Newsletter numero 172

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Newsletter numero 172
n+1
Newsletter numero 172, 16 aprile 2011
Supplemento ala rivista n+1
Direttore responsabile: Diego Gabutti
Registrazione al Tribunale di Torino n. 5401 del 14 giugno 2000
Tutti i numeri della rivista - Numeri arretrati della newsletter - Lavorare con noi - Lavori in corso
Alla faccia dell'Unione Europea
In Libia ognuno bombarda o si astiene per conto
suo e a quanto pare le bombe umanitarie non fanno troppa distinzione fra nemici e amici. Questi ultimi intanto sono lasciati senza armi con cui combattere, in attesa che si convincano di quanto sia
sciocco volere a tutti i costi fare da sé ed evitare ingerenze straniere (cioè NATO, cioè USA). Le quali
non solo sono già operanti, ma si perfezioneranno
sotto forma di truppe. Naturalmente i profughi sono una gran scocciatura e se crepano in mare alleviano il problema ai leghisti nostrani e a quelli
d'Oltralpe che si affrontano al grido di "tanto vale
uscire dall'Europa"! Uscire da che? I francesi si
comprano aziende italiane e gli italiani si vendicano minacciando di bere lambrusco invece di beaujolais, tanto per sottolineare una sublime arte della
simmetria. Fra poco, dopo Grecia e Irlanda si dovrà salvare il Portogallo, e già la Germania è al limite della sua quota di egoismo nazionale, il quale
conta però economicamente più di tutti gli altri
messi insieme. E questo è ancora niente: se scatta
l'inflazione, senza più indicizzazioni dei salari e
pensioni, l'attacco all'Euro come capro espiatorio
si farà pesantissimo.
1962: Il mito dell'Europa unita
Prediche interessate
Continua la santificazione del lavoro, specie quando non ce n'è. Sentite il Papa: "Il lavoro è un elemento fondamentale sia della persona umana che
della società e le difficili o precarie condizioni del
lavoro rendono difficili e precarie le condizioni
della società stessa, le condizioni di un vivere ordinato secondo le esigenze del bene comune". E la
CGIL fa eco scendendo in piazza con lo slogan: "Una rinascita fondata sul lavoro". Maledetti preti di
una nuova religione, bel progresso: l'uomo del paleolitico lavorava mezza giornata per procurarsi
tutto ciò che gli serviva e non aveva religioni; divinità e sudore con i loro rispettivi sacerdoti non erano ancora nati.
1956: La repubblica è fondata sul lavoro
Agrocarburanti di guerra
Esattamente come previsto dalla nostra corrente
all'inizio degli anni '50 in Mai la merce sfamerà
l'uomo, il Capitale sta inchiodando il valore del cibo a quello delle principali materie prime industriali. Anzi, ormai il cibo è una materia prima
dell'industria, non solo quella alimentare. Si apre
la concorrenza fra uomini-macchina e macchinemacchina per il cibo universale mineralizzato.
Come se non bastasse - ci informa il sito Edwards
Air Force Base - per far volare i caccia F-22 sui cieli della Libia, viene utilizzato biocarburante. Ottimo, no? Vegetali in entrata, bombe in uscita.
2007: Perché gli agrocarburanti affameranno il mondo
Il paradosso dello sfruttamento intensivo
Il 2010 è stato un anno nero per l'occupazione italiana: i disoccupati sono cresciuti in un anno dal
7,8 all'8,4%. In Italia, riferisce l'Istat, ci sono ormai
tre milioni di senza-lavoro, ai quali si aggiungono
gli eterni precari, stremati dalle innumerevli forme
della moderna schiavizzazione. Aumentano le attività improduttive e, di conseguenza, il parassitismo, le mafie e le consorterie di ogni genere e colore. Il numero dei lavoratori che deve mantenere
tutta la società diviene sempre più esiguo, mentre
cresce il numero delle persone mantenute. Riforme? Crescita? governi? Ma il capitalismo è questo,
un altro non c'è.
2010: L'outsourcing globale
Siamo tutti precari?
Con la manifestazione dei precari del 9 aprile si
cercavano più consensi politici che non metodi di
lotta, e di fatto sono arrivati. Con una tempistica
sospetta la presidente di Confidustria ha diffuso un
videomessaggio per lamentarsi dell'abbandono in
cui si troverebbero anche gli imprenditori italiani.
Le fa eco il presidente della Ferrari che censura il
governo per la sua inadeguatezza. Non si sa mai: i
giovani precari potrebbero sospettare che la loro
vita grama sia dovuta al sistema di azienda in
quanto tale anziché alle "distrazioni" di un qualche
governante.
