Carissimi fratelli e sorelle
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Carissimi fratelli e sorelle
Bollettino della Basilica Concattedrale di Sarsina anno 2 - n. 2 agosto 2013 Suppl. n. 1 al n. 25 del “Corriere Cesenate” del 20 giugno 2013 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - DCB di Forlì. Direttore responsabile: Francesco Zanotti. Segreteria e Amministrazione: 47521 Cesena - Corso Sozzi, 39. Autorizzazione Tribunale Forlì n. 409, 20.2.68 - Iscrizione al Registro nazionale della stampa, Legge 5.8.81 n. 416, art. 11; n. 01051/11/401 del 22.11.83. Stampa: Stilgraf Cesena Carissimi fratelli e sorelle, permettete al Signore di amarvi: aprite le porte del vostro cuore alla tenerezza e all’amore misericordioso del Signore Gesù. Ci stiamo preparando alla grande FESTA di san VICINIO che ci vede impegnati a ringraziare il Signore per questa meravigliosa figura di santo. In questo Anno della Fede, alla scuola di Vicinio di Sarsina, vogliamo riscoprire, consolidare, approfondire, aumentare la NOSTRA FEDE nel SIGNORE GESÙ e nella sua CHIESA. Ma cos’è la fede? Fede è fidarsi di Dio. Fede è affidare a lui la nostra vita. Fede è confidare in lui. Fede è diffidare da quanto proposto dal mondo pagano. È così la tua fede, fratello e sorella? Lo sai che fede non è credere in Dio! Anche il diavolo crede in Dio però non ha fede! Vi aspettiamo numerosi per il 28 agosto e un po’ tutto il mese di agosto. Fate conoscere ad amici e conoscenti san Vicinio: fate loro un bel regalo! Uniti nel fare sempre e solo la Volontà di Dio, don Fiorenzo delegato vescovile per il culto di san Vicinio San Vicinio, nostro vescovo e patrono, a te rivolgiamo il nostro sguardo e la nostra preghiera. Tu sei stato pastore zelante e premuroso per le popolazioni di queste terre in tempi lontani. Sentiamo, tuttavia, ancora oggi, viva e operante la tua presenza in mezzo a noi. Il tuo ministero a servizio della Parola di Dio, il tuo servizio nel dispensare la Grazia attraverso i Sacramenti, il tuo impegno a lottare contro le forze del maligno ti pongono, ancora oggi, per tutti noi come un esempio grande di uomo di Dio, dedito alla gloria del Signore e al bene dei fratelli. Intercedi per quanti sono nella sofferenza, per quelli che il maligno tiene ancora soggiogati a sé, per tutti noi che aneliamo ad essere veri e autentici figli di Dio, fratelli tra di noi nella comunione della Chiesa che hai servito con ammirabile dedizione. Intercedi per noi mentre al Padre sale la nostra lode, per mezzo di Gesù Cristo nella comunione dello Spirito Santo. Amen. + Douglas Regattieri Vescovo di Cesena-Sarsina 1 2 Il culto a san Vicinio (3ª parte) Dopo aver parlato, nelle prime puntate, dell’origine storiografica della vita di san Vicinio, in questa terza puntata partiamo dall’esaminare ciò che i nostri occhi possono ammirare entrando in Cattedrale: in fondo alla navata destra il nostro sguardo è attratto dai marmi e decori della Cappella di San Vicinio, che sembra staccarsi dal resto dell’edificio essendo l’unica rimanenza del decoro barocco della quale la Cattedrale era tutta rivestita fino ai restauri del 1958-1968. Gli stucchi e le tele sono stati fatti eseguire dal Vescovo Paolo Calbetti nel 1755 come apprendiamo da una iscrizione lapidaria a fianco dell’altare, sotto la quale sono conservate le reliquie di san Vicinio, mentre la “catena” è custodita nel tabernacolo. Lungo le pareti ci sono quattro tele sempre del Valbonesi che rappresentano vari miracoli di san Vicinio, di cui parla un lezionario dell’XI secolo custodito nella biblioteca Gambalunga di Rimini, citato nella scorsa puntata. Sono stati commissionati per esaltare le grandi opere del santo e tenerne viva la memoria. Rispettivamente da sinistra a destra