La lezione di Marsiglia all`immobilismo italiano
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La lezione di Marsiglia all`immobilismo italiano
Risparmio energia di Safari Fai clic per avviare il plugin Flash ilgiornale.it cronache Home Condividi: Commenti: 33 Politica Mondo Cronache Blog Economia Sport Cultura 4 agosto Tech Milano lunedì 2014 Salute Speciali Cucina Cerca Risparmio energia di Safari Fai clic per avviare il plugin Flash La lezione di Marsiglia all'immobilismo italiano Da città degradata a perla della cultura con 7,5 miliardi di investimenti, il 70% privati Anna Maria Greco - Lun, 04/08/2014 - 08:14 commenta 0 Mi piace 127 Roma - C'è, in Europa, un modello di trasformazione urbana che inchioda il sistema Italia alla sua inefficienza e alla sua incapacità politica. Inserisci le chiavi di ricerca Cerca Info e Login login registrazione edicola Si chiama Marsiglia, la seconda città della Francia, a pochi chilometri dal confine e con caratteristiche che possono essere paragonate a quelle di centri portuali come Genova, Napoli, Bari... Una metropoli degradata, con gravi problemi legati all'immigrazione nordafricana e tradizionalmente dominata dalla malavita è diventata fiore all'occhiello, tanto da diventare nel 2013 capitale Ue della Cultura, con 600mila visitatori in pochi mesi. L'anno scorso il New York Times la indicava come la seconda destinazione del mondo dopo Rio de Janeiro. E ospiterà gli Europei 2016, con lo stadio Vélodrome che si sta rinnovando. Costruttori e architetti italiani la indicano come l'esempio di ciò che si potrebbe fare e colpevolmente non si fa nell'Italia di sprechi e burocrazia, scontri tra competenze, eterne incompiute, scandali e crolli. Per riqualificare l'esistente, far lavorare le imprese creando posti di lavoro, attirare turismo e finanziamenti, creare ricchezza. «La differenza è evidente - dice il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti - Questa è la strada giusta, la sfida per i prossimi anni. Anche sotto il profilo normativo vogliamo proporre quest'esempio ai nostri politici. Le amministrazioni devono attivare, con procedure ordinarie e un quadro fiscale equo e incentivante, interventi per far tornare le nostre città ai primi posti nel mondo». E il presidente del Consiglio nazionale degli architetti, Leopoldo Freyrie, aggiunge: «Bisogna aprire una stagione nuova, di interventi di qualità, selezionati attraverso concorsi di progettazione. A Marsiglia, da un lato le grandi firme hanno dato valore al patrimonio della città e, dall'altro, c'è stata la riqualificazione di centro e parte della periferia». La metamorfosi è avvenuta con una programmazione lunga 19 anni, che ha impiegato 7,5 miliardi di investimenti con una quota di fondi privati del 70% e ha creato, con il piano Euroméditerranée, 20mila posti di lavoro. I fondi europei sono stati utilizzati bene, è enorme il giro d'affari attivato dal progetto avviato nel 1995 per rilanciare 480 ettari di questa metropoli da 860mila abitanti. Così si è arrivati a presentare un porto vecchio trasformato in salotto all'aria aperta sotto la pensilina a specchio dell'Ombrière di Norman Foster, coronato da antichi forti che si collegano su avveniristiche passerelle sospese in aria ad opere di archistar, come la costruzione di merletto in materiali speciali del Museo della civiltà dell'Europa e del Mediterraneo di Rudy Ricciotti e la Villa Méditerranée di Stefano Boeri e, vicino ai docks rimessi a nuovo, l'originale Frac di Kengo Kuma per l'arte contemporanea. Alle spalle del fiordo affollato da imbarcazioni, un centro storico rigenerato con demolizione e ricostruzione di alloggi popolari, tra palazzi antichi e musei come quello della storia di Marsiglia di Roland Carta. Più in periferia operazioni spontanee di rigenerazione urbana a basso costo, come La «Belle de Mai» de La Friche, che ospita in una vecchia manifattura tabacchi 70 atelier, libreria, biblioteca, asilo, cinema, teatro, ristoranti, bar e ha rimesso in moto il mercato immobiliare nella zona diventata centro della movida dei giovani. Il fatto è che qui c'è un'agenzia nazionale per il rinnovo urbano che funziona e per questo particolare progetto una cabina di regia con tutti i soggetti coinvolti (Stato, Comune, Regione, privati) che decide come in un consiglio d'amministrazione, approva progetti e, se necessario, usa poteri di deroga dei piani regolatori e anche di esproprio. Tutto questo, rispettando le scadenze, in un modo a noi sconosciuto. «Così- spiega Franck Geiling, responsabile di architettura, urbanistica e sviluppo sostenibile di Euroméditerranée - i disagi sono stati accettati dai cittadini, con un impegno comune, non c'è stata contrapposizione con l'amministrazione pubblica. Il fattore tempo è fondamentale per non perdere la fiducia dei cittadini». Annunci Google Prestiti fino a 80.000€ convenzioneinps.it Riservato a Tutti i Pensionati INPS Tasso Fisso Richiedi Preventivo! Come Investire In Terreni Pavimenti € 3,50 – € 9,99 Editoriali Due contro tutti di Alessandro Sallusti Un premier rivoluzionario e un'opposizione conservatrice. Tranne il Cav che non ha perso la speranza di cambiare l'Italia Cucù Le dimissioni del Padreterno di Marcello Veneziani Il Padreterno ha deciso di lasciare il mondo al libero arbitrio Attiva All Inclusive Unlimited: ADSL e Telefonate illimitate. Sei un Architetto? clientiperte.com Ti forniamo richieste da clienti che vogliono farsi progettare casa L'opinione