è stato al suo fianco. Il
Signore, al quale lei ha sempre rivolto le sue preghiere, ad un
certo punto l’ha voluta al suo fianco e in una bellissima giornata di sole l’ha chiamata, l’ha presa con sé facendola volare
sopra un letto di nuvole per raggiungere il cielo azzurro. In
quel luogo perfetto, a fianco ai cari che aveva lasciato, a fianco
ai Santi e agli Angeli, sorridente come lo è sempre stata, ora
ci guarda e veglia su di noi. Guarda la sua famiglia proteggendola in un caldo abbraccio per darle la forza e il coraggio
di andare avanti sussurrandole: “Sarò sempre con voi”.
molteplicità e unitarietà e al stesso tempo rappresenta un unicum nel suo genere. Il mosaico, in questo caso, è la vita di
Enrico, le tessere siamo noi, le persone che hanno fatto parte
della sua vita. All’interno di questo mosaico c’è un minimo
comune denominatore: Amicizia e Condivisione, l’eredità che
Enrico ci ha lasciato e di cui solo oggi prendiamo coscienza.
Per tutti noi Enrico ha rappresentato qualcosa di diverso e
qui di seguito, come le tessere del mosaico, leggerete quel
che lui ha scolpito indelebilmente nei nostri cuori.
Ma chi era Enrico? Negli anni è stato l’accoglienza di tutti i
parenti e gli amici vicini e lontani. Lo trovavi sempre al posto giusto...all’uscita di chiesa, in processione, alle feste in
piazza...ti salutava con quel sorriso disarmante e pian piano
ti sentivi nuovamente a casa, perché capivi che le cose fondamentali non erano cambiate. Enri era il colore, anzi tanti
colori che ha sempre portato dentro il suo mitico zaino! Era
sempre pronto ad aprirlo per creare tonalità e sfumature diverse da condividere con tutti indistintamente. Il suo modo
di coinvolgere le persone lo ha sempre contraddistinto, e anche adesso che non ci sei più, tieni uniti tutti. Quando mi
ricordo di Enrico le parole che mi vengono in mente sono:
riservatezza, discrezione e rispetto. La prima è propria di chi
usa nei confronti di se stesso un rispetto particolare e sceglie
di non raccontarsi facilmente o del tutto; la seconda è essere
misurati nel trattare con gli altri, mentre la terza è un sentimento di riguardo nei confronti degli altri, della loro vita,
delle loro abitudini, ed è proprio di chi ha il prossimo in somma evidenza.
Impegno e passione ti hanno sempre contraddistinto e, quando c’era qualcosa da organizzare, ci mettevi tutto il tuo cuore. Ti ringrazio per il tuo sguardo illuminante, per la tua risata fragorosa, per il tuo saper ascoltare e consigliare e non
ultimo, per il tuo animo gentile. Grazie Enrico, grazie perché
ogni volta che ho cercato il tuo sguardo me lo hai sempre
rivolto, grazie perché ogni volta che mi hai visto smarrita mi
hai incoraggiata. Sono tante le tante eccellenze che hanno
contraddistinto la sua bella persona: nel sociale, nella cultu-
ra, nello sport, nel lavoro. Si potrebbero scrivere fiumi di
inchiostro … Ma di tutte, quella che più si impone, è la sua
vita virtuosa. Sì, perché davvero Enrico ha vissuto in pieno
le tre virtù teologali: fede, speranza e amore! La fede, in primis, dono trasmesso e nutrito attraverso la sua famiglia e poi
approfondita con gli studi e la formazione in Seminario; la
speranza vissuta con serenità in tutta la sua dimensione. Quanto più sperimentava la precarietà del suo tempo, tanto più si
poneva il problema del futuro. Non lo affrontava per conformismo o come una moda culturale o nel complesso della sua
problematicità, ma coglieva il tempo dell’evoluzione e della
sua dinamicità, trasformandolo in dimensione personale. Il
futuro era per lui spazio di libertà e di prospettiva, sorgente
di responsabilità e progettualità. La speranza per Enrico non
era desiderio di cose, ma intensa aspirazione alla comunione, senza limiti, con le persone amate. L’amore, infine, è stato disinteressato e lontano dalla ricerca di un qualunque bene
per sé. Un amore nutrito del rispetto totale dell’uomo; amati
per come si è, come persone, uniche e irripetibili; così Enrico ha fatto sentire i propri amici! Ha alimentato l’amicizia
con l’immancabile sorriso, nutrendola con la comunicazione, eliminando le disparità, ricercando con delicatezza l’armonia e incoraggiando tutti nelle difficoltà. Mancheranno
da morire le sue chiacchierate sul mondo radiofonico e sul
calcio, lo scambio di vedute sulla nostra amata Villanovafranca.
Per tutti noi è stato un onore conoscerti ed esserti stati amici.
Manchi troppo Enrico, ma allo stesso tempo ci sei ancora più
di prima; ci sorridi, ci dai coraggio, e con quel tuo sguardo
sincero e coi tuoi occhioni azzurri ci sei ora più che mai, e
anche oltre l’invisibile, in quella dimensione che i nostri occhi non possono ancora cogliere, ci sarai sempre. Ogni volta
che vedremo il mare e le stelle brillare sarai con noi, nelle
mille difficoltà che incontreremo nella vita ti chiediamo di
aiutarci a trovare la forza, la calma, la pazienza e la saggezza
che ti ha contraddistinto. Grazie di cuore amico. Hola!
I tuoi amici
Pabillonis
Deceduta la centenaria Giuseppina Atzeni
Lunedì 16 novembre è deceduta, , a pochi giorni
dal suo 101° compleanno, Giuseppina Atzeni, la centenaria del paese. La nonnina aveva festeggiato l’anno scorso il secolo di vita attorniata dai parenti e da
tanti compaesani. Anche la giunta comunale, con
Riccardo Sanna e il presidente del consiglio Simonetta Mamusa, aveva partecipato all’importante avvenimento donando a tzia Peppina una targa ricordo.
Giuseppina Atzeni, nata a Sardara, di famiglia benestante, si era trasferita in paese dopo il matrimonio con Giuseppe Cossu che di professione faceva il
muratore. S’incontrarono durante la festa di San Giovanni che a Pabillonis si festeggia il 29 agosto.«Fu
amore a prima vista» ha sempre raccontato la nonnina. Dall’unione nacquero 4 figli. Rimasta vedova
nel 1965, toccò a lei mandare avanti la famiglia alternando il lavoro di casalinga con la passione verso
il ricamo e la tessitura di arazzi che aveva praticato fino a pochi anni fa.
La centenaria abitava con la figlia Gianna ed è stata assistita fino all’ultimo dalla la colf Denise Frau.
Dario Frau
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