Rassegna Stampa Quotidiana di s o m m a r i o
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Rassegna Stampa Quotidiana di GIOVEDI’ 25 LUGLIO 2013 s o m m a r i o Crisi & Imprese Pagina Confartigianato Imprese Terni (Il Messaggero pag.1) Antonini dal giudice per l’interrogatorio L’avvocato: “E’ tranquillo” (Corriere dell’Umbria pag.2) Vinti: “Non toccate la banda larga” (Corriere dell’Umbria pag.3) Un patto a tre per garantire il futuro dell’energia (Corriere dell’Umbria pag.4) “Sull’addizionale Irpef nessuna decisione Per adesso lavoriamo soltanto sulle ipotesi” (Corriere dell’Umbria pag.5) Si riaprono i giochi dell’Ast , tempi più lunghi per la vendita (Corriere dell’Umbria pag.6) Sviluppumbria, nuova mission (Corriere dell’Umbria pag.7) Meraklon Yarn, C’E’ UN’OFFERTA (Corriere dell’Umbria pag.8) “Aprire la vertenza umbra” (Corriere dell’Umbria pag.9) Cultura e impresa: il grangalà accoglie la sfida (Corriere dell’Umbria pag.10) Quasi 9 milioni per l’alluvione (Corriere dell’Umbria pag.11) Antonini, oggi l’interrogatorio (Il Giornale dell’Umbria pag.12-13) Di Girolamo stanco e irato con i suoi consiglieri comunali Potrebbe non ricandidarsi (Corriere dell’Umbria pag.14) La “nuova” Sviluppumbria presenta mission e struttura Le forze sociali apprezzano (Il Giornale dell’Umbria pag.15) Affitti a picco, Confedilizia: «sì» ai contributi (Il Giornale dell’Umbria pag.16) «Qui o si fa squadra oppure salta il banco» (Il Giornale dell’Umbria pag.17-18) Commissione pari opportunità, si cercano soggetti esterni (Il Giornale dell’Umbria pag.19) I lavoratori edili disoccupati restaurano le mura di Collescipoli (Il Giornale dell’Umbria pag.20) «Dati impietosi, così si può uscire dalla crisi» (Il Giornale dell’Umbria pag.21) Outokumpu: ci sono interessi per l’Ast (Il Giornale dell’Umbria pag.22) Comune, il Pit della stazione sotto la lente della commissione (Il Giornale dell’Umbria pag.23) Outokumpu: nuovi soggetti interessati ad Ast (Il Messaggero pag.24-25) Decathlon, il Comune rivuole la lottizzazione (Il Messaggero pag.26) Scomparse 800 aziende in 6 mesi. Dalla Cgil l'appello alle banche (La Nazione pag.27-28) Ampliato il perimetro del Puc2, arrivano soldi a negozi e attività (La Nazione pag.29) Nazionale Credito, semplificazioni e fisco: sì alla fiducia sul decreto del fare (Il Sole 24 Ore pag.30) L'imposta è sospesa ma solo a «termine» (Il Sole 24 Ore pag.31) I pagamenti continuano e il gettito va ai Comuni (Il Sole 24 Ore pag.32) Primo sì al decreto del fare, meno vincoli per l'edilizia (Il Sole 24 Ore pag.33) «Tasse alte perché non tutti le pagano» (Corriere della Sera pag.34-35) Il nodo dell’Expo frena le città metropolitane (Corriere della Sera pag.36) Prove di addio alla lungaRecessione, con la spinta dell’Est (Corriere della Sera pag.37-38) Tagli alla spesa per finta (Italia Oggi pag.39) Ossigeno per gli enti indebitati (Italia Oggi pag.40-41) Pasta, verdure e salumi quei 5000 prodotti tipici che danno sapore all’Italia (La Repubblica pag.42-43) Letta: tasse giù con i soldi recuperati all’evasione (La Repubblica pag.44) Spesa sociale, grande inefficienza abbatte solo il 20% della povertà (La Repubblica pag.45 A cura di PIEMME S.p.A. APPUNTAMENTO OGNI 4° GIOVEDI DEL MESE Le Aziende che compaiono in questa pagina sono associate Confartigianato FISCO CREDITO Flamini: “Basta nuovi adempimenti. No al Durc fiscale. E’ ingestibile” Medori “Snaturato il Fondo di garanzia: meno risorse per le imprese che hanno maggiore difficoltà di accesso al credito. Governo e Parlamento intervengano” eve essere cancellato l'emendamento al decreto del fare che rischia di dare il colpo di grazia a molte imprese già messe a dura prova da una crisi che sembra non avere fine”. Lo denuncia il Presidente di Confartigianato Imprese Terni GIUSEPPE FLAMINI . Approvato la scorsa settimana dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, questo emendamento dispone che tutte le imprese appaltatrici e subappaltatrici, al fine di ottenere il pagamento dal proprio cliente appaltatore, sono costrette a chiedere all’ufficio provinciale dell’Agenzia delle entrate di competenza il “Documento unico di regolarità tributaria”, destinato ad attestare l’assenza di debiti tributari alla data del pagamento. “Con un procedimento paradossale – sottolinea Flamini - si chiede alle imprese di comunicare periodicamente all’Agenzia delle entrate “D i dati delle buste paga al fine di consentire alla stessa Agenzia di accertare che le imprese sono in regola con il fisco”. La novità introdotta dall’emendamento appare tanto più incomprensibile in quanto è inutile ai fini delle verifiche sul corretto versamento delle ritenute. L’obbligo per le imprese di versare le ritenute è indipendente dal diritto del contribuente di scomputarle dalla propria dichiarazione, una volta ottenuta la certificazione. E gli interessi dei lavoratori a ottenere salari e contributi contrattuali sono integralmente tutelati da un’analoga norma del “decreto Biagi”. “Nel momento in cui le imprese chiedono semplificazione burocratica come il pane – osserva Flamini - e in quasi tutti gli Stati europei si stanno tagliando tempi e costi della burocrazia, nel nostro Paese avviene l’esatto contrario. Non solo. Dopo che le imprese hanno inequivocabilmente dimostrato come l’istituto a conferma nelle Commissioni “L Affari Costituzionali e Bilancio dell’eliminazione della riserva GIUSEPPE FLAMINI Presidente Confartigianato Imprese Terni della responsabilità solidale negli appalti non funzioni – conclude Flamini - lo si è ingarbugliato ancora di più”. GIUSEPPE FLAMINI Presidente di Confartigianato Imprese Terni BORSE DI STUDIO a favore dei figli degli imprenditori associati “A.Agerato” con il contributo di ARTIGIANCASSA Anno Accademico e Scolastico 2012/2013 Confartigianato Imprese Terni istituisce le BORSE DI STUDIO per l’anno Accademico e scolastico 2012/2013 per complessivi Euro 1.500,00, così suddivisi : Tre borse di studio per la LAUREA di 2° livello (cinque anni). Due borse di studio per la LAUREA di I° livello (tre anni). Due borse di studio per diplomati. Per concorrere alla aggiudicazione delle BORSE di STUDIO, gli iscritti Confartigianato Imprese Terni dovranno produrre domanda in carta semplice indirizzata a : Associazione fra gli Artigiani e le Piccole e Medie Imprese della Provincia di Terni – Via L.Casale, 9 – 05100 Terni, indicando le proprie generalità, l’attività svolta, l’indirizzo della sede dell’impresa e della propria abitazione, il nominativo del proprio figlio candidato alla borsa di studio con le generalità complete, l’esito degli studi nell’anno accademico 2012/2013 con allegato relativo certificato rilasciato dall’università o dall’Istituto, riportante la votazione ottenuta. Le domande dovranno pervenire all’indirizzo sopra indicato entro e non oltre il 28 febbraio 2014. Firmato oggi l’accordo tra Confartigianato e Federconsumatori I guasti ad elettrodomestici per sicurezza e manutenzione anti-rischi In Italia operano 3.945 imprese artigiane di riparazione elettro- so tra gli operatori del settore e i clienti; combattere il lavoro causano ogni domestici In Italia, ogni anno, si verificano 241.000 incidenti abusivo di operatori non qualificati, causa di gravi rischi per i domestici provocati da cause elettriche, con un costo per la consumatori e dannoso per l’immagine dei riparatori; contribuianno 241.000 collettività di 204 milioni di euro, di cui 71 milioni a carico dello re alla salvaguardia dell’ambiente. In caso di guasti, quindi, è Stato e 133 milioni a carico delle famiglie. I dati, che emergo- preferibile evitare la riparazione ‘fai da te’ o di affidarsi ad opeincidenti no da una rilevazione del Censis, segnalano l’importanza della ratori improvvisati, comportamenti che, spesso, sono proprio corretta manutenzione degli elettrodomestici per garantire la all’origine di infortuni. Prima di sostituire l’elettrodomestico, domestici sicurezza in casa ed evitare guasti improvvisi e difficili da gesti- meglio consultare un’impresa di riparazione ed accertarsi che re, soprattutto durante le ferie estive. Quindi, se il frigorifero o la lavastoviglie iniziano a fare i capricci, meglio rivolgersi subito ad una delle 3.945 imprese artigiane di riparazione elettrodomestici, con circa 8.000 addetti, che operano in Italia. Proprio per salvaguardare la sicurezza delle famiglie italiane, i Riparatori di Elettrodomestici di Confartigianato hanno siglato oggi un protocollo d’intesa con Federconsumatori. L’intesa è stata firmata a Roma da Mauro Zanini, Vice Presidente di Federconsumatori, e da Innocenzo Sartor, Presidente dei Riparatori di Elettrodomestici di Confartigianato. L’accordo è finalizzato a garantire qualità e trasparenza dei servizi di riparazione grazie al rispetto dei principi del codice deontologico applicato dagli imprenditori di Confartigianato. Tra gli obiettivi dell’’alleanza’ tra Confartigianato e Federconsumatori: assicurare la professionalità dei riparatori e la qualità e affidabilità del servizio, in conformità alle disposizioni di legge; potenziare la tutela della sicurezza dei consumatori per contribuire a ridurre gli infortuni domestici; prevenire situazioni di conflitto e contenzio- aderisca all’accordo Confartigianato-Federconsumatori. Il cliente avrà la certezza di non incappare in brutte sorprese. I riparatori di elettrodomestici che aderiscono all’accordo assicurano: - iscrizione alla Camera di commercio e all’Albo Imprese Artigiane; - assicurazione per eventuali danni a cose o persone; - lavori eseguiti a regola d’arte nel rispetto della normativa tecnica vigente, della normativa ambientale, nonché degli obblighi previsti dall'ordinamento giuridico italiano a carico degli operatori economici in generale; - preventivi scritti, prendendo a riferimento eventuali rilevazioni dei prezzi provinciali/regionali depositati in Camera di commercio, che certifichino tempi di esecuzione e modalità di pagamento; rilascio della documentazione fiscale e garanzia legislativa vigente per i lavori effettuati; - dempimento degli obblighi assicurativi, previdenziali e della sicurezza sul lavoro; - utilizzo di manodopera in regola con il Contratto collettivo nazionale di settore e i relativi contratti integrativi regionali, nonché con gli obblighi assicurativi, previdenziali e della sicurezza sul lavoro. dell’80% delle risorse del Fondo di garanzia per le operazioni di importo inferiore ai 500mila euro rappresenta un segnale fortemente negativo nei confronti delle imprese più piccole”. Lo denuncia il Direttore di Confartigianato Imprese Terni MICHELE MEDORI . Questo segnale giunge in un momento di estrema difficoltà di finanziamento, come rilevato più volte dalla stessa Banca d’Italia. In tal modo vengono travisate le finalità del Fondo di facilitare l’accesso al credito alle imprese che più hanno bisogno di un supporto pubblico. L’eliminazione della riserva, invece, favorisce la concentrazione degli impieghi del Fondo a vantaggio di quei soggetti che già possiedono un’autonoma capacità di negoziazione col sistema bancario. La rapida crescita negli ultimi mesi delle operazioni d’importo più elevato MICHELE MEDORI Direttore di Confartigianato Terni rischia di consumare rapidamente le risorse. “Questa impostazione non è accettabile - conclude Medori - e auspichiamo pertanto un rapido cambio di rotta da parte del Governo e del Parlamento per evitare che, ancora una volta, il 99,4% delle imprese italiane venga penalizzato”. PIA INNOVAZIONE 2013 Pacchetto Integrato di Agevolazioni per singola impresa E’ disponibile in versione integrale il Bando Integrato di Agevolazione per singola impresa - PIA INNOVAZIONE 2013 della Regione Umbria. Il Bando, emanato dalla Regione Umbria è finalizzato alla competitività e all’innovazione del sistema produttivo ha come obiettivo il sostegno all’innovazione e alla crescita dimensionale delle Piccole e Medie Imprese (P.M.I.) di produzione e servizi alla produzione, anche con particolare riguardo alle filiere produttive correlate alle tecnologie verdi. Esso sostiene le P.M.I. che vogliano realizzare investimenti connessi ad innovazioni di prodotto e/o di processo, in particolare quelle che industrializzano i risultati di progetti di attività di ricerca e sviluppo sperimentale. Le stesse P.M.I. possono anche prevedere l’acquisizione di consulenze e servizi in stretta coerenza con il progetto di investimento. Per maggiori informazioni e per la predisposizione della pratica potete rivolgervi al nostro Ufficio Credito e Incentivi (referenti Stefano Pucci, Marta Boccali e Paolo Feliciotti) Tel. 0744.613311 e.mail [email protected] DAL 27 GIUGNO FINO AL 26 SETTEMBRE GLI UFFICI OSSERVERANNO IL SEGUENTE ORARIO LUNEDI - MERCOLEDI’ - VENERDI’ MATTINO 8.30 - 13.00 POMERIGGIO 15.00 - 18.30 MARTEDI’ E GIOVEDI’ MATTINO 8.30 - 13.00 POMERIGGIO CHIUSO Gli uffici chiuderanno nei giorni 12-13-14-15-16 agosto 25/07/2013 - PAG. 7 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| L’ex presidente della Banca popolare di Spoleto respinge le accuse La strategia della difesa: è soltanto vittima di millanteria Antoninidalgiudice perl’interrogatorio L’avvocato: “E’ tranquillo” di Chiara Fabrizi A SPOLETO - È il giorno dell’interrogatorio di garanzia per Giovannino Antonini agli arresti domiciliari da lunedì mattina. Dovrà rispondere dell’accusa di corruzione in atti giudiziari formulata dal pm della procura di Roma Stefano Pesci, titolare dell’inchiesta che ha portato all’arresto di altre sei persone, tra cui il giudice del Tar del Lazio Franco Angelo Maria De Bernardi e l’avvocato Matilde De Paola che assisteva Antonini nel ricorso per l’annullamento del decreto con cui il ministero dell’Economia e delle Finanze ha commissariato la Spoleto credito e servizi. Alla viglia dell’interrogatorio di garanzia, che si terrà questa mattina al tribunale di Spoleto, l’ex presidente della Banca popolare di Spo- leto (Bps), riferisce l’avvocato Manlio Morcella, “...