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Jean-Claude Cohen – Jean-Louis San Marco
CLIMA E SALUTE
Come prevenire la meteoropatia
ARMANDO
EDITORE
Sommario
Prefazione di Pierre Etienne Bisch
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Introduzione
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1. Capricci della bella stagione
1. Caldo e storia
2. Canicola e grande caldo
3. Alcuni fenomeni studiati da vicino
4. L’omeotermia
5. I sintomi dell’ipertermia
6. Trattamento delle vittime del caldo alla comparsa dei primi sintomi
7. La prevenzione dei rischi: gesti semplici da conoscere
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2. I grandi freddi
1. Freddo e storia
2. Il lato migliore delle cose
3. Che cosa è un’ondata di “grande freddo”
4. Alcuni fenomeni studiati da vicino
5. La prevenzione dei rischi: gesti semplici che dobbiamo conoscere
6. Le conseguenze dirette del freddo
7. Le conseguenze indirette del freddo
8. Il lato sociale della lotta contro il freddo: i senza tetto
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3. L’inquinamento atmosferico
1. Gli inquinanti e le loro origini
2. Il ruolo determinante della meteorologia
3. Le sentinelle dell’inquinamento
4. Inquinamento interno e meteo
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4. I pollini
1. Pollini e stagioni
2. Il lato buono delle cose
3. Alcuni elementi scientifici
4. Gli effetti dei pollini sulla salute: le allergie
5. Allergenici potenziali, stagioni e condizioni meteorologiche
6. Il ruolo dei poteri pubblici
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5. Gli UV
1. Sole e storia
2. Il lato buono delle cose
3. Morfologia dei raggi solari
4. I pericoli degli ultravioletti
5. Conoscere l’indice UV
6. Sapersi proteggere
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Bibliografia
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Prefazione
La biometeorologia umana, uno dei settori di applicazione della scienza
meteorologica, non è certo nata nell’estate del 2003, ma in quella data la
canicola micidiale di quell’anno ha attirato l’attenzione sia dei professionisti sia del grande pubblico. Questa guida su Clima e Salute si inserisce nella
corrente delle grandi iniziative prese all’epoca dai poteri pubblici; essa offre
un nuovo tipo di lettura delle previsioni del tempo e richiama l’attenzione
sul “gesto meteo” troppo spesso dimenticato o trascurato. Raccoglie consigli
molto pratici che confermano il rinnovato impegno delle organizzazioni
nel campo della biometeorologia. Testimonia anche, perché scritta con la
collaborazione del Prof. Jean-Louis San Marco, la cui esperienza alla direzione dell’Istituto Nazionale di Prevenzione e dell’Educazione per la Salute
(INPES) ha raccolto, all’unanimità, lo spirito di collaborazione operativo
degli organismi interessati.
Un male per un bene? La presa di coscienza culturale e politica è andata
oltre il caso della canicola. Così, da parte nostra, la carta di sorveglianza meteorologica, assai ben conosciuta, è stata adattata ed estesa ai pericoli della
canicola, poi del grande freddo. Questa guida richiama l’attenzione su altri
rischi che la società deve saper prevedere: i “pollini” e i raggi “ultravioletti”.
Infine questa pubblicazione, con una informazione accessibile a tutti,
chiarisce le azioni istituzionali, fornendo dei consigli di comportamento e
di solidarietà e invita, in fin dei conti, tutti a prendere in anticipo precauzioni di fronte a quegli avvenimenti climatici considerati pericolosi.
Quando si parla di urgenza climatica, di estremi o di minacce, la risposta risiede, con questa guida e con le nostre azioni di partenariato, nella
preparazione a una vera e propria cultura del rischio meteo.
Pierre Etienne Bisch
Presidente e Direttore Generale di Meteo-France
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Introduzione
Nell’era delle rivoluzioni scientifiche che hanno permesso di inviare gli
uomini nello spazio, di costruire delle dighe gigantesche per trattenere ed
incanalare fiumi, di curare malattie in passato incurabili, l’uomo ha creduto
di poter vivere senza tenere conto delle contingenze naturali. Ha creduto
che il suo controllo sugli elementi lo mettesse al riparo, e poco per volta ha
smesso di guardare dalla finestra per conoscere il tempo, di prendere delle
precauzioni elementari per proteggersi e di rispettare l’ambiente per poterci
vivere in modo sano.
