Crowdfunding in Italia: la mappa aggiornata
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Crowdfunding in Italia: la mappa aggiornata
CROWDFUNDING IN ITALIA: LA MAPPA AGGIORNATA In anteprima la mappa aggiornata del Crowdfunding in Italia: focus sui vantaggi del finanziamento dal basso. Daniela Castrataro Ivana Pais 14 Maggio, 2014 - nòva24 Il mercato italiano del crowdfunding si conferma, ancora una volta, in crescita furiosa più che veloce. Il numero di piattaforme continua a salire senza sosta, a fronte di un capitale totale raccolto che – in comparazione – cresce molto più lentamente, arrivando a raggiungere i 30 milioni di euro. Questo, in estrema sintesi, il panorama che emerge dall’aggiornamento semestrale della mappatura della piattaforme di crowdfunding in Italia. Dalle 41 piattaforme contate lo scorso novembre, siamo passati a 54 in soli sei mesi. Se pensiamo che sei delle piattaforme incluse nel conteggio scorso sono ora inattive o hanno chiuso l’attività, sono oltre 15 le piattaforme nate o lanciate nell’ultimo semestre. Tra i 54 portali rilevati, 41 sono attivi, mentre i restanti sono in via di lancio. Si tratta, in prevalenza, di portali di equity-based crowdfunding, ovvia conseguenza del relativo regolamento Consob entrato in vigore la scorsa estate. Tra quelle attive, 19 appartengono al modello reward-based, 7 al donation-based, 2 al lending-based e 2 all’equity-based. Ci sono poi 11 piattaforme ibride, prevalentemente reward e donation. Dai dati raccolti dalle 46 piattaforme che hanno risposto al nostro questionario emerge che i progetti ricevuti dai portali dal momento del loro lancio sono in totale 48.357, di cui il 79% dalle piattaforme lending-based, il 21% dalle piattaforme di reward e donation e solo lo 0.3% dalle nuove piattaforme di equity. L’80% delle piattaforme effettua una selezione dei progetti da pubblicare. Quelli approvati/pubblicati sono 12.809 (26% del totale): il 59% sono lending-based, il 41% reward e donation. A oggi, sono stati pubblicati quattro progetti di equity, di cui solo uno ha concluso la raccolta, con esito positivo. La progettualità si conferma quindi abbastanza limitata, a fronte dell’alto numero di piattaforme. Il valore complessivo dei progetti finanziati attraverso le piattaforme intervistate è pari a poco più di 30 milioni di euro, con una crescita di 7 milioni rispetto alla rilevazione di ottobre 2013, a cui concorrono in misura predominante le piattaforme lending-based (77%). Essendo ancora insignificante il totale raccolto dall’equity, il donation e il reward continuano a dividersi il resto. I progetti finanziati sono prevalentemente sociali (63%) seguiti a distanza da quelli creativi (23%), mentre i progetti imprenditoriali rappresentano solo il 14% del totale. Tra le tendenze del mercato si conferma la crescita di piattaforme ibride, piattaforme settoriali e Do It Yourself Crowdfunding. Il numero di piattaforme che offre varie possibilità ai progettisti sta infatti crescendo velocemente e la combinazione più frequente è tra donation e reward. Inoltre, la maggiorparte dei portali avviati o lanciati negli ultimi sei mesi sono settoriali o “di nicchia”. Confermato anche l’interesse per il Do It Yourself: anche nello scorso semestre abbiamo assistito al lancio di alcuni grandi progetti “fai da te”, come Festival Internazionale del Giornalismo, 100giornix100orti di Slow Food e Un Passo per San Luca. Uno dei protagonisti dello scorso semestre è stato certamente l’equity crowdfunding. Negli ultimi mesi sono infatti stati avviati i primi portali e lanciati i primi progetti. A prescindere dall’esito, il modello si sta sviluppando più lentamente di quello che ci si potesse aspettare. Si ripete inoltre la corsa alla creazione di piattaforme che il mercato italiano sembra sperimentare per tutti i modelli (a eccezione del social lending): al momento ci sono solo quattro piattaforme equity inserite nel registro Consob ma abbiamo individuato un’altra decina di portali in attesa di approvazione. Anche in questo modello si rischia quindi una frammentazione tra operatori, a fronte di un pubblico di investitori che probabilmente ha ancora bisogno di educazione in questo campo e un bacino potenziale di aziende al momento ancora limitato (meno di 2000 startup innovative). CROWDFUNDING IN ITALIA Teresa Barone - 15 maggio 2014 – PMI.it In Italia il valore dei progetti finanziati supera i 30 milioni di euro, raccolti attraverso le attuali 54 piattaforme di Crowdfunding. Di queste, 13 sono in fase di lancio ma ben 41sono già attive: 19 con modello reward-based (finanziare un progetto ricevendo premio o ricompensa non in denaro), 7 donation-based (donazioni senza premi), 2 lending-based (prestiti con pagamento di interessi), 2 equity based, iscritte al Registro Consob (investendo, si acquista una partecipazione in una start-up), 11 ibride. In Italia hanno particolare successo le