"Riflessioni Coraniche" (prima parte) Amr Khaled - Dar al

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"Riflessioni Coraniche" (prima parte) Amr Khaled - Dar al
Riflessioni
Coraniche
(prima parte)
AMR KHALED
Amrkhaled.net© ‫ ق ا‬
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Dedica
Al nostro amato Profeta, Muhammad (pace e benedizioni su di lui), che ci insegnò
che la nostra dignità e la nostra forza stanno nello stringere con decisione il Sacro
Libro del Corano, il Libro rivelato da Allah, Il Sublime e l’Altissimo, come disse il
Profeta: “Con questo Libro Allah ne eleva alcuni e ne umilia altri.” (Fra la gente ci
sono quelli che Allah eleva perché si attengono saldamente al Corano, e altri che
Allah umilia perché non lo fanno).
Una dedica anche al grande compagno “Zaid Ibn Thabet” al quale fu affidata la
missione più grande e più gloriosa della storia, quella di raccogliere in un unico
libro il Corano, quando era ancora in età molto giovane.
E finalmente ai giovani dell’Islam, ai nipoti dei grandi compagni e a coloro che
sono stati chiamati durante le battaglie e momenti di crisi: “O possessori del
Corano, onorate il Corano con le vostre opere”.
Alle genti del Corano, che sono le persone più vicine ad Allah: vi dedico i miei
pensieri sul Corano e le mie meditazioni riguardo agli obiettivi delle Sure.
Amr Khaled
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Un segno di lealtà e gratitudine
Ai grandi e rispettosi dottori dell’Islam e a tutti quelli che hanno partecipato a
raccogliere e ad organizzare questo materiale, che hanno contribuito con tutta la
loro scienza, forza e tempo, per i quali Allah Ha preparato la migliore ricompensa.
Amr Khaled
Sommario
Introduzione ........................................................................................................................... 5
Sura I : “Al-Fâtiha” (L'Aprente) ............................................................................................ 8
Sura II : "Al-Baqara" (La Giovenca) ................................................................................... 15
Sura III : “Âl 'Imrân” (La Famiglia di Imran)...................................................................... 35
Sura IV: “ An-Nisâ' ” (Le donne) ........................................................................................ 51
Sura V: "Al-Mâ’ida ” (La Tavola imbandita) .................................................................... 64
Sura VI: “Al-An'âm” (Il Bestiame) ..................................................................................... 78
Sura VII : “Al-A'râf” (Il limbo) ........................................................................................... 89
Sura VIII : “Al-'Anfâl” (Il Bottino) ................................................................................... 102
Sura IX : “At-Tawba” ( Il Pentimento o la Disapprovazione)........................................... 111
Sura X: "Yûnus" (Giona)................................................................................................... 120
Sura XI : "Hûd".................................................................................................................. 129
Sura XII: "Yûsuf" (Giuseppe)........................................................................................... 139
Sura XI: "Ar-Ra'd" (Il Tuono) ........................................................................................... 144
Sura XIV : "Ibrâhîm" (Abramo) ....................................................................................... 149
Sura XV: “Al-Hijr” ............................................................................................................ 154
Sura XVI: “An-Nahl” (Le Api).......................................................................................... 158
Sura XVII : Al-Isrâ' (Il Viaggio Notturno) ........................................................................ 169
Sura XVIII : Al-Kahf “La Caverna”.................................................................................. 177
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Introduzione
“La lode [appartiene] ad Allah, che ha fatto scendere il Libro sul Suo schiavo senza
porvi alcuna tortuosità.” (TSC1 sura XVIII versetto 1)
“La lode [appartiene] ad Allah, che ci ha guidati a ciò! Non saremmo stati guidati, se
Allah non ci avesse guidato.” (TSC sura VII versetto 43)
Questo libro non è una spiegazione dei significati del Corano e neanche mira a spiegare
dettagliatamente i suoi versetti. Chi volesse leggere tali spiegazioni, deve rivolgersi alla
nostre biblioteche islamiche ricche di testi fondamentali che lo analizzano, come quelli di
“Tabari”, “Ibn Katheer” e tanti altri ... Questo libro, invece, ha un’altra idea e un obiettivo
diverso.
L’idea di questo libro mi è venuta in mente per dieci anni, per essere più preciso, nel mese
di Ramadan di ogni anno… Questo è il periodo in cui tutti i musulmani di tutto il mondo si
preoccupano di leggere non una parte solamente ma l’intero Corano, nell’ arco dei trenta
giorni che compongono questo mese benedetto. Purtroppo sentivo molta tristezza nel
vedere questa grande volontà di leggere il Corano senza capire bene gli obiettivi di ogni
Sura, senza sapere perché furono rivelate e senza comprendere il messaggio di Allah
presente in ogni Sura. Notavo anche che ci sono tante persone che leggono il Corano e
trovano in esso parole strane e incomprensibili, pensando che leggerle sia più importante
che capirle bene.
Alcuni di loro, invece, ne capiscono il significato ma non riescono a cogliere le relazioni
che ci sono tra i versetti della stessa Sura, e dunque non riescono a percepirne l’obiettivo
unico.
Da qui è partita quest’idea: perché non scriviamo un modesto libro per abbattere i limiti e
le barriere che esistono fra i giovani della Ummah ed il Sacro Corano?
Questo libro dimostra a chi legge il Corano che c’è una forte relazione e un legame tra tutti
i versetti di ogni Sura, e che ognuna di esse ha un solo ed unico argomento con un obiettivo
ben preciso. Forse alcuni versetti possono sembrare, a prima vista, incongruenti e
incoerenti, ma se vengono letti con attenzione, sapendo l’obiettivo e l’argomento che la
Sura sta affrontando, risulterà subito che c’è una magnifica relazione e connessione fra
tutti, e di seguito riuscirai a capire il suo messaggio e il suo obiettivo. Questo rafforzerà e
aumenterà la tua fede e il tuo amore verso il Corano: è esattamente come Allah dice in quel
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TSC= traduzione del significato del Corano. Questa è la traduzione del significato concordato fino adesso
del versetto indicato nella Sura. La lettura della traduzione del significato del Corano, con qualsiasi lingua,
non può sostituire mai la sua lettura in lingua araba; poiché questa è la lingua in cui è stato rivelato.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
che può essere tradotto come: “Se provenisse da altri che da Allah, vi avrebbero trovato
molte contraddizioni.” (TSC- Sura IV, versetto 82)
Dunque troviamo che ogni Sura del Corano è una unità completa, che realizza un obiettivo
palese e preciso, in cui ogni versetto mira a chiarirlo in un modo o in un altro; e ancora, il
nome della Sura ha una relazione con questo obiettivo, quindi possiamo capire per quale
motivo le Sure sono intitolate in un certo modo: (es.) Al-Baqara (la Giovenca), Al-Imran
(la Famiglia di Imran), Yunus (Giona), An-Naml (Le Formiche), ecc...
Inoltre, dobbiamo sapere che ogni Sura ha un’ assodata e forte relazione sia con quella
precedente che con quella che la segue, perché il loro ordine nel Corano è anch’ esso una
rivelazione da parte di Allah.
Quindi possiamo concludere che tutte le Sure del Corano rappresentano una catena unica e
ben salda, che una volta compresi i suoi obiettivi puoi percepire cosa Allah l’Altissimo ti
vuole dire e quali sono i Suoi comandamenti, pur non capendo ogni versetto o ogni parola,
perché per capire tutto il Corano è importante capire le idee generali delle Sure.
Così questo nostro libro può essere utile a tutti, anche alle persone semplici e al pubblico,
per chiarire i principi e le basi per comprendere il Corano; nello stesso tempo può essere
rivolto a coloro che studiano il Sacro Libro e a chi è interessato alla scienza della
spiegazione coranica (tafseer).
Questo è un mio modesto tentativo per mostrare i temi principali delle Sure; il mio piano
sarà, per esprimere i miei pensieri intorno al Corano in questo libro, quello che segue:
precisare e determinare l’obiettivo di ogni Sura;
mostrare e cogliere i versetti affermativi di questo obiettivo;
chiarire la relazione che c’è fra il nome della Sura e il suo obiettivo;
mostrare la relazione della Sura con quella precedente e con quella che la segue;
scegliere alcuni versetti per commentarli.
È da chiarire e sottolineare sempre che questo libro non è una spiegazione del Corano, ma è
un solo tentativo ed uno sforzo per aiutare i giovani a comprendere i suoi versetti e la
connessione tra le Sure, facendo notare che non c’è una sola e definitiva spiegazione e che
non è mai facile arrivare al tema principale della Sura, dato che le parole di Allah sono
molto espressive e profonde; oltretutto la capacità di comprensione dell’uomo è sempre
limitata di fronte alla potenza e sapienza di Allah...
Allora posso riassumere dicendo che questo libro è uno sforzo svolto da me e da coloro che
mi hanno aiutato nello studio e nel raccogliere materiali, che voglio ringraziare tutti.
Dobbiamo ammettere che il vero e il giusto in un libro è una grazia da parte di Allah, ma se
ci sono degli errori allora provengono da noi uomini; e in questa occasione mi ricordo un
detto di “Al Emad Al Asfahany” che disse: “Quando uno di noi scrive un libro, può
capitare che il giorno dopo dica: «Se avessi messo questa parola al posto di questa, sarebbe
stato meglio, e se avessi cambiato questa espressione sarebbe stato perfetto... » e si
continua sempre così, a pensare e ripensare e a trovare tante idee migliori rispetto a quello
che si era scritto la volta precedente, il ché mostra l’incapacità e l’incompletezza
dell’uomo e che il suo pensiero, per quanto grande sia, è sempre limitato.”
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Dopo questa premessa ti invito, mio caro fratello, ad aprire il Corano con noi e a
partecipare alle nostre lezioni coraniche per venire a conoscenza dei miracoli e degli
obiettivi di questo Sacro Libro...
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Sura I : “Al-Fâtiha” (L'Aprente)
[ ]
1 In nome di Allah , il Compassionevole, il Misericordioso
[ ]
2 La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei mondi,
[ ]
3 il Compassionevole, il Misericordioso,
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4 Re del Giorno del Giudizio.
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5 Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto.
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6 Guidaci sulla retta via,
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7 la via di coloro che hai colmato di grazia, non di coloro che [sono
incorsi] nella [Tua] ira , né degli sviati.
Nella recitazione liturgica si aggiunge : "Amin".
-----------------Al-Fâtiha (l’Aprente), è una Sura di 7 versetti, rivelata alla Mecca, ed è la quinta
nell’ordine della rivelazione.
Qual è il segreto di Al-Fâtiha (l’Aprente)? Perché si trova all'inizio del Corano?
Perché è chiamata anche Madre del Libro e Madre del Corano? Perché la recitiamo
almeno diciassette volte di giorno e di notte? Perché la nostra preghiera non può
essere corretta senza recitarla?
La sua importanza
Oltre a tutto questo, il Profeta (pace e benedizione siano su di lui) disse a un suo
compagno: “ti devo dire qual è la sura più eccelsa che ci sia nel Corano”, e questo
rispose: qual è o Inviato di Allah? e il Profeta (pace e benedizione siano su di lui) gli
recitò “La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei mondi, il Compassionevole, il
Misericordioso,”… fino alla fine della sura”. Allah (gloria a Lui l'Altissimo),
mostrando la magnificenza del Corano, dice nella sura Al-Hijr quel che può essere
tradotto come: “Ti abbiamo dato i sette ripetuti e il Sublime Corano” (TSC2 - Sura
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TSC= traduzione del significato del Corano. Questa è la traduzione del significato concordato fino
adesso del versetto indicato nella Sura. La lettura della traduzione del significato del Corano, con
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XV, versetto 87), “i sette ripetuti” sono i sette versetti di Al-Fâtiha che furono
chiamati così per la loro frequente recitazione.
Il Profeta (pace e benedizione siano su di lui) dice: “per Colui nella Cui Mano è
l'anima di Muhammad, Allah l’Altissimo non ha rivelato nel Torah né nella Bibbia né
nel Salterio o nel Corano al pari di loro; sono i sette ripetuti”. Lo ha trasmesso Imam
Ahmad.
I suoi nomi
Per la sua grazia e la sua nobiltà, a questa sura sono stati dati diversi nomi. Infatti, è la
Madre del Corano, i Sette ripetuti, è la Completa e la Bastevole, poiché è
indipendente dalle altre sure; anzi da essa queste dipendono e con essa si completano.
Per il credente è la fonte di luce che illumina la sua vita, ed è un bene divino che gli
chiude le porte delle tentazioni e gli apre le porte delle misericordie.
Quale segreto e quale grazia contiene questa sura, che tanti musulmani recitano senza
scorgere questi significati e questi messaggi?
Contenitore degli scopi del Corano
Il segreto di Al-Fâtiha è la sua capacità di contenere tutti i significati del Corano.
Ogni concetto nel Corano lo trovi in Al-Fâtiha, e tutti gli scopi del Corano sono stati
riuniti in questi sette versetti.
Come avviene tutto ciò? Vieni con me per vivere degli splendidi momenti con la
prima sura del Corano.
I temi del Corano
Il discorso del Corano si sviluppa su tre temi la cui messa in pratica è pretesa da
coloro che ci credono e lo leggono.
1. Credo (in chi crediamo?).
2. Adorazioni (come adoriamo Colui in cui crediamo?).
3. Stili di vita (lo stile che Allah ha voluto per noi).
Il Corano invita, per prima cosa, al corretto credo, ovvero ad avere una sana fede in
Allah l’Altissimo e su delle basi solide. In secondo luogo, chiama all’adorazione
corretta ed al compimento dei sacri riti. La sola adorazione però non basta, perché
l’Islam è uno stile di vita completo ed integrale.
Al-Fâtiha contiene questi tre obiettivi. Infatti, trattando il tema del Credo, leggi le
parole di Allah l’Altissimo: “La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei mondi, il
Compassionevole, il Misericordioso, Re del Giorno del Giudizio”. Dunque il
Monoteismo e la Fede nell’esistenza del giorno del Giudizio sono le basi del Credo
del musulmano.
Per quanto riguarda l’adorazione, leggi: “Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto”.
qualsiasi lingua, non può sostituire mai la sua lettura in lingua araba; poiché questa è la lingua in cui è
stato rivelato.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Infine, per lo stile di vita, leggi: “Guidaci sulla retta via, la via di coloro che hai
colmato di grazia, non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira , né degli sviati”.
Tutto il Corano dopo Al-Fâtiha diventa, o una spiegazione della Fede (“La lode
[appartiene] ad Allah, Signore dei mondi, il Compassionevole, il Misericordioso, Re
del Giorno del Giudizio”), o un’illustrazione di come adorare Allah l’Altissimo: (“Te
noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto”), oppure un riferimento ai modelli di vita
terrena e alla condotta dei miscredenti e dei vincitori (“Guidaci sulla retta via”).
I fondamenti dell’Islam
Al-Fâtiha ci ricorda i fondamenti dell’Islam ed i suoi grandi significati:
1- Le grazie di Allah l’Altissimo (“La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei
mondi”).
2- La devozione: (“Te noi adoriamo”). Cioè solo Te, Allah l’Altissimo,
adoriamo e nessun altro con Te; e solo a Te chiediamo aiuto: (“e a Te
chiediamo aiuto”).
3- La ricerca della buona compagnia: (“Guidaci sulla retta via, la via di coloro
che hai colmato di grazia”).
4- L’avvertimento dalla cattiva compagnia: (“non di coloro che [sono incorsi]
nella [Tua] ira, né degli sviati”).
5- Gli attributi di Allah l’Altissimo, enfatizzando i due attributi: (“il
Compassionevole, il Misericordioso”), perché il rapporto tra Dio e gli
uomini è principalmente un rapporto di misericordia, è la ragione per cui la
menzione di (il Compassionevole, il Misericordioso) è doppia.
6- La rettitudine: (“Guidaci sulla retta via”).
7- La nostra preparazione alla vita ultraterrena: (“Re del Giorno del Giudizio”),
(“Guidaci sulla retta via”).
8- L’importanza e le maniere dell’invocazione. Infatti, la sura è conclusa con
un’invocazione.
9- La nostra comunità è un insieme unico, perciò trovi solo il pronome personale
«noi» nell’invocazione di Al-Fâtiha. Anche se qualcuno sta pregando da solo,
la sua preghiera non sarà valida dicendo: «Te io adoro e a Te chiedo aiuto» o
«Guidami sulla retta via»; deve dire necessariamente “Guidaci” e “ Te noi
adoriamo e a Te chiediamo aiuto”, tutto nel plurale, affinché ognuno si renda
conto di far parte di una comunità e non è da solo in quest’universo.
La condotta con Allah l’Altissimo
Oltre a quanto detto, la sura insegna al servo la condotta da seguire nei confronti di
Allah. La sura è divisa in due parti, la prima è un elogio a Dio l’Altissimo mentre la
seconda è una preghiera. L’elogio è chiaro nei versetti: “La lode [appartiene] ad
Allah, Signore dei mondi, il Compassionevole, il Misericordioso, Re del Giorno del
Giudizio, Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto”. Dopo, la preghiera con: “Guidaci
sulla retta via, la via di coloro che hai colmato di grazia, non di coloro che [sono
incorsi] nella [Tua] ira, né degli sviati”.
È curioso il fatto che il numero delle lettere della prima parte (l’elogio) è uguale a
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
quello della seconda parte (la preghiera).
Questa sura insegna il modo di comportarsi con Allah l’Altissimo. Infatti, se si vuole
pregare, è preferibile prima di tutto elogiare Allah l’Altissimo (ringraziandoLo e
lodandoLo per poi salutare il Profeta - pace e benedizione siano su di lui-). In seguito
viene la preghiera, che sarà accettata con il permesso di Allah l’Altissimo.
Il Dialogo con Allah l’Altissimo
La lettura di Al-Fatiha concede un grandissimo onore, ovvero il dialogo con Allah
l’Altissimo. Nel discorso santo (Hadith Qudsî) Allah, il Benedetto, l’Altissimo ha
detto: "Ho diviso la preghiera in due parti uguali tra Me e il mio servo, la prima parte
Mi appartiene, la seconda è la sua e gli concederò quello che Mi chiede". Recitate AlFatiha, proseguì l'Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui). Quando il servo dice:
"La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei mondi" Allah dice: "il Mio servo Mi ha
lodato!"; quando il servo dice: "il Compassionevole, il Misericordioso", Allah dice:
" il Mio servo Mi esalta". Quando il servo dice "Re del Giorno del Giudizio"; Allah
dice: "Il Mio servo Mi rende gloria". Quando recita "Te noi adoriamo e a Te
chiediamo aiuto", Allah dice: "Questo versetto è tra Me e il Mio servo, gli concederò
quello che chiede". Quando conclude con: "Guidaci sulla retta via la via di coloro
che hai colmato dei Tuoi doni , non di quelli che sono incorsi nella Tua ira, né
degli sviati", Allah dice: "queste parole appartengono al Mio servo e gli concederò
quello che chiede".
Così, senti ogni vola che reciti Al-Fatiha, che Allah l’Altissimo ti risponde. Quale
onore ottieni in un dialogo in cui il Potente ti chiama Mio servo! E ti ricompensa
esaudendo la tua preghiera pur non avendo detto niente di nuovo o di proprio, poiché
il Benedetto, l’Altissimo merita l’elogio come dici tu e ancora di più.
La sensibilità di Omar
Per questa ragione Omar Ibn Abdel-Aziz - che Allah l’Altissimo sia soddisfatto di luirecitava Al-Fatiha versetto per versetto e dopo ogni versetto taceva un momento.
Quando gli hanno chiesto il perché, rispose: «per godere della risposta di Allah
l’Altissimo».
Se ognuno provasse a sentire nel proprio cuore la risposta di Allah l’Altissimo dopo
ogni versetto recitato di Al-Fatiha, impazzirebbe dalla gioia.
Il compendio del bene
Hai sentito con me l’importanza di questa sura? Per quanto già detto, Ibn Al-Qayyem
dice: Allah l’Altissimo ha rivelato 104 libri, li ha riassunti tutti in soli tre libri; il
Torah, la Bibbia ed il Corano. Poi, ha riassunto tutti i tre nel Corano, e quest’ultimo in
Al-Fatiha, poi tutta Al-Fatiha in questo versetto: "Te noi adoriamo e a Te chiediamo
aiuto".
Questo versetto è diviso in due parti, entrambi necessarie nell’Islam: l’adorazione di
Allah l’Altissimo ovvero la pratica dei sacri riti: "Te noi adoriamo", e servirsi di ciò
che Allah l’Altissimo ha creato su questa terra per riuscire nella vita e nella gestione
della terra secondo i Suoi dettami (come vedremo nella sura seguente, Al-Baqara “La
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Giovenca”). E poiché i Compagni dell’Inviato di Allah l’Altissimo capirono
benissimo questo versetto ed hanno ben eseguito entrambi le sue parti nella loro vita,
governarono la terra ed ebbero successo in questa e nell’altra vita.
Nella nostra epoca, ci sono alcuni musulmani che eseguono :" Te noi adoriamo", e
capiscono dell’islam soltanto la sua religiosità, e purtroppo, vediamo gli occidentali
eseguire : "a Te chiediamo aiuto", e sfruttano ciò che esiste sulla terra per gestirla ed
edificarla. L’islam però, chiama all’equilibrio tra le due cose, ed Al-Fatiha lo mostra
chiaramente.
La chiave del Corano
Perché è stata chiamata Al-Fatiha (l’Aprente)? Ci sono due sensi per questo nome, il
primo è chiaro, ovvero perché è l’inizio del Corano. Il secondo, più profondo, la vede
come la chiave dei significati del Corano. Infatti, ogni sura del Corano si apre con AlFatiha (l’Aprente). Essa contiene tutti i tesori del Corano, e chi capisce Al-Fatiha
capirà tutte le Sure che la seguono.
Tutte le sure del Corano sono concatenate nei significati, negli obiettivi e nei
messaggi, perciò nessuna sura può essere legata che a quella precedente nell’ordine
coranico tranne Al-Fatiha che dà continuità e completezza al significato qualunque
sura precedesse. Così noi cominciamo la nostra preghiera con Al-Fatiha e poi
recitiamo qualunque sura senza compromettere la consequenzialità del contenuto.
Due Sure per due parole
Dobbiamo notare la relazione tra Al-Fatiha e le due Sure che la seguono secondo
l’ordine del Corano, ovvero Al-Baqara (La Giovenca) ed Âl 'Imrân (La Famiglia di
Imran). In Al-Fatiha Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Guidaci sulla retta via” ed all’inizio di Al-Baqara Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: “Questo è il Libro su cui non ci sono dubbi, una guida per i
timorati”, e questo è un cenno che le parole di Allah l’Altissimo “Guidaci sulla retta
via” verranno spiegate in Al-Baqara.
Cosa vuol dire? Allah dice quel che può essere tradotto come: “Non di coloro che
[sono incorsi] nella [Tua] ira, né degli sviati”. Gli incorsi nell’ira e gli sviati sono
gente che ha meritato l’ira di Allah l’Altissimo o sono stati sviati dalla retta via,
dunque Al-Baqara spiega “non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira” ed Âl
'Imrân spiega “né degli sviati”.
Una Sura intera con 286 versetti per spiegare “non di coloro che [sono incorsi] nella
[Tua] ira” ed un’altra per spiegare “né degli sviati”.
Una straordinaria correlazione negli scopi e nei temi che sarà evidenziata ancora di
più quando prenderemo in esame con dettaglio le due Sure.
Grazia per i mondi
Constatiamo che le parole “il Compassionevole, il Misericordioso” sono ripetute due
volte in “In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso” ed in “il
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Compassionevole, il Misericordioso” e questo ci fa sentire la Grazia di Allah
l’Altissimo che permea questa e l’altra vita.
La seconda ripetizione viene dopo “La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei
mondi”; infatti, i mondi e tutta la vita sussistono con la misericordia del nostro Dio,
mentre “il Compassionevole, il Misericordioso” viene seguita da “Re del Giorno del
Giudizio” per indicare che anche il giorno del Giudizio esiste grazie alla misericordia
di Allah l’Altissimo.
Quindi questa sura rassicura l’uomo affermando che il principio di fondo
nell’universo è la misericordia di Allah l’Altissimo, che è anche la base della Sua
relazione con i Suoi servitori.
I Mondi…. La Gente
La parola "I Mondi" ci offre una delicata indicazione. Infatti, Al-Fatiha – la prima
sura del Corano – comincia con quel che può essere tradotto come: “La lode
[appartiene] ad Allah, Signore dei mondi”, mentre l’ultima sura del Corano AnNâs (Gli Uomini) è conclusa con quel che può essere tradotto come: “che [venga]
dai dèmoni o dagli uomini” (TSC – Sura CXIV, versetto 6).
Il Corano comincia con la parola “I mondi” e finisce con “gli uomini”, come se il
senso fosse che questo Corano non è soltanto per i musulmani ma è una guida per
tutta l’umanità.
Facile guadagno
Questa sura ha una caratteristica peculiare: non contiene nessuna delle difficili regole
di recitazione e questo per rendere facile a tutti la sua lettura anche per quelli che non
parlano l’arabo.
Dunque Al-Fatiha è il nostro passaporto per capire il Corano e la carta d’identità che
ci permette di entrare in intimità con Allah l’Altissimo e di gioire nella sua corte.
Allora, come possiamo essere umili nelle nostre preghiere e sentire tutti i sensi
sopraccitati?
La Bilancia dell’umiltà
Il Profeta (pace e benedizione siano su di lui) dice: “Ogni servo ha della propria
preghiera solo la parte di cui è cosciente”, dunque ti basterebbe che sia accettata solo
la metà o un quarto o un ottavo della tua preghiera? Vieni con me dunque per recitare
insieme L’Aprente e capire i suoi versetti ed i suoi significati.
Se, volendo un giorno pregare, sentissi la mancanza di umiltà, allora sappi che stai
dimenticando una grazia divina, e se tu sapessi dire veramente “La lode [appartiene]
ad Allah”, il ricordo delle grazie di Allah ti farebbe invece pregare con umiltà.
Fa in modo che in ogni inchino ti ricordi un favore per il quale ringrazi Allah
l’Altissimo, dal favore dell’Islam e la fede a quello del Corano ed il Profeta
Muhammad (pace e benedizione siano su di lui), dai soldi e la salute alla vista e
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
l’udito; Allah dice quel che può essere tradotto come: “Se voleste contare i favori di
Allah, non potreste enumerarli" (TSC - Sura XVI, versetto 18).
E quando leggi quel che può essere tradotto come: “Il Compassionevole, il
Misericordioso” ti ricorderai la compassione di Allah l’Altissimo verso i suoi servi,
una compassione che ha compreso questa e l’altra vita, allora chiederai la Sua
misericordia e pregherai con umiltà.
Quando leggerai, invece, quel che può essere tradotto come: “Re del giorno del
Giudizio”, ricorderai il giorno del Giudizio e le sue disavventure e chiederai ad Allah
di alleviare la fatica di quel giorno, allora pregherai con umiltà.
Quando leggerai quel che può essere tradotto come: “Te noi adoriamo e a Te
chiediamo aiuto”, sentirai, con la parola “TE”, che la sincerità è rigenerata nel tuo
cuore ogni giorno, che non c’è altro Dio all’infuori di Allah ed è Lui che assiste,
allora pregherai con umiltà.
Questo versetto ha raccolto tutti i concetti contenuti nei libri fatti scendere da Allah
l’Altissimo, come già detto; dunque non sorvolarlo ma lascia che diventi il titolo della
tua vita e rigenera il suo senso nel tuo cuore ogni volta che lo reciti.
E quando leggerai quel che può essere tradotto come: “Guidaci sulla retta via”
sentirai che non c’è nessuno che ti possa guidare e rafforzare sulla retta via, in questa
e l’altra vita, tranne Allah. Così ti sentirai più vicino ad Allah e aumenterà la tua
speranza nella sua misericordia e la tua paura dal suo castigo, allora pregherai con
umiltà.
Stai in piedi accanto a loro
Ogni volta che leggerai quel che può essere tradotto come: “la via di coloro che hai
colmato di grazia” ricordati coloro che Allah l’Altissimo ha colmato di grazia prima
di te, per esempio nel primo inchino ricordati il Profeta Abramo, Adamo, Noè e
l’ultimo Profeta Muhammad (pace e benedizione siano su di loro) e prega Allah che ti
guidi sulla loro retta via. E poi, nel secondo inchino, ricordati i grandi personaggi
come Abu Bakr e Omar e il resto dei Compagni (che Allah sia soddisfatto di tutti
loro). Nel terzo, Salah Eddin3 ed il resto degli eroi dell’Islam. Nel quarto, ricordati i
credenti con cui vivi e della tua buona compagnia e prega Allah l’Altissimo che te la
salvi. Così sara “la via di coloro che hai colmato di grazia” davanti ai tuoi occhi.
Quando, invece, leggi ciò che può essere tradotto come: “non di coloro che [sono
incorsi] nella [Tua] ira, né degli sviati”, ti ricorderai dei nemici dell’Islam e dei
miscredenti durante i tempi, coloro che sono sviati ed hanno guadagnato l’ira divina.
Questa grande quantità di significati rinnovabili alla fine di Al-Fatiha stampa nella
mente di colui che legge il Corano migliaia di immagini di buoni modelli del passato
e del presente, ed anche, migliaia di altri cattivi. Tutto questo gli dà una meravigliosa
concentrazione nella preghiera e lo avvicina ancora ad Allah l’Altissimo facendolo
3
Saladino, il condottiero che ha liberato Gerusalemme dai crociati.
14
Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
aderire sempre di più ai suoi comandamenti, preghiera dopo l’altra. è così che la
nostra diventa una preghiera “viva”.
La chiave per capire il Corano
Questa è l’Aprente, la tua carta d’identità, fratello musulmano, e il tuo passaporto per
capire il Corano.
Dopo aver esaminato alcuni aspetti di questa grande sura, e dopo aver acquisito la
chiave per addentrarci nei significati del Corano, vieni con noi nel libro di Allah
l’Altissimo per vivere i suoi versetti e i suoi precetti ed imparare dal legame tra i suoi
versetti e sure.
Sura II : "Al-Baqara" (La Giovenca)
Presentazione della Sura "Al-Baqara"
Sura "Al-Baqara" (medinese) è la prima sura rivelata in Madina dopo l’Egira, nel
periodo in cui si formò la società musulmana e la Umma (nazione). Consiste di 286
versetti ed è considerata la Sura più lunga del Corano.
Come puoi temere quando essa è con te nel tuo cuore?
Due Hadith sono stati riportati a favore di questa Sura . Il primo riportato da Muslim e
raccontato da An-Nawwas Ibn Sam’an che ha riferito: “Ho sentito il Messaggero di
Allah (pace e benedizione di Allah siano su di lui) dire: “Nel giorno del giudizio il
Corano e la sua gente, coloro che lo recitavano e si conformavano alle sue leggi,
saranno preceduti dalle due sure Al-Baqara (La Giovenca) e Al–Imran (la famiglia
d’Imran) che intercederanno per loro”.
Cosi queste due sure difenderanno coloro che le hanno memorizzate e in seguito
coloro che le hanno recitate con regolarità.
In un altra versione troviamo che Abu-Umama disse di aver sentito il Messaggero di
Allah l'Altissimo, pace e benedizione di Allah siano su di lui, dire : "Il giorno della
resurrezione il Corano verrà insieme alla sua gente che lo recitava e si conformavano
alle sue leggi in questo mondo. Le due sure Al-baqara e Al-Imran perché verranno
come due nuvole o due ombre”...
Il caldo in questo giorno sarà torrido ed il sole sarà molto vicino dalle teste delle
creature, queste due Sure verranno per ombreggiare quelli che le hanno memorizzate
o regolarmente lette o si sono conformati alle loro leggi. Meditate dunque sul valore
di questa Sura.
Il secondo Hadith, riportato da Al-Bukhari, dice: “Satana non entra nella casa in cui la
Sura Al-Baqara viene recitata”. In un’altra versione : "Satana non vi entra per tre
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
giorni”.Effettivamente, numerosi sono coloro che tengono a recitarla a casa loro per
impedire a satana di entrarci.
Dove sono i detentori di "Al-Baqara"?
Quando la battaglia diviene sempre più difficile, il Profeta (pace e benedizione su di
lui) chiama: "Dove sono i detentori di Al-Baqara"? Molti erano i compagni che
avevano questo titolo, che accoglievano questo appello e lo esaudivano. Oggi noi
invitiamo la gente a detenere Al-Baqara per far parte di questo particolare gruppo in
questo mondo e di quelli che saranno ombreggiati il giorno della resurrezione .
L’obiettivo della sura "Al-Baqara": sei responsabile della terra:
Un discorso a proposito dell’obiettivo di questa sura ci aiuta a capire e conoscere i
legami tra i suoi vari argomenti. Alcuni scolari hanno richiamato l’attenzione sulla
denominazione “sura”4 data ai capitoli che costituiscono il Corano poiché ognuna
affronta un tema. Hanno detto a questo proposito: "Ogni sura include un tema unico
intorno al quale i versetti formano un recinto che lo circonda e lo serve.”
Ogni sura dunque ha un obiettivo unico, qual è allora quello di Al-Baqara? e quale è
questo asse che collega 286 versetti nel corso di due sezioni (ju’z) e mezzo del
Corano?5
L’obiettivo di Al-Baqara è il vicariato sulla terra, la successione dell'uomo sulla terra.
Questo significa semplicemente: “O musulmani siete responsabili della terra”. Voi
che leggerete questa sura dovrete sapere che questa terra appartiene ad Allah che vi
ha creati e ve ne ha resi padroni per dirigerla secondo la sua dottrina.
È felice colui che impara dall’esperienza degli altri
Nel corso della storia, Allah ha dato il vicariato (la responsabilità di dirigere la terra) a
numerose nazioni, alcune fra esse hanno portato a termine la loro missione, altre no.
Finalmente adesso tocca a questa Umma assumersi questa responsabilità.
È degno di menzione che Allah l’Altissimo non privilegia nessuno neppure la Umma
di Muhammad (pace e benedizione su di lui ). Se questa dovesse mancare alle sue
responsabilità, verrà sostituita come quelle precedenti. Di conseguenza, possiamo
comprendere il perché Al-Baqara fosse la prima sura del Corano dopo Al –Fatiha, in
cui vi è tracciata la linea di condotta. È la sura che descrive la metodologia dell’Islam.
Ciò chiarisce anche il perché Al-Baqara fosse stata la prima ad essere rivelata a
Medina e perché questa rivelazione fosse prolungata per tutti e nove anni del periodo
medinese. Il Profeta (pace e benedizione su di lui ) emigrò da Mecca, dove i
musulmani erano in stato di debolezza e persecuzione, verso Medina dove la
costruzione della Umma doveva avere luogo.
4
Ricorda che la parola ‘sura’ deriva dalla parola araba ‘sur’ che significa recinto.
5
un altra suddivisione del Corano, oltre alle Sure, consiste nel dividerlo in 30 sezioni di lunghezza
sostanzialmente uguale.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Era dunque normale che questa sura fosse rivelata durante questo periodo di
fondazione della società islamica, per insegnare a questa Umma come diventare
responsabile della terra. Chi la legge deve capire che ogni versetto gli chiede di
compiere la missione per cui è stato creato e gli dice: "Sei responsabile della terra, del
suo risanamento, della sua costruzione e della sua guida verso il bene. L’essere umano
deve sapere ugualmente che la sua responsabilità gli impedisce il fallimento e lo
costringe ad aiutare la gente e riuscire nella sua vita. Tutto ciò viene spiegato nella
sura Al-Baqara.
Le parti di "Al-Baqara"
La Sura Al-Baqara contiene un' introduzione, due parti centrali ed una conclusione.
la prima parte consiste nella prima sezione del Corano, presenta tre modelli di tre
gruppi di persone a cui Allah ha assegnato il vicariato prima di noi. La seconda parte,
che va dal versetto 142 fino al versetto 283, comporta soprattutto ordini e divieti ai
quali gli individui della Umma devono conformarsi per ottenere il vicariato.
Il primo juz del Corano
Questa porzione si divide a sua volta in otto quarti (rub’):
il primo presenta i diversi generi di gente su questa terra, a fine di mostrare i
tre gruppi esistenti sulla terra per sceglierne uno che sarà incaricato al
vicariato
il secondo parla dell’esperienza del primo successore della terra: Adamo (pace
su di lui )
dal terzo al settimo quarto i versetti parlano di una nazione a cui Allah debbe
per molto tempo, il vicariato e che fallì nella sua missione: i figli di Israele.
l’ottavo ed ultimo quarto cita il vicariato riuscito di Abramo (pace su di lui)
L’ esperienza di Adamo era soltanto preparatoria ed educativa, e il confronto tra lui ed
Iblis (Satana) era per annunciare l’inizio della sua responsabilità e quella dei suoi
discendenti verso la terra.
In seguito viene l’esempio dei Figli di Israele che non sono riusciti ad assumere il
carico della responsabilità e la cui esperienza è fallita.
Sura "Al-Baqara" continua a citare i loro errori, non per insultarli, ma per dire alla
Umma che verrà dopo loro: "Guardatevi dal non commettere gli stessi errori delle
nazione che vi hanno precedute nel vicariato." Allah nell’ultimo quarto ci da
l’esempio dell’esperienza riuscita di una persona alla quale ha dato il vicariato della
terra: Abramo (pace su di lui).
L’ordine è cosi logico poiché comincia con Adamo, la prima esperienza, e conclude
con la nazione che è riuscita a sollevare le nostre morali, e nel mezzo, quella che ha
fallito per evitare i suoi errori e trarne lezione .
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
La prima divisione: i tre modelli
I primi cinque versetti dell’introduzione descrivono gli attributi degli uomini pii, i due
che seguono quelli degli miscredenti, in seguito vengono i tredici versetti (8-20) che
citano quelli degli ipocriti ed il loro pericolo E come se l’introduzione ci dicesse:
"Questi sono i vari tipi di persone che esistono, scegli quello a cui vorresti appartenere
perché ci sarà soltanto uno solo tipo a cui Allah affiderà la responsabilità della terra.
Osservate: il primo attributo dei credenti è quel che può essere tradotto come "Coloro
che credono nell’invisibile” (TSC- Sura II, versetto 3), è l’attributo più importante
della Umma responsabile della terra, mentre come vedremo più tardi, il più pericoloso
è il materialismo e pragmatismo eccessivi della nazione precedente.
La prima esperienza del vicariato: Adamo (pace su di lui)
La Sura continua, in seguito, con il resoconto della storia di Adamo (pace su di lui) e
ci troviamo davanti a un versetto capitale all’inizio della prima divisione dopo
l’introduzione, Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E quando
il tuo signore disse agli Angeli:”Porrò un vicario sulla terra” (TSC- Sura II,
versetto 30).
-O! uomo sei responsabile della terra come lo era tuo padre Adamo all’origine.
Questa responsabilità, però, non può essere assegnata a quelli lontani da Allah e che
rifiutano la sua dottrina- .
Occorre a questo punto osservare che la risposta degli angeli e la loro domanda non è
una protesta contro la sentenza di Allah (che Allah non lo voglia), sono dovuti al loro
timore del cambiamento ed al desiderio di discolparsi poiché tutto il loro tempo è
soltanto impiegato nella preghiera ed adorazione .Allah risponde loro, quel che può
essere tradotto come: “In verità Io conosco quello che voi non conoscete …”(TSCSura II, versetto 30).
Allah insegna ad Adamo la tecnologia della vita
Il versetto che segue è anche un versetto significativo. Allah l'Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: "Ed insegnò ad Adamo i nomi di tutte le cose" (TSCSura II, versetto 31).
Cosa significa ? Significa che Allah ha insegnato ad Adamo la tecnologia della vita ,
se possiamo esprimerci così. Gli ha insegnato i nomi delle creature come il sole, la
luna, il mare, gli alberi, i frutti e i loro rispettivi ruoli.
È anche un avvertimento per i credenti, affinché capiscano che non avranno la
responsabilità della terra senza conoscere la procedura della sua amministrazione. C’è
anche un’osservazione interessante nel versetto 22. Allah l'Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: “[Egli è] Colui che della terra ha fatto un letto e del cielo
un edificio, e che dal cielo fa scendere l'acqua con la quale produce i frutti che
sono il vostro cibo.” (TSC- Sura II, versetto 22). Allah ci presenta qui gli strumenti
del vicariato e come sfruttare al meglio il cielo, la terra e le piante .
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
È un avvertimento per non limitare gli insegnamenti di Islam a puri atti di culto,
contro l’idea che l’Islam sia solo preghiera e digiuno. Un musulmano deve cercare la
conoscenza dal sussidio di cui lui (o lei) può controllare la vita e la terra. Allah
l’Altissimo ha insegnato ad Adamo che la devozione da sola non è abbastanza. La
scienza e la tecnologie sono mezzi d’amministrazione cruciali.
La disobbedienza è la causa della sostituzione
In seguito viene il versetto 36 che ci mostra l’esperienza di Adamo con Iblis.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:“ Poi Iblis li fece
inciampare e scacciare dal luogo in cui si trovavano .” (TSC- Sura II, versetto
36).
Questa è la prova che la disobbedienza è la causa della sostituzione. Allah l'Altissimo
sostituisce coloro che disubbediscono con coloro che obbediscono.
È come se il versetto si rivolgesse a noi al giorno d’oggi per dirci: "O voi Umma di
Muhammad! Siete stati per mille trecento anni responsabili della terra e quello che vi
è successo negli ultimi cento anni, è dovuto alla vostra disobbedienza come è
accaduto con vostro padre Adamo (pace su di lui ). Comunque la colpa di Adamo
(pace su di lui) non puo’ essere paragonata ai gravi peccati che accadono oggi giorno,
giorno e notte. Imparate dunque dagli errori precedenti ed evitate i peccati per
ottenere nuovamente il vicariato.
Il resoconto continua con la storia di Adamo fino al versetto 38. Allah l'Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: "Dicemmo: Andatevene via tutti [quanti] !Se
mai vi giungerà una guida da parte Mia,coloro che la seguiranno non avranno
nulla da temere e non saranno afflitti” (TSC- Sura II, versetto 38).
E qui ci ricordiamo che la guida scesa da Allah è il Corano, come citato all’inizio di
sura Al-Baqara. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Questo è
il libro su cui non ci sono dubbi ,una guida per i timorati” (TSC- Sura II,
versetto 2).
D’altra parte, preghiamo Allah in Al-Fatiha di farci seguire le sue direttive: Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:“ Guidaci sulla retta via” (TSCSura I, versetto 6). Avete cominciato a sentire la dolcezza del Corano e la
correlazione che esiste tra i suoi versetti?
L’esperienza dei Figli d'Israele
L’esperienza dei Figli d' Israele è citata a partire dal versetto 40 in Sura Al-Baqara per
dimostrare il loro fallimento nella prova della responsabilità sulla terra.
La porta d’accesso alla missione: il ricordo delle grazie
Nel primo versetto in questo contesto, Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come:“ O figli di Israele, ricordate i favori di cui vi ho colmati e rispettate
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
il Mio patto. E Io rispetterò il vostro. solo Me dovete temere.” (TSC- Sura II,
versetto 40) questo versetto è il primo indirizzato ai figli di Israele, invece il primo
versetto che Allah l'Altissimo ci ha indirizzato è stato ciò che può essere tradotto
come: “La lode [appartiene] ad Allah ,Signore dei mondi” (TSC- Sura I, versetto
2).
È come se il primo dovere della Ummah per essere incaricati della terra sia ricordarsi
delle grazie di Allah l'Altissimo.
Esempi delle grazie che Allah l'Altissimo ha dato ai Figli di Israele
Dopo questo versetto Allah inizia ad enumerare i diversi tipi di grazie che ha
accordato ai figli di Israele. Nel versetto 50, Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come:“ E quando abbiamo diviso il mare per voi ,quindi vi
abbiamo tratti in salvo e abbiamo annegato la gente di Faraone,mentre voi
stavate a guardare” (TSC- Sura II, versetto 50) e nel versetto 52, Allah l’Altissimo
dice quel che può essere tradotto come:“ Ma Noi vi perdonammo:forse ne sareste
stati riconoscenti” (TSC- Sura II, versetto 52). Ancora nel versetto 57,Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:“ E vi coprimmo con l’ombra di
una nuvola ,e facemmo scendere su di voi la manna e le quaglie :”Mangiate
queste delizie di cui vi abbiamo provvisti “ . Non è a Noi che fecero torto bensi a
loro stessi” (TSC- Sura II, versetto 57).
I successivi versetti citano le grazie e in seguito gli errori della Umma precedente
affinché stiamo in guardia ed evitiamo di cadere negli stessi errori.
Gli errori della Umma precedente
I versetti che parlano degli errori dei Figli di Israele cominciano nel versetto dove
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:“ e quando diceste: O
Mosé, noi non ti crederemo finché non avremo visto Allah in maniera evidente”
(TSC- Sura II, versetto 55).
Questo ci dimostra che sono una nazione materialista che crede soltanto a ciò che può
essere toccato con le mani.
Il materialismo assoluto è un peccato mortale che può condurre alla sostituzione di
nazioni con altre nazioni. Ciò ci fa pensare al primo attributo degli uomini pii nel
versetto 3 dove Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "coloro che
credono nell’invisibile” (TSC- Sura II, versetto 3).
Numerosi resoconti continuano in seguito a proposito dei figli di Israele e dei loro
gravi peccati e atti ignobili come l’assassinio ingiusto dei profeti, la loro
disobbedienza, la loro incredulità ai segni di Allah, l’oltraggio della gente del Sabato
ed il loro inganno ai prodigi di Allah fino alla storia molto significativa della
Giovenca.
Perché la Sura di Al-Baqara (La Giovenca) fu nominata cosi?
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Forse qualcuno si chiede perché questa Sura fu nominata “Al- Baqara” (La
Giovenca).
Alcuni diranno che questo nome deriva dalla storia della Giovenca, menzionata nella
Sura. Ma dato che in questa Sura ci sono altre storie, resta comunque in sospeso la
domanda “perché questa storia e non un'altra”?
La risposta giusta è questa: nella storia della “Giovenca” sono stati menzionati e
raffigurati i grandi errori dei figli di Israele, perciò la Sura fu nominata così affinché
ogni musulmano ricordi bene questi errori e di conseguenza li eviti.
La polemica è la fonte dei mali
Gli errori che commisero i figli d’Israele sono presenti nella Sura iniziando dal
versetto 67 in cui Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E
quando Mosè disse al suo popolo: «Allah vi ordina di sacrificare una giovenca!»
Risposero: «Ti prendi gioco di noi?» «Mi rifugio in Allah dall'essere tra gli
ignoranti.» Dissero: «Chiedi per noi al tuo Signore che ci indichi come deve
essere.» Rispose: «Allah dice che deve essere una giovenca né vecchia né vergine,
ma di età media. Fate quello che vi si comanda!» Dissero: «Chiedi per noi al tuo
Signore che ci indichi di che colore deve essere.» Rispose: «Allah dice che
dev'essere una giovenca gialla, di un colore vivo che rallegri la vista.» Dissero:
«Chiedi al tuo Signore che dia maggiori particolari, perché veramente per noi le
giovenche si assomigliano tutte. Così, se Allah vuole, saremo ben guidati.»
Rispose: «Egli dice che deve essere una giovenca che non sia stata soggiogata al
lavoro dei campi o all'irrigazione, sana e senza difetti.» Dissero: «Ecco, ora ce
l'hai descritta esattamente.» La sacrificarono, ma mancò poco che non lo
facessero!” (TSC- Sura II, versetto dal 67 al 71 ).
Il nome è stato scelto per una saggia ragione
La storia della giovenca raccontata nella Sura è quella di un uomo dei figli di Israele
che fu ucciso e nessuno sapeva chi fosse l’omicida, per cui tutti si accusarono a
vicenda. Allora Dio gli rivelò di sacrificare una giovenca e di prenderne una parte per
colpire il cadavere: Allah resuscitò l’uomo morto per dire chi lo uccise. Allah gli
ordinò di fare questo per esaminare la loro obbedienza. Essi furono molto materialisti
e Allah volle mostrare loro la Sua Onnipotenza e la Sua Grandezza nel riportare in
vita un morto per mezzo di un’altra creatura morta: qualcosa che potesse dimostrargli
che la vita fosse fatta solo di cose materiali.
Così Allah resuscitò il morto, ma i figli di Israele, essendo così materialisti, non
capirono la ragione dietro l’ordine divino e rifiutarono l’ordine del Creatore.
La storia della giovenca racconta gli errori dei figli di Israele a partire dal loro
materialismo, fino alla loro polemica, ma soprattutto per la loro disobbedienza sia
verso i profeti che verso Dio. Anche quando eseguirono l’ordine di Dio si sentirono
costretti e lo fecero a malincuore. In questa situazione Allah rivelò il versetto in cui
dice quello che può essere tradotto come: “La sacrificarono, ma mancò poco che
non lo facessero!” (TSC- Sura II, versetto 71).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Questa storia è un avvertimento per tutti noi dal non essere materialisti e dal non
polemizzare nella religione di Allah l’Altissimo oppure di eseguire i Suoi ordini a
malincuore, è per questo motivo che la Sura fu intitolata “Al-Baqara” (La Giovenca).
Siate distinti anche nel vostro lessico
Si prosegue fino ad arrivare al versetto 104 dove Allah parla dei credenti per la prima
volta nella Sura. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “O voi che
credete, non dite “râ’inâ” ma dite “undhurnâ” e ascoltate.” (TSC-Sura II,
versetto 104). Questo versetto fu rivelato perché quando gli ebrei parlavano col
Profeta (pace e benedizioni su di lui) gli dicevano la parola “râ'inâ”, che in arabo
significa “sii attento ai nostri affari”, mentre nella loro lingua assume un significato
offensivo. Chi sentiva questa parola pensava che gli ebrei intendevano il primo
significato ma invece loro intendevano sempre il secondo. Perciò Dio ordinò ai
compagni di non usare più questa parola e di usare un’altra equivalente, cioè
“undhurnâ” quando si rivolgevano al Profeta.
Tuttavia “râ'inâ” e “undhurnâ” sono sinonimi: Allah ci ordina di prestare molta
attenzione alla scelta dei vocaboli che usiamo. Perciò Allah ci mette in guardia dal
seguire o persino imitare le nazioni precedenti, cioè gli Israeliti, che caddero in gravi
errori i quali dobbiamo evitare. Dobbiamo scegliere bene le parole ed essere distinti
nella nostra scelta: qui troviamo una relazione tra l’ordine di Allah e il versetto 7 nella
prima Sura del Corano in cui Allah l’Altissimo dice quello che può essere tradotto “la
via di coloro che hai colmato di grazia, non di coloro che [sono incorsi] nella
[Tua] ira, né degli sviati.” (TSC- Sura I, versetto 7). Qui il credente prega Dio di
non essere come i figli di Israele.
Oggigiorno i giovani stanno imitando le altre nazioni Occidentali anche nelle cose più
vane mentre Allah ci ordina di avere persino il nostro distinto modo di parlare.
Poi ci sono numerosi versetti che ci avvertono di questa imitazione, che comincia con
piccole e vane cose e finisce con cose gravi come l’imitazione nella miscredenza.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Tra la gente del Libro, ci
sono molti che, per invidia, vorrebbero farvi tornare miscredenti dopo che avete
creduto e dopo che anche a loro la verità è apparsa chiaramente! Perdonateli e
lasciateli da parte, finché Allah non invii il Suo ordine. In verità Allah è
Onnipotente.” (TSC- Sura II, versetto 109).
L’esperimento riuscito: Abramo (Pace su di lui)
Arriviamo all’ultimo quarto della prima parte della Sura che racconta la storia delle
prove di Abramo. È un’esperienza così riuscita che è stata posizionata proprio in
questo posto, cioè alla fine del primo Juz’6 della prima parte del Corano per
incoraggiare l’uomo a essere veramente un vicario sulla terra.
Sul Profeta Abramo Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E
Abramo!… Quando il suo Signore lo provò con i Suoi ordini ed egli li eseguì, [il
Signore] disse: «Farò di te un imâm per gli uomini»” (TSC- Sura II, versetto
6
Parte del Corano. Il Corano è diviso in 30 juz
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
124). E dobbiamo osservare che il nostro Profeta Abramo non riuscì solo nella prova
ma eseguì gli ordini con la massima perfezione pur avendo passato esperienze dure:
essere messo nel fuoco, le varie emigrazioni, lasciare suo figlio nel deserto, immolare
il figlio ecc… Allah gli disse che avrebbe fatto di lui un imam7 per gli uomini per aver
obbedito a Dio. Abramo (Pace su di lui) chiese a Dio nel modo che può essere
tradotto: “E i miei discendenti?”, “Il Mio patto, disse [Allah], non riguarda quelli
che prevaricano.” (TSC- Sura II, versetto 124).
Allah vuole farci capire che la Sua benedizione e la Sua soddisfazione dipendono dai
fatti dell’uomo e non dalla sua discendenza, lo stesso vale anche per la nazione del
Profeta Muhammad. Abramo disse a Dio di mandare un altro profeta tra i suoi
discendenti, come è indicato nel seguente versetto: “O Signor nostro, suscita tra
loro un Messaggero.” (TSC- Sura II, versetto 129).
È da osservare che tutte e tre le storie nella Sura cominciano con versetti che parlano
dei vicari di Allah sulla terra e che tutte includono prove dure nell’obbedire Allah
l'Altissimo.
Nel primo versetto della storia di Adamo Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “E quando il tuo Signore disse agli Angeli: «Porrò un vicario sulla
terra.»” (TSC- Sura II, versetto 30). La prova di Adamo era l’ordine di Allah di
non mangiare da un certo albero.
Nel primo versetto della storia dei figli di Israele Allah l’Altissimo dice quello che
può essere tradotto come: “O Figli di Israele, ricordate i favori di cui vi ho colmati
e di come vi ho favorito sugli altri popoli del mondo.” (TSC- Sura II, versetto
47). La prova dei figli di Israele era di eseguire gli ordini di Allah e di ringraziaLo per
i Suoi favori.
Nel primo versetto della storia di Abramo Allah l’Altissimo dice quello che può
essere tradotto come: “E Abramo!… Quando il suo Signore lo provò con i Suoi
ordini ed egli li eseguì, [il Signore] disse: «Farò di te un imâm per gli uomini.»...”
(TSC- Sura II, versetto 124)
Le prove di Abramo erano la sua sfida contro il padre, contro il suo popolo, l'esserne
gettato nel fuoco, l’emigrazione, l'abbandono del figlio e la moglie nel deserto e infine
l'immolare il figlio.
Sosta per i favori divini
Alla fine viene un versetto meraviglioso che riassume la vita del nostro profeta
Giacobbe (e Israele). Allah l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come:
“Forse eravate presenti quando la morte si presentò a Giacobbe ed egli disse ai
suoi figli: «Chi adorerete dopo di me?» Risposero: «Adoreremo la tua divinità, la
divinità dei tuoi padri Abramo e Ismaele e Isacco, il Dio unico al quale saremo
sottomessi.»” (TSC- Sura II, versetto 133).
Qui vediamo come Giacobbe fu così devoto nel trasmettere il messaggio e la
7
guida spirituale
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
responsabilità del vicariato alla sua discendenza, figli di Israele, dai suoi padri
Abramo e Isacco.
Osserva bene la fine del primo Juz’, dopo il racconto delle tre storie, c’è il versetto in
cui Allah l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come: “Dite: «Crediamo in
Allah e in quello che è stato fatto scendere su di noi e in quello che è stato fatto
scendere su Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e sulle Tribù, e in quello che è
stato dato a Mosè e a Gesù e in tutto quello che è stato dato ai Profeti da parte
del loro Signore, non facciamo differenza alcuna tra di loro e a Lui siamo
sottomessi.»” (TSC- Sura II, versetto 136).
Notiamo che questa è una descrizione dettagliata di coloro che Allah ha colmato di
grazia menzionati nella Sura “L’Aprente”; Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Guidaci sulla retta via, la via di coloro che hai colmato di grazia,
non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira, né degli sviati.” (TSC- Sura I,
versetto 6 -7)
Ti prego di leggere questa parte col sentimento di chi vuole essere responsabile ed
essere il vicario di Allah sulla terra, colui che impara dagli errori degli altri ed evita il
materialismo cercando sempre di obbedire Dio e di non agire contro i Suoi ordini.
La seconda parte della Sura “Al-Baqara” (La Giovenca) precisa gli ordini e gli
avvertimenti ai quali la nazione islamica deve stare attenta per poter essere vicari di
Allah. Tutti questi comandamenti e divieti possono essere riassunti in tre concetti:
1- Obbedire Allah.
2- Essere una nazione distinta.
3- Temere Allah.
Colui che sarà il vicario sulla terra deve avere un piano per organizzare le sue azioni.
Questo piano è evidenziato nella seconda parte della Sura “Al-Baqara”.
Il cambiamento della qibla8: una prova di obbedienza e un ordine di distinguersi
La seconda parte comincia con l’ordine di Allah ai musulmani di cambiare
l’orientamento della qibla dalla moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme verso la Ka’ba9,
e racconta il dubbio degli ebrei di Medina per questo. In questo versetto Allah
l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come: “E gli stolti diranno: «Chi li
ha sviati dall'orientamento che avevano prima?»” (TSC- Sura II, versetto 142).
Allora che relazione ha questa parte con la parte precedente? Siccome la prima parte
racconta le tre storie di Adamo (Pace su di lui), dei figli di Israele e di Abramo (Pace
su di lui), la cosa in comune fra queste storie è la prova dell’obbedienza verso Allah:
Adamo (Pace su di lui) con l’ordine di non mangiare dall’albero, i figli di Israele con
l’ordine di sacrificare la Giovenca e Abramo (Pace su di lui) con le tante prove
d’obbedienza verso Allah che ha dovuto affrontare.
Dopo che Allah ci aveva informato delle nazioni precedenti a noi, ha voluto elaborare
un piano per la nostra nazione, con l’obbedienza come base. Le tre storie sono state
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9
l'orientamento da prendere durante la preghiera (ovvero la direzione della Mecca).
La moschea Sacra a Mecca
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
raccontate con l’obbiettivo di far mettere radici, nel cuore di coloro che sono stati
chiamati a guidare l’umanità, il concetto di obbedienza. Perciò cambiare la direzione
della qibla era un esame pratico per l’obbedienza dei musulmani. Nel seguente
versetto Allah l’Altissimo ci spiega questo significato molto chiaramente dicendo quel
che può essere tradotto come: “...Non ti abbiamo prescritto l'orientamento se non
al fine di distinguere coloro che seguono il Messaggero da coloro che si sarebbero
girati sui tacchi...” (TSC- Sura II, versetto 143).
Alcune persone potrebbero credere che la questione fosse facile, ma in realtà non lo
era: gli arabi glorificavano la Ka’ba fin dal tempo del nostro Profeta Abramo, perciò
Allah ordinò ai musulmani di orientarsi verso Bait Al-Makdes (Gerusalemme) per la
preghiera; poi ordinò di cambiare la direzione verso la Ka’ba per verificare
l’obbedienza dei musulmani.
Notate con me la relazione che c’è fra i quarti della prima parte ed il primo quarto di
questa parte:
-
Il settimo quarto prepara la via per l’applicazione dell’abrogazione (cioè il
cambiamento delle regole). Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Non abroghiamo un versetto né te lo facciamo
dimenticare, senza dartene uno migliore o uguale.” (TSC- Sura II,
versetto 106).
-
L’ottavo quarto parla della costruzione della Ka’ba. L’Altissimo dice quel
che può essere tradotto come: “E quando Abramo e Ismaele posero le
fondamenta della Casa.” (TSC- Sura II, versetto 127).
-
Alla fine di questa fase troviamo la dichiarazione di abrogare una regola che
sarà, in questo caso, la modifica dell’orientamento della qibla. Vedete come
si sono legati i versetti fra di loro!
La distinzione della Umma anche nel suo lessico
Questa parte attira la nostra attenzione a una cosa diversa dalla prova dell’obbedienza,
cioè l’importanza nel distinguersi dalle altre nazioni e nell’uso delle parole, come
abbiamo già detto nella prima parte. Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “O voi che credete, non dite “râ’inâ” ma dite “undhurnâ”.” (TSCSura II, versetto 104). La stessa cosa viene applicata nel comando riguardante il
cambiamento dell’orientamento della preghiera.
L’orientamento degli ebrei mentre pregavano era Bait Al-Maqdes (Gerusalemme);
Allah allora ordinò ai musulmani di essere differenti e di pregare verso la Ka’ba.
Quindi il messaggio è: la nazione che guiderà l’umanità, dovrà distinguersi da
qualsiasi altra nazione per essere degna della responsabilità affidatale da Allah. Perciò
l’ordine di Allah di cambiare l’orientamento doveva essere fatto prima di tutto, perché
essere una Ummah distinta e unica è il primo degli ordini e mai si dovrà imitare le
altre nazioni.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
L’equilibrio della distinzione
La seconda parte di questa sezione comincia con il seguente versetto dove Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Safâ e Marwa sono veramente
segni di Allah e non ci sarà male alcuno se coloro che fanno il Pellegrinaggio alla
Casa o la Visita, correranno tra questi due [colli]. Allah sarà riconoscente a chi si
sarà imposto volontariamente un’opera meritoria.” (TSC- Sura II, versetto 158).
Alcuni possono capire che il percorso fra questi due colli sia facoltativo; tuttavia
capire bene il vero significato e la ragione dietro la quale questo versetto è stato
rivelato è importante. I politeisti erano soliti correre fra i due colli di Safâ e Marwa e
avevano messo due dei loro idoli (Aasaf e Naela), uno su ogni colle. Così quando i
compagni avevano ricevuto l’ordine dal Corano di essere distinti sia nelle parole che
nell’orientamento della qiblah, sentirono che il loro tawaf10 tra Safâ e Marwa
contraddiceva il comando di Allah. Perciò Allah rivelò questo versetto per dire ai
compagni che non tutti le azioni dei miscredenti erano sbagliate: infatti l’origine del
tawaf fra i due colli fu un ordine divino sin dal tempo del Profeta Abramo. Il
messaggio di Allah è chiaro: bisogna essere equilibrati anche nella nostra distinzione,
perché questa nazione è equilibrata.
In questa sezione è incluso un versetto importantissimo che propone ai musulmani
un’altra regola e dove Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E
così facemmo di voi una comunità equilibrata, affinché siate testimoni di fronte
ai popoli.” (TSC- Sura II, versetto 143).
Appartieni a una nazione eccezionale! Immagina, nel giorno del Giudizio sarai tu a
testimoniare di fronte ai popoli a te contemporanei e dirai dove è la verità e dove è
l’errore: è davvero una grande responsabilità! Continuiamo a leggere il resto della
Sura per sapere esattamente la figura di questa responsabilità.
L’Islam e la riforma generale
Nel terzo quarto del secondo juz comincia con una serie di ordini generali per
riformare ogni aspetto della vita della comunità musulmana. Comincia col versetto in
cui Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “La carità non consiste
nel volgere i volti verso l'Oriente e l'Occidente, ma nel credere in Allah e
nell'Ultimo Giorno, negli Angeli, nel Libro e nei Profeti e nel dare, dei propri
beni, per amore Suo, ai parenti, agli orfani, ai poveri, ai viandanti diseredati, ai
mendicanti e per liberare gli schiavi; assolvere l'orazione e pagare la decima.
Coloro che mantengono fede agli impegni presi, coloro che sono pazienti nelle
avversità e nelle ristrettezze, e nella guerra...” (TSC- Sura II, versetto 177).
I predicatori dicono che questo versetto include ogni aspetto dell’Islam; includendo i
principi della fede (credere in Allah e nell'Ultimo Giorno, negli Angeli, nel Libro e
nei Profeti), gli atti di adorazione (assolvere l'orazione e pagare la decima),
10
Percorso tra i colli Safâ e Marwa
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
comportamenti e relazioni con gli altri (mantenere fede agli impegni presi) e la
moralità.
Notate bene come è magnifica la gradualità e la progressione di questa Sura:
1- Il cambiamento o la modifica dell’orientamento della qiblah (per realizzare la
distinzione). Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Volgiti dunque verso la Sacra Moschea.” (TSC- Sura II, versetto 144).
2- L’equilibrio nella distinzione. Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Safâ e Marwa sono veramente segni di Allah e non ci sarà
male alcuno se coloro che fanno il Pellegrinaggio alla Casa o la Visita.”
(TSC- Sura II, versetto 158).
3- L’orientamento non è tutto. Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “La carità non consiste nel volgere i volti verso l'Oriente e
l'Occidente.” (TSC- Sura II, versetto 177).
Dopo che Allah aveva ben messo nel cuore dei compagni il senso dell’obbedienza e della
distinzione nel primo quarto, gli aveva mostrato e chiarito che la questione non era quella
di una certa direzione o orientamento, ma di una riforma generale. Quando Allah ordinò
ai musulmani di volgersi verso la Ka’ba o la Sacra Moschea, era solo per esaminare la
loro obbedienza. Il vero obbiettivo era la carità e la rettitudine in tutti i loro aspetti, come
è stato menzionato nel versetto 177.
La lingua della riforma comprensiva: Tutti i metodi per il miglioramento
A partire dal terzo hizb (quarto) del secondo juzu (parte), una serie di ordini e
proibizioni sono elencati per incorniciare un modo di vivere completo per la Ummah
islamica:
Codici penali come indicato nei seguenti due versetti:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
"O voi che credete, in materia di omicidio, vi è stato prescritto il
contrappasso"(TSC - Sura II, versetto 178).
