da Casa Madre - 12/2010 - Missionari della Consolata

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da Casa Madre - 12/2010 - Missionari della Consolata
da Casa Madre
Anno 90 - N.12 - dicembre 2010
Istituto Missioni Consolata
Perstiterunt in Amore Fraternitatis
Gesù Bambino, icona su piastra di porcellana, realizzata a mano con la tecnica della pittura a
3° fuoco, con inserimento di oro, argento e pietre preziose.
EDITORIALE
P. Giuseppe Ronco, IMC
BUON NATALE
Editoriale
NON HORRUISTI VIRGINIS UTERUM
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L’avvicinarsi del Natale invita a presentare a
tutti i lettori i migliori auguri di Buon Natale
e a considerare con attenzione e riconoscenza
un mistero principale della nostra fede:
l’incarnazione di Gesù, Verbo di Dio che si fa
carne per salvarci. “Caro salutis cardo”, diceva
Tertulliano nel De resurrectione mortuorum (VIII,
6-7): la carne è il cardine della salvezza, cioè
la via maestra e imprescindibile che porta la
persona alla comunione con Dio.
“Per noi uomini e per la nostra salvezza discese
dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è
incarnato nel seno della Vergine Maria e si è
fatto uomo”.
Il farsi carne di Dio passa attraverso l’umile
servizio di una donna, Maria, offertasi “come
canale, come acquedotto della grazia” (S.
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Bernardo di Chiaravalle, Sermones super Cantica
Canticorum). “La Verità che è nel seno del Padre
è sorta dalla terra perché fosse nel seno di una
madre. La Verità che regge il mondo intero è
sorta dalla terra perché fosse sorretta da mani di
donna. La Verità che alimenta incorruttibilmente
la beatitudine degli angeli è sorta dalla terra
perché venisse allattata da un seno di donna. La
Verità che il cielo non è sufficiente a contenere
è sorta dalla terra per essere adagiata in una
mangiatoia. Con vantaggio di chi un Dio tanto
sublime si è fatto tanto umile? Certamente
con nessun vantaggio per sé, ma con grande
vantaggio per noi, se crediamo. Ridéstati,
uomo: per te Dio si è fatto uomo” (S. Agostino,
Discorso 185).
Quello che è vero di ogni maternità, lo è
soprattutto della maternità di Maria. Essa
non è stato un fatto puramente biologico, ma
ha comportato una partecipazione di tutta la
Editoriale
persona di Maria. Ha comportato una libera
corrispondenza della libertà di Maria alla grazia
di Dio: “eccomi, sono la serva del Signore,
avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38).
Non horruisti virginis uterum.
Chi ha scritto queste parole del Te Deum, inno in
prosa composto non su metro ritmico, prescritto
come finale dell’ufficio notturno domenicale nel
monastero di Lérins, già dal V secolo ?
Secondo la leggenda, che lo identificava
come Hymnus Ambrosianus, sarebbe stato
improvvisato insieme da S. Ambrogio e da S.
Agostino, mentre il primo battezzava il secondo
(387). Poi, lo si attribuì a Niceta di Ramesiana
(375 – 414) e oggi si è dell’opinione che l’autore
sia uno sconosciuto anonimo.
Quello che ci interessa di quest’inno è la
capacità di tradurre in preghiera le verità della
fede contenute nel credo e di farcele sentire
vere, usando un linguaggio affettivo che tocca il
cuore. Il mistero dell’incarnazione, sobriamente
presentato con parole realistiche, “non horruisti
virginis uterum”, ci fa capire all’istante come Dio,
per amor nostro, non ha paura d’intraprendere
la via normale che ogni uomo percorre per
nascere, pur di salvarci e renderci felici.
Vengono alla mente le parole Dante nel XXXIII
Canto del Paradiso:
«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore”.
L’incarnazione è un mistero grande e variegato.
Avremo modo di approfondirlo personalmente
durante l’Avvento. Qui vorrei mettere in
evidenza soltanto alcuni aspetti.
L’incarnazione di Dio
Con l’Incarnazione, Dio,
l’alterità per
eccellenza, entra nella storia degli uomini. E’ la
kènosis, lo svuotamento volontario e gratuito
della propria assoluta trascendenza.
Dio si fa presente nel mondo mescolandosi
alla storia degli uomini e delle donne, dei quali
condivide la quotidianità degli eventi: nascere,
crescere, lavorare, magiare, bere, dormire,
sperare, soffrire, fare amicizia, essere tradito da
un amico, morire.
“Dio non si chiude in sé stesso, ma sceglie
benevolmente di aprirsi all’esterno. E ciò
che i padri hanno sintetizzato con l’idea
della “condiscendenza” (synkatàbasis), cioè
il suo essere-per l’uomo che però si realizza
attraverso una precisa forma di apertura
comunicativa: anziché rivelarsi nella purezza
assoluta del suo essere, Dio si adegua a coloro
che, per caratteristiche inerenti alla propria
natura, possono salire all’invisibile solo
attraverso il visibile. Il Dio cristiano non è solo
un Dio che viene, ma che lo fa in modo quasi
anonimo, rendendosi uguale a noi in tutto, fino
a diventare, come scrive Moltmann, un “Dio
umano” (G.Tangorra, Il mistero dell’incarnazione).
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P. Davide M. Turoldo così pregava in una sua
poesia:
Ma ora tu, O Cristo,
la realtà di ogni profezia,
tu la stella radiosa del mattino,
figlio adorato perfino dagli angeli;
tu sei il bisogno di Dio:
di comunicare, di donarsi;
il segno di quanto Dio ci ama:
per te, Signore, finalmente lo vediamo! (25
dicembre)
Ci divinizza
«Dio si è fatto uomo affinché l’uomo diventi
Dio», scrive Gregorio di Nazianzio. Il concetto
sarà ripetuto da tanti padri della Chiesa, da
Atanasio, ad Agostino, fino a Leone Magno.
La divinizzazione è la conseguenza e lo scopo
fondamentale dell’incarnazione, e si realizza
assumendo uno stile di vivere e comunicare la
fede, di camminare nella santità, di esercitare
la propria azione che si adeguano al modello
del Verbo incarnato. Siamo “figli nel Figlio”,
coeredi con Cristo, in grado di invocare Dio
come “Padre”, Abba.
Per i Padri, il mistero dell’incarnazione è
la rivelazione della vera immagine di Dio,
rivelazione della vera identità dell’uomo.
Compito dell’uomo è lasciare che si manifesti
Colui che gli dà vita. L’uomo è destinato ad
essere, per parte sua, presenza di Dio stesso.
“ La vita di Dio nell’uomo, o inabitazione, non è
forse l’incarnazione che continua nella sua forza
salvifica universale?” (M.Tenace, Dire l’uomo).
Trasforma la missione
Editoriale
“La missione, in quanto dinamismo di Cristo
che abita nella Chiesa, deve per sua stessa natura
seguire la legge dell’incarnazione. Questo Dio,
pienamente rivelato in Gesù Cristo, ha operato
la salvezza incarnandosi. Ciò significa due cose:
che Gesù salvatore ha assunto la condizione
umana in tutto, tranne che nel peccato; ha
assunto la condizione del suo popolo, la sua
situazione e la sua cultura. Significa anche che
Gesù salvatore ha annunciato, iniziato e dato
impulso al Regno a partire dalla cultura, dalle
aspirazioni e dalla religione del popolo che
evangelizzava, il popolo ebraico.
Per la Chiesa la legge dell’incarnazione nella
missione comporta l’esigenza dell’inserimento
nei singoli popoli, dell’accettazione e
dell’evangelizzazione di ogni situazione
culturale. Comporta pure il rispondere in
maniera evangelicamente liberatrice alle sfide
presentate dalle varie realtà umane, ponendo
sempre l’accento sulla scelta a favore dei poveri
e degli oppressi, e per la riconciliazione nella
giustizia (Lc 4, 18 ss).
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Editoriale
La maniera propria con cui la missione prolunga
l’incarnazione salvifica di Gesù consiste, in
primo luogo, nell’impiantare e nell’incarnare la
Chiesa, comunità e sacramento di liberazione
La missione è il passaggio dal Dio «che illumina»
al Dio «incarnato». In quanto fonte di luce, lo
Spirito di Dio raggiunge tutti gli esseri umani
e «ricopre la faccia della terra». Lo Spirito di
Gesù, Colui che illumina, offre a tutti gli esseri la
possibilità della redenzione e della conversione
all’amore (Gv 1, 4.5.9). Ma Dio ha voluto che
la sua sawlvezza fosse storica e incarnata, per
offrircela in tutta la sua pienezza.
Il giorno della nascita di Gesù, sono nati
il retto cammino, la clemenza
la generosità e la purezza.
Il Neonato ha stupito l’universo
ed il suo splendore ha illuminato la terra.
La parola di Cristo si è diffusa
come la luce dell’aurora,
avvolgendo di fulgore il mondo.
Mai più minaccia, né violenza, né vendetta;
mai più spada, né conquiste né sangue.
(Ahmad Chawki, poeta islamico, 1868-1932)
L’evangelizzazione, ossia l’attività missionaria
corrisponde, dunque, alla vocazione specifica
della Chiesa che, sempre nel rispetto della libertà,
si fa incontro agli uomini del nostro tempo che
ancora «in umbra mortis sedent» (Lc 1,79); si può
dire anzi che la Chiesa sia la missione incarnata.
Non per nulla il Concilio ha esplicitamente
ribadito: «La Chiesa che vive nel tempo è per sua
natura missionaria, in quanto è dalla missione
del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo
che essa, secondo il piano di Dio Padre, deriva la
sua propria origine» («Ad Gentes», 2)” (Segundo
Galilea, La scelta preferenziale “per gli altri”).
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50° DI SACERDOZIO DELL’ALLAMANO
Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza
P. Francesco Pavese, IMC
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Dopo che il 50° è stato celebrato, così lo
ha descritto lui stesso ai missionari e alle
missionarie nella lettera circolare del 1° ottobre
1923: «Col cuore ripieno di intima consolazione
ho celebrato il cinquantenario della mia Sacra
Ordinazione Sacerdotale. Fu questa per me
una grazia singolare, che umanamente non
potevo aspettarmi. Solamente la bontà di Dio si
degnò concedermi. La debolezza abituale della
mia salute, e le molte sollecitudini nei vari stati
della mia vita mi prostrarono sovente le forze;
eppure il Signore mi conservò a questo giorno
a preferenze di altri compagni più robusti e
migliori di me.
Preparandomi alla festa con i santi spirituali
esercizi [fatti nella villa di Rivoli] ebbi tempo
di ricordare le tante grazie che il buon Dio mi
elargì nei passati cinquant’anni. Prima di tutte
la celebrazione quasi continua di Sante Messe.
[…]. E poi tante altre spirituali e temporali da
non potersi numerare. “Conta le stelle se puoi”
(Gen 15,5).
Quante responsabilità gravarono sul mio capo,
ma è Dio che così volle e la sua grazia era con me
(cf. 1Cor 15,10). Fu Egli che mi volle direttore
spirituale in seminario, poi rettore del convitto
ecclesiastico e del santuario della Consolata, e
più tardi strumento della vostra santificazione,
e per mezzo vostro della salute di tante anime.
Se al mio posto fosse stato un santo quanto
maggior bene avrebbe operato! Mi consola
però che cercai sempre di fare la volontà di
Dio riconosciuta nella voce dei superiori. Se
il Signore benedì molte opere cui posi mano,
da eccitare talora ammirazione, il secreto mio
fu di cercare Dio solo e la sua santa volontà,
manifestatami dai miei superiori. Questa fu ed
è la mia consolazione in vita e la mia confidenza
al tribunale di Dio».
«Dopo 50 anni di Messa – ha confidato
l’Allamano ai suoi giovani andati a trovarlo alla
Consolata - sono contento! Ho nessun regret
[rimorso] d’averla detta male, e questo non lo
dico per superbia, perché questa sarebbe una
santa superbia. Le cerimonie le ho sempre
compiute bene, e se per caso me ne sfuggisse
una, me ne accorgerei. E questo mi consola. Ho
tante miserie, ma la Messa ho sempre cercato
di celebrarla bene. Prima impiegavo 27 minuti,
ora ne impiego 28 o 30, e nella genuflessione
voglio andare fino a terra, proprio come faceva
S. Alfonso. La prima genuflessione mi costa,
perché sento che le gambe sono dure, poi le
altre mi riescono più facilmente».
Celebrazione nel santuario della Consolata.
Uno dei sacerdoti ordinati nello stesso anno
dell’Allamano era mons. G.B. Ressia, vescovo
di Mondovì, il quale avrebbe voluto celebrare
il giubileo nella sua diocesi, nel grandioso
santuario della Madonna di Vicoforte. È
stato l’Allamano a dissuaderlo, scrivendogli
bonariamente: «Siamo vecchi e sciancati; a
Mondovì daremmo ammirazione. In Torino
invece e nella Consolata resteremo ignorati». E
così è stato deciso. Ma è curioso il commento
di mons. Ressia in una testimonianza rilasciata
al nostro Istituto: «[...] ma volle condurci
a Torino, alla Consolata, dicendo che siam
vecchi, sciancati, a dar poco buono spettacolo
di noi ai curiosi, e che a Torino alla Consolata
nessuno se ne sarebbe accorto. So di aver detto
tra me: “Nessuno più furbo dei Santi”».