è molto tranquillo e lucido, ma soprattutto pronto a combattere con lo spirito che da sempre lo contraddistingue”. Se da Roma arriverà il gip Maria Paola Tomaselli, che ha firmato la misura di custodia cautelare ai domiciliari e le cento pagine di ordinanza, o se per rogatoria sarà un altro giudice a interrogare Antonini, non è chiaro. La linea difensiva, comunque, è già tratteggiata: “Dagli incartamenti - afferma l’avvocato Morcella - emerge che il mio assistito è stato vittima di millanteria senza concorrere all’atto corruttivo”. Come dire, l’ex presidente della Bps non ha avuto alcun ruolo nella vicenda giudiziaria. In questo senso, molto dipenderà anche da ciò che diranno gli altri arre- stati negli interrogatori di garanzia, a cominciare da Giorgio Cerruti, definito “l’emissario” di Antonini. La difesa, come già detto a poche ore dagli arresti, sottolinea che non ci sono intercettazioni dirette tra il giudice del Tar De Bernardi, che “interferiva” nei procedimenti, e l’ex presidente Bps. Mancherebbero, in sintesi, conversazioni che costituiscano fatti evidenti del ruolo svolto da Antonini. Dall’ordinanza, però, una telefonata effettuata da Antonini il giorno dell’udienza emerge. A Cerruti chiede: “Come sono andati gli avvocati?”. L’uomo d’affari risponde: “Sì... c’era quella persona... come era stato detto”. Ma questa è solo una delle numerose conversazioni intercettate dai carabinieri del Noe nel giorno dell’udienza e in quelli successivi Dal giudice Oggi l’ex presidente della Banca popolare di Spoleto, Giovannino Antonini, sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia tra l’avvocato Matilde De Paola, il giudice De Bernardi e Cerruti, protagonisti del filone Scs dell’inchiesta romana coordinata dal pm Stefano Pesci. Un fermento, quello che ha preceduto e seguito la pronuncia dell’8 maggio della Terza sezione del Tar del Lazio, che per il gip Tomaselli conferma “il marcato interes- PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) se” degli arrestati a ottenere una pronuncia favorevole nella causa contro il ministero e Bankit. Per Antonini e Cerruti vincere la battaglia giudiziaria sarebbe stata “una questione vitale”, tanto da far “ritenere ragionevole - scrive il gip - la probabilità che gli stessi si adoperino con strumenti alternativi per perseguire il risultato”. Nell’ordinanza il pericolo di reiterazione del reato viene quindi classificato come “elevato”. Da qui l’applicazione delle misure di custodia cautelare ai domiciliari a carico di Antonini, ristretto nella propria abitazione di Spoleto, a cui seguirà l’istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame a cui l'avvocato Morcella sta lavorando. B PAG 1 25/07/2013 - PAG. 8 ||| ||| L’assessore chiede al governo di non procedere con i tagli: “Sarebbe un grave errore” Vinti: “Non toccate la banda larga” A PERUGIA “La decisione del governo di tagliare i fondi per la banda larga è un errore colossale che mette a repentaglio il piano nazionale per l’eliminazione del digital divide. Con una scelta assunta nel cuore della notte, l’esecutivo nazionale si assume una grave responsabilità, riducendo i fondi già stanziati”. È quanto sostiene l’assessore regionale alle Infrastrutture tecnologiche immateriali, Stefano Vinti, in merito al trasferimento di risorse dal fondo per il completamento del Piano nazionale per la banda larga per evitare il taglio dei finanziamenti alle televisioni locali, previsto nel decre- to “Fare”. “Ormai tutti gli organismi internazionali sostengono che gli investimenti per la realizzazione della banda larga e per il superamento del digital divide determinano un aumento del Pil - rileva Vinti -. Invece, il governo ha pensato di tagliare 20 milioni di euro rispetto allo stanziamento di 100 milioni previsti per il Centro Nord e ancora non messi a bando. La stessa Regione Umbria - sottolinea aveva concordato un piano che vedeva l’impegno di risorse regionali pari a 3 milioni di euro e di fondi nazionali pari a 7 milioni di euro”. Da qui l’appello di Vinti a tutti i senatori umbri affinché il governo torni sui suoi passi. B PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 1 25/07/2013 - PAG. 8 ||| ||| ||| ||| ||| Sottoscritto ieri il protocollo d’intesa tra Regione, Sviluppumbria e la società Gestione servizi energetici Un patto a tre per garantire il futuro dell’energia A PERUGIA L’obiettivo è chiaro: incentivare nuove iniziative per lo sviluppo dell’efficienza energetica, della sostenibilità ambientale, delle energie rinnovabili, e contribuire a suppor- tare quelle già avviate in questo ambito. Concretamente la Regione ha così avviato un protocollo d’intesa sottoscritto ieri a Palazzo Donini tra Regione, Sviluppumbria e la società GSE (Gestione servi- zi energetici), di proprietà pubblica (ministero dell’Economia) che si occupa di gestione, promozione e incentivazione dell’energia da fonti rinnovabili. L’atto è stato sottoscritto dalla presidente del- la Regione, Catiuscia Marini, dal presidente e amministratore delegato di GSE, Nando Pasquali, e da Gabrio Renzacci, presidente di Sviluppumbria, la società regionale che per conto di Regione e istituzioni locali si occupa di promozione dello sviluppo economico. Il protocollo d’intesa, affida a Sviluppumbria il compito di promuovere la costituzione di un distretto di imprese nei settori delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. B PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 1 25/07/2013 - PAG. 9 ||| ||| ||| L’assessore al bilancio Bracco puntualizza sulle tasse regionali “Sull’addizionale Irpef nessuna decisione Per adesso lavoriamo soltanto sulle ipotesi” A PERUGIA La Regione sta valutando di ritoccare l’addizionale Irpef, ma nessuna decisione è stata presa fino ad ora, a dispetto delle indiscrezioni che circolano da qualche giorno. “Non esiste alcun atto deliberato dalla Giunta regionale dell’Umbria che riguardi le addizionali Irpef - scrive in una nota ufficiale l’assessore regionale al bilancio, Fabrizio Bracco - Si sta invece lavorando ad una ampia gamma di ipotesi, così da rispettare le indicazioni del decreto legislativo 68/2011 sulla addizionale regionale all’Irpef. “Solo dopo la pausa estiva - aggiunge - proseguite le dovute valutazioni ed elaborate le diverse ipotesi, formulerò una bozza di proposta su cui aprire un’ampia e partecipata discussione politica, sia in Giunta, che in maggioranza e in Consiglio regionale per arrivare all’entrata in vigore del provvedimento dal primo gennaio 2014, come prevede la legge. Allo stato dei fatti la discussione è appena iniziata e ipotesi più fondate le avremo soltanto quando si sarà sviluppata”. Il tutto mentre c’è già chi canta vittoria per le possibili modifiche che dovrebbero (a questo punto stando ai rumors) seguire criteri di progressività, secondo i quali chi ha di più paga di più. “La nostra battaglia inizia a dare frutti positivi - scrive ad esempio Oliviero dottorini, capogruppo dell’Idv - Credo che la scelta della Giunta sia giusta e possa rendere più equo il nostro sistema contributivo. Ora è necessario che il consiglio regionale approvi la riforma”. Intanto Nevi (Pdl) annuncia: “Siamo pronti alla battaglia se saranno aumentate le tasse” B PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 1 25/07/2013 - PAG. 10 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| z SIDERURGIA Alla vigilia dell’incontro al ministero Outokumpu resta sul vago sulle trattative e annuncia che deciderà non prima della fine dell’anno. Sindacati in allarme SI RIAPRONO I GIOCHI ALL’AST, TEMPI PIÙ LUNGHI PER LA VENDITA di Antonio Mosca A TERNI - Alla vigilia dell’incontro al ministero Outokumpu esce allo scoperto e fa sapere di non avere fretta di chiudere l’operazione Ast. La multinazionale finlandese, pur ribadendo che sta lavorando intensamente per completare la cessione del sito di viale Brin, avverte che la firma della transazione arriverà entro la seconda metà dell’anno. Una prima battuta d’arresto si era già registrata a maggio quando il ceo Mika Seitovirta aveva bollato come “inaccettabili” le offerte pervenute fino a quel momento sul suo tavolo. Ora Outokumpu si affretta però a precisare che “la cessione proseguirà nel periodo di tempo prolungato che la Commissione europea ha concesso”. E poi laconicamente precisa che “le discussioni continuano con un numero di parti interessate”. E’ quanto si evince da un comunicato sui dati trimestrali della società dell’acciaio. Un report da cui emergono dati in chiaroscuro. La domanda di acciaio inox, infatti, ha fatto registrare un calo di quasi il due per cento rispetto al primo trimestre del 2013, le consegne sono diminuite del 7 per cento e si sono fermate a 656.000 tonnellate contro le 703.000 del trimestre precedente mentre l’indebitamento finanziario netto fruttifero ha superato i tre miliardi di euro. In negativo per 80 milioni di euro anche il risultato operativo. Le politiche attuate dalla multinazionale hanno però iniziato a dare i frutti sperati tanto che a Terni sarebbe stato ottenuto un risparmio di quasi 70 milioni di euro. La multinazionale dell’acciaio intende proseguire su questa strada con un’ulteriore accelerazione, portando avanti il processo globale di ristrutturazione, fermi restando gli impegni già presi per il sito di viale Brin. Ma intanto i sindacati non nascondono le preoccupazioni per l’evolversi della vertenza Ast. “Prima si parlava di settembre e adesso ci dicono che i tempi si allungheranno ancora. C’è di che stare preoccupati - commenta a caldo Nicola Pasini, della Uilm. E’ un problema che non può essere sottovalutato e che andrà chiarito a dovere nel corso dell’incontro di domani a Roma anche se dubito che avremo la possibilità di incontrare direttamente Seitovirta e porgli tutte le domande che i lavoratori vorrebbero fargli. Il tempo che passa non gioca a favore dell’Ast e della sua posizione all’interno del mercato siderurgico mondiale”. Ma Pasini si sente preoccupato che per l’indeterminatezza PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) con cui Outokumpu ha indicato i soggetti con cui sta trattando. “Fino a qualche giorno - riprende - si diceva che ci fosse solo Aperam mentre ora pare che i giochi siano ancora aperti”. Uno “stop and go” che alla lunga il sindacalista ternano non esita a definire “sfibrante”. “Ancora una volta - rincara la dose Riccardo Marcelli, della Fim Cisl - emerge la mancanza di certezze sui tempi di cessione dell’Ast che nè Almunia, nè altri hanno saputo finora assicurare. Un’incertezza che di certo non fa bene al nostro sito e che ci rende legittimamente preoccupati. L’auspicio - conclude Marcelli - è che domani il governo ci dia una parola univoca su tutta questa vicenda”. L’appuntamento è fissato alle 14, a Roma, al ministero per lo Sviluppo Economico. B PAG 1 25/07/2013 - PAG. 10 ||| ||| ||| ||| z LA PRESENTAZIONE SVILUPPUMBRIA, NUOVA MISSION A PERUGIA Missioni e nuova struttura organizzativa di Sviluppumbria sono stati illustrati questa mattina a Perugia nella sede della Giunta regionale - ai rappresentanti dei tutte le associazioni di categoria e delle imprese ed alle organizzazioni sindacali. L’incontro è stato convocato e presieduto dalla governatrice Catiuscia Marini, presenti anche l'assessore regionale allo sviluppo economico, Vincenzo Riommi, ed i vertici di Sviluppumbria, il presidente Gabrio Renzacci ed il direttore generale, Mauro Agostini. E’ stata la Marini ad introdurre i lavori e ad illustrare la “mission” della nuova Sviluppumbria che per la Giunta regionale deve poter progettare e realizzare uno sviluppo economico integrato dell’Umbria. Sviluppumbria elabora ed attua programmi e misure di sostegno e promozione dello sviluppo nell’ambito della programmazione regionale, progetti di sviluppo locale, fa servizi di animazione economica e a supporto dell’attuazione di misure di politiche regionali di sviluppo con particolare riferimento a quelle dell’innovazione e dell’internazionalizzazione. Tutto ciò con particolare attenzione al ruolo dei Comuni e degli altri soci su una scala che sia preferibilmente di area vasta. L’agenzia, inoltre, svolgerà un ruolo significativo nella costituzione e gestione di fondi “revolving” che rappresentano delle modalità caratterizzanti la nuova programmazione comunitaria. Tra le sue competenze le attività connesse ai progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo e quelle connesse alle politiche preventive per evitare crisi settoriali e/o aziendali. Altrettanto