Barbara
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5I Silverii, 17 ottobre 2011,Pagina 1 di 6 Romanticismo Storicamente il romanticismo si configura come un complesso movimento politico, filosofico, artistico e culturale duffusosi in Europa tra fine '700 e inizio '800. Nato in un clima di restaurazione e cambiamento, il Romanticismo pone tutta la propria attenzione su quella sfera di sentimenti, passioni e affetti caratteristici di ogni individuo, contrapponendosi così a quell'ideale di universalità propria della cultura illuminista e neoclassica. Il concetto di popolo che esalta il Romanticismo è quello legato all'idea di nazione, cioè un insieme di individui legati fra loro da una stessa lingua, religione, tradizione e cultura. Il Romanticismo si pone in totale contrapposizione con il praticamente contemporaneo Neoclassicismo e, più in generale, con tutta la cultura del razionalismo illuminista. Mentre quest'ultimo faceva riferimento a un passato ideale, quale l'antichità greco romana, il movimento romantico cerca le proprie radici nel più vicino Medioevo, considerando la classicità troppo lontana ed astratta. Per quanto riguarda il campo artistico, al perfetto rigore formale dei neoclassicisti, si preferiscono rappresentazione con presa più immediata sul pubblico. Infatti ai soggetti di mitologia classica, ad esempio, vengono sostituiti soggetti legati alla tradizione favolistica locale e a una natura personificata, in relazione con i sentimenti dell'artista. Quindi il Romanticismo punta ad ottenere una sensazione di emozione e dinamicità piuttosto che quella della ragione, promuovendo il coinvolgimento emotivo e l'adesione passionale dello spettatore. Francesco Hayez Hayez nasce a Venezia il 10 febbraio 1791, e qui fece i suoi primi studi. Nel 1809 vinse il premio Roma, grazie alle sue conoscenze classiche. L'artista visse fra Roma e Venezia, ma nel 1823 si trasferì definitivamente a Milano, dove venne a contatto con l'alta borghesia liberale e la nobiltà. Hayez ebbe una vita estremamente produttiva, ottenne numerosi incarichi e ricevette molti onori. Fu il più grande dei pittori di storia, infatti le sue opere vengono denominate “opere romantiche di matrice storica”, si rivolse infatti alla rappresentazione del vero. Con la parola vero si deve intendere la realtà, la società, i sentimenti propri e altrui. Al vero è associato il “bello”, non inteso come un bello classico, ma come idealità: l'opera è rivolta a tutto il popolo, non più solo all'elite, e h una funzione educativa. Pur avendo basi classiche, Hayez si può considerare uno dei più grandi romantici. Durante tutto il primo ventennio dell' 800 la sua produzione artistica rientra decismante in ambito neoclassico, ma a partire dal 1820 cambia quando l'artista decide di partecipare ai primi moti rivoluzionari. Opere: • • • • • l' atleta trionfante la congiura dei Lampugnani pensiero malinconico il bacio Massimo d'Azelio atleta trionfante Barbara Silverii, classe V I 19.10.2011. Francesco Hayez , Gustave Courbet 5I Silverii, 17 ottobre 2011,Pagina 2 di 6 L'esercizio sui modelli antichi, lo studio approfondito del nudo, l'aspirazione alla bellezza ideale e l'Apollo del Belvedere sono alla base dell'Atleta trionfante. Dipinto realizzato nel 1813, rientra ancora nel periodo neoclassico che attraversa il pittore. C'è un grande rigore compositivo, proprio dell'arte classica, l'atleta si presenta nudo e dopo la vittoria, infatti la palma che tiene nella mano destra lo afferma. È in un ambiente composto da un carro e da un disco di pietra abbandonato contro il muro: il che ci fa intuire che probabilmente il giovane è un discobolo. La quasi frontalità è un mezzo per dimostrare la perfetta conoscenza dell'anatomia umana e delle regole proporzionali che ne stanno alla base. La posizione è resa meno statica dalla torsione verso destra e dalla rotazione della testa verso il lato opposto. Il chiaro scuro è dato dall'illuminazione proveniente da sinistra. Il mantello rosso dietro al soggetto ha la funzione di dare ancora più luminosità al corpo. La congiura dei Lampugnani Barbara