"Nel contrappasso c'è una possibilità di vita, per voi che avete intelletto"
(TSC - Sura II, versetto 179)
Leggi di eredità nell'Islam come indicato nel seguente versetto:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Vi è stato
prescritto di far testamento, quando giungete in punto di morte e lasciate
un patrimonio, in favore dei genitori e dei parenti prossimi" (TSC - Sura
II, versetto 180).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Segue la normativa religiosa come indicato nel seguente versetto:
Allah l’Altissimo dice quel che può ٍessere tradotto come: "O voi che credete
vi è stato prescritto il digiuno, come venne prescritto a coloro che vi
hanno preceduto, per farvi diventare timorati"(TSC - Sura II, versetto
183).
La pietà è la luce che ti conduce sulla retta via
Si può ٍnotare che tutte le normative precedentemente scritte si basano
fondamentalmente sul timore di Dio (gloria a Lui l' Altissimo) e troverai nel verso del
contrappasso: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Nel
contrappasso c'è una possibilità di vita, per voi che avete intelletto, affinché siate
timorati" (TSC - Sura II, versetto 179).
Nei versetti dell'eredità: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:"Vi
è stato prescritto di far testamento in favore dei genitori e dei parenti prossimi,
con equità. è un dovere per i timorati " (TSC - Sura II, versetto 180).
La pietà è data risalto nei versetti che prescrivono il digiuno Allah l’Altissimo dice
quel che può ٍessere tradotto come: "O voi che credete vi è stato prescritto il
digiuno, come venne prescritto a coloro che vi hanno preceduto per, farvi
diventare timorati"(TSC - Sura II, versetto 183).
Alla fine dell'illustrazione di tutte le leggi, Allah l’Altissimo dice quel che puٍò essere
tradotto come: "Così Allah spiega agli uomini i Suoi segni, affinché siano
timorati" (TSC - Sura II, versetto 187).
La metodologia di Allah sarà dunque adottata soltanto dai credenti ubbidienti, che si
distinguano dagli altri per la loro unicità e pietà; la gente che desidera guadagnare la
soddisfazione di Allah (gloria a Lui l'Altissimo).
Questi tre perni sono schermi che conservano questa metodologia. Coerentemente
sono presentati in un senso unico, completamente differente dal modo umano di
presentare e spiegare le cose.
Fratello musulmano! Più andrai avanti a leggere questa Sura più ti si apriranno gli
occhi e scoprirai le funzioni complete della metodologia di Allah.
Il sacro Corano inizia cٍ on il codice penale e finisce con la legislazione religiosa..
Alcuni di voi si chiederanno qual è il rapporto tra le due normative?
In realtà, presentare più argomenti indipendenti successivamente nel Sacro Corano
indica che l'Islam li copre tutti. Gli atti di culto sono inseparabili dalle altre regole
dell' Islam. Questo fatto dà risalto alla completezza della metodologia di Allah e alla
relativa inclusione di tutte le funzioni di vita.
Lo scudo impenetrabile dell'Islam
La quarta parte si occupa della legislazione di combattimento per la causa di Allah e
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
le leggi della Jihad11.
Allah l’Altissimo dice quel che può ٍessere tradotto come: "Combattete per la cause
di Allah contro coloro che vi combattono, ma non siate voi gli aggressori! Allah
non ama gli aggressori. Perché se vi aggrediscono siete autorizzati ad ucciderli,
dovunque li troviate, ed a cacciarli da qualsiasi luogo da cui vi abbiano
cacciato." (TSC - Sura II, versetti 190 - 191).
Il versetto da’ risalto all'inevitabilità del Jihad per conservare la metodologia di Allah
e lo sforzo sulla necessità di spendere i soldi su Jihad (cioè nella causa di Allah
l'Altissimo).
Dobbiamo combattere per proteggere l’Islam. Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come:“ Elargite per la cause di Allah e non gettatevi da soli nella
perdizione.” (TSC - Sura II, versetto 195).
Questa metodologia richiede il combattimento (nella causa di Allah) per proteggere
l'Islam dai relativi nemici ed i nemici che ostacolano il suo progresso; non è una
forma di terrorismo e di massacro.
C’è una regola generale nel santo Corano: ogni volta che il jihad è accennato, anche le
sue regole sono spiegate. Per esempio, l'ordine di jihad nel versetto 190 è diretto solo
contro gli aggressori. Allah l’Altissimo dice quel che può ٍessere tradotto come:
"Combattete per la causa di Allah, coloro che vi combattono" (TSC - Sura II,
versetto 190). Inoltre il versetto chiarisce l'etica di jihad proibendo la trasgressione,
non bisogna aggredire (Non siate voi aggressori).
Al-Hajj: Il pellegrinaggio, una tappa di rifornimento
Si spostano i versi sul discorso delle regole del pellegrinaggio.
Perché il pellegrinaggio viene menzionato direttamente subito dopo la guerra?
Di fatto, il pellegrinaggio è il primo simbolo pratico di jihad. Quindi, effettuando il
hajj, Allah dà ai musulmani una possibilità per praticare il jihad e cambiare le loro
abitudini difettose (attraverso la preparazione psicologica, fisica e spirituale).
Nota quanto coerente e strettamente collegati sono i versetti, anche se si occupano di
vari soggetti!
Questo ci ricorda la preghiera del profeta Abramo (pace su di lui) che troviamo
nell'ultima parte del primo juz . Allah l’Altissimo dice quel che puٍò essere tradotto
come:"...Mostraci i riti..." (TSC -Sura II, versetto 128).
Seguono poi i dettagli sul pellegrinaggio nei versetti 196-200:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:“ E assolvete, per Allah, al
Pellegrinaggio e alla Visita . Se siete impediti a ciò, [inviate] un'offerta di quel
che potete e non rasatevi le teste prima che l'offerta sia giunta al luogo del
11
Letteralmente sforzo in questo significato significa combattimento sulla via di Allah
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
sacrificio. Se però siete malati o avete un morbo alla testa, vi riscatterete con il
digiuno, con un'elemosina o con offerta sacrificale. Quando poi sarete al sicuro,
colui che si è desacralizzato tra la Visita e il Pellegrinaggio deve fare un sacrificio
a seconda delle sue possibilità. E chi non ne ha i mezzi digiuni per tre giorni
durante il Pellegrinaggio e altri sette una volta tornato a casa sua, quindi in tutto
dieci giorni. Questo per chi non ha famiglia nei pressi della Santa Moschea.
Temete Allah e sappiate che Allah è severo nel castigo. Il Pellegrinaggio avviene
nei mesi ben noti . Chi decide di assolverlo, si astenga dai rapporti sessuali, dalla
perversità e dai litigi durante il Pellegrinaggio . Allah conosce il bene che fate.
Fate provviste , ma la provvista migliore è il timor di Allah, e temete Me, voi che
siete dotati di intelletto. Non sarà per nulla peccato se cercherete di guadagnarvi
la grazia del vostro Signore. Poi quando lasciate 'Arafa ricordatevi di Allah
presso il Sacro Monumento. E ricordatevi di Lui, di come vi ha mostrato la Via,
nonostante foste fra gli sviati. Fate la marcia da dove la fanno tutti gli altri e
chiedete perdono ad Allah. Allah è perdonatore misericordioso. E quando avrete
terminato i riti, ricordate Allah come ricordate i vostri padri e con maggior
venerazione. Ci sono persone che dicono:"Signore dacci le cose buone di questo
mondo!"Questi non avranno parte nell'altra vita. ” (TSC -Sura II, versetti 196200).
I pilastri dell'Islam
Possiamo notare una cosa importante, cioè che i cinque pilastri fondamentali
dell'Islam non sono spiegati interamente in modo così dettagliato in nessuna sura
quanto in surat Al-Baqara, lo stesso vale per le normative del digiuno, del
pellegrinaggio, così come le normative del digiuno e dell'elargizione. Questa sura
menziona anche che l'Islam è basato sullo sviluppo e la carità non sull’ usura.
Le due testimonianze si trovano tra i primi versetti di questa Sura.
Il primo versetto della sura si riferisce al primo pilastro dell’Islam: il Shahadah (la
dichiarazione della fede).
Allah l’Altissimo dice quel che puٍò essere tradotto come: "...Coloro che credono
nell'invisibile.." (TSC -Sura II, versetto 3).
Il secondo pilastro - Salat - è considerato lo schermo di sostegno dell’ Islam.
L'argomento del salat (la preghiera) è ripetuto abbastanza spesso in diversi versetti nel
corso della Sura.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:" Eseguite l'adorazione
quotidiana e pagate la decima" (TSC -Sura II, versetto 43).
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Salvaguardate le
preghiere e nella preghiera mediana e, devotamente, state ritti davanti ad Allah"
(TSC -Sura II, versetto 238), questo è l'unico versetto che parla specificatamente
della piu' importante delle cinque preghiere, la preghiera del pomeriggio.
Entrate nella pace della pratica dell'Islam
Dopo che i versetti ci hanno mostrato un vasta varietà di normative arriviamo ad un
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
versetto fondamentale:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: " Oh voi che credete, tutti
entrate nella pace della pratica dell'Islam" (TSC - Sura II, versetto 208) e qui il
significato di pace è Islam.
In questo versetto Allah ordina ai credenti di comportarsi secondo il significato
completo dell'Islam. L'Islam rappresenta tutte le funzioni della metodologia, che
Allah ha incorniciato per i musulmani.
I versetti precedenti hanno indicato le funzioni di questa metodologia. Queste funzioni
includono gli atti di culto, i codici penali, le leggi dell'eredità, il Jihad, le regole del
hajj e lo spendere soldi nella causa di Allah.
Questo versetto viene in questo contesto particolare per comandare la gente di
abbracciare l'Islam interamante ed aderirsi a tutte le sue regole.
Inoltre avverte la gente contro il comportarsi nell'accordo ad alcune di queste regole
ed ignorarne altre, come gli ebrei.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Accettate dunque una
parte del Libro e ne rinnegate un'altra parte ?” (TSC –Sura II, versetto 85).
Quindi, il versetto mira a mettere la Ummah islamica sull'allarme, dato che i
musulmani dovrebbero abbracciare l'Islam nel senso più perfetto e più adatto.
Ai musulmani non e’ permesso accettare alcune regolazioni islamiche e rifiutarne
altre. Ciò ci ricorda della donna musulmana che osserva le sue preghiere ma rifiuta di
indossare il velo, o i musulmani (uomini o donne) che effettuano il qiyam (veglia
notturna) ma nuocciono i loro vicini di casa.
Completando la metodologia: Le regole della famiglia
Oltre due hizb (quarti) del secondo juzu, si occupano in dettagli delle regole che
affrontano la vita di famiglia, il matrimonio, il divorzio, l’allattamento ed il
fidanzamento. Alcuni possono chiedersi perché tali regole sono state menzionate solo
alla conclusione della Sura, perché non nell'inizio?
La Sura comincia giustamente con gli ordini imposti ai credenti di obbedire ad Allah,
essere pii, osservare il digiuno ed effettuare il Hajj. Tutti questi mezzi sono requisiti
indispensabili necessari per preparare un buon musulmano all'operazione difficile
della costruzione di una famiglia.
Milioni di regolazioni e di disposizioni religiose potrebbero non riuscire a riformare e
migliorare il comportamento di una persona smarrita dalla retta via. Quindi, molti
versetti di questi due quarti si chiudono col ricordarvi del vostro timore di Allah e
della Sua Onnisapienza, e la Sua Onnipresenza.
Questo e’ indicato nei seguenti versetti dove Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come:
- "Sappiate che Allah è Onnisciente" (TSC -Sura II, versetto 231)
- "Sappiate che Allah è osservatore attento di ciò che voi fate" (TSC -Sura
II, versetto 233)
- "Allah è perfettamente informato di ci ٍche fate"(TSC -Sura II, versetto
234)
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
- "Se rinunciate voi, è comunque più vicino alla pietà" (TSC -Sura II,
versetto 237)
- "Anche le divorziate hanno diritto al mantenimento, in conformità alle
buone consuetudini." (TSC -Sura II, versetto 241)
Poiché la pietà avvolge le regole della famiglia, sia le discipline etiche che pratiche
nell'Islam sono collegate strettamente
Chi arriverà fino alla fine?
Nei versetti 246-252 della sura è accennata la storia della guerra tra Lut e Galut.
Questa storia è circa due gruppi di persone israeliane. Il primo gruppo è riuscito nel
dirigere l’ umanità, mentre l'altro non è riuscito a compiere la stessa missione per
parecchi motivi. Il gruppo guastato si e’ allontanato dagli ordini di Allah, si è astenuto
dal combattimento, ha disobbedito al loro profeta, ha fallito nella prova del bere dal
fiume ed ha calcolato vittorie e sconfitte con puro scopo venale, con misure
materialistiche.
In breve, questa storia illustra una lotta in cui un partito ha avuto due gruppi di
persone; uno era impaurito dello scontro con il nemico, mentre l'altro ha osato
confrontare il nemico. La storia mira su asserire il fatto che il combattimento è
necessario per la protezione della metodologia di Allah. Inoltre dimostra che i
vigliacchi non potranno mai prendere la carica della terra e dell'umanità.
Il Versetto del trono: Il potere e la grandezza di Dio
Ora veniamo al versetto più grande nel santo Corano, Ayat Al-Kursi12. Questo
versetto descrive Allah l'Altissimo (Gloria a Lui) nel senso più adatto e più
meraviglioso mai conosciuto all’ umanità dall'alba della storia.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:" Allah! Non c'è altro dio
che Lui, il Vivente, l'Assoluto . Non Lo prendono mai sopore né sonno. A Lui
appartiene tutto quello che è nei cieli e sulla terra. Chi può intercedere presso di
Lui senza il Suo permesso? Egli conosce quello che è davanti a loro e quello che è
dietro di loro e, della Sua scienza, essi apprendono solo ciò che Egli vuole. Il Suo
Trono è più vasto dei cieli e della terra, e custodirli non Gli costa sforzo alcuno.
Egli è l'Altissimo, l'Immenso” (TSC -Sura II, versetto 255).
Il versetto seguente ha determinata importanza.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Non ci dev' essere
costrizione nella religione..."(TSC - Sura II, versetto 256).
Ayat Al-Kursi agisce come prova all'umanità che Allah esiste (gloria a Lui
l'Altissimo) e che tutti dobbiamo credere in Allah. Quindi, chiunque preferisce
rinnegare Dio, non deve essere costretto ad abbracciare l'Islam.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Infatti la retta via ben si
12
Versetti del Trono (TSC- Sura II, versetto 255).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
distingue dal peccato"(TSC -Sura II, versetto 265).
Mentre i musulmani stanno comportandosi in accordo con quella metodologia, loro
hanno bisogno di un'assicurazione che questa metodologia effettivamente è
incorniciata da Allah, che protegge coloro che applica le sue regole. Ecco perché Ayat
Al-Kursi viene nel mezzo della discussione circa questa metodologia.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Allah è il patrono di
coloro che credono” (TSC - Sura II, versetto 257).
Le dimostrazioni e le prove
Dopo il versetto del trono seguono tre storie che mostrano tre esempi della vita di
ogni giorno.
La prima storia riguarda il profeta Abramo (pace su di lui), e il Namrud.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:"Quando Abramo disse"Il
mio Signore è Colui che dà la vita e dà la morte". rispose:"Sono io che do la vita
e do la morte. Allora Abramo disse: "Allah fa sorgere il sole dall'oriente; tu
prova a farlo sorgere da occidente".Restò confuso il miscredente." (TSC -Sura
II, versetto 258)
La seconda storia riguarda Aziz (Ezra). Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: "Oppure di colui che si trovo’ ٍa passare in vicinanza delle rovine di
una località devastata...Facendolo poi resuscitare..."(TSC - Sura II, versetto
259).
La terza storia descrive come i morti sono portati di nuovo a vita.
Allah l'Altissimo comandò Abramo di prendere quattro uccelli, ucciderli e tagliarli in
parti poi mettere una parte di loro su ogni collina. Il Profeta poi li chiamerebbe e
verrebbero a lui in rapidità, da piume e sangue ristabiliti al loro originale stato.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E quando Abramo
disse:"Signore, mostrami come resusciti i morti ", Allah disse:"Ancora non
credi?". "Sí, disse Abramo, ma [fa] che il mio cuore si acquieti". Disse
Allah:"Prendi quattro uccelli e falli a pezzi, poi mettine una parte su ogni monte
e chiamali: verranno da te con volo veloce. Sappi che Allah è eccelso e saggio".
(TSC - Sura II, versetto 260).
Queste storie accertano la potenza di Allah l'Altissimo sui morti ed i viventi, Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:"...Allah!Non c'è altro Dio
all'infuori di lui, il Vivente, l'Assoluto." (TSC - Sura II, versetto 255).
Quindi, Ayat Al-Kursi segue i versetti che affrontano la metodologia per rinforzare la
fede dei musulmani e per aumentare la loro fiducia in Allah. Di conseguenza, li
aiuterà a sopportare gli incarichi pesanti di questa metodologia.
Il sistema economico finanziario
I versetti mostrano l' ultimo aspetto della metodologia divina: il sistema economico
finanziario nell'Islam. L’economia islamica e’ basata sull’investimento dei soldi non
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
l’usura. I seguenti versetti ci avvertono dall’usura: Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come:
-"Allah vanifica l'usura e fa duplicare l'elemosina. Allah non ama nessun ingrato
peccatore." (TSC -Sura II, versetto 276).
-"Oh voi che credete, se siete veramente credenti, temete Allah e rinunciate ai
profitti dell'usura. Se non lo farete vi è dichiarata guerra da parte di Allah e del
Suo Messaggero; se vi pentirete, conserverete il vostro patrimonio. Non fate torto
e non subirete torto"(TSC- Sura II, versetto 278- 279).
Ora, veniamo al versetto più lungo del Corano, il versetto tratta dei debiti. Per asserire
l'autenticazione nei rapporti d'affari, questo versetto si occupa delle questioni dei
debiti e come il contrarre un debito dovrebbe essere annotato.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Quando contraete un
debito con una scadenza precisa, mettetelo per iscritto"(TSC -Sura II, Versetto 282).
Per confermare le certezze questo versetto viene dopo la storia del profeta Abramo
(pace su di lui) quando ha chiesto ad Allah l'Altissimo di mostrarli prova che
consoliderebbe la sua credenza.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:"E quando Abramo
disse:"Oh mio Signore, mostrami come resusciti i morti" Allah rispose:"Ancora
non credi?"."Si, disse Abramo, ma cos ‫ى‬il mio cuore si tranquillizerà"(TSC -Sura
II, Versetto 260)
Quindi questi due versetti chiariscono dentro di voi che la certezza è il modo di vivere
di ogni Musulmano in tutti gli aspetti di vita. Come potete notare i versetti che
trattano dell'usura sono tra i versetti dell'elargizione e dello sviluppo, per chiarire che
l'Islam non vieta nulla se non da qualcosa che sia migliore.
La Sura “Al-Baqara”: Il biglietto da vista per diventare "principe"
Dopo che abbiamo visto la Sura "Al-Baqara" (La Giovenca) e tutti i dettagli delle
normative dell'Islam, possiamo capire perché il Profeta (pace e benedizione su di lui)
scegliesse come "principe" chi sapesse a memoria questa Sura, perché in questo modo
il "principe" aveva appreso tutte le normative della metodologia.
Questa comprensiva metodologia è rappresentata dalla retta via della “Sura Aprente”,
e dalla certezza nel versetto del Trono. In più tratta normative del digiuno, e il
pellegrinaggio e l'elemosina, la registrazione dei debiti, il divieto dell'usura e le
normative dei combattimento.
Queste funzioni sono contenute in tre perni: obbedienza, distinzione moderata (cioè
unicità) e pietà
Il sigillo: abbiamo ascoltato e seguito
La Sura "Al-Baqara" (La Giovenca) si conclude con due versetti che sono il tesoro
sotto il trono, con qui Allah (Gloria a Lui l'Altissimo) si complimenta con i Suoi
credenti.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:"E dissero:" Abbiamo
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
ascoltato ed obbediamo. Perdono Signore! è a te che tutto ritorna" (TSC- Sura
II, versetto 285).
Ed il figlio di Israele disse, Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come:"Abbiamo ascoltato ma dissobbediamo"(TSC- Sura II, versetto 93).
Noi mondo Musulmano vogliamo che il nostro pensiero sia : "Abbiamo ascoltato ed
obbediamo" in modo da essere responsabili su questa terra.
E dopo di che la preghiera, Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come:"Allah non impone a nessun'anima un carico al di là delle sue capacità.
Quello che ognuno avrà guadagnato sarà a suo favore e ci ٍche avrà demeritato
sarà a suo danno." Signore, non ci punire per le nostre dimenticanze e i nostri
sbagli. Signore, non caricarci di un peso grave come quello che imponesti a
coloro che furono prima di noi. Signore, non imporci ci ٍper cui non abbiamo la
forza. Assolvici, perdonaci, abbi misericordia di noi. Tu sei il nostro patrono,
dacci la vittoria sui miscredenti."(TSC -Sura II, versetto 286).
Nella sua vita, l'uomo sbaglia mentre cerca di realizzare questa metodologia e si
indebolisce, così la retta via è una grazia di Allah (gloria a Lui l'Altissimo), e quindi
il Musulmano ha bisogno dell' aiuto di Dio, perciò prega per il perdono, l'espiazione e
la compassione.
Dunque se i Musulmani iniziano una battaglia contro chi vuole distruggere questa
metodologia e la sua gente, devono chiedere ad Allah (gloria a Lui l'Altissimo) di
aiutarli a sconfiggere i miscredenti, e Allah (gloria a Lui l'Altissimo) risponderà a
queste preghiere dicendo: "Vi ho risposto".
Sura III : “Âl 'Imrân” (La Famiglia di Imran)
Sura Medinese, rivelata dopo la Sura “Al-'Anfâl” il Bottino. È composta di 200
versetti e nel Corano segue “Al-Baqara” La Giovenca.
La sua relazione con la Sura della Giovenca
La Famiglia di Imran e la Giovenca sono due Sure sorelle: così viene detto nei
Hadith13 dell’inviato di Allah (pace e benedizione su di lui) e sono soprannominate
“le sfavillanti”. Esse, infatti, si somigliano molto nella forma e nel contenuto:
vediamo che entrambe incominciano con “Alif Lâm Mîm” e si concludono con una
invocazione.
Tra le peculiarità del Corano vi è che le sue prime tre Sure si concludono con una
invocazione:
In Al-Fâtiha (L’Aprente); Allah, l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “Guidaci sulla retta via...” (TSC – Sura I, versetto 6).
In Al-Baqara (La Giovenca): Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “Signore, non ci punire per le nostre dimenticanze e i nostri sbagli”.
(TSC – Sura II, versetto 286).
13
Detti del Profeta Mohammad (pbsl).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
In Al-'Imrân (La famiglia di Imran): Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “…Signore, perdona i nostri peccati, cancella le nostre colpe e
facci morire con i probi” (TSC – Sura III, versetto 193).
Questo dimostra che l’invocazione è importantissima per il musulmano, il quale deve
rifugiarsi sempre in essa.
Dalle rivelazioni delle lettere “Alif Lâm Mîm”
Possiamo dire che la somiglianza più importante tra le due Sure è che ambedue
cominciano con le lettere isolate “Alif Lâm Mîm”: questo indica che ciascun versetto
di entrambe contiene queste tre lettere. Nel Corano ci sono tante Sure che iniziano con
delle lettere isolate (come “Alif Lâm Mîm”, e “Ha Mîm”) come se fossero una
chiave per penetrare nel loro significato.
Da notare anche che le Sure che iniziano con le stesse lettere isolate sono collegate
nel significato e nelle finalità.
Qualcuno potrebbe chiedersi come mai alcune Sure iniziano con queste lettere. In
realtà, i sapienti hanno molte interpretazioni.
Per semplificare le cose e renderle più comprensibili, diciamo che queste lettere (che
si trovano all’inizio di alcune Sure) sono una sfida per i miscredenti, come se Allah,
Gloria a Lui l’Altissimo, dicesse loro: “non è questo il vostro alfabeto? Non è questa
la materia prima che usate per parlare? Riuscireste a comporre con essa un testo come
il Corano? Infatti, l’uomo può costruire dalla materia e dagli atomi un computer o una
macchina, ma non può soffiarci del suo spirito. Ed è lo stesso per le lettere: gli uomini
possono usarle per comporre poesie o racconti ma potranno mai comporvi un Corano
che contiene uno spirito? Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Ed è così che ti abbiamo rivelato uno spirito [che procede] dal Nostro ordine”.
(TSC – Sura XLII, versetto 52).
Ed è per questo che nella maggior parte delle Sure che iniziano con queste lettere ci
sono versetti contenenti una glorificazione del Libro (detto anche Corano, o
Rivelazione o Monito).
La perseveranza sul principio
Lo scopo di questa Sura è legato a quello della Sura precedente, la quale informa i
musulmani sulla loro responsabilità sulla Terra e illustra loro il metodo giusto per il
vicariato. La Sura insiste anche sulla determinatezza su questo metodo, giacché molte
persone - dopo aver letto il metodo e assunto questa responsabilità – deviano, cadono
e si allontanano dalla Retta Via, esattamente come colui che si dedica all’adorazione
nel mese di Ramadan e, finito il mese, interrompe. Questa Sura, quindi, si rivolge ai
devoti da più di venti anni e li rafforza nella fede, ma si rivolge anche ai giovani che
hanno ritrovato la strada di Dio dicendo loro di rafforzarsi nella fede e sulla Retta Via,
affinché si renda concreta la successione del musulmano sulla Terra.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Come possiamo persistere sulla verità?
Per rispondere a questa domanda, bisogna prima capire come le persone deviano.
Le persone sono indotte all’errore o tramite idee che confondono le loro convinzioni
di fede, oppure si perdono negli impegni della vita terrena, il che indebolisce le loro
certezze. Di conseguenza le cause della perdita sono ideologiche (interne) o materiali
(esterne), perciò la Sura incoraggia i credenti a rafforzare entrambi gli ambiti e li
mette in guardia da tutto ció che potrebbe essere causa del loro traviamento.
Di conseguenza la Sura si divide in due parti:
1. Prima parte - i versetti (1 – 120):
Riguarda la determinazione del pensiero sulla Verità contro le cause esterne. Questo
avviene tramite il discorso che si svolge sulla gente della Scrittura e il dialogo con
loro: è qui che per la prima volta si parla del dialogo tra le religioni nel Corano.
2. Seconda parte - i versetti (120 – 200):
Parla della determinazione sulla Verità conseguita con la pratica, contro le cause
interne. Questo avviene tramite il racconto della Battaglia di Uhud, preso come
esempio delle mancanze che potrebbero accadere e come evitarle.
Ho incominciato parlando delle cause esterne per preparare il musulmano
all’ambiente che lo circonda, poi ho continuato con l’interno.
In realtà la Sura ha trattato queste due dimensioni attraverso il commento di due
episodi avvenuti all’epoca del profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui):
Il primo: l’incontro tra la delegazione dei cristiani del Najrân e l’inviato di Allah
(pace e benedizione su di lui), quando li ha accolti nel Masjid An –Nabawi (la
moschea del profeta) e ha discusso con loro per tre giorni;
Il secondo: la Battaglia di Uhud e la sconfitta contro i miscredenti: ci sono ottanta
versetti che ne parlano, perché la maggior parte dei credenti non erano determinati
nella Battaglia e non obbedirono all’inviato di Allah (pace e benedizione su di
lui), specialmente gli arcieri.
Certamente questi versetti parlano di episodi successi più di 1400 anni fa, ma il
discorso vale per tutti i musulmani in tutti i tempi, per istruirli a rafforzarsi
esternamente e internamente, nel pensiero e nella pratica.
Dall’inizio alla fine
La Sura inizia con ciò che può aiutare il musulmano alla determinazione e si conclude
con quanto lo rafforza sulla Verità.
All’inizio della Sura, Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Alif,
Lâm, Mîm. Allah, non c'è dio all'infuori di Lui, il Vivente, l'Assoluto. Ha fatto
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
scendere su di te il Libro con la verità, a conferma di ciò che era prima di esso.”
(TSC – Sura III, versetti 1-3).
Dunque il tuo Dio è un Dio unico, ed è Lui che aiuta a rafforzarsi e il Libro è la
Verità, in esso troverai il sentiero per rafforzarti in questa religione.
Nell’ultimo versetto Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “O voi
che credete, perseverate! Incitatevi alla perseveranza, lottate e temete Allah, sì
che possiate prosperare”. (TSC – Sura III, versetto 200).
“Perseverate” significa persevera te stesso, ma “incitatevi alla perseveranza”
significa che devi aiutare gli altri a perseverare. “lottate” significa che il musulmano
deve essere pronto ad affrontare ogni pericolo che viene dall’esterno. La lotta deve
essere alle frontiere per resistere e respingere il nemico esterno, che sia un esercito o
un’idea o un dubbio.
Nella Sura, è stato ripetuto parecchie volte che il Corano è uno dei fattori di
determinazione.
Viene poi il settimo versetto per chiarire, infatti, Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “E' Lui che ha fatto scendere il Libro su di te. Esso contiene
versetti espliciti, che sono la Madre del Libro, e altri che si prestano ad
interpretazioni diverse. Coloro che hanno una malattia nel cuore, che cercano la
discordia e la [scorretta] interpretazione, seguono quello che è allegorico, mentre
solo Allah ne conosce il significato. Coloro che sono radicati nella scienza dicono:
" Noi crediamo: tutto viene dal nostro Signore". Ma i soli a ricordarsene sempre
sono i dotati di intelletto.” (TSC- Sura III, versetto 7).
Dunque la giusta comprensione del Corano è tra i più importanti fattori di
rafforzamento del pensiero. Tante persone potrebbero deviare e commettere dei
peccati seguendo le interpretazioni scorrette del Corano. La Sura ci mette in guardia
da questa perdizione, ci esorta ad essere tra i radicati nella scienza e di pregare
chiedendo il rafforzamento: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“ Signor nostro, non lasciare che i nostri cuori si perdano dopo che li hai guidati
e concedici misericordia da parte Tua. In verità Tu sei Colui che dona.” (TSC –
Sura III, versetto 8).
Versetti che esortano alla perseveranza
Questo tipo di versetti è numeroso in questa Sura.
Una volta, questo sollecito avviene tramite il ricordo di persone che si sono rafforzate
nello scontro col nemico (il discorso sulla Battaglia di Badr): Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: “Vi fu certamente un segno nelle due schiere
che si fronteggiavano: una combatteva sul sentiero di Allah e l'altra era
miscredente, li videro a colpo d'occhio due volte più numerosi di quello che
erano. Ebbene, Allah presta il Suo aiuto a chi vuole. Ecco un argomento di
riflessione per coloro che hanno intelletto.” (TSC – Sura III, versetto 13).
Un’altra, tramite il ricordo degli apostoli quando si sono rafforzati tramite il sostegno
della religione di Allah l’Altissimo e la loro sottomissione: Allah l’Altissimo dice
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
quel che può essere tradotto come: “Quando poi Gesù avvertì la miscredenza in
loro, disse: "Chi sono i miei ausiliari sulla via di Allah?", "Noi, dissero gli
apostoli, siamo gli ausiliari di Allah. Noi crediamo in Allah, sii testimone della
nostra sottomissione”. (TSC– Sura III, versetto 52).
Poi tramite il discorso sulle comunità precedenti, Allah l’Altissimo ci ricorda il patto
dei Profeti, e il loro rafforzamento per l’appoggio dell’Islam: Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: “E quando Allah accettò il patto dei Profeti:
"Ogni volta che vi darò una parte della Scrittura e della saggezza e che vi invierò
un messaggero per confermarvi quello che avete già ricevuto, dovrete credergli e
aiutarlo"...” (TSC- Sura III, versetto 81).
Nella Sura della Famiglia di Imran ci sono versetti che esortano a temere Allah e
esortano alla determinazione fino alla morte: Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “O voi che credete, temete Allah come deve essere temuto e
non morite se non musulmani.” (TSC – Sura III, versetto 102). Il versetto dice in
pratica: attento a morire non musulmano!
Ma come faciamo se non sappiamo quando moriremo? La risposta è: se temi Allah e
persisti nella Sua obbedienza, morirai musulmano e ti garantirai una fine onorevole,
con la volontà di Allah.
Nel versetto successivo Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Aggrappatevi tutti insieme alla corda di Allah e non dividetevi tra voi.” (TSC –
Sura III, versetto 103).
Dunque, se vuoi rafforzarti sulla verità, devi aggrapparti al Corano e accompagnare i
devoti e i compagni pii. E bada a non cadere in conflitto con loro.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E non siate come coloro
che si sono divisi, opposti gli uni agli altri, dopo che ricevettero le prove ...”. (TSC
– Sura III, versetto 105).
I versetti si susseguono per esortare alla determinazione in varie situazioni. Osservate
con me quello che dice Allah l’Altissimo parlando della determinazione davanti al
nemico: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Quanti Profeti
combatterono affiancati da numerosi discepoli senza perdersi d'animo per ciò
che li colpiva sul sentiero di Allah, senza infiacchirsi e senza cedere! Allah ama i
perseveranti.” (TSC– Sura III, versetto 146).
Osserva anche questo versetto in cui Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Dicevano loro: "Si sono riuniti contro di voi, temeteli". Ma
questo accrebbe la loro fede e dissero: "Allah ci basterà, è il Migliore dei
protettori". Ritornarono con la grazia e il favore di Allah, non li colse nessun
male e perseguirono il Suo compiacimento. Allah possiede grazia immensa.”
(TSC– Sura III, versetti 173-174).
Sono numerosi i versetti che invitano i musulmani alla determinazione, a non
indebolirsi e a non abbattersi per nessun motivo. Siccome la determinazione è un
punto critico e decisivo la Sura mette in guardia dai fattori che potrebbero scuotere la
fede del credente e indebolire la sua capacità di rafforzamento.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Gli ostacoli alla determinazione: le tentazioni e le trasgressioni
Nei primi versetti della Sura Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Abbiamo abbellito, agli [occhi degli] uomini, le cose che essi desiderano: le
donne, i figli, i tesori accumulati d'oro e d'argento, i cavalli marchiati, il bestiame
e i campi coltivati; tutto ciò è solo godimento temporaneo della vita terrena,
mentre verso Allah è il miglior ritorno.” (TSC – Sura III, versetto 14).
L’attaccamento ai beni effimeri della vita terrena e le sue passioni passeggere è un
fattore molto pericoloso contro il rafforzamento della comunità.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Quanto a quelli di voi
che volsero le spalle il giorno in cui le due schiere si incontrarono, fu Satana a
sedurli e a farli inciampare, per una qualche colpa che avevano commesso...”.
(TSC – Sura III, versetto 155).
Questo versetto ci mostra che coloro che avevano ceduto nella Battaglia di Uhud
avevano commesso delle colpe nel passato, e Satana ne approfittò per farli
inciampare, per questo motivo non furono determinati.
Qui vi è un altro versetto con il medesimo significato: Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: “Quando vi giunge un dispiacere - e già ne avevate
inflitto uno doppio - direte: "Come è successo?". Di': "Viene da voi stessi".”
(TSC – Sura III, versetto 165).
La soluzione: il pentimento
I versetti che invitano al pentimento e invitano a farlo al più presto possibile si
ripetono: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “che dicono: "O
Signor nostro, abbiamo creduto; perdona i nostri peccati e proteggici dal castigo
del Fuoco".” (TSC - Sura III, versetto 16). E anche: “eccetto coloro che poi si
pentiranno e si emenderanno, poiché Allah è perdonatore, misericordioso”.
(TSC– Sura III, versetto 89).
Segue poi questo versetto dove Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “Affrettatevi al perdono del vostro Signore e al Giardino vasto come i cieli
e la terra che è preparato per i timorati”. (TSC – Sura III, versetto 133).
Che questo versetto sia il motto dei giovani che commettono dei peccati: chiedere
perdono ad Allah e pentirsi rapidamente per rafforzarsi sulla Verità e assicurarsi un
“Giardino vasto come i cieli e la terra”.
Risulta chiaro quindi che la perseveranza nel vero è una qualità di estrema importanza
e che ci sono tanti ostacoli che impediscono il suo raggiungimento, perciò ci siamo
posti la domanda seguente: quali fattori possono aiutarci a perdurare nel vero?
Ce ne sono cinque su cui la Sura insiste:
1- Fare ricorso ad Allah
la perseveranza è un dono dell’Altissimo che è l’Unico capace di farci seguire la sua
Via. Infatti, la Sura incita all’invocazione sin dal suo inizio, dove Allah l’altissimo
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
dice quel che può essere tradotto come: “Signor nostro, non lasciare che i nostri
cuori si perdano dopo che li hai guidati e concedici misericordia da parte Tua. In
verità Tu sei Colui che dona” (TSC – Sura III, versetto 8).
“Signor nostro, in verità sei Tu che radunerai gli uomini in un Giorno a
proposito del quale non v'è dubbio alcuno"; Allah certamente non manca alla
Sua promessa” (TSC – Sura III, versetto 9).
“Dì: " O Allah, Sovrano del regno, Tu dai il regno a chi vuoi e lo strappi a chi
vuoi, esalti chi vuoi e umilî chi vuoi. Il bene è nelle Tue mani, Tu sei
l'Onnipotente” (TSC – Sura III, versetto 26).
Il Corano ci presenta esempi rilevanti di persone illustri e di come si rivolgevano ad
Allah. Un caso è la moglie di 'Imrân che invoca Allah dicendo quel che può essere
tradotto come: “Mio Signore, ho consacrato a Te e solo a Te quello che è nel mio
ventre” (TSC - Sura III, versetto 35), e Zaccaria che Lo implora in questi termini:
“O Signor mio, concedimi da parte Tua una buona discendenza”(TSC - Sura III,
versetto 38).
Procedendo, i versetti della Sura raccomandano e incitano all’invocazione di Allah.
Osservate i popoli che ci hanno preceduto come implorano Allah di dare loro la forza
e il coraggio per sconfiggere i loro nemici; infatti Allah dice quel che può essere
tradotto come: “Solo dissero: "Signore, perdona i nostri errori e gli eccessi che
abbiamo commesso, rinsalda le nostre gambe e dacci la vittoria sugli infedeli”
(TSC – Sura III, versetto 147). E questa è la preghiera della gente d’intelletto:
“Signore, abbiamo inteso un nunzio che invitava alla fede [dicendo]: "Credete
nel vostro Signore!" e abbiamo creduto. Signore, perdona i nostri peccati,
cancella le nostre colpe e facci morire con i probi. Signore, dacci quello che ci hai
promesso attraverso i Tuoi messaggeri e non coprirci di ignominia nel Giorno
della Resurrezione. In verità Tu non manchi alla promessa". Il loro Signore
risponde all'invocazione: "In verità non farò andare perduto nulla di quello che
fate, uomini o donne che siate, ché gli uni vengono dagli altri. A coloro che sono
emigrati, che sono stati scacciati dalle loro case, che sono stati perseguitati per la
Mia causa, che hanno combattuto, che sono stati uccisi, perdonerò le loro colpe e
li farò entrare nei Giardini dove scorrono i ruscelli, ricompensa questa da parte
di Allah. Presso Allah c'è la migliore delle ricompense” (TSC - Sura III, versetto
193-195).
2- L’adorazione
Allah l'Altissimo dice di Zaccaria quel che può essere tradotto come: “Ogni volta
che egli entrava” (TSC - Sura III, versetto 37), Maria era intenta a pregare nel
santuario perciò egli seguì il suo esempio. Difatti, quando gli angeli lo chiamarono
per annunciargli Giovanni, egli “stava ritto in preghiera nel Santuario” (TSC Sura III, versetto 39).
Notiamo come prevale l’atmosfera dell’adorazione in questa Sura che nella sua parte
conclusiva definisce coloro che hanno intelletto appunto con quel che può essere
tradotto come: “che in piedi, seduti o coricati su un fianco ricordano Allah” (TSC
- Sura III, versetto 191).
3- L’invito alla via di Allah
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Nel cervello umano ci sono due zone, una delle convinzioni e un’altra ancora più
profonda e forte detta dell’identità e dell’appartenenza. Perciò, per spostare un’idea
dalla zona delle convinzioni a quella dell’appartenenza bisogna parlarne con gli altri,
bisogna che diventi argomento delle nostre conversazioni. Uno, per esempio, può
essere convinto dell’Islam ma nello stesso tempo non riesce ancora ad averlo come
identità. Quindi, per raggiungere la completa appartenenza alla religione e per
consolidare la nostra convinzione dobbiamo parlare spesso della religione con gli
altri. Infatti, l’invito alla via di Allah è uno dei più importanti fattori che favoriscono
la perseveranza. È chiaro che il fautore che aiuta la gente a seguire la via di Allah sarà
per primo a perseverare in questa via. Ecco perché la Sura contiene tanti versetti che
incitano il fedele ad invitare alla via del Clemente, infatti Egli dice quel che può
essere tradotto come: “Sorga tra voi una comunità che inviti al bene, raccomandi
le buone consuetudini e proibisca ciò che è riprovevole. Ecco coloro che
prospereranno.” (TSC - Sura III, versetto 104). O ancora: “Voi siete la migliore
comunità che sia stata suscitata tra gli uomini, raccomandate le buone
consuetudini e proibite ciò che è riprovevole e credete in Allah. Se la gente della
Scrittura credesse, sarebbe meglio per loro; ce n'è qualcuno che è credente, ma
la maggior parte di loro sono empi” (TSC - Sura III, versetto 110).
4- La chiarezza dell’obiettivo
Avere un obiettivo chiaro nella vita è un altro fattore della perseveranza.
L’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Che in piedi, seduti o coricati
su un fianco ricordano Allah e meditano sulla creazione dei cieli e della terra,
[dicendo]: "Signore, non hai creato tutto questo invano. Gloria a Te! Preservaci
dal castigo del Fuoco” (TSC - Sura III, versetto 191).
Dobbiamo capire che quest’universo è stato creato per uno scopo e non certo per caso:
adorare Allah, conoscerLo e assumere la responsabilità di questa terra (come spiega la
Sura della Giovenca).
5- La fratellanza
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Aggrappatevi tutti
insieme alla corda di Allah e non dividetevi tra voi” (TSC - Sura III, versetto
103).
La fratellanza tra I musulmani per amore di Allah assicura al musulmano la buona
compagnia il che è uno dei più importanti doni di Allah all’uomo, infatti Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “per grazia Sua siete diventati
fratelli” (TSC - Sura III, versetto 103).
Pertanto la Sura ci mette in guardia contro la perdita della fratellanza e contro la
divisione: “E non siate come coloro che si sono divisi, opposti gli uni agli altri,
dopo che ricevettero le prove” (TSC - Sura III, versetto 105).
L’assiduità intellettuale
Abbiamo già detto che la Sura si divide in due parti:
la prima parte (dal 1° al 120° versetto) discute la fede della gente della Scrittura in
una maniera fine, scientifica e garbata che non mira a banalizzare le loro idee bensì a
consolidare le convinzioni dei fedeli e di liberare il loro pensiero dalle incertezze.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Questa discussione ha luogo nella moschea del profeta con la delegazione dei cristiani
di Najran che hanno trascorso tre giorni a Medina per conversare con il profeta di
Allah. Questo fu il primo dialogo del genere fra musulmani e cristiani. È da rilevare a
questo proposito che il dialogo con l’altro e la sua comprensione non significano
assolutamente rinunciare ad una parte della fede, dei valori oppure dei principi. Ciò si
vedrà chiaro attraverso la conversazione presente nella Sura e attraverso la
meravigliosa e logica divisione che il Corano fa delle sue fasi.
Il rafforzamento della fede dei musulmani prima della discussione
Prima della discussione, la Sura consolida la fede dei musulmani. Allah l’Altissimo,
infatti, dice quel che può essere tradotto come: “Allah testimonia, e con Lui gli
Angeli e i sapienti, che non c'è dio all'infuori di Lui, Colui che realizza la
giustizia. Non c'è dio all'infuori di Lui, l'Eccelso, il Saggio. Invero, la religione
presso Allah è l'Islam” (TSC - Sura III, versetti 18-19).
“Desiderano altro che la religione di Allah, quando, per amore o per forza tutto
ciò che è nei cieli e sulla terra si sottomette a Lui e verso di Lui [tutti gli esseri]
Sura
III,
versetto
83).
saranno
ricondotti?”
(TSC
–
.
“Chi vuole una religione diversa dall'Islam, il suo culto non sarà accettato” (TSC
- Sura III, versetto 85).
“Se polemizzano contro di te, dì: " Sottometto ad Allah il mio volto, io e coloro
che mi hanno seguito” (TSC - Sura III, versetto 20).
Trovare i punti di comune accordo
Prima di intavolare qualsiasi dialogo bisogna trovare dei punti d’incontro con l’altro
ed è ciò che il Corano ci dimostra nei versetti in cui Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: “Dì: "O gente della Scrittura, addivenite ad una
dichiarazione comune tra noi e voi: [e cioè] che non adoreremo altri che Allah,
senza nulla associarGli, e che non prenderemo alcuni di noi come signori
all'infuori di Allah" Se poi volgono le spalle allora dite: "Testimoniate che noi
siamo musulmani" (TSC - Sura III, versetto 64).
La Sura ricorda la fede che i musulmani hanno in tutti I profeti di Allah l’Altissimo
(inclusi i profeti della gente della Scrittura) come un’altro punto comune : “Dì:
"Crediamo in Allah e in quello che ha fatto scendere su di noi e in quello che ha
fatto scendere su Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e le Tribù, e in ciò che, da
parte del Signore, è stato dato a Mosè, a Gesù e ai Profeti: non facciamo alcuna
differenza tra loro e a Lui siamo sottomessi” (TSC - Sura III, versetto 84).
Le prove e le dimostrazioni come mezzi di consolidamento del Corano
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “In verità, per Allah Gesù
è simile ad Adamo che Egli creò dalla polvere, poi disse: "Sii" ed egli fu” (TSC Sura III, versetto 59).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
“O gente della Scrittura, perché polemizzate a proposito di Abramo mentre la
Torâh e il Vangelo sono scesi dopo di lui? Non capite dunque? Ecco, già
polemizzate su ciò che conoscete, perché dunque intendete polemizzare su ciò di
cui non avete conoscenza alcuna? Allah sa e voi non sapete. Abramo non era né
giudeo né nazareno, ma puro credente e musulmano. E non era uno degli
associatori” (TSC - Sura III, versetti 65-66-67).
Diversi versetti per il convincimento mentale e logico dove Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: “Non si addice ad un uomo al quale Allah ha
dato la Scrittura e la saggezza e la dignità di profeta, dire alle genti: Adorate me
all'infuori di Allah", ma piuttosto: "Siate veri devoti del Signore, voi che
insegnate il Libro e lo avete studiato. E non vi ordinerà di prendere per signori
Angeli e Profeti. Vi ordinerebbe la miscredenza mentre siete musulmani?”(TSC Sura III, versetti 79-80).
.
L’Ammonimento contro la sconfessione
Dopo aver esposto le prove mentali e logiche, i versetti trattano altri elementi della
discussione ovvero l’avvertimento e l’intimorimento della gente della Scrittura:
“O gente della Scrittura, perché smentite i segni di Allah mentre ne siete
testimoni?
O gente della Scrittura, perché avvolgete di falso il vero e lo nascondete, mentre
ben lo conoscete?” (TSC - Sura III, versetti 70-71).
“Che accadrà quando li avremo riuniti, in un Giorno sul quale non c'è dubbio
alcuno, e ogni anima riceverà quello che si sarà guadagnata e non verrà fatto
loro alcun torto?” (TSC - Sura III, versetto 25).
Dopo di che si accentua la sfida, quando Allah dice quel che può essere tradotto
come: “A chi polemizza con te, ora che hai ricevuto la scienza, di’ solo: “Venite,
chiamiamo i nostri figli e i vostri , le nostre donne e le vostre, noi stessi e voi stessi
e invochiamo la maledizione di Allah sui bugiardi” (TSC - Sura III, versetto 61).
Questo versetto si chiama il versetto dell’invocazione nel senso che i due gruppi si
riuniscono e implorano Allah di far vincere coloro che sostengono il vero e di
maledire i mentitori. Ovviamente i cristiani di Najran non hanno accettato questa sfida
severa.
La giustizia e l’equilibrio nella discussione
Visto che l’Islam è una religione molto raffinata, questo dialogo non si conclude
senza ricordare le opere buone di alcuni fra la gente della Scrittura ed incita i
musulmani ad essere giusti nei loro confronti: “Non sono tutti uguali. Tra la gente
della Scrittura c'è una comunità che recita i segni di Allah durante la notte e si
prosterna” (TSC - Sura III, versetto 113).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
“Tra le genti della Scrittura ci sono alcuni che, se affidi loro un qintâr14, te lo
rendono e altri che se affidi loro un denaro non te lo rendono finché tu non stia
loro addosso per riaverlo” (TSC - Sura III, versetto75).
Quindi il Corano c’insegna che il fatto di non essere musulmani non significa che i
loro comportamenti sono tutti sbagliati o che tutto ciò che fanno è basato
sull’inganno.
O musulmani, imparate dalla Sura della Famiglia di Imran la moderazione nel
comportamento con i non musulmani.
Il Corano elogia anche i profeti della gente della Scrittura: “In verità Allah ha eletto
Adamo e Noè e la famiglia di Abramo e la famiglia di 'Imrân al di sopra del resto
del creato”(TSC - Sura III, versetto 33). E loda la vergine Maria eleggendola fra
tutte le donne del mondo: “E quando gli angeli dissero: " In verità, o Maria, Allah
ti ha eletta; ti ha purificata ed eletta tra tutte le donne del mondo” (TSC - Sura
III, versetto 42). È un principio meraviglioso nell’equilibrio e nella giustizia perché
questo versetto non loda la moglie del profeta dell’Islam e neanche sua figlia ma loda
la Vergine pace su di lei.
No all’imitazione alla cieca
Nello stesso tempo il Corano ci avverte contro l’imitazione alla cieca della gente della
Scrittura dopo averci chiarito le loro credenze: “O voi che credete, se obbedirete ad
alcuni di coloro che hanno ricevuto la Scrittura, vi riporteranno alla miscredenza
dopo
che
avevate
creduto.
E come potreste essere miscredenti, mentre vi si recitano i segni di Allah e c'è tra
voi il Suo Messaggero? Chi si aggrappa ad Allah è guidato sulla retta via” (TSC Sura
III,
versetti
100101).
“Voi li amate mentre loro non vi amano affatto. Mentre voi credete a tutta la
Scrittura loro, quando vi incontrano, dicono: "Crediamo"; ma quando sono soli,
si mordono le dita rabbiosi contro di voi . Dì: "Morite nella vostra rabbia!” (TSC
- Sura III, versetto 119).
“E non siate come coloro che si sono divisi, opposti gli uni agli altri, dopo che
ricevettero le prove. Per loro c'è castigo immenso” (TSC - Sura III, versetto 105).
.
Si nota che i perni di questa discussione si trovano dentro dei versetti intrecciati e
consecutivi: la lode dell’altro, la prova, il punto comune e poi il rafforzamento della
fede (evidente in alcune parti per esempio i versetti 79-83).
Non dobbiamo scordarci nel corso di questa discussione della benedetta famiglia di
Imran cui nome Allah l’Altissimo ha usato come titolo per la Sura, a cominciare dalla
moglie di Imran, la sua preghiera per Maria e la sua devozione, Zaccaria e la sua
implorazione, e Gesù e sua madre e il suo elevamento in cielo. Prove splendide della
loro elezione e la loro distinzione fra tutta l’umanità!
La conclusione delle parti della Sura con la perseveranza
14
Misura di peso che corrisponde a 100 libbre.
45
Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
È un segno chiaro quello della conclusione della prima parte con la perseveranza: “Se
però sarete pazienti e devoti, i loro intrighi non vi procureranno alcun male”
(TSC - Sura III, versetto120), lo è anche la conclusione della seconda parte dove
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “O voi che credete,
perseverate! Incitatevi alla perseveranza, lottate e temete Allah, sì che possiate
prosperare” (TSC - Sura III, versetto 200).
La fermezza pratica dopo la fermezza ideologica:
Dopo aver fissato la costruzione esterna contro i sospetti e i malintesi, il Corano si
sposta fissandone quella interna e tratta quest’argomento commentando la battaglia di
Uhud.
I musulmani sono rimasti abbattuti dalla battaglia, vergognosi della loro
disobbedienza al Profeta (Pace e benedizione su di lui) abbandonandolo e per essere
fuggiti dal combattimento. Tuttavia il Corano tratta questa faccenda e li consola nel
modo più nobile e più gentile:
1-
Far ricordare la grazia di Allah su di loro
I versetti gli ricordano che il trionfo proviene da Allah, rammentandogli della
battaglia di “Badr”. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Quando due vostri clan stavano per ritirarsi...” cioè non persistevano sulla
verità “...nonostante che Allah sia il loro patrono.” (TSC- Sura III, versetto
122), è Lui che li ha resi forti. Allah l’Altissimo inoltre dice quel che può essere
tradotto come: “Allah già vi soccorse a Badr, mentre eravate deboli.” (TSCSura III, versetto 123).
Notiamo che nello stesso contesto l’enfasi è sulla vittoria che viene da Allah, Egli
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Anzi, se sarete pazienti e
pii, quando i nemici verranno contro di voi, il vostro Signore vi manderà
l’ausilio di cinquemila angeli guerrieri.” (TSC- Sura III, versetto 125).
Osserviamo che la pazienza e il timore di Allah sono ripetuti verso la fine dei
versetti della Sura, menzionando che le due qualità sono il motivo della discesa
degli angeli e della vittoria dei fedeli.
2-
Ordine alla penitenza e ritorno ad Allah
Un altro aspetto del fascino del Corano sta nell’educazione e nella consolidazione
della fede. Prima di rimproverarli e menzionare i loro errori, il Corano li richiama
a ritornare a rifugiarsi in Allah. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “Affrettatevi al perdono del vostro Signore e al Giardino vasto come i
cieli e la terra” (TSC- Sura III, versetto 133); “e quelli che, quando hanno
commesso qualche misfatto o sono stati ingiusti nei confronti di loro stessi, si
ricordano di Allah e Gli chiedono perdono dei loro peccati (e chi può
perdonare i peccati se non Allah?), e non si ostinano nel male
consapevolmente.” (TSC- Sura III, versetto 135).
46
Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
3-
Consolazione
I seguenti versetti fanno parte dei meravigliosi versetti che sollevano il morale dei
compagni del Profeta e che indirizzano i musulmani di ogni tempo e di ogni luogo
per rafforzarli, malgrado i dolori e le disgrazie. Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: “Non perdetevi d'animo, non vi affliggete: se siete
credenti avrete il sopravvento. Se subite una ferita, simile ferita è toccata
anche agli altri. Così alterniamo questi giorni per gli uomini...” (TSC- Sura
III, versetti 139-140).
Questi versetti accarezzano dolcemente i dolori dei compagni del Profeta,
rammentandoli che anche gli infedeli hanno avuto sofferenze come loro e hanno
avuto dei morti come loro. Viene poi lo splendido versetto per la costanza, dove
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Pensate forse di
entrare nel Giardino senza che Allah riconosca coloro che lottano, coloro che
sopportano?” (TSC- Sura III, versetto 142).
Quindi, il paradiso è caro e chi lo vuole raggiungere deve sforzarsi e avere
pazienza per meritarselo.
4-
Un delicato rimprovero
Dopo aver sollevato il morale, il Corano inizia a fare un leggero rimprovero. Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Vi auguravate la morte prima ancora di incontrarla. Ora l'avete vista
con i vostri occhi” (TSC- Sura III, versetto143).
“Muhammad non è altro che un messaggero, altri ne vennero prima di
lui; se morisse o se fosse ucciso, ritornereste sui vostri passi? Chi
ritornerà sui suoi passi, non danneggerà Allah in nulla e, ben presto,
Allah compenserà i riconoscenti.” (TSC- Sura III, versetto 144).
“Quando risalivate senza badare a nessuno, mentre alle vostre spalle il
Messaggero vi richiamava...” (TSC- Sura III, versetto 153).
Immagina questa scena: i musulmani corrono e non ascoltano nessuno, mentre il
Profeta (Pace e Benedizione su di Lui) era fermo in campo di battaglia
chiamandoli e facendoli ricordare il Giorno del Giudizio. Dopodiché viene
ricordato il comportamento delle nazioni precedente e le loro fermezze; Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Profeti combatterono
affiancati da numerosi discepoli senza perdersi d'animo per ciò che li colpiva
sul sentiero di Allah, senza infiacchirsi e senza cedere! Allah ama i
perseveranti.” (TSC- Sura III, versetto 146) .
5-
Consolazione di nuovo
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Dopo la tristezza, fece
scendere su di voi un senso di sicurezza e un sopore che avvolse una parte di
voi...” (TSC- Sura III, versetto 154).
47
Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Il cuore del Profeta (Pace e Benedizione su di Lui) si è intenerito nei loro riguardi;
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “È per misericordia di Allah
che sei dolce nei loro confronti! Se fossi stato duro di cuore, si sarebbero
allontanati da te. Perdona loro e supplica che siano assolti. Consultati con
loro sugli ordini da impartire...” (TSC- Sura III, versetto 159).
Malgrado la sconfitta, i versetti ordinano al Profeta di non abbandonare la
consultazione con i compagni. Ammirate la bellezza di questa religione che
mescola il rimprovero, la tenerezza e la consolazione nelle circostanze più
difficili.
6-
Le cause della sconfitta e l’instabilità
Dopo tutto questo, è indispensabile analizzare le cause della perdita affinché i
musulmani possano usufruire in futuro degli errori passati:
a - La discordia e la disobbedienza: Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Allah ha mantenuto la promessa che vi aveva fatto,
quando per volontà Sua li avete annientati...” (TSC- Sura III, versetto
152). Allah l’Altissimo ha mantenuto la promessa a farvi vincere “...al
momento in cui vi siete persi d'animo...” cioè non vi siete tenuti fermi “...e
avete discusso gli ordini...” cioè eravate in discordia “...e disobbediste...” e
qui segna la pericolosità degli effetti della disobbedienza “...quando
intravvedeste quello che desideravate...” dopo avervi fatto vedere le
avvisaglie del trionfo “...Tra di voi ci sono alcuni che desiderano i beni di
questo mondo e ce ne sono altri che bramano quelli dell’altro...” cioè
alcuni di voi volevano il profitto dopo la battaglia, cosa che ha provocato la
sconfitta.
b - Le colpe e i peccati: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Quanto a quelli di voi che volsero le spalle il giorno in cui le due schiere
si incontrarono, fu Satana a sedurli e a farli inciampare, per una qualche
colpa che avevano commesso...” (TSC- Sura III, versetto 155).
c - Attaccamento alle persone: Quando la gente si attacca alle persone più che
all’ideologia, la loro fermezza s’indebolisce. Nella battaglia di Uhud alcuni
Compagni hanno gettato le armi appena si era diffusa la falsa notizia
dell’uccisione del Profeta (Pace e Benedizione su di Lui). Perciò il versetto è
venuto a rimproverarli, Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “Muhammad non è altro che un messaggero, altri ne vennero
prima di lui; se morisse o se fosse ucciso, ritornereste sui vostri passi?”
(TSC- Sura III, versetto 144).
Avvertimento dalla discordia:
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Notiamo che la Sura si concentra nell’ammonire che la discordia è il motivo
principale dell’instabilità e del tremore all’interno dello schieramento, sia essa una
discordia ideologica o pratica. Perciò la Sura mette in guardia da:
a- Seguire i versetti che si prestano ad interpretazioni diverse, con lo scopo di
provocare il tumulto e di dare delle scorrette interpretazioni; Allah l’Altissimo
dice quel che può essere tradotto come: “...Coloro che hanno una malattia
nel cuore, che cercano la discordia e la [scorretta] interpretazione...”
(TSC- Sura III, versetto 7).
b- Aver dissensi e discordia sulle questioni secondarie; Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: “Aggrappatevi tutti insieme alla corda di
Allah e non dividetevi tra voi...” (TSC- Sura III, versetto 103) la Sura ci
avverte di non dividerci e di non avere dissensi sui versetti di Allah: “E non
siate come coloro che si sono divisi, opposti gli uni agli altri, dopo che
ricevettero le prove...” (TSC- Sura III, versetto 105).
c- L’usura è una delle cause della discordia fra musulmani; Allah l’Altissimo
dice quel che può essere tradotto come: “O voi che credete, non cibatevi
dell’usura che aumenta di doppio in doppio...” (TSC- Sura III, versetto
130).
d- Il fatto di non prendere le opinioni degli altri: i versetti hanno ordinato al
Profeta (Pace e Benedizione su di Lui) la consultazione di altri musulmani
malgrado tutto ciò che era successo. Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “...Perdona loro e supplica che siano assolti.
Consultati con loro sugli ordini da impartire; poi, quando hai deciso abbi
fiducia in Allah...” (TSC- Sura III, versetto 159).
L’attinenza della prima parte con la seconda:
1- Non bisogna attaccarsi alle persone: la falsa notizia dell’uccisione del Profeta
(Pace e Benedizione su di Lui) ha provocato confusione tra i musulmani,
come la storia dell’ascensione improvvisa di Cristo che ha turbato i Cristiani,
questa confusione li ha condotti ad un traviamento. La Sura Al-Imrân ci incita
ad attaccarci all’ideologia e non alle persone, perché esse muoiono e
spariscono, invece l’ideologia e la religione rimangono. O giovani, se volete la
costanza allora non attaccatevi ad un predicatore o ad una persona particolare
scordandovi dell’idea e del messaggio.
2- Importanza dell’obbedienza: nonostante la Sura si è concentrata sul distacco
dalle persone, ha mostrato l’importanza
dell’obbedienza e della
sottomissione.
-
Nella prima parte: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “Quando poi Gesù avvertì la miscredenza in loro, disse: «Chi
sono i miei ausiliari sulla via di Allah?», «Noi, dissero gli apostoli,
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
siamo gli ausiliari di Allah...” (TSC- Sura III, versetto 52). Questo
versetto chiarisce il traguardo “...sulla via di Allah...” ed il metodo e la
strada “...Chi sono i miei ausiliari...”, perciò loro devono essere gli
ausiliari del Profeta.
-
Nella seconda parte troviamo un versetto generale che sprona sempre a
seguire i Profeti; l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Quanti Profeti combatterono affiancati da numerosi discepoli senza
perdersi d’animo per ciò che li colpiva sul sentiero di Allah, senza
infiacchirsi e senza cedere! Allah ama i perseveranti.” (TSC- Sura III,
versetto 146). Questo versetto rimprovera i fedeli per non aver seguito e
obbedito al Profeta (Pace e Benedizione su di Lui) nella battaglia di
“Uhud”. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Quando risalivate senza badare a nessuno, mentre alle vostre spalle il
Messaggero vi richiamava.” (TSC- Sura III, versetto 153).
Perché questa Sura si chiama “Al-Imrân”?
Qual è la relazione di tutto ciò che si è detto sulla fermezza della fede e “Al-Imrân”?
In questa sura Allah l’Altissimo ha scelto due simboli di fermezza, la moglie di Imran
e Maria, figlia di Imran, raccontando la loro storia in due quarti interi della Sura.
La fermezza di Maria (che Allah si compiaccia di lei) si evidenzia nell’obbedienza,
nell’adorazione ad Allah e nella sua castità, a tal punto che è stata menzionata nel
Corano per merito di questa virtù; Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “E [ricorda] colei che ha mantenuto la sua castità!” (TSC- Sura XXI,
versetto 91).
Il fallimento nel consolidare la fede e mantenere la castità sono le cause principali che
danneggiano gli individui e le società. Quindi Maria (che Allah sia compiaccia di Lei)
era il simbolo della fermezza in queste due qualità.
Per quanto riguarda la moglie di Imrân, il suo unico desiderio era che dal suo grembo
nascesse un sostenitore della religione di Allah. Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “Quando la moglie di 'Imrân disse: «Mio Signore, ho
consacrato a Te e solo a Te quello che è nel mio ventre. Accettalo da parte mia...”
(TSC- Sura III, versetto 35).
Lei voleva che suo figlio liberasse Gerusalemme dagli aggressori Romani. Essa si è
tenuta ferma sulla sua idea, anche dopo aver saputo che il suo neonato era una
femmina; Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Poi, dopo aver
partorito, disse: «Mio Signore, ecco che ho partorito una femmina»: ma Allah
sapeva meglio di lei quello che aveva partorito, «Il maschio non è certo simile
alla femmina! L'ho chiamata Maria...” (TSC- Sura III, versetto 36). Allah
l’Altissimo ha accettato la sua sincera intenzione, Egli, l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “L'accolse il suo Signore di accoglienza bella, e la fece
crescere della migliore crescita...” (TSC- Sura III, versetto 37).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
È davvero sublime che Allah l’Altissimo menziona questi due simboli nella Sura che
discute con la gente della Scrittura: questo è un modo distinto del Corano per
avvicinare le persone. Sebbene il Corano dissente da ciò che la gente della Scrittura
crede, allo stesso tempo elogia i grandi personaggi ai quali credono, come la moglie di
Imrân e Maria.
