Numero 3- anno 1- Novembre 2010 Giornale gratuito
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Numero 3- anno 1- Novembre 2010 Giornale gratuito
Numero 3- anno 1- Novembre 2010 Giornale gratuito ALLAH E’ AMORE, E’ IL PIU’ FORTE buttandoci per terra. La forza di combatterlo Allah è gioia Allah è amore Allah è vita Allah è speranza Allah è tutto per me non voglio questa vita ma l’altra. Allah è il Creatore dell’universo. Il Diavolo continua ad attaccare manifestando il suo odio, ferendoci nell’anima. Si prende gioco di noi ci spinge con forza viene da Allah, la forza di Allah è tirarci su e continuare a lottare più forti di prima. Allah ci da la vittoria e trionferà su tutto ciò che è male e il Diavolo non può nulla contro la forza di Allah Allah è il più forte. Mamdouh Editoriale - 4 Le poesie di Usama – 34 Conferenza scientifica sulle origine della vita - 5 Cose utili per noi musulmani da sapere – 35 So che l’Islam e’… - 7 Gran Bazaar: mostre, film, cd, ristoranti, siti, moschee, libri– 39 L’educazione dei figli- 8 Riguardo i matrimoni forzati- 10 I convertiti all’Islam – 10 La voce di nuovi musulmani – 11 Ebraismo – 13 Chi era Umar Ibn Al-Khattab? – 16 I pashtun e l’Afghanistan – 20 Chi era Bilàl? - 21 I musulmani in Nigeria - 24 La morte della madre - 25 I nostri digiuni e le commemorazioni- 27 Le 7 persone che sono nella protezione di Allah (swa)- 28 Jermaine Jackson musulmano da piu’ di 20 anni - 28 L’hijab e la paura degli “altri” – 30 La lingua Urdu pakistana – 32 I credenti vedranno il loro Signore nel Giorno del Giudizio – 33 Gli Hui: i musulmani cinesi– 33 Il Ricettario – 45 Animali nel mondo: i delfini/ l’elefante africano e l’asiatico – 46 Redazione: Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Hanno collaborato: Giorgia Afnan Mohammed Al Khald Nasirah Cavaney AbdEl Jalìl Umberto Marcozzi Ummusama Zeinab Nour White Amina umm Samìr Fatima Asya Baraka Usama Abul Asad Un ringraziamento a: Muadh e Rabia Editore: El dìn Ed. Sito: http://mondoislam.altervista.org/ e-mail: [email protected] Assalamu aleikum, siamo entrati nel mese islamico di Dhu-l –Hijja, il mese in cui molti musulmani si recano alla Mecca per il Pellegrinaggio maggiore Hajj. Questo mi riporta alla mente il mio Pellegrinaggio di 1 anno fa, l’anno scorso c’ero anche io fra i 2 milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo, e forse anche un numero superiore, al di là delle previsioni, che davano già per scontato un numero minore di affluenza a causa della suina, ricordate? I musulmani non si sono fermati davanti a nulla, me compreso, di fronte alla più grande ed importante esperienza di tutta una vita. Il Profeta Muhammad (saw) ha detto:"Non c'è opera migliore di quelle fatte in questi 10 giorni di Dhu-l- Hijja”. I Compagni dissero: “Nemmeno il Jihad?” , il Profeta disse: “nemmeno il Jihad, salvo un uomo che esce rischiando la sua vita e le sue proprietà e non torni con nulla (cioè, perderebbe la sua vita e la sua fortuna per Allah).” Al-Bukhari. Auguro a tutti i musulmani un bellissimo Pellegrinaggio, sperando che si ricorderanno di noi con le invocazioni durante il Tawaf attorno alla Kabah. A metà mese ci sarà anche la festa del sacrificio Aid al Adha, auguro a tutti i musulmani nel mondo AID MUBARAK! Come riporta la Sura As-Ssafàt /I Ranghi (v. 103/107): “Quando poi entrambi si sottomisero (Abramo e Ismaele), e lo ebbe disteso con la fronte a terra. Noi lo chiamammo: ‘O Abramo, hai realizzato il sogno. Così Noi ricompensiamo quelli che fanno il bene. Questa è davvero una prova, chiara, evidente’ . E lo riscattammo con un sacrificio generoso”. Non poteva uscire in un periodo migliore il numero 3 di “Mondo Islam”, a pag. 27 troverete l’articolo “I nostri digiuni e le commemorazioni” in tema con il mese di Dhu-l –Hijja e la festa dell’Aid. Anche in questo numero molti sono gli articoli e i nuovi collaboratori, ho preferito dare spazio anche agli altri fratelli e sorelle, come è giusto che sia. Leggerete della conferenza di Harun Yahya per la prima volta in Italia, articoli sull’educazione dei figli, sui matrimoni forzati, sui convertiti all’Islam, sull’Ebraismo, su Umar ibn al Khattab. E poi ancora: la storia di Bilal, Afghanistan, i musulmani in Nigeria, la lingua urdu pakistana, i musulmani cinesi, e fra gli altri anche lo sheikh Mahmoud El Masri, la conversione di Jermaine Jackson all’Islam e l’articolo “I credenti vedranno il loro Signore nel Giorno del Giudizio” a pag. 33. In “Cose utili per noi musulmani da sapere” c’è la Clausula Testamentaria da compilare e stampare, e suggerimenti per aprire un negozio sia on-line che un negozio vero e proprio in mattone, il tutto in modo halàl naturalmente. Nella rubrica “Gran Bazaar” la mostra dell’Arte Islamica a Milano, e in “Animali nel mondo” il Delfino e l’elefante africano e l’asiatico. Buona lettura. Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo 4 CONFERENZA SCIENTIFICA SULLE ORIGINI DELLA VITA di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Giusto ieri stavo camminando e per strada cosa vedo? un manifesto grande di una conferenza con su scritto il nome di...Harun Yahya. Ho sempre stimato molto questo studioso ma non avrei mai immaginato di vedere tra gli altri cartelloni pubblicitari una conferenza di Harun Yahya. Un'immagine enorme della cosiddetta "evoluzione" dall'uomo/scimmia sino all'uomo di oggi, con su scritto un enorme FALSO! Mi ha fatto un certo effetto, ho pensato subito "finalmente qualcuno che dice la verità sulla teoria di Darwin", e guardando più in basso scopro il nome..."ma è...Harun Yahya!" MashaAllah! Anni fa avevo letto alcuni suoi libri, quando il suo nome non era ancora molto popolare per la ummah quì in Italia, oggi ormai quasi tutti i musulmani lo conoscono. Ecco i dati: Conferenza Scientifica Sulle Origini Della Vita. Milano – Sala Volta ore 21,00/ 23, 30. 21 Ottobre 2010, al Palazzo Delle Stelline in Corso Magenta, 61 -Relatori: Dr. Oktar Babuna e Dr. Cihat Gündogdu. Il giorno prima pensando anche ai miei fratelli e sorelle, ho fatto un sopralluogo del posto dove si sarebbe tenuto il convegno. Dalla fermata della metro Cadorna, fino al Palazzo sono a piedi circa 10 o 15 minuti, non è molto lontano, la via che si chiama Corso Magenta si trova vicino a via Vincenzo Monti, il numero civico è 61. È a fianco ad un hotel di 3 stelle. Nessun manifesto che indichi il convegno con Harun Yahya, nessuna foto, nessun volantino, nessun indizio per capire che ci sarebbe stato questo incontro. Sono andato fino in fondo, ho chiesto un depliant del programma del mese dei convegni, non me l'hanno voluto dare, però gentilmente mi ha detto di visitare il sito www.stelline.it So anche che è stato contestato da certi musulmani (tanto per cambiare), ma non sta a me giudicare questo uomo con un lavoro ottimo e anni d'esperienza alle spalle, mashaAllah! Visitando un pò di siti, ho constatato che ci sono persone ostili – erano alcuni anche al convegno-, denigratori sulle teorie di Harun Yahya, scettici, islamofobi, ho pensato subito “può darsi che faranno di tutto per far saltare l'incontro, ma inshaAllah si terrà” Questo il commento sulla mancata partecipazione alla conferenza di Fabrizio Fratus, moderatore dell'evento: "la società organizzatrice dell'evento di Milano, è stata invitata a bloccare l'iniziativa scientifica. I dirigenti del Palazzo delle Stelline sono talmente preoccupati sull'afflusso dei partecipanti (darwinisti, anti darwinisti e dubbiosi) da richiedere che la questura sia informata del convegno. Intanto, come accade spesso, quando la macchina dell'informazione evita di trattare un tema, il web si scatena accendendo dibattiti. Noi andiamo avanti e giovedì saremo a Palazzo delle stelline, dentro o fuori comunque ci saremo. Il giorno dopo ci trasferiremo a Roma nella sala del Carroccio del Comune per il contenzioso tra evoluzionisti e anti evoluzionisti'. 5 “Bloccare la conferenza?! –mi scrive la sorella Sofy su Facebook- scusate, se gli altri, che non sostengono queste teorie, sono sicuri di se stessi e su quello che affermano, non dovrebbero aver nessun tipo di problema nel confronto con gli altri, anzi.!!! Quindi vuol dir che poi alla fine non sono così sicuri come pensano”. Sono convinto che non sono poi così sicuri, cercano di arrampicarsi come possono sui vetri ma non riescono, perchè scivolano sempre giù, cadono, come le loro teorie. Il dibattito è stato molto bello. Carabinieri e polizia fuori perchè temevano risse, invece è stata una serata tranquilla e molto istruttiva. Harun Yahya era in collegamento con noi solo per i saluti, il resto l'hanno fatto i suoi relatori, un ottimo lavoro. Il tutto è iniziato con un pò di ritardo, vero le 21,20, i relatori hanno cominciato a spiegare tutte le teorie scientifiche e le prove coraniche, prove schiaccianti contro le teorie razziste, distruttive -vedi guerre ed olocausto- inutili di Darwin e Karl Marx.Parlavano in perfetto inglese, noi avevamo la traduzione con tanto di cuffia, il tutto sotto gli occhi degli scettici. “La filosofia materialista, che accetta solo l'esistenza della materia e suppone che l'uomo sia solo un 'mucchio di materia', afferma che non sarebbe nulla di più di un animale, dove il 'conflitto' costituisce l'unica regola della sua esistenza. Anche se viene propagata come una filosofia moderna basata sulla scienza, il materialismo è in realtà un antico dogma privo di basi scientifiche. Concepito nell'antica Grecia, questo dogma fu riscoperto dai filosofi atei del Settecento. Nell'Ottocento, fu poi trapiantato in diverse discipline scientifiche grazie a pensatori come Karl Marx, Charles Darwin e Sigmund Freud. In altre parole, la scienza venne distorta per far posto al materialismo. Gli ultimi due secoli hanno costituito una sanguinosa arena per il materialismo: le ideologie basate sul materialismo (o ideologie concorrenti che si opponevano al materialismo, ma ne condividevano le premesse) hanno portato uno stato permanente di violenza, guerra e caos nel mondo. Il comunismo, responsabile della morte di 120 milioni di persone, è il risultato diretto della filosofia materialista. Il fascismo, anche se pretende di costituire un'alternativa alla visione materialista, ha accettato il concetto materialista fondamentale del progresso attraverso il conflitto e ha lanciato regimi oppressivi, massacri, guerre mondiali e genocidi.”. Tratto dall’Introduzione del libro di Harun Yahya “L’inganno dell’evoluzione”. Spiegazioni, video, la sala era piena, soprattutto di musulmani ma anche di amanti della scienza, scettici, atei e comunisti. Dopo le 23 un video tradotto in diretta in italiano non mi piaceva la voce, annoiava, meglio la traduttrice nella cuffia- e nel finale le domande....quelle che temevo. Facevano domande per mettere in difficoltà i relatori, che sapevano invece rispondere a tutto, con spiegazioni lunghe e dettagliate, chi faceva le domande non conosceva veramente bene l'argomento e nemmeno l'inglese. E' finito il tutto verso mezzanotte. Le copie del nuovo libro all’uscita erano già esaurito e non ho fatto in tempo ad acquistarne una, credo fossero gratuite. La teoria di Darwin, già! molti si basano sulla teoria razzista ed atea di quest'uomo, che diceva che l'essere superiore era l'uomo bianco, che l'uomo proviene dalla scimmia e si è evoluta nell'uomo, che non esiste Dio e tutto si è creato spontaneamente (astaghfarullah), che sollecitava ad intervenire sulla natura, ovvero creare da due insetti diversi un’altra specie di insetto, un incrocio 6 insomma... per poi causare danni sulla creatura la quale non reggeva tale mutamenti ed aveva una vita bravissima. Era questa l'evoluzione secondo Darwin, invece l'evoluzione aggiungerei è l'intelletto, le scoperte per la medicina per curare le malattie e persino questo benedetto internet, cioè la tecnologia. Gli scettici erano partiti prevenuti, pensando di ridicolizzare i fratelli e metterli in difficoltà, tutto l'opposto, el hamdulillah, i quali hanno dato prove scientifiche ed anche....coraniche (Corano). I libri di Harun Yahya sono indispensabili, come i 4 siti: www.segretoaldiladellamateria.com http://www.harunyahya.it/ http://www.lingannodellevoluzione.com/ http://www.gesuritornera.com/ La sezione italiana di Harun Yahya cerca traduttori volontari che possano tradurre i libri di Harun Yahya dall'inglese all'italiano. Questi libri sono molto importanti perché sono stati scritti non solo per i musulmani, anche per i non musulmani. Molte persone hanno abbracciato l’Islam leggendo i suoi libri mashaAllah. Inoltre stanno cercando editori in Italia per i loro libri italiani. Harun Yahya non prende alcun profitto sui suoi libri, lui scrive solo per l'approvazione di Allah (swa) –contrariamente alle voci infamanti che circola su internet-. In passato sono stati pubblicati due libri di Harun Yahya in Italia dall'editore al-Hikma come “L’inganno dell’evoluzione”. Chiunque sia interessato a pubblicare questo materiale prezioso contatti direttamente i siti ufficiali di Harun Yahya, inshaAllah. SO CHE L’ISLAM E’… Di Giorgia Afnan Sono sicura di poter asserire che l'Islam è la religione della misericordia e della compassione, al contrario di quanto affermano tutti coloro che continuano ad abbinare l'ultima religione rivelata ad un ammasso non ben definito, "tanto son tutti musulmani", di terroristi, kamikaze che l'unico scopo che hanno nella vita è rovinare quella altrui con paure, scontri e violenza. Sono sicura perché se io cerco sul Corano sotto la parola: misericordia, misericordioso, perdonatore, clemente, gentilezza, carità e parole simili, mi rendo conto che non c'è una sola riga del sacro Libro a non averne almeno una! Lo so perché ogni sura del Corano il Generoso, inizia con "BismiLlah ar Rahmani ar Rahim - Nel nome di Dio il Misericordioso ed il Clementissimo" e non con "in nome di Dio severo nel castigo"....Lo so perché conosco che la pazienza è parte della religione ed anche perché nel sacro Corano c'è scritto non di "porgere l'altra guancia" ma addirittura di comportarmi bene con chi non mi è amico, se Dio vuole diventerà il mio più grande amico: Sura Al Fussilat (le esposte chiaramente) vers. 34: “Non sono certo uguali la cattiva [azione] e quella buona. Respingi quella con qualcosa che sia migliore: colui dal quale ti divideva l'inimicizia, diventerà un amico affettuoso”.Ne sono certa perchè il Messaggero di Dio (saw) ha detto: "A colui che non ha compassione degli altri, Dio non usa misericordia" (riportato da Al-Bukhary e Muslim) E ancora nel sacro Corano, Sura As Shura (La Consultazione) vers.40-43 è riportato: “La sanzione di un torto è un male corrispondente, ma chi perdona e si 7 riconcilia, avrà in Allah il suo compenso. In verità Egli non ama gli ingiusti. Chi si difende per aver subito un torto non incorre in nessuna sanzione. Non c'è sanzione se non contro coloro che sono ingiusti con gli uomini e, senza ragione, spargono la corruzione sulla terra: essi avranno doloroso castigo. Quanto invece a chi è paziente e indulgente, questa è davvero la miglior disposizione”. So che l'Islam è la religione della gentilezza e della cortesia nei confronti di tutti "Colui che non ringrazia la gente non ringrazia Dio Allah"(Profeta Mohammed saw - Ahmad e At Tirmidhy) So che la parola centrale del sacro Corano è proprio "gentilezza" Sura al Kahf (la Caverna) vers. 19 "ché cerchi il cibo più puro e ve ne porti per nutrirvi. Si comporti con gentilezza...." So che quando mi si dice che "Nel cristianesimo le parole base sono ‘carità e amore’ mentre nell'Islam....... questo argomento voi non lo considerate proprio"...ecco so, el hamdulillah, che certa gente dovrebbe prendersi un bel Corano, leggerlo senza pregiudizi, capire e poi parlare. Può andare bene che le persone non condividano ci mancherebbe, ma relegare l'Islam ad una religione razzista, violenta, classista, terrorista...no, questo non mi va bene! “La carità non consiste nel volgere i volti verso l’Oriente e l’Occidente, ma nel credere in Allah e nell’Ultimo Giorno, negli Angeli, nel Libro e nei Profeti e nel dare, dei propri beni, per amore Suo, ai parenti, agli orfani, ai poveri, ai viandanti diseredati, ai mendicanti e per liberare gli schiavi; assolvere l’orazione e pagare la decima (zakat).Coloro che mantengono fede agli impegni presi, coloro che sono pazienti nelle avversità e nelle ristrettezze, e nella guerra, ecco coloro che sono veritieri, ecco i timorati. (Corano II. Al-Baqarah 177) Al hamdulillahi Rabbel ‘alamyn - Lode a Dio Signore dei mondi creati. L’EDUCAZIONE DEI FIGLI di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Un giorno in una moschea mi hanno chiesto alcuni fratelli un parere sui giovani, da quel dibattito spontaneo e improvvisato –a volte riescono meglio di quelli preparati- prendo spunto per questo articolo, inshaAllah. Molti genitori sono preoccupati per i loro figli, temono che non cresceranno islamicamente in modo corretto in questa società che insegna spesso cose negative e totalmente contrarie all’Islam. Bisogna cominciare dai più piccoli, dai bambini, in modo che possano crescere con gli insegnamenti del Corano e del nostro Profeta Muhammad (saw). Spesso nell’infanzia i bambini sono attratti da cartoni animati che non centrano nulla con l’Islam, dai video clip musicali di Shakira o simili, e dalle lotte tipo i lottatori di Wrestling come Batista o Rey Mysterio. Dobbiamo cercare di spostare il loro interesse su cose che potrebbero a loro piacere ma che insegnino qualcosa di religioso, e qui dobbiamo davvero impegnarci noi in prima persona, inshaAllah. Quindi