Il contraccolpo è stato violento, soprattutto più brutale che inatteso. Le
canicole, i grandi freddi sorprendono le popolazioni e le lasciano indifese.
Anche la temperatura sale, e i gesti più elementari vengono meno. Si muore
di caldo, di solitudine, nelle città trasformate in isole torride e inquinate.
Ma questo disinteresse per il nostro ambiente va ancora più lontano. Al
di fuori delle grandi catastrofi meteorologiche, si producono dei fenomeni importanti, ricorrenti e implacabili. Ci accorgiamo purtroppo solo dei
grandi avvenimenti, prendiamo provvedimenti per le situazioni eccezionali,
trascurando inevitabilmente il buon senso quotidiano che è in grado di salvare molte vite. In inverno, per esempio, la mortalità è considerevole. Non
solo per i senza tetto o a causa di virus come quello dell’influenza; il freddo
logora, stanca, attacca le difese dell’organismo e fa sì che “non si arrivi alla
fine dell’inverno…”.
Di fronte a tutto questo, l’uomo ha una qualità importante: la capacità
di adattamento. Esempi più o meno recenti l’hanno provato. A Marsiglia,
per esempio, dalla canicola del 1983, mezzi di prevenzione efficaci sono stati attuati e hanno permesso di prendersi carico delle persone fragili durante
l’ondata di caldo del 2003.
Questa organizzazione si basa su due principi fondamentali: la previsione meteorologica, che dà qualche giorno di tempo per lanciare le procedure
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e una preparazione formativa dei poteri pubblici, come anche della popolazione, su come fronteggiare tali pericoli.
Questo libro, presentando le caratteristiche degli avvenimenti meteorologici e le loro conseguenze, insieme ai consigli pratici per la salute, è un
mezzo pratico per imparare, o re-imparare, a “vivere col proprio tempo”.
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1. Capricci della bella stagione
Appena i primi raggi del sole fanno la loro apparizione, le terrazze dei
caffè si riempiono, i vestiti leggeri escono dall’armadio e i visi diventano
sorridenti. Il sole fa generalmente piacere, anche se, da qualche anno è
meno evidente la voglia di vederlo brillare sempre, vista la mancanza generale di acqua. Se guardiamo solo i lati buoni della bella stagione, si dimentica qualche volta che il caldo può avere conseguenze gravi sulla salute. Si
pensi soprattutto al caldo che ha colpito una buona parte dell’Europa nel
2003. Non bisogna però dimenticare che i grandi caldi possono provocare
problemi, fino anche ad uccidere persone più deboli, senza che venga lanciata un’allerta nazionale. Pertanto, bisogna ritrovare dei gesti semplici, un
atteggiamento sensato di fronte ai rischi climatici, sia per se stessi che per
le persone più esposte e deboli vicino a noi. Per fare in modo che la bella
stagione continui a meritare il suo appellativo…
Quando nel cielo d’estate appare la costellazione del Grande Cane, che
si riconosce facilmente alla fine della nottata vicino all’orizzonte, il segnale
di tempi agitati è lanciato. Almeno ecco quello che ci hanno trasmesso le
tradizioni orientali e occidentali.
La stella principale di questa costellazione, Sirio, la più brillante del
cielo, è chiamata anche “Stella Canicola”, la stella del Piccolo Cane, dalle
parole latine canis = cane, e culus = piccolo. La sua apparizione (fra fine
luglio e fine agosto) corrisponde alla lunazione del mese di agosto, periodo
climatologico propizio ai grandi caldi. La sua interpretazione si è evoluta
nel tempo e, da astrologica, è diventata poco a poco climatica. Così è nata
la parola “canicola”, apparsa nel dizionario dal XVII secolo.
In Francia, il periodo dei grandi caldi si presenta principalmente dal 15
luglio al 15 agosto, e può qualche volta cominciare già dalla fine del mese
di giugno.
Periodi di caldo possono sopravvenire al di fuori di questo mese, ma
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raramente meritano la qualifica di “canicola”, poiché le notti sono abbastanza lunghe per far sì che la temperatura si abbassi prima dell’arrivo dell’alba.
Così, anche con temperature massime elevate (per esempio 32°C a Parigi a
fine agosto), si possono osservare temperature minime abbastanza fresche
tanto da poter riprendere fiato.
