Numero 3- anno 1- Novembre 2010 Giornale gratuito

Transcript

Numero 3- anno 1- Novembre 2010 Giornale gratuito
Numero 3- anno 1- Novembre 2010
Giornale gratuito
ALLAH E’ AMORE, E’ IL PIU’ FORTE
buttandoci per terra.
La forza di combatterlo
Allah è gioia
Allah è amore
Allah è vita
Allah è speranza
Allah è tutto per me
non voglio questa vita
ma l’altra.
Allah è il Creatore dell’universo.
Il Diavolo continua ad attaccare
manifestando il suo odio,
ferendoci nell’anima.
Si prende gioco di noi
ci spinge con forza
viene da Allah,
la forza di Allah
è tirarci su
e continuare a lottare
più forti di prima.
Allah ci da la vittoria
e trionferà su tutto
ciò che è male
e il Diavolo non può nulla
contro la forza di Allah
Allah è il più forte.
Mamdouh
Editoriale - 4
Le poesie di Usama – 34
Conferenza scientifica sulle origine della
vita - 5
Cose utili per noi musulmani da sapere –
35
So che l’Islam e’… - 7
Gran Bazaar: mostre, film, cd, ristoranti, siti,
moschee, libri– 39
L’educazione dei figli- 8
Riguardo i matrimoni forzati- 10
I convertiti all’Islam – 10
La voce di nuovi musulmani – 11
Ebraismo – 13
Chi era Umar Ibn Al-Khattab? – 16
I pashtun e l’Afghanistan – 20
Chi era Bilàl? - 21
I musulmani in Nigeria - 24
La morte della madre - 25
I nostri digiuni e le commemorazioni- 27
Le 7 persone che sono nella protezione di
Allah (swa)- 28
Jermaine Jackson musulmano da piu’ di 20
anni - 28
L’hijab e la paura degli “altri” – 30
La lingua Urdu pakistana – 32
I credenti vedranno il loro Signore nel
Giorno del Giudizio – 33
Gli Hui: i musulmani cinesi– 33
Il Ricettario – 45
Animali nel mondo: i delfini/ l’elefante
africano e l’asiatico – 46
Redazione: Mamdouh AbdEl Kawi Dello
Russo
Hanno collaborato:
Giorgia Afnan
Mohammed Al Khald
Nasirah Cavaney
AbdEl Jalìl Umberto Marcozzi
Ummusama
Zeinab Nour White
Amina umm Samìr
Fatima Asya Baraka
Usama Abul Asad
Un ringraziamento a: Muadh e Rabia
Editore: El dìn Ed.
Sito: http://mondoislam.altervista.org/
e-mail: [email protected]
Assalamu aleikum, siamo entrati nel mese islamico di Dhu-l
–Hijja, il mese in cui molti musulmani si recano alla Mecca
per il Pellegrinaggio maggiore Hajj. Questo mi riporta alla
mente il mio Pellegrinaggio di 1 anno fa, l’anno scorso c’ero
anche io fra i 2 milioni di pellegrini provenienti da tutto il
mondo, e forse anche un numero superiore, al di là delle
previsioni, che davano già per scontato un numero minore di
affluenza a causa della suina, ricordate? I musulmani non si sono fermati davanti a nulla,
me compreso, di fronte alla più grande ed importante esperienza di tutta una vita. Il
Profeta Muhammad (saw) ha detto:"Non c'è opera migliore di quelle fatte in questi 10
giorni di Dhu-l- Hijja”. I Compagni dissero: “Nemmeno il Jihad?” , il Profeta disse:
“nemmeno il Jihad, salvo un uomo che esce rischiando la sua vita e le sue proprietà e non
torni con nulla (cioè, perderebbe la sua vita e la sua fortuna per Allah).” Al-Bukhari. Auguro
a tutti i musulmani un bellissimo Pellegrinaggio, sperando che si ricorderanno di noi con le
invocazioni durante il Tawaf attorno alla Kabah. A metà mese ci sarà anche la festa del
sacrificio Aid al Adha, auguro a tutti i musulmani nel mondo AID MUBARAK! Come
riporta la Sura As-Ssafàt /I Ranghi (v. 103/107): “Quando poi entrambi si sottomisero
(Abramo e Ismaele), e lo ebbe disteso con la fronte a terra. Noi lo chiamammo: ‘O
Abramo, hai realizzato il sogno. Così Noi ricompensiamo quelli che fanno il bene. Questa
è davvero una prova, chiara, evidente’ . E lo riscattammo con un sacrificio generoso”. Non
poteva uscire in un periodo migliore il numero 3 di “Mondo Islam”, a pag. 27 troverete
l’articolo “I nostri digiuni e le commemorazioni” in tema con il mese di Dhu-l –Hijja e la
festa dell’Aid. Anche in questo numero molti sono gli articoli e i nuovi collaboratori, ho
preferito dare spazio anche agli altri fratelli e sorelle, come è giusto che sia. Leggerete
della conferenza di Harun Yahya per la prima volta in Italia, articoli sull’educazione dei
figli, sui matrimoni forzati, sui convertiti all’Islam, sull’Ebraismo, su Umar ibn al
Khattab. E poi ancora: la storia di Bilal, Afghanistan, i musulmani in Nigeria, la lingua
urdu pakistana, i musulmani cinesi, e fra gli altri anche lo sheikh Mahmoud El Masri,
la conversione di Jermaine Jackson all’Islam e l’articolo “I credenti vedranno il loro
Signore nel Giorno del Giudizio” a pag. 33. In “Cose utili per noi musulmani da
sapere” c’è la Clausula Testamentaria da compilare e stampare, e suggerimenti per
aprire un negozio sia on-line che un negozio vero e proprio in mattone, il tutto in modo
halàl naturalmente. Nella rubrica “Gran Bazaar” la mostra dell’Arte Islamica a Milano, e
in “Animali nel mondo” il Delfino e l’elefante africano e l’asiatico.
Buona lettura.
Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
4
CONFERENZA SCIENTIFICA SULLE
ORIGINI DELLA VITA
di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Giusto ieri stavo camminando e per strada
cosa vedo? un manifesto grande di una
conferenza con su scritto il nome di...Harun
Yahya. Ho sempre stimato molto questo
studioso ma non avrei mai immaginato di
vedere tra gli altri cartelloni pubblicitari una
conferenza di Harun Yahya. Un'immagine
enorme della cosiddetta "evoluzione"
dall'uomo/scimmia sino all'uomo di oggi, con
su scritto un enorme FALSO! Mi ha fatto un
certo effetto, ho pensato subito "finalmente
qualcuno che dice la verità sulla teoria di
Darwin", e guardando più in basso scopro il
nome..."ma è...Harun Yahya!" MashaAllah!
Anni fa avevo letto alcuni suoi libri, quando il
suo nome non era ancora molto popolare per
la ummah quì in Italia, oggi ormai quasi tutti i
musulmani lo conoscono.
Ecco i dati:
Conferenza Scientifica Sulle Origini Della
Vita. Milano – Sala Volta ore 21,00/ 23, 30.
21 Ottobre 2010, al Palazzo Delle Stelline in
Corso Magenta, 61 -Relatori: Dr. Oktar
Babuna e Dr. Cihat Gündogdu.
Il giorno prima pensando anche ai miei fratelli
e sorelle, ho fatto un sopralluogo del posto
dove si sarebbe tenuto il convegno. Dalla
fermata della metro Cadorna, fino al Palazzo
sono a piedi circa 10 o 15 minuti, non è molto
lontano, la via che si chiama Corso Magenta
si trova vicino a via Vincenzo Monti, il
numero civico è 61. È a fianco ad un hotel di
3 stelle. Nessun manifesto che indichi il
convegno con Harun Yahya, nessuna foto,
nessun volantino, nessun indizio per capire
che ci sarebbe stato questo incontro. Sono
andato fino in fondo, ho chiesto un depliant
del programma del mese dei convegni, non
me l'hanno voluto dare, però gentilmente mi
ha detto di visitare il sito www.stelline.it So
anche che è stato contestato da certi
musulmani (tanto per cambiare), ma non sta a
me giudicare questo uomo con un lavoro
ottimo e anni d'esperienza alle spalle,
mashaAllah! Visitando un pò di siti, ho
constatato che ci sono persone ostili – erano
alcuni anche al convegno-, denigratori sulle
teorie di Harun Yahya, scettici, islamofobi, ho
pensato subito “può darsi che faranno di tutto
per far saltare l'incontro, ma inshaAllah si
terrà”
Questo il commento sulla mancata
partecipazione alla conferenza di Fabrizio
Fratus, moderatore dell'evento: "la società
organizzatrice dell'evento di Milano, è stata
invitata a bloccare l'iniziativa scientifica. I
dirigenti del Palazzo delle Stelline sono
talmente preoccupati sull'afflusso dei
partecipanti (darwinisti, anti darwinisti e
dubbiosi) da richiedere che la questura sia
informata del convegno. Intanto, come accade
spesso, quando la macchina dell'informazione
evita di trattare un tema, il web si scatena
accendendo dibattiti. Noi andiamo avanti e
giovedì saremo a Palazzo delle stelline,
dentro o fuori comunque ci saremo. Il giorno
dopo ci trasferiremo a Roma nella sala del
Carroccio del Comune per il contenzioso tra
evoluzionisti e anti evoluzionisti'.
5
“Bloccare la conferenza?! –mi scrive la
sorella Sofy su Facebook- scusate, se gli altri,
che non sostengono queste teorie, sono sicuri
di se stessi e su quello che affermano, non
dovrebbero aver nessun tipo di problema nel
confronto con gli altri, anzi.!!! Quindi vuol
dir che poi alla fine non sono così sicuri come
pensano”.
Sono convinto che non sono poi così sicuri,
cercano di arrampicarsi come possono sui
vetri ma non riescono, perchè scivolano
sempre giù, cadono, come le loro teorie. Il
dibattito è stato molto bello. Carabinieri e
polizia fuori perchè temevano risse, invece è
stata una serata tranquilla e molto istruttiva.
Harun Yahya era in collegamento con noi
solo per i saluti, il resto l'hanno fatto i suoi
relatori, un ottimo lavoro. Il tutto è iniziato
con un pò di ritardo, vero le 21,20, i relatori
hanno cominciato a spiegare tutte le teorie
scientifiche e le prove coraniche, prove
schiaccianti contro le teorie razziste,
distruttive -vedi guerre ed olocausto- inutili di
Darwin e Karl Marx.Parlavano in perfetto
inglese, noi avevamo la traduzione con tanto
di cuffia, il tutto sotto gli occhi degli scettici.
“La filosofia materialista, che accetta solo
l'esistenza della materia e suppone che l'uomo
sia solo un 'mucchio di materia', afferma che
non sarebbe nulla di più di un animale, dove
il 'conflitto' costituisce l'unica regola della
sua esistenza. Anche se viene propagata come
una filosofia moderna basata sulla scienza, il
materialismo è in realtà un antico dogma
privo di basi scientifiche. Concepito
nell'antica Grecia, questo dogma fu
riscoperto dai filosofi atei del Settecento.
Nell'Ottocento, fu poi trapiantato in diverse
discipline scientifiche grazie a pensatori come
Karl Marx, Charles Darwin e Sigmund
Freud. In altre parole, la scienza venne
distorta per far posto al materialismo. Gli
ultimi due secoli hanno costituito una
sanguinosa arena per il materialismo: le
ideologie basate sul materialismo (o ideologie
concorrenti
che
si
opponevano
al
materialismo, ma ne condividevano le
premesse) hanno portato uno stato
permanente di violenza, guerra e caos nel
mondo. Il comunismo, responsabile della
morte di 120 milioni di persone, è il risultato
diretto della filosofia materialista. Il
fascismo, anche se pretende di costituire
un'alternativa alla visione materialista, ha
accettato
il
concetto
materialista
fondamentale del progresso attraverso il
conflitto e ha lanciato regimi oppressivi,
massacri, guerre mondiali e genocidi.”.
Tratto dall’Introduzione del libro di Harun
Yahya “L’inganno dell’evoluzione”.
Spiegazioni, video, la sala era piena,
soprattutto di musulmani ma anche di amanti
della scienza, scettici, atei e comunisti. Dopo
le 23 un video tradotto in diretta in italiano non mi piaceva la voce, annoiava, meglio la
traduttrice nella cuffia- e nel finale le
domande....quelle che temevo. Facevano
domande per mettere in difficoltà i relatori,
che sapevano invece rispondere a tutto, con
spiegazioni lunghe e dettagliate, chi faceva le
domande non conosceva veramente bene
l'argomento e nemmeno l'inglese. E' finito il
tutto verso mezzanotte.
Le copie del nuovo libro all’uscita erano già
esaurito e non ho fatto in tempo ad
acquistarne una, credo fossero gratuite. La
teoria di Darwin, già! molti si basano sulla
teoria razzista ed atea di quest'uomo, che
diceva che l'essere superiore era l'uomo
bianco, che l'uomo proviene dalla scimmia e
si è evoluta nell'uomo, che non esiste Dio e
tutto
si
è
creato
spontaneamente
(astaghfarullah), che sollecitava ad intervenire
sulla natura, ovvero creare da due insetti
diversi un’altra specie di insetto, un incrocio
6
insomma... per poi causare danni sulla
creatura la quale non reggeva tale mutamenti
ed aveva una vita bravissima. Era questa
l'evoluzione
secondo
Darwin,
invece
l'evoluzione aggiungerei è l'intelletto, le
scoperte per la medicina per curare le malattie
e persino questo benedetto internet, cioè la
tecnologia. Gli scettici erano partiti prevenuti,
pensando di ridicolizzare i fratelli e metterli in
difficoltà, tutto l'opposto, el hamdulillah, i
quali hanno dato prove scientifiche ed
anche....coraniche (Corano).
I libri di Harun Yahya sono indispensabili,
come i 4 siti:
www.segretoaldiladellamateria.com
http://www.harunyahya.it/
http://www.lingannodellevoluzione.com/
http://www.gesuritornera.com/
La sezione italiana di Harun Yahya cerca
traduttori volontari che possano tradurre i
libri di Harun Yahya dall'inglese all'italiano.
Questi libri sono molto importanti perché
sono stati scritti non solo per i musulmani,
anche per i non musulmani. Molte persone
hanno abbracciato l’Islam leggendo i suoi
libri mashaAllah. Inoltre stanno cercando
editori in Italia per i loro libri italiani. Harun
Yahya non prende alcun profitto sui suoi libri,
lui scrive solo per l'approvazione di Allah
(swa) –contrariamente alle voci infamanti che
circola su internet-. In passato sono stati
pubblicati due libri di Harun Yahya in Italia
dall'editore al-Hikma come “L’inganno
dell’evoluzione”. Chiunque sia interessato a
pubblicare questo materiale prezioso contatti
direttamente i siti ufficiali di Harun Yahya,
inshaAllah.
SO CHE L’ISLAM E’…
Di Giorgia Afnan
Sono sicura di poter asserire che l'Islam è la
religione della misericordia e della
compassione, al contrario di quanto
affermano tutti coloro che continuano ad
abbinare l'ultima religione rivelata ad un
ammasso non ben definito, "tanto son tutti
musulmani", di terroristi, kamikaze che
l'unico scopo che hanno nella vita è rovinare
quella altrui con paure, scontri e violenza.
Sono sicura perché se io cerco sul Corano
sotto la parola: misericordia, misericordioso,
perdonatore, clemente, gentilezza, carità e
parole simili, mi rendo conto che non c'è una
sola riga del sacro Libro a non averne almeno
una! Lo so perché ogni sura del Corano il
Generoso, inizia con "BismiLlah ar Rahmani
ar Rahim - Nel nome di Dio il Misericordioso
ed il Clementissimo" e non con "in nome di
Dio severo nel castigo"....Lo so perché
conosco che la pazienza è parte della religione
ed anche perché nel sacro Corano c'è scritto
non di "porgere l'altra guancia" ma
addirittura di comportarmi bene con chi non
mi è amico, se Dio vuole diventerà il mio più
grande amico: Sura Al Fussilat (le esposte
chiaramente) vers. 34: “Non sono certo
uguali la cattiva [azione] e quella buona.
Respingi quella con qualcosa che sia
migliore: colui dal quale ti divideva
l'inimicizia,
diventerà
un
amico
affettuoso”.Ne sono certa perchè il
Messaggero di Dio (saw) ha detto: "A colui
che non ha compassione degli altri, Dio non
usa misericordia" (riportato da Al-Bukhary e
Muslim)
E ancora nel sacro Corano, Sura As Shura (La
Consultazione) vers.40-43 è riportato: “La
sanzione di un torto è un male
corrispondente, ma chi perdona e si
7
riconcilia, avrà in Allah il suo compenso. In
verità Egli non ama gli ingiusti. Chi si difende
per aver subito un torto non incorre in
nessuna sanzione. Non c'è sanzione se non
contro coloro che sono ingiusti con gli uomini
e, senza ragione, spargono la corruzione
sulla terra: essi avranno doloroso castigo.
Quanto invece a chi è paziente e indulgente,
questa è davvero la miglior disposizione”. So
che l'Islam è la religione della gentilezza e
della cortesia nei confronti di tutti "Colui che
non ringrazia la gente non ringrazia Dio Allah"(Profeta Mohammed saw - Ahmad e At
Tirmidhy)
So che la parola centrale del sacro Corano è
proprio "gentilezza"
Sura al Kahf (la
Caverna) vers. 19 "ché cerchi il cibo più puro
e ve ne porti per nutrirvi. Si comporti con
gentilezza...."
So che quando mi si dice che "Nel
cristianesimo le parole base sono ‘carità e
amore’
mentre
nell'Islam.......
questo
argomento
voi
non
lo
considerate
proprio"...ecco so, el hamdulillah, che certa
gente dovrebbe prendersi un bel Corano,
leggerlo senza pregiudizi, capire e poi parlare.
Può andare bene che le persone non
condividano ci mancherebbe, ma relegare
l'Islam ad una religione razzista, violenta,
classista, terrorista...no, questo non mi va
bene!
“La carità non consiste nel volgere i volti
verso l’Oriente e l’Occidente, ma nel credere
in Allah e nell’Ultimo Giorno, negli Angeli,
nel Libro e nei Profeti e nel dare, dei propri
beni, per amore Suo, ai parenti, agli orfani, ai
poveri, ai viandanti diseredati, ai mendicanti
e per liberare gli schiavi; assolvere
l’orazione e pagare la decima (zakat).Coloro
che mantengono fede agli impegni presi,
coloro che sono pazienti nelle avversità e
nelle ristrettezze, e nella guerra, ecco coloro
che sono veritieri, ecco i timorati. (Corano II.
Al-Baqarah 177)
Al hamdulillahi Rabbel ‘alamyn - Lode a Dio
Signore dei mondi creati.
L’EDUCAZIONE DEI FIGLI
di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Un giorno in una moschea mi hanno chiesto
alcuni fratelli un parere
sui giovani, da quel
dibattito spontaneo e
improvvisato –a volte
riescono meglio di
quelli preparati- prendo
spunto
per
questo
articolo,
inshaAllah.
Molti genitori sono
preoccupati per i loro
figli, temono che non
cresceranno
islamicamente in modo corretto in questa
società che insegna spesso cose negative e
totalmente contrarie all’Islam. Bisogna
cominciare dai più piccoli, dai bambini, in
modo che possano crescere con gli
insegnamenti del Corano e del nostro
Profeta
Muhammad
(saw).
Spesso
nell’infanzia i bambini sono attratti da cartoni
animati che non centrano nulla con l’Islam,
dai video clip musicali di Shakira o simili, e
dalle lotte tipo i lottatori di Wrestling come
Batista o Rey Mysterio. Dobbiamo cercare di
spostare il loro interesse su cose che
potrebbero a loro piacere ma che insegnino
qualcosa di religioso, e qui dobbiamo davvero
impegnarci noi in prima persona, inshaAllah.