proporre cartoni animati islamici, corsi religiosi e di arabo nelle moschee. Le moschee hanno un ruolo importantissimo, che dovrebbero sfruttare al meglio coinvolgendo i bambini. È un modo per farli tornare nella 8 nostra realtà religiosa, poiché molti di loro studiano nelle scuole italiane dove insegnano anche cose contrarie ai nostri precetti religiosi. Il figlio di un fratello un giorno è tornato dal padre con una domanda “ma papà è vero che noi proveniamo dalle scimmie?”, gli avevano insegnato quella famosa teoria di Darwin (vedi anche articolo da pag.5). Il padre gli ha spiegato che non è così, la madre è rimasta sbalordita, non aveva mai sentito una cosa simile in Egitto. Così ho detto al bimbo “ogni volta che torni da scuola dì tutto ai tuoi genitori, qualsiasi cosa che fai e che ti insegnano, non dimenticarlo”. Gli avevano anche insegnato che siamo figli di Dio, il nostro Sacro Corano dice chiaramente che non siamo figli di Dio ma Sue creature. Quindi il padre in casi come questo deve spiegare ai propri figli di rispettare il credo degli altri, però anche di prendere certe distanze da cose a noi totalmente proibite. Sono in quei anni che comincia a formarsi il carattere e l’educazione di una persona, per poi arrivare all’adolescenza. Altro periodo particolare, il più difficile per una persona. Mi ricordo la mia adolescenza e ricordandola non posso che capire il pensiero degli adolescenti, inshaAllah. Il loro sogno è raggiungere la maggiore età per poter essere più liberi nelle loro scelte e nella vita, anche i musulmani. Bisogna a questo punto capire che tipo di “libertà”, spesso viene confusa con le cose futili e proibite “haràm”. A quell’età si tende spesso a copiare e quindi assimilare tutto ciò che ci insegna nel bene e nel male l’Occidente. Dallo stile di vita, all’abbigliamento, dal linguaggio, alle preferenze musicali ecc… E quindi ecco la camminata strana, il pantalone a vita bassa, la musica hip hop o metal, il tatuaggio, l’orecchino. I genitori devono stare vicini ai loro figli anche a quell’età critica, difficile. Per non finire poi in situazioni come la pakistana uccisa o la marocchina picchiata perché amava vivere all’Occidentale. Spesso questi genitori non sono praticanti e scoprono la Fede troppo tardi e il più delle volte in modo errato, ultra rigido ed estremo. Quindi passano dal vivere la fede in modo disinteressato al modo rigido, questo può creare squilibrio, l’Islam è equilibrio, non mi stancherò mai di dirlo. È sbagliato anche il rapporto che hanno molti musulmani nei confronti dei loro figli, spesso li osservo e vedo in loro un comportamento troppo dittatoriale, severo. Ve bene, non bisogna nemmeno essere permissivi in tutto, ma nemmeno rimproverare in continuazione i figli, sgridarli, pretendere questo e quello. Ho spiegato ai fratelli che dobbiamo essere amici dei nostri figli e non creare barriere inutili. Essere amici non significa farsi mancare di rispetto, maltrattare ed acconsentire ai loro capricci. Essere amici vuol dire ascoltarli,creare un dialogo, giocare con loro. In questo modo i figli vi chiederanno consigli, si confideranno e staranno molto più attenti prima di fare qualcosa. È vero, il ruolo del genitore non è facile, ma è un impegno da prendere seriamente e non da sottovalutare. Alcuni genitori marocchini raccontavano la loro disgrazia, quella di vedere i loro figli seguire le sette sataniche, sotto l’influenza di amici più grandi. Si erano totalmente allontanati dalla religione e da Dio. Ripudiavano persino i loro nomi islamici, come se si vergognassero di portarli, adottando altri nomi più “cool”, più da tendenza. Ecco, per evitare di arrivare a quei livelli bisogna incominciare a lavorare con i propri figli sin dall’inizio, molto prima. E adesso? Non è troppo tardi, ma più difficile da recuperare. Che Allah ci guidi sempre sulla Retta Via inshaAllah. 9 RIGUARDO I MATRIMONI FORZATI Traduzione di Mohammed Al Khald 1) Domanda: E' consentito per un padre costringere la figlia in un matrimonio che non vuole? Risposta: Non è possibile per un padre o per qualcuno dietro di lui costringere la figlia o una sotto la sua tutela a sposare qualcuno che non vuole sposare. Piuttosto è necessario cercare il suo consenso e permesso, questo in accordo con il seguente Hadith del Profeta(saw): "La vergine non dev'essere sposata fino ad avere il suo consenso". I Compagni hanno detto: "O Messaggero di Allah, qual'è il suo consenso"? Ed il Profeta(saw)ha risposto: "Il suo silenzio". Ed in un'altra narrazione: Considerando la vergine, suo padre cerca il suo consenso ed il suo consenso è il silenzio. Di conseguenza è obbligatorio per il padre quando la figlia raggiunge l'età di nove anni in poi chiedere il suo consenso. Questo è uguale anche per eventuali suoi tutori, non può essere sposata senza il suo consenso. Questo è obbligatorio su tutti. Chiunque sposi sua figlia senza il suo permesso/consenso allora l'unione non è giusta, poichè uno dei termini del matrimonio è il consenso ed il piacere di entrambi le parti. Così se la sposa non è soddisfatta e viene costretta con minacce o persino violenze, l'unione non è valida... E' richiesto dal futuro marito, quando sa che la donna non vuole l'unione, di non proseguire per il matrimonio anche se il padre lo facilita e lo incoraggia. E' obbligatorio se lui teme Allah(swt) di non andare con la donna che non lo vuole per il matrimonio... e' obbligatorio affinchè lui si guardi da quello che Allah(swt) ha reso illegale e questo il Profeta Muhammad(saw) ordinava il consenso delle ragazze. Shaykh Ibn Baz in Fataawal-Mar'ah Vol. 2. p.50 2) Domanda: Ho una sorella e mio padre l'ha sposata con uno senza cercare il suo consenso e senza che lei sia soddisfatta di lui. Lei ha 21 anni e ha fatto una testimonianza falsa per dire di essere favorevole al matrimonio... Cosa dice la legge islamica per quanto riguarda questo contratto di unione? Risposta: La cosa giusta da dire in questa materia è che è illegale per il padre costringere la ragazza nel matrimonio con qualcuno che non voglia anche se è adatto, poichè il Profeta(saw) ha detto: "La vergine non dev'essere sposata fino ad avere il suo consenso". I Compagni hanno detto: "O Messaggero di Allah, qual'è il suo consenso"? Ed il Profeta(saw)ha risposto: "Il suo silenzio". E' riportato in Sahih Muslim: "Suo padre deve cercare il consenso della vergine". Shaikh Ibn Uthaimeen in Fataawal-Mar'ah Vol. 1. p.47 I CONVERTITI ALL’ISLAM di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Sono molti i tornati all’Islam in Italia, mashaAllah, ed io faccio parte di essi Loda a Dio L’Altissimo. Ci definiamo –ed è giusto che sia così- “tornati all’Islam” e non “convertiti” poiché Allah (swa) ha creato tutte le creature musulmane, sin dalla nascita ognuno di noi è “muslim” che significa “sottomesso a Dio”, sono i genitori a far diventare poi un figlio “cristiano”, “ebreo”, “indù”, “buddista” o altro. La definizione “cristiano” significa “seguace del Cristo”, così come “ebreo” dal popolo d’Israele “seguaci dell’ebraismo”, l’indù è seguace 10 dell’Induismo, il buddista lo è di Buddha, da questo numero vi spiegheremo anche le altre religioni, con rispetto, inshaAllah (vedi a pag.13). Il Profeta Muhammad (saw) disse: “Ogni bambino nasce musulmano, sono i suoi genitori che ne fanno un israelita (ebreo), un cristiano o uno zoroastriano (adoratore del fuoco)”. Noi non siamo “maomettani” o “islamici”, bensì “musulmani”. Conosco personalmente, -altri solo su internet-, molti fratelli e sorelle italiane, che rispetto ed apprezzo per il loro lavoro svolto per amore di Allah il Signore dei mondi. Molti di questi collaborano con i loro preziosi articoli su “Mondo Islam”. Essere musulmano italiano non significa per questo conoscere l’Islam meglio dell’arabo – accade anche questo el hamdulillah- o essere migliore di chi è sempre stato musulmano. Il Profeta Muhammad (saw) disse: “Un arabo non è superiore a un non arabo, né un bianco è superiore a un nero, e viceversa, ad eccezione che in timor di Dio”. Tuttavia ci sono musulmani italiani che con pochi anni di studio sull’Islam alle spalle pensano di essere già arrivati –nessuno lo è, nemmeno dopo la morte-, credono di sapere ormai tutto o quasi, e meglio degli altri, in questo modo sono convinti di poter insegnare anche a chi lo è sempre stato musulmano, oppure a chi lo è da più tempo. Forse lo fanno in buona fede, comunque sia è un atteggiamento sbagliato. Acquisito le conoscenze soprattutto da una corrente islamica, quindi da un certo modo di interpretare le cose, sono convinti che tutti gli altri siano nell’errore, e quindi pensano di potersi permettere di criticare sapienti, dottori o insegnanti dell’Islam, che studiano con impegno da decenni la Religione. Facendo così si rischia di diventare arroganti, prepotenti, superbi. Invece ci vuole molta umiltà e grande voglia di imparare sempre, ascoltare gli altri e non avere esclusivamente tutte le attenzioni. Spesso, lo sbaglio di certi italiani musulmani e di arabi tornati alla religione dopo anni di ignoranza e poca conoscenza dell’Islam, è quello di voler insegnare subito agli altri l’Islam, credendo di avere i requisiti, la conoscenza e l’esperienza per poterlo fare. In realtà molti di loro tendono verso la rigidità e ci vogliono diversi anni di studio per essere davvero idonei, inshaAllah. Di solito si rischia di cadere nei gruppi, di apprezzare solo una scuola di Fiq e magari criticare le altre, è davvero da evitare il più possibile questo tipo di comportamento. Come è sbagliato il voler imparare tutto e subito, partire sin dall’inizio con la “quinta marcia” per poi rallentare dopo tanti scontri, ed indebolirsi così nella fede. Consiglierei di cominciare a studiare seriamente e con calma, mantenere la mente aperta in modo giusto ed equilibrato e soprattutto studiare l’arabo, per poi prendere le informazioni da fonti originali e non da traduzioni su traduzioni. Nel numero scorso di “Mondo Islam” c’erano le spiegazioni di come poter studiare la lingua araba all’estero. Ecco, la cosa migliore è organizzarsi per poter studiare a Medina, in Egitto, in Siria o in altri paesi di prevalenza musulmana inshaAllah. Di solito –mi spiegava un fratello- l’italiano che tende a prendere l’Islam di petto, quando era cristiano o altro, non era affatto praticante, non conosceva la dolcezza e il Vero amore per Dio, non aveva mai letto attentamente le Sacre Scritture. Forse è anche una questione di carattere, ma credo che influisca molto il fatto della religiosità in una persona, prima e dopo. Vi consiglio di leggere il seguente articolo “La voce dei nuovi musulmani”. LA VOCE DEI NUOVI MUSULMANI A cura di Nasirah Cavaney Ci sono molte idee sbagliate riguardo l'Islam; un'idea sbagliata molto frequente è su come i Musulmani vedono persone di altre fedi. 11 Molta gente purtroppo crede che noi convertiamo per forza e che odiamo tutti i non Musulmani. Questo è totalmente falso. I convertiti all'Islam provengono principalmente da famiglie non Musulmane. Smettiamo di amare, onorare e rispettare i membri della nostra famiglia nel momento in cui facciamo la Shahada (dichiarazione di fede) e diventiamo Musulmani? Rompiamo i legami con la famiglia? All'epoca del Profeta Muhammad(saw) i primi convertiti si sono trovati esattamente nella nostra posizione. Cosa gli è stato ordinato di fare? Uno dei primi convertiti ha chiesto al Profeta(saw) se doveva o no vedere sua madre non Musulmana, il Profeta(saw) gli ha risposto di vederla e curarla. Questo è registrato anche in un Hadith. I giuristi Musulmani hanno preso il seguente Hadith e ne hanno dedotto che è essenziale che un Musulmano curi i propri genitori, i fratelli e gli altri parenti di qualunque religione siano. La famiglia è molto importante nell'Islam."Chiunque crede in Allah(saw) e nell'Ultimo Giorno, mantiene i legami della regalità". Hadith. Cosa dice l'Islam riguardo quelli che non sono membri della famiglia? Allah(Swt) dice chiaramente di non proibire la bontà verso i non Musulmani. Per quanto riguarda il convertito, il Qura'an (Corano) dice: “Non c'è costrizione nella religione. La retta via ben si distingue dall'errore. Chi dunque rifiuta l'idolo e crede in Allah, si aggrappa all'impugnatura più salda senza rischio di cedimenti. Allah è audiente, sapiente”. Sura “Al Baqara/ la Giovenca”, v. 256 Sono stati i commercianti Musulmani a portare l'Islam in Indonesia, il più grande paese Musulmano del mondo, non gli eserciti Musulmani. L'Islam non proibisce ai Musulmani di essere gentili e generosi verso la gente di altre religioni con riguardo speciale alla gente del Libro (ebrei e cristiani), sia se vivono in una società Musulmana che non Musulmana. Gli ebrei ed i cristiani vengono chiamati la gente del Libro poichè in origine erano portatori di una religione rivelatrice. Come Musulmani crediamo nella profezia di Mosè (pace su di lui), di Gesù (pace su di lui) e crediamo che siano portatori di un messaggio di Allah (swt).Per questo motivo esiste un rapporto di misericordia e regalità tra ebrei, cristiani e Musulmani. Allah(swt) dice nel Corano: "Crediamo in Allah e in quello che è stato fatto scendere su di noi e in quello che è stato fatto scendere su Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e sulle Tribù , e in quello che è stato dato a Mosè e a Gesù e in tutto quello che è stato dato ai Profeti da parte del loro Signore, non facciamo differenza alcuna tra di loro e a Lui siamo sottomessi". Sura “Al Baqara/ la Giovenca”, v. 136 Ed ancora: “Dialogate con belle maniere con la gente della Scrittura, eccetto quelli di loro che sono ingiusti. Dite [loro]: ‘Crediamo in quello che è stato fatto scendere su di noi e in quello che è stato fatto scendere su di voi, il nostro Dio e il vostro sono lo stesso Dio ed è a Lui che ci sottomettiamo’ ‘.” Sura “Al Anqabut/ Il Ragno”, v.46 Sui convertiti che abbracciano l'Islam generalmente c'è qualcuno che rifiuta la loro amicizia, per paura ed ignoranza. A volte queste sono amicizie di lunga durata. Un nuovo Musulmano sarà felice di mantenere le sue vecchie amicizie fino a quando una persona non è apertamente ostile all'Islam ed il rapporto si mantiene entro i limiti di quello che è accettato dall'Islam. Per esempio un Musulmano non dev'essere messo con quelli che bevono l'alcool e quindi l'ambiente sociale deve cambiare, tuttavia l'amicizia può essere mantenuta. Diventare un Musulmano può essere una strada difficile in particolare per le tensioni con la famiglia e gli amici. Quando diventiamo Musulmani non stiamo rifiutando la nostra famiglia, il nostro gruppo etnico o il nostro paese, nè stiamo dichiarando guerra a tutti i non Musulmani. I Musulmani sono gente giusta che ha dichiarato di voler seguire gli ordini di Allah(swt) e di voler fare molti sforzi per compiere le mansioni di 12 Allah(swt). L'Islam significa sottomissione. E' con questa sottomissione che noi troviamo la pace interna. EBRAISMO di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Ci sono musulmani che praticano la loro religione senza conoscere bene l’Islam e cosa dice il “Corano”, altri che non la praticano affatto, ed altri ancora che conoscono benissimo il Corano, gli hadith del nostro Profeta Muhammad (saw) senza conoscere le scritture delle altre religioni. Un buon musulmano ha invece il dovere di informarsi, di studiare sempre di più, prima di tutto cominciando con l’Islam e poi con le altre religioni. Ci proviamo da questo numero cominciando dall’Ebraismo, la prima religione monoteista. Anni fa ho scritto un libro con la Storia delle Religioni e filosofie orientali dal titolo “Mondi Religiosi”. L’ebraismo è basato sulla fede in un solo Dio. A differenza di altre religioni, non è concentrato su un Profeta, ma su un popolo eletto. Per quanto grandi Profeti come Abramo e Mosè siano importanti, la fede ebraica è possibile anche senza di loro. Nel mondo ci sono circa 12 (o 15) milioni di ebrei: 5 milioni negli Stati Uniti, 2,5 nello Stato d’Israele e il resto disperso un po’ in tutte le parti del pianeta. Il culto si svolge nella sinagoga, alcune sono chiamate templi questo per gli ebrei riformati- che a differenza degli ebrei ortodossi, non credono che il Tempio di Gerusalemme sarà ricostruito nei giorni del Messia. Nella sinagoga moderna il rabbi e il cantore leggono le preghiere in musica, ma un qualsiasi ebreo può essere al posto del rabbi, perché non è un sacerdote, o del cantore, può persino unire in matrimonio due persone. La parola “rabbi” significa “insegnante” o “maestro” e il suo ruolo è di spiegare la religione ebraica. E’ importante quindi conoscere la Torah. Questa parola che significa “insegnamento” indica il Pentateuco, vale a dire i 5 libri di Mosè, e tutto il complesso della dottrina ebraica. I principi di Mosè Maimonide -autore del Talmùd, l’ebreo più grande del Medioevo (1135-1204) sono: fede nell’esistenza di Dio, nella sua unità, nella sua incorporeità, nella sua eternità, la fede che bisogna adorare solo Dio, la fede nei profeti, che Mosè è il più grande dei profeti, che la Torah è di origine celeste, che è immutabile, che Dio conosce le azioni degli uomini, ricompensa i buoni e punisce i malvagi, la fede nella venuta del Messia –non è Gesù secondo gli ebrei- e nella resurrezione dei morti. La preghiera è rivolta solo a Dio, è proibito farla attraverso un intermediario. La fede ortodossa crede in un Messia personale -Messia significa “unto” in riferimento alle pratiche di ungere i re con l’olio- una persona di grande importanza, ma non un divino e che sarà discendente da Davide. Non solo gli ebrei dopo la morte possono salvarsi, ma tutti i “giusti”delle religioni. Il Sabato è festa per gli ebrei, certi ebrei ortodossi non accendono luce elettrica, non viaggiano, non scrivono, non fumano…La Pasqua la festeggiano per la liberazione di Dio del popolo dalla schiavitù egiziana. La festa dell’Anno Nuovo è in Autunno, e si passa la giornata a pregare. Gerusalemme è importante per loro perché è il luogo dell’alleanza di Dio con il suo popolo. 