Era il 20 settembre 1923, il giorno esatto
dell’ordinazione del Fondatore. Ovviamente
è stato lui a celebrare la S. Messa, attorniato
dagli altri dieci festeggiati, perché allora non
si concelebrava, e mons. Ressia ha tenuto
il discorso d’occasione. Tra l’altro ha detto:
da Casa Madre - 12/2010
Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza
Durante questo anno dedicato all’Allamano,
abbiamo esaminato alcuni aspetti della sua
identità di sacerdote apostolo. Ora, come
ultima riflessione, guardiamolo avanti negli
anni, il nostro Fondatore, ricco di esperienza
sacerdotale. Un momento molto significativo,
senza dubbio uno dei più forti della sua vita e da
lui intimamente sentito, è stata la celebrazione
del 50° di sacerdozio. Lo avrebbe voluto in
modo discreto, come aveva fatto per il 25°, ma
ovviamente non gli è stato possibile sottrarsi
alla responsabilità di sacerdote molto in vista
e influente nella diocesi e, soprattutto, di Padre
di due famiglie missionarie. I suoi figli e le sue
figlie non glielo avrebbero permesso per nessun
motivo. Lo volevano festeggiare, come era
giusto!
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Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza
«Devoti della Consolata, lo vedete quel piccolo
gruppo di sacerdoti dai capelli bianchi e disposti
in corona presso l’altare della vostra Madonna?
Sono gli avanzi delle ordinazioni sacerdotali
seguite in Torino nel 1873, cinquant’anni or
sono. Di 22 restiamo ancora undici, la giusta
metà proprio come gli undici del cenacolo
quando Gesù li creò sacerdoti; ed uno tra noi
[l’Allamano] fu precisamente ordinato oggi 20
settembre. Egli tra noi era il primo, non solo
per lettera d’alfabeto, ma per merito di studio e
di virtù, per mitezza d’animo e bontà di cuore;
e restò primo per le cariche da lui in seguito
coperte, e per la paternità di due famiglie, che
ne portano il nome nei centri dell’Africa».
La partecipazione del Papa. Lo stesso Papa
Pio XI, in data 5 agosto 1923, aveva già inviato
all’Allamano una lungo messaggio di auguri.
Dopo avere ricordato lo zelo dimostrato
e le benemerenze acquisite prima come
direttore spirituale in seminario e poi come
rettore del santuario della Consolata e del
convitto ecclesiastico, il Pontefice continuava:
«Tutto questo però, come abbiamo con lode
menzionato, non bastava ancora al grande
amore di cui tu ardi per le anime, ed ecco che
nell’anno 1901 fondavi l’Istituto dei missionari,
e nel 1910 quello delle suore missionarie,
entrambi denominati “della Consolata”, per
le missioni estere. Considerando dunque tutti
questi meriti, Ci è lecito arguire di quanta gioia
debba essere apportatore questo prossimo
evento sia all’animo dei Torinesi, che ai
vecchi e giovani alunni e figli tuoi. Ai voti ed
alle felicitazioni dei quali uniamo i voti e le
felicitazioni Nostre».
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da Casa Madre - 12/2010
Le reazioni del Fondatore. L’Allamano si è
preparato a vivere questo evento con semplicità,
come era suo solito. Tuttavia non si è trattenuto
di far notare che, secondo lui, c’era il rischio
di esagerare nei festeggiamenti. Ad un gruppo
di missionari che sono andati a trovarlo alcuni
giorni prima, ha come messo le mani avanti,
dicendo: «Vorrei scappare come al 25° anno,
che sono fuggito a Castelnuovo, ma adesso m’è
impossibile. Ho invitato i miei colleghi (siamo
ancora 11) e speravo di poter far festa da noi
soli... Ma l’ho già detto a padre Sales che fa delle
goffaggini. Facciamo le cose che vadano bene e
non ci siano delle esagerazioni, come ce ne sono
perfino nella lettera del Papa (si vede che sono
andati a stuzzicare). Se queste feste servissero
almeno a far aumentare nel popolo l’affetto per
le missioni, ne sarei contento».
Il Fondatore, a cose fatte, tuttavia, ha dimostrato
di avere gradito i festeggiamenti e ed è stato
riconoscente a quanti vi hanno partecipato.
come si legge nella lettera circolare ai missionari
e alle missionarie: «Finite con comune
soddisfazione le feste, e ringraziatone il Signore
e la nostra cara Madre, devo rendere grazie a
quanti vi parteciparono. Già ho mandato umili
grazie al Sommo Pontefice Pio XI per il Breve
indirizzatomi troppo lusinghiero per la mia
persona. Vado ringraziando gli em.mi cardinali
che si degnarono scrivere le belle lettere. […]. A
voi, miei cari figli e figlie, che tanto affetto mi
dimostrate in questi giorni, dirò “Deo gratias”
e vi prego dalla Santissima nostra Consolata
una intera corrispondenza alla vostra sublime
vocazione. […]. Continuate a pregare perché in
me si compia sempre la santa volontà di Dio».
Anche se questo aspetto sembra insignificante
rispetto al tema del 50° di sacerdozio, mi
permetto di dirne qualcosa, perché queste
fotografie del nostro Padre sono tra le più belle
che possediamo.
Dalle testimonianze, dunque, risulta che le
prime quattro (stessi sfondo, tappeto, tavolino
e poltrona) sono state riprese alla Consolata,
per interessamento dei can. G. Cappella e N.
Baravalle. Sarebbe stato lo stesso Baravalle
a suggerire all’Allamano di sorridere, perché
abitualmente era serio di fronte all’obiettivo
fotografico.
feste giubilari, non fece nessuna difficoltà e vi
acconsentì senz’altro, dicendo semplicemente:
“oportet” [è necessario]».
La condiscendenza dell’Allamano risulta
anche dalle diverse pose che si è adattato ad
assumere: in piedi, seduto, con lo zucchetto in
testa o senza, con l’opuscolo del Regolamento
dell’Istituto in mano o senza. L’unica costante
sempre in evidenza è la statua della Consolata,
di cui, purtroppo, non si ha notizia.
Riguardo a queste otto fotografie c’è un rilievo
da fare. Confrontando le prime quattro (riprese
alla Consolata) con le altre (riprese all’Istituto)
non si può fare a meno di notare una certa
differenza, soprattutto nell’espressione del
volto dell’Allamano. Accettando la tradizione
che le attribuisce tutte all’occasione del giubileo
sacerdotale, si può ipotizzare che siano state
scattate in tempi diversi, da fotografi differenti
e non con la stessa luce. Comunque sia, siamo
felice di possederle tutte otto, anzi tutte nove!
Le altre quattro sono state scattate all’Istituto nel
cortile delle missionarie e hanno uno scenario
diverso da quello delle prime quattro. In esse
il Fondatore è piuttosto serio. È interessante
la testimonianza del p. L. Sales: «[Alla richiesta
di essere fotografato] l’Allamano accondiscese
senza opporre la minima difficoltà. Al sottoscritto
che gliene aveva fatto invito, rispondeva: “Eh,
tanto lo so che la fotografia ci vuole e che la
pubblicherete; piuttosto che pubblicare una foto
mostro, tanto vale pubblicarne una decorosa”.
Così pure, nell’atto di essere fotografato, si
rimetteva a qualunque richiesta, sia nostra che
del fotografo, sia per la posizione da tenere ecc,
proprio come un bambino; e non si stancava
anche se lo si fermava piuttosto a lungo». Non
è meno significativo quanto riferisce al riguardo
il can. Cappella: «Ricordo molto bene che fu il
can. Baravalle a far prendere l’aria sorridente
che il sig. Rettore ha in quelle fotografie. E
al riguardo è pur da rilevare che quando gli si
parlò di lasciarsi fotografare, appunto per le
Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza
Le famose otto fotografie del 50°. Per l’occasione
del 50° sono state scattate diverse fotografie
dell’Allamano. Nel nostro archivio fotografico
ne possediamo otto, che la tradizione riferisce
appunto a quella circostanza. Sappiamo che
non sono tutte, perché il p. Sales parla anche di
fotografie scattate con il magnesio in parlatorio,
ma che non sono venute bene, e delle quali non
c’è traccia da nessuna parte. Si usa parlare di otto
fotografie, ma nella realtà sono nove, perché c’è
da aggiungere un mezzo busto del Fondatore
sorridente, che è la più diffusa tra di noi, e che
non è sicuramente il particolare di un’altra in cui
il Fondatore sorridente è in piedi.
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da Casa Madre - 12/2010
VERSO IL XII CAPITOLO Generale
Verso il XII Capitolo Generale
P. Giuseppe Ronco, IMC
CURIOSANDO IN CASA
ALTRUI
E’ sempre utile arricchirsi dell’esperienza altrui,
soprattutto in tempi di globalizzazioni come i
nostri. Gettare uno sguardo, seppure sommario
e superficiale, sulle tematiche capitolari di Istituti
missionari che recentemente si sono riuniti in
Capitolo, può servire a farci conoscere che cosa
lo Spirito Santo suggerisce oggi ai missionari,
dove li sta conducendo e quali metodologie di
lavoro propone. Può servire anche a illuminare
il nostro prossimo Capitolo, anche se i contesti
e i carismi sono differenti. Tutti insieme,
infatti, in spirito di collaborazione e solidarietà,
lavoriamo per la missione, affinché Cristo sia
conosciuto e diventi il Signore della storia di
ogni persona e di ogni popolo.
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da Casa Madre 12/2010
Missionari comboniani del Cuore di Gesù
Il 17° Capitolo generale dei Comboniani,
celebrato a Roma dal 6 settembre al 23
ottobre 2010, ha avuto come tema “Dal piano
di Comboni al piano dei comboniani: riqualificare la
missione, la formazione e il governo”. E’ stato un
“capitolo ordinario speciale”, perché finalizzato
a un rinnovamento radicale dell’Istituto e
alla ricerca-offerta di strumenti adeguati per
affrontare le nuove sfide globali. Il Capitolo è
stato caratterizzato, come mai in passato, dalla
dimensione dell’internazionalità e dalla pluralità
dei suoi membri. Una novità nei giorni di
preparazione al Capitolo è stata la presenza e
l’intervento di alcuni Superiori Generali emeriti
della congregazione, a partire dal 1979: i padri
Francesco Pierli, David Glenday e Manuel
Lopes Ferriera.
“Abbiamo voluto pregare e discernere insieme,
e in seguito anche discutere – a volte con fatica
P. Teresino Serra, sull’Osservatore Romano,
riassumeva con queste parole alcuni temi trattati:
“Superando le definizioni geografiche che
tracciavano confini netti tra “popoli evangelizzati”
e “da evangelizzare”, l’attività missionaria ha
assunto la dimensione dell’universalità. E oltre
alla tradizionale proclamazione del Vangelo
nei luoghi più negletti, unita alle attività di
promozione umana, sono divenuti parte
integrante dell’impegno missionario anche altri
ambiti importanti: giustizia, pace e integrità
del creato; promozione e impegno per i diritti
dei più poveri; lotta contro le nuove schiavitù
e nelle aree marginali della società; come
pure l’uso dei media moderni, indispensabili
oggi per un’animazione missionaria efficace.
Pur continuando a scegliere l’Africa come
opzione privilegiata per la nostra opera di
evangelizzazione, stiamo comprendendo che
la missione ad gentes è oggi presente in Europa
quanto in Africa. Ovunque siano sorte nuove
forme di schiavitù o di discriminazione siamo
chiamati a proclamare il Vangelo di liberazione.
In ambito di “attività evangelizzatrice” l’enfasi si
è spostata sulle condizioni dei singoli continenti,
che ci chiamano a operare a seconda delle
peculiari sfide che presentano. Non verrà poi
meno il tradizionale impegno in tante realtà di
prima evangelizzazione, superando ovunque,
in ogni caso, le tentazioni del protagonismo
e la tradizionale tendenza a “lavorare per
conto nostro”. Il principio generale che
seguiremo sarà quello di renderci disponibili
ad affiancare le Chiese locali ormai stabilite
ovunque, per offrire il servizio pastorale e
la collaborazione che richiederanno. Ogni
continente svilupperà in tal senso un proprio
piano di attività, e così pure saranno chiamate
a fare le varie circoscrizioni di ogni continente.
In Africa, in particolare, una grande sfida sarà
rappresentata dal crescente influsso dell’Islam: presenza diretta e riflessione dialogica nei Paesi
a prevalenza islamica saranno pertanto una
parte importante della nostra agenda. L’ambito
di giustizia e pace, riconciliazione e gestione
dei conflitti, in particolare, ci vedranno attivi a
fianco di altri organismi ecclesiali e laici nelle sedi
internazionali con azioni di advocacy e lobbying
(promozione della causa delle minoranze e delle
popolazioni più povere) tramite vari organismi: per esempio, Vivat International, presso le
Nazioni Unite e Africa and Europe, Faith and
Justice Network (Aefjn), presso il Parlamento
europeo. In America Latina, oltre all’impegno
d’inserimento pastorale in aree isolate o di
da Casa Madre 12/2010
Verso il XII Capitolo Generale
– sulle dimensioni irrinunciabili del nostro
carisma, dalle quali scaturisce il nostro Piano per
i prossimi sei anni: identità, spiritualità, missione
e formazione dei futuri missionari; evoluzione
della geografia vocazionale e crescita dell’interculturalità nell’Istituto; inserimento e presenza
nelle Chiese locali, per animarle a guardare oltre
i propri confini e per una pastorale vocazionale
rinnovata; servizio dell’autorità e condivisione tra
le Province; verifica dello stile di vita e di presenza
missionaria; coordinamento continentale e
comunità in contesti ‘di frontiera’, in ambiente
islamico, in Asia, attenti alla peculiarità di
ogni continente; trasparenza economica e
condivisione totale delle risorse. Abbiamo anche
riflettuto con gratitudine sulla testimonianza
di tanti confratelli anziani e ammalati, ai quali
chiediamo di continuare a offrire all’Istituto
e alla missione il tesoro della propria offerta
di preghiera e di sapienza, in un servizio fatto
di generosità e di fedeltà alla vocazione e alla
missione”(Messaggio dei Capitolari) .