Quindi proporre cartoni animati islamici,
corsi religiosi e di arabo nelle moschee. Le
moschee hanno un ruolo importantissimo, che
dovrebbero sfruttare al meglio coinvolgendo i
bambini. È un modo per farli tornare nella
8
nostra realtà religiosa, poiché molti di loro
studiano nelle scuole italiane dove insegnano
anche cose contrarie ai nostri precetti
religiosi. Il figlio di un fratello un giorno è
tornato dal padre con una domanda “ma papà
è vero che noi proveniamo dalle scimmie?”,
gli avevano insegnato quella famosa teoria di
Darwin (vedi anche articolo da pag.5). Il
padre gli ha spiegato che non è così, la madre
è rimasta sbalordita, non aveva mai sentito
una cosa simile in Egitto. Così ho detto al
bimbo “ogni volta che torni da scuola dì
tutto ai tuoi genitori, qualsiasi cosa che fai e
che ti insegnano, non dimenticarlo”. Gli
avevano anche insegnato che siamo figli di
Dio, il nostro Sacro Corano dice chiaramente
che non siamo figli di Dio ma Sue creature.
Quindi il padre in casi come questo deve
spiegare ai propri figli di rispettare il credo
degli altri, però anche di prendere certe
distanze da cose a noi totalmente proibite.
Sono in quei anni che comincia a formarsi il
carattere e l’educazione di una persona, per
poi arrivare all’adolescenza. Altro periodo
particolare, il più difficile per una persona. Mi
ricordo la mia adolescenza e ricordandola non
posso che capire il pensiero degli adolescenti,
inshaAllah. Il loro sogno è raggiungere la
maggiore età per poter essere più liberi nelle
loro scelte e nella vita, anche i musulmani.
Bisogna a questo punto capire che tipo di
“libertà”, spesso viene confusa con le cose
futili e proibite “haràm”. A quell’età si tende
spesso a copiare e quindi assimilare tutto ciò
che ci insegna nel bene e nel male
l’Occidente.
Dallo
stile
di
vita,
all’abbigliamento, dal linguaggio, alle
preferenze musicali ecc… E quindi ecco la
camminata strana, il pantalone a vita bassa, la
musica hip hop o metal, il tatuaggio,
l’orecchino.
I genitori devono stare vicini ai loro figli
anche a quell’età critica, difficile. Per non
finire poi in situazioni come la pakistana
uccisa o la marocchina picchiata perché
amava vivere all’Occidentale. Spesso questi
genitori non sono praticanti e scoprono la
Fede troppo tardi e il più delle volte in modo
errato, ultra rigido ed estremo. Quindi
passano dal vivere la fede in modo
disinteressato al modo rigido, questo può
creare squilibrio, l’Islam è equilibrio, non mi
stancherò mai di dirlo. È sbagliato anche il
rapporto che hanno molti musulmani nei
confronti dei loro figli, spesso li osservo e
vedo in loro un comportamento troppo
dittatoriale, severo. Ve bene, non bisogna
nemmeno essere permissivi in tutto, ma
nemmeno rimproverare in continuazione i
figli, sgridarli, pretendere questo e quello. Ho
spiegato ai fratelli che dobbiamo essere amici
dei nostri figli e non creare barriere inutili.
Essere amici non significa farsi mancare di
rispetto, maltrattare ed acconsentire ai loro
capricci.
Essere
amici
vuol
dire
ascoltarli,creare un dialogo, giocare con loro.
In questo modo i figli vi chiederanno consigli,
si confideranno e staranno molto più attenti
prima di fare qualcosa. È vero, il ruolo del
genitore non è facile, ma è un impegno da
prendere seriamente e non da sottovalutare.
Alcuni genitori marocchini raccontavano la
loro disgrazia, quella di vedere i loro figli
seguire le sette sataniche, sotto l’influenza di
amici più grandi. Si erano totalmente
allontanati
dalla religione e da Dio.
Ripudiavano persino i loro nomi islamici,
come se si vergognassero di portarli,
adottando altri nomi più “cool”, più da
tendenza. Ecco, per evitare di arrivare a quei
livelli bisogna incominciare a lavorare con i
propri figli sin dall’inizio, molto prima. E
adesso? Non è troppo tardi, ma più difficile da
recuperare. Che Allah ci guidi sempre sulla
Retta Via inshaAllah.
9
RIGUARDO I MATRIMONI FORZATI
Traduzione di Mohammed Al Khald
1) Domanda: E' consentito per un padre
costringere la figlia in un matrimonio
che non vuole?
Risposta: Non è possibile per un padre o per
qualcuno dietro di lui costringere la figlia o
una sotto la sua tutela a sposare qualcuno che
non vuole sposare.
Piuttosto è necessario cercare il suo consenso
e permesso, questo in accordo con il seguente
Hadith del Profeta(saw): "La vergine non
dev'essere sposata fino ad avere il suo
consenso". I Compagni hanno detto: "O
Messaggero di Allah, qual'è il suo consenso"?
Ed il Profeta(saw)ha risposto: "Il suo
silenzio". Ed in un'altra narrazione:
Considerando la vergine, suo padre cerca il
suo consenso ed il suo consenso è il silenzio.
Di conseguenza è obbligatorio per il padre
quando la figlia raggiunge l'età di nove anni
in poi chiedere il suo consenso. Questo è
uguale anche per eventuali suoi tutori, non
può essere sposata senza il suo consenso.
Questo è obbligatorio su tutti. Chiunque sposi
sua figlia senza il suo permesso/consenso
allora l'unione non è giusta, poichè uno dei
termini del matrimonio è il consenso ed il
piacere di entrambi le parti. Così se la sposa
non è soddisfatta e viene costretta con
minacce o persino violenze, l'unione non è
valida...
E' richiesto dal futuro marito, quando sa che
la donna non vuole l'unione, di non proseguire
per il matrimonio anche se il padre lo facilita
e lo incoraggia. E' obbligatorio se lui teme
Allah(swt) di non andare con la donna che
non lo vuole per il matrimonio... e'
obbligatorio affinchè lui si guardi da quello
che Allah(swt) ha reso illegale e questo il
Profeta
Muhammad(saw)
ordinava
il
consenso delle ragazze. Shaykh Ibn Baz in
Fataawal-Mar'ah Vol. 2. p.50
2) Domanda: Ho una sorella e mio padre
l'ha sposata con uno senza cercare il
suo consenso e senza che lei sia
soddisfatta di lui. Lei ha 21 anni e ha
fatto una testimonianza falsa per dire
di essere favorevole al matrimonio...
Cosa dice la legge islamica per quanto
riguarda questo contratto di unione?
Risposta: La cosa giusta da dire in questa
materia è che è illegale per il padre
costringere la ragazza nel matrimonio con
qualcuno che non voglia anche se è adatto,
poichè il Profeta(saw) ha detto: "La vergine
non dev'essere sposata fino ad avere il suo
consenso". I Compagni hanno detto: "O
Messaggero di Allah, qual'è il suo consenso"?
Ed il Profeta(saw)ha risposto: "Il suo
silenzio". E' riportato in Sahih Muslim: "Suo
padre deve cercare il consenso della
vergine". Shaikh Ibn Uthaimeen in
Fataawal-Mar'ah Vol. 1. p.47
I CONVERTITI ALL’ISLAM
di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Sono molti i tornati all’Islam in Italia,
mashaAllah, ed io faccio parte di essi Loda a
Dio L’Altissimo. Ci definiamo –ed è giusto
che sia così- “tornati all’Islam” e non
“convertiti” poiché Allah (swa) ha creato
tutte le creature musulmane, sin dalla nascita
ognuno di noi è “muslim” che significa
“sottomesso a Dio”, sono i genitori a far
diventare poi un figlio “cristiano”, “ebreo”,
“indù”, “buddista” o altro. La definizione
“cristiano” significa “seguace del Cristo”,
così come “ebreo” dal popolo d’Israele
“seguaci dell’ebraismo”, l’indù è seguace
10
dell’Induismo, il buddista lo è di Buddha,
da questo numero vi spiegheremo anche le
altre religioni, con rispetto, inshaAllah (vedi a
pag.13). Il Profeta Muhammad (saw) disse:
“Ogni bambino nasce musulmano, sono i suoi
genitori che ne fanno un israelita (ebreo), un
cristiano o uno zoroastriano (adoratore del
fuoco)”.
Noi non siamo “maomettani” o “islamici”,
bensì “musulmani”. Conosco personalmente,
-altri solo su internet-, molti fratelli e sorelle
italiane, che rispetto ed apprezzo per il loro
lavoro svolto per amore di Allah il Signore
dei mondi. Molti di questi collaborano con i
loro preziosi articoli su “Mondo Islam”.
Essere musulmano italiano non significa per
questo conoscere l’Islam meglio dell’arabo –
accade anche questo el hamdulillah- o essere
migliore di chi è sempre stato musulmano. Il
Profeta Muhammad (saw) disse: “Un arabo
non è superiore a un non arabo, né un bianco
è superiore a un nero, e viceversa, ad
eccezione che in timor di Dio”.
Tuttavia ci sono musulmani italiani che con
pochi anni di studio sull’Islam alle spalle
pensano di essere già arrivati –nessuno lo è,
nemmeno dopo la morte-, credono di sapere
ormai tutto o quasi, e meglio degli altri, in
questo modo sono convinti di poter insegnare
anche a chi lo è sempre stato musulmano,
oppure a chi lo è da più tempo. Forse lo fanno
in buona fede, comunque sia è un
atteggiamento sbagliato. Acquisito le
conoscenze soprattutto da una corrente
islamica, quindi da un certo modo di
interpretare le cose, sono convinti che tutti gli
altri siano nell’errore, e quindi pensano di
potersi permettere di criticare sapienti, dottori
o insegnanti dell’Islam, che studiano con
impegno da decenni la Religione. Facendo
così si rischia di diventare arroganti,
prepotenti, superbi. Invece ci vuole molta
umiltà e grande voglia di imparare sempre,
ascoltare gli altri e non avere esclusivamente
tutte le attenzioni. Spesso, lo sbaglio di certi
italiani musulmani e di arabi tornati alla
religione dopo anni di ignoranza e poca
conoscenza dell’Islam, è quello di voler
insegnare subito agli altri l’Islam, credendo di
avere i requisiti, la conoscenza e l’esperienza
per poterlo fare. In realtà molti di loro
tendono verso la rigidità e ci vogliono diversi
anni di studio per essere davvero idonei,
inshaAllah. Di solito si rischia di cadere nei
gruppi, di apprezzare solo una scuola di Fiq e
magari criticare le altre, è davvero da evitare
il più possibile questo tipo di comportamento.
Come è sbagliato il voler imparare tutto e
subito, partire sin dall’inizio con la “quinta
marcia” per poi rallentare dopo tanti scontri,
ed indebolirsi così nella fede. Consiglierei di
cominciare a studiare seriamente e con calma,
mantenere la mente aperta in modo giusto ed
equilibrato e soprattutto studiare l’arabo, per
poi prendere le informazioni da fonti originali
e non da traduzioni su traduzioni. Nel numero
scorso di “Mondo Islam” c’erano le
spiegazioni di come poter studiare la lingua
araba all’estero. Ecco, la cosa migliore è
organizzarsi per poter studiare a Medina, in
Egitto, in Siria o in altri paesi di prevalenza
musulmana inshaAllah. Di solito –mi
spiegava un fratello- l’italiano che tende a
prendere l’Islam di petto, quando era cristiano
o altro, non era affatto praticante, non
conosceva la dolcezza e il Vero amore per
Dio, non aveva mai letto attentamente le
Sacre Scritture. Forse è anche una questione
di carattere, ma credo che influisca molto il
fatto della religiosità in una persona, prima e
dopo. Vi consiglio di leggere il seguente
articolo “La voce dei nuovi musulmani”.
LA VOCE DEI NUOVI MUSULMANI
A cura di Nasirah Cavaney
Ci sono molte idee sbagliate riguardo l'Islam;
un'idea sbagliata molto frequente è su come i
Musulmani vedono persone di altre fedi.
11
Molta gente purtroppo crede che noi
convertiamo per forza e che odiamo tutti i non
Musulmani. Questo è totalmente falso. I
convertiti
all'Islam
provengono
principalmente da famiglie non Musulmane.
Smettiamo di amare, onorare e rispettare i
membri della nostra famiglia nel momento in
cui facciamo la Shahada (dichiarazione di
fede) e diventiamo Musulmani? Rompiamo i
legami con la famiglia? All'epoca del Profeta
Muhammad(saw) i primi convertiti si sono
trovati esattamente nella nostra posizione.
Cosa gli è stato ordinato di fare? Uno dei
primi convertiti ha chiesto al Profeta(saw) se
doveva o no vedere sua madre non
Musulmana, il Profeta(saw) gli ha risposto di
vederla e curarla. Questo è registrato anche in
un Hadith. I giuristi Musulmani hanno preso
il seguente Hadith e ne hanno dedotto che è
essenziale che un Musulmano curi i propri
genitori, i fratelli e gli altri parenti di
qualunque religione siano. La famiglia è
molto importante nell'Islam."Chiunque crede
in Allah(saw) e nell'Ultimo Giorno, mantiene
i legami della regalità". Hadith. Cosa dice
l'Islam riguardo quelli che non sono membri
della famiglia? Allah(Swt) dice chiaramente
di non proibire la bontà verso i non
Musulmani.
Per quanto riguarda il convertito, il Qura'an
(Corano) dice: “Non c'è costrizione nella
religione. La retta via ben si distingue
dall'errore. Chi dunque rifiuta l'idolo e crede
in Allah, si aggrappa all'impugnatura più
salda senza rischio di cedimenti. Allah è
audiente, sapiente”. Sura “Al Baqara/ la
Giovenca”, v. 256
Sono stati i commercianti Musulmani a
portare l'Islam in Indonesia, il più grande
paese Musulmano del mondo, non gli eserciti
Musulmani. L'Islam non proibisce ai
Musulmani di essere gentili e generosi verso
la gente di altre religioni con riguardo
speciale alla gente del Libro (ebrei e cristiani),
sia se vivono in una società Musulmana che
non Musulmana. Gli ebrei ed i cristiani
vengono chiamati la gente del Libro poichè in
origine erano portatori di una religione
rivelatrice. Come Musulmani crediamo nella
profezia di Mosè (pace su di lui), di Gesù
(pace su di lui) e crediamo che siano portatori
di un messaggio di Allah (swt).Per questo
motivo esiste un rapporto di misericordia e
regalità tra ebrei, cristiani e Musulmani.
Allah(swt) dice nel Corano: "Crediamo in
Allah e in quello che è stato fatto scendere su
di noi e in quello che è stato fatto scendere su
Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e sulle
Tribù , e in quello che è stato dato a Mosè e a
Gesù e in tutto quello che è stato dato ai
Profeti da parte del loro Signore, non
facciamo differenza alcuna tra di loro e a Lui
siamo sottomessi". Sura “Al Baqara/ la
Giovenca”, v. 136
Ed ancora: “Dialogate con belle maniere con
la gente della Scrittura, eccetto quelli di loro
che sono ingiusti. Dite [loro]: ‘Crediamo in
quello che è stato fatto scendere su di noi e in
quello che è stato fatto scendere su di voi, il
nostro Dio e il vostro sono lo stesso Dio ed è
a Lui che ci sottomettiamo’ ‘.” Sura “Al
Anqabut/ Il Ragno”, v.46
Sui convertiti che abbracciano l'Islam
generalmente c'è qualcuno che rifiuta la loro
amicizia, per paura ed ignoranza. A volte
queste sono amicizie di lunga durata. Un
nuovo Musulmano sarà felice di mantenere le
sue vecchie amicizie fino a quando una
persona non è apertamente ostile all'Islam ed
il rapporto si mantiene entro i limiti di quello
che è accettato dall'Islam. Per esempio un
Musulmano non dev'essere messo con quelli
che bevono l'alcool e quindi l'ambiente
sociale deve cambiare, tuttavia l'amicizia può
essere mantenuta. Diventare un Musulmano
può essere una strada difficile in particolare
per le tensioni con la famiglia e gli amici.
Quando diventiamo Musulmani non stiamo
rifiutando la nostra famiglia, il nostro gruppo
etnico o il nostro paese, nè stiamo dichiarando
guerra a tutti i non Musulmani. I Musulmani
sono gente giusta che ha dichiarato di voler
seguire gli ordini di Allah(swt) e di voler fare
molti sforzi per compiere le mansioni di
12
Allah(swt). L'Islam significa sottomissione.
E' con questa sottomissione che noi troviamo
la pace interna.
EBRAISMO
di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Ci sono musulmani che praticano la loro
religione senza conoscere bene l’Islam e cosa
dice il “Corano”, altri che non la praticano
affatto,
ed
altri ancora
che
conoscono
benissimo il
Corano, gli
hadith
del
nostro
Profeta Muhammad (saw) senza conoscere
le scritture delle altre religioni. Un buon
musulmano ha invece il dovere di informarsi,
di studiare sempre di più, prima di tutto
cominciando con l’Islam e poi con le altre
religioni. Ci proviamo da questo numero
cominciando dall’Ebraismo, la prima
religione monoteista. Anni fa ho scritto un
libro con la Storia delle Religioni e filosofie
orientali dal titolo “Mondi Religiosi”.
L’ebraismo è basato sulla fede in un solo
Dio. A differenza di altre religioni, non è
concentrato su un Profeta, ma su un popolo
eletto. Per quanto grandi Profeti come
Abramo e Mosè siano importanti, la fede
ebraica è possibile anche senza di loro. Nel
mondo ci sono circa 12 (o 15) milioni di
ebrei: 5 milioni negli Stati Uniti, 2,5 nello
Stato d’Israele e il resto disperso un po’ in
tutte le parti del pianeta. Il culto si svolge
nella sinagoga, alcune sono chiamate templi questo per gli ebrei riformati- che a
differenza degli ebrei ortodossi, non credono
che il Tempio di Gerusalemme sarà
ricostruito nei giorni del Messia. Nella
sinagoga moderna il rabbi e il cantore
leggono le preghiere in musica, ma un
qualsiasi ebreo può essere al posto del rabbi,
perché non è un sacerdote, o del cantore, può
persino unire in matrimonio due persone. La
parola “rabbi” significa “insegnante” o
“maestro” e il suo ruolo è di spiegare la
religione ebraica. E’ importante quindi
conoscere la Torah. Questa parola che
significa
“insegnamento”
indica
il
Pentateuco, vale a dire i 5 libri di Mosè, e
tutto il complesso della dottrina ebraica. I
principi di Mosè Maimonide -autore del
Talmùd, l’ebreo più grande del Medioevo
(1135-1204) sono: fede nell’esistenza di Dio,
nella sua unità, nella sua incorporeità, nella
sua eternità, la fede che bisogna adorare solo
Dio, la fede nei profeti, che Mosè è il più
grande dei profeti, che la Torah è di origine
celeste, che è immutabile, che Dio conosce le
azioni degli uomini, ricompensa i buoni e
punisce i malvagi, la fede nella venuta del
Messia –non è Gesù secondo gli ebrei- e nella
resurrezione dei morti. La preghiera è rivolta
solo a Dio, è proibito farla attraverso un
intermediario. La fede ortodossa crede in un
Messia personale -Messia significa “unto” in
riferimento alle pratiche di ungere i re con
l’olio- una persona di grande importanza, ma
non un divino e che sarà discendente da
Davide. Non solo gli ebrei dopo la morte
possono salvarsi, ma tutti i “giusti”delle
religioni. Il Sabato è festa per gli ebrei, certi
ebrei ortodossi non accendono luce elettrica,
non
viaggiano,
non
scrivono,
non
fumano…La Pasqua la festeggiano per la
liberazione di Dio del popolo dalla schiavitù
egiziana. La festa dell’Anno Nuovo è in
Autunno, e si passa la giornata a pregare.
Gerusalemme è importante per loro perché è
il luogo dell’alleanza di Dio con il suo
popolo.
13
Il Talmùd “studio” è il complesso delle
dottrine e degli insegnamenti ebraici postbiblici e comprende la Mishnà e la Gemarà.