13 Il Talmùd “studio” è il complesso delle dottrine e degli insegnamenti ebraici postbiblici e comprende la Mishnà e la Gemarà. Mishnà “ripetizione, studio” è una vasta raccolta di antiche tradizioni e norme giuridiche che si svilupparono nelle scuole rabbiniche. Con la Mishnà si cerca d’interpretare la Torah. La Gemarà è molto più lunga della Mishnà (o Mishnah), ed è scritta in aramico, non in ebraico e fu completata alla fine del sesto secolo dell’era volgare. La Bibbia: Antico Testamento Per i cristiani la Bibbia è divisa in due parti: Antico Testamento e Nuovo Testamento, per gli ebrei è solo l’Antico Testamento che inizia con… 1. La Genesi , significa “inizio, origine” è il primo dei cinque libri, che gli ebrei chiamano la “legge” e i cristiani di solito “Pentateuco” parola che deriva dal greco e che vuol dire “cinque rotoli” o libri. “In Principio Dio creò il cielo e la terra. Il mondo era vuoto e deserto, le tenebre coprivano gli abissi e un vento impetuoso soffiava su tutte le acque.…Il Signore prese dal suolo un po’ di terra e, con quella, plasmò l’uomo. Gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo diventò una creatura vivente”. 2. L’ Esodo è il secondo libro dell’Antico Testamento e significa “uscita” e narra come Dio liberò il suo popolo facendolo “uscire” dall’Egitto. 3. Il terzo libro è il Levitico dalla tribù “di Levi”, e fa riferimento al suo contenuto che riguarda, in parte, l’attività dei sacerdoti della tribù di Levi. Lungo tutto il libro Dio comunica a Mosè diverse leggi. 4. Il quarto libro è I numeri e riporta molti elenchi e censimenti degli israeliti, e narra che loro abbandonano il monte Sinai, dopo aver ricevuto le leggi che Dio rivelò a Mosè, e s’incamminano verso la terra promessa. 5. Il quinto libro è il Deuteronomio ovvero “seconda presentazione della legge”. Il Deuteronomio si presenta come resoconto di tre discorsi pronunciati da Mosè per ricordare agli israeliti che sono sul punto di entrare nella Terra Promessa. Dopo questi cinque libri ce ne sono altri ognuno appartenente ad un profeta. I libri Deuterocanonici chiudono l’Antico Testamento. “Abram aveva novantanove anni quando il Signore gli apparve e gli disse: ‘Io sono il Dio Onnipotente. Ubbidisci a me e agisci giustamente. Io farò un patto tra me e te: i tuoi discendenti saranno sempre più numerosi’. Abram si prostrò con la faccia a terra e Dio continuò: ‘Ecco la promessa che faccio a te: Tu sarai il capostipite di molti popoli. Il tuo nome non sarà più Abram, ma Abramo, perché io ti stabilisco come padre di molti popoli. Tu sarai grande, darai inizio ad intere nazioni E vi saranno dei re nella tua discendenza. Io manterrò la mia promessa fatta a te e ai tuoi discendenti, di generazione in generazione. Sarà una promessa valida per sempre: io sarò il tuo Dio e il Dio dei tuoi discendenti. E a te, e a quelli che verranno dopo di te, io darò in possesso perpetuo la terra nella quale ora abiti come straniero: tutta la terra di Canaan; e io sarò il loro Dio’. Dio disse ad Abramo: ‘Tu e i tuoi discendenti, di generazione in generazione, dovrete rispettare il mio patto, vi impegnerete a circoncidere ogni maschio tra voi: reciderete il vostro prepuzio come segno del patto tra me e voi. Ogni vostro maschio, di ogni generazione, quando avrà otto giorni, verrà circonciso. E così pure ogni schiavo nato in casa o comprato dagli stranieri, che per questo non discende da te. Dovrà assolutamente essere circonciso sia chi è nato in casa, sia chi avrai comperato con il tuo denaro; e così il mio patto perpetuo sarà segnato nel vostro corpo. L’ incirconciso invece, cioè il maschio che non porta il segno 14 fisico della circoncisione, non sia più considerato parte del mio popolo, perché ha rotto il mio patto”. Tratto dalla Genesi 17 Il Profeta Abramo è il Padre di tutti i popoli: Ebrei, Cristiani e Musulmani, lo dice il primo dei cinque libri degli ebrei, la Bibbia dei cristiani e il Corano dei musulmani. La circoncisione è diffusa non solo tra gli ebrei, anche tra i musulmani, raramente tra i cristiani. Abramo ha avuto questo ordine da Dio e l’ha eseguito. Abramo, in ebraico Abraham, per i musulmani Ebrahim. Secondo La Bibbia Abraham significa “Padre di moltitudini” e Abram significa “Padre Eccelso”, come si chiamava in principio il Profeta -sempre secondo La Bibbia-. Queste sono le parole che Dio pronunziò: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dall’Egitto, dove tu eri schiavo. “Non avere altro Dio oltre me. abita presso di te. E farai così perché io, il Signore, ho fatto in sei giorni il cielo, la terra e il mare e tutto quel che contengono, ma poi mi sono riposato il settimo giorno; per questo ho benedetto il giorno di sabato e voglio che sia consacrato a me. “Rispetta tuo padre e tua madre, perché tu possa vivere a lungo nella terra che io, il Signore tuo Dio, ti do. “Non uccidere. “Non commettere adulterio. “Non rubare. “Non testimoniare il falso contro nessuno. “Non desiderare quel che appartiene a un altro: né la sua casa, né sua moglie, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino”. Tratto dall’ Esodo 20 “Non fabbricarti nessun idolo e non farti nessuna immagine di quello che è in cielo, sulla terra o nelle acque sotto terra. Non devi adorare né rendere culto a cose di questo genere. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio e non sopporto di avere rivali, punisco la colpa di chi mi offende anche sui figli, fino alla terza e alla quarta generazione, al contrario tratto con benevolenza per migliaia di generazioni chi mi ama e ubbidisce ai miei ordini. “Non usare il nome del Signore, tuo Dio, per scopi vani, perché io, il Signore, punirò chi abusa del mio nome. “Ricordati di consacrarmi il giorno di sabato: hai sei giorni per fare ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato consacrato al Signore, tuo Dio: in esso non farai nessun lavoro: né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame e neppure il forestiero che Questi sono i Dieci Comandamenti, o Tavole che Mosè ha ricevuto da Dio sul monte del Sinai. Il sabato è festa per gli ebrei, la domenica per i cristiani, il venerdì per i musulmani. Tratto dal libro “Mondi Religiosi” La Bibbia ebraica ha 39 libri, la Bibbia cristiana ne ha 73: Antico Testamento (46 libri), Nuovo Testamento (27 libri), totale 73 “Genesi” in ebraico è “Bereshit”, “Esodo” è “Shemòt”, “Levitico” è “Vayikrà”, “Numeri” è “Bemidbàr”, “Deuteronomio” è “Davarim”. Il termine “Tanak” è l’acronimo di “Torah”. 15 CHI ERA UMAR IBN AL-KHATTAB? A cura di AbdEl Jalìl Umberto Marcozzi e Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Siamo entrati da poco nel 21° secolo e proprio oggi notiamo il forte sviluppo dei mass media (TV, giornali, internet…), chi ne ha accesso spesso dà una brutta immagine dell’Islam e purtroppo anche parecchi musulmani danno un’immagine distorta dell’Islam dovuta dal loro comportamento che è frutto della loro ignoranza e che è priva dei valori dell’Islam. L’immagine proposta dai media non è eccessivamente diversa dalla realtà che anche noi vediamo nella nostra vita. Questa situazione cari fratelli assomiglia a questo esempio: “Un uomo vive alla sorgente di un fiume, vede l’acqua bella, limpida, pura, fresca. Questo fiume scende dalla montagna, attraversa i ponti, i paesi, costeggia le strade, le città e giunge al mare. Durante il percorso questo fiume si carica di rifiuti, rami spezzati, fango e sporcizie di ogni genere. Un altro uomo vive al mare, dove finisce il fiume. Quest’uomo vede lo stesso fiume, ma lo vede molto inquinato. Quest’uomo descrive il fiume per come lo vede: sporco e puzzolente. Chi può dire che quest’uomo stia sbagliando? Invece l’uomo di montagna descrive la purezza, la bellezza e la limpidezza del fiume, anche quest’uomo ha certamente ragione”.Questo paragone descrive la nostra situazione, perché la sorgente è l’Islam, con la sua bellezza, la sua purezza. Invece la fine del fiume rappresenta come i recenti musulmani hanno trasmesso una figura inquinata dell’Islam. Cari fratelli, torniamo tutti alla sorgente del fiume, alla vera figura dell’Islam, quello puro, praticato dai pii, dai giusti, dai Nobili Sahaba. Dice il Profeta Muhammad (saw): “I Miei Compagni sono come le stelle, qualunque seguirete sarete ben guidati.” Perciò oggi accenniamo ad una stella fra queste stelle, parliamo di Umar ibn al-Khattab (ra), la sua vita prima dell’Islam e dopo l’Islam per vedere come questa religione cambia l’essenza degli esseri umani. Umar ibn alKhattab (ra) prima dell’Islam era uno dei grandi nemici dell’Islam. Seguiva il Profeta Muhammad (saw), in qualunque posto andasse ed impediva alla gente di ascoltare le parole di Allah (swa), e torturava i musulmani per farli tornare pagani, si racconta che avesse una schiava che è ritornata all’Islam. La frustava fino a che arrivava a stancarsi, Omar le diceva:“Mi fermo solo perché mi sono stancato!” Lei gli rispondeva con tutta la sua fede e tutta la pazienza: “Hai visto come Allah ti ha fatto stancare?!”. Cari fratelli, Omar ibn al-Khattab, era l’uomo più alto e muscoloso fra i Coreisciti, la gente aveva il terrore di farlo arrabbiare. Si racconta che quando la gente lo vide venire da lontano, pensò che fosse un uomo su un cavallo per quanto fosse alto. Secondo voi, una donna che sopporta una tortura di un uomo del genere, nonostante le bastasse una sola parola per salvarsi, e non rinnega la sua fede, quanto è forte? Quanta fede ha? Questa è la Fede che quando riempie il cuore, ti fa disprezzare tutto al confronto dell’amore di Allah. Omar (ra), come la maggior parte dei Coreisciti e come altre tribù viveva le 16 tradizioni della Jahilya (l’ignoranza): la schiavitù, il grande dislivello tra l’uomo e la donna, il seppellimento delle figlie neonate ancora vive. Omar era tra coloro che avevano seppellito la figlia. Omar (ra), racconta che quando era pagano e stava lontano da Mecca, faceva un idolo con i datteri e lo adorava. Quando poi aveva fame lo mangiava. Un giorno Omar si stancò della presenza crescente dei musulmani e di quella “piaga” che ai suoi occhi era l’Islam. Umar decise di porre fine all’Islam uccidendo il suo simbolo: il Profeta Muhammad (saw.) Mentre si stava recando per ucciderlo, incontrò un uomo che celò la sua fede e, vedendo negli occhi di Umar una grande rabbia, capì che la sua intenzione era di uccidere il Profeta (saw). Allora gli disse: “Umar dove vai?”, Umar rispose: “Vado ad uccidere Muhammad”. Il Sahabi disse: “Ma dove scapperai poi, se la tribù di Muhammad ti verrà a cercare?” Umar rispose: “Vedo che anche tu hai seguito la religione di Muhammad!” e il Sahabi: “Mai! Ma anziché uccidere Muhammad va a vedere tua sorella e suo marito che lo hanno seguito”. Umar si voltò all’istante e andò immediatamente da sua sorella, bussò alla porta con rabbia...Dentro casa c’erano sua sorella Fatimah, suo marito Sa’id e Khabbab, stavano recitando il Corano. Quando sentirono la voce di Omar, Khabbab si nascose mentre Sa’id gli aprì la porta. Senza troppi complimenti Omar lo afferrò e gli disse: “Hai rinunciato alla tua religione!”. Sa’ id gli rispose con tutta la fede: “Non vedi che la verità non è nella tua religione?”. Omar allora lo scaraventò a terra ed iniziò a picchiarlo, prendendolo a pugni sul viso. Sua sorella Fatimah (ra) intervenne per salvare suo marito cercando di spingere via Umar. Umar le diede una botta ferendola sul viso. Fatimah gli disse con cuore pieno di fede: “Oh Umar, non vedi che la verità non è nella tua religione?” e dalla sua mano cadde un foglio. Umar chiese di poterlo vedere, ma sua sorella disse: “Non puoi leggerlo finchè non ti sarai purificato”. Umar si rese conto che fece male a sua sorella, quindi andò a lavarsi e iniziò a leggere il foglio dove c'erano scritte le parole di Allah (swt). Erano i primi 8 versetti di Sura Ta-Ha: “Non abbiamo fatto scendere il Corano su di te per renderti infelice, ma come Monito per chi ha timore [di Allah], sceso da parte di Colui Che ha creato la terra e gli alti cieli. Il Compassionevole Si è innalzato sul Trono. Appartiene a Lui quello che è nei cieli e quello che sta sulla terra, quello che vi è frammezzo e nel sottosuolo. È inutile che] parli ad alta voce, ché in verità Egli conosce il segreto, anche il più nascosto. Allah, non c'è dio all'infuori di Lui! A Lui appartengono i nomi più belli”. Quando Umar lesse i versetti, disse: “Nessuno può dire queste Parole, se non Allah (swt).” E pronunciò la Shahada “Ashhadu an la ilaha illa Allah wa Ashhadu anna Muhammad RasululLah”. “Ditemi, dove stà il Profeta (saw)?”. A questo punto uscì Khabbab dal suo nascondiglio e disse: “Oh Omar, il Profeta (saw) sta nella casa del Arkam” - e anche - “giuro su Allah che la tua conversione è il frutto dell’invocazione del Profeta Muhammad (saw), quando ha chiesto ad Allah di onorare l’Islam con uno dei due Omar”. Cari fratelli, noi leggiamo il Quran al-Karim (Corano) almeno una volta alla settimana e non sentiamo la grandezza della Parola di Allah, invece Umar ibn al Khattab appena lo ha sentito ha rinunciato a 33 anni della sua vita come pagano ed è diventato musulmano ascoltando qualche ayat del Quran al Karim. Fino a quando i nostri cuori saranno lontani dal Corano? Quando inizieremo cari fratelli a 17 leggere il Corano con i nostri cuori, piuttosto che con la lingua? Se lo avessimo fatto, avremmo cambiato molte cose sbagliate della nostra vita. Omar (ra) andò subito dal Profeta Muhammad (saw) e quando i Sahaba lo videro da lontano con la sua spada, con grande timore dissero al Profeta (saw): “Omar sta arrivando”. Il Profeta (saw) disse: “Lasciatelo entrare.” Appena arrivò il Profeta (saw) lo afferrò con forza e gli disse: “Non sarebbe ora di diventare musulmano, Omar?”. Omar (ra) pronunciò subito la Shahada.Tutti i Sahaba erano felici per la conversione di Umar all’Islam, perché un uomo come lui avrebbe dato tanto alla Religione. Subito dopo Umar (ra) chiese al Profeta (saw): “Oh Profeta, siamo sulla Retta via, non è vero? e loro lo sono?” Il Profeta (saw) disse: “Certo”. Disse Omar: “Allora andiamo per le strade della città, vicino la Ka’aba per far conoscere alla gente che siamo musulmani”. E subito dopo il Profeta (saw) ordinò ai credenti di uscire fuori per compiere il Tawaf attorno la Ka’aba. I musulmani uscirono dalla casa dell'Arkam facendo due file, a capo della prima fila c'era Hamza (ra) e della seconda c'era Umar (ra) a guidare i musulmani, e nel mezzo c'era il Profeta Muhammad (saw), e recitavano a voce alta “Allahu akbar Allahu akbar”. Cari fratelli, se riflettiamo un po' su questa storia, vediamo un uomo che appena entrò nell’Islam, diventò subito il primo uomo a difendere questa religione e far vedere a tutto il mondo la sua fierezza di essere musulmano. Dice Ibn Mas’oud (ra): “Noi musulmani eravamo inferiori di numero e nessuno di noi aveva il coraggio di pregare o recitare il Corano vicino alla Ka’aba, ma quando entrò Umar (ra) nell'Islam iniziammo subito a pregare e a fare il Tawaf, a recitare il Corano e a parlare con la gente dell’Islam anche vicino alla ka’aba, era un giorno in cui Dio onorò l’Islam, con la conversione di Umar.” La maggior parte di noi è nato musulmano, da più di vent'anni siamo musulmani, cosa abbiamo dato all’Islam? Omar (ra) il primo giorno che diventò musulmano chiese ai Sahaba: “Chi è il peggior uomo che attacca l’Islam e i musulmani?”, i sahaba risposero " Abu Jahel". Omar andò subito da Abu Jahel e bussò alla sua porta, gli aprì Abu Jahel. Umar (ra) disse: “Lo sai che io Attesto che non c'è altra divinità all'infuori di Allah e che Muhammad è il Suo Messaggero e Profeta (Shahada)?”, Abu Jahel disse: “Vattene via , hai rovinato la mia giornata!!!”, e chiuse la porta. Poi Omar andò a casa di Abu Sufian e gli disse: “Lo sai che io sono diventato musulmano?” e Abu Sufian:“Guai a te, sei maledetto!!!” e chiuse la porta, ma Omar si aspettava anche di più, aspettava che la gente andasse a pubblicare il fatto che Omar diventò finalmente musulmano. Omar (ra) si ricordò di un uomo che si chiamava Jamil, quest'uomo non riusciva a tenere nascosto alcun segreto, Omar andò da lui e disse: “Oh Jamil, ti voglio confidare un segreto ma non lo devi dire a nessuno, sono diventato musulmano!”. Jamil, appena sentite queste parole, si precipitò per le strade di Mecca urlando: “Omar è diventato miscredente”. E Omar lo seguì e disse ad alta voce: “Io non sono miscredente! Io sono musulmano!”. Omar (ra) era fiero ed orgoglioso di essere musulmano, fino al punto che voleva che tutta la gente sapesse della sua conversione. I miscredenti si riunirono attorno ad Omar (ra) ed iniziarono a colpirlo, ed Omar si difendeva colpendoli, dopo un paio di ore Omar si stancò e non riuscì più a combattere, così prese un uomo importante fra loro, lo scaraventò per terra, mise le sue dita (indice e medio) sopra gli occhi di quest'uomo e minacciando: “Se voi non mi lasciate andare, strapperò gli occhi di quest'uomo” e cosi lo lasciarono. 