Il valore della donna nella Sura
È altrettanto avvenente che la Sura parla della fermezza della fede, e Allah l’Altissimo
ha fatto delle due signore un modello di fermezza. La Sura non ha menzionato Imrân,
ma si è focalizzata sulla sincera intenzione di sua moglie per far trionfare la religione
di Allah, come risultato la nascita di Maria e poi di Gesù (che Allah sia compiace di
Lui).
Inoltre, dobbiamo notare che il profeta Zaccaria (che Allah si compiaccia di lui),
nonostante la sua importanza fra i profeti dei Figli d’Israele, ebbene imparava da
Maria. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “...L'affidò a
Zaccaria e ogni volta che egli entrava nel santuario trovava cibo presso di lei.
Disse: «O Maria, da dove proviene questo?». Disse: «Da parte di Allah». In
verità Allah dà a chi vuole senza contare. Zaccaria allora si rivolse al suo Signore
e disse: «O Signor mio, concedimi da parte Tua una buona discendenza. In verità
Tu sei Colui che ascolta l'invocazione.»” (TSC- Sura III, versetto 37-38).
Quindi, i simboli della fermezza in questa Sura sono le donne. La Sura che viene dopo
“la famiglia di Imran” è la Sura “Le donne”. Questa è una chiara prova che l’Islam
onora la donna e riconosce il suo valore. O voi giovani, ragazzi e ragazze, restate
fermi sulla fede e sulla Verità, sia nel campo spirituale che pratico; traete ispirazione
dalle due signore che sono state menzionate in questa Sura: la moglie di Imrân e
Maria, figlia di Imrân.
Sura IV: “ An-Nisâ' ” (Le donne)
La Sura An-Nisâ' “Le Donne” è Medinese ed è stata rivelata dopo la Sura AlMumtahana “L’Esaminata”, contiene 176 versetti. Questa è la quarta Sura nell’ordine
coranico e arriva immediatamente dopo la Sura della Famiglia di Imran.
“Le Donne” è la Sura della giustizia e della misericordia, soprattutto verso i deboli.
Dopo che la Sura della Giovenca ha specificato le responsabilità dei musulmani sulla
Terra, esponendo loro il metodo del vicariato, e la Sura della Famiglia di Imran che
richiama l’attenzione sulla perseveranza sulla buona condotta e sulla responsabilità
dei credenti, abbiamo la Sura delle Donne che ci insegna che la persona responsabile
sulla Terra deve avere un senso della giustizia e della misericordia verso ciò che le è
stato affidato; come se la caratteristica che distingue i responsabili sulla Terra fosse la
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
giustizia…Perciò la Sura delle Donne parla dei diritti dei deboli nella società. Essa
riguarda gli orfani, gli schiavi, i lavoratori domestici, gli eredi, e insiste in modo
particolare sulle donne. Parla anche delle minoranze non musulmane che vivono sotto
la protezione dell’Islam e dei loro diritti; in aggiunta si rivolge anche ai deboli stessi
per insegnar loro come si devono comportare nelle varie situazioni. Per di più,
essendo la Sura della misericordia e della giustizia, parla anche dei vagabondi, dei
genitori e della maniera con cui questi ultimi devono essere trattati. In ognuno dei
suoi versetti i deboli, la giustizia e la misericordia sono menzionati ammirevolmente,
cosa che ci mostra l’inimitabilità del Corano nella ripetizione senza dover annoiare il
lettore.
La ragione del titolo: prima la tua famiglia
Il motivo per il quale la Sura ha preso questo nome è che l’uomo, se tratta sua moglie
con giustizia e misericordia, saprà essere corretto anche con le altre persone deboli.
Questa è la Sura dei deboli e Allah ha scelto le donne, tra le categorie dei deboli, per
chiamare questa Sura a nome loro…Come se Allah ci dicesse che, prima di affidarci
la responsabilità della Terra, dobbiamo mostrarGli la nostra correttezza nei confronti
della nostra famiglia; perché solo comportandoci con giustizia e con misericordia nei
confronti delle nostre famiglie, lo faremo anche nei confronti della società. La
correttezza nei confronti delle donne all’interno delle famiglie è un criterio per
misurare la correttezza dei musulmani sulla Terra. Quindi, dopo tutto ciò, come si può
ancora affermare che l’Islam perseguita la donna e la discrimina?
Queste congetture non possono influire sul lettore del Corano, soprattutto chi legge la
Sura delle Donne, perché questa non fa altro che illustrare l’aspetto della giustizia e
della misericordia nei loro confronti. Ma prima di essa vi è quella della Famiglia di
Imran che narra della Vergine Maria e della moglie di ‘Imran come esempio di
determinatezza. In effetti, anche questa Sura introduce una testimonianza in onore
della donna.
Adesso cari fratelli, andiamo a vivere insieme la bontà di questi onorabili versetti con
l’intenzione di imparare ad essere giusti nei confronti di tutta la gente e soprattutto
con i deboli.
Il Pilastro del vicariato: la giustizia
La Sura inizia illustrando chiaramente il suo obiettivo, Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: “Uomini, temete il vostro Signore che vi ha creati da un
solo essere, e da esso ha creato la sposa sua, e da loro ha tratto molti uomini e
donne” (TSC- Sura IV, versetto 1). Questo versetto ci informa che l’origine
dell’essere umano è una sola: “da un solo essere” (TSC- Sura IV, versetto 1).
Allora, perché essere ingiusti??
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Il versetto mostra che le donne sono state create dagli uomini, e in questo vi è una
chiara richiesta ad essere teneri con loro, come segue nella Tradizione profetica: “ Le
donne sono i primi fratelli degli uomini”.
Si nota anche che la Sura inizia con un discorso universale (Uomini), mentre la Sura
della Tavola Imbandita incomincia rivolgendosi ai credenti (Credenti), e ciò perché la
giustizia é una regola generale che riguarda tutte le nazioni…Per questo motivo non é
possibile che una nazione regni sulla terra commettendo ingiustizie. La giustizia é la
base del regno, della stabilità e del vicariato. A questo proposito dice Ibn Taymiyya,
che Dio abbia misericordia della sua anima: “le vicende della gente si compiono con
la giustizia che può essere anche accompagnata da diversi tipi di peccati, più di
quanto lo possano essere con l’ingiustizia nei diritti, anche se non sono
accompagnati da peccati. Per questo si dice che Allah appoggia la Nazione corretta
anche se essa è miscredente e non appoggia la Nazione ingiusta anche se essa è
musulmana. E si dice anche che la vita prosegue sotto la giustizia e la miscredenza,
ma si interrompe sotto l’ingiustizia e l’Islam. 146/28 Il Libro delle Fatawa.
Da notare anche, che la Sura delle Donne inizia con lo stesso significato con il quale
si conclude La Famiglia di Imran, ovvero il timore di Dio e la devozione (At-Taqwa).
Quest’ultima Sura si è conclusa con le parole di Allah l’Altissimo che dice quel che
può essere tradotto come: “…temete Allah, sì che possiate prosperare”(TSC- Sura
III, versetto 200) , mentre quella delle Donne è incominciata con quel che può essere
tradotto come: “Uomini, temete il vostro Signore” (TSC- Sura IV, versetto 1).
Non alimentatevi con il fuoco
Il secondo versetto della Sura ci mette in guardia contro un altro tipo di ingiustizia nei
confronti dei deboli, in esso Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Restituite agli orfani i beni loro e non scambiate il buono con il cattivo, né
confondete i loro beni coi vostri, questo è veramente un peccato grande.” (TSCSura IV, versetto 2), dopodiché seguono le parole di Allah l’Altissimo dove dice
quel che può essere tradotto come: “E se temete di essere ingiusti nei confronti
degli orfani” (TSC- Sura IV, versetto 3). Gli Arabi usavano educare l’orfana
mantenendola con i suoi soldi. Una volta diventata grande, il suo tutore se voleva
poteva sposarla senza darle la dote che le spettava di diritto, al contrario di quanto
faceva con le altre donne; allora scese il versetto che protegge gli interessi anche di
questa debole categoria di donne. E proprio in questo versetto abbiamo la famosa
regola che definisce il numero delle spose che gli uomini possono avere: l’equità,
l’equità, e ancora l’equità, altrimenti una sola. Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “...se temete di essere ingiusti, allora sia una sola…” (TSCSura IV, versetto 2) .
La dote: un diritto della sposa concessole di buona voglia
Segue il quarto versetto per stabilire il diritto della donna alla dote e l’importanza del
fatto che l’uomo gliela dia con piena volontà, infatti, Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: “E date alle vostre spose la loro dote. Se graziosamente
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
esse ve ne cedono una parte, godetevela pure e che vi sia propizia.” (TSC- Sura
IV, versetto 4).
Osserva, fratello musulmano, questa misericordia reciproca tra gli sposi che viene
consolidata attraverso il simbolo della dote! Quindi quello che é richiesto all’uomo è
la buona grazia nel dare, mentre la donna ha la scelta tra mantenere il suo diritto o
cedere una parte di esso in onore a suo marito. Questo è uno splendido versetto che
mette insieme la rivendicazione del diritto della sposa alla dote e la tenera relazione
degli sposi nel dare reciprocamente di buona voglia.
La giustizia anche con gli incapaci
Inoltre, i versetti si susseguono per indurci ad essere corretti con i vari membri della
società, persino con gli incapaci. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “Non date in mano agli incapaci i beni che Allah vi ha concesso per la
sopravvivenza; attingetevi per nutrirli e vestirli e rivolgete loro parole gentili.”
(TSC- Sura IV, versetto 5). Gli incapaci sono coloro che non sono in grado di
amministrare correttamente i loro beni, per cui se li avessero in mano, si
dissiperebbero rapidamente. Quindi anche questa categoria di persone non deve subire
alcun torto né essere sfruttata, come fanno alcune persone con la scusa che il
proprietario è incapace di intendere o di volere.
Il sesto versetto, invece, stabilisce il diritto degli orfani sui loro beni una volta
raggiunta la maggiore età. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Mettete alla prova gli orfani finché raggiungano la pubertà e, se si comportano
rettamente, restituite loro i loro beni. Non affrettatevi a consumarli e a
sperperarli prima che abbiano raggiunto la maggiore età…” (TSC- Sura IV,
versetto 6).
Mentre il settimo versetto stabilisce il diritto della donna all’eredità, diritto che alcuni
arabi durante l’età dell’ignoranza15 le hanno negato. Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: “Agli uomini spetta una parte di quello che hanno
lasciato genitori e parenti; anche alle donne spetta una parte di quello che hanno
lasciato genitori e parenti stretti; piccola o grande che sia, una parte
determinata” (TSC- Sura IV, versetto 7).
L’ottavo versetto unisce la giustizia e la carità, Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “Se altri parenti, gli orfani e i poveri assistono alla divisione,
datene loro una parte e trattateli con dolcezza”. (TSC- Sura IV, versetto 8).
Proteggi i tuoi figli dopo di te con correttezza
Il nono versetto corregge un concetto sbagliato diffuso tra la gente: Allah l’Altissimo
dice quel che può essere tradotto come: “E coloro che temono di lasciare una
posterità senza risorse, temano Allah e parlino rettamente.” (TSC- Sura IV,
versetto 9). Tanta gente mangia l’illecito e danneggia gli altri con la scusa che teme
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Al jahiliyya, età dell’ignoranza. Così veniva chiamato il periodo in cui vivevano gli arabi prima
dell’avvento dell’Islam.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
per i propri figli dopo la propria morte. Ma la Sura dice proprio il contrario: sii giusto
con gli altri e parla saggiamente, Allah proteggerà i tuoi figli dopo di te.
Abbiamo poi il decimo versetto che ci avverte fortemente contro l’ingiustizia. Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “In verità coloro che
consumano ingiustamente i beni degli orfani non fanno che alimentare il fuoco
nel ventre loro, e presto precipiteranno nella Fiamma” (TSC- Sura IV, versetto
10).
L’equità nell’eredità
Nell’undicesimo versetto si istituiscono le norme sull’eredità per i figli e le figlie:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Ecco quello che Allah vi
ordina a proposito dei vostri figli: al maschio la parte di due femmine…” (TSCSura IV, versetto 11). Questa é la giustizia, perché la suddivisione dell’eredità non si
fa in base alle preferenze, e nemmeno con una percentuale uguale per il maschio e la
femmina, ma al contrario, si stabilisce sulla base dei doveri e delle responsabilità di
ciascuno di loro. L’uomo, infatti, ha la responsabilità di mantenere i figli e la moglie,
mentre la donna è esonerata da questo dovere. Perciò quando la donna si sposa, la sua
quota d’eredità rimane preservata e l’uomo é tenuto a mantenerla comunque.
Il versetto dodicesimo dà una spiegazione dettagliata su come va suddivisa equamente
l’eredità tra gli sposi. Infatti, Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “A voi spetta la metà di quello che lasciano le vostre spose, se esse non
hanno figli…” (TSC- Sura IV, versetto 12). Per riassumere fratello musulmano,
ogni volta che sentirai venir meno il senso dell’equità nella tua vita privata con tua
moglie, la tua famiglia, o con i deboli, dovrai leggere la Sura delle Donne, la Sura
della giustizia, e ti regoli tramite i suoi versetti.
Tali sono i limiti di Allah
Dopo seguono due versetti fondamentali, il 13 e il 14. Il primo per persuadere alla
giustizia e il secondo per dissuadere dall’ingiustizia e dalla violazione degli ordini di
Allah, che dice quel che può essere tradotto come: “Questi sono i limiti di Allah.
Chi obbedisce ad Allah e al Suo Messaggero, sarà introdotto nei Giardini dove
scorrono i ruscelli, dove rimarrà in eterno. Ecco la beatitudine immensa. E chi
disobbedisce ad Allah e al Suo Messaggero e trasgredisce le Sue leggi, sarà
introdotto nel Fuoco, dove rimarrà in perpetuo e avrà castigo avvilente” (TSCSura IV, versetti 13 e 14).
Ma cosa accadrebbe se gli uomini commettessero un’ingiustizia? Il versetto 17
risponde direttamente a questa domanda e apre il tema del pentimento. Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Allah accoglie il pentimento di
coloro che fanno il male per ignoranza e che poco dopo si pentono: ecco da chi
Allah accetta il pentimento. Allah è saggio, sapiente” (TSC- Sura IV, versetto
17).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Lo slogan della sura: comportatevi convenientemente con le donne
I versetti riprendono a parlare della correttezza nei confronti delle donne. Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “O voi che credete, non vi è
lecito ereditare delle mogli contro la loro volontà…” (TSC- Sura IV, versetto 19);
il versetto mette in guardia dal fatto di ereditare le donne con la forza, come se fossero
oggetti. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Non trattatele
con durezza nell'intento di riprendervi parte di quello che avevate donato, a
meno che abbiano commesso una palese infamità. Comportatevi verso di loro
convenientemente…”
(TSC- Sura
IV,
versetto
19). Comportatevi
convenientemente con loro non significa solamente non commettere ingiustizia nei
confronti della propria moglie, ma i sapienti hanno detto che il comportarsi
convenientemente vuole anche dire sopportare i suoi danni, avere pazienza con lei e
provare ad ammorbidire il suo cuore finché la rabbia non le passi come faceva il
Profeta (pace e benedizione siano su di lui). Il versetto prosegue dicendo: “Se provate
avversione nei loro confronti, può darsi che abbiate avversione per qualcosa in
cui Allah ha riposto un grande bene.” (TSC- Sura IV, versetto 19).
Hanno ottenuto da voi una stretta alleanza
Dopodiché abbiamo il ventesimo versetto in cui Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “Se volete cambiare una sposa con un'altra, non
riprendetevi nulla, anche se avete dato ad una un qintâr d'oro: il riprendere
sarebbe un oltraggio e un peccato evidente.” (TSC- Sura IV, versetto 20).
Questi versetti uniscono la giustizia e il realismo nel comportamento con la donna.
Per prima cosa, bisogna comportarsi convenientemente con lei, poi se si ha
dell’avversione per lei, bisogna portare pazienza, ma se non si può e si vuole averne
un’altra, non bisogna chiedere indietro assolutamente nulla della sua dote, anche se
questa è tanta! Il versetto è molto esplicito a questo riguardo: “il riprendere sarebbe
un oltraggio e un peccato evidente”. Perché evocare l’ingiustizia qui? Perché gli
Arabi quando volevano cambiare le loro mogli, avevano l’abitudine di accusarle
ingiustamente di adulterio per spingerle a restituire tutto quello che avevano ricevuto
come dote. Per questo motivo il versetto 20 ammonisce severamente gli uomini.
Poi interviene uno dei più bei versetti coranici, il quale da una parte ammorbidisce i
cuori degli sposi e dall’altra dà importanza all’atto del matrimonio; Allah l’Altissimo
dice quel che può essere tradotto come: “E come lo riprendereste, dopo che vi siete
accostati l'uno all'altra e dopo che esse hanno ottenuto da voi una stretta
alleanza” (TSC- Sura IV, versetto 21). La parola “accostati” mostra la profondità
della relazione tra gli sposi, e quindi ricorda al marito i numerosi e bei momenti che
hanno trascorso insieme di notte e di giorno, in camera da letto e in passeggiate, prima
che la loro relazione cominci a guastarsi.
La stretta alleanza, invece, è quello che costituisce l’atto di matrimonio, quando hai
stretto la mano al suo tutore e hai pronunciato “Secondo il libro di Allah e la
Sunnah16 del suo Messaggero”. E qui vi è un forte avvertimento per tutti gli uomini di
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L’insieme delle tradizioni e insegnamenti del Profeta Mohammad, pace e benedizione su di lui
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
del suo Messaggero”. E qui vi è un forte avvertimento per tutti gli uomini di
adempiere l’impegno preso e il cui testimone è Allah l’Altissimo. La cosa particolare
è che l’espressione “stretta alleanza” è stata menzionata nel Corano solamente tre
volte: una volta con i profeti che hanno adempiuto quest’impegno solenne (Sura
XXXIII, Al-Ahzab (I Coalizzati), versetto 7); un’altra volta con i figli d’Israele che
hanno violato l’impegno solenne (Sura IV, An-Nisâ' (Le Donne), versetto 154); e la
terza volta con lo sposo quando sottoscrive l’atto di matrimonio.
Alcuni esempi dove l’Islam onora la donna
La donna attraverso la storia ha subito tante ingiustizie, ma arriva l’Islam con la Sura
delle Donne per restituirle i suoi diritti. Ad esempio, uno dei fenomeni d’ingiustizia
diffusi all’epoca dell’Arabia preislamica, stabiliva che il figlio ereditasse tutti i beni
del padre, non solo i beni ma anche le mogli del padre – eccetto sua madre – per
umiliarle. Scese allora il versetto 22 per impedire questa immoralità: Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Non sposate le donne che i
vostri padri hanno sposato - a parte quello che è stato. E' davvero un'infamità,
un abominio e un cattivo costume” (TSC- Sura IV, versetto 22).
I versetti proseguono e parlano di un altro diritto, ovvero quello di sposarsi con le
schiave, in un tempo dove gli schiavi non avevano nessuna legge che tutelasse i loro
diritti. All’epoca, se un uomo, per qualsiasi ragione, non poteva sposarsi con una
donna libera, e voleva farlo con una donna schiava, allora Allah l’Altissimo dice quel
che può essere tradotto come: “…Sposatele con il consenso della gente loro…”
(TSC- Sura IV, versetto 25) ovvero con l’autorizzazione del suo tutore; il versetto
non dice con l’autorizzazione del loro Padrone perché il Corano ha stabilito questa
regola per persuadere alla misericordia verso di loro e per rispetto dei loro sentimenti.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “…Sposatele con il
consenso della gente loro, e versate la dote in modo conveniente…” (TSC- Sura
IV, versetto 25) cioè date loro la dote che le spetta volentieri, e non imbrogliatele
soltanto perché sono schiave.
Donne rispettabili e non libertine
Dopodiché i versetti si rivolgono alle donne. Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “…siano donne rispettabili e non libertine o amanti…”
(TSC- Sura IV, versetto 25). Le avverte dalle relazioni clandestine con gli uomini,
con la scusa dell’amicizia. La Sura parla della misericordia e della bontà dell’Islam
nei confronti della donna: questa non deve avere un amante perché una volta che
questi l’avrà lasciata si sentirà frustrata, e questo sarà il risultato di ogni relazione
intrapresa in modo illecito…in più la sua reputazione e il suo futuro saranno rovinati.
In questo caso le donne sono considerate un’altra categoria di persone deboli, perché i
loro cuori sono teneri e i loro sentimenti sono forti. Quindi, a tutte le ragazze io dico:
siete molto care per Allah l’Altissimo e l’Islam protegge i vostri sentimenti dai
giovani irresponsabili e senza scrupoli.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Attenuazione delle pene nei confronti dei deboli
Rimaniamo nel versetto 25 che indica uno dei più begli aspetti della misericordia e
della giustizia dell’Islam verso i deboli: Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “…Se dopo il matrimonio commettono un'infamità, abbiano la
metà della pena che spetterebbe alle donne libere…” (TSC- Sura IV, versetto
25), in effetti questo è il contrario di quello che vediamo nelle antiche leggi romane e
indiane che prevedevano pene durissime alle classi deboli, mentre l’Islam è clemente
nei loro confronti poiché attenua le penitenze per loro.
Seguono i versetti numero 26, 27 e 28 per ricordarci la misericordia e la clemenza di
Allah nei confronti della comunità di Muhammad (pace e benedizione su di lui) e nei
confronti di tutta l’umanità. Anche questo versetto riguarda la misericordia nei
confronti dei deboli avendo Allah l’Altissimo detto quel che può essere tradotto come:
“…l'uomo è stato creato debole…” (TSC- Sura IV, versetto 28); leggete con me i
versetti e contemplate fino a che punto Allah è clemente e giusto con noi e ci ricorda
la nostra debolezza, tra tanti versetti che esortano alla clemenza verso i deboli, infatti,
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Allah vuole illuminarvi,
mostrandovi il comportamento degli uomini che vissero prima di voi, e accogliere
il vostro pentimento. Allah è sapiente e saggio. Allah vuole accogliere il vostro
pentimento, mentre coloro che seguono le passioni vogliono costringervi su una
china pericolosa. Allah vuole alleviare [i vostri obblighi] perché l'uomo è stato
creato debole” (TSC- Sura IV, versetti 26, 27, 28).
L’equità nella gestione dei beni e nei confronti di noi stessi
Dopo che i versetti hanno trattato il tema della correttezza in vari ambiti (nei confronti
della donna, della famiglia, e poi della società), a questo punto parlano dell’onestà e
della correttezza nel commercio e nelle negoziazioni finanziarie. Allah l’Altissimo
dice quel che può essere tradotto come: “O voi che credete, non divorate
vicendevolmente i vostri beni, ma commerciate con mutuo consenso” (TSC- Sura
IV, versetto 29). Inoltre, parla anche della giustizia nei confronti della vita umana e
ammonisce a non spargere sangue. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “…e non uccidetevi da voi stessi. Allah è misericordioso verso di voi…”
(TSC- Sura IV, versetto 29).
Non esagerare né trascurare
Il versetto 34 cerca di sistemare le regole all’interno della famiglia musulmana,
perché il marito spinto dal suo senso di giustizia verso sua moglie tende a diventare
incurante e poco rigido, lasciandola commettere anche cose sbagliate. Questo
versetto, quindi, pone davanti a noi una delle immagini di equilibrio nell’Islam, tra il
rigore e la giustizia . Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
"Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede
agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne]
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha
preservato. Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei
loro letti, battetele." (TSC- Sura IV, versetto 34).
Secondo la Shariaa (la giurisdizione islamica), per stabilire l’ordine dentro la
famiglia, la donna è obbligata ad obbedire a suo marito, e se sbaglia, nonostante suo
marito rispetti i suoi diritti, non deve lasciarla fare per paura di essere ingiusto. In
questo caso ci vuole sicuramente una certa rigidità. Il versetto ha elencato i vari livelli
di correzione: prima con l’ammonizione, poi con l’abbandono nel letto, infine
"picchiandola" e dobbiamo chiarire che ciò è consentito unicamente in casi estremi
ovvero di disobbedienza totale che può compromettere l’integrità dell'intera famiglia.
L’atto del picchiarle, quindi, è un caso molto raro che non deve essere un mezzo che il
marito usa quando gli pare con la scusante che il Corano lo permette. Non
dimentichiamo che all'interno del versetto vi sono altre tante regole che mirano tutte
solo a far sentire alla moglie la sua colpa e non il dolore.
Abbiamo, comunque, nel Profeta (Pace e benedizione su di lui) il buon esempio in
quanto non ha mai picchiato ne una donna ne un servo.
Non essere ingiusto verso te stesso
Poi i versetti tornano a parlare della giustizia e ad avvertire dall’associare qualcuno ad
Allah. Dice Allah l'Altissimo quel che può essere tradotto come: "Adorate Allah e
non associateGli alcunché" (TSC- Sura IV, versetto 36), perché la peggior
ingiustizia è l’associare ad Allah qualcuno come è anche riportato nella Sura Luqmân
"Non attribuire ad Allah associati. Attribuirgli associati è un'enorme
ingiustizia" (TSC- Sura XXI, versetto 13),e continua poi il versetto ad elencare le
varie categorie sociali verso le quali bisogna essere giusti e buoni, soprattutto con
quelle deboli. Dice Allah l'Altissimo quel che può essere tradotto come: "Siate buoni
con i genitori", specialmente quando raggiungono un' età avanzata, "i parenti, gli
orfani, i poveri, i vicini vostri parenti e coloro che vi sono estranei, il compagno
che vi sta accanto , il viandante e chi è schiavo in vostro possesso. In verità Allah
non ama l'insolente, il vanaglorioso" (TSC- Sura IV, versetto 36). Hai notato
come si susseguono i versetti, che nonostante i significati diversi, hanno tutti lo stesso
obiettivo e lo stesso fulcro che è quello della giustizia, in tutte le sue forme.
Gli impedimenti della giustizia e della misericordia
Dopo di che, il capitolo parla dei caratteri ripugnati, i quali, se fanno parte della
personalità di un individuo, avranno un impatto negativo sulla sua capacità di
giustizia e di misericordia verso i deboli. Il versetto 37 inizia a parlare dell'avarizia.
Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Coloro che sono avari e
invitano all'avarizia e celano quello che Allah ha dato loro della Sua Grazia" poi
l’ostentazione "coloro che, davanti alla gente, spendono con ostentazione ma non
credono in Allah e nell'Ultimo Giorno. Chi ha Satana per compagno ha un
compagno detestabile". (TSC- Sura IV, versetto 37).
Allah non commette ingiustizia nemmeno del peso di un atomo
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Dopo tutte queste buone maniere, Allah ci fa ricordare della Sua bontà e come essa
precede la Sua giustizia, quindi come fa l’uomo a rapportarsi con gli altri se non con
la giustizia? Dice Allah l'Altissimo quel che può essere tradotto come: "Invero Allah
non commette ingiustizie, nemmeno del peso di un solo atomo. Se si tratta di una
buona azione, Egli la valuterà il doppio e darà ricompensa enorme da parte Sua"
( TSC- Sura IV, versetto 40).
Il versetto seguente, invece, ci ricorda che il Profeta sarà testimone, nel Giorno del
Giudizio, sulla nostra giustizia. Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: "E che avverrà, quando susciteremo un testimone in ogni comunità e ti
chiameremo a testimone contro di loro?" ( TSC- Sura IV, versetto 41).
Come se Allah dicesse all'ingiusto: stai attento perché il Profeta (Pace e benedizione
su di lui), testimonierà contro le tue ingiustizie; e a colui che è giusto: sii felice,
perché il tuo amato Profeta (Pace e benedizione sia su di lui) sarà testimone sulla tua
giustizia.
Poi arriva un versetto molto importante che rappresenta la sostanza del capitolo:
"Allah vi ordina di restituire i depositi ai loro proprietari e di giudicare con
equità quando giudicate tra gli uomini. Allah vi esorta al meglio. Allah è Colui
che ascolta e osserva" ( TSC- Sura IV, versetto 58).
L'obbedienza ad Allah e al Profeta è la base della giustizia
Questo significato è molto chiaro nel seguente versetto. Allah l'Altissimo dice quel
che può essere tradotto come: "O voi che credete, obbedite ad Allah e al
Messaggero e a coloro di voi che hanno l'autorità. Se siete discordi in qualcosa,
fate riferimento ad Allah e al Messaggero, se credete in Allah e nell'Ultimo
Giorno. E' la cosa migliore e l'interpretazione più sicura" (TSC- Sura IV,
versetto 59).
Quindi seguire gli ordini di Allah e fare riferimento al Corano e alla Sunna del Profeta
sono le basi della giustizia e della misericordia nella società, anche se può sembrare
diversamente, perché se il musulmano disobbedisce agli ordini di Allah e del Profeta
commette innanzitutto un'ingiustizia verso se stesso. Dice Allah l'Altissimo quel che
può essere tradotto come: "Se, dopo aver mancato nei loro stessi confronti,
venissero da te e chiedessero il perdono di Allah e se il Messaggero chiedesse
perdono per loro, troverebbero Allah pronto ad accogliere il pentimento ,
misericordioso" (TSC- Sura IV, versetto 64). Come facciamo, quindi, a
raggiungere la giustizia totale? Risponde allora a questa domanda, molto chiaramente
il versetto 65. Dice Allah l'Altissimo quel che può essere tradotto come: "No, per il
tuo Signore, non saranno credenti finché non ti avranno eletto giudice delle loro
discordie e finché non avranno accettato senza recriminare quello che avrai
deciso, sottomettendosi completamente" (TSC- Sura IV, versetto 65). Voi
musulmani, sottoponetevi agli ordini di Allah e del Profeta e accettate il giudizio del
Suo messaggero, e a seguite i suoi ordini senza esitazione né vergogna, se volete che
egli (Pace e benedizione su di lui) testimoni sulla vostra giustizia nel Giorno del
Giudizio.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
La battaglia per garantire i diritti dei più deboli
I versetti proseguono fino a completare un quarto di Hisb17 su questa battaglia, a
partire dal versetto 74. Dice Allah l'Altissimo quel che può essere tradotto come:
"Combattano dunque sul sentiero di Allah, coloro che barattano la vita terrena
con l'altra" (TSC- Sura IV, versetto 74). Qual è dunque la relazione fra questo
Quarto e la giustizia? Perché la giustizia persista all'interno della società, è necessaria
"una forza" che garantisce i diritti dei più deboli; la battaglia nell’Islam non è né per
la violenza né è un obiettivo in se stesso, ma è un mezzo per giungere ad una meta
ben precisa, e la prova di questo è il versetto 75. Dice Allah l'Altissimo quel che può
essere tradotto come: "Perché mai non combattete per la causa di Allah e dei più
deboli tra gli uomini, le donne e i bambini che dicono: "Signore, facci uscire da
questa città di gente iniqua; concedici da parte Tua un patrono, concedici da
parte Tua un alleato" ?" (TSC- Sura IV, versetto 75).
Vi faccio notare che la maggior parte delle regole, durante il combattimento, sono
citati nel Capitolo delle Donne, perché sono le donne che educano quelli che saranno i
futuri combattenti, e anche perché la donna a sua volta è una combattente all'interno
della sua casa. La donna che resiste alle ingiustizie del marito, combatte e subisce il
martirio mille volte al giorno. E’ come se queste regole, presenti all'interno della Sura
( Allah è il più Sapiente), fossero un messaggio per la donna per dirle che anche lei è
una combattente, quando è paziente con suo marito e quando protegge la sua famiglia.
L'effetto dei media sulla giustizia
In questo Quarto c’è un versetto molto importante che si rivolge ai giornalisti in tutti i
tempi e in tutti i luoghi, riguardante l’effetto dei media sulla giustizia. Dice Allah
l'Altissimo quel che può essere tradotto come: "Se giunge loro una notizia, motivo
di sicurezza o di allarme, la divulgano. Se la riferissero al Messaggero o a coloro
che hanno l'autorità, certamente la comprenderebbero coloro che hanno la
capacità di farlo "(TSC- Sura IV, versetto 83). La stampa potrebbe essere un
fattore che fa paura al giudice e all’opinione pubblica, essa potrebbe modificare la
comprensione di ciò che ci sta attorno e avere influenze sulla giustizia, perciò bisogna
sempre evitare le notizie false e chiedere l’opinione dei responsabili e non tirare
subito le conclusioni. È anche un messaggio che invita tutti i musulmani dei nostri
giorni a cercare la verità e verificare quello che si dice nei mass-media.
Il pericolo dell'ipocrisia
Dopo di che, vi è un intero Quarto che tratta del pericolo che gli ipocriti possono
avere sulla società. Dice Allah l'Altissimo quel che può essere tradotto come:
"Perché vi siete divisi in due fazioni a proposito degli ipocriti? Allah li ha
respinti per quello che si sono meritati" (TSC- Sura IV, versetto 88). Lo scopo
della citazione degli ipocriti sta nell'avvertire che la loro diffusione nella società è la
17
Hisb = unità frazionaria utilizzata all'interno del Santo Corano, per cui il Corano è diviso in 60 Hizb
ed ogni Hizb in quattro Quarti.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
maggior causa dell’ingiustizia e della perdita dei diritti dei più deboli, perché non
fanno altro che sviare la società, abbandonando così i suoi principi, sopratutto quello
della giustizia.
Dopo, i versetti iniziano a parlare della massima giustizia, cioè quella durante la
battaglia. Dice Allah l'Altissimo quel che può essere tradotto come: " O voi che
credete, quando vi lanciate sul sentiero di Allah, siate ben certi prima di dire a
chi vi rivolge il saluto: "Tu non sei credente" (TSC- Sura IV, versetto 94).
Invero, queste sono le regole comportamentali durante le guerre, a cui l'Islam ha
sempre fatto appello.
Sii positivo per ottenere giustizia
In tutti i precedenti versetti, il Corano si rivolgeva ai potenti e ai responsabili e
ordinava loro di essere giusti con i più deboli e avere pietà di loro . Però nel versetto
97 chiede ai più deboli di essere positivi, di muoversi, non inclinarsi e di non credere
che il loro ruolo sta solo nell'aspettare la giustizia e ricevere pietà dagli altri. Dice
Allah l'Altissimo quel che può essere tradotto come: "Gli angeli, quando faranno
morire coloro che furono ingiusti nei loro stessi confronti, diranno: " Qual era la
vostra condizione?" Risponderanno: "Siamo stati oppressi sulla terra". [Allora
gli angeli] diranno: "La terra di Allah non era abbastanza vasta da permettervi
di emigrare?". Ecco coloro che avranno l'Inferno per dimora. Qual tristo
rifugio" (TSC- Sura IV, versetto 97).
L'abbreviazione della preghiera fa parte della misericordia di Allah verso di noi
Dopo di che, Allah ci ricorda la misericordia con la quale tratta le sue creature e i suoi
servi, e arriviamo al versetto 101 dove si parla dell'abbreviazione della preghiera
durante il viaggio e quella della paura. Dice Allah l'Altissimo quel che può essere
tradotto come: "Quando siete in viaggio, non ci sarà colpa se abbrevierete
l'orazione" (TSC- Sura IV, versetto 101). In questo versetto Allah attira la nostra
attenzione sulla Sua misericordia verso di noi, in modo che noi a nostra volta siamo
misericordiosi con gli altri.
Le minoranze non-musulmane
Alla fine si parla della giustizia nei confronti delle minoranze non musulmane che si
trovano all’interno della società musulmana. Nel tempo del Profeta (Pace e
benedizione su di lui), uno dei musulmani ha rubato e ha accusato un ebreo. Un altro
musulmano dopo aver saputo della faccenda ha testimoniato falsamente per
proteggere il primo sotto il nome della fratellanza.
Scesero allora questi versetti rivolgendosi ai musulmani con un tono molto forte. Dice
Allah l'Altissimo quel che può essere tradotto come: "In verità abbiamo fatto
scendere su di te il Libro con la verità, affinché giudichi tra gli uomini secondo
quello che Allah ti ha mostrato. Non difendere la causa dei traditori" (TSC- Sura
IV, versetto 105). Poi il tono diventa ancora più forte verso l'ingiusto: "Chi
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
commette una mancanza o un peccato e poi accusa un innocente, si macchia di
calunnia e di un peccato evidente" (TSC- Sura IV, versetto 112). Allah, quindi, ha
testimoniato, da sopra i sette cieli, che l’ebreo era innocente. Tutto ciò per fissare
nell’islam queste regole civili di inter-religiosità.
Il ritorno alle donne
Alla fine della Sura possiamo notare che si ritorna a parlare di alcune regole che
riguardano le donne, insistendo maggiormente sul concetto di giustizia e di
misericordia. Dice Allah l'Altissimo quel che può essere tradotto come: "Ti
interpelleranno a proposito delle donne. Di': "Allah vi risponde a riguardo, e ciò
è recitato nel Libro relativamente alle orfane” (TSC- Sura IV, versetto 127).
Notiamo inoltre un altro invito alla giustizia nel caso della poligamia. Dice Allah
l'Altissimo quel che può essere tradotto come: "Non potrete mai essere equi con le
vostre mogli anche se lo desiderate. Non seguite però la vostra inclinazione fino a
lasciarne una come in sospeso" (TSC- Sura IV, versetto 127). Non inclinatevi
verso una e lasciando l’altra in sospeso: ne sposata ne divorziata, perché questa è
un’ingiustizia nei suoi confronti ed è un uso sbagliato della facoltà che l'uomo può
usufruire.
Attenetevi alla giustizia
Prima della conclusione della Sura possiamo notare il versetto 135 che ci fa ricordare
del suo obiettivo. Dice Allah l'Altissimo quel che può essere tradotto come: "O voi
che credete, attenetevi alla giustizia e rendete testimonianza innanzi ad Allah,
foss'anche contro voi stessi, i vostri genitori o i vostri parenti, si tratti di ricchi o
di poveri! Allah è più vicino [di voi] agli uni e agli altri. Non abbandonatevi alle
passioni, sì che possiate essere giusti. Se vi destreggerete o vi disinteresserete ,
ebbene Allah è ben informato di quello che fate" (TSC- Sura IV, versetto 135).
L'attenersi alla giustizia è una delle forme più alte di giustizia, e lo stesso versetto ci
avverte a non seguire le passioni perché è un pericoloso fattore che crea ingiustizia tra
le persone.
L’ingiustizia della gente del libro
La Sura inizia poi a commentare alcuni errori della Gente del Libro, pur restando in
tema, per mettere i musulmani alla guardia. Dice Allah l'Altissimo quel che può
essere tradotto come: "E' per l'iniquità dei giudei che abbiamo reso loro illecite
cose eccellenti che erano lecite" (TSC- Sura IV, versetto 160), a causa della loro
ingiustizia Allah ha ristretto la cerchia delle cose lecite a loro permesse "perché
praticano l'usura - cosa che era loro vietata - e divorano i beni altrui. A quelli di
loro che sono miscredenti, abbiamo preparato un castigo atroce" (TSC- Sura IV,
versetto 161). E poi ancora: "O Gente della Scrittura, non eccedete nella vostra
religione e non dite su Allah altro che la verità. Il Messia Gesù, figlio di Maria
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
non è altro che un messaggero di Allah, una Sua parola che Egli pose in Maria,
uno Spirito da Lui [proveniente]. Credete dunque in Allah e nei Suoi messaggeri.
Non dite "Tre", smettete! Sarà meglio per voi. Invero Allah è un dio unico.
Avrebbe un figlio? Gloria a Lui! A Lui appartiene tutto quello che è nei cieli e
tutto quello che è sulla terra. Allah è sufficiente come garante.
Il Messia e gli Angeli più ravvicinati non disdegneranno mai di essere gli schiavi
di Allah. E coloro che disdegnano di adorarLo e si gonfiano d'orgoglio, ben
presto saranno adunati davanti a Lui" (TSC- Sura IV, versetto 171-172).
Questi due versetti (171-172) trattano del credo sviato dei cristiani. La citazione di
questo fenomeno è per chiarire che il motivo dello sviamento e della falsificazione del
loro libro è stata l’ingiustizia commessa dai romani verso la prima generazione di
cristiani. Quindi il messaggio qui è quello di proteggere la religione e renderla forte
affinché non subisca falsificazioni com’è successo precedentemente con i primi
cristiani.
Dopodiché susseguono due versetti che ci avvertono fortemente dall’ingiustizia. Dice
Allah l'Altissimo quel che può essere tradotto come: "Sì, coloro che sono
miscredenti e sono ingiusti, Allah non li perdonerà e non mostrerà loro altra via,
eccetto la via dell'Inferno dove rimarranno in perpetuo. E ciò è facile ad Allah."
(TSC- Sura IV, versetto 168-169).
Ebbene questa era la Sura delle “DONNE”, il capitolo della giustizia e della
misericordia verso tutti i ranghi presenti all'interno della società.
Una particolarità che eccelle in questo capitolo è la citazione, negli ultimi versetti, dei
nomi di Allah (42 volte). Nomi di sapere, di saggezza (ad esempio Il più Sapiente, il
più Saggio), di potenza, di misericordia e di perdono, e tutti questi per attirare la
nostra attenzione sulla giustizia e la misericordia delle leggi di Allah per stabilire la
giustizia.
Caro fratello, leggi questa Sura con l’intenzione di applicare la giustizia nella tua vita,
nella tua famiglia, soprattutto con tua moglie e i tuoi genitori, e con i tuoi vicini e tutta
la gente della società dove vivi, qualunque sia la loro religione o la loro posizione
sociale.
Sura V: "Al-Mâ’ida ” (La Tavola imbandita)
La sura Al-Ma’ida, “la tavola imbandita", è una sura rivelata a Medina, ma alcuni suoi
versetti sono stati rivelati a Mecca (dopo il “Pellegrinaggio d’Addio”).
E’ stata rivelata dopo la sura Al-Fath, "La Vittoria", e nell'ordine coranico viene dopo
la sura An-Nisà’, "Le Donne". Il numero dei suoi versetti è 120.
Questa è l'unica sura del Corano che incomincia con il vocativo “O voi che credete”
il quale viene ripetuto in tutto il Corano ottantotto volte, di cui sedici solo in questa
sura .
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Abdu-Allah ibn Mas’ud, che Allah sia soddisfatto di lui, diceva: "quando senti il
richiamo [o voi che credete] ascoltalo poiché esso o è un bene che devi eseguire, o è
un male che devi evitare".
Il significato di “o voi che credete” è: O voi che veramente credete in Allah,
l'Altissimo, o voi che veramente vi compiacete di Lui come Dio, che accettate e
dichiarate Allah, gloria a Lui, come l’Unico adorato, ascoltate e obbedite.
Il suo scopo è il suo richiamo
Lo scopo della sura è chiaro fin dal primo richiamo: Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: “O voi che credete, rispettate gli impegni”, vale a dire
rispettate i vostri impegni e non violate i patti.
Gli impegni comprendono tutto ciò che impegna l'uomo a partire dalla sua
responsabilità sulla terra e la sua nomina da parte di Allah come vicario sulla terra,
fino ad arrivare agli ordini, da parte di Allah, di obbedienza e adorazione come la
preghiera, il velo, rinunciare a tutto ciò che è proibito come bere il vino e mangiare
l'illecito.
E come abbiamo ricordato sopra, questo vocativo “o voi che credete” non è ripetuto
in nessuna sura quanto in questa (sedici volte). La sura Al-Baqara (La Giovenca), ad
esempio, ha dieci richiami nonostante i suoi versetti fossero più numerosi.
Questi richiami costituiscono gli assi della sura.
Ad ogni richiamo c'è un nuovo asse, ogni volta che c’è un richiamo lo segue un nuovo
asse, in cui ci sono i dettagli degli ordini di osservanza su quello che si deve fare o
evitare. Ci sono sedici ordini e la sura ci porta da uno a un altro per raccomandarci di
rispettare gli impegni.
Diceva ‘Aisha, che Allah sia soddisfatto di lei: "Al-Ma’ida era l'ultima sura rivelata,
quello che vi trovate di lecito legittimatelo, e quello che vi trovate di illecito,
proibitelo."
Nella Sura troviamo l’ultimo versetto di prescrizioni del Corano:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Oggi ho reso perfetta la
vostra religione, ho completato per voi la Mia grazia e Mi è piaciuto darvi per
religione l'Islam” (TSC- Sura V, versetto 3). Questo è uno dei versetti rivelati nel
Pellegrinaggio d’Addio.
Penso che a questo punto lo scopo della sura si stia chiarendo: adesso che la religione
è arrivata alla sua completa perfezione, dovete rispettare e mantenere il patto con
Allah l’Altissimo, legittimate tutto quello che Egli ha reso lecito e condannate tutto
ciò che Egli ha proibito. Questa è la sura del Lecito e dell’Illecito nell'Islam. Per
questo motivo nella tradizione profetica si dice: " insegnate ai vostri uomini la sura
della Tavola imbandita e alle vostre donne la sura della Luce (An-Nur)”.
Gli Assi della Sura
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Come abbiamo ricordato sopra , ad ogni richiamo “O voi che credete”, la sura ci
trasporta ad un nuovo asse e a nuove prescrizioni dettagliate. E’ evidente che tutti i
versetti della sura gravitano attorno a questi assi, i quali chiariscono e spiegano tanti
precetti e prescrizioni sul lecito e sull’illecito:
1- il cibo, le bevande, la caccia e le immolazioni;
2- la famiglia e il matrimonio;
3- la fede e le espiazioni;
4- le adorazioni;
5- la sentenza, il giudizio, le testimonianze e l’attuazione della giustizia;
6- la formazione delle relazioni tra i musulmani e le altre fedi, specialmente gli ebrei e
i cristiani.
Nella sura c'è una concentrazione per quanto riguarda il lecito e l’illecito nel cibo,
nelle bevande, nella caccia e nelle immolazioni. Questo si adatta al titolo della sura
"La Tavola imbandita": infatti il nutrimento è una delle esigenze vitali della vita, ma
nonostante ciò si deve tener conto del lecito e dell'illecito in esso. Questo per quanto
riguarda il cibo, a maggior ragione per le altre cose della vita!
Tra questa accumulazione di prescrizioni sul lecito e l'illecito c’è un’affermazione
continua la quale dice che solo Allah ha il potere di dettare leggi; Fin dal primo
versetto Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Allah comanda
quello che vuole” (TSC- Sura V, versetto 1) arrivando poi a tre versetti che
avvertono contro le prescrizioni tramite altro che non sia ciò che Allah ha fatto
scendere, ad esempio il versetto in cui Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: ”Coloro che non giudicano secondo quello che Allah ha fatto
scendere, questi sono i miscredenti”(TSC- Sura V, versetto 44).
La progressione e la compattezza delle sure del Corano
Cerca di prestare attenzione alla relazione tra le precedenti sure del Corano e la sura
della Tavola imbandita: dopo che la sura della Giovenca ha annunciato all’uomo la
sua responsabilità sulla terra, è arrivata prima la sura della Famiglia di Imran per
stimolare l'uomo alla saldezza di fede, poi la sura delle Donne per informarci che per
restare saldi di fede dobbiamo attuare la giustizia e la misericordia con i deboli,
specialmente con le donne. Ed ecco la sura della Tavola Imbandita che ci ordina di
rispettare tutti questi precedenti impegni…
In sintesi possiamo dire che la sura della Tavola imbandita ci ordina di essere equi
con la nostra moglie, i deboli e tutta la gente; e ci ordina inoltre di mantenere la
solidità e la fedeltà al metodo che Allah l'Altissimo ha voluto per noi e che ci ha
illustrato nella sura della Giovenca…
Per questa ragione il terzo versetto proclama la conclusione e la perfezione del
metodo.
Da notare anche la progressione delle sure del Corano nei confronti della gente della
Scrittura:
La sura della Giovenca: spiegazione degli errori della gente della Scrittura, con il
solo invito a distinguersi da loro.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
La sura della Famiglia di ‘Imran: un tranquillo dialogo dottrinale e il reperimento
dei punti in comune.
La sura delle Donne: critica degli eccessi della gente della Scrittura e dei loro
contrasti nei confronti di Gesù (pace su di lui).
La sura della tavola imbandita: un severo raffronto: Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: “Sono certamente miscredenti quelli che dicono: « In
verità Allah è il terzo di tre»”(TSC- Sura IV, versetto73).
Il che ci insegna che l’Islam ha un metodo graduale nel suo dialogo con le altre fedi.
Il primo richiamo (“Rispettate gli impegni”)
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: ”O voi che credete,
rispettate gli impegni. Vi sono permessi gli animali dei greggi...” (TSC- Sura IV,
versetto 1)
Qual è la relazione tra il rispetto degli impegni e il permesso da parte di Allah di avere
gli animali dei greggi come immolazione e cibo?
La prima cosa menzionata dopo l'ordine di rispettare gli impegni è una cosa permessa,
il nostro Signore non incominciò con le cose illecite, per non suscitare l'avversione
del lettore; la frase “rispettate gli impegni” suggerisce che il prossimo discorso sarà
severo, ma segue direttamente la frase “vi sono permessi”. Questo è un segno della
misericordia di Allah verso questa Umma. Questo è anche un metodo che i nunzi
dovrebbero seguire per conquistare i cuori, infatti il du’at (messaggero, nunzio) non
deve cominciare l’invito alle persone parlando delle cose illecite; la regola principale
nell’Islam è il permesso, perciò con le persone dovrebbe iniziare trattando le cose
lecite e poi si mettono in guardia da quelle illecite.
Accanto alla misericordia e alla gentilezza del discorso, nel primo richiamo della sura
vi è un significato sottile: rispettate gli impegni affinché non vi ristringiamo il circolo
del lecito, come era accaduto con gli ebrei.
Si nota chiaramente che questo stesso senso viene indicato nelle sure contigue a
questa: Le Donne e Il Bestiame.
Nella sura delle Donne troviamo:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E' per l'iniquità dei
giudei che abbiamo reso loro illecite cose eccellenti che erano lecite” (TSC- Sura
IV, versetto 160).
E nella sura del Bestiame:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Ai giudei abbiamo
vietato tutti gli animali ungolati...” (TSC- Sura VI, versetto 146).
Perché tutte queste proibizioni?
“ […] Così li compensammo della loro ribellione. In verità Noi siamo veridici.”
(TSC- Sura VI, versetto 146)
Loro non hanno rispettato il patto con Allah (gloria a Lui), così Egli ha ristretto loro il
circolo delle cose lecite per punizione; badate, o musulmani, a non commettere lo
stesso loro peccato e ricevere lo stesso castigo.
Il secondo richiamo (non profanate i simboli di Allah)
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “O voi che credete, non
profanate i simboli di Allah…”(TSC- Sura V, versetto 2).
O voi che credete, non cambiate la religione di Allah l'Altissimo, i Suoi ordini e le
Sue proibizioni.
“…né il mese sacro, né l'offerta sacrificale, né le ghirlande, né quelli che si
dirigono verso la Sacra Casa bramando la grazia e il compiacimento del loro
Signore. Dopo che vi sarete desacralizzati, potrete cacciare liberamente. E non vi
spinga alla trasgressione l'odio per quelli che vi hanno scacciato dalla Sacra
Moschea. Aiutatevi l'un l'altro in carità e pietà e non sostenetevi nel peccato e
nella trasgressione.”( TSC- Sura V, versetto 2).
Il primo versetto ha illustrato le necessità della vita (il cibo), e il secondo è
cominciato con l’esposizione e la proclamazione di sublimi principi umani:
- la giustizia (affermando lo scopo della sura precedente delle Donne che è stato
appunto questo). ”E non vi spinga alla trasgressione…”.
- la cooperazione e l'aiuto reciproco (anche qui confermando uno dei messaggi della
sura della Famigli di ‘Imran (l'unità e il non essere in opposizione). “Aiutatevi l'un
l'altro in carità e pietà e non sostenetevi nel peccato e nella trasgressione.”
Il versetto contiene migliaia di figure e di esempi sulle relazioni sociali, i quali
vengono elencate sotto il titolo dei fatti di bontà, il timore di Allah e la
collaborazione.
- Il Timore di Allah; “Temete Allah, Egli è severo nel castigo”
(Per ricordarci che questo libro è “una guida per i timorati” come è scritto all'inizio
della sura della Giovenca.
Poi nel terzo versetto Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Vi
sono vietati gli animali morti, il sangue…”( TSC- Sura V, versetto 3).
Quindi il primo impegno da rispettare è quello di mangiare il buon cibo, non è lecito
mangiare del cibo “cattivo”...
Dopo questo arriviamo al quinto versetto: “Oggi vi sono permesse le cose buone e vi
è lecito anche il cibo di coloro ai quali è stata data la Scrittura, e il vostro cibo è
lecito a loro . [Vi sono inoltre lecite] le donne credenti e caste, le donne caste di
quelli cui fu data la Scrittura prima di voi”. (TSC- Sura V, versetto 5).
Qui il versetto suggerisce due cose lecite: il buon cibo e le buone donne sia credenti o
della gente della Scrittura, a patto che siano caste e di buona indole.
In questo vi è un gesto di grande rispetto verso la gente della Scrittura, nella stessa
sura in cui si fa un discorso severo nei loro confronti, confutandone le credenze.
Allah, gloria a Lui l'Altissimo, ci ha reso lecite le donne caste siano esse musulmane
che della gente della Scrittura.
Nel terzo versetto vengono le dichiarazioni significative dove Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: “Oggi ho reso perfetta la vostra religione, ho
completato per voi la Mia grazia e Mi è piaciuto darvi per religione l'Islam .”
Questo è un versetto principale in quanto rappresenta la conclusione degli ordini
coranici. La sua relazione con il tema della sura è che non ci siano impegni se non
dopo la perfezione e la conclusione. Ma adesso che la religione si è conclusa ed è
arrivata al culmine della perfezione, o credente, stringi il patto con Allah l’Altissimo,
rispettalo e rispetta le Sue leggi divine.
Chissà se un giorno abbiamo sentito questo dono, il dono della perfezione della nostra
fede e se abbiamo ringraziato Allah l’Altissimo per questa grazia!
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Un ebreo andò da ‘Umar Ibn al-Khattab (che Allah sia soddisfatto di lui) e gli disse:
"O principe dei credenti, voi recitate un versetto nel vostro libro, se fosse sceso su di
noi, avremmo celebrato tale giorno come festa”. ‘Umar chiese: “Quale versetto?"
L’uomo recitò il versetto sopra e ’Umar disse: "So bene quando e dove è stato
rivelato questo versetto: era un venerdì, ed era il giorno di ‘Arafa e grazie ad Allah,
gloria a Lui l'Altissimo, tutti i due sono nostre feste ."
Qui abbiamo un’altra osservazione da fare: la maggior parte dei versetti della sura si
sono conclusi in modo severo, in particolare i primi come:
“Egli è severo nel castigo”
“In verità Allah è rapido al conto”
Tranne il terzo versetto che tratta la norma della necessità e della costrizione
“Se qualcuno si trovasse nel bisogno della fame…” e si è conclusa con la
generosità e la grandezza della misericordia di Allah l'Altissimo “ebbene Allah è
perdonatore, misericordioso”.
Il terzo richiamo (il buono all'anima)
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “O voi che credete!
Quando vi levate per la preghiera, lavatevi il volto, le mani [e gli avambracci]
fino ai gomiti” (TSC- Sura V, versetto 6).
Qualcuno potrebbe domandarsi la ragione di questo versetto in mezzo al discorso
sugli impegni e il doverli rispettare.
In realtà i versetti hanno iniziato trattando e ricordando il buon cibo, poi le buone
mogli...sono tutte cose che appartengono al piacere della vita terrena. Dopodiché, i
versetti ci spostano ai discorsi sulla bontà d’animo e sulla purificazione dell'anima che
comincia con al-Wudu` (l'abluzione)...in questo modo la sura ha trattato tutti i tipi di
piaceri: il piacere spirituale dell'adorazione e quello profano del cibo e del
matrimonio.
Tramite questi versetti possiamo percepire la completezza delle norme dell'Islam:
nella sura le norme comportamentali coesistono con quelle dell'adorazione.
C’è un’interessante nota da fare nella sura della Tavola Imbandita: circa ogni dieci
versetti, ne viene uno che ci ricorda l'impegno e il patto con Allah.
Questi vengono ricordati esplicitamente nella sura per ben undici volte; come per dire
ai musulmani:"Ed Ora che il metodo è giunto alla perfezione, che il patto è chiaro, lo
rispetterete o no?”. E arriva il settimo versetto in cui Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: “Ricordate i benefici che Allah vi ha concessi e il Patto
che stringeste con Lui quando diceste: « Abbiamo sentito e obbediamo »...”
(TSC- Sura V, versetto 7).
Qui c'è pure un meraviglioso legame con la sura della Giovenca che nella conclusione
loda i credenti: “E dicono:"Abbiamo ascoltato e obbediamo. Perdono, Signore! E'
a Te che tutto ritorna" (TSC- Sura II, versetto 285).
Mentre la risposta degli ebrei era così: “dissero: "Ascoltiamo ma disobbediamo".”(
TSC- Sura II, versetto 93).
Hai notato come le sure si uniscono e si completano tra di loro nei temi e negli
obiettivi?
Il quarto richiamo (la Giustizia)
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Proseguono i versetti finché arriviamo al quarto richiamo dove Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: “O voi che credete, siate testimoni sinceri
davanti ad Allah secondo giustizia. Non vi spinga all'iniquità l'odio per un certo
popolo. Siate equi: l'equità è consona alla devozione . Temete Allah. Allah è ben
informato su quello che fate.”(TSC- Sura V, versetto 8).
Dopo che i versetti hanno trattato il rispetto dei patti e degli impegni, nel cibo, nelle
bevande, nel matrimonio e nell'abluzione (wudu’), ci conducono ad un
importantissimo patto: la giustizia, persino con la gente che disprezziamo, persino con
la gente con cui siamo in conflitto. Questo versetto rappresenta una delle più
importanti e principali regole della tolleranza e della giustizia dell'Islam verso le altre
comunità.
Il quinto richiamo (ricordate i benefici di Allah)
L'undicesimo versetto ci ricorda che Allah l'Altissimo ha protetto i credenti dagli
inganni dei loro nemici, perciò temete Allah, o credenti, e rispettate il patto che avete
stretto con Lui.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “O voi che credete,
ricordate i benefici che Allah vi ha concesso, il giorno che una fazione voleva
alzare le mani contro di voi ed Egli arrestò le mani loro…”(TSC- Sura V,
versetto 11).
Allah, Gloria a Lui l'Altissimo, mantiene i Suoi patti con noi, da queste divine e
straordinarie promesse nel nono versetto Allah l’Altissimo ha ricordato quel che può
essere tradotto come: “Allah ha promesso a coloro che credono e compiono il
bene, il perdono e un'immensa ricompensa.”(TSC- Sura V, versetto 9).
Dopo tutto questo rispetteremo il nostro impegno e il nostro patto davanti ad Allah
gloria a Lui l’Altissimo?
I figli di Israele e i loro patti
A questo punto, in un quarto intero, la sura ci presenta degli esempi di comunità che non
rispettarono l'impegno e il Patto con Allah l'Altissimo, e non attuarono il seguente
versetto: “abbiamo ascoltato e obbediamo” come fu ordinato da Allah gloria a Lui
l'Altissimo, e questi erano i Figli di Israele. Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Allah accettò il Patto dei Figli di Israele e suscitò da loro dodici capi.
Allah disse: « Sarò con voi, purché eseguiate l'orazione e paghiate la decima e
crediate nei Miei messaggeri, li onoriate e facciate un bel prestito ad Allah. Allora
cancellerò i vostri peccati e vi farò entrare nei Giardini dove scorrono i ruscelli. Chi
di voi, dopo tutto ciò, sarà miscredente, si allontana dalla retta via».”(TSC- Sura V,
versetto 12).
Quale era la conseguenza? “Ma essi ruppero l'alleanza e Noi li maledicemmo e
indurimmo i loro cuori”(TSC- Sura V, versetto 13).
E’ un versetto dal tono duro per avvisarci di badare a non imitarli, per non ricevere,
come era accaduto a loro, l'ira e la maledizione di Allah, gloria a lui l'Altissimo.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
La storia di Mosè (pace su di lui) con il suo popolo
I versetti ci trasportano alla vicenda di Mosè (pace su di lui) con i Figli di Israele,
quando chiese loro di entrare in Terra Santa (Palestina) che Allah destinò loro e gli
promise in essa: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “«O
popolo mio, entrate nella terra santa che Allah vi ha destinata e non volgete le
spalle: vi ritrovereste perdenti ». Dissero: « O Mosè, essa è abitata da un popolo
di tiranni . Noi non vi entreremo finché essi non siano usciti.”(TSC- Sura V,
versetti 21-22).
Rifiutarono e ruppero il Patto con Allah l'Altissimo, perciò giunse il castigo divino.
Dice Allah l’Altissimo quel che può essere tradotto come: “ « Ebbene, questo paese
sarà loro vietato per quarant'anni ed essi erreranno sulla terra .”( TSC- Sura V,
versetto 26).
Allah l'Altissimo ha vietato loro l'entrata in Terra Santa per quarant’anni.
Abbiamo accennato che la sura comincia con: “o voi che credete, rispettate gli
impegni, vi sono permessi gli animali dei greggi....” per esortare al rispetto degli
impegni affinché Allah, gloria a Lui l'Altissimo, non renda stretto il circolo del lecito
all'Umma; in questo episodio vediamo come Allah restrinse il circolo del lecito ai
Figli di Israele per come si comportarono. La regola generale nella sura è: "Se l'uomo
vive rispettando gli impegni, Allah gloria a Lui l'Altissimo lo colma di favori e gli
allarga la cerchia del lecito, invece, se rompe i patti, Allah lo mette in ristrettezze e gli
allarga la cerchia delle proibizioni”.
Storia dei figli di Adamo su lui la pace
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Racconta loro, in tutta
verità, la storia dei due figli di Adamo , quando offrirono [ad Allah] un sacrificio,
ed ecco che l'offerta di uno fu accettata e quella dell'altro no…”(TSC- Sura V,
versetto 27).
Fu la rabbia, l’invidia e il rancore a spingere il figlio di Adamo a commettere il suo
delitto ed uccidere suo fratello. L’elemento invece che accomuna la storia dei figli di
Adamo su lui la pace e quella dei figli di Israele e il loro ingresso nella Terra Santa è
che entrambe rappresentano un esempio della violazione di un patto divino. I figli di
Israele lo violarono per viltà mentre il figlio di Adamo lo fece per impulsività.
Malgrado la loro diversità, ambedue le storie esemplificano l’inosservanza del patto
con Allah l’Altissimo, mentre l’Islam incita alla moderazione in tutti gli aspetti della
vita.
Come commento alla storia segue subito il versetto 32 in cui Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: “Per questo abbiamo prescritto ai Figli di
Israele che chiunque uccida un uomo che non abbia ucciso a sua volta o che non
abbia sparso la corruzione sulla terra , sarà come se avesse ucciso l'umanità
intera . E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l'umanità”
(TSC – Sura V, versetto 32). Dopo la descrizione della crudeltà dell’atto d’omicidio
nella storia di Adamo su lui la pace, seguono i versetti che portano severe leggi per
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
abolire la corruzione e per delimitare le libertà e stabilire le pene per il furto e la
corruzione.
È degno di nota che solo nei nostri tempi si è cominciato a parlare di diritto pubblico
in giurisprudenza, mentre il Corano lo stabilì ben 1400 anni fa. Allah spiega
chiaramente in quel che può essere tradotto come: “….chiunque uccida un uomo
che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra,
sarà come se avesse ucciso l'umanità intera” (TSC – Sura V, versetto 32). Difatti,
il crimine non è solamente l’aggressione di un individuo anzi è un pericolo per tutta la
società e quindi giustizia deve essere fatta per recuperare un diritto pubblico.
Il sesto richiamo: il Jihad18 per la causa di Allah
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “O voi che credete, temete
Allah e cercate il modo di giungere a Lui, e lottate per la Sua Causa, affinché
possiate prosperare” (TSC – Sura V, versetto 35).
I versetti sopraccitati hanno esposto il pericolo della corruzione, mentre il versetto 35
ordina ai credenti compiere Il Jihad e di combattere la corruzione.
Notate che tutte le volte che si chiede di fare il Jihad, viene fornita anche la
giustificazione per tale richiesta (come è il caso nella Sura di An-Nisâ (Le Donne)
quando il Jihad venne menzionato per aiutare i deboli); infatti, Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: “Perché mai non combattete per la causa di
Allah e dei più deboli…”(TSC – Sura IV, versetto 75).
I richiami 7,8,9: (No all’imitazione alla cieca)
La Sura giunge ad una nuovo quarto, con tre nuovi richiami che esortano la Ummah
ad avere la propria identità.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:“O voi che credete, non
sceglietevi per alleati i giudei e i nazareni, sono alleati gli uni degli altri. E chi li
sceglie come alleati è uno di loro. In verità Allah non guida un popolo di
ingiusti”(TSC – Sura V, versetto 51).
“O voi che credete, se qualcuno di voi rinnegherà la sua religione, Allah susciterà
una comunità che Lui amerà e che Lo amerà, umile con i credenti e fiera con i
miscredenti ”(TSC – Sura V, versetto 54).
“O voi che credete, non sceglietevi alleati tra quelli ai quali fu data la Scrittura
prima di voi, quelli che volgono in gioco e derisione la vostra religione e
[neppure] tra i miscredenti” (TSC – Sura V, versetto 57).
