salus per aquam - Archivio di Stato di Bologna
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salus per aquam - Archivio di Stato di Bologna
G i o r n a t e E u r o p e e d e l P a t r i m o n i o 2013 Archivio di Stato di Bologna SALUS PER AQUAM Porretta e i Bagni nelle mappe e nei documenti dell’Archivio di Stato mostra a cura di Francesca Boris, Diana Tura e Renzo Zagnoni in collaborazione col Gruppo di Studi Alta Valle del Reno Sala Cencetti, Archivio di Stato di Bologna Piazza de’ Celestini, 4 sabato 28 settembre: 9.30-12.30 e 16.30-18.30 domenica 29 settembre: 15.00-18.00 La mostra riaprirà durante la Festa della Storia nei giorni di sabato 19 e 26 ottobre dalle 9.30 alle 12.30, mentre sarà visitabile solo su prenotazione da lunedì 21 a venerdì 25 ottobre dalle 9.30 alle 12.30 ingresso gratuito info: 051 223891 / 239590 www.archiviodistatobologna.it I Ranuzzi e la contea della Porretta Al di là della scoperta del primo santuario fontile delle terme porrettane, attestata dal ritrovamento di un mascherone di leone da cui sgorgava la sorgente omonima e di una mano votiva in bronzo, la prima diretta informazione relativa ai bagni della Porretta risale all’anno 1205 ed è contenuta nel “Registro Grosso” del Comune di Bologna: il giuramento degli uomini di Succida venne infatti tenuto “nella selva di Madognana che si trova al di sopra dei bagni della Porretta”, come recita il documento. La fama della virtù terapeutica delle terme trae invece origine dalla leggenda di un bue guarito dopo aver bevuto le acque sorgive. La prima espansione edilizia al di là della zona delle fonti e dei bagni è databile al secolo XIV. Il primo centro abitato sorse infatti fra Tre e Quattrocento e fin da questo primo periodo mostrò le sue fondamentali vocazioni di luogo dei bagni termali, ma anche di maggior centro commerciale e produttivo della montagna bolognese verso Pistoia, in relazione in particolare alle tele di canapa, prodotte in loco e smerciate nei mercati del sabato soprattutto verso la vicinissima Toscana. Proprio a questo sviluppo si deve sia la costruzione della prima chiesa nel terzo decennio del Quattrocento, sia l’erezione della Porretta in contea, fondata da papa Niccolò V nel 1447. Il primo conte fu il ricco mercante bolognese Niccolò Sanuti, che però non ebbe figli maschi, e per questo nel 1482 la carica fu assegnata ad Angelo della famiglia bolognese dei Ranuzzi, che la conservò fino al 1797, anno dell’abolizione dei feudi conseguente all’invasione napoleonica. All’affermazione del potere comitale nel corso del Cinquecento è da collegare anche l’autonomia parrocchiale, concessa dal cardinale arcivescovo Gabriele Paleotti nel 1585. La storia dei bagni è dunque strettamente legata alla famiglia Ranuzzi, che risiedeva in città e governava il feudo porrettano per mezzo di un commissario, dalla metà del Settecento in poi detto governatore. I Ranuzzi non ebbero mai un vero palazzo nel loro feudo, anche se in ripetute occasioni tentarono di costruirne uno. Furono loro che fra il 1690 ed il 1696 promossero e finanziarono la ricostruzione della chiesa parrocchiale, di cui ottennero per questo il diritto di patronato. Il periodo di maggiore splendore del feudo porrettano è sicuramente la seconda metà del Settecento, quando il conte Gerolamo II rinnovò i bagni e tentò un loro lancio a livello italiano ed europeo, costruendo il primo vero teatro nella piazza Maggiore o degli Arrighi, fondando l’accademia dei Nemofili e promuovendo l’estrazione del sale dalla sorgente termale del Leone, un prodotto che veniva impiegato sia nella farmacopea, sia nella fusione dei metalli. Il conte commissionò anche la prima vera analisi chimica delle acque termali e la pubblicazione del volume Delle terme porrettane, realizzato a cura del bolognese Ferdinando Bassi. La causa sui confini della contea e la celebrazione del potere attraverso le immagini L’archivio della famiglia Ranuzzi, depositato presso l’Archivio di Stato nel 1948, conserva un ricchissimo materiale cartografico relativo a Porretta, feudo della famiglia dalla seconda metà del Quattrocento. Questa abbondanza di mappe, tracciate generalmente da periti incaricati sia dalla famiglia che da autorità bolognesi, è dovuta soprattutto alla causa che per secoli coinvolse i Ranuzzi e il Senato cittadino. La causa riguardava i confini della contea, come si percepisce dalle grandi circonferenze che campeggiano sui