Haiti: la storia di Ferlandie

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Haiti: la storia di Ferlandie
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ATTENZIONE: il video contiene immagini forti, non cruente ma reali. Ferlandie ha
esplicitamente dato il consenso all'impiego delle riprese.
Haiti: la storia di Ferlandie
Abbiamo appena accompagnato Ferlandie Fadius a una periodica visita medica. E' stata
colpita da un attacco di panico, improvviso e duro.
“Molti haitiani sono nella stessa situazione", ci spiega Joseph Junot, uno degli psicologi
impegnati nelle terapie post-trauma per i ragazzi e i bambini di Compassion.
Durante il cammino, ci dice più dettagliatamente: “Ferlandie, come tanti altri, soffre a causa
dei ricordi. Questo le causa depressione, ansia e stress, ma sono sicuro che ne uscirà
completamente".
Port-au-Prince sta lentamente emergendo dai detriti e dalle macerie, ma Ferlandie ricorda
ancora perfettamente la sensazione del terremoto: “A volte, quando vedo dei muri, o quando
mi trovo in un posto chiuso, è come se tornassi indietro ai momenti del terremoto. Mi spavento,
ho paura che tutto possa crollare di nuovo. Ero in camera mia, appena tornata da scuola.
Improvvisamente, la casa ha iniziato a muoversi".
Sua cugina e sua sorella erano con lei. Insieme, iniziarono a correre verso l'uscita, ma il piano
superiore crollò di colpo su di loro. Ferlandie ci racconta: "Gridavo, chiedevo a Dio di aiutarci.
Ero distesa a terra, coperta di macerie e con un cadavere al mio fianco, quello di mia
cugina".
Uscì, finalmente, dopo 7 lunghe ore, tirata fuori da degli uomini che sentirono i suoi lamenti.
Questa ragazza sta ancora soffrendo, sia fisicamente che psicologicamente. “Soffre di
insonnia, ha ancora molta paura" ci racconta Bercy, uno dei membri dello staff locale di
Compassion, "stiamo cercando di darle le migliori cure".
Compassion sta pagando i costi per le sue terapie, così come per tanti altri bambini,
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ragazzi e genitori che vivono ancora ad Haiti.
Ferlandie era arrivata a Port-au-Prince nel 2009, un anno prima del sisma, per iniziare
l'università. Grazie al programma Università e Leadership era stata identificata da Compassion
come una delle ragazze con più capacità per poter proseguire gli studi in Scienze
dell'Educazione. Il suo obiettivo era, ed è ancora, diventare un'insegnante. Ormai senza casa,
è tuttora ospite di Bercy.
Compassion, di nuovo, sta organizzando da capo le attività per gli studenti del programma
Università e Leadership. Ad esempio, le aule universitarie stanno rinascendo in strutture
temporanee, si organizzano corsi online o tirocini. La situazione tornerà alla normalità, ma ci
vorrà ancora molto tempo.
Curiosi di sapere come Ferlandie è stata salvata, ci porta lei stessa sul posto. Dopo aver
parcheggiato di fronte alle macerie, ci accompagna con la mamma. Arriva un ragazzo, si
chiama Jean. Ci racconta di averla salvata, abitava lì vicino e quando sentì i suoi lamenti iniziò,
con i suoi amici, a colpire con delle mazze e dei martelli i blocchi di cemento che la tenevano
intrappolata, lavorando tutta la notte. "Trovammo la ragazza coperta dal cadavere della cugina,
è stato questo a salvarle la vita", ci spiega Jean.
Prima di ripartire, Ferlandie ci dice ancora qualcosa, questa volta sorridendo: "Non so perché
sono viva e perché mia sorella e mia cugina sono morte. Solo Dio lo sa, so che c'è una
ragione. Sono senza parole, Compassion sta facendo così tanto per me".
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