Nel mese di giugno, al contrario, quando le notti sono più corte, la terra
esce appena dall’inverno e rimane abbastanza fresca per far sì che durante
la notte, le temperature si abbassino. Con l’arrivo del mese di luglio, la terra
è così calda che, in caso di forti caldi, il divario termico non è più sufficiente. L’oceano vicino, che immagazzina riserve di fresco, molto più a lungo
rispetto alla terra, partecipa anche lui dopo il solstizio d’estate a questo spostamento di temperature di qualche settimana. Questo spiega per esempio,
che all’interno del continente, come a Mosca, lo spostamento sia minore e
che le temperature più calde sopravvengano prima della metà di luglio.
1. Caldo e storia
Le canicole storiche in Francia…
Le estati torride si avvicendano, e la memoria collettiva ne mantiene un
ricordo spesso “cocente” e al quale ci riferiamo ogni volta che le temperature fanno capricci.
Le prime date da ricordare sono 1911 e 1947, con temperature massime
di 40,4°C a Parigi-Montsouris (osservatorio), e 1959. Senza dimenticare,
certamente, la lunga estate arida del 1976, l’estate della “tassa sulla siccità”,
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che aveva provocato un numero, non riconosciuto a suo tempo, di morti
indirette.
Luglio 1982 e luglio 1983 resteranno delle canicole di riferimento nel
sud-est, specialmente nella regione di Marsiglia.
Il decennio del 1990 ha portato un’impressionante susseguirsi di periodi canicolari che hanno toccato tutto o parte del Paese, fra i quali quello
dell’agosto 1992, durante il quale è stato riscontrato nello stesso tempo un
episodio di inquinamento livello 3 (allerta ozono) nella regione parigina,
un record (sono stati infatti superati i limiti massimi previsti dalle direttive
europee).
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2003, l’estate della canicola: un periodo molto caldo cominciato a fine
maggio (notevolmente in anticipo in confronto alla norma), è continuato
per tutto il mese di giugno, colpendo tutto il Paese in particolare le regioni
dal centro-est alla Provenza: a Lione ci sono stati 24 giorni con più di 30°C
(con una punta di 38°C all’ombra), ma anche 15 giorni (non consecutivi)
con temperature minime superiori a 20°C di prima mattina (di cui due
giorni a 24°C), ed il peggio doveva ancora arrivare.
Durante i mesi di luglio e agosto, sono stati battuti dei record in 70
stazioni meteo (sulle 1800 stazioni della rete sinottica di Meteo-France), in
103 stazioni sono stati superati i 35°C.
Anche le regioni di montagna sono state colpite da questa massa d’aria
calda, secca e stabile, con delle punte a 37°C a Bourg Saint Maurice (865
m. di altitudine) o 34°C a Chamonix (1037 m. di altitudine).
Questa ultima canicola francese (europea) ha portato i poteri pubblici,
in accordo con le autorità sanitarie a stabilire dei limiti di allerta a partire
dai quali sono state messe in atto procedure di informazione e protezione,
soprattutto per le persone più deboli: anziani, neonati, ma anche persone
affette da patologie fisiche o mentali definite le “sentinelle della canicola”.
…e nel mondo
Le regioni del globo, per la maggior parte, hanno conosciuto delle canicole pesanti e micidiali. Già nel 1901 nel Middle West, i forti caldi hanno
provocato 9500 decessi, soprattutto nei bambini.
Cercando negli archivi delle stagioni, ci accorgiamo presto che il limite
del pericolo dipende molto dal clima al quale gli uomini sono abituati.
In India, per esempio, il mese di giugno 1985 era stato segnalato come
un mese di caldo record con temperature arrivate fino a 49°C all’ombra.
Si sono avute più di 500 vittime, principalmente nello stato dell’Uttar
Pradesh, flagellato da un vento torrido.
In un clima più freddo, a Mosca, nel giugno 1995, sono bastati 30°C
all’ombra (comunque 10°C al di sopra delle medie stagionali), per paralizzare l’attività economica e provocare una ventina di ricoveri in ospedale.
La canicola di giugno e luglio del 1999, con punte fino a 35°C nella
stessa regione, ha fatto nuove vittime, comprese quelle per annegamento o
per idrocuzione.
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Dopo la siccità del 1976, che aveva colpito anche il sud-est dell’Inghilterra, certe canicole, in Europa come nel nuovo continente, hanno avuto
il merito di risvegliare l’attenzione degli specialisti di biometeorologia sui
pericoli sanitari associati ai grandi caldi.
È stata la Francia a lanciare il primo allarme, a causa della canicola del
luglio 1983 nella regione di Marsiglia.