disegni del feudo. Infatti nella bolla di istituzione della contea rilasciata da papa Niccolò V nel 1447 si parlava di confini alla distanza di un miglio circumcirca da Porretta, senza specificare se si trattava del raggio o della circonferenza, quale fosse il centro da cui partire (se dalla piazza principale o dalle sorgenti) e se il calcolo dovesse essere eseguito in linea d’aria o sul terreno. Il dibattito sulla questione, documentato da molti volumi e fascicoli all’interno delle buste dell’archivio Ranuzzi, inizia nella seconda metà del Cinquecento e termina nel 1724 con la sostanziale vittoria del conte Vincenzo Ferdinando Ranuzzi Cospi e la decisione di identificare i confini sulla base della misurazione del raggio. Tra i tanti documenti sulla causa, si presenta qui una scelta delle numerose raccolte di memorie riguardanti le successive tappe processuali attraverso i secoli: elenchi di atti notarili, privilegi papali, decreti del Senato, relazioni di periti, spesso corredate da piante e disegni. Perciò anche la documentazione dell’archivio relativo alla causa contribuisce nel tempo a formare l’immagine del territorio porrettano. La controversia tra la famiglia e il Senato implicava anche l’interesse del potere cittadino a collegare Bologna con i confini dello stato toscano, attraverso il prolungamento della “strada di Saragozza”. È infatti nell’archivio dell’Assunteria di Confini che fu conservata la grande topografia consegnata nel 1720 dal perito Casoli e che è oggi uno dei documenti più affascinanti del territorio nei primi decenni del Settecento. La mappa, dipinta su carta incollata su un fondo di stoffa, è corredata da una legenda relativa a luoghi, fonti, chiese, case e famiglie, e ornata dalle raffigurazioni allegoriche di Bologna e del fiume Reno. Sono inoltre esposte altre mappe, molte delle quali eseguite per conto della famiglia e da periti come Vincenzo Sassi e Francesco Maria Angiolini in varie epoche. In tutte le mappe della contea commissionate dai Ranuzzi si nota la tendenza a evidenziare i confini circolari del feudo e la bellezza del luogo, come nel disegno in alzato di Porretta, datato 1718, firmato da Luigi Maria Casoli e tracciato a inchiostro in stile quasi preromantico sul paesaggio della montagna appenninica. Raggiungere le terme: la strada e la ferrovia La fine della contea Ranuzzi nel 1797, oltre al passaggio giurisdizionale dai conti ai nuovi governi che si successero nel periodo napoleonico, implicò anche il conseguente passaggio della proprietà delle sorgenti termali, che da questi stessi governi passò poi alla Legazione pontificia dopo la restaurazione ed infine nel 1833 alla neonata Provincia di Bologna. Questo è il motivo per cui la maggior parte della documentazione ottocentesca relativa alle terme si trova presso l’Archivio storico provinciale. Il periodo della gestione provinciale delle terme porrettane fu sicuramente il più attivo sia dal punto di vista edilizio, sia nella promozione delle terme: il numero dei “bagnanti” vide infatti un progressivo e consistente incremento in epoca pre-unitaria, ma soprattutto dopo l’Unità d’Italia. Un primo progetto di espansione delle strutture termali, mai però realizzato, risale all’anno 1797 e di questo è esposto in mostra il progetto. Si dovette attendere il ritorno del governo papale per vedere i primi progetti della strada di Porretta, costruita soprattutto a spese delle comunità locali, che negli anni Venti era già comple- tata fino a Porretta e negli anni Quaranta venne prolungata fino a Pistoia. La costruzione della nuova strada carreggiabile e carrozzabile fu sicuramente il primo fondamentale elemento per il “lancio” o meglio il “rilancio” delle terme porrettane. Nello stesso periodo la Provincia eresse infatti la maggior parte dei nuovi edifici termali (Porretta Vecchia, Puzzola, Leone-Bovi, Marte-Reale e Donzelle), costruiti proprio sopra le sorgenti salso-bromo-iodiche e solforose delle quali portano il nome. Si verificò quindi una significativa trasformazione del territorio, come appare evidente dalle mappe del Catasto Boncompagni (inizio secolo) e da una successiva del 1863. Ancor più importante fu la realizzazione della ferrovia transappenninica, promossa fin dagli anni 1845-46, in epoca preunitaria, dai fratelli Cini di San Marcello Pistoiese e da un gruppo di imprenditori bolognesi. La costruzione comportò l’esproprio di numerosi terreni e fu realizzata