18 Avete capito perché Omar l’ha fatto? Omar (ra) voleva sentire la sofferenza e la tortura che tutti i musulmani sentivano -anche a causa sua prima della conversione-. Cari fratelli, tanti musulmani vivono una vita difficile, tanti di loro non hanno casa o sono malati o sono orfani e vivono una situazione terribile. Hai mai pensato di mandargli un aiuto o condividere con loro la tristezza o la fame o almeno di fargli un Du'a nella notte? Cari fratelli, Omar (ra) dal primo giorno ha condiviso con i musulmani tutta la sofferenza, la tortura, e noi che da più di vent'anni che siamo musulmani, ci mettiamo a pensare molto tempo prima di dare 20 euro per la moschea o di adottare un orfano. Omar ibn Al-Khattàb nominato “Amìr al muminìn” (Principe dei credenti) prese il posto di Abu Bakr e governò per 10 anni, dal 634 al 644, l’anno in cui è stato ucciso. Il Profeta Muhammad disse: “Se dopo di me ci fosse stato un altro Profeta, quell’uomo sarebbe stato Omar”, naturalmente dopo Il Sigillo dei profeti Muhammad (saw) non ci furono altri profeti. Un giorno Omar vide una donna : “Perché piangono questi bambini?”, la donna rispose “Perché hanno fame”. Omar tornò subito in città e riempì un sacco con farina, datteri, vestiti e soldi ed ordinò di farselo caricare sulle spalle per portarlo ai bambini bisognosi. “No Amir al muminìn, -gli disse un Sahabi- cosa fai, io porterò il sacco”, ma Omar (che Dio sia compiaciuto di lui) non volle e disse: “Come, porterai tu il mio carico nel Giorno del Giudizio? Io devo portare questa borsa perché a me verrà chiesto nell’Aldilà di questa donna -madre dei bambini-”. Omar giunse alla casa dei bambini, consegnò il sacco e servì il cibo alla famiglia. La donna non sapendo che fosse Omar disse: “Che Dio ti ricompensi per la tua gentilezza! In verità tu meriteresti di prendere il posto del Califfo Omar”. Omar quando guidava la preghiera a volte piangeva talmente tanto che si sentiva il suo pianto fino alle ultime file, piangeva soprattutto quando recitava la Sura “Al Kahaf/ La Caverna”, “TaHa” e soprattutto “Yusuf/ Giuseppe”. Piangeva talmente tanto che a volte cadeva per terra e si ammalava. Questo era il vero timore dei Sahaba, compagni del Profeta. Omar, il cui solo nome faceva paura ai miscredenti, aveva paura solo di Dio. Una volta quando scoprì che il latte che stava bevendo era dei cammelli della Zakat, si mise le dita in gola e vomitò tutto quello che aveva ingerito. Non poteva nutrirsi di cose haràm (illecite). Ecco il discorso di Omar al momento della sue elezione: “O popolo! Voi avete dei diritti su di me, che potete sempre reclamare. Uno dei vostri diritti è che se qualcuno di voi viene da me con una lagnanza, andrà via solo dopo che la sua lagnanza abbia avuto soddisfazione. Un altro vostro diritto è che esigiate che io non prenda nulla che non mi spetti dall’entrata dello stato o dai bottini di guerra. Potete anche esigere che aumenti le vostre paghe e i vostri salari quando nelle casse del tesoro entri più denaro; e che rafforzi le frontiere e non vi esponga a rischi. E’ anche vostro diritto che se dovete andare in guerra io non vi impedisca di tornare a casa, e mentre voi siete lontani a combattere io mi prenda cura delle vostre famiglie come un padre”. Omar era di un carattere forte e deciso, sua figlia Hafsah sposò il Profeta. Il Califfo si rifiutò di pregare in una chiesa per rispetto ai cristiani, perché se avesse pregato dentro, un giorno i musulmani sapendo che vi aveva pregato Omar, l’avrebbero tolta ai cristiani. Baciò alla Mecca la pietra nera dicendo: “So che tu sei una pietra, e non sei né d’utilità né di danno; e se non avessi visto l’Inviato di Allah che ti baciava, non ti bacerei”. Con lui molti ammazzarono. si convertirono. Lo 19 E’ stato per molto tempo giudice dell’Islam e conosceva molto bene il Corano. I PASHTUN E L’AFGHANISTAN Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Si sentiva spesso parlare di loro dopo l’attacco all’Afghanistan nel 2002. Chi sono i pashtun? È un gruppo etnico che vive in Afghanistan, parlano la lingua pashtu e sono musulmani. La popolazione è di circa 40 milioni e si trova soprattutto nell’area tra il Pakistan occidentale e l’Afghanistan sudorientale. In questi ultimi anni purtroppo si parla dell’Afghanistan per la guerra, il terrorismo, la povertà, è tra i paesi più poveri al mondo. L’Afghanistan è un paese affascinante, che confina con altri paesi altrettanto interessanti come l’Iran, il Pakistan, il Turkmenistan, l’Uzbekistan, il Tagikistan e la Cina. La popolazione è suddivisa in: Pashtun, tajik, hazara, uzbek, aimak, turkmen, baloch, la lingua è il pashtu (65%) e il persiano “dari” (23%). Il nome Afghanistan significa letteralmente “Paese degli afgani”. I pashtun si facevano chiamare “Afghan” dopo l’arrivo dell’Islam, questo secondo alcune fonti, secondo alcuni studiosi la parola “Afghan” appare per la prima volta nella storia nell’ Hudud al-Alam nel 982. Il resto del nome “stan” che significa “paese” proviene dal persiano. Gli inglesi la chiamarono “Afghanland” gli afgani adottarono il termine così la chiamarono “Afghanistan”. L’Afghanistan è una terra antica, saccheggiata spesso e punto focale del commercio. È stata invasa da molti: arii, indoariani, medi, persiani, greci, maurya, kushan, unni bianchi, sasanidi, mongoli, arabi, turchi, britannici e in tempi più recenti dai sovietici, talebani e americani. L’Afghanistan è il crocevia dell’Asia centrale. Intorno al 330 a.C fu invasa da Alessandro Magno, i maurya dall’India introdussero il buddismo. I musulmani arrivarono nel 7° secolo e tra il 706 e il 709 il califfato conquistò quasi tutto il paese. L’Afghanistan diventò centro di importanti imperi nel 1219 fu invasa dai mongoli di Gengis Khan che devastarono il paese. L’uzbeko Babur nel 1504 fondò l’Impero Moghul, con capitale a Kabul. Lo stato-nazione afgano, com’è oggi venne ad esistere nel 1746 sotto l’Impero Durrani. Kabul è la capitale del paese, 3, 4 milioni sono gli abitanti, ha un’università fondata nel 1931, diversi istituti superiori, la moschea Shah Do Shamshera, il museo di Kabul e tante altre cose interessanti. Ad Herat si trova la moschea del venerdì. Come si può rimanere indifferenti davanti a così straordinaria bellezza? Fondata nel 1201 e ricostruita nel 15° sec. I punti di marmo sono coperti di motivi decorativi a reticolo, con i mosaici d’ispirazione vegetale, testi religiosi con decori geometrici e motivi floreali. 20 CHI ERA BILAL? tratto dal blog: http://ummusama.wordpress.com Assalamu aleikum, questa volta vi racconteremo la storia di Bilàl, il primo uomo che fece il richiamo alla preghiera (Al Adhàn). ‘Umar ibn al-Khattab (ra) disse, parlando di Bilâl:“Abu Bakr (ra) è il nostro Maestro, ed ha affrancato il nostro Maestro” Prima della sua conversione all’Islam, Bilâl ibn Rabbâh (ra) non era che un semplice schiavo, appartenente ai Banu Jumah e, più precisamente, a Umayya Ibn Khalaf, uno dei Quraysh. Era stato portato a Makkah dalla lontana Abissinia, insieme a sua madre, per essere venduti come schiavi. Dopo essersi ritrovato schiavo di Umayya ibn Khalaf, la vita di Bilâl (ra) cominciò ad essere ritmata da lavori pesanti nella casa o nelle terre in cui veniva sfruttato dal suo padrone. Questo sembrava essere il suo destino, finché la sua vita non subì una svolta, facendolo entrare nella storia Islamica per l’eternità. In effetti, ascoltando le discussioni del suo padrone con i suoi invitati, Bilâl (ra) venne a sapere che Muhammad (saw) dei Bani Hashim, che tutti i Meccani conoscevano per la sua onestà e la sua grande saggezza, aveva cominciato a predicare una nuova religione. Bilâl (ra) ascoltava le notizie di quest’uomo (saw) che predicava l’Unicità di Allah (swt) e l’uguaglianza di tutti gli uomini, qualunque fosse il loro colore, e man mano che veniva a conoscenza di queste notizie, sentiva il suo animo fremere e trasalire di fede e d’amore. Questo schiavo maltrattato e avvilito dai suoi padroni per il colore della sua pelle, gustava ora la fede che libera il corpo e l’anima da tutte le servitù che non siano quelle verso Allah (swt). Sentiva di poter essere finalmente un uomo libero, liberato da tutte le catene che gli legavano il corpo e l’anima. Andò a trovare il Messaggero di Allah e gli annunciò la sua conversione. La notizia della Shahadah di Bilâl (ra) suscitò la collera e lo stupore tra i Quraysh, che vedevano con rabbia il messaggio di Muhammad (saw) raggiungere perfino i loro schiavi. Umayya si sentì disonorato dinanzi ai suoi concittadini che gli rimproveravano di non aver vigilato con fermezza sul suo schiavo. Folle di rabbia, Umayya fece subire a Bilâl delle torture crudeli e orribili. I suoi torturatori lo portavano nel deserto sotto il calore accecante del sole di mezzogiorno e lo stendevano sulla sabbia rovente, buttandogli poi addosso delle grosse pietre che gli schiacciavano il petto. Questo terribile supplizio si ripeteva ogni giorno, ma senza che questo lo convincesse a rinnegare l’Islam. Tutto ciò che usciva dalla sua bocca erano parole attestanti l’Unicità di Allah (swt): “Unico! Unico! Ahad! Ahad! Allah è Unico!”. I torturatori cercavano di fargli ripetere i nomi delle loro false divinità (Lat e ‘Uzza), ma Bilâl (ra) non li ascoltava nemmeno, assorto com’era nella contemplazione della grandezza divina: “Ahad…Ahad!” era la sola risposta alle ingiunzioni dei torturatori. Umayya ibn Khalaf era il più ostinato, non cessava di picchiarlo dicendogli: “O schiavo maledetto! Non ci hai portato altro che problemi! Per Lat e ‘Uzza, farò di te un esempio dell’obbedienza che gli schiavi devono ai loro padroni!”. Fu proprio mentre diceva queste parole che passò di lì Abu Bakr (ra), che vedendo il triste spettacolo esclamò: “Ucciderete un uomo solo perché dice: Allah è il mio Signore?”. Si rivolse quindi a Umayya e gli disse: “Chiedi il prezzo che vuoi e affrancalo!”. Il padrone di Bilâl (ra), che proprio non sapeva cosa avrebbe potuto farsene di quello schiavo, accolse la proposta 21 di Abu Bakr (ra) come un’ancora di salvataggio, tanto più che quest’ultimo era pronto a pagare il suo prezzo. Rese quindi la libertà a Bilâl (ra) facendosi pagare una forte somma. Bilâl (ra) era adesso un uomo libero. Sbarazzato della servitù degli uomini, non avrebbe mai più avuto altro Padrone al di fuori di Allah (swt), l’Unico, per il Quale aveva accettato tutte le dolorose prove e tutti i sacrifici. Mentre Bilâl (ra) si allontanava in compagnia del suo salvatore, Umayya gridò ad Abu Bakr: “Prenditelo! Per Lat e Uzza, te l’avrei venduto anche solo per un’oncia!”. Ma Abu Bakr (ra) gli rispose: “Per Allah, anche se tu mi avessi chiesto cento once per il suo riscatto, te le avrei pagate!”. Fu così che Bilâl entrò nella Ummah benedetta del primo gruppo di Credenti. Il Messaggero di Allah lo accolse a braccia aperte e gli riservò un posto di riguardo nella Comunità Islamica. Fin dai primi tempi della predicazione dell’Islam, la formula dell’appello alla preghiera fu un argomento molto sentito dal Messaggero di Allah (saw) e dai suoi Sahaba (ra), che volevano chiamare all’orazione distinguendosi, però, dalle formule usate da Ebrei e Cristiani. Dopo aver discusso tra loro, i Compagni (ra) optarono per la voce umana, che avrebbe dovuto far sentire fino all’orizzonte l’appello alla preghiera e l’Unicità di Allah (swt). Il Messaggero di Allah (saw) pensò dunque a Bilâl, che aveva la voce più bella e forte. Lo chiamò e gli affidò il compito di chiamare alla preghiera e alla salvezza cinque volte al giorno. Da quel momento, i Sahaba ascoltarono l’Adhàn dalla voce del loro Compagno (ra). Dopo l’Hijrah (Egira), quando i Musulmani si apprestavano al confronto armato con i Quraysh a Badr, anche Bilâl (ra) era con loro. Si distinse, quel giorno, per il suo coraggio e il suo impegno, proporzionati alla sua fede e al suo amore per l’Islam. Era pronto a sacrificare qualunque cosa per difendere quella fede per la quale aveva sopportato tanto. Quando le due armate si affrontarono, Bilâl (ra) era tra i primi ranghi dei combattenti. Voleva difendere col suo corpo, che i miscredenti avevano così seviziato, il Messaggero di Allah (saw) dalle frecce e dalle lance che rischiavano di colpirlo. Ad un tratto, vide il suo vecchio padrone e torturatore Umayya ibn Khalaf, in mezzo al campo di battaglia, sempre arrogante com’era sua abitudine. Bilâl (ra) si lanciò verso di lui gridando: “La testa della miscredenza, Umayya Ibn Khalaf! Che io non sia risparmiato se mi scappa!”. Un altro gruppo di Sahaba lo seguì e circondò Umayya, che si teneva stretto ad uno dei suoi figli. Qualche istante dopo, il corpo senza vita di Umayya giaceva per terra sul campo di battaglia. Bilâl (ra) non si era vendicato per se stesso; vedendo Umayya dinanzi a sé, aveva visto l’incarnazione del politeismo, dell’arroganza, del male, in una parola di tutto ciò che era la negazione dell’Islam. Non esitò quindi a mettere in condizione di non nuocere questo nemico di Allah, che aveva impiegato tutte le sua capacità fisiche e materiali nella lotta contro l’Islam. La morte di Umayya e di altri Quraysh suonò come la sconfitta dei pagani. Bilâl (ra) tornò invece vittorioso a Madinah insieme al Messaggero di Allah (saw) e agli altri Sahaba, che Allah sia soddisfatto di tutti loro. A Madinah, Bilâl (ra) non rimase mai lontano dal Profeta Muhammad (saw), di cui fu uno dei più fedeli Compagni. Viveva con i più poveri tra i Sahaba, che abitavano accanto alla moschea del Profeta (saw) e avevano consacrato la maggior parte della loro esistenza all’adorazione di Allah (swa) e al servizio del suo Messaggero (saw). Bilâl (ra) non amava ricevere complimenti, e a chi glieli rivolgeva rispondeva: “Non sono che un abissino. Poco tempo fa, ero schiavo”. Il Messaggero di Allah (saw) lo amava molto 22 per la sua fede. Un giorno, una disputa verbale oppose Abu Sufyan a Bilâl, Salmân e Suhayb (che Allah si compiaccia di tutti loro). Questi ultimi gli rimproveravano la sua antica animosità nei confronti dell’Islam. Abu Bakr (ra), che aveva sentito le loro parole, disse loro: “Come potete dire questo al decano e capo dei Quraysh?”, quindi andò ad informare il Messaggero di Allah (saw), che gli rispose: “Li hai forse offesi, o Abu Bakr?”. Abu Bakr (ra) si recò dunque a chiedere perdono ai tre pii Compagni. Quando alcuni dignitari Quraysh chiesero al Messaggero di Allah (saw) di cacciare dalla sua assemblea Bilâl e alcuni fra i Compagni più deboli, un versetto del Sublime Corano fu rivelato dall’alto dei sette cieli per mettere in guardia il Profeta (saw) contro una tale eventualità: “Non scacciare quelli che al mattino e alla sera invocano il loro Signore. Bramano il Suo Volto. Non renderai conto di loro e non renderanno conto di te. Se li scacciassi saresti tra gli ingiusti”. Corano, Sura AlAn’âm, v. 52 Ciò prova il merito e il valore che questi Sahaba avevano nella società Islamica. E fu reso ancor più evidente dopo la gloriosa riconquista di Makkah (Mecca). Questo avvenimento fece epoca nell’Islam, poiché era la prima volta nella storia umana che la conquista di una città avveniva in modo pacifico e senza rappresaglie contro i vinti. Alla testa di circa diecimila Musulmani, il Messaggero di Allah (saw) tornò a Makkah, da cui era stato scacciato una decina di anni prima. I suoi concittadini, che l’avevano combattuto e l’avevano obbligato ad emigrare a Madinah erano profondamente inquieti e perplessi sulla sorte che egli (il Profeta) avrebbe riservato loro. Ma il Profeta (saw) non li lasciò a lungo nell’incertezza, annunciando loro: “Andate, siete liberi!”. Un grande sollievo percorse la comunità, che quel giorno comprese quanto il Messaggio recato dal Profeta Muhammad (saw) fosse nobile e pieno di Misericordia. Fu con uno spontaneo e vibrante Allahu Akbar che questa stessa comunità accolse la distruzione degli idoli che per tanto tempo aveva adorato con ignoranza e ostinazione. Da quel momento, era solo Allah, l’Unico, l’incomparabile, che i Quraysh avrebbero adorato per sempre. In una Makkah purificata dalla sozzura del paganesimo, fu a Bilâl (ra) che toccò l’onore di chiamare per la prima volta alla preghiera. Sul tetto della Kaba, intonò con la sua voce calda e dolce l’Adhàn, che non cesserà mai di essere intonato a Makkah, fino alla fine dei tempi. Questo illustre Compagno (ra) visse accanto al Profeta Muhammad (saw), rispettato e amato per la sua pietà. Ogni volta che l’ora della chiamata alla preghiera si avvicinava, il Profeta (saw) gli diceva: “Facci riposare con la preghiera, o Bilâl!”. Ma venne il giorno in cui il pio Compagno (ra) non volle più chiamare alla Salat. Dopo la morte del Messaggero di Allah (saw), andò a trovare Abu Bakr (ra), il primo Califfo, e gli chiese l’autorizzazione di partire per dedicarsi al Jihâd sulla Via di Allah (swt). Il Califfo gli rispose: “Chi dunque chiamerà alla Salat, o Bilâl?”. Ma egli, mestamente, replicò: “Non potrei più fare l’Adhàn dopo la morte del Messaggero di Allah (saw)”. Abu Bakr (ra) insistette: “Resta, Bilâl, e fai l’Adhan per noi”. Ma Bilâl (ra) rispose: “O Abu Bakr, se tu mi hai affrancato perché io fossi al tuo servizio, fai di me ciò che vuoi; ma se l’hai fatto per amore di Allah (swt), allora lasciami al servizio di Colui per il Quale mi hai liberato”. Abu Bakr (ra) gli disse allora: “Oh Bilâl, non ti ho affrancato se non per amore di Allah!”