Storie di calciomercato – Lo sfogo di Fabrizio Felice: “Castellanzese

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Storie di calciomercato – Lo sfogo di Fabrizio Felice: “Castellanzese
Storie di calciomercato – Lo sfogo di Fabrizio Felice:
“Castellanzese, una desolazione, Tradate la mia famiglia”
Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano: la citazione rimanda direttamente al
successo neomelodico di Antonello Venditti, ma questa stessa citazione è ciò che per diversi giorni è
capeggiato sul profilo Facebook di Fabrizio Felice, attaccante 30enne, fino a poche settimane fa in maglia
neroverde, quella della Castellanzese, e che, come nella più bella delle favole, è tornato a sposare la causa
biancoblù firmata Tradate.
E proprio a Tradate gli anni vissuti erano stati cinque, conditi da ben 100 gol ed una miriade di successi,
ultimo la promozione in Eccellenza conquistata la scorsa stagione senza nemmeno passare dai playoff.
Un’estate di corteggiamento serrato aveva, però, fatto si che Fabrizio cedesse alla corte della corazzata
del presidente Affetti.
Si trattava non solo di lasciare un gruppo ormai considerato una “famiglia”, ma anche di restare in
promozione, categoria che lo aveva incoronato re indiscusso del 2014/15, visti i suoi 29 centri, con i quali
aveva trascinato Tradate là dove nessuno avrebbe mai immaginato; non a caso era stato proprio il bomber
varesino ad aggiudicarsi il premio Varese Sport lo scorso 4 maggio. Ma la tentazione di provare nuovi
stimoli, di vivere un nuovo ambiente, di confrontarsi con altre realtà, era stata troppo forte, e Felice alla
proposta della Castellanzese aveva detto sì. Un progetto importante in cui credere e buttarsi a capofitto,
ma le cose, fin da subito, hanno preso una brutta piega.
Un inizio da spettatore causa bronchite, una lussazione alla spalla in seguito, una forma fisica che ha subìto
una frenata ma che poi, una volta ottenuta al 100%, non è bastata né a livello personale né a livello di
collettivo. E così se in coppa arrivano i quarti di finale (grazie anche ai gol di Fabrizio Felice), in campionato
la squadra non decolla e chiude il girone d’andata in 4° posizione a 23 punti, ben 13 in meno della capolista
Busto 81.
Ed ecco la decisione irrevocabile della dirigenza che, senza troppi giri di parole, ha optato per l’esclusione
del centravanti. “Ero al campo, il ds Palazzi mi ha chiamato da parte e mi ha comunicato che non
rientravo più nel progetto Castellanzese – commenta Felice – e che quindi per me non c’era più posto lì.
Non discuto la decisione, ci sono stati una serie di fattori che hanno fatto sì che le cose non andassero come
avremmo tutti auspicato, discuto i modi, visto che a parte Palazzi, nessuno tra direttore generale (Asmini) e
presidente (Affetti) si sia degnato di mandarmi un messaggio anche solo per ringraziarmi e salutarmi”. Ma
andando nel dettaglio, cosa non ha funzionato? “Tra me e il tecnico non è mai nato un buon feeling, ma più
che altro perché lui si ostina a giocare con il 4-3-3, un modulo che onestamente non mi appartiene, ma al
di là di questo, penso sia un ambiente difficile: sono bravi a esaltarti se vinci, tanto quando a denigrarti se
perdi”. “Il fatto che potessero tagliarmi lo avevo preso in considerazione – continua Felice – anche perché
nelle ultime due partite mi avevano tenuto fuori, a ciò aggiungo un discorso economico, penso gli abbia fatto
comodo anche da questo punto di vista, il come lo abbiano fatto, però, lo discuto e lo trovo squallido”.
Ora c’è solo “casa Tradate”, quella famiglia biancoblù che per anni ha coccolato il suo capocannoniere e
che ora lo riaccoglie a braccia aperte: “Torno veramente a casa, torno in un ambiente sano e tranquillo
dove posso finalmente giocare a calcio, ritrovo mister Raza, ritrovo tanti amici ed un ds (Amato ndr) per cui
nutro stima e rispetto, riprendo la squadra dove l’avevo lasciata e vado finalmente a giocarmi
l’eccellenza”. “Ora sta a me: non sarà facile questo girone di ritorno ma voglio dare una grossa mano ai
miei compagni, qui mi vogliono bene davvero, il minimo che possa fare e ripagarli a suon di gol e dando
tutto me stesso”, conclude infine l’attaccante.
Tutto questo a testimonianza, proprio come canta Venditti, che “certi amori non finiscono, fanno dei giri
immensi e poi ritornano, amori indivisibili, indissolubili, inseparabili…”. La storia d’amore tra Fabrizio
Felice e il Tradate continua.
Mariella Lamonica