rappresentano: il ritrovamento nelle acque del Savio (dove prodigiosamente galleggiava) della “catena” che era stata rubata; il ritorno alla libertà del sacerdote Pertaro calunniato presso il Vescovo Benno e – insieme – la guarigione dello storpio di Arezzo; la punizione esemplare di una mugnaia avida che aveva irriso san Vicinio nella ricorrenza della festa patronale; lo scomposto agitarsi dell’ossessa presso l’altare. Arricchendo la Cappella con queste opere d’arte si voleva così continuare l’opera di san Vicinio: fare in modo che il popolo fosse immerso nella preghiera e facesse crescere lo zelo per la Casa del Signore con la penitenza; come in vita fece Vicinio che si dedicò alla strutturazione del gregge divino diffondendo il Vangelo anche nelle zone più impervie della Diocesi, facendosi tutto a tutti per guadagnarne il maggior numero e consegnarlo al Signore che tanto amava e dal quale riceveva la forza e la Grazia per combattere e vincere il male, in sé ed attorno a sé. Penitenza e preghiera, evangelizzazione e conduzione del popolo di Dio, sono i cardini a cui san Vicinio aveva incatenato la sua vita e sono pure la strada maestra da lui scelta per realizzare la sua personale chiamata alla Santità. E fin da quando era in vita, santo era già considerato dal popolo che ricorreva a lui per trovare la pace e la serenità dello spirito nella lotta che ciascun essere umano è chiamato a condurre nella vita quotidiana. Ogni santo incarna un particolare carisma, ossia un dono che Dio fa ad un uomo perché esprima un aspetto della sua potenza. San Vicinio esprime la potenza di Dio nella lotta contro le potenze del male nella spirituale battaglia di adesione al Vangelo che ogni persona conduce. Il suo ingresso nella schiera dei beati con la morte alla vita terrena è da considerarsi avvenuto non prima del 330, dopo ventisette anni e tre mesi di ministero episcopale nel sarsinate. Anche prima della morte, l’intercessione di san Vicinio si rivelò potente in favore di coloro che portavano infermità nel corpo e nello spirito. In tanti ricorrevano e ricorrono a lui quando si manifestano malanni nel corpo, anche molto gravi, ma soprattutto quando sorgono problemi esistenziali e spirituali. Soprattutto nella forte tentazione, nella vessazione e nella possessione – tutte forme d’intervento demoniaco, con il chiaro intento di allontanare dal Signore l’uomo in genere ed il fedele in particolare – è frequente il ricorso all’intercessione di san Vicinio. Anche nel caso di ansie, fatiche, dolori e turbamenti, molto frequenti nella frenetica vita d’oggi, il ricorso alla misericordia di Dio per l’intercessione di san Vicinio frequentemente porta al cuore dell’uomo la pace e la serenità desiderate e tanto indispensabili per condurre al meglio la vita quotidiana. Le folle di pellegrini che accorrono alla basilica di San Vicinio per una benedizione o per una preghiera di liberazione, per ritornare in stato di grazia sacramentale in seguito ad una confessione trascurata da troppo tempo e ad una vita moralmente disastrata, o che si avvicinano al sacerdote in servizio al santuario per un consiglio o per riprendere la strada della conversione, sono il miracolo quotidiano che ancor oggi avviene per i meriti di san Vicinio e della Chiesa, senza tralasciare le situazioni di liberazione dal Maligno per mezzo dell’esorcismo. don Daniele Bosi RipoRtiamo alcune pReghieRe a San Vicinio (lasciate nell’apposita urna in Basilica) • «Vorrei sposarmi e avere una bimba nonostante abbia la sclerosi multipla». • «San Vicinio, mi rivolgo a te per chiedere umilmente di intercedere per me verso nostro Signore e la Beata Vergine Maria, affinché possa aiutare mia cognata Atonia e la sua famiglia ad uscire dal buio in cui si trovano e che