Silverii, classe V I 19.10.2011. Francesco Hayez , Gustave Courbet 5I Silverii, 17 ottobre 2011,Pagina 3 di 6 Eseguito fra il 1826 e il 1829, la congiura dei Lampugnani riflette perfettamente il forte sentimento patriottico italiano di Hayez. L'opera tratta il momento in cui, il 26 dicembre 1476, tre giovani milanesi, Giovanni Andrea Lampugnani, Girolamo Olgiati e Carlo Visconti, stanno sfoderando i pugnali per assassinare il duca Galeazzo Maria Sforza al fine di fare cessare la sua tirannide. La scena è ambientata nella chiesa di Santo Stefano che il pittore ci mostra in forme romantico gotiche; i giovani sono disposti diagonalmente su una scalinata che forma la base della statua soprastante di Sant' Ambrogio. A sinistra, in secondo piano, si vede la figura del duca mentre fa il suo ingresso nella chiesa. Il fascino del dipinto sta nell'aver assimilato i congiurati, giovani e dalla mosse furtive, ai cospiratori carbonari ottocenteschi animati dallo stesso spirito di libertà. L'impostazione rimane neoclassica, così come lo studio dei corpi, ma la dinamicità, le espressioni e i colori sono inconfondibilmente romantici. Pensiero malinconico Svolto nel 1842, durante un momento di pessimismo ideologico, pensiero malinconico rappresenta una fanciulla presa dalla malinconia, stato d'animo ampiamente trattato anche nella poesia romantica. Nei grandi occhi scuri della ragazza e nella noncuranza dell'aspetto estetico (la veste e la camicia sono lasciate cadere sulla spalla sinistra), si scovano la tristezza e la malinconia che la affliggono. A rafforzare la sensazione di perdita vi sono l'ambiente grigio e spoglio e il vaso di fiori in parte appassiti. I petali caduti suggeriscono, con la loro separazione dalla vita, la scomparsa della felicità. Il bacio Barbara Silverii, classe V I 19.10.2011. Francesco Hayez , Gustave Courbet 5I Silverii, 17 ottobre 2011,Pagina 4 di 6 Hayez realizza il bacio nel 1859, anno in cui ci fu la seconda guerra d'indipendenza per la tanto attesa unità d'Italia. Sicuramente è la più famosa creazione dell'artista. Il bacio dolce e furtivo che si stanno scambiando i due giovani in abiti medievali venne interpretato come l'addio del cospiratore alla fanciulla amata. Tale interpretazione è favorita dal volto coperto di lui e dal berretto piumato; il suo piede sinistro è appoggiato su uno degli scalini, come se avesse fretta di scappare via, il pugnale preme contro un fianco della fanciulla e dietro, sullo sfondo, appare l'ombra di una persona, come se ci fosse qualcuno a spiarli. Sullo sfondo c'è solamente un muro di piastrelle quadrate. La fanciulla è completamente abbandonata nell'abbraccio e la sua figura è come impreziosita dalla veste di seta che aggiunge luminosità alla scena. La sua flessuosa figura si ritaglia fra il rosso delle calze dell'amato e il bruno del mantello. In quest'opera Hayez ci mostra la sua capacità classica, ponendo grande attenzione sui colori, sui particolari e sulla plasticità dei personaggi, quasi per evidenziare la tensione dell'ultimo bacio prima della partenza. Massimo d' Azelio Nei ritratti Hayez riesce a mostrare tutte le sue capacità di colorista e di sottile interprete della personalità del ritrattato. Il ritratto a Massimo d'Azelio, uomo politico e letterato, ne è forse il più significativo esempio. Il ritratto venne realizzato solo in base a una fotografia. I colori caldi, lo sfondo che dal verde cupo passa gradualmente a colori più chiari, contribuiscono a situare la figura di Massimo d'Azielio fuori dal tempo. Il volto del nobile intellettuale con occhi indagatori e l'indice della mano sinistra protato al mento, restituiscono l'immagine di un uomo riflessivo affidabile e sereno. Barbara Silverii, classe V I 19.10.2011. Francesco Hayez , Gustave Courbet 5I Silverii, 17 ottobre 2011,Pagina 5 di 6 Il realismo: Gustave Courbet Nei primi decenni dell' 800, intorno al 1840, nasce in Francia il Realismo, un movimento pittorico e letterario che trova le sue radici nel positivismo, un pensiero filosofico che studia la realtà in modo scientifico. Il Realismo tentava di cogliere la realtà sociale; si