DEPLIANT MUSEO africa - Museo d`Arte Cinese ed Etnografico
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DEPLIANT MUSEO africa - Museo d`Arte Cinese ed Etnografico
Un libro sull’Arte Africana Sommario PRESENTAZIONE PREMESSA p. 8 Un libro sull’Arte Africana scritto e presentato da africani. Clémentine Madya Faïk Nzuji ci fornisce in quest’opera la chiave di lettura interpretativa dell’arte africana, collocandola nel contesto delle culture che l’hanno prodotta (dalla prefazione di Jean-Leonard Touadi). p. 11 I. LUOGHI DI MANIFESTAZIONE DELL’ARTE SACRA p. 21 Alle origini del mito p. 22 Gli esseri di collegamento L’Uno primordiale, il sacro p. 26 p. 27 La parola primordiale Ed egli si allontanò per davvero p. 32 p. 34 Gli esseri spirituali Mani ancestrali Spiriti itineranti Geni dei luoghi Fantasmi e spiriti erranti p. 36 p. 39 p. 41 p. 43 p. 44 Gli uomini del sacro Indovini Manipolatori di energie sacre Persone segnate dalla nascita p. 45 p. 46 p. 49 p. 50 I simboli del sacro Il corpo sacralizzato p. 56 p. 58 II. FONTI E SUGGERIMENTI BIBLIOGRAFICI p. 71 Per acquisti rivolgersi a: Libreria dei popoli Via Piamarta, 9 - 25121 BRESCIA Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781 E-mail: [email protected] www.saveriani.bs.it Visita il sito del Museo: www.museocineseparma.org U n libro sull’Arte Africana scritto e presentato da africani. Clémentine Madya Faïk Nzuji ci fornisce in quest’opera la chiave di lettura interpretativa dell’arte africana, collocandola nel contesto delle culture che l’hanno prodotta (dalla prefazione di Jean-Leonard Touadi). Male assoluto L E F O N T I D E L S A C R O N E L L ’ A R T E A F R I C A N A S C H E D A SC H ED A 12 Male assoluto 12 L E F O N T I D E L S A C R O N E L L ’ A R T E A F R I C A N A Nelle religioni africane tradizionali, Dio è presentato nei suoi vari aspetti con segni grafici. Alcuni di questi segni rappresentano anche il sacro, nel senso inteso in questo studio. Questi simboli, numerosi ed usati frequentemente sugli oggetti rituali, possono avere, in funzione del contesto in cui appaiono, anche significati diversi da quelli qui sotto presentati. Questa statuetta, katanda ka mbazi, “stuoia” – corpo piatto, coperto di fori e con monconi di braccia alzati – fa parte degli oggetti importanti custoditi in due sacche adibite a contenitori di oggetti iniziatici. Fu ricevuta dal mwami Mukuni Asumani del villaggio Kankola, raggruppamento dei Babene, zona Pangi. La sua presenza nel rito d’iniziazione della donna, ha lo scopo di ricordare alle donne il loro dovere e la loro responsabilità e anche le gravi conseguenze derivanti da una loro cattiva condotta, secondo il detto: “L’adulterio della donna getta tutta la famiglia nel caos”. Statuetta katanga Lega. Kivu. Repubblica Democratica del Congo. Le.1431 Statuetta katanga. Legno, colore nero, caolino. H 34.7 cm SCHEDE DIDATTICHE Katanda ka mbazi simboleggia il male assoluto provocato da quella colpa. Per estensione è simbolo di ogni colpa morale capace di minacciare gravemente l’equilibrio sociale e la coesione del gruppo: “Le sottovesti della donna possono uccidere tutta la parentela”. La responsabilità della donna su questo punto è ricordata da proverbi pronunciati durante il rito dell’iniziazione: “La donna è il paese”. 