da Casa Madre - 12/2010 - Missionari della Consolata
Transcript
da Casa Madre - 12/2010 - Missionari della Consolata
da Casa Madre Anno 90 - N.12 - dicembre 2010 Istituto Missioni Consolata Perstiterunt in Amore Fraternitatis Gesù Bambino, icona su piastra di porcellana, realizzata a mano con la tecnica della pittura a 3° fuoco, con inserimento di oro, argento e pietre preziose. EDITORIALE P. Giuseppe Ronco, IMC BUON NATALE Editoriale NON HORRUISTI VIRGINIS UTERUM 2 L’avvicinarsi del Natale invita a presentare a tutti i lettori i migliori auguri di Buon Natale e a considerare con attenzione e riconoscenza un mistero principale della nostra fede: l’incarnazione di Gesù, Verbo di Dio che si fa carne per salvarci. “Caro salutis cardo”, diceva Tertulliano nel De resurrectione mortuorum (VIII, 6-7): la carne è il cardine della salvezza, cioè la via maestra e imprescindibile che porta la persona alla comunione con Dio. “Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo”. Il farsi carne di Dio passa attraverso l’umile servizio di una donna, Maria, offertasi “come canale, come acquedotto della grazia” (S. da Casa Madre - 12/2010 Bernardo di Chiaravalle, Sermones super Cantica Canticorum). “La Verità che è nel seno del Padre è sorta dalla terra perché fosse nel seno di una madre. La Verità che regge il mondo intero è sorta dalla terra perché fosse sorretta da mani di donna. La Verità che alimenta incorruttibilmente la beatitudine degli angeli è sorta dalla terra perché venisse allattata da un seno di donna. La Verità che il cielo non è sufficiente a contenere è sorta dalla terra per essere adagiata in una mangiatoia. Con vantaggio di chi un Dio tanto sublime si è fatto tanto umile? Certamente con nessun vantaggio per sé, ma con grande vantaggio per noi, se crediamo. Ridéstati, uomo: per te Dio si è fatto uomo” (S. Agostino, Discorso 185). Quello che è vero di ogni maternità, lo è soprattutto della maternità di Maria. Essa non è stato un fatto puramente biologico, ma ha comportato una partecipazione di tutta la Editoriale persona di Maria. Ha comportato una libera corrispondenza della libertà di Maria alla grazia di Dio: “eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). Non horruisti virginis uterum. Chi ha scritto queste parole del Te Deum, inno in prosa composto non su metro ritmico, prescritto come finale dell’ufficio notturno domenicale nel monastero di Lérins, già dal V secolo ? Secondo la leggenda, che lo identificava come Hymnus Ambrosianus, sarebbe stato improvvisato insieme da S. Ambrogio e da S. Agostino, mentre il primo battezzava il secondo (387). Poi, lo si attribuì a Niceta di Ramesiana (375 – 414) e oggi si è dell’opinione che l’autore sia uno sconosciuto anonimo. Quello che ci interessa di quest’inno è la capacità di tradurre in preghiera le verità della fede contenute nel credo e di farcele sentire vere, usando un linguaggio affettivo che tocca il cuore. Il mistero dell’incarnazione, sobriamente presentato con parole realistiche, “non horruisti virginis uterum”, ci fa capire all’istante come Dio, per amor nostro, non ha paura d’intraprendere la via normale che ogni uomo percorre per nascere, pur di salvarci e renderci felici. Vengono alla mente le parole Dante nel XXXIII Canto del Paradiso: «Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l’amore, per lo cui caldo ne l’etterna pace così è germinato questo fiore”. L’incarnazione è un mistero grande e variegato. Avremo modo di approfondirlo personalmente durante l’Avvento. Qui vorrei mettere in evidenza soltanto alcuni aspetti. L’incarnazione di Dio Con l’Incarnazione, Dio, l’alterità per eccellenza, entra nella storia degli uomini. E’ la kènosis, lo svuotamento volontario e gratuito della propria assoluta trascendenza. Dio si fa presente nel mondo mescolandosi alla storia degli uomini e delle donne, dei quali condivide la quotidianità degli eventi: nascere, crescere, lavorare, magiare, bere, dormire, sperare, soffrire, fare amicizia, essere tradito da un amico, morire. “Dio non si chiude in sé stesso, ma sceglie benevolmente di aprirsi all’esterno. E ciò che i padri hanno sintetizzato con l’idea della “condiscendenza” (synkatàbasis), cioè il suo essere-per l’uomo che però si realizza attraverso una precisa forma di apertura comunicativa: anziché rivelarsi nella purezza assoluta del suo essere, Dio si adegua a coloro che, per caratteristiche inerenti alla propria natura, possono salire all’invisibile solo attraverso il visibile. Il Dio cristiano non è solo un Dio che viene, ma che lo fa in modo quasi anonimo, rendendosi uguale a noi in tutto, fino a diventare, come scrive Moltmann, un “Dio umano” (G.Tangorra, Il mistero dell’incarnazione). 3 da Casa Madre - 12/2010 P. Davide M. Turoldo così pregava in una sua poesia: Ma ora tu, O Cristo, la realtà di ogni profezia, tu la stella radiosa del mattino, figlio adorato perfino dagli angeli; tu sei il bisogno di Dio: di comunicare, di donarsi; il segno di quanto Dio ci ama: per te, Signore, finalmente lo vediamo! (25 dicembre) Ci divinizza «Dio si è fatto uomo affinché l’uomo diventi Dio», scrive Gregorio di Nazianzio. Il concetto sarà ripetuto da tanti padri della Chiesa, da Atanasio, ad Agostino, fino a Leone Magno. La divinizzazione è la conseguenza e lo scopo fondamentale dell’incarnazione, e si realizza assumendo uno stile di vivere e comunicare la fede, di camminare nella santità, di esercitare la propria azione che si adeguano al modello del Verbo incarnato. Siamo “figli nel Figlio”, coeredi con Cristo, in grado di invocare Dio come “Padre”, Abba. Per i Padri, il mistero dell’incarnazione è la rivelazione della vera immagine di Dio, rivelazione della vera identità dell’uomo. Compito dell’uomo è lasciare che si manifesti Colui che gli dà vita. L’uomo è destinato ad essere, per parte sua, presenza di Dio stesso. “ La vita di Dio nell’uomo, o inabitazione, non è forse l’incarnazione che continua nella sua forza salvifica universale?” (M.Tenace, Dire l’uomo). Trasforma la missione Editoriale “La missione, in quanto dinamismo di Cristo che abita nella Chiesa, deve per sua stessa natura seguire la legge dell’incarnazione. Questo Dio, pienamente rivelato in Gesù Cristo, ha operato la salvezza incarnandosi. Ciò significa due cose: che Gesù salvatore ha assunto la condizione umana in tutto, tranne che nel peccato; ha assunto la condizione del suo popolo, la sua situazione e la sua cultura. Significa anche che Gesù salvatore ha annunciato, iniziato e dato impulso al Regno a partire dalla cultura, dalle aspirazioni e dalla religione del popolo che evangelizzava, il popolo ebraico. Per la Chiesa la legge dell’incarnazione nella missione comporta l’esigenza dell’inserimento nei singoli popoli, dell’accettazione e dell’evangelizzazione di ogni situazione culturale. Comporta pure il rispondere in maniera evangelicamente liberatrice alle sfide presentate dalle varie realtà umane, ponendo sempre l’accento sulla scelta a favore dei poveri e degli oppressi, e per la riconciliazione nella giustizia (Lc 4, 18 ss). 4 da Casa Madre - 12/2010 Editoriale La maniera propria con cui la missione prolunga l’incarnazione salvifica di Gesù consiste, in primo luogo, nell’impiantare e nell’incarnare la Chiesa, comunità e sacramento di liberazione La missione è il passaggio dal Dio «che illumina» al Dio «incarnato». In quanto fonte di luce, lo Spirito di Dio raggiunge tutti gli esseri umani e «ricopre la faccia della terra». Lo Spirito di Gesù, Colui che illumina, offre a tutti gli esseri la possibilità della redenzione e della conversione all’amore (Gv 1, 4.5.9). Ma Dio ha voluto che la sua sawlvezza fosse storica e incarnata, per offrircela in tutta la sua pienezza. Il giorno della nascita di Gesù, sono nati il retto cammino, la clemenza la generosità e la purezza. Il Neonato ha stupito l’universo ed il suo splendore ha illuminato la terra. La parola di Cristo si è diffusa come la luce dell’aurora, avvolgendo di fulgore il mondo. Mai più minaccia, né violenza, né vendetta; mai più spada, né conquiste né sangue. (Ahmad Chawki, poeta islamico, 1868-1932) L’evangelizzazione, ossia l’attività missionaria corrisponde, dunque, alla vocazione specifica della Chiesa che, sempre nel rispetto della libertà, si fa incontro agli uomini del nostro tempo che ancora «in umbra mortis sedent» (Lc 1,79); si può dire anzi che la Chiesa sia la missione incarnata. Non per nulla il Concilio ha esplicitamente ribadito: «La Chiesa che vive nel tempo è per sua natura missionaria, in quanto è dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo che essa, secondo il piano di Dio Padre, deriva la sua propria origine» («Ad Gentes», 2)” (Segundo Galilea, La scelta preferenziale “per gli altri”). 5 da Casa Madre - 12/2010 50° DI SACERDOZIO DELL’ALLAMANO Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza P. Francesco Pavese, IMC 6 da Casa Madre - 12/2010 Dopo che il 50° è stato celebrato, così lo ha descritto lui stesso ai missionari e alle missionarie nella lettera circolare del 1° ottobre 1923: «Col cuore ripieno di intima consolazione ho celebrato il cinquantenario della mia Sacra Ordinazione Sacerdotale. Fu questa per me una grazia singolare, che umanamente non potevo aspettarmi. Solamente la bontà di Dio si degnò concedermi. La debolezza abituale della mia salute, e le molte sollecitudini nei vari stati della mia vita mi prostrarono sovente le forze; eppure il Signore mi conservò a questo giorno a preferenze di altri compagni più robusti e migliori di me. Preparandomi alla festa con i santi spirituali esercizi [fatti nella villa di Rivoli] ebbi tempo di ricordare le tante grazie che il buon Dio mi elargì nei passati cinquant’anni. Prima di tutte la celebrazione quasi continua di Sante Messe. […]. E poi tante altre spirituali e temporali da non potersi numerare. “Conta le stelle se puoi” (Gen 15,5). Quante responsabilità gravarono sul mio capo, ma è Dio che così volle e la sua grazia era con me (cf. 1Cor 15,10). Fu Egli che mi volle direttore spirituale in seminario, poi rettore del convitto ecclesiastico e del santuario della Consolata, e più tardi strumento della vostra santificazione, e per mezzo vostro della salute di tante anime. Se al mio posto fosse stato un santo quanto maggior bene avrebbe operato! Mi consola però che cercai sempre di fare la volontà di Dio riconosciuta nella voce dei superiori. Se il Signore benedì molte opere cui posi mano, da eccitare talora ammirazione, il secreto mio fu di cercare Dio solo e la sua santa volontà, manifestatami dai miei superiori. Questa fu ed è la mia consolazione in vita e la mia confidenza al tribunale di Dio». «Dopo 50 anni di Messa – ha confidato l’Allamano ai suoi giovani andati a trovarlo alla Consolata - sono contento! Ho nessun regret [rimorso] d’averla detta male, e questo non lo dico per superbia, perché questa sarebbe una santa superbia. Le cerimonie le ho sempre compiute bene, e se per caso me ne sfuggisse una, me ne accorgerei. E questo mi consola. Ho tante miserie, ma la Messa ho sempre cercato di celebrarla bene. Prima impiegavo 27 minuti, ora ne impiego 28 o 30, e nella genuflessione voglio andare fino a terra, proprio come faceva S. Alfonso. La prima genuflessione mi costa, perché sento che le gambe sono dure, poi le altre mi riescono più facilmente». Celebrazione nel santuario della Consolata. Uno dei sacerdoti ordinati nello stesso anno dell’Allamano era mons. G.B. Ressia, vescovo di Mondovì, il quale avrebbe voluto celebrare il giubileo nella sua diocesi, nel grandioso santuario della Madonna di Vicoforte. È stato l’Allamano a dissuaderlo, scrivendogli bonariamente: «Siamo vecchi e sciancati; a Mondovì daremmo ammirazione. In Torino invece e nella Consolata resteremo ignorati». E così è stato deciso. Ma è curioso il commento di mons. Ressia in una testimonianza rilasciata al nostro Istituto: «[...] ma volle condurci a Torino, alla Consolata, dicendo che siam vecchi, sciancati, a dar poco buono spettacolo di noi ai curiosi, e che a Torino alla Consolata nessuno se ne sarebbe accorto. So di aver detto tra me: “Nessuno più furbo dei Santi”». Era il 20 settembre 1923, il giorno esatto dell’ordinazione del Fondatore. Ovviamente è stato lui a celebrare la S. Messa, attorniato dagli altri dieci festeggiati, perché allora non si concelebrava, e mons. Ressia ha tenuto il discorso d’occasione. Tra l’altro ha detto: da Casa Madre - 12/2010 Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza Durante questo anno dedicato all’Allamano, abbiamo esaminato alcuni aspetti della sua identità di sacerdote apostolo. Ora, come ultima riflessione, guardiamolo avanti negli anni, il nostro Fondatore, ricco di esperienza sacerdotale. Un momento molto significativo, senza dubbio uno dei più forti della sua vita e da lui intimamente sentito, è stata la celebrazione del 50° di sacerdozio. Lo avrebbe voluto in modo discreto, come aveva fatto per il 25°, ma ovviamente non gli è stato possibile sottrarsi alla responsabilità di sacerdote molto in vista e influente nella diocesi e, soprattutto, di Padre di due famiglie missionarie. I suoi figli e le sue figlie non glielo avrebbero permesso per nessun motivo. Lo volevano festeggiare, come era giusto! 