voleva rappresentare una realtà cruda e nuda con più attenzione verso i dati di fatto. La parola "Realismo" generalmente indica la traduzione fedele delle qualità del mondo reale nella rappresentazione artistica. Il Realismo, inteso come tendenza programmatica, invece, trova la sua esplicita affermazione con Courbet. La poetica realista traduceva in pittura il dilatarsi dell'interesse degli storici verso i problemi della società moderna. Courbet è pittore di composizioni che raffigurano paesaggi e paesaggi marini. Si occupa anche di problematiche sociali, prendendosi a cuore le difficili condizioni di vita e lavoro dei contadini e dei poveri. Il suo lavoro non può essere classificato come appartenente né alla scuola romantica, all'epoca predominante, né a quella neoclassica. Courbet crede invece che la missione dell'artista realista sia la ricerca della verità, che aiuterebbe ad eliminare le contraddizioni e le disuguaglianze sociali. Per Courbet il realismo non ha a che fare con la perfezione del tratto e delle forme, ma richiede un uso del colore spontaneo ed immediato, che suggerisca come l'artista grazie all'osservazione diretta ritragga anche le irregolarità della natura. Ritrae la durezza della vita e, così facendo, sfida il concetto di arte accademico tipico della sua epoca, attirando su di sé la critica di aver deliberatamente adottato una sorta di "culto della bruttezza". Nato ad Ornans in una prospera famiglia di agricoltori decide di trasferirsi a Parigi nel 1839, trovando lavoro nello studio di Steuben e Hesse. Spirito indipendente, abbandona presto i maestri preferendo sviluppare uno stile personale attraverso lo studio dei pittori spagnoli, francesi e fiamminghi ed eseguendo copie delle loro opere. I suoi primi lavori si ispirano alla letteratura, ma lascia presto perdere le ispirazioni di tipo letterario per dedicarsi alla studio della vita reale. Anch'egli passa attraverso l'ambientazione classica, ma poi arriva a sostene che l'arte non si possa insegnare, passando in un' aperta polemica contro l'Accademia e le altre scuole d'arte ufficiali. Opere: • lo spaccapietre • l'atelier del pittore Lo spaccapietre Lo spaccapietre è il più calzante esempio del “ fare della arte viva” come dice Courbet, il tipico Barbara Silverii, classe V I 19.10.2011. Francesco Hayez , Gustave Courbet 5I Silverii, 17 ottobre 2011,Pagina 6 di 6 “eroe della realtà”. Dipinto nel 1849, rappresenta un manovale intento a frantumare dei sassi per ricavarne dei ciottoli. Il soggetto, come si può notare, è molto diverso da quelli a cui la pittura accademica ci aveva abituati. Le diversità non sono solo formali, l'occhio di Courbet indaga nella realtà mettendone a nudo ogni risvolto. Ecco che allora appaiono le toppe sulle maniche della camicia, il panciotto strappato sotto l'ascella, i calzini bucati nel tallone. A sinistra vi sono una pentola e mezzo filone di pane, evidentemente a significare che quello sarà il povero pasto dell'operaio. La natura circostante è rappresentata in modo essenziale, quasi scarno. L'atelier del pittore Nell'atelier del pittore egli dispone in modo compiuto tutti i propri ideali artistici e umani. Le grandi dimensione della tela alludono, quasi provocatoriamente al gigantismo di molti dipinti accademici. Al centro della composizione, realizzata nel 1855, Courbet rappresenta se stesso intento a dipingere un paesaggio di Ornans con un cielo estremamente realistico e anticonvenzionale. Attorno a lui si affollano una trentina di personaggi, in penombra. A sinistra rappresenta le classi sociali che vivono ai margini della società: operai, saltimbanchi, balordi. Tutti con un atteggimento pensoso, quasi sconsolato,nei loro volti si legge il fardello della vita e dei dolori. A destra invece raffigura i sogni e le allegorie: amore, filosofia, letteratura. La Verità è rappresentata dalla fanciulla nuda a fianco dell'artista, che osserva con tenerezza l'opera che egli sta ultimando. Di fronde un bimo dai vestiti sudici e laceri guarda incuriosito. In questo modo l'artista vuole dirci che la verità è semplice e innocente, oltre che nuda.