Feste di laurea e addii al celibato l`editto del sindaco

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Feste di laurea e addii al celibato l`editto del sindaco
Cronaca Verona
Corriere di Verona Domenica 22 Giugno 2014
L’ordinanza
Lo strano provvedimento del primo cittadino. Il paese da anni è meta preferita di gite alcoliche e goliardiche
Feste di laurea e addii al celibato
l’editto del sindaco: vietato partecipare
Bardolino, multa fino a 500 euro. «Problemi di quiete e di decoro»
BARDOLINO – «Divieto di
partecipare ad addii al celibato
o nubilato, feste di laurea o altre
occasioni di festeggiamento
creando disturbo alla quiete
pubblica o nuocendo al decoro
pubblico», è il titolo dell’ordinanza emessa dal sindaco Ivan
De Beni martedì scorso. Avete
letto bene, è proprio ciò che
viene riportato a chiare lettere
nel documento. Del resto, Bardolino non è nuova a ordinanze
bizzarre, ogni estate ne compare qualcuna. La nuova direttiva
del sindaco, appena riconfermato per il secondo mandato
con una percentuale bulgara
del 70% dei voti, sta già creando
dibattito su facebook e nelle
piazze del paese, con la gente
nettamente divisa tra favorevoli
e contrari. I commenti più gettonati sono: «Non possiamo
più tollerare certi sconci», oppure: «ogni venerdì sera ci sono
autobus che portano gruppi di
persone a Bardolino a scatenarsi in ogni sorta di nefandezza e a
impedire alla gente di dormire».
I riferimenti sono ad episodi
che si protraggono da anni e le
numerose proteste devono aver
spinto il primo cittadino al
provvedimento. Proprio di recente sono circolate molte polemiche per serate particolarmente animate, con ragazze ve-
stite da infermiere hard che giravano per il paese o maschietti
agghindati con cappelli dalle
forme falliche. E sono datati
episodi di vandalismo di ogni
genere, causato dall’ebbrezza
dell’alcol, che si sa è uno degli
ingredienti principali del menù
festaiolo. E Bardolino è pure il
paese del vino. Ma arrivare a
proibire la partecipazione alle
feste, a tanti è apparso persino
comico, eppure è tutto scritto
nell’ordinanza pubblicata all’albo pretorio: «Considerato che
in occasione di addii al celibato/
nubilato, feste di laurea o altre
occasioni di festeggiamento in
luogo pubblico o aperto al pubblico si manifestano problematiche che rischiano di compromettere la quiete e il decoro… è
Prima delle nozze Una festa («patinata») di addio al celibato
ritenuto opportuno vietare su
tutto il territorio del Comune di
Bardolino, la partecipazione alle suddette feste compiendo atti
o tenendo comportamenti volgari o offensivi per la pubblica
decenza e il pubblico decoro, e/
o provocando schiamazzi, e/o
indossando abiti o esibendo
oggetti in modo da provocare
disapprovazione e disgusto».
La sanzione per chi «sgarra»
va da 50 a 500 euro, con la confisca delle cose che sono servite
a commettere l’infrazione.
Chissà quali copricapo saranno
costretti a sequestrare i vigili,
che d’estate hanno il loro bel da
fare a far rispettare la pubblica
decenza in paese. Vi sono infatti
Il provvedimento
Ecco il testo dell’ordinanza
del sindaco di Bardolino
in cui si fa espresso divieto
«di partecipare a feste di
laurea, addii al celibato o al
nubilato»
numerosi turisti che girano in
costume per le vie del centro,
entrano nei negozi svestiti (in
epoca passata addirittura in topless: «scusi mi dà un pacchetto di sigarette?», con relativo
semi svenimento del commesso).
Ci si è messo, così, anche il
parroco a impartire l’ordine: dal
2012 ha recintato la scalinata
della chiesa che domina la piazza centrale e in varie lingue ha
vietato di sedersi sugli scalini,
mangiarvi il gelato, consumare
pasti al sacco, portare cani e
usare abbigliamento troppo
estivo. Mentre è del 2011 l’ordinanza sempre del sindaco Ivan
De Beni che vietava l’ingresso ai
cani nei parchi
pubblici del paese. È da segnalare, inoltre, come
per «adeguarsi»
alle ordinanze
veronesi di Flavio Tosi (a cui il
sindaco bardolinese ha conferito
l’onorificenza di
ambasciatore del Chiaretto), il
primo cittadino di Bardolino
abbia fatto installare alle fermate degli autobus panchine con il
famigerato bracciolo antibivacco.
Annamaria Schiano
VR
Dopo la sentenza
Malcesine,
sospensioni in vista
dopo le condanne
MALCESINE – (an.sch.) La condanna in primo grado
emessa l’altro ieri dal Tribunale di Verona a carico dell’ex
giunta di Malcesine manda in «panne» anche il Comune,
che si trova con il responsabile dell’ufficio tecnico
condannato e con una sentenza che impone l’abbattimento
del chiosco, probabilmente a carico dell’Ente municipale. Il
caso, ricordiamo riguarda la condanna a un anno e
corrispettivo periodo di interdizione dai pubblici uffici per
il chiosco abusivo «Pedro II», costruito sul lungolago del
paese, agli ex sindaci Valente Chincarini e Giuseppe
Lombardi e agli ex assessori della precedente
amministrazione. A questi si aggiunge la condanna a 18
mesi di pena e di interdizione dai pubblici uffici anche per
Stefano Parolari, responsabile dell’ufficio tecnico
comunale. L’unico amministratore dell’ex giunta, però, che
siede ancora in consiglio comunale nei banchi
dell’opposizione è Giuseppe
Lombardi. La legge Severino
prevede la sospensione dalle
Il chiosco
cariche degli amministratori
Dovrà essere
anche condannati in primo
abbattuto ma i
grado per un certo numero di
proprietari hanno reati, tra cui il 323 (abuso
d’ufficio) per il quale erano
già sanato
appunto imputati gli ex
assessori. Si prevede, quindi, la
sospensione dalla carica per
Giuseppe Lombardi. Mentre per Parolari, dovrebbe
intervenire il Decreto legislativo 39 del 2013, che all’articolo
2 e 3 riporta «l’inconferibilità di incarichi nella pubblica
amministrazione a coloro che siano stati condannati, anche
con sentenza non passata in giudicato», come è nel caso del
responsabile dell’ufficio tecnico. Il sindaco Michele
Benamati, quindi, ora deve capire come agire: «Non ho
ancora visionato il fascicolo, lo farò lunedì, dunque non so
cosa faremo, lo valuteremo con gli avvocati. Anche
l’abbattimento del chiosco è una cosa complicata, perché i
proprietari hanno già pagato un’importante cifra per
sanarlo, quindi c’è il rischio che poi il Comune debba
risarcire. Dovremo capire giuridicamente la vicenda e poi
decidere, anche per Parolari». Giuseppe Lombardi, invece,
annuncia subito che faranno ricorso in appello e dice: «È
stata una sentenza pesante che non mi aspettavo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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