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emarginazione, stimoleremo le Chiese ad
assumere la “missione universale” continuando
a “dare dalla propria povertà”. L’Asia, infine,
dove abbiamo celebrato vent’anni della nostra
presenza, ci sfiderà ad approfondire le nostre
radici e a consolidare le nostre piccole comunità,
“granello di senapa” nel continente più vasto e
meno evangelizzato”.
alcuni cambiamenti nelle Costituzioni e Regole
per rispondere più adeguatamente alla realtà
presente, la situazione dei beni temporali”.
Missionari Oblati di Maria Immacolata
Verso il XII Capitolo Generale
Il XXXV Capitolo generale del Missionari
Oblati di Maria Immacolata, si è celebrato a
Roma dall’8 settembre all’8 ottobre 2010 e ha
avuto come tema: Centrati sulla persona di Gesù
Cristo, sorgente della nostra missione, ci impegniamo
ad una conversione profonda, personale e comunitaria.
La Commissione precapitolare ha suggerito lo
slogan: “Un Cuore nuovo, uno spirito nuovo,
una nuova missione”.
Il Superiore generale uscente, p. Guglielmo
Steckling, che ha guidato gli Oblati per 12
anni, afferma: “il tema del nostro Capitolo
è, sorprendentemente, non la missione ma la
conversione. Nella Congregazione infatti si
avvertiva ormai un crescente consenso sulla
nostra identità come missionari Oblati. L’unico
elemento che mancava era un cambiamento del
cuore. Ci siamo resi conto che tutto il nostro
stile di vita come missionari doveva cambiare,
con lo scopo di poter vivere insieme con più
armonia, essere più consistenti nella preghiera
e nella riflessione e, dopo, superare le frontiere
per dare testimonianza di Gesù Cristo ai più
poveri e abbandonati nelle forme più creative.
Nell’attuale Capitolo, con Sant’Eugenio,
dovremmo esplicitamente unire la conversione
alle necessità missionarie di oggi”.
“Il Capitolo si concentrerà sull’elaborazione
di alcune linee direttrici applicabili
internazionalmente e che possano aiutare
a incarnare la vita religiosa missionaria nei
concreti contesti culturali. Inoltre, tra i temi
principali, figura l’adattamento delle strutture “a
un mondo che cambia e a una Congregazione
cambiata”, l’elezione del nuovo Superiore
Generale e del suo Consiglio, la discussione su
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da Casa Madre 12/2010
P. Louis Lougen, 58 anni, nuovo superiore
generale, cosi si esprimeva alla Radio Vaticana:
“Le sfide che troviamo nel nostro ministero
sono quattro, in particolare: la prima è,
appunto, la missione; ci troviamo in un mondo
secolarizzato, un mondo dove c’è molta
violenza: in questo mondo dobbiamo rilanciare
il dialogo, soprattutto quello interreligioso. La
seconda sfida è la comunità: noi Oblati siamo
chiamati a vivere la comunione e a testimoniarla
nella società. Il terzo punto è la formazione:
occorre formare i giovani a vivere per ciò che
è realmente importante, secondo il nostro
carisma. La quarta sfida è la leadership, ovvero
quella di formare gli Oblati ad una leadership
che sia servizio per gli altri. Queste sono le
nostre sfide principali”.
Il XXVII Capitolo generale dei Padri Bianchi si è
tenuto a Roma dal 10 maggio al 12 giugno 2010.
Aveva come tema La nostra missione in Africa e nel
mondo africano, e ha seguito il metodo di vedere,
giudicare, agire. E’ stato eletto il primo superiore
generale africano, P.Richard Baawobr.
Sono stati prodotti sei documenti importanti
(cfr Spiritus, n° 200, septembre 2010).
Il primo, La nostra visione comune: uno spirito
missionario apostolico,
serve d’introduzione
generale.
Il secondo, documento principale del Capitolo,
invita tutti i membri della Società a fare un
passo in avanti nell’impegno per la missione,
in particolare nell’incontro e nel dialogo
interreligioso, nel servizio della giustizia,
nella pace e nell’integrità del creato, e nella
riconciliazione. Nell’introduzione, il documento
ricorda che questi temi si fondano sul Dio Trinità,
che è amore e relazione e indica varie forme di
impegno concreto. Un accento particolare è
messo sull’incontro e il dialogo con i musulmani.
Chiesa, un servizio del ministero di unione che
Cristo ha voluto operare nel suo corpo crocifisso.
“Guai a me se non annuncio il Vangelo!” (1 Cor
9, 16), esclamava
l’Apostolo
delle
genti. Il desiderio di annunciare il Vangelo
nasce da un cuore innamorato di Gesù, che
vuole ardentemente che più persone possano
ricevere l’invito a partecipare al banchetto
di nozze del Figlio di Dio (cfr Mt 22, 8-10).
Di fatto, la missione è il diffondersi della
fiamma d’amore che arde nel cuore dell’essere
umano, che, aprendosi alla verità del Vangelo e
lasciandosi trasformare da essa, passa a vivere
la sua vita - come diceva san Paolo - “nella
fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha
consegnato se stesso per me” (Gal 2, 20). Di
conseguenza, la chiamata alla missione non
è qualcosa di destinato esclusivamente a un
ristretto gruppo di membri della Chiesa, ma
è un imperativo rivolto a ogni battezzato, un
elemento essenziale della sua vocazione”.
Il terzo documento parla di La nostra missione
fuori dall’Africa.
Verso il XII Capitolo Generale
Missionnaires d’Afrique o Padri Bianchi
Il quarto documento ha come titolo Al servizio
dei nostri confratelli e della missione. Tratta della vita
comunitaria, dei confratelli in difficoltà e della
distribuzione dei missionari nella Società.
Il quinto documento riconosce con gioia
l’aumento delle vocazioni, considerandolo una
grazia e una responsabilità.
La missione non è ricerca di nuove tecniche
ma servizio al Vangelo di Cristo
(Benedetto XVI, Ai vescovi delle regioni Norte 1 e
Noroeste del Brasile, 4-5 ottobre 2010)
“La Chiesa non lavora per se stessa: è al servizio
di Gesù Cristo; esiste per far sì che la Buona
Novella sia accessibile a tutte le persone. La
Chiesa è cattolica proprio perché invita ogni
essere umano a sperimentare la nuova esistenza
in Cristo. La missione, pertanto, non è altro che
la conseguenza naturale dell’essenza stessa della
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da Casa Madre 12/2010
COMUNICATO UFFICIALE
LA DIREZIONE GENERALE IMC
In relazione ai comunicati stampa relativi
alla condanna a morte delle persone ritenute
colpevoli dell’omicidio di Padre Giuseppe
BERTAINA a Nairobi in Kenya, avvenuto il
19 gennaio 2009, i Missionari della Consolata,
ritengono doveroso fare qualche precisazione.
Attività della Direzione Generale
E’ positivo che la Corte di Giustizia abbia
preso in considerazione e risolto questo
procedimento giuridico, contrariamente a
quanto avvenuto in casi analoghi non risolti:
l’uccisione dei padri Stallone, Graiff, Andeni,
ed il vescovo Locati...
Il Superiore Generale, però, ha già inviato e
depositato presso l’Alta Corte di Giustizia di
Nairobi una lettera con la quale chiede che la
sentenza di morte emessa dal Tribunale per le
due persone ritenute colpevoli della uccisione
del confratello Padre Bertaina non sia eseguita,
ma venga commutata, al massimo, in ergastolo.
Come cristiani, e più ancora come missionari,
siamo decisamente contrari alla pena di morte,
come a ogni sentimento e azione di violenza.
Riteniamo, inoltre, che una eventuale esecuzione
della condanna a morte sarebbe oltremodo
offensiva alla memoria di P. Bertaina , che ha
speso tutta la sua esistenza per la vita della gente
del Kenya e per la sua promozione, lavorando
con passione e generosità nella formazione
di generazioni di studenti. A causa di questo
impegno per la vita ha trovato la morte e non
può che desiderare la redenzione e la vita.
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da Casa Madre - 12/2010
Attività della Direzione Generale
TUTTI A LAVORO
P. Stefano Camerlengo, IMC
Questo potrebbe essere lo slogan che definisce il
cammino della DG in questi mesi. Attualmente
siamo riuniti nella sessione di consiglio del mese
di Novembre. In questo periodo il pensiero
e la riflessione vanno alla preparazione del
prossimo Capitolo Generale. Infatti la maggior
parte del tempo del nostro incontro è stata
dedicata alla riflessione e all’organizzazione di
questo momento importante in cui l’Istituto è
chiamato al rinnovamento coniugando il sogno
con la realtà, il rispetto verso tutti e la decisione
nel cammino. Questo periodo, da giugno a
novembre, inoltre ci ha visti impegnati anche in
visite importanti, indico qui di seguito alcuni
degli incontri più significativi.
Il Padre Generale, padre Aquileo Fiorentini,
insieme al Consigliere per l’Europa e l’Asia,
padre Paco Lopez, ha partecipato all’Assemblea
del Continente Asia in preparazione al prossimo
Capitolo. L’assemblea ha visto riuniti tutto il
gruppo dei missionari e quello delle missionarie
per una forte condivisione del cammino e
anche per riflettere sulle prospettive future,
indicando nell’Asia il futuro della missione ed
invitando tutto l’Istituto a confrontarsi con
questa visione di sguardo ad Oriente.
Il Consigliere dell’America, padre Antonio
Fernandes, ha vissuto un tempo significativo
con i nostri missionari del Messico. Questa
missione “nuova”, ha bisogno di un forte
discernimento per scoprire i cammini dello
spirito che devono caratterizzare la nostra
presenza. I missionari hanno studiato la realtà
orientandosi con decisione verso la scelta,
richiesta dal Capitolo, di un impegno di AMV,
aprendosi anche i giovani che già bussano
alla nostra porta con la disponibilità all’
accompagnamento vocazionale.
Il Consigliere per l’Africa, p. Metthew Ouma,
ha accompagnato il gruppo di 20 giovani
da Casa Madre - 12/2010
15
missionari che in Sud Africa per tre mesi
hanno seguito il corso di rinnovamento. Tutti
i missionari sono stati contenti dell’esperienza
sopratutto per la possibilità di “stare con se
stessi e con il Signore” che le è stata offerta. E’
stato bello vedere dei nostri giovani aperti alla
missione e con voglia di donazione totale.
Attività della Direzione Generale
Il Vice Generale, p. Stefano Camerlengo, si è
recato in visita canonica in Mozambico per
circa due mesi. Il Mozambico è una Regione
importante dell’Istituto che ha vissuto una
esperienza tutta speciale di missione. A causa
della guerra civile i missionari e la Chiesa locale
hanno “inventare” un presenza di Chiesa più
vicina alla gente e ministeriale dove i laici
occupano un posto di grande responsabilità
e si sentono autentici protagonisti
dell’evangelizzazione. Certamente un grande
esempio per tutti.
Ecco una piccola lista di attività dei membri
della DG, che conferma quanto insieme si sta
cercando in noi stessi, nelle comunità e nella
missione.
In questo pellegrinaggio missionario appare
una costante che ci accomuna tutti: la meraviglia
e la simpatia verso i nostri missionari che, se
pur in tempi difficili, restano vicini alla gente,
fedeli al quotidiano in piccoli gesti. Missionari
che fanno riscoprire la grandezza della vita
donata, l’umile bellezza di vivere non solo
accanto agli altri, ma gli uni con gli altri, solidali
nel condividere la comune umanità. Missionari
che sanno mostrare la normalità del bene nella
valorizzazione delle potenzialità che ciascuno
porta in sé, nella capacità di amare e di essere
amati senza calcoli, nel faticoso discernimento
su come affrontare le situazioni, cercando non
tanto come uscirne fuori a tutti i costi, ma
piuttosto come poterle affrontare insieme.
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da Casa Madre - 12/2010
A tutti il nostro grazie ed il nostro augurio di
buon cammino!
Coraggio e avanti in Domino!
Novembre 2010
P. Michelangelo Piovano, IMC
1° Novembre: la pioggia abbondante del
giorno dei Santi ci impedisce di andare al
Cimitero per la recita del Rosario per i nostri
defunti. Lo facciamo il 2 novembre nella
preghiera della sera nella nostra cappella.
2 Novembre: la Direzione Generale inizia
le riunioni del Consiglio che si protrarranno
fino a fine mese.
Casa Generalizia
DIARIO DELLA CASA GENERALIZIA
3 Novembre: Ci troviamo per la prima
volta per la serata comunitaria entrata a fare
parte della programmazione da questo anno.
Un momento di incontro, condivisione,
ricreazione nel quale stiamo un po’ assieme
senza programmi particolari. C’é anche
sempre un aperitivo e qualche salatino che
accompagna questo scambio fraterno tra di
noi. E’ proposto nella libertà ad ognuno
ogni mercoledì sera una mezzora prima della
cena nella quale poi per “antica” tradizione
qui a Roma in casa generalizia vi è sempre
una buona pizza.