7 Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza «Devoti della Consolata, lo vedete quel piccolo gruppo di sacerdoti dai capelli bianchi e disposti in corona presso l’altare della vostra Madonna? Sono gli avanzi delle ordinazioni sacerdotali seguite in Torino nel 1873, cinquant’anni or sono. Di 22 restiamo ancora undici, la giusta metà proprio come gli undici del cenacolo quando Gesù li creò sacerdoti; ed uno tra noi [l’Allamano] fu precisamente ordinato oggi 20 settembre. Egli tra noi era il primo, non solo per lettera d’alfabeto, ma per merito di studio e di virtù, per mitezza d’animo e bontà di cuore; e restò primo per le cariche da lui in seguito coperte, e per la paternità di due famiglie, che ne portano il nome nei centri dell’Africa». La partecipazione del Papa. Lo stesso Papa Pio XI, in data 5 agosto 1923, aveva già inviato all’Allamano una lungo messaggio di auguri. Dopo avere ricordato lo zelo dimostrato e le benemerenze acquisite prima come direttore spirituale in seminario e poi come rettore del santuario della Consolata e del convitto ecclesiastico, il Pontefice continuava: «Tutto questo però, come abbiamo con lode menzionato, non bastava ancora al grande amore di cui tu ardi per le anime, ed ecco che nell’anno 1901 fondavi l’Istituto dei missionari, e nel 1910 quello delle suore missionarie, entrambi denominati “della Consolata”, per le missioni estere. Considerando dunque tutti questi meriti, Ci è lecito arguire di quanta gioia debba essere apportatore questo prossimo evento sia all’animo dei Torinesi, che ai vecchi e giovani alunni e figli tuoi. Ai voti ed alle felicitazioni dei quali uniamo i voti e le felicitazioni Nostre». 8 da Casa Madre - 12/2010 Le reazioni del Fondatore. L’Allamano si è preparato a vivere questo evento con semplicità, come era suo solito. Tuttavia non si è trattenuto di far notare che, secondo lui, c’era il rischio di esagerare nei festeggiamenti. Ad un gruppo di missionari che sono andati a trovarlo alcuni giorni prima, ha come messo le mani avanti, dicendo: «Vorrei scappare come al 25° anno, che sono fuggito a Castelnuovo, ma adesso m’è impossibile. Ho invitato i miei colleghi (siamo ancora 11) e speravo di poter far festa da noi soli... Ma l’ho già detto a padre Sales che fa delle goffaggini. Facciamo le cose che vadano bene e non ci siano delle esagerazioni, come ce ne sono perfino nella lettera del Papa (si vede che sono andati a stuzzicare). Se queste feste servissero almeno a far aumentare nel popolo l’affetto per le missioni, ne sarei contento». Il Fondatore, a cose fatte, tuttavia, ha dimostrato di avere gradito i festeggiamenti e ed è stato riconoscente a quanti vi hanno partecipato. come si legge nella lettera circolare ai missionari e alle missionarie: «Finite con comune soddisfazione le feste, e ringraziatone il Signore e la nostra cara Madre, devo rendere grazie a quanti vi parteciparono. Già ho mandato umili grazie al Sommo Pontefice Pio XI per il Breve indirizzatomi troppo lusinghiero per la mia persona. Vado ringraziando gli em.mi cardinali che si degnarono scrivere le belle lettere. […]. A voi, miei cari figli e figlie, che tanto affetto mi dimostrate in questi giorni, dirò “Deo gratias” e vi prego dalla Santissima nostra Consolata una intera corrispondenza alla vostra sublime vocazione. […]. Continuate a pregare perché in me si compia sempre la santa volontà di Dio». Anche se questo aspetto sembra insignificante rispetto al tema del 50° di sacerdozio, mi permetto di dirne qualcosa, perché queste fotografie del nostro Padre sono tra le più belle che possediamo. Dalle testimonianze, dunque, risulta che le prime quattro (stessi sfondo, tappeto, tavolino e poltrona) sono state riprese alla Consolata, per interessamento dei can. G. Cappella e N. Baravalle. Sarebbe stato lo stesso Baravalle a suggerire all’Allamano di sorridere, perché abitualmente era serio di fronte all’obiettivo fotografico. feste giubilari, non fece nessuna difficoltà e vi acconsentì senz’altro, dicendo semplicemente: “oportet” [è necessario]». La condiscendenza dell’Allamano risulta anche dalle diverse pose che si è adattato ad assumere: in piedi, seduto, con lo zucchetto in testa o senza, con l’opuscolo del Regolamento dell’Istituto in mano o senza. L’unica costante sempre in evidenza è la statua della Consolata, di cui, purtroppo, non si ha notizia. Riguardo a queste otto fotografie c’è un rilievo da fare. Confrontando le prime quattro (riprese alla Consolata) con le altre (riprese all’Istituto) non si può fare a meno di notare una certa differenza, soprattutto nell’espressione del volto dell’Allamano. Accettando la tradizione che le attribuisce tutte all’occasione del giubileo sacerdotale, si può ipotizzare che siano state scattate in tempi diversi, da fotografi differenti e non con la stessa luce. Comunque sia, siamo felice di possederle tutte otto, anzi tutte nove! Le altre quattro sono state scattate all’Istituto nel cortile delle missionarie e hanno uno scenario diverso da quello delle prime quattro. In esse il Fondatore è piuttosto serio. È interessante la testimonianza del p. L. Sales: «[Alla richiesta di essere fotografato] l’Allamano accondiscese senza opporre la minima difficoltà. Al sottoscritto che gliene aveva fatto invito, rispondeva: “Eh, tanto lo so che la fotografia ci vuole e che la pubblicherete; piuttosto che pubblicare una foto mostro, tanto vale pubblicarne una decorosa”. Così pure, nell’atto di essere fotografato, si rimetteva a qualunque richiesta, sia nostra che del fotografo, sia per la posizione da tenere ecc, proprio come un bambino; e non si stancava anche se lo si fermava piuttosto a lungo». Non è meno significativo quanto riferisce al riguardo il can. Cappella: «Ricordo molto bene che fu il can. Baravalle a far prendere l’aria sorridente che il sig. Rettore ha in quelle fotografie. E al riguardo è pur da rilevare che quando gli si parlò di lasciarsi fotografare, appunto per le Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza Le famose otto fotografie del 50°. Per l’occasione del 50° sono state scattate diverse fotografie dell’Allamano. Nel nostro archivio fotografico ne possediamo otto, che la tradizione riferisce appunto a quella circostanza. Sappiamo che non sono tutte, perché il p. Sales parla anche di fotografie scattate con il magnesio in parlatorio, ma che non sono venute bene, e delle quali non c’è traccia da nessuna parte. Si usa parlare di otto fotografie, ma nella realtà sono nove, perché c’è da aggiungere un mezzo busto del Fondatore sorridente, che è la più diffusa tra di noi, e che non è sicuramente il particolare di un’altra in cui il Fondatore sorridente è in piedi. 9 da Casa Madre - 12/2010 VERSO IL XII CAPITOLO Generale Verso il XII Capitolo Generale P. Giuseppe Ronco, IMC CURIOSANDO IN CASA ALTRUI E’ sempre utile arricchirsi dell’esperienza altrui, soprattutto in tempi di globalizzazioni come i nostri. Gettare uno sguardo, seppure sommario e superficiale, sulle tematiche capitolari di Istituti missionari che recentemente si sono riuniti in Capitolo, può servire a farci conoscere che cosa lo Spirito Santo suggerisce oggi ai missionari, dove li sta conducendo e quali metodologie di lavoro propone. Può servire anche a illuminare il nostro prossimo Capitolo, anche se i contesti e i carismi sono differenti. Tutti insieme, infatti, in spirito di collaborazione e solidarietà, lavoriamo per la missione, affinché Cristo sia conosciuto e diventi il Signore della storia di ogni persona e di ogni popolo. 10 da Casa Madre 12/2010 Missionari comboniani del Cuore di Gesù Il 17° Capitolo generale dei Comboniani, celebrato a Roma dal 6 settembre al 23 ottobre 2010, ha avuto come tema “Dal piano di Comboni al piano dei comboniani: riqualificare la missione, la formazione e il governo”. E’ stato un “capitolo ordinario speciale”, perché finalizzato a un rinnovamento radicale dell’Istituto e alla ricerca-offerta di strumenti adeguati per affrontare le nuove sfide globali. Il Capitolo è stato caratterizzato, come mai in passato, dalla dimensione dell’internazionalità e dalla pluralità dei suoi membri. Una novità nei giorni di preparazione al Capitolo è stata la presenza e l’intervento di alcuni Superiori Generali emeriti della congregazione, a partire dal 1979: i padri Francesco Pierli, David Glenday e Manuel Lopes Ferriera. “Abbiamo voluto pregare e discernere insieme, e in seguito anche discutere – a volte con fatica P. Teresino Serra, sull’Osservatore Romano, riassumeva con queste parole alcuni temi trattati: “Superando le definizioni geografiche che tracciavano confini netti tra “popoli evangelizzati” e “da evangelizzare”, l’attività missionaria ha assunto la dimensione dell’universalità. E oltre alla tradizionale proclamazione del Vangelo nei luoghi più negletti, unita alle attività di promozione umana, sono divenuti parte integrante dell’impegno missionario anche altri ambiti importanti: giustizia, pace e integrità del creato; promozione e impegno per i diritti dei più poveri; lotta contro le nuove schiavitù e nelle aree marginali della società; come pure l’uso dei media moderni, indispensabili oggi per un’animazione missionaria efficace. Pur continuando a scegliere l’Africa come opzione privilegiata per la nostra opera di evangelizzazione, stiamo comprendendo che la missione ad gentes è oggi presente in Europa quanto in Africa. Ovunque siano sorte nuove forme di schiavitù o di discriminazione siamo chiamati a proclamare il Vangelo di liberazione. In ambito di “attività evangelizzatrice” l’enfasi si è spostata sulle condizioni dei singoli continenti, che ci chiamano a operare a seconda delle peculiari sfide che presentano. Non verrà poi meno il tradizionale impegno in tante realtà di prima evangelizzazione, superando ovunque, in ogni caso, le tentazioni del protagonismo e la tradizionale tendenza a “lavorare per conto nostro”. Il principio generale che seguiremo sarà quello di renderci disponibili ad affiancare le Chiese locali ormai stabilite ovunque, per offrire il servizio pastorale e la collaborazione che richiederanno. Ogni continente svilupperà in tal senso un proprio piano di attività, e così pure saranno chiamate a fare le varie circoscrizioni di ogni continente. In Africa, in particolare, una grande sfida sarà rappresentata dal crescente influsso dell’Islam: presenza diretta e riflessione dialogica nei Paesi a prevalenza islamica saranno pertanto una parte importante della nostra agenda. L’ambito di giustizia e pace, riconciliazione e gestione dei conflitti, in particolare, ci vedranno attivi a fianco di altri organismi ecclesiali e laici nelle sedi internazionali con azioni di advocacy e lobbying (promozione della causa delle minoranze e delle popolazioni più povere) tramite vari organismi: per esempio, Vivat International, presso le Nazioni Unite e Africa and Europe, Faith and Justice Network (Aefjn), presso il Parlamento europeo. In America Latina, oltre all’impegno d’inserimento pastorale in aree isolate o di da Casa Madre 12/2010 Verso il XII Capitolo Generale – sulle dimensioni irrinunciabili del nostro carisma, dalle quali scaturisce il nostro Piano per i prossimi sei anni: identità, spiritualità, missione e formazione dei futuri missionari; evoluzione della geografia vocazionale e crescita dell’interculturalità nell’Istituto; inserimento e presenza nelle Chiese locali, per animarle a guardare oltre i propri confini e per una pastorale vocazionale rinnovata; servizio dell’autorità e condivisione tra le Province; verifica dello stile di vita e di presenza missionaria; coordinamento continentale e comunità in contesti ‘di frontiera’, in ambiente islamico, in Asia, attenti alla peculiarità di ogni continente; trasparenza economica e condivisione totale delle risorse. Abbiamo anche riflettuto con gratitudine sulla testimonianza di tanti confratelli anziani e ammalati, ai quali chiediamo di continuare a offrire all’Istituto e alla missione il tesoro della propria offerta di preghiera e di sapienza, in un servizio fatto di generosità e di fedeltà alla vocazione e alla missione”(Messaggio dei Capitolari) . 