L’obiettivo di questi versetti non è quello di spregiare le altre religioni, ma è quello di
tutelare l’identità del musulmano. È un invito a raggiungere l’appartenenza completa
all’islam. Pertanto la Sura di “Al-Mâ'ida” non interdice di avere a che fare con i
Cristiani oppure gli Ebrei e ne sono prova i sopraccitati versetti. Il versetto 5 dice “…
“vi sono inoltre lecite” …le donne caste di quelli cui fu data la Scrittura prima di
voi” consentendo di contrarre matrimonio con le donne cristiane ed ebree.
18
La parola araba “Jihad” non significa solo guerra santa con cui viene generalmente tradotta ma
include tutti gli sforzi fatti per la causa dell’Islam. (Nota del traduttore)
72
Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Quindi la tolleranza e la compassione per i Cristiani e gli Ebrei è una cosa richiesta
dal musulmano, solo che non devono portarlo a perdere la sua identità ed
appartenenza. Difatti, c’è una grande differenza fra il rispetto, la collaborazione
positiva, la clemenza e la tolleranza e fra la fusione nell’altro e la perdita dell’identità.
Per questo i richiami 7 e 9 vietano l’alleanza e l’amore verso i miscredenti mentre
l’ottavo ammonisce contro la rinnegazione della propria religione essendo questa la
conseguenza più pericolosa della perdita d’identità.
Osserviamo che i versetti nella parte precedente hanno puntato sull’avvertimento
contro il giudicare la gente non in base a quello che Allah ha fatto scendere, infatti
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Coloro che non
giudicano secondo quello che Allah ha fatto scendere, questi sono i miscredenti”
(TSC – Sura V, versetto 44).
“Coloro che non giudicano secondo quello che Allah ha fatto scendere, questi
sono gli ingiusti” (TSC – Sura V, versetto 45).
“Coloro che non giudicano secondo quello che Allah ha fatto scendere, questi
sono gli iniqui”(TSC – SuraV, versetto 47).
“È la giustizia dell’ignoranza che cercano? Chi è migliore di Allah nel giudizio,
per un popolo che crede con fermezza?”(TSC – Sura V, versetto 50).
Il nesso fra questi versetti e gli ultimi tre richiami è che l’imitazione alla cieca degli
altri è la causa maggiore della trascuratezza di ciò che Allah ha fatto scendere nel
giudicare le persone.
Allora voi giovani adempiete ai vostri patti di non imitare alla cieca e di raggiungere
una completa appartenenza alla vostra religione senza scordarvi di fare ricorso ai suoi
ordini ed ammonimenti.
La dolcezza dell’amore
Fra le arguzie dell’ottavo richiamo è quando Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “ O voi che credete, se qualcuno di voi rinnegherà la sua
religione, Allah susciterà una comunità che Lui amerà e che Lo amerà, umile
con i credenti e fiera con i miscredenti…” (TSC – Sura V, versetto 54).
Il Corano utilizza la dolcezza e l’amore nell’avvertimento contro la più grave delle
cose che uno possa commettere e cioè la rinnegazione della propria religione.
Il versetto non dice “se qualcuno di voi rinnegherà la sua religione, egli sarà castigato
e buttato nell’inferno”. La minaccia qui si fa con l’amore invece che con il fuoco.
Pertanto, questo richiamo così fine fa un effetto particolare nelle anime soprattutto
dopo gli intensi discorsi e severi ammonimenti ricorrenti nella Sura.
Il decimo richiamo (non vietate le cose buone che Allah vi ha reso lecite)
Allah l’altissimo dice quel che può essere tradotto come: “O voi che credete, non
vietate le cose buone che Allah vi ha reso lecite. Non eccedete. In verità Allah non
ama coloro che eccedono” (TSC – Sura V, versetto 87).
Questo richiamo esorta i credenti a non vietare le cose buone che Allah ha reso lecite,
perché spetta ad Allah e solo a Lui di decidere cosa proibire e cosa permettere. Per di
più, Allah ci ha proibito solo le turpitudini, mentre ci ha permesso tutte le cose buone
e utili, ed è appunto questo che viene confermato nel versetto che segue quando Allah
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Mangiate le cose buone e lecite
che Allah vi ha concesso e temete Allah, Colui nel Quale credete” (TSC – Sura V,
versetto 88).
Il punto comune fra questo richiamo e il secondo “non profanate i simboli di Allah”
è che il proibirsi il lecito è un atto di disubbidienza nei confronti di Allah l’Altissimo
e un cambiamento delle Sue leggi così come lo è concedersi il proibito.
Notiamo allora che le caratteristiche del lecito e dell’illecito nell’Islam cominciano e
delinearsi pian piano, e che ogni versetto aggiunge una nozione nuova, raggiungendo
in tal modo il completamento delle regole per i musulmani prima della conclusione
della rivelazione.
Il richiamo 11 (le bevande illecite)
Dopo le cose buone, si parla nella Sura, delle turpitudini (seguendo lo stesso ordine
presente nei versetti 1 e 2 che iniziano la Sura)
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:“O voi che credete, in
verità il vino, il gioco d'azzardo, le pietre idolatriche, le frecce divinatorie sono
immonde opere di Satana. Evitatele affinché possiate prosperare” (TSC – Sura
V, versetto 90).
Visto che la Sura inizia con l’indicazione del cibo illecito, seguono automaticamente
altre sulle bevande illecite (la Sura s’intitola appunto la Tavola Imbandita) per
ammonire il musulmano contro l’immersione nei piaceri illeciti della vita e ricordargli
di osservare il patto. Egli non deve consumare neanche una goccia di vino, perché la
sua consumazione può creare odio e rancore fra la Ummah.
Notiamo da una parte che il versetto tratta severamente l’argomento del vino
collegandolo a quello delle pietre idolatriche e le frecce divinatorie che sono i resti
dell’associazione per biasimare questa pericolosa usanza. D’altra parte, il Corano
utilizza la parola “evitatele” che sarebbe il massimo grado di divieto e di proibizione.
Il richiamo 12-13 (Occhio alla prova nel lecito e l’illecito!)
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “O voi che credete!
Allah certamente vi metterà alla prova con qualche [capo di selvaggina] che
caccerete con le mani e con le lance. Così Allah riconoscerà chi Lo teme nel
profondo di sé. Chi poi trasgredirà, avrà doloroso castigo!” (TSC – Sura V,
versetto 94).
Questo versetto avverte contro l’esame al quale Allah l’Altissimo sottopone il
musulmano per mettere alla prova la sua fede e la sua osservazione del lecito e
dell’illecito.
Il versetto fu rivelato quando i Compagni del Profeta furono in stato di consacrazione
ed Allah li mise alla prova vietando loro di cacciare qualsiasi selvaggina si trovasse
nei paraggi. Il versetto 95 segue per ribadire lo stesso significato, infatti Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “O voi che credete! Non
uccidete la selvaggina se siete in stato di consacrazione”(TSC – Sura V, versetto
95). È da aggiungere finalmente che il rapporto fra l’inizio della Sura e la sua fine
risulta chiaro, vista la concentrazione di entrambi sulle leggi della caccia.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Il richiamo 14 (Non opprimete voi stessi)
I richiami continuano fino ad arrivare al detto di Allah l’Altissimo che può essere
tradotto come: “O voi che credete, non fate domande su cose che, se vi fossero
spiegate, vi dispiacerebbero. Se farete domande in proposito, vi saranno spiegate
dopo che il Corano sarà disceso [per intero]. Allah vi perdonerà, poiché Allah è
perdonatore, paziente”(TSC – Sura V, versetto 101).
Questo versetto rappresenta uno dei regolatori che Allah l’Altissimo ha posto in
materia del lecito e dell’illecito, però tantissimi sbagliano la sua interpretazione.
Infatti, non bisogna chiedere spiegazioni delle cose lecite al punto da restringere il
cerchio attorno alle persone, ciò potrebbe portare la persona a trascurare le cose con
cui si è oppressa compiendo così un illecito.
Questo versetto invita all’equilibrio perché anche se Allah l’Altissimo ci ha chiesto di
rispettare i patti questo non ci deve indurre ad opprimere noi stessi.
Questi versetti hanno un nesso straordinario con la Sura di “Al-Baqara” (La
Giovenca) e la storia della giovenca dei figli di Israele. Nel versetto 102 Allah
l’altissimo dice quel che può essere tradotto come: “un popolo che vi precedette fece
domande in tal senso e poi rinnegò”(TSC – Sura V, versetto 102) riferendosi alle
innumerevoli domande che altri popoli ponevano ai loro profeti. Le risposte a quelle
domande portarono ulteriori delimitazioni alle regole il che spingeva i detti popoli
alla disubbidienza.
Nella Sura di “Al-Baqara” Allah dice quel che può essere tradotto come: “La
sacrificarono, ma mancò poco che non lo facessero!” (TSC – Sura II, versetto
71), perché hanno esagerato nel chiedere dettagli sulla natura della giovenca e il suo
colore mentre questo non importava neanche. Di conseguenza l’ordine che era
abbastanza ampio ed assoluto è diventato più ristretto e specifico.
Rimanendo nello stesso contesto, il nostro profeta ed i suoi Compagni ci danno il
buon esempio.
Disse il profeta (pace e benedizione su di lui) un giorno ai suoi Compagni: “Allah vi
ha imposto il pellegrinaggio” allora uno dei Compagni chiese “tutti gli anni O
profeta?”. Il Messaggero di Allah rimase zitto e dopo replicò: “se dicessi di sì
diventerebbe un obbligo”
Quindi nella Sura di “Al-Mâ'ida” c’è un equilibrio fra l’osservazione degli ordini e
dei divieti e il rispetto del patto di Allah e fra il non proibirsi ciò che Allah ha
permesso.
Il richiamo 15 (non essere conformista)
Nel susseguirsi dei versetti giungiamo al quindicesimo richiamo che costituisce un
altro dei regolatori del lecito e dell’illecito:
Allah l’altissimo dice quel che può essere tradotto come: “O voi che credete,
preoccupatevi di voi stessi ! Se siete ben diretti, non potrà nulla contro di voi
colui che si è allontanato”(TSC – Sura V, versetto 105).
In uno dei suoi discorsi alla gente, Abu Bakr, che Allah sia soddisfatto di lui, disse:
“Interpretate male questo versetto”. Infatti, la gente ha capito che “… preoccupatevi
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
di voi stessi !” significa “non guidate nessuno alla retta via, chi cerca lo smarrimento
che smarrisca” e ciò portò all’abbandono dell’invito alla via di Allah l’Altissimo.
Questo versetto ci insegna che se tutta la gente manomette il lecito e l’illecito e rompe
i patti, voi fedeli dovete preoccuparvi di voi stessi e perseverare con il giusto e non
cambiare le regole della religione. Ciò va di pari passo con il Detto del Profeta (pace e
benedizione su lui): “Che nessuno di voi sia conformista, se la gente fa del bene lo fa
anche lui e se fa del male fa uguale, invece se la gente fa del bene fatelo anche voi e
se fa del male non siate ingiusti”
Quindi la Sura punta nei due richiami 14 e 15 su due regolatori degli ordini e dei
divieti:
-- Non opprimere te stesso
-- Non farti influenzare dal tuo “entourage”.
Il richiamo 16 (il lecito e l’illecito nelle testimonianze e nel testamento)
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “O voi che credete, se
state per morire e fate testamento, prendete come testimoni due uomini integri
dei vostri”(TSC – Sura V, versetto 106), è il versetto che conclude la serie delle
regole in questa Sura e che conferma l’inclusione dell’Islam di tutti gli aspetti della
vita, come il mangiare e il bere, le mogli e i rapporti familiari, le regole del Hudud19,
i rapporti internazionali, le testimonianze e i testamenti.
Rifletti con me di nuovo sulla completezza della religione e la sua inclusione di tutti
gli aspetti della vita. Infatti Allah l’altissimo dice quel che può essere tradotto
come.“Oggi ho reso perfetta la vostra religione, ho completato per voi la Mia
grazia e Mi è piaciuto darvi per religione l'Islàm”(TSC – Sura V, versetto 3) .
Ringrazia Allah per la grazia che ha completato per te in questa religione e le regole
della sua nobile Shari’a (la giurisprudenza islamica).
Le finalità della Shari’a nella Sura
Poiché “Al-MÂ’IDA” è la Sura del lecito e dell’illecito nell’Islam, essa è l’unica Sura
che ha compreso le cinque finalità della Shari’a:
La tutela della religione
La tutela della persona
La tutela della mente
La tutela dell’onore
La tutela delle ricchezze
Infatti, la Sura che contiene il detto di Allah l’Altissimo che può essere tradotto come:
“E' la giustizia dell'ignoranza che cercano ? Chi è migliore di Allah nel giudizio,
per un popolo che crede con fermezza?”(TSC – Sura V, versetto 50), vuole
mostrarci che la legge di Allah è la migliore per salvaguardare l’interesse dell’umanità
in questo mondo e nell’aldilà, tramite:
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pene stabilite dal corano
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
La tutela della religione: “O voi che credete, se qualcuno di voi rinnegherà la sua
religione”(TSC – Sura V, versetto 54). La prima cosa alla quale si interessa la
Shari’a è la tutela della religione e l’abolizione della miscredenza.
La tutela della persona: “Per questo abbiamo prescritto ai Figli di Israele che
chiunque uccida un uomo che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia
sparso la corruzione sulla terra , sarà come se avesse ucciso l'umanità
intera”(TSC – Sura V, versetto 32). Qui si proibisce l’uccisione della persona.
La tutela della mente: “in verità il vino, il gioco d'azzardo, le pietre
idolatriche…”(TSC – Sura V, versetto 90), l’obiettivo della proibizione del vino è
la tutela della mente
La tutela dell’onore: “sposandole, non come debosciati libertini!”(TSC – Sura V,
versetto 5), (la proibizione dei rapporti sessuali fra i due sessi prima di contrarre
matrimonio).
La tutela delle ricchezze: “Tagliate la mano al ladro e alla ladra”(TSC – Sura V,
versetto 38).
Le cinque finalità della Shari’a sono stati citati nella Sura di Al-MÂ’IDA per
dimostrarci che gli ordini ed i divieti da osservare servono a tutelare l’interesse delle
persone nell’ambito dei cinque sopra citati perni.
Il controllo dei patti durante il giorno del Giudizio
Quando avviene il controllo dei patti? Avviene il giorno della Resurrezione. Si parla
di questo nella magnifica conclusione della Sura.
Allah l’altissimo infatti dice quel che può essere tradotto come: “Il Giorno in cui
Allah radunerà tutti i messaggeri, dirà loro: « Che cosa vi hanno risposto?»;
diranno: « Noi non abbiamo nessuna scienza: Tu sei Colui che conosce
l'inconoscibile”(TSC – Sura V, versetto 109).
Nota la correlazione fra i versetti di questa Sura, all’inizio c’è (rispettate gli
impegni) e a metà: “O Messaggero, comunica quello che è sceso su di te da parte
del tuo Signore”(TSC – Sura V, versetto 67) (per quanto riguarda il lecito e
l’illecito), e alla fine conclude con “Il Giorno in cui Allah radunerà tutti i
messaggeri, dirà loro: « Che cosa vi hanno risposto? “(TSC – Sura V, versetto
109).
Alla fine della Sura troviamo il racconto di Gesù e il suo ripudio dei cristiani che non
hanno seguito la sua via. Questo è attinente al ripudio dell’imitazione alla cieca degli
altri. Allora come fate voi musulmani ad imitarli mentre Gesù stesso su lui la pace gli
ripudierà il giorni del Giudizio.
Infatti, vista l’importanza del menzionare il giorno del Giudizio per incitare la gente a
rispettare i patti, in un versetto splendido Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Ecco il Giorno in cui la verità sarà utile ai veridici” (TSC –
SuraV, versetto 119).
I veridici sono appunto quelli che rispettano i loro patti con Allah e con le persone.
Perché la Sura è stata intitolata Al-MÂ’IDA
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Alla fine ci rimane da delucidare la scelta di un tale titolo per la Sura per capire se è
dovuto alla menzione della storia della tavola imbandita, e se è il caso, trovare il
rapporto fra questa “tavola” e il rispetto dei patti di cui tratta la Sura:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Quando gli apostoli
dissero: « O Gesù, figlio di Maria, è possibile che il tuo Signore faccia scendere
su di noi dal cielo una tavola imbandita?» , disse lui: « Temete Allah se siete
credenti» . Dissero: « Vogliamo mangiare da essa . Così i nostri cuori saranno
rassicurati, sapremo che tu hai detto la verità e ne saremo testimoni ». Gesù
figlio di Maria disse: « O Allah nostro Signore, fa' scendere su di noi, dal cielo,
una tavola imbandita che sia una festa per noi- per il primo di noi come per
l'ultimo - e un segno da parte Tua. Provvedi a noi, Tu che sei il migliore dei
sostentatori». Allah disse: « La farò scendere su di voi, e chiunque di voi, dopo di
ciò, sarà miscredente, lo castigherò con un tormento che non infliggerò a nessun'
altra creatura! »”(TSC – Sura V, versetti 112 – 115).
L’ultimo è un versetto centrale “Allah disse: « La farò scendere su di voi, e
chiunque di voi, dopo di ciò, sarà miscredente…” cioè Allah ha consentito di
mandare il segno che sarebbe la tavola ma Ha minacciato che chiunque romperà il
patto dopo la discesa della tavola sarà castigato atrocemente, ed è così che si è
collegata la storia della tavola a quella della gente che ha chiesto ad Allah l’Altissimo
un segno da parte Sua.
Per quanto riguarda la nostra Ummah, Allah le Ha concesso un altro versetto centrale
in questa Sura in cui dice quel che può essere tradotto come: “Oggi ho reso perfetta
la vostra religione, ho completato per voi la Mia grazia e Mi è piaciuto darvi per
religione l'Islàm”(TSC – Sura V, versetto 3). Questo versetto è un dono divino
paragonabile a quello dato agli apostoli (la tavola imbandita). Questi hanno osservato
il loro patto, i musulmani invece faranno uguale?
Per favore, prova durante la lettura della Sura di Al-MÂ’IDA a percepire la
grandiosità della grazia che Allah ha completato per noi rendendo perfetta la nostra
religione, e fai tutto il possibile per rispettare il patto di Allah l’Altissimo in tutti gli
aspetti della tua vita.
Sura VI: “Al-An'âm” (Il Bestiame)
E’ la prima Sura Meccana (scesa a Mecca) nell’ordine Coranico: infatti tutte le sure
da “Al-Baqara” (La Giovenca) a “Al-Maida” (La Tavola Imbandita) sono Medinesi
(scese a Medina). E’ stata rivelata subito dopo Al-Hijr e i suoi versetti sono 165.
Notte Bianca
Molti vantaggi accompagnarono questa Sura. Innanzitutto discese sul cuore del
Profeta, pace e benedizioni su di lui, tutta insieme, in una sola notte, mentre tutte le
altre Sure del Corano scesero poco alla volta e in momenti diversi. Una delle cose più
belle che caratterizzano questa Sura, è il fatto che discese accompagnata da
settantamila Angeli che recitavano la lode di Dio con voce talmente alta che copriva
gli orizzonti. Tutto ciò durante una sola notte… Una scena stupenda e maestosa nel
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
profondo della notte accompagnava questa Sura, la quale ha dato tenere ombre che ci
rendono incuriositi per saperne il contenuto e i suoi obiettivi.
L’obiettivo della Sura
All’inizio della Sura Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “La
lode [appartiene] ad Allah che ha creato i cieli e la terra” (TSC- Sura VI,
versetto 1), in modo che ci rendiamo conto, fin dall’inizio della Sura, del suo
obiettivo e di tutto quello che la riguarda, vale a dire credere in Allah come unico Dio
e non avere nel tuo cuore altro che Lui l’Altissimo.
La questione dell’Unicità di Allah e del monoteismo si ripete quarantanove volte nella
Sura, in quarantanove versi, ciò significa nel 30% di tutta la Sura. Per questo motivo
comprendiamo la ragione della maestosità e dei settantamila angeli che la
accompagnarono, così come possiamo anche capire il criterio per cui è stata scelta la
notte: perché è il momento più adatto alle spiritualità.
Gli interlocutori della Sura
In mezzo alle idee, ai modelli di pensiero e agli stili di vita differenti, che questi si
materializzino nell’adorazione degli Dei creati dall’uomo o nelle forze della natura,
come ai tempi del Profeta (pace e benedizioni su di lui), o nell’ateismo e nella
negazione dell’esistenza di Dio dei nostri tempi, giunge questa Sura rispondendo a
tutto questo tramite il discorso sull’Onnipotenza di Allah l’Altissimo e la Sua
Grandezza nell’universo. Ciò vuol dire che la Sura si rivolge prima al credente, in
modo tale da rafforzare la sua fede e il suo amore in Allah e servirlo con intenzione
più sincera (ikhlas). Non solo ma la Sura gli fornisce anche del materiale utile per
rispondere ai materialisti e a coloro che negano l’esistenza di Dio: tramite i discorsi
sulla capacità di Allah nell’universo e provando l’errore degli atei nel sostenere che la
natura ha creato l’universo, o che l’universo è stato creato accidentalmente. La
magnificenza e la precisione nell’universo sono le due prove più importanti della
Grandezza del Creatore e della sua Unicità.
La sura si rivolge anche a una terza categoria di gente, ovvero coloro che credono in
Allah ma non mettono in atto questa fede nei loro comportamenti. Essa dimostra loro,
come vedremo menzionato verso la fine, che la fede non è divisibile, ma che deve
percorrere il cuore contemporaneamente al comportamento. Con questo si riesce a
comprendere il motivo per cui la sura scese tutta in una volta sola, vale a dire per
ribadire che l’unicità di Dio è strettamente legata al credo e al comportamento.
Il legame tra le Sure del Corano
Prima di esplorare i versetti della Sura, è necessario notare la concatenazione delle
Sure del Corano nel dialogo con i non musulmani: infatti le Sure della Giovenca, La
famiglia di Imran, Le Donne e La tavola imbandita, hanno dialogato con La Gente del
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Libro su diversi punti, mentre la Sura del Bestiame si è specializzata solo nel dialogo
con miscredenti (specialmente quelli della Mecca, è per questo motivo che la Sura è
meccana).
C’è un’altra notazione di un fatto molto carino nel legame che c’è tra questa Sura e
quella precedente (La tavola imbandita). Infatti alla fine della Sura della Tavola
imbandita Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Appartiene ad
Allah la sovranità dei cieli e della terra e di ciò che racchiudono” (TSC- Sura V,
versetto 120) come se fosse l’introduzione alla Sura “Il Bestiame” nella quale Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “La lode [appartiene] ad Allah
che ha creato i cieli e la terra” (TSC- Sura VI, versetto 1).
Due parole riempiono il cuore di amore (“Dì” e “Lui”)
La Sura del Bestiame ha un particolare ordine che la accompagna dall’inizio alla fine,
ovvero quello di ripetere quattro o cinque versetti che parlano dell’Onnipotenza di
Allah l’Altissimo nell’universo, e subito dopo seguono altri versetti che affrontano i
materialisti e coloro che negano l’esistenza di Allah e che sostengono la creazione
dell’universo da parte della natura… E così va avanti la Sura dall’inizio alla fine.
La maggior parte dei versetti iniziano con due parole: “Dì” e “Lui”. Come mai questa
ripetizione..?! E quale legame hanno con il tema della Sura?
Ogni volta che si legge un versetto che incomincia con “Lui”, si nota che esso parla
dell’Onnipotenza di Allah l’Altissimo, come quando Egli dice quel che può essere
tradotto come: “E Lui è Allah nei cieli e sulla terra” ( TSC- Sura VI, versetto 3),
“Nella notte è Lui che vi richiama”(TSC- Sura VI, versetto 60), “Egli è Colui che
domina i Suoi servi” (TSC- Sura VI, versetto 61), “Egli è Colui che ha creato i
cieli e la terra” (TSC- Sura VI, versetto 73).
Mentre alcuni versetti che affrontano i miscredenti - e che parlano anche con il
Profeta, pace e benedizione su di lui, (e ogni fedele) e lo guida affinché dialogasse
con loro tramite prove schiaccianti - e iniziano con “dì”: Allah l’Altissimo dice quel
che può essere tradotto come: “Di': «Quale testimonianza è più grande? ». Di':
«Allah è testimone tra voi e me » (TSC- Sura VI, versetto 19).
“Dì « Chi vi salverebbe dalle tenebre della terra e del mare? InvocateLo
umilmente e in segreto: "Se ci sollevi da ciò, saremo certamente riconoscenti" ».
Di': « Allah vi libererà da ciò e da tutte le angosce. Ciò nonostante [Gli]
attribuite consimili! ». Di': « Egli vi può mandare un castigo dall'alto o da sotto i
vostri piedi o confondervi con le divisioni, facendovi provare la violenza degli uni
sugli altri ». Guarda come ripresentiamo continuamente i segni Nostri, affinché
comprendano. (TSC- Sura VI, versetti 63- 65).
Di': « Invocheremo, in luogo di Allah, qualcuno che non può né favorirci né
nuocerci? (TSC- Sura VI, versetto 71).
Come se i versetti chiedessero al lettore di percepire dentro di lui Chi è l’Onnipotente
finché il suo cuore non si riempia del Suo amore, e poi potrà affrontare i suoi dubbi
sulla fede tramite la Sua Unicità e la Sua Grandezza. Dopo questa appassionante
introduzione, viviamo ora, fratelli con i versetti che parlano dell’onnipotenza, della
Grandezza e come vengono affrontati i non credenti nella Sura.
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L’inizio della Sura: un’ondata di versetti sull’onnipotenza divina
La Sura inizia con tre versetti che mostrano le capacità di Allah l’Altissimo: Allah che
dice quel che può essere tradotto come: “La lode [appartiene] ad Allah che ha
creato i cieli e la terra e ha regolato le tenebre e la luce; eppure i miscredenti
attribuiscono consimili al loro Signore! E' Lui che vi ha creati dalla terra e ha
stabilito il termine vostro; pure un altro termine è fissato presso di Lui . Eppure
ancora dubitate! Egli è Allah, nei cieli e sulla terra. Conosce quello che
nascondete, quello che palesate e quello che vi meritate” (TSC- Sura VI, versetti
1-3). Dopodiché segue: “Chiamano menzogna la verità che giunge loro. Presto ne
sapranno di più, su ciò di cui si burlavano.” (TSC- Sura VI, versetto 5). Questi
versetti invitano il lettore a percepire dentro di se l’onnipotenza di Allah l’Altissimo.
Infatti se incontra un rifiuto da parte dei miscredenti, percepisce dentro di se la
grandezza del loro peccato e quanto sono arroganti e lontani dalla Retta Via, e li
affronta con i questi versetti.
Il tempo e il luogo
Nei versetti si nota un significato molto carino, infatti nei versetti dodici e tredici
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Di': « A chi [appartiene]
quello che c'è nei cieli e sulla terra? Rispondi: « Ad Allah! », “A Lui [appartiene]
quello che dimora nella notte e nel giorno.” (TSC- Sura VI, versetti 12-13). Il
primo versetto ricorda che Egli è il Padrone del luogo “i cieli e la terra”, e il secondo
ricorda che Egli è il Padrone del tempo “la notte e il giorno”. Quindi Gloria a Colui
che ha creato il tempo e lo spazio e li ha collocati sotto la Sua potestà.
Qual è il segnale…?!
Dopo aver avuto la certezza e la fede che ad Allah appartiene il tempo e lo spazio, si
leggono i successivi versetti che affrontano i miscredenti. Allah l’Altissimo dice quel
che può essere tradotto come: “Di': « Dovrei forse scegliere per patrono qualcun
altro oltre ad Allah, il Creatore dei cieli e della terra, Lui che nutre e non ha
bisogno di esser nutrito?». Di': «Mi è stato ordinato di essere il primo a
sottomettermi ». Non siate mai più associatori , Di': « Se disobbedissi al mio
Signore, temerei il castigo di un Giorno terribile», In quel Giorno saranno
risparmiati solo quelli di cui Allah avrà misericordia. Ecco la beatitudine
evidente” (TSC- Sura VI, versetti 14-16). I versetti, caro fratello, vogliono che ti
liberi da tutto ciò che potrebbe sembrare un’adorazione al di fuori di quella di Allah, o
avere timore di un’altra creatura. Tutto ciò è il segno del sapere e il frutto della fede.
Si nota che “Dì” arriva sempre dopo “Lui”, come se l’obiettivo fosse quello di far
percepire al lettore chi è “Lui” a riempire il suo cuore con il Suo amore,
successivamente manifestare questo amore invitando la gente a credere in Lui e
affrontare chiunque Gli associ consimili.
Un episodio pratico nel fronteggiare coloro che non credono
Un gruppo di miscredenti affrontò il Profeta, pace e benedizioni di Allah su di lui, con
le seguenti domande: “Hai delle prove sul tuo Messaggio? Chi prova che sei un
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Profeta? E chi prova che il tuo Dio è Uno? Abbiamo chiesto agli Ebrei di te, ma ci
hanno risposto che non hanno prove che tu sia un Profeta...” Così i versetti della Sura
rispondono: Allah L’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Di': «Quale
testimonianza è più grande?». Di': «Allah è testimone tra voi e me. Questo
Corano mi è stato rivelato affinché, per suo tramite, avverta voi e quelli cui
perverrà». Veramente affermate che ci sono altre divinità insieme con Allah?
Di': «Io lo nego!». Di': «In verità Egli è un Dio Unico. Io rinnego ciò che Gli
attribuite»” (TSC- Sura VI, versetto 19). Esiste una testimonianza più grandiosa di
quella di Allah l’Altissimo per il Suo Messaggio e per il Suo Profeta? Anche se la
Sura è diretta a dialogare con i miscredenti, come abbiamo ricordato
precedentemente, ha anche menzionato gli Ebrei nel versetto numero 20, che hanno
negato l’esistenza di prove sulla profezia di Muhammad (pace e benedizione di Allah
su di lui). Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Quelli che
hanno ricevuto la Scrittura, riconoscono il Messaggero come riconoscono i loro
figli” (TSC- Sura VI, versetto 20).
Scene reali del giorno del giudizio
Molto spesso i versetti danno l’impressione al lettore di vedere le scene narrate e
sentire la gente che le popola…
Eccoli in piedi davanti all’Inferno: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “Se li potessi vedere, quando saranno presentati al Fuoco! Diranno:
«Piacesse al cielo che fossimo ricondotti sulla terra! Non smentiremmo più i segni
del nostro Signore e saremmo tra i credenti »” (TSC- Sura VI, versetto 27).
Successivamente i versetti ci spostano a un’altra scena grandiosa e maestosa, una
scena che i miscredenti hanno sempre negato, quella dei miscredenti di fronte
all’Onnipotente Padrone dei cieli e della terra: Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “Se li vedessi quando saranno condotti al loro Signore. Egli
dirà: «Non è questa la verità?» Diranno: «Sì, per il nostro Signore!» Dirà:
«Gustate il castigo per la vostra miscredenza»” (TSC- Sura VI, versetto 30)”.
Un’altra scena ancora descrive i disgraziati tra i miscredenti con i loro fardelli pesanti,
stanchi… Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Quelli che
negano l'incontro con Allah saranno certamente perduti. Quando
improvvisamente verrà l'Ora, diranno: «Disgraziati noi che l'abbiamo
trascurata!» . Porteranno sulla schiena il loro fardello. Che orribile carico!”
(TSC- Sura VI, versetto 31).
La pazienza e la determinazione nel fronteggiare (i miscredenti)
I versetti non si limitano a fornire prove e risposte necessarie al Profeta, pace e
benedizione su di lui, contro i miscredenti (e quindi a tutti coloro che invitano la gente
alla Retta Via), ma fanno anche da sostegno e lo aiutano ad aver pazienza per lo
screditamento che subisce. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Anche i messaggeri che vennero prima di te furono oggetto di scherno. Quello
di cui si burlavano, oggi li avvolge.” (TSC- Sura VI, versetto 10). E dice anche:
“Già i messaggeri che ti hanno preceduto furono tacciati di menzogna.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Sopportarono con pazienza accuse e persecuzioni, finché non venne loro il
Nostro soccorso.” (TSC- Sura VI, versetto 34).
Ma il massimo del supporto da parte di Dio è illustrato nei seguenti versetti in cui
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Sappiamo bene che
quello che dicono ti addolora, ma non è certamente te che smentiscono: gli
ingiusti negano i segni di Allah.” (TSC- Sura VI, versetto 33). Dio volle dire al
Profeta Muhammad, pace e benedizione su di lui, che loro non smentivano lui stesso,
ma screditavano Dio e i suoi segni, e che Egli è il suo Protettore.
Parole come le alte onde
I versetti della sura proseguono con lo stesso percorso: un versetto che descrive la
capacità e grandiosità di Dio e un altro che affronta i miscredenti.
In un altro straordinario versetto che descrive la capacità di Allah l’Altissimo, Allah
dice quel che può essere tradotto come : “Non c'è essere che si muova sulla terra o
uccello che voli con le sue ali che non appartenga ad una comunità. Non abbiamo
dimenticato nulla nel Libro. Poi tutti saranno ricondotti verso il loro Signore.”
(TSC- Sura VI, versetto 38).
Quindi se gli increduli smentiscono il Libro di Dio, iniziano i versetti ad affrontarli
pesantemente, infatti Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Di':
«Pensate che, se vi giungesse il castigo di Allah o l'Ora, invochereste qualcun
altro oltre ad Allah? [Ditelo], se siete sinceri!” (TSC- Sura VI, versetto 40).
Non solo ma i versetti li avvertono anche a non affondare nei peccati, affinché non
venga applicata su di loro la disposizione universale degli esseri umani: Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Quando poi dimenticarono
quello che era stato loro ricordato, aprimmo loro le porte di ogni bene. E mentre
esultavano per quello che avevamo donato, li afferrammo all'improvviso ed
eccoli disperati.” (TSC- Sura VI, versetto 44).
Poi abbiamo una nuova ondata dei versetti dell’affronto che incominciano con il
verbo “Di”: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: ”Di':
«Pensate che se Allah vi privasse dell'udito e della vista e sigillasse i vostri cuori,
quale altro dio all'infuori di Allah ve li potrebbe rendere?». Guarda come
esplicitiamo per loro i Nostri segni, eppure se ne allontanano. Di': « Pensate se vi
cogliesse il castigo di Allah, improvviso o manifesto. Chi farà perire se non il
popolo degli ingiusti?»” (TSC- Sura VI, versetti 46-47).
Il ritmo dei versetti e delle parole intenerisce i sentimenti e rende il cuore desideroso
di avvicinarsi ad Allah.
Nuovo metodo nell’affronto
Dato che i versetti preparano il Profeta (pace e benedizione su di lui) ad invitare la sua
gente al Messaggio di Dio, si usa un nuovo metodo nel versetto (57): Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: ”Di': «Mi baso su una prova
chiara da parte del mio Signore - e voi la tacciate di menzogna…” (TSC- Sura
VI, versetto 57). Questi versetti servono a rendere saldi i nostri principi di fede, e allo
stesso tempo a sorprendere il nostro interlocutore con la sicurezza in noi stessi. E’ un
Buon metodo che i versetti di questa Sura ci insegnano.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
La totalità della scienza e della potenza
I versetti iniziano con una nuova ondata che mostra la potenza del Creatore, che scuote il
cuore e muove i suoi nervi.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Egli possiede le chiavi
dell'invisibile, che solo Lui conosce. E conosce quello che c'è nella terra e nei mari.
Non cade una foglia senza che Egli non ne abbia conoscenza.Non c'è seme nelle
tenebre della terra o cosa alcuna verde o secca che non siano [citati] nel Libro
chiarissimo” (TSC- Sura VI, versetto 59). E’ come se vedessi la foglia che precipita nel
deserto, su una montagna o in fondo al mare…
E chi è Colui che richiama a Sé le anime? Invero Egli è Allah. Allah l’Altissimo dice quel
che può essere tradotto come: “è Lui che vi richiama, e sa quello che avete fatto durante
il giorno” (TSC- Sura VI, versetto 60). Come potete associarGli qualcuno?
Chi è Colui che conosce ed enumera il creato? Egli è Allah. Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: “Egli è Colui che domina i Suoi servi, e manda incontro a
loro i custodi”. (TSC- Sura VI, versetto 61). Ovvero degli angeli che vi proteggono dagli
eventi negativi e registrano le vostre azioni positive e negative.
Chi è colui che salva la gente dalle calamità terrestri e marine? Invero Egli è Allah. Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Di': « Chi vi salverebbe dalle
tenebre della terra e del mare?” (TSC- Sura VI, versetto 63). Come potete associarGli
qualcuno?
E se qualcuno ha qualche dubbio a proposito, questi versetti risponderanno con quel che
può essere tradotto come: “Di': « Egli vi può mandare un castigo dall'alto o da sotto i
vostri piedi” (TSC- Sura VI, versetto 65). Chi può sfuggire alla Sua potenza e superarLo
nella scienza? Gloria ad Allah l`Altissimo.
Quali sono le sensazioni del credente che legge la Sura Al-An`am (il Bestiame)?
Egli avverte un’ondata di sentimenti mentre immagina di veder scendere la sura sul
Profeta (spbl) accerchiato da un gruppo di angeli... percepisce la voce degli angeli
mentre lodano Allah per la grandiosità di questa sura… invero, percuote la visione
umana, spazia con l’essere umano per condurlo verso il regno dei cieli e della terra,
del giorno e della notte, della terraferma e del mare, del sole, della luna, delle stelle…
Per mostrargli i Paradisi protetti… ella, invero, lo porta nel regno di Allah Il Potente,
l’Eccelso. Fino a giungere agli altri versetti riguardanti la potenza, Allah l`Altissimo
dice quel che può essere tradotto come: “ Egli è Colui che ha creato i cieli e la terra
secondo verità. Nel giorno in cui dice: "Sii!", è l'essere. La Sua parola è verità. A
Lui [solo] apparterrà la sovranità nel Giorno in cui sarà soffiato nella Tromba .
Egli è il Conoscitore del palese e dell'invisibile, Egli è il Saggio, il Ben
Informato.” (TSC- Sura VI, versetto 73).
Viaggio da credente: Abramo e il suo popolo
Dopodiché inizia la sura a raccontare la storia di Ibrahim (Abramo) e la visione di uno dei
tanti aspetti della Potenza di Allah nell’universo.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Proseguono così i versetti tra la Potenza e il conflitto. Inoltre questa storia non esce
dall’ordine del resto della sura, anzi la storia coincide perfettamente con il suo obiettivo.
L’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Così mostrammo ad Abramo il
regno dei cieli e della terra, affinché fosse tra coloro che credono con fermezza.
Quando la notte l'avvolse, vide una stella e disse: «Ecco il mio Signore! » Poi quando
essa tramontò disse: « Non amo quelli che tramontano»”. (TSC- Sura VI, versetti 7576). E’ l’ordine stesso della sura. Egli (pace su di lui) osserva la Potenza di Allah,
l’Altissimo.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Quando poi vide il sole che
sorgeva, disse :«Ecco il mio Signore, ecco il più grande!» . Quando poi tramontò disse:
« O popol mio, io rinnego ciò che associate ad Allah!”. (TSC- Sura VI, versetto 78).
Si, egli non aveva nessun dubbio che Allah è più grandioso di tutto ciò e per questo dice
quel che può essere tradotto come : “In tutta sincerità rivolgo il mio volto verso Colui
che ha creato i cieli e la terra : e non sono tra coloro che associano».” (TSC- Sura VI,
versetto 79).
Dopo aver illustrato i versetti della potenza iniziano così quelli dell’affronto dove dice
Allah l’Altissimo quello che può essere tradotto come: “La sua gente argomentò contro
di lui, ma egli disse: «Volete polemizzare con me in merito ad Allah, quando è Lui che
mi ha guidato? (TSC- Sura VI, versetto 80). Si pone l’accento inoltre sull’importanza di
non associare nessuno a Dio ribadendo la Sua Unicità, infatti Allah l’Altissimo dice quel
che può essere tradotto come: “E non temo affatto i soci che Gli attribuite, ma [temo
solo] ciò che vorrà il mio Signore” (TSC- Sura VI, versetto 80).
Per questo motivo, Allah l’Altissimo elogiò questo metodo di chiamare al suo cammino
retto, dicendo quel che può essere tradotto come: “Questo è l'argomento che fornimmo
ad Abramo contro la sua gente.” (TSC- Sura VI, versetto 83).
È meraviglioso come nel Sacro Corano le storie dei Profeti si ripetano, ma ogni volta lo si
fa nel contesto dell’obiettivo della Sura nella quale sono citate, in un modo così miracoloso
che nessun essere umano potrebbe fare.
Sura Al-An`am per esempio, ha menzionato una parte della storia di Abramo (pace su di
lui) che riguarda appunto la sua osservazione dei segni di Allah ed il suo utilizzo dei
metodi forti e di confronto per chiamare la gente al cammino del Signore, e non viene citata
per esempio, la parte che narra quando Abramo venne gettato nel fuoco da parte del suo
popolo. Così la storia fu messa al servizio dell’obiettivo della sura ed il suo contesto.
Il forte avvertimento dal politeismo
Continuando ad analizzare la storia di Abramo (pace su di lui) vi è un versetto che avverte
di non associare altri ad Allah. Dice Allah l’Altissimo quel che può essere tradotto come:
“Coloro che hanno creduto e non ammantano di iniquità la loro fede, ecco a chi spetta
l'immunità; essi sono i ben guidati.” (TSC- Sura VI,versetto 82).
Quando scese questo versetto, di difficile comprensione, i Compagni del Profeta si
chiesero: “ chi di noi non è stato iniquo verso se stesso?” ed il Profeta rispose: “Non è
come pensate, invero essa è come ha detto il servo pio (Luqman) a suo figlio: “il politeismo
è un enorme ingiustizia”.
Ed anche riferendosi alle creature più amate da Allah, ossia i profeti, dice Allah l’Altissimo
quel che può essere tradotto come: “Se avessero attribuito ad Allah dei consimili, tutte
le loro opere sarebbero state vane.” (TSC- Sura VI, versetto 88).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Potere ed affronto nello stesso versetto
Arriviamo al versetto 91 che comprende al suo inizio uno dei più bei versetti riguardanti la
Potenza di Allah. Dice Allah l’Altissimo con quel che può essere tradotto come: “Non
prestano ad Allah la considerazione che Gli spetta quando dicono:« Allah non ha fatto
scendere nulla su di un uomo!...»” (TSC- Sura VI, versetto 91).
Quando il profeta recitò questo versetto aggiunse: “Allah Glorifica se stesso e dice: Io sono
il Re, il Santo…” ed iniziò ad elencare i Nomi più Belli di Allah. La potenza e la
grandiosità di Allah era tale da far tremare il pulpito (minbar) sotto i piedi del Profeta.
Invero, la materia o il legno ha tremato dalla Gloria di Allah l’Altissimo, mentre ci sono
cuori che non si muovono per il Suo timore o per la Sua grandezza. E così, il versetto, nella
seconda parte, si riferisce a questi ultimi dicendo loro quel che può essere tradotto come:
“Chiedi: « Chi ha fatto scendere la Scrittura su Mosè, come luce e guida per le genti?
[Scrittura] che avete trascritta in volumi [diversi] divulgandone una parte e
nascondendone una parte assai notevole e tramite la quale siete stati istruiti su cose
che né voi né i vostri antenati conoscevate? Di': «Allah » e lascia che si divertano a
discutere.” (TSC- Sura VI,versetto 91).
Ritorno ai versetti sulla Potenza: non percepisci il Suo amore?
Con i versetti (95-103) comincia un’altra ondata meravigliosa che manifesta la Potenza di
Allah nella bellezza del creato e nella sua invenzione. Dice Allah l’Altissimo con quel che
può essere tradotto come: “Allah schiude il seme e il nocciolo: dal morto trae il vivo e
dal vivo il morto” (TSC- Sura VI, versetto 95) . E dice anche: “Fende [il cielo al]l'alba.
Della notte fa un riposo, del sole e della luna una misura [del tempo]. Ecco il decreto
dell'Eccelso, del Sapiente.” (TSC- Sura VI, versetto 96). Qui, Allah mostra la Sua
Potenza con due diversi esempi: una volta Egli dice che è Colui che schiude il seme ed il
nocciolo per quanto piccoli siano e nell'altra, afferma che Egli è Colui che Fende l’alba
facendola sorgere dalle tenebre della notte, per quanto immensa sia.
La Sura scuote la coscienza umana che conosce bene il suo Signore e afferma la Sua
Unicità. A volte però, questa viene celata dalle schegge del politeismo. Per questo la
sura scuote questo sentimento innato e disintegra gli aspetti del politeismo
rivolgendosi ai miscredenti, per far sì che tornino ad Allah dichiarando la Sua Unicità.
Allah dice l’Altissimo quel che può essere tradotto come: “Il Creatore dei cieli e
della terra! Come potrebbe avere un figlio, se non ha compagna, Lui che ha
creato ogni cosa e che tutto conosce?” (TSC- Sura VI, versetto101).
C’è qualcuno che può contraddire questo? Chi è colui che ha creato ed ha
perfezionato? Invero Egli è il Signore della Potenza, l’Unico, Colui che Non ha
Associati. Dice Allah l’Altissimo quel che può essere tradotto come: “Come
potrebbe avere un figlio, se non ha compagna, Lui che ha creato ogni cosa e che
tutto conosce?. Ecco il vostro Signore! Non c'è altro dio che Lui, il Creatore di
tutte le cose. AdorateLo dunque. E' Lui che provvede ad ogni cosa. Gli sguardi
non lo raggiungono, ma Egli scruta gli sguardi.” (TSC- Sura VI, versetti 101103).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Tutto questo per giungere al versetto 104, dove Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “[Di' loro]: «Da parte del vostro Signore vi sono giunti
appelli alla lungimiranza (TSC- Sura VI, versetto 104). La Grandiosità di Allah
l’Altissimo, la Sua Capacità e la Sua Potenza nell’universo sono già chiare. Dice
L’Altissimo quel che può essere tradotto come: “Chi dunque vede chiaro, è a suo
vantaggio; chi resta cieco, è a suo danno”. (TSC- Sura VI, versetto 104). Chi ha
fede ne trarrà vantaggio, mentre per chi nega, questa è la vera cecità: la cecità del
cuore è molto più pericolosa di quella degli occhi.
Allah l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come: “Forse colui che era
morto, e al quale abbiamo dato la vita.” (TSC- Sura VI, versetto 122).
Per distinguere la fede dalla miscredenza, la Sura utilizza più di un esempio e più di
una metafora. Nel versetto precedente (104) paragona la miscredenza alla cecità,
mentre nel versetto 122 va molto oltre questo concetto. Infatti, Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: “Forse colui che era morto, e al quale abbiamo
dato la vita affidandogli una luce per camminare tra gli uomini, sarebbe uguale a
chi è nelle tenebre senza poterne uscire? Così sembrano graziose ai miscredenti
le loro azioni” (TSC- Sura VI, versetto 122).
Dopo aver visto tutti questi miracolosi versetti sull’Esistenza di Allah e sulla Sua
Unicità, Dio descrive il miscredente come un morto. La misericordia del Signore,
però, lo guida e lo fa rinascere di nuovo, e non solo, gi dona la luce della guida e della
fede per camminare tra la gente e per mostrare la retta via.
Un meraviglioso esempio, se paragonato con il miscredente che sprofonda nelle
tenebre e rifiuta di pensare ad una via d’uscita. Anzi la sua miscredenza e la sua
oscurità gli sembrano ancora più belle.
Motivo della denominazione: Unicità nell’intenzione e nel lavoro
Rimane così un’ultima domanda: perché questa sura è stata chiamata Al-An`am (Il
Bestiame)?
Invero Al-An`am, è il bestiame di cui la gente se ne prende cura per poi mangiare la
sua carne…ma allora qual è la relazione tra il Bestiame e la Sura che parla dell’
Unicità di Allah l’Altissimo?
Vi è una forte relazione tra queste due cose: la sura affronta l’argomento dell’Unicità
di Allah l’Altissimo, mettendo in guardia le persone che suppongono che l’Unicità di
Dio significhi affermare in se stessi di unificare Allah, ma la realtà della loro vita non
lo testimonia. È necessario affermare l’Unicità di Dio sia nel credo che nella pratica.
Molta gente afferma teoricamente l’Unicità di Allah con determinazione, non vi è
possibilità di discussione o dubbio sull’Unicità di Dio, il Potente l’Eccelso. Se,
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
invece, analizziamo la loro vita quotidiana, e se ci chiediamo se applicano la legge
Divina in tutti i loro comportamenti, notiamo che le cose sono diverse.
Invero l’Unicità di Allah l’Altissimo non è soltanto nel credo, ma è necessario
unificarlo in ogni nostro comportamento e nella nostra vita quotidiana. Il motivo per il
quale la sura è stata denominata (Il Bestiame), è che gli Arabi consideravano il
Bestiame come loro unico e principale patrimonio e sostegno nella vita, e quindi
erroneamente pensavano che esso appartenesse a loro e che Allah non avesse niente a
che vedere con esso. L’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E
attribuiscono ad Allah una parte di quello che Lui ha prodotto dai campi e dai
greggi, e dicono: « Questo per Allah - secondo le loro pretese- e questo per i
nostri soci ». Ma quello che è per gli dei non giunge ad Allah e invece quello che è
per Allah giunge ai loro dei” (TSC- Sura VI, versetto 136). Dopo di che Dice:
“dicono: « Ecco i greggi e le messi consacrate: potranno cibarsene solo quelli che
designeremo ». Quali pretese! e [designano] animali il cui dorso è tabù e animali
sui quali non invocano il Nome di Allah. Forgiano menzogne contro di Lui !
Presto [Allah] li compenserà delle loro menzogne. E dicono: “ Quello che è
contenuto nei ventri di queste bestie è per i nostri maschi ed è vietato alle nostre
donne ». E se nasce morto, lo dividono fra tutti . Presto [Allah] li compenserà dei
loro distinguo Egli è saggio, sapiente”. (TSC- Sura VI, versetti 138-139).
La strada della pace
Dato che l’Unicità comprende il credo e l’applicazione, giunge cosi la conclusione
della Sura dove dice L’Altissimo quel che può essere tradotto come: “ Di': « In verità
la mia orazione e il mio rito, la mia vita e la mia morte appartengono ad Allah
Signore dei mondi. Non ha associati. Questo mi è stato comandato e sono il
primo a sottomettermi». Di': « Dovrei cercare un altro signore all'infuori di
Allah che è il Signore di tutte le cose? Ognuno pecca contro se stesso: nessuno
porterà il fardello di un altro.” (TSC- Sura VI, versetto 162-164).
Chi possiede questo potere merita che ci si rivolga a Lui con la pura Unicità in tutti gli
aspetti della nostra vita intellettuale, spirituale e pratica.
Tutti questi significati vengono riassunti nei tre versetti del “confronto” . Dice Allah
l’Altissimo quel che può essere tradotto come: “Di': « Dovrei forse scegliere per
patrono qualcun altro oltre ad Allah, il Creatore dei cieli e della terra”. (TSCSura VI, versetto 14).
“Dovrei forse eleggere altro giudice che Allah, quando è Lui che ha fatto
scendere per voi questo Libro spiegato esplicitamente?” (TSC- Sura VI, versetto
114).
“Dovrei cercare un altro signore all'infuori di Allah che è il Signore” (TSC- Sura
VI, versetto 164).
Questi tre versetti si concentrano su i tre punti dell’Unicità che sono: l’Unicità verso
Allah, l’unicità verso l’amore, ed infine nell’ applicare la Sua legge.
La conclusione della sura : il vicariato
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Dopo che Allah ha appurato, tramite i versetti della sura, che è Colui che ha
perfezionato la terra e che questa è di sua proprietà e a sua disposizione. Egli ce l’ha
data e ci ha resi suoi vicari. Dice Allah l’Altissimo quel che può essere tradotto come:
“Egli è Colui che vi ha costituiti eredi della terra” (TSC- Sura VI, versetto 165).
Ed ecco a voi una puntualizzazione carina, riguardo al collegamento tra l’obiettivo
della sura Al-An`am e la sura Al-Baqara , ovvero la responsabilità della terra.
Inoltre, la conclusione qui prepara per la sura Al-A'râf, che tratta l’argomento della
lotta nella terra tra il giusto ed il falso. Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “…e vi ha elevato di livello, gli uni sugli altri, per provarvi in quel
che vi ha dato.” (TSC- Sura VI,versetto 165).
Ammira il meraviglioso legame tra le sure, è come se tutte e tre proclamassero un
unico messaggio:
O musulmani ! dopo che avete capito l’importanza dell’Unicità di Allah nella pratica
come nel credo (Sura Al-An`am), Allah vi ha dato questa terra per mettere in pratica la
Sua legge, e voi Umma (comunità) di Muhammad, siete responsabili di quest’ultima
(sura Al-Baqara), dove siete quindi nella lotta tra il vero ed il falso (sura Al-A'râf)?
Sura VII : “Al-A'râf” (Il limbo)
Sura Al-A'râf (meccana) è stata rivelata dopo la sura Sad, e nel Santo Corano è stata
posizionata dopo sura Al-An`am. La sura è composta di 206 versetti.
I missili della Verità contro la Falsità
La sura è stata rivelata durante un periodo nel quale si svolgeva una forte lotta tra i
musulmani e i miscredenti, precisamente nel momento in cui il Profeta (pbsl)
ordinava ai credenti di manifestare l’appello ad Allah.
Questo fatto avviò una nuova fase, durante la quale l’Islam fu reso pubblico e i
mussulmani cominciarono ad affrontare le situazioni apertamente nonostante vi
fossero alcune persone che provavano vergogna, o avevano paura di subire danni. Fu
dunque rivelata la sura durante tali condizioni e durante tale clima, per parlare della
lotta tra la verità e la falsità. Questa lotta rimane una realtà universale, sempre
presente e continuo, da quando Allah Creò l’universo fino al Giorno della
Resurrezione.
Inizia così la sura, parlando della lotta tra Adamo e Iblis (Satana) all’esordio del
creato; poi continua con il dialogo tra la Gente del Paradiso e la gente dell’Inferno
come se questi temi ci spiegassero che il risultato della lotta è che un gruppo risiederà
nell’Inferno e l’altro nel Paradiso. Dopodiché la sura ci mostra un piano illustrativo
riguardante questa lotta nella storia dell’umanità tra ogni Profeta e il suo popolo, e ci
dimostra che alla fine vi è sempre la rovina di coloro che commettono ingiustizie a
causa della loro corruzione.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Tra una narrazione e l’altra la sura chiede: Dove sei tu in questa lotta? Specifica la tua
posizione!
Questo argomento coincideva esattamente con lo stato dei Compagni durante la fase
meccana, anche se interessa comunque tutte le persone in tutti i tempi e in tutti i
luoghi. In ogni epoca le persone vivono questa lotta tra il vero e il falso, a livello delle
nazioni o a livello della vita individuale.
La colpa potrebbe essere tua!
L’obiettivo attorno al quale gira la sura e tutti i suoi concetti, è la necessità di fissare
la propria posizione durante la lotta … O musulmano specifica la tua posizione, a
quale dei due gruppi appartieni? Non essere tra gli osservatori!
Questi concetti sono chiari nelle storie dei Profeti citati in questa sura, che concentra
l’attenzione sulla divisione tra i credenti, che sono stati salvati da Allah l’Altissimo, e
i miscredenti. Senza citare altre parti passive o osservatrici, poiché, di principio,
l’essere umano deve avere nella vita una posizione precisa.
Nella storia di Noé, per esempio, notiamo che Allah l’Altissimo dice concludendo con
quel che può essere tradotto come: “Lo tacciarono di menzogna. Salvammo lui e
coloro che stavano con lui nell'Arca e annegammo coloro che smentivano i segni
Nostri” (TSC- Sura VII, versetto 64).
E nella storia di Hud dice Allah l’Altissimo quel che può essere tradotto come:
“Abbiamo salvato lui e coloro che erano con lui, per Nostra misericordia e
cancellato anche le tracce di coloro che smentivano i Nostri segni e non
credevano”. (TSC- Sura VII, versetto 72).
E in quella di Lot dice Allah l’Altissimo quel che può essere tradotto come: “E in
tutta risposta il suo popolo disse: « Cacciateli dalla vostra città! Sono persone che
vogliono esser pure! » (TSC- Sura VII, versetto 82). “E Noi salvammo lui e la sua
famiglia, eccetto sua moglie” (TSC- Sura VII, versetto 83).
Mentre nella storia di Shu'ayb Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “I notabili del suo popolo, che erano tronfi di orgoglio, dissero: « O
Shu'ayb, certamente ti cacceremo dalla nostra città, tu e quelli che hanno
creduto in te, a meno che non ritorniate alla nostra religione!” (TSC- Sura VII,
versetto 88).
Ed infine nella storia di Sâlih Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “I notabili del suo popolo, che erano tronfi di orgoglio, dissero agli
oppressi fra quelli di loro che avevano creduto” (TSC- Sura VII, versetto 75).
Come se i concetti di questi episodi dicessero: o sei con “coloro che erano con lui” o
sei con “coloro che smentivano i Nostri segni”. Perciò, in queste storie, manca la
presenza del gruppo degli osservatori.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
(Non sia a causa sua qualunque oppressione sul tuo petto)
L’inizio della sura annuncia chiaramente questi significati con quel che può essere
tradotto come: “E' un Libro che è stato fatto scendere su di te, non sia a causa sua
alcuna oppressione sul tuo petto” (TSC- Sura VII, versetto 2).
Ti viene richiesto dunque, di far conoscere l’Islam senza aver timore degli sguardi o
delle critiche di nessuno, perché, a volte, la forza del falso e il suo spargersi è un
risultato dalla vergogna che alcune persone hanno nel mostrare il vero.
Non vergognarti del tuo hijiab (velo) e il musulmano non abbia timore di subire torti
dagli altri, perché il vero musulmano è colui che prende una ferma risoluzione nelle
proprie cause. Infatti, nell’apertura della sura, Allah gli ha detto con quel che può
essere tradotto: “non sia a causa sua alcuna oppressione sul tuo petto, ché con esso
tu ammonisca” (TSC- Sura VII, versetto 2). Questi versetti come abbiamo
accennato precedentemente, segnarono l’inizio di quella che fu la fase della da’wa
(dell’appello verso Allah).
Il terzo versetto insiste sullo stesso significato dove Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: “Seguite quello che vi è stato rivelato dal vostro Signore
e non abbiate altri patroni che Lui.” (TSC- Sura VII, versetto 3). Qui vi é la
richiesta di essere prontamente decisi nel seguire il vero, senza essere incerti, passivi
o curiosi verso altre scelte.
Adamo e Iblis: “Con l'inganno li fece cadere entrambi”
Fin dall’inizio dell’umanità vi era la lotta tra Adamo e Satana (versetti 20-22). Come
riuscì Iblis ad ingannare i nostri genitori? Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Con l'inganno li fece cadere entrambi” (TSC- Sura VII, versetto
22). La strategia dell’inganno prevedeva di lasciarli in uno stato di incertezza e
instabilità, ed e’ importante notare l’uso della parola (Con l'inganno) come se
qualcuno alludesse ad un qualcosa nel pozzo , e poi lascia in sospeso senza definire il
suo posto.
Per questo la positività e la determinazione sono i punti forti della verità, mentre
l’indifferenza e l’incertezza portano, anche i credenti, alla strada del peccato.
La nudità: l’arma di Iblis
Nota l’interesse di Iblis verso questo tipo di corruzione, ovvero la nudità; ciò è chiaro
nei seguenti versetti dove Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Satana li tentò per rendere palese [la nudità] che era loro nascosta” (TSC- Sura
VII, versetto 20).
Quale fu il risultato? Allah l’Altissimo dice quel che si può tradurre come: “Quando
ebbero mangiato [dei frutti] dell'albero, si accorsero della loro nudità…”(TSCSura VII, versetto 22)
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Per questo vi è un ordine divino a proposito del vestirsi, e vi è inoltre l’avvertimento a
non scoprire le intimità.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “O figli di Adamo,
facemmo scendere su di voi un abito che nascondesse la vostra vergogna e per
ornarvi,…..” (TSC- Sura VII,versetto 26).
“O Figli di Adamo, non lasciatevi tentare da Satana, come quando fece uscire dal
Paradiso i vostri genitori, strappando loro i vestiti per palesare la loro
vergogna…..”(TSC- Sura VII, versetto 27).
“O Figli di Adamo, abbigliatevi prima di ogni orazione”(TSC- Sura VII, versetto
31).
Imparate, O giovani, da questa sura, avete visto quanti di versetti che ci avvertono?
Imparate a coprire le intimità e ad abbassare gli sguardi.
Imparate o ragazze ad essere caste, ad avere pudore e definite la vostra posizione sul
higiab (velo) senza avere incertezze; perché la nudità è una delle armi di Iblis fin
dall’inizio della creazione, e la sua diffusione porta alla volgarità e facilita il
compimento dei peccati. Allah l’Altissimo, infatti, commenta la storia di Adamo con
quel che può essere tradotto come: “Di': « Il mio Signore ha vietato solo le
turpitudini palesi o nascoste” (TSC- Sura VII, versetto 33).
Nessun terzo tra loro
Dopodiché la sura divide la gente in due categorie: la gente del Paradiso e la gente
dell’Inferno; il Giorno del Giudizio si sentiranno i richiami tra le due parti: “E quelli
del Giardino grideranno ai compagni del Fuoco: «Abbiamo verificato quello che
il nostro Signore ci aveva promesso. E voi avete verificato quello che vi era stato
promesso?». « Sì» diranno. Poi un nunzio proclamerà in mezzo a loro:
«Maledizione di Allah sugli ingiusti” (TSC- Sura VII, versetto 44).
Queste sono due uniche categorie, nessuna terza con loro. Nel versetto 46 vi è la
parola decisiva, Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E tra i
due vi sarà un velo” (TSC- Sura VII, versetto 44), per dividere in modo definitivo i
due gruppi.
Sei ancora incerto? Non è ora di definire la tua posizione? Ascolta dunque la richiesta
d’aiuto dove Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E i
compagni del Fuoco grideranno ai compagni del Giardino: «Versate acqua su di
noi e parte del cibo che Allah vi ha concesso».”(TSC- Sura VII, versetto 50).
Scegli per te stesso a quale destino e quale dimora vuoi appartenere.
Il motivo della denominazione della sura Al-A`raf
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Perché è stata chiamata con questo nome (Al-A`raf)? Allah, il Benedetto, l’Altissimo
dice quel che può essere tradotto come : “E tra i due vi sarà un velo e sull'A'râf
uomini che riconoscono tutti per i loro segni caratteristici” (TSC- Sura VII,
versetto 46).
Ogni persona che si trova tra il Paradiso e l’Inferno conosce entrambe le genti;
chiama la gente del Paradiso dicendo quel che può essere tradotto come: “E
grideranno ai compagni del Giardino: « Pace su di voi!», senza potervi entrare
pur desiderandolo” (TSC- Sura VII, versetto 46). Hanno paura dell’inferno, infatti
Allah l’Altissimo dice quel può essere tradotto come: “Quando i loro sguardi si
rivolgeranno ai compagni del Fuoco, diranno: « O Signor nostro, non metterci
con il popolo degli ingiusti».E i compagni dell'A'râf chiameranno gli uomini che
riconosceranno per il loro aspetto, dicendo: « Le ricchezze e l'orgoglio non vi
hanno giovato in nulla” (TSC- Sura VII, versetti 47-48).
E chi sono quelli dell’A`raf? Sono persone che hanno opere buone pari a quelle
cattive, sono coloro che non definirono la loro posizione e le loro opere nella vita. La
ricompensa per questo genere di opere è che nel giorno del Giudizio loro saranno
imprigionati in un posto alto (che si chiama Al-A`raf) tra il Paradiso e l’Inferno in
modo da osservare entrambi i luoghi. Gli incerti comprendono molti tipi di persone
(per questo vi sono molti A`raf e non uno solo).
Attento a non essere uno di loro… O fratello mussulmano, cerca di seguire la retta via
e non essere tra quelli dell’A`raf. Concretizza la tua posizione perché potresti persino
non arrivare ad appartenere ai compagni dell’A`raf e cadere in una pessima fine!!!
“Mi rifugio in Allah”.
Le storie dei Profeti: mappa illustrativa sulla lotta nella storia
Per accertarsi dei messaggi contenuti nella sura:
1- La lotta tra il bene e il male è continua e non si ferma mai.
2- La sconfitta del male è inevitabile.
3- Il motivo principale della sconfitta del bene è la lontananza da Allah e la
corruzione nelle sue diverse forme (comportamentale, economica, sociale).
La sura cita la storia di cinque Profeti di Allah e il loro affronto con i propri popoli.
Invero possiamo notare che queste storie sono citate più volte nel Corano, ma per cosa
si distinguono qui?
Essa rafforza l’obiettivo della sura nel decidere la propria posizione in un conflitto.