5 Novembre: Incontro comunitario nel
quale iniziamo ad esaminare i “Lineamenta”
in preparazione al capitolo generale. Si decide
di fare alcuni incontri ogni venerdì sera
prendendo in esame ognuna delle schede del
sussidio.
12 Novembre: Secondo incontro comunitario
sulla scheda “Persona e Comunità”nel quale
viene fatta una ricca condivisione su questi
due temi.
15 Novembre: Celebrazione per i nostri
defunti presieduta dal Superiore Generale
e animata dalla comunità del Teologico di
Bravetta. Tra i defunti dell’anno ricordiamo
in modo particolare, con alcuni tratti e
testimonianze, P. Giuseppe Ettorri, P.
Francesco Piccoli, P. Juan Puentes e P.
François Amboko.
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da Casa Madre - 12/2010
20
Novembre:
Partecipiamo
alla
professione Perpetua di Ermanno Savarino
e Hyacinth Mwallongo presso la parrocchia
del Crocifisso di Bravetta.
Nello stesso giorno si tiene in San Pietro
il Concistoro per la creazione di nuovi
Cardinali, per l’occasione ospitiamo, come
sempre, in casa Il Card. John Njue di
Nairobi ed il Cardinale Serverino Poletto nei
suoi ultimi giorni come pastore della Chiesa
di Torino. Lui stesso ci comunica che nel
giorno seguente (21 novembre) consegnerà
il pastorale a Mons. Cesare Nosiglia, nuovo
vescovo nominato per la Diocesi.
Casa Generalizia
19 e 26 Novembre: altri due incontri
comunitari in preparazione al capitolo nei
quali prendiamo in esame le schede sulla
Formazione e la Organizzazione.
18
da Casa Madre - 12/2010
27 Novembre: Ritiro comunitario che segna
anche la preparazione e l’inizio del Tempo
liturgico dell’Avvento. Viene guidato da
padre Paco, consigliere per l’Europa e l’Asia.
Oltre ad introdurci nel tempo dell’Avvento,
condivide con noi alcune riflessioni maturate
durante l’Incontro dell’Asia in preparazione
al capitolo tenutosi in Corea.
28 Novembre: Partenza di una parte della
Direzione Generale per il Kenya dove si
terrà l’Assemblea in preparazione al capitolo.
Anche durante questo mese sono stati
vari confratelli che ci hanno fatto visita
rimanendo alcuni giorni noi e condividendo
la loro esperienza e lavoro missionario.
By P. Lello Salutaris Massawe, IMC
The missionary trumpets’ sounds: “Tanzania,
where is your missionary spirit!” rocked the skies
of Tanzania when the missionary congregations,
Pontifical Missionary Society (PMS), Christian
Professionals of Tanzania (CPT), and the youth
from all walks of life flocked the Consolata
Mission Centre (CMC) at Bunju in Dar es Salaam,
to actualize the historical Mission Congress
which took place from the 4-7 November 2010.
“This is the first mission congress ever since
I came to Tanzania in 1971” acclaimed Fr.
Giacomo Baccanelli, the Regional Superior
of the Consolata missionaries in Tanzania
who presided over the opening Eucharistic
celebration. The congress gave the religious
congregations which are essentially missionary
ad gentes to query themselves, after more than
100 years of evangelization in Tanzania, whether
their presence in this land is still needed or not.
On the same line, the local church is challenged
to make an evaluation on whether the Christian
faith brought to her by the missionaries has
really penetrated their being.
new paganism which is partly brought about
by globalization is meandering in as well as
outside our church today. The dichotomy of
faith is another area to be addressed urgently.
This is a challenge for all of us Catholics, and it
requires the contribution of everybody for we
are all sent by Jesus to save the world, insisted
Fr. Giacomo and cited the words of St. Paul:
“Woe to me if I do not preach the gospel.”
(1Cor 9:16) and “For to me to live is Christ,
and to die is gain” (Phil 1:21)
The church today needs a prophetic witness
that should come from both the church leaders
and the lay people. A missionary is a person
who is ready to live for others, especially the
needy: the sick, the abandoned, the voiceless
and powerless. Jesus called the disciples and
sent them two by two, to do His mission, that
is, the mission of the Father. This is a reminder
to us all that the mission that we are doing is
not ours but God’s, thus we have to go back
to Him frequently asking for (that is, praying)
advice and help.
There are areas in this country which need to
be evangelized, if not re-evangelized, today such
as: justice and peace, media, women, children,
and the integrity of creation. More so, the
Our Christians as well as the local clergy should
be reminded now and then the importance
and urgency of the mission of Christ. Every
baptized should feel called by God, and
da Casa Madre - 12/2010
Tanzania
This congress was done just after the general
elections in Tanzania which took place on
the 31st October 2010; an exercise which was
marred by corruption and other irregularities in
favor of the ruling party. In fact this meeting
was an opportune moment for Tanzanians to
question their conscience on the issues on good
governance from the grass root to the top level
of the government.
By this missionary congress, the Consolata
Missionaries in Tanzania have lifted high the
light of Christ for the non believers as well
as for people with little faith. It is a brave
decision – which is in accordance with our
charism - which we have dared to make,
that is, evangelization of the poor, a true ad
gentes. This is the aim of building the CMC
in Dar es Salaam; to bring a new thing, to
the Arch diocese of Dar es Salaam and the
whole community of Tanzania. By so doing
we believe to become the salt of the earth
and the light to the people of God. We hope
that consequently, the infected people (both
Christians and non Christians, religious and
priests) will become a new salt and strong light
to the Tanzanian culture and people, and thus
effective missionaries.
Fr. Baccanelli in his homily observed that the
missionary work is still needed in Tanzania; that
people still need to be educated to make them
understand that the Church is theirs, that they
themselves are the church; and thus they have
to sacrifice their life as well as their personal
belongings for the salvation and development
of the whole humanity.
Vita nelle Circoscrizioni
THE MISSION CONGRESS AT BUNJU
19
Tanzania
Vita nelle Circoscrizioni
thus be ready to go towards others, the new
realities and challenges which require one’s
contribution, first as a human being, then as a
Christian. The Second Synod for Africa could
be one of the important tools for us.
Bishop Evarist Chengula, imc, who presided
over the closing Holy Eucharist on Sunday
7th November, invited the participants to give
witness to the Gospel through their daily life.
“Many missionaries gave witness by shedding
blood, and dying in foreign lands. So, every
baptized is supposed to suffer martyrdom, not
necessarily by shedding his/her blood, but by
living a good moral Christian life and ready to
defend the truth. Let us even be ready to lose
our work for the sake of defending the truth. ”
insisted Bishop Chengula who is the shepherd
of the diocese of Mbeya.
To conclude the Congress, it was resolved to
prepare some materials for formation for the
People of God (priests, religious, catechists,
different church lay leaders, and the youth).
The themes chosen are: the significance
of a Missionary Call, Christian missionary
education/teachings, Missionary formation,
Catechists, Relationships in the Church among
different pastoral agents, and Service in the
community (the priorities that should be
considered).
The religious missionary congregations
which participated in the Congress were: the
Missionaries of Africa, Benedictines (OSB),
OFM Capuchins, Holy Ghost Fathers, The
Littles Sisters of St. Francis (of the Arch diocese
of DSM), and the host Consolata Missionaries.
Our wish is to convoke the Mission Congress
in every three years.
20
da Casa Madre - 12/2010
Juan Benito Rondón Hernández, IMC En la apertura de la ceremonia, el P. Obed
Ramírez Granada, Vicario General de la Diócesis,
hizo una presentación del perfil humano y
pastoral del recordado Mons. Antonio María
Torasso, semblanza que fue posteriormente
ampliada en un video con fotos de la época. En su homilía, Mons. Ossa Soto, recordó el
legado pastoral de este insigne obispo del Caquetá
y en la procesión de ofrendas delegados de las
instituciones educativas Técnico Industrial
y La Salle, le agradecieron su fundación.
El Vice Superior de los Misioneros de
la Consolatta, P. Renzo Marcolongo se
mostró agradecido por las muestras de
cariño de la comunidad diocesana a Mons.
Antonio María Torasso, con ocasión
del cincuenta aniversario de su muerte. El sacerdote quien vino al acto en
representación de esta comunidad religiosa a
la que perteneció Mons. Torasso, dijo que fue
una noche muy emocionante que lo conmovió
profundamente al ver tanta gente que todavía
recuerdan con claridad a quien fuera el primer
obispo del Vicariato Apostólico de Florencia. Con una solemne Eucaristía, en la Catedral
Nuestra Señora de Lourdes, se conmemoró el
pasado viernes 22 de octubre, el 50 aniversario de la
muerte de Mons. Antonio María Torasso, primer
obispo del Vicariato Apostólico de Florencia. El Gobernador del Departamento, Germán
Medina Triviño, participó en el acto litúrgico,
acompañado de parte de su gabinete de gobierno. Colombia
La ceremonia fue presidida por el obispo
de la Diócesis, Mons. Jorge Alberto Ossa
Soto y concelebrada por un numeroso grupo
de sacerdotes entre los que se cuentan el
P. Renzo Marcolongo, Vice Superior de
los Misioneros de la Consolata, el P. Efrén
Baldasso, sacerdote consolato que trabajó
durante muchos años en el Caquetá, un grupo
representativo de sacerdotes diocesanos.
Agregó que fue una celebración muy
significativa porque también para los
misioneros de la Consolata Mons. Torasso
traza una línea de acción pastoral, como es
la integralidad de la acción evangelizadora.
En tal sentido recordó sus palabras en la
Vita nelle Circoscrizioni
MEMORIA DE MONS. ANTONIO MARÍA TORASSO IMC
21
da Casa Madre - 12/2010
Colombia
Vita nelle Circoscrizioni
22
consagración como obispo cuando dijo “no
descansaré mientras haya un pobre que llora
en mi Vicariato”, significando con ello una
mirada de la evangelización como promoción
integral del ser humano, estilo misionero
que sirvió de guía para Mons. Cuniberti y
Mons. José Luis Serna, los dos siguientes
obispos de esta jurisdicción eclesiástica,
también del seno de la comunidad Consolata.
La ceremonia litúrgica cerró con el marco
musical del quinteto de Batuta, que hizo gala
de su calidad artística.
Testimonianza di P. Agostino Baima, IMC
Ti mando foto della Madonna del Cuore
Immacolato che abbiamo in Sacrestía qui
al Santuario di NS. di Fátima. É un ricordo
bello e persino drammatico dell´interesse che
Mons. Torasso aveva di costruire un Santuario
al Cuore Immacolato di María, secondo le
rivelazioni fatte alla vidente Suor Lucía. Aveva
giá comprato e destinato un luogo nel Barrio
Torasso in Florencia ma é sopravvenuta la sua
malattia aggressiva e fatale. Allora ha fatto il
viaggio personalmente in jeep da Florencia a
Manizales (circa 650 km) e portó al P. Gerardo
Bottacín una statua di Ortisei di 1 m e venti di
altezza. Raccontava il P. Bottacín che é arrivato
sfinito ma contento a Manizales e che ha detto
a Lui “ Gerardo io ho fatto voto di costruire il
Santuario al Cuore Immacolato di María, ma
vedo che non lo potró piú fare, metti anche la
da Casa Madre - 12/2010
mia intenzione nel costruire questo Santuario
in Manizales, é la stessa devozione di Fatima”.
Mons. Torasso mandó al P. Gerardo il buldozer,
che aveva usato in vari lavori di costruzioni e
strade nel Caquetá. Con questo in 70 giorni
continui di movimento di terra é stato ricavato
il terreno su cui é costruito l´attuale Chiesa che
ha una posizione invidiabile e visibile da tutta
la Cittá.
P. Peter Ssekajugo, IMC En este tiempo es difícil notar novedades en
el Vicariato. Todo parece igual, repetitivo, y
sin avances significativos. Las instituciones
del vicariato son las mismas, curia, y sus
departamentos (dependencias) de pastoral
(social, familiar, litúrgica), parroquias, barrios,
colegios, institutos de la vida religiosa, entre
otros.
La realidad sociopolítica y económica también
parece algo de siempre, inmodificada e
inmodificable: ejército, armada, guerrilla,
atentados, amenazas, coca, erradicaciones,
pobreza, hambre, desplazamientos y retornos,
señalamientos,
hostigamientos,
muerte
de civiles. Hay una gran falta de empleo y
desarrollo.
Al nivel de relaciones iglesia instituciones
también parece presentar algo de siempre, sin
novedad alguna: ceremonias de la alcaldía con
misa o con un te deum, ceremonias militares
con misa o con una oración (por ej. aniversario
de la patria, desfiles, conmemoración de los
héroes, ascensos), se nos encarga capellanías
etc...
Pastoralmente, tampoco las cosas parecen
presentar cambio alguna: las correrías por
los ríos, por la carretera, a caballo, a pie o el
acomodamiento al mismo sitio. En las correrías,
como lo indica la palabra, se corre, se suda, se
agita, se cae del caballo, se emplaya en la canoa,
se guanta hambre, se queda en el camino, se
enferma en la vereda.
Vista así la realidad, se concibe un vicariato
de pueblos abandonados, aislados, aburridos y
aburridores y sospechados por los de fuera y de
adentro. Da la impresión de un pueblo cansado
y agotado. De hecho si por un lado muchos
tienen miedo de entrar, muchos de los antiguos
de allí están saliendo.
