Viaggi ed escort con i soldi della formazione Bufera su manager e

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Viaggi ed escort con i soldi della formazione Bufera su manager e
Viaggi ed escort con i soldi della formazione
Bufera su manager e politici in Sicilia, 17 arresti
I maxifinanziamenti pubblici che dovevano creare occupazione finivano in generose
mazzette elargite dal re della pubblicità in Sicilia, Faustino Giacchetto, diventato il
gran corruttore della politica. In manette anche l'ex assessore Luigi Gentile, l'ex
dirigente Rino Lo Nigro e l'ex numero uno del Ciapi, Francesco Riggio. Due ex
factotum del manager parlano e svelano il sistema delle tangenti che ha funzionato
per anni. Indagato per corruzione il senatore Pdl Francesco Scoma. Sequestrati beni
per 28 milioni di euro
di SALVO PALAZZOLO
Quindici milioni di euro aveva stanziato la Regione Siciliana per avviare all'apprendistato 1.500 disoccupati,
ma solo 18 giovani hanno avuto un contratto. E la gran parte dei soldi, fra il 2008 e il 2012, è finita nelle
tasche di manager e politici, attraverso viaggi, cene, regali e persino escort. Eccolo, l'ultimo scandalo
siciliano svelato dalla Procura di Palermo: c'era un gran corruttore al centro di un vero e proprio sistema,
ufficialmente solo un anonimo imprenditore nel campo della pubblicità, Faustino Giacchetto. Era lui ad
elargire regali e mazzette a politici e funzionari, per canalizzare quanti più finanziamenti su un ente di
formazione, il Ciapi, e per accaparrarsi i più grossi bandi sulla comunicazione della Regione. Questa mattina,
Giacchetto è stato arrestato dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, guidato dal colonnello
Stefano De Braco. Con lui, altre 16 persone (fra cui la moglie Concetta Argento e la segretaria Stefania
Scaduto), accusate a vario titolo di associazione a delinquere e corruzione. A tutti gli arrestati vengono
sequestrati beni per un totale di 28 milioni di euro. Diversi politici risultano poi indagati: nella lista c'è il
senatore del Pdl Francesco Scoma, ex assessore al Lavoro, che deve difendersi dall'accusa di corruzione. La
Procura chiederà l'autorizzazione al Senato per sequestrargli 26.000 euro, tanto avrebbe ricevuto da
Giacchetto sotto forma di viaggi, spese elettorali e biglietti per lo stadio. L'ex presidente dell'Assemblea
regionale Francesco Cascio risponde invece di finanziamento illecito dei partiti. Questa mattina, i hanno
perquisito la sua abitazione.
Con questa indagine, i sostituti procuratori Maurizio Agnello, Sergio Demontis, Gaetano Paci, Pierangelo
Padova, Alessandro Picchi e il procuratore aggiunto Leonardo Agueci ritengono di avere individuato il
grande buco nero della Regione Siciliana, lì dove sparivano milioni di euro di soldi pubblici, molti di più di
quei quindici ricostruiti dall'indagine. Il buco nero della formazione professionale e della comunicazione. A
condurre l'inchiesta è stato il nucleo tutela spesa pubblica della Finanza, guidato dal tenente colonnello
Fabio Ranieri.
Gli altri arrestati
Il provvedimento firmato dal gip Luigi Petrucci porta in manette anche l'ultimo presidente del Ciapi,
l'avvocato Francesco Riggio, candidato alle regionali con il Pd. Poi, l'ex dirigente dell'Agenzia per l'impiego
Gaspare Lo Nigro; l'ex deputato e assessore regionale di Fli Luigi Gentile; il rappresentante legale del Pid
Domenico Di Carlo; il dirigente generale della Regione ed ex assessore Giammaria Sparma; l'imprenditore
Pietro Messina. Ai domiciliari vanno l'imprenditore Massimiliano Sala, e due funzionari del Ciapi, Carmelo
Bellissimo e Sandro Compagno. Una seconda ordinanza in carcere, per l'indagine riguardante quattro gare
dei cosiddetti "Grandi eventi" della Regione, è stata notificata ancora a Giacchetto, all'imprenditore Luciano
Muratore, al funzionario regionale Antonino Belcuore: devono difendersi dall'accusa di turbativa d'asta. Ai
domiciliari, con l'accusa di corruzione, vanno invece il dirigente dell'assessorato al Turismo Elio Carreca e
l'ex vicario del capo di gabinetto dell'assessore al Turismo Bruno De Vita.
I politici indagati
L'ultima inchiesta della Procura e del nucleo tutela spesa pubblica della Finanza di Palermo fa scattare un
vero e proprio terremoto nella politica siciliana. Nell'ambito della prima trance dell'indagine, quella relativa
ai soldi della formazione professionale, sono indagati diversi nomi noti della politica regionale. Anche loro
avrebbero beneficiato dei generosi regali di Giacchetto e compagni. Ecco i politici indagati: gli ex assessori
al Lavoro Carmelo Incardona (An) e Santi Formica (Pdl), l'ex consigliere comunale di Palermo Gerlando
Inzerillo (Grande Sud), sono chiamati in causa per corruzione. Di finanziamento illecito ai partiti devono
invece rispondere: Salvatore Sanfilippo (candidato sindaco al Comune di Santa Flavia, Palermo), Nicola
Leanza (ex assessore al Lavoro, oggi deputato regionale e fino a qualche settimana fa capogruppo dell'Udc),
Gaspare Vitrano (ex deputato regionale del Pd attualmente sotto processo per concussione), Nino Dina (ex
deputato regionale Udc), Salvino Caputo (ex deputato regionale Pdl, di recente decaduto dall'assemblea
regionale siciliana dopo una condanna definitiva per tentato abuso d'ufficio). Questa mattina, i finanzieri
hanno perquisito diversi uffici dell'Assemblea regionale.
La conferenza stampa in Procura
"Le indagini che hanno portato alle due operazioni anticorruzione di oggi hanno preso le mosse da una
relazione dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode, redatta al termine di una ispezione amministrativa, e
dall'analisi della documentazione acquisita dalla Guardia di finanza". Così spiega il generale Stefano
Screpanti, comandante provinciale di Palermo: La Guardia di finanza destina sempre più risorse qualificate
al controllo della spesa pubblica, nella consapevolezza che si tratta di un settore importante quanto quello
dell'evasione fiscale".
(19 giugno 2013)
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