11 emarginazione, stimoleremo le Chiese ad assumere la “missione universale” continuando a “dare dalla propria povertà”. L’Asia, infine, dove abbiamo celebrato vent’anni della nostra presenza, ci sfiderà ad approfondire le nostre radici e a consolidare le nostre piccole comunità, “granello di senapa” nel continente più vasto e meno evangelizzato”. alcuni cambiamenti nelle Costituzioni e Regole per rispondere più adeguatamente alla realtà presente, la situazione dei beni temporali”. Missionari Oblati di Maria Immacolata Verso il XII Capitolo Generale Il XXXV Capitolo generale del Missionari Oblati di Maria Immacolata, si è celebrato a Roma dall’8 settembre all’8 ottobre 2010 e ha avuto come tema: Centrati sulla persona di Gesù Cristo, sorgente della nostra missione, ci impegniamo ad una conversione profonda, personale e comunitaria. La Commissione precapitolare ha suggerito lo slogan: “Un Cuore nuovo, uno spirito nuovo, una nuova missione”. Il Superiore generale uscente, p. Guglielmo Steckling, che ha guidato gli Oblati per 12 anni, afferma: “il tema del nostro Capitolo è, sorprendentemente, non la missione ma la conversione. Nella Congregazione infatti si avvertiva ormai un crescente consenso sulla nostra identità come missionari Oblati. L’unico elemento che mancava era un cambiamento del cuore. Ci siamo resi conto che tutto il nostro stile di vita come missionari doveva cambiare, con lo scopo di poter vivere insieme con più armonia, essere più consistenti nella preghiera e nella riflessione e, dopo, superare le frontiere per dare testimonianza di Gesù Cristo ai più poveri e abbandonati nelle forme più creative. Nell’attuale Capitolo, con Sant’Eugenio, dovremmo esplicitamente unire la conversione alle necessità missionarie di oggi”. “Il Capitolo si concentrerà sull’elaborazione di alcune linee direttrici applicabili internazionalmente e che possano aiutare a incarnare la vita religiosa missionaria nei concreti contesti culturali. Inoltre, tra i temi principali, figura l’adattamento delle strutture “a un mondo che cambia e a una Congregazione cambiata”, l’elezione del nuovo Superiore Generale e del suo Consiglio, la discussione su 12 da Casa Madre 12/2010 P. Louis Lougen, 58 anni, nuovo superiore generale, cosi si esprimeva alla Radio Vaticana: “Le sfide che troviamo nel nostro ministero sono quattro, in particolare: la prima è, appunto, la missione; ci troviamo in un mondo secolarizzato, un mondo dove c’è molta violenza: in questo mondo dobbiamo rilanciare il dialogo, soprattutto quello interreligioso. La seconda sfida è la comunità: noi Oblati siamo chiamati a vivere la comunione e a testimoniarla nella società. Il terzo punto è la formazione: occorre formare i giovani a vivere per ciò che è realmente importante, secondo il nostro carisma. La quarta sfida è la leadership, ovvero quella di formare gli Oblati ad una leadership che sia servizio per gli altri. Queste sono le nostre sfide principali”. Il XXVII Capitolo generale dei Padri Bianchi si è tenuto a Roma dal 10 maggio al 12 giugno 2010. Aveva come tema La nostra missione in Africa e nel mondo africano, e ha seguito il metodo di vedere, giudicare, agire. E’ stato eletto il primo superiore generale africano, P.Richard Baawobr. Sono stati prodotti sei documenti importanti (cfr Spiritus, n° 200, septembre 2010). Il primo, La nostra visione comune: uno spirito missionario apostolico, serve d’introduzione generale. Il secondo, documento principale del Capitolo, invita tutti i membri della Società a fare un passo in avanti nell’impegno per la missione, in particolare nell’incontro e nel dialogo interreligioso, nel servizio della giustizia, nella pace e nell’integrità del creato, e nella riconciliazione. Nell’introduzione, il documento ricorda che questi temi si fondano sul Dio Trinità, che è amore e relazione e indica varie forme di impegno concreto. Un accento particolare è messo sull’incontro e il dialogo con i musulmani. Chiesa, un servizio del ministero di unione che Cristo ha voluto operare nel suo corpo crocifisso. “Guai a me se non annuncio il Vangelo!” (1 Cor 9, 16), esclamava l’Apostolo delle genti. Il desiderio di annunciare il Vangelo nasce da un cuore innamorato di Gesù, che vuole ardentemente che più persone possano ricevere l’invito a partecipare al banchetto di nozze del Figlio di Dio (cfr Mt 22, 8-10). Di fatto, la missione è il diffondersi della fiamma d’amore che arde nel cuore dell’essere umano, che, aprendosi alla verità del Vangelo e lasciandosi trasformare da essa, passa a vivere la sua vita - come diceva san Paolo - “nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gal 2, 20). Di conseguenza, la chiamata alla missione non è qualcosa di destinato esclusivamente a un ristretto gruppo di membri della Chiesa, ma è un imperativo rivolto a ogni battezzato, un elemento essenziale della sua vocazione”. Il terzo documento parla di La nostra missione fuori dall’Africa. Verso il XII Capitolo Generale Missionnaires d’Afrique o Padri Bianchi Il quarto documento ha come titolo Al servizio dei nostri confratelli e della missione. Tratta della vita comunitaria, dei confratelli in difficoltà e della distribuzione dei missionari nella Società. Il quinto documento riconosce con gioia l’aumento delle vocazioni, considerandolo una grazia e una responsabilità. La missione non è ricerca di nuove tecniche ma servizio al Vangelo di Cristo (Benedetto XVI, Ai vescovi delle regioni Norte 1 e Noroeste del Brasile, 4-5 ottobre 2010) “La Chiesa non lavora per se stessa: è al servizio di Gesù Cristo; esiste per far sì che la Buona Novella sia accessibile a tutte le persone. La Chiesa è cattolica proprio perché invita ogni essere umano a sperimentare la nuova esistenza in Cristo. La missione, pertanto, non è altro che la conseguenza naturale dell’essenza stessa della 13 da Casa Madre 12/2010 COMUNICATO UFFICIALE LA DIREZIONE GENERALE IMC In relazione ai comunicati stampa relativi alla condanna a morte delle persone ritenute colpevoli dell’omicidio di Padre Giuseppe BERTAINA a Nairobi in Kenya, avvenuto il 19 gennaio 2009, i Missionari della Consolata, ritengono doveroso fare qualche precisazione. Attività della Direzione Generale E’ positivo che la Corte di Giustizia abbia preso in considerazione e risolto questo procedimento giuridico, contrariamente a quanto avvenuto in casi analoghi non risolti: l’uccisione dei padri Stallone, Graiff, Andeni, ed il vescovo Locati... Il Superiore Generale, però, ha già inviato e depositato presso l’Alta Corte di Giustizia di Nairobi una lettera con la quale chiede che la sentenza di morte emessa dal Tribunale per le due persone ritenute colpevoli della uccisione del confratello Padre Bertaina non sia eseguita, ma venga commutata, al massimo, in ergastolo. Come cristiani, e più ancora come missionari, siamo decisamente contrari alla pena di morte, come a ogni sentimento e azione di violenza. Riteniamo, inoltre, che una eventuale esecuzione della condanna a morte sarebbe oltremodo offensiva alla memoria di P. Bertaina , che ha speso tutta la sua esistenza per la vita della gente del Kenya e per la sua promozione, lavorando con passione e generosità nella formazione di generazioni di studenti. A causa di questo impegno per la vita ha trovato la morte e non può che desiderare la redenzione e la vita. 14 da Casa Madre - 12/2010 Attività della Direzione Generale TUTTI A LAVORO P. Stefano Camerlengo, IMC Questo potrebbe essere lo slogan che definisce il cammino della DG in questi mesi. Attualmente siamo riuniti nella sessione di consiglio del mese di Novembre. In questo periodo il pensiero e la riflessione vanno alla preparazione del prossimo Capitolo Generale. Infatti la maggior parte del tempo del nostro incontro è stata dedicata alla riflessione e all’organizzazione di questo momento importante in cui l’Istituto è chiamato al rinnovamento coniugando il sogno con la realtà, il rispetto verso tutti e la decisione nel cammino. Questo periodo, da giugno a novembre, inoltre ci ha visti impegnati anche in visite importanti, indico qui di seguito alcuni degli incontri più significativi. Il Padre Generale, padre Aquileo Fiorentini, insieme al Consigliere per l’Europa e l’Asia, padre Paco Lopez, ha partecipato all’Assemblea del Continente Asia in preparazione al prossimo Capitolo. L’assemblea ha visto riuniti tutto il gruppo dei missionari e quello delle missionarie per una forte condivisione del cammino e anche per riflettere sulle prospettive future, indicando nell’Asia il futuro della missione ed invitando tutto l’Istituto a confrontarsi con questa visione di sguardo ad Oriente. Il Consigliere dell’America, padre Antonio Fernandes, ha vissuto un tempo significativo con i nostri missionari del Messico. Questa missione “nuova”, ha bisogno di un forte discernimento per scoprire i cammini dello spirito che devono caratterizzare la nostra presenza. I missionari hanno studiato la realtà orientandosi con decisione verso la scelta, richiesta dal Capitolo, di un impegno di AMV, aprendosi anche i giovani che già bussano alla nostra porta con la disponibilità all’ accompagnamento vocazionale. Il Consigliere per l’Africa, p. Metthew Ouma, ha accompagnato il gruppo di 20 giovani da Casa Madre - 12/2010 15 missionari che in Sud Africa per tre mesi hanno seguito il corso di rinnovamento. Tutti i missionari sono stati contenti dell’esperienza sopratutto per la possibilità di “stare con se stessi e con il Signore” che le è stata offerta. E’ stato bello vedere dei nostri giovani aperti alla missione e con voglia di donazione totale. Attività della Direzione Generale Il Vice Generale, p. Stefano Camerlengo, si è recato in visita canonica in Mozambico per circa due mesi. Il Mozambico è una Regione importante dell’Istituto che ha vissuto una esperienza tutta speciale di missione. A causa della guerra civile i missionari e la Chiesa locale hanno “inventare” un presenza di Chiesa più vicina alla gente e ministeriale dove i laici occupano un posto di grande responsabilità e si sentono autentici protagonisti dell’evangelizzazione. Certamente un grande esempio per tutti. Ecco una piccola lista di attività dei membri della DG, che conferma quanto insieme si sta cercando in noi stessi, nelle comunità e nella missione. In questo pellegrinaggio missionario appare una costante che ci accomuna tutti: la meraviglia e la simpatia verso i nostri missionari che, se pur in tempi difficili, restano vicini alla gente, fedeli al quotidiano in piccoli gesti. Missionari che fanno riscoprire la grandezza della vita donata, l’umile bellezza di vivere non solo accanto agli altri, ma gli uni con gli altri, solidali nel condividere la comune umanità. Missionari che sanno mostrare la normalità del bene nella valorizzazione delle potenzialità che ciascuno porta in sé, nella capacità di amare e di essere amati senza calcoli, nel faticoso discernimento su come affrontare le situazioni, cercando non tanto come uscirne fuori a tutti i costi, ma piuttosto come poterle affrontare insieme. 16 da Casa Madre - 12/2010 A tutti il nostro grazie ed il nostro augurio di buon cammino! Coraggio e avanti in Domino! Novembre 2010 P. Michelangelo Piovano, IMC 1° Novembre: la pioggia abbondante del giorno dei Santi ci impedisce di andare al Cimitero per la recita del Rosario per i nostri defunti. Lo facciamo il 2 novembre nella preghiera della sera nella nostra cappella. 2 Novembre: la Direzione Generale inizia le riunioni del Consiglio che si protrarranno fino a fine mese. Casa Generalizia DIARIO DELLA CASA GENERALIZIA 3 Novembre: Ci troviamo per la prima volta per la serata comunitaria entrata a fare parte della programmazione da questo anno. Un momento di incontro, condivisione, ricreazione nel quale stiamo un po’ assieme senza programmi particolari. C’é anche sempre un aperitivo e qualche salatino che accompagna questo scambio fraterno tra di noi. E’ proposto nella libertà ad ognuno ogni mercoledì sera una mezzora prima della cena nella quale poi per “antica” tradizione qui a Roma in casa generalizia vi è sempre una buona pizza. 