significativo sarà il ruolo nella gestione delle crisi d’impresa. Una missione specifica per la promozione dell’innovazione tecnologica che si pone sempre più come obiettivo fondamentale. B PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) y PAG 1 25/07/2013 - PAG. 10 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| CHIMICA Aperte le buste, si è fatto avanti un gruppo non ternano. Intanto Pinoca è stato nominato amministratore del fiocco MERAKLON YARN, C’E’ UN’OFFERTA di Carlo Ferrante Entro lunedì sarà comunicata alle organizzazioni sindacali la lista dei 75 lavoratori assunti a tempo indeterminato A TERNI - Attesa spasmodica per l'acquisto del filo di Meraklon Yarn, ma non sono mancate le delusioni perché ieri mattina, alle 10, nella sede del notaio Clericò, in Corso Tacito, è stata presentata soltanto una busta, di una cordata non ternana. Nei giorni scorsi c’erano state diverse riunioni in città tra gli aspiranti compratori, nella speranza di mettere insieme i soldi necessari per la cauzione, ma non è stato raggiunto l’accordo. Ora l'offerta passerà al vaglio del commissario Daniele Discepolo e se tutto procederà bene, si potrà mettere la parola fine anche alla vicenda del filo. E’ bene tenere i piedi per terra, non farsi troppe illusioni. Degli oltre 100 lavoratori, attualmente in forza alla società di Piazzale Donegani, potrebbero entrare nella nuova società poco meno della metà. Il filo della Meraklon è figlio della Neofil, la società nata nel 1969 a seguito di un accordo tra la Montedison e il gruppo americano Hercules, partecipata da entrambe con il 50%, per lo sviluppo e la produzione del polipropilene isotattico. Il nuovo stabilimento, ubicato a ridosso del muro di cinta del polo chimico di piazzale Donegani, la portineria era poco distante dal quartiere Campomaggio, verso Terni, raggiunse, nel 1982, un’occupazione di 700 maestranze, soprattutto nel periodo del direttore generale Sbrolli. La crisi e l’entrata nel mercato di nuovi produttori misero in difficoltà il sito ternano, costretto a barcamenarsi tra alti e bassi. Intanto procede secondo la tabella di marcia la tappa di avvicinamento del trasferimento del ramo di azienda dedicato all’attività del fiocco a Beaulieu, previsto per il 6 agosto. Il trasferimento da Meraklon alla multinazionale belga avverrà attraverso due società di Passaggi decisivi La Meraklon entra in una fase importante: per il fiocco presto la lista dei dipendenti assunti, per il filo è arrivata l’offerta di una cordata non ternana PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) diritto italiano, una delle quali Beaulieu Fibres International Terni (Bfit) che acquisirà tutte le attività operative del business di riferimento, mentre NewCo B acquisirà il patrimonio immobiliare. Amministratore delegato di Bfit è stato nominato Leonardo Pinoca, collaudato manager di Meraklon. Entro lunedì dovrebbe essere comunicata alle organizzazioni sindacali di categoria Femca, Filctem, Uiltec, Orsa, Ugl la lista dei 75 lavoratori che saranno assunti a tempo indeterminato dalla nuova società e un’esperta belga del settore del personale, insieme al manager locale Giubila, è impegnata nella selezione. Successivamente al trasferimento è prevista l’assunzione da parte di Bfit con contratto a tempo determinato di durata variabile, secondo le necessità tecniche, organizzative e produttive di ulteriori 34 unità con contratto a tempo determinato della durata di 12 mesi con un ulteriore contratto di 12 mesi relativamente a 15 unità. I belgi hanno riconfermato gli investimenti nel periodo 2013-2015 che ammontano intorno ai quindici milioni di euro. A supporto della riorganizzazione aziendale e della realizzazione del programma d’investimenti, Bfit attiverà la cassa integrazione straordinaria con durata di 24 mesi e il cui inizio è previsto dopo 90 giorni dall’acquisizione. L’accordo relativo alla Cigs, che dovrà essere concluso successivamente, sarà basato su un principio di rotazione limitata in funzione delle professionalità richieste e delle esigenze della società. Sindacati e azienda hanno stabilito che ai dipendenti oggetto del trasferimento e a quelli che saranno assunti a tempo determinato dalle liste di mobilità attivate da Meraklon, sarà garantita l’applicazione delle sole condizioni normative ed economiche previste dal contratto nazionale. B PAG 1 25/07/2013 - PAG. 11 ||| ||| ||| ||| INDUSTRIA Presa di posizione della Cgil sulle vicende della Merloni “APRIRE LA VERTENZA UMBRA” di Eirene Mirti A NOCERA UMBRA - Merloni e fascia appenninica sono elementi fondamentali di una più complessiva vertenza Umbria. A dirlo è la Cgil all’indomani dell’incontro che forze sindacali e di categoria hanno avuto con l’assessore regionale allo sviluppo economico, Vincenzo Riommi, e dal quale sono emersi i primi tentativi di rendere più fruibile l’accordo di programma. Secondo la Cgil, infatti, tutte le risorse messe in campo vanno riutilizzate per il territorio. “Nell’incontro - scrivono in una nota Mario Bravi e Lucia Rossi, della segreteria regionale Cgil, ed Alessandro Piergentili, responsabile territoriale Alta Umbria - abbiamo apprezzato lo sforzo che la Regione sta producendo per rendere praticabile e utilizzabile l’accordo e i 17,5 milioni di euro previsti per il rilancio dell’area e per dare risposte al dramma occupazionale della zona, dove alla crisi del settore elettrodomestico si sommano quelle dell’edilizia, della ceramica e della metalmeccanica. Questo sforzo non garantisce però la risoluzione di una vertenza come quella della fascia appenninica, dove si sommano più emergenze”. Per la Cgil è necessario fare presto e bene, anche tenendo conto che la cassa integrazione scadrà il 13 novembre. “Per questo - proseguono - auspichiamo la presenza più forte e più incisiva delle imprese e delle associazioni. Il fattore tempo è fondamentale ed è necessario che tutte le risorse destinate all’accordo di programma e i 5 milioni investiti dall’Unione europea nella formazione professionale vengano utilizzati in maniera produttiva ed intelligente”. Bravi, Rossi e Piergentili individuano due aspetti significativi: il primo riguarda la crisi della Indesit, “ulteriore conferma delle difficoltà di tutto il settore degli elettrodomestici. Il nostro Paese non può abbandonare questo settore e la sua componentistica; condividiamo la proposta di Fim, Fiom e Uilm nazionali di aprire un tavolo per la difesa e il rilancio del comparto. Con questa consapevolezza ed esprimendo piena solidarietà ai lavoratori della Indesit in lotta, dobbiamo essere consapevoli che tutte le risorse dell’accordo di programma dell’Antonio Merloni vanno utilizzate per dare una risposta ai temi della reindustrializzazione della fascia appenninica umbra, evitando sovrapposizioni. Semmai occorre impegnare il Governo nazionale ad allargare le risorse”. “La vicenda della fascia appenninica - inoltre - è uno dei punti della più complessiva vertenza Umbria, che, a partire dalla strategicità del polo siderurgico ternano e della chimica, mette in evidenza la centralità della manifattura nella nostra Regione. Su questo crediamo che il Governo debba mettere in campo tutte le energie necessarie per una politica industriale vera, che valorizzi l’attrattività delle aree, con il riconoscimento dell’esistenza di una crisi complessa, e consenta alla nostra regione di valorizzare una delle sue caratteristiche fondamentali: l’industria”. B PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 1 ||| ||| ||| ||| ||| ||| DEL 25/07/2013 - PAG. 11 P INNOVAZIONE Edizione nel segno delle proposte di Della Valle e Farinetti CULTURA E IMPRESA: IL GRAN GALA’ ACCOGLIE LA SFIDA A GUALDO TADINO Quando il fare impresa è sinonimo di innovazione, crescita, tenacia e capacità di trasformazione nella costante consapevolezza del ruolo prioritario rivestito dalla valorizzazione culturale e dalla promozione turistica del territorio: la prima vera impresa del Paese. “Un’impresa ad arte. Gran Galà dell’imprenditoria italiana” accoglie e fa sua la sfida di grandi imprenditori illuminati italiani quali Oscar Farinetti e Diego Della Valle, che hanno applicato la formula vincente del saper fare impresa sul bello e sul buono della cultura italiana, lanciando un messaggio di fiducia alla nazione, che può ripartire solo imparando a fare impresa sul suo straordinario e inimitabile patrimonio culturale. Sono molti gli imprenditori italiani che hanno saputo combinare sapientemente queste formule, emergendo nel panorama nazionale ed internazionale e saranno proprio loro i protagonisti della terza edizione della kermesse, in programma sabato A Gualdo Tadino nella splendida cornice della Rocca Flea. Un evento promosso dal Museo regionale dell’emigrazione “Pietro Gran Galà Catia Monacelli con il giornalista Giuliano Giubilei Conti”, Centro di ricerca sull’emigrazione italiana, e dal Polo museale città di Gualdo Tadino, con il patrocinio dell’Amministrazione, della Provincia di Perugia, della Regione Umbria ed il contributo del Sole 24Ore - Formazione ed eventi. La serata sarà condotta dalla giornalista Roberta Serdoz, volto familiare in Rai e anima di noti programmi televisivi come Mixer, La vita in diretta e Linea notte. Un progetto nato da un’idea di Catia PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Monacelli, direttore del Polo museale e madrina dell’evento: “L’iniziativa sta crescendo e si avvale anche per questa edizione della preziosa collaborazione del format del Corriere dell’Umbria, L’Umbria che eccelle. Novità assoluta del 2013 è la presenza di expò riservati alle eccellenze imprenditoriali, sponsor istituzionali e tecnici dell’evento: Birra Flea, Ecosuntek spa, Emu Group spa, Marfuga Azienda Agraria, Merlo spa, Rocchetta spa, Wald srl”. Per l’occasione Pitsart Srl realizzerà in esclusiva limited edition un foulard d’arte in seta ispirato al Gran Galà e al binomio “arte ed impresa”, congiuntamente all’azienda Obc Italy di Perugia, che invece produrrà un nuovo brand, relativo al Museo dell’emigrazione, sviluppando un innovativo progetto su t-shirt che beneficia della nuova tecnologia denominata “realtà aumentata”. Gualdo Tadino ed il Gran Galà si confermano piazza di incontro e luogo d’interesse per l’imprenditoria illuminata, capace di investire in rinnovamento e nuove soluzioni all’avanguardia. B PAG 1 25/07/2013 - PAG. 11 ||| ||| ||| ||| CONTRIBUTI Bando della Regione per le attività extra-agricole. In oltre 250 hanno denunciato di aver subìto danni QUASI 9 MILIONI PER L’ALLUVIONE A PERUGIA La Giunta regionale dell’Umbria ha avviato le procedure che porteranno a breve all’emanazione del bando per la concessione di agevolazioni alle imprese extra agricole danneggiate dagli eventi alluvionali che dall’11 al 13 novembre scorso hanno colpito un vasto territorio dell’Umbria. Le risorse disponibili ammontano a 8 milioni e 700mila euro. Su proposta dell’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Riommi, sono state valutate e approvate le modalità e le condizioni di accesso ai contributi. “Queste disposizioni spiega l’assessore - saranno ora recepite nel bando che nelle prossime settimane verrà emanato con un decreto dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, in qualità di commissario delegato per la protezione civile”. “La Regione, che all’indomani dell’alluvione si era subito attivata per una ripresa rapida delle attività produttive - sottolinea - con questo provvedimento interviene con tempestività a supporto degli investimenti delle imprese danneggiate nei territori per i quali è stato riconosciuto lo stato di emergenza. Sono ben 253 quelle che hanno già segnalato ai Comuni individuati di aver subìto danni e che, in un contesto generale di crisi, rischiano altrimenti di essere ulteriormen- L’alluvione di novembre Centinaia le aziende danneggiate te penalizzate. Il bando, che può contare su una ingente dotazione finanziaria, rappresenta uno strumento importante per salvaguardare la tenuta economica e occupazionale dei territori colpiti”. Dei contributi potranno beneficiare le imprese industriali, artigiane, di servizi, commerciali e turistiche che hanno già segnalato o che segnaleranno di essere state danneggiate dagli eventi alluvionali entro il termine di pubblicazione del bando sul Bollettino ufficiale della Regione e che operano nel territorio dei Comuni di Perugia, Città della Pieve, Panicale, Montegabbione, Castel Viscardo, Baschi, Collazzone, Marsciano, Piegaro, Monteleone di Orvieto, San Venanzo, Castel Giorgio, Montecchio, Deruta, Parrano, Fabro, Ficulle, Allerona, Orvieto, Todi, Torgiano, Citerna. Le agevolazioni saranno concesse per le spese sostenute per il ripristino delle condizioni di operatività, fino a un tetto massimo di 200mila euro (corrispondente al tetto massimo degli aiuti “de minimis”) e saranno fino a un massimo del 75% del danno subìto nel caso di beni immobili e strutture produttive, impianti, macchinari e attrezzature; fino a un massimo del 60 per cento del danno subìto per i beni mobili registrati e ammortizzabili dell'impresa. Saranno previste procedure semplificate per la presentazione delle domande e tempi celeri per l'attività istruttoria, che si concluderà nel termine massimo di 