. E gli permise di recarsi dovunque volesse. Bilâl (ra) andò a Damasco e vi si 23 stabilì, consacrandosi all’adorazione di Allah (swt) e al Jihâd nella Sua Via. Un giorno, durante una visita del Califfo ‘Umar (ra) a Damasco, i Musulmani insistettero perché chiedesse a Bilâl (ra) di fare l’Adhàn all’ora della preghiera. ‘Umar (ra) insistette tanto che alla fine Bilâl (ra) accettò. Ma alla pronuncia del nome di Muhammad (saw) il suo antico dolore lo colse e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Tutti i Musulmani, compreso il Califfo ‘Umar (ra), piansero insieme a lui. Bilâl (ra) visse i suoi ultimi anni a Damasco, tra l’ammirazione e il rispetto di tutti i Musulmani. Là morì e fu sepolto. Bilâl (ra) è ricordato come il simbolo della fermezza e del sacrificio della fede dinanzi alle prove e alle vicissitudini che questa implica. Che possa riposare nella Beatitudine e nella Felicità dell’Unico, per il Quale tanto soffrì nel basso mondo. I MUSULMANI IN NIGERIA Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Oltre il 50% di nigeriani sono musulmani, la maggioranza sunniti che seguono la scuola malekita, una minoranza è sciita, che si trova soprattutto nello stato di Sokoto. L’Islam entrò a nord della Nigeria a partire dal nono secolo d.C. La Nigeria è definita “il gigante dell’Africa”, nota per le sue risorse naturali come il petrolio. 150 milioni sono gli abitanti fra questi anche cristiani, circa 21 milioni, la maggior parte protestanti. Si sente spesso parlare di scontri tra cristiani e musulmani, molti sono i morti e feriti da entrambe le parti. Spesso i media evidenziano gli attacchi terroristici dei musulmani e mai dei cristiani, la colpa è di entrambi, anche i cristiani hanno fatto la loro parte, che spesso non viene riportata da giornali e Tv. Ci sarebbe molto da scrivere su questo argomento, ma preferirei fermarmi qua, per non rischiare di uscire fuori dal tema dell’articolo. La moschea Abuja National Mosque è stata costruita nel 1984, è aperta anche ai non musulmani eccetto nell’ora della preghiera e si trova ad Abuja, può contenere 500 persone. Molto conosciuta è anche la moschea Great Mosque of Kano e si trova a Kano, seconda città più popolata della Nigeria. La moschea è stata costruita da Muhammad Rumfa nel 15° secolo ed era di fango, è stata spostata in un altro luogo da Muhammad Zaki nel 1582 e ricostruita a metà del 19° secolo da Abdullahi dan Dabo. È stata distrutta nel 1950 e ricostruita con la sponsorizzazione britannica. Terza moschea nota è Ilorin Central Mosque a Ilorin. È stata costruita nel 1820. Più di un secolo dopo la moschea non poteva più contenere il numero della popolazione musulmana in crescita, per questo motivo il 9° emiro di Ilorin Al hajj Dr Zulkarnaini Gambari invitò il Gran Mufti Al Hajj Mohammed Kamal-u-deen ed altri nomi per coordinare la raccolta di fondi per la costruzione di una nuova moschea. Il 30 Aprile 1977 gettarono le fondamenta per la nuova moschea, completata ed inaugurata quattro anni dopo, nel 1981. Attualmente la moschea ha 99 cupole di diverso diametro e quattro minareti di 150 metri d’altezza. 24 LA MORTE DELLA MADRE Di Sheikh Mahmoud El Masri Traduzione di Zeinab Nour White Vi racconterò la morte di mia madre, che Allah abbia misericordioso di lei. Questa madre grandiosa, che qualsiasi cosa do e faccio nella mia vita, wallahi (vi giuro), non riuscirò a ricompensare un giorno dei suoi… che Allah abbia misericordia di te madre mia. Mi ha insegnato tanto e mi ha educato personalmente, e da lei ho imparato cose molto belle… Quando mi hanno chiesto in un canale televisivo chi sono i miei sheikh, ho risposto la più grande cosa che mi ha insegnato nella mia vita è stata mia madre. Mia madre mi ha insegnato la misericordia, mia madre mi ha insegnato la verità, mi ha insegnato la fedeltà, mi ha insegnato la sincerità, mi ha insegnato ogni cosa bella… mia madre la signora analfabeta, è colei che mi ha insegnato tutto… Invece le scienze legali erano molto facili… l’etica era molto difficile da acquisire soprattutto in questa nostra epoca . Qualcuno doveva essere un esempio dal quale imparare. Mia madre la guardavo, che Allah le conceda un’ampia misericordia, e scusatemi questa è una questione personale ma mi piacerebbe ricordarla per dire ad ogni giovane: “tua madre è un tesoro, guai se lo perdi!”, bacia le mani di tua madre e bacia le mani di tuo padre e stai attendo ad obbedir loro, cosi Allah (swa) sarà generoso con te nella vita terrena e nell’Aldilà. Ogni bene che mi è successo nella vita è grazie ad Allah prima di tutto e poi grazie alle preghiere di mia madre. Mia madre… che Allah abbia misericordia di lei, dicevo sempre che non doveva vivere in quest’epoca ma in quella dei compagni del Profeta (saw). Non era adatta a vivere nella nostra epoca! Il mio pianto su di lei il giorno in cui è morta, era equivalente alla mia felicità che lei non era adatta a vivere in quest’epoca, non era giusto che lei vivesse tra noi.. scusatemi! Non era giusto che vivesse tra noi in quest’epoca… in quest’epoca dura in cui viviamo, perché doveva unirsi ai giusti come lei… basta che vi dica che mi insegnava ogni cosa.. anche la misericordia per gli animali, come ci ha insegnato il Profeta Muhammad (saw). Mi diceva sempre: “prega che la malattia non si allunghi con me, prega che nessuno mi porga un bicchiere d’acqua, prega che sia io a servire me stessa fino all’ultimo momento”. Pensate, è questo che è successo! Nessuno l’ha servita con un bicchiere d’acqua fino alla sua morte, faceva tutto con le sue mani, che Allah le conceda un’ampia misericordia. Nel giorno della sua morte, eravamo al 5° piano ed ho una sorella al 1° piano, omm Moustafa, che Allah la preservi. Mia madre in quel giorno per la prima volta in vita sua ha chiesto a mia sorella di passare la notte da lei, e così è stato. Alla preghiera del “Asr” si è alzata per pregare e non riusciva a muoversi, ed ha detto a mia nipote (figlia di mia sorella) “sostienimi, in modo che possa fare l’abluzione”, mia nipote le ha dato il sostegno e lei ha lavato appena le sue mani e il viso, nient’altro. Mia nipote disse:“nonna non hai ancora fatto l’abluzione”, e la sua risposta: “al hamdulillah cara, loro mi hanno fatto l’abluzione”, wallahi, mia madre non sa dire queste parole, queste parole sono uscite senza il suo volere, “loro mi hanno fatto l’abluzione al hamdulillah”, è entrata a pregare 25 al Asr ed era seduta, dopo la preghiera ha detto “Allahu Akbar” di nuovo, pregava ancora, e mia nipote “non c’è preghiera dopo al Asr” e mia madre “c’è tanto ancora, ma speriamo di riuscirci”. Ha detto “Allahu Akbar” , ha recitato la Sura Al-fatiha, ha guardato il cielo, ha sorriso ed ha cominciato nelle ebbrezze della morte mentre pregava … Mi hanno telefonato e sono riuscito a raggiungerla, ed ho cominciato a dirle: “dì che non c’è Dio all’infuori di Allah madre…”. Stavo dando l’addio al mio amore ed anima del cuore mio… come se la mia anima viene prelevata dal mio interno. Lei diceva “Allah, Allah” ed indicava con il suo dito, “Allah, Allah, Allah” fino all’ultimo momento “ALLAAAAAAAAH!” la sua anima salì così al suo Signore. Subhana Allah, il momento più difficile nella vita di ogni persona, il giorno in cui perde la persona più cara, il giorno in cui senti che la persona più cara al tuo cuore non la vedrai più, è il momento più difficile nella vita di ogni persona, io in questo momento, subhana Allah… Allah rende costante chi ha una fede profonda, ho detto al hamdulillah , inna li Llah wa inna ilaihi rajiu’n “noi siamo per Allah e ad Egli ritorniamo”, Iddio ricompensami per la mia disgrazia e donami qualcosa di migliore di essa… ho sentito che la disgrazia è molto grande, ho sentito che il mondo è diventato nero davanti ai miei occhi, ho sentito che tutto l’amore che mi accoglieva ormai è svanito, il calore in cui vivevo, ho sentito che ormai non vivevo più in questo mondo, ho sentito come se fossi stato io a morire… davvero, davvero… O’ giovani! Conservate le vostre madri… o’ giovani! Non conoscete il valore del padre e della madre quant’è… conosci il valore dei beni solo quando li perdi! Mia madre è morta e subhana Allah, il suo amore per il Profeta (saw) non era comune! Era una cosa davvero particolare, ogni volta che sentiva la parola “la pace e la benedizione sul Profeta” diceva “su di lui la pace e la benedizione”, le parole venivano dal suo cuore e le lacrime sempre agli occhi appena sentiva il ricordo del Profeta (saw). Mia madre è morta ed aveva 63 anni, come il Profeta (saw). Non la paragono al Profeta Muhammad (saw) però voglio far emergere le similitudini, è morta di lunedi ed è stata sepolta martedi come il Profeta (saw). Era orfana di madre e padre, il Profeta (saw) suo padre è morto quando era ancora nel grembo di sua madre ed anche lei (mia madre) suo padre è morto quando era in grembo a sua madre. Il Profeta (saw) sua madre è morta quando lui aveva 6 anni. La mamma di mia madre è morta quando aveva 1 mese… era orfana di madre e padre e aveva solo un mese. Mi diceva “o’ Mahmoud ,figlio mio, tu sei mia madre, mio padre e mio fratello… anche se ho perso mia madre e mio padre tu hai sostituito ognuno di loro”. Pregava sempre per me tutte le notti… e Dio mi ha dato successo nella mia vita grazie alle sue preghiere. Sono andato a seppellirla, come se la tomba fosse preparata apposta per ospitarla, l’ho seppellita in 3 minuti e sono risalito e per quasi 45 minuti, ho fatto un sermone sulla morte sulla sua tomba… che Allah le conceda un’ampia misericordia… ho provato delle sensazioni che ancora oggi non riesco a spiegare… e non riesco a raccontare… Ogni volta che faccio un viaggio o vado da qualche parte passo per la sua tomba… come se sentissi che la sua anima è con me, la saluto.. e quando torno ripasso di nuovo e le dico “sono tornato amore mio”. Non immaginate la grande tristezza e sconforto che c’è nel cuore di una persona che perde il suo amato… o’ giovani conservate le vostre madri… l’ho sepolta ed ho raccomandato a tutti gli sheikh 26 dell’Egitto di pregare per lei nella preghiera del venerdì, tutti lo hanno fatto e milioni di persone hanno pregato, mi è apparsa nel sonno il venerdi sera, la notte del sabato.. con il suo viso illuminato, dicendomi “che Allah ti ricompensi per quello che ho ricevuto amore mio”. Un giorno mi sono messo d’accordo con i miei fratelli per andare a visitare la sua tomba, stavo tornando dal sermone del venerdì ed ero molto stanco, mi sono addormentato ed ho detto loro: “non riesco a venire con voi questa volta, sono stanco” ed ho riposato per 10 minuti… wallahi non dimentico quel giorno! Ho dormito 10 minuti e mi è apparsa nel sonno, stava salendo dalla tomba e salutava mia sorella Huda, mia sorella Souhir e mia sorella Nai’ma, li salutava e chiedeva a loro “dov’è Mahmoud?”, le hanno risposto “non è venuto è stanco” e lei “non è possibile… il mio amore non può non venire da me!” , mi sono svegliato di colpo, li ho trovati alla porta, ho detto loro “verrò con voi”. Sono andato li ed ho provato una felicità enorme nel visitare la tomba di mia madre. L’essere umano desidera che Iddio ci regali una buona conclusione, ed attende il momento in cui incontra i suoi cari. Non posso dimenticare questo avvenimento, davvero strano, un giorno mi sono seduto con mia madre, e le ho detto “vorrei incontrarti nell’Aldilà”, mi ha risposto “inshaAllah amore mio”, le ho detto allora “mettiamoci d’accordo per il posto dove ci incontreremo” Le ho detto il posto più significativo del luogo del raduno, è vicino al Profeta (saw) “lui è il mio amore e il tuo amore, ci incontriamo dal nostro amato, lo salutiamo, baciamo le sue mani e ti vedo li… ed entriamo nel Paradiso insieme”, mi ha risposto di si, il nostro incontro sarà lì. Ho fatto un sogno in cui ho visto mia madre vicino al nostro Profeta Muhammad (saw). E mia sorella dal Fayyoum, di nome Huda, mi ha chiamato qualche anno fa, non dimentico quel giorno wallahi, non c’è Dio all’infuori di Lui… e forse mia sorella è seduta in questo momento a guardarmi davanti alla Tv, ha visto un sogno in cui io avanzavo verso il Profeta (saw), non presentavo programmi sul satellite televisivo, non sapeva com’ero… e mi ha detto “wallahi, Allah che non c’è Dio all’infuori di Lui, ti ho visto che avanzavi da lontano e non ti conoscevo, c’era il Profeta fermo, e vicino a lui Abu Bakr e Omar, il Profeta (saw) è andato verso di te, ti ha abbracciato e ti ha baciato… e ti ha messo vicino ad Omar”e mi ha detto, “io chiedevo alle persone chi è questo, e mi hanno detto che questo è lo sheikh Mahmoud El Masri” e mi ha detto “ero insistente sul raccontarti questo sogno”… Le ho detto “che iddio ti annunci il bene, ho visto in sogno mia madre vicina al Profeta (saw) e mancava a me questo sogno”. Non lo racconto dal lato della purezza dell’anima, lo ricordo per il fatto che l’essere umano desidera incontrarsi con i suoi cari… I NOSTRI DIGIUNI E LE COMMEMORAZIONI Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Il primo giorno del mese Muharram, inizia l’anno islamico. Ricorda l’emigrazione del Profeta Muhammad da Mecca a Medina. Il 10° giorno di Muharram è Ashura, nel mondo sunnita è il ricordo del miracolo del mar rosso che si aprì per far passare le tribù d’Israele guidate dal Profeta Mosè (as), li salvò in questo modo. Per gli sciiti si celebra il martirio di Hussein, figlio di Ali. Giorno di digiuno raccomandato. Anche il giorno prima. Il 12° giorno del mese Rabi I è Mawlid, commemorazione della nascita del Profeta 27 Muhammad (saw), non si festeggia, come fanno certi musulmani. Il 27° giorno di Rajab è il viaggio del Profeta Muhammad tra la Mecca e Gerusalemme e ascensione al Trono di Allah. Nel mese Shawall dopo 1 o 3 giorni dell’ Idu-l-fitr si digiuna 6 giorni, dice il Profeta che è come se avessi fatto digiuno tutto l’anno. Id Adha finisce il pellegrinaggio, 10 giorni di digiuno prima dell’Aid. LE 7 PERSONE CHE SONO NELLA PROTEZIONE DI ALLAH (SWA) Traduzione di Mohammed Al Khald E' stato riportato da Abu Hurayrah (voglia Allah essere soddisfatto di lui) che il Profeta (saw) ha detto: "Ci sono sette persone che Allah (swa) proteggerà con la Sua protezione il Giorno in cui non ci sarà nessuna protezione eccetto la Sua: 1) Il governante giusto 2) Un giovane che cresce adorando il Suo Signore 3) Un uomo il cui cuore è fissato alla Moschea 4) Due uomini - inteso come un uomo ed una donna - che si amano tra loro in Allah (swa) e si incontrano 5) Un uomo che viene chiamato da una donna bella ed importante e dice: "Io ho timore di Allah (swa)" 6) Un uomo che quando dà la carità la nasconde a tal punto che la sua mano sinistra non sa cosa dà la sua mano destra 7) Un uomo che quando è solo si ricorda di Allah (swa), ed i suoi occhi si riempiono di lacrime”. Narrato da Al Bukhari n.504, da Muslim n.1712 ed altri JERMAINE JACKSON MUSULMANO DA PIU’ DI 20 ANNI Traduzione di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo In un'intervista sorprendente, Jermaine Jackson, il fratello della stella famosa nel mondo Michael Jackson, racconta come ha abbracciato l'Islam. L'Islam è una religione, aldilà dei pregiudizi del colore della pelle, della razza e dei confini territoriali. Ecco perché i seguaci delle altre religioni con una stretta veduta hanno un senso di orgoglio di eccesso rilievo quando uno abbraccia l’Islam. Lasciare la religione degli antenati, è una delle decisioni più difficili, ma i principi e le virtù di larga veduta dell’Islam hanno persuaso l’umanità nell’adottarli come modo di vivere. Ora, quindi, l’Islam è emerso come la religione più grande del mondo. Jermaine Jackson, il fratello di Michael Jackson è uno di quegli uomini che hanno lasciato la religione dei loro antenati e fatto dell'Islam la parte inseparabile della loro vita. Jermaine Jackson, si chiama adesso Muhammad Abdul-Aziz. Vive in uno dei palazzi lussuosi ai margini di Los Angeles (U.S.A.). Il palazzo di Abdul-Aziz è circondato da bei giardini. "Al-Mujallah" ha recentemente pubblicato per la prima volta un'intervista di Jermaine 28 Jackson da quando è diventato musulmano. In questa intervista, ha espresso il suo amore appassionato per l’Islam. Vediamo come ha risposto alle diverse domande: Quando e come ha iniziato il suo viaggio verso Islam? Era nel 1989, quando con mia sorella ho girato alcuni dei paesi del Medio Oriente. Durante il nostro soggiorno in Bahrain, eravamo stati accolti calorosamente. Là incontrai alcuni bambini e chiacchierai con loro. Feci alcune domande e mi risposero con l’innocenza tipica dei bambini. Mi domandarono della mia religione, risposi che ero cristiano. Chiesi quale fosse la loro religione. Con una grande serenità nei loro volti risposero tutti insieme L’ISLAM! Risposero con entusiasmo e lo si vedeva. Cominciarono a parlarmi dell’Islam. Stavano dandomi informazioni. Erano molti fieri di essere musulmani lo si capiva dalla tonalità della loro voce. Un breve momento con dei bambini che mi portò ad avere discorsi lunghi sull’Islam con gli studenti musulmani. Cominciai a pensare molto e a fingere poi a me stesso che non fosse successo nulla, ma durò poco poiché questo fatto mi toccò il cuore e mi convertii all’Islam. Rivelai per primo al mio amico Qunber Ali. Lo stesso Qunber Ali mi portò a Riyadh, capitale dell'Arabia Saudita. Fino a quel momento non conoscevo molto sull’Islam. Cosa hai provato dopo aver detto di essere musulmano? Abbracciando l'Islam era come se fossi rinato. Ho trovato nell’Islam le risposte a quelle domande che mi facevo e che non riuscivo a trovare nel cristianesimo. Solo l’Islam mi ha fornito la risposta soddisfacente sulla nascita di Gesù. Per la prima volta mi convinsi sulla religione. Prego affinché la mia famiglia possa apprezzare queste cose. Loro sono testimoni di Geova. Secondo la loro dottrina solo 144.000 uomini andranno in Paradiso. Mi sorprende sapere che la Bibbia è stata