5 Novembre: Incontro comunitario nel quale iniziamo ad esaminare i “Lineamenta” in preparazione al capitolo generale. Si decide di fare alcuni incontri ogni venerdì sera prendendo in esame ognuna delle schede del sussidio. 12 Novembre: Secondo incontro comunitario sulla scheda “Persona e Comunità”nel quale viene fatta una ricca condivisione su questi due temi. 15 Novembre: Celebrazione per i nostri defunti presieduta dal Superiore Generale e animata dalla comunità del Teologico di Bravetta. Tra i defunti dell’anno ricordiamo in modo particolare, con alcuni tratti e testimonianze, P. Giuseppe Ettorri, P. Francesco Piccoli, P. Juan Puentes e P. François Amboko. 17 da Casa Madre - 12/2010 20 Novembre: Partecipiamo alla professione Perpetua di Ermanno Savarino e Hyacinth Mwallongo presso la parrocchia del Crocifisso di Bravetta. Nello stesso giorno si tiene in San Pietro il Concistoro per la creazione di nuovi Cardinali, per l’occasione ospitiamo, come sempre, in casa Il Card. John Njue di Nairobi ed il Cardinale Serverino Poletto nei suoi ultimi giorni come pastore della Chiesa di Torino. Lui stesso ci comunica che nel giorno seguente (21 novembre) consegnerà il pastorale a Mons. Cesare Nosiglia, nuovo vescovo nominato per la Diocesi. Casa Generalizia 19 e 26 Novembre: altri due incontri comunitari in preparazione al capitolo nei quali prendiamo in esame le schede sulla Formazione e la Organizzazione. 18 da Casa Madre - 12/2010 27 Novembre: Ritiro comunitario che segna anche la preparazione e l’inizio del Tempo liturgico dell’Avvento. Viene guidato da padre Paco, consigliere per l’Europa e l’Asia. Oltre ad introdurci nel tempo dell’Avvento, condivide con noi alcune riflessioni maturate durante l’Incontro dell’Asia in preparazione al capitolo tenutosi in Corea. 28 Novembre: Partenza di una parte della Direzione Generale per il Kenya dove si terrà l’Assemblea in preparazione al capitolo. Anche durante questo mese sono stati vari confratelli che ci hanno fatto visita rimanendo alcuni giorni noi e condividendo la loro esperienza e lavoro missionario. By P. Lello Salutaris Massawe, IMC The missionary trumpets’ sounds: “Tanzania, where is your missionary spirit!” rocked the skies of Tanzania when the missionary congregations, Pontifical Missionary Society (PMS), Christian Professionals of Tanzania (CPT), and the youth from all walks of life flocked the Consolata Mission Centre (CMC) at Bunju in Dar es Salaam, to actualize the historical Mission Congress which took place from the 4-7 November 2010. “This is the first mission congress ever since I came to Tanzania in 1971” acclaimed Fr. Giacomo Baccanelli, the Regional Superior of the Consolata missionaries in Tanzania who presided over the opening Eucharistic celebration. The congress gave the religious congregations which are essentially missionary ad gentes to query themselves, after more than 100 years of evangelization in Tanzania, whether their presence in this land is still needed or not. On the same line, the local church is challenged to make an evaluation on whether the Christian faith brought to her by the missionaries has really penetrated their being. new paganism which is partly brought about by globalization is meandering in as well as outside our church today. The dichotomy of faith is another area to be addressed urgently. This is a challenge for all of us Catholics, and it requires the contribution of everybody for we are all sent by Jesus to save the world, insisted Fr. Giacomo and cited the words of St. Paul: “Woe to me if I do not preach the gospel.” (1Cor 9:16) and “For to me to live is Christ, and to die is gain” (Phil 1:21) The church today needs a prophetic witness that should come from both the church leaders and the lay people. A missionary is a person who is ready to live for others, especially the needy: the sick, the abandoned, the voiceless and powerless. Jesus called the disciples and sent them two by two, to do His mission, that is, the mission of the Father. This is a reminder to us all that the mission that we are doing is not ours but God’s, thus we have to go back to Him frequently asking for (that is, praying) advice and help. There are areas in this country which need to be evangelized, if not re-evangelized, today such as: justice and peace, media, women, children, and the integrity of creation. More so, the Our Christians as well as the local clergy should be reminded now and then the importance and urgency of the mission of Christ. Every baptized should feel called by God, and da Casa Madre - 12/2010 Tanzania This congress was done just after the general elections in Tanzania which took place on the 31st October 2010; an exercise which was marred by corruption and other irregularities in favor of the ruling party. In fact this meeting was an opportune moment for Tanzanians to question their conscience on the issues on good governance from the grass root to the top level of the government. By this missionary congress, the Consolata Missionaries in Tanzania have lifted high the light of Christ for the non believers as well as for people with little faith. It is a brave decision – which is in accordance with our charism - which we have dared to make, that is, evangelization of the poor, a true ad gentes. This is the aim of building the CMC in Dar es Salaam; to bring a new thing, to the Arch diocese of Dar es Salaam and the whole community of Tanzania. By so doing we believe to become the salt of the earth and the light to the people of God. We hope that consequently, the infected people (both Christians and non Christians, religious and priests) will become a new salt and strong light to the Tanzanian culture and people, and thus effective missionaries. Fr. Baccanelli in his homily observed that the missionary work is still needed in Tanzania; that people still need to be educated to make them understand that the Church is theirs, that they themselves are the church; and thus they have to sacrifice their life as well as their personal belongings for the salvation and development of the whole humanity. Vita nelle Circoscrizioni THE MISSION CONGRESS AT BUNJU 19 Tanzania Vita nelle Circoscrizioni thus be ready to go towards others, the new realities and challenges which require one’s contribution, first as a human being, then as a Christian. The Second Synod for Africa could be one of the important tools for us. Bishop Evarist Chengula, imc, who presided over the closing Holy Eucharist on Sunday 7th November, invited the participants to give witness to the Gospel through their daily life. “Many missionaries gave witness by shedding blood, and dying in foreign lands. So, every baptized is supposed to suffer martyrdom, not necessarily by shedding his/her blood, but by living a good moral Christian life and ready to defend the truth. Let us even be ready to lose our work for the sake of defending the truth. ” insisted Bishop Chengula who is the shepherd of the diocese of Mbeya. To conclude the Congress, it was resolved to prepare some materials for formation for the People of God (priests, religious, catechists, different church lay leaders, and the youth). The themes chosen are: the significance of a Missionary Call, Christian missionary education/teachings, Missionary formation, Catechists, Relationships in the Church among different pastoral agents, and Service in the community (the priorities that should be considered). The religious missionary congregations which participated in the Congress were: the Missionaries of Africa, Benedictines (OSB), OFM Capuchins, Holy Ghost Fathers, The Littles Sisters of St. Francis (of the Arch diocese of DSM), and the host Consolata Missionaries. Our wish is to convoke the Mission Congress in every three years. 20 da Casa Madre - 12/2010 Juan Benito Rondón Hernández, IMC En la apertura de la ceremonia, el P. Obed Ramírez Granada, Vicario General de la Diócesis, hizo una presentación del perfil humano y pastoral del recordado Mons. Antonio María Torasso, semblanza que fue posteriormente ampliada en un video con fotos de la época. En su homilía, Mons. Ossa Soto, recordó el legado pastoral de este insigne obispo del Caquetá y en la procesión de ofrendas delegados de las instituciones educativas Técnico Industrial y La Salle, le agradecieron su fundación. El Vice Superior de los Misioneros de la Consolatta, P. Renzo Marcolongo se mostró agradecido por las muestras de cariño de la comunidad diocesana a Mons. Antonio María Torasso, con ocasión del cincuenta aniversario de su muerte. El sacerdote quien vino al acto en representación de esta comunidad religiosa a la que perteneció Mons. Torasso, dijo que fue una noche muy emocionante que lo conmovió profundamente al ver tanta gente que todavía recuerdan con claridad a quien fuera el primer obispo del Vicariato Apostólico de Florencia. Con una solemne Eucaristía, en la Catedral Nuestra Señora de Lourdes, se conmemoró el pasado viernes 22 de octubre, el 50 aniversario de la muerte de Mons. Antonio María Torasso, primer obispo del Vicariato Apostólico de Florencia. El Gobernador del Departamento, Germán Medina Triviño, participó en el acto litúrgico, acompañado de parte de su gabinete de gobierno. Colombia La ceremonia fue presidida por el obispo de la Diócesis, Mons. Jorge Alberto Ossa Soto y concelebrada por un numeroso grupo de sacerdotes entre los que se cuentan el P. Renzo Marcolongo, Vice Superior de los Misioneros de la Consolata, el P. Efrén Baldasso, sacerdote consolato que trabajó durante muchos años en el Caquetá, un grupo representativo de sacerdotes diocesanos. Agregó que fue una celebración muy significativa porque también para los misioneros de la Consolata Mons. Torasso traza una línea de acción pastoral, como es la integralidad de la acción evangelizadora. En tal sentido recordó sus palabras en la Vita nelle Circoscrizioni MEMORIA DE MONS. ANTONIO MARÍA TORASSO IMC 21 da Casa Madre - 12/2010 Colombia Vita nelle Circoscrizioni 22 consagración como obispo cuando dijo “no descansaré mientras haya un pobre que llora en mi Vicariato”, significando con ello una mirada de la evangelización como promoción integral del ser humano, estilo misionero que sirvió de guía para Mons. Cuniberti y Mons. José Luis Serna, los dos siguientes obispos de esta jurisdicción eclesiástica, también del seno de la comunidad Consolata. La ceremonia litúrgica cerró con el marco musical del quinteto de Batuta, que hizo gala de su calidad artística. Testimonianza di P. Agostino Baima, IMC Ti mando foto della Madonna del Cuore Immacolato che abbiamo in Sacrestía qui al Santuario di NS. di Fátima. É un ricordo bello e persino drammatico dell´interesse che Mons. Torasso aveva di costruire un Santuario al Cuore Immacolato di María, secondo le rivelazioni fatte alla vidente Suor Lucía. Aveva giá comprato e destinato un luogo nel Barrio Torasso in Florencia ma é sopravvenuta la sua malattia aggressiva e fatale. Allora ha fatto il viaggio personalmente in jeep da Florencia a Manizales (circa 650 km) e portó al P. Gerardo Bottacín una statua di Ortisei di 1 m e venti di altezza. Raccontava il P. Bottacín che é arrivato sfinito ma contento a Manizales e che ha detto a Lui “ Gerardo io ho fatto voto di costruire il Santuario al Cuore Immacolato di María, ma vedo che non lo potró piú fare, metti anche la da Casa Madre - 12/2010 mia intenzione nel costruire questo Santuario in Manizales, é la stessa devozione di Fatima”. Mons. Torasso mandó al P. Gerardo il buldozer, che aveva usato in vari lavori di costruzioni e strade nel Caquetá. Con questo in 70 giorni continui di movimento di terra é stato ricavato il terreno su cui é costruito l´attuale Chiesa che ha una posizione invidiabile e visibile da tutta la Cittá. P. Peter Ssekajugo, IMC En este tiempo es difícil notar novedades en el Vicariato. Todo parece igual, repetitivo, y sin avances significativos. Las instituciones del vicariato son las mismas, curia, y sus departamentos (dependencias) de pastoral (social, familiar, litúrgica), parroquias, barrios, colegios, institutos de la vida religiosa, entre otros. La realidad sociopolítica y económica también parece algo de siempre, inmodificada e inmodificable: ejército, armada, guerrilla, atentados, amenazas, coca, erradicaciones, pobreza, hambre, desplazamientos y