90 giorni dalla data di scadenza per la presentazione delle domande. B PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 1 25/07/2013 - PAG. 3 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| Antonini, oggi l’interrogatorio L’ex presidente Bps pronto a difendersi davanti ai giudici. L’avvocato Morcella: «Da questa vicenda ne uscirà o morto o più rafforzato di prima» SPOLETO - Comparirà questa mattina davanti ai giudici per chiarire la sua posizione Giovannino Antonini, arrestato nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Roma per l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari. L’interrogatorio di garanzia dell’ex presidente della Bps, che sta scontando da lunedì gli arresti domiciliari nella sua casa di Pontebari, si LE INTERCETTAZIONI «Loro vogliono una riunione e ti prego in questo di esserci» SPOLETO - È il 9 maggio, giorno dopo l’udienza al Tar, e giudice e avvocato parlano di una riunione da fare, poi tenutasi il 15 maggio. De Bernardi: Comunque guarda ieri siete andati benino, ha fatto un’ottima parte Tedeschini, tu hai fatto la tua, abbiamo portato... De Paola: Tedeschini è stato... D.B.: Il 2 ottobre va in decisione nel merito e vinciamo D.P.: Allora... ieri mi hanno assillato a Cerruti (omissis) D.B.: Lui sa che non può chiamare me perché... D.P.: La verità, e mo ti dico la cosa che ti fa arrabbiare, è che sono scontenti D.B.: Non mi fa arrabbiare per niente, non me ne frega niente, qui quando il cliente ord... quando... D.P.: Allora gli ho spiegato tutto, permettimi... permettimi di fare una riunione domani. Loro vogliono una riunione e ti prego in questo di essere presente e gli spacchi la testa e ti metti a gridare D.B.: Ma assolutamente no POP. SPOLETO LE MOSSE di SARA FRATEPIETRO e MASSIMO SBARDELLA terrà al Tribunale di Spoleto. Ancora non è chiaro se ad ascoltare Antonini sarà un giudice romano o spoletino, attraverso una rogatoria da parte di un magistrato locale che poi in quel caso dovrà trasmettere a Roma il contenuto dell’interrogatorio. Per lui sarà quindi l’occasione di chiarire la sua posizione, sempre che non decida di avvalersi della facoltà di non rispondere, ipotesi piuttosto remota. Anche perché, sin dai primi momenti dopo l’applicazione della misura cautelare, il difensore di Giovannino Antonini, l’avvocato Manlio Morcella, aveva evidenziato l’estraneità del suo assistito alle accuse. «Dal primo esame delle carte - evidenzia il legale - emerge una millanteria che Antonini ha subìto, piuttosto che essere lui l’autore del reato». Insomma dalla lettura dell’ordinanza di custodia cautelare non si evincerebbe un coinvolgimento diretto dell’ex presidente della Banca popolare di Spoleto negli episodi di corruzione che vengono contestati al giudice del Tar del Lazio Franco Angelo Maria De Bernardi, all’avvocato Matilde De Paola (uno dei legali scelti da Antonini per il ricorso al Tribunale amministrativo romano contro il commissariamento della Spoleto Credito e servizi) ed all’imprenditore Giorgio Cerruti, che secondo gli inquirenti avrebbe fatto da intermediario tra il magistrato e Antonini. Per questo lo spoletino sarebbe comunque sereno. «L’ho trovato lucidissimo e più combattivo di prima, - racconta l’avvocato Morcella - da questa vicenda ne uscirà o morto o più rafforzato di prima». Se però non ci sarebbero intercet- PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO PAG 1 25/07/2013 - PAG. 3 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| Accusato Giovannino Antonini. Nel tondo il Tribunale di Spoleto tazioni dirette tra Giovannino Antonini e il giudice De Bernardi e nemmeno passaggi di denaro, a parte i 6.000 euro consegnati dal primo all’avvocatessa romana, la difesa dovrà comunque chiarire alcune circostanze, come il pranzo con il giudice tenutosi il 27 febbraio in un ristorante romano, organizzato da Cerruti. «E glielo facciamo fare... lo serIl ruolo di Cerruti viamo come merita... è amico tuo» dice De Centrale è il rapporto Bernardi al telefono, di intermediario che due giorni prima del il faccendiere avrebbe pranzo, al faccendiere, quando quest’ultimo, svolto tra Antonini secondo l’ordinanza, e De Bernardi gli anticipa che si parlerà di un ricorso al Tar proposto da Antonini. Proprio il rapporto tra l’ex presidente della Bps e l’imprenditore ritenuto il suo intermediario dovrà essere chiarito, visto che Cerruti parlando con il magistrato lo incalza sul corrispettivo economico: «il presidente mi chiedeva... mi chiedeva... quant’è? Perché dobbiamo sapere». E ancora: «Cinquanta? Posso riferirlo?». Il giorno dell’udienza al Tar del Lazio contro il commissariamento (conclusasi con la mancata sospensiva ed il rinvio al 2 ottobre), poi, Antonini al telefono chiede a Cerruti: «Non sono venuto giù perché... dice... si faceva raccontare... e gli avvocati sono andati bene?». Lui gli risponde: «Sì... c’era quella persona naturalmente... come... come era stato detto... capito?», secondo gli inquirenti con riferimento al giudice De Bernardi, presente all’udienza nonostante non componesse il collegio. Tra gli elementi in mano agli inquirenti c’è anche l’incontro, il 15 maggio, nello studio della De Paola, tra l’avvocatessa, Cerruti, De Bernardi e Antonini. Questioni che quest’ultimo, quindi, oggi sarà chiamato a chiarire in Tribunale. PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 2 25/07/2013 - PAG. 35 ||| ||| ||| ||| Per l’andamento lento dei lavori Di Girolamo stanco e irato con i suoi consiglieri comunali Potrebbe non ricandidarsi Intanto avanza la lista civica guidata dall’ex dirigente della Regione Franco Todini Il sindaco Leo Di Girolamo Voci di malumori del primo cittadino con la sua maggioranza A TERNI “Se non mi date le condizioni per continuare, cercatevi un altro candidato”. La battuta sarebbe stata rivolta qualche giorno fa dal sindaco Leo Di Girolamo a un consigliere comunale fidato. Il malumore del sindaco, ad oggi ancora candidato ufficiale del Pd, deriva dall’andamento stanco del consiglio comunale, con i punti approvati col contagocce, con continui rinvii per mancanza del numero legale. Cosa che si è avuta fin dall’inizio. Ma appunto il sindaco in questi ultimi dieci mesi avrebbe preteso dal consiglio comunale e dal centrosinistra un sussulto di responsabilità, una prova di orgoglio che invece allo stato non si vedono. Da qui la stanchezza e l’ipotesi di non candidarsi. Tra l’altro, sempre i boatos parlano di una legge in discussione che prevederebbe un numero minimo di ore di presenza in ambulatorio; leggina che se approvata porrebbe il sindaco di fronte al bivio, continuare a fare l’amministratore o il medico di base. Sempre secondo voci, Di Girolamo con questi avvertimenti vorrebbe testare la fiducia del Pd una cui parte guarda con attenzione alla lista civica che si sta formando e che vede come candidato sindaco Franco Todini, 66 anni, ex dirigente della Regione, fratello dell’ex sindaco Mario e da sempre vicino a Eros Brega. B PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 1 25/07/2013 - PAG. 26 ||| ||| ||| ||| ||| ||| REGIONE La “nuova” Sviluppumbria presenta mission e struttura Le forze sociali apprezzano PERUGIA - Mission e nuova struttura organizzativa di Sviluppumbria sono stati illustrati a Perugia - nella sede della giunta regionale - ai rappresentanti dei tutte le associazioni di categoria e delle imprese ed alle organizzazioni sindacali. L’incontro è stato convocato e presieduto dalla presidente della Regione, Catiuscia Marini, presenti anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Riommi, ed i vertici di Sviluppumbria, il presidente Gabrio Renzacci ed il direttore generale, Mauro Agostini. È stata la presidente Marini ad introdurre i lavori e ad illustrare la “mission” della nuova Sviluppumbria, che per la giunta regionale deve poter progettare e realizzare uno sviluppo economico integrato dell’Umbria. Così come definita dalla giunta regionale lo scorso mese di giugno, la nuova Sviluppumbria elabora ed attua programmi e misure di sostegno e promozione dello sviluppo nell’ambito della programmazione regionale, progetti di sviluppo locale, fa servizi di animazione economica e a supporto dell’attuazione di misure di politiche regionali di sviluppo con particolare riferimento a quelle dell’innovazione e dell’internazionalizzazione. Tutto ciò con particolare attenzione al ruolo dei Comuni e degli altri soci su una scala che sia preferibilmente di area vasta. L’Agenzia, inoltre, svolgerà un ruolo significativo nella costituzione e gestione di fondi “revolving” che rappresentano delle modalità caratterizzanti la nuova programmazione comunitaria. Tra le sue competenze, inoltre, figurano le attività connesse ai progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo, decentrata e transnazionale della Regione e quelle connesse alle politiche preventive per evitare crisi settoriali e/o aziendali. Altrettanto significativo sarà il ruolo dell’Agenzia nella gestione delle crisi d’impresa. L’Agenzia si occuperà in particolar modo della valorizzazione del patrimonio regionale non come mera funzione amministrativa, bensì come attività di valorizzazione fortemente integrata con le aree di operatività della società, per favorirne la messa a sistema e l’utilizzo rispetto alle opportunità che possono essere messe a disposizione delle imprese. Altrettanto importante il ruolo di Sviluppumbria nell’ambito del marketing territoriale, promozione ed internazionalizzazione, settore nel quale l’Agenzia dovrà poter operare come interlocutore unico nei confronti degli investitori, in grado di fornire risposte e soluzioni in tempi rapidi e secondo percorsi semplificati. Una missione specifica Sviluppumbria l’eserciterà, infine, per la promozione dell’innovazione tecnologica, che si pone sempre più come obiettivo fondamentale per sostenere l’economia regionale verso maggiori capacità competitive e di generazione e distribuzione di redditi più elevati. Sviluppumbria dovrà anche svolgere un ruolo di forte connessione, nel rispetto delle normative vigenti, ed una capacità di interfaccia permanente con il sistema della rappresentanza delle parti sociali. Positive le reazioni delle forze sociali. «Finalmente afferma per tutti Umbro Bernardini, presidente regionale di Confindustria - c’è l’inizio di un percorso nuovo di Sviluppumbria. Il programma presentato è buono ed estremamente ambizioso. Personalmente, mi accontenterei che ne venisse realizzata solo la metà. C’è un’aria nuova, positiva, che fa ben sperare. Ovviamente monitoreremo la coerenza dell’attività concreta con il programma presentato. Ed è molto positiva l’istituzione di un comitato di confronto, con al partecipazione delle forze sociali». PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 1 25/07/2013 - PAG. 26 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| Affitti a picco, Confedilizia: «sì» ai contributi Solo un immobile su 3 trova locatari, la Regione prepara i bonus: chi può avere le agevolazioni In bacheca Una signora mentre sta consultando alcuni annunci immobiliari che mette a disposizione dei proprietari di casa 1,5 milioni di euro», ha PERUGIA - «La situazione del mer- AGEVOLAZIONI dichiarato Fronduti al termine cato delle locazioni in Umbria è dell’incontro presso gli uffici di drammatica: solo 3 immobili su 10 La somma com- piazza Partigiani. «Ben venga un insi locano». Anche per questo, Con- plessiva che, in tervento dell’assessorato - continua fedelizia Umbria, per bocca del pre- 24 mesi, può es- Fronduti - quale aiuto ai tanti prosidente Armando Fronduti, ha ac- sere corrisposta prietari che hanno per decenni finacolto in maniera positiva la proposta ai locatari lizzato nel “mattone”, con sacrifici, i dell’assessorato regionale alle Poliloro risparmi e che oggi non riescotiche abitative di attivare una serie di no a pagare una tassazione sulla casa agevolazioni per quei proprietari ormai al 62%». che concederanno i lori immobili in AL MESE La Regione provvederà a stilare affitto a canone concordato. due diversi elenchi. Il primo, comuIeri l’assessore Stefano Vinti e le Il contributo nale, che conterrà il complesso degli associazioni di categoria hanno ef- massimo mensi- immobili disponibili, divisi per sufettuato un primo summit in vista le corrisposto perficie e costo mensile. L’altro sarà della presentazione alla giunta re- a chi affitta invece relativo ai nuclei familiari gionale, lunedì prossimo, del dos- al minimo che potranno beneficiare del sostesier che illustra nel dettaglio i congno. Potrà partecipare al bando chi torni della manovra. La Regione inavrà ricevuto un provvedimento di terviene con 5.200 euro per 24 mesi sfratto causato dal mancato pagadi locazione (compreso il deposito CARICO FISCALE mento di almeno sei mensilità, docauzionale di 200 euro) con il pagavuto ad una significativa riduzione mento del canone che verrà corri- Il peso delle tas- del reddito per licenziamento sposto mensilmente dall’Ater diret- se sulla casa che (escluso quello per giustificato motamente al proprietario dell’immo- viene “sopporta- tivo), cassa integrazione, mobilità, bile con la stipula del contratto di ti- to” dai proprie- mancato rinnovo del contratto, cespo concordato agevolato con il con- tari