Ciò è fatto attraverso:
93
Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
•
La dimostrazione che gli elementi di confronto, tra ogni Profeta ed il suo
popolo, sono più o meno gli stessi (a volte vengono usate le stesse parole); e tutto
questo per dimostrare l’antichità del conflitto e la sua ripetitività nonostante cambino
le persone e le comunità. L’appello dei Profeti era unico e può essere tradotto come:
“«O popol mio, adorate Allah! Per voi non c'è altro dio che Lui” (TSC- Sura VII,
versetto 59). “Vi riferisco i messaggi del vostro Signore” (TSC- Sura VII,
versetto 68). Persino le giustificazioni: “Vi stupite che vi giunga un richiamo da
parte del vostro Signore” (TSC- Sura Al-VII, versetto 69). Finendo con l’accusa di
menzogne da parte dei miscredenti dove Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Ti vediamo manifestamente sviato” (TSC- Sura VII, versetto 60),
« Ci pare che tu sia in preda alla stoltezza e crediamo che tu sia un
bugiardo».(TSC- Sura VII, versetto 66)
•
La concentrazione sulla fine del Falso, sotto la regola “la ricompensa è della
stessa natura dell’impegno”. Il popolo di Thamud, per esempio, scavavano case sicure
nelle montagne, ma la loro sicurezza li portò ad ostentare superiorità verso la religione
di Allah, e la loro punizione fu il cataclisma (il quale è accompagnato dalla paura,
perché appunto la paura è l’opposto della sicurezza). Questa regola vale anche per il
popolo di Lot che prevaricarono nel desiderio sessuale tanto da contraddire la natura
umana ed abbandonarsi alla perversione. E la causa fu la trasgressione come ben
chiarisce il seguente versetto dove Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “Vi accostate con desiderio agli uomini piuttosto che alle donne. Sì,siete un
popolo di trasgressori»”(TSC- Sura VII, versetto 81). E la loro ricompensa fu una
pioggia di pietre.
•
L’avvertimento che la causa della sconfitta del male è la corruzione: per i
Thamud, il popolo di Sâlih, la corruzione consisteva nell’eccesso che li condusse alla
rovina (versetto 74). Mentre per il popolo di Lot, la corruzione era di tipo
comportamentale, e la loro rovina fu causata dalla loro perversione sessuale. (versetti
80 e 81). Per quanto riguarda invece il popolo di Madian, quello di Shu'ayb, la
corruzione fu di tipo economico com’era noto tra loro. Infatti, Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: “Riempite la misura e date il giusto peso e non
danneggiate gli uomini nei loro beni . Non corrompete la terra dopo che Allah la
creò pura: ciò è meglio per voi, se siete credenti”. (TSC- Sura Al-A`raf, versetto
85).
•
L’ammonimento che la superbia è tra le cause più pericolose che portano alla
rovina. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “I notabili del suo
popolo, che erano tronfi di orgoglio,” (TSC- Sura VII versetto 75). Questa
espressione come vediamo, si ripete con i Thamud e con i Madian, come possiamo
anche notare la puntualizzazione, agli inizi della sura, su questi concetti dove Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Coloro che invece
smentiscono i Nostri segni e se ne allontanano per orgoglio…..”( TSC- Sura VII,
versetti 36 a 40). È impossibile che vi sia alcuna ripetizione senza che vi si trovi un
concetto importante del quale Allah, Gloria a Lui, vuole avvertirci.
•
La concentrazione sulla salvezza del Profeta e di coloro che sono con lui e la
rovina dei miscredenti, senza citare una fazione neutrale o osservatrice . Allah
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Salvammo lui e coloro che
stavano con lui” (TSC- Sura VII, versetto 64), “Abbiamo salvato lui e coloro che
erano con lui” (TSC- Sura VII, versetto 72), “E Noi salvammo lui e la sua
famiglia” (TSC- Sura VII, versetto 83), “O Shu'ayb, certamente ti cacceremo
dalla nostra città, tu e quelli che hanno creduto in te” (TSC- Sura VII, versetto
88).
Dopo tutto questo, sei ancora incerto?
Nota, mio fratello mussulmano, il commento coranico a proposito di queste storie,
dove Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Se gli abitanti di
queste città avessero creduto e avessero avuto timor di Allah, avremmo diffuso
su di loro le benedizioni dal cielo e dalla terra.” (TSC- Sura VII, versetto 96).
Egli inserisce tutti questi esempi per garantire questa regola universale: O la fede, la
presa di una ferma posizione e il seguire i Profeti, oppure una forte miseria e un
doloroso castigo da Allah.
E tu mio fratello mussulmano, non puoi sfuggire a questa regola. Sei ancora indeciso?
Se non sei con la verità allora sei con la falsità, anche se non è tua intenzione, perché
così avrai indebolito i sostenitori della verità. Guai se dici: “Io sono un singolo
individuo e non valgo molto nell’equazione di questa lotta!”. Se la verità vincesse
solo grazie alla presenza di 100 persone veritiere, e se adesso fossero in 99 e tu
saresti il centesimo! Se non mostri interesse allora non puoi completare i credenti e di
conseguenza sei colpevole del loro fallimento.
La storia di Mosè pace su di lui
I versetti giungono alla storia del profeta Mosè e il Faraone, i maghi del Faraone e i
Figli di Israele. Questo racconto è uno dei migliori racconti tra quelli che illustrano
esempi sulla determinazione e sul dubbio.
Da notare che la storia del profeta Mosè è il racconto più citato nel Corano (è citata in
29 sezioni20). L’Inviato di Allah (pace e benedizione su di lui) disse: “Che Allah sia
misericordioso con mio fratello Mosè, Stava per portarsi un terzo del Corano”.
Tuttavia la Sura Al-Arâf è la Sura che ha trattato nei dettagli il rapporto di Mosè con
il suo popolo, soprattutto dopo la loro uscita dall’Egitto (per esempio, nella Sura non
si parla della nascita di Mosè o della sua gioventù trascorsa nel palazzo del Faraone
come avviene nella Sura Al-Qasas (Il Racconto).
Per questo la Sura ha iniziato la lotta direttamente a partire dal primo versetto, Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “...Guarda dunque ciò che è
accaduto ai perversi. & Disse Mosè: « O Faraone, in verità io sono un
messaggero inviato dal Signore dei mondi.” (TSC – Sura VII, versetti 103-104)
tutto questo perché impariamo dalle situazioni di determinazione e di esitazione.
20
In arabo juz’ è uno dei metodi in cui viene suddiviso il Corano.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Determinazione che incomincia con una prosternazione
I maghi, per essere tra i favoriti del Faraone, si confrontarono con Mosè (pace su di
lui) ma videro il segno indicante il suo Messaggio, e, in pochi minuti, preso la loro
decisione, una decisione ferma e forte: Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Così si affermò la verità e vanificò quello che avevano fatto.
Furono sconfitti e sembravano umiliati. Allora i maghi si prosternarono.” (TSC
– Sura VII, versetti 118-120). La loro fede cominciò con questa devota
prosternazione e si aggrapparono alla loro fede malgrado le minacce di morte e di
castigo: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E dissero: «
Crediamo nel Signore dei mondi, il Signore di Mosè e di Aronne». « Vorreste
credere prima che ve ne dia il permesso? - disse Faraone -...” (TSC – Sura VII,
versetti 121-123).
Poi il Faraone (nel Corano) disse loro quel che può essere tradotto come: “Vi farò
tagliare mani e piedi alternati, quindi vi farò crocifiggere tutti ».” (TSC – Sura
VII, versetto 124).
Quale fu la reazione dei maghi di fronte a queste minacce? Allah l’Altissimo dice quel
che può essere tradotto come: “Dissero: « In verità siamo pronti a tornare al
nostro Signore; ti vendichi su di noi solo perché abbiamo creduto ai segni del
nostro Signore quando essi ci sono giunti...”. (TSC – Sura VII, versetti 125-126).
Rimasero così decisi e senza nessuna esitazione di fronte alle minacce del Faraone,
anzi raccolsero la loro pazienza e implorarono la buona fine al Detentore della Verità:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “...O Signore, concedici la
sopportazione e facci morire [a Te] sottomessi »”. (TSC – Sura VII, versetto 126)
La corruzione del Faraone
Nei precedenti racconti dei profeti abbiamo già visto vari tipi di corruzione, adesso
con il racconto di Mosè e del Faraone ne vedremo il culmine:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “...« Poiché abbiamo il
dominio su di loro, uccideremo immediatamente i loro figli maschi e
risparmieremo le loro femmine».” (TSC – Sura VII, versetto 127).
Il castigo divino fu progressivo per il Faraone e il suo popolo: Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: “Mandammo contro di loro l'inondazione e le
cavallette, le pulci, le rane e il sangue, segni ben chiari...”. (TSC – Sura VII,
versetto 133).
Ma poi Allah moderò il castigo, ma ... : Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “...ecco che mancarono al loro impegno”. (TSC – Sura VII,
versetto 135)…quale fu il castigo questa volta?
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Allora Ci vendicammo di
loro, li inghiottimmo nel mare, perché tacciavano di menzogna i Nostri segni ed
erano indifferenti ad essi.” (TSC – Sura VII, versetto 136).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
I figli di Israele: negatività e ed esitazione
Contrariamente all’esempio dei maghi, i versetti ci parlano di un altro esempio
d’esitazione che sono i Figli di Israele.
Quando il loro Profeta Mosè disse loro: Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Disse Mosè al suo popolo: « Chiedete aiuto ad Allah e sopportate
con pazienza: la terra è di Allah ed Egli ne fa erede colui che sceglie tra i Suoi
servi. L'esito felice sarà per coloro che [Lo] temono.” (TSC – Sura VII, versetto
128) Cosa fu la loro risposta?
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Dissero: «Siamo stati
perseguitati prima che tu venissi e dopo che venisti a noi »...”. (TSC – Sura VII,
versetto 128)
Mosè, per educarli ad avere fede in Allah, un argomento essenziale per la
determinazione, rispose loro quel che può essere tradotto come: “Rispose: « Può
darsi che presto il vostro Signore distrugga il nemico e vi costituisca vicari sul
paese per poi guardare quello che farete».” (TSC – Sura VII, versetto 129).
I due versetti (128-129) insistono sul fatto che la fermezza e la determinazione sono
due argomenti essenziali nella prova che si sostiene per essere vicari sulla Terra, ed è
questo che i Figli di Israele non hanno capito.
Anche nella fede:
I Figli di Israele appaiono in altre situazioni che rivelano come essi vivono senza
scopo e senza una guida, persino nella fede: Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “Facemmo traversare il mare ai Figli di Israele.
Incontrarono un popolo che cercava rifugio presso i propri idoli.” (TSC – Sura
VII, versetto 138). Poco prima, i Figli di Israele attraversavano il mare, e avevano
visto il Faraone e i suoi soldati inghiottiti nel mare, qual é stata la loro reazione? Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Dissero: «O Mosè, dacci un dio
simile ai loro dèi ». Disse: « In verità siete un popolo di ignoranti».” (TSC – Sura
VII, versetto 138).
Questa richiesta, che rivela il grado della loro ignoranza, è avvenuta nello stesso
versetto in cui Allah ci racconta la storia della loro salvezza, ed è così che Allah
L’Altissimo ci mostra a che punto i Figli di Israele erano dubbiosi e deboli.
“«Prendile con fermezza e comanda al tuo popolo di adeguarvisi al meglio...”
La maggior parte delle norme di Allah ai Figli di Israele, incitavano all’applicazione
degli ordini di Allah e la Sua religione con fermezza.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Nel versetto 145 : Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“«Prendile con fermezza e comanda al tuo popolo di adeguarvisi al meglio.”
(TSC – Sura VII, versetto 145).
Nel versetto 171: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “«
Afferrate con forza ciò che vi abbiamo dato...” (TSC – Sura VII, versetto 171).
Come eseguivano gli ordini di Allah? Che cosa fecero quando Mosè li ha lasciati per
incontrare il Suo Signore? Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“E il popolo di Mosè, in sua assenza, si scelse per divinità un vitello fatto con i
loro gioielli, un corpo mugghiante.” (TSC – Sura VII, versetto 148).
I versetti disapprovano questo con fermezza: Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “Non si accorsero che non parlava loro e che non li guidava
su nessuna via? Lo adottarono come divinità e furono ingiusti. Quando li si
convinse di ciò e si accorsero che si erano traviati, dissero: «Se il nostro Signore
non ci usa misericordia e non ci perdona, saremo tra coloro che si sono
perduti».” (TSC – Sura VII, versetti 148-149).
Essi soffrono per la mancanza di chiarezza e di fermezza nella loro devozione e nel
loro rapporto con Allah.
Così appare chiaramente la differenza tra i maghi e i Figli di Israele: tra la sfida dei
maghi del Faraone: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Attua
pure quello che hai deciso.” (TSC – Sura XX, versetto 72) e tra: Allah l’Altissimo
dice quel che può essere tradotto come: “Dissero: «Siamo stati perseguitati prima
che tu venissi e dopo che venisti a noi ». } (TSC – Sura VII, versetto 129).
Tra: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E dissero:
«Crediamo nel Signore dei mondi” (TSC – Sura VII, versetto 121), che i maghi
dissero senza nessuna esitazione, e tra : Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “«O Mosè, dacci un dio simile ai loro dèi ».” (TSC – Sura VII,
versetto 138) che dissero i Figli di Israele malgrado i miracoli grandiosi che videro.
I tre gruppi
Immediatamente dopo la storia di Mosè con i Figli di Israele, vi è la storia di coloro
che violarono il Sabato nei versetti (163 – 167). Questi narrano che alcuni dei Figli di
Israele avevano agito con astuzia con la Legge divina e avevano commesso una grave
disobbedienza, ovvero, la pesca nel giorno in cui Allah ha vietato loro il lavoro (il
sabato). Allah li aveva messi alla prova: il sabato avvicinò i pesci alla riva rendendo la
pesca più facile. Un gruppo dei Figli di Israele agirono con furbizia, stendendo le loro
reti il venerdì sera e raccogliendo il pesce che vi trovarono la domenica mattina. Un
secondo gruppo avente un’attitudine positiva cominciarono a raccomandare loro le
buone consuetudini e a condannare ciò che è riprovevole, affinché questi credenti
abbiano una prova, quando incontreranno Allah, di aver cercato di migliorare le cose,
e la guida viene solo da Allah.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Un terzo gruppo di credenti ebbero, invece, un’attitudine negativa: essi
rimproverarono il secondo gruppo: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “E quando alcuni di loro dissero: «Perché ammonite un popolo che Allah
distruggerà o punirà con duro castigo?». Risposero: «Per avere una scusa di
fronte al vostro Signore e affinché [Lo] temano!»” (TSC – Sura VII, versetto
164).
Dunque, ci sono tre gruppi: un gruppo di disubbidiente, un gruppo ubbidiente che fece
il suo dovere, cercando di migliorare le cose e un gruppo indifferente che non si è
curato di raccomandare il bene e condannare le cose riprovevoli. Quale sarà il destino
di ciascun gruppo?
Salvezza, castigo e negligenza
Coloro che trasgredirono il sabato non seguirono i consigli dei credenti, Allah li punì.
Dice l’Altissimo quel che può essere tradotto come: “Quando poi dimenticarono
quello che era stato loro ricordato, salvammo coloro che proibivano il male e
colpimmo con severo castigo coloro che erano stati ingiusti e che perversamente
agivano.” (TSC – Sura VII, versetto 165).
Il secondo gruppo venne salvato dalla punizione, mentre il gruppo dei disubbidienti fu
colpito da un severo castigo. Invece, per quanto riguarda il terzo gruppo, che avrà
colpito il lettore, il Corano ha trascurato di citarlo e gli studiosi avanzano varie
interpretazioni per questa negligenza :
•
•
Alcuni dicono che questo gruppo non meritava di essere citato perché aveva
un’attitudine negativa, quindi Dio non ha rivelato il loro destino e li giudicherà il
Giorno del Giudizio come vorrà.
La seconda opinione dice che questo gruppo è come gli ingiusti di cui Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “...colpimmo con severo
castigo coloro che erano stati ingiusti ...”(TSC – Sura VII, versetto 165).
Dunque questo gruppo è allo stesso livello del gruppo dei disubbidienti perché
sono rimasti neutrali davanti al peccato e per ciò sono diventati anche loro
disubbidienti.
“Tra loro ci sono genti del bene e altre che non lo sono”
Tra le magnificenze del Corano vi che non racconta le storie tanto per raccontare, ma
per tirarne fuori una morale che si radichi nella mente del lettore. La morale della
storia di Mosè e di coloro che trasgredirono il sabato è: Allah l’Altissimo dice quel
che può essere tradotto come: “Li dividemmo sulla terra in comunità diverse. Tra
loro ci sono genti del bene e altre [che non lo sono]...”(TSC – Sura VII, versetto
168).
Questo fu il caso della prima generazione dei Figli di Israele che hanno errato e si
sono dispersi sulla terra: tra di loro c’era gente buona e altra che lo era di meno.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Ma nella seconda generazione c’era gente dubbiosa e con attitudine negativa. Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Dopo di loro vennero altre
generazioni che ereditarono la Scrittura. Sfruttarono i beni del mondo terreno
dicendo: «Presto saremo perdonati». Se fossero giunti altri beni terreni,
ugualmente se ne sarebbero appropriati!...” (TSC – Sura VII, versetto 169).
Al contrario, i versetti si concludono con un magnifico esempio da seguire nel
prendere le prescrizioni della religione con fermezza: Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: “Quanto a coloro che si attengono saldamente al Libro
ed eseguono l'orazione, certamente non trascuriamo la ricompensa a quelli che si
emendano.” (TSC – Sura VII, versetto 170). Notate le parole “si attengono
saldamente” che indica un forte attaccamento agli ordini di Dio soprattutto per
quanto riguarda l’orazione: queste persone hanno un onore da parte di Dio, ovvero
quello di essere dei riformatori, non solo per loro stessi, ma hanno un’attitudine
positiva e sono dei riformatori per la loro società, per il loro paese e per la loro
comunità.
Perché non sei determinato mentre la tua anima ha testimoniato (su se stessi)?
I versetti seguenti ci riportano a tempi remoti, ai tempi dell’atomo, quando Allah ci ha
fatto testimoniare su noi stessi della Sua Divinità e della Sua Magnificenza. Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E quando il Signore trasse, dai
lombi dei figli di Adamo, tutti i loro discendenti e li fece testimoniare contro loro
stessi [disse]: «Non sono il vostro Signore?» Risposero: «Sì, lo attestiamo», [Lo
facemmo] perché nel Giorno della Resurrezione non diciate: «Veramente
eravamo incoscienti»” (TSC – Sura VII, versetto 172).
Ma come non ci impegniamo per elevare la nostra fede mentre Dio ha stretto con noi
il patto fin dall’inizio della creazione, prima che venissimo al mondo, di essere
sempre con la verità e con coloro che la seguono. L’amore per la fede e
l’appartenenza ad essa è un istinto divino che Allah ha messo in noi. Perché, allora, le
persone dimenticano questo patto e questo istinto divino?
La malattia della negligenza
La risposta a questa domanda si trova nel versetto in cui Allah l’Altissimo dice quel
che può essere tradotto come: “perché nel Giorno della Resurrezione non diciate:
«Veramente eravamo incoscienti»” (TSC – Sura VII, versetto 172): è la non
curanza, la più grave malattia che potrebbe provocare freddezza nell’entusiasmo per
la verità e esitazione nell’appoggiare l’Islam.
I sintomi di questa malattia sono: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “In verità creammo molti dei démoni e molti degli uomini per l'Inferno:
hanno cuori che non comprendono, occhi che non vedono e orecchi che non
sentono, sono come bestiame, anzi ancor peggio. Questi sono gli incuranti.” (TSC
– Sura VII, versetto 179). Dunque l’incuranza è la causa fondamentale
dell’esitazione e della debolezza. Ed è per questo che alla fine di questa Sura, l’ultimo
100
Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
consiglio dato all’Inviato di Allah (malgrado sia infallibile, pace e benedizione su di
lui) è:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Ricordati del tuo Signore
nell'animo tuo, con umiltà e reverenziale timore, a bassa voce, al mattino e alla
sera e non essere tra i noncuranti.” (TSC – Sura VII, versetto 205).
Allora è più degno per noi seguire l’Inviato di Allah (pace e benedizione su di lui), di
comprendere questa malattia e di curarla tramite il ricordo e l’invocazione di Allah
con sottomissione, e tramite la lettura di questa Sura e la comprensione del suo
significato.
Il suo esempio è come quello del cane
Prima di concludersi, la Sura riunisce numerosi esempi e segni che riprendono questo
senso e che mettono in guardia i credenti contro l’incuranza e l’esitazione nel seguire
la Legge divina e la religione di Allah; vi è un esempio spaventoso:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Racconta loro la storia di
colui cui avevamo dato Nostri segni e che li trascurò. Satana lo seguì e fu uno dei
traviati. Se avessimo voluto, lo avremmo elevato grazie a questi segni; ma si
aggrappò alla terra e seguì le sue passioni. Fu come il cane che ansima se lo
attacchi e ansima se lo lasci stare.” (TSC – Sura VII, versetti 175-176).
Un esempio spaventoso, di colui cui Allah ha dato i Suoi segni e che ha guidato e ma
lui li ha trascurati come la vipera quando cambia la sua pelle. Ma se fosse rimasto
nella sua devozione, Allah lo avrebbe onorato e elevato ma egli ha preferito la
villania. Ed è come il cane, si affatica e ansima che sia incurante o che sia sapiente. È
un esempio terrificante che dovrebbe svegliare ogni dormiente o incurante.
Prosternati ... con questo significato
La più bella conclusione della Sura è un versetto che termina con una prosternazione.
Ed è la prima prosternazione nel Corano, per ricordarci la determinazione, la fermezza
e la risolutezza. Ed è la prima prosternazione che incontriamo nel Corano, che ci
ricorda la prosternazione dei maghi che hanno sfidato il Faraone prepotente ed
ingiusto.
Il versetto ci esorta anche a mostrare la nostra modestia per Allah l’Altissimo, perché
il movimento della prosternazione avverte lo spirito che bisogna mettere in pratica e
così aumenta la sua disposizione alla determinazione nelle situazioni della vita.
Prosterniamoci tenendo bene in mente questo significato: Allah l’Altissimo dice quel
che può essere tradotto come: “Certamente coloro che sono presso il tuo Signore
non disdegnano di adorarLo: Lo lodano e si prosternano davanti a Lui .” (TSC –
Sura VII, versetto 206).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Sura VIII : “Al-'Anfâl” (Il Bottino)
Sura Al-'Anfâl (Medinese), è stata rivelata dopo la Sura “Al-Baqara”, nell’ordine
coranico invece si trova dopo Sura Al-A'râf , ed è composta da 75 versetti.
Il giorno del Discrimine
Questa Sura è scesa dopo la battaglia di Badr per commentarla (per questo alcuni
sapienti l’hanno nominata Sura Badr).
La battaglia di Badr è la prima battaglia nell’Islam, ed è stata denominata in questa
Sura da Allah l’Altissimo come il giorno del Discrimine, perché in questo giorno,
Allah ha distinto, il vero ed il falso. È inoltre un giorno che rappresenta la divisione
tra due epoche nella storia dell’umanità: un’epoca nella quale l’Islam era debole ed
un’altra dove invece sarà forte, ed avrà una Umma (comunità) che lo difende, fino ai
giorni nostri. Fu un grandioso giorno nella storia dell’umanità, e per questo motivo
tutta la Sura è scesa per commentarlo.
Se la vittoria fosse miSurata secondo i canoni materiali, troveremmo che i musulmani
non avrebbero potuto vincere, poiché il loro numero era 330 uomini, senza
preparazione psicologica né attrezzature adeguate per il combattimento.
Il numero dei miscredenti, invece, era di circa 1000 soldati con una completa
attrezzatura da guerra.
È degno di menzione che in questa battaglia i musulmani avevano un solo cavallo,
mentre i miscredenti ne possedevano 300. Quindi, secondo i canoni empirici, la
vittoria dei musulmani era impossibile.
Il peccati dei giusti
Al-'Anfâl significa il “bottino” che ha dato, appunto, il nome a tutta la Sura. I
Compagni del Profeta (che Allah sia soddisfatto di loro) avevano un commento carino
sulla Sura Al-'Anfâl, infatti, dicevano: “è scesa la Sura su di noi, Compagni del
Profeta, quando eravamo in disaccordo sul bottino, e ci comportavamo
pessimamente”. Non si tratta del pessimo comportamento che conosciamo noi oggi,
ma hanno descritto così il loro disaccordo per la loro grande educazione e modestia.
Le leggi materiali e divine della vittoria
La Sura parla dei canoni a cui fa affidamento la vittoria, e questo si addice al clima
della Sura ed al motivo per cui è stata rivelata.
Dopo la vittoria dei musulmani a Badr, la Sura scese per fissare loro le ragioni
cosmiche della vittoria. Infatti, ciò non è avvenuto per caso, o per distrazione, ma la
vittoria è governata da leggi materiali e divine.
Quindi la vittoria avviene per due importanti ragioni:
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
•
•
La certezza che la vittoria proviene da parte di Allah, il Potente l’Eccelso.
Allah l’Altissimo dice quel può essere tradotto come: “Non c'è altro aiuto
che quello di Allah” (TSC- Sura VIII, versetto 10).
Pianificare e sforzarsi seriamente per realizzare l’equilibrio di potenza con i
nemici, anzi, se possibile, superarlo anche. Preparare gli studi ed i piani, e
tutto ciò che può influire materialmente sulla vittoria.
Questa Sura realizza ciò che è l’affidarsi ad Allah, la credenza che Allah è Colui che
fa vincere, e che bisogna impegnarsi al massimo per realizzare la vittoria. Per questo
la Sura si fa garante del seguente detto; Allah l’Altissimo dice quel può essere tradotto
come: “Allah non cambia la grazia che ha concesso ad un popolo fin tanto che
questo non cambia quello che è nel suo cuore”. (TSC- Sura VIII, versetto 53).
Questo versetto riferisce che la vera influenza avviene soltanto e unicamente da Allah,
ma a condizione di impegnarsi il più possibile.
È necessario credere che la vittoria proviene da due cose: lo sforzo umano ed il
destino (la disposizione di Allah l’Altissimo).
Alcune persone pensano che la vittoria sia solo un miracolo divino, e li vedi invocare
Allah perché essi possano vincere; dopo di che si chiedono il motivo per cui è
ritardata la vittoria. In verità non hanno capito che ci sono ragioni materiali che
bisogna prendere in considerazione tra la pianificazione, lo sforzo e l’impegno. Non
basta l’invocazione ed il rifugio in Allah senza seguire un piano preciso, perché in
questo modo limitiamo il nostro pensiero riguardo alla natura della nostra religione e
le disposizioni di Allah su questa terra.
Invece vi è un altro tipo di persone che seguono tutti i metodi, preparano gli studi ed i
piani, si sforzano giorno e notte e dopo, quando devono scontrarsi e confrontarsi con i
miscredenti, si trovano molto deboli e pensano che non sono capaci di fare niente, ed
il motivo di ciò è che si sono affidati solo alle questioni materiali dimenticandosi che
la vittoria proviene da Allah.
La Sura, quindi, ci guida ad equilibrare tra questi due opposti: dobbiamo prima di
tutto credere nella predisposizione di Allah e cercare le condizioni materiali per la
realizzazione della vittoria.
La vittoria proviene da Allah
La Sura inizia con una domanda; Allah l’Altissimo dice quel può essere tradotto
come: “Ti interrogheranno a proposito del bottino” (TSC-Sura VII, versetto 1).
Chiedono come dividere il bottino “Ti interrogheranno a proposito del bottino
.Di': « Il bottino appartiene ad Allah e al Suo Messaggero». Temete Allah e
mantenete la concordia tra di voi. Obbedite ad Allah e al Suo Messaggero, se
siete credenti” (TSC- Sura VIII, versetto 1).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Poi i versetti cominciano a riportare le qualità dei credenti di cui Allah l’Altissimo
dice quel che può essere tradotto come: “In verità i [veri] credenti sono quelli i cui
cuori tremano” (TSC- Sura VIII, versetto 2).
La cosa piacevole è che la risposta alla loro domanda a proposito della divisione dei
bottini non giunge subito, ma al quarantunesimo versetto, ovvero dopo 40 versetti
dalla domanda. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “ Sappiate
che del bottino che conquisterete, un quinto appartiene ad Allah e al Suo
Messaggero, ai parenti, agli orfani, ai poveri…” (TSC- VIII, versetto 41).
La causa del ritardo della risposta è che quando hanno fatto la domanda, volevano una
ricompensa terrena per la vittoria, ed Allah aveva insegnato loro che la vittoria
avviene esclusivamente grazie alla Sua predisposizione, il Glorioso, l’Altissimo.
La risposta iniziale alla loro domanda fu con quel che può essere tradotto come: “Il
bottino appartiene ad Allah e al suo Messaggero” (TSC- Sura VIII, versetto 1), e
non vi spetta nulla. E’ questa la delicatezza del Corano che li educa a distogliere
l’attenzione dalla questione del bottino, per prima fissare i canoni della vittoria. Poi vi
è la spiegazione delle modalità di distribuzione del bottino fino agli ultimi versetti
dove Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Mangiate quanto vi
è di lecito e puro …” (TSC- Sura VIII, versetto 69). Allah l’Altissimo, vuole
stabilire ciò che è più importante, infatti, la questione della divisione del bottino è
una cosa secondaria perché fa parte delle questioni terrene.
La Sura si divide in due metà: la prima metà pone fortemente l’accento sul fatto che la
vittoria è concessa da Allah l’Altissimo, mentre la seconda metà parla delle ragioni
materiali di cui dobbiamo tenere conto, perché possa esserci concessa la vittoria.
La prima parte: (la vittoria proviene da Allah)
Questa prima parte mostra la grazia di Allah ed i favori che ha elargito ai musulmani
concedendo loro la vittoria:
1 - L’organizzazione della battaglia
Allah l’Altissimo dice quel può essere tradotto come: “Così, fu nel nome della
Verità che il tuo Signore ti fece uscire dalla tua casa, nonostante che una parte
dei credenti ne avesse avversione”(TSC- Sura VIII, versetto 5).
Molti musulmani non volevano combattere, ma Allah l’Altissimo ha progettato tutto
ciò per far trionfare la Verità. Allah l’Altissimo dice quel può essere tradotto come:
“[E ricordate] quando Allah vi promise che una delle due schiere [sarebbe stata]
in vostro potere; avreste voluto che fosse quella disarmata! Invece Allah voleva
che si dimostrasse la verità [delle Sue parole] e [voleva] sbaragliare i miscredenti
fino all'ultimo, per far trionfare la verità e annientare la menzogna a scapito
degli empi.” (TSC- Sura VIII, versetto 7-8).
Questi versetti sono estremamente chiari, infatti, l’organizzazione della battaglia era
disposta fin dall’inizio da Allah il Potente, l’Eccelso.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
2 - La preparazione psicologica per la battaglia
Allah l’Altissimo dice quel può essere tradotto come: “E quando vi avvolse nel
sonno come in un rifugio da parte Sua, fece scendere su di voi acqua dal cielo,
per purificarvi e scacciare da voi la sozzura di Satana, rafforzare i vostri cuori e
rinsaldare
i
vostri
passi.”
(TSC- Sura VIII, versetto 11).
Li ha fatti addormentare prima della battaglia e dopo che si sono svegliati, ha fatto
scendere dal cielo su di loro una pioggerella per purificarli, per compiere l’abluzione,
e per prepararli al combattimento. Persino la preparazione psicologica fu predisposta
da Allah il Potente, l’Eccelso.
Uno dei Compagni descrisse queste scene e disse che mentre stava di guardia, il
sonno prevalse sui musulmani e vide che tutti loro dormivano profondamente
nonostante la forte paura e l’orrore della situazione, e tutto ciò grazie alla
predisposizione di Allah.
3 - preparazione psicologica dell’esercito
Non solo la preparazione psicologica e la predisposizione della battaglia era voluta da
Allah, ma anche la preparazione psicologica, per la quale gli eserciti spendono somme
ingenti, era grazie alla predisposizione del Glorioso.
È ben chiara, in questi versetti, la preparazione morale dei musulmani da parte di
Allah nella battaglia di Bad. Allah l’Altissimo dice quel può essere tradotto come: “In
sogno Allah te li aveva mostrati poco numerosi, ché se te li avesse mostrati in
gran numero, avreste certamente perso il coraggio e vi sareste scontrati tra voi in
proposito. Ma Allah vi salvò. Egli conosce quello che c'è nei petti”. (TSC- Sura
VIII, versetto 43). E dice ancora: “ Al momento dello scontro li fece apparire
pochi ai vostri occhi, come vi mostrò pochi agli occhi loro. Era necessario che
Allah realizzasse un ordine che doveva essere eseguito. Tutte le cose sono
ricondotte ad Allah”. (TSC- Sura VIII, versetto 44).
I musulmani vedevano pochi i miscredenti e di conseguenza non avevano paura ed i
miscredenti a loro volta vedevano pochi i musulmani e li deridevano. Entrambi
avevano la stessa visione e vedevano lo stesso panorama, mentre nella realtà le cose
erano diverse. Gloria a Lui che concede la vittoria, la predispone, e rende l’uomo
capace di sostenerla.
4 - La discesa degli angeli
Questo è chiaro nei seguenti versetti dove Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “E [ricordate] quando imploraste il soccorso del vostro Signore! Vi
rispose: «Vi aiuterò con un migliaio di angeli a ondate successive» ” (TSC- Sura
VIII versetto 9). e dice inoltre: “E quando il tuo Signore ispirò agli angeli: «
Invero sono con voi: rafforzate coloro che credono. Getterò il terrore nei cuori
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi!” (TSCSura VIII versetto 12).
Chi ha fatto tutto questo? Chi possiede la terra, l’Onnipotente? Come fa l’uomo a non
fidarsi del suo Signore, e credere che la vittoria proviene da Lui l’Altissimo? Come fa
l’uomo a fidarsi di qualcun altro tranne Allah?
5 - Il luogo ed il tempo della battaglia
Si spostano così i versetti più lontano di quelli che sono i fattori psicologici. Persino il
luogo della battaglia era programmato da Allah; che dice quel può essere tradotto
come: “Eravate sul versante più vicino e loro erano su quello più lontano e
la carovana era più in basso di voi. Se vi foste dati un appuntamento, sareste stati
discordi sul luogo.” (TSC- Sura VIII, versetto 42).
I musulmani che si trovavano nella zona più vicina godevano di un speciale tipo di
terreno che, bagnato dalla pioggia, consolidava bene la sabbia sotto i loro piedi
facilitando così i loro movimenti. Mentre nel versante più lontano la pioggia causava
corsi d’acqua che impedivano il movimento dei miscredenti e dei loro cavalli. Invero
è la Potenza di Allah l’Altissimo, Colui che concede la vittoria ai musulmani.
6 - Non siete certo voi che li avete uccisi , bensì Allah.
Continuano i versetti fino a giungere al detto dell’Altissimo che può essere tradotto
come: “Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi. Quando
tiravi non eri tu che tiravi, ma era Allah che tirava” (TSC- Sura VIII versetto
17).
Questo versetto chiarisce il risultato e lo svolgimento della battaglia, quando il Profeta
(pace e benedizione su di lui) tirò una manciata di sabbia sui loro volti dicendo:
“Siano sfigurati quei volti”; per questo i versetti insistono sulla necessità della
richiesta della vittoria ad Allah l’Altissimo che dice quel può essere tradotto come:
“Non c'è altro aiuto che quello di Allah” (TSC- Sura VIII, versetto 10).
Infatti, il Profeta (PBSL), il giorno della battaglia di Badr, invocava tanto che si vide
il biancore delle sue ascelle e caddero dalla sua schiena gli indumenti, ed Abu Bakr
(che Allah sia soddisfatto di lui) gli disse: “ calmati, o Messaggero di Allah”.
E poiché la vittoria proviene da Allah, è necessario rispondere al richiamo di Allah
l’Altissimo: “O voi che credete, rispondete ad Allah e al Suo Messaggero quando
vi chiama a ciò che vi fa rivivere …” (TSC- Sura VIII, versetto 24).
La seconda parte (Preparate, contro di loro, tutto quello che potrete)
1- L’importanza di utilizzare i mezzi disponibili e la loro influenza sulla vittoria
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Preparate, contro di loro,
tutte le forze che potrete…” (TSC- Sura VIII, versetto 60). Questo versetto illustra
chiaramente questo significato assicurando che la vittoria proviene da Allah
l’Altissimo.
Inoltre, insiste sulla necessità di seguire un modo serio nel fare le cose. Quindi,
preparare una strategia ed allo stesso tempo rivolgersi ad Allah. Questi costituiscono
gli elementi principali della vittoria. La sura parla anche dell’equilibrio delle potenze
e sconsiglia di andare a combattere da soli per sconfiggere un esercito blindato con la
scusa che Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Non c'è altro
aiuto che quello di Allah” (TSC- Sura VIII, versetto 10). Questo ragionamento è
sbagliato e limitato perché dimostra che non abbiamo capito il vero significato della
religione di Allah e delle regole che Lui usa per dirigere l’universo.
Notiamo che l’obiettivo dietro all’uso del terrore è quello di impedire la guerra e lo
spargimento di sangue. Quello che è richiesto, è che i Musulmani abbiano una forza
che metta paura ai nemici, impedendo così la guerra. Anche durante la guerra, si nota
che l’Islam favorisce la pace (il contrario di quello che la maggioranza pensa di questa
religione). Il versetto dice quel che può essere tradotto come: “…e altri ancora che
voi non conoscete, ma che Allah conosce…” (TSC- Sura VIII, versetto 60). Essa
costituisce la forza dei musulmani davanti ai loro nemici per scoraggiarli a
combattere. Il versetto che segue subito dice: “Se inclinano alla pace, inclina anche
tu ad essa e riponi la tua fiducia in Allah” (TSC- Sura VIII, versetto 61).
2- L’equilibrio della potenza materiale
È vero che Allah aiuta a raggiungere la vittoria chiunque Lui desideri, ma è altrettanto
vero che bisogna considerare soprattutto l’equilibrio e la misura della potenza ed i
motivi materiali per raggiungere la vittoria, affinché alcuni non dicano: abbiamo
l’appoggio degli angeli, quindi a cosa servono i preparativi? Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: “O Profeta, incita i credenti alla lotta. Venti di
voi, pazienti, ne domineranno duecento e cento di voi avranno il sopravvento su
mille miscredenti. Ché in verità è gente che nulla comprende. Ora Allah vi ha
alleggerito [l'ordine], Egli conosce l'inadeguatezza che è in voi. Cento di voi,
perseveranti, ne domineranno duecento; e se sono mille, con il permesso di Allah,
avranno il sopravvento su duemila . Allah è con coloro che perseverano” (TSC
Sura VIII, versetto 65-66).
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “…con il permesso di
Allah…” (TSC Sura VIII, versetto 66); sta ad indicare che Allah è Colui che da la
vittoria e che la assegna a chiunque Lui voglia. Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “…Allah è con coloro che perseverano…” (TSC Sura VIII,
versetto 66) accennando alla pazienza come fattore essenziale per raggiungere la
vittoria. Glorioso sia Lui che ha unito le due cause in un’unica Sura.
3- L'etica delle regole durante la guerra
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Questi versetti affermano che una delle cause della sconfitta dei politeisti durante il
combattimento, oltre al loro essere infedeli, è che non sono in grado di considerare i
presupposti materiali che permetteranno loro di vincere. Il versetto indica chiaramente
questo fatto dicendo quel che può essere tradotto come: “…cento di voi avranno il
sopravvento su mille miscredenti. Che in verità è gente che nulla comprende”
(TSC- Sura VIII, versetto 65) o meglio, non realizzano il vero motivo ed inoltre
non possiedono l’esperienza e la strategia delle guerre. Mi rivolgo a tutti i musulmani
affinché imparino dalla Sura “Il Bottino” le direttive e le regole di Allah e seguire un
giusto modo nel fare le cose affinché ci sia la vittoria.
4- L’obbedienza ad Allah e la fraternità in Allah
I versetti mostrano che c’è un altro presupposto che bisognerebbe realizzare per
ottenere la vittoria, ed il versetto n. 46 dimostra questo fatto; Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: “Obbedite ad Allah e al Suo Messaggero. Non
siate discordi, chè altrimenti vi scoraggereste e verrebbe meno la vostra
risolutezza . Invero Allah è con coloro che perseverano.” (TSC- Sura VIII,
versetto 46).
L'essere solidale ed evitare i conflitti costituisce una delle più importanti regole e
linee di condotta della vittoria.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Se vogliono ingannarti, ti
basti Allah. E' Lui che ti ha soccorso con il Suo aiuto [e l'appoggio de] i credenti,
instillando la solidarietà nei loro cuori. Se avessi speso tutto quello che c'è sulla
terra, non avresti potuto unire i loro cuori; è Allah che ha destato la solidarietà
tra loro . Allah è eccelso, saggio!” (TSC- Sura VIII, versetti 62-63).
La fraternità è uno dei motivi principali che permette ai credenti di raggiungere la
vittoria.
5. Evitare l'ipocrisia e l'arroganza
Questo è chiaramente illustrato nel detto dell’Altissimo che può essere tradotto come:
“E non siate come quelli che uscirono dalle loro case con insolenza e ostentazione
di fronte alla gente ...” (TSC Sura VIII, versetto 47). Questo è un elemento
materiale aggiuntivo che ha condotto alla sconfitta dei politeisti, ovvero quando si
sono messi a festeggiare prima del combattimento pensando così di diffondere paura
tra tutti gli arabi. Quindi la presunzione è stata la causa che li ha portati a
sottovalutare il nemico.
6. le caratteristiche dei credenti tra l'essere positivi e pratici
In questa Sura troviamo tanti versetti che riconciliano il concetto del Tawakkol (il
confidarsi in Allah) ed il concetto dell’impegno. Notiamo, inoltre, un’informazione
molto importante sulle caratteristiche del credente all'inizio della Sura. E dopo averle
citate, Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “…Sono questi i
veri credenti ” (TSC- Sura VIII, versetto 4) e alla fine della Sura Allah il Glorioso
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
le menziona di nuovo dicendo poi nel versetto 74: “…loro sono i veri credenti…”.
Le stesse parole si sono ripetute sia all'inizio che alla fine della Sura tenendo conto
che c'è una grande differenza sia nella classificazione di queste caratteristiche che nel
loro significato.
Le caratteristiche che sono state citate all’inizio della Sura sono delle caratteristiche di
fede, che si addicono con il detto dell’Altissimo che può essere tradotto come: “In
verità i [veri] credenti sono quelli i cui cuori tremano quando viene menzionato
Allah e che, quando vengono recitati i Suoi versetti, accrescono la loro fede. Nel
Signore confidano” (TSC- Sura VIII versetto 2); esse sono caratteristiche di fede
molto raffinate perché questa parte della Sura riguarda il lato della fede, uno dei
motivi della vittoria.
Alla fine della Sura, la parte che riguarda l’impegno e gli elementi materiali della
vittoria, vengono menzionate le caratteristiche dei credenti, che sono:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “…Coloro che hanno
creduto, sono emigrati e hanno combattuto sulla via di Allah; quelli che hanno
dato loro asilo e soccorso, loro sono i veri credenti:” (TSC- Sura VIII, versetto
47), quindi i veri credenti sono quelli che riconciliano tra le caratteristiche indicate
all'inizio e alla fine della sura. Essi temono Allah, sono servitori e combattenti per la
Sua causa, difensori della Sua religione, vivono per l'Islam e prendono in
considerazione gli elementi materiali. Per questo il versetto fondamentale era: “O voi
che credete, quando incontrate una schiera [nemica] state saldi e menzionate
incessantemente il nome di Allah, affinché possiate prosperare” (TSC- Sura
VIII, versetto 45). Dunque, i presupposti della vittoria sono stati riuniti in questo
versetto, ove Allah ci incita a stare saldi dicendo quel che può essere tradotto come:
“…state saldi…” esso fa parte dei presupposti che dobbiamo osservare.
Allah inoltre, ci incita a ricordarLo dicendo quel che può essere tradotto come:
“…menzionate incessantemente il nome di Allah…”. Bisogna rivolgersi ad Allah,
l’Artefice della vittoria. Il versetto conclude con quel che può essere tradotto come:
“…affinché possiate prosperare…” Il successo porta alla vittoria. Queste regole
sono state costanti attraverso i secoli, ed è per questo Allah l’Altissimo insiste su
questo significato dicendo quel che può essere tradotto come: “come fu per la gente
di Faraone e per quelli che avevano negato i segni di Allah.” (TSC- Sura VIII,
versetto 52). Il versetto spiega che la causa della sconfitta fu il loro ateismo (causa
divina). Mentre, il versetto n. 54 illustra la causa materiale della loro sconfitta:
l’ingiustizia. Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “…Facemmo
annegare quelli di Faraone perché erano oppressori”. (TSC- Sura VIII, versetto
54).
Perché la sura è stata chiamata Al-‘Anfâl (Il bottino)?
Al-‘Anfâl significa il bottino, che simboleggia la vita terrestre. Il fatto è che i
Musulmani dopo la conquista di “Badr”, hanno cominciato a litigare, mettendo la loro
fraternità a rischio a causa dell’inganno della vita mondana. Quindi Allah l'Altissimo,
tramite questo versetto, mette in guardia i credenti affinché non litighino per ciò che
riguarda questa vita, perché questo provocherebbe la divisione e la perdita della
fraternità fra i credenti. Questo impedirebbe il totale compimento dei fondamenti
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
materiali e divini provocando così la sconfitta. Per questo motivo, i versetti hanno
ordinato loro di dimenticare completamente il bottino dicendo quel che può essere
tradotto come: “…Il bottino appartiene ad Allah e al Suo Messaggero…” (TSCSura VIII, versetto 1) affinché arrivassero a consolidare i mezzi che portano alla
vittoria. E quando questo concetto fu consolidato, Allah ha spiegato come dividere il
bottino nel versetto n. 41 fino ad arrivare al versetto n. 69 per evidenziare che la
questione del bottino è una questione secondaria, e rendere lecito ciò che avevano
preso.Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Mangiate quanto vi
è di lecito e puro per voi nel bottino” (TSC- Sura VIII, versetto 69).
I presupposti per una vittoria come abbiamo già accennato sono: rivolgersi ad Allah e,
nello stesso tempo, tenere conto dei mezzi concreti, fra cui, una forte fratellanza ed
un’unione stretta. Perché se la fratellanza scomparisse e si diffondesse la
disgregazione, la sconfitta sarà inevitabile. La Sura, quindi, è stata chiamata Al-‘Anfâl
(Il bottino) per farci ricordare quale può essere la causa di una sconfitta.
Sostituzione le regole dell’eredità
Alla fine, la Sura termina sostituendo le regole dell’eredità che erano in uso ai tempi
dei Compagni del Profeta. Una persona aveva il diritto di ereditare suo fratello in
Allah. Ma alla fine della Sura il versetto stabilisce con quel che può essere tradotto
come: “Coloro che in seguito hanno creduto e sono emigrati e hanno
lottato insieme con voi, sono anch'essi dei vostri, ma nel Libro di Allah, i parenti
hanno legami prioritari gli uni verso gli altri . In verità Allah è onnisciente ”
(TSC- Sura VIII, versetto 75).
L’eredità tra i solidali, era per un periodo temporaneo, prima della conquista di Badr,
ed il cui obbiettivo era consolidare il senso della fratellanza fra i credenti.
Dopo la vittoria, ottenuta anche grazie alla fratellanza fra i credenti, la società è
diventata più unita poiché la vittoria cura tanti problemi psicologici in varie società.
Questa è la sura di Al-Anfâl “il Bottino”. Dunque impegniamoci tutti a capire le regole
per una vittoria affinché Allah rinforzi questa Umma. Rivogliamoci ad Allah e
confidiamo in Lui in quanto Lui è l’Artefice della vittoria. Allah l’Altissimo dice quel
che può essere tradotto come: “Non c'è altro aiuto che quello di Allah” (TSCSura VIII, versetto 10). Teniamo conto dei mezzi materiali disponibili come la
ricerca della conoscenza, il successo nella nostra vita sociale e lavorativa, stando
attenti a non farci trascinare dalla vita mondana e dai suoi inganni (tra cui "Il
bottino"), affinché Allah risponda al nostro appello e ridia dignità a questa comunità.
La conclusione con gli elementi della guida
Dopo le prime dieci sure del Corano, notiamo che gli elementi necessari per il
vicariato sulla terra e che gli obiettivi ed i messaggi delle varie sure compaiono chiari
davanti al lettore del Corano:
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
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Tutti i Musulmani hanno una responsabilità nei confronti della terra, questa è
la vostra guida (Sura II ).
L’importanza di perseverare su queste direttive (Sura III).
La giustizia è una condizione fondamentale per garantire il vicariato (Sura IV).
L’importanza di essere fedeli alle direttive ed agli impegni assunti ( Sura V).
Credere all’Unicità di Allah l’Altissimo e l’applicazione pratica di questo
concetto sono due fattori essenziali in questo procedimento.
Il Musulmano deve decidere la propria posizione nei confronti di queste
direttive.
Gli elementi del Signore, per raggiungere la vittoria, sono materiali e divini e
questo indica l’integrità del procedimento e la sua concretezza.
Avete notato come si perfezionano le sure nel comunicare il messaggio e come esse
costituiscano un’unica e sicura serie i cui argomenti sono legati tra di loro?
Per questo, dopo avere spiegato gli elementi della guida, vengono i prossimi dieci
capitoli per fornirci elementi che ci aiuteranno ad applicare le direttive di questa
guida, fra cui:
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•
•
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Il pentimento.
Essere coscienti dei favori di Allah, l’Altissimo (Sura XVI), tra cui la più
importante è la grazia della fede (Sura XIV).
Essere moderati e tolleranti durante la predica di questa guida (Sura XI).
Essere pazienti e fiduciosi di ottenere la vittoria con l’aiuto di Allah (Sura
XII).
Dopo avere capito come possiamo contemplare i versetti del Signore, andremo ad
analizzare le altre dieci parti del Corano ed ammirare le sue meraviglie ed i suoi
miracoli.
Sura IX : “At-Tawba” ( Il Pentimento o la Disapprovazione)
At-Tawba, sura medinese di 129 versetti scesa dopo Al-Mâ’ida (La tavola Imbandita),
fu l’ultima sura rivelata per intera al profeta (pace e benedizione su di lui) prima della
sua morte.
Questa sura fu rivelata, quando i musulmani si apprestavano a portare il messaggio
dell’Islam dalla Penisola Araba ai popoli di tutto il mondo, più precisamente dopo
l’ultima conquista del Profeta (pace e benedizioni su di lui) chiamata Tabuk, in cui
parteciparono trenta mila musulmani. Nella classifica del Corano, At-Tawba viene,
non a caso, dopo Al-‘Anfâl (Il Bottino) che racconta di Badr, la prima conquista del
Profeta che vide la partecipazione di soli 313 mussulmani!
È probabile che quest’accostamento serva per attirare l’attenzione del lettore sulla
differenza fra le circostanze delle due conquiste, le loro regole, e su come sono state
commentate dal Corano.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
La conquista di Tabuk fu marcata dall’ipocrisia di un gran numero di persone che
formavano l’armata, e anche di quelli che non presero parte nella spedizione
giustificandosi con un pretesto o un altro. Inoltre a questi, ci sono alcuni credenti che
senza nessuna scusa, ma solo per pigrizia non accompagnarono il profeta.
Malgrado tutto, i musulmani vinsero e la sura fu rivelata per commentare i
sopraccitati atteggiamenti.
Un segno distintivo
At-Tawba è l’unica sura in tutto il Corano che non inizia con la basmala (In Nome di
Allah, il Compassionevole, il Misericordioso).
Recitando questa formula, il musulmano si sente trasportato dal mondo materiale per
approdare con il cuore in un mondo dove si vive con le parole di Allah e con i suoi
attributi (il Compassionevole, il Misericordioso).
L’assenza della basmala in questa sura, secondo la maggior parte degli esegeti, è una
sorta di punizione ai miscredenti e agli ipocriti menzionati qui più che in qualsiasi
altra sura del Corano. È un modo di privarli dalla misericordia che la formula
racchiude. At-Tawba inizia con: [Disapprovazione da parte di Allah e del Suo
Messaggero, nei confronti di quei politeisti con i quali concludeste un patto.]
(TSC- Sura IX, versetto 1)
Questa sura viene chiamata anche Al-Fâdiha (L’Infamante) perchè ha denunciato i
politeisti. Essa contiene cinquantacinque attributi che hanno caratterizzato il
comportamento degli ipocriti con il Profeta (pbsl). Un altro suo nome è Al-Kâshifa
(La Rivelatrice) perché ha smascherato i difetti dei miscredenti che hanno fatto
defezione dall’Islam. È stata nominata As-Saif (la spada) perchè è la sura che ha
maggiormente incitato ed incoraggiato i mussulmani a combattere per la causa di
Allah (Jihad) e che li ha avvertiti contro il languore e il mancamento al dovere.
L’insieme di questi elementi ha conferito un tono severo alla sura. A questo punto ci
si potrebbe chiedere: perché è stata chiamata At-Tawba (Il pentimento)?
Il motivo della denominazione
Il pentimento, a nostro avviso, rappresenta l’aspetto più tenero del nostro rapporto con
Allah l’Altissimo. Esso significa il ritorno ad Allah, il cercare rifugio in Lui e
l’abbandono dei peccati. Quale rapporto potrebbe quindi esistere fra il pentimento, gli
attributi degli ipocriti e dei politeisti e l’incitazione al Jihad?
Questa sura è l’ultimo comunicato all’umanità. Essa fu scesa prima dell’ultima
rivelazione del Corano e della morte del Profeta (pace e benedizioni su di lui).
Malgrado l’avvertimento severo che la sura rivolge ai miscredenti e agli ipocriti, e il
richiamo forte ai musulmani di difendere la loro religione, essa lascia a chiunque
un’opportunità per pentirsi prima dell’addio.
Pure gli ipocriti e i miscredenti sono stati invitati diverse volte a farlo. Notate la
ricorrenza di: [Se si pentono sarà meglio per loro..], (TSC- Sura IX, versetto 74).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
È da sottolineare che la parola Tawba (pentimento) ed i suoi derivati ricorrono ben 17
volte in questa sura, superando in tal modo qualsiasi altra sura del Corano. Difatti, in
Al-Baqara (la Giovenca), la parola è menzionata solo tredici volte anche se si tratta
della più lunga sura del Corano. In Âl-‘Imrân (la famiglia di Imran) ricorre tre volte,
An-Nisâ (le Donne) dodici, Al-Mâ’ida (la tavola imbandita) cinque, Hûd sei volte e
una volta sola in Al-An’âm (il Bestiame) .
Un invito generale al pentimento
Quindi, in nessun altro luogo del Corano troviamo una così frequente citazione della
parola Tawba come accade appunto nella sura di At-Tawba. È degno di nota che
nessuna categoria della società è stata esclusa da questo invito: i miscredenti, i
politeisti, gli appostati, gli indecisi, gli ipocriti, i disubbidienti, i credenti virtuosi e
anche il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ed i suoi compagni.
Tutte le volte che la sura menziona una di queste categorie, essa gli ricorda il
pentimento o gli annuncia che Allah ha accettato il suo pentimento: [ Egli accolse il
loro pentimento…. Se si pentono sarà meglio per loro…], (TSC- Sura IX, versetti
117- 118)
La sura denuncia gli ipocriti e li informa che i fedeli sono al corrente dei loro inganni
che sono stati smascherati. L’unico modo per loro di salvarsi, perciò, è il pentimento.
Quindi la sura ha rivelato le loro colpe per indurli a pentirsi. È come quando Allah
mette uno alla prova per costringerlo a tornare sulla retta via. La sura priva gli ipocriti
da qualsiasi scusa adesso che il messaggio di Allah è stato compiuto e che la religione
è stata spiegata chiaramente a tutti. Anche l’incitazione dei credenti al combattimento
mira a far disperare i miscredenti, a dissuaderli dal combattimento e lasciarli con
un’unica via di scampo: il pentimento.
Il suo rapporto con le sure precedenti
Quando dividiamo il Corano in tre parti, notiamo che la prima parte comprende le
sette più lunghe sure e che essa si conclude con la sura di At-Tawba. Sembra che
questa sura sia stata rivelata dopo la presentazione della dottrina dell’islam e dei
mezzi per compiere la missione di Allah per aprire la porta della penitenza e della
misericordia a coloro che hanno disubbidito ai Suoi ordini.
È da rilevare che essa è una delle ultime rivelazioni al profeta (Pace e benedizione su
di lui) prima della sua morte, che fa del Corano un accesso al pentimento. Percepite
questo senso?
Leggendo questa sura, alcuni sentono la sua severità nei confronti dei miscredenti e
degli ipocriti mentre altri sentono l’immensa misericordia di Allah l’Altissimo che
accetta il pentimento di tutti. Questi ultimi sono più vicini dal vero senso della sura
perché la severità e le minacce servono per costringere i miscredenti e gli ipocriti a
pentirsi. Anche la diffamazione degli ipocriti e l’appello dei credenti alla lotta mirano
ad indurre i miscredenti a pentirsi, incalzati dalla futilità del combattimento.
Ultime chiamate al pentimento
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
La Sura ha un severo e notevole inizio. Inoltre, all’assenza della basmala, essa inizia
con la parola barâ’a “disapprovazione” : [Disapprovazione da parte di Allah e del
Suo Messaggero, nei confronti di quei politeisti con i quali concludeste un patto.
Per quattro mesi potrete liberamente viaggiare sulla terra e sappiate che non
potrete ridurre Allah all'impotenza. Allah svergogna i miscredenti] (TSC- Sura
IX, versetto 1-2). Un inizio severo e una scadenza fissa. Segue un annuncio
preoccupante da parte di Allah e del Suo Messaggero, che può essere tradotto come:
[Ecco, da parte di Allah e del Suo Messaggero, un proclama alle genti nel giorno
del Pellegrinaggio : « Allah e il Suo Messaggero disconoscono i politeisti.], (TSCSura IX, versetto 3).
Perchè tutta questa severità? Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
[Se vi pentite, sarà meglio per voi; se invece volgerete le spalle, sappiate che non
potrete ridurre Allah all'impotenza.], (TSC- Sura IX, versetto 3).
Dunque, lo scopo dell’intimidazione era l’induzione al pentimento e non la vendetta,
come se «disapprovazione » e «proclama» fossero gli ultimi appelli al pentimento.
Il pentimento dei guerrieri politeisti
Arriviamo al quinto versetto in qui Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto
come:[Quando poi siano trascorsi i mesi sacri, uccidete questi associatori
ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati] tuttavia [Se
poi si pentono, eseguono l'orazione e pagano la decima, lasciateli andare per la
loro strada.] (TSC- Sura IX, versetto 5).
Dopo l’ordine di combattere gli associatori, segue subito il ricordo del pentimento per
incoraggiarli a sfruttarlo. È vero che la sura è molto dura nei loro confronti, ma è vero
anche che è altrettanto desiderosa del loro pentimento e ritorno ad Allah.
Di seguito essa ci informa che prima di combattere i miscredenti, abbiamo il dovere di
presentargli la religione ed invitarli ad abbracciala [E se qualche associatore ti
chiede asilo, concediglielo affinché possa ascoltare la Parola di Allah, e poi
rimandalo in sicurezza. Ciò in quanto è gente che non conosce!], (TSC- Sura IX,
versetto 6) .
I versetti si susseguono con lo stesso ritmo: intimidazione e minaccia e sempre alla
fine un ricordo del pentimento. Per esempio nel decimo versetto Allah dice quel che
può essere tradotto come: [Nei confronti dei credenti, non rispettano né la
parentela né i trattati: essi sono i trasgressori.]. Il versetto successivo continua: [Se
poi si pentono, eseguono l'orazione e pagano la decima, siano vostri fratelli nella
religione.] (TSC- Sura IX, versetto 11).
Dopo il pentimento essi non sono soltanto perdonati, ma godono anche dell’amore e
della fratellanza dei credenti.
Segue un altro avvertimento nei versetti 12 e 14, nel caso i politeisti insistono sulla
guerra: [E se dopo il patto mancano ai loro giuramenti e vi attaccano a causa
della vostra religione, combattete i capi della miscredenza. Non ci sono
giuramenti [validi] per loro: forse così desisteranno.], 12 e [Combatteteli finché
Allah li castighi per mano vostra, li copra di ignominia, vi dia la vittoria su di
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
loro.], (TSC- Sura IX, versetto 14). Subito dopo vi è un ritorno al pentimento:
[....Allah accoglie il pentimento di chi Egli vuole…], (TSC- Sura IX, versetto 15).
Questo è un ottimo esempio della moderazione dell’Islam e dell’equilibrio che
mantiene fra misericordia e clemenza da una parte e realismo e severità dall’altra.
Se questo è il caso con i miscredenti e gli ipocriti, come sarà il verdetto per i credenti
cha hanno disubbidito ad Allah. Sarà accolto il loro pentimento? Se Dio L’Altissimo
dice dei miscredenti quel che può essere tradotto come: [Se poi si pentono… siano
vostri fratelli nella religione] (TSC- Sura IX, versetto 11), come sarà il caso per i
credenti che hanno commesso qualche peccato ?
At-Tawba è una delle sure che aumentano di più il desiderio e la speranza del
credente nella misericordia di Allah L’Altissimo.
Se Allah, Il potente, ha incitato i miscredenti e gli ipocriti a pentirsi e ha ripetuto la
parola tawba 17 volte in questa sura, come non perdonerà i credenti
disubbidienti quando si pentono?
Il pentimento dei credenti languidi che non hanno difeso l’Islam
Arriviamo al versetto 24 in cui Allah si rivolge ai credenti incitandoli a combattere
per far trionfare la Sua religione. Quindi il Jihad in questo versetto non sta solamente
per il combattimento, ma per qualsiasi atto mirante alla tutela e alla difesa dell’islam,
la religione che deve essere una priorità nella vita di ogni mussulmano.
Allah dice quel che può essere tradotto come: [ Di': « Se i vostri padri, i vostri figli,
i vostri fratelli, le vostre mogli, la vostra tribù, i beni che vi procurate, il
commercio di cui temete la rovina e le case che amate vi sono più cari di Allah e
del Suo Messaggero e della lotta per la causa di Allah, aspettate allora che Allah
renda noto il Suo decreto! Allah non guida il popolo degli empi »],(TSC- Sura
IX, versetto 24).
Il versetto cita otto cose legittime, ma avverte contro di esse, quando diventano causa
della lontananza da Allah e dell’abbandono del jihad. Prima di qualsiasi nostro
desiderio dunque, la priorità in questa vita va data ad Allah e all’esecuzione dei Suoi
ordini affinché meritiamo il paradiso e ci salviamo dal Suo castigo.
La sura parla dopo, di un altro tipo di pentimento. Non si tratta di quello che risulta
dai peccati comuni come il guardare ciò che è illecito o la non-osservanza dell’orario
della preghiera, ma del pentimento per non aver difeso e dato supporto all’Islam.
Sembra che la sura intenda affermare che un tale atto necessita di un pentimento
intenso. Allah dice quel che può essere tradotto come: [O voi che credete! Perché
quando vi si dice: « Lanciatevi [in campo] per la causa di Allah », siete [come]
inchiodati sulla terra? La vita terrena vi attira di più di quella ultima? Di fronte
all'altra vita il godimento di quella terrena è ben poca cosa], (TSC- Sura IX,
versetto 38). Una riprovazione gentile seguita da un tono duro nel versetto
successivo: [Se non vi lancerete nella lotta, vi castigherà con doloroso castigo e vi
sostituirà con un altro popolo], (TSC- Sura IX, versetto 39). Occhio alla
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
sostituzione! Perché Allah è capace di far trionfare la Sua religione, e non ha bisogno
di nessuno per farlo: [Se voi non lo aiutate Allah lo ha già soccorso…], (TSC- Sura
IX, versetto 40). Segue dopo un versetto con un ordine generale che non esclude
nessuno [Leggeri o pesanti, lanciatevi nella missione e lottate con i vostri beni e le
vostre vite. Questo è meglio per voi, se lo sapeste!],(TSC- Sura IX, versetto 41).
Per indurre i miscredenti al pentimento, dobbiamo combatterli. In questo senso, il
combattimento del musulmano favorisce il pentimento dei miscredenti, mentre la sua
defezione prolunga la loro miscredenza. Operiamo, dunque, per far trionfare la nostra
religione, per salvare noi stessi e aiutare gli altri a rimettersi sulla retta via e a pentirsi.
Il Pentimento per non aver riposto fiducia in Allah
I versetti precedenti parlano della conquista di Hunayn e di come i musulmani erano
vanitosi del loro grande numero che non ha servito a nulla. Essi hanno commesso
l’errore di contare soltanto sul loro numero, scordandosi che la vittoria viene
accordata solo dall’Altissimo: [Certamente Allah vi ha soccorsi in molti luoghi,
come nel giorno di Hunayn, quando eravate tronfi del vostro numero - ma non
servì a nulla e la terra, per quanto vasta, vi sembrava angusta: volgeste le spalle
e fuggiste.], (TSC- Sura IX, versetto 25). Anche questo tipo di errore necessita un
pentimento come lo dice il versetto con quel che può essere tradotto come: [Dopo di
ciò, Allah accoglierà il pentimento di chi vuole.] (TSC- Sura IX, versetto 27).
La defezione
I versetti dopo parlano degli ipocriti che hanno fatto defezione dalla religione invece
di difenderla: [ Se avessero voluto, si sarebbero ben preparati a partire; ma Allah
ha disdegnato la loro partenza: li ha impigriti], (TSC- Sura IX, versetto 46).
Se la loro intenzione fosse stata sincera, si sarebbero preparati per la guerra. Difatti,
Allah sapeva la loro vera intenzione e perciò li ha scoraggiati: [ Venne detto loro:
«Statevene in compagnia di quelli che rimangono [a casa]».], (TSC- Sura IX,
versetto 46).