retornos, señalamientos, hostigamientos, muerte de civiles. Hay una gran falta de empleo y desarrollo. Al nivel de relaciones iglesia instituciones también parece presentar algo de siempre, sin novedad alguna: ceremonias de la alcaldía con misa o con un te deum, ceremonias militares con misa o con una oración (por ej. aniversario de la patria, desfiles, conmemoración de los héroes, ascensos), se nos encarga capellanías etc... Pastoralmente, tampoco las cosas parecen presentar cambio alguna: las correrías por los ríos, por la carretera, a caballo, a pie o el acomodamiento al mismo sitio. En las correrías, como lo indica la palabra, se corre, se suda, se agita, se cae del caballo, se emplaya en la canoa, se guanta hambre, se queda en el camino, se enferma en la vereda. Vista así la realidad, se concibe un vicariato de pueblos abandonados, aislados, aburridos y aburridores y sospechados por los de fuera y de adentro. Da la impresión de un pueblo cansado y agotado. De hecho si por un lado muchos tienen miedo de entrar, muchos de los antiguos de allí están saliendo. El vicariato parece una tierra árida, infértil e infecunda, si analizamos la palabra que muchos usan cuando escriben refiriéndose al Caquetá y el Putumayo como “tierra inhóspita.” Sin embargo hay varios caminos y procesos que se han venido consolidando y que dan una imagen positiva al vicariato. Son procesos que llevan anos y que muchos misioneros antiguos y nuevos han contribuido física, espiritual y económicamente. Por ejemplo, la atención a los indígenas y colonos de forma especifica y priotaria, la promoción humana, la defensa de los derechos humanos entre otros. De otro modo, el camino de la pastoral indígena, amazónica, andina y fronteriza, parece como el nuevo aire que oxigena al vicariato y sus fuerzas vivas. Este proyecto se presenta como una profunda razón de ser de todo el vicariato y la región Colombia-Ecuador y quizás en el continente, si leemos bien la preocupación del momento actual, que es la protección de las minorías étnicas, los inmigrantes o desplazados, el cuidado del medio ambiente, la integración y hermandad de los pueblos desde las fronteras. Colombia Las instituciones públicas y/o civiles también demandan la presencia del obispo, párroco, diácono o una hermana, aunque no sea para la oración, por menos para dar peso y validez en la lectura de la fórmula protocolaría tradicional que va así: Autoridades civiles, militares y eclesiásticas. A veces esos momentos sirven para evangelizar a las instituciones; para convertirlas, o dejarse convertir y acomodarse al sistema y olvidar el objetivo del proyecto misionero, el de Jesús. Al nivel espiritual parece que también quedamos en la monotonía, retiros espirituales anuales, oración comunitaria, eucaristía, procesiones, Navidad, Semana Santa, novenas y novenarios, funerales, preparación para los sacramentos (Bautismo, Penitencia, primera Comunión, y Confirmación, y escasamente se casan). También existen grupos de infancia misionera, jóvenes, grupos de oración. En general, así se mantiene la vida del vicariato en los diversos aspectos, tanto en lo espiritual como en lo material. Vita nelle Circoscrizioni SAN VICENTE-PUERTO LEGUIZAMO 23 da Casa Madre - 12/2010 Colombia Si eso se hace bien, seremos de los principales actores en la defensa de la vida, de los pueblos y del medio ambiente. Seremos de los verdaderos defensores de los derechos humanos, de la justicia, y de la verdad. Así que en el vicariato, nos movemos entre la monotonía y la novedad creativa y recreativa, entre la indiferencia y la diferencia, entre lo viejo y lo nuevo al estilo del verdadero maestro de la ley que llega a conocer el Evangelio y saca lo viejo y lo nuevo. Vita nelle Circoscrizioni Lo otro que a veces se presenta como novedoso, es el intento de trabajar en equipos, sea entre consolatos, o entre misioneras y misioneros de la Consolata, o entre consagrados y laicos. Esta dinámica presenta desafíos, choques, amenazas y esperanzas. No es una realidad ya hecha, se va construyendo; en algunos espacios parece solidificarse, en otras caerse, y en otras casi imposible. Sin embargo, si bien el gran equipo del vicariato todavía no existe, hay pequeños esfuerzos en cada parroquia de llevar adelante lo que le corresponde dentro de los cascos urbanos y en la misión de los ríos. 24 da Casa Madre - 12/2010 Desafíos principales según mi parecer: El territorio es demasiado grande y el personal inversamente reducido en número, edad e interés. Algunas parroquias parecen estar deteriorando de forma acelerada y la gente lo notan. Así que hay lugares donde el número de feligreses ha reducido demasiado, refugiándose en la vecindad o volviéndose miembros de las sectas protestantes. La economía es demasiado escaso, y los poquísimos proyectos que hay parecen insignificantes ( cinco panes y dos peces). La demora de nombrar al obispo del nuevo Vicariato ha afectado negativamente el desarrollo de ambos territorios ( antiguo y nuevo). La terna parece eterna. El trabajo en equipo, aunque se presenta como semilla y sacramento, los contratiempos son muchos y el camino por recorrer es demasiado largo. Dicen los futbolista que cuando todo no está perdido, nada está perdido. El Vicariato es todavía salvable. P. Rinaldo Do, IMC MERCI pour tous les signes de fraternité, de prière et les condoléances que j’ai reçus de votre part, à l’ occasion des funérailles de notre confrère le p. François. Que l’amour du p. François pour Dieu, l’ Église, le Pape, sa vocation, notre famille de la Consolata puisse nous animer à continuer notre chemin vers le Paradis. Les funérailles ont été vécues dans la foi, la prière et avec beaucoup de participation du peuple de Dieu: Monseigneur l’Evêque de Kisantu, laïques, prêtres, religieux, religieuses, séminaristes... le témoignage de maman Marie, mère du p. François, a touché le cœur de tous les participants. Vita nelle Circoscrizioni LES FUNERAILLES DE P. AMBOKO Congo 25 da Casa Madre - 12/2010 Venezuela Vita nelle Circoscrizioni 26 PASTORAL INDIGENA TUCUPITA Zacariah Kariuki, IMC Desde 1926 cuando los primeros padres capuchinos hicieron contacto con el mundo warao, la Iglesia católica del Vicariato Apostólico de Tucupita ha estado siempre presente en medio de los hermanos indígenas de este estado, llevando adelante la misión de evangelización, que constituye el anuncio explicito de la persona de Jesucristo y trabajos de promoción humana. Como un proceso llevado a cabo por seres humanos, es obvio que hubo muchos errores y siempre los tendremos, pero esto no debería ofuscar las buenas intenciones, la entrega y la dedicación de la Iglesia que siempre ha buscado y seguirá buscando el bien espiritual y material del pueblo warao. Nuestro objetivo como pastoral Indígena es organización, atención y acompañamiento espiritual, cultural y humano a todos los hermanos warao partiendo de nuestra FE como cristianos católicos que somos y de nuestra espiritualidad y religiosidad tradicional. En Octubre de 2007, en el marco de la celebración de la Resistencia Indígena, se realizó una asamblea ampliada de los agentes pastorales del Vicariato en la que, entre otras cosas, se recomendó retomar el equipo de la Pastoral Indígena del Vicariato, confiándole a este equipo el sueño del Vicariato de construir una Iglesia inculturada y misionera que “atienda al mundo Guarao y su cultura” y en la que “las manifestaciones culturales de nuestro pueblo sean parte de la vivencia de nuestra fe” (Actas de la 1° Asamblea de Agentes Pastorales del Vicariato, 12-14 de Octubre, 2007). Como parte de la preparación, estamos organizando una media jornada de manifestación cultural el día 27 de noviembre del año en curso en la que los hermanos que viven en Tucupita, nos reuniremos para compartir nuestros bailes, nuestros cuentos, nuestros cantos, nuestra artesanía y nuestra vida. Obviamente, todos los ciudadanos están invitados a compartir con nosotros nuestra riqueza. La renovada pastoral Indígena tiene como misión buscar la mejor manera de vivir nuestra espiritualidad y religiosidad que incluya la inculturación de evangelio; preservar, promover y defender nuestra identidad cultural y nuestros derechos como originarios de estas tierras deltanas. Por medio de programas de talleres, convivencias, cursos, charlas, etc., buscamos también brindar espacios de formación en valores cristianos y culturales. da Casa Madre - 12/2010 Fieles a este compromiso, nos hemos propuesto realizar el primer simposio indígena warao de oriente, sobre el fenómeno de MOVILIZACION Y MIGRACION DEL PUEBLO WARAO. Hemos convocado a varios representantes de nuestras comunidades y concentraciones indígenas de los estados Delta Amacuro, Monagas y Bolívar. Estamos haciendo también una invitación especial a las organizaciones gubernamentales y no gubernamentales que trabajan con el pueblo indígena para que puedan participar y apoyar esta iniciativa tomada y organizada por representantes de varias comunidades indígenas con el apoyo del Vicariato Apostólico de Tucupita. Cabe decir que no es todo un jardín de rosas, hay personas que están cuestionando esta iniciativa, pero a ella solo queremos decir que nosotros no pretendemos, culpar o criticar a nadie ni hacer política. Lo único que queremos es reunirnos como hermanos y hermanas warao para estudiar a fondo un fenómeno que está afectando todas nuestras comunidades (la historia, las causas, las consecuencias y las posibles soluciones) y así seguir abriendo caminos de esperanza para nuestro pueblo warao. Se qualcuno mi avesse detto che io sarei diventato un missionario lavorando in Mongolia 14 anni fa, lo avrei preso per pazzo. Ma, il 31 ottobre, per la vigilia di Tutti Santi, ho rinnovato i miei voti di povertà, castità ed obbedienza con il crepitio della legna nella stufa come sottofondo nella nostra piccola gher chiesa di Arvaiheer, in Mongolia. È stata un’esperienza molto forte fare pubblicamente i miei voti a Dio circondato da tanti Mongoli, battezzati e simpatizzanti. Con gioia e anche paura (avendo anche letto la formula in Mongolo) ho detto a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo che volevo rispondere alla mia vocazione con tutta la mia libertà, e anche difetti, seguendolo e annunciando il suo grande amore per ciascuno di noi con urgenza in tempi favorevoli e in tempi difficoltosi (cf. 2 Tim 2:4). Vita nelle Comunità Dopo la celebrazione eucaristica, abbiamo condiviso il solito tè salato e le ciambelline fritte. Dopo di che, ci siamo trasferiti di nuovo nella gher chiesa dove ho dato la mia testimonianza vocazionale, cioè, dovevo spiegare come un giorno, Gesù mi guardò, e mi chiamò ad uscire subito fuori da me stesso, a vivere con lui da vicino, per vivere non più per me stesso ma per gli altri. Avendo un vocabolario mongolo di 100 parole, ero fortunato di avere p. Giorgio Marengo accanto a me per tradurre quello che dicevo. È la prima volta (e spero che non sia l’ultimo) che un missionario fa i voti religiosi ad Arvaiheer. Volevamo farlo in questa missione sapendo che poteva essere una testimonianza in sé. Una donna cattolica, battezzata a Pentecoste di quest’anno ci ha colpito quando ci ha detto che lei si dispiaceva di aver conosciuto Gesù Cristo soltanto recentemente e non da giovane perchè avrebbe voluto più tempo per servirlo in questa vita! Quella donna, che sta aiutando a crescere un bambino senza mamma nella sua gher in campagna, ha motivo di rallegrarsi perche spesso “gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi” (cf. Mt 20, 1-16). Dio non si interessa molto nel passato, ma piuttosto nel nostro “si” oggi. Arvaiheer Io faccio voto… Pietro Turrone, IMC Una delle parti più interessanti di questa 27 da Casa Madre - 12/2010 Arvaiheer Vita nelle Comunità esperienza è stata la parte preparativa. Prima che p. Giorgio correggesse la traduzione, avevo chiesto a una delle mie maestre di lingua di aiutarmi a tradurla. È stata veramente una sfida spiegare che significa castità, povertà e obbedienza a loro dove il cristianesimo non è molto conosciuto. Una maestra mi ha guardato con tanta sorpresa e dubbio quando ho detto che non avevo moglie e bambini. E non soltanto lei. In una cultura dove anche i monaci buddisti si sposano, tanti di loro fanno fatica a capire come noi possiamo rimanere singoli e contenti. Lo stesso vale anche per povertà ed obbedienza. Infatti, la traduzione mongola enfatizza quello che noi rinunciamo. Purtroppo, questo