Mishnà “ripetizione, studio” è una vasta
raccolta di antiche tradizioni e norme
giuridiche che si svilupparono nelle scuole
rabbiniche. Con la Mishnà si cerca
d’interpretare la Torah. La Gemarà è molto
più lunga della Mishnà (o Mishnah), ed è
scritta in aramico, non in ebraico e fu
completata alla fine del sesto secolo dell’era
volgare.
La Bibbia: Antico Testamento
Per i cristiani la Bibbia è divisa in due parti:
Antico Testamento e Nuovo Testamento,
per gli ebrei è solo l’Antico Testamento che
inizia con…
1. La Genesi , significa “inizio, origine”
è il primo dei cinque libri, che gli
ebrei chiamano la “legge” e i cristiani
di solito “Pentateuco” parola che
deriva dal greco e che vuol dire “cinque
rotoli” o libri. “In Principio Dio creò il cielo
e la terra. Il mondo era vuoto e deserto, le
tenebre coprivano gli abissi e un vento
impetuoso soffiava su tutte le acque.…Il
Signore prese dal suolo un po’ di terra e, con
quella, plasmò l’uomo. Gli soffiò nelle narici
un alito vitale e l’uomo diventò una creatura
vivente”.
2. L’ Esodo è il secondo libro
dell’Antico Testamento e significa
“uscita” e narra come Dio liberò il suo
popolo facendolo “uscire” dall’Egitto.
3. Il terzo libro è il Levitico dalla tribù
“di Levi”, e fa riferimento al suo
contenuto che riguarda, in parte,
l’attività dei sacerdoti della tribù di
Levi. Lungo tutto il libro Dio
comunica a Mosè diverse leggi.
4. Il quarto libro è I numeri e riporta
molti elenchi e censimenti degli
israeliti, e narra che loro abbandonano
il monte Sinai, dopo aver ricevuto le
leggi che Dio rivelò a Mosè, e
s’incamminano
verso
la
terra
promessa.
5. Il quinto libro è il Deuteronomio
ovvero “seconda presentazione della
legge”. Il Deuteronomio si presenta
come resoconto di tre discorsi
pronunciati da Mosè per ricordare agli
israeliti che sono sul punto di entrare
nella Terra Promessa. Dopo questi
cinque libri ce ne sono altri ognuno
appartenente ad un profeta.

I
libri
Deuterocanonici
chiudono l’Antico Testamento.
“Abram aveva novantanove anni quando il
Signore gli apparve e gli disse: ‘Io sono il
Dio Onnipotente. Ubbidisci a me e agisci
giustamente. Io farò un patto tra me e te: i
tuoi discendenti saranno sempre più
numerosi’. Abram si prostrò con la faccia a
terra e Dio continuò: ‘Ecco la promessa che
faccio a te: Tu sarai il capostipite di molti
popoli. Il tuo nome non sarà più Abram, ma
Abramo, perché io ti stabilisco come padre di
molti popoli. Tu sarai grande, darai inizio ad
intere nazioni E vi saranno dei re nella tua
discendenza. Io manterrò la mia promessa
fatta a te e ai tuoi discendenti, di generazione
in generazione. Sarà una promessa valida per
sempre: io sarò il tuo Dio e il Dio dei tuoi
discendenti. E a te, e a quelli che verranno
dopo di te, io darò in possesso perpetuo la
terra nella quale ora abiti come straniero:
tutta la terra di Canaan; e io sarò il loro
Dio’. Dio disse ad Abramo: ‘Tu e i tuoi
discendenti, di generazione in generazione,
dovrete rispettare il mio patto, vi impegnerete
a circoncidere ogni maschio tra voi:
reciderete il vostro prepuzio come segno del
patto tra me e voi. Ogni vostro maschio, di
ogni generazione, quando avrà otto giorni,
verrà circonciso. E così pure ogni schiavo
nato in casa o comprato dagli stranieri, che
per questo non discende da te. Dovrà
assolutamente essere circonciso sia chi è nato
in casa, sia chi avrai comperato con il tuo
denaro; e così il mio patto perpetuo sarà
segnato nel vostro corpo. L’ incirconciso
invece, cioè il maschio che non porta il segno
14
fisico della circoncisione, non sia più
considerato parte del mio popolo, perché ha
rotto il mio patto”. Tratto dalla Genesi 17
Il Profeta Abramo è il Padre di tutti i popoli:
Ebrei, Cristiani e Musulmani, lo dice il primo
dei cinque libri degli ebrei, la Bibbia dei
cristiani e il Corano dei musulmani. La
circoncisione è diffusa non solo tra gli ebrei,
anche tra i musulmani, raramente tra i
cristiani. Abramo ha avuto questo ordine da
Dio e l’ha eseguito. Abramo, in ebraico
Abraham, per i musulmani Ebrahim. Secondo
La Bibbia Abraham significa “Padre di
moltitudini” e Abram significa “Padre
Eccelso”, come si chiamava in principio il
Profeta -sempre secondo La Bibbia-.
Queste sono le parole che Dio pronunziò:
“Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto
uscire dall’Egitto, dove tu eri schiavo.
“Non avere altro Dio oltre me.
abita presso di te. E farai così perché io, il
Signore, ho fatto in sei giorni il cielo, la terra
e il mare e tutto quel che contengono, ma poi
mi sono riposato il settimo giorno; per questo
ho benedetto il giorno di sabato e voglio che
sia consacrato a me.
“Rispetta tuo padre e tua madre, perché tu
possa vivere a lungo nella terra che io, il
Signore tuo Dio, ti do.
“Non uccidere.
“Non commettere adulterio.
“Non rubare.
“Non testimoniare il falso contro nessuno.
“Non desiderare quel che appartiene a un
altro: né la sua casa, né sua moglie, né il suo
schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il
suo asino”. Tratto dall’ Esodo 20
“Non fabbricarti nessun idolo e non farti
nessuna immagine di quello che è in cielo,
sulla terra o nelle acque sotto terra.
Non devi adorare né rendere culto a cose di
questo genere. Perché io, il Signore, sono il
tuo Dio e non sopporto di avere rivali,
punisco la colpa di chi mi offende anche sui
figli, fino alla terza e alla quarta generazione,
al contrario tratto con benevolenza per
migliaia di generazioni chi mi ama e
ubbidisce ai miei ordini.
“Non usare il nome del Signore, tuo Dio, per
scopi vani, perché io, il Signore, punirò chi
abusa del mio nome.
“Ricordati di consacrarmi il giorno di
sabato: hai sei giorni per fare ogni tuo
lavoro; ma il settimo giorno è il sabato
consacrato al Signore, tuo Dio: in esso non
farai nessun lavoro: né tu, né tuo figlio, né
tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava,
né il tuo bestiame e neppure il forestiero che
Questi sono i Dieci Comandamenti, o Tavole
che Mosè ha ricevuto da Dio sul monte del
Sinai. Il sabato è festa per gli ebrei, la
domenica per i cristiani, il venerdì per i
musulmani. Tratto dal libro “Mondi
Religiosi”
La Bibbia ebraica ha 39 libri, la Bibbia
cristiana ne ha 73: Antico Testamento (46
libri), Nuovo Testamento (27 libri), totale 73
“Genesi” in ebraico è “Bereshit”, “Esodo” è
“Shemòt”,
“Levitico”
è
“Vayikrà”,
“Numeri” è “Bemidbàr”, “Deuteronomio” è
“Davarim”. Il termine “Tanak” è l’acronimo
di
“Torah”.
15
CHI ERA UMAR IBN AL-KHATTAB?
A cura di AbdEl Jalìl Umberto Marcozzi
e Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Siamo entrati da poco nel 21° secolo e proprio
oggi notiamo il forte sviluppo dei mass media
(TV, giornali, internet…), chi ne ha accesso
spesso dà una brutta immagine dell’Islam e
purtroppo anche parecchi musulmani danno
un’immagine distorta dell’Islam dovuta dal
loro comportamento che è frutto della loro
ignoranza e che è priva dei valori dell’Islam.
L’immagine proposta dai media non è
eccessivamente diversa dalla realtà che anche
noi vediamo nella nostra vita. Questa
situazione cari fratelli assomiglia a questo
esempio: “Un uomo vive alla sorgente di un
fiume, vede l’acqua bella, limpida, pura,
fresca. Questo fiume scende dalla montagna,
attraversa i ponti, i paesi, costeggia le strade,
le città e giunge al mare. Durante il percorso
questo fiume si carica di rifiuti, rami spezzati,
fango e sporcizie di ogni genere. Un altro
uomo vive al mare, dove finisce il fiume.
Quest’uomo vede lo stesso fiume, ma lo vede
molto inquinato. Quest’uomo descrive il
fiume per come lo vede: sporco e puzzolente.
Chi può dire che quest’uomo stia sbagliando?
Invece l’uomo di montagna descrive la
purezza, la bellezza e la limpidezza del fiume,
anche
quest’uomo
ha
certamente
ragione”.Questo paragone descrive la nostra
situazione, perché la sorgente è l’Islam, con la
sua bellezza, la sua purezza. Invece la fine del
fiume rappresenta come i recenti musulmani
hanno trasmesso una figura inquinata
dell’Islam.
Cari fratelli, torniamo tutti alla sorgente del
fiume, alla vera figura dell’Islam, quello puro,
praticato dai pii, dai giusti, dai Nobili Sahaba.
Dice il Profeta Muhammad (saw): “I Miei
Compagni sono come le stelle, qualunque
seguirete sarete ben guidati.” Perciò oggi
accenniamo ad una stella fra queste stelle,
parliamo di Umar ibn al-Khattab (ra), la sua
vita prima dell’Islam e dopo l’Islam per
vedere come questa religione cambia
l’essenza degli esseri umani. Umar ibn alKhattab (ra) prima dell’Islam era uno dei
grandi nemici dell’Islam. Seguiva il Profeta
Muhammad (saw), in qualunque posto
andasse ed impediva alla gente di ascoltare le
parole di Allah (swa), e torturava i musulmani
per farli tornare pagani, si racconta che avesse
una schiava che è ritornata all’Islam. La
frustava fino a che arrivava a stancarsi, Omar
le diceva:“Mi fermo solo perché mi sono
stancato!” Lei gli rispondeva con tutta la sua
fede e tutta la pazienza: “Hai visto come
Allah ti ha fatto stancare?!”.
Cari fratelli, Omar ibn al-Khattab, era l’uomo
più alto e muscoloso fra i Coreisciti, la gente
aveva il terrore di farlo arrabbiare. Si racconta
che quando la gente lo vide venire da lontano,
pensò che fosse un uomo su un cavallo per
quanto fosse alto. Secondo voi, una donna che
sopporta una tortura di un uomo del genere,
nonostante le bastasse una sola parola per
salvarsi, e non rinnega la sua fede, quanto è
forte? Quanta fede ha?
Questa è la Fede che quando riempie il cuore,
ti fa disprezzare tutto al confronto dell’amore
di Allah. Omar (ra), come la maggior parte
dei Coreisciti e come altre tribù viveva le
16
tradizioni della Jahilya (l’ignoranza): la
schiavitù, il grande dislivello tra l’uomo e la
donna, il seppellimento delle figlie neonate
ancora vive. Omar era tra coloro che avevano
seppellito la figlia. Omar (ra), racconta che
quando era pagano e stava lontano da Mecca,
faceva un idolo con i datteri e lo adorava.
Quando poi aveva fame lo mangiava. Un
giorno Omar si stancò della presenza
crescente dei musulmani e di quella “piaga”
che ai suoi occhi era l’Islam. Umar decise di
porre fine all’Islam uccidendo il suo simbolo:
il Profeta Muhammad (saw.) Mentre si stava
recando per ucciderlo, incontrò un uomo che
celò la sua fede e, vedendo negli occhi di
Umar una grande rabbia, capì che la sua
intenzione era di uccidere il Profeta (saw).
Allora gli disse: “Umar dove vai?”, Umar
rispose: “Vado ad uccidere Muhammad”. Il
Sahabi disse: “Ma dove scapperai poi, se la
tribù di Muhammad ti verrà a cercare?”
Umar rispose: “Vedo che anche tu hai seguito
la religione di Muhammad!” e il Sahabi:
“Mai! Ma anziché uccidere Muhammad va a
vedere tua sorella e suo marito che lo hanno
seguito”. Umar si voltò all’istante e andò
immediatamente da sua sorella, bussò alla
porta con rabbia...Dentro casa c’erano sua
sorella Fatimah, suo marito Sa’id e Khabbab,
stavano recitando il Corano. Quando
sentirono la voce di Omar, Khabbab si
nascose mentre Sa’id gli aprì la porta. Senza
troppi complimenti Omar lo afferrò e gli
disse: “Hai rinunciato alla tua religione!”.
Sa’ id gli rispose con tutta la fede: “Non vedi
che la verità non è nella tua religione?”.
Omar allora lo scaraventò a terra ed iniziò a
picchiarlo, prendendolo a pugni sul viso. Sua
sorella Fatimah (ra) intervenne per salvare suo
marito cercando di spingere via Umar.
Umar le diede una botta ferendola sul viso.
Fatimah gli disse con cuore pieno di fede:
“Oh Umar, non vedi che la verità non è nella
tua religione?” e dalla sua mano cadde un
foglio. Umar chiese di poterlo vedere, ma sua
sorella disse: “Non puoi leggerlo finchè non ti
sarai purificato”. Umar si rese conto che fece
male a sua sorella, quindi andò a lavarsi e
iniziò a leggere il foglio dove c'erano scritte le
parole di Allah (swt). Erano i primi 8 versetti
di Sura Ta-Ha:
“Non abbiamo fatto scendere il Corano su di
te per renderti infelice, ma come Monito per
chi ha timore [di Allah], sceso da parte di
Colui Che ha creato la terra e gli alti cieli. Il
Compassionevole Si è innalzato sul Trono.
Appartiene a Lui quello che è nei cieli e
quello che sta sulla terra, quello che vi è
frammezzo e nel sottosuolo. È inutile che]
parli ad alta voce, ché in verità Egli conosce
il segreto, anche il più nascosto. Allah, non
c'è dio all'infuori di Lui! A Lui appartengono
i nomi più belli”.
Quando Umar lesse i versetti, disse: “Nessuno
può dire queste Parole, se non Allah (swt).” E
pronunciò la Shahada “Ashhadu an la ilaha
illa Allah wa Ashhadu anna Muhammad
RasululLah”. “Ditemi, dove stà il Profeta
(saw)?”. A questo punto uscì Khabbab dal
suo nascondiglio e disse: “Oh Omar, il
Profeta (saw) sta nella casa del Arkam” - e
anche - “giuro su Allah che la tua
conversione è il frutto dell’invocazione del
Profeta Muhammad (saw), quando ha chiesto
ad Allah di onorare l’Islam con uno dei due
Omar”.
Cari fratelli, noi leggiamo il Quran al-Karim
(Corano) almeno una volta alla settimana e
non sentiamo la grandezza della Parola di
Allah, invece Umar ibn al Khattab appena lo
ha sentito ha rinunciato a 33 anni della sua
vita come pagano ed è diventato musulmano
ascoltando qualche ayat del Quran al Karim.
Fino a quando i nostri cuori saranno lontani
dal Corano? Quando inizieremo cari fratelli a
17
leggere il Corano con i nostri cuori, piuttosto
che con la lingua? Se lo avessimo fatto,
avremmo cambiato molte cose sbagliate della
nostra vita. Omar (ra) andò subito dal Profeta
Muhammad (saw) e quando i Sahaba lo
videro da lontano con la sua spada, con
grande timore dissero al Profeta (saw):
“Omar sta arrivando”. Il Profeta (saw) disse:
“Lasciatelo entrare.” Appena arrivò il
Profeta (saw) lo afferrò con forza e gli disse:
“Non sarebbe ora di diventare musulmano,
Omar?”. Omar (ra) pronunciò subito la
Shahada.Tutti i Sahaba erano felici per la
conversione di Umar all’Islam, perché un
uomo come lui avrebbe dato tanto alla
Religione. Subito dopo Umar (ra) chiese al
Profeta (saw): “Oh Profeta, siamo sulla Retta
via, non è vero? e loro lo sono?” Il Profeta
(saw) disse: “Certo”. Disse Omar: “Allora
andiamo per le strade della città, vicino la
Ka’aba per far conoscere alla gente che
siamo musulmani”. E subito dopo il Profeta
(saw) ordinò ai credenti di uscire fuori per
compiere il Tawaf attorno la Ka’aba. I
musulmani uscirono dalla casa dell'Arkam
facendo due file, a capo della prima fila c'era
Hamza (ra) e della seconda c'era Umar (ra) a
guidare i musulmani, e nel mezzo c'era il
Profeta Muhammad (saw), e recitavano a
voce alta “Allahu akbar Allahu akbar”.
Cari fratelli, se riflettiamo un po' su questa
storia, vediamo un uomo che appena entrò
nell’Islam, diventò subito il primo uomo a
difendere questa religione e far vedere a tutto
il mondo la sua fierezza di essere musulmano.
Dice Ibn Mas’oud (ra): “Noi musulmani
eravamo inferiori di numero e nessuno di noi
aveva il coraggio di pregare o recitare il
Corano vicino alla Ka’aba, ma quando entrò
Umar (ra) nell'Islam iniziammo subito a
pregare e a fare il Tawaf, a recitare il Corano
e a parlare con la gente dell’Islam anche
vicino alla ka’aba, era un giorno in cui Dio
onorò l’Islam, con la conversione di Umar.”
La maggior parte di noi è nato musulmano, da
più di vent'anni siamo musulmani, cosa
abbiamo dato all’Islam? Omar (ra) il primo
giorno che diventò musulmano chiese ai
Sahaba: “Chi è il peggior uomo che attacca
l’Islam e i musulmani?”, i sahaba risposero "
Abu Jahel". Omar andò subito da Abu Jahel e
bussò alla sua porta, gli aprì Abu Jahel. Umar
(ra) disse: “Lo sai che io Attesto che non c'è
altra divinità all'infuori di Allah e che
Muhammad è il Suo Messaggero e Profeta
(Shahada)?”, Abu Jahel disse: “Vattene via ,
hai rovinato la mia giornata!!!”, e chiuse la
porta. Poi Omar andò a casa di Abu Sufian e
gli disse: “Lo sai che io sono diventato
musulmano?” e Abu Sufian:“Guai a te, sei
maledetto!!!” e chiuse la porta, ma Omar si
aspettava anche di più, aspettava che la gente
andasse a pubblicare il fatto che Omar diventò
finalmente musulmano. Omar (ra) si ricordò
di un uomo che si chiamava Jamil,
quest'uomo non riusciva a tenere nascosto
alcun segreto, Omar andò da lui e disse: “Oh
Jamil, ti voglio confidare un segreto ma non
lo devi dire a nessuno, sono diventato
musulmano!”. Jamil, appena sentite queste
parole, si precipitò per le strade di Mecca
urlando: “Omar è diventato miscredente”. E
Omar lo seguì e disse ad alta voce: “Io non
sono miscredente! Io sono musulmano!”.
Omar (ra) era fiero ed orgoglioso di essere
musulmano, fino al punto che voleva che tutta
la gente sapesse della sua conversione. I
miscredenti si riunirono attorno ad Omar (ra)
ed iniziarono a colpirlo, ed Omar si difendeva
colpendoli, dopo un paio di ore Omar si
stancò e non riuscì più a combattere, così
prese un uomo importante fra loro, lo
scaraventò per terra, mise le sue dita (indice e
medio) sopra gli occhi di quest'uomo e
minacciando: “Se voi non mi lasciate andare,
strapperò gli occhi di quest'uomo” e cosi lo
lasciarono.
18
Avete capito perché Omar l’ha fatto? Omar
(ra) voleva sentire la sofferenza e la tortura
che tutti i musulmani sentivano -anche a
causa sua prima della conversione-. Cari
fratelli, tanti musulmani vivono una vita
difficile, tanti di loro non hanno casa o sono
malati o sono orfani e vivono una situazione
terribile. Hai mai pensato di mandargli un
aiuto o condividere con loro la tristezza o la
fame o almeno di fargli un Du'a nella notte?