compilata da tanti uomini, soprattutto il volume scritto da re Giacomo. Mi sono sempre chiesto come un uomo può compilare un libro ed attribuirlo a Dio. Durante il mio soggiorno in Arabia Saudita ho avuto l’occasione di comprare uno scaffale di cassette di un cantante pop britannico, adesso musulmano, Yusuf Islam -conosciuto precedentemente come Cat Stevens-. Ho imparato molto anche da queste. Che cosa è avvenuto negli Stati Uniti quando hanno appreso del suo abbraccio all’Islam? Quando tornai negli USA i mezzi di comunicazione americani fecero una propaganda contro l’Islam e i musulmani. I pettegolezzi su di me disturbarono la mia pace interna. Ad Hollywood si malignava spesso sui musulmani. Ci sono tante cose in comune fra cristianesimo e Islam, e il Corano presenta Gesù come un Profeta virtuoso. Mi domando allora, perché l’America cristiana fa tutto questo contro i musulmani? Dopo esser diventato musulmano è avvenuto un enorme cambiamento in me. Ho eliminato tutte le cose proibite nell’Islam. Tutto questo ha reso anche la vita difficile alla mia famiglia. La famiglia Jackson ha avuto diversi problemi – com’è ormai noto-. La mia famiglia ha ricevuto molte lettere minacciose. Posso dire di conseguenza che la famiglia Jackson ha un buon rapporto con la gente appartenente a tutte le religioni. Quale è stata la reazione di suo fratello Michael Jackson? Portai dall’Arabia Saudita molti libri. Lo stesso Michael mi chiese alcuni di questi per 29 studiarli. Prima di ciò lui era influenzato dalla propaganda americana contro l’Islam e i musulmani. Non era ostile all’Islam però dopo la lettura dei libri non ha avuto più nulla contro i musulmani. Penso che lo studio dell’Islam abbia contribuito nella sua decisione di scegliere per i suoi affari i commercianti musulmani. Ha parti uguali in affari con il principe saudita Walid bin Talal nella sua azienda multinazionale. Prima si diceva che Michael Jackson fosse contro i musulmani, dopo disse che si convertì alla religione musulmana, cosa c’è di vero in tutto questo? occidentale. Nonostante sono sposati, gli uomini occidentali hanno rapporti extraconiugali con un certo numero di donne. L’Islam salvaguarda il tessuto sociale da questa distruzione. Dopo la sua conversione ha incontrato Muhammad Alì? Muhammad Alì è il nostro amico di famiglia. Ho intenzione di costruire al più presto una nuova moschea in una zona dove non ci sono moschee. Vorrei andare anche al più presto a fare l’Umrah con la mia famiglia inshallah. Sua moglie e i suoi figli sono musulmani? Testimonio che Michael non ha mai detto nulla contro i musulmani. Anche le sue canzoni danno un messaggio d’amore per il prossimo. L’abbiamo imparato dai nostri genitori. Se molti erano contro di me quando diventai musulmano, perché non può essere così anche per Michael? Tutto questo perché è il più vicino all’Islam. Ma chi sa cosa può accadere quando Micheal Jackson abbraccia l’Islam… Ho sette figli maschi e due figlie femmine, sono come me musulmani. Mia moglie invece sta ancora studiando l’Islam. Vuole andare in Arabia Saudita. Spero insha Allah, che possa anche lei al più presto abbracciare l’Islam. Possa Dio l’Onnipotente darci la forza e la perseveranza a rimanere sulla Retta Via dell’Islam, la Vera Religione. (Ameen) Cosa pensa della sua decisione il resto della sua famiglia? Di Amina umm Samìr Quando tornai in America mia madre già sapeva la notizia della mia conversione all’Islam. Mia madre è una donna religiosa e civile. Quando tornai a casa mi fece solo una domanda: “Hai preso questa decisione d’improvviso o dopo una lunga e profonda riflessione?”, le risposi che decisi dopo aver pensato a lungo. Mia sorella Janet rimase molto sorpresa della mia decisione, all’inizio era molto preoccupata, per lei i musulmani erano solo poligami, possono sposare fino a quattro mogli. Quando le ho spiegato che questo permesso per i musulmani è giusto visto i problemi nella società americana attuale è rimasta soddisfatta. La promiscuità e l’infedeltà sono molto comuni nella società L’HIJAB E LA PAURA DEGLI “ALTRI” Stamane mi son ricordata di aver lasciato in sospeso qualche sorella che mi ha fatto una domanda specifica:"Sorella Amina: io non trovo il coraggio di indossare definitivamente l'hijab, i miei familiari non mi parlerebbero più e le persone, qui dove vivo, mi prenderebbero in giro evitandomi come la 30 peste. Come posso fare?". Non è stato facile nè per me nè per nessun altra, ma quando una cosa la fai per Dio, per il Signore dei Mondi Creati, tutto il resto, le chiacchiere, la gente, gli sguardi...non contano più nulla ma provi solo tanta pena per quelle anime! L'Islam E' INDISCUTIBILMENTE la religione di Allah (chi poi ne volesse discutere, son a disposizione, insha Allah), che ha trasmesso a noi uomini tramite i Suoi Profeti. Tutti i Libri Sacri contengono la Sua Parola, le Sue Leggi e chi NON le segue non va in Paradiso. Questo perchè come esiste Dio, esiste anche Shaytan (audhu billahi minna Shaytan ar-rajim!), per cui sono solo 2 le strade che potremo prendere e che segneranno il nostro destino nell'Altra Vita. Un hadeet Qudsi (per cui diretta Parola di Allah) dice:"NESSUNO può seguire questa vita e me insieme...nessuno. O seguite questa vita, o seguite me..." Il problema che ci creiamo riguardo l'hijab...la gente parla, i familiari mi disconosceranno. La mia esperienza personale mi vede in lotta per anni con gli stessi dilemmi, per questo dico sempre di capire benissimo le sorelle che si rivolgono a me, però c'è da dire una cosa importante: quando ancora non indossavo l'hijab, NON mi sentivo in pace con me stessa, sentivo che mi mancava qualcosa, sentivo che ero incompleta, che stavo trasgredendo qualche precisa regola. Sì...una precisa regola: “E di' alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul petto e non mostrare i loro ornamenti ad altri che ai loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti, ai loro figli, ai figli dei loro mariti, ai loro fratelli, ai figli dei loro fratelli, ai figli delle loro sorelle, alle loro donne, alle schiave che possiedono, ai servi maschi che non hanno desiderio, ai ragazzi impuberi che non hanno interesse per le parti nascoste delle donne. E non battano i piedi, sì da mostrare gli ornamenti che celano. Tornate pentiti ad Allah tutti quanti, o credenti, affinché possiate prosperare”. [Corano Sura An-Nùr /La Luce, v. 31] “O Profeta, di' alle tue spose, alle tue figlie e alle donne dei credenti di coprirsi dei loro veli, così da essere riconosciute e non essere molestate. Allah è perdonatore, misericordioso”. [Corano Sura Al Azab/ I coalizzati, v. 59] Ecco, il mio Signore ha detto che io devo velarmi, devo essere casta, modesta nel vestire e nel comportarmi... La "gente" sparla e mi guarda male?Ok, ma una domanda sorge spontanea: nel Giorno del Giudizio, tutte le persone che mi hanno ostacolato nel professare liberamente la religione di Allah, dove saranno? Se mi volterò le vedrò in fila insieme a me, terrorizzate e in attesa di esser giudicate. E quando arriverà il mio momento, con che coraggio potrò rispondere tranquillamente, quando Allah (swa) mi domanderà "perchè non hai indossato l'hijab? Perchè Mi hai disobbedito?”. Non potrò certo dire che la colpa è stata di mia madre che non voleva, o di mio padre che non mi avrebbe più parlato o dell'insegnante che avrebbe abbassato i voti ai miei figli...no, non potrò perchè in quel momento IO SAPRO', CAPIRO' e sarò cosciente che quelle persone (alle quali in vita ho dato tanta importanza, tanta da metterle davanti a Dio) saranno giudicate proprio come me, se andrò all'Inferno a causa della mia ribellione ad una Legge divina, non ci sarà madre, o padre, o vicino di casa che mi aiuterà, astaghfirullah! Abbiamo dato shahada, attestando che non esiste altro Dio oltre Allah e che Mohammed 31 è il Suo Inviato, noi dobbiamo rigettare tutto il resto!! Usare misericordia con tutti, è ovvio ma non lasciarsi trascinare giù, lontano da Allah e dalla Salvezza. I miei familiari non mi parleranno più? SARO' IO A FARLO! Per dimostrar loro la mia felicità, la mia serenità e cercare di riportarli ad Allah l'Altissimo. La "gente" mi guarda e mi tratta male? Non importa, perchè non sono migliori di me ed inoltre il mio Creatore mi ha detto che: “Invero i malvagi schernivano i credenti; quando passavano nei loro pressi si davano occhiate, ritornando dalla loro gente, si burlavano di loro; e quando li vedevano, dicevano: “Davvero sono fuorviati!”. Certo non hanno avuto l'incarico di vegliare su di loro. Oggi invece sono i credenti a ridere dei miscredenti:[appoggiati] su alti divani guarderanno. I miscredenti non sono forse compensati per quello che hanno fatto?”. [Corano Sura Al Mutaffifin/ I frodatori v. 29/36] Indossare l'hijab è la nostra LIBERTA': una libertà silenziosa che attesta la nostra sottomissione NON agli uomini (finchè noi ci preoccupiamo di quello che dicono saremo loro schiave!), ma ad Allah l'Altissimo, una libertà espressa in un silenzio assordante indossando con fierezza il nostro hijab, camminando a testa alta, con lo sguardo rivolto al cielo ed il cuore ad Allah!! Sorelle...siamo Musulmane e fiere di esserlo? Esiste una regina senza corona? l'hijab è la nostra corona, alhamdulillah!! LA LINGUA URDU PAKISTANA di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo I caratteri scritti della lingua urdu sembrano arabi, ma in realtà un arabo non capirebbe nulla se dovesse leggere l’urdu. All’ascolto l’urdu sembrerebbe per noi occidentali simile all’indiano, ma in realtà non ha molto a che fare con l’hindi. Un pakistano invece di dire “Namastè?” quando vede qualcuno, saluta in modo islamico con “Assalamu aleikum” poiché gran parte della popolazione è musulmana. “Come ti chiami? si dice “Aapka nam kya heyh?” e “Mi chiamo Moustafa” in urdu è “Mera nam Moustafa heyh” . Per ringraziare “Shukria” e per salutare con un arrivederci “Khuda hafiz”. I pakistani parlano trecento dialetti e una dozzina di lingue. Tutto è cominciato dalla prima invasione degli Arii, le lingue pakistane provengono dal ramo persiano e indiano, come: il pashto, il beluci –dal persiano- , il panjabi, il sindhi e l’urdu –dall’indiano-. L’urdu è una lingua indoeuropea con influenze persiane, turche e arabe al tempo del Sultano di Delhi e dell’Impero Moghul (1200- 1800). È la lingua nazionale del Pakistan e significa “accampamento”, nonostante che la maggior parte della popolazione parli il panjabi. L’urdu è usato nel Parlamento, dai mass media ed insegnato nelle scuole. I pakistani parlano anche l’inglese, lingua della colonizzazione. L’inglese è usato dal ceto alto, l’urdu dal ceto medio e il panjabi dalla maggior parte della popolazione. L’urdu si scrive da destra a sinistra, come l’arabo. 32 I CREDENTI VEDRANNO IL LORO SIGNORE NEL GIORNO DEL GIUDIZIO paragonabile a Lui. Tratto dal libro “Luma’tu al I’tiqad/ Il Raggio del Credo” di Ibn Qudama al Maqdisi GLI HUI: I MUSULMANI CINESI Traduzione di Fatima Asya Baraka di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo I credenti nell’Aldilà vedranno il loro Signore e Lo visiteranno. Egli gli parlerà e loro parleranno ad Allāh. Allāh dice: “In quel Giorno ci saranno dei volti splendenti, che guarderanno il loro Signore” [Al-Qiyāmah 75: 22-23] Allāh dice: “Niente affatto: in verità in quel Giorno un velo li escluderà dal vedere il loro Signore” [Al-Muţaffifīn 83: 15] Il fatto che Allāh non si farà vedere dai miscredenti, mentre essi saranno nello stato di disperazione e nella più profonda tristezza, mostra che il credente vedrà Allāh perché la sua situazione sarà totalmente opposta a quella del miscredente. Infatti egli sarà lieto e soddisfatto. Se non fosse proprio così allora non ci sarebbe nessun paragone tra i credenti e i miscredenti riguardo al vedere Allāh nell’Aldilà. Ha detto il Profeta (la pace e le benedizioni su di lui): “Certamente vedrete il vostro Signore così come vedete la luna, poi non avete nessuna difficoltà a vederla.” (Sahīh al-Bukhari e Sahīh Muslim). Questa affermazione del Profeta (la pace e le benedizioni su di lui) è soltanto un confronto tra i modi di vedere [di un essere umano] e si riferisce solamente a lui. Tale chiaro modo di vedere l’altro [ovvero Allāh nel Giorno del Giudizio] ovviamente non viene paragonato con il modo di vedere di Allāh Stesso perché Egli non ha dei simili e per lo più nulla è Chi sono gli Hui? Sono i cinesi musulmani. Al contrario di quanto possiamo pensare, vivono in Cina 20 milioni di musulmani, quindi, non solo buddisti o seguaci di Confucio. Certo, i musulmani cinesi sono una minoranza, che vive pacificamente con il resto della popolazione. Perché si chiamano Hui? Sono i cinesi “etnici” Han. Gli Hui – la maggiore etnia musulmana cinese- sono 7 milioni, i restanti 13 milioni di musulmani sono divisi in gruppi indo-europei ecc.. I musulmani sono presenti in Cina già dall’ottavo secolo, aumentarono nel paese tra il XIII e il XIV secolo, con la dinastia Mongola. Nel 1274 circa a Dali, nello Yunnan ci fu un governo islamico. Successivamente, i musulmani costruirono in Cina una grande moschea distrutta dal fuoco nel 1341 e ricostruita nel 1349- 51. Durante la dinastia Tang, un gruppo di mercanti arabi e persiani giunsero in Cina sulla via della seta e attraverso il porto di Quanzhou. Introdussero nel paese la loro sapienza medica, la loro cucina, ecc. Le moschee cinesi sembrano nella costruzione dei tipici templi cinesi, con le pareti di colore rosso e i versetti del Corano. Del Libro Sacro dei musulmani esistono diverse traduzioni in cinese. 33 LE POESIE DI USAMA AL AQSA OH UMMAH DI MUHAMMAD Giuro che non ti abbiamo dimenticato Oh Ummah di Muhammad… è solo un brutto periodo in cui ci siamo allontanati Dove sei finita? la parola più giusta può essere addormentati? ma basta poco e manca poco e ci si risveglierà... Per quale motivo il lamento è la tua unica espressione? Hai deciso di combattere così? Questo è quello che puoi? ci sarà tanto da lavorare ma ognuno di noi le maniche si rimboccherà Dov’è l’orgoglio? adesso il cuore s'è svegliato, alla testa e alle mani poi toccherà Dov’è l’amore per Allah e per il Suo Messaggero? un giorno quei fiumi di sporcheranno più la tua terra sangue non i bambini non avranno più paura di morire rinchiusi in quella maledetta serra Come mai ti perdi in parole? Perché non ti concentri sulla Parola? Una bella frase non è sempre la frase giusta… Un buon concetto non è il migliore… e la pace ritroveranno una volta finita questa benedetta guerra Una brava persona non è sempre amica… è tutto questo perchè siamo stati lontani e adesso i nostri petti sono pieni Un musulmano non lo è con la sola lingua… ma noi sacrifichiamo tutto anche i nostri beni Il sacrificio non è solo guardare… mentre qualcuno pur di eliminarci cerca di monificare i nostri geni I portatori di pace non sempre la vogliono… guerra, violenza, morte e paura questo è ciò che cercano di incutere ma senza fortuna voi sterminare un popolo che nel deserto d'agosto non beve e non mangia ma digiuna? Il combattimento non è solo parlare… La vita ha dei controsensi… Così come la morte: che morte è se poi ci risvegliamo? Ognuno si costruisce il proprio risveglio Chi lottando e chi dormendo… giuro che ritorneremo Ciò che importa è l’intenzione… giuro che ci vedremo Di Usama Abul Asad il mio cuore pulsa forte e non vede l'ora...ma è sempre sereno! 