immobiliari sazione di un’attività libero-profesduttore sfrattato a causa di una imsionale o di impresa (registrata da alprovvisa perdita di lavoro, la cosidmeno 12 mesi), malattia grave o dedetta morosità “incolpevole”. «Non cesso dell’unico percettore di reddipossiamo che esprimere un giudizio to in famiglia. La dichiarazione Isee positivo su questa proposta che annon dovrà essere superiore a 16mila drà in Giunta nei prossimi giorni e euro. di CHRISTIAN CINTI 5.200 € 200 € 62% PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 1 25/07/2013 - PAG. 27 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| «Qui o si fa squadra oppure salta il banco» Fondi Ue, Filippetti (Confesercenti): non disperdere risorse a pioggia, servono progetti comuni per delineare l’Umbria del futuro Basta con la grande distribuzione, diamo sostegno ai piccoli imprenditori Dopo il direttore regionale di Cna, Roberto Giannangeli, il segretario di Confartigianato, Sergio Bova, il direttore di Confindustria Umbria, Aurelio Forcignanò, il direttore provinciale di Confcommercio, Vasco Gargaglia, e il direttore regionale di Confagricoltura, Alfredo Monacelli, tocca al direttore regionale di Confesercenti, Francesco Filippetti, intervenire sul “Quadro strategico regionale 2014-2020” presentato dalla Regione. di CHRISTIAN CINTI PERUGIA - Settecento imprese chiuse in soli tre mesi. Tremila le attività del commercio e turismo che, in Umbria, abbasseranno le serrande entro la fine dell'anno, lasciando a spasso circa settemila addetti. «Qui, o si fa squadra o salta il banco». Francesco Filippetti, direttore regionale di Confesercenti, parla di uno «spirito collaborativo» e di un «giudizio di carattere generale positivo» sul documento redatto da Palazzo Donini. Un «documento narrativo» che dovrebbe però affrontare alcuni temi in maniera più dettagliata per arrivare ad una «strategia e ad una visione dell’Umbria del futuro». Facciamo un passo indietro: cosa ha funzionato e cosa no nella programmazione comunitaria 2007-2013? «Diciamo che il commercio è un “cavallo” che ha bevuto, nel senso che le risorse sono state utilizzate. Detto questo, è opportuno riflettere sulla necessità di non disperde- re troppo a pioggia i finanziamenti. Ma anzi, procedere a progetti comuni, elaborando delle “macroazioni”. Tra gli aspetti che non hanno funzionato va inserito il concetto di reti d'impresa. Occorre studiare forme diverse di aggregazione per evitare che, nel momento in cui uno dei soggetti dovesse « Fondamentale l’aspetto dell’accesso al credito: non basta Gepafin, vanno ricapitalizzati i consorzi fidi » Francesco Filippetti centrale... «Parte dei fondi Ue deve servire alla ricapitalizzazione dei consorzi fidi. Va rafforzato il ruolo di Gepafin, ma non solo. Tenendo ben presente questo ragionamento: il contenzioso aumenta e il capitale dei consorzi si erode. Senza capitale è però sempre più difficile offrire garanzie e senza garanzie, ma a volte anche con queste, è impossibile per le imprese ottenere l’apertura di linee di credito». Veniamo al dunque. Programmazione 2014-2020: quali i punti di contatto con le idee di Palazzo Donini? «Apprezziamo il fatto che sia stato rimarcato il ruolo del terziario, che si parli di “distretti urbani farsi indietro, gli altri coinvolti non rischino di perdere i finanziamenti. E poi, credo vadano obbligate le banche a collaborare. Gli istituti di credito vanno chiamati al tavolo prima della redazione del bando e coinvolti nella fase del finanziamento, perché le risorse pubbliche coprono fino al 50% degli investimenti, ma gli altri soldi devono arrivare dal privato. E senza l’aiuto delle banche, oggi questo non è possibile». Il tema del credito resta dunque un nodo PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO PAG 1 25/07/2013 - PAG. 27 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| del commercio” e dunque delle strategie per abbinare il rilancio dei centri storici a quello delle attività. Sposiamo inoltre l’attenzione al concetto di start-up, non tanto come sostegno per pagare le spese del notaio, ad esempio, quanto semmai con l’obiettivo di formare imprenditori capaci. Fondamentale l’aspetto dell’innovazione e siamo d’accordo sulla necessità di sviluppare le reti d’impresa». Ma... «Ma ad esempio servirebbe più attenzione per il comparto del turismo, che può davvero essere il motore del nostro sviluppo economico. Bisogna per questo però superare la visione per cui il comparto vale solo in base all’incidenza che ha sul Pil umbro. Il turismo non è fatto solo di alberghi e strutture extra alberghiere (comunque, circa 4.500 strutture in totale). Ma va guardato sotto il profilo della creazione d’impresa, dell’occupazione, dell’indotto e dei servizi ad esso correla- ti». E poi? «Beh, quando si parla ad esempio di innovazione, andrebbero dotati gli imprenditori di strumenti adeguati per fare e-commerce vero o di fare affari con i social network. Ma io penso all’innovazione anche come un sistema collegato alla sicurezza o ai pagamenti elettronici. Se, invece, si parla di formazione, allora intendo quella che proviene solo da soggetti accreditati. C’è un numero altissimo di persone che, espulse dal mondo del lavoro, approdano al commercio. Sono le nuove aperture che fanno statistica, ma che hanno una vita breve: diciotto, ventiquattro mesi al massimo. E producono conseguenze gravissime, anche dal punto di vista sociale, perché le famiglie si indebitano per finanziare queste attività oppure investono liquidazioni intere per sostenere l’avvio dell’impresa. Il mondo del commercio era difficile già quando le cose andavano bene, figuriamoci adesso. Per questo è più che mai necessario fare impresa in maniera specializzata. E questo può avvenire sol- «Attenzione al turismo» «Può essere il motore del nostro sviluppo, purché non venga considerato il suo ruolo solo in base all’incidenza sul Pil» tanto con una adeguata formazione. Potremmo parlare poi delle politiche del lavoro e dunque spostare l’attenzione sui Centri per l’impiego. Non che non servano, per carità. Però dovremmo verificare i risultati prodotti e se dunque servono davvero a far incontrare la domanda con l’offerta». Cosa porta perciò Confesercenti al tavolo del confronto? «Siamo d’accordo sul concetto di intersettorialità e dialoghiamo con assoluto spirito collaborativo. È però arrivato il momento di dire basta alla grande distribuzione: diamo sostegno ai piccoli imprenditori che investono le loro risorse e che rappresentano la storia, la tradizione e la qualità del nostro territorio». (6 - continua) PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 2 25/07/2013 - PAG. 22 ||| ||| ||| ||| ||| ||| Narni Chi interessato può partecipare al bando promosso dal Comune: c’è tempo fino al 19 agosto Commissione pari opportunità, si cercano soggetti esterni NARNI - Componenti “esterni” nella commissione permanente per le pari opportunità. In questi giorni il Comune di Narni ha pubblicato il bando per la selezione di quei soggetti interessati a far parte dell’organismo. Al bando possono partecipare dei soggetti in possesso dei giusti requisiti, ovvero: competenza ed esperienza in materia di condizione femminile nei campi giuridico, economico, sociale, psicologico, storico ed artistico. Possono partecipare al bando e presentare la loro candidatura, quindi, rappresentanti di associazioni sindacali, associazioni diversamente abili, associazioni studentesche, consulte giovanili e di immigrati, oltre che di organismi che fanno parte del settore sanità. Le domande dovranno essere inviate in busta chiusa, corredate da curriculum vitae e dovranno pervenire, tramite posta o consegna a mano, al Comune di Narni entro il 19 agosto. La commissione esaminerà l’elenco delle Il Comune di Narni PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) candidature che verrà inviato al presidente del consiglio comunale Daniele Latini, il quale dovrà sottoporre all’approvazione del Consiglio la nomina dei 5 componenti esterni. La commissione comunale per le pari opportunità ha come obiettivi il perseguimento delle finalità generali di contrasto alle disuguaglianze e ad ogni forma di discriminazione sociale e di valorizzazione delle politiche di genere. Inoltre sarà un organo consultivo, di proposta, di progettazione e di controllo. La Commissione sarà composta dall’assessore alle Pari opportunità, cinque donne designate dal consiglio comunale e cinque componenti esterni. MAURO PACELLI PAG 1 25/07/2013 - PAG. 20 ||| ||| ||| L’INIZIATIVA I lavoratori edili disoccupati restaurano le mura di Collescipoli TERNI - I lavoratori edili disoccupati restaurano le mura castellane di Collescipoli. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra l’assessorato comunale ai Lavori pubblici e la Scuola Edile che ha portato gli allievi ad impegnarsi in varie attività di restauro in diversi siti di importanza storica della città. «I lavori del tratto di paramento murario interessato - spiegano i tecnici - hanno avuto inizio a giugno ed attualmente, sono in avanzato stato di svolgimento. Le lavorazioni sono seguite, oltre che dal responsabile preposto dalla Scuola Edile per la direzione del cantiere, dai tecnici comunali che ne curano la direzione dei lavori, nonché dai tecnici del ministero dei Beni Culturali che ne seguono l’alta sorveglianza, con le necessarie visite periodiche». “Si tratta - dice l’assessoreSilvano Ricci - di un intervento in linea con lo sviluppo dei progetti di valorizzazione e mantenimento dei beni culturali minori. La convenzione, che si inserisce nella pluriennale collaborazione tra Scuola e Comune, ha il duplice obiettivo di ridare lustro a beni di valenza storico-architettonica e a dare ai partecipanti, dopo la fase di preparazione propedeutica effettuata nel cantiere scuola, concrete opportunità di un inserimento lavorativo. Gli allievi attualmente al lavoro a Collescipoli - prosegue - sono dei lavoratori edili disoccupati, selezionati in base alle loro esperienze lavorative, che, attraverso la partecipa- zione all’iniziativa, potranno implementare le proprie competenze e riqualificarsi. Lo sviluppo dei cantieri-scuola rappresenta una delle misure cardine del “Patto per una Città più bella e sicura”. Il modello delle politiche per il decoro urbano ed ambientale mira infatti ad impiegare le risorse derivanti dal recupero delle somme ottenute dai danni arrecati al patrimonio pubblico, proprio per sviluppare la cultura del rispetto del nostro patrimonio”. L’attività di restauro delle mura di Collescipoli proseguirà probabilmente nel prossimo mese di settembre ed interesserà un’ampia porzione delle mura castellane particolarmente compromesse nello stato di conservazione. PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 1 25/07/2013 - PAG. 21 ||| ||| ||| LA CGIL «Dati impietosi, così si può uscire dalla crisi» TERNI - Chiedere al Governo di riconoscere Terni come «area di crisi industriale complessa» per le vicissitudini del polo chimico e attivare un fondo per finanziare le imprese con una parte delle risorse economiche che oggi le fondazioni bancarie investono in Bot e Cct. È la strada che indica la Cgil di Terni per aiutare il sistema produttivo della provincia, ormai in ginocchio, a cercare di uscire dal tunnel della crisi. Una soluzione che parte dall’analisi sui dati della Camera di commercio di Terni e sulle statistiche relative alla cassa integrazione. «Da gennaio a giugno - commenta Alessandro rampiconi della Cgil - hanno chiuso l’attività oltre 800 aziende con un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni di 44 unità, attestando il numero delle imprese a poco sopra le 19.000 unità record negativo del 2013. Particolarmente pesante la situazione in Comuni come Amelia (-12) e Orvieto (-9). I principali settori della nostra economia registrano una ulteriore battuta d’arresto: commercio (-102), agricoltura (60) costruzioni (-52), attività Manifatturiere (-38). Per quanto riguarda la cassa integrazione continua - confrontandola con lo stesso periodo gennaio-giugno del 2012 registriamo un aumento di quella ordinaria con 387.000 ore autorizzate (+1,3%), un’impennata della straordinaria con quasi 500.000 ore (+38%) e il crollo della deroga con 200.000 ore (-87,73). Tutto ciò a dimostrare che le aziende medie e piccole stanno chiudendo mentre le grandi stanno ristrutturando con perdita dell’occupazione. Non è un caso che la cassa integrazione straordinaria può essere richiesta anche per procedura concorsuale. Una delle più utilizzate a oggi in provincia è il concordato preventivo in continuità, attivata di recente da Novelli, dalla Sangemini e dall’Ondulato Umbro. Le nostre proposte - conclude sono una risposta per uscire dalla crisi e per non rassegnarsi semplicemente a dati impietosi. Siamo contenti di aver trovato su questo terreno una serie di adesioni di soggetti istituzionali e imprenditoriali, ci preoccupa altresì l’assordante silenzio di chi potrebbe portare un contributo prezioso. C’è bisogno, passata l’estate, a una fase attuativa». PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 1 25/07/2013 - PAG. 21 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| Outokumpu: ci sono interessi per l’Ast I finnici provano