Cari fratelli, Omar (ra) dal primo giorno ha
condiviso con i musulmani tutta la sofferenza,
la tortura, e noi che da più di vent'anni che
siamo musulmani, ci mettiamo a pensare
molto tempo prima di dare 20 euro per la
moschea o di adottare un orfano.
Omar ibn Al-Khattàb nominato “Amìr al
muminìn” (Principe dei credenti) prese il
posto di Abu Bakr e governò per 10 anni, dal
634 al 644, l’anno in cui è stato ucciso. Il
Profeta Muhammad disse: “Se dopo di me ci
fosse stato un altro Profeta, quell’uomo
sarebbe stato Omar”, naturalmente dopo Il
Sigillo dei profeti Muhammad (saw) non ci
furono altri profeti. Un giorno Omar vide una
donna : “Perché piangono questi bambini?”,
la donna rispose “Perché hanno fame”. Omar
tornò subito in città e riempì un sacco con
farina, datteri, vestiti e soldi ed ordinò di
farselo caricare sulle spalle per portarlo ai
bambini bisognosi. “No Amir al muminìn, -gli
disse un Sahabi- cosa fai, io porterò il
sacco”, ma Omar (che Dio sia compiaciuto di
lui) non volle e disse: “Come, porterai tu il
mio carico nel Giorno del Giudizio? Io devo
portare questa borsa perché a me verrà
chiesto nell’Aldilà di questa donna -madre dei
bambini-”. Omar giunse alla casa dei
bambini, consegnò il sacco e servì il cibo alla
famiglia. La donna non sapendo che fosse
Omar disse: “Che Dio ti ricompensi per la
tua gentilezza! In verità tu meriteresti di
prendere il posto del Califfo Omar”. Omar
quando guidava la preghiera a volte piangeva
talmente tanto che si sentiva il suo pianto fino
alle ultime file, piangeva soprattutto quando
recitava la Sura “Al Kahaf/ La Caverna”, “TaHa” e soprattutto “Yusuf/ Giuseppe”.
Piangeva talmente tanto che a volte cadeva
per terra e si ammalava. Questo era il vero
timore dei Sahaba, compagni del Profeta.
Omar, il cui solo nome faceva paura ai
miscredenti, aveva paura solo di Dio. Una
volta quando scoprì che il latte che stava
bevendo era dei cammelli della Zakat, si mise
le dita in gola e vomitò tutto quello che aveva
ingerito. Non poteva nutrirsi di cose haràm
(illecite). Ecco il discorso di Omar al
momento della sue elezione:
“O popolo! Voi avete dei diritti su di me, che
potete sempre reclamare. Uno dei vostri
diritti è che se qualcuno di voi viene da me
con una lagnanza, andrà via solo dopo che la
sua lagnanza abbia avuto soddisfazione. Un
altro vostro diritto è che esigiate che io non
prenda nulla che non mi spetti dall’entrata
dello stato o dai bottini di guerra. Potete
anche esigere che aumenti le vostre paghe e i
vostri salari quando nelle casse del tesoro
entri più denaro; e che rafforzi le frontiere e
non vi esponga a rischi. E’ anche vostro
diritto che se dovete andare in guerra io non
vi impedisca di tornare a casa, e mentre voi
siete lontani a combattere io mi prenda cura
delle vostre famiglie come un padre”.
Omar era di un carattere forte e deciso, sua
figlia Hafsah sposò il Profeta. Il Califfo si
rifiutò di pregare in una chiesa per rispetto ai
cristiani, perché se avesse pregato dentro, un
giorno i musulmani sapendo che vi aveva
pregato Omar, l’avrebbero tolta ai cristiani.
Baciò alla Mecca la pietra nera dicendo:
“So che tu sei una pietra, e non sei né
d’utilità né di danno; e se non avessi visto
l’Inviato di Allah che ti baciava, non ti
bacerei”.
Con lui molti
ammazzarono.
si
convertirono.
Lo
19
E’ stato per molto tempo giudice dell’Islam e
conosceva molto bene il Corano.
I PASHTUN E L’AFGHANISTAN
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Si sentiva spesso parlare di loro dopo
l’attacco all’Afghanistan nel 2002. Chi sono i
pashtun? È un gruppo etnico che vive in
Afghanistan, parlano la lingua pashtu e sono
musulmani.
La
popolazione è
di circa 40
milioni e si
trova
soprattutto
nell’area tra il
Pakistan occidentale e l’Afghanistan
sudorientale.
In questi ultimi anni purtroppo si parla
dell’Afghanistan per la guerra, il terrorismo,
la povertà, è tra i paesi più poveri al mondo.
L’Afghanistan è un paese affascinante, che
confina con altri paesi altrettanto interessanti
come l’Iran, il Pakistan, il Turkmenistan,
l’Uzbekistan, il Tagikistan e la Cina. La
popolazione è suddivisa in: Pashtun, tajik,
hazara, uzbek, aimak, turkmen, baloch, la
lingua è il pashtu (65%) e il persiano “dari”
(23%).
Il nome Afghanistan significa letteralmente
“Paese degli afgani”. I pashtun si facevano
chiamare “Afghan” dopo l’arrivo dell’Islam,
questo secondo alcune fonti, secondo alcuni
studiosi la parola “Afghan” appare per la
prima volta nella storia nell’ Hudud al-Alam
nel 982. Il resto del nome “stan” che significa
“paese” proviene dal persiano. Gli inglesi la
chiamarono “Afghanland” gli afgani
adottarono il termine così la chiamarono
“Afghanistan”. L’Afghanistan è una terra
antica, saccheggiata spesso e punto focale del
commercio. È stata invasa da molti: arii,
indoariani, medi, persiani, greci, maurya,
kushan, unni bianchi, sasanidi, mongoli,
arabi, turchi, britannici e in tempi più recenti
dai sovietici, talebani e americani.
L’Afghanistan è il crocevia dell’Asia centrale.
Intorno al 330 a.C fu invasa da Alessandro
Magno, i maurya dall’India introdussero il
buddismo. I musulmani arrivarono nel 7°
secolo e tra il 706 e il 709 il califfato
conquistò quasi tutto il paese. L’Afghanistan
diventò centro di importanti imperi nel 1219
fu invasa dai mongoli di Gengis Khan che
devastarono il paese. L’uzbeko Babur nel
1504 fondò l’Impero Moghul, con capitale a
Kabul. Lo stato-nazione afgano, com’è oggi
venne ad esistere nel 1746 sotto l’Impero
Durrani.
Kabul è la capitale del paese, 3, 4 milioni
sono gli abitanti, ha un’università fondata nel
1931, diversi istituti superiori, la moschea
Shah Do Shamshera, il museo di Kabul e
tante altre cose interessanti. Ad Herat si trova
la moschea del venerdì. Come si può
rimanere indifferenti davanti a così
straordinaria bellezza? Fondata nel 1201 e
ricostruita nel 15° sec. I punti di marmo sono
coperti di motivi decorativi a reticolo, con i
mosaici d’ispirazione vegetale, testi religiosi
con decori geometrici e motivi floreali.
20
CHI ERA BILAL?
tratto dal blog:
http://ummusama.wordpress.com
Assalamu aleikum, questa volta vi
racconteremo la storia di Bilàl, il primo uomo
che fece il richiamo alla preghiera (Al
Adhàn). ‘Umar ibn al-Khattab (ra) disse,
parlando di Bilâl:“Abu Bakr (ra) è il nostro
Maestro, ed ha affrancato il nostro Maestro”
Prima della sua conversione all’Islam, Bilâl
ibn Rabbâh (ra) non era che un semplice
schiavo, appartenente ai Banu Jumah e, più
precisamente, a Umayya Ibn Khalaf, uno dei
Quraysh. Era stato portato a Makkah dalla
lontana Abissinia, insieme a sua madre, per
essere venduti come schiavi. Dopo essersi
ritrovato schiavo di Umayya ibn Khalaf, la
vita di Bilâl (ra) cominciò ad essere ritmata da
lavori pesanti nella casa o nelle terre in cui
veniva sfruttato dal suo padrone. Questo
sembrava essere il suo destino, finché la sua
vita non subì una svolta, facendolo entrare
nella storia Islamica per l’eternità. In effetti,
ascoltando le discussioni del suo padrone con
i suoi invitati, Bilâl (ra) venne a sapere che
Muhammad (saw) dei Bani Hashim, che tutti i
Meccani conoscevano per la sua onestà e la
sua grande saggezza, aveva cominciato a
predicare una nuova religione. Bilâl (ra)
ascoltava le notizie di quest’uomo (saw) che
predicava l’Unicità di Allah (swt) e
l’uguaglianza di tutti gli uomini, qualunque
fosse il loro colore, e man mano che veniva a
conoscenza di queste notizie, sentiva il suo
animo fremere e trasalire di fede e d’amore.
Questo schiavo maltrattato e avvilito dai suoi
padroni per il colore della sua pelle, gustava
ora la fede che libera il corpo e l’anima da
tutte le servitù che non siano quelle verso
Allah (swt). Sentiva di poter essere finalmente
un uomo libero, liberato da tutte le catene che
gli legavano il corpo e l’anima. Andò a
trovare il Messaggero di Allah e gli annunciò
la sua conversione.
La notizia della Shahadah di Bilâl (ra) suscitò
la collera e lo stupore tra i Quraysh, che
vedevano con rabbia il messaggio di
Muhammad (saw) raggiungere perfino i loro
schiavi. Umayya si sentì disonorato dinanzi ai
suoi concittadini che gli rimproveravano di
non aver vigilato con fermezza sul suo
schiavo. Folle di rabbia, Umayya fece subire a
Bilâl delle torture crudeli e orribili. I suoi
torturatori lo portavano nel deserto sotto il
calore accecante del sole di mezzogiorno e lo
stendevano sulla sabbia rovente, buttandogli
poi addosso delle grosse pietre che gli
schiacciavano il petto. Questo terribile
supplizio si ripeteva ogni giorno, ma senza
che questo lo convincesse a rinnegare l’Islam.
Tutto ciò che usciva dalla sua bocca erano
parole attestanti l’Unicità di Allah (swt):
“Unico! Unico! Ahad! Ahad! Allah è
Unico!”.
I torturatori cercavano di fargli ripetere i nomi
delle loro false divinità (Lat e ‘Uzza), ma
Bilâl (ra) non li ascoltava nemmeno, assorto
com’era nella contemplazione della grandezza
divina: “Ahad…Ahad!” era la sola risposta
alle ingiunzioni dei torturatori. Umayya ibn
Khalaf era il più ostinato, non cessava di
picchiarlo dicendogli: “O schiavo maledetto!
Non ci hai portato altro che problemi! Per
Lat e ‘Uzza, farò di te un esempio
dell’obbedienza che gli schiavi devono ai loro
padroni!”. Fu proprio mentre diceva queste
parole che passò di lì Abu Bakr (ra), che
vedendo il triste spettacolo esclamò:
“Ucciderete un uomo solo perché dice: Allah
è il mio Signore?”. Si rivolse quindi a
Umayya e gli disse: “Chiedi il prezzo che
vuoi e affrancalo!”. Il padrone di Bilâl (ra),
che proprio non sapeva cosa avrebbe potuto
farsene di quello schiavo, accolse la proposta
21
di Abu Bakr (ra) come un’ancora di
salvataggio, tanto più che quest’ultimo era
pronto a pagare il suo prezzo. Rese quindi la
libertà a Bilâl (ra) facendosi pagare una forte
somma. Bilâl (ra) era adesso un uomo libero.
Sbarazzato della servitù degli uomini, non
avrebbe mai più avuto altro Padrone al di
fuori di Allah (swt), l’Unico, per il Quale
aveva accettato tutte le dolorose prove e tutti i
sacrifici. Mentre Bilâl (ra) si allontanava in
compagnia del suo salvatore, Umayya gridò
ad Abu Bakr: “Prenditelo! Per Lat e Uzza, te
l’avrei venduto anche solo per un’oncia!”.
Ma Abu Bakr (ra) gli rispose: “Per Allah,
anche se tu mi avessi chiesto cento once per il
suo riscatto, te le avrei pagate!”. Fu così che
Bilâl entrò nella Ummah benedetta del primo
gruppo di Credenti. Il Messaggero di Allah lo
accolse a braccia aperte e gli riservò un posto
di riguardo nella Comunità Islamica. Fin dai
primi tempi della predicazione dell’Islam, la
formula dell’appello alla preghiera fu un
argomento molto sentito dal Messaggero di
Allah (saw) e dai suoi Sahaba (ra), che
volevano
chiamare
all’orazione
distinguendosi, però, dalle formule usate da
Ebrei e Cristiani. Dopo aver discusso tra
loro, i Compagni (ra) optarono per la voce
umana, che avrebbe dovuto far sentire fino
all’orizzonte l’appello alla preghiera e
l’Unicità di Allah (swt). Il Messaggero di
Allah (saw) pensò dunque a Bilâl, che aveva
la voce più bella e forte. Lo chiamò e gli
affidò il compito di chiamare alla preghiera e
alla salvezza cinque volte al giorno. Da quel
momento, i Sahaba ascoltarono l’Adhàn dalla
voce del loro Compagno (ra). Dopo l’Hijrah
(Egira), quando i Musulmani si apprestavano
al confronto armato con i Quraysh a Badr,
anche Bilâl (ra) era con loro. Si distinse, quel
giorno, per il suo coraggio e il suo impegno,
proporzionati alla sua fede e al suo amore per
l’Islam. Era pronto a sacrificare qualunque
cosa per difendere quella fede per la quale
aveva sopportato tanto. Quando le due armate
si affrontarono, Bilâl (ra) era tra i primi ranghi
dei combattenti. Voleva difendere col suo
corpo, che i miscredenti avevano così
seviziato, il Messaggero di Allah (saw) dalle
frecce e dalle lance che rischiavano di
colpirlo. Ad un tratto, vide il suo vecchio
padrone e torturatore Umayya ibn Khalaf, in
mezzo al campo di battaglia, sempre
arrogante com’era sua abitudine. Bilâl (ra) si
lanciò verso di lui gridando: “La testa della
miscredenza, Umayya Ibn Khalaf! Che io non
sia risparmiato se mi scappa!”. Un altro
gruppo di Sahaba lo seguì e circondò
Umayya, che si teneva stretto ad uno dei suoi
figli. Qualche istante dopo, il corpo senza vita
di Umayya giaceva per terra sul campo di
battaglia. Bilâl (ra) non si era vendicato per se
stesso; vedendo Umayya dinanzi a sé, aveva
visto
l’incarnazione
del
politeismo,
dell’arroganza, del male, in una parola di tutto
ciò che era la negazione dell’Islam. Non esitò
quindi a mettere in condizione di non nuocere
questo nemico di Allah, che aveva impiegato
tutte le sua capacità fisiche e materiali nella
lotta contro l’Islam. La morte di Umayya e di
altri Quraysh suonò come la sconfitta dei
pagani. Bilâl (ra) tornò invece vittorioso a
Madinah insieme al Messaggero di Allah
(saw) e agli altri Sahaba, che Allah sia
soddisfatto di tutti loro.
A Madinah, Bilâl (ra) non rimase mai lontano
dal Profeta Muhammad (saw), di cui fu uno
dei più fedeli Compagni. Viveva con i più
poveri tra i Sahaba, che abitavano accanto alla
moschea del Profeta (saw) e avevano
consacrato la maggior parte della loro
esistenza all’adorazione di Allah (swa) e al
servizio del suo Messaggero (saw). Bilâl (ra)
non amava ricevere complimenti, e a chi glieli
rivolgeva rispondeva: “Non sono che un
abissino. Poco tempo fa, ero schiavo”. Il
Messaggero di Allah (saw) lo amava molto
22
per la sua fede. Un giorno, una disputa
verbale oppose Abu Sufyan a Bilâl, Salmân e
Suhayb (che Allah si compiaccia di tutti loro).
Questi ultimi gli rimproveravano la sua antica
animosità nei confronti dell’Islam. Abu Bakr
(ra), che aveva sentito le loro parole, disse
loro: “Come potete dire questo al decano e
capo dei Quraysh?”, quindi andò ad
informare il Messaggero di Allah (saw), che
gli rispose: “Li hai forse offesi, o Abu
Bakr?”. Abu Bakr (ra) si recò dunque a
chiedere perdono ai tre pii Compagni. Quando
alcuni dignitari Quraysh chiesero al
Messaggero di Allah (saw) di cacciare dalla
sua assemblea Bilâl e alcuni fra i Compagni
più deboli, un versetto del Sublime Corano fu
rivelato dall’alto dei sette cieli per mettere in
guardia il Profeta (saw) contro una tale
eventualità:
“Non scacciare quelli che al mattino e alla
sera invocano il loro Signore. Bramano il Suo
Volto. Non renderai conto di loro e non
renderanno conto di te. Se li scacciassi
saresti tra gli ingiusti”. Corano, Sura AlAn’âm, v. 52
Ciò prova il merito e il valore che questi
Sahaba avevano nella società Islamica. E fu
reso ancor più evidente dopo la gloriosa
riconquista di Makkah (Mecca). Questo
avvenimento fece epoca nell’Islam, poiché era
la prima volta nella storia umana che la
conquista di una città avveniva in modo
pacifico e senza rappresaglie contro i vinti.
Alla testa di circa diecimila Musulmani, il
Messaggero di Allah (saw) tornò a Makkah,
da cui era stato scacciato una decina di anni
prima. I suoi concittadini, che l’avevano
combattuto e l’avevano obbligato ad emigrare
a Madinah erano profondamente inquieti e
perplessi sulla sorte che egli (il Profeta)
avrebbe riservato loro. Ma il Profeta (saw)
non li lasciò a lungo nell’incertezza,
annunciando loro: “Andate, siete liberi!”. Un
grande sollievo percorse la comunità, che quel
giorno comprese quanto il Messaggio recato
dal Profeta Muhammad (saw) fosse nobile e
pieno di Misericordia. Fu con uno spontaneo
e vibrante Allahu Akbar che questa stessa
comunità accolse la distruzione degli idoli che
per tanto tempo aveva adorato con ignoranza
e ostinazione. Da quel momento, era solo
Allah, l’Unico, l’incomparabile, che i
Quraysh avrebbero adorato per sempre. In una
Makkah purificata dalla sozzura del
paganesimo, fu a Bilâl (ra) che toccò l’onore
di chiamare per la prima volta alla preghiera.
Sul tetto della Kaba, intonò con la sua voce
calda e dolce l’Adhàn, che non cesserà mai di
essere intonato a Makkah, fino alla fine dei
tempi. Questo illustre Compagno (ra) visse
accanto al Profeta Muhammad (saw),
rispettato e amato per la sua pietà. Ogni volta
che l’ora della chiamata alla preghiera si
avvicinava, il Profeta (saw) gli diceva: “Facci
riposare con la preghiera, o Bilâl!”.
Ma venne il giorno in cui il pio Compagno
(ra) non volle più chiamare alla Salat. Dopo la
morte del Messaggero di Allah (saw), andò a
trovare Abu Bakr (ra), il primo Califfo, e gli
chiese l’autorizzazione di partire per dedicarsi
al Jihâd sulla Via di Allah (swt). Il Califfo gli
rispose: “Chi dunque chiamerà alla Salat, o
Bilâl?”. Ma egli, mestamente, replicò: “Non
potrei più fare l’Adhàn dopo la morte del
Messaggero di Allah (saw)”. Abu Bakr (ra)
insistette: “Resta, Bilâl, e fai l’Adhan per
noi”. Ma Bilâl (ra) rispose: “O Abu Bakr, se
tu mi hai affrancato perché io fossi al tuo
servizio, fai di me ciò che vuoi; ma se l’hai
fatto per amore di Allah (swt), allora lasciami
al servizio di Colui per il Quale mi hai
liberato”. Abu Bakr (ra) gli disse allora: “Oh
Bilâl, non ti ho affrancato se non per amore
di Allah!”. E gli permise di recarsi dovunque
volesse. Bilâl (ra) andò a Damasco e vi si
23
stabilì, consacrandosi all’adorazione di Allah
(swt) e al Jihâd nella Sua Via. Un giorno,
durante una visita del Califfo ‘Umar (ra) a
Damasco, i Musulmani insistettero perché
chiedesse a Bilâl (ra) di fare l’Adhàn all’ora
della preghiera. ‘Umar (ra) insistette tanto che
alla fine Bilâl (ra) accettò. Ma alla pronuncia
del nome di Muhammad (saw) il suo antico
dolore lo colse e i suoi occhi si riempirono di
lacrime. Tutti i Musulmani, compreso il
Califfo ‘Umar (ra), piansero insieme a lui.