possano rivedere la luce e ti chiedo di proteggere i miei figli e di guidarli nel cammino della vita. Confido in te San Vicinio». • «Caro San Vicinio, mi rendo conto di avere già molto, tuttavia, questo è un momento un po’ difficile per la mia famiglia e per me. Aiutaci a ritrovare la serenità persa, dacci salute e armonia. Ti prego con il cuore e ti ringrazio. Giovanna». • «Attraverso la mia disperazione mi sto avvicinando alla presenza di Cristo in me, ma non piango più, ho imparato ad ascoltare e voglio camminare verso la luce, non verso le tenebre. Ti ringrazio DIO». • «Sono venuta qui a Sarsina affinché San Vicinio interceda presso il Padre per i miei figli Samuele e Luca, perché possano incontrare Gesù, amarlo ed onorarlo e possano infiammarsi d’Amore per Lui». • «Ti chiedo Signore di farti presente ogni giorno nella nostra famiglia. Amaci e permetti che anche noi ci amiamo come tu ci ami. GRAZIE OH MIO SIGNORE». • «Signore ti prego tanto, ho una bambina di 9 anni in carrozzina; fammela camminare, mi accontento anche di un passo. Giusi da Cesena». • «Signore, aiutami ad essere umile e a credere nella tua fiammella di speranza sempre accesa. Amen». • «Signore, fa’ che la mia famiglia sia sempre unita e che mamma e papà ritrovino il loro Amore reciproco». • «Non pretendiamo nulla di più che la guarigione di mia figlia Ilenia da una malattia lunga e dolorosa. Assistila, proteggila in questo percorso così difficile». • «Spero di diventare un bravo bambino, credere in Dio e sperare sempre nella buona fede. Dio aiutami per favore!». • «Gesù mio, non ho più nulla. Non mi abbandonare, ti prego di esaudirmi, perché in te ho creduto, in te ho sperato, in te mi sono rifugiato. Sono più che povero in questo mondo ma ricco di speranza in te. Esaudiscimi per amore del tuo nome. Io non ho meriti né nulla da vantare. Grazie. Sauro e Parisa». • «San Vicinio Ti prego salva mio figlio dalla droga. Riportalo da sua figlia e da me. LODE A TE». • «Caro Gesù, sai che non ti ho mai scritto messaggi perché so che leggi nel mio cuore. Ma questa volta voglio affidarti mia madre e mio fratello Andrea e tutta la mia famiglia e cambiali per Te. Ti amo Maria». Esaurito da tempo, è ora disponibile il volume Vita di Vicinio, a cura di MARINO MENGOZZI, Cesena, Società Editrice “Il Ponte Vecchio”, 2012: il libro, in seconda edizione aggiornata e maggiorata, permette di conoscere il santo della “catena” e approfondire la storia e le vicende di un culto più che millenario. 3 basilica concattedrale piazza plauto, 1 – 47027 Sarsina (Fc) tel. 0547 94818 e-mail: [email protected] www.basilicadisanvicinio.it Il botteghino All’interno della Basilica c’è un botteghino di articoli religiosi, presso il quale si possono acquistare i famosi cordellini colorati di san Vicinio. Il botteghino ha gli stessi orari della Basilica. È chiuso il mercoledì. Orari della Basilica la concattedrale di Sarsina Basilica di San Vicinio è aperta: RACCONTARE Un missionario cattolico descrive così la conversazione che un negretto di 12 anni, piccolo scaricatore di porto, ebbe con un ufficiale della marina. Un giorno quell’ufficiale stava osservando gli operai neri che portavano sulla testa le merci dalle navi al pontile. A un certo momento vide sul petto di quel ragazzo una medaglietta. Essendo non credente, decise di prenderlo in giro. Lo chiamò e gli chiese: «Perché porti addosso questo segno di superstizione e non lo getti nel mare?». Il negretto rispose: «E tu, perché porti questa divisa con galloni dorati e le medaglie attaccate? Perché non la getti nel mare?». «La mia divisa è segno che sono al servizio del popolo, e le medaglie sono prova del mio valore durante lo guerra». «E la mia medaglietta è segno che io sono al servizio del Re dei