porta ad una visione molto limitata della realtà della vita religiosa, che anche molti che provengono da paesi “anticamente cristiani” sostengono. Ma la consacrazione religiosa è soprattutto una seria di “si”. Per noi missionari e missionarie che abbiamo trovato la perla preziosa, sappiamo bene che noi, in fondo, avevamo poco finché non siamo stati afferrati da Gesù Cristo. Domani, dopo la Festa di Tutti Santi, p. Daniele, s. Magdalena, s. Giovanna ed io ritorneremo ad Ulaanbaatar per continuare la nostra vita quotidiana di studio, lavoro e preghiera mentre 28 da Casa Madre - 12/2010 s. Omaira rimarrà a iniziare suo nuovo lavoro qui ad Arvaiheer. Il mio studio della lingua procede a passo di lumaca. Per orgoglio, ma anche per un sincero desiderio di parlare di Dio con i ragazzi, mi sento frustato di non essere capace di dialogare con coloro che io incontro a scuola o per strada. Un giorno però ho capito che stavo già evangelizzando, anche se in una maniera molto sottile. Stavo, come dice L’Archivescovo indiano Menamparampil, “sussurrando il Vangelo”. Pochi giorni fa ho iniziato ad insegnare Inglese ad uno studente di medicina nel nostro appartamento. Lui ci guarda con tanta curiosità e perplessità, vedendo uomini e donne che condividono una vita insieme come fratelli e sorelle che provengono da tanti paesi diversi nel mondo. Allora, seguendo il monito di nostro Signore di essere “prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Mt 10, 16), sfrutto ogni domanda per parlare della nostra fede in Cristo. E cosi, in questa meravigliosa terra della Mongolia pian piano stiamo compiendo la missione che Dio ci ha affidato. La mia preghiera è che tutti voi che leggerete questo articolo, con tutti i santi del cielo, vi ricordiate di noi nelle vostre preghiere affinché tutti i Mongoli diventino pazzi per Cristo come noi (cf. 1 Cor 4: 10)! Amen. Fr Angelo Bruno, IMC Si può anche affermare che gli ultimi sei mesi sono stati caratterizzati da piogge abbondanti, e ancora più abbondante propaganda elettorale, con relativa delusione visto che nessun candidato indigeno o dei poveri è stato eletto, solo i più grandi nemici degli indigeni sono stati eletti....... Oggi termina il secondo turno di votazione, per il presidente della repubblica e per i governatori, che non hanno raggiunto la maggioranza il primo turno al tre ottobre. La gente semplice, distratta dalle promesse elettorali e da comizi di tutti i tipi, anche nelle comunità indigene, dimentica letteralmente i suoi diritti e i suoi doveri e anche di coltivare e allevare. Come potete vedere da una foto, l’arcobaleno annuncia che forse finisce la stagione delle piogge, anche se ha piovuto forte tutta la notte dal 27 al 28 ottobre, tanto che non ho potuto andare in un villaggio il giorno 30, visto che un torrente era in piena e i ponti non ci sono ancora. Ho passato molti momenti felici con persone semplici, che raccontano tante cose interessanti a rispetto della loro vita, loro tradizioni e modo di vedere il mondo e anche storie di altri popoli estinti ma che alcuni di loro hanno conosciuto. Ringrazio di cuore per i messaggi, lettere, e di tutto e auguro tante cose belle e buone a tutti e tanti auguri per i compleanni e onomastici del mese di novembre e buona festa di Tutti i Santi. Camara Ottobre, mese missionario, l’ho trascorso quasi sempre in giro nei villaggi, per varie feste patronali, battesimi, per un incontro di catechisti, e per altri vari impegni e attività legati al lavoro missionario, e anche a un assemblea diocesana per studiare il tema della campagna della fraternità del prossimo anno con il tema: “fraternità e la vita nel pianeta Terra” e a un incontro con i missionari che lavorano nelle comunità indigene. In alcune di queste attività, mi hanno aiutato padre Carlos Eduardo e Suor Alda Raffaella. Vita nelle Comunità NOTIZIE DA CAMARA (RORAIMA) 29 da Casa Madre - 12/2010 Torino Vita nelle Comunità Commemorazione dei Confratelli e Consorelle defunti dell’anno P. Antonio Giordano, IMC 15 novembre 2010 Oggi nella chiesa del Beato G. Allamano ricordiamo e preghiamo per i nostri Confratelli e Consorelle che sono stati chiamati nella Casa del Padre dal 15 novembre dell’anno scorso al presente. Sono ormai molti e formano una ampia corona intorno al Beato Fondatore. Lui che voleva che fossimo tutti e sempre una famiglia attorno al padre, certamente lo vuole ancora adesso dal cielo. Per cui il ricordo triste della dipartita da noi di questi ultimi 37 è allietato dalla comunione tra loro e con noi attorno al Beato Padre. Se poi consideriamo che la Messa in suffragio e di commemorazione è presieduta dal Giovane Missionario della Consolata, appena ordinato il mese scorso nel Duomo di Cuneo, P. Revello Denys, il quale dopo aver completato i corsi teologici in Spagna, sta ora godendo la primizie del suo Sacerdozio in Italia per partire poi per la missione in Etiopia, la nostra preghiera si apre piena di speranza al futuro dell’Istituto. Una quarantina di missionari Sacerdoti fanno cerchio attorno a lui e all’altare e una trentina di Suore Missionarie della Consolata con numerosi fedeli si allineano nei banchi e congiungono l’altare con la tomba del Beato Fondatore. P. S. Carminati, Superiore regionale, introduce il Neo Sacerdote come il giovane missionario che continuerà la catena dei missionari che sono passati al premio. Richiama il pensiero del P. Fondatore: “La comunità sarà sempre formata dei vivi e dei defunti, né questo vincolo si scioglierà più, neppure in Paradiso … Noi non dimentichiamo i nostro confratelli e consorelle defunti. Tutti i giorni preghiamo per essi”. (VS 770). Legge i nomi degli undici Missionari Defunti, poi cede il microfono a una Suora della Consolata che legge i nomi della ventisei Consorelle defunte. Il pensiero e la preghiera salgono a Dio implorando pace eterna ai chi ci ha lasciato e nuove vocazioni per i due Istituti Missionari. 30 da Casa Madre - 12/2010 Il Kyrie in gregoriano dà il tono di serena mestizia alla liturgia della S. Messa che si svolge con le letture prese dal nostro manuale di preghiere, che introduce la presente commemorazione con queste parole: “ Nel mese di Novembre dedichiamo un giorno al ricordo di tutti coloro che ci hanno preceduto. Ne ricordiamo la fede, gli esempi, la comunione di vita e l’impegno apostolico”. All’omelia il novello Sacerdote ci invita a considerare la fede, la speranza e la carità dei nostri cari defunti. Hanno vissuto queste tre virtù in vita ora le godono in cielo: per la fede hanno seguito la chiamata di Dio alla missione, con speranza hanno perseverato nella loro vita apostolico-missionaria, nella carità hanno donato il dono più bello, il Vangelo, a tanti fratelli e sorelle che hanno incontrato lungo il loro cammino. Ora vivono in eterno nell’Amore di Dio. La liturgia eucaristica termina con il canto alla Consolata, colei che ha consolato i nostri confratelli e consorelle lungo il loro cammino terreno, e li ha sorretti nelle difficoltà dell’apostolato, e infine , come dolce Madre, li ha accolti nella pace eterna. Boniface Ochieng Mtanda, IMC Cinquante-six heures après les funérailles du Père François Amboko, qui est mort à l’âge de 43 ans, le 28 Octobre 2010, notre famille Missionnaires de la Consolata a eu un autre événement ici au Congo, précisément au Théologat Joseph Allamano, Kinshasa, le 5 Novembre, 2010. Cette fois-ci, puisqu’elle était l’administration de ministères dont l’acolytat et le lectorat, on était rempli de joie. Parmi nous, la communauté du Théologat J. Allamano, huit candidats de la prêtrise ont été admis au ministère du lectorat. Il s’agit de John Kioko, Sergio Granell, Charles Osewe, Cyrille Muzesu, César Balayulu, Yeinson Andrés, Luke Nyachio et Jeremiah Nganda. Tous sont en deuxième année de théologie. Dans la même célébration, il y avait cinq candidats qui ont été admis au service de l’autel en tant qu’acolytes. Ce group est composé de Faustin Kalolo, Geofrey Njoroge, Samuel Nyagah, Manuel Pereira et Matthias Chipoli. Ce jour-là, nous avons commencé la célébration eucharistique à 17h30. Elle était bien animée grâce à la chorale des étudiants du philosophât P. Antonio Barbero, qui se trouve à Mont Ngafula-Kimbondo. Le Père Rinaldo Do, imc, le Supérieur Régional, dans sa prédication a souligné les rôles d’un lecteur et d’un acolyte. Il a dit que tous les services notamment ceux des lecteurs ainsi que des acolytes viennent du Seigneur comme un don gratuit pour servir l’Eglise et les chrétiens surtout là où nous faisons la pastoral. « On ne doit pas inventer la Parole du Seigneur. Il ne faut que l’écouter, la lire et la méditer chaque moment de notre vie, car, quand on est en train de prêcher, on prêche d’abord à soi-même et ensuite, aux autres fideles, » dit-il. Comme concélébrant, il y avait le Père Larose Richard, qui travail à Neisu au diocèse d’IsiroNiangara. Sa présence nous a fait penser aux autres missionnaires qui étaient en train de travailler dans différentes missions au nord du pays. Il y avait également le Père Brown Cyprian, le Recteur du séminaire Antonio Barbero, le Père Antonello Rossi, un membre du Conseille Régional et le Curé de la paroisse Mater Dei, le Diacre Bruno Bapabonza, le Père Ramon Lazaro, formateur du Theologat et le Père Symphorien Fumwasendji, le Recteur du Theologat. Vita nelle Comunità TREIZE AU SERVICE DE L’EGLISE Nous leur souhaitons bon service à l’Eglise. Kinshasa 31 da Casa Madre - 12/2010 Feria de Santana Vita nelle Comunità 32 25 ANOS AO SERVIÇO DA IGREJA Equipe AMV-Bahia Com o lema, “… de graça recebestes, de graça deveis dar” (Mt 10,8), o Pe. Giovanni Crippa, Missionário da Consolata, celebrou juntamente com as comunidades da Paróquia Santíssima Trindade, em Feira de Santana, os seus 25 anos de vida sacerdotal na noite do dia 23 de Outubro de 2010. Nascido em Besana, na Itália, o pe. Giovanni entrou na família dos Missionários da Consolata para responder o chamado à vida religiosa e missionária. Aliás, o Bem-aventurado José Allamano, fundador dos Missionários da Consolata, foi o grande inspirador com seus exemplos e ensinamentos. Allamano foi sempre o “conselheiro”, quando afirmava: “Só no céu poderemos compreender o dom da vocação missionária”. Isto ardia-lhe no coração e, aos 26 anos, em Roma, recebeu a ordem do diaconado. Entendendo que: “Deus nunca se deixa vencer em generosidade”, pe. Giovanni mais uma vez quis renovar também a sua generosidade e o desejo de ser todo de Deus e em 1985 foi ordenado Sacerdote na cidade Bevera, com o lema: “De graça recebestes, de graça deveis dar” (Mt 10,8). Após da ordenação, entregou-se ao estudo de uma maneira intensa, conseguindo o Doutoramento em História da Igreja, sabendo que assim poderia servir melhor. Nos primeiros anos de vida consagrada, se dedica à Animação Missionária e ao ensino na Pontifícia Universidade Urbaniana em Roma. Recordando o Allamano que dizia: “Deveis ser missionários na boca, na mente e no coração”. E assim, Padre Giovanni consciente da sua missão, é enviado para o Brasil, onde desembarca no dia da Casa Madre - 12/2010 31 de maio de 2000. Acreditando no pensamento de Allamano – “O bem deve ser bem feito” e que “É preciso ser extraordinários no ordinário”, ele se lança em um novo aprendizado de uma nova língua e cultura diferente: a brasileira. Em Fevereiro de 2001, chega a Feira de Santana, para iniciar o seu novo ministério, na qualidade de Vigário Paroquial, na paróquia da Santíssima Trindade, no bairro Feira X. Aí começa uma nova caminhada junto ao povo de Deus e constrói a cada dia um relacionamento baseado na amizade e no carinho com os paroquianos. Na celebração dos 25 anos de sacerdócio do Pe. Giovanni Crippa marcaram presença alguns missionários da Consolata, Pe. Lírio Gerardi, Superior Regional, Pe. Domingos Forte, Pe. Han Kyoung Ho, Pe. Zé Roberto, Pe. Tamrat Markos. Representaram a arquidiocese o Mons. Luiz Rodrigues, representante do clero, Pe. Hipólito, reitor do seminário Maior Santana Mestra, Pe. Arnaldo, e alguns seminaristas. Foi um momento de muita graça e alegria em que as comunidades expressaram o seu carinho e satisfação pela presença e serviço missionário do Pe. Giovanni nestes nove anos de entrega e doação. p. Juan Carlos Greco, IMC El domingo 10 de octubre del 2010, se realizaron los festejos por Nstra. Sra. de Pompeya, en su dia, en este marco festivo los laicos de Bs. As. Asumimos nuestro primer compromiso formal, como