Bilâl (ra) visse i suoi ultimi anni a Damasco,
tra l’ammirazione e il rispetto di tutti i
Musulmani. Là morì e fu sepolto. Bilâl (ra) è
ricordato come il simbolo della fermezza e del
sacrificio della fede dinanzi alle prove e alle
vicissitudini che questa implica. Che possa
riposare nella Beatitudine e nella Felicità
dell’Unico, per il Quale tanto soffrì nel basso
mondo.
I MUSULMANI IN NIGERIA
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Oltre il 50% di nigeriani sono musulmani, la
maggioranza sunniti che seguono la scuola
malekita, una minoranza è sciita, che si trova
soprattutto nello stato di Sokoto. L’Islam
entrò a nord della Nigeria a partire dal nono
secolo d.C. La Nigeria è definita “il gigante
dell’Africa”, nota per le sue risorse naturali
come il petrolio. 150 milioni sono gli abitanti
fra questi anche cristiani, circa 21 milioni, la
maggior parte protestanti. Si sente spesso
parlare di scontri tra cristiani e musulmani,
molti sono i morti e feriti da entrambe le parti.
Spesso i media evidenziano gli attacchi
terroristici dei
musulmani
e
mai
dei
cristiani,
la
colpa
è
di
entrambi, anche
i cristiani hanno
fatto la loro parte, che spesso non viene
riportata da giornali e Tv. Ci sarebbe molto da
scrivere su questo argomento, ma preferirei
fermarmi qua, per non rischiare di uscire fuori
dal tema dell’articolo. La moschea Abuja
National Mosque è stata costruita nel 1984, è
aperta anche ai non musulmani eccetto
nell’ora della preghiera e si trova ad Abuja,
può contenere 500 persone. Molto conosciuta
è anche la moschea Great Mosque of Kano e
si trova a Kano, seconda città più popolata
della Nigeria. La moschea è stata costruita da
Muhammad Rumfa nel 15° secolo ed era di
fango, è stata spostata in un altro luogo da
Muhammad Zaki nel 1582 e ricostruita a metà
del 19° secolo da Abdullahi dan Dabo. È
stata distrutta nel 1950 e ricostruita con la
sponsorizzazione britannica. Terza moschea
nota è Ilorin Central Mosque a Ilorin. È
stata costruita nel 1820. Più di un secolo dopo
la moschea non
poteva
più
contenere il numero
della popolazione
musulmana
in
crescita, per questo
motivo il 9° emiro di Ilorin Al hajj Dr
Zulkarnaini Gambari invitò il Gran Mufti
Al Hajj Mohammed Kamal-u-deen ed altri
nomi per coordinare la raccolta di fondi per la
costruzione di una nuova moschea. Il 30
Aprile 1977 gettarono le fondamenta per la
nuova moschea, completata ed inaugurata
quattro anni dopo, nel 1981. Attualmente la
moschea ha 99 cupole di diverso diametro e
quattro minareti di 150 metri d’altezza.
24
LA MORTE DELLA MADRE
Di Sheikh Mahmoud El Masri
Traduzione di Zeinab Nour White
Vi racconterò la morte di mia madre, che
Allah abbia misericordioso di lei. Questa
madre grandiosa, che qualsiasi cosa do e
faccio nella mia vita, wallahi (vi giuro), non
riuscirò a ricompensare un giorno dei suoi…
che Allah abbia misericordia di te madre mia.
Mi ha insegnato tanto e mi ha educato
personalmente, e da lei ho imparato cose
molto belle… Quando mi hanno chiesto in un
canale televisivo chi sono i miei sheikh, ho
risposto la più grande cosa che mi ha
insegnato nella mia vita è stata mia madre.
Mia madre mi ha insegnato la misericordia,
mia madre mi ha insegnato la verità, mi ha
insegnato la fedeltà, mi ha insegnato la
sincerità, mi ha insegnato ogni cosa bella…
mia madre la signora analfabeta, è colei che
mi ha insegnato tutto… Invece le scienze
legali erano molto facili… l’etica era molto
difficile da acquisire soprattutto in questa
nostra epoca . Qualcuno doveva essere un
esempio dal quale imparare. Mia madre la
guardavo, che Allah le conceda un’ampia
misericordia, e scusatemi questa è una
questione personale ma mi piacerebbe
ricordarla per dire ad ogni giovane: “tua
madre è un tesoro, guai se lo perdi!”, bacia le
mani di tua madre e bacia le mani di tuo padre
e stai attendo ad obbedir loro, cosi Allah
(swa) sarà generoso con te nella vita terrena e
nell’Aldilà. Ogni bene che mi è successo nella
vita è grazie ad Allah prima di tutto e poi
grazie alle preghiere di mia madre.
Mia madre… che Allah abbia misericordia di
lei, dicevo sempre che non doveva vivere in
quest’epoca ma in quella dei compagni del
Profeta (saw). Non era adatta a vivere nella
nostra epoca! Il mio pianto su di lei il giorno
in cui è morta, era equivalente alla mia felicità
che lei non era adatta a vivere in quest’epoca,
non era giusto che lei vivesse tra noi..
scusatemi! Non era giusto che vivesse tra noi
in quest’epoca… in quest’epoca dura in cui
viviamo, perché doveva unirsi ai giusti come
lei… basta che vi dica che mi insegnava ogni
cosa.. anche la misericordia per gli animali,
come ci ha insegnato il Profeta Muhammad
(saw). Mi diceva sempre: “prega che la
malattia non si allunghi con me, prega che
nessuno mi porga un bicchiere d’acqua,
prega che sia io a servire me stessa fino
all’ultimo momento”. Pensate, è questo che è
successo! Nessuno l’ha servita con un
bicchiere d’acqua fino alla sua morte, faceva
tutto con le sue mani, che Allah le conceda
un’ampia misericordia. Nel giorno della sua
morte, eravamo al 5° piano ed ho una sorella
al 1° piano, omm Moustafa, che Allah la
preservi. Mia madre in quel giorno per la
prima volta in vita sua ha chiesto a mia sorella
di passare la notte da lei, e così è stato. Alla
preghiera del “Asr” si è alzata per pregare e
non riusciva a muoversi, ed ha detto a mia
nipote (figlia di mia sorella) “sostienimi, in
modo che possa fare l’abluzione”, mia nipote
le ha dato il sostegno e lei ha lavato appena le
sue mani e il viso, nient’altro. Mia nipote
disse:“nonna non hai ancora fatto
l’abluzione”, e la sua risposta: “al
hamdulillah cara, loro mi hanno fatto
l’abluzione”, wallahi, mia madre non sa dire
queste parole, queste parole sono uscite senza
il suo volere, “loro mi hanno fatto l’abluzione
al hamdulillah”, è entrata a pregare
25
al Asr ed era seduta, dopo la preghiera ha
detto “Allahu Akbar” di nuovo, pregava
ancora, e mia nipote “non c’è preghiera dopo
al Asr” e mia madre “c’è tanto ancora, ma
speriamo di riuscirci”. Ha detto “Allahu
Akbar” , ha recitato la Sura Al-fatiha, ha
guardato il cielo, ha sorriso ed ha cominciato
nelle ebbrezze della morte mentre pregava …
Mi hanno telefonato e sono riuscito a
raggiungerla, ed ho cominciato a dirle: “dì
che non c’è Dio all’infuori di Allah
madre…”. Stavo dando l’addio al mio amore
ed anima del cuore mio… come se la mia
anima viene prelevata dal mio interno. Lei
diceva “Allah, Allah” ed indicava con il suo
dito, “Allah, Allah, Allah” fino all’ultimo
momento “ALLAAAAAAAAH!” la sua anima
salì così al suo Signore. Subhana Allah, il
momento più difficile nella vita di ogni
persona, il giorno in cui perde la persona più
cara, il giorno in cui senti che la persona più
cara al tuo cuore non la vedrai più, è il
momento più difficile nella vita di ogni
persona, io in questo momento, subhana
Allah… Allah rende costante chi ha una fede
profonda, ho detto al hamdulillah , inna li
Llah wa inna ilaihi rajiu’n “noi siamo per
Allah e ad Egli ritorniamo”, Iddio
ricompensami per la mia disgrazia e donami
qualcosa di migliore di essa… ho sentito che
la disgrazia è molto grande, ho sentito che il
mondo è diventato nero davanti ai miei occhi,
ho sentito che tutto l’amore che mi accoglieva
ormai è svanito, il calore in cui vivevo, ho
sentito che ormai non vivevo più in questo
mondo, ho sentito come se fossi stato io a
morire… davvero, davvero…
O’ giovani! Conservate le vostre madri… o’
giovani! Non conoscete il valore del padre e
della madre quant’è… conosci il valore dei
beni solo quando li perdi! Mia madre è morta
e subhana Allah, il suo amore per il Profeta
(saw) non era comune! Era una cosa davvero
particolare, ogni volta che sentiva la parola
“la pace e la benedizione sul Profeta” diceva
“su di lui la pace e la benedizione”, le parole
venivano dal suo cuore e le lacrime sempre
agli occhi appena sentiva il ricordo del
Profeta (saw). Mia madre è morta ed aveva 63
anni, come il Profeta (saw). Non la paragono
al Profeta Muhammad (saw) però voglio far
emergere le similitudini, è morta di lunedi ed
è stata sepolta martedi come il Profeta (saw).
Era orfana di madre e padre, il Profeta (saw)
suo padre è morto quando era ancora nel
grembo di sua madre ed anche lei (mia madre)
suo padre è morto quando era in grembo a sua
madre. Il Profeta (saw) sua madre è morta
quando lui aveva 6 anni. La mamma di mia
madre è morta quando aveva 1 mese… era
orfana di madre e padre e aveva solo un mese.
Mi diceva “o’ Mahmoud ,figlio mio, tu sei
mia madre, mio padre e mio fratello… anche
se ho perso mia madre e mio padre tu hai
sostituito ognuno di loro”. Pregava sempre
per me tutte le notti… e Dio mi ha dato
successo nella mia vita grazie alle sue
preghiere.
Sono andato a seppellirla, come se la tomba
fosse preparata apposta per ospitarla, l’ho
seppellita in 3 minuti e sono risalito e per
quasi 45 minuti, ho fatto un sermone sulla
morte sulla sua tomba… che Allah le conceda
un’ampia misericordia… ho provato delle
sensazioni che ancora oggi non riesco a
spiegare… e non riesco a raccontare… Ogni
volta che faccio un viaggio o vado da qualche
parte passo per la sua tomba… come se
sentissi che la sua anima è con me, la saluto..
e quando torno ripasso di nuovo e le dico
“sono tornato amore mio”. Non immaginate
la grande tristezza e sconforto che c’è nel
cuore di una persona che perde il suo amato…
o’ giovani conservate le vostre madri… l’ho
sepolta ed ho raccomandato a tutti gli sheikh
26
dell’Egitto di pregare per lei nella preghiera
del venerdì, tutti lo hanno fatto e milioni di
persone hanno pregato, mi è apparsa nel
sonno il venerdi sera, la notte del sabato.. con
il suo viso illuminato, dicendomi “che Allah
ti ricompensi per quello che ho ricevuto
amore mio”. Un giorno mi sono messo
d’accordo con i miei fratelli per andare a
visitare la sua tomba, stavo tornando dal
sermone del venerdì ed ero molto stanco, mi
sono addormentato ed ho detto loro: “non
riesco a venire con voi questa volta, sono
stanco” ed ho riposato per 10 minuti…
wallahi non dimentico quel giorno! Ho
dormito 10 minuti e mi è apparsa nel sonno,
stava salendo dalla tomba e salutava mia
sorella Huda, mia sorella Souhir e mia sorella
Nai’ma, li salutava e chiedeva a loro “dov’è
Mahmoud?”, le hanno risposto “non è venuto
è stanco” e lei “non è possibile… il mio
amore non può non venire da me!” , mi sono
svegliato di colpo, li ho trovati alla porta, ho
detto loro “verrò con voi”.
Sono andato li ed ho provato una felicità
enorme nel visitare la tomba di mia madre.
L’essere umano desidera che Iddio ci regali
una buona conclusione, ed attende il momento
in cui incontra i suoi cari. Non posso
dimenticare questo avvenimento, davvero
strano, un giorno mi sono seduto con mia
madre, e le ho detto “vorrei incontrarti
nell’Aldilà”, mi ha risposto “inshaAllah
amore mio”, le ho detto allora “mettiamoci
d’accordo per il posto dove ci incontreremo”
Le ho detto il posto più significativo del luogo
del raduno, è vicino al Profeta (saw) “lui è il
mio amore e il tuo amore, ci incontriamo dal
nostro amato, lo salutiamo, baciamo le sue
mani e ti vedo li… ed entriamo nel Paradiso
insieme”, mi ha risposto di si, il nostro
incontro sarà lì. Ho fatto un sogno in cui ho
visto mia madre vicino al nostro Profeta
Muhammad (saw). E mia sorella dal
Fayyoum, di nome Huda, mi ha chiamato
qualche anno fa, non dimentico quel giorno
wallahi, non c’è Dio all’infuori di Lui… e
forse mia sorella è seduta in questo momento
a guardarmi davanti alla Tv, ha visto un sogno
in cui io avanzavo verso il Profeta (saw), non
presentavo programmi sul satellite televisivo,
non sapeva com’ero… e mi ha detto “wallahi,
Allah che non c’è Dio all’infuori di Lui, ti ho
visto che avanzavi da lontano e non ti
conoscevo, c’era il Profeta fermo, e vicino a
lui Abu Bakr e Omar, il Profeta (saw) è
andato verso di te, ti ha abbracciato e ti ha
baciato… e ti ha messo vicino ad Omar”e mi
ha detto, “io chiedevo alle persone chi è
questo, e mi hanno detto che questo è lo
sheikh Mahmoud El Masri” e mi ha detto
“ero insistente sul raccontarti questo
sogno”…
Le ho detto “che iddio ti annunci il bene, ho
visto in sogno mia madre vicina al Profeta
(saw) e mancava a me questo sogno”. Non lo
racconto dal lato della purezza dell’anima, lo
ricordo per il fatto che l’essere umano
desidera incontrarsi con i suoi cari…
I NOSTRI DIGIUNI E LE
COMMEMORAZIONI
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Il primo giorno del mese Muharram, inizia
l’anno islamico. Ricorda l’emigrazione del
Profeta Muhammad da Mecca a Medina. Il
10° giorno di Muharram è Ashura, nel
mondo sunnita è il ricordo del miracolo del
mar rosso che si aprì per far passare le tribù
d’Israele guidate dal Profeta Mosè (as), li
salvò in questo modo. Per gli sciiti si celebra
il martirio di Hussein, figlio di Ali. Giorno di
digiuno raccomandato. Anche il giorno prima.
Il 12° giorno del mese Rabi I è Mawlid,
commemorazione della nascita del Profeta
27
Muhammad (saw), non si festeggia, come
fanno certi musulmani. Il 27° giorno di Rajab
è il viaggio del Profeta Muhammad tra la
Mecca e Gerusalemme e ascensione al Trono
di Allah. Nel mese Shawall dopo 1 o 3 giorni
dell’ Idu-l-fitr si digiuna 6 giorni, dice il
Profeta che è come se avessi fatto digiuno
tutto l’anno. Id Adha finisce il
pellegrinaggio, 10 giorni di digiuno prima
dell’Aid.
LE 7 PERSONE CHE SONO NELLA
PROTEZIONE DI ALLAH (SWA)
Traduzione di Mohammed Al Khald
E' stato riportato da Abu Hurayrah (voglia
Allah essere soddisfatto
di lui) che il Profeta (saw) ha detto:
"Ci sono sette persone che Allah (swa)
proteggerà con la Sua
protezione il Giorno in cui non ci sarà
nessuna protezione eccetto
la Sua:
1) Il governante giusto
2) Un giovane che cresce adorando il Suo
Signore
3) Un uomo il cui cuore è fissato alla
Moschea
4) Due uomini - inteso come un uomo ed una
donna - che si
amano tra loro in Allah (swa) e si incontrano
5) Un uomo che viene chiamato da una donna
bella ed importante e
dice: "Io ho timore di Allah (swa)"
6) Un uomo che quando dà la carità la
nasconde a tal punto che la sua
mano sinistra non sa cosa dà la sua mano
destra
7) Un uomo che quando è solo si ricorda di
Allah (swa), ed i suoi
occhi si riempiono di lacrime”.
Narrato da Al Bukhari n.504, da Muslim
n.1712 ed altri
JERMAINE JACKSON MUSULMANO
DA PIU’ DI 20 ANNI
Traduzione di Mamdouh AbdEl Kawi
Dello Russo
In un'intervista sorprendente, Jermaine
Jackson, il fratello della stella famosa nel
mondo Michael Jackson, racconta come ha
abbracciato l'Islam.
L'Islam è una religione, aldilà dei pregiudizi
del colore della pelle, della razza e dei confini
territoriali. Ecco perché i
seguaci
delle
altre
religioni con una stretta
veduta hanno un senso di
orgoglio
di
eccesso
rilievo
quando
uno
abbraccia
l’Islam.
Lasciare la religione
degli antenati, è una delle
decisioni più difficili, ma i principi e le virtù
di larga veduta dell’Islam hanno persuaso
l’umanità nell’adottarli come modo di vivere.
Ora, quindi, l’Islam è emerso come la
religione più grande del mondo. Jermaine
Jackson, il fratello di Michael Jackson è uno
di quegli uomini che hanno lasciato la
religione dei loro antenati e fatto dell'Islam la
parte inseparabile della loro vita. Jermaine
Jackson, si chiama adesso Muhammad
Abdul-Aziz. Vive in uno dei palazzi lussuosi
ai margini di Los Angeles (U.S.A.). Il palazzo
di Abdul-Aziz è circondato da bei giardini.
"Al-Mujallah" ha recentemente pubblicato
per la prima volta un'intervista di Jermaine
28
Jackson da quando è diventato musulmano. In
questa intervista, ha espresso il suo amore
appassionato per l’Islam. Vediamo come ha
risposto alle diverse domande:
Quando e come ha iniziato il suo viaggio
verso Islam?
Era nel 1989, quando con mia sorella ho
girato alcuni dei paesi del Medio Oriente.
Durante il nostro soggiorno in Bahrain,
eravamo stati accolti calorosamente. Là
incontrai alcuni bambini e chiacchierai con
loro. Feci alcune domande e mi risposero con
l’innocenza tipica dei bambini. Mi
domandarono della mia religione, risposi che
ero cristiano. Chiesi quale fosse la loro
religione. Con una grande serenità nei loro
volti risposero tutti insieme L’ISLAM!
Risposero con entusiasmo e lo si vedeva.
Cominciarono a parlarmi dell’Islam. Stavano
dandomi informazioni. Erano molti fieri di
essere musulmani lo si capiva dalla tonalità
della loro voce. Un breve momento con dei
bambini che mi portò ad avere discorsi lunghi
sull’Islam con gli studenti musulmani.
Cominciai a pensare molto e a fingere poi a
me stesso che non fosse successo nulla, ma
durò poco poiché questo fatto mi toccò il
cuore e mi convertii all’Islam. Rivelai per
primo al mio amico Qunber Ali. Lo stesso
Qunber Ali mi portò a Riyadh, capitale
dell'Arabia Saudita. Fino a quel momento non
conoscevo molto sull’Islam.
Cosa hai provato dopo aver detto di essere
musulmano?
Abbracciando l'Islam era come se fossi rinato.
Ho trovato nell’Islam le risposte a quelle
domande che mi facevo e che non riuscivo a
trovare nel cristianesimo. Solo l’Islam mi ha
fornito la risposta soddisfacente sulla nascita
di Gesù. Per la prima volta mi convinsi sulla
religione. Prego affinché la mia famiglia
possa apprezzare queste cose. Loro sono
testimoni di Geova. Secondo la loro dottrina
solo 144.000 uomini andranno in Paradiso.