El vicariato parece una tierra árida, infértil e
infecunda, si analizamos la palabra que muchos
usan cuando escriben refiriéndose al Caquetá y
el Putumayo como “tierra inhóspita.”
Sin embargo hay varios caminos y procesos
que se han venido consolidando y que dan una
imagen positiva al vicariato. Son procesos que
llevan anos y que muchos misioneros antiguos
y nuevos han contribuido física, espiritual y
económicamente. Por ejemplo, la atención a
los indígenas y colonos de forma especifica y
priotaria, la promoción humana, la defensa de
los derechos humanos entre otros.
De otro modo, el camino de la pastoral indígena,
amazónica, andina y fronteriza, parece como
el nuevo aire que oxigena al vicariato y sus
fuerzas vivas. Este proyecto se presenta como
una profunda razón de ser de todo el vicariato
y la región Colombia-Ecuador y quizás en el
continente, si leemos bien la preocupación del
momento actual, que es la protección de las
minorías étnicas, los inmigrantes o desplazados,
el cuidado del medio ambiente, la integración y
hermandad de los pueblos desde las fronteras.
Colombia
Las instituciones públicas y/o civiles también
demandan la presencia del obispo, párroco,
diácono o una hermana, aunque no sea para la
oración, por menos para dar peso y validez en
la lectura de la fórmula protocolaría tradicional
que va así: Autoridades civiles, militares y
eclesiásticas. A veces esos momentos sirven
para evangelizar a las instituciones; para
convertirlas, o dejarse convertir y acomodarse
al sistema y olvidar el objetivo del proyecto
misionero, el de Jesús.
Al nivel espiritual parece que también quedamos
en la monotonía, retiros espirituales anuales,
oración comunitaria, eucaristía, procesiones,
Navidad, Semana Santa, novenas y novenarios,
funerales, preparación para los sacramentos
(Bautismo, Penitencia, primera Comunión,
y Confirmación, y escasamente se casan).
También existen grupos de infancia misionera,
jóvenes, grupos de oración. En general, así se
mantiene la vida del vicariato en los diversos
aspectos, tanto en lo espiritual como en lo
material.
Vita nelle Circoscrizioni
SAN VICENTE-PUERTO LEGUIZAMO
23
da Casa Madre - 12/2010
Colombia
Si eso se hace bien, seremos de los principales
actores en la defensa de la vida, de los pueblos y
del medio ambiente. Seremos de los verdaderos
defensores de los derechos humanos, de la
justicia, y de la verdad.
Así que en el vicariato, nos movemos entre la
monotonía y la novedad creativa y recreativa,
entre la indiferencia y la diferencia, entre lo viejo
y lo nuevo al estilo del verdadero maestro de la
ley que llega a conocer el Evangelio y saca lo
viejo y lo nuevo.
Vita nelle Circoscrizioni
Lo otro que a veces se presenta como novedoso,
es el intento de trabajar en equipos, sea entre
consolatos, o entre misioneras y misioneros de
la Consolata, o entre consagrados y laicos. Esta
dinámica presenta desafíos, choques, amenazas
y esperanzas. No es una realidad ya hecha, se
va construyendo; en algunos espacios parece
solidificarse, en otras caerse, y en otras casi
imposible.
Sin embargo, si bien el gran equipo del vicariato
todavía no existe, hay pequeños esfuerzos
en cada parroquia de llevar adelante lo que le
corresponde dentro de los cascos urbanos y en
la misión de los ríos.
24
da Casa Madre - 12/2010
Desafíos principales según mi parecer:
El territorio es demasiado grande y el
personal inversamente reducido en número,
edad e interés. Algunas parroquias parecen
estar deteriorando de forma acelerada y la
gente lo notan. Así que hay lugares donde el
número de feligreses ha reducido demasiado,
refugiándose en la vecindad o volviéndose
miembros de las sectas protestantes.
La economía es demasiado escaso, y los
poquísimos proyectos que hay parecen
insignificantes ( cinco panes y dos peces).
La demora de nombrar al obispo del nuevo
Vicariato ha afectado negativamente el
desarrollo de ambos territorios ( antiguo y
nuevo). La terna parece eterna.
El trabajo en equipo, aunque se presenta
como semilla y sacramento, los contratiempos
son muchos y el camino por recorrer es
demasiado largo.
Dicen los futbolista que cuando todo no está
perdido, nada está perdido. El Vicariato es
todavía salvable.
P. Rinaldo Do, IMC
MERCI pour tous les signes de fraternité, de
prière et les condoléances que j’ai reçus de
votre part, à l’ occasion des funérailles de notre
confrère le p. François.
Que l’amour du p. François pour Dieu, l’
Église, le Pape, sa vocation, notre famille de la
Consolata puisse nous animer à continuer notre
chemin vers le Paradis.
Les funérailles ont été vécues dans la foi, la
prière et avec beaucoup de participation du
peuple de Dieu: Monseigneur l’Evêque de
Kisantu, laïques, prêtres, religieux, religieuses,
séminaristes... le témoignage de maman Marie,
mère du p. François, a touché le cœur de tous
les participants.
Vita nelle Circoscrizioni
LES FUNERAILLES DE P. AMBOKO
Congo
25
da Casa Madre - 12/2010
Venezuela
Vita nelle Circoscrizioni
26
PASTORAL INDIGENA TUCUPITA
Zacariah Kariuki, IMC
Desde 1926 cuando los primeros padres
capuchinos hicieron contacto con el mundo
warao, la Iglesia católica del Vicariato Apostólico
de Tucupita ha estado siempre presente en
medio de los hermanos indígenas de este estado,
llevando adelante la misión de evangelización,
que constituye el anuncio explicito de la persona
de Jesucristo y trabajos de promoción humana.
Como un proceso llevado a cabo por seres
humanos, es obvio que hubo muchos errores
y siempre los tendremos, pero esto no debería
ofuscar las buenas intenciones, la entrega y la
dedicación de la Iglesia que siempre ha buscado
y seguirá buscando el bien espiritual y material
del pueblo warao.
Nuestro objetivo como pastoral Indígena es
organización, atención y acompañamiento
espiritual, cultural y humano a todos los
hermanos warao partiendo de nuestra FE
como cristianos católicos que somos y de
nuestra espiritualidad y religiosidad tradicional.
En Octubre de 2007, en el marco de la
celebración de la Resistencia Indígena, se
realizó una asamblea ampliada de los agentes
pastorales del Vicariato en la que, entre otras
cosas, se recomendó retomar el equipo de la
Pastoral Indígena del Vicariato, confiándole a
este equipo el sueño del Vicariato de construir
una Iglesia inculturada y misionera que “atienda
al mundo Guarao y su cultura” y en la que “las
manifestaciones culturales de nuestro pueblo
sean parte de la vivencia de nuestra fe” (Actas
de la 1° Asamblea de Agentes Pastorales del
Vicariato, 12-14 de Octubre, 2007).
Como parte de la preparación, estamos
organizando una media jornada de
manifestación cultural el día 27 de noviembre
del año en curso en la que los hermanos
que viven en Tucupita, nos reuniremos para
compartir nuestros bailes, nuestros cuentos,
nuestros cantos, nuestra artesanía y nuestra
vida. Obviamente, todos los ciudadanos están
invitados a compartir con nosotros nuestra
riqueza.
La renovada pastoral Indígena tiene como
misión buscar la mejor manera de vivir nuestra
espiritualidad y religiosidad que incluya la
inculturación de evangelio; preservar, promover
y defender nuestra identidad cultural y nuestros
derechos como originarios de estas tierras
deltanas. Por medio de programas de talleres,
convivencias, cursos, charlas, etc., buscamos
también brindar espacios de formación en
valores cristianos y culturales.
da Casa Madre - 12/2010
Fieles a este compromiso, nos hemos
propuesto realizar el primer simposio indígena
warao de oriente, sobre el fenómeno de
MOVILIZACION Y MIGRACION DEL
PUEBLO WARAO. Hemos convocado a
varios representantes de nuestras comunidades
y concentraciones indígenas de los estados
Delta Amacuro, Monagas y Bolívar. Estamos
haciendo también una invitación especial
a las organizaciones gubernamentales y
no gubernamentales que trabajan con el
pueblo indígena para que puedan participar
y apoyar esta iniciativa tomada y organizada
por representantes de varias comunidades
indígenas con el apoyo del Vicariato Apostólico
de Tucupita.
Cabe decir que no es todo un jardín de rosas,
hay personas que están cuestionando esta
iniciativa, pero a ella solo queremos decir que
nosotros no pretendemos, culpar o criticar a
nadie ni hacer política. Lo único que queremos
es reunirnos como hermanos y hermanas
warao para estudiar a fondo un fenómeno que
está afectando todas nuestras comunidades
(la historia, las causas, las consecuencias y
las posibles soluciones) y así seguir abriendo
caminos de esperanza para nuestro pueblo
warao.
Se qualcuno mi avesse detto che io sarei diventato
un missionario lavorando in Mongolia 14 anni
fa, lo avrei preso per pazzo. Ma, il 31 ottobre,
per la vigilia di Tutti Santi, ho rinnovato i miei
voti di povertà, castità ed obbedienza con il
crepitio della legna nella stufa come sottofondo
nella nostra piccola gher chiesa di Arvaiheer, in
Mongolia. È stata un’esperienza molto forte
fare pubblicamente i miei voti a Dio circondato
da tanti Mongoli, battezzati e simpatizzanti.
Con gioia e anche paura (avendo anche letto
la formula in Mongolo) ho detto a Dio Padre,
Figlio e Spirito Santo che volevo rispondere alla
mia vocazione con tutta la mia libertà, e anche
difetti, seguendolo e annunciando il suo grande
amore per ciascuno di noi con urgenza in tempi
favorevoli e in tempi difficoltosi (cf. 2 Tim 2:4).
Vita nelle Comunità
Dopo la celebrazione eucaristica, abbiamo
condiviso il solito tè salato e le ciambelline fritte.
Dopo di che, ci siamo trasferiti di nuovo nella
gher chiesa dove ho dato la mia testimonianza
vocazionale, cioè, dovevo spiegare come un
giorno, Gesù mi guardò, e mi chiamò ad uscire
subito fuori da me stesso, a vivere con lui da
vicino, per vivere non più per me stesso ma
per gli altri. Avendo un vocabolario mongolo
di 100 parole, ero fortunato di avere p. Giorgio
Marengo accanto a me per tradurre quello che
dicevo. È la prima volta (e spero che non sia
l’ultimo) che un missionario fa i voti religiosi ad
Arvaiheer. Volevamo farlo in questa missione
sapendo che poteva essere una testimonianza in
sé. Una donna cattolica, battezzata a Pentecoste
di quest’anno ci ha colpito quando ci ha detto
che lei si dispiaceva di aver conosciuto Gesù
Cristo soltanto recentemente e non da giovane
perchè avrebbe voluto più tempo per servirlo
in questa vita! Quella donna, che sta aiutando
a crescere un bambino senza mamma nella sua
gher in campagna, ha motivo di rallegrarsi perche
spesso “gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi”
(cf. Mt 20, 1-16). Dio non si interessa molto nel
passato, ma piuttosto nel nostro “si” oggi.
Arvaiheer
Io faccio voto…
Pietro Turrone, IMC
Una delle parti più interessanti di questa
27
da Casa Madre - 12/2010
Arvaiheer
Vita nelle Comunità
esperienza è stata la parte preparativa. Prima
che p. Giorgio correggesse la traduzione,
avevo chiesto a una delle mie maestre di lingua
di aiutarmi a tradurla. È stata veramente una
sfida spiegare che significa castità, povertà
e obbedienza a loro dove il cristianesimo
non è molto conosciuto. Una maestra mi ha
guardato con tanta sorpresa e dubbio quando
ho detto che non avevo moglie e bambini. E
non soltanto lei. In una cultura dove anche i
monaci buddisti si sposano, tanti di loro fanno
fatica a capire come noi possiamo rimanere
singoli e contenti. Lo stesso vale anche per
povertà ed obbedienza. Infatti, la traduzione
mongola enfatizza quello che noi rinunciamo.
Purtroppo, questo porta ad una visione molto
limitata della realtà della vita religiosa, che anche
molti che provengono da paesi “anticamente
cristiani” sostengono. Ma la consacrazione
religiosa è soprattutto una seria di “si”. Per noi
missionari e missionarie che abbiamo trovato
la perla preziosa, sappiamo bene che noi, in
fondo, avevamo poco finché non siamo stati
afferrati da Gesù Cristo.
Domani, dopo la Festa di Tutti Santi, p. Daniele,
s. Magdalena, s. Giovanna ed io ritorneremo
ad Ulaanbaatar per continuare la nostra vita
quotidiana di studio, lavoro e preghiera mentre
28
da Casa Madre - 12/2010
s. Omaira rimarrà a iniziare suo nuovo lavoro
qui ad Arvaiheer. Il mio studio della lingua
procede a passo di lumaca. Per orgoglio, ma
anche per un sincero desiderio di parlare di
Dio con i ragazzi, mi sento frustato di non
essere capace di dialogare con coloro che io
incontro a scuola o per strada. Un giorno però
ho capito che stavo già evangelizzando, anche
se in una maniera molto sottile. Stavo, come
dice L’Archivescovo indiano Menamparampil,
“sussurrando il Vangelo”. Pochi giorni fa ho
iniziato ad insegnare Inglese ad uno studente
di medicina nel nostro appartamento. Lui ci
guarda con tanta curiosità e perplessità, vedendo
uomini e donne che condividono una vita
insieme come fratelli e sorelle che provengono
da tanti paesi diversi nel mondo. Allora,
seguendo il monito di nostro Signore di essere
“prudenti come i serpenti e semplici come le
colombe” (Mt 10, 16), sfrutto ogni domanda
per parlare della nostra fede in Cristo. E cosi,
in questa meravigliosa terra della Mongolia pian
piano stiamo compiendo la missione che Dio ci
ha affidato. La mia preghiera è che tutti voi che
leggerete questo articolo, con tutti i santi del
cielo, vi ricordiate di noi nelle vostre preghiere
affinché tutti i Mongoli diventino pazzi per
Cristo come noi (cf. 1 Cor 4: 10)! Amen.