Successivamente, la città di Atene ha conosciuto una prima tragedia nel
luglio 1987, con più di 2000 morti imputabili al grande caldo.
Queste ondate di caldo si sono prolungate per parecchie settimane, in
più accompagnate da picchi di inquinamento atmosferico.
La capitale greca ha, in seguito, avuto altre estati canicolari, in serie,
negli anni 1990 e di nuovo nel 2000.
Quando nel 1995 gli Stati Uniti sono stati colpiti, vicino a Chicago,
nell’Illinois, il livello di pericolo è stato recepito dalle Autorità americane
e l’idea di un intervento di emergenza sanitaria ha cominciato a prendere
forma. Dal 14 al 17 luglio, un’ondata di caldo si estese su tutto il centronord del Paese.
Sono state registrate allora delle temperature massime comprese fra
34°C e 40°C, con un tasso di umidità molto alto.
Questa canicola è stata più nefasta di quelle del 1955, 1983, 1986 o 1988
(nella stessa città) o di quelle di Saint Louis (luglio 1966 e 1980), di San
Francisco (settembre 1939, settembre 1955) o di New York (luglio 1972).
Ma la canicola del 1980 nella regione di Saint Louis, a 400 km a sud-est
di Chicago, e che ha provocato circa 1770 decessi, non ha suscitato l’attenzione di Chicago!
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L’intervento di emergenza sanitaria americano
di fronte al rischio canicola
Nel luglio 1999, la città di Chicago (Illinois), già colpita nel 1995, e il
centro e l’est degli Stati Uniti vengono di nuovo colpiti da forti caldi.
Nel frattempo è stata messa in atto una procedura di sorveglianza, di allerta e protezione pubblica, denominata Heat/Health Warning System.
In quel periodo si sono riscontrati più di 200 decessi supplementari, di
cui una cinquantina solo nella capitale dell’Illinois.
La prova è comunque valida: anche se è rischioso confrontare le due
canicole, rispetto al 1995, a Chicago, il numero di decessi imputabili al
caldo si è ridotto. È stato ridotto della metà il numero dei decessi previsto in quelle circostanze.
2. Canicola e grande caldo
Che cosa è una canicola?
Se non si conosce la definizione meteorologica precisa di questa parola,
la differenza fra “grande caldo” e “canicola” è sempre più spesso percepita in
rapporto alle conseguenze sanitarie riscontrate: si scivola verso la canicola
quando ondate di caldo molto importanti (secondo il clima di una regione
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indicata) durano per diversi giorni (si parla di un minimo di 2 o 3 giorni),
con temperature elevate di primo mattino.
Questo ultimo criterio è diventato da qualche anno l’oggetto di un consenso fra gli esperti nel mondo: una canicola comincia quando non c’è più
remissione notturna per “rifiatare” – cioè ritrovare la capacità di poter nuovamente lottare contro il riscaldamento del corpo avvenuto durante la notte
e prepararsi ad affrontare delle temperature massime molto elevate.
Quanto al livello di rischio, questo dipende molto dalle temperature alle
quali le persone sono abituate, secondo il clima e la cultura della regione.
Le temperature da prendere in considerazione variano secondo i luoghi.
Caldo intenso
Possono essere nefasti. Non c’è bisogno di raggiungere dei record col
termometro perché i rischi sanitari si manifestino: ora lo sappiamo, un periodo caldo “piacevole per molti” può indurre un certo aumento della mortalità fra le “sentinelle del caldo”.
Non migliaia, né centinaia, ma anche qualche decina, come si è visto,
per esempio, a Parigi nel giugno 2003, prima ancora che avvenisse la catastrofe.
Questi rischi non devono essere trascurati, le loro conseguenze sono
evitabili, meritano di essere seguiti da vicino e accompagnati da consigli
mirati.
Quando questi fenomeni vengono presi in considerazione e studiati accuratamente, sappiamo che un avvertimento graduale è preferibile al lanciare un’allerta riservata ai casi estremi di canicole eccezionali.
I livelli di rischio secondo la regione
I biometeorologi hanno condotto uno studio comparativo degli schedari di mortalità e di quelli delle temperature degli ultimi trenta anni sia al
livello dipartimentale sia su scala nazionale.
Questo ha permesso, per prima cosa, di riconoscere un indice biometeo
di rischio che include, oltre le temperature massime, le temperature di prima mattina tali da provocare un aumento importante della mortalità.
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