Mi sorprende sapere che la Bibbia è stata
compilata da tanti uomini, soprattutto il
volume scritto da re Giacomo. Mi sono
sempre chiesto come un uomo può compilare
un libro ed attribuirlo a Dio. Durante il mio
soggiorno in Arabia Saudita ho avuto
l’occasione di comprare uno scaffale di
cassette di un cantante pop britannico, adesso
musulmano, Yusuf Islam -conosciuto
precedentemente come Cat Stevens-. Ho
imparato molto anche da queste.
Che cosa è avvenuto negli Stati Uniti
quando hanno appreso del suo abbraccio
all’Islam?
Quando tornai negli USA i mezzi di
comunicazione
americani
fecero
una
propaganda contro l’Islam e i musulmani. I
pettegolezzi su di me disturbarono la mia pace
interna. Ad Hollywood si malignava spesso
sui musulmani. Ci sono tante cose in comune
fra cristianesimo e Islam, e il Corano
presenta Gesù come un Profeta virtuoso. Mi
domando allora, perché l’America cristiana fa
tutto questo contro i musulmani? Dopo esser
diventato musulmano è avvenuto un enorme
cambiamento in me. Ho eliminato tutte le
cose proibite nell’Islam. Tutto questo ha reso
anche la vita difficile alla mia famiglia. La
famiglia Jackson ha avuto diversi problemi –
com’è ormai noto-. La mia famiglia ha
ricevuto molte lettere minacciose. Posso dire
di conseguenza che la famiglia Jackson ha un
buon rapporto con la gente appartenente a
tutte le religioni.
Quale è stata la reazione di suo fratello
Michael Jackson?
Portai dall’Arabia Saudita molti libri. Lo
stesso Michael mi chiese alcuni di questi per
29
studiarli. Prima di ciò lui era influenzato dalla
propaganda americana contro l’Islam e i
musulmani. Non era ostile all’Islam però
dopo la lettura dei libri non ha avuto più nulla
contro i musulmani. Penso che lo studio
dell’Islam abbia contribuito nella sua
decisione di scegliere per i suoi affari i
commercianti musulmani. Ha parti uguali in
affari con il principe saudita Walid bin Talal
nella sua azienda multinazionale.
Prima si diceva che Michael Jackson fosse
contro i musulmani, dopo disse che si
convertì alla religione musulmana, cosa c’è
di vero in tutto questo?
occidentale. Nonostante sono sposati, gli
uomini
occidentali
hanno
rapporti
extraconiugali con un certo numero di donne.
L’Islam salvaguarda il tessuto sociale da
questa distruzione.
Dopo la sua conversione ha incontrato
Muhammad Alì?
Muhammad Alì è il nostro amico di famiglia.
Ho intenzione di costruire al più presto una
nuova moschea in una zona dove non ci sono
moschee. Vorrei andare anche al più presto a
fare l’Umrah con la mia famiglia inshallah.
Sua moglie e i suoi figli sono musulmani?
Testimonio che Michael non ha mai detto
nulla contro i musulmani. Anche le sue
canzoni danno un messaggio d’amore per il
prossimo. L’abbiamo imparato dai nostri
genitori. Se molti erano contro di me quando
diventai musulmano, perché non può essere
così anche per Michael? Tutto questo perché è
il più vicino all’Islam. Ma chi sa cosa può
accadere quando Micheal Jackson abbraccia
l’Islam…
Ho sette figli maschi e due figlie femmine,
sono come me musulmani. Mia moglie invece
sta ancora studiando l’Islam. Vuole andare in
Arabia Saudita. Spero insha Allah, che possa
anche lei al più presto abbracciare l’Islam.
Possa Dio l’Onnipotente darci la forza e la
perseveranza a rimanere sulla Retta Via
dell’Islam, la Vera Religione. (Ameen)
Cosa pensa della sua decisione il resto della
sua famiglia?
Di Amina umm Samìr
Quando tornai in America mia madre già
sapeva la notizia della mia conversione
all’Islam. Mia madre è una donna religiosa e
civile. Quando tornai a casa mi fece solo una
domanda: “Hai preso questa decisione
d’improvviso o dopo una lunga e profonda
riflessione?”, le risposi che decisi dopo aver
pensato a lungo. Mia sorella Janet rimase
molto sorpresa della mia decisione, all’inizio
era molto preoccupata, per lei i musulmani
erano solo poligami, possono sposare fino a
quattro mogli. Quando le ho spiegato che
questo permesso per i musulmani è giusto
visto i problemi nella società americana
attuale è rimasta soddisfatta. La promiscuità e
l’infedeltà sono molto comuni nella società
L’HIJAB E LA PAURA DEGLI “ALTRI”
Stamane mi son ricordata di aver lasciato in
sospeso qualche sorella che mi ha fatto una
domanda specifica:"Sorella Amina: io non
trovo il coraggio di indossare definitivamente
l'hijab, i miei familiari non mi parlerebbero
più e le persone, qui dove vivo, mi
prenderebbero in giro evitandomi come la
30
peste. Come posso fare?". Non è stato facile
nè per me nè per nessun altra, ma quando una
cosa la fai per Dio, per il Signore dei Mondi
Creati, tutto il resto, le chiacchiere, la gente,
gli sguardi...non contano più nulla ma provi
solo tanta pena per quelle anime!
L'Islam E' INDISCUTIBILMENTE la
religione di Allah (chi poi ne volesse
discutere, son a disposizione, insha Allah),
che ha trasmesso a noi uomini tramite i Suoi
Profeti. Tutti i Libri Sacri contengono la Sua
Parola, le Sue Leggi e chi NON le segue non
va in Paradiso. Questo perchè come esiste
Dio, esiste anche Shaytan (audhu billahi
minna Shaytan ar-rajim!), per cui sono solo 2
le strade che potremo prendere e che
segneranno il nostro destino nell'Altra Vita.
Un hadeet Qudsi (per cui diretta Parola di
Allah) dice:"NESSUNO può seguire questa
vita e me insieme...nessuno. O seguite questa
vita, o seguite me..." Il problema che ci
creiamo riguardo l'hijab...la gente parla, i
familiari mi disconosceranno. La mia
esperienza personale mi vede in lotta per anni
con gli stessi dilemmi, per questo dico sempre
di capire benissimo le sorelle che si rivolgono
a me, però c'è da dire una cosa importante:
quando ancora non indossavo l'hijab, NON mi
sentivo in pace con me stessa, sentivo che mi
mancava qualcosa, sentivo che ero
incompleta, che stavo trasgredendo qualche
precisa regola.
Sì...una precisa regola:
“E di' alle credenti di abbassare i loro
sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei
loro ornamenti, se non quello che appare; di
lasciar scendere il loro velo fin sul petto e
non mostrare i loro ornamenti ad altri che ai
loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro
mariti, ai loro figli, ai figli dei loro mariti, ai
loro fratelli, ai figli dei loro fratelli, ai figli
delle loro sorelle, alle loro donne, alle
schiave che possiedono, ai servi maschi che
non hanno desiderio, ai ragazzi impuberi che
non hanno interesse per le parti nascoste
delle donne. E non battano i piedi, sì da
mostrare gli ornamenti che celano. Tornate
pentiti ad Allah tutti quanti, o credenti,
affinché possiate prosperare”. [Corano Sura
An-Nùr /La Luce, v. 31]
“O Profeta, di' alle tue spose, alle tue figlie e
alle donne dei credenti di coprirsi dei loro
veli, così da essere riconosciute e non essere
molestate.
Allah
è
perdonatore,
misericordioso”. [Corano Sura Al Azab/ I
coalizzati, v. 59]
Ecco, il mio Signore ha detto che io devo
velarmi, devo essere casta, modesta nel
vestire e nel comportarmi... La "gente" sparla
e mi guarda male?Ok, ma una domanda sorge
spontanea: nel Giorno del Giudizio, tutte le
persone che mi hanno ostacolato nel
professare liberamente la religione di Allah,
dove saranno? Se mi volterò le vedrò in fila
insieme a me, terrorizzate e in attesa di esser
giudicate. E quando arriverà il mio momento,
con che coraggio
potrò rispondere
tranquillamente, quando Allah (swa) mi
domanderà "perchè non hai indossato l'hijab?
Perchè Mi hai disobbedito?”. Non potrò certo
dire che la colpa è stata di mia madre che non
voleva, o di mio padre che non mi avrebbe
più parlato o dell'insegnante che avrebbe
abbassato i voti ai miei figli...no, non potrò
perchè in quel momento IO SAPRO',
CAPIRO' e sarò cosciente che quelle persone
(alle quali in vita ho dato tanta importanza,
tanta da metterle davanti a Dio) saranno
giudicate proprio come me, se andrò
all'Inferno a causa della mia ribellione ad una
Legge divina, non ci sarà madre, o padre, o
vicino di casa che mi aiuterà, astaghfirullah!
Abbiamo dato shahada, attestando che non
esiste altro Dio oltre Allah e che Mohammed
31
è il Suo Inviato, noi dobbiamo rigettare tutto
il resto!! Usare misericordia con tutti, è ovvio
ma non lasciarsi trascinare giù, lontano da
Allah e dalla Salvezza. I miei familiari non mi
parleranno più? SARO' IO A FARLO! Per
dimostrar loro la mia felicità, la mia serenità e
cercare di riportarli ad Allah l'Altissimo. La
"gente" mi guarda e mi tratta male? Non
importa, perchè non sono migliori di me ed
inoltre il mio Creatore mi ha detto che:
“Invero i malvagi schernivano i credenti;
quando passavano nei loro pressi si davano
occhiate, ritornando dalla loro gente, si
burlavano di loro; e quando li vedevano,
dicevano: “Davvero sono fuorviati!”. Certo
non hanno avuto l'incarico di vegliare su di
loro. Oggi invece sono i credenti a ridere dei
miscredenti:[appoggiati] su alti divani
guarderanno. I miscredenti non sono forse
compensati per quello che hanno fatto?”.
[Corano Sura Al Mutaffifin/ I frodatori v.
29/36]
Indossare l'hijab è la nostra LIBERTA': una
libertà silenziosa che attesta la nostra
sottomissione NON agli uomini (finchè noi ci
preoccupiamo di quello che dicono saremo
loro schiave!), ma ad Allah l'Altissimo, una
libertà espressa in un silenzio assordante
indossando con fierezza il nostro hijab,
camminando a testa alta, con lo sguardo
rivolto al cielo ed il cuore ad Allah!!
Sorelle...siamo Musulmane e fiere di esserlo?
Esiste una regina senza corona? l'hijab è la
nostra corona, alhamdulillah!!
LA LINGUA URDU PAKISTANA
di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
I caratteri scritti della lingua urdu sembrano arabi, ma in realtà un arabo non capirebbe nulla se
dovesse leggere l’urdu. All’ascolto l’urdu sembrerebbe per noi occidentali simile all’indiano, ma in
realtà non ha molto a che fare con l’hindi. Un pakistano invece di dire “Namastè?” quando vede
qualcuno, saluta in modo islamico con “Assalamu aleikum” poiché gran parte della popolazione è
musulmana. “Come ti chiami? si dice “Aapka nam kya heyh?” e “Mi chiamo Moustafa” in urdu è
“Mera nam Moustafa heyh” . Per ringraziare “Shukria” e per salutare con un arrivederci “Khuda
hafiz”. I pakistani parlano trecento dialetti e una dozzina di lingue. Tutto è cominciato dalla prima
invasione degli Arii, le lingue pakistane provengono dal ramo persiano e indiano, come: il pashto,
il beluci –dal persiano- , il panjabi, il sindhi e l’urdu –dall’indiano-. L’urdu è una lingua
indoeuropea con influenze persiane, turche e arabe al tempo del Sultano di Delhi e dell’Impero
Moghul (1200- 1800). È la lingua nazionale del Pakistan e significa “accampamento”, nonostante
che la maggior parte della popolazione parli il panjabi. L’urdu è usato nel Parlamento, dai mass
media ed insegnato nelle scuole. I pakistani parlano anche l’inglese, lingua della colonizzazione.
L’inglese è usato dal ceto alto, l’urdu dal ceto medio e il panjabi dalla maggior parte della
popolazione. L’urdu si scrive da destra a sinistra, come l’arabo.
32
I CREDENTI VEDRANNO IL LORO
SIGNORE NEL GIORNO DEL GIUDIZIO
paragonabile a Lui.
Tratto dal libro
“Luma’tu al I’tiqad/ Il Raggio del Credo”
di Ibn Qudama al Maqdisi
GLI HUI: I MUSULMANI CINESI
Traduzione di Fatima Asya Baraka
di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
I credenti nell’Aldilà vedranno il loro Signore
e Lo visiteranno. Egli gli parlerà e loro
parleranno ad Allāh. Allāh dice: “In quel
Giorno ci saranno dei volti splendenti, che
guarderanno il loro Signore” [Al-Qiyāmah
75: 22-23] Allāh dice: “Niente affatto: in
verità in quel Giorno un velo li escluderà dal
vedere il loro Signore” [Al-Muţaffifīn 83: 15]
Il fatto che Allāh non si farà vedere dai
miscredenti, mentre essi saranno nello stato
di disperazione e nella più profonda tristezza,
mostra che il credente vedrà Allāh perché la
sua situazione sarà totalmente opposta a
quella del miscredente. Infatti egli sarà lieto e
soddisfatto. Se non fosse proprio così allora
non ci sarebbe nessun paragone tra i credenti
e i miscredenti riguardo al vedere Allāh
nell’Aldilà. Ha detto il Profeta (la pace e le
benedizioni su di lui): “Certamente vedrete il
vostro Signore così come vedete la luna, poi
non avete nessuna difficoltà a vederla.”
(Sahīh al-Bukhari e Sahīh Muslim). Questa
affermazione del Profeta (la pace e le
benedizioni su di lui) è soltanto un confronto
tra i modi di vedere [di un essere umano] e si
riferisce solamente a lui. Tale chiaro modo di
vedere l’altro [ovvero Allāh nel Giorno del
Giudizio] ovviamente non viene paragonato
con il modo di vedere di Allāh Stesso perché
Egli non ha dei simili e per lo più nulla è
Chi sono gli Hui? Sono i cinesi musulmani.
Al contrario di quanto possiamo pensare,
vivono in Cina 20 milioni di musulmani,
quindi, non solo buddisti o seguaci di
Confucio. Certo, i musulmani cinesi sono una
minoranza, che vive pacificamente con il
resto
della
popolazione.
Perché
si
chiamano
Hui?
Sono i cinesi
“etnici” Han. Gli
Hui – la maggiore
etnia musulmana cinese- sono 7 milioni, i
restanti 13 milioni di musulmani sono divisi
in gruppi indo-europei ecc.. I musulmani
sono presenti in Cina già dall’ottavo secolo,
aumentarono nel paese tra il XIII e il XIV
secolo, con la dinastia Mongola. Nel 1274
circa a Dali, nello Yunnan ci fu un governo
islamico. Successivamente, i musulmani
costruirono in Cina una grande moschea
distrutta dal fuoco nel 1341 e ricostruita nel
1349- 51. Durante la dinastia Tang, un gruppo
di mercanti arabi e persiani giunsero in Cina
sulla via della seta e attraverso il porto di
Quanzhou. Introdussero nel paese la loro
sapienza medica, la loro cucina, ecc. Le
moschee
cinesi
sembrano
nella
costruzione dei tipici
templi cinesi, con le
pareti di colore rosso e
i versetti del Corano.
Del Libro Sacro dei
musulmani esistono diverse traduzioni in
cinese.
33
LE POESIE DI USAMA
AL AQSA
OH UMMAH DI MUHAMMAD
Giuro che non ti abbiamo dimenticato
Oh Ummah di Muhammad…
è solo un brutto periodo in cui ci siamo
allontanati
Dove sei finita?
la parola più giusta può essere addormentati?
ma basta poco e manca poco e ci si
risveglierà...
Per quale motivo il lamento è la tua unica
espressione?
Hai deciso di combattere così?
Questo è quello che puoi?
ci sarà tanto da lavorare ma ognuno di noi le
maniche si rimboccherà
Dov’è l’orgoglio?
adesso il cuore s'è svegliato, alla testa e alle
mani poi toccherà
Dov’è l’amore per Allah e per il Suo
Messaggero?
un giorno quei fiumi di
sporcheranno più la tua terra
sangue
non
i bambini non avranno più paura di morire
rinchiusi in quella maledetta serra
Come mai ti perdi in parole?
Perché non ti concentri sulla Parola?
Una bella frase non è sempre la frase giusta…
Un buon concetto non è il migliore…
e la pace ritroveranno una volta finita questa
benedetta guerra
Una brava persona non è sempre amica…
è tutto questo perchè siamo stati lontani e
adesso i nostri petti sono pieni
Un musulmano non lo è con la sola lingua…
ma noi sacrifichiamo tutto anche i nostri beni
Il sacrificio non è solo guardare…
mentre qualcuno pur di eliminarci cerca di
monificare i nostri geni
I portatori di pace non sempre la vogliono…
guerra, violenza, morte e paura
questo è ciò che cercano di incutere ma senza
fortuna
voi sterminare un popolo che nel deserto
d'agosto non beve e non mangia ma digiuna?
Il combattimento non è solo parlare…
La vita ha dei controsensi…
Così come la morte: che morte è se poi ci
risvegliamo?
Ognuno si costruisce il proprio risveglio
Chi lottando e chi dormendo…
giuro che ritorneremo
Ciò che importa è l’intenzione…
giuro che ci vedremo
Di Usama Abul Asad
il mio cuore pulsa forte e non vede l'ora...ma è
sempre sereno!
34
Nel numero scorso di “Mondo Islam” c’era un articolo sui Riti funebri islamici, in questo numero
abbiamo pensato di pubblicare una “Clausula Testamentaria” da compilare a cura di ogni
musulmano. È un discorso da non sottovalutare, siamo di passaggio in questa vita e la morte può
arrivare da un momento all’altro, senza fare distinzione di sesso, razza, età, ceto sociale ecc. Vi
consigliamo di compilarla perché abbiamo assistito alla morte di alcuni convertiti all’Islam che
sono stati sepolti con il rito cristiano in un cimitero cristiano, o addirittura cremati per desiderio
della famiglia. Per chi non lo sapesse la cremazione consiste nel bruciare il corpo del defunto, cosa
assolutamente vietata nell’Islam. Questa clausula è stata riveduta e concessa dal fratello Muadh,
credo che faccia riferimento ad una pubblicata in qualche libro dello Sheikh Abdur-r-Rahman
Pasquini, che Allah lo ricompensi. Fate copia e incolla in un documento word e stampatelo.
CLAUSULA TESTAMENTARIA
Nel nome di Allah
Il Clemente,il Misericordioso.
La lode tutta appartiene ad Allah.
O Allah,esalta benedici ed abbi in gloria
Il Tuo servo e apostolo Muhammad,
la sua Famiglia e i suoi Compagni.
Quanto sopra doverosamente premesso,io,sottoscritto (NOME e COGNOME) residente attualmente
a (NOME DELLA LOCALITA’ e INDIRIZZO),nella piena capacità di intendere e di volere
ordino,pubblico e dichiaro le mie ultime volontà riguardo al trattamento della mia salma,il mio
funerale e la mia sepoltura.
Rendo testimonianza che non c’è divinità tranne Allah,l’Unico,il Misericordioso l’Onnipotente
Creatore dei Cieli e della Terra e di quanto vi è in essi,Dio di Abramo,Mosè,Gesù e Muhammad,e
di tutti i Profeti,su loro la pace. Egli è unico titolare della qualità divina,nella quale non ha
condomino a nessun titolo,né di socio,né di figlio.
Rendo testimonianza che Muhammad (saw) è Suo servo,messaggero e ultimo dei Suoi Inviati.
Rendo testimonianza che Allah è Verità,che la Sua promessa è verità e che l’incontro con Lui è
verità.