Fr Angelo Bruno, IMC
Si può anche affermare che gli ultimi sei mesi
sono stati caratterizzati da piogge abbondanti,
e ancora più abbondante propaganda elettorale,
con relativa delusione visto che nessun candidato
indigeno o dei poveri è stato eletto, solo i più
grandi nemici degli indigeni sono stati eletti.......
Oggi termina il secondo turno di votazione, per
il presidente della repubblica e per i governatori,
che non hanno raggiunto la maggioranza il
primo turno al tre ottobre. La gente semplice,
distratta dalle promesse elettorali e da comizi
di tutti i tipi, anche nelle comunità indigene,
dimentica letteralmente i suoi diritti e i suoi
doveri e anche di coltivare e allevare.
Come potete vedere da una foto, l’arcobaleno
annuncia che forse finisce la stagione delle
piogge, anche se ha piovuto forte tutta la notte
dal 27 al 28 ottobre, tanto che non ho potuto
andare in un villaggio il giorno 30, visto che
un torrente era in piena e i ponti non ci sono
ancora.
Ho passato molti momenti felici con persone
semplici, che raccontano tante cose interessanti
a rispetto della loro vita, loro tradizioni e modo
di vedere il mondo e anche storie di altri popoli
estinti ma che alcuni di loro hanno conosciuto.
Ringrazio di cuore per i messaggi, lettere, e di
tutto e auguro tante cose belle e buone a tutti
e tanti auguri per i compleanni e onomastici
del mese di novembre e buona festa di Tutti i
Santi.
Camara
Ottobre, mese missionario, l’ho trascorso
quasi sempre in giro nei villaggi, per varie
feste patronali, battesimi, per un incontro di
catechisti, e per altri vari impegni e attività legati
al lavoro missionario, e anche a un assemblea
diocesana per studiare il tema della campagna
della fraternità del prossimo anno con il tema:
“fraternità e la vita nel pianeta Terra” e a un
incontro con i missionari che lavorano nelle
comunità indigene. In alcune di queste attività,
mi hanno aiutato padre Carlos Eduardo e Suor
Alda Raffaella.
Vita nelle Comunità
NOTIZIE DA CAMARA (RORAIMA)
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da Casa Madre - 12/2010
Torino
Vita nelle Comunità
Commemorazione dei Confratelli e
Consorelle defunti dell’anno
P. Antonio Giordano, IMC
15 novembre 2010
Oggi nella chiesa del Beato G. Allamano
ricordiamo e preghiamo per i nostri Confratelli
e Consorelle che sono stati chiamati nella Casa
del Padre dal 15 novembre dell’anno scorso
al presente. Sono ormai molti e formano una
ampia corona intorno al Beato Fondatore.
Lui che voleva che fossimo tutti e sempre una
famiglia attorno al padre, certamente lo vuole
ancora adesso dal cielo. Per cui il ricordo triste
della dipartita da noi di questi ultimi 37 è allietato
dalla comunione tra loro e con noi attorno al
Beato Padre. Se poi consideriamo che la Messa
in suffragio e di commemorazione è presieduta
dal Giovane Missionario della Consolata, appena
ordinato il mese scorso nel Duomo di Cuneo,
P. Revello Denys, il quale dopo aver completato
i corsi teologici in Spagna, sta ora godendo la
primizie del suo Sacerdozio in Italia per partire
poi per la missione in Etiopia, la nostra preghiera
si apre piena di speranza al futuro dell’Istituto.
Una quarantina di missionari Sacerdoti fanno
cerchio attorno a lui e all’altare e una trentina di
Suore Missionarie della Consolata con numerosi
fedeli si allineano nei banchi e congiungono
l’altare con la tomba del Beato Fondatore.
P. S. Carminati, Superiore regionale, introduce
il Neo Sacerdote come il giovane missionario
che continuerà la catena dei missionari che sono
passati al premio. Richiama il pensiero del P.
Fondatore: “La comunità sarà sempre formata
dei vivi e dei defunti, né questo vincolo si
scioglierà più, neppure in Paradiso … Noi non
dimentichiamo i nostro confratelli e consorelle
defunti. Tutti i giorni preghiamo per essi”. (VS
770). Legge i nomi degli undici Missionari
Defunti, poi cede il microfono a una Suora
della Consolata che legge i nomi della ventisei
Consorelle defunte. Il pensiero e la preghiera
salgono a Dio implorando pace eterna ai chi ci
ha lasciato e nuove vocazioni per i due Istituti
Missionari.
30
da Casa Madre - 12/2010
Il Kyrie in gregoriano dà il tono di serena mestizia
alla liturgia della S. Messa che si svolge con le
letture prese dal nostro manuale di preghiere,
che introduce la presente commemorazione
con queste parole: “ Nel mese di Novembre
dedichiamo un giorno al ricordo di tutti coloro
che ci hanno preceduto. Ne ricordiamo la fede,
gli esempi, la comunione di vita e l’impegno
apostolico”.
All’omelia il novello Sacerdote ci invita a
considerare la fede, la speranza e la carità dei
nostri cari defunti. Hanno vissuto queste tre
virtù in vita ora le godono in cielo: per la fede
hanno seguito la chiamata di Dio alla missione,
con speranza hanno perseverato nella loro
vita apostolico-missionaria, nella carità hanno
donato il dono più bello, il Vangelo, a tanti
fratelli e sorelle che hanno incontrato lungo il
loro cammino. Ora vivono in eterno nell’Amore
di Dio.
La liturgia eucaristica termina con il canto
alla Consolata, colei che ha consolato i
nostri confratelli e consorelle lungo il loro
cammino terreno, e li ha sorretti nelle difficoltà
dell’apostolato, e infine , come dolce Madre, li
ha accolti nella pace eterna.
Boniface Ochieng Mtanda, IMC
Cinquante-six heures après les funérailles du
Père François Amboko, qui est mort à l’âge
de 43 ans, le 28 Octobre 2010, notre famille
Missionnaires de la Consolata a eu un autre
événement ici au Congo, précisément au
Théologat Joseph Allamano, Kinshasa, le 5
Novembre, 2010.
Cette fois-ci, puisqu’elle était l’administration
de ministères dont l’acolytat et le lectorat, on
était rempli de joie.
Parmi nous, la communauté du Théologat J.
Allamano, huit candidats de la prêtrise ont été
admis au ministère du lectorat. Il s’agit de John
Kioko, Sergio Granell, Charles Osewe, Cyrille
Muzesu, César Balayulu, Yeinson Andrés, Luke
Nyachio et Jeremiah Nganda. Tous sont en
deuxième année de théologie.
Dans la même célébration, il y avait cinq
candidats qui ont été admis au service de l’autel
en tant qu’acolytes. Ce group est composé
de Faustin Kalolo, Geofrey Njoroge, Samuel
Nyagah, Manuel Pereira et Matthias Chipoli.
Ce jour-là, nous avons commencé la célébration
eucharistique à 17h30. Elle était bien animée
grâce à la chorale des étudiants du philosophât
P. Antonio Barbero, qui se trouve à Mont
Ngafula-Kimbondo.
Le Père Rinaldo Do, imc, le Supérieur Régional,
dans sa prédication a souligné les rôles d’un
lecteur et d’un acolyte. Il a dit que tous les
services notamment ceux des lecteurs ainsi que
des acolytes viennent du Seigneur comme un
don gratuit pour servir l’Eglise et les chrétiens
surtout là où nous faisons la pastoral. « On ne
doit pas inventer la Parole du Seigneur. Il ne faut que
l’écouter, la lire et la méditer chaque moment de notre vie,
car, quand on est en train de prêcher, on prêche d’abord
à soi-même et ensuite, aux autres fideles, » dit-il.
Comme concélébrant, il y avait le Père Larose
Richard, qui travail à Neisu au diocèse d’IsiroNiangara. Sa présence nous a fait penser aux
autres missionnaires qui étaient en train de
travailler dans différentes missions au nord
du pays. Il y avait également le Père Brown
Cyprian, le Recteur du séminaire Antonio
Barbero, le Père Antonello Rossi, un membre
du Conseille Régional et le Curé de la paroisse
Mater Dei, le Diacre Bruno Bapabonza, le Père
Ramon Lazaro, formateur du Theologat et le
Père Symphorien Fumwasendji, le Recteur du
Theologat.
Vita nelle Comunità
TREIZE AU SERVICE DE L’EGLISE
Nous leur souhaitons bon service à l’Eglise.
Kinshasa
31
da Casa Madre - 12/2010
Feria de Santana
Vita nelle Comunità
32
25 ANOS AO SERVIÇO DA IGREJA
Equipe AMV-Bahia
Com o lema, “… de graça recebestes, de graça
deveis dar” (Mt 10,8), o Pe. Giovanni Crippa,
Missionário da Consolata, celebrou juntamente
com as comunidades da Paróquia Santíssima
Trindade, em Feira de Santana, os seus 25 anos
de vida sacerdotal na noite do dia 23 de Outubro
de 2010.
Nascido em Besana, na Itália, o pe. Giovanni
entrou na família dos Missionários da Consolata
para responder o chamado à vida religiosa
e missionária. Aliás, o Bem-aventurado José
Allamano, fundador dos Missionários da
Consolata, foi o grande inspirador com seus
exemplos e ensinamentos. Allamano foi sempre
o “conselheiro”, quando afirmava: “Só no céu
poderemos compreender o dom da vocação
missionária”. Isto ardia-lhe no coração e, aos 26
anos, em Roma, recebeu a ordem do diaconado.
Entendendo que: “Deus nunca se deixa vencer
em generosidade”, pe. Giovanni mais uma
vez quis renovar também a sua generosidade
e o desejo de ser todo de Deus e em 1985 foi
ordenado Sacerdote na cidade Bevera, com o
lema: “De graça recebestes, de graça deveis dar”
(Mt 10,8). Após da ordenação, entregou-se ao
estudo de uma maneira intensa, conseguindo o
Doutoramento em História da Igreja, sabendo
que assim poderia servir melhor.
Nos primeiros anos
de vida consagrada,
se dedica à Animação
Missionária e ao
ensino na Pontifícia
Universidade Urbaniana
em Roma. Recordando
o Allamano que
dizia: “Deveis ser
missionários na
boca, na mente e no
coração”. E assim,
Padre Giovanni
consciente da sua
missão, é enviado
para o Brasil, onde
desembarca no dia
da Casa Madre - 12/2010
31 de maio de 2000. Acreditando no
pensamento de Allamano – “O bem
deve ser bem feito” e que “É preciso ser
extraordinários no ordinário”, ele se lança em
um novo aprendizado de uma nova língua e
cultura diferente: a brasileira. Em Fevereiro de
2001, chega a Feira de Santana, para iniciar o
seu novo ministério, na qualidade de Vigário
Paroquial, na paróquia da Santíssima Trindade,
no bairro Feira X. Aí começa uma nova
caminhada junto ao povo de Deus e constrói
a cada dia um relacionamento baseado na
amizade e no carinho com os paroquianos.
Na celebração dos 25 anos de sacerdócio do
Pe. Giovanni Crippa marcaram presença alguns
missionários da Consolata, Pe. Lírio Gerardi,
Superior Regional, Pe. Domingos Forte, Pe.
Han Kyoung Ho, Pe. Zé Roberto, Pe. Tamrat
Markos. Representaram a arquidiocese o Mons.
Luiz Rodrigues, representante do clero, Pe.
Hipólito, reitor do seminário Maior Santana
Mestra, Pe. Arnaldo, e alguns seminaristas.
Foi um momento de muita graça e alegria em
que as comunidades expressaram o seu carinho
e satisfação pela presença e serviço missionário
do Pe. Giovanni nestes nove anos de entrega e
doação.
p. Juan Carlos Greco, IMC
El domingo 10 de octubre del 2010, se realizaron
los festejos por Nstra. Sra. de Pompeya, en su
dia, en este marco festivo los laicos de Bs. As.
Asumimos nuestro primer compromiso formal,
como LMC ante Dios, la Familia allamaniana
(dos Padres imc, gran parte de la Comunidad
de Hnas. mc de Bs. As.) y toda la Comunidad
Parroquial presente, en esa jornada.
La fiesta comenzó con una procesión que
encabezaba la Virgen de Pompeya, por las
calles aledañas a la Parroquia. En esta procesión
se sumaron las Capillas de San Cayetano,
Guadalupe y Del Valle, representados con su
Santo, las advocaciones Marianas, estandartes y
gente de cada Comunidad.
Los Laicos Misioneros de la Consolata, junto
a las Hnas. mc nos hicimos presente, en la
procesión, con Nstra. Sra. de la Consolata y el
Beato Allamano.