Parole troppo dolorose da sentire per un musulmano? Se sei stato privato di compiere
le opere di bene, devi sapere che Allah potrebbe essere arrabbiato con te e perciò non
accetta le tue azioni.
Chi di noi vorrebbe essere un peso per la religione? Chi supporterebbe il rigetto delle
sue opere da parte dell’Altissimo? [Se fossero usciti con voi, vi avrebbero solo
danneggiato], (TSC- Sura IX, versetto 47).
I versetti si succedono carichi di rimprovero severo. Allah l'Altissimo dice quel che
può essere tradotto come :
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
[Fra di loro vi è chi dice: « Dispensami dalla lotta, non mettermi alla prova».
Che? Non sono già stati messi alla prova? In verità l'Inferno circonderà i
miscredenti], (TSC- Sura IX, versetto 49).
[Giurano per Allah che sono dalla vostra parte, mentre invece non è vero], (TSCSura IX, versetto 56).
[Se trovassero un rifugio, o caverne, o un sotterraneo, vi si precipiterebbero a
briglia sciolta].
Il tono dei versetti 81 fino a 87 è ancora più duro. Allah dice per esempio quel che
può essere tradotto come: [E quando è stata fatta scendere una sura che dice: «
Credete in Allah e combattete a fianco del Suo messaggero», i più agiati tra loro
ti chiedono dispensa dicendo: « Lascia che stiamo con quelli che rimangono a
casa».] (TSC- Sura IX, versetto 86).
La parola «quelli che rimangono a casa » è sconcertante! Chi di noi accetterebbe di
stare davanti alla televisione senza fare niente per la sua religione? È possibile che chi
l’accetta sia una persona che osserva le preghiere, però è considerato passivo perché
non solleva un dito per servire l’Islam. A questo tipo di gente Allah dice quel che può
essere tradotto come: [Hanno preferito rimanere con [le donne] lasciate a casa. I
loro cuori sono stati sigillati e non comprenderanno], (TSC- Sura IX, versetto
86).
Come fanno a pensare o agire bene se permangono in questo stato?
Ammirate invece il caso delle persone positive ed attive: [Ma il Messaggero e quelli
che hanno creduto lottano con i loro beni e le loro vite. Avranno le cose migliori.
Essi sono coloro che prospereranno], (TSC- Sura IX, versetto 88).
Gioire dell’Inferno
Il versetto 81 è un rimprovero severo a: [Coloro che sono rimasti indietro, felici di
restare nelle loro case, [opponendosi così] al Messaggero di Allah…]. Esso
dimostra che i loro criteri di felicità e di tristezza non sono validi. Colui che si sente
felice per non aver difeso l’Islam è come quello che si rallegra del castigo
dell’inferno. Allah dice quel che può essere tradotto come: […e disdegnando la lotta
per la causa di Allah con i loro beni e le loro vite dicono: « Non andate in
missione con questo caldo! ». Di': « Il fuoco dell'Inferno è ancora più caldo ». Se
solo comprendessero! Ridano poco e molto piangano per quello che hanno
fatto!], (TSC- Sura IX, versetto 81-82).
Invito generale al pentimento
Come abbiamo già accennato prima, ogni ammonimento viene seguito da un invito al
pentimento, per esempio
1- Il pentimento degli ipocriti e degli apostati:
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
L’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: [Se si pentono sarà meglio per
loro; se invece volgono le spalle, Allah li castigherà con doloroso castigo in questa
vita e nell'altra; e sulla terra, non avranno né alleato né patrono.] (TSC- Sura
IX, versetto 74).
2- Il pentimento degli esitanti:
L’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: [Altri riconoscono i loro
peccati, mescolando opere buone e cattive. Forse Allah accoglierà il loro
pentimento. Allah è perdonatore, misericordioso], (TSC- Sura IX, versetto 102).
3- Incitare tutti a pentirsi:
L’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: [Non sanno dunque che è Allah
che accetta il pentimento dei Suoi servi e che accoglie le elemosine? Allah è Colui
che accetta il pentimento, il Misericordioso] (TSC- Sura IX, versetto 104).
Il pentimento richiede tre condizioni:
- Il rimpianto per il peccato commesso
- L’abbandono del peccato
- La determinazione di non ritornarci
Affrettatevi ad adottarle, perché il ritardo è di per sé un peccato.
Gli attributi dei credenti che meritano il martirio (šahāda)
Avendo parlato degli ipocriti, la sura descrive adesso gli attributi dei credenti sinceri
che hanno concluso un affare con L’Altissimo: [Allah ha comprato dai credenti le
loro persone e i loro beni [dando] in cambio il Giardino, [poiché] combattono sul
sentiero di Allah, uccidono e sono uccisi. Promessa autentica per Lui vincolante,
presente nella Torâh, nel Vangelo e nel Corano. Chi, più di Allah, rispetta i
patti? Rallegratevi del baratto che avete fatto. Questo è il successo più grande]
(TSC- Sura IX, versetto 111).
Il versetto ci invoglia a conoscere le loro qualità, perciò giriamo la pagina e leggiamo
quel che può essere tradotto come: [coloro che si pentono, che adorano, che lodano,
che peregrinano, che si inchinano che si prosternano, che raccomandano le
buone consuetudini e proibiscono ciò che è riprovevole, coloro che si attengono ai
limiti di Allah. Dai la buona novella ai credenti], (TSC- Sura IX, versetto 112).
Il Pentimento dell’elite della Ummah
Il pentimento è una cosa talmente bella e ad Allah tanto gradita che Egli la fa presente
al Suo inviato ed i suoi compagni dicendo quel che può essere tradotto come: [Allah
si è volto [con favore] al Profeta, agli Emigrati e agli Ausiliari che lo seguirono
nel momento della difficoltà. Dopo che i cuori di una parte di loro erano sul
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
punto di perdersi, Egli accolse il loro pentimento: in verità Egli è dolce e
misericordioso nei loro confronti], (TSC- Sura IX, versetto 117).
Il pentimento, come spiegano gli Ulema (gli esegeti), è il primo e l’ultimo grado della
sottomissione ad Allah. La fede sincera inizia con il pentimento e la vita deve
terminare con esso.
Pertanto, capiamo il Profeta, pace e benedizioni su di lui, quando dice: “Chiedo
perdono ad Allah e mi pento a Lui più di settanta volte al giorno”.
Un ultimo pentimento per i tre ritardatari
Finalmente un pentimento speciale ai tre credenti che sono rimasti a casa durante la
battaglia di Tabuk, perché la mancanza d’entusiasmo per la difesa dell’Islam è un
peccato serio che necessita il pentimento: [Per i tre che erano rimasti a casa, la
terra nella sua vastità diventò angusta e loro stessi si sentirono stretti e capirono
che non c'è altro rifugio da Allah che in Lui stesso. Allah accolse il loro
pentimento, perché potessero pentirsi. In Verità Allah è Colui che perdona, il
Misericordioso], (TSC- Sura IX, versetto 118).
Notate il significato straordinario che queste parole trasmettono: [Allah accolse il
loro pentimento, perché potessero pentirsi.]. Allah prima deve perdonare e dopo
prepara la via del pentimento a chi deve pentirsi. L’Altissimo è l’Unico che può
aiutare in questo caso. Imparate e ripetete sempre questa invocazione: “Allah accetti il
mio pentimento perché possa pentirmi”.
Miglior fine per miglior vita
Chi legge At-Tawba, sente la disapprovazione, l’avvertimento e la minaccia ma nello
stesso tempo la sura accoglie a braccia aperte tutti i pentiti.
È un segno della Sua benevolenza che la sura non è stata intitolata L’infamante.
Difatti, Allah ama velare i peccati dei suoi servi. Un altro segno della Sua grazia è che
nonostante abbia privato gli ipocriti dalla Sua misericordia, iniziando la sura senza la
basmala, Egli la termina regalando questa misericordia a tutti nella persona del
profeta: [Ora vi è giunto un Messaggero scelto tra voi; gli è gravosa la pena che
soffrite, brama il vostro bene, è dolce e misericordioso verso i credenti] (TSCSura IX, versetto 128).
Questo versetto costituisce una bella fine per le sette più lunghe Sure del Corano e
anche per la vita del Profeta (pace e benedizioni su di lui). Difatti, At-Tawba è
l’ultima Sura che gli è stata rivelata intera. È la Sura dell’addio. Il miglior addio nella
nostra religione che consiste nell’accoglienza del pentimento di chiunque voglia
pentirsi. A chi si rifiuta invece di farlo, Allah dice quel che può essere tradotto come:
[Se poi volgono le spalle, di': « Mi basta Allah. Non c'è altro dio all'infuori di
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Lui. A Lui mi affido. Egli è il Signore del Trono immenso»], (TSC- Sura IX,
versetto 129).
Caro fratello, cara sorella, pensa se sei intenzionato a pentirti o no? Dato che la porta
del pentimento è aperta a tutti gli esseri umani comunque sia il loro rapporto con la
religione, che ne sarà di te che sei un buon musulmano che adora Allah e che ama il
Suo Libro?
Impegniamoci quindi tutti per servire l’islam e per farlo sempre trionfare e teniamo
sempre presente che Allah accoglie il pentimento di chi vuole Lui.
Alcune grazie del Corano
Alla fine sottolineiamo che le due sure Al-Anfal (Il Bottino) e At-Tawba (Il
Pentimento) si susseguono nell’ordine del Corano e parlano rispettivamente della
prima conquista del profeta, Badr e della sua ultima, cioè Tabuk. La loro successione
ci permette di notare la differenza nella società musulmana fra la prima lotta dei
credenti per la loro religione e la grandezza del loro trionfo alla fine. Quindi le Sure
offrono una fonte di ricerca ai sociologi e ai ricercatori per studiare le trasformazioni
che la società ha conosciuto nell’arco di quel periodo. È un argomento che merita uno
studio approfondito.
Sura X: "Yûnus" (Giona)
Rivelata a Mecca, e benché sia scesa dopo Sura XVII Al-Isrâ (Il viaggio Notturno),
Yunus (Giona) viene classificata nel Corano dopo Sura IX At-Tawba (Il pentimento o
la Disapprovazione).
Lo Scopo della Sura
L’oggetto della Sura è la manifestazione di fede nel Decreto Divino.
In uno dei Detti del Profeta (Pace e benedizione su di Lui) si dice che l’Arcangelo
Gabriele venne da Lui e gli disse: "Informami sulla fede". Il Messaggero rispose: "È
che tu creda in Allah, nei Suoi Angeli, nei Suoi Libri, nei Suoi Inviati e nell'Ultimo
Giorno, e che tu creda nel Divino Decreto, fato e destino di Allah, sia nel bene che nel
male". Questa Sura si occupa di quest'ultimo pilastro di fede.
Domande e dubbi
Nella Sura viene trattato un problema comune a molte persone e che può essere
esposto con le seguenti domande:
Nelle scelte, l’essere umano è costretto o libero di scegliere?
Perché Allah ha guidato alla fede questa persona e non quell’altra?
Perché Allah ha salvato questo e non ha salvato quello?
Allah ci ha creati e sa come ci comporteremo, e ci ha messi in circostanze che Egli ha
creato, quindi come ci giudicherà nel Giorno del Giudizio?
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Se Allah ha già predestinato la deviazione per alcune persone, allora perché corriamo
ad adorarLo? Abbiamo chiesto ad alcune persone perché non pregano ci hanno
risposto: “quando Allah lo Vorrà .”
Se Allah L’Altissimo ha già predestinato chi andrà nel paradiso e chi nell’inferno,
allora perché dobbiamo lavorare, dato che qualunque cosa facessimo non cambierà
nulla?
Questa Sura dà una lezione al lettore del Corano su come rispondere a questa gente
incredula e soprattutto come rassicurarsi. Certa gente è così dominata dai dubbi che
potrebbe pensare che Allah potesse fare torto a qualcuno destinandolo all’inferno (che
Allah ce ne scampi!).
Per rispondere a questa gente dobbiamo porci una domanda: come descriveresti uno
che spinge qualcuno a fare una cosa e poi punirlo per averla fatta? Sarebbe
sicuramente ingiusto e assurdo. Allah L’Altissimo è lontano dall’ingiustizia e
dall’assurdità. Questa Sura quindi risponde a queste storie in un modo insolito.
Il Saggio non può essere assurdo
Venite allora a conoscere gli attribuiti del Nostro Allah l’Altissimo. Se saremo
convinti che Egli è il Saggio e non un tiranno, che vuole la verità e non la futilità,
capiremmo che certe domande sarebbero improprie.
In questo universo, quelle di Allah l’Altissimo sono azioni di un Saggio
Misericordioso e non di un tiranno che costringe la gente a fare cose controvoglia. Da
Allah l’Altissimo non proviene che saggezza, maestosità e criterio.
La Sura rafforza questi significati in modo splendido, sottolineando l’importanza della
meditazione su questo universo e sulla saggezza del suo creatore. Solo così sapremo
se la futilità può provenire da Allah o no. Questa Sura dimostrerà che ogni cosa
nell’universo proviene dalla Sua saggezza e dal Suo buon governo. Quindi, assurdità
non può essere mai attribuita ad Allah l’Altissimo e pertanto sii sicuro della sua
saggezza e fidati di Lui.
Il Libro Saggio
Sin dai primi versetti della Sura possiamo vedere chiaramente tutti i concetti
precedenti. Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Questi sono i
versetti del Libro saggio ” (TSC- Sura X, versetto 1).
Il Corano ha tanti attributi, ma perché qui viene chiamato “il Saggio”? E’ perché tu
possa comprendere che il destino e le parole di Allah non provengono se non da
un’estrema saggezza ed impeccabile pianificazione.
Nel secondo versetto Allah dice quel che può essere tradotto come: “Perché la gente
si stupisce se abbiamo fatto scendere la rivelazione a uno dei loro? Avverti le
genti e da', a coloro che credono, la lieta novella che la loro sincerità li precede
presso il loro Signore. I miscredenti dicono: ‘Costui è certamente un vero
stregone!’”. (TSC- Sura X, versetto 2).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Il versetto è indirizzato a coloro che si meravigliano del fatto che il messaggio di
Allah sia sceso su Muhammad (Pace e benedizione su di lui). Allah l’Altissimo fa
scendere il Suo messaggio su chiunque Egli vuole e c’è sempre una ragione per ogni
scelta che Allah fa. Egli sceglie chi porterà il Suo messaggio e per questo motivo è
menzionato in un altro versetto: “«Ma Allah sa meglio di loro dove porre il Suo
Messaggio»” (TSC- Sura VI, versetto 124).
Egli gestisce le situazioni
I seguenti versetti parlano del dominio di Allah sull’universo per farti percepire i Suoi
attributi, in un modo tale da allontanare tutti i dubbi e le false affermazioni. Allah
l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “In verità il vostro Signore è
Allah, Colui che in sei giorni creò i cieli e la terra, quindi si innalzò sul trono a
governare ogni cosa. Non vi è alcun intercessore senza il Suo permesso. Questi è
Allah, il vostro Signore: adorateLo. Rifletterete [in proposito]?” (TSC- Sura X,
versetto 3).
Le Sue parole «a governare ogni cosa» ricorrono tante volte in questa Sura al fine di
farci sapere che Egli è il Saggio e il Governatore, quindi come possiamo pensare che
l’assurdità provenga dalla Sua saggezza? Come possiamo pensare che ci sia
ingiustizia nelle sue azioni e che Egli abbia creato l’uomo, costretto alla
disobbedienza, tanto da essere predestinato a stare tra la gente dell’inferno?
La giustizia è il suo titolo
Segue il versetto che dice quel che può essere tradotto come: “A Lui tutti
ritornerete, promessa di Allah veritiera. ” (TSC- Sura X, versetto 4), dove la
“Verità” è l'opposto dell’assurdo e della casualità. Per questa ragione questa parola
viene ripetuta in questa Sura, che parla della totale sottomissione al fato e destino di
Allah- [la parola "verità" è ripetuta 23 volte in questa Sura e questa è la più alta
percentuale per una parola ripetuta all’interno del Corano: 23 volte in una Sura di 109
versetti]. Nella Sura "Al-Imran" di 200 versetti, la stessa parola si ripete per 13 volte
solamente. La grande differenza nelle percentuali tra le due Sure rende chiaro che la
Sura Yunus insiste sul bisogno di sottomettersi al destino ed al controllo di Allah, Il
Vero.
Continuando con il quarto versetto, Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “A Lui tutti ritornerete, promessa di Allah veritiera. E' Lui che ha iniziato
la creazione e la reitera per compensare secondo giustizia coloro che credono e
compiono il bene. Quanto a coloro che sono stati miscredenti, saranno abbeverati
con acqua bollente e avranno un castigo doloroso a causa di ciò che hanno
negato. ” (TSC- Sura X, versetto 4).
Ogni dubbioso e ogni indeciso deve riflettere sul regno e sul governo di Allah. Il
versetto parla del motivo per il quale alcune persone vengono punite, ovvero la loro
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
miscredenza in Allah L’Altissimo “ … a causa di ciò che hanno negato” (TSCSura X, versetto 4).
Allah non creò tutto ciò se non con la verità
Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E' Lui che ha fatto del
sole uno splendore e della luna una luce, ed ha stabilito le sue fasi perché possiate
conoscere il numero degli anni e il computo. Allah non creò tutto ciò se non in
verità. Egli estrinseca i Suoi segni per la gente che conosce.”( TSC- Sura X,
versetto 5) “ In verità nell'alternarsi del giorno e della notte e in ciò che Allah ha
creato nei cieli e sulla terra, ci sono segni per genti che [Lo] temono.”» (TSCSura X, versetto 6).
Questo è un invito a riflettere sul creato di Allah e la sua amministrazione giorno e
notte. Solo Allah, il Benedetto, l’Altissimo è capace di una simile amministrazione
impeccabile.
Colui che gestisce tutto questo è ben lontano dall’essere futile ed è impossibile che
Lui costringa le persone ad entrare all’Inferno.
Chi pone queste domande?
Il versetto 7 specifica il tipo di gente che credono in queste false convinzioni.
Allah L’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “In verità coloro che non
sperano nel Nostro incontro e si accontentano della vita terrena e ne sono
soddisfatti e coloro che sono noncuranti dei Nostri segni, ” (TSC- Sura X,
versetto 7) “avranno come loro rifugio il Fuoco, per ciò che hanno meritato”
(TSC- Sura X, versetto 8).
Questi versetti offrono uno spunto davvero significante; solo i non religiosi e quelli
lontani dall’obbedienza ad Allah si pongono simili domande sulla saggezza di Allah
per alleviare le loro coscienze. La gente religiosa praticante mai direbbe che Allah li
ha costretti ad obbedirlo.
Il versetto precedente inoltre specifica che l’origine e la causa di tutto ciò è la
negligenza di questi nei confronti dei segni e miracoli di Allah e l’incapacità di
percepire la limpida saggezza di Allah.
La saggezza di Allah in tutte le Sue azioni
I versetti seguenti continuano a confermare il concetto della futilità che non può mai
essere attribuita ad Allah poiché le Sue azioni indicano solo saggezza.
Allah, il Glorioso e l'Altissimo, dice quel che può essere tradotto come: “Di': «Chi vi
provvede il cibo dal cielo e dalla terra, chi domina l'udito e la vista, chi trae il
vivo dal morto e il morto dal vivo, chi governa ogni cosa?». Risponderanno:
«Allah». Allora di': «Non [Lo] temerete dunque?».” (TSC- Sura X, versetto 31).
Perché, allora, siete dubbiosi se affermate che Allah predispone tutto? Allah dice quel
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
che può essere tradotto come: “Non [Lo] temerete dunque?” temete Allah dunque in
tutto quello che dite.
Ancora una volta incontriamo le parole “la verità” e “si è avverato” per aumentare la
fede nei nostri cuori con le parole di Allah, che possono essere tradotte come: “Questi
è Allah, ecco il vostro vero Signore. Oltre la verità cosa c'è, se non l'errore?
Quanto siete sviati! Si attua così il decreto del tuo Signore contro i perversi che
mai crederanno.” (TSC- Sura X, versetti 32-33).
Dopo questi versetti Allah dice quel che può essere tradotto come: “Di': «C'è
qualcuno dei vostri dei che inizia la creazione e la reitera?”. Di': “Allah inizia la
creazione e la reitera. Come vi siete distolti!”. (TSC- Sura X, versetto 34).
Mi domando come giudicano le cose quelli che dubitano del progetto di Allah; come
possono non sottomettersi alla volontà di Allah mentre vivono le loro vite nel Suo
universo?
L’Onnipotente dei cieli e della terra fa questa promessa nel seguente versetto che può
essere tradotto come: “Ti chiederanno: “ E' vero? ” Di': “ Sì, lo giuro [in Nome
del] mio Signore, è la verità, e non potrete sottrarvi alla potenza di Allah”».
(TSC- Sura X, versetto 53).
E dopo: “In verità ad Allah appartiene tutto ciò che è nei cieli e sulla terra e la
promesa di Allah è verità, ma la maggior parte di loro non sanno nulla.” (TSCSura X, versetto 55).
Un gran numero di versetti che convergono verso lo stesso senso concentrandosi sullo
stesso concetto per togliere dai cuori ogni traccia di dubbio.
Le vostre azioni sono la causa
Focalizzando l’attenzione sulla verità, la saggezza ed il criterio, risulta chiaro che
quello che succede alla gente è solo il risultato delle loro azioni.
Quindi il castigo di Allah L’Altissimo è solo la conseguenza dell’ingiustizia della
gente. Egli dice quel che può essere tradotto come: “In verità Allah non commette
nessuna ingiustizia verso gli uomini, sono gli uomini che fanno torto a loro
stessi.” (TSC- Sura X, versetto 44).
Il tormento e la distruzione sono inflitti solo in conseguenza all’ingiustizia della
gente.
Le persone sono direttamente responsabili di quello che gli succede. Non devono
incolpare Allah di essere ingiusto quando sono colpiti dall’angoscia e dalle
sofferenze, bensì devono riconsiderare le loro azioni per le quali hanno meritato il
castigo.
Allah dice quel che può essere tradotto come: “Facemmo perire le generazioni
precedenti perché furono ingiuste. Messaggeri della loro gente avevano portato
le prove, ma essi non furono disposti a credere. Compensiamo così gli empi.”
(TSC- Sura X, versetto 13).
Troviamo lo stesso senso in numerosi versetti:
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
“E coloro che hanno commesso azioni malvagie, vedranno pagato col male il
male loro. Saranno avvolti nella vergogna, senza nessun protettore al cospetto di
Allah, come se i loro volti fossero coperti da oscuri lembi di notte Essi sono i
compagni del Fuoco, in cui rimarranno in perpetuo.” (TSC- Sura X, versetto 27).
“Colà ogni anima subirà [le conseguenze di] quello che già fece. E saranno
ricondotti ad Allah, il loro vero Padrone, mentre ciò che avevano inventato li
abbandonerà.” (TSC- Sura X, versetto 30).
“Si attua così il decreto del tuo Signore contro i perversi che mai crederanno.”
(TSC- Sura X, versetto 33).
D’altra parte, i versetti indicano che anche la ricompensa divina non è concessa
casualmente. Piuttosto e’ concessa a coloro che la meritano: “Bene a chi fa il bene, e
ancor di più. Polvere e umiliazione non copriranno i loro volti. Essi sono i
compagni del Giardino, e vi resteranno in perpetuo”. (TSC- Sura X, versetto 26).
Allah conosce benissimo i suoi servi
La Sura poi passa ad un nuovo concetto e introduce una domanda inaspettata: come vi
meravigliate del destino di Allah mentre il vostro comportamento e le vostre azioni
verso di esso sono ancora più insolite e strane?
Leggi questo versetto dove Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Quando la disgrazia lo tocca, l'uomo Ci invoca, coricato su un fianco, seduto o
in piedi. Quando poi lo liberiamo dalla sua disgrazia si comporta come se non Ci
avesse mai invocato a proposito della disgrazia che lo ha colto. Così abbelliamo
agli empi le azioni loro.” (TSC- Sura X, versetto 12).
Questo versetto ci illustra due situazioni diverse in un modo meraviglioso: nella prima
un uomo depresso che invoca Allah tutto il tempo in tutti i modi, coricato su un
fianco, seduto o in piedi. Un’immagine lenta e fiacca.
Tuttavia quando la sua disgrazia passa, avventatamente, l’uomo cambia il suo
comportamento e passa oltre senza ringraziare Allah per la Sua benedizione o almeno
riflettere sulla crisi che ha avuto.
Nel versetto 21 Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Quando
usiamo misericordia agli uomini dopo che li ha colpiti una disgrazia, essi
tramano contro i Nostri segni. Di': “Allah è il più rapido degli strateghi”. I
Nostri angeli registrano le vostre trame” (TSC- Sura X, versetto 21).
Questo versetto spiega l’avvenimento del fato e del destino. Se qualcuno è sorpreso
del destino di Allah, Egli sa benissimo chi sarà riconoscente e chi sarà ingrato. Il
versetto seguente chiarisce ulteriormente la questione con quel che può essere tradotto
come: “Egli è Colui che vi fa viaggiare per terra e per mare. Quando siete su
battelli che navigano col buon vento, [gli uomini] esultano…”( TSC- Sura X,
versetto 22).
Il cuore umano non è mai così aperto e tenero verso il suo Creatore come nei momenti
difficili. Eppure una volta che la crisi è passata, lo stesso cuore torna ad essere ingrato
verso il suo Creatore.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Cosa accadrebbe allora quando il buon vento che rallegra i cuori dei negligenti
finisce? Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come :“….Quando sorge
un vento impetuoso e le onde si alzano da ogni parte, invocano Allah e Gli
rendono un culto puro: “Se ci salvi, saremo certamente riconoscenti!…” (TSCSura X, versetto 22).
Quello che succede in mare è molto simile a quello che succede realmente nel mare
della vita. Quindi come sarebbe il comportamento dell’equipaggio della nave dopo la
salvezza?
La risposta è nel seguente versetto dove Allah l'Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Quando poi Allah li ha salvati, ecco che si mostrano ribelli sulla
terra!” (TSC- Sura X, versetto 23). Questo è il massimo della contraddizione e della
totale deviazione dalla verità, perché Allah L’Altissimo è sufficiente a Se Stesso.
Allah dice quel che può essere tradotto come: “O uomini, invero la vostra ribellione
è contro voi stessi, [avrete] gioia effimera nella vita terrena e poi sarete ricondotti
verso di Noi, e allora vi informeremo circa il vostro operato.” (TSC- Sura X,
versetto 23).
Quale è la relazione tra questo esempio e lo scopo della Sura?
Questo versetto chiede al lettore di non meravigliarsi del destino di Allah, dato che
Allah sa già chi lo ringrazierà e si pentirà dopo essersi salvato dal flagello, e chi
invece tornerà di nuovo ai suoi peccati.
I messaggi del Destino
A volte il destino avviene perché Allah sa come si comporterà una persona dopo
essere stata messa alla prova. Prima di affrontare vere afflizioni, tutti noi
attraversiamo situazioni che rendono prevedibile la nostra reazione una volta passata
la crisi.
Qualcuno potrebbe essere messo alla prova con piccoli problemi e implorare Allah di
essere salvato. Tuttavia Allah potrebbe tormentarlo perché Allah l'Altissimo sa sin
dall’inizio come si comporterà una volta salvato.
Fato e destino sono rigorosamente prodotti della saggezza di Allah. A volte siamo in
grado di capire questa saggezza, ma in alcuni casi è oltre la nostra capacità
d’intendere. L’importante è non avere dubbi. Dobbiamo, invece, sottometterci e
fidarci totalmente di Allah e avere la certezza che Egli è il Saggio, il Sapiente e che
non è mai ingiusto.
I messaggeri di Allah e la fiducia in Lui
Le storie dei Profeti sono indirizzate in questa Sura per dimostrarci fino a che punto
loro hanno avuto fiducia in Allah durante le loro missioni, quando sono stati incaricati
a richiamare i loro popoli a credere in Allah; particolarmente Noè e Mosè.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Allah l'Altissimo per mezzo di Noè dice quel che può essere tradotto come: “O popol
mio, se la mia presenza e il mio richiamo ai segni di Allah vi sono insopportabili,
io mi affido ad Allah.”( TSC- Sura X, versetto 71);
“Disse Mosè: «O popol mio, se credete in Allah, abbiate fiducia in Lui, se siete
musulmani».” ( TSC- Sura X, versetto 84);
“Dissero: «Ci affidiamo ad Allah. O Signor nostro, non fare di noi una tentazione
per gli oppressori...”( TSC- Sura X, versetto 85).
Il Faraone e il popolo di Yûnus (Giona)
Alla fine della Sura vengono citate due storie che servono a spiegare tutti i concetti
precedenti e sono la storia del Faraone e di Yûnus (Giona).
Dopo aver dimostrato la saggezza e l’impeccabile disposizione di Allah il Potente, il
Glorioso, da una parte, e l’atteggiamento della gente verso Lui, dall’altra: la Sura ne
dà due esempi.
Il primo esempio è del Faraone che negò i segni e gli avvertimenti di Allah.
Il secondo esempio è del villaggio di Giona che all’inizio negò l’esistenza di Allah .
In questi due esempi, entrambi i Profeti, Mosè e Yûnus, andarono al mare, lasciandosi
dietro i loro popoli che rifiutarono di credere ai Messaggeri di Allah finché il castigo
di Allah non scese su di loro.
Ciò che accadde fu che la gente di Yunus fu salvata, mentre il Faraone e i suoi
annegarono.
Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“E facemmo attraversare il mare ai Figli di Israele. Faraone e le sue armate li
inseguirono per accanimento e ostilità. Poi, quando fu sul punto di annegare,
[Faraone] disse:“Credo che non c'è altro Allah all'infuori di Colui in cui credono
i Figli di Israele e sono tra coloro che si sottomettono” (TSC- Sura X, versetto
90).
La risposta: “[Disse Allah]: «Ora ti penti, quando prima hai disobbedito ed eri
uno dei corruttori?»” (TSC- Sura X, versetto 91).
La storia del popolo di Giona è simile alla storia del Faraone. L’unica differenza è che
il popolo di Giona fu salvato e perdonato. Allah l'Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Ci fosse stata almeno una città credente, cui fosse stata utile la
sua fede, a parte il popolo di Giona. Quando ebbero creduto allontanammo da
loro il castigo ignominioso in questa vita e li lasciammo godere per qualche
tempo.”( TSC- Sura X, versetto 98).
Il castigo fu inflitto, ma la loro susseguente fede in Allah li salvò dal tormento.
Dunque, qual è la differenza tra la gente del Faraone e il popolo di Giona? Entrambi
alla fine dichiararono di aver creduto. Inoltre entrambi i due Messaggeri li lasciarono
quando inizialmente si rifiutarono di credere. Allora perché Allah distrusse il Faraone
e salvò il villaggio di Giona? Allah potrebbe essere ingiusto verso il Faraone o
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
addirittura accondiscendente verso la gente di Giona? In verità questo è un
meraviglioso esempio di come il fato e il destino accadono!
Non sa ciò che Egli stesso ha creato?
Allah, Il Glorioso e l’Altissimo, conosce più di tutti cosa c’è dentro i nostri cuori.
Se il Faraone fosse stato salvato, sarebbe tornato al suo stato originale di miscredenza;
mentre la gente di Giona furono salvati da Allah perché Egli sapeva che sarebbero
diventati veri credenti e avrebbero seguito il sentiero giusto. Per questo, Allah
distrusse il Faraone e salvò il villaggio di Yûnus. La prova sono le parole di Allah
l’Altissimo che disse al Faraone quel che può essere tradotto come: “Ora ti penti,
quando prima hai disobbedito...” (TSC- Sura X, versetto 91).
Questo vuol dire che al Faraone furono date tante opportunità per pentirsi. Ciò
nonostante, tornò sempre alle sue azioni malvagie e alla corruzione. Lui vide persino
il miracolo della separazione del Mare in due parti così che i credenti poterono
passare: invece di riflettere sulle implicazioni di quel miracolo, seguì ciecamente i
credenti fino ad affogare egli stesso.
D’altra parte Allah sapeva della sincerità del popolo di Giona e dato che Egli è il
Misericordioso gli diede un’altra possibilità. Loro dimostrarono di meritarsi
quell’opportunità rimanendo veri credenti dopo che sono stati salvati. Allah
l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “allontanammo da loro il castigo
ignominioso in questa vita e li lasciammo godere per qualche tempo.” (TSCSura X, versetto 98).
Rimasero obbedienti e credenti in Allah, godettero delle grazie di Allah nella vita
terrena e vinsero il paradiso: questa Sura porta il nome del loro profeta in sua
memoria.
Perché la Sura fu intitolata "Giona"?
Il nome del Profeta Giona (Pace su di lui) in questa Sura è citato soltanto una volta,
però ci sono tante altre Sure in cui il suo nome è menzionato più volte. Interessante
notare che solo il suo popolo è indicato in questa Sura e non lui, perché egli li lasciò
ed era già nella pancia della balena quando credettero in Allah.
Questa Sura fu intitolata Giona affinché l’esempio della sua gente rimanesse come
testimonianza sulla saggezza di Allah. Inoltre rinforza il fatto che le azioni di un
uomo hanno un ruolo fondamentale in ciò che gli succede.
Dopo il pentimento, la gente di Giona mantenne la devozione benché il loro Profeta
fosse assente; quindi questa storia dimostra e testimonia che la saggezza di Allah, il
Glorioso l'Altissimo, era ben fondata. Come Allah dice quel che può essere tradotto
come: “...Allah è testimone sufficiente...” (TSC- Sura X, versetto 29).
Forse ti chiederai: perché al Faraone non fu data un'altra opportunità, magari si
sarebbe pentito quella volta... La risposta si trova nei versetti 22-23, Allah l'Altissimo
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
dice quel che può essere tradotto come: “Egli è Colui che vi fa viaggiare per terra e
per mare. Quando siete su battelli che navigano col buon vento, [gli uomini]
esultano. Quando sorge un vento impetuoso e le onde si alzano da ogni parte,
invocano Allah e Gli rendono un culto puro: «Se ci salvi, saremo certamente
riconoscenti!…»” (TSC- Sura X, versetto 22).
“Quando poi Allah li ha salvati, ecco che si mostrano ribelli sulla terra! O
uomini, invero la vostra ribellione è contro voi stessi, [avrete] gioia effimera nella
vita terrena e poi sarete ricondotti verso di Noi, e allora vi informeremo circa il
vostro operato.” (TSC- Sura X, versetto 23).
Entrambi i versetti ti chiedono se hai mai letto la Sura o se credi nella saggezza di
Allah.
Ebbene Allah conosce molto bene il Faraone. Inoltre il fato e il destino sono basati
sulla Sua grande saggezza e non sono mai casuali.
Tu potresti capire o meno la saggezza di Allah; ma è certo che Allah è il Saggio, il
Sapiente che non è mai ingiusto, perciò fidati sempre di Lui.
Come agire con il Destino?
Questa Sura finisce con una lezione pratica che comprende tre comandamenti sulla
fede nel fato e nel destino:
Sottomettiti a Lui
Non rifugiarti da altri che Lui
Fidati di lui
Allah dice quel che può essere tradotto come: “E [mi è stato ordinato]: «Sii sincero
nella religione, non essere un associatore, e non invocare, all'infuori di Allah, chi
non ti reca né beneficio né danno. Se lo facessi, saresti uno degli ingiusti»”. (TSCSura X, versetto 105-106).
Qualunque cosa succeda non lasciare che la tua fede nel Decreto Divino (fato e
destino) si indebolisca. Soprattutto devi credere che dietro a tutto ciò che Allah
destina alla gente, c’è sempre misericordia e grazia, ed è sempre per il loro bene.
Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Se Allah decreta che ti
giunga una sventura, non c'è nessuno, eccetto Lui, che possa liberartene. E se
vuole un bene per te, nessuno può ostacolare la Sua grazia. Egli ne gratifica chi
vuole tra i Suoi servi. Egli è il Perdonatore, il Misericordioso.”( TSC- Sura X,
versetto 107).
Dunque sottomettiti al Decreto Divino e sarai salvato nella tua vita in questo mondo e
nell’altra.
Sura XI : "Hûd"
La Sura di Hûd fu rivelata a Mecca, dopo la Sura di Yûnus (Giona), e secondo l’ordine
coranico viene subito dopo di essa. Il numero dei suoi versetti è 123.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Tre Sure consecutive intitolate con nomi di profeti
Ci sono tante Sure che portano come titolo nomi di profeti, tra queste ci sono tre Sure
consecutive: la Sura di Yûnus (Giona), Hûd e Yûsuf (Giuseppe).Tra queste Sure ci
sono molti collegamenti. Innanzitutto, sono le prime Sure nel Corano che portano
nomi di profeti; tutte e tre sono scese secondo lo stesso ordine in cui sono poste nel
Corano e tutte e tre sono state rivelate nello stesso periodo durante la fase meccana; la
fase dove il Profeta e i musulmani subirono delle grandi difficoltà.
Qui dobbiamo ricordare una delle regole del Corano per quanto riguarda le storie dei
profeti: quando il nome di un profeta è posto come titolo di una Sura, significa che lo
scopo di questa è legato alla sua storia (come abbiamo già notato nella Sura di Giona,
che ha come cardine la sottomissione al giudizio e al destino di Allah. La storia del
popolo di Giona era, e rimane ancora, un esempio della saggezza e della guida di
Allah).
Un’altra regola coranica che fa percepire la grandiosità e la meraviglia di questo
Libro, è che tutte le storie dei profeti si concludono con un versetto, o con un gruppo
di versetti, che esprimono il messaggio della storia. Quindi se si vuole sapere il
messaggio divino della Sura, basta leggere l’ultimo versetto della storia del profeta
con il quale la Sura è stata intitolata. Una meravigliosa regola che si ripete in modo
miracoloso nel Corano.
I terremoti della prova (divina)
La Sura fu rivelata al Profeta (Pace e benedizione su di lui) durante un periodo assai
difficile, dopo dieci anni dall’inizio della sua missione.
L’oppressione a Mecca era forte, e il Profeta (Pace e benedizione su di lui) dette il
permesso ad alcuni Compagni di emigrare verso l’Abissinia, mentre il resto rimase
ancora a Mecca a subire i più svariati modi di tortura.
Perfino il Messaggero di Allah visse in circostanze difficili, non migliori di quelle
dei Compagni. Morirono sia Abu Talib, suo zio che lo difendeva, che Khadijia
bint Khuailid, sua moglie che lo raccomandava. Non solo, rivolgendosi verso la
regione del Tai`f per invitare la gente a seguire la via di Allah, loro lo rifiutano e
lo cacciarono via colpendolo coi sassi. Nessuno tra la gente di Mecca si convertì
all’Islam e tutte le tribù nei paraggi si rifiutarono di aiutarlo (Pace e benedizioni
su di Lui).
Tale ieri, tale oggi
Le circostanze che il Profeta e i suoi cari compagni (Che Allah sia soddisfatto di loro)
subirono, erano assai difficili, molto simili a quelle di oggi nei confronti dei
musulmani e dell’ Islam.
Il clima della Sura è molto utile ai giovani devoti, aprite allora il vostro cuore e la
vostra mente per capire e comprendere bene quello che Allah vuole insegnarci con
questa Sura.
Vivendo in mezzo a tutte queste pressioni, simili a quelle dei compagni o come quelle
di oggigiorno, l’uomo subisce una di queste tre cose:
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
La disperazione, lo sfinimento e l’abbandono della via della riforma e del lavoro per
l'Islam.
Agire con precipitazione, ricorrendo alla violenza e alle condotte non predisposte solo
per cercare di cambiare le cose.
La rassegnazione ai nemici e l’accettazione assoluta del loro dominio, vivendo con
loro e come loro.
Non incontri anche tu, tutti questi tipi di persone nella nostra società? Qual’ è dunque
la soluzione? Cosa dice la Sura a queste presone?
L’obbiettivo della Sura: l’equilibrio
La Sura tratta questi gravi fenomeni in un versetto che rivolge il discorso ai sentimenti
dei devoti che soffrono moralmente per tutta l’ingiustizia che l'Islam subisce. Inoltre,
rivolge il discorso ai giovani che amano la loro religione ed entusiasti a fare tutto il
fattibile per conto dell’Islam. Allah dice quel che può essere tradotto come: “Sii
dunque retto come ti è stato ordinato, tu e coloro che si sono convertiti insieme a
te. Non prevaricate, ché Egli osserva quello che fate. Non cercate il sostegno degli
ingiusti: [in tal caso] il Fuoco vi colpirebbe, non avrete alcun alleato contro Allah
e non sarete soccorsi.” (TSC- Sura XI, versetti 112-113).
Questo versetto è situato alla fine della Sura, dopo averci fatto ricordare tutte le storie
dei profeti, per ordinarci queste tre cose:
La rettitudine: “Sii dunque retto”, che è la continuità dell’invito alla retta via di
Allah e alla pazienza.
Il predicatore deve essere paziente, e quando incontra delle difficoltà, non deve
cessare la propria attività, anzi deve avere molta speranza. L’invito alla rettitudine
risolve il primo dei problemi sopraelencati, ossia la disperazione, lo sfinimento e
l’abbandono della riforma.
La non prevaricazione: “ non prevaricate”, questa è l’espressione coranica che
descrive la precipitazione e il ricorrere alla violenza.
Non domandare il sostegno del nemico: “e non cercate il sostegno degli ingiusti”,
questa è l’espressione coranica a proposito della richiesta del sostegno dei nemici,
della rassegnazione alle civiltà altrui, la cieca imitazione, la perdita dell’identità e
l’abbandono sia della civiltà che della religione islamica.
“La Sura di Hûd ha fatto diventare i miei capelli bianchi”
Questi tre ordini rappresentano la soluzione ai tre problemi che l’uomo, affrontando le
crisi, le sconfitte e le circostanze difficili e oscure, subisce.
L’equilibrio è richiesto dal credente quando affronta le crisi, senza prevaricazione,
precipitazione e senza la domanda di sostegno ai nemici.
L’equilibrio viene realizzato con la rettitudine alla verità come ci è stato ordinato, e
con la continuità nel seguire la via della predicazione e la riforma nonostante tutte le
circostanze. Impegnatevi per il progresso della società, con la solidarietà e la carità ai
poveri ed agli indigenti, e in fine con il successo concreto nella vita pratica.
La realizzazione dell’equilibrio non è facile per l’anima umana, perciò la gente
comune, e i predicatori in modo particolare, devono rafforzarsi con la buona
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
compagnia che aiuta all’equilibrio e che vediamo dunque nel versetto cardinale: “tu e
coloro che si sono convertiti insieme a te” (TSC- Sura XI, versetto 112).
Posizionati tra di loro!
Al-Hassan Al-Bassri commenta questo versetto in modo meraviglioso dicendo:
(Gloria ad Allah che ha collocato la moderazione di questa religione tra due
negazioni) intende “non prevaricate” e “non cercate il sostegno degli ingiusti”, un
segno della moderazione dell’Islam e del proprio equilibrio nel trattare i problemi
della vita.
La Sura parla appunto della situazione nella quale viviamo oggi, e a sua volta è una
testimonianza della validità dell’Islam in tutti i luoghi e tempi.
Ci parla dicendo: “non prevaricate”… “non cercate il sostegno degli ingiusti”... “sii
retto”
Il messaggio della Sura è:
Abbiate pazienza, continuate nella riforma con equilibrio e moderazione senza
precipitazione né rassegnazione.
L’inizio della Sura: Libro i cui segni sono stati confermati
La Sura comincia con quel che può essere tradotto come: “Alif, Lâm, Râ . [Ecco un]
Libro i cui segni sono stati confermati e quindi esplicati da un Saggio ben
informato.” (TSC- Sura XI, versetto 1). Un dolce esempio di come le Sure del
Corano sono legate l’una all’altra, è che la precedente Sura (Sura di Giona) è
cominciata con un simile accenno alla saggezza “Alif,Lam,Ra. Questi sono i versetti
del Libro saggio” (TSC- Sura X, versetto 1).
Dunque, entrambe le Sure iniziano nella stessa maniera, ossia con la saggezza. Ma
qual è allora la differenza tra di loro?
La Sura di Giona ha come messaggio la conferma della saggezza di Allah nel Suo
Destino come abbiamo già visto, mentre la Sura di Hûd ci parla della saggezza di
Allah nel Suo Libro e nei Suoi versetti per insegnare ai credenti di rapportarsi alla
realtà difficile con saggezza mediante i versetti di Allah, il Saggio.
La persistenza nella predicazione con equilibrio
Il secondo versetto mostra chiaramente il concetto della persistenza nella equilibrata
predicazione. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Non
adorate altri che Allah. In verità sono per voi ammonitore e nunzio di una buona
novella da parte Sua” (TSC- Sura XI, versetto 2).
I versetti poi, trattano del rifiuto dei nemici di credere nella profezia di questo profeta
(Pace su di lui), affinché il lettore viva nell’atmosfera della rivelazione della Sura.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E' per nascondersi a Lui
che si ripiegano su sé stessi ?” (TSC- Sura XI, versetto 5).
In mezzo a questi versetti, troviamo il settimo versetto che comunica un sentimento
molto delicato. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E' Lui che
ha creato i cieli e la terra in sei giorni” (TSC- Sura XI, versetto 7).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Quale è la relazione tra la creazione dei cieli e della terra con l’atmosfera della Sura?
La gradualità è una regola cosmica nel regno di Allah, Egli ha creato i cieli e la terra
in sei giorni nonostante potesse facilmente crearli in un solo attimo. Allah l’Altissimo
fece ciò per insegnarci la gradualità e la pazienza in tutte le nostre faccende, e di non
precipitarsi.
Il versetto numero 11 indica lo stesso significato. Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “eccetto coloro che perseverano e compiono il bene”. (TSCSura XI, versetto 11).
Questo, nonostante la maggior parte dei versetti del Corano contenga “coloro che
credono e compiono il bene”. Avete notato che dietro ad ogni parola, anzi ad ogni
lettera del Corano vi è saggezza, e che l’insieme dei versetti della Sura si adeguano
attorno ad un argomento ben preciso?
Come no! Allah l’Altissimo, all'inizio della Sura, dice quel che può essere tradotto
come “Libro i cui versetti sono stati confermati” (TSC- Sura XI, versetto 1). Per
indicare il rifiuto assoluto,viene il versetto numero (12) per dire al profeta (Pace e
Benedizione su di lui) quel che può essere tradotto come: “Forse vorresti tralasciare
una parte di ciò che ti è stato rivelato e forse il tuo petto è angustiato” (TSCSura XI, versetto 12). Per caso il profeta ha forse tralasciato una parte di ciò che gli
è stato rivelato? Il profeta aveva il petto angustiato? No, ci rifugiamo in Allah dal dire
una cosa simile! Ma il versetto ha lo scopo di rafforzare il profeta, e dopo di lui tutti i
musulmani in tutti i tempi e luoghi. I miscredenti bugiardi e testardi polemizzano,
fanno tanti dibattiti con i predicatori inutilmente. Allora, o devoto, amante della
religione di Allah: “In verità tu sei solo un ammonitore. Allah è il garante di
tutto” (TSC- Sura XI, versetto 12).
Tu sei un impiegato presso Allah, devi fare ciò che Egli ti ha ordinato senza aspettare
i risultati, poiché solo Allah può realizzarli. Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Allah è il garante di tutto” (TSC- Sura XI, versetto 12).
Ricorrono i primi 24 versetti con un chiaro messaggio ai predicatori: il rifiuto nei
vostri confronti sarà forte, avrà delle influenze su di voi. Quindi, siate retti, solidi
nelle vostre predicazioni, fate tutto il possibile e alla fine affidatevi ad Allah, Egli è il
garante di tutto!!
Modelli di rettitudine
Dopo questi versetti, la Sura percorre nello stesso modo: inizialmente citando le varie
storie di profeti (Noè, Hûd, Salih, Shuayb, e Mosè, Pace su di loro), poi ogni Sura
focalizza la sua attenzione sull’applicazione di ogni profeta a questi tre ordini: la
perseveranza: “sii retto”; la non precipitazione “non prevaricate”; e il non cercare il
sostegno degli ingiusti “non cercate il sostegno degli ingiusti”.
Noè (pace su di lui): 950 anni
La prima storia che afferma il senso della rettitudine e la perseveranza è la storia di
Noè (Pace su di Lui).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Vale ad essere ricordato, a questo proposito, che la Sura di Hûd contiene la più
dettagliata e lunga storia di Noè in tutto il testo Coranico, anche più della Sura di Noe
stessa, ma perché?
Perché Noe rimase a predicare alla sua gente per 950 anni senza ricevere nessun
segno di approvazione, e quindi è ritenuto un modello ed un esempio nella rettitudine
senza cenno di scoraggiamento.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Già inviammo Noè al
popolo suo: « Io sono un nunzio esplicito, & affinché non adoriate altri che Allah.
In verità temo per voi il castigo di un Giorno doloroso»” (TSC- Sura XI, versetto
25).
Le parole che Noé rivolse al suo popolo sono le medesime dell’inizio della Sura.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Non adorate altri che
Allah. In verità sono per voi ammonitore e nunzio di una buona novella da parte
Sua” (TSC- Sura XI, versetto 2).
È in effetti un messaggio ai predicatori: è lo stesso impegno, è la stessa predicazione,
le circostanze che tutti i profeti incontravano erano le stesse, dunque siate retti e solidi
come lo era Noè (pace su di Lui).
La rettitudine di Noè
Possiamo vedere la rettitudine di Noè e la sua perseveranza nella predicazione ove
dice Allah l’Altissimo quel che può essere tradotto come: “Dissero: « O Noè, hai
polemizzato con noi, hai polemizzato anche troppo. Fai venire quello di cui ci
minacci, se sei sincero! ” (TSC- Sura XI, versetto 32).
Noè predicò al suo popolo per centinaia di anni. E quindi, se le tue circostanze, caro
predicatore, sono difficili, pensa a Noè, che è rimasto retto sulla via della predicazione
ammonendo ed annunciando al suo popolo senza annoiarsi ne esaurirsi, finché loro
stessi si annoiarono di lui e gli dissero quel che può essere tradotto come: “Fai venire
quello di cui ci minacci, se sei sincero!” (TSC- Sura XI, versetto 32).
Anche i versetti (28-31) ci raccontano varie testimonianze sulle loro discussioni, e sui
modi e le argomentazioni utilizzati. E così viene dimostrata l’applicazione del primo
articolo della Sura da Noè, ovvero: [Sii retto].
La non precipitazione nella storia di Noè
Se fossi al posto del Profeta Nuh “Noè” (pace su di lui) e ti fosse detto: “Fai venire
quello di cui ci minacci” (TSC- Sura XI, versetto 32) Che cosa faresti? Saresti
avventato? Li picchieresti? quale sarebbe la tua risposta? Ascolta il discorso di Noè
con il proprio popolo, lontano da ogni impulsività o violenza, dove Allah l’Altissimo
dice quel che può essere tradotto come: “Disse: « Allah, se vuole, ve lo farà venire e
voi non potrete sfuggirvi.(33), Il mio consiglio sincero non vi sarebbe d'aiuto, se
volessi consigliarvi mentre Allah vuole traviarvi. Egli è il vostro Signore e a Lui
sarete ricondotti”.( TSC- Sura XI, versetto 34).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
È un tono delicato, né avventato né violento: “Non vi è nessun problema tra noi, è
Allah l’Altissimo che vi castiga, se vuole”.
Costruisci l’arca
I versetti continuano finchè non giungiamo alle seguenti parole che possono essere
tradotte come: “Fu ispirato a Noè: « Nessuno del tuo popolo crederà, a parte
quelli che già credono. Non ti affliggere per ciò che fanno.”(TSC- Sura XI,
versetto 36). Ma cosa facciamo O Allah, li lasciamo annegare? No! Ci sono ancora
altri ordini divini e la strada è ancora lunga. Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “Costruisci l'Arca sotto i Nostri occhi e secondo la Nostra
rivelazione. Non parlarMi a favore degli ingiusti: in verità saranno annegati”
(TSC- Sura XI, versetto 37)
La costruzione dell’arca richiede lunghi anni; il profeta Noè (pace su di lui) visse nel
deserto, ma per costruire l’arca aveva bisogno prima di tutto di coltivare gli alberi e
successivamente di utilizzare il legno del tronco per costruire un’arca tanto grande da
poter contenere tutti i credenti e due coppie di ogni specie animale. Fu un’opera
difficile e di lunga durata (alcuni esegeti ipotizzarono che fosse durata 100 anni, altri
dissero 200 anni e altri ancora 300 anni). Perchè Allah non li sterminò come fece con
gli altri che rinnegarono? Perchè gli alberi non crebbero miracolosamente in un
giorno? La risposta è: voi predicatori, imparate ad avere pazienza ed obbedienza verso
Allah, anche se non vedete i risultati oppure sono imprevedibili. Allah l’Altissimo
dice quel che può essere tradotto come: “Fu ispirato a Noè: “Nessuno del tuo
popolo crederà, a parte quelli che già credono.” (TSC- Sura XI, versetto 36).
Il profeta Noè (pace su di lui) sapeva già che nessuno del suo popolo avrebbe creduto,
ma era paziente ed obbediente verso Allah. Il divulgatore del messaggio divino, è un
Suo servo, se Egli gli ordina di coltivare un campo per esempio, lo coltiva anche se è
sicuro che non produrrà alcun raccolto. L’importante è obbedire agli ordini, fare tutto
il possibile, sforzarsi e lasciare poi i risultati ad Allah. È da ricordare anche che alla
fine sarà ricompensato da Allah, sia che il campo abbia prodotto qualcosa o meno.
Non provate simpatia nemmeno per il figlio
Forse ti chiederai dov’è la mancata simpatia nella storia di Noè e dove è
l’applicazione della seguente affermazione di Allah l’Altissimo: “non provate
simpatia”. La risposta è presente nella storia del figlio di Noè, menzionata solo in
questa Sura, ma perchè?
Perchè Noè (psl) disse: “Signore, mio figlio appartiene alla mia famiglia! La Tua
promessa è veritiera e tu sei il più giusto dei giudici! ” (TSC- Sura XI, versetto
45)
Quale fu dunque la risposta divina?
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
“Disse [Allah]: « O Noè, egli non fa parte della tua famiglia, è [frutto di]
qualcosa di empio . Non domandarmi cose di cui non hai alcuna scienza. Ti
ammonisco, affinché tu noi sia tra coloro che ignorano».” (TSC- Sura XI,
versetto 46).
“Disse: « Mi rifugio in Te, o Signore, dal chiederti cose sulle quali non ho scienza. Se
Tu non mi perdoni e non mi usi misercordia, sarò tra i perdenti»” (TSC- Sura XI,
versetto 47).
La Sura ci avvisa di non sostenere il falso ricordando come Noè (pace su di lui) si sia
dissociato dal figlio, il quale è morto infedele. L’affetto dei genitori potrebbe spingere
a provare simpatia verso i propri figli malgrado i peccati che possono commettere;
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Signore, mio figlio
appartiene alla mia famiglia!”. La Sura giunge quindi per insegnarci a non sostenere
mai il falso, anche se fosse all’interno della nostra casa e fra i nostri figli del nostro
stesso sangue. Il profeta Noè (psl) è un esempio da imitare nel dissociarsi dal falso e
non sostenerlo.
La replica: sii paziente
Come abbiamo citato prima, alla fine delle storie dei profeti nell’ultimo versetto vi è
un commento. Nella storia di Noè (pace su di lui) possiamo leggere le seguenti parole
di Allah, l’Altissimo: “Questa è una delle notizie dell'ignoto che ti riveliamo. Tu
non le conoscevi e neppure il tuo popolo prima di ora. Sopporta dunque con
pazienza. In verità i timorati [di Allah] avranno il buon esito»” (TSC- Sura XI,
versetto 49).
Il messaggio della Sura consiste in quel che può essere tradotto come “Sopporta
dunque con pazienza.” (TSC- Sura XI, versetto 49); una pazienza positiva,
accompagnata dal lavoro e dalla produzione, senza impulsività ne un’eccessiva
simpatia.
I profeti di Allah l’Altissimo e l’equilibrio
Tutte le storie dei profeti menzionati nella Sura (Shu’ayb, Saleh, Lot e Hud)
convergono verso uno stesso concetto e costruiscono un esempio pratico del versetto
numero 112 basato su tre pilastri. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come:
1-“Sii dunque retto come ti è stato ordinato” (TSC- Sura XI, versetto 112)
2-“Non prevaricate”( TSC- Sura XI, versetto 112).
3-“Non cercate il sostegno degli ingiusti”( TSC- Sura XI, versetto 113).
Per esempio, leggendo la storia di Shu’ayb (lo stesso vale anche per le altre storie)
possiamo osservare:
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
- L’insistenza nella via della rettitudine e la correzione in maniera equilibrata. Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “voglio solo correggervi per
quanto posso.” ( TSC- Sura XI, versetto 88).
- L’unicità del programma che tutti i profeti di Allah hanno divulgato, (le parole
utilizzate sono le stesse ) Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Chiedete perdono al vostro Signore, volgetevi a Lui.” (TSC- Sura XI, versetto
90).
- Le difficili circostanze e la smentita; Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Dissero: « O Shu'ayb, non capiamo molto di quello che dici e
invero ti consideriamo un debole tra noi. Se non fosse per il tuo clan ti avremmo
certamente lapidato, poiché non ci sembri affatto potente»” (TSC- Sura XI,
versetto 91).
- La risposta prudente e non avventata: Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “« O popolo mio, il mio clan vi sembra più potente di Allah” (TSCSura XI, versetto 92), è da notare anche che ha usato lo stesso stile di Noè, poiché
sarà Lui a giudicarli: “In verità il mio Signore abbraccia [nella Sua scienza] tutto
quello che fate.”( TSC- Sura XI, versetto 92). In cambio, spicca chiaro il mancato
sostegno o accondiscendenza: “O popol mio, fa' [pure] quello che vuoi, ché anch'io
lo farò”(TSC- Sura XI, versetto 93).
Il versetto (94) invece, annuncia la vittoria divina concessa al Profeta e ai suoi seguaci
fedeli. Infatti, Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come “E quando
giunse il Nostro Decreto, per misericordia Nostra salvammo Shu'ayb e coloro che
avevano creduto insieme con lui. Il Grido sorprese gli iniqui: l'indomani
giacevano bocconi nelle loro dimore” ( TSC- Sura XI, versetto 94).
O giovani che amate l’Islam e lo volete servire ed assistere, imaparate dalle diverse
storie di questa Sura l’equilibrio nella divulgazione, soprattutto, quando le sciagure e
le prove diventano dure.
Perchè è intitolata con “Hud”?
Manca un’ultima domanda: perché la Sura ha come titolo “Hûd”, nonostante la storia
di Noè fosse più lunga di quella di Hûd (Pace su di loro)? La risposta è che i tre
concetti base: (la rettitudine, la non prevaricazione né precipitazione e il non provare
simpatia) sono più marcati e palesi nella storia di Hud, perciò la Sura dell’equilibrio è
effettivamente intitolata “Hûd”.
Hûd, quando la smentita divenne più seria, disse al proprio popolo: “Possiamo solo
dire che uno dei nostri dei ti ha reso folle». Disse: « Mi sia testimone Allah, e
siate anche voi testimoni, che rinnego tutto ciò che associateversetto all'infuori di
Lui. Tramate tutti contro di me, non fatemi attendere”( TSC- Sura XI, versetti
54-55). Hai mai sentito prima d’ora, parole di sfida così forti? Allo stesso tempo si
può ben vedere nel seguente versetto come il Profeta Hûd (pace su di lui) seguiva
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
saldamente la retta via; Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Invero io confido in Allah, mio Signore e vostro Signore. Non c'è creatura che
Egli non tenga per il ciuffo . Il mio Signore è sul retto sentiero” (TSC- Sura XI,
versetto 56)
Poi nel seguente versetto dice: “[Anche] se volgerete le spalle, io vi ho comunicato
quello per cui sono vi sono stato inviato. Il mio Signore sostituirà il vostro popolo
con un altro, mentre voi non potrete nuocerGli in nulla. In verità il mio Signore è
il Custode di tutte le cose.”( TSC- Sura XI, versetto 57). Sono parole che
dimostrano un comportamento tutt’altro che violento o avventato.
Tutte queste parole rientrano a far parte di questi tre concetti basilari: la non
precipitazione o la non prevaricazione, la non accondiscendenza e la rettitudine. Con
questo inoltre fu affidata la responsabilità a chiunque altro viene dopo Hud (psl) e che
insiste nella divulgazione, nella rimozione dell’ingiustizia senza privileggiare
nessuno. Proprio per questo il Profeta Muhammad (Pace e benedizione su di lui)
disse: “Hûd mi ha fatto imbiancare i capelli”; vista la forza del suo messaggio che
incita alla rettitudine e vista la forza di Hud come modello di equilibrio e
incorruttibilità senza precipitazione né remissività.
Il ricordo dell’Aldilà è la via verso l’equilibrio
I versetti (103-108) menzionano la vita ultraterrena per tranquillizzare i credenti che
questa vita ingiusta ed oscura non è la vera vita. La vera vita invece è quella dopo la
Resurrezione dove sarà applicata la giustizia Divina. Quindi, supportate con pazienza
gli eventi dolorosi di questo mondo. Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Ecco un segno per chi teme il castigo dell'altra vita. Sarà un
Giorno in cui le genti saranno radunate. Sarà un Giorno confermato
Non lo posticiperemo che sino al suo termine stabilito.
Nel giorno in cui avverrà , nessuno parlerà senza il Suo permesso. E ci saranno
allora gli infelici e i felici.
E gli infelici saranno nel Fuoco, tra sospiri e singhiozzi,
per rimanervi fintanto che dureranno i cieli e la terra, a meno che il tuo Signore
non decida altrimenti, ché il tuo Signore fa quello che vuole!
Coloro invece che saranno felici, rimarranno nel Paradiso fintanto che
dureranno i cieli e la terra, a meno che il tuo Signore non decida altrimenti. Sarà
questo un dono senza fine. (TSC- Sura XI, versetti 103-108).
Consigli che aiutano alla rettitudine
La conclusione della Sura è presente in questi versetti dove Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: “Sii dunque retto come ti è stato ordinato, tu e
coloro che si sono convertiti insieme con a te. Non prevaricate, ché Egli osserva
quello che fate. Non cercate il sostegno degli ingiusti: [in tal caso] il Fuoco vi
colpirebbe, non avrete alcun alleato contro Allah e non sarete soccorsi” (TSCSura XI, versetti 112-113).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Cosa ci aiuta ad essere retti e ad eseguire questi tre ordini? E come si può rimanere
saldi e pazienti ed aiutare la gente senza precipitazione né remissività? La risposta è la
seguente; Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Esegui
l'orazione alle estremità del giorno e durante le prime ore della notte. Le opere
meritorie scacciano quelle malvage. Questo è un ricordo per coloro che
ricordano. Sii paziente, ché Allah non manda perduta la mercede di coloro che
fanno il bene” (TSC- Sura XI, versetto 114-115).
O giovane, Allah ti aiuta nel… “Sii dunque retto”:
L’adorazione: “Esegui l'orazione”,
La pazienza: “Sii paziente, ché Allah non manda perduta la mercede di coloro che
fanno il bene”,
Il lavoro, il risanamento e la divulgazione del messaggio di Allah: “Mai il tuo
Signore annienterebbe ingiustamente le città, se i loro abitanti agissero
rettamente.”(TSC- Sura XI, versetto 117).
Da notare che le Sure di Giona, Giuseppe e Hûd sono state rivelate tutte nello stesso
tempo, e nel Corano si trovano nello stesso ordine in cui sono state rivelate. E’ anche
da ricordare che la loro rivelazione fu nel periodo in cui il profeta Muhammad (Pace e
benedizioni su di lui), alla Mecca, ebbe molte digrazie: la morte della moglie
Khadijia, e dello zio Abu Taleb. Tutte e tre cercano di risolvere problemi simili tra
loro.
Il motivo per cui ognuna di queste sure è intitolata con il nome di un profeta, è che il
concetto principale che si addice con l’obiettivo della Sura, si trova nella sua storia.
Queste tre Sure si rivolgono anche a noi, poiché adesso stiamo attraversando la stessa
fase di oscurità e d’ingiustizia, ma dobbiamo essere retti nell’obbiedienza ad Allah
stando attenti a non essere precipitosi o violenti, cercando di non abbandonarci alle
altre civiltà dimenticandoci della nostra identità ed appartenenza all’Islam. È questo
l’asse portante della Sura di Hud.
Sura XII: "Yûsuf" (Giuseppe)
La Sura di Giuseppe (Meccana), fu rivelata a data vicina e nelle stesse circostanze
delle due sure precedenti: Yûnus “Giona” e Hûd. In tutto il Corano, è considerata la
Sura più lunga che contiene una sola storia dall’inizio alla fine, ossia quella di
Giuseppe (pace su di lui). I suoi versetti sono 111.
La migliore delle storie
I romanzieri hanno affermato che la Sura contiene tutti gli elementi e le tecniche che
costituiscono un romanzo persuasivo, tra le rappresentazioni scenografiche, i legami
logici e l’uso della simbologia.
Ad esempio, la storia inizia con un sogno fatto da Giuseppe (pace su di lui) e si
conclude con la sua interpretazione.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
E per chi conosce la storia di Yûsuf “Giuseppe” (psl), saprà che la camicia che usò per
dimostrare l’innocenza dei suoi fratelli è la stessa che attestò il loro tradimento.
Inoltre, fu lo stesso indumento che provò la sua innocenza dal tentativo di violentare
la moglie del re!