a tenere alta la tensione sulla vendita e restano vaghi sui tempi: «Cessione entro il 2013» TERNI - Outokumpu chiude in rosso anche il secondo trimestre 2013 e il “fumo” degli 80 milioni di euro “bruciati” in questo periodo continua ad avvolgere la trattativa di cessione delle acciaierie di Terni. Eppure i finlandesi ci provano - giustamente dal canto loro - a tenere alta la tensione sull’operazione facendo capire che ci sono ancora interessi sull’Ast al di là di quelli della cordata formata da Aperam, Arvedi e Marcegaglia la cui offerta, l’unica vincolante presentata, è stata giudicata troppo bassa. «Le discussioni continuano con un numero di parti interessate» ha fatto sapere la multinazionale finlandese presentando ieri i dati finanziari del secondo trimestre dell’anno. Nella relazione del Ceo di Outokumpu, Mika Seitovirta, ce ne sono tanti di numeri, molti per niente incoraggianti, ma non c’è traccia di quello che indichi quanti sono i soggetti con cui si sta discutendo la cessione di viale Brin. Ma per la verità i finlandesi hanno abituato a diversi bluff in questi mesi di estenuanti trattative. Il rigore e la precisione nordica cozza con la vaghezza, evidentemente voluta, che si palesa nuovamente anche sui tempi di definizione dell’operazione. «La cessione avverrà entro il 2013», hanno ribadito ieri e nessuno è sobbalzato sulla sedia. Della dead line fissata dalla Commissione europea Antitrust ancora nessuna traccia. «Le indicazioni fornite da Outokumpu sono abbastanza generiche e la tempi- Vago Il Ceo di Outokumpu, Mika Seitovirta - 80 milioni La perdita operativa fatta registrare da Outokumpu nel secondo trimestre del 2013 stica aleatoria», commenta il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo che a maggior ragione, insieme al resto delle istituzioni e del mondo sindacale, ora guarda all’incontro programmato per domani al Mise. La speranza è che i finlandesi si sbottonino di più, la certezza è che non potranno essere a quel tavolo gli eventuali acquirenti come la Fiom Cgil aveva richiesto per conoscerne il piano industriale. Tanto più dopo le dichiarazioni di ieri e visto che nelle ultime ore si è tornati a parlare di un ritorno di fiamma da parte del fondo americano One Equity di Jp Morgan. «Se un fondo di investimento entra in gioco per affiancare la cordata Aperam può aiutare a sbloccare la trattativa - dice il primo cittadino se invece entra in competizione non credo che possa prendersi dei rischi in queste condizioni di mercato». Già quelle condizioni che hanno fatto registrare ad Outokumpu 80 milioni di euro di perdita operativa nel secondo trimestre 2013, più dei 72 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. In questo periodo la domanda globale di acciaio è aumentata del 3,8% ma quella di inossidabile in Europa, Medio Oriente e Africa è diminuita del 1,9% così come i prezzi di inox su base europea sono scesi del 4%. Outokumpu segna il passo anche nelle consegne di acciaio inox diminuite del 7% rispetto al primo trimestre 2013 fermandosi a quota 656mila tonnellate. «Le perdite sono state trainate - spiegano da Outokumpu dal calo delle consegne, dal continuo abbassamento dei prezzi del nichel e dalla debole performance degli stabilimenti americani». Quegli stabilimenti che, in base ai paletti fissati dalla Commissione Antitrust nell’ambito del processo di vendita, continuano ad essere approvvigionati dall’impianto di Terni. Per PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) quanto riguarda viale Brin i finlandesi hanno sottolineato anche l’avvio di un piano di riduzione dei costi di gestione - che peraltro era giù previsto nel business plan di Ast - che dovrà portare a risparmi di almeno 70 milioni di euro. E risparmio è la parola d’ordine dello stesso Seitovirta per cercare di invertire la tendenza negativa nella seconda parte dell’anno. «Durante la seconda metà del 2013 - ha detto continueremo a concentrarci sul raggiungimento di un ulteriore risparmio in tutte le nostre operazioni per mitigare le deboli prospettive del mercato dell'acciaio inossidabile. I nostri programmi prevedono di portare a un risparmio annuo di circa 300 milioni di euro entro la fine del prossimo anno. Abbiamo anche un chiaro piano d'azione in atto per migliorare le nostre prestazioni nelle nostre operazioni in America». L’annunciato rifinanziamento di 900 milioni di euro dalle banche poi dovrebbe garantire maggiore flessibilità nella gestione della liquidità e potrebbe influire anche nella trattativa per la cessione di Ast con la ridefinizione del prezzo di vendita. PAG 1 25/07/2013 - PAG. 21 ||| ||| ||| ||| Comune, il Pit della stazione sotto la lente della commissione Al vaglio la cessione di un’area privata e di un terreno delle Fs per la realizzazione di un parcheggio da 300 posti TERNI - Il Pit (progetto territoriale integrato) della stazione di nuovo sotto la lente della commissione urbanistica del Comune. È approdata ieri all’attenzione dell’organismo presieduto da Giuseppe Boccolini la proposta dell’amministrazione comunale per gli ac- cordi con le Ferrovie italiane e un privato che garantiranno a palazzo Spada di entrare in possesso di due terreni sui quali insiste una parte del progetto che riguarda la riqualificazione complessiva dell’area della stazione. In particolare un terreno in via Tito Oro Nobili servirà per la realizzazione di un parcheggio da 300 posti auto a servizio della stazione mentre in zona Fiori consentirà la riqualificazione del quartiere con una piazza e un’area verde oltre che il miglioramento della viabilità su via Proietti Divi con il rifacimento della rotatoria attuale. A fronte di questo le Ferrovie e il soggetto privato otterranno lo spostamento delle cubature di costruzione che già hanno in aree attigue. Su questa operazione tuttavia la commissione, sia dalla maggioranza che dall’opposizione, ha espresso qualche perplessità anche alla luce dell’attenzione che la Corte dei conti ha messo su analoghe iniziative dell’amministrazione comunale. Dubbi che l‘as- sessore all’Urbanistica Marco Malatesta conta di rumuovere entro domani visto che l’approvazione degli atti in questione è stata al momento inserita all’ordine del giorno del consiglio comunale del pomeriggio. Non sarà facile. Nella stessa giornata la commissione tornerà a riunirsi per effettuare - in mattinata - una sopralluogo in via PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Minestrini dove è stata presentata una richiesta di variante urbanistica, senza aumento di cubature, ma con variazione di destinazione d’uso da servizi a residenziale. Il progetto prevede che la società immobiliare realizzi anche un’area a verde pubblico, un parcheggio e una viabilità di collegamento che bypassi strada di Rosaro. PAG 1 25/07/2013 - PAG. 54 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| Outokumpu: nuovi soggetti interessati ad Ast `La multinazionale si prende tempo fino a dicembre LA TRATTATIVA Non erano, come prevedibile, lasciate al caso, le dichiarazioni anonime battute dall’agenzia Reuters nei giorni scorsi che parlavano di un ritorno di interesse del fondo Jp Morgan, One Equity, per l’acquisto di Ast. Ieri il consiglio di amministrazione di Outokumpu ha presentato la sua relazione sull’andamento della multi- nazionale per quanto riguarda il secondo trimestre, che rimane ancora in perdita. Nell’analisi viene dedicato un capitolo a Terni, in cui si specifica che le trattative per la vendita non si sono ancora concluse. E, soprattutto, si dice che continuano con «un numero di soggetti interessati». Un plurale che sta ad indicare come l’offerta di Aperam potrebbe essere stata affiancata anche da altre offerte, forse proprio dal fondo americano che alla Reuters non dà nè conferme nè smentite sulla questione. Certo, potrebbe anche trattarsi di strategia per convincere Aperam - che secondo la Reuters con- tinua a essere interessata al sito ternano - a fare un’offerta più alta. Al momento, però, quello che si può dedurre incrociando le due notizie è che le danze sulla vendita di Ast sembra si siano riaperte. Con quali regole, non è stato chiarito: sarebbe interessante capire questa seconda parte della trattativa, ripartita con la concessione di una deroga da parte dell’Antitrust per la vendita di Ast, entro quali binari deve correre. Si riesumerà la necessità di un quarto competitore in Europa, che era stata affermata con tanta forza tra le motivazioni della messa in vendita dell’Ast, per poi sciogliersi come neve al sole all’arrivo del- PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO PAG 1 25/07/2013 - PAG. 54 l’offerta di Aperam? Di certo Outokumpu si prende altro tempo per la vendita di Ast, arrivando a dire che la conclusione della trattativa dovrebbe avvenire entro la fine del secondo semestre. Un tempo veramente lunghissimo per Ast, sia per la sua situazione finanziaria sia quella produttiva. Giovanni Arvedi, che fa parte della cordata Aperam, aveva parlato di una data possibile per la conclusione della trattativa intorno a metà settembre. Come purtroppo spesso è accaduto durante questa lunga trattativa, ci si è spinti nel fare molte promesse, ma i fatti, poi, sono stati, fino ad ora, ben altra cosa. E questo rimpallo di no- ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| Mika Seitovirta Ceo di Outokumpu tizie non giova certamente a capire quale se si sta lavorando con serietà per trovare una adeguata soluzione non solo per le casse di Outokumpu ma anche per il destino del sito integrato ternano. Outokumpu, nella nota, fa una serie di generiche promesse sulla correttezza della condotta che terrà durante questi mesi nella gestione dell’Ast. Per quanto riguarda invece la situazione finanziaria di Outokumpu, stando al resoconto, le banche hanno riaperto in parte i cordoni, dando una boccata d’ossigeno alla multinazionale finlandese. Vanna Ugolini PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 2 25/07/2013 - PAG. 54 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| L’area dove sarebbe dovuta sorgere la Decathlon Decathlon, il Comune rivuole la lottizzazione `Decaduti i permessi: non sono iniziati i lavori previsti IL CASO Decathlon a Terni per ora rimane un sogno. Il Comune ha dichiarato ufficialmente la decadenza dei permessi a costruire contenuti nelle autorizzazioni rilasciate all’Edilstart per il mancato inizio dei lavori entro il termine di un anno. Intimando alla società di ripristinare lo stato dei luoghi entro tre mesi. Poi, partirà la revoca del contratto per l’acquisizione dell’area Paip per inadempienze. Questo con una «determina» del dirigente di palazzo Spada Marco Fattore arrivata dopo l’esposto-diffida del consigliere comunale dell’Udc Enrico Melasecche, firmato il 9 luglio scorso che segnalava le gravi irregolarità ed il mancato inizio dei lavori. Un paio di sopralluoghi dei tecnici del Comune e della Provincia che hanno confermato quando detto dal politico. Così sono scattati i provvedimenti urgenti, chiudendo forse per sempre il sogno di decine di posti di lavoro grazie alla nascita dei tre lotti commerciali a Maratta. A meno di improbabili ricorsi. Tutto sembrava andare per il verso giusto fino al febbraio del 2012 con l'autorizzazione unica rilasciata dal Comune. A Maratta Bassa si poteva pensare a costrui- re i capannoni per i nuovi spazi commerciali che avrebbero ospitato Decathlon e Pittarello e spazi destinati a servizi ed esposizioni. Via libera da palazzo Spada per il primo lotto, legato alla parte commerciale, dopo anni di attesa tra polemiche, ricorsi e chi aveva gridato tra le file dell’opposizione all’illegalità dell’operazione, per la gestione della cessione dell'intera area Paip che ha una consistenza di quasi 30 mila metri quadrati. La destinazione d'uso è infatti per il 45 per cento commerciale e per 55 per cento di servizi. Sull’area, proprio Decathlon e la Pittarello si dovevano dividere le parti più consistenti del commerciale. La prima intendeva realizzare il suo nuovo store, la seconda era pronta ad avviare un punto vendita di abbigliamento, calzature e pelli. Nella parte del 55%, si prevede già un centro servizi, con circa mille metri quadrati da destinare alle aziende artigiane per uffici, start-up e formazione. Una volta assegnati i lavori, la ditta che li doveva realizzare aveva un limite massimo di un anno per cominciare e quattro anni per finire tutto. Ma questo non è NUOVO STOP DI UNA VICENDA CHE HA CREATO MILLE POLEMICHE MA C’È LA POSSIBILITA’ DI FARE RICORSI accaduto soprattutto per le vicende legate alla proprietaria dell'immobile e dei terreni: la Scs gestioni immobiliari, a sua volta della Credito e servizi di Spoleto controllante della Bps. Con l’arrivo di un commissario che ha preso il posto dell’ex presidente Antonini che ha gestito direttamente l’affare. Eppure ad ottobre dello scorso anno si era chiuso un lungo contenzioso con la fuoriuscita della società ternana che doveva dare vita alle costruzioni da tutte le attività riconducibili all’affare. Contenzioso che bloccava ogni tipo di lavoro sia a Villa Palma, ormai ridotta a poca cosa, che a Maratta. Con la Spoleto credito e servizi gestioni immobiliari che aveva rimesso proprio il complesso di Villa Palma sul mercato