2005: Sciopero generale: per saldare la lotta di tutti i lavoratori, più precari che mai
Un'arrampicata sugli specchi
A proposito del presidente della Ferrari, ex di Confindustria. Egli sostiene che stiamo raschiando il
fondo del barile, che stiamo assistendo a un indecoroso disfacimento del senso delle istituzioni e
della responsabilità pubblica, che c'è oltre tutto un
silenzio assordante della società civile, di chi rappresenta la classe dirigente del paese e che quindi è
complice del degrado. Per tal motivo, abbraccia il
cretinismo parlamentare, riformista, sindacale, e
scende in campo con una sua formazione politica.
Geniale e un po' berlusconiano: non fanno le riforme? Ghe pensi mi. Lo dirà in piemontese, ma
siamo assai curiosi di vedere come farà a "fare sistema" con il sistema.
La galassia e la formica
Eugenio Scalfari, in un editoriale, prende atto della
gran confusione che regna in Europa e nel mondo.
Elenca il pasticcio libico, le rivolte nei paesi del
Nordafrica e del Medio Oriente, il disastro giapponese, la fibrillazione degli shieramenti internazionali, i debiti sovrani, i crescenti flussi migratori. La
situazione sta andando fuori controllo, come se
improvvisamente il gomitolo della storia si fosse
ingarbugliato e i nodi stessero arrivando al pettine
contemporaneamente. In tale contesto megagalattico che cosa fa il fondatore di Repubblica? Se la
prende con Berlusconi. Prende un obice atomico
per sparare a una formica.
1949: Marxismo e partigianesimo
2004: Montezemolo e il riformismo industriale fai-da-te
La vecchia talpa continua a scavare
Governance mondiale
Il segretario di stato americano ha dichiarato che
gli USA non possono né vogliono intervenire nei
conflitti sociali che scoppiano in vari paesi: e, operando un ambiguo distinguo, che un conto è intervenire contro chi bombarda la popolazione, come
in Libia, e ben altro sarebbe l'intervento per fermare la repressione di manifestazioni di piazza, come
in Egitto o Siria. Qualcuno osserva: però in Libia
c'è il petrolio. D'accordo, ma il fatto è che la "guerra infinita" la si può fare solo poco per volta. Beh,
ma allora come la mettiamo con la Seconda Guerra
che era, appunto, Mondiale? Proprio questo è il
punto: nessuno dei vecchi stati di allora può oggi
affrontare una guerra globale. Che non è esclusa,
ma ha bisogno di preparazione.
2007: Dall'equilibrio del terrore al terrore dell'equilibrio
Negli ultimi tempi, le vendite de Il Capitale nei paesi del nord Europa si sono moltiplicate, insieme a
convegni, dibattiti e conferenze sull'argomento; e
in un articolo relativo alla crisi in atto il Times definisce Marx come "un'immensa torre in mezzo alla nebbia". Un bello schiaffo ai professoroni che
avevano parlato di "fine della storia" ed avevano
definito l'attuale, putrescente, organizzazione sociale come il migliore dei mondi possibili. Ma un
momento: il nostro Red terror doctor non era
un'espressione del capitalismo ottocentesco? Non
era un figlio dello scientismo positivista, inadatto
alla spiegazione della realtà "contemporanea"?
Ammesso e non concesso che il comunismo sia
morto, il capitalismo non sta poi così bene: la sua
malattia sì che è mortale ed è descritta da nonno
Marx meglio della sua esuberante giovinezza.
1958-59: Riconoscere il comunismo
NEWS DAL WEB
Plaidoyer pour Staline
La dissoluzione della morale sessuale borghese
La dissoluzione della morale familiare borghese
Morte = profitti
Morti sul lavoro: nel primo trimestre +25%
ThyssenKrupp, la strage e il processo
L'importanza dell'Egitto
La mattanza della "Escuela Santa Maria de Iquique"
La classe dominante italiana e il suo Stato nazionale
Polonia: la lotta delle classi giorno per giorno
La fine degli Stati Uniti
Il sogno americano è morto
Il Manifesto dei Masochisti del 9 Aprile
Coordinamento Terzo Settore (Bari)
Solidarietà al coord. licenziati dalla CGIL
Sud, nemmeno un giovane su tre lavora
Le tentazioni golpiste di Asor Rosa
Carceri, i numeri dell'emergenza
Portogallo. Sopravvivere al bailout
Debiti da 3.600 miliardi sulle banche mondiali
Stati Uniti: evitata la paralisi
Usa, l'onda lunga di Fukushima
Fukushima come Cernobyl, forse peggio
Biocarburanti negli aerei americani
Il Grande Gioco entra nel Mediterraneo
Golfo, parole di fuoco
Gaza, ucciso Vittorio Arrigoni
Un palestinese su 4 vive sotto la soglia di povertà
Siria, la protesta delle donne
Algeria, la protesta cresce
Algeri: irrompe la collera degli studenti
Napoli porto di guerra
Costa d'Avorio, le ragioni di Parigi
Immigrati: tra "emergenza" e business
Bolivia, braccio di ferro con i sindacati
Il Brics lancia la sfida all'Occidente
Vola l'economia cinese, ma anche l'inflazione
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