La bellezza di questa storia sta nel fatto che essa si presenta molto chiara agli occhi
del lettore, come se la vedesse ed ascoltasse realmente. È una delle più meravigliose
storie che si possano leggere e che ci fanno prendere dalla commozione.
Non c’è bisogno della testimonianza dei romanzieri sul fascino della storia. Allah
stesso è testimone della sua qualità e del suo splendore. Allah l’Altissimo dice quel
che può essere tradotto come: “Grazie a ciò che ti ispiriamo in questo Corano Noi
ti raccontiamo la più bella storia, anche se precedentemente non ne eri a
conoscenza .” (TSC - Sura XII, versetto 3).
Questa Sura però, non fu rivelata per il semplice motivo di raccontare una storia
poiché l’obiettivo finale sta in quel che può essere tradotto come: “Chi è timorato e
paziente, [sappia che] in verità Allah non trascura di compensare chi fa il bene.”
(TSC-Sura XII, versetto 90).
Egli è il Sapiente e noi non possediamo alcuna conoscenza
Lo scopo della Sura è farci capire che il destino prescritto da Allah non può essere
colto dalla limitata percezione umana, come se ci dicesse: “Abbi fede nel disegno
divino, porta pazienza e non disperare”.
Gli eventi raccontati nella Sura sono strani e vanno contro ciò che è l’apparenza.
Giuseppe (pace su di lui) fin dalla nascita fu amato dal padre, questo in sé è
naturalmente un fattore positivo, ma dietro a questo amore vi era la gelosia dei fratelli
che li portò a gettarlo nel pozzo – fattore negativo. Di conseguenza Giuseppe finì
nella casa del re, ed anche qui possiamo considerarlo un fattore positivo. Dopo di che
finì in prigione – fattore molto negativo - che lo portò successivamente ad arrivare al
trono d’Egitto…
Allah il Glorioso, l’Altissimo, tramite la Sura di Giuseppe ci fa capire che Egli è
l’Architetto degli eventi. Infatti, gli eventi possono apparire negativi alla mente
umana proprio perchè è limitata e non può comprendere l’architettura di Allah e la
Sua saggezza in ciò che compie.
La strada delle curve
Osservando la vita di Giuseppe si nota la presenza di tre punti posti ai vertici e due nel
fondo e sono:
L’amore
del
padre
Al
castello
del re
Essere re
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
L’essere
gettato nel
pozzo
La
prigione
I periodi difficili nella vita di Giuseppe (pace su di lui) variavano nella loro intensità,
quale delle due situazioni fu peggiore? Il pozzo o la prigione? La prigione durò nove
anni mentre il pozzo tre giorni. Quei tre giorni nel pozzo però furono più difficili dei
nove anni trascorsi in prigione perchè Giuseppe (psl) era ancora un ragazzino.
Malgrado tutte queste difficoltà, Giuseppe (pace su di lui) fu perseverante nei suoi
principi morali ed etici e non si fece portare via dalle onde della vita.
Sei un servo in entrambi i casi
Durante i periodi difficili, cari fratelli, bisognerebbe imparare da Giuseppe (pace su di
lui), a portare pazienza in qualsiasi situazione, non disperarsi ed essere colmi di
speranza stando sempre fedeli ed umili nei confronti di Allah, anche nei periodi
cosidetti migliori.
La Sura ci mostra come la vita di un essere umano è suddivisa in periodi positivi e
negativi, infatti nessuna persona è sempre felice o sempre infelice, ed in entrambi i
casi Allah ci mette alla prova.
La storia di Giuseppe (Pace su di lui) c’insegna come essere perseveranti nei nostri
principi qualsiasi sia la circostanza in cui ci si trovi.
Tra la Sura e la bibliografia del Profeta (pace e benedizione su di lui)
Come ho già citato precedentemente, la Sura fu rivelata nelle stesse circostanze delle
altre due precedenti: Giona e Hud, ovvero corrispondente ad uno dei periodi più
difficili nella vita del Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) e dei
Compagni, non poi così diverse da quelle di Giuseppe.
Yûsuf (pace su d lui) fu allontanato dal padre; il Profeta (pace e benedizione su di lui)
al tempo della rivelazione di questa Sura, cioè nel decimo anno della sua missione,
perse suo zio Abu Taleb e la moglie Khadijia. Giuseppe (Pace su di lui) lasciò la
Palestina e visse in Egitto lontano dai suoi familiari; ed il Profeta (pbsl) a distanza di
due anni dalla rivelazione di questa Sura lasciò la Mecca ed emigrò a Medina. Questa
Sura dunque preparava il Profeta (Pace e benedizione su di lui) a ciò che doveva
affrontare tra difficoltà e disgrazie, come sostanzialmente prepara ogni fedele ad
affrontare le medesime situazioni nella propria vita, proprio per questo i teologi
dicono: “La lettura di questa Sura tira su il morale al depresso”.
Giuseppe, l’essere umano
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Uno dei punti importanti che si notano, è che la Sura si concentra sulla vita di
Giuseppe (pace su di lui) come essere umano, cioè come uomo e non come profeta, la
Sura che invece parla di Giuseppe (Pace su di lui) come profeta è la Sura Ghafir “Il
Perdonatore”. Quando Mosè parlò al suo popolo dicendo quel che può essere tradotto
come: “Già in precedenza Giuseppe vi recò prove evidenti, ma non smetteste di
dubitare di quello che vi aveva portato”. (TSC- Sura XL, versetto 34).
L’esperienza di Giuseppe in questa Sura è puramente umana dove nel finale vi è un
grande trionfo sia nella vita terrena che nell’aldilà. Infatti, ebbe successo nella vita
terrena diventando re d’Egitto, e nell’aldilà quando ebbe il controllo di fronte alle
seduzioni della regina e delle altre donne della città. In poche parole, la Sura è la
storia di un successo umano ottenuto con pazienza e speranza nonostante tutte le
situazioni difficili, a partire dalla schiavitù, la prigione, l’odio dei fratelli, le tentazioni
della regina fino ad affrontare le calunnie e le false accuse.
Dove sono i miracoli in questa storia?
E’ da notare anche che la Sura non parla di miracoli avvenuti per risolvere situazioni
difficili (alcuni affermano che le visioni nel sonno potrebbero esserlo), ma penso che
non sia così per il semplice motivo che ognuno di noi può avere delle visioni durante
il sonno, ma la semplice verità è che Allah Il Glorioso, l’Altissimo ha predisposto a
Giuseppe tutte le circostanze che gli avrebbero permesso poi di raggiungere il
successo (come d’altronde vengono concesse ad ognuno di noi); ad esempio,
concedendogli la capacità di interpretare i sogni. Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “Ti sceglierà così il tuo Signore e ti insegnerà
l'interpretazione dei sogni e completerà”(TSC- Sura XII, versetto 6)”.
Quindi il successo che ebbe Giuseppe (pace su di lui) fu grazie al giusto profitto degli
elementi che il Signore gli concesse.
“Non disperate del soccorso di Allah”.
La storia di Giuseppe è la storia del successo di un uomo, che visse in difficili
circostanze e senza possedere nessun fattore di successo.
Giuseppe però non perse le speranze ed ebbe sempre pazienza, non a caso i versetti
della Sura sono tutti pieni di speranza, come il versetto che si riferisce a quando
Giacobbe (pace su di lui) perse il secondo figlio, diventando la disgrazia doppia;
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Non disperate del
soccorso di Allah, ché solo i miscredenti disperano del soccorso di Allah”(TSCSura XII, versetto 87).
Questo versetto non vuole dire che il disperato è un miscredente, ma che possiede una
caratteristica che distingue i miscredenti, perché non riesce a comprendere il disegno
divino dell’universo, e che Allah è Generoso, Misericordioso e Saggio in quello che
fa.
Il successo proviene da Allah
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
La grandezza di questo nobile profeta (pace su di lui) è chiaramente visibile quando
egli raggiunge la più alta posizione, dove rimane ugualmente umile nei confronti di
Allah riportando ad Egli il suo successo. Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “O mio Signore, mi hai dato qualche potere e mi hai insegnato
l'interpretazione dei sogni. O Creatore dei cieli e della terra, Tu sei il mio
patrono, in questa vita come nell'altra. Fammi morire musulmano e ponimi tra i
devoti” (TSC- Sura XII, versetto 101).
Notate quanto Giuseppe sia stato umile nel dire “Ponimi tra i devoti” come se i
devoti lo avessero già superato ed egli voleva raggiungerli. È così che Giuseppe (pace
su di lui) ringraziò Dio durante i momenti più felici e Gli fu umile, come fu paziente e
pieno di speranza nei momenti di bisogno…
Tu ne sei capace
Il versetto finale di questa Sura, che fa da commento alla storia di Yûsuf “Giuseppe”
(pace su di lui), è veramente meraviglioso e servì a rassicurare il cuore del Profeta
(pace e benedizione su di lui) promettendo il soccorso di Allah, e facendo sì che tutti i
musulmani che verranno successivamente ne siano convinti testimoni; quindi
leggetelo con l’anima e il cuore; Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “Quando poi i messaggeri stavano per perdere la speranza, ritenendo che
sarebbero passati per bugiardi, ecco che giunse il Nostro soccorso. Abbiamo
salvato quelli che abbiamo voluto, che la Nostra severità non sarà allontanata
dagli empi.” (TSC - Sura XII, versetto 110).
Il succo dell’esperienza
Alla fine si giunge ad una regola basilare pronunciata da Giuseppe (pace su di lui)
dopo aver realizzato tutti i propri desideri. Infatti, Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “Chi è timorato e paziente, [sappia che] in verità Allah non
trascura di compensare chi fa il bene”(TSC – Sura XII, versetto 90).
La Sura di Giuseppe ci insegna che chi vuole giungere al successo e lo pone come
obiettivo primario nella sua vita, senz’altro lo avrà. Bisogna essere però pazienti,
pieni di speranza e chiedendo aiuto ad Allah: “Chi è timorato e paziente, [sappia
che] in verità Allah non trascura di compensare chi fa il bene” (TSC – Sura XII,
versetto 90).
Giuseppe (pace su di lui), con queste poche parole ci dà l’esempio di una vera e
propria esperienza umana, priva di miracoli. Quindi chi desidera il successo nella vita
deve in primo luogo aver timore di Allah e manifestare sempre il proprio bisogno di
Lui, mostrare pazienza durante gli insuccessi della vita e sfidare e superare le
difficoltà. La pazienza deve essere continua, costante e insistente. Il paziente inoltre,
deve cogliere sempre l’occasione e la possibilità di imparare nuove cose, proprio
come fece Giuseppe (pace su di lui) che ha usufruito della sua permanenza nella corte
del re per imparare a gestire i capitali e i beni. Fu per questo che disse quel che può
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
essere tradotto come: “Affidami i tesori della terra : sarò buon guardiano ed
esperto” (TSC- Sura XII, versetto 55).
Imparate dunque da Yûsuf “Giuseppe” (pace su di lui) come riuscire ad avere
successo nella vita, come essere i migliori sia nella vita terrena che nell’Aldilà,
imparando e lavorando da una parte, e respingendo le proprie tentazioni dall’altra, al
fine di conquistare il Paradiso con il permesso di Allah.
Sura XI: "Ar-Ra'd" (Il Tuono)
La Sura di Ar-Ra’d (medinese) fu rivelata dopo la Sura di Muhammad; segue quella
di Yusuf (Giuseppe) nell’ordine del Corano e conta 43 versetti.
Il potere della Verità
La Sura di Ar-Ra’d è una delle più meravigliose Sure del Corano. Il suo messaggio è:
la verità è forte e salda anche quando è invisibile mentre il falso è sconfitto e debole e
─ pur essendo manifesto e propagato ─ esso è fragile e privo di valore.
Tanta gente tende ad ignorare questa semplice verità e si lascia ingannare dal bagliore
fasullo del Falso. Un Falso che può manifestarsi in diversi modi. Esso può prendere la
forma di: scene dissolute assai diffuse, peccati dilagati, un impiegato o mercante
bugiardo e disonesto o ancora di una popolazione tiranna che conquista la
popolazione musulmana e la priva dei suoi diritti. Questi sono esempi vari del potere
fragile del Falso.
L’effetto del Falso sulle persone
Qualora le persone non si accorgono di queste verità e s’ingannano con il falso che
temono, esse spregiano la verità che li circonda o provano ad emulare il falso. Tanti,
per esempio, prendono come modello da seguire chi ha fatto fortuna nel suo
commercio usando la truffa, l’inganno o addirittura il furto. In questi metodi immorali
loro non ci vedono nessun inconveniente visto che quasi tutti ormai li adoperano. La
Sura si rivolge a questo tipo di persone dicendo che anche se il potere del Falso è
apparente e gonfio, esso è fragile e non possiede una radice salda in terra,
contrariamente la Verità è robusta e salda pur quando è invisibile ai nostri occhi.
Il Libro leggibile e la verità
Sin dal primo versetto, la Sura afferma che Allah, sia gloria a Lui l'Altissimo è la
Verità: “Alif, Lâm, Mîm, Râ . Questi sono i versetti del Libro. Ciò che è stato fatto
scendere su di te da parte del tuo Signore è la verità, ma la maggior parte degli
uomini non crede”. (TSC- Sura XIII, versetto 1).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Dopo aver citato il Libro di Allah l’Altissimo nel primo versetto, si parla nei versetti
2 e 3 del potere di Allah, Gloria a Lui, in questo universo come per dire a tutti quanti:
se non credete nel libro leggibile (Corano21), osserviamo allora il Suo libro visibile
(che sarebbe l’universo intero):
“Allah è Colui che ha innalzato i cieli senza pilastri visibili e quindi Si è innalzato
sul Trono. Ha sottomesso il sole e la luna, ciascuno in corsa verso il suo termine
stabilito . Ogni cosa dirige ed esplica i segni sì che possiate avere certezza
dell'incontro con il vostro Signore.” (TSC- Sura XIII, versetto 2).
“Ed Egli è Colui che ha disteso la terra, vi ha posto montagne e fiumi, e di ogni
frutto ha stabilito in essa una coppia. Fa sì che la notte copra il giorno. Ecco i
segni per coloro che riflettono!” (TSC- Sura XIII, versetto 3).
Allah l’Altissimo ha due libri in questo universo. Entrambi confermano la Sua
esistenza, si rinforzano e dimostrano la loro presenza reciprocamente.
Difatti, in tanti versetti, come in quello precedente, il Libro leggibile (Corano) chiede
al musulmano di contemplare il libro visibile (l’universo) che a sua volta consolida la
nostra fede nel Corano.
Il libro visibile e la Verità
Dunque chi è Colui che predispone? Chi è il Potente? Chi è il Padrone di questo
mondo? Chi state seguendo Lui o il falso?
La Sura prosegue nel suo discorso sul libro visibile di Allah (l’universo) e su come
esso afferma la grandiosità del Creatore:
“Sulla terra ci sono porzioni vicine le une alle altre, vigneti, campi di grano e
palmeti a ciuffo o separati che la stessa acqua irriga. Agli uni diamo però
preminenza di frutti sugli altri. In ciò vi sono segni per coloro che capiscono.”
(TSC- Sura XIII, versetto 4).
Un viaggio nel regno di Allah
Fra ciò che desta meraviglia in questa Sura è che sembra atterrare progressivamente
nel regno di Allah l'Altissimo. Essa ti permette di contemplare l’universo ed i suoi
segni dall’alto in basso. Infatti se riflettiamo sui versetti 2, 3 e 4, notiamo che essi
parlano prima dei cieli, poi del sole e della luna dopo di che si parla della terra, delle
montagne e dei fiumi prima di arrivare alla ripartizione dei terreni agricoli “porzioni
vicine” e alla molteplicità dei loro frutti. Ti sembra proprio di atterrare con un aereo
mentre il Libro di Allah ti guida e ti mostra questi segni dicendoti: Guarda il regno di
Allah l'Altissimo dall’alto in basso, chi ha innalzato i cieli senza pilastri fino alla
21
Significa appunto in arabo letteralmente “recitazione”, lettura ad alta voce”. (Nota del traduttore).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
suddivisione dei terreni? Nota come l’acqua che proviene da Allah è una ed unica e
come irriga tutti i tipi di coltivazioni.
Stupefacente il loro dire
Dopo tutti questi segni e prove, giunge il commento di Allah l'Altissimo che può
essere tradotto come: “Se ti stupisci, è davvero stupefacente il loro dire:«Quando
saremo polvere, davvero passeremo una nuova creazione?…»” (TSC- Sura XIII,
versetto 5).
Vi meravigliate ancora pur avendo visto la dominazione di Allah in questo universo e
come l'Altissimo è Capace di far risuscitare i morti?
Come può chiunque abbia una mente sana dubitare del potere di Allah l'Altissimo?
Per questo i versetti che seguono mettono in rilievo un altro aspetto del Suo Potere
che sarebbe la Sua capacità di riunire gli opposti nell’universo.
Solo Allah è Capace di riunirli
La Sura inizia con l’esposizione degli opposti in quest’universo meraviglioso. Essa
presenta trentadue fenomeni contrastanti nella loro natura che nessuno è in grado di
mettere insieme tranne Allah Gloria a Lui. Osserva i segreti della Sua grandiosità
attraverso questi opposti: Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“…la diminuzione degli uteri e il loro aumento” (TSC- Sura XIII, versetto 8).
“mantiene un segreto e chi lo divulga, tra chi si cela nella notte e chi si muove
liberamente in pieno giorno” (TSC- Sura XIII, versetto 10).
“timore e speranza” (TSC- Sura XIII, versetto 12) – “Volenti o nolenti” (TSCSura XIII, versetto 15) – “il bene né il male… il cieco e colui che vede… le
tenebre e la luce” (TSC- Sura XIII, versetto 16).
“vero e … falso” (TSC- Sura XIII, versetto 17)– “dà generosamente … e
lesina…. questa vita … all'Altra” (TSC- Sura XIII, versetto 26) – “cancella … e
conferma” (TSC- Sura XIII, versetto 39).
Questi versetti sembrano dire: come fate a non rassegnarvi ad Allah che è la Verità
assoluta, Lui che ha in proprio possesso l’universo intero con tutti i suoi contrasti, Lui
che li unisce fra di loro, confermando in tal modo il fulcro centrale della Sura cioè la
verità è forte e salda mentre il falso è debole ed effimero.
La felicità illusoria
Proseguendo, i versetti di questa Sura ci portano a tre esempi che servono l’obiettivo
della Sura in un modo fantastico e prodigioso. Il primo rappresenta la chiave per
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
capire la Sura e dedurre il perno che abbiamo citato all’inizio. Leggiamo insieme il
versetto 14:
“A Lui [spetta] la vera invocazione!” O giovani! Seguite la via di Allah perché la
verità completa sta lì “A Lui [spetta] la vera invocazione!”. E il falso? Qual aspetto
ha? “Quelli che invocano all'infuori di Lui non rispondono loro in alcunché, sono
come colui che tende le mani verso l'acqua affinché giunga alla sua bocca, ma
essa non vi giunge” (TSC- Sura XIII, versetto 14).
Giuro su Allah, che non c’è altro Dio all’infuori di Lui, che non si può trovare una
descrizione della verità e del falso più bella di questa artistica descrizione Coranica.
Allah l’Altissimo paragona le persone che corrono dietro al falso a colui che prova a
giungere la sua bocca nell’immagine rispecchiata nell’acqua dove guarda ma non
c’arriva.
Pertanto chiunque segue il Falso, avrà sempre il cuore che rincorre la felicità; una
felicità immaginaria associata a volte a un bicchiere di vino che egli beve o una
canzone dissoluta che insegue e non smette di ripetere o ancora a dei soldi illeciti di
cui s’impossessa… Comunque non raggiungerà mai totalmente la felicità, è come il
caso di chi prova a raggiungere la sua bocca nella sua immagine riflessa in acqua “ma
essa non vi giunge” (TSC- Sura XIII, versetto 14).
O giovani! Non ingannatevi con il Falso anche se è brillante e sgargiante, anche se
assume la forma di feste che riuniscono giovani dei due sessi e dove prevale il ballo e
la licenziosità definiti da alcuni coraggio, progresso e abolizione delle tradizioni…. Il
Falso perisce senza dubbio mentre la Verità rimane sempre la base.
Il Falso….schiuma che galleggia a fior d’acqua
Allah ci propone un’altra bellissima metafora per affermare che la verità è salda e
costante pur quando è invisibile e che il Falso è debole e privo di valore benché
gonfio e vistoso. Ascolta il versetto 17 che può essere tradotto come: “Fa scendere
l'acqua dal cielo, e le valli si inondano secondo la loro capienza”: l’acqua che
scende dal cielo rappresenta la verità e il bene che scende con la rivelazione dal cielo.
Quale è la conseguenza della discesa di quest’acqua? “le valli si inondano secondo
la loro capienza” (TSC- Sura XIII, versetto 17).
Ammira la sua potenza e grandiosità e come è affluita nella valle per portare il
benessere alla gente. Cos’è successo quindi? “e la corrente trasporta schiuma
gorgogliante” (TSC- Sura XIII, versetto 17).
Tutte le cose senza valore di tipo paglia o rifiuti vari si sono accumulati sulla
superficie dell’acqua e l’hanno coperta. Ha nascosto quindi tutta la materia di pregio.
In tal modo, il bene è stato travolto, e l’acqua dell’irrigazione è rimasta sotto mentre
ciò che si vedeva era la paglia ed i rifiuti che sono inutili (la schiuma).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Un’altra metafora meravigliosa dice: “una schiuma simile a ciò che si fonde sul
fuoco per trarne gioielli e utensili.” (TSC- Sura XIII, versetto 17).
Quando fondi un pezzo d’oro sul fuoco per controllare la sua purezza, tutte le
impurità in esso contenute salgono in superficie, mentre sotto rimane il metallo
prezioso. È lo stesso principio dell’acqua. Allah vuole dirci: questa è acqua, e questo è
fuoco però il principio è lo stesso. La verità e il Falso assumono sempre gli stessi
aspetti e la loro realtà è sempre unica. Pertanto, il Falso si vedrà sempre in superficie
mentre il bene rimarrà sotto. Ciononostante, il bene è saldo anche se non lo vedi e il
falso è caduco anche se si eleva e emerge in superficie.
“Così Allah propone a metafora del vero e del falso”
Il commento chiaro su queste due metafore ribadisce la loro affinità con l’obiettivo
della Sura: “Così Allah propone a metafora del vero e del falso” (TSC- Sura XIII,
versetto 17). Ma qual è la sorte di entrambi?
“si perde la schiuma e resta sulla terra ciò che è utile agli uomini. Così Allah
propone le metafore.” (TSC- Sura XIII, versetto 17).
Allora dedichiamoci alla verità, e stiamo di fianco alla sua gente cioè quelli indicati
dal versetto: “Coloro che rispondono all'appello del loro Signore avranno la
migliore [ricompensa].”
Perché il “Tuono”?
Perché Dio ha scelto il “Tuono” come titolo per la Sura?
Perché il tuono è un esempio di contrasto. Da un punto di vista scientifico esso
racchiude delle cariche contrastanti, negative e positive. Dal punto di vista della fede
esso induce paura e terrore però porta il bene e la pioggia alla gente. Il suo rumore
esterno è terrificante ma dentro di sé canta gloria ad Allah, ascolta questo versetto: “Il
tuono Lo glorifica e Lo loda, e così gli angeli insieme nel timore di Lui. Scaglia i
fulmini e colpisce chi vuole, mentre essi discutono su Allah, Colui che è temibile
nella Sua potenza !” (TSC- Sura XIII, versetto 13).
Sembra che i versetti cosmici in questa Sura (a cominciare dal tuono) vogliano
trasmettere lo stesso messaggio di prima, cioè di non lasciarci ingannare dalle
apparenze delle cose ma di guardare alla loro essenza.
La sublimità del Corano
Dopo aver citato l’effetto del libro visibile di Allah nel chiarire la verità e il falso,
giunge un esempio ancora più strabiliante: il Libro leggibile di Allah.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
“Se ci fosse una recitazione che smuovesse le montagne, fendesse la terra e
facesse parlare i morti... Invero l'ordine di tutte le cose appartiene ad Allah!…”
(TSC- Sura XIII, versetto 31).
Questo versetto significa che se ci fosse qualcosa in grado di muovere le montagne, di
spostare la terra o di far risuscitare i morti allora sarebbe stato il Corano. Perché?
Perché esso è la verità assoluta in questa terra. Allah dice a proposito quel che può
essere tradotto come: “A Lui [spetta] la vera invocazione!” (TSC- Sura XIII,
versetto 14).
Per favore, leggi la Sura del Tuono, e prova a vivere con la verità che viene da Allah,
infatti la verità è rappresentata dalle parole di Allah, dal Corano che è la via del bene e
della virtù.
Adesso che hai letto questa nobile Sura non lasciarti ingannare dal falso anche se si
gonfia e si innalza a scapito della verità perché rimane sempre e comunque debole e
senza radici.
Sura XIV : "Ibrâhîm" (Abramo)
Il fine della Sura: Il dono della fede e la disgrazia della miscredenza
Qual è il più grandioso dono che Allah ci ha concesso? Tante persone risponderanno
citando le cose materiali (la moglie, i figli, la casa o i soldi), e se viene chiesto loro
qual è la peggior cosa che può capitare all’essere umano risponderanno: i problemi
della vita, la perdita dei soldi, o il fallimento di un’attività commerciale.
Fortunatamente, la Sura di Abramo corregge questo concetto sbagliato e ci dimostra
che non vi è alcun dono maggiore di quello della fede e che la peggior disgrazia che ci
può capitare è la miscredenza e la lontananza da Allah l’Altissimo.
E’ forse possibile paragonare le tenebre alla luce?
In questa Sura vi è un continuo confronto tra il vero e il falso, tra la gente della fede e
quella della miscredenza, tra le tenebre e la luce. Questo concetto è espressamente
chiaro fin dall’inizio della Sura in quel che può essere tradotto come: “Alif, Lam, Ra.
Abbiamo fatto scendere su di te un Libro affinché, con il permesso del loro
Signore, tu tragga le genti dalle tenebre alla luce, sulla via dell'Eccelso, del Degno
di lode” (TSC-Sura XIV, versetto 1): c'è un significato esplicito che spinge l’uomo
a contemplare i favori di Allah e a scegliere tra le tenebre e la luce (che
rispettivamente rappresentano il male e il bene).
Due volti per un solo giorno
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Il quinto versetto insiste sullo stesso significato, nella storia di Mosè (Pace su con lui),
dicendo quel che può essere tradotto come: “Già Mandammo Mosè con i Nostri
segni: ‘Fa uscire la tua gente dalle tenebre alla luce e ricorda loro i giorni di
Allah’ Ecco dei segni per ogni [uomo] paziente e grato.” (TSC- Sura XIV,
versetto 5). Qual è il rapporto tra i giorni di Allah e la pazienza e la gratitudine? I
giorni di Allah sono quelli in cui, Allah ha fatto scomparire gli iniqui e salvò i virtuosi
nelle precedenti comunità. Questo fu un favore per i credenti e uno sfavore per i
miscredenti. Il credente impara da quei giorni la pazienza e la tolleranza, e in più
ringrazia Allah per il dono della fede. Allah L’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Ecco dei segni per ogni [uomo] paziente e grato.” (TSC, Sura
XIV, versetto 5).
Mosè portò a termine, come gli fu ordinato, il messaggio del Suo Signore, inoltre, egli
ricordò alla gente uno dei più importanti favori: Allah l'Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “E quando Mosè disse al suo popolo: ‘Ricordati i favori che
Allah vi ha elargito, quando vi salvò dalla gente di Faraone che vi infliggeva la
peggiore delle torture. Uccidevano i vostri maschi e lasciavano in vita le femine.’
Era questo una dura prova da parte del vostro Signore.”(TSC- Sura XIV,
versetto 6).
Il sentiero per Allah è dono e gloria, e il contrario non è altro che una perdita e
delusione, e ciò è ben dimostrato nel versetto a proposito di Mosè dove Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Se sarete riconoscenti,
accrescerò [la mia grazia]” (TSC- Sura XIV, versetto 7).
Dopodiché vi è una regola generale ed una promessa per coloro che ringraziano Allah
per i suoi favori. Allah l’Altissimo, dice quel che può essere tradotto come: “E
quando il vostro Signore proclamò: “Se sarete riconoscenti, accrescerò [la mia
grazia]. Se sarete ingrati, in verità il Mio castigo è severo!” (TSC- Sura XIV,
versetto 7).
Anche se il versetto può essere applicato su tutti i favori concessi da Allah, il fatto di
menzionare ciò mentre si sta parlando del favore della fede dimostra la grande
importanza che essa veste. Quindi bisogna ringraziare Allah affinché aumenti la
nostra fede. Invero Egli è Colui che è abbondante in ogni cosa. Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: “disse Mosè: ‘Se sarete ingrati, voi e tutti quelli
che sono sulla terra, Allah [Sappiatelo] di nulla abbisogna, è il Degno di lode”
(TSC- Sura XIV, versetto 8).
Il messaggio dei profeti
I seguenti versetti iniziano a parlare del confronto tra i credenti e i miscredenti, e
diversamente dalle Sure precedenti, non vi è narrata la vicenda di ogni profeta con il
suo popolo, bensì come ognuno di loro si rapportò con i miscredenti. Allah l'Altissimo
dice quel che può essere tradotto come: “Dissero loro i profeti: “Come può esservi
dubbio a proposito di Allah, il Creatore dei cieli e della terra, Colui che vi Si
rivolge per perdonarvi parte della vostre colpe..’ ” (TSC- Sura XIV, versetto 10).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Hai mai pensato alla grandezza di questo dono? Allah, l'Altissimo con tutta la sua
Onnipotenza ti chiama e ti invita per perdonare i tuoi peccati, pur non avendo alcun
bisogno di te?
Ed ecco un altro versetto che insiste sullo stesso precedente concetto. Allah
l’Altissimo, dice quel che può essere tradotto come: “...ma Allah favorisce chi Egli
vuole tra i Suoi servi...” (TSC- Sura XIV, versetto 11).
Doni e disgrazie
Poi si susseguono doni e disgrazie nella Sura: Allah l’Altissimo, dice quel che può
essere tradotto come: “e vi faremmo dimorare sulla terra dopo di loro. Questa [ la
ricompensa] per chi teme la Mia presenza e teme la Mia minaccia.”(TSC- Sura
XIV, versetto 14).
Diversamente da questi altri versetti che ci mettono in guardia dagli sfavori di Allah.
Egli dice quel che può essere tradotto come: “ è destinato all' Inferno e sarà
abbeverato di acqua fetida. che cercherà di inghiottire a piccoli sorsi senza
riuscirvi. La morte lo assalirà da ogni parte, eppure non potrà morire: avrà un
castigo inattenuabile. Questa è la metafora di coloro che rinnegagno il loro
Signore: le loro azionei sarano come cenere sulla quale infuria il vento in un
giorno di tempesta...” (TSC- Sura XIV, versetti 16-18).
E successivamente si presentano versetti che parlano del discorso di Satana
nell'Inferno, che è appunto il culmine della miscredenza.
Il discorso di Satana
Allah l’Altissimo, dice quel che può essere tradotto come: “Quando tutto sarà
concluso, dirà Satana: ‘Allah vi aveva fatto promessa sincera, mentre io vi ho fatto
una promessa che non ho mantenuto. Qual potere avevo mai su di voi, se non quello
di chiamarvi? E voi mi avete risposto" (TSC- Sura XIV, versetto 22).
Immagina un pò la disperazione di colui che sentirà queste parole! Quindi come puoi
obbedire a chi ti rinnegherà poi con queste parole.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Non rimproverate me;
rimproverate voi stessi. Io non posso esservi d'auito. Rifiuto l'atto con cui mi
avete associato ad Allah in precedenza’ In verità gli iniqui [avranno] doloroso
castigo.” (TSC, Sura XIV, versetto 22). Vi è una disgrazia peggiore di questa?
La buona parola
Qui arriviamo ad un versetto fondamentale dove la fede è considerata il dono più
grande che possa essere concesso, e a proposito Allah ci propone una metafora che
può essere tradotta come: “ Essa [La parola] è come un buon albero” (TSC- Sura
XIV, versetto 24). Allah ci ha fatto questo paragone perché la maggior parte delle
persone pensa che i favori di Allah non sono altro che le cose materiali, mentre Egli
qui ci insegna che una sola parola -un solo favore- è più grande di tutti i doni materiali
che l'essere umano può immaginare. Allah, l’Altissimo dice quel che può essere
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
tradotto come: “ Non hai visto a cosa Allah paragona la buona parola\? Essa è
come un buon albero, la cui radice è salda e i cui rami [sono] nel cielo. 25. e
continuamente da frutti, col permesso di Allah. Allah propone metafore agli
uomini affinché riflettano.” (TSC- Sura XIV, 24-25). Così come l'albero che
produce buoni frutti, lo stesso vale per l'albero della parola “Non c’è Dio all'infuori di
Allah”, un albero con solide radici e alti rami, che genera persone credenti, (Come la
gente del Corano, i predicatori, le persone positive e i credenti...) che continuamente
dona raccolti, col permesso di Allah, sottoforma di ricompense e opere di bene che
rappresentano un’elemosina permanente che perdura anche dopo la morte.
Mentre la parola della miscredenza è fragile, cattiva non ha né radici né fondamenta.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “La metafora della
parola cattiva è invece quella di una mala pianta sradicata dalla superficie della
terra: non ha stabilità alcuna” (TSC- Sura XIV, versetto 26).
Non scambiare il dono di Allah
Proseguono i versetti con lo stesso concetto, ovvero il dono della fede e la disgrazia
della miscredenza. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Non li
hai visti, coloro che scambiano il favore di Allah con la miscredenza e trascinano
il loro popolo nella dimora della perdizione,” (TSC- Sura XIV,versetto 28).
Quindi, cosa meritano? Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“nell'Inferno in cui cadranno? Qual trista dimora!” (TSC, Sura XIV, versetto
29).
Stai attento, O fratello musulmano, a non abbandonare il dono della fede, prenditi
cura di esso...e guai a te se diventi come quelli che: “Attribuirono consimili ad
Allah per sviare [la gente] dal suo sentiero...”(TSC- Sura XIV, versetto 30).
Come possiamo allora ringraziare Allah per questo dono?
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “ Di' ai Miei servi cedente
che assolvano l'orazione ediano in pubblico e in privato [parte] dei beni che
abbiamo loro concesso...” (TSC- Sura XIV, versetto 31).
Inoltre la Sura elenca altri esempi di doni concessi da Allah:
“ Allah è Colui Che ha creato i cieli e la terra , e che fa scendere l'acqua dal
cielo...Vi ha messo a disposizione le nave...e vi ha messo a disposizione i fiumi. Vi
ha messo a disposizione il sole e la luna che gravitano con regolarità, e vi ha
messo a disposizione la notte e il giorno.” (TSC- Sura XIV versetti 32-33).
Perchè tutti questi favori sono messi a nostra disposizione? Affinché impariamo a
conoscere Allah, a percepire la sua benevolenza, e a seguire i suoi insegnamenti.
La cosa curiosa è che nel versetto 34 Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “se voleste contare i doni di Allah, non potreste enumerarli."
(TSC- Sura XIV, versetto 34).
E’ anche da dire che il versetto non parla di tutti i favori di Allah, ma se ci
mettessimo a contare le caratteristiche di un solo favore (come il favore del sole) non
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
potremmo mai definirle, cosa dovremo allora dire del più grande favore? Il favore di
credere in Allah e di conoscere la sua retta via?
Il modello di Abramo
La Sura si conclude paragonando due modelli di persone: un modello di colui che ha
vissuto e goduto del favore di Allah, consapevole del dono della fede: (Abramo, Pace
sia su di lui), e un modello di persone che sono invece vissute lontane da Allah,
rimanendo iniqui verso se stessi e verso le loro società.
Abramo ringraziò Allah per il favore che gli fu concesso dicendo quel che può essere
tradotto come: “Lode ad Allah Che, nonostante la vicchiai, mi ha dato Ismaele ed
Isacco. In verità il mio Signore ascolta l'invocazione.” (TSC- Sura XIV, versetto
39).
Egli inoltre fece una richiesta ad Allah -a parte quella di avere un figlio- chiedendoGli
di preservare la sua religione e quella dei suoi figli tramite la preghiera.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “O Signore, concede a me
e ad una parte della mia progenie di assolvere all'orazione. Esaudisci la mia
preghiera, o Signore nostro! O Signore nostro, perdona a me, ai miei genitori e
ai credenti , nel Giorno in cui si tireranno le somme” (TSC- Sura XIV, versetti
40-41).
Percepite l’affetto di Abramo che pregò per noi, per i nostri figli affinché potessero
preservare la preghiera. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“...Avverti le genti [a proposito] del Giorno in cui li colpirà il castigo…” (TSCSura XIV, versetto 44 ).
La Sura termina con uno dei più duri versetti del Corano verso gli iniqui e quelli che
si sono allontanati da Allah. Allah l’Altissimo, dice quel che può essere tradotto
come: “E non credete che Allah sia disattento a quello che fanno gli iniqui.
Concede loro una dilazione fino al Giorno in cui i loro sguardi saranno sbarrati..
Verrano umiliati, la testa immobile, gli occhi fissi, il cuore smarrito. Avverti le
genti [a proposito] del Giorno in cui li colpirà il castigo [Allora] coloro che
saranno stati ingiusti diranno: 'O Signore nostro, concedeci una breve dilazione:
risponderemo al Tuo appello e seguiremo i messaggeri. 'Non giuravate dianzi ,
che per voi non ci sarebbe stato declino?” (TSC- Sura XIV, versetti 42-44).
Ci può essere sfavore, umiliazione e vergogna più di così?
Il dono più grande di questo mondo è che tu possa salvarti da questa situazione (la
resa dei conti di fronte ad Allah), mentre la peggior cosa è essere tra quelli di cui
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Vedrai in quel Giorno i
colpevoli, appaiati nei ceppi : Con vesti di catrame e i volti in fiamme.” (TSCSura XIV, versetti 49-50).
153
Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Questa è la Sura di Abramo, che parla del dono della fede e la disgrazia della
miscredenza. É stata chiamata con il suo nome in quanto egli rappresenta il modello
di chi percepisce coscientemente il dono divino che gli è stato concesso mostrando la
dovuta gratitudine. Per favore leggi questa Sura e ringrazia il Nostro Signore per
questo grandissimo favore accordatoci, affinchè Egli possa innalzare il tuo livello di
fede. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Se sarete
riconoscenti, accrescerò [la mia grazia]" (TSC- Sura XIV, versetto 7).
Sura XV: “Al-Hijr”
La sura Al-Hijr è meccana22 ed è stata rivelata dopo la sura Yusuf. Nel sacro Corano
viene dopo la sura di Ibrahim ed è composta di 99 versetti.
Questa sura è stata rivelata durante un periodo in cui il Profeta (pace e benedizione su
di lui) e i musulmani venivano perseguitati con molta insistenza. È stata rivelata
proprio in un periodo molto simile a quello che viviamo oggigiorno, poichè i
musulmani erano soggetti di sospetto, accusa e deriso.
Per una persona, il deridere e la presa in giro sono probabilmente più difficili da
sopportare dell’abuso fisico, specialmente quando coloro che ti abusano sono più forti
di te, di numero maggiore, e quando sai di essere sul giusto. È una situazione molto
difficile per qualunque essere umano. Perciò fu rivelata la sura Al-Hijr per rassicurare
il Profeta (pace e benedizione su di lui) e tutti i suoi seguaci a quei tempi e in tutti i
tempi, e dir loro di non aver paura perchè sono protetti. Infatti, Dio il Glorioso
l'Altissimo, proteggerà la sua religione e ci si deve affidare a Lui e non abbagliarsi
della forza dei nemici ma perseverare nel richiamare la gente a Lui.
Al-Hijr è una sura rivolta ai divulgatori, per coloro che amano e appartengono l’Islam.
È una sura rivelata con un messaggio di protezione Divina a tutti i divulgatori che
vengono derisi dalla gente per il loro attaccamento alla religione, e a tutte le fanciulle
dalle quali si distanza la gente perchè portano il hijab; e dice loro: Affidatevi a Dio e
non impressionatevi della forza dei vostri nemici, e perseverate nel richiamo a Dio e
all’Islam.
Obbiettivo della Sura:
La rassicurazione che Dio protegge la sua religione e la farà trionfare. Percui non ci si
deve abbagliare dalle altre civiltà e non bisogna fare attenzione all’abuso e il sospetto
di chi ci è contro. Si deve concentrare l’energie al richiamo e alla venreazione di Dio.
È inoltre un messaggio per tutti coloro che temono per l’islam in questo periodo
difficile che viviamo.
22
rivelata durante la permanenza del Profeta, pace e benedizione su di lui, a Mecca
154
Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Questi significati sono chiari nei versetti della Sura dall’inizio alla fine. All’inizio:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "lasciali mangiare e
godere per un periodo, lusingati dalla speranza, ben presto sapranno" (TSCSura XV, versetto 3). E nella fine: "Ben sappiamo che il tuo petto si affligge per
quello che dicono. Glorifica il tuo Signore lodandoLo e sii tra coloro che si
prosternano"(TSC- Sura XV, versetto 98).
I versetti continuano così a rassicurare il credente e a consigliarli di non perdere
tempo nel impressionarsi della forza degl’altri, ma di concentrarsi sulla sua religione,
nel venerare e glorificare Dio fino al termine della propria vita. Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: "E adora il tuo Signore fin che non ti giunga
l’ultima certezza" (TSC- Sura XV, versetto 99).
I versetti che parlano della protezione:
La sura indica la protezione Divina in parecchi argomenti e tra di essi:
1. La protezione del Corano. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: "Noi abbiamo fatto scendere il Monito e Noi ne siamo custodi" (TSC- Sura
XV, versetto 9). Non bisogna dimenticarsi che il Corano è custodito da Allah. E
Colui che custodisce il Corano è capace di custodire e proteggere la sua religione e i
suoi divulgatori.
2. La protezione dei cieli. Allah protegge i cieli dai demoni e rende la visione
piacevole a coloro che alzano gl’occhi a guardarli. Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: "In verità ponemmo costellazioni nel cielo e lo
abbellimmo per coloro che lo osservano. E lo proteggiamo da ogni demone
lapidato. Se uno di loro cerca di origliare, un folgorante bolide lo insegue" (TSCSura XV, versetto 16-18).
3. La protezione della terra. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
"E la terra, l’Abbiamo distesa e vi Abbiamo infisso le montagne e ogni cosa
Abbiamo fatto crescere con dovuta misura." (TSC- Sura XV, versetto 19). Colui
che protegge così ardentemente i cieli e la terra di sicuro Protegge la Sua religione e il
Suo Corano.
4. Protezione dei sostegni. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
"E la terra, l’Abbiamo distesa e vi Abbiamo infisso le montagne e ogni cosa
Abbiamo fatto crescere con dovuta misura. Alimenti vi ponemmo, per voi e per
tutti coloro che voi non nutrite affatto. Di ogni cosa abbiamo tesori, ma la
facciamo scendere in quantita’ misurata."( TSC- Sura XV, versetto 19-21). Tutto
è protetto da Dio; i cieli, il Corano, i credenti.
5. La protezione dei credenti dalle grinfie dei demoni. Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: "Non avrai alcun potere sui Miei servi, eccetto i perduti
che ti obbediranno" (TSC- Sura XV, versetto 42).
6. Gli stessi versetti che annunciano il paradiso ai credenti, spiegano inoltre il
significato di questa protezione. Allah l’Altissimo dice quel che puo’ essere tradotto
come: (Sara’ detto loro): Entratevi in pace e sicurezza!...( TSC- Sura XV,
versetto 46) "Non proveranno fatica alcuna e mai verranno espulsi" (TSC- Sura
XV, versetto 48). Il credente è protetto come i cieli e il Corano, e ciò perchè Dio
Vuole aiutare e dirigere il cuore del fedele alla retta via.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Satana e Adamo (pace su di lui)
Tutte le sure contengono racconti per spiegare il loro obbiettivo principale. Tra queste
narrazioni, una delle più comuni e più raccontata è quella di Adamo (pace su di lui) e
Satana. Ma nella sura Al-Hijr, non si parla di Adamo (pace su di lui) ma di Satana.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Disse: O Signor mio,
concedimi una dilazione fino al Giorno in cui saranno resuscitati. Allah disse:
Che tu sia fra coloro a cui e’ concessa la dilazione. Fino al giorno del momento
fissato. Disse: O Signor mio, poiche’ mi hai indotto all’errore, li attirero’ al male
sulla terra, rendendolo attraente, e certamente li faro’ perdere tutti. Eccetto i
Tuoi servi sinceri" (TSC- Sura XV, versetti 36-40). È importante notare come
intende satana tentare i credenti, imbellendo le cose sbagliate e cosi’ abbagliando la
gente dalla retta via. Questo tipo di bagliore camuffa il giusto e confonde molti di
coloro che sono deboli di volontà e cuore. Ma coloro che sono credenti sono protetti
da Dio e infatti nella sura viene la risposta Divina al nemico di Dio: Allah l’Altissimo
dice quel che può essere tradotto come: "(Allah) disse: Questa sara’ la Retta Via
da Me (custodita). Non avrai alcun potere sui Miei servi, eccetto i perduti che ti
obbediranno" (TSC- Sura XV, versetto 41-42).
Questa sura parla della protezione Divina dei cieli, della terra, del Corano e dei
credenti e quindi non c’è bisogno di avere paura. È stata rivelata durante un periodo
molto difficile per il Profeta (la pace e la benedizione su di lui) e per i suoi seguaci,
quando i loro nemici li abusavano in tutti i modi. È stata rivelata per rassicurarli che
sono protetti da Dio; e oggigiorno si rivolge ai divulgatori della parola di Dio che
anch’essi sono protetti. Siamo tutti protetti affinche’ abbiamo un dialogo e
attaccamento al Signore. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
"Non avrai alcun potere sui Miei servi..." (TSC- Sura XV, versetto 42). È
l’Onnipotente che dichiara questo.
È un versetto pieno di compassione e amore che dimostra il Creatore che difende i
credenti dal loro nemico; ed e’ con orgoglio che ci s’iscrive ai ’i Miei servi’.
"...Eccetto i perduti che ti obbediranno" (TSC- Sura XV, versetto 42) e qui i
perduti sono coloro che hanno scelto la via del demonio, e perciò non sono sotto la
protezione di Dio. E il demone stesso è consapevole di questo fatto proprio perchè
davanti a Dio disse: "Eccetto i tuoi servitori sinceri" (TSC- Sura XV, versetto 40).
Gli abitanti delle roccie 23:
La ragione per la quale questa sura venne chiamata Al-Hijr è perché queste dimore di
roccia erano il posto dove abitava la tribu’ Thamud, il popolo di Saleh (pace su di lui),
e c’è un legame tra la protezione e questo popolo.
Il popolo delle roccie rifiutarono il richiamo di Dio alla retta via della credenza, e
avendo paura della punizione del Signore, decisero di rifugiarsi tra le roccie per
risparmiarsi dalla punizione. E infatti, trovarono e costruirono una bellissima città
dove riuscirono a costruire case sicure sulle montagne rocciose. Allah l’Altissimo dice
quel che può essere tradotto come: "Già gli abitanti di al-hijr tacciarono di
23
le dimore scavate nelle rocce
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
menzogna I messaggeri. Demmo loro I Nostri segni, ma rimasero indifferenti.
Scavavano nelle montagne (le lore) case sicure."( TSC- Sura XV, versetti 80-82).
Erano convinti che abitando nelle case dentro le montagne fossero salvi dal tormento
e la punizione Divina. Queste dimore scolpite nella roccia avrebbero dovuto
proteggerli da qualunque catastrofe della natura, come diluvi e alluvioni. Dice Allah
l’Altissimo quel che può essere tradotto come: "Ma al mattino li sorprese il grido"
(TSC- Sura XV, versetto 83). E il grido non risparmia nessuno, ne muri, ne
montagne… e giunse il mattino per simbolizzare il momento della giornata più sicuro
(le notti sono colme di paura). Il significato che viene posto da questi versetti è che
non c’è riparo e protezione se non da Dio l’Altissimo. Non ci si deve impressionare di
ciò che furono capaci di fare (perciò la sura inizia con l’esempio del potere di Dio
sulla terra) e la loro punizione fu singolare tra le civiltà passate: un Grido terribile dal
quale nulla si salva, ne muri, ne venti, ne acque ne sassi.
Ed è così che questa sura venne chiamata Hijr (le stanze nelle rocce), simbolo della
forza di una grande civilta’ che non si scampò al tormento di Dio dopo la loro
disubbedienza, e ci si deve ricordare che non c’è Protettore se non Dio.
La storia di Lot (pace su di lui):
Per verificare tutti questi significati ci viene narrata la storia di Lot (pace su di lui). Al
popolo di Lot (pace su di lui), la punizione venne mentre erano in uno stato di
passione. Allah l' Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Per la tua vita
(o Muhammad) erano accecati dalla loro lussuria" (TSC- Sura XV, versetto 72),
e pure a loro la punizione giunse il mattino: "Questo decidemmo nei suoi confronti:
che in verita’ tutti gli altri al mattino (seguente) sarebbero stati annientati…
All’alba li sorprese il Grido" (TSC- Sura XV, versetti 66, 73).
Suggerimenti a tutti i divulgatori in tutti i tempi:
Quando si legge questa sura e si percepisce la potenza della protezione Divina, e
l’inutilità di tutto ciò che ci circonda, si giunge ad alcuni importanti consigli verso i
divulgatori della parola di Dio:
1)- Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Ti abbiamo dato dato
i sette ripetuti e il Sublime Corano" (TSC- Sura XV, versetto 87). Equivalente al
possesso di forza e ricchezze materiali dei nemici, Dio ci ha dato la Fatiha (I) e il
Santo Corano. Quindi ci si deve aggrappare a ciò che ci è stato dato da Dio ed essere
orgogliosi senza stare a guardare chi ci sta intorno.
2)- E viene il versetto che Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
"Non volgere gli occhi con invidia dell’effimero benessere che abbiamo concesso
ad alcuni di loro e (neppure devi) rattristarti per loro, abbassa pero’ la tua ala
verso i credenti" (TSC- Sura XV, versetto 88). Non ci si deve impressionare delle
ricchezze di questa vita terrena che si nota nelle civiltà e culture circostanti, ma si
deve essere orgogliosi dell’Islam rimanendo umili verso i nostri fratelli. E non
bisogna farsi imbrogliare dalla tecnologia dell’Occidente e le loro impressionanti
157
Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
costruzioni, perché lo stesso principio Divino che si conforma con i popoli delle
roccie si conforma con gl’equivalenti di questi giorni. Non c'è protettore al di la di
Dio.
3)- Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Proclama con forza
quello che ti e’ stato ordinato e rifuggi dagli associatori" (TSC- Sura XV, versetto
94). In questo momento si è annunciato il predicare apertamente nonostante la
reazione che potrebbe procurare dalla gente circostante, perché Dio l’Altissimo è il
nostro protettore. Questo periodo era il transito dalla predica nascosta a quella aperta
durante la vita del Profeta (pace e benedizione su di lui). I suoi compagni erano
apprensivi per le difficoltà che avrebbero affrontato e quindi venne rivelata questa
sura per rassicurarli e rammentarli che nonostante l’abuso della gente, saranno sempre
protetti da Dio. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Proclama
con forza quello che ti e’ stato ordinato e rifuggi dagli associatori. Noi ti
bastiamo contro chi ti schernisce" (TSC- Sura XV, versetti 94-95).
4)- Allah l’Altissimo dice quel che puo’ essere tradotto come: "Ben sappiamo che il
tuo petto si affligge per quello che dicono. Glorifica il tuo Signore lodandoLo e sii
tra coloro che si prosternano. E adora il tuo Signore fin che non ti giunga
l’ultima certezza" (TSC- Sura XV, versetti 97-99). Ma l’abuso è fastidioso e
difficile da sopportare, e nonostante il musulmano sa di essere protetto da Dio, si irrita
dalle parole della gente, e giunge quindi il versetto come fosse una cura per questo
problema. Ed è così che si chiude la sura sulla protezione, dando un esercizio per
provare veramente il significato di tale protezione: Glorificare e venerare Dio fino
all’ultima certezza, la morte, perché siamo protetti. Si deve lasciare dire a coloro che
vogliono ferire ed irritare i credenti perché la loro fine è come quella degli abitanti
delle rocce.
Abbi cura della tua religione O musulmano e riformati e richiama la gente alla via del
Signore. Verrai così immerso dalla protezione di Allah in questa vita, e vincerai il
paradiso nell’Aldilà.
Sura XVI: “An-Nahl” (Le Api)
La Sura delle Api è stata rivelata a Mecca, dopo quella di Al-Kahf "La Caverna”,
mentre nell'ordine coranico viene dopo la Sura “Al-Hijr”. Secondo la maggior parte
degli studiosi viene identificata come la sura dei doni di Allah.
Ricordali e ringrazia Allah
Prendi carta e penna ed elenca i doni che Allah ti ha concesso e successivamente leggi
la Sura delle Api. Troverai tutto ciò che hai scritto. E se segni in un altro foglio tutte
le grazie che incontri nei versetti, noterai che essi includono qualsiasi cosa l’essere
umano possa pensare.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Questa Sura dunque, dice al suo lettore: -Non ti sei accorto in questo universo di tutti
i doni di Allah?!- sia per quanto riguarda i doni principali (l’esigenze della vita
quotidiana) che quelli nascosti e occulti che l’uomo non percepisce e nemmeno si
accorge di essi. Si!!! Ebbene la Sura parla di tutti i tipi di doni e grazie divine.
Dopo l'esposizione di ogni gruppo, viene un versetto decisivo che fa da intervallo e
che ci informa che Allah è Colui che dona. Infatti, Allah l'Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “Tutto il bene di cui godete appartiene ad Allah” (TSC Sura XVI, versetto 53). E poi ancora dice: “Se voleste contare i favori di Allah,
non potreste enumerarli.” (TSC- Sura XVI, versetto 18).
All’interno della Sura inoltre, ci sono versetti che fanno da pausa tra gli elenchi dei
vari gruppi dei favori, che prima di tutto mettono in guardia dall’errato utilizzo di
questi beni (ovvero per compiere peccati) e dall’altra parte, per sollecitare l'uomo a
ringraziare sempre Allah.
La sura di Abramo e quella delle Api
Ma qual è la relazione tra la sura di Abramo e quella delle Api?
La sura di Abramo focalizza l'attenzione sulla fede, il dono più grande che Allah ci ha
concesso, mentre nella Sura delle Api, vi è un elenco di tutti i tipi di favori, a partire
dai più semplici a quelli più importanti, come la fede e la rivelazione.
Per questo la Sura è incominciata ricordando lo stesso favore con cui è iniziata quella
di Abramo, cioè la rivelazione. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “Alif, Lâm, Râ. Abbiamo fatto scendere su di te un Libro affinché, con il
permesso del loro Signore, tu tragga le genti dalle tenebre alla luce” (TSC- Sura
XIV, versetto 1). Questo era il primo versetto della Sura di Abramo, leggiamo ora
invece il secondo versetto della Sura delle Api: “Per ordine Suo scendono gli angeli
con la Rivelazione, su chi Egli vuole tra i Suoi servi” ( TSC- Sura XVI, versetto
2).
Un’esposizione continua:
La Sura incomincia elencando le grazie divine:
- il favore della Rivelazione, il primo dei doni elencati. Allah l'Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: “Per ordine Suo scendono gli angeli con la Rivelazione ,
su chi Egli vuole tra i Suoi servi: «Ammonite [le genti] che non c'è altro dio
all'infuori di Me. TemeteMi dunque” ( TSC- Sura XVI, versetto 2).
- il favore della creazione dei cieli e della terra. Allah l'Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “Egli ha creato i cieli e la terra secondo verità. Egli è ben più
alto di ciò che Gli associano”( TSC- Sura XVI, versetto 3).
- il favore della creazione umana. Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “Creò l'uomo da una goccia di sperma, ed eccolo manifesto oppositore”
(TSC- Sura XVI, versetto 4), l’anima che è dentro di te non è un gran favore di
Allah? Egli è Colui che ti ha creato, Colui che ti ha portato dal nulla all'esistenza..
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
- il bestiame per trarne il cibo, per vestirsi e per usarli come mezzi di trasporto, Allah
l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Creò le greggi da cui traete
calore e altri vantaggi e di cui vi cibate” (TSC- Sura XVI, versetto 5). E poi
ancora: “E [vi ha dato] i cavalli, i muli e gli asini, perché li montiate e per
ornamento. E crea cose che voi non conoscete”. (TSC- Sura XVI, versetto 8).
Questo versetto non solo indica i mezzi di trasporto, già conosciuti nell'era del profeta
Muhammad (pace e benedizioni su di lui), ma si riferisce anche a tutti i mezzi
moderni. Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E crea cose che
voi non conoscete” alludendo agli aeroplani, le automobili ...ecc.
- il favore di far scendere l'acqua dal cielo; Allah l'Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Egli è Colui che ha fatto scendere l'acqua dal cielo bevanda per
voi ed erba per i pascoli.” ( TSC- Sura XVI, versetto 10).
- il favore delle piante; Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Per mezzo suo ha fatto germinare i cereali e l'olivo, le palme e le vigne e ogni
altro frutto. In verità in ciò vi è un segno per gente che sa riflettere”. ( TSC- Sura
XVI, versetto 11).
- il favore di aver disposto l’universo all’uomo; Allah l'Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “ Vi ha messo a disposizione la notte e il giorno, il sole e la
luna. Le stelle sono sottomesse al Suo ordine. In verità in ciò vi sono segni per
gente che comprende”( TSC- Sura XVI, versetto 12).
Tutto questo grande e meraviglioso universo è a tua disposizione affinché tu, però,
esegua il tuo compito: diventare vicario di Allah sulla terra.
Come sarebbe stata la terra senza ossigeno, sole, calore o luce? Medita.
- L’aspetto estetico della terra. Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “E ha creato per voi sulla terra tutte le cose, di diversi colori. In verità in ciò vi
è un segno per gente che ricorda” ( TSC- Sura XVI, versetto 13).
Sapete dunque qual è il problema? Tutte queste cose le vediamo ogni giorno, ma
siamo sempre così occupati che non contempliamo tutto ciò che ci sta attorno.
La sura viene allora per darci una scossa, per commuovere i nostri cuori e per volgere
la nostra attenzione ai doni divini.
Aiuta il tuo cuore
Ricordare e riconoscere continuamente i favori di Allah è molto importante per i
nostri cuori.
Se ti senti così distratto e cieco da non poter vedere e contemplare i doni di Allah
l'Altissimo attorno a te, segui queste indicazioni:
- Prendi carta e penna e scrivi i favori e doni divini che conosci, contemplali e cerca di
farli percepire dal tuo cuore.
- Abituati a ripetere sempre “Alhamdullillah” (lode ad Allah), anche mentre cammini.
- Con l'inizio della preghiera, leggendo la sura Al-Fâtiha (l'Aprente) medita sulle
grazie e i favori di Allah su di te ed in ogni unità operativa cerca di contemplare uno
di questi doni e ringrazia Allah. Ricordare i doni, aiuta il cuore a ringraziare Colui
che ti dona.
Durante il giorno, l'uomo più di una volta ringrazia i suoi colleghi e compagni, ma
quante volte al giorno si rivolge ringraziando Allah?!
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Altri favori
I versetti, successivamente, parlano di altri favori che Allah ci ha concesso, ad
esempio:
- la disponibiltà del mare; Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Egli è Colui che vi ha messo a disposizione il mare affinché possiate mangiare
pesce freschissimo e trarne gioielli con i quali vi adornate.” (TSC- Sura XVI,
versetto 14).
Nessuno ha meditato sul fatto che noi dall'acqua del mare, che è fonte di molte paure,
possiamo trarre del cibo? Il problema è lo stesso, noi siamo così abituati da non
accorgercene più.
La sura delle Api ci apre, dunque, un nuovo orizzonte, ci dà l'occasione di rivedere e
contemplare tutto il mondo con uno sguardo diverso, ringraziando Allah.
- La grazia della creazione delle montagne; Allah l'Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Ha infisso sulla terra le montagne, affinché non oscilli sotto di
voi” (TSC- Sura XVI, versetto 15).
Allah ha creato le montagne come pali fissi affinchè la terra rimanga sempre stabile
durante le calamità terrestri, come d’altronde viene affermato oggigiorno dalle fonti
scientifiche.
- la grazia della creazione delle stelle; Allah l'Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “{E [ha stabilito] punti di riferimento: le stelle che vi fanno da
guida.” ( TSC- Sura XVI, versetto 16).
Durante i viaggi (specialmente nel passato) le stelle ci orientano nel trovare le
direzioni, sopratutto quella della Qibla24.
- la grazia del latte del bestiame; Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “E invero dai vostri greggi trarrete un insegnamento: vi dissetiamo con
quello che è nei loro visceri, tra chimo e sangue: un latte puro, delizioso per chi lo
beve” ( TSC- Sura XVI, versetto 66).
Nessuno ha mai riflettuto da dove proviene il latte dal buon gusto ed odore? Proviene
dalle viscere dei greggi, nonstante ciò è sempre “un latte puro, delizioso per chi lo
beve” senza alcuna goccia di sangue!
- le grazie dell'udito, della vista e della scienza; Allah l'Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: “Allah vi fa uscire dai ventri delle vostre madri sprovvisti di
ogni scienza}( TSC- Sura XVI, versetto78).
Poi Allah ci concede, per la Sua misericordia, gli strumenti utili per percepire la
scienza; Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “e vi dà udito,
occhi e intelletto. Sarete riconoscenti?” ( TSC- Sura XVI, versetto 78).
- la grazia degli uccelli; Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Non hanno visto gli uccelli sottomessi [ad Allah] nello spazio del cielo, dove solo
Allah li sostiene? In ciò sono segni per coloro che credono” (TSC- Sura XVI,
versetto 79).
24
Direzione della Mecca
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Chi di noi medita e ringrazia Allah? Chi utilizza questi strumenti per fare opere di
bene e per giungere al Suo Compiacimento?
{Se voleste contare i favori di Allah, non potreste enumerarli}
Dopo aver ricordato tutti questi favori, viene il momento di giungere ad un versetto di
estrema importanza; Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Se
voleste contare i favori di Allah,non potreste enumerarli. In verità Allah è
perdonatore, misericordioso” ( TSC- Sura XVI, versetto 18). Perché non
possiamo? Riusciamo ad enumerare tutti i doni, sia quelli palesi che quelli nascosti? E
se questo fosse possibile, comunque non riusciremo ad enumerare tutte le varie utilità
contenute in un solo dono!!!
Allah l'Altissimo dice quello che si può essere tradotto come: “Se voleste contare i
favori di Allah,non potreste enumerarli” (TSC- Sura XVI, versetto 18) e poi “In
verita` Allah e` perdonatore,misericordioso” ( TSC- Sura XVI, versetto 18); che
sta ad indicare che l’essere umano così ingrato non ringrazia Allah, e che se non fosse
stato per la Sua misericordia, il Glorioso l’Altissimo lo avrebbe severamente punito.
L’utilizzo delle grazie per lo scopo sbagliato
L'obiettivo della sura non si limita ad enumerare i favori, ma si concentra anche sul
suo corretto utilizzo, e successivamente giungono dei versetti che ci avvertono da un
loro errato utilizzo (19-29).
Ad esempio, nel versetto 24, misconosce tutti coloro che non hanno riconosciuto il
dono della rivelazione, bensì la rinnegano. Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come:“Quando è chiesto loro : « Cos'è quel che ha fatto scendere il vostro
Signore?», rispondono: « Favole degli antichi »”( TSC- Sura XVI, versetto 24).
Ed è questo ciò che si meritano: “Nel Giorno della Resurrezione, porteranno tutto
il loro carico e pure una parte di quello di coloro che, per ignoranza, sviarono”
(TSC- Sura XVI, versetto 25).
Il seguente versetto invece ci presenta un’orribile scena di coloro che insistono a non
riconoscere i doni di Allah.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:“Coloro che li precedettero
già avevano tramato. Ma Allah ha scalzato le basi stesse delle loro costruzioni, il
tetto rovinò loro addosso e il castigo venne loro da dove non lo aspettavano”
(TSC- Sura XVI, versetto 26).
Diversamente i seguenti versetti (30-32) portano una lieta novella a coloro che
riconoscono e si approfittano giustamente dei favori: Allah l'Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: “Verrà chiesto a quelli che temevano Allah: « Cos'è quel
che ha atto scendere il vostro Signore?». Risponderanno: « Il bene più grande!»”
(TSC- Sura XVI, versetto 30). È chiarissima la distinzione tra quelli che credono e
riconoscono i Suoi favori e quelli che invece li rinnegano (versetto 24).
Così continua il confronto, come nel caso del versetto 28 “[quelli] che gli angeli
[della morte] coglieranno ancora ingiusti verso sé stessi ». Allora faranno atto di
sottomissione [dicendo]: « Non commettemmo male alcuno»” e nel versetto 32
“[coloro] che gli angeli coglieranno nella purezza dicendo loro: «Pace su di voi!
Entrate nel Paradiso, compenso per quel che avete fatto »”.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Il dono dei profeti e della guida
Un gran favore che si ripete nella sura, è quello dei messaggeri e in generale della
guida sulla retta via. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Ad
ogni comunità inviammo un profeta [che dicesse]: « Adorate Allah e fuggite gli
idoli !»” (TSC- Sura XVI, versetto 36). Questo è il dono migliore che l’uomo possa
ricevere, in qualsiasi epoca egli viva.