Luego de hacer el recorrido, pidiendo
bendiciones para todo el Barrio, entramos a la
Parroquia, que estaba colmada de gente, de las
Comunidades nombradas y con las distintas
imágenes, que fueron puestas al pie del altar.
Así se dio comienzo a la Celebración Eucarística,
presidida por los Padres Pratolóngo y Rubén
López imc.
Luego continuó la Misa y finalmente
concluyeron estas celebraciones con un
festival, con danzas tradicionales y recitales de
diferentes estilos.
Para todos los lmc de Merlo esta fue una
gran fiesta, que superó cualquier expectativa
imaginada, fue una Gracia enorme para todos
nosotros el haber asumido este compromiso
anual, frente a un contexto de una celebración
Mariana como la de Pompeya, con todos lo que
acompañaron nuestro compromiso, sobre todo
con nuestra gran y querida Familia Espiritual
Consolatina.
Así regocijados en el Señor esperamos
seguir dando lo mejor desde este Carisma
y Espiritualidad que nos pensó el Beato
Allamano, inspirados en Jesús y la Virgen de la
Consolata.
Merlo
Luego de la Homilía se pasó al momento más
importante que, como lmc -de Merlo-vivimos:
el de poder asumir ante Dios, la Consolata, el
Allamano, Las Hnas. mc, los Padres imc y todos
los presentes, nuestro primer compromiso
formal.
Seguidamente la Hna. Irma Donizetti nos lee
el Perfil Continental, de los Laicos Misioneros
de la Consolata, que está junto a las imágenes
del Beato Allamano y de María Consolata. La
Hna. Irma nos pregunta si ante Dios queremos
reafirmar este camino como lmc. Todos
respondimos si queremos. Luego la Hna. Nos
dirige unas emotivas palabras en nombre de
todas las Hnas mc y a continuación el Padre
Rubén explica a los presentes quienes somos y
nos da la Bendición, por último, se nos entrega
un diploma con el Perfil lmc continental, y a
cada uno el distintivo, que nos identifica.
Vita nelle Comunità
COMUNION CON LA FAMILIA ALLAMANIANA
CONSOLATINA en merlo
Una lmc hace un introductorio contando quienes
somos y lo que vamos a realizar, luego un Joven
misionero de la Consolata nos presenta y el
Padre imc nos invita a pasar frente al altar, para
la ceremonia de compromiso.
33
da Casa Madre - 12/2010
Montréal
Le Prix Marie-Guyart à Jean Paré
Gaëtane Larose, présidente ACPC
Le jeudi 21 octobre 2010, à Montréal,
l’Association canadienne des périodiques
catholiques (ACPC) et les Ursulines du Canada
ont remis le Prix Marie-Guyart au père Jean
Paré.
À cette occasion, Gaëtane Larose, président de
l’Association, a prononcé l’allocution suivante.
Vita nelle Comunità
Chers collègues journalistes et membres de
l’Association canadienne des périodiques
catholiques, Au nom de l’Association
canadienne des périodiques catholiques, il me
fait plaisir de vous accueillir à cette remise de
prix dans le cadre du Rendez-vous des médias
catholiques.
34
Le prix Marie-Guyart reconnaît et honore un
membre de l’ACPC qui a eu une influence
importante dans l’univers des périodiques
catholiques de chez nous et qui a démontré
excellence et brio au fil de sa carrière. Cette
distinction est offerte en partenariat avec la
communauté des Ursulines, sous l’inspiration
audacieuse de Marie de l’Incarnation, Marie
Guyart. Ce prix a été crée en 1993 et nous en
sommes au dixième lauréat.
Le récipiendaire 2010 du Prix Marie-Guyart,
M. Jean Paré, est un homme d’exception! Il
allie patience, persévérance, diplomatie et
accueil. Il a publié, depuis 1973, 17 ouvrages
et un nombre incalculable d’articles en italien,
en français et en anglais. Il a participé à des
centaines d’émissions radiophoniques et
télévisuelles.
Le lauréat 2010 ne ménage jamais son
énergie quand il s’agit de promouvoir et de
faire découvrir la richesse de l’engagement
missionnaire. Homme simple, courtois, joyeux,
au sourire communicateur, notre « hommagé »
a en poche quelques diplômes allant jusqu’au
doctorat en théologie et en philosophie. Par
ses écrits, ses homélies, ses conférences, ses
séminaires, il sait partager sa passion des
humains, son sens de la mission “ad gentes”,
ses implications socio-historiques et politiques
da Casa Madre - 12/2010
ainsi que son amour du Christ incarné. Des
collègues disent de lui « qu’il sait écrire pour
rejoindre en plein coeur ses lecteurs car au-delà
de tout son travail journalistique et d’auteur, il
demeure un missionnaire engagé et impliqué
sur le terrain. »
Jean Paré a dirigé pendant près de 30 ans la
revue Réveil missionnaire, publiée par les
Missionnaires de la Consolata (entre 1990
et 2009). Au même moment, il assumait les
fonctions de directeur des communications, de
webmestre, d’archiviste et de bibliothécaire…
et, au cours de ces sept ans, il assumait aussi
les fonctions de coordonnateur mondial des
commissions Paix et Justice à la direction
générale des Missionnaires de la Consolata en
Italie. Ne passons pas sous silence, la direction
des Oeuvres pontificales de la Propagation
de la foi, de Saint-Pierre Apôtre et de l’Union
pontificale missionnaire pour le Canada
francophone, à cette époque à Québec, entre
1987 et 1989 ; tout en dirigeant les destinées
de la revue Univers… Sans pour autant, laisser
de côté la revue Réveil Missionnaire et tout en
s’occupant des campagnes de financement et de
la gestion des projets en faveurs des peuples du
sud.
À l’ACPC, où il fut président de 1984 à 1988,
Jean Paré a joué un rôle déterminant en
procédant à une restructuration de l’organisme
(révision des statuts et règlements), en instituant
le Prix ACPC INTER, en intervenant pour la
sauvegarde des subventions gouvernementales
pour la poste, en faisant la promotion du
professionnalisme dans le journalisme religieux
et en assurant une présence accrue de l’ACPC
au plan international.
Polyvalent, visionnaire et ouvert sur le monde
et ses nouvelles tendances et technologies, cet
homme de relation a enseigné au Québec, en
Italie et en République démocratique du Congo!
Globetrotter, il a séjourné dans une quarantaine
de pays au fil de ces voyages missionnaires. Il en
a rapporté des reportages, des dossiers et des
Montréal
J’invite S. Claire Dubé, représentante des
Ursulines, à remettre le Prix Marie-Guyart 2010
au père Jean Paré, missionnaire de la Consolata!
Vita nelle Comunità
témoignages stimulants, bouleversants, brassant
parfois même nos certitudes et notre approche
de la mission et de la coopération. Certes, il se
dit à la retraite depuis le 1er janvier 2010, mais
maintenant, il coordonne trois groupes de
dialogue interreligieux. Comme quoi, l’aventure
se poursuit riche d’un passé de « Glorieux »… à
la manière de tant de Québécois et de Canadiens,
ici comme ailleurs dans le monde.
35
da Casa Madre - 12/2010
Montréal
Rencontre du mois
d’octobre 2010
LMC-Montréal
leur permet, tout en vivant une formation plus
spécifique, de s’identifier aux missionnaires de la
Consolata, à leur charisme et à leur spiritualité.
P. Nelson Lachance, IMC
Le PIFM (Programme Intercommunautaire de
Formation Missionnaire) est un programme
destiné à toute personne, célibataire ou en
couple, qui veut vérifier les motivations sousjacentes à son désir d’engagement de type
missionnaire à l’étranger, ainsi que ses capacités
pour vivre un tel engagement. Cette démarche
est axée sur le discernement de son identité
profonde sur les plans humain, spirituel et
missionnaire. Un premier temps (démarche de
discernement) veut permettre aux participants
de discerner de façon réaliste s’ils sont appelés
ou non à vivre un projet missionnaire à
l’étranger. Dans un deuxième temps (démarche
d’approfondissement) les participants sont
invités à mesurer leur appel et leur capacité
d’engagement par rapports aux exigences de la
vie missionnaire.
Le 17 octobre dernier, pour nous gens du
Québec, nous vivions un moment particulier
de notre histoire « sainte »! À Rome, avait lieu
la canonisation du Frère André, le deuxième
québécois à recevoir cette reconnaissance,
après Marguerite d’Youville.
Et c’est enrobé de cette joie, que les LMC se sont
rencontrer pour marqué notre appartenance à
cette lignée des pauvres qui veulent vivre leur
engagement missionnaire dans le service et
l’attention au plus démunis, comme le saint
frère André.
Vita nelle Comunità
Le père Richard Larose, missionnaire au Congo,
était de passage parmi nous. Nous avons
accueilli son partage avec beaucoup de joie. Ses
quelques 25 années de mission au Congo ont
suscité des questions et des échanges qui sont
venus nourrir notre esprit missionnaire.
36
Richard est actuellement en charge
(administration) de l’Hôpital Notre-Dame
de la Consolata à Neisu. Des participants à
la rencontre, qui ont des liens avec le milieu
de la santé, se sont intéressés aux réalités
vécues à l’hôpital de Neisu et particulièrement
aux réalités vécues auprès des enfants et des
femmes. C’est avec simplicité que Richard nous
partagea, aussi bien ses expériences pastorales
en brousse ou en milieu hospitalier, que
l’apport de différents laïques qui œuvrent ou
ont œuvrés à Neisu ou Isiro.
Des nouveaux participants se joignaient
à nous pour cette rencontre. En effet,
le Programme Intercommunautaire de
Formation Missionnaire (PIFM) débutait ses
activités en septembre dernier. Six personnes
rattachées aux missionnaires de la Consolata,
(cinq à l’étape de discernement et une à l’étape
d’approfondissement), y poursuivent une
formation qui veut leur permettre d’approfondir
leur désir de vivre la mission et de s’outiller en
vue de cet engagement. Le groupe des LMC
da Casa Madre - 12/2010
Le PIFM : C’est quoi?
Les missionnaires de la Consolata participent à
ce programme depuis les années 90, à Québec
et à Montréal. Actuellement, nous y collaborons
avec trois autres communautés missionnaires :
les Missionnaires de l’Immaculé Conception,
les Sœurs Notre-Dame d’Afrique, la Société des
Missions Étrangères.
Comunidade IMC
Neste mês de Outubro, mês missionário,
nossasatividades
imprimiram
umcarácter
missionário noslugares onde trabalhamos.Na
comunidade nos encontramos paraprepararmos
o nosso projecto comunitárioe programar
nossas actividades a nívelcomunitário.
No Centro Comunitário do zambujal,a
comunidade se reuniu e formou seuconcelho
pastoral. Um concelho que terá oobjectivo de
fazer a comunidade funcionarcom suas próprias
pernas, aproveitandoseus talentos e as suas
potencialidades.
O VII fórum nacional das vocações,organizados
pela Comissão Episcopal dasVocações e
Ministérios, que decorreu emFátima nos
dias 29 e 30, teve a participaçãodo nosso
seminarista João Batista, querepresentou a
nossa comunidade nesseencontro de formação
sobre o tema dasvocações em Portugal.
Tivemos também este mês, a alegria departicipar
junto com nosso seminarista JoãoBatista, dos seus
votos perpétuos, que foicelebrado no Zambujal,
junto com todosda comunidade, onde ele presta
serviçopastoral. Foi uma celebração simples,
masmuito bonita, alegre e cheia de vida, comose
esperava da comunidade do CentroComunitário
do Zambujal. Nas vésperasdo dia mundial
das missões, junto com asirmãs da Consolata
o nosso seminaristaJoão Batista organizou
uma bonita vigíliamissionária no Zambujal,
permitindo umamaior abertura missionária dos
moradoresdo bairro aos problemas do mundo e
damissão.
Vita nelle Comunità
Cacém
O P. Kuzenza além das actividades deanimação
missionaria, acompanhou umaamiga vinda do
Quénia, Margareth paraparticipar dos votos
perpétuos de umajovem queniana que entrou no
convento dasclarissas.
Cacem
O P. Maurício, além dos trabalhos noZambujal,
esteve também em Azenhasdo mar, para
animação missionaria e emAlgueirão participou
com os jovens daVigararia de Sintra, de um
momento deoração que eles costumam fazer
cada amês, durante o ano.O Padre Maurício,
também esteve ausenteda comunidade dos
dias 20 a 24, partiu paraMadrid, para preparar
a JMJ, com o papaano que vem em Madrid.O
P. Barros, além das celebrações dasmissas nas
capelanias, esteve sempreatento aos trabalhos e
a manutenção da casa.
37
da Casa Madre - 12/2010
Lisboa
Vita nelle Comunità
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LISBOA CASA REGIONAL
P. Jaime Marques, IMC
Procurámos viver este mês nas suas vertentes
missionária e mariana. Uma vivência mais
comunitária e individual do que propriamente
através de iniciativas específicas.. É que durante
o mês de Outubro houve uma grande mudança
dos Párocos e naturalmente as Paróquias
estavam ocupadas com as festas de despedida
e de acolhimento dos respectivos Párocos; não
sobrava muito espaço. Estivemos presentes
quando pudemos e nos casos que nos diziam
mais respeito. De resto procurámos que a nossa
presença fosse já uma presença missionária.