34 Nel numero scorso di “Mondo Islam” c’era un articolo sui Riti funebri islamici, in questo numero abbiamo pensato di pubblicare una “Clausula Testamentaria” da compilare a cura di ogni musulmano. È un discorso da non sottovalutare, siamo di passaggio in questa vita e la morte può arrivare da un momento all’altro, senza fare distinzione di sesso, razza, età, ceto sociale ecc. Vi consigliamo di compilarla perché abbiamo assistito alla morte di alcuni convertiti all’Islam che sono stati sepolti con il rito cristiano in un cimitero cristiano, o addirittura cremati per desiderio della famiglia. Per chi non lo sapesse la cremazione consiste nel bruciare il corpo del defunto, cosa assolutamente vietata nell’Islam. Questa clausula è stata riveduta e concessa dal fratello Muadh, credo che faccia riferimento ad una pubblicata in qualche libro dello Sheikh Abdur-r-Rahman Pasquini, che Allah lo ricompensi. Fate copia e incolla in un documento word e stampatelo. CLAUSULA TESTAMENTARIA Nel nome di Allah Il Clemente,il Misericordioso. La lode tutta appartiene ad Allah. O Allah,esalta benedici ed abbi in gloria Il Tuo servo e apostolo Muhammad, la sua Famiglia e i suoi Compagni. Quanto sopra doverosamente premesso,io,sottoscritto (NOME e COGNOME) residente attualmente a (NOME DELLA LOCALITA’ e INDIRIZZO),nella piena capacità di intendere e di volere ordino,pubblico e dichiaro le mie ultime volontà riguardo al trattamento della mia salma,il mio funerale e la mia sepoltura. Rendo testimonianza che non c’è divinità tranne Allah,l’Unico,il Misericordioso l’Onnipotente Creatore dei Cieli e della Terra e di quanto vi è in essi,Dio di Abramo,Mosè,Gesù e Muhammad,e di tutti i Profeti,su loro la pace. Egli è unico titolare della qualità divina,nella quale non ha condomino a nessun titolo,né di socio,né di figlio. Rendo testimonianza che Muhammad (saw) è Suo servo,messaggero e ultimo dei Suoi Inviati. Rendo testimonianza che Allah è Verità,che la Sua promessa è verità e che l’incontro con Lui è verità. Rendo testimonianza che l’Avvento dell’Ora è verità,riguardo al quale non c’è alcun dubbio,e che Allah,rifulga lo splendore della Sua Luce,scevro di ogni difetto e imperfezione,con certezza resusciterà i morti di tutte le generazioni dell’umanità,della prima e dell’ultima e di tutte le intermedie. Ai miei parenti e amici,ai miei fratelli e alle mie sorelle nell’Islàm,a tutti coloro che rimarranno dopo di me,io consiglio di compiere ogni sforzo per essere veri Musulmani,in obbedienza al loro Creatore,rifulga lo splendore della Sua Luce,e di adorarLo,in quanto è solo Lui il titolare del diritto di essere adorato,ditemerLo,perché solo Lui ha titolo di essere temuto,e di amare Lui e l’Apostolo 35 Suo,Muhammad (saw) con amore completo ed esclusivo. Obbediscano,quindi,a Lui soltanto attenendosi scrupolosamente alla Sua Shari’ah (Legge); diffondano e impiantino,saldamente,la Sua religione,l’Islàm,e muoiano in completa e assoluta sottomissione alla Sua Volontà. Ricordo loro che nessuno,uomo o donna che sia,muore prima che sia giunto il suo tempo di morire; che la durata di ciascuna vita è determinata con precisione prima che ciascuno di noi venga al mondo dall’Onnipotente Creatore,rifulga lo splendore della Sua Luce. La morte è un evento tragico soltanto per colui o colei che ha vissuto la sua vita,ingannando se stesso senza sottomettersi al Creatore e senza prepararsi al ritorno finale a Lui. Non affliggetevi,quindi,per la mia dipartita,ma traetene spunto per fare gli opportuni preparativi alla vostra. Siate pazienti e composti nel cordoglio come la religione dell’Islàm prescrive. L’Islàm consente che il lutto dei parenti non superi i tre giorni,benché alle vedove sia richiesto il lutto per quattro mesi lunari e dieci giorni,fino a quando,cioè,la loro ‘iddah (periodo d’attesa)sia conclusa. Le eccessive lamentazioni e le scene di disperazione sono proibite dal Creatore e riflettono soltanto mancanza di consapevolezza islamica e insubordinazione alla volontà di Lui,rifulga lo splendore della Sua Luce. Infine,chiedo a tutti i miei parenti,amici e a tutti gli altri,sia che abbiano scelto di credere in ciò che io credo sia che non lo abbiano fatto,di rispettare il mio diritto insopprimibile a questo Credo,garantitomi dalla Costituzione della Repubblica Italiana,agli articoli 19 e 21. Chiedo loro di rispettare questo documento,da me redatto,e di non opporvisi o modificarlo. Piuttosto curino che la mia sepoltura avvenga come io ho richiesto che avvenga e che i miei beni siano divisi secondo le mie precise disposizioni al riguardo. In relazione a quanto sopra,Io ordino che nessuna autopsia o imbalsamazione venga eseguita sulla mia salma,a meno che non sia richiesto dalla legge e che senza ritardo la mia salma venga lavata,composta in sudario con teli scevri da ogni ornamento e poi inumata,dopo che sia stato eseguito il rito del funerale,e che tutto questo sia eseguito da Musulmani,in osservanza dei dettami dell’Islàm. Quanto sopra premesso,affido al fratello(NOME e COGNOME)residente a (INDIRIZZO e N° di TELEFONO)l’incarico di eseguire queste mie volontà ed espletare gli adempimenti necessari per il mio funerale e la mia sepoltura secondo le norme dell’Islàm. Nel caso che il sunnominato non sia in grado di eseguire l’incarico,affido l’incarico di cui sopra,in via sostitutiva al fratello(NOME COGNOME,INDIRIZZO e N° di TELEFONO)e nel caso che anche quest’ultimo non possa o non voglia accettare l’incarico,nomino esecutore il Presidente del Centro Islamico o della comunità,o Associazione Islamica della zona dove sarà avvenuto il mio decesso per eseguire gli adempimenti necessari per il mio funerale e la mia sepoltura; dispongo che nessuna cerimonia funebre non Islamica venga eseguita in relazione alla mia morte e alla mia salma; dispongo che il mio funerale non sia accompagnato da marce funebri,bandiere,stelle e mezzelune,ritratti,simboli islamici e non islamici,e che essi vengano collocati sul luogo della mia sepoltura; dispongo che la mia salma non sia trasportata oltre una ragionevole distanza dal luogo della mia morte,specialmente quando il trasporto richiederebbe l’imbalsamazione,a meno che il trasporto a lunga distanza non si renda necessario per raggiungere il più vicino cimitero musulmano,o altro cimitero musulmano scelto dalla mia famiglia musulmana; dispongo che la mia tomba sia scavata nella terra in completa conformità alle regole della pratica islamica e che essa sia orientata nella direzione della Mecca,nella penisola araba,in direzione della quale si orientano i Musulmani nel Rito d’adorazione; dispongo che la mia salma,avvolta nel sudario,sia sepolta,senza cassa,in modo che non sia separata dalla terra. Nel 36 caso che le leggi locali prescrivano inderogabilmente che la sepoltura avvenga in una bara,ordino che essa sia del tipo più semplice ed economico possibile e,inoltre che la bara sia lasciata aperta durante le esequie e riempita di terra a meno che non sia proibito dalla legge; dispongo che la mia tomba sia allo stesso livello del suolo o solo leggermente più alta,senza costruzioni o strutture permanenti di qualsiasi genere su essa; l’indicatore,se necessario,a da essere una semplice pietra,sulla quale non ci devono essere iscrizioni o simboli, al solo scopo di indicare la presenza della tomba. Seguono le disposizioni testamentarie relative al patrimonio. NOME LEGALE…. NOME ISLAMICO SE DIFFERENTE…. FIRMA AUTOGRAFA…. AUTENTICA NOTARILE DELLA FIRMA…. FIRME DEI TESTIMONI…. FIRMA DEL NOTAIO…. La lode tutta appartiene ad Allah Signore dei Mondi. Come aprire un negozio Ecco alcune informazioni per voi su come aprire un negozio, fate attenzione, che sia il tutto fatto in modo HALAL. Per certe attività è meglio cominciare a vendere via internet, è un modo meno rischioso per spendere il meno possibile, e in seguito aprire un negozio vero e proprio in mattoni. Non è indispensabile avere subito un negozio "in mattoni". Devi aprire la p.iva e comunicare al comune in cui risiedi che vuoi aprire un attività commerciale. In questa sede dovrai specificare il luogo in cui vendi cioè l'indirizzo del sito web. Fai moltissima attenzione ai truffatori. Prendono di mira i nuovi siti ancora inesperti. In particolare: 1) Se ti pagano con carte di credito clonate (cosa normale) a rimetterci sarai tu e non il legittimo titolare della carta di credito ne la banca che gestisce la transazione. Fatti mandare un fax con il documento di identità del titolare della carta di credito (non serve praticamente a nulla ma ti da una minima speranza in caso di contenzioso con cartasi). 2) Fai viaggiare i pacchi sempre assicurati. Considera che alcuni pacchi verranno aperti e consegnati ai clienti vuoti. 3) Non accettare assegni per nessun motivo. 4) Ignora le molte richieste di acquisto che riceverai da Singapore, dalla Nigeria e simili. Meglio aprire un conto corrente postale puoi farti fare bonifici e pagamenti con bollettino al costo di un euro, verifichi il pagamento e spedisci la merce. Considera che se usi carte di credito dovrai avere sul tuo sito supporto https per la transazione di dati sensibili. Per il 37 software opterei per Oscomerce, è semplice da usare, Opensource, e personalizzabile, il miei piani di Hosting comprendono il tool Fantastico che permette di installare Oscomerce o Cubecart con un clic. 9) Gestire eventuali ordini dei clienti In alternativa, apri online un "negozio ebay". Fai il Power Seller. Il tutto tratto da questo sito: In fin dei conti non costa tanto, le spese di spedizione (e la tua "tassa" di impacchettamento & spedizione) le scegli tu. http://www.alverde.net/forum/commercioelettronico-e-commerce/74733-passi-baseper-aprire-un-negozio-line.html Sicuramente il prodotto che vendi sarà molto più visibile che qualsiasi sito specifico. Per il “commercio al dettaglio” (B2C ) che si intende, invece, “l’attività svolta da chiunque professionalmente acquista merci in nome e per conto proprio e le rivende, su aree private in sede fissa o mediante altre forme di distribuzione, direttamente al consumatore finale” 1) è necessario aprire partita iva regolare. 2) Richiedere al comune il Modello COM 1 Per inizio attività e-commerce, per l'attivazione del commercio elettronico - art. 18 del D.Lgs. n. 114/98 3) acquistare un software per attività ecommerce, ve ne sono tanti in forma concorrenziale, o scaricarne uno gratuitamente e personalizzabile ("richiede conoscenza di webmaster o programmatore web in talun casi") 4) Acquistare dominio internet o nome del sito web con requisiti minimi del software ecommerce adottato Poi se le cose vanno bene... ti fai il vero e proprio sito internet con lo shopping cart. Tratto da quì: http://it.answers.yahoo.com/question/index ?qid=20071012143307AAkZ3OS Per un vero negozio in mattoni ecco alcuni siti che spiegano le varie procedure: http://www.informagiovaniitalia.com/Come%20aprire%20un%20neg ozio.htm e qui: http://www.informagiovaniitalia.com/Mettersi_in_proprio.htm interessante anche l’idea di aprire una libreria, fare attenzione anche qui al tipo di libri da vendere, nei nostri casi soprattutto religiosi: http://www.studenti.it/lavoro/comediventar e/come_aprire_una_libreria.php 5) Installare il software sul sito web 6) Catalogare i prodotti 7) Osservare sempre e comunque gli Aspetti Legali per la pubblicazione di siti ecommerce, per evitare il rischio di sanzioni 8) Pubblicizzare il tuo sito con campagne pubblicitarie tipo google adsense o altre. 38 FILM MOSTRE “Arte della Civiltà islamica” al Palazzo Reale di Milano, molto interessante inshaAllah. Presenta ben 350 opere scelte da Giovanni Curatola. La collezione è dello sheikh Nasser Sabah Ahmed al-Sabah raccolta in 25 anni assieme alla moglie: artigianato artistico, geometria, arabesco, figura e gioielli, il tutto dal 31 ottobre al 30 gennaio 2011. “Per conoscere una cultura –spiega il professore di archeologia e storia dell’arte musulmana Giovanni Curatola-, il messaggio artistico credo sia fondamentale, ed importante è conoscere, abbiamo sempre paura di quello che per noi è sconosciuto o quasi. Questo Islam di cui si parla spesso in realtà si sa davvero poco. Si conoscono gli aspetti politici, molto spesso sono fatti nemmeno troppo correttamente esposti al pubblico. Sono convinto che l’occasione di vedere una mostra su una cultura, una civiltà, che ha più di mille anni di storia, e che si presenta attraverso alla veste artistica, credo sia un’occasione importante, un’ occasione che va colta, per vedere con i propri occhi una straordinaria avventura artistica che ci riguarda, perché le radici del monoteismo, le radici dell’arte sono in molti casi veramente analoghe. Si copre una geografia che va dalla Spagna islamica alla Cina. È un percorso cronologico che racconta dall’inizio dell’Islam intorno al settimo e l’ottavo secolo fino al 600 circa. Dopo questo c’è un approfondimento di certi temi essenziali, come la calligrafia, la geometria, l’arabesco”. MUHAMMAD THE LAST PROPHET È un film d’animazione di Richard Rich, pronto dal 2001, ma l’11 Settembre aveva bloccato la distribuzione. Il film racconta la storia del Profeta Muhammad, senza mostrare il suo volto, rispettando la tradizione islamica. “I pochi che hanno visto il film negli Stati Uniti –afferma il regista- ne sono rimasti impressionati. Mi hanno confessato di essersi resi conto di non conoscere per nulla la vita del Profeta Muhammad (saw). Io stesso quando ho iniziato il film sapevo ben poco di Islam. Se solo qualcuno avesse il coraggio di distribuirlo nei nostri cinema… Sono troppo felice di aver partecipato a questo progetto e sono pronto a un seguito”. Come è nata l’idea di questo cartone animato sulla storia del Profeta? È nata ad un imprenditore dell’Arabia Saudita, ricco, musulmano praticante, di nome Muwaffak Al-Harithy. Aveva visto in Tv la pubblicità di una serie di video cassette di cartoni animati sulla storia del cristianesimo. Acquistò l’intero pacchetto e ne rimase subito entusiasta. Pensò: “Voglio fare qualcosa di simile sull’Islam per il mio popolo e per i nostri bambini”. Contattò subito il migliore sul campo, cioè Richard Rich, autore dei film sulla Bibbia e per ben 14 anni uno dei registi di punta della Walt Disney Corporation. Harithy spiega il film: “Film di alta qualità, educativo e divertente allo stesso tempo. Volevo il meglio del meglio, in questo campo è Hollywood. Guardatelo anche voi, potrebbe farvi cambiare idea sull’Islam”. Harithy si è mosso con cautela “Non è mai stata mia 39 intenzione mancare di rispetto al Profeta”, così ha sottoposto la stesura della sceneggiatura a due professori musulmani esperti di legge islamica, dell’Università della California e all’Università del Cairo AlAzhar. Nonostante questo il film è stato criticato da alcuni musulmani. Per la preparazioni ci sono voluti 2 anni, 196.000 disegni e 10 milioni di dollari. CD Ahmed Bukhatir “Moments with Allah” (Du). Questo è il nuovo cd di Bukhatir. La sua voce è inconfondibile e come sempre molto dolce e melodiosa. Anche i brani in inglese sono interpretati molto bene, in passato la sua voce non era molto portata per la lingua inglese, non convinceva molto ad eccezione di brani come “Last breath” e pochi altri. In questo cd ha dato prova del contrario è molto convincente in brani come l’orecchiabile “Hold these days”, “Yusuf” e “Remember them”, altrettanto lo è con i brani in arabo come “La ilaha illaAllah”, purtroppo dovrà lavorarci ancora molto col francese, l’unico brano del cd è “Pourquoi Les Hommes Pleurent”. 10 i nasheeds in questo cd. La Storia: È famoso nel mondo arabo ed in particolare nel Golfo. È nato a Sharjah negli Emirati Arabi il 1975. A 14 anni incise il suo primo nasheed, nel 1993 è la volta di brani come “Ya man yara”, “Hijab” e “Ummi”. Il suo primo cd ufficiale è “Entasif al Lail” pubblicato nel 2000, seguono altri album come “Da’ani” del 2005 e “Hasanat” del 2007. “Last breath” è il suo primo nasheed in inglese, inserito nel cd “Samtan” del 2004, 7 sono gli album ufficiali sino ad oggi. La sua voce è molto delicata, i suoi video molto belli e curati, come “Last breath” in due versioni, “Forgive me” e “Zawjati- Dear my wife”. Il sito ufficiale: http://www.bukhatir.org/ Sami Yusuf “Al- Mu’allim” (Awakening). Ormai è conosciuto ovunque. Recensiamo solo il primo album, secondo noi il migliore. I nasheed qui presenti sono accompagnati solo da strumenti come il Duff – unico strumento lecito, inshaAllah- e pochi altri, ma le maracas poteva risparmiarle. I testi sono molto belli: “luce dei miei occhi o Muhammad, nostro Profeta la pace sia su di te” da “Al-Mu’allim” o “Lui ha creato gli alberi, Lui ha creato gli animali” da “The Creator”. “Al- Mu’allim” che significa “Il Maestro” in questi casi il nostro Profeta Muhammad (saw) è del 2003, cd lanciato nei programmi di Amr Khaled, riscontrando un enorme successo. La sua voce è molto delicata ed intonata, mescola la lingua inglese con quella araba, i ritmi soft con motivi orecchiabili, da ricordare e canticchiare. Peccato che gli album successivi siano pieni di strumenti musicali, sarebbe stato più bello se avesse continuato su questa linea (maracas a parte). Dopo “Al Mu’allim” esce nel 2005 “My ummah” in due versioni: la prima con musica (purtroppo) e la seconda solo con voci e Duff (strumento a percussione). Siamo convinti che la miglior cosa per interpretare nasheed sia quella di usare solo la voce come fa Ahmed Bukhatir o al massimo il Duff, meglio non mescolare la musica con canti che recitano testi dedicati ad Allah (swa). La musica pop è una cosa, il genere “nasheed” è tutt’altro. 40 Mishari Rashid Alafasy “Thekryat/ Zekrayat” (AlafasyTv). Pubblicato nel 2008 “Thekryat” o “Zekrayat” come viene pronunciato, è un godibilissimo cd con ben 17 brani. Inizia con “Enta mien” e conclude con “Ya baladi”. “La Ilaha Illa Allah” e “Asma Al-Husna” –una fra le tante versioni in circolazione sui nomi di Allah (swa)- sono le più apprezzate dal grande pubblico, mashaAllah. Mishari dimostra ancora una volta di saperci fare non solo nella recitazione del Corano, anche con questi nasheed. La Storia: Una delle voci più apprezzate in questi ultimi tempi è quella dello Sheikh Mishary Rashìd Alafasy, nato in Kuwait il 5 Settembre 1976. Ha studiato nell’università di Medina, nel College del Sacro Corano e Studi Islamici. E’ l’imam della moschea Al Kabir in Kuweit. Ha due canali televisivi il Alafasy Tv e Alafasy Q. Recita spesso in stile Tajuìd ed interpreta molti nasheed islamici. Molto note le sue versioni di “Tala al badru aleina”, “Elahy” e “Ma Allah”. Il suo primo Album è “Uyoon Al Afaaee” (2004), seguono: “Laysa Al Gharib” (2005), “Haneeni” (2006), “Qalbi Sagheer” (2007), “Zekrayat” (2008), “Ramadan” (2009) e “Musheer Ahmed Khan” (2010). Molto belli i siti: http://alafasy.tripod.com/ e http://www.muslimtents.com/alafasy/#anashe ed Zain Bhikha “Mountains of Makkah” (Jamal Records). E’ uscito nel 2005, come aveva lui stesso anticipato e contiene nasheed ispirati al suo primo Pellegrinaggio alla Mecca: “Mountains of Makkah”, “Heart of muslim”, “City of Medina” e “The Journey” scritta anni prima del Pellegrinaggio. Alcuni brani sono registrati con il Duff, altri solo con voci. Molto suggestiva la copertina e naturalmente la sua voce. Muhammad Milad Razi “Amaan Nee Amaan” (Osa) Questo è l’album che ha fatto scoprire questo giovane pakistano-scozzese, molto interessante, in lingua urdu. Nasheed molto orecchiabili per una voce molto gradevole. Fra i pezzi: “Amaan Nee Amaan”, “Durood Sharif” e la freschissima “Mein Taliyan Nabi Diyan Choomda”. E' giovanissimo, aveva solo 18 anni quando è uscito questo cd, è nato nel 1990. Il suo primo CD di Nasheed risale al 2005, "Nasheeds of Milad" e "Yaad-e-Hussain" sono tra i suoi primissimi lavori. Purtroppo, come è successo per Sami Yusuf e ad altri artisti, ha ceduto recentemente al genere “musicale”. Raihan “Bacalah” e “Ameen” (Raihan Records). Continua il successo per i Raihan con i loro album. “Bacalah” ha 16 brani, tra questi: “Bacalah”, “Assalamu aleikum”, “Puji-pujan” e “25 rasul”. “Ameen” –vedi copertina a sinistra- ne ha 10: “99 names”, “Ameen” e “Do you know Him?” con i Mecca2Medina. Nei due album ripropongono l’inconfondibile modo di interpretare nasheed, il tutto quasi sempre nella loro lingua malese. 