cieli. Se tu non ti vergogni di portare le tue onorificenze, perché io dovrei vergognarmi del segno che fa di me un cristiano?». tutti i giorni feriali e festivi dell’anno dalle ore 7 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 18 (ora solare); ore 19 (ora legale). le Messe vengono celebrate nei seguenti orari: giorni feriali ore 9 e ore 17 (ora solare); ore 18 (ora legale) giorni festivi ore 7-9-11 e ore 17 (ora solare); ore 18 (ora legale) le benedizioni e le confessioni vengono sospese durante le celebrazioni delle messe. in Basilica c’è sempre un sacerdote per celebrare il sacramento della Riconciliazione/confessione. consigliamo la visita al Museo diocesano di arte sacra attiguo alla Basilica. È molto interessante. in esso sono esposti gli abiti e i vasi liturgici già in uso nella Basilica, abiti e vasi liturgici delle chiese del sarsinate ora chiuse o non più esistenti. c’è la storia della vita delle nostre comunità parrocchiali – da un punto di vista liturgico – dell’ultimo secolo. merita davvero di essere visitato. ingresso a offerta libera. I capisaldi della pedagogia dei genitori-salmoni (prima manciata) I genitori-salmoni hanno le idee chiare. Lo dimostra la chiarezza dei principi sui quali poggia loro stile educativo. Eccone una prima manciata (ne seguiranno altre tre: rispettivamente alle pagine 11, 81 e 121). Una sola avvertenza: prendere un assaggino alla volta, portarlo al cervello e ruminarlo, con molta calma, prima di passare a quello successivo. Dose massima sopportabile: tre-quattro assaggini al dì • Passati i dieci anni, è difficile mutar panni. • Perdere la pazienza, passi; perdere la speranza, mai! • Giocare è un brillante modo di imparare. • Via le gnegnere: la pecora che piange, perde il boccone. • Il figlio ha bisogno di sentirsi utile. • Vi è più forza in un sorriso che in mille singhiozzi. • Gli dico che non è cattivo così diventa buono. • Il figlio ha più bisogno di modelli che di rimproveri. • Amare non è solo dare, ma anche negare. • Non lo supplico perché mangi! 4 Gianna Beretta Molla è una madre della diocesi di Milano, che, per dare la vita al suo bambino, ha sacrificato con meditata immolazione la propria. Gianna era medico, sposata, con tre bambini. Ne aspettava uno nuovo. Ma la gioia si mescolò presto alle più gravi preoccupazioni. A fianco dell’utero cresceva un grosso fibroma e si rendeva necessario e urgente l’intervento chirurgico. Gianna comprese subito a cosa andava incontro. La scienza di allora offriva due soluzioni considerate sicure per la vita della madre: una laparatomia totale con asportazione sia del fibroma che dell’utero; o l’asportazione del fibroma con interruzione della gravidanza. Una terza soluzione, che consisteva nell’asportare soltanto il fibroma senza toccare il bambino, metteva in grave pericolo la vita della madre. La dottoressa Beretta, prima di andare in ospedale, si recò dal sacerdote dal quale abitualmente si confessava, che la esortò a sperare e ad avere coraggio. «Sì, don Luigi», gli rispose la donna, «ho tanto pregato in questi giorni. Con fede e speranza mi sono affidata al Signore, anche contro la terribile paroIa della scienza medica che mi diceva: o la vita della madre o la vita della sua creatura. Confido in Dio, sì, ma ora spetta a me compiere il mio dovere di mamma. Rinnovo al Signore l’offerta della mia vita. Sono pronta a tutto, pur di salvare la mia creatura». Raccontò lei stessa il primo incontro con il chirurgo: «II professore mi disse prima dell’operazione: “Cosa facciamo, salviamo lei o salviamo il bambino?”. Gli dissi subito: “Per me non si preoccupi”. E, dopo l’operazione, egli mi disse: “Abbiamo salvato il bambino”». Il professore, di religione ebraica, rispettò la volontà della paziente.