“Prima di te non inviammo che uomini da Noi ispirati . Chiedete alla gente della
Scrittura , se non lo sapete. }{[Li inviammo] con prove e con Salmi! E su di te
abbiamo fatto scendere il Monito , affinché tu spieghi agli uomini ciò che è stato
loro rivelato e affinché possano riflettervi.” (TSC- Sura XVI, versetti 43-44).
Dunque, nella tua lista dei doni, hai già scritto la grazia dell’invio del Profeta
Muhammad (Pace e benedizioni su di lui) a tutti noi? Ed il dono della rivelazione del
Corano, che di giorno in giorno sentiamo e riconosciamo il suo valore?
Hai pensato un giorno di applicare gli ordini del Corano e della Sunna con
l'intenzione di ringraziare il Signore per questi grandi doni?
{Tutto il bene di cui godete appartiene ad Allah}
Dopo un lungo elenco, giunge il momento di un giudizio fondamentale: Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Tutto il bene di cui godete
appartiene ad Allah” (TSC-Sura XVI, versetto 53), questo per puntualizzare che
riconoscere e sentire i favori, è il primo passo verso il ringraziamento del Creatore.
I favori sono strettamente legati al ringraziamento, e quest’ultimo a sua volta è una
garanzia della continuazione dei doni. Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Se sarete riconoscenti,acrescero` [la Mia grazia]” (TSC- Sura
XIV, versetto 7).
Se l'uomo pensa alle sue origini, scoprirà che egli non possiede nulla. Tutto ciò che
possediamo, a partire dalle risorse essenziali (mangiare, vestire, bere) agli strumenti di
tecnologia moderna (navi spaziali, computer, ecc.), sono frutto della creatività
dell’intelletto umano, uno dei più grandiosi doni che Allah l’Altissimo ci ha concesso.
L'uso scorretto dei doni
Mettendoci in guardia un’altra volta da un uso scorretto dei favori, la Sura ci descrive
una categoria di gente, che implora Allah nei momenti della sventura e compie
misfatti nei periodi di benessere. (I versetti 53-55). Quale sarà il loro destino?
Allah l’Altissimo dice quel che può esser tradotto come: “disconoscendo quello che
abbiamo dato loro. Godete pure [per un periodo], ché ben presto saprete”. (TSCSura XVI, versetto 55).
In questo caso capiamo che il godimento è solo per un breve periodo: {Godete}.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Bada, caro fratello musulmano, quando ti vengono concessi continuamente i doni e i
favori, nonostante ometti di ringraziare Dio, questo può essere una tentazione da parte
dell’Altissimo.
Un orribile esempio sull’errato utilizzo delle grazie è quello di seppellire vive le
bambine appena nate; Allah l’Altissimo dice quel che può esser tradotto come:
“Quando si annuncia ad uno di loro la nascita di una figlia, il suo volto si
adombra e soffoca [in sé la sua ira]. Sfugge alla gente, per via della disgrazia che
gli è stata annunciata: deve tenerla nostante la vergogna o seppellirla nella
polvere? Quant'è orribile il loro modo di giudicare.” (TSC- Sura XVI, versetto
58-59).
Come può mai l’uomo, dopo che Allah gli ha concesso un dono, uccidere un’anima
innocente, commettendo dei peccati?
I Favori della misericordia e della protezione:
Tra i Favori citati nella Sura possiamo notare la Clemenza di Allah l’Altissimo, la Sua
misericordia e la Sua protezione verso i suoi servi. Allah l’Altissimo dice quel che
può essere tradotto come: "Se Allah [volesse] punire [tutti] gli uomini delle loro
colpe, non lascerebbe alcun essere vivente sulla terra.". (TSC – Sura XVI,
versetto 61).
Prova ad immaginare cosa succederebbe se Allah ti privasse della Sua protezione e
Clemenza, smascherandoti per un solo giorno? Cosa succederebbe se ti svegliassi la
mattina e sulla tua porta di casa trovassi la lista con tutti i peccati che hai commesso?
Oppure se questi appaiono scritti sulla tua fronte? Cosa succederebbe se ogni peccato
che commettiamo avesse un odore specifico?
Tra i magnifici Favori che Allah ci ha concesso è che Egli rivela il meglio e il
lodevole di ciò che facciamo, nascondendo tutti i nostri peccati, ad Allah la Lode e la
Grazia.
I Favori della Rivelazione e della pioggia
Tra i Favori che sono sempre citati insieme nella Sura sono: la Rivelazione e la
pioggia.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Abbiamo fatto scendere
il Libro su di te, affinché tu renda esplicito quello su cui divergono [e affinché
esso sia] guida e misericordia per coloro che credono". (TSC – Sura XVI,
versetto 64). Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Allah fa
scendere l'acqua dal cielo e suo tramite rivivifica la terra che già era morta...".
(TSC – Sura XVI, versetto 65).
Qual è lo scopo di citare questi due Favori sempre insieme?
La risposta è che si assomigliano tra loro: la Rivelazione scende portando il bene alla
gente, e rianima i cuori morti, lo stesso vale per la pioggia, quando scende rivivifica
la terra morta.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Ed è così che ti abbiamo
rivelato uno spirito [che procede] dal Nostro ordine.". (TSC –Sura XLII, versetto
52), e ancora: "...colui che era morto, e al quale abbiamo dato la vita...". (TSC –
Sura VI, versetto 122).
Un esempio sull'errato utilizzo dei Favori (il vino)
I versetti ricominciano a metterci in guardia dall'errato modo di utilizzare i Favori.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "[Pure] dai frutti dei
palmeti e delle vigne ricavate bevanda inebriante e cibo eccellente.". (TSC – Sura
XVI, versetto 67).
Questo versetto fu rivelato prima della proibizione del vino. Questo non affronta la
questione da un punto di vista della giurisprudenza musulmana ma mette in guardia
dal vino, visto come una manifestazione del mal utilizzo dei Favori.
Il vino all’origine si costituisce da frutti buoni e da favori divini, ma certe persone
l'hanno utilizzati in modo diverso dallo scopo per cui sono stati creati, e si sono serviti
di esso per inebriare i loro cervelli e per umiliarsi... questa è una grave manifestazione
del mal utilizzo dei Favori.
I doni sociali
Forse ti starai chiedendo: dove sono i Favori della famiglia e del matrimonio nella
Sura? Ti risponde dunque il seguente versetto:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Allah vi ha dato spose
della vostra specie, e da loro vi ha dato figli e nipoti e vi ha concesso le cose
migliori." (TSC – Sura XVI, versetto 72).
La stabilità all'interno della famiglia è uno dei migliori Favori che Allah ci ha
concesso, e proprio per questo viene questo versetto doloroso per mettere in guardia
dall’ingratitudine. Infatti, Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
"...Crederanno al falso e disconosceranno la benevolenza di Allah? Adorano
all'infuori Allah, ciò che non procura loro alcun cibo, né dalla terra né dal cielo e
che non ha alcun potere?" (TSC – Sura XVI, versetti 72-73).
Allah ci ha dato persino le case dove abitiamo. Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: "Allah vi ha concesso riparo nelle vostre case" (TSC – Sura
XVI, versetto 80).
...Gli oggetti che usiamo…. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
"Con la loro lana, il loro crine e il loro pelo [fabbricate] suppellettili e oggetti di
cui vi servite per un [certo] tempo". (TSC – Sura XVI, versetto 80).
… i vestiti che indossiamo…Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: "Vi ha concesso vesti che vi proteggono dal calore e altre che vi
proteggono dalla vostra stessa violenza ". (TSC – Sura XVI, versetto 81).
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Semplicemente l’ombra sotto cui riposiamo; Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: "Con quel che ha creato, Allah vi ha dato l'ombra" (TSC –
Sura XVI, versetti 81).
Per questo viene un versetto centrale dove Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: "... Ha in tal modo completato la Sua benevolenza su di voi,
affinché siate sottomessi." (TSC – Sura XVI, versetto 81).
La gravità dell'errato utilizzo dei Favori
Come abbiamo già affermato in precedenza, i versetti seguono tutti lo stesso schema.
All'inizio vi è un’ondata di Favori, in seguito l’incitazione al ringraziamento, e infine
l’avvertimento dall'errato utilizzo dei Favori.
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Conoscono la
benevolenza di Allah e poi la rinnegano. La maggior parte di loro sono
miscredenti". (TSC – versetto 83) Vi siete accorti che rinnegare i Favori di Allah
potrebbe condurre alla miscredenza (Che Allah ci protegga!!)?
Giungiamo dunque a versetti molto severi che ci mettono in guardia dal violare i
giuramenti e i patti presi con Allah dopo che ci ha concesso i Suoi Favori. Allah
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Non fate come colei che
disfaceva il suo filato dopo averlo torto a fatica" (TSC – Sura XVI, versetto 92).
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Non fate dei vostri
giuramenti mezzi di reciproco inganno, ché altrimenti scivolerebbero i vostri
piedi dopo che erano stati saldi .." (TSC – Sura XVI, versetto 94).
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Non svendete a vil
prezzo il patto con Allah..." (TSC – versetto 95).
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Quello che è presso di voi
si esaurisce, mentre ciò che è presso Allah rimane." (TSC – Sura XVI, versetto
96).
In seguito ci sono altri versetti che ci mettono in guardia dall’ingratitudine verso i
Favori di Allah:
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Allah vi propone la
metafora di una città: viveva in pace e sicurezza, da ogni parte le venivano
approvvigionamenti. Poi rinnegò i favori di Allah e Allah le fece provare la fame
e la paura, [punizione] per quello che avevano fatto" (TSC – Sura XVI, versetto
112).
Questi, in realtà, avrebbero dovuto fare come Allah l’Altissimo dice quel che può
essere tradotto come: "Mangiate le cose buone e lecite che Allah vi ha concesso e
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
rendeteGli grazie della Sua benevolenza, se è Lui che adorate. (TSC – Sura XVI,
versetto 114).
Abramo (Pace su di lui): era riconoscente ad Allah per i Suoi favori
La Sura si conclude con la storia di una persona che ha ringraziato Allah per i Suoi
Favori, è il caso del profeta Abramo (Pace su di lui). Quello che colpisce la nostra
attenzione è che il profeta Abramo viene citato nella Sura con la sua virtù caratteriale
che è in rapporto con lo scopo della Sura. Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: "era riconoscente ad Allah per i Suoi favori." (TSC – Sura XVI,
versetto 121).
Solo dopo che Abramo (pace su di lui) abbia riconosciuto i Favori di Allah, Egli
l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Allah lo scelse, lo guidò sulla
retta via." (TSC – Sura XVI, versetto 121).
Il titolo della Sura
Rimane una domanda importante: perché la Sura s'intitola “An-Nahl” (Le Api)?
Perché la Sura non ha preso il nome dei Favori di cui ha parlato ma è stata intolata
con il nome “le Api”?
Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: "Ed il tuo Signore ispirò
alle api: «Dimorate nelle montagne, negli alberi e negli edifici degli uomini.
Cibatevi di tutti i frutti e vivete nei sentieri che vi ha tracciato il vostro Signore».
Scaturisce dai loro ventri un liquido dai diversi colori, in cui c'è guarigione per
gli uomini". (TSC – Sura XVI, versetti 68-69).
Innanzitutto perché le api, l’organizzazione del loro regno e il modo in cui producono
il miele sono un magnifico Favore di Allah e una delle Sue meraviglie nell’universo.
Secondo, perché i versetti iniziali dicono quel che può essere tradotto come: "Ed il
tuo Signore ispirò alle api..." Questo indica che le api hanno seguito la Rivelazione
divina e che hanno ubbidito ad Allah, o meglio ancora hanno utilizzato i precetti della
Rivelazione per eseguire ciò che gli è stato comandato: "Dimorate... Cibatevi...
vivete...".
Le Api sono un esempio dell’utilizzo dei Favori di Allah nella Sua ubbidienza: e
quando hanno ubbidito ad Allah e hanno eseguito i Suoi comandi, Allah ha fatto
scaturire dai loro ventri un miele benefico che guarisce la gente. Osserva la precisione
dell’espressione coranica della parola "... Scaturisce...": il versetto non dice
“scaturite il miele” perché solo quando le api hanno seguito i comandi di Allah che il
miele diventa sostanza utile e benefica. Questo esempio ci fa pensare alla Rivelazione
che è scesa per la Umma: seguendo gli ordini di Allah, dalla società uscirà il miele e
la luce del Retto Sentiero.
La cosa carina nel regno delle api è che si basa fondamentalmente sulle femmine,
anche il discorso coranico si rivolge a loro con il femminile "..... Cibatevi... vivete..."
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
(nella lingua araba vi è una distinzione tra il “voi” femminile e il “voi” maschile)
perché l’unico ruolo dei maschi nel regno delle api è di fecondare la regina, mentre il
ruolo fondamentale del lavoro, della costruzione e di far scaturire il miele è riservato
alle femmine.
Il Corano e il miele: cura delle anime e dei corpi
Dobbiamo notare inoltre un dettaglio particolare: la parola guarigione è citata nel
Corano soltanto due volte; una volta per parlare del miele e una riferendosi al Corano.
Il Corano, esattamente come il miele, è una guarigione per la gente. Allah l’Altissimo
Ha enumerato in questa Sura tantissimi doni (il più importante è la Rivelazione) e ci
ha messo in guardia dal loro errato utilizzo. Dunque, se sapremo sfruttare il Favore
del miele, i nostri corpi guariranno, e lo stesso vale per il Corano, se sapremo sfruttare
il Favore del Corano guariranno le menti, i cuori e le anime.
Il prezzo del miele
Questa era la Sura “An-Nahl” (le Api), la Sura dei Favori: adesso che hai capito
questo e che ti sei ricordato di tutti i Favori che Allah ti ha donato e se non percepisci
con tutti i tuoi sensi e con ogni piccola particella del tuo corpo che hai bisogno di
ringraziare Allah, allora devi farti un esame di coscienza perché non hai tratto alcun
beneficio da questa Sura che è appunto la Sura delle Lodi, la Sura che ti fa conoscere i
Favori di Allah e il Suo ringraziamento.
A questo punto ci dobbiamo chiedere se usiamo i doni di Allah nella Sua ubbidienza o
no. Se c’è qualcuno che usa i Favori di Allah nella Sua disubbidienza deve avere
paura di questo versetto dove Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: "Allah vi propone la metafora di una città: viveva in pace e sicurezza, da
ogni parte le venivano approvvigionamenti. Poi rinnegò i favori di Allah e Allah
le fece provare la fame e la paura, [punizione] per quello che avevano fatto".
(TSC – Sura XVI, versetto 112).
Chi disubbidisce ad Allah l’Altissimo usando in modo sbagliato i suoi favori, avrà una
vita senza sicurezza, i suoi beni diminuiranno e diverrà povero, affamato e pauroso.
Ed è forse per questo che i doni più importanti che Allah l’Altissimo ha concesso a
Quraysh quelli menzionati nel versetto che dice quel che può essere tradotto come:
"Adorino dunque il Signore di questa Casa , Colui che li ha preservati dalla fame
e li ha messi al riparo da [ogni] timore". (TSC – Sura CVI, versetti 3-4).
Un progetto pratico
Che ne dici di accompagnare la lettura di questa Sura con un progetto pratico che ci
farà cogliere di più i Favori di Allah e ci farà interagire con essa?
Quando leggi la Sura “An-Nahl” (le Api), e ogni volta che troverai la citazione di un
dono, annotalo su un foglio, poi cerca di identificarlo nella tua vita personale con
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
esempi precisi (la sicurezza, la famiglia, il cibo...). dopo, rifletti sul modo in cui potrai
usare questi Favori per ubbidire ad Allah, così realizzerai la volontà di Allah espressa
in questa Sura. (Che Allah ci aiuti!)
Sura XVII : Al-Isrâ' (Il Viaggio Notturno)
La sura Al-Isrâ', “Il viaggio notturno” (meccana), e`stata rivelata dopo la sura AlQasas (Il Racconto) , e nel Corano e` situata dopo la sura Al-Nahl (Le Api).
E`composta da 111 versetti, ed e` inoltre conosciuta come la sura dei Figli di Israele.
La più grandiosa congregazione
Per soffermarsi sull`argomento e sull’obiettivo della sura dobbiamo ritornare alla
storia stessa di AlIsrâ', che narra di quando il Profeta (pace e benedizioni su di lui)
viaggiò di notte dalla Santa Moschea di Mecca alla moschea di AAqsa, “la moschea
remota” di Gerusalemme, viaggio seguito da Al Mi`raj, ovvero l'ascensione verso i
cieli . Data la grandiosità di questi avvenimenti, perché la sura non venne intitolata
Al-Mi`raj?
Qual è il segreto che potrebbe essere celato dietro al nome di questa sura?
Questo grandioso evento ne accompagna un altro della medesima importanza: la più
grandiosa riunione nella storia dell’umanità. La Moschea di Al Aqsa “la moschea
remota”, era in quel momento ricolma di persone eccellenti, i Profeti di Allah
l’Altissimo, da Adamo a Gesù (che la pace sia su di loro), che aspettavano il Profeta
Muhammed (pace e benedizioni su di lui) affinché li guidasse durante la preghiera.
L'imam, la guida dei Messaggeri e dei Profeti
La preghiera del Profeta (pbsl) con gli altri Messaggeri è indice del trasferimento del
Messaggio Divino alla comunità musulmana. Indica anche la leadership del Profeta
(pace e benedizioni su di lui) in questo luogo benedetto,la moschea di A Aqsa, “la
moschea remota”. Come se il significato di tutto ciò fosse: “O Muhammad, e voi
Umma (comunità) di Muhammad, siete divenuti responsabili del Libro, del
Messaggio inviato da Allah all’umanità, che è stato trasmesso da Profeta a Profeta, a
partire da Noè che lo ha custodito assieme ad i suoi figli dopo il diluvio universale,
per poi giungere ad Abramo e, successivamente, a Mosè e a Gesù (pace su di loro) ed
infine a Muhammad (pace e benedizioni su di lui) e alla sua Umma.
La responsabilità della Scrittura
Ad ognuno di questi Profeti venne ordinato di custodire il Libro di Allah ed i suoi
ordini e di intimare ai rispettivi popoli di fare lo stesso e di obbedire alle regole in
esso contenute. Ma in seguito alla morte dei Profeti, i popoli abbandonavano la
scrupolosità nei confronti del Libro: evitavano di adempiere ai doveri indicati ne
distorcevano le regole, modificandone i comandamenti. Così facendo, Allah li
sostituiva con un altro popolo per affidare loro il Libro. L’ultima nazione
responsabile della Scrittura fu quella dei Figli di Israele, che sparsero la corruzione
sulla terra e che non osservarono le regole da essa dettate. Per questo la sura fu
chiamata con il loro nome, perche` tratta appunto del sollevamento dalla
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
responsabilità del Libro da loro comunità a quella di Muhammad (pbsl), e la prova di
cio` sta nel fatto che tutti i Profeti dei Figli di Israele pregarono dietro al Profeta pbsl,
che fece loro da imam. Furono quindi sostituiti da Allah con la Umma di Muhammad
(pbsl); questa sura è una dichiarazione dell'avvenuta consegna del Messaggio. Qual è
dunque l’obiettivo della sura?
L’obiettivo della sura: la percezione del valore del Corano
Come può essere questo l’obiettivo? E cosa lega questo con Al Isrâ' ?
La sura Al Isrâ' è quella in cui viene citato il Corano e il Libro in numero maggiore
rispetto alle altre, e ciò prova l'importanza di custodire il Corano Al Isrâ' stessa è la
rappresentazione dell’evento del trasferimento del Messaggio alla Umma di
Muhammad, ed è come se ci dicesse: “O voi, Umma di Muhammad, siete responsabili
di questo Libro, il Corano. Percepite, dunque la sua importanza, e guai ad
abbandonarlo come fecero le precedenti comunità, perché verrete sostituiti da Allah
come accadde ad esse”.
Rendilo la tua guida
Ali` Ibn Abi Talib trasmesse un detto dell’Inviato di Allah (pbsl) che fissa
l’importanza del Corano nella nostra vita, che è un salvagente per chi lo rende sua
guida. Disse il Profeta (pace e benedizioni su di lui): “Invero sarà per voi una
tentazione” Chiese Ali: - “ Chi è colui che uscirà indenne da questa tentazione, o
Inviato di Allah?” Il Profeta disse:” el Libro di Allah vi è un annuncio di coloro che vi
precedettero e di coloro che vi succederanno, e vi è un giudice tra di voi che vi divide,
il tiranno (oppressore) che lo abbandona (il Corano), Allah lo separa da esso e chi
cerca la guida in qualcosa differente da esso, Allah lo svia. Esso è la corda di Allah
l’Irremovibile. È il Saggio Ricordo ed è la Retta Via , grazie a lui le passioni (brame)
non vengono sviate, con lui non si ingarbugliano le lingue, e non se ne saziano i
sapienti. Non si logora a forza di ripeterlo, e non si possono contrastare i suoi
miracoli. È quello che i jinn (demoni) quando lo ascoltarono non riuscirono a
trattenersi, tanto che dissero: “Invero abbiamo ascoltato una Lettura
meravigliosa”.Chi lo utilizza è veritiero, chi lo usa come mezzo di giustizia, è giusto,
chi pratica ciò che vi è scritto sarà ricompensato e chi lo utilizza per fare appello sarà
guidato sulla Retta Via”Vieni con noi o lettore del Corano, siamo pressappoco a metà del nostro viaggio che
lo riguarda, viaggiamo attraverso la sura e proviamo a percepire la sua grandiosità
attraverso i suoi versetti.
Lo spostamento del Libro tra le comunità
Inizia così la Sura, chiaramente con l’ evento di Al Isrâ'; dice Allah l’Altissimo quello
che può essere tradotto come: “Gloria a Colui che di notte trasportò il Suo servo
dalla Santa Moschea alla Moschea remota di cui benedicemmo i dintorni...”
(TSC- Sura XVII, versetto 1) . E nel secondo versetto Allah l`Altissimo dice quello
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
che può essere tradotto come: “Demmo a Mosè la Scrittura...” (TSC- Sura XVII,
versetto 2).
Questo versetto è stato rivelato dopo l’evento di Al Isrâ' per chiarire ed enfatizzare il
fatto che tutto ciò ha avuto come obiettivo l` annuncio del trasferimento della
Scrittura dagli israeliti alla Umma di Muhammad (pace e benedizioni su di lui). Infatti
possiamo vedere che il secondo versetto narra della comunità che era in possesso del
Libro in precedenza. Allah l`Altissimo dice quello che può essere tradotto come:
“Demmo a Mosé la Scrittura e ne facemmo la Guida per i figli di Israele [dicendo
loro]: "Non prendete altro protettore che Me!" (TSC- Sura XVII, versetto 2).
Come è giunto a loro il Libro? “[Egli era un] discendente di coloro che portammo
insieme a Noé. In verità era un servo riconoscente.” (TSC- Sura XVII, versetto
3).
I tre versetti sono una concreta rappresentazione del trasferimento del Libro tra le
comunità. Cosa fecero con il Libro? Perché furono sostituiti? Allah l’Altissimo dice
quello che può essere tradotto come: “Decretammo nella Scrittura, contro i figli di
Israele: "Per due volte porterete la corruzione sulla terra e sarete
manifestamente superbi" .” (TSC- Sura XVII, versetto 4).
I versetti dal 4 al 7 continuano a focalizzarsi sulla mancanza di responsabilità da parte
delle precedenti comunità, fino a giungere al versetto numero 9 che annuncia che
questa responsabilità viene data alla comunità dell’Islam.
Allah l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come: “In verità questo
Corano conduce a ciò che è più giusto e annuncia la lieta novella ai credenti, a
coloro che compiono il bene: in verità avranno una grande ricompensa,e in
verità per coloro che non credono nell'altra vita abbiamo preparato un doloroso
castigo” (TSC- Sura XVII, versetti 9-10).
Tenetevi dunque saldi a questo Libro, fatene il vostro scudo, affinché guidi voi
musulmani verso ciò che è più giusto…
Il Libro del Giorno del Giudizio
A proposito del Giorno del Giudizio, ecco un versetto che parla del Libro del Giorno
del Giudizio, il Libro delle buone e delle cattive azioni, per chiarire il destino di chi
non si ancora al Libro di Allah nella vita terrena.
Allah l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come: “Al collo di ogni uomo
abbiamo attaccato il suo destino e nel Giorno della Resurrezione gli mostreremo
uno scritto che vedrà dispiegato.[Gli sarà detto:] "Leggi il tuo scritto :oggi sarai
il contabile di te stesso".(TSC- Sura XVII, versetti 13-14).
La questione del Libro, del Corano, è fondamentale nella vita del musulmano; se non
leggi, o musulmano, il Libro di Allah, se non ne capisci i significati e non li metti in
pratica nella vita terrena, cosa farai con il Libro del Giorno del Giudizio?
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Gli ordini del Libro
Allo stesso modo del secondo quarto (del Corano), la sura parla della grandiosità di
questo Libro, perché ordina secondo logica tutto ciò che ci è necessario. Colui che
possiede un sano e puro intelletto, non può fare a meno, quando legge o recita questo
Libro, di sottomettersi e riconoscerne la grandiosità…
Tra i suoi comandamenti vi sono:
-L`amore verso i genitori .Allah l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come:
“Il tuo Signore ha decretato di non adorare altri che Lui e di trattare bene i vostri
genitori. Se uno di loro, o entrambi, dovessero invecchiare presso di te, non dir loro
"uff!" e non li rimproverare; ma parla loro con rispetto, e inclina con bontà, verso di
loro, l'ala della tenerezza; e di': "O Signore, sii misericordioso nei loro confronti,
come essi lo sono stati nei miei,allevandomi quando ero piccolo" . (TSC- Sura
XVII, versetti 23-24).
-L`utilizzo del denaro per compiere opere benevole. Allah l`Altissimo dice quello che
può essere tradotto come: “Rendi il loro diritto ai parenti, ai poveri e al viandante,
senza [per questo] essere prodigo,ché in verità i prodighi sono fratelli dei diavoli
e Satana è molto ingrato nei confronti del suo Signore.” (TSC- Sura XVII,
versetti 26-27).
L’equilibrio tra l’avarizia e la munificenza. Allah l’Altissimo dice quello che può
essere tradotto come: “Non portare la mano al collo e non distenderla neppure con
troppa larghezza, ché ti ritroveresti biasimato e immiserito”. (TSC- Sura XVII,
versetto 29).
L’appello dell’istinto
Sono tutti ordini o divieti che si rivolgono a una mente sana e ad un istinto vivo. Chi
puo` contrastare o ignorare queste parole? Come possiamo abbandonare e non tenerci
saldi a questo Libro? Specialmente visto che contiene ciò che è buono e utile
all’umanità.
Allah l’Altissimo dice quello può essere tradotto come: “Non uccidete i vostri figli
per timore della miseria: siamo Noi a provvederli di cibo, come [provvediamo] a
voi stessi. Ucciderli è veramente un peccato gravissimo. ” (TSC- Sura XVII,
versetto 31).
Allah l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come: “Non ti avvicinare alla
fornicazione. E' davvero cosa turpe e un tristo sentiero” (TSC- Sura XVII,
versetto 32).
Dato che i versetti si rivolgono all’istinto, descrivono la fornicazione dicendo che è un
“tristo sentiero” dato che questo è un atto di profonda turpitudine, anche se alcune
persone dalle anime deboli non se ne rendono conto. Tutto ciò non conduce altro che
alla rovina, alle calamità, alla mancanza di sostentamento, oscurità dei volti,
confusione genetica tra le famiglie e ad una vita infelice.
172
Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Allah l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come:
-“E non uccidete, senza valida ragione, coloro che Allah vi ha proibito di
uccidere” (TSC- Sura XVII, versetto 33).
-“Non toccate i beni dell'orfano se non a suo vantaggio...” (TSC- Sura XVII,
versetto 34).
-“Riempite la misura, quando misurate e pesate con la bilancia più esatta."
(TSC-Sura XVI, versetto 35).
-“Non seguire ciò di cui non hai conoscenza alcuna. Di tutto sarà chiesto conto:
dell'udito, della vista e del cuore.” (TSC- Sura XVII, versetto 36).
-“Non incedere sulla terra con alterigia, ché non potrai fenderla e giammai
potrai essere alto come le montagne !” (TSC- .Sura XVII, versetto 37).
Chi può rifiutare queste parole, e come può il musulmano abbandonare questo Libro,
che gli ordina tutto questo bene e gli vieta ciò che gli nuoce e lo rovina? Allah
l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come: “Tutto ciò è abominio
detestato dal tuo Signore” (TSC- Sura XVII, versetto 38).
Per questo possiamo vedere dai versetti successivi un interessante commento; Allah
l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come: “Ciò è quanto ti è stato
rivelato dal tuo Signore a titolo di saggezza.”( TSC- Sura XVI, versetto 39).
I concetti precedentemente citati costituiscono una grande saggezza, e conducono
l'uomo ad una nobile vita nella terra e nell'Altra vita. Allah l`Altissimo dice quello
può essere tradotto come: “Non porre assieme ad Allah un'altra divinità, ché
saresti gettato nell'Inferno, bandito e reietto.” (TSC- Sura XVII, versetto 39).
Abbiamo concepito la grandiosità di questo Corano? Allah Il Glorioso, l’Altissimo ci
informa che in questo Corano è presente tutto il bene di cui possiamo aver bisogno.
Allah l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come: “In verità abbiamo
esposto [la dottrina ] in questo Corano perché [i miscredenti] dessero ascolto, ma
ciò non fa che aumentare la loro avversione”. (TSC- Sura XVII, versetto 41).
Il valore del Corano
Questi versetti non hanno solamente mostrato la grandiosità del Corano e il valore
delle sue regole, ma, tra un versetto e l'altro, hanno anche enumerato le qualità del
Libro, infatti questa è considerata una fra le sure in cui si fanno riferimenti diretti al
Corano.
Per esempio, il Corano agisce come scudo per la sua gente. Allah l’Altissimo dice
quello che può essere tradotto come: “Quando leggi il Corano, mettiamo una
spessa cortina tra te e coloro che non credono nell'altra vita. Abbiamo
avviluppato i loro cuori e nelle loro orecchie abbiamo posto un peso, affinché non
possano comprenderlo . Quando menzioni nel Corano il tuo Signore, l'Unico,
voltano le spalle con ripulsa.” (TSC- Sura XVII, versetti 45-46).
173
Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Il Corano racchiude tutti i segreti della storia e le regole per la costituzione delle
civiltà. Allah l’Altissimo dice quel può essere tradotto come: “Non vi è città che non
distruggeremo prima del Giorno della Resurrezione o che non colpiremo con
severo castigo; ciò è scritto nel Libro.” (TSC- Sura XVII, versetto 58).
Il lettore che ha compiuto questo viaggio assieme a noi, giungendo alla metà esatta
del Corano ovvero alla 15 esima parte, può notare la puntualizzazione della sura AlIsrâ' riguardo alla grandezza del valore di questo Sacro Libro. I lettori sono
incoraggiati a percepirne il significato e sono avvisati di non leggere con indifferenza
i suoi versetti; questi versetti infatti possono costituire una grandiosa occasione per
aumentare il proprio status nel Giorno del Giudizio, come si può vedere dal detto del
Profeta (pace e benedizioni su di lui): “Verrà detto al lettore del Corano, nel Giorno
del Giudizio: “ Recita e sali più in alto, e salmodia , perché la tua dimora si accorda
all’ultimo versetto che reciterai”25
Dunque il numero dei livelli del Paradiso, caro fratello e cara sorella musulmani,
equivale al numero dei versetti del Corano. Non vuoi forse il Paradiso? Non lo sogni,
non lo desideri? Non vorresti raggiungere il rango più alto, il Firdaws Al a'ala?
Allora insisti nella sua lettura, soprattutto durante la preghiera del fajr (alba) e durante
la preghiera notturna. Allah l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come:
“Esegui l'orazione, dal declino del sole fino alla caduta delle tenebre [e fa']la
Recitazione dell'alba, ché la Recitazione dell'alba è testimoniata” . (TSC- Sura
XVII,
versetto
78).
“Veglia [in preghiera] parte della notte, sarà per te un' opera supererogatoria ;
presto il tuo Signore ti risusciterà ad una stazione lodata” . (TSC- Sura XVI,
versetto 79).
Cura e misericordia per i credenti
Ascolta la Parola Divina, in cui Allah l`Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “Facciamo scendere nel Corano ciò che è guarigione e misericordia per i
credenti e ciò che accresce la sconfitta degli oppressori” . (TSC- Sura XVII,
versetto 82).
Come abbiamo già detto nella sura “Al-Nahl” (Le Api), la parola "guarigione" nel
Libro è associata unicamente al miele e al Corano; questo perché il miele rappresenta
la guarigione dei corpi dalle malattie, mentre il Corano rappresenta la guarigione dei
cuori e una cura per le anime dei credenti che riconoscono la sua importanza.
La sfida del Corano
I versetti che parlano della grandiosità del Corano sono numerosi in questa sura.
Allah l’Altissimo dice quel può essere tradotto come: “Di': "Se anche si riunissero
gli uomini e démoni per produrre qualcosa di simile di questo Corano, non ci
25
Hadith buono, narrato da Al Albani
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
riuscirebbero, quand'anche si aiutassero gli uni con gli altri".(TSC- Sura XVII,
versetto 88).
Sii orgoglioso di questa sfida, valida tuttora e fino al Giorno del Giudizio. Allah
l’Altissimo dice quel può essere tradotto come: “In questo Corano abbiamo
proposto agli uomini ogni specie di metafora. La maggior parte di loro rifiuta
[tutto quanto], eccetto la miscredenza”. (TSC- Sura XVII, versetto 89). Tutto ciò
di cui si ha bisogno per ottenere benessere è presente in questo Corano, ma la
maggioranza delle persone sceglie la miscredenza.
Il ruolo del Corano
Allah l’Altissimo dice quel può essere tradotto come: “Con la verità abbiamo fatto
scendere [il Corano] e con la verità è sceso: non ti inviammo se non come
annunciatore di buona novella e come ammonitore. E' un Corano che abbiamo
suddiviso, affinché tu lo reciti lentamente agli uomini e lo facemmo scendere
gradualmente “.(TSC- Sura XVII, versetto 105-106) .
La sura venne intitolata"Al-Isrâ'" per ricordarci ogniqualvolta la leggiamo di quando
il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ha ricevuto il Messaggio Divino durante
questo miracoloso viaggio e la successiva consegna a noi.
E dato che abbiamo accettato la responsabilità del Corano, è necessario che ne
aumentiamo la lettura, non solo durante il mese di Ramadan, ma anche nel resto
dell'anno. E' necessario tenerlo in considerazione, insegnarlo a chi ci sta attorno,
divulgarlo e utilizzarlo come guida.
Coloro che amano il Corano
Al termine della sura, vengono ricordate persone che amano moltissimo il Corano,
che ne hanno capito l’obiettivo e si sono fatti sinceramente sommergere dalle sue
parole. Allah l’Altissimo dice quel può essere tradotto come: “Di': "Crediate in esso
oppure no, coloro ai quali in precedenza fu data la Scienza si gettano prosternati, i
volti contro la terra, quando viene loro recitato e dicono: "Gloria al nostro Signore!
La promessa del nostro Signore si realizza". Cadono prosternati sui loro volti,
piangendo, e la loro umiltà si accresce. (TSC- Sura XVII, versetti 107-109).
E' una benedizione da parte di Allah il fatto che possiamo vedere alcuni giovani che si
comportano come queste persone, specialmente durante il mese di Ramadan. Li
osservi e li vedi: “Cadere prosternati sui loro volti, piangendo” e ogni qualvolta
vengono loro recitati i suoi versetti "la loro umiltà si accresce ". Tutto ciò è
rassicurante; quando i giovani raggiungono un rapporto simile nei confronti del Libro
, si intuisce un promettente futuro per questa comunità.
Eleva alcuni popoli e ne ne distrugge altri
Se non siamo tra gli amanti del Corano citati nei precedenti versetti, allora gli stessi ci
mettono in guardia dall’essere sostituiti. Allah l’Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Crediate in esso oppure no” (TSC- Sura XVII, versetto 107).
175
Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Le precedenti comunità trascurarono il Libro e il suo annuncio, quindi fu loro tolto e
consegnato alla comunità successiva e poi a quella dopo, fino a giungere a noi. Quindi
cosa succederebbe a questa comunità se trascurasse questo “Patto”?
Invero il rendiconto nel Giorno del Giudizio sarà arduo, perché siamo l’ultima
comunità che ha assunto questa responsabilità. Quindi non dobbiamo trascurarla, ma
sforzarci di sostenerla e applicare il detto del Profeta (pbsl): “Ho lasciato tra di voi ciò
che se manterrete con cura non vi farà smarrire mai, dopo di me: il Libro di Allah e la
mia Sunna (detti e fatti del Profeta, pbsl)”. Non vi è dunque rinascita per la nostra
comunità, progresso, dignità e abbandono delle tenebre per la luce se non per mezzo
di questo Libro. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Abbiamo
fatto scendere su di te un Libro affinché, con il permesso del loro Signore, tu
tragga le genti dalle tenebre alla luce,”(TSC- Sura XIV, versetto 1).
Tesori delle ricompense
Prova a percepire, mentre leggi il Corano, oltre alla sua grandiosità e alla sua
importanza, il numero di ricompense che lo accompagna.
Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) disse: "Chi legge una lettera del Corano
acquisisce una ricompensa , ed una equivale a 10. E non dico che “alif lam mim“
siano una lettera, ma alif è una lettera, lam è un’altra e mim un’altra”…26
Se leggi “Bismi Allah Ar-rahman Ar-rahim” ovvero "Nel nome di Allah il Clemente,
il Misericordioso", per esempio, che è composto da diciannove lettere in lingua araba
acquisisci 190 ricompense... In un juz, unità di misura che consta di circa settemila
lettere il musulmano acquisisce settanta mila ricompense, per non parlare dei periodi
particolarmente favorevoli come quello della preghiera dell’alba, il “Fajr”, di quella
notturna, e nel corso del mese di Ramadan, durante i quali la ricompensa è maggiore.
Migliaia di ricompense nella lettura di un Juz, che non ci prende più di tre quarti
d’ora; pensiamo invece a coloro che lo memorizzano o a chi ascolta i versetti con
l’intenzione di seguirli e di applicarli. Pensa invece a chi capisce il Corano e conosce
il volere di Allah in ogni sura. Quindi qual'è la condizione di chi sente che il Corano è
un patto a cui è legato, tanto da invogliare coloro che gli stanno attorno alla sua lettura
spiegandone alcuni meravigliosi concetti?
È necessario che il giovane musulmano che legge la sura Al-Isrâ' e capisce la volontà
del nostro Signore, si rapporti con il Libro d’ora in avanti con la massima serietà e
che progetti la sua vita per essere tra la gente che lo ama, i preferiti di Allah.
Da Al-Isrâ' (il viaggio notturno ) ad Al- Kahf (La Caverna)
E' interessante notare che il significato del Corano prosegue fino alla conclusione
della sura Al-Isrâ' , fino ad arrivare alla sura Al-Kahf ( la Caverna). Dopo che la sura
26
Hadith classificato come autentico da Al Albani.
176
Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
si conclude con una prosternazione, che permette di percepire in essa la bellezza del
Corano e di piangere per umilità verso Allah, e dopo averLo lodato per la grazia del
Sacro Libro, la sura del Kahf (La Caverna) inizia con il ringraziamento verso Allah.
Allah l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come: “La lode [appartiene] ad
Allah, Che ha fatto scendere il Libro sul Suo schiavo senza porvi alcuna
tortuosità” (TSC- Sura XVIII, versetto 1 ).
Sura XVIII : Al-Kahf “La Caverna”
Al-Kahf (La Caverna) è una sura Meccana di 110 versetti. Essa fu rivelata dopo AlGhâshiya (L’Avvolgente), mentre nell’ordine del Corano si colloca dopo Al Isrâ’ (Il
Viaggio Notturno).
Diversi fili per un unico tessuto
La sura della Caverna contiene quattro racconti: la gente della Caverna, il padrone dei
due giardini, l’incontro di Mosè con Al-Khidr e la vicenda di Dhul Qarnain (il
Bicorne), oltre a qualche versetto dopo ogni racconto per commentarlo. Qual è il
rapporto tra i quattro racconti? Perché si chiama la Caverna e perché è raccomandata
la sua lettura ogni Venerdì?
La ricompensa di chi recita Al-Kahf“La Caverna”
Il profeta dice: “Chi legge la sura della Caverna il venerdì, Allah gli accenderà una
luce che da sotto i suoi piedi giungerà al firmamento”. Dice anche: “Chi recita gli
ultimi dieci versetti della Caverna, si preserva dall’aberrazione del Daggial
(Anticristo)”. In un altro detto: “Chi dovesse incontrare Addaggial, gli reciti in faccia
i primi versetti della Caverna”, lo ha tramandato Muslim. Quindi, qual è il rapporto
tra la Sura della Caverna e l’Anticristo? E quale legame unisce i quattro racconti della
sura?
La caverna della misericordia
La prima storia racconta di un gruppo di giovani che crederono in Allah l’Altissimo,
ed invitarono gli altri ad adorarlo benché il proprio villaggio fosse governato da un
tiranno infedele. Quando essi presentarono la loro religione alla gente, nessuno
accettò di abbracciarla. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“fortificammo i loro cuori quando si levarono a dire: «Il nostro Signore è il
Signore dei cieli e della terra: mai invocheremo dio all'infuori di Lui, ché allora
pronunceremmo un'aberrazione. Ecco che la nostra gente si è presa degli dei
all'infuori di Lui. Perchè non adducono una prova evidente su di loro? Qual
peggior iniquo di chi inventa menzogne contro Allah?” (TSC – Sura XVIII,
versetto 14-15).
Inoltre a non essere creduti, i giovani furono anche perseguitati. Allah, perciò gli
ispirò di rifugiarsi in una caverna. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto
177
Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
come: “rifugiatevi nella caverna: il vostro Signore spargerà su di voi la Sua
misericordia e deciderà del vostro caso nel migliore dei modi»” (TSC – Sura
XVIII, versetto 16).
Allah li sostenne con dei gran miracoli e: “Rimasero trecento anni nella loro
caverna, e ne aggiungono altri nove” (TSC – Sura XVIII, versetto 25)…“Avresti
visto il sole, al levarsi sfiorare a destra la loro caverna, e scostarsi a sinistra, al
calare mentre loro erano in un ampio spazio. Questi sono i segni di Allah. Colui
che Allah guida è ben guidato, ma per colui che Egli svia non troverai patrono
alcuno che lo diriga.” (TSC – Sura XVIII, versetto 17). Lo scopo di questi miracoli
era di proteggere i giovani ragazzi fino al loro risveglio. Avvenuto 309 anni dopo, essi
scoprirono che tutti i cittadini erano diventati credenti e che nella società regnava la
fede.
L’arroganza sfida la fede
Il secondo racconto tratta di un uomo a cui Allah donò tanta fortuna, però nel godersi
tutti i suoi beni, egli si scordò del Donatore, anzi osò mettere in questione i principi
della fede: “Proponi loro la metafora dei due uomini: ad uno di loro demmo due
giardini di vigna circondati da palme da datteri, separati da un campo
coltivato.”(TSC- Sura XVIII, versetto 32).
“non credo che l'Ora sia imminente, e se mi si condurrà al mio Signore,
certamente troverò qualcosa di meglio che questo giardino!».” XVIII, 36.
“Fu distrutto il suo raccolto, ed egli si torceva le mani per quello che aveva speso:
i pergolati erano distrutti. Diceva: « Ah! Se non avessi associato nessuno al mio
Signore! ».” (TSC- Sura XVIII, versetto 42)
Come comportarsi con il destino di Allah?
La terza storia racconta del profeta Mosè, pace su di lui, e del suo incontro con Al
Khidr. Un giorno qualcuno chiese a Mosè chi era la persona più sapiente della terra.
Sapendo che egli era uno dei profeti preferiti di Allah, egli rispose che era lui. Fu
convinto che una tale qualità nessuno tranne lui poteva averla. Allah, tuttavia, gli
rivelò che esisteva chi era più sapiente di lui. Per incontrarlo Allah gli chiese di
andare alla confluenza dei due mari. Dopo aver percorso una lunghissima distanza
Mosè si fermò e disse al suo giovane servo: “…ci siamo affaticati in questo nostro
viaggio!».”(TSC- Sura XVIII, versetto 62).
Mosè fece un grande sforzo per incontrare l’uomo pio che possedeva un sapere raro,
vale a dire la confidenza nel destino di Allah, nel Suo potere e nella Sua perfetta
gestione di questa vita. In poche parole, è la scienza di saper conoscere bene Allah.
Prima di permettere a Mosè di accompagnarlo, Al Khidr gli impose delle condizioni:
“«Se vuoi seguirmi, non dovrai interrogarmi su alcunché prima che io te ne
parli»” (TSC- Sura XVIII, versetto 70). Mosè accettò dicendo quel che può essere
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
tradotto come: “…« Se Allah vuole sarò paziente e non disobbedirò ai tuoi
ordini»” (TSC- Sura XVIII, versetto 69).
Durante il loro cammino insieme accaddero tre incidenti che in apparenza
sembravano negativi o ingiusti:
La nave che Al Khidr perforò perché ci fu un re tiranno che s’impossessava con la
forza di qualsiasi nave adatta alla navigazione.
Il ragazzo che Al Khidr uccise per evitare che estenuasse i suoi genitori credenti con
la ribellione e la miscredenza.
Il muro che Al Khidr ristrutturò senza retribuzione in una città dove la sua presenza
non fu nemmeno gradita e da dove fu cacciato via. Egli lo fece per tenere al sicuro il
tesoro, sepolto sotto il muro, di due ragazzini orfani.
L’elemento comune fra queste vicende è la saggezza invisibile di Allah che esse
comprendono. Difatti, è questa impercettibilità che rende in apparenza le azioni del
khidr ingiustificabili. Questo c’insegna che Allah l’Altissimo ci predestina a fare delle
azioni senza che ci accorgiamo, a volte, della saggezza e del bene che includono.
Questa è la scienza che non si trova nei libri e che Allah ha insegnato a Mosè e che ha
voluto trasmettere anche a noi.
Gli abbiamo dato ampi mezzi sulla terra
L’ultimo racconto è del Bicorne, il re giusto che diffondeva il vero, il bene e la
giustizia nella terra e che possedeva tutti i mezzi materiali (dalla scienza alla
tecnologia) per avere potere e successo nella vita. Allah l’Altissimo dice ciò che può
essere tradotto come: “gli abbiamo dato ampi mezzi sulla terra e modo di riuscire
in ogni impresa.”, (TSC- Sura XVIII, versetto 84)
Il Bicorne spaziava tra gli estremi orizzonti della terra per spargere la giustizia e la
benevolenza fino al suo incontro con un popolo che quasi non comprendeva nessun
linguaggio, che gli disse quel che può essere tradotto come: «O Bicorne, invero Gog
e Magog portano grande disordine sulla terra! Ti pagheremo un tributo se
erigerai una barriera tra noi e loro.” (TSC- Sura XVIII, versetto 94).
Il Bicorne poteva costruire la barriera da solo, tuttavia ha chiesto l’aiuto di quel
popolo per insegnargli la positività: “Voi aiutatemi con energia e porrò una diga
tra voi e loro.” (TSC- Sura XVIII, versetto 95). E’ riuscito a costruire la barriera
che regge fino ad oggi e che terrà Gog Magog lontani e sconosciuti a tutti fino al loro
straripamento verso la fine del mondo.
Il nesso fra i quattro racconti:
È importante sapere che il Corano non ci narra racconti separati, bensì legati fra loro
per costruire e servire un significato specifico. Difatti, il racconto di Mosè non è
connesso al Faraone oppure al miracolo del bastone perché l’argomento e la lezione
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
da imparare sono diversi in questo luogo. Qual è il filo conduttore fra i quattro
racconti?
Tutti i quattro parlano delle prove e delle tentazioni maggiori nella vita degli esseri
umani:
La prova della religione: come nel caso delle persone che sotto il tormento, la sevizia
o la minaccia possono allontanarsi o rinunciare alla religione. È a questo tipo di prova
che la gente della caverna fu sottoposta e al quale riuscì a scampare.
La prova dei soldi: fu quella del padrone dei due giardini, che fu talmente accecato dai
suoi beni che rinnegò l’aldilà: “non credo che l'Ora sia imminente, e se mi si
condurrà al mio Signore, certamente troverò qualcosa di meglio che questo
giardino!».” (TSC- Sura XVIII, versetto 36)
La prova del sapere: in questo caso l’uomo diventa eccessivamente orgoglioso. Di
conseguenza, egli si scorda della modestia o impara una scienza inutile alla società o
che la danneggia. Il racconto di Mosè con Al Khidr illustra la prova della scienza.
Difatti, Mosè in un momento di distrazione pensa di essere la persona la più sapiente
di tutti, ma quando viene a sapere che c’è chi detiene più sapere di lui, egli percorre
lunghissime distanze per incontrarlo e imparare in tutta umiltà da lui. Allah
l’Altissimo dice ciò che può essere tradotto come: “Chiese [Mosè]: «posso seguirti
per imparare quello che ti è stato insegnato [a proposito] della retta via? » (
TSC- Sura XVIII, versetto 66).
4- La prova del potere: come nel caso di chi gli sono stati dati mezzi materiali e
tecnologici, potere ed influenza ma invece di adoperarli per il bene di tutti, egli li
utilizza per opprimere la gente scordandosi della presenza del Potente. La storia del
Bicorne insegna il comportamento giusto in un caso del genere. Egli, malgrado i suoi
mezzi, fu un re giusto che attribuiva i suoi meriti e il suo potere ad Allah e a Lui solo:
“Disse: « Puniremo chi avrà agito ingiustamente e poi sarà ricondotto al suo
Signore che gli infliggerà un terribile castigo. E chi crede e compie il bene avrà la
migliore delle ricompense e gli daremo ordini facili»” (TSC- Sura XVIII, versetti
87-88)…“Disse: « Ecco una misericordia che proviene dal mio Signore” (TSCSura XVIII, versetto 98).
Il manipolatore dei fili della tentazione
Queste quattro prove rappresentano il punto comune fra i quattro racconti. Verso la
metà della sura, il versetto 50 ci informa del vero manipolatore dei fili della
seduzione, in altre parole di Satana, il nemico di Allah. L’Altissimo dice ciò che può
essere tradotto come: “Prenderete lui e la sua progenie come alleati in luogo di
Me, nonostante siano i vostri nemici? Un pessimo scambio per gli ingiusti.”
(TSC- Sura XVIII, versetto 50).
La protezione contro le tentazioni
L’idea principale della sura, quindi, è l’immunità davanti alle prove. Com’è già stato
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
menzionato nel detto del profeta, La Caverna protegge dalla più difficile prova nella
storia dell’umanità vale a dire quella del Daggial (l’Anticristo). Il nostro profeta dice:
“Tra la creazione di Adamo e l’arrivo dell’Ultima Ora non vi è fatto più grave
dell’apparizione del Daggial”, tramandato da Al Hakem. Perciò ci viene da chiedere
del rapporto che esiste fra le quattro prove e quella del Daggial?
Il Daggial apparirà prima del giorno della resurrezione per tentare la gente con i
quattro elementi già citati. Cercherà di allontanare la gente dalla loro fede chiedendo
loro di adorare lui anziché Allah tentandogli con atti miracolosi come il far rinascere
un genitore defunto. A parte coloro che Allah salverà, tanti cederanno alle sue
tentazioni. La ricchezza è un altro mezzo con cui riuscirà a sedurre tantissimi.
Ordinerà il cielo per esempio di piovere in un certo luogo che si coprirà di
vegetazione oppure trasformerà i deserti aridi in paradisi verdeggianti. Con la sua
scienza, sedurrà la gente che lo crederà e lo seguirà. Finalmente con il suo potere e la
sua autorità riuscirà a sottomettere la gente e a dominare la maggior parte di questa
terra tranne La Mecca e La Medina. Queste sono tentazioni gravi alle quali tutte le
persone in tutti i tempi devono stare attenti e dai quali devono proteggersi leggendo la
sura della Caverna e riflettendo sui suoi significati soprattutto quelli inclusi nei
quattro racconti e nel commento con il quale Allah li conclude.
Lo scopo della sura è di proteggere contro le tentazioni
Dopo di ciascuno dei quattro racconto accomunati dall’elemento della prova, segue un
commento che contiene la morale della storia e che ci insegna come possiamo
proteggerci dalle tentazioni. Nel Corano non si narrano mai i racconti senza scopo, il
che rappresenta una delle meraviglie del Libro. Difatti, l’obiettivo principale di questa
sura è di insegnarci come passare con successo le diverse prove. Com’è possibile
farlo?
Le barche della salvezza
1- La buona compagnia:
Come prima prova citata nella Sura vi è quella della religione, presente nella storia
della gente della Caverna. Affinché ci sia perseveranza nella religione e protezione da
queste prove, la Sura della Caverna ti consiglia dunque:
a- La buona compagnia: Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “E persevera insieme con coloro che invocano il loro Signore al
mattino e alla sera, desiderando il Suo Volto. Non vadano oltre loro i tuoi
occhi, in cerca degli agi di questa vita”. (TSC- Sura XVIII, versetto 28).
Avere della buona compagnia è il miglior ausilio all’uomo affinché
possa mantenere il suo impegno…
b- Rimembranza del Giorno del Giudizio: il ricordo continuo del destino dei
fedeli e degli infedeli è il rimedio più utile per salvaguardare il credente dalle
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
tentazioni che può incontrare. Allah l'Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “In verità abbiamo preparato per gli ingiusti un fuoco le
cui fiamme li circonderanno, e quando imploreranno da bere, saranno
abbeverati da un'acqua simile a metallo fuso che ustionerà i loro volti.
Che terribile bevanda, che atroce dimora!”. (TSC- Sura XVIII, versetto
29).
2- Non legarti alla vita:
Per evitare l'attrattiva del denaro, in cui il proprietario dei due giardini è caduto, ci
sono due questioni che giungono direttamente dopo l’episodio:
a- La verità della vita: questo è chiaramente noto nel primo versetto, subito dopo
la fine della storia. Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come:
“Proponi loro la metafora di questa vita”, vi prego di guardare questa vita a
cui siete strettamente legati “è simile ad un'acqua che facciamo scendere
dal cielo”, che cosa è avvenuto? “la vegetazione della terra si mescola ad
essa”, cosi velocemente e poi: “..ma poi diventa secca stoppia che i venti
disperdono. Allah ha potenza su tutte le cose”. (TSC- Sura XVIII, versetto
45). Il versetto c'illustra alcuni istanti molto rapidi a partire dall'origine della
vita, seguita dalla parte centrale e infine giunge al termine. Dei veloci attimi,
appunto, legati tutti alla particella “fa” (è una preposizione con valore
coordinativo, aggiuntivo e congiuntivo) che anticipa i seguenti verbi: “..si
mescola.... diventa..". (Nella versione originale araba questa particella ha la
funzione di rendere una successione rapida di eventi nel tempo) Questa vita è
evanescente, finisce velocemente, dunque, O Credente, se vuoi salvarti dalle
tentazioni non attaccarti troppo ad essa.
b- Ricordare il giorno del giudizio: è necessario commemorare questo Giorno,
soprattutto nel momento in cui si è davanti ad Allah, il Potente, che ti
protegge, di conseguenza, dalle tentazioni (tentazione della religione e
attrattiva del denaro). Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto
come:
- “Nel Giorno in cui faremo muovere le montagne vedrai la terra
spianata e tutti li riuniremo senza eccezione...” (TSC- Sura XVIII,
versetto 47).
- “Compariranno in file schierate davanti al tuo Signore: «Eccovi
ritornati a Noi come vi creammo la prima volta”. (TSC- Sura
XVIII, versetto 48).
- “E vi si consegnerà il Registro. Allora vedrai gli empi, sconvolti da
quel che contiene. Diranno: «Guai a noi! Cos'è questo Registro che
non lascia passare azione piccola o grande senza computarla!». E
vi troveranno segnato tutto quello che avranno fatto. Il tuo Signore
non farà torto ad alcuno”. (TSC- Sura XVIII, versetto 49).
3- L’umiltà:
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Per evitare l'arroganza e l'incanto eccessivo verso le proprie conoscenze, è necessario
prima di tutto essere umili verso Allah, e poi all’insegnante (l’esempio del rapporto di
Mosè verso Al Khidr). E’ questo che Allah l'Altissimo dice, per mezzo di Mosé nel
versetto (69), con quel che può essere tradotto come: “Disse [Mosè]: «Se Allah vuole
sarò paziente e non disobbedirò ai tuoi ordini»”. Disse così pur essendo un profeta,
un Messaggero risoluto, che ha parlato direttamente con Allah l’Altissimo. Dunque,
non essere superbo del tuo diploma universitario o della tua larga conoscenza e
neppure di ciò che hai memorizzato del Santo Corano. Queste cose ti distraggono
dall’avere umiltà verso Allah L’Altissimo.
4- Fedeltà:
Il rimedio per il fascino del potere è la fedeltà e la completa umiltà verso Allah
l’Altissimo, riconoscendo tutto il Suo merito per la forza e l’abilità che possiedi.
Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Ecco una misericordia
che proviene dal mio Signore....”. Perciò il versetto avverte coloro che associano ad
Allah altri soci e coloro che non hanno sincera intenzione verso Allah nelle proprie
azioni.“Di': «Volete che vi citiamo coloro le cui opere sono più inutili, coloro il cui
sforzo in questa vita li ha sviati, mentre credevano di fare il bene? Sono coloro
che negarono i segni del loro Signore e l'Incontro con Lui. Le loro azioni
falliscono e non avranno alcun peso nel Giorno della Resurrezione”. (TSC- Sura
XVIII, versetti 103-105).
Da una parte questo versetto si rivolge in modo specifico agli associatori mettendoli
in guardia e dall’altra la Sura conclude imponendo ai credenti la fedeltà nell’adorare
unicamente Allah l’Altissimo. Egli dice quel che può essere tradotto come: “...Chi
spera di incontrare il suo Signore compia il bene e nell'adorazione non associ
alcuno al suo Signore”. (TSC- Sura XVIII, versetto 110).
Quindi, se si desidera essere ricevuti da Allah con un completo consenso e
compiacimento nell’altra vita, è necessario realizzare due parametri: innanzitutto le
proprie azioni devono essere corrette (cioè conformi alla Tradizione del Profeta), e in
secondo luogo si deve avere intenzioni pure solo per l’amore di Allah l’Altissimo;
questi due punti sono stati menzionati nell’ultimo versetto di questa Sura.
Le meraviglie di questa Sura
Dai versetti di questa Sura possiamo notare parecchie considerazioni e accenni
meravigliosi che non fanno altro che aumentare il nostro amore e attaccamento verso
il Corano e verso questa Sura; questi versetti convergono interamente al servizio
dell’obiettivo e del significato essenziale della Sura stessa.
Intenso movimento e positività
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Possiamo vedere nella Sura, in maniera notevole, l'intenso movimento. Tutta la Sura
contiene episodi di persone che si muovono con positività, a partire dalla gente della
caverna che hanno abbandonato i loro famigliari e le loro case e si sono poi rifugiati
nella caverna: “rifugiatevi nella caverna”, fino a Mosé (pace su di Lui) che è andato
oltre alla confluenza dei due mari fino ad affaticarsi: “ché ci siamo affaticati in
questo nostro viaggio!”. Notiamo anche qui un continuo movimento mentre era in
compagnia di Al Khidr (pace su di Lui): “Partirono entrambi e, dopo essere saliti
su una nave, quello vi produsse una falla... Continuarono insieme e incontrarono
un giovanetto che [quello] uccise... Continuarono insieme e giunsero nei pressi di
un abitato. Chiesero da mangiare agli abitanti...”. (TSC- Sura XVIII, versetti 7177).
Così anche nella storia del Bicorne. Allah l'Altissimo dice quel che può essere
tradotto come: “Egli seguì una via” (TSC- Sura XVIII, versetto 85); non solo questo,
lui aveva girato tutto il mondo da est a ovest: “Quando giunse dove sorge il sole…”
(TSC- Sura XVIII, versetto 90), “Quando giunse alle due barriere…” (TSC- Sura
XVIII, versetto 93).
E tra le istruzioni che dava al suo popolo c’era quella di porgergli aiuto: “Voi
aiutatemi con energia”, non a guardarlo mentre costruiva la barriera, ma era
indispensabile che loro si muovessero e partecipassero.
Tutto questo indica che il movimento e la positività possono proteggerci dalle
tentazioni e quindi non l’immobilità, l’arrendevolezza e la negatività. Se qualcuno
viene oppresso in una zona o regione del mondo, egli si deve spostare in un altro
luogo in modo che gli è consentito di svolgere e di proteggere le pratiche della sua
religione; perciò l’Islam ha legalizzato l’emigrazione per la causa della religione e
ciò viene puntualizzato in questa Sura tramite il racconto dei compagni della Caverna.
Per coincidenza, questa Sura viene letta nel giorno di venerdì, il giorno festivo per i
musulmani; affinché non ci sia inattività e indolenza in questo giorno, occorre che
tutti i musulmani leggano la Sura della Caverna e imitino ciò che è dinamico e
positivo per salvarsi dalle tentazioni, perché per colui che è inattivo, è facile cadere
nell’ozio.
Il Corano e la prevenzione dalle tentazioni
È interessante notare che la Sura inizia e finisce menzionando il Corano, perché il
Corano è il protettore principale contro le tentazioni. Dobbiamo leggerlo e capire gli
intenti e gli obiettivi della Sura. Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto
come: “La lode [appartiene] ad Allah, Che ha fatto scendere il Libro sul Suo
schiavo senza porvi alcuna tortuosità”. (TSC- Sura XVIII, versetto 1).
“Di': «Se il mare fosse inchiostro per scrivere le Parole del mio Signore, di certo
si esaurirebbe prima che fossero esaurite le Parole del mio Signore...»”. (TSCSura XVIII, versetto 109). Cioè che la volontà e la saggezza di Allah non si ferma di
fronte a nulla e che questo Libro è il primo aiuto per la salvezza e per la prevenzione,
essendo stato menzionato sia prima che dopo le quattro prove e tentazioni.
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Riflessioni Coraniche di Amr Khaled- Tradotto dal Convoglio Italiano- Dar Al Tarjama
Il proselitismo ad Allah e la prevenzione dalle tentazioni
Osserviamo, curiosamente, nella Sura che i quattro episodi riassumono il proselitismo
ad Allah l’Altissimo su tutti i livelli:
1- Giovani che chiedono al Re di convertirsi (Gente della Caverna).
2- Uomo che invita il suo compagno (Il proprietario dei due giardini).
3- L’insegnante che invita il suo allievo (Al Khidr con Mosé che sia la pace su di
loro).
4- Il comandante che chiama la sua gente (Il Bicorne).
Questo indica un significato importantissimo: il proselitismo ad Allah è, oltre
all’attaccamento al Corano, uno dei fattori essenziali per la prevenzione dalle
tentazioni.
Credere nell’invisibile
Notiamo che nella Sura tutto ciò che concerne l’Invisibile è menzionato in molte parti
delle quattro storie. La storia della “Gente della Caverna” è piena di punti oscuri…
(Quanto tempo sono rimasti, dove si trova la loro caverna e in quanti erano…). C’è un
versetto (22) che parla interamente della controversia sul loro numero. Perché?
C’è una certa oscurità anche sul luogo dove Il Bicorne ha costruito la barriera, dove si
trovano Gog e Magog? e ci sono anche tanti misteri nelle azioni di Al Khidr (pace su
di lui) al quale Mosé aveva fatto delle domande. Quindi, qual è il significato?
È come se la Sura ci dicesse: “Dovete capire che l’invisibile è unicamente di Allah,
perché talvolta la vita ci appare differente da quella che è in realtà. Perciò arrendetevi
ad Allah e abbiate fiducia in Lui affinché possiate garantirvi la protezione dalle
tentazioni (se Egli Vuole)”.
La Caverna del Proselitismo
Resta l’ultimo quesito: perché questa Sura è stata nominata “la Caverna”?
Quando un uomo sente la parola “Caverna” prova un sensazione di paura, di oscurità
e di orrore; e quando sente la frase “rifugiatevi nella caverna” teme l’ignoto e le
tenebre che la accerchiano; però Allah l’Altissimo ha trasformato la caverna in un
luogo di sicurezza e clemenza. Egli dice quel che può essere tradotto come:
“Rifugiatevi nella caverna: il vostro Signore spargerà su di voi la Sua
misericordia”. (TSC- Sura XVIII, versetto 16).
Allah l’Altissimo destina dall’Invisibile cose che l’uomo ignora e teme (esattamente
come la sconosciuta caverna nella quale sono entrati quei giovani). Questa Sura è
stata nominata la Caverna per far percepire all’uomo la sua ignoranza su questioni
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dell’Invisibile e per dire al credente: “Cedi l’Invisibilità ad Allah e confida in Lui;
così come quei giovani si sono rifugiati nella caverna, Allah ha sparso su di loro la
Sua misericordia, rifugiati nella caverna del proselitismo e cedi tutto ad Allah che ti
spargerà la Sua misericordia e deciderà del tuo caso nel migliore dei modi...
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