Rendo testimonianza che l’Avvento dell’Ora è verità,riguardo al quale non c’è alcun dubbio,e che
Allah,rifulga lo splendore della Sua Luce,scevro di ogni difetto e imperfezione,con certezza
resusciterà i morti di tutte le generazioni dell’umanità,della prima e dell’ultima e di tutte le
intermedie.
Ai miei parenti e amici,ai miei fratelli e alle mie sorelle nell’Islàm,a tutti coloro che rimarranno
dopo di me,io consiglio di compiere ogni sforzo per essere veri Musulmani,in obbedienza al loro
Creatore,rifulga lo splendore della Sua Luce,e di adorarLo,in quanto è solo Lui il titolare del diritto
di essere adorato,ditemerLo,perché solo Lui ha titolo di essere temuto,e di amare Lui e l’Apostolo
35
Suo,Muhammad (saw) con amore completo ed esclusivo. Obbediscano,quindi,a Lui soltanto
attenendosi scrupolosamente alla Sua Shari’ah (Legge); diffondano e impiantino,saldamente,la Sua
religione,l’Islàm,e muoiano in completa e assoluta sottomissione alla Sua Volontà.
Ricordo loro che nessuno,uomo o donna che sia,muore prima che sia giunto il suo tempo di morire;
che la
durata di ciascuna vita è determinata con precisione prima che ciascuno di noi venga al mondo
dall’Onnipotente Creatore,rifulga lo splendore della Sua Luce. La morte è un evento tragico
soltanto per colui o colei che ha vissuto la sua vita,ingannando se stesso senza sottomettersi al
Creatore e senza prepararsi al ritorno finale a Lui. Non affliggetevi,quindi,per la mia dipartita,ma
traetene spunto per fare gli opportuni preparativi alla vostra. Siate pazienti e composti nel cordoglio
come la religione dell’Islàm prescrive. L’Islàm consente che il lutto dei parenti non superi i tre
giorni,benché alle vedove sia richiesto il lutto per quattro mesi lunari e dieci giorni,fino a
quando,cioè,la loro ‘iddah (periodo d’attesa)sia conclusa.
Le eccessive lamentazioni e le scene di disperazione sono proibite dal Creatore e riflettono soltanto
mancanza di consapevolezza islamica e insubordinazione alla volontà di Lui,rifulga lo splendore
della Sua Luce.
Infine,chiedo a tutti i miei parenti,amici e a tutti gli altri,sia che abbiano scelto di credere in ciò che
io credo sia che non lo abbiano fatto,di rispettare il mio diritto insopprimibile a questo
Credo,garantitomi dalla Costituzione della Repubblica Italiana,agli articoli 19 e 21. Chiedo loro
di rispettare questo documento,da me redatto,e di non opporvisi o modificarlo.
Piuttosto curino che la mia sepoltura avvenga come io ho richiesto che avvenga e che i miei
beni siano divisi secondo le mie precise disposizioni al riguardo. In relazione a quanto
sopra,Io ordino che nessuna autopsia o imbalsamazione venga eseguita sulla mia salma,a
meno che non sia richiesto dalla legge e che senza ritardo la mia salma venga lavata,composta
in sudario con teli scevri da ogni ornamento e poi inumata,dopo che sia stato eseguito il rito
del funerale,e che tutto questo sia eseguito da Musulmani,in osservanza dei dettami
dell’Islàm.
Quanto sopra premesso,affido al fratello(NOME e COGNOME)residente a (INDIRIZZO e N° di
TELEFONO)l’incarico di eseguire queste mie volontà ed espletare gli adempimenti necessari per il
mio funerale e la mia sepoltura secondo le norme dell’Islàm.
Nel caso che il sunnominato non sia in grado di eseguire l’incarico,affido l’incarico di cui sopra,in
via sostitutiva al fratello(NOME COGNOME,INDIRIZZO e N° di TELEFONO)e nel caso che
anche quest’ultimo non possa o non voglia accettare l’incarico,nomino esecutore il Presidente del
Centro Islamico o della comunità,o Associazione Islamica della zona dove sarà avvenuto il mio
decesso per eseguire gli adempimenti necessari per il mio funerale e la mia sepoltura; dispongo che
nessuna cerimonia funebre non Islamica venga eseguita in relazione alla mia morte e alla mia
salma; dispongo che il mio funerale non sia accompagnato da marce funebri,bandiere,stelle e
mezzelune,ritratti,simboli islamici e non islamici,e che essi vengano collocati sul luogo della
mia sepoltura; dispongo che la mia salma non sia trasportata oltre una ragionevole distanza
dal luogo della mia morte,specialmente quando il trasporto richiederebbe l’imbalsamazione,a
meno che il trasporto a lunga distanza non si renda necessario per raggiungere il più vicino
cimitero musulmano,o altro cimitero musulmano scelto dalla mia famiglia musulmana;
dispongo che la mia tomba sia scavata nella terra in completa conformità alle regole della
pratica islamica e che essa sia orientata nella direzione della Mecca,nella penisola araba,in
direzione della quale si orientano i Musulmani nel Rito d’adorazione; dispongo che la mia
salma,avvolta nel sudario,sia sepolta,senza cassa,in modo che non sia separata dalla terra. Nel
36
caso che le leggi locali prescrivano inderogabilmente che la sepoltura avvenga in una
bara,ordino che essa sia del tipo più semplice ed economico possibile e,inoltre che la bara sia
lasciata aperta durante le esequie e riempita di terra a meno che non sia proibito dalla legge;
dispongo che la mia tomba sia allo stesso livello del suolo o solo leggermente più alta,senza
costruzioni o strutture permanenti di qualsiasi genere su essa; l’indicatore,se necessario,a da
essere una semplice pietra,sulla quale non ci devono essere iscrizioni o simboli, al solo scopo di
indicare la presenza della tomba.
Seguono le disposizioni testamentarie relative al patrimonio.
NOME LEGALE….
NOME ISLAMICO SE DIFFERENTE….
FIRMA AUTOGRAFA….
AUTENTICA NOTARILE DELLA FIRMA….
FIRME DEI TESTIMONI….
FIRMA DEL NOTAIO….
La lode tutta appartiene ad Allah Signore dei Mondi.
Come aprire un negozio
Ecco alcune informazioni per voi su come
aprire un negozio, fate attenzione, che sia il
tutto fatto in modo HALAL. Per certe attività
è meglio cominciare a vendere via internet, è
un modo meno rischioso per spendere il meno
possibile, e in seguito aprire un negozio vero
e proprio in mattoni.
Non è indispensabile avere subito un negozio
"in mattoni". Devi aprire la p.iva e
comunicare al comune in cui risiedi che vuoi
aprire un attività commerciale. In questa sede
dovrai specificare il luogo in cui vendi cioè
l'indirizzo del sito web.
Fai moltissima attenzione ai truffatori.
Prendono di mira i nuovi siti ancora inesperti.
In particolare:
1) Se ti pagano con carte di credito clonate
(cosa normale) a rimetterci sarai tu e non il
legittimo titolare della carta di credito ne la
banca che gestisce la transazione. Fatti
mandare un fax con il documento di identità
del titolare della carta di credito (non serve
praticamente a nulla ma ti da una minima
speranza in caso di contenzioso con cartasi).
2) Fai viaggiare i pacchi sempre assicurati.
Considera che alcuni pacchi verranno aperti e
consegnati ai clienti vuoti.
3) Non accettare assegni per nessun motivo.
4) Ignora le molte richieste di acquisto che
riceverai da Singapore, dalla Nigeria e simili.
Meglio aprire un conto corrente postale puoi
farti fare bonifici e pagamenti con bollettino
al costo di un euro, verifichi il pagamento e
spedisci la merce. Considera che se usi carte
di credito dovrai avere sul tuo sito supporto
https per la transazione di dati sensibili. Per il
37
software opterei per Oscomerce, è semplice
da usare, Opensource, e personalizzabile, il
miei piani di Hosting comprendono il tool
Fantastico che permette di installare
Oscomerce o Cubecart con un clic.
9) Gestire eventuali ordini dei clienti
In alternativa, apri online un "negozio ebay".
Fai il Power Seller.
Il tutto tratto da questo sito:
In fin dei conti non costa tanto, le spese di
spedizione
(e
la
tua
"tassa"
di
impacchettamento & spedizione) le scegli tu.
http://www.alverde.net/forum/commercioelettronico-e-commerce/74733-passi-baseper-aprire-un-negozio-line.html
Sicuramente il prodotto che vendi sarà molto
più visibile che qualsiasi sito specifico.
Per il “commercio al dettaglio” (B2C ) che si
intende, invece, “l’attività svolta da chiunque
professionalmente acquista merci in nome e
per conto proprio e le rivende, su aree private
in sede fissa o mediante altre forme di
distribuzione, direttamente al consumatore
finale”
1) è necessario aprire partita iva regolare.
2) Richiedere al comune il Modello COM 1 Per inizio attività e-commerce, per
l'attivazione del commercio elettronico - art.
18 del D.Lgs. n. 114/98
3) acquistare un software per attività ecommerce, ve ne sono tanti in forma
concorrenziale,
o
scaricarne
uno
gratuitamente e personalizzabile ("richiede
conoscenza di webmaster o programmatore
web in talun casi")
4) Acquistare dominio internet o nome del
sito web con requisiti minimi del software ecommerce adottato
Poi se le cose vanno bene... ti fai il vero e
proprio sito internet con lo shopping cart.
Tratto da quì:
http://it.answers.yahoo.com/question/index
?qid=20071012143307AAkZ3OS
Per un vero negozio in mattoni ecco alcuni
siti che spiegano le varie procedure:
http://www.informagiovaniitalia.com/Come%20aprire%20un%20neg
ozio.htm
e qui:
http://www.informagiovaniitalia.com/Mettersi_in_proprio.htm
interessante anche l’idea di aprire una
libreria, fare attenzione anche qui al tipo di
libri da vendere, nei nostri casi soprattutto
religiosi:
http://www.studenti.it/lavoro/comediventar
e/come_aprire_una_libreria.php
5) Installare il software sul sito web
6) Catalogare i prodotti
7) Osservare sempre e comunque gli Aspetti
Legali per la pubblicazione di siti ecommerce, per evitare il rischio di sanzioni
8) Pubblicizzare il tuo sito con campagne
pubblicitarie tipo google adsense o altre.
38
FILM
MOSTRE
“Arte
della
Civiltà
islamica” al Palazzo
Reale di Milano, molto
interessante inshaAllah.
Presenta ben 350 opere
scelte
da
Giovanni
Curatola. La collezione è dello sheikh Nasser
Sabah Ahmed al-Sabah raccolta in 25 anni
assieme alla moglie: artigianato artistico,
geometria, arabesco, figura e gioielli, il tutto
dal 31 ottobre al 30 gennaio 2011. “Per
conoscere una cultura –spiega il professore di
archeologia e storia dell’arte musulmana
Giovanni Curatola-, il messaggio artistico
credo sia fondamentale, ed importante è
conoscere, abbiamo sempre paura di quello
che per noi è sconosciuto o quasi. Questo
Islam di cui si parla spesso in realtà si sa
davvero poco. Si conoscono gli aspetti
politici, molto spesso sono fatti nemmeno
troppo correttamente esposti al pubblico.
Sono convinto che l’occasione di vedere una
mostra su una cultura, una civiltà, che ha più
di mille anni di storia, e che si presenta
attraverso alla veste artistica, credo sia
un’occasione importante, un’ occasione che
va colta, per vedere con i propri occhi una
straordinaria avventura artistica che ci
riguarda, perché le radici del monoteismo, le
radici dell’arte sono in molti casi veramente
analoghe. Si copre una geografia che va dalla
Spagna islamica alla Cina. È un percorso
cronologico
che
racconta
dall’inizio
dell’Islam intorno al settimo e l’ottavo secolo
fino al 600 circa. Dopo questo c’è un
approfondimento di certi temi essenziali,
come
la
calligrafia,
la
geometria,
l’arabesco”.
MUHAMMAD THE LAST PROPHET
È un film d’animazione di Richard Rich,
pronto dal 2001, ma l’11 Settembre aveva
bloccato la distribuzione. Il film racconta la
storia del Profeta Muhammad, senza
mostrare il suo volto, rispettando la tradizione
islamica. “I pochi che
hanno visto il film negli
Stati Uniti –afferma il
regista- ne sono rimasti
impressionati. Mi hanno
confessato di essersi resi
conto di non conoscere
per nulla la vita del
Profeta
Muhammad
(saw). Io stesso quando ho iniziato il film
sapevo ben poco di Islam. Se solo qualcuno
avesse il coraggio di distribuirlo nei nostri
cinema… Sono troppo felice di aver
partecipato a questo progetto e sono pronto a
un seguito”.
Come è nata l’idea di questo cartone animato
sulla storia del Profeta? È nata ad un
imprenditore dell’Arabia Saudita, ricco,
musulmano praticante, di nome Muwaffak
Al-Harithy. Aveva visto in Tv la pubblicità di
una serie di video cassette di cartoni animati
sulla storia del cristianesimo. Acquistò
l’intero pacchetto e ne rimase subito
entusiasta. Pensò: “Voglio fare qualcosa di
simile sull’Islam per il mio popolo e per i
nostri bambini”. Contattò subito il migliore
sul campo, cioè Richard Rich, autore dei film
sulla Bibbia e per ben 14 anni uno dei registi
di punta della Walt Disney Corporation.
Harithy spiega il film: “Film di alta qualità,
educativo e divertente allo stesso tempo.
Volevo il meglio del meglio, in questo campo
è Hollywood. Guardatelo anche voi, potrebbe
farvi cambiare idea sull’Islam”. Harithy si è
mosso con cautela “Non è mai stata mia
39
intenzione mancare di rispetto al Profeta”,
così ha sottoposto la stesura della
sceneggiatura a due professori musulmani
esperti di legge islamica, dell’Università della
California e all’Università del Cairo AlAzhar. Nonostante questo il film è stato
criticato da alcuni musulmani. Per la
preparazioni ci sono voluti 2 anni, 196.000
disegni e 10 milioni di dollari.
CD
Ahmed Bukhatir “Moments with Allah”
(Du). Questo è il nuovo cd di Bukhatir. La sua
voce
è
inconfondibile e
come
sempre
molto dolce e
melodiosa.
Anche i brani in
inglese
sono
interpretati
molto bene, in
passato la sua voce non era molto portata per
la lingua inglese, non convinceva molto ad
eccezione di brani come “Last breath” e pochi
altri. In questo cd ha dato prova del contrario
è molto convincente in brani come
l’orecchiabile “Hold these days”, “Yusuf” e
“Remember them”, altrettanto lo è con i brani
in arabo come “La ilaha illaAllah”, purtroppo
dovrà lavorarci ancora molto col francese,
l’unico brano del cd è “Pourquoi Les
Hommes Pleurent”. 10 i nasheeds in questo
cd. La Storia: È famoso nel mondo arabo ed
in particolare nel Golfo. È nato a Sharjah
negli Emirati Arabi il 1975. A 14 anni incise
il suo primo nasheed, nel 1993 è la volta di
brani come “Ya man yara”, “Hijab” e
“Ummi”. Il suo primo cd ufficiale è “Entasif
al Lail” pubblicato nel 2000, seguono altri
album come “Da’ani” del 2005 e “Hasanat”
del 2007. “Last breath” è il suo primo
nasheed in inglese, inserito nel cd “Samtan”
del 2004, 7 sono gli album ufficiali sino ad
oggi. La sua voce è molto delicata, i suoi
video molto belli e curati, come “Last
breath” in due versioni, “Forgive me” e
“Zawjati- Dear my wife”. Il sito ufficiale:
http://www.bukhatir.org/
Sami Yusuf “Al- Mu’allim” (Awakening).
Ormai è conosciuto ovunque. Recensiamo
solo il primo album,
secondo noi il migliore.
I nasheed qui presenti
sono accompagnati solo
da strumenti come il
Duff – unico strumento
lecito, inshaAllah- e
pochi altri, ma le
maracas
poteva
risparmiarle. I testi sono molto belli: “luce dei
miei occhi o Muhammad, nostro Profeta la
pace sia su di te” da “Al-Mu’allim” o “Lui ha
creato gli alberi, Lui ha creato gli animali”
da “The Creator”. “Al- Mu’allim” che
significa “Il Maestro” in questi casi il nostro
Profeta Muhammad (saw) è del 2003, cd
lanciato nei programmi di Amr Khaled,
riscontrando un enorme successo. La sua voce
è molto delicata ed intonata, mescola la lingua
inglese con quella araba, i ritmi soft con
motivi
orecchiabili,
da
ricordare
e
canticchiare. Peccato che gli album successivi
siano pieni di strumenti musicali, sarebbe
stato più bello se avesse continuato su questa
linea (maracas a parte). Dopo “Al Mu’allim”
esce nel 2005 “My ummah” in due versioni:
la prima con musica (purtroppo) e la seconda
solo con voci e Duff (strumento a
percussione). Siamo convinti che la miglior
cosa per interpretare nasheed sia quella di
usare solo la voce come fa Ahmed Bukhatir
o al massimo il Duff, meglio non mescolare la
musica con canti che recitano testi dedicati ad
Allah (swa). La musica pop è una cosa, il
genere “nasheed” è tutt’altro.
40
Mishari Rashid Alafasy “Thekryat/
Zekrayat” (AlafasyTv). Pubblicato nel 2008
“Thekryat”
o
“Zekrayat” come
viene pronunciato,
è un godibilissimo
cd con ben 17
brani. Inizia con
“Enta mien”
e
conclude con “Ya baladi”. “La Ilaha Illa
Allah” e “Asma Al-Husna” –una fra le tante
versioni in circolazione sui nomi di Allah
(swa)- sono le più apprezzate dal grande
pubblico, mashaAllah. Mishari dimostra
ancora una volta di saperci fare non solo nella
recitazione del Corano, anche con questi
nasheed. La Storia: Una delle voci più
apprezzate in questi ultimi tempi è quella
dello Sheikh Mishary Rashìd Alafasy, nato
in Kuwait il 5 Settembre 1976. Ha studiato
nell’università di Medina, nel College del
Sacro Corano e Studi Islamici. E’ l’imam
della moschea Al Kabir in Kuweit. Ha due
canali televisivi il Alafasy Tv e Alafasy Q.
Recita spesso in stile Tajuìd ed interpreta
molti nasheed islamici. Molto note le sue
versioni di “Tala al badru aleina”, “Elahy”
e “Ma Allah”. Il suo primo Album è “Uyoon
Al Afaaee” (2004), seguono: “Laysa Al
Gharib” (2005), “Haneeni” (2006), “Qalbi
Sagheer” (2007), “Zekrayat” (2008),
“Ramadan” (2009) e “Musheer Ahmed
Khan” (2010). Molto belli i siti:
http://alafasy.tripod.com/
e
http://www.muslimtents.com/alafasy/#anashe
ed
Zain Bhikha “Mountains of Makkah”
(Jamal Records). E’ uscito nel 2005, come
aveva
lui
stesso
anticipato e contiene
nasheed ispirati al suo
primo
Pellegrinaggio
alla Mecca: “Mountains
of Makkah”, “Heart of
muslim”, “City of Medina” e “The Journey”
scritta anni prima del Pellegrinaggio. Alcuni
brani sono registrati con il Duff, altri solo con
voci. Molto suggestiva la copertina e
naturalmente la sua voce.
Muhammad Milad Razi “Amaan Nee
Amaan” (Osa) Questo è l’album che ha fatto
scoprire questo giovane pakistano-scozzese,
molto interessante, in lingua urdu. Nasheed
molto orecchiabili per una voce molto
gradevole. Fra i
pezzi: “Amaan Nee
Amaan”, “Durood
Sharif”
e
la
freschissima “Mein
Taliyan Nabi Diyan
Choomda”.
E'
giovanissimo, aveva solo 18 anni quando è
uscito questo cd, è nato nel 1990. Il suo
primo CD di Nasheed risale al 2005,
"Nasheeds of Milad" e "Yaad-e-Hussain"
sono tra i suoi primissimi lavori. Purtroppo,
come è successo per Sami Yusuf e ad altri
artisti, ha ceduto recentemente al genere
“musicale”.