piattaforme lending-based, che propongono raccolta fondi basata su microprestiti tra privati a tassi agevolati. Inoltre, il nostro Paese è all’avanguardia nell’equity-based Crowdfunding, il primo in Europa con un Regolamento Consob. CULTURA DEL CROWDFUNDING La criticità da superare? L’ancora scarsa cultura sul Crowdfunding in Italia, tanto a livello di investitori quanto di imprese e professionisti con un progetto da farsi finanziare. CROWDFUNDING, SITI E ISTRUZIONI PER L’USO Alfredo Bucciante - 12 maggio 2014 – PMI.it Dieci siti per avviare una campagna di crowdfunding: dai progetti italiani ai servizi internazionali, come funzionano e quali sono le loro principali caratteristiche. Crowdfunding Internet è oggi sinonimo di comunicazione, con la possibilità di mettere in mostra i propri progetti di business, sfruttando il Web per trovare i finanziamenti per realizzarli. Come? Attraverso i portali di crowdfunding, frequentare i quali è un’ottima occasione, dal punto di vista imprenditoriale, per scoprire nuove relazioni ed entrare in contatto con partner e investitori. IN ITALIA StarsUp è il primo progetto in Italia ad essere autorizzato a svolgere attività di equity crowdfunding: raccolta di capitale di rischio per finanziare start-up innovative. Il sito mette a disposizione due aree: Pubblicare un progetto e Investire in un progetto. Per entrambe si viene guidati passo dopo passo nella registrazione. Eppela è la più nota piattaforma italiana di crowdfunding, rivolta ai creativi. Si comincia andando su Invia un progetto e da lì si viene indirizzati su una procedura per definire quel che si intende realizzare, con importo richiesto e durata. Il sito offre anche consulenza per presentare meglio i progetti e le ricompense per i sostenitori. Attività che prosegue anche durante la fase di promozione una volta partita la raccolta fondi. Le categorie dei progetti: Art & Entertainment, Lifestye & Technology, Social Innovation. Starteed è un progetto italiano con meccanismo simile a quelli internazionali, introducendo però concetti nuovi come lo scout e l’influencer: per incentivare la partecipazione è previsto per i maggiori promotori un guadagno in base alle vendite. Dopo essersi registrati, bisogna andare su Crea un nuovo progetto e da lì consente di definirlo in tutte le sue caratteristiche e peculiarità. Inoltre, si offre una soluzione personalizzabile per realizzare il proprio sito di crowdfunding, disponibile in tre piani con diverse caratteristiche e funzionalità. Kapipal offre una piattaforma di raccolta fondi senza il vincolo di presentare un progetto da realizzare, basta solo fissare una scadenza. Niente commissioni per l’intermediazione. Chi avvia una raccolta può seguirla attraverso un pannello di controllo. Produzioni Dal Basso intermedia tra chi propone un progetto e gli eventuali donatori, con una politica di trasparenza non invasiva. Anche qui non sono previste commissioni e l’eventualità di prevedere premi per i donatori è facoltativa. Le quote di chi effettua donazioni vengono prenotate, il donatore si impegna a versarle una volta raggiunto lo scopo prefissato da chi propone il progetto. Commoon ha come filo conduttore il non profit, ospitando progetti orientati alla sostenibilità e al sociale. Oltre a la piattaforma tecnica per realizzare le proprie idee, propone consulenza nella fase di definizione del progetto. PANORAMA INTERNAZIONALE Kickstarter è un riferimento mondiale nel campo, ma riservato a cittadini di USA, Canada e Regno Unito. Si può comunque puntare sull’aspetto esplorativo, e trovare un gran numero di progetti da finanziare in vari campi della creatività. Una procedura guidata porta alla creazione del progetto. Il meccanismo prevede il trasferimento dei fondi solo una volta raggiunto l’obiettivo fissato da chi chiede il finanziamento, secondo il modello “all or nothing” (commissione 5% a Kickstarter su quanto raccolto). IndieGoGo mette in relazione creativi e potenziali finanziatori. Per esplorare le aree d’azione bisogna andare su browse: da lì si aprono tre menu (creative, cause, entrepreneurial) ciascuno con molte voci. È anche possibile la ricerca per città. Nel menu principale ne sono proposte una decina, ma se ne possono inserire altre dalla pagina di ricerca. Per avviare un nuovo progetto bisogna registrarsi, seguendo la procedura guidata. È possibile prevedere premi, non puramente in denaro, per retribuire i donatori a seconda del loro impegno. La consegna del finanziamento – una volta raggiunto il totale previsto – prevede commissione iniziale del 9% ma con restituzione del 5%, per un totale del 4%. Il servizio funziona in tutti i paesi a condizione di possedere un conto in banca funzionante. GoFundMe, oltre a finanziare i progetti permette anche solo di effettuare semplici donazioni, senza quel vincolo di tempo e di scopo che caratterizza gli altri servizi. Dopo essersi registrati