Com a mudança dos Párocos tivemos que rever
o nosso trabalho nas Paróquias.. Deixámos
de ir Celebrar às Laranjeiras (Santa Maria dos
Olivais) porque o novo Pároco não necessita
de ajuda. Dirigimo-nos então para a Paróquia
de S. Eugénio, aliás a nossa Paróquia, que nos
deu alguns serviços permanentes, sem excluir
as chamadas pontuais das outras Paróquias.
Um ponto forte deste mês foi a celebração da
aniversário da Beatificação do Pai Fundador.
Por feliz coincidência nesse dia reuniu-se aqui
a Direcção Regional e assim a nossa celebração
ganhou solenidade. Uma festa familiar e de
alegria, apesar do nos ficar sempre o amargo
da expectativa da algum milagre que leve o
Allamano à Canonização. Outro acontecimento
importante foi a Profissão Religiosa do Sem.
João Batista, na Zambujal. Quisemo-nos juntar
à comunidade do Cacém e ao povo amigo do
Zambujal para viver intensamente este passo
importante daquele nosso jovem Confrade e
demonstrarlhe a nossa alegria e comunhão.
Cá pela comunidade merece sempre uma
palavra sobre a área da saúde. Mas, graças a
Deus, não tem havido sobressaltos de maior.
Vamos cuidando o melhor possível de cada
um dos Confrades e de modo particular do P.
Zintu. Felizmente ele tem-se sentido melhor e
nada lhe impediu de ir dar o seu voto para as
presidenciais do Brasil. A sua figura simpática
não passou despercebida e alguém se aproximou
da Casa Madre - 12/2010
dele para o entrevistar. Saiu-se muito bem e até
fez uma figurona. Ainda a propósito de saúde,
vimos chegar do Brasil o P. Joaquim Gonçalves
que veio fazer novas tentativas a fim de resolver
o seu delicado problema. Desta vez não veio
sozinho, aproveitou a viagem para acompanhar
o P. Bindo Meldolesi, de passagem para Turim,
também por motivos de saúde. Tivemos muito
gosto em ver, mesmo se rapidamente, o caro P.
Bindo a quem desejamos rápidas melhoras.
O P. Helder Bonifácio, como também a sua
mãe, estiveram ambos internados no hospital
e foram submetidos a intervenções cirúrgicas. .
Felizmente a convalescença está evoluindo muito
positivamente. Ao longo do mês notou-se grande
mobilidade de Confrades; uns que regressaram
aos seus lugares de trabalho, P. Tobias, P. Alceu
e P. Tomás; outros que vêm de férias, como
P. Manuel Magalhães, ou simplesmente de
visita como o P. Silvanus .Tudo isto é sempre
motivo de alegria. Particular menção merece a
visita do P. Silvanus, ainda tão recordado por
muita gente, por causa da sua jovialidade e das
músicas. Além do pessoal interno IMC, não
faltaram outros amigos que nos deram o prazer
da sua visita. Por aqui passou o Secretário da
Nunciatura Apostólica de Moçambique, como
aliás tem feito noutras ocasiões. Registamos
também a visita de D. Joaquim Mendes, Bispo
Auxiliar de Lisboa. Veio visitar os Crismandos
de S. Eugénio, que tinham vindo fazer um
dia de retiro em nossa casa e foi uma ocasião
propícia para nos encontrar. Temos connosco
um jovem Sacerdote italiano, Fidei Donum.
Veio aprender o português e preparar-se para a
sua próxima missão em Manaus. Como dispõe
de pouco, cerca de um mês, para aqui estar,
não era fácil inserir-se num curso de línguas.
Encontrou-se então uma solução no interno da
Família Missionária da Consolata. D. Gina, das
Mulheres Missionárias, prontificou-se para lhe
dar aulas. Lindo gesto missionário! Bem-haja!
Francisco Javier y Andres Hernández Roa
¡Hola soy Francisco Javier! y me gusta ser
misionero y estar en México.
Ahorita voy a decir cómo me la pase y en donde
estuve.
Salimos mi familia y yo a México el 30 de
Noviembre del 2008, el avión era muy bonito,
con pantalla y todo, muy moderno yo no me
había montado en uno de esos, muy bonito.
Cuando llegamos a México nos vino a buscar
Antonio Fernandes ¡Estábamos felices de estar
aquí en México!
(Ya en las OMPE) no conocíamos a nadie, sólo
a Alex y a Antonio Fernandes, después conocí
a María Elsia, Noé, Ronildo y Abishu. Nos las
pasamos bien, yo muy feliz y luego todos nos
hicimos amigos.
(Ya en Guadalajara) nos fuimos a una
casa que queda en Santa Anita una
urbanización, y de ahí nos fuimos todos
los 10 a otra casa que era por supuesto más
grande y más amplia y ahí nos quedamos.
Luego nos fuimos a Chiapas muy bonita la
verdad. Allí nos quedamos hasta el 25 de
Diciembre, pasamos la NAVIDAD e hice
muchos amigos muy buenos y amigables,
allá se quedaron a vivir María, Ronildo y
Noé. Nosotros llegamos a San Antonio de
Juanacaxtle en Juanacatlán, Jalisco en donde
nos quedamos a vivir, yo nunca había vivido
con uno de Etiopía como el P. Abishu y menos
con uno de Italia como P. Alex.
Aquí en San Antonio, yo soy amigo de todos los
niños del pueblo, estudio 4to.grado de primaria
en el colegio Antonio Orozco Suárez, dicen
que él fue uno de los fundadores del pueblo y
que luchó defendiendo a la Iglesia Católica en
la guerra cristera.
He visitado muchos sitios de México, les voy
a contar a los estados que fuimos: Chiapas,
Puebla, Jalisco, Distrito Federal, Estado de
México, Colima, Nuevo León, Guanajuato e
Hidalgo!
¡Yo tome la 1ra comunión el 13 de Junio del
2009, mi hermano Andrés también la recibió
Vita nelle Comunità
1-
Guadalajara
Nuestras experiencias en Guadalajara
39
da Casa Madre - 12/2010
Estamos felices de estar en México.
2-
Hola, mi nombre es Andrés Miguel
Hernandez Roa, soy de Venezuela y estoy en
México como misionero de la Consolata, con
mi familia. Tengo 8 años y estoy estudiando
3er. Grado. Mi experiencia en México ha sido
muy bonita. He hecho muchos amigos, me he
divertido con mi hermano Francisco y también
Vita nelle Comunità
Guadalajara
el 13 de Junio del 2010. Me gusta estar con las
personas por eso acompaño a mis padres en
las actividades que hacen y también me gusta
mucho jugar futbol. Estoy muy feliz porque el
3 de Octubre 2010 nació mi nuevo hermanito
y le pusimos Andrés y yo el nombre de JESÚS
EMMANUEL.
40
da Casa Madre - 12/2010
con mi Mamá Ginette y mi Papá Wilmer. ¡Mis
Padres son MISIONEROS y yo también soy
MISIONERO! He hecho muchas actividades
como: visitar a las familias, estar de acolito en
las misas, he ayudado a mi papá en los cursos
de Biblia y con mi mamá me he reunido con
los niños del pueblo, también con mi hermano
Francisco he jugado mucho futbol, ¡este año
tomé la primera COMUNION el 13 de Junio.
Me gusta mucho vivir como misionero, la gente
y los niños nos quieren mucho y nos ayudan.
Ahora estoy muy feliz porque el 3 de OCTUBRE
¡NACIO mi HERMANITO que se llama
JESUS EMANUEL! Me divierto mucho con
ESTRELLITA DE MAR así le puse de cariño
a mi HERMANITO me despido atentamente.
“EUCARISTÍA Y MISIÓN” EN MENDOZA
Por Pablo Tansini, LMC
Silencio, afecto, reflexión, recogimiento, fue el
clima encargado de recibir a cada una de las
personas que se iban acercando a la Parroquia
Nuestra Señora de la Consolata; la misma
casa que fuera de los padres misioneros de la
Consolata hace unos años, hoy diocesana, fue
la encargada de abrir las puertas a cada uno de
los que quisieron compartir un momento junto
a Jesús Eucaristía.
El momento comenzó con una introducción
realizada por las hermanas misioneras de la
Consolata Teresa y Joan, la que sirvió para
serenar nuestras vidas y empezar a transitar
los senderos del amor que propone el Hijo, en
comunión con el Espíritu.
Entre cantos y momentos de silencio se pudo
apreciar líneas del relato del Obispo vietnamita
Xavier van Thuan; resonaban en los corazones
frases del texto como: “nunca podré expresar
mi alegría… diariamente, con tres gotas de vino
y una de agua en la palma de mi mano, celebré la
misa”; “Él vive en mí, permanece en mí, actúa
a través de mí”; “la oscuridad de la cárcel se
convirtió en luz pascual”.
Probablemente, sin darnos cuenta, las personas
que estábamos allí nos habíamos quedado
cobijados en el calor que ofrece la presencia de
Cristo en nuestras vidas, manifestándose, en
ese momento, en la presencia real de Quien se
quiso quedar en cada mesa, en cada hogar.
La adoración culminó con un momento de
intimidad acompañado por el Padre Carlos
Romero, recibiendo la bendición y renovando
el compromiso de construir una iglesia sin
fronteras, una iglesia que recorra la vida
del prójimo desentrañando el misterio que
propone el Padre.
Lo que comenzó como un momento de oración
para los Laicos Misioneros de la Consolata que
trabajan en Mendoza, Argentina, se convirtió
en un momento de iglesia viva que descubre y
camina el amor en el seno de las comunidades
que la ven crecer.
Quisiera culminar con las mismas palabras
que nos acompañaron durante la adoración:
“Porque uno solo es el pan, aún siendo
muchos, un solo cuerpo somos, pues todos
participamos del mismo pan” (1 Co 10,17)
LMC
“Somos una sola cosa: ese que se realiza en la
participación en la Eucaristía. El Resucitado nos
hace con Él y con el Padre en el Espíritu. En
la unidad realizada en la Eucaristía y vivida en
el amor recíproco, Cristo puede tomar en sus
manos el destino de los hombres y llevarlos a
su verdadera finalidad: un solo Padre y todos
hermanos”
(Tomado del relato de Mons. Van Thuan) 41
da Casa Madre - 12/2010
Necrologio
QUI NOS PRAECESSERUNT
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da Casa Madre 12/2010
Nato a Pawa, nella Reoubblica Democratica del
Congo, il 2 gennaio 1967, frequentò gli studi di
base a Nagbonbo, Tuluba, Bafwabaka, e il liceo a
Lingondo. Desideroso di entrare nell’Istituto, fu
inviato a Kinshasa nel 1988, dove per vari anni
frequentò il Philosophat St. Augustin, ottenendo
il diploma in filosofia nel 1991.
Giovedì 28 ottobre 2010 è morto per coma
diabetico nell’ospedale St. Joseph di Kinshasa,
dove era stato ricoverato dieci giorni prima.
I funerali hanno avuto luogo nella nostra
parrocchia di Mater Dei, il 2 novembre.
Il suo corpo riposa nel cimitero dei Padre
Sacramentini, a Mont Ngafula Sans Fil.
Dopo il noviziato, a Nairobi, emise la professione
religiosa il 6 agosto 1992 e fu destinato al
Seminario di Bravetta per la teologia. Fu ordinato
sacerdote in Congo, o Obongoni, da S:E: Mons.
Janvier Kataka Luv, il 15 agosto 1998.
Aveva 43 anni di età, di cui 18 di professione
religiosa e 12 di sacerdozio.
Necrologio
Amboko Natambise P. François
Desideroso di specializzarsi in Teologia biblica,
dopo il primo anno, a causa di malattia, dovette
interromperlo. Tentò di riprendersi in Costa
d’Avorio, a Marandalla, ma la malattia non glielo
permise. Cominciò un lungo periodo di cure
mediche, a Torino, fino a quando fu destinato
al Congo nel 2006. Si impegnò fino alla fine,
come missionario e come sacerdote, in varie
parrocchie.
43
da Casa Madre 12/2010
Sommario
EDITORIALE .................................2
50° DI SACERDOZIO
DELL’ALLAMANO.............................6
VERSO IL XII CAPITOLO Generale..10
DG IMC: COMUNICATO UFFICIALE ...14
DG IMC: TUTTI A LAVORO...............15
DIARIO DELLA CASA GENERALIZIA...17
THE MISSION CONGRESS AT BUNJU.19
MEMORIA DE MONS.
ANTONIO MARÍA TORASSO IMC.......21
SAN VICENTE-PUERTO LEGUIZAMO .23
LES FUNERAILLES DE P. AMBOKO.....25
PASTORAL INDIGENA TUCUPITA . ....26
Io faccio voto… ........................27
NOTIZIE DA CAMARA (RORAIMA).....29
TREIZE AU SERVICE DE L’EGLISE.....31
25 ANOS AO SERVIÇO DA IGREJA....32
COMUNION CON LA FAMILIA
ALLAMANIANA CONSOLATINA
en merlo.....................................33
Le Prix Marie-Guyart
à Jean Paré..................................34
LMC-Montréal.............................36
Cacém..........................................37
LISBOA CASA REGIONAL.................38
Nuestras experiencias en Guadalajara.........................................39
“EUCARISTÍA Y MISIÓN”
EN MENDOZA.................................41
Sommario
QUI NOS PRAECESSERUNT..............42
44
da Casa Madre
Mensile dell’Istituto Missioni Consolata
Redazione: Segretariato Generale per al Missione
Supporto tecnico: Adriano Podestà
Viale delle Mura Aurelie, 11-13 00165 ROMA - Tel. 06/393821
C/C postale 39573001 - Email: [email protected]
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