dopo l’Unità d’Italia. La strada ferrata venne inaugurata per i suoi successivi tratti nel 1862 fino a Vergato, nel 1863 fino a Pracchia e, il 2 novembre 1864, fino a Pistoia. L’importanza della nuova linea fu enorme, perché, fino all’apertura della Direttissima negli anni Trenta del Novecento, essa rappresentò l’asse portante delle comunicazioni nord-sud dell’Italia. Questi sono i motivi per cui il centro abitato e le sue terme negli ultimi quattro decenni dell’Ottocento allargarono la loro fama ben al di là dei confini nazionali e le attività termali e commerciali si accrebbero notevolmente, trasformando l’antico piccolo centro appenninico in una stazione termale famosa nell’Europa della Belle Époque. Documenti 1. Miniatura di Antonio Castellini raffigurante Porretta, circondata dagli stemmi dei senatori bolognesi, al centro in alto lo stemma Ranuzzi. 1636. (Anziani Consoli, Insignia, vol.VI, cc.71-72) 2. Giuramento degli uomini di Succida, primo documento nel quale compare la citazione della località “supra montem Balnei de Porecta”. 1206. (riproduzione da: Registro Grosso del Comune di Bologna, vol.I, c.168 v.) 3. Albero genealogico della famiglia Ranuzzi, sullo sfondo paesaggi di Bologna e della contea, e riproduzioni di alcune pagine del volume. Secolo XVIII. (Ranuzzi, “Sommarii di tutte le scritture e rogiti della senatoria casa Ranuzzi, conti della Porretta”, Tomo I) 4. “Veduta in prospettiva della terra del feudo nobile erretto in contea chiamato il Bagno della Porretta”, 1697, e riproduzione di altre pagine del “Campione”. (Ranuzzi, “Campione delle piante e disegni de’ beni urbani e rurali”) 5. “Regole da osservarsi in pigliar l’acque della Porretta” copiate nel Settecento da un originale del 1558. (Ranuzzi, “Recapiti spettanti alle terme porrettane”) 6. Disegno della fabbrica per l’estrazione del sale del Leone, avvisi e istruzioni per l’uso dello stesso sale. Secolo XVIII. (Ranuzzi, “Lettere, memorie ed altro concernenti li Sali del Leone”) 7. Disegno e pianta della contea della Porretta, copia settecentesca di una pianta del 1607. (Ranuzzi, Istrumenti del feudo, Libro E n.25) 8. Volume contenente vari documenti relativi alla causa tra il Senato e la famiglia Ranuzzi. Secolo XVIII. (Ranuzzi, Istrumenti del feudo, Libro E n.14) 9. Pianta, fatta per la causa, corredata da una dettagliata legenda dei luoghi. Secolo XVIII. (Ranuzzi, Mappe, Piante, Disegni e Relazioni) 10. Mappa del corso del fiume Reno. 1732. (Collezione Tognetti, n.299) 11. Mappa del corso del Reno eseguita per ordine del conte Girolamo Ranuzzi. 1762. (Ranuzzi, Mappe, Piante, Disegni e Relazioni) 12. Pianta in alzato di Porretta eseguita per la causa da Luigi Maria Casoli. 1718. (Ranuzzi, Mappe, Piante, Disegni e Relazioni) 13. Pianta di Luigi Maria Casoli fatta eseguire dall’uditore generale nella causa fra la Camera di Bologna e il conte senatore Vincenzo Ferdinando Ranuzzi Cospi. 1724. (Ranuzzi, Mappe, Piante, Disegni e Relazioni) 14. Topografia della contea di Luigi Maria Casoli fatta eseguire dall’uditore generale nella causa fra la Camera di Bologna e il conte senatore Vincenzo Ferdinando Ranuzzi Cospi. 1720. (Assunteria di Confini e Acque, Mappe) 15. Volume di documenti e pareri legali relativi alla causa. 1718. (Ranuzzi, Istrumenti del feudo, libro Y n.1) 16. Fascicoli e relazioni redatte da periti del Senato sullo stato della strada da Bologna ai Bagni della Porretta. 1792. (Assunteria di Governo, Strade, “Strada maestra di Saragozza”) 17. “Bagni della Porretta ed orti adiacenti”. Inizio secolo XIX. (Catasto Boncompagni, Mappe, mazzo III) 18. Progetto per il nuovo stabilimento termale della Porretta Vecchia e della strada per raggiungerlo. Secolo XIX. (Genio Civile, Tipi e disegni vari, n.58) 19. Progetto “Bagno della Porretta ed alzato del medesimo dalla parte del fiume Reno”. 1797. (Archivio Napoleonico, IV/167) 20. Fascicoli di espropri di terreni per la costruzione della ferrovia Bologna-Pistoia. Seconda metà del secolo XIX. (Legazione apostolica, Strade ferrate, “Linea da Bologna a Pistoia, espropriazioni”, n.9) 21. Mappa del Castello della Porretta dei periti Cantoni e Donini. Inizio secolo XIX. (Catasto Boncompagni, Mappe, mazzo III) 22. Delle terme porrettane, a cura di Ferdinando Bassi. 1768. 23. Riproduzione dal volume Illustrazione delle terme di Porretta e del suo territorio, 1867. (in esposizione) Cappello del cardinale Angelo Ranuzzi (1626-1689)