si viene indirizzati sul tipo di raccolta da avviare, da lì meccanismo è analogo a quello degli altri siti. Nel caso si opti per i progetti c’è anche la possibilità di stabilire regali simbolici per i donatori, a seconda del contributo. Su ogni donazione si trattiene il 5% più costi di transazione. Il sito non prevede il raggiungimento dell’obiettivo per il trasferimento dei fondi. RocketHub offre una piattaforma per le transazioni sui progetti da finanziare. Basta registrarsi su Launch Your Project e seguire le indicazioni per creare la pagina del progetto (titolo, categoria, sottocategorie…). Il modello di finanziamento opera senza principio all or nothing, ma con commissione del 4% se si raggiunge l’obiettivo, dell’8% se non ci si riesce. In ogni caso, c’è anche una commissione fissa del 4% per le transazioni con carta di credito Equity Crowdfunding per start-up innovative Guida alla normativa italiana sull'Equity-based Crowdfunding per finanziare le start-up innovative: focus sul Regolamento Consob e FAQ sulle nuove direttive. Alessia Valentini - 26 novembre 2013 – PMI.it Equity Crowdfunding Il sistema di finanziamento di tipo collaborativo Crowdfunding permette di sostenere persone e imprese start-up mediante sovvenzioni private, anche di modesta entità, gestite in modo trasparente e condiviso, utilizzando siti Internet (piattaforme o portali) e ricevendo talvolta in cambio una ricompensa. È dunque un processo di finanziamento dal basso, che impegna organizzazioni e risorse nella realizzazione di progetti di business, di vendita di prodotti e servizi (Reward Crowdfunding) o di altra natura (Lending, Donation…). A livello mondiale il giro d’affari 2012 è stato di 2,8 miliardi di dollari, a riprova delle sue potenzialità come volano di sviluppo. L’Italia si è dotata di una normativa sul Crowdfunding di tipo Equity (finanziamento per l’avvio di una start-up innovativa) unica nel suo genere, che le offre un vantaggio competitivo importante persino rispetto agli USA, che approverà l’equivalente Jobs Act. EQUITY CROWDFUNDING Si parla di Equity Crowdfunding quando, tramite l’investimento online, si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società: in tal caso, la “ricompensa” è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che ne derivano. È comunque possibile distinguere altri modelli di Crowdfunding, a seconda del tipo di rapporto che si instaura tra il soggetto che finanzia e quello che ha richiesto il finanziamento. L’Italia è il primo paese europeo a dotarsi di una normativa che disciplina l’Equity Crowdfunding, per quanto gli addetti ai lavori abbiano evidenziato perplessità in merito ad alcune limitazioni della normativa, che si auspica possano essere superate a breve. Il tessuto produttivo italiano è costituito essenzialmente da PMI che spesso incontrano difficoltà ad ottenere finanziamenti dalle banche. Difficoltà ancora maggiori le riscontrano le imprese neo-costituite. Di queste, quelle che rientrano nella definizione di Start-up innovativa possono fruire di diverse agevolazioni compreso il finanziamento online tramite piattaforme e siti di Equity Crowdfunding. REGOLAMENTO CONSOB A chiarire regole e requisiti sono il Decreto Crescita bis (decreto n. 179/2012 convertito nella legge 221/2012) e il Regolamento della Consob, a cui è stato affidato il compito di disciplinare specifici aspetti del fenomeno per creare un “ambiente” che ispiri fiducia negli investitori tramite regole chiare e modalità di finanziamento via internet standardizzate. Sono stabiliti i requisiti per i gestori dei portali di equity crowdfunding e gli obblighi connessi a tale attività, fra cui la registrazione presso apposito registro, la trasparenza sulle offerte in corso per comprendere bene la natura dell’investimento, gli strumenti finanziari offerti dalle start-up (quote o azioni rappresentative del capitale sociale…) e soprattutto i rischi connessi all’operazione di finanziamento. Il gestore, al termine della raccolta degli ordini di acquisto, li trasmette ad un intermediario finanziario autorizzato. Al di sotto delle soglie di 500 euro per singolo investimento e 1.000 euro annui per le persone fisiche e di 5.000 euro per investimento e 10.000 euro annui per le persone giuridiche, non verrà applicata la direttiva Mifid. In caso di cambio del controllo della società qualsiasi investitore, tranne quelli professionali, ha diritto di recesso entro 7 giorni dall’invio dell’ordine e può vendere le proprie partecipazioni. Uno dei due punti controversi del regolamento è l’obbligo di far sottoscrivere per le start-up almeno il 5% degli strumenti finanziari offerti ad investitori professionali, comprese fondazioni bancarie ed incubatori certificati di start-up innovative. L’altro è la mancata estensione di questa formula di finanziamento alle aziende diverse dalle Start-up Innovative, che in Italia sono una minoranza del totale.