LMC ante Dios, la Familia allamaniana (dos Padres imc, gran parte de la Comunidad de Hnas. mc de Bs. As.) y toda la Comunidad Parroquial presente, en esa jornada. La fiesta comenzó con una procesión que encabezaba la Virgen de Pompeya, por las calles aledañas a la Parroquia. En esta procesión se sumaron las Capillas de San Cayetano, Guadalupe y Del Valle, representados con su Santo, las advocaciones Marianas, estandartes y gente de cada Comunidad. Los Laicos Misioneros de la Consolata, junto a las Hnas. mc nos hicimos presente, en la procesión, con Nstra. Sra. de la Consolata y el Beato Allamano. Luego de hacer el recorrido, pidiendo bendiciones para todo el Barrio, entramos a la Parroquia, que estaba colmada de gente, de las Comunidades nombradas y con las distintas imágenes, que fueron puestas al pie del altar. Así se dio comienzo a la Celebración Eucarística, presidida por los Padres Pratolóngo y Rubén López imc. Luego continuó la Misa y finalmente concluyeron estas celebraciones con un festival, con danzas tradicionales y recitales de diferentes estilos. Para todos los lmc de Merlo esta fue una gran fiesta, que superó cualquier expectativa imaginada, fue una Gracia enorme para todos nosotros el haber asumido este compromiso anual, frente a un contexto de una celebración Mariana como la de Pompeya, con todos lo que acompañaron nuestro compromiso, sobre todo con nuestra gran y querida Familia Espiritual Consolatina. Así regocijados en el Señor esperamos seguir dando lo mejor desde este Carisma y Espiritualidad que nos pensó el Beato Allamano, inspirados en Jesús y la Virgen de la Consolata. Merlo Luego de la Homilía se pasó al momento más importante que, como lmc -de Merlo-vivimos: el de poder asumir ante Dios, la Consolata, el Allamano, Las Hnas. mc, los Padres imc y todos los presentes, nuestro primer compromiso formal. Seguidamente la Hna. Irma Donizetti nos lee el Perfil Continental, de los Laicos Misioneros de la Consolata, que está junto a las imágenes del Beato Allamano y de María Consolata. La Hna. Irma nos pregunta si ante Dios queremos reafirmar este camino como lmc. Todos respondimos si queremos. Luego la Hna. Nos dirige unas emotivas palabras en nombre de todas las Hnas mc y a continuación el Padre Rubén explica a los presentes quienes somos y nos da la Bendición, por último, se nos entrega un diploma con el Perfil lmc continental, y a cada uno el distintivo, que nos identifica. Vita nelle Comunità COMUNION CON LA FAMILIA ALLAMANIANA CONSOLATINA en merlo Una lmc hace un introductorio contando quienes somos y lo que vamos a realizar, luego un Joven misionero de la Consolata nos presenta y el Padre imc nos invita a pasar frente al altar, para la ceremonia de compromiso. 33 da Casa Madre - 12/2010 Montréal Le Prix Marie-Guyart à Jean Paré Gaëtane Larose, présidente ACPC Le jeudi 21 octobre 2010, à Montréal, l’Association canadienne des périodiques catholiques (ACPC) et les Ursulines du Canada ont remis le Prix Marie-Guyart au père Jean Paré. À cette occasion, Gaëtane Larose, président de l’Association, a prononcé l’allocution suivante. Vita nelle Comunità Chers collègues journalistes et membres de l’Association canadienne des périodiques catholiques, Au nom de l’Association canadienne des périodiques catholiques, il me fait plaisir de vous accueillir à cette remise de prix dans le cadre du Rendez-vous des médias catholiques. 34 Le prix Marie-Guyart reconnaît et honore un membre de l’ACPC qui a eu une influence importante dans l’univers des périodiques catholiques de chez nous et qui a démontré excellence et brio au fil de sa carrière. Cette distinction est offerte en partenariat avec la communauté des Ursulines, sous l’inspiration audacieuse de Marie de l’Incarnation, Marie Guyart. Ce prix a été crée en 1993 et nous en sommes au dixième lauréat. Le récipiendaire 2010 du Prix Marie-Guyart, M. Jean Paré, est un homme d’exception! Il allie patience, persévérance, diplomatie et accueil. Il a publié, depuis 1973, 17 ouvrages et un nombre incalculable d’articles en italien, en français et en anglais. Il a participé à des centaines d’émissions radiophoniques et télévisuelles. Le lauréat 2010 ne ménage jamais son énergie quand il s’agit de promouvoir et de faire découvrir la richesse de l’engagement missionnaire. Homme simple, courtois, joyeux, au sourire communicateur, notre « hommagé » a en poche quelques diplômes allant jusqu’au doctorat en théologie et en philosophie. Par ses écrits, ses homélies, ses conférences, ses séminaires, il sait partager sa passion des humains, son sens de la mission “ad gentes”, ses implications socio-historiques et politiques da Casa Madre - 12/2010 ainsi que son amour du Christ incarné. Des collègues disent de lui « qu’il sait écrire pour rejoindre en plein coeur ses lecteurs car au-delà de tout son travail journalistique et d’auteur, il demeure un missionnaire engagé et impliqué sur le terrain. » Jean Paré a dirigé pendant près de 30 ans la revue Réveil missionnaire, publiée par les Missionnaires de la Consolata (entre 1990 et 2009). Au même moment, il assumait les fonctions de directeur des communications, de webmestre, d’archiviste et de bibliothécaire… et, au cours de ces sept ans, il assumait aussi les fonctions de coordonnateur mondial des commissions Paix et Justice à la direction générale des Missionnaires de la Consolata en Italie. Ne passons pas sous silence, la direction des Oeuvres pontificales de la Propagation de la foi, de Saint-Pierre Apôtre et de l’Union pontificale missionnaire pour le Canada francophone, à cette époque à Québec, entre 1987 et 1989 ; tout en dirigeant les destinées de la revue Univers… Sans pour autant, laisser de côté la revue Réveil Missionnaire et tout en s’occupant des campagnes de financement et de la gestion des projets en faveurs des peuples du sud. À l’ACPC, où il fut président de 1984 à 1988, Jean Paré a joué un rôle déterminant en procédant à une restructuration de l’organisme (révision des statuts et règlements), en instituant le Prix ACPC INTER, en intervenant pour la sauvegarde des subventions gouvernementales pour la poste, en faisant la promotion du professionnalisme dans le journalisme religieux et en assurant une présence accrue de l’ACPC au plan international. Polyvalent, visionnaire et ouvert sur le monde et ses nouvelles tendances et technologies, cet homme de relation a enseigné au Québec, en Italie et en République démocratique du Congo! Globetrotter, il a séjourné dans une quarantaine de pays au fil de ces voyages missionnaires. Il en a rapporté des reportages, des dossiers et des Montréal J’invite S. Claire Dubé, représentante des Ursulines, à remettre le Prix Marie-Guyart 2010 au père Jean Paré, missionnaire de la Consolata! Vita nelle Comunità témoignages stimulants, bouleversants, brassant parfois même nos certitudes et notre approche de la mission et de la coopération. Certes, il se dit à la retraite depuis le 1er janvier 2010, mais maintenant, il coordonne trois groupes de dialogue interreligieux. Comme quoi, l’aventure se poursuit riche d’un passé de « Glorieux »… à la manière de tant de Québécois et de Canadiens, ici comme ailleurs dans le monde. 35 da Casa Madre - 12/2010 Montréal Rencontre du mois d’octobre 2010 LMC-Montréal leur permet, tout en vivant une formation plus spécifique, de s’identifier aux missionnaires de la Consolata, à leur charisme et à leur spiritualité. P. Nelson Lachance, IMC Le PIFM (Programme Intercommunautaire de Formation Missionnaire) est un programme destiné à toute personne, célibataire ou en couple, qui veut vérifier les motivations sousjacentes à son désir d’engagement de type missionnaire à l’étranger, ainsi que ses capacités pour vivre un tel engagement. Cette démarche est axée sur le discernement de son identité profonde sur les plans humain, spirituel et missionnaire. Un premier temps (démarche de discernement) veut permettre aux participants de discerner de façon réaliste s’ils sont appelés ou non à vivre un projet missionnaire à l’étranger. Dans un deuxième temps (démarche d’approfondissement) les participants sont invités à mesurer leur appel et leur capacité d’engagement par rapports aux exigences de la vie missionnaire. Le 17 octobre dernier, pour nous gens du Québec, nous vivions un moment particulier de notre histoire « sainte »! À Rome, avait lieu la canonisation du Frère André, le deuxième québécois à recevoir cette reconnaissance, après Marguerite d’Youville. Et c’est enrobé de cette joie, que les LMC se sont rencontrer pour marqué notre appartenance à cette lignée des pauvres qui veulent vivre leur engagement missionnaire dans le service et l’attention au plus démunis, comme le saint frère André. Vita nelle Comunità Le père Richard Larose, missionnaire au Congo, était de passage parmi nous. Nous avons accueilli son partage avec beaucoup de joie. Ses quelques 25 années de mission au Congo ont suscité des questions et des échanges qui sont venus nourrir notre esprit missionnaire. 36 Richard est actuellement en charge (administration) de l’Hôpital Notre-Dame de la Consolata à Neisu. Des participants à la rencontre, qui ont des liens avec le milieu de la santé, se sont intéressés aux réalités vécues à l’hôpital de Neisu et particulièrement aux réalités vécues auprès des enfants et des femmes. C’est avec simplicité que Richard nous partagea, aussi bien ses expériences pastorales en brousse ou en milieu hospitalier, que l’apport de différents laïques qui œuvrent ou ont œuvrés à Neisu ou Isiro. Des nouveaux participants se joignaient à nous pour cette rencontre. En effet, le Programme Intercommunautaire de Formation Missionnaire (PIFM) débutait ses activités en septembre dernier. Six personnes rattachées aux missionnaires de la Consolata, (cinq à l’étape de discernement et une à l’étape d’approfondissement), y poursuivent une formation qui veut leur permettre d’approfondir leur désir de vivre la mission et de s’outiller en vue de cet engagement. Le groupe des LMC da Casa Madre - 12/2010 Le PIFM : C’est quoi? Les missionnaires de la Consolata participent à ce programme depuis les années 90, à Québec et à Montréal. Actuellement, nous y collaborons avec trois autres communautés missionnaires : les Missionnaires de l’Immaculé Conception, les Sœurs Notre-Dame d’Afrique, la Société des Missions Étrangères. Comunidade IMC Neste mês de Outubro, mês missionário, nossasatividades imprimiram umcarácter missionário noslugares onde trabalhamos.Na comunidade nos encontramos paraprepararmos o nosso projecto comunitárioe programar nossas actividades a nívelcomunitário. No Centro Comunitário do zambujal,a comunidade se reuniu e formou seuconcelho pastoral. Um concelho que terá oobjectivo de fazer a comunidade funcionarcom suas próprias pernas, aproveitandoseus talentos e as suas potencialidades. O VII fórum nacional das vocações,organizados pela Comissão Episcopal dasVocações e Ministérios, que decorreu emFátima nos dias 29 e 30, teve a participaçãodo nosso seminarista João Batista, querepresentou a nossa comunidade nesseencontro de formação sobre o tema dasvocações em Portugal. Tivemos também este mês, a alegria departicipar junto com nosso seminarista JoãoBatista, dos seus votos perpétuos, que foicelebrado no Zambujal, junto com todosda comunidade, onde ele presta serviçopastoral. Foi uma celebração simples, masmuito bonita, alegre e cheia de vida, comose esperava da comunidade do CentroComunitário do Zambujal. Nas vésperasdo dia mundial das missões, junto com asirmãs da Consolata o nosso seminaristaJoão Batista organizou uma bonita vigíliamissionária no Zambujal, permitindo umamaior abertura missionária dos moradoresdo bairro aos problemas do mundo e damissão. Vita nelle Comunità Cacém O P. Kuzenza além das actividades deanimação missionaria, acompanhou umaamiga vinda do Quénia, Margareth paraparticipar dos votos perpétuos de umajovem queniana que entrou no convento dasclarissas. Cacem O P. Maurício, além dos trabalhos noZambujal, esteve também em Azenhasdo mar, para animação missionaria e emAlgueirão participou com os jovens daVigararia de Sintra, de um momento deoração que eles costumam fazer cada amês, durante o ano.O Padre Maurício, também esteve ausenteda comunidade dos dias 20 a 24, partiu paraMadrid, para preparar a JMJ, com o papaano que vem em Madrid.O P. Barros, além das celebrações dasmissas nas capelanias, esteve sempreatento aos trabalhos e a manutenção