41 Zain Bhikha “Faith” (Jamal Records) E’ stato pubblicato qualche anno fa, è gradevole e non toglie né aggiunge nulla alla carriera di Zain. Canti religiosi tranquilli, a volte più allegri come “Wedding song” in due versioni –meglio la secondae “Wonderful world”. In alcuni brani Zain duetta con altri come in “Glory be to Allah”. Molto triste “I won’t weep for you” che inizia con spari di mitra contro gente che urla spaventata, dura solo 1’49’’ breve ma efficace. La più bella è sicuramente “Lord of all the worlds” . È stata inserita anche “A is for Allah” di Yusuf Islam interpretata da Zain. Chiude l’album “Where we belong”, molto carina. Mamdouh “L’Islam è amore” (Canti Islam) Registrato alla fine del 2006 e pronto dal 2007, questo cd di Mamdouh è forse il più noto al pubblico per via del brano “L’Islam è amore” o “Islam is love” a seconda della versione. Il cd contiene 8 brani ed ognuno di essi racconta un argomento diverso: “L’Islam è amore” spiega cosè realmente l’Islam; “I versetti del Corano” che non sono sanguinari e non incitano all’odio; “Questo è l’hijab” l’importanza per la musulmana di indossare il velo; “Perché non preghi più?” dedicato a chi non pratica molto la religione trascurando la preghiera; “Ramadan è un mese speciale” sul sacro mese del digiuno e la sua importanza; “I Giardini dell’Eden” sul Paradiso; “Il Pellegrinaggio” altro pilastro fondamentale per il musulmano da adempiere alla Mecca; ed infine “Musulmani sottomessi a Dio” il vero significato della parola “muslim”. Per l’ordinazione: [email protected] 42 RISTORANTI * IL GIROS Il Giros sarebbe l’attrezzatura per il kebab. Locale nuova apertura, -prima ce n’era un altro gestito da italiani-, spazioso, molto colorato, giovanile, il rosso ricorda il sugo per la pizza e l’arancione fa venire in mente la Fanta. È frequentato da molti italiani – i giovani amano tantissimo il kebab - e non solo. Si mangia molto bene e il personale è affabile e scattante. Mohammed vi accoglierà con la sua gentilezza inconfondibile. Comodo per il parcheggio. Pizza, kebab e altre specialità, consegna a domicilio gratuita. Tutte le specialità sono d’asporto. Aperto tutti i giorni sino alle 02,30 di notte, chiusura dalle 15 alle 17,30. A Mariano Comense provincia di Como in Corso Brianza 26. * K2 KEBAB Il nome “K2” sta per Karakorum 2” è un monte dell’Himalaya , ai confini tra la parte del Kashmir controllata dal Pakistan e la provincia autonoma tagika di Tashkurgan di Xinjiang (Cina). All’entrata il locale sembra piccolo, in realtà ha un'altra sala a fianco dove poter consumare comodamente le specialità arabe e pakistane. Il mangiare è squisito, soprattutto il riso basmati e la carne d’agnello. Uno dei pochissimi pakistani dove dopo aver consumato non hai il mangiare sullo stomaco tutto il giorno. È tra i migliori nel genere. Da provare. Doner kebab e caffetteria di Ahmed Mansha, personale e cibo pakistano, in via Milano 238 a Como. * EURO 2000 Anche questo posto è molto colorato, sarà un nuovo modo di proporsi al pubblico per attirare l’attenzione? La pizza non è male, il posto però si affolla facilmente anche perché è piuttosto piccolo. È consigliabile consumare la pizza a casa, infatti è una pizzeria d’asporto. Non abbiamo ancora capito perché il locale ha il nome “Euro 2000”, sicuramente perché è stato aperto negli anni in cui è entrato l’euro. Consigliamo di cambiare il nome, per qualcosa di più interessante. Pizzeria d’asporto, nuova gestione, corso Roma 153/U- Cologno Monzese (Mi). SITI Nuovo sito di Harùn Yahya (vedi articolo da pag.5) dedicato al libro “Segreto al di la della materia”, cliccando nelle altre sezioni si può accedere agli altri suoi siti: http://www.segretoaldiladellamateria.com/ Altro social network per musulmani simile a Millatface book (vedi numero scorso). Molto carino il logo (sinistra): http://www. madina.co m/ Tu chiedi e il Corano risponde, è questo il messaggio del sito in molte lingue, fra queste l’italiano. Davvero interessante, affronta diversi argomenti usando le fonti più sicure inshaAllah: http://www.rasoulallah.net/ Abbiamo trovato questo sito turco per caso, bellissimo, con moltissimi video e registrazioni audio del recitatore sheikh AbdEl Basset, la sua voce è definita “una delle voci nel Paradiso” inshaAllah. È tra i recitatori da noi preferiti: http://www.abdussamed.biz/ Non potevamo non inserire in questa rubrica il link di questo portale che si è rivelato molto utile per l’articolo sull’ebraismo da pag. 13. Dalla Bibbia al Corano, i testi sacri 43 on line. Troverete: il sito del Vaticano, con la Bibbia in italiano, latino, inglese e spagnolo; l’unico sito in ebraico con il testo della Bibbia ebraica in lingua originale e tradotta direttamente in italiano; un portale in inglese con i link dei vari siti con i testi delle religioni e filosofie orientali; ed infine il sito con il Corano in italiano tradotto da Hamza Piccardo: http://www.aggiornamentisociali.it/0909inrete .html Canale Youtube con i video del fratello AbdEl Jalil Umberto Marcozzi (vedi articolo a pag. 16): http://www.youtube.com/user/Abduljalil85 MOSCHEE CENTRO ISLAMICO TURCO. Non conosciamo il nome di questa moschea a pochi passi dalla stazione centrale di Milano. Si trova in una via interna, in Via Fara 30. Il posto è piccolo, accogliente, al contrario degli altri centri che sono simili a garage, capannoni o scantinati, questo centro sembra più un ufficio o un appartamento. Luogo tranquillo con la khutba in turco con alcune frasi in arabo. CENTRO ISLAMICO Sono anni che esiste questa moschea, apprendiamo da internet che si chiama “Moschea di Umar ibn al Khattab” anche questa a pochi passi da una stazione (di Torino), ed anch’essa in una via nascosta, all’interno di un palazzo. È un basso fabbricato all’interno del cortile. Al piano terra c’è la moschea e al primo attività di insegnamento per adulti e piccini. Abbastanza grande, ben organizzata e frequentata soprattutto da marocchini, egiziani ed africani. Si trova vicina a negozi arabi, kebabberie e macelleria halàl. In Via Saluzzo 18 (Torino) CENTRO dall’esterno ISLAMICO CULTURALE mette tristezza, sembra un fabbricato tipo magazzino –purtroppo la situazione in Italia è quella che è-, ma all’interno la piccola moschea è molto graziosa. Ci siamo stati un paio di volte alcuni anni fa di venerdì, l’imam era un giovane magrebino con una bella voce. In corso inglese 214 a Sanremo (IM). LIBRI Il libro “La Parola” dei Quaderni Islamici di Abdu-r-Rahman Pasquini è un libro scorrevole e utile per tutti, soprattutto per noi musulmani. La parola (Al- Kalimah) è uno degli aspetti fondamentali della creatura umana. Il criterio islamico per il controllo della lingua è l’utilità (islamica) di parlare; se non c’è un’evidente utilità (islamica) nel parlare, il musulmano ha il dovere islamico di tacere. Ciò significa che il musulmano deve astenersi dai discorsi futili e dai pettegolezzi, piuttosto taccia. “Chi sa tacere si salverà” disse il Profeta (saw). Il musulmano non deve mentire e giurare il falso, solo in tre casi è lecito mentire: 1- Mentire in guerra 2- Per dirimere una controversia; cioè se un tiranno ti chiede dove è un musulmano per opprimerlo e tu sai dov’è, è obbligatorio mentire. 3- Nel matrimonio per non creare dissapori, per appianare divergenze. Pasquini cita due volte l’Imam Al- Ghazali, il quale disse: “La parola è un mezzo per raggiungere degli obbiettivi…” http://www.edizionidelcalamo.com/ Stampati nel 2005 pubblicati da At-Tariq di Hassan Al Banna: “Al Wazifa” e “Al Ma’thurat”. Entrambi pubblicati con 2 copertine di colore differente, in blu e in bianco. La copertina del primo è rigida. I due 44 libri riportano le invocazioni quotidiane tratte dal Corano e dalla Sunnah del nostro Profeta Muhammad (saw). Preferiamo “Al Ma’thurat” perché più completo, con invocazioni da dire per esempio alla mattina, al risveglio: “La lode appartiene ad Allah che ha creato il sonno ed il risveglio. La Lode appartiene ad Allah Che mi ha risvegliato sano e salvo. Io rendo testimonianza che Allah resuscita i morti, ed Egli è Onnipotente, senza che Allah, L’Eccelso non dica ‘Il Mio adoratore ha detto la verità’.” Riportato da Ibn As-Sunni . O quando ci rechiamo in moschea: “O Allah, metti nel mio cuore una luce, nei miei occhi una luce, e nel mio orecchio una luce, alla mia destra una luce e alla mia sinistra una luce, al di sopra di me una luce e sotto di me una luce , davanti a me una luce e dietro di me una luce. O Allah, suscita in me una luce e falla risplendere”. Riportato da Al Bukhari. E tante altre invocazioni da dire in ogni situazione, in italiano e in arabo con traslitterazione. Questo libro ricorda un altro libro di invocazioni pubblicato nel 2003, dal titolo “Il ricordo e l’invocazione di Allah” di Sadik Mohammed Sharaf pubblicato da Al Hikma, che vi consigliamo. Oltre ai due libricini esiste un cd “Al Wazifa (tratti dalla Risàlat al- ma’thùràt)” di Hassan Al Banna. Dalla traccia 2 alla 40 le invocazioni sono in arabo e italiano, e dalla 41 alla 43 solo in arabo. Da non perdere. MOLOHIA La Molohia è un piatto tipico egiziano che tutto il mondo arabo conosce. Si possono comprare le bustine di Molohia nelle macellerie arabe, non costano molto. La Molohia è un’ erba estiva difficile da trovare, le bustine sono più facili da reperire, una volta acquistate il resto sei tu a prepararlo. Per incominciare preparate brodo di manzo o di pollo , una volta caldo togliere la carne, mettere in un pentolino un po’ di olio e 2 spicchi di cipolla tagliuzzati. Mettere nel brodo 2 cucchiai di Molohia e lasciare 3 o 5 minuti in modo che esca il vapore. Per finire mettere i pezzi di cipolla con un po’ di sale nel brodo di cottura per altri 5 minuti. BIGNE’ DI GAMBERONI E POLLO Pulite 300 g di gamberoni e tritateli insieme con 150 g di petto di pollo: tritate una cipolla e unitela agli ingredienti precedenti, poi aggiungete un cucchiaino di zenzero tritato, uno di lievito in polvere, un pizzico di glutammato e un cucchiaio di amido di mais. Date una mescolata in modo da amalgamare gli ingredienti, aggiungete un cucchiaio alla volta, un albume sbattuto fino a ottenere un composto ben legato. Insaporitelo con del sale mescolando piano per non smontare l’albume. Fate scaldare abbondante olio nella padella dei fritti: prelevate con un cucchiaino dei mucchietti di composto e tuffateli nell’olio (non più di 7-8 per volta). Fate friggere i bignè finchè saranno gonfi e dorati, sgocciolateli con una schiumarola e passateli su carta assorbente. Tenete in caldo quelli pronti, mentre friggete gli altri. FLAN DI COCCO MESSICANI Media difficoltà- tempo: 1 ora e 20 minutiingredienti per 4 persone. 2 uova, 4 tuorli, 70 g di polpa di noce di cocco grattugiata, 350 ml di latte condensato non zuccherato, 100 g di zucchero di canna, 100 g di zucchero semolato, una piccola arancia, cannella in 45 polvere. Per decorare: fettine di cocco fresco. Mescolate il latte in una ciotola con lo zucchero di canna e ½ cucchiaino di cannella, unendo a poco a poco e il succo d’arancia. Sbattete a parte le uova con i tuorli, poi amalgamatevi il latte, mescolando bene con una frusta. Preparate il caramello: versate lo zucchero semolato in una piccola casseruola con sei cucchiai di acqua e cuocete, senza mescolare, fino ad ottenere un caramello decorato. Trasferitelo quindi in uno stampo rettangolare e fatelo scorrere bene sul fondo e sulle pareti. Versatevi dentro il composto preparato e cuocete a bagnomaria in forno preriscaldato a 180 gradi per 50 minuti. A cottura ultimata togliete lo stampo dal forno e lasciate raffreddare completamente il flan, poi sformatelo su un piatto e lasciatelo riposare in frigo per un paio d’ore. Guarnite infine con le fettine di cocco e servite. Se usate della noce di cocco liofilizzata, fatela prima rinvenire in un po’ di latte fresco. TE’ ALLA MENTA MAROCCHINO Far bollire l’acqua in un pentolino, mettere un po’ d’acqua bollente e 1 cucchiaino di tè verde nella teiera, scaldarla per qualche secondo e gettare l’acqua senza buttare le foglie, aggiungere alcuni rametti di menta e l’acqua bollente, scaldarlo ancora per alcuni secondi. Spegnete il fuoco sotto la teiera, aggiungete 5, 8 cucchiaini di zucchero, mescolate bene, versate il tè in un bicchiere diverse volte, sino ad ottenere un po’ di schiuma. Una volta pronto versate il tè nei bicchieri ad una certa altezza, e serviteli. Solitamente i bicchieri sono decorati, molto belli da vedere. TE’ EGIZIANO Mettete l’acqua in un pentolino fino a ebollizione, versate l’acqua nei bicchieri con dentro di ognuno un cucchiaino di tè fino nero El Arosa e 2 o 3 di zucchero. Lasciate riposare per un minuto e servite. Il tè Al Arosa è un tipo di tè egiziano fra i migliori e sulla confezione è raffigurata una sposina vestita di rosso. Al Arosa significa “sposina”, “fidanzata”. Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo I DELFINI Il delfino è un animale comune, ma anche tra i più conosciuti ed amati. Per certi aspetti i delfini sono più simili a noi che ai pesci. Sono molto intelligenti, socievoli e sensibili. Nelle acque delle Galapagos è più facile incontrare il delfino Tursiops Truncatus, noto anche come “naso di bottiglia” e il Delphinus Delphis, più comune e che molti di voi avranno visto in Aquarium di località balneari. Il delfino più grande è l’Orca. Per chi non lo sapesse le Galapagos (o isole delle tartarughe) sono un arcipelago di 14 isole vulcaniche nell’Oceano Pacifico dell’America del sud. Gli Aquarium sono quelle grandi vasche trasparenti piene di acqua, piante ed animali, in questi casi mammiferi acquatici, esposti al pubblico. Quando osserviamo gli animali, la natura, non 46 possiamo che rimanerne stupiti per tanta bellezza, per la grandezza della creazione di Allah (swa) Creatore di tutte le creature. Appena vediamo un animale non possiamo che dire “subhanaAllah!”. La stessa cosa capita di fronte a questi delfini, con il sorriso sempre stampato sulle labbra, che ci guardano con quegli occhietti dolci, a forma di cuoricini, come li hanno definiti, amatissimi dai bambini. I delfini non possono rimanere sott’acqua per troppo tempo, solo pochi minuti a dire il vero. Hanno la pelle liscia, la loro lunghezza è tra i 200 e 250 cm, vivono per circa 30 anni. Si cibano di pesce, - il pesce vi ricordiamo che è uno degli alimenti più sani ed equilibrati, ricco di proteine-, calamari e crostacei. Hanno molti denti piccoli ma taglienti ed appuntiti, che usano non per masticare, poiché il cibo viene inghiottito per intero, bensì per afferrarlo. L’acqua che ingeriscono non è quella del mare ma quella contenuta nel pesce di cui si stanno nutrendo. Sono state classificate 40 specie di delfino, suddiviso in 17 generi. Il delfino è stato usato molto nelle mitologie e leggende. Come ad esempio Poseidone che suggellò (sempre secondo la leggenda) l’amicizia tra delfini ed umani. Il delfino compare persino nell’iconografia pagana con Nettuno. Mircea Eliade (1907- 1986) spiegava sulla mitologia: “il mito racconta una storia sacra; riferisce un avvenimento che ha avuto luogo nel tempo primordiale, il tempo favoloso delle origini. È dunque sempre il racconto di una ‘creazione’: si narra come qualcosa è stato prodotto, come ha cominciato a essere”. Il racconto mitico nasce come qualcosa di vero anche se non è detto che lo sia, la leggenda invece è un racconto molto antico, presenta alcuni elementi reali trasformati in qualcosa di fantasioso, o storia inventata che trae spunto da fatti accaduti realmente. “La leggenda non è poi così lontana dalla realtà; -diceva Jacob Christillin (1863- 1915)- è la storia non ancora messa a punto”. L’ELEFANTE AFRICANO E L’ASIATICO L’elefante africano è più grosso di quello asiatico che è più piccolo, debole con orecchie e zanne più corte. L’elefante africano (loxodonta africano) è altro fino a 4 m, pesa 5-6 tonnellate e il peso delle zanne è fino a 100 kg. Le sue orecchie sono enormi, la fronte lombata, ha 4 zoccoli ai piedi anteriori, 3 ai posteriori. La specie è in via d’estinzione essendo stata oggetto di caccia accanita per l’avorio delle sue zanne. L’elefante mammifero, erbivoro, vive in branchi. Ha una vista molto debole, udito e olfatto eccezionali. Ama l’acqua nella quale tuffarsi per liberarsi dai parassiti che l’infestano e se è ferito diventa intrattabile e pericoloso. Il più noto antenato dell’elefante è il Mammut. La superficie del profilo dorsale dell’elefante asiatico (elephas indicus) è molto curva verso l’esterno. Questo tipo di elefante viene facilmente adoperato nei circhi poiché si addomestica facilmente ed anche per trasportare oltre ad essere usato come bestia da tiro. Le zanne sono sviluppate solo nei maschi. E’ un animale molto intelligente, vive a lungo fino a 150 anni e partorisce un solo piccolo alla volta dopo una gestazione di circa 2 anni. Vi sarete sicuramente chiesti perché gli elefanti hanno paura dei topi. La spiegazione è semplice, poiché temono che i topi penetrano nella loro proboscide, la loro parte più sensibile. 47