1. Fondamento, origine 2. Fondamento, radicamento 3. Contatto con i geni 4. Legami mistici con gli antenati 5. Potenza e autorità degli antenati 6. Relazioni umane 7. Regalità sacra 8. Istituzioni sacre: il bwami dei Lega 9. Discernimento, compimento 10. Saggezza, catena di trasmissione 11. Potere iniziatico 12. Male assoluto 13. Castigo, punizione 14. Frivolezza, incoscienza Note 15. Legami originari, interdipendenza 16. Potere, protezione 17. Chiaroveggenza, trasmissione a: 18. Trasmissione segreta 19. Maternità 20. Potere femminile 21. Pienezza, compimento 22. Spiriti ancestrali Le. 1431 23. Offerte rituali, potenza 24. Salute, malattia FONTI 25. Antenati, primato 26. Istituzione sacra, il lyangombe 27. Comunione con gli antenati 28. Comunione con gli antenati, protezione dei bambini 29. Stregoneria, lotta contro la morte 30. Contatto col cosmo, rinvigorimento Le. 1431 P resso i Lega, il matrimonio, e in particolare il fatto di mettere al mondo dei bambini, dà alla donna uno statuto particolare, carico di stima e prestigio sociale. Alla stessa maniera del bwali (l’iniziazione pubertaria e obbligatoria del giovane), e del bwami (iniziazione volontaria di adulti uomini e donne), N ei Cataloghi dei musei di arte africana, gli oggetti etnografici sono presentati, prevalentemente, per il loro aspetto formale ed estetico, a scapito della funzione che essi svolgevano nell’ambiente che li produceva. Pur senza sminuirne il valore estetico, questo libro si propone di collocare queste creazioni artistiche nel contesto naturale nel quale furono prodotte, contesto essenzialmente socioreligioso. L o scopo di questo studio è quello di guidare tutti coloro che sono desiderosi di scoprire l’arte africana e di comprenderla. I l libro si compone di due parti: • uno studio di 72 pagine sull’origine sacrale degli oggetti dell’arte africana, che risponde ad una domanda di senso: BIEBUYCK D.P., Éthique et beauté lega au coeur de l’Afrique, p. 121. MUSÉE ROYAL D’AFRIQUE CENTRALE, Musée de Tervuren, Trésors d’Afrique, p. 379. l’ibuta, la maternità, è uno dei grandi valori per i Lega. Da una donna elevata al livello di madre, ci si aspetta una condotta irreprensibile, e quindi una fedeltà assoluta al marito. Ogni colpa sessuale è considerata causa di turbamento nella famiglia. Le conseguenze possono essere fatali per l’ordine sociale [➝ Schede 13, 14]. hed i sc o d io tr mp nte/re e s E fro questi oggetti come sono stati pensati nel loro ambiente naturale? Perché sono stati fatti? Chi ha dato loro un significato e quale è? • 30 schede didattiche, che presentano, ciascuna, a partire da un tema, un oggetto od una categoria di oggetti, dei quali si presenta il contesto d’uso e la funzione che svolgono nelle società e culture di origine. I l testo è riccamente illustrato: • con oltre cento oggetti che provengono dalla collezione di arte centroafricana del Museo d’Arte Cinese ed Etnografico dei Missionari Saveriani di Parma; • con fotografie etnografiche che mostrano gli oggetti nel loro ambiente naturale di produzione e uso; • con splendidi testi poetici che danno un’idea veridica del contesto di origine degli oggetti; • con numerosi simboli grafici, che si trovano riprodotti, sugli oggetti come sul corpo umano, a testimonianza della origine sacra degli oggetti di arte africana. S critto da Clémentine M. Faïk-Nzuji, nata nella Repubblica Democratica del Congo, insegnante all’Università Cattolica di Louvain in Belgio e tra i massimi esperti mondiali di linguistica bantu, di semantica delle letterature orali, di simbologia, di tatuaggi e scarificazioni nelle società africane. P resentazione di Jean-Leonard Touadi, nativo della Repubblica Democratica del Congo, Laurea in Filosofia e Master in Giornalismo e Comunicazioni di massa, Assessore del Comune di Roma alle politiche Giovani e Università.