da casa. 37 da Casa Madre - 12/2010 Lisboa Vita nelle Comunità 38 LISBOA CASA REGIONAL P. Jaime Marques, IMC Procurámos viver este mês nas suas vertentes missionária e mariana. Uma vivência mais comunitária e individual do que propriamente através de iniciativas específicas.. É que durante o mês de Outubro houve uma grande mudança dos Párocos e naturalmente as Paróquias estavam ocupadas com as festas de despedida e de acolhimento dos respectivos Párocos; não sobrava muito espaço. Estivemos presentes quando pudemos e nos casos que nos diziam mais respeito. De resto procurámos que a nossa presença fosse já uma presença missionária. Com a mudança dos Párocos tivemos que rever o nosso trabalho nas Paróquias.. Deixámos de ir Celebrar às Laranjeiras (Santa Maria dos Olivais) porque o novo Pároco não necessita de ajuda. Dirigimo-nos então para a Paróquia de S. Eugénio, aliás a nossa Paróquia, que nos deu alguns serviços permanentes, sem excluir as chamadas pontuais das outras Paróquias. Um ponto forte deste mês foi a celebração da aniversário da Beatificação do Pai Fundador. Por feliz coincidência nesse dia reuniu-se aqui a Direcção Regional e assim a nossa celebração ganhou solenidade. Uma festa familiar e de alegria, apesar do nos ficar sempre o amargo da expectativa da algum milagre que leve o Allamano à Canonização. Outro acontecimento importante foi a Profissão Religiosa do Sem. João Batista, na Zambujal. Quisemo-nos juntar à comunidade do Cacém e ao povo amigo do Zambujal para viver intensamente este passo importante daquele nosso jovem Confrade e demonstrarlhe a nossa alegria e comunhão. Cá pela comunidade merece sempre uma palavra sobre a área da saúde. Mas, graças a Deus, não tem havido sobressaltos de maior. Vamos cuidando o melhor possível de cada um dos Confrades e de modo particular do P. Zintu. Felizmente ele tem-se sentido melhor e nada lhe impediu de ir dar o seu voto para as presidenciais do Brasil. A sua figura simpática não passou despercebida e alguém se aproximou da Casa Madre - 12/2010 dele para o entrevistar. Saiu-se muito bem e até fez uma figurona. Ainda a propósito de saúde, vimos chegar do Brasil o P. Joaquim Gonçalves que veio fazer novas tentativas a fim de resolver o seu delicado problema. Desta vez não veio sozinho, aproveitou a viagem para acompanhar o P. Bindo Meldolesi, de passagem para Turim, também por motivos de saúde. Tivemos muito gosto em ver, mesmo se rapidamente, o caro P. Bindo a quem desejamos rápidas melhoras. O P. Helder Bonifácio, como também a sua mãe, estiveram ambos internados no hospital e foram submetidos a intervenções cirúrgicas. . Felizmente a convalescença está evoluindo muito positivamente. Ao longo do mês notou-se grande mobilidade de Confrades; uns que regressaram aos seus lugares de trabalho, P. Tobias, P. Alceu e P. Tomás; outros que vêm de férias, como P. Manuel Magalhães, ou simplesmente de visita como o P. Silvanus .Tudo isto é sempre motivo de alegria. Particular menção merece a visita do P. Silvanus, ainda tão recordado por muita gente, por causa da sua jovialidade e das músicas. Além do pessoal interno IMC, não faltaram outros amigos que nos deram o prazer da sua visita. Por aqui passou o Secretário da Nunciatura Apostólica de Moçambique, como aliás tem feito noutras ocasiões. Registamos também a visita de D. Joaquim Mendes, Bispo Auxiliar de Lisboa. Veio visitar os Crismandos de S. Eugénio, que tinham vindo fazer um dia de retiro em nossa casa e foi uma ocasião propícia para nos encontrar. Temos connosco um jovem Sacerdote italiano, Fidei Donum. Veio aprender o português e preparar-se para a sua próxima missão em Manaus. Como dispõe de pouco, cerca de um mês, para aqui estar, não era fácil inserir-se num curso de línguas. Encontrou-se então uma solução no interno da Família Missionária da Consolata. D. Gina, das Mulheres Missionárias, prontificou-se para lhe dar aulas. Lindo gesto missionário! Bem-haja! Francisco Javier y Andres Hernández Roa ¡Hola soy Francisco Javier! y me gusta ser misionero y estar en México. Ahorita voy a decir cómo me la pase y en donde estuve. Salimos mi familia y yo a México el 30 de Noviembre del 2008, el avión era muy bonito, con pantalla y todo, muy moderno yo no me había montado en uno de esos, muy bonito. Cuando llegamos a México nos vino a buscar Antonio Fernandes ¡Estábamos felices de estar aquí en México! (Ya en las OMPE) no conocíamos a nadie, sólo a Alex y a Antonio Fernandes, después conocí a María Elsia, Noé, Ronildo y Abishu. Nos las pasamos bien, yo muy feliz y luego todos nos hicimos amigos. (Ya en Guadalajara) nos fuimos a una casa que queda en Santa Anita una urbanización, y de ahí nos fuimos todos los 10 a otra casa que era por supuesto más grande y más amplia y ahí nos quedamos. Luego nos fuimos a Chiapas muy bonita la verdad. Allí nos quedamos hasta el 25 de Diciembre, pasamos la NAVIDAD e hice muchos amigos muy buenos y amigables, allá se quedaron a vivir María, Ronildo y Noé. Nosotros llegamos a San Antonio de Juanacaxtle en Juanacatlán, Jalisco en donde nos quedamos a vivir, yo nunca había vivido con uno de Etiopía como el P. Abishu y menos con uno de Italia como P. Alex. Aquí en San Antonio, yo soy amigo de todos los niños del pueblo, estudio 4to.grado de primaria en el colegio Antonio Orozco Suárez, dicen que él fue uno de los fundadores del pueblo y que luchó defendiendo a la Iglesia Católica en la guerra cristera. He visitado muchos sitios de México, les voy a contar a los estados que fuimos: Chiapas, Puebla, Jalisco, Distrito Federal, Estado de México, Colima, Nuevo León, Guanajuato e Hidalgo! ¡Yo tome la 1ra comunión el 13 de Junio del 2009, mi hermano Andrés también la recibió Vita nelle Comunità 1- Guadalajara Nuestras experiencias en Guadalajara 39 da Casa Madre - 12/2010 Estamos felices de estar en México. 2- Hola, mi nombre es Andrés Miguel Hernandez Roa, soy de Venezuela y estoy en México como misionero de la Consolata, con mi familia. Tengo 8 años y estoy estudiando 3er. Grado. Mi experiencia en México ha sido muy bonita. He hecho muchos amigos, me he divertido con mi hermano Francisco y también Vita nelle Comunità Guadalajara el 13 de Junio del 2010. Me gusta estar con las personas por eso acompaño a mis padres en las actividades que hacen y también me gusta mucho jugar futbol. Estoy muy feliz porque el 3 de Octubre 2010 nació mi nuevo hermanito y le pusimos Andrés y yo el nombre de JESÚS EMMANUEL. 40 da Casa Madre - 12/2010 con mi Mamá Ginette y mi Papá Wilmer. ¡Mis Padres son MISIONEROS y yo también soy MISIONERO! He hecho muchas actividades como: visitar a las familias, estar de acolito en las misas, he ayudado a mi papá en los cursos de Biblia y con mi mamá me he reunido con los niños del pueblo, también con mi hermano Francisco he jugado mucho futbol, ¡este año tomé la primera COMUNION el 13 de Junio. Me gusta mucho vivir como misionero, la gente y los niños nos quieren mucho y nos ayudan. Ahora estoy muy feliz porque el 3 de OCTUBRE ¡NACIO mi HERMANITO que se llama JESUS EMANUEL! Me divierto mucho con ESTRELLITA DE MAR así le puse de cariño a mi HERMANITO me despido atentamente. “EUCARISTÍA Y MISIÓN” EN MENDOZA Por Pablo Tansini, LMC Silencio, afecto, reflexión, recogimiento, fue el clima encargado de recibir a cada una de las personas que se iban acercando a la Parroquia Nuestra Señora de la Consolata; la misma casa que fuera de los padres misioneros de la Consolata hace unos años, hoy diocesana, fue la encargada de abrir las puertas a cada uno de los que quisieron compartir un momento junto a Jesús Eucaristía. El momento comenzó con una introducción realizada por las hermanas misioneras de la Consolata Teresa y Joan, la que sirvió para serenar nuestras vidas y empezar a transitar los senderos del amor que propone el Hijo, en comunión con el Espíritu. Entre cantos y momentos de silencio se pudo apreciar líneas del relato del Obispo vietnamita Xavier van Thuan; resonaban en los corazones frases del texto como: “nunca podré expresar mi alegría… diariamente, con tres gotas de vino y una de agua en la palma de mi mano, celebré la misa”; “Él vive en mí, permanece en mí, actúa a través de mí”; “la oscuridad de la cárcel se convirtió en luz pascual”. Probablemente, sin darnos cuenta, las personas que estábamos allí nos habíamos quedado cobijados en el calor que ofrece la presencia de Cristo en nuestras vidas, manifestándose, en ese momento, en la presencia real de Quien se quiso quedar en cada mesa, en cada hogar. La adoración culminó con un momento de intimidad acompañado por el Padre Carlos Romero, recibiendo la bendición y renovando el compromiso de construir una iglesia sin fronteras, una iglesia que recorra la vida del prójimo desentrañando el misterio que propone el Padre. Lo que comenzó como un momento de oración para los Laicos Misioneros de la Consolata que trabajan en Mendoza, Argentina, se convirtió en un momento de iglesia viva que descubre y camina el amor en el seno de las comunidades que la ven crecer. Quisiera culminar con las mismas palabras que nos acompañaron durante la adoración: “Porque uno solo es el pan, aún siendo muchos, un solo cuerpo somos, pues todos participamos del mismo pan” (1 Co 10,17) LMC “Somos una sola cosa: ese que se realiza en la participación en la Eucaristía. El Resucitado nos hace con Él y con el Padre en el Espíritu. En la unidad realizada en la Eucaristía y vivida en el amor recíproco, Cristo puede tomar en sus manos el destino de los hombres y llevarlos a su verdadera finalidad: un solo Padre y todos hermanos” (Tomado del relato de Mons. Van Thuan) 41 da Casa Madre - 12/2010 Necrologio QUI NOS PRAECESSERUNT 42 da Casa Madre 12/2010 Nato a Pawa, nella Reoubblica Democratica del Congo, il 2 gennaio 1967, frequentò gli studi di base a Nagbonbo, Tuluba, Bafwabaka, e il liceo a Lingondo. Desideroso di entrare nell’Istituto, fu inviato a Kinshasa nel 1988, dove per vari anni frequentò il Philosophat St. Augustin, ottenendo il diploma in filosofia nel 1991. Giovedì 28 ottobre 2010 è morto per coma diabetico nell’ospedale St. Joseph di Kinshasa, dove era stato ricoverato dieci giorni prima. I funerali hanno avuto luogo nella nostra parrocchia di Mater Dei, il 2 novembre. Il suo corpo riposa nel cimitero dei Padre Sacramentini, a Mont Ngafula Sans Fil. Dopo il noviziato, a Nairobi, emise la professione religiosa il 6 agosto 1992 e fu destinato al Seminario di Bravetta per la teologia. Fu ordinato sacerdote in Congo, o Obongoni, da S:E: Mons. Janvier Kataka Luv, il 15 agosto 1998. Aveva 43 anni di età, di cui 18 di professione religiosa e 12 di sacerdozio. Necrologio Amboko Natambise P. François Desideroso di specializzarsi in Teologia biblica, dopo il primo anno, a causa di malattia, dovette interromperlo. Tentò di riprendersi in Costa d’Avorio, a Marandalla, ma la malattia non glielo permise. Cominciò un lungo periodo di cure mediche, a Torino, fino a quando fu destinato al Congo nel 2006. Si impegnò fino alla fine, come missionario e come sacerdote, in varie parrocchie. 43 da Casa Madre 12/2010 Sommario EDITORIALE .................................2 50° DI SACERDOZIO DELL’ALLAMANO.............................6 VERSO IL XII CAPITOLO Generale..10 DG IMC: COMUNICATO UFFICIALE ...14 DG IMC: TUTTI A LAVORO...............15 DIARIO DELLA CASA GENERALIZIA...17 THE MISSION CONGRESS AT BUNJU.19 MEMORIA DE MONS. ANTONIO MARÍA TORASSO IMC.......21 SAN VICENTE-PUERTO LEGUIZAMO .23 LES FUNERAILLES DE P. AMBOKO.....25 PASTORAL INDIGENA TUCUPITA . ....26 Io faccio voto… ........................27 NOTIZIE DA CAMARA (RORAIMA).....29 TREIZE AU SERVICE DE L’EGLISE.....31 25 ANOS AO SERVIÇO DA IGREJA....32 COMUNION CON LA FAMILIA ALLAMANIANA CONSOLATINA en merlo.....................................33 Le Prix Marie-Guyart à Jean Paré..................................34 LMC-Montréal.............................36 Cacém..........................................37 LISBOA CASA REGIONAL.................38 Nuestras experiencias en Guadalajara.........................................39 “EUCARISTÍA Y MISIÓN” EN MENDOZA.................................41 Sommario QUI NOS PRAECESSERUNT..............42 44 da Casa Madre Mensile dell’Istituto Missioni Consolata Redazione: Segretariato Generale per al Missione Supporto tecnico: Adriano Podestà Viale delle Mura Aurelie, 11-13 00165 ROMA - Tel. 06/393821 C/C postale 39573001 - Email: [email protected] da Casa Madre - 12/2010