Raihan “Bacalah” e “Ameen” (Raihan
Records). Continua il successo per i Raihan
con i loro album. “Bacalah” ha 16 brani, tra
questi: “Bacalah”, “Assalamu aleikum”,
“Puji-pujan” e “25 rasul”.
“Ameen” –vedi copertina
a sinistra- ne ha 10: “99
names”, “Ameen” e “Do
you know Him?” con i
Mecca2Medina. Nei due
album ripropongono l’inconfondibile modo di
interpretare nasheed, il tutto quasi sempre
nella loro lingua malese.
41
Zain Bhikha “Faith” (Jamal Records) E’
stato pubblicato qualche anno fa, è gradevole
e non toglie né aggiunge nulla
alla carriera di Zain. Canti
religiosi tranquilli, a volte più
allegri come “Wedding song” in
due versioni –meglio la secondae “Wonderful world”. In alcuni
brani Zain duetta con altri come
in “Glory be to Allah”. Molto
triste “I won’t weep for you” che
inizia con spari di mitra contro
gente che urla spaventata, dura
solo 1’49’’ breve ma efficace. La più bella è
sicuramente “Lord of all the worlds” . È stata
inserita anche “A is for Allah” di Yusuf
Islam interpretata da Zain. Chiude l’album
“Where we belong”, molto carina.
Mamdouh “L’Islam è amore” (Canti Islam)
Registrato alla fine del 2006 e pronto dal
2007, questo cd di Mamdouh è forse il più
noto al pubblico per via del brano “L’Islam è
amore” o “Islam is love” a seconda della
versione. Il cd contiene 8 brani ed ognuno di
essi racconta un argomento
diverso: “L’Islam è amore”
spiega cosè realmente
l’Islam; “I versetti del
Corano” che non sono
sanguinari e non incitano
all’odio; “Questo è l’hijab”
l’importanza
per
la
musulmana di indossare il
velo; “Perché non preghi
più?” dedicato a chi non
pratica molto la religione trascurando la
preghiera; “Ramadan è un mese speciale” sul
sacro mese del digiuno e la sua importanza; “I
Giardini dell’Eden” sul Paradiso; “Il
Pellegrinaggio” altro pilastro fondamentale
per il musulmano da adempiere alla Mecca;
ed infine “Musulmani sottomessi a Dio” il
vero significato della parola “muslim”. Per
l’ordinazione: [email protected]
42
RISTORANTI
* IL GIROS Il Giros sarebbe l’attrezzatura
per il kebab. Locale nuova apertura, -prima ce
n’era un altro gestito da italiani-, spazioso,
molto colorato, giovanile, il rosso ricorda il
sugo per la pizza e l’arancione fa venire in
mente la Fanta. È frequentato da molti italiani
– i giovani amano tantissimo il kebab - e non
solo. Si mangia molto bene e il personale è
affabile e scattante. Mohammed vi accoglierà
con la sua gentilezza inconfondibile. Comodo
per il parcheggio. Pizza, kebab e altre
specialità, consegna a domicilio gratuita.
Tutte le specialità sono d’asporto. Aperto tutti
i giorni sino alle 02,30 di notte, chiusura dalle
15 alle 17,30. A Mariano Comense provincia
di Como in Corso Brianza 26.
* K2 KEBAB Il nome “K2” sta per
Karakorum 2” è un monte dell’Himalaya , ai
confini tra la parte del Kashmir controllata dal
Pakistan e la provincia autonoma tagika di
Tashkurgan di Xinjiang (Cina). All’entrata il
locale sembra piccolo, in realtà ha un'altra
sala a fianco dove poter consumare
comodamente le specialità arabe e pakistane.
Il mangiare è squisito, soprattutto il riso
basmati e la carne d’agnello. Uno dei
pochissimi pakistani dove dopo aver
consumato non hai il mangiare sullo stomaco
tutto il giorno. È tra i migliori nel genere. Da
provare. Doner kebab e caffetteria di Ahmed
Mansha, personale e cibo pakistano, in via
Milano 238 a Como.
* EURO 2000 Anche questo posto è molto
colorato, sarà un nuovo modo di proporsi al
pubblico per attirare l’attenzione? La pizza
non è male, il posto però si affolla facilmente
anche perché è piuttosto piccolo. È
consigliabile consumare la pizza a casa, infatti
è una pizzeria d’asporto. Non abbiamo ancora
capito perché il locale ha il nome “Euro
2000”, sicuramente perché è stato aperto negli
anni in cui è entrato l’euro. Consigliamo di
cambiare il nome, per qualcosa di più
interessante. Pizzeria d’asporto, nuova
gestione, corso Roma 153/U- Cologno
Monzese (Mi).
SITI
Nuovo sito di Harùn Yahya (vedi articolo da
pag.5) dedicato al libro “Segreto al di la
della materia”, cliccando nelle altre sezioni
si può accedere agli altri suoi siti:
http://www.segretoaldiladellamateria.com/
Altro social network per musulmani simile
a
Millatface
book (vedi
numero
scorso).
Molto
carino il
logo
(sinistra):
http://www.
madina.co
m/
Tu chiedi e il Corano risponde, è questo il
messaggio del sito in molte lingue, fra queste
l’italiano. Davvero interessante, affronta
diversi argomenti usando le fonti più sicure
inshaAllah: http://www.rasoulallah.net/
Abbiamo trovato questo sito turco per caso,
bellissimo, con moltissimi video e
registrazioni audio del recitatore sheikh
AbdEl Basset, la sua voce è definita “una
delle voci nel Paradiso” inshaAllah. È tra i
recitatori
da
noi
preferiti:
http://www.abdussamed.biz/
Non potevamo non inserire in questa rubrica
il link di questo portale che si è rivelato
molto utile per l’articolo sull’ebraismo da
pag. 13. Dalla Bibbia al Corano, i testi sacri
43
on line. Troverete: il sito del Vaticano, con la
Bibbia in italiano, latino, inglese e spagnolo;
l’unico sito in ebraico con il testo della
Bibbia ebraica in lingua originale e tradotta
direttamente in italiano; un portale in inglese
con i link dei vari siti con i testi delle
religioni e filosofie orientali; ed infine il sito
con il Corano in italiano tradotto da Hamza
Piccardo:
http://www.aggiornamentisociali.it/0909inrete
.html
Canale Youtube con i video del fratello
AbdEl Jalil Umberto Marcozzi (vedi
articolo
a
pag.
16):
http://www.youtube.com/user/Abduljalil85
MOSCHEE
CENTRO ISLAMICO TURCO. Non
conosciamo il nome di questa moschea a
pochi passi dalla stazione centrale di
Milano. Si trova in una via interna, in Via
Fara 30. Il posto è piccolo, accogliente, al
contrario degli altri centri che sono simili a
garage, capannoni o scantinati, questo centro
sembra più un ufficio o un appartamento.
Luogo tranquillo con la khutba in turco con
alcune frasi in arabo.
CENTRO ISLAMICO Sono anni che esiste
questa moschea, apprendiamo da internet che
si chiama “Moschea di Umar ibn al
Khattab” anche questa a pochi passi da una
stazione (di Torino), ed anch’essa in una via
nascosta, all’interno di un palazzo. È un basso
fabbricato all’interno del cortile. Al piano
terra c’è la moschea e al primo attività di
insegnamento per adulti e piccini. Abbastanza
grande, ben organizzata e frequentata
soprattutto da marocchini, egiziani ed
africani. Si trova vicina a negozi arabi,
kebabberie e macelleria halàl. In Via Saluzzo
18 (Torino)
CENTRO
dall’esterno
ISLAMICO CULTURALE
mette tristezza, sembra un
fabbricato tipo magazzino –purtroppo la
situazione in Italia è quella che è-, ma
all’interno la piccola moschea è molto
graziosa. Ci siamo stati un paio di volte alcuni
anni fa di venerdì, l’imam era un giovane
magrebino con una bella voce. In corso
inglese 214 a Sanremo (IM).
LIBRI
Il libro “La Parola” dei Quaderni Islamici
di Abdu-r-Rahman Pasquini è un libro
scorrevole e utile per tutti, soprattutto per noi
musulmani. La parola (Al- Kalimah) è uno
degli aspetti fondamentali della creatura
umana. Il criterio islamico per il controllo
della lingua è l’utilità (islamica) di parlare; se
non c’è un’evidente utilità (islamica) nel
parlare, il musulmano ha il dovere islamico di
tacere. Ciò significa che il musulmano deve
astenersi dai discorsi futili e dai pettegolezzi,
piuttosto taccia. “Chi sa tacere si salverà”
disse il Profeta (saw). Il musulmano non deve
mentire e giurare il falso, solo in tre casi è
lecito mentire:
1- Mentire in guerra
2- Per dirimere una controversia; cioè se
un tiranno ti chiede dove è un
musulmano per opprimerlo e tu sai
dov’è, è obbligatorio mentire.
3- Nel matrimonio per non creare
dissapori, per appianare divergenze.
Pasquini cita due volte l’Imam Al- Ghazali, il
quale disse: “La parola è un mezzo per
raggiungere degli obbiettivi…”
http://www.edizionidelcalamo.com/
Stampati nel 2005 pubblicati da At-Tariq di
Hassan Al Banna: “Al Wazifa” e “Al
Ma’thurat”. Entrambi pubblicati con 2
copertine di colore differente, in blu e in
bianco. La copertina del primo è rigida. I due
44
libri riportano le invocazioni quotidiane tratte dal Corano e dalla Sunnah del nostro Profeta
Muhammad (saw). Preferiamo “Al Ma’thurat” perché più completo, con invocazioni da dire per
esempio alla mattina, al risveglio: “La lode appartiene ad Allah che ha creato il sonno ed il
risveglio. La Lode appartiene ad Allah Che mi ha risvegliato sano e salvo. Io rendo testimonianza
che Allah resuscita i morti, ed Egli è Onnipotente, senza che Allah, L’Eccelso non dica ‘Il Mio
adoratore ha detto la verità’.” Riportato da Ibn As-Sunni . O quando ci rechiamo in moschea: “O
Allah, metti nel mio cuore una luce, nei miei occhi una luce, e nel mio orecchio una luce, alla mia
destra una luce e alla mia sinistra una luce, al di sopra di me una luce e sotto di me una luce ,
davanti a me una luce e dietro di me una luce. O Allah, suscita in me una luce e falla risplendere”.
Riportato da Al Bukhari. E tante altre invocazioni da dire in ogni situazione, in italiano e in arabo
con traslitterazione. Questo libro ricorda un altro libro di invocazioni pubblicato nel 2003, dal titolo
“Il ricordo e l’invocazione di Allah” di Sadik Mohammed Sharaf pubblicato da Al Hikma, che
vi consigliamo. Oltre ai due libricini esiste un cd “Al Wazifa (tratti dalla Risàlat al- ma’thùràt)”
di Hassan Al Banna. Dalla traccia 2 alla 40 le invocazioni sono in arabo e italiano, e dalla 41 alla
43 solo in arabo. Da non perdere.
MOLOHIA
La Molohia è un piatto tipico egiziano che
tutto il mondo arabo conosce. Si possono
comprare le bustine di
Molohia nelle macellerie
arabe, non costano molto.
La Molohia è un’ erba
estiva difficile da trovare,
le bustine sono più facili da reperire, una volta
acquistate il resto sei tu a prepararlo. Per
incominciare preparate brodo di manzo o di
pollo , una volta caldo togliere la carne,
mettere in un pentolino un po’ di olio e 2
spicchi di cipolla tagliuzzati. Mettere nel
brodo 2 cucchiai di Molohia e lasciare 3 o 5
minuti in modo che esca il vapore. Per finire
mettere i pezzi di cipolla con un po’ di sale
nel brodo di cottura per altri 5 minuti.
BIGNE’ DI GAMBERONI E POLLO
Pulite 300 g di gamberoni e tritateli insieme
con 150 g di petto di pollo: tritate una cipolla
e unitela agli ingredienti precedenti, poi
aggiungete un cucchiaino di zenzero tritato,
uno di lievito in polvere, un pizzico di
glutammato e un cucchiaio di amido di mais.
Date una mescolata in modo da amalgamare
gli ingredienti, aggiungete un cucchiaio alla
volta, un albume sbattuto fino a ottenere un
composto ben legato. Insaporitelo con del sale
mescolando piano per non smontare l’albume.
Fate scaldare abbondante olio nella padella
dei fritti: prelevate con un cucchiaino dei
mucchietti di composto e tuffateli nell’olio
(non più di 7-8 per volta). Fate friggere i
bignè finchè saranno gonfi e dorati,
sgocciolateli con una schiumarola e passateli
su carta assorbente. Tenete in caldo quelli
pronti, mentre friggete gli altri.
FLAN DI COCCO MESSICANI
Media difficoltà- tempo: 1 ora e 20 minutiingredienti per 4 persone. 2 uova, 4 tuorli, 70
g di polpa di noce di cocco grattugiata, 350
ml di latte condensato non zuccherato, 100 g
di zucchero di canna, 100 g di zucchero
semolato, una piccola arancia, cannella in
45
polvere. Per decorare: fettine di cocco fresco.
Mescolate il latte in una ciotola con lo
zucchero di canna e ½ cucchiaino di cannella,
unendo a poco a poco e il succo d’arancia.
Sbattete a parte le uova con i tuorli, poi
amalgamatevi il latte, mescolando bene con
una frusta. Preparate il caramello: versate lo
zucchero semolato in una piccola casseruola
con sei cucchiai di acqua e cuocete, senza
mescolare, fino ad ottenere un caramello
decorato. Trasferitelo quindi in uno stampo
rettangolare e fatelo scorrere bene sul fondo e
sulle pareti. Versatevi dentro il composto
preparato e cuocete a bagnomaria in forno
preriscaldato a 180 gradi per 50 minuti. A
cottura ultimata togliete lo stampo dal forno e
lasciate raffreddare completamente il flan, poi
sformatelo su un piatto e lasciatelo riposare in
frigo per un paio d’ore. Guarnite infine con le
fettine di cocco e servite. Se usate della noce
di cocco liofilizzata, fatela prima rinvenire in
un po’ di latte fresco.
TE’ ALLA MENTA MAROCCHINO
Far bollire l’acqua in un pentolino, mettere un
po’ d’acqua bollente e 1 cucchiaino di tè
verde nella teiera, scaldarla per qualche
secondo e gettare l’acqua senza buttare le
foglie, aggiungere alcuni rametti di menta e
l’acqua
bollente,
scaldarlo ancora per
alcuni
secondi.
Spegnete il fuoco sotto
la teiera, aggiungete 5,
8
cucchiaini
di
zucchero,
mescolate
bene, versate il tè in un
bicchiere diverse volte, sino ad ottenere un
po’ di schiuma. Una volta pronto versate il tè
nei bicchieri ad una certa altezza, e serviteli.
Solitamente i bicchieri sono decorati, molto
belli da vedere.
TE’ EGIZIANO
Mettete l’acqua in un pentolino fino a
ebollizione, versate l’acqua nei
bicchieri con dentro di ognuno
un cucchiaino di tè fino nero El
Arosa e 2 o 3 di zucchero.
Lasciate riposare per un
minuto e servite. Il tè Al Arosa
è un tipo di tè egiziano fra i migliori e sulla
confezione è raffigurata una sposina vestita di
rosso. Al Arosa significa “sposina”,
“fidanzata”.
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
I DELFINI
Il delfino è un animale comune, ma anche tra
i più conosciuti ed amati. Per certi aspetti i
delfini sono più simili a noi
che ai pesci. Sono molto
intelligenti, socievoli e
sensibili. Nelle acque delle
Galapagos è più facile
incontrare il delfino Tursiops Truncatus,
noto anche come “naso di bottiglia” e il
Delphinus Delphis, più comune e che molti
di voi avranno visto in Aquarium di località
balneari. Il delfino più grande è l’Orca. Per
chi non lo sapesse le Galapagos (o isole delle
tartarughe) sono un arcipelago di 14 isole
vulcaniche nell’Oceano Pacifico dell’America
del sud. Gli Aquarium sono quelle grandi
vasche trasparenti piene di acqua, piante ed
animali, in questi casi mammiferi acquatici,
esposti al pubblico. Quando osserviamo gli
animali, la natura, non
46
possiamo che rimanerne stupiti per tanta
bellezza, per la grandezza della creazione di
Allah (swa) Creatore di tutte le creature.
Appena vediamo un animale non possiamo
che dire “subhanaAllah!”. La stessa cosa
capita di fronte a questi delfini, con il sorriso
sempre stampato sulle labbra, che ci guardano
con quegli occhietti dolci, a forma di
cuoricini, come li hanno definiti, amatissimi
dai bambini. I delfini non possono rimanere
sott’acqua per troppo tempo, solo pochi
minuti a dire il vero. Hanno la pelle liscia, la
loro lunghezza è tra i 200 e 250 cm, vivono
per circa 30 anni. Si cibano di pesce, - il pesce
vi ricordiamo che è uno degli alimenti più
sani ed equilibrati, ricco di proteine-, calamari
e crostacei. Hanno molti denti piccoli ma
taglienti ed appuntiti, che usano non per
masticare, poiché il cibo viene inghiottito per
intero, bensì per afferrarlo. L’acqua che
ingeriscono non è quella del mare ma quella
contenuta nel pesce di cui si stanno nutrendo.
Sono state classificate 40 specie di delfino,
suddiviso in 17 generi. Il delfino è stato usato
molto nelle mitologie e leggende. Come ad
esempio Poseidone che suggellò (sempre
secondo la leggenda) l’amicizia tra delfini ed
umani.
Il
delfino
compare
persino
nell’iconografia pagana con Nettuno. Mircea
Eliade (1907- 1986) spiegava sulla
mitologia: “il mito racconta una storia
sacra; riferisce un avvenimento che ha avuto
luogo nel tempo primordiale, il tempo
favoloso delle origini. È dunque sempre il
racconto di una
‘creazione’: si
narra
come
qualcosa
è
stato prodotto,
come
ha
cominciato a
essere”. Il racconto mitico nasce come
qualcosa di vero anche se non è detto che lo
sia, la leggenda invece è un racconto molto
antico, presenta alcuni elementi reali
trasformati in qualcosa di fantasioso, o storia
inventata che trae spunto da fatti accaduti
realmente. “La leggenda non è poi così
lontana dalla realtà; -diceva Jacob
Christillin (1863- 1915)- è la storia non
ancora messa a punto”.
L’ELEFANTE AFRICANO E L’ASIATICO
L’elefante africano è più grosso di quello
asiatico che è più piccolo, debole con
orecchie e zanne più corte. L’elefante africano
(loxodonta africano) è altro fino a 4 m, pesa
5-6 tonnellate e il peso delle zanne è fino a
100 kg. Le sue orecchie sono enormi, la
fronte lombata, ha 4 zoccoli ai piedi anteriori,
3 ai posteriori. La specie è in via d’estinzione
essendo
stata oggetto
di
caccia
accanita per
l’avorio
delle
sue
zanne.
L’elefante
mammifero, erbivoro, vive in branchi. Ha
una vista molto debole, udito e olfatto
eccezionali. Ama l’acqua nella quale tuffarsi
per liberarsi dai parassiti che l’infestano e se è
ferito diventa intrattabile e pericoloso. Il più
noto antenato dell’elefante è il Mammut. La
superficie del profilo dorsale dell’elefante
asiatico (elephas indicus) è molto curva
verso l’esterno. Questo tipo di elefante viene
facilmente adoperato nei circhi poiché si
addomestica facilmente ed anche per
trasportare oltre ad essere usato come bestia
da tiro. Le zanne sono sviluppate solo nei
maschi. E’ un animale molto intelligente, vive
a lungo fino a 150 anni e partorisce un solo
piccolo alla volta dopo una gestazione di circa
2 anni. Vi sarete sicuramente chiesti perché
gli elefanti hanno paura dei topi. La
spiegazione è semplice, poiché temono che i
topi penetrano nella loro proboscide, la loro
parte più sensibile.
47