insieme ai tre lotti commerciali di Maratta: «Abbiamo deciso - disse all’epoca il presidente della Progresso holding (una controllata come l'Edilstar) e consigliere della Crediti e servizi Leondino Galli - di creare un unico pacchetto per poter rendere il progetto più fluido e più appetibile per un unico soggetto, siamo a buon punto con le trattative con un gruppo immobiliare, tanto Giovannino Antonini (presidente all’epoca della Spoleto Credito e servizi) aveva già relazionato il sindaco Di Girolamo sulle novità». Ma poi la trattativa non si è chiusa, facendo probabilmente svanire definitivamente l’affare. q Corso Viola di Campalto PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) © RIPRODUZIONE RISERVATA PAG 1 25/07/2013 - PAG. 18 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| Scomparse 800 aziende in 6 mesi. Dalla Cgil l'appello alle banche — TERNI — IL PRIMO semestre 2013 conferma un arretramento dei principali indicatori economici della provincia. «Da gennaio a giugno — afferma Alessandro Rampiconi, della segreteria Cgil — hanno chiuso l’attività oltre 800 aziende con un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni di 44, attestando il numero delle imprese a poco sopra le 19.000 unità, record negativo registrato in questo 2013. Particolarmente pesante la situazione in alcuni Comuni come Amelia (-12) e Orvieto (-9). I principali settori della nostra economia registrano una ulteriore battuta d’arresto: commercio (-102), agricoltura (-60), costruzioni (-52), attività manifatturiere (-38)». «PER QUANTO riguarda la cassa integrazione — continua —, confrontandola con lo stesso periodo dell’anno scorso registriamo un aumento dell’ordinaria con 387.000 ore autorizzate (+1,3%) un’impennata della straordinaria con quasi 500.000 ore (+38%) ed il crollo della deroga con 200.000 ore (-87,73). Tutto ciò a dimostrare che le aziende medie e piccole stanno chiudendo mentre le grandi stanno ristrutturando con perdita dell’occupazione». «Da tempo — ricorda Rampiconi — avanziamo due proposte: l’attivazione degli strumenti straordinari peraltro previsti dalla legge e quindi che Terni, per la situazione che vive la chimica, venga riconosciuta area di crisi industriale complessa; l’attivazione di un fondo alimentato da una percentuale minima delle risorse che le Fondazioni bancarie oggi dedicano all’investimento in Bot e Cct per finanziare le imprese che investono in innovazione, ricerca e sviluppo. Queste modalità sono una risposta per uscire dalla crisi e per non rassegnarsi semplicemente a dati impietosi. Siamo contenti di aver trovato su questo terreno una serie di adesioni di soggetti istituzionali e imprenditoriali, ci preoccupa altresì l’assordante silenzio di chi potrebbe portare un contributo prezioso. C’è bisogno — conclude — di un salto di qualità e che si passi dall’adesione formale alle nostre proposte ad una fase attuativa per salvare imprese e lavoratori». PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO PAG 1 Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) 25/07/2013 - PAG. 18 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| 25/07/2013 - PAG. 18 ||| ||| ||| Ampliato il perimetro del Puc2, arrivano soldi a negozi e attività Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) TERNI — CON 22 VOTI a favore e un’astensione, il Consiglio comunale ha approvato l’ampliamento del perimetro del Puc2, con la riapertura dei bandi per l’attribuzione, nelle aree limitrofe al centro, di contributi alle attività commerciali e artigianali e per attività di servizio per cittadini e imprese. Si tratta come ha spiegato l’assessore al commercio Daniela Tedeschi, della possibilità colta dall’amministrazione (anche a seguito di una delibera della Giunta regionale) di riaprire i termini per l’assegnazione di aiuti e contributi comunitari. «CI SARANNO dunque nuovi bandi per le imprese commerciali e artigianali e per attività di servizio, particolarmente importanti e significativi in un momento di crisi come quello attuale — commenta l’assessore Tedeschi —. E’ questo, in effetti, il modo più concreto ed efficace attraverso il quale l’amministrazione comunale può essere vicina alle imprese in una fase come l’attuale». I finanziamenti e gli aiuti per i quali sono stati prorogati i termini ammontano a circa 460.000 euro, così distribuiti: 182.000 euro per le imprese commerciali e artigianali, 277.000 per servizi ai cittadini e alle imprese. Oltre alla riapertura dei bandi, che era stata peraltro fortemente auspicata dalle associazioni di categoria, è stato inoltre ampliato il perimetro dell’area di riferimento alle aree limitrofe a quelle del Puc 2. PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO PAG 1 25/07/2013 - PAG. 6 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| Credito, semplificazioni e fisco: sì alla fiducia sul decreto del fare Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) La Camera conferma la fiducia al governo Letta sul decreto del fare ma l'ostruzionismo di M5S, Sel e Lega, che hanno presentato 251 ordini del giorno per protestare contro la blindatura del Dl, allunga a dismisura i tempi dei lavori in Aula per il voto finale sul provvedimento. La fiducia ha avuto 427 sì e 167 no, «un segnale molto importante», commenta il premier Enrico Letta. Il decreto, che approderà al Senato, ha subito notevoli modifiche durante l'iter nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, tanto da crescere di circa 30 articoli rispetto agli 86 iniziali: un "omnibus" con misure su imprese, infrastrutture, semplificazioni, giustizia civile, fisco. Non sono mancate le novità dell'ultimissima ora con tanto di polemiche, come la norma che esonera dal tetto agli stipendi dei manager le spa pubbliche non quotate che svolgono servizi di interesse generale, affidando al ministero dell'Economia il compito di fissare i parametri. «La norma sarà cambiata al Senato» assicura il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. Sanato il clamoroso errore sulla liberalizzazione del wi-fi, in commissione sono state modificate le coperture all'intero provvedimento, eliminando i tagli alle tv locali ma introducendo una riduzione di 20 milioni dei fondi per il piano banda larga. «Ci impegniamo a reintegrare il fondo con la legge di stabilità», getta acqua sul fuoco il viceministro alle Comunicazioni Antonio Catricalà. Tra le ipotesi di modifica tramutate in un ordine del giorno (bipartisan) va certamente segnalata la Tobin Tax, la tassazione sulle transazioni finanziarie: l'obiettivo è allargare la platea delle operazioni, riducendo l'aliquota, destinando l'eventuale maggior gettito alla riduzione della pressione fiscale sul lavoro. Tra le misure del decreto che va ora all'esame del Senato riveste un C.Fo. ruolo centrale il pacchetto infrastrutture. Oltre al piano sblocca-cantieri, torna l'anticipazione (facoltativa) negli appalti pubblici di lavori, per il 10% dell'importo del contratto. I comuni potranno facilitare interventi di demolizione e ricostruzione con il mutamento della sagoma anche nei centri storici. Per quanto riguarda il credito, invece, da rilevare l'estensione dell'operatività del Fondo di garanzia Pmi anche ai professionisti, ma comunque nei limiti di assorbimento del 5% delle risorse. In materia fiscale, novità sulla fatturazione elettronica: le imprese che dal 2015 la sceglieranno verranno "premiate" con 10 adempimenti in meno. Diversi i punti del decreto sui quali, anche al Senato, si attendono numerosi emendamenti. Continua ad esempio il pressing delle società energetiche di taglia inferiore per correggere l'estensione della "Robin Tax". Il percorso del Dl si prospetta dunque ancora accidentato. Tra l'altro non sono mancate polemiche sulla gestione dei lavori alla Camera. Il deputato di Scelta civica Andrea Vecchio ha parlato di «testi delle leggi pure manipolati dai funzionari della Camera», dichiarazione che ha indotto la presidente della Camera Laura Boldrini a una presa di posizione in favore dello staff di Montecitorio. È in questo clima surriscaldato che ieri in Aula si è andati avanti in nottata nell'esame degli ordini del giorno e si dovrebbe proseguire almeno ancora oggi. Il Pd ha allertato i deputati e secondo le ipotesi più estreme l'effetto dell'ostruzionismo potrebbe essere lo slittamento della data di chiusura delle Camere, attualmente prevista per l'8 agosto. Tra gli obiettivi di M5S, ottenere il rinvio a settembre dell'esame da parte dell'Assemblea del Ddl per le riforme costituzionali con la creazione del Comitato dei 42. PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO PAG 1 25/07/2013 - PAG. 8 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| L'imposta è sospesa ma solo a «termine» Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) A lmeno in teoria, la prima rata dell'Imu sospesa a giugno per abitazioni principali, terreni e fabbricati rurali è ancora in calendario: se la «riforma complessiva» del Fisco immobiliare promessa dal Dl 54/2013, quello che appunto ha bloccato la prima rata, non sarà «attuata» (così dice il testo) entro il 31 agosto, ciò che non si è pagato a giugno sarà chiesto entro il 16 settembre. L'ipotesi è solo teorica, perché sulla riforma delle tasse del mattone il Governo si gioca una fetta importante della propria sopravvivenza, ma fra bufere politiche e distanze ancora imponenti fra le proposte dei partiti (si vedano le schede qui sotto) è bene per ora tenerla in considerazione. La regola generale Il decreto di giugno ha bloccato i versamenti per l'abitazione principale, che continua a seguire la definizione fornita dalla normativa originaria dell'Imu (articolo 13, comma 2 del Dl 201/2011). In base a questa regola, l'abitazione principale è quella in cui «il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente». I requisiti, insomma, sono due, e devono coesistere: oltre alla residenza, proprietario e famiglia devono dimorare abitualmente nell'immobile considerato abitazione principale, altrimenti scattano le regole e le aliquote destinate agli altri immobili. Le eccezioni Sono due i casi che sfuggono a questo parametro generale. Il primo si incontra quando i coniugi risiedono in due case di proprietà, in Comuni diversi, per ragioni di lavoro. In questo caso, entrambi gli immobili possono essere considerati «abitazioni principali», con un meccanismo che tuttavia ha rimesso in gioco le manovre elusive di chi mette l'etichetta di seconda abitazione principale alla casa al mare o in montagna. I controlli toccano ai Comuni, e gli strumenti per scoprire se in effetti l'immobile ospita residenti «abituali» o semplici vacanzieri non mancano (basta dare uno sguardo alle utenze o al consumo di rifiuti), ma molte amministrazioni non sono puntuali nelle verifiche. L'altro caso in cui l'abitazione principale esiste anche senza la coincidenza fra proprietà, residenza e dimora abituale è rappresentato dall'immobile assegnato al coniuge dopo separazione o divorzio: l'assegnatario è considerato titolare esclusivo del diritto di abitazione, per cui l'Imu deve essere pagata da lui con le modalità dell'abitazione principale. I comodati Nel novero delle eccezioni non rientrano gli alloggi concessi in comodato gratuito a figli o altri parenti, che dunque devono seguire le regole dedicate alle seconde case (così come per le case concesse in locazione, a prescindere dal fatto che il locatario ne faccia la propria abitazione principale). Un vincolo, questo, che nasce per combattere il fenomeno dei finti comodati sorti solo per dribblare l'imposta, ma che finisce per penalizzare anche i comodati reali. Le pertinenze Nel capitolo delle abitazioni principali rientrano anche le pertinenze, che possono essere accatastate come C/2 (magazzini e cantine), C/6 (rimesse e box) o C/7 (tettoie). Ogni abitazione principale, però, può legarsi a una sola pertinenza per ciascuna categoria catastale, per cui il proprietario di due box o due cantine deve scegliere quale unità collegare all'abitazione e quale lasciare "libera": su quest'ultima, era dovuta la prima rata di giugno, calcolata con l'aliquota ordinaria. Gli altri «sospesi» Insieme alle abitazioni principali "classiche", il Dl 54/2013 ha sospeso la prima rata dell'Imu dovuta da altre categorie di immobili: quelli delle cooperative edilizie a proprietà indivisa, che sono stati quindi di fatto assimilati all'abitazione principale anche se la titolarità non coincide con residenza e dimora principale, e quelli degli Istituti autonomi case popolari (in questo caso i beneficiari diretti della norma sono i Comuni). Nella sospensione, infine, sono rientrati anche i terreni agricoli, vale a dire quelli destinati all'esercizio delle attività agricole elencate dall'articolo 2135 del Codice civile, anche se non sono posseduti e condotti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali. Sospesi anche i pagamenti per i fabbricati rurali strumentali all'attività agricola. Anche a tutte queste categorie la «riforma complessiva» dovrà dire una parola definitiva. Le case di «lusso» La sospensione della rata ha escluso solo le case che il Catasto considera «di lusso», cioè i meno di 75mila immobili accatastati in A/1 («abitazioni signorili»), A/8 («ville») e A/9 («castelli»). Su questo tema si registra al momento l'unica certezza della riforma, che secondo tutti i partiti dovrebbe continuare a far pagare questi immobili. Gianni Trovati PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO PAG 1 25/07/2013 - PAG. 9 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| I pagamenti continuano e il gettito va ai Comuni Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Con l'introduzione dell'Imu si è ristretta la nozione di abitazione principale e si è conseguentemente ampliata la platea delle seconde case, che non possono avvalersi della disciplina agevolata e non sono rientrate nella sospensione della prima rata 2013. L'individuazione delle seconde case avviene quindi per esclusione, eliminando tutto ciò che non rientra nel perimetro delle abitazioni principali. In primo luogo la «dimora abituale» e la «residenza anagrafica» devono ora coincidere per avvalersi delle agevolazioni prima casa. Mentre con l'Ici la residenza si poteva dimostrare fornendo diverse prove (come l'allaccio alle utenze), con l'Imu è necessaria l'iscrizione nei registri anagrafici, requisito facilmente controllabile che non ammette prova contraria. Conseguentemente il proprietario dell'abitazione che ha la sola dimora abituale, ma non anche la residenza anagrafica, dovrà pagare l'Imu come seconda casa. Ciò dovrebbe valere anche nel caso in cui manca, sotto lo stesso tetto, la coabitazione del soggetto passivo e del suo nucleo familiare. In realtà questa parte della norma non è del tutto chiara - anche perché non contiene alcuna definizione di nucleo familiare - e presta il fianco a diverse interpretazioni: da una parte quella più rigorosa, di matrice giurisprudenziale (Cassazione 14389/2000), che attribuisce rilevanza decisiva alla convivenza familiare; dall'altra quella meno formalistica, che configura l'abitazione principale anche se il nucleo familiare risiede in immobili ubicati in comuni diversi, circostanza giustificabile per esempio da esigenze lavorative (Mef, circolare 3/DF/2012). Unità contigue Inoltre con il riferimento all'unica unità immobiliare non è più applicabile il consolidato orientamento della Cassazione (decisioni 25902/08, 3397/10, 20567/11) favorevole al regime agevolato dell'abitazione principale anche in caso di unità immobiliari contigue, censite in catasto separatamente. In queste situazioni si dovrà ora pagare come seconda casa, a meno che il contribuente non abbia proceduto a fondere catastalmente le due unità immobiliari contigue. Operazione che in realtà non sempre è possibile, ad esempio a causa delle diversa titolarità: nel regime agevolato potrebbero al limite rientrare gli accatastamenti unitari ai fini fiscali, muniti dell'apposita annotazione catastale. Gli altri casi La disciplina dell'Imu per gli immobili diversi dall'abitazione principale si applica anche agli immobili dei ricoverati in strutture di lungodegenza o degli italiani residenti all'estero. Fattispecie che i comuni possono però assimilare alla prima casa, rendendo così applicabile il regime agevolato. Opzione che risulta piuttosto gettonata dai sindaci, ma solo limitatamente alle case degli anziani, dal momento che i residenti all'estero in genere non votano alle amministrative. I conti In termini di importo da pagare, la differenza tra prime e seconde case è notevole: l'abitazione principale ha un'aliquota ridotta pari al 4 per mille (ritoccabile dai comuni dal 2 al 6 per mille) e un sistema di detrazioni correlato anche ai figli, la "seconda casa" ha invece un'aliquota base del 7,6 per mille, ritoccabile dai comuni dal 4,6 al 10,6 per mille, riducibile fino al 4 per mille solo per gli immobili locati. Si tratta in quest'ultimo caso di immobili che, insieme alle imprese, subiscono la penalizzazione derivante dall'aggravio dell'aliquota Imu e dalla duplicazione con le imposte sui redditi. Infatti con il passaggio all'Imu si verifica l'assorbimento dell'Irpef sui redditi fondiari, ma solo per gli immobili non locati, mentre non copre l'Irpef per gli immobili locati e quelli dei soggetti Ires. Il Dlgs 23/11 prevedeva per i locati una riduzione automatica dell'aliquota al 4 per mille, che con il Dl 201/11 si è invece trasformata in riduzione facoltativa, a discrezione degli enti. Non è peraltro consentito scendere al di sotto del 4 mille, non essendo stata confermata per l'Imu la disposizione contenuta nella legge 431/98 che consentiva di stabilire un'aliquota inferiore a quella minima per i locatori di abitazioni principali affittate con canone concordato. Si tratta delle case che soprattutto nelle grandi città sono state concesse in locazione a famiglie di basso reddito, con canoni inferiori a quelli di mercato, calmierati con regole locali. L'Imu e i rincari sulla base imponibile ha di fatto cancellato ogni convenienza fiscale per i canoni concordati. Tra le novità di quest'anno si segnala l'imposta va versata interamente ai Comuni, essendo stata eliminata la quota riservata allo Stato (legge 212/12), rimasta in vigore solo per i fabbricati produttivi di categoria D. Quindi l'Imu dovuta per le seconde case e le case in affitto va corrisposta esclusivamente al Comune utilizzando il codice tributo 3918 («Altri fabbricati»). Giuseppe Debenedetto PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO PAG 1 25/07/2013 - PAG. 1 ||| ||| ||| Primo sì al decreto del fare, meno vincoli per l'edilizia Con 427 sì e 167 no la Camera conferma la fiducia al governo sul decreto del fare. Ma l'ostruzionismo di M5S, Sel e Lega sui 251 ordini del giorno presentati rischia di allungare a dismisura i tempi dei lavori in Aula per il voto finale sul provvedimento. Nel testo che è cresciuto di circa 30 articoli rispetto agli 86 iniziali spiccano meno vincoli per l'edilizia e il ripristino dell'anticipazione, seppure facoltativa, negli appalti. Soddisfatto per il voto di Montecitorio il premier Enrico Letta: «Un segnale molto importante». Positivo anche il giudizio di Confindustria: bene le misure del Dl ma va corretta «la responsabilità solidale». Se ne riparlerà al Senato dove verrà modificata anche la norma sul tetto alle retribuzioni dei manager della Spa pubbliche non quotate. PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 1 25/07/2013 - PAG. 5 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| «Tasse alte perché non tutti le pagano» Il premier: gli italiani che hanno portato i soldi all’estero ora verseranno il dovuto ROMA — «Nel nostro Paese le tasse sono troppo alte perché non tutti le pagano». In visita insieme al ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, all’Agenzia delle Entrate, il presidente del Consiglio Enrico Letta rilancia la battaglia contro l’evasione fiscale. Promettendo «l’impegno a usare tutti i soldi che verranno dalla lotta all’evasione per abbassare la pressione fiscale», Letta ha assicurato che il governo non farà sconti, e che andrà avanti «con forza e determinazione» alle fortune e ai patrimoni nascosti al Fisco italiano, ovunque siano, «nei paradisi fiscali o in Svizzera». Che per inciso, secondo Saccomanni, «è pronta a cooperare nella lotta all’evasione». «Gli italiani che hanno portato i soldi fuori dall’Italia — ha detto Letta parlando ai dipendenti dell’Agenzia delle Entrate — devono sapere che non è più come cinque o dieci anni fa. Devono capire che conviene anche a loro riportare i soldi in Italia e pagare il dovuto». Con il consenso che si è creato in ambito internazionale tra i Paesi industrializzati sulla cooperazione per la lotta all’economia sommersa, ha avvisato Letta, «oggi non ci sono più le coperture di qualche anno fa, quelle che hanno consentito di portare fuori confine tanta ricchezza prodotta in Italia». «Il clima è cambiato» ha aggiunto il presidente del Consiglio, lamentando che in Italia «fino a poco tempo fa non si è parlato un linguaggio efficace ed univoco sull’evasione fiscale. Solo da poco si parla di urgenza e dell’impossibilità di perdere altro tempo per affrontare il problema», che secondo Letta non è davvero più rinviabile. «L’evasione fiscale è anche PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO PAG 1 25/07/2013 - PAG. 5 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| un problema di concorrenza e di competitività del Paese. Se l’Italia è poco competitiva — ha detto Letta — è perché c’è una fetta importante di economia in nero, che distorce la concorrenza e crea inefficienza. Perché chi non paga le tasse, oltre ad avere un vantaggio competitivo su chi le paga, può anche permettersi un’organizzazione economica e del lavoro inefficiente», perché i margini di profitto li ha comunque, «e questo crea un si- stema inefficiente». «È facile vincere usando il doping, come ha fatto chi ha vinto, truccando, il Giro d’Italia ed il Tour de France» ha detto Letta, che ieri mattina ha anche incontrato i segretari dei tre sindacati confederati proprio per discutere dei progetti del governo in materia fiscale. Ai dipendenti dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia, l’avanguardia della lotta contro l’evasione sempre più spesso esposta all’ira (se non Niente coperture «Non ci sono più le coperture di qualche anno fa» L’Agenzia Il riconoscimento ai dipendenti dell’Agenzia delle Entrate Guarda il video con una chiamata gratuita al +39 029 296 61 54 Entrate Enrico Letta ha incontrato ieri i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate di Roma. La stretta di mano con il direttore Attilio Befera PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) peggio) dei contribuenti, Letta ed il ministro Saccomanni hanno espresso «riconoscenza vera e sincera». «Il vostro lavoro — ha detto in particolare il presidente del Consiglio — ci dà la possibilità di applicare la Costituzione, che dice parole molto forti sull’equità e la solidarietà: quella Costituzione vive se siete messi in condizione di lavorare bene e se i risultati del vostro lavoro sono tangibili e visibili ai cittadini. Tutti devono applicare la Costituzione e questo deve spingerci verso comportamenti coerenti». Ed il primo a dover adempiere ai propri compiti, «il primo a rispettare le regole, deve essere lo Stato» ha detto Letta. Ed i cittadini, «gli interlocutori con i quali avete a che fare tutti i giorni, una parte di ragione ce l’hanno, se l’impegno che gli viene loro chiesto non è simmetrico con quello dello Stato, che quando sbaglia deve pagare». E deve essere attentissimo a come si utilizzano le risorse pubbliche. «Il nostro principale nemico, chi ostacola il nostro lavoro, perché lo priva di senso, non sono gli evasori — aveva detto il direttore dell’Agenzia, Attilio Befera — ma chi dilapida le risorse così faticosamente recuperate». Mario Sensini © RIPRODUZIONE RISERVATA PAG 2 25/07/2013 - PAG. 8 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| La legge Il progetto domani in Consiglio del ministri. Le Province restano ma vengono svuotate di poteri e degli organi politici Il nodo dell’Expo frena le città metropolitane Pisapia andrebbe sulla poltrona di Podestà dal primo gennaio, il Pdl resiste ROMA — C’è ancora un nodo da sciogliere sul disegno di legge che svuota le Province, in arrivo sul tavolo del Consiglio dei ministri di domani. Ed è un nodo stretto attorno all’Expo di Milano del 2015, a dimostrazione di quanto l’appuntamento sia considerato importante anche dai partiti. Ieri l’ultima bozza del provvedimento, 23 articoli, è stata al centro di una lunga discussione nel pre consiglio, la riunione tecnica che prepara le sedute di Palazzo Chigi. Il problema sono le città metropolitane, le dieci grandi aree urbane che — da Milano a Roma, passando per Bologna e Firenze — fondono di fatto gli attuali Comuni con le attuali Province. Dice il disegno di legge che le città metropolitane diventeranno operative dal primo gennaio del 2014. Questo vuol dire che tra cinque mesi il sindaco del capoluogo si trasforma in sindaco metropolitano, prendendo di fatto anche i poteri del corrisponden- te presidente della Provincia. A Milano il sindaco Giuliano Pisapia, del centrosinistra, prenderebbe di fatto il posto di Guido Podestà, che invece è del Pdl. Considerando che la Regione Lombardia è guidata dalla Lega con Roberto Maroni, il Pdl rischierebbe di essere tagliato fuori o comunque di avere meno spazio in tutte quelle attività che le amministrazioni locali stanno mettendo in campo in vista dell’Expo. E la cosa non piace al Pdl che chiede di cambiare questo passaggio. Una soluzione, però, non è stata ancora trovata. Per il resto il disegno di legge conferma nella sostanza le anticipazioni delle ultime settimane con un percorso che si annuncia lungo e graduale. In attesa che il Parlamento approvi il disegno di legge costituzionale che cancella la parola Province dalla Carta fondamentale, le cosiddette amministrazioni di mezzo restano ma vengono svuotate di poteri e soprattutto dei loro organi politici. Le Province diventeranno delle assemblee dei sindaci del territorio e, come stabilito all’articolo 12 della bozza, saranno proprio i sindaci a eleggere fra loro il nuovo presidente e i consiglieri: 10 per le Province fino a 300 mila abitanti, 12 per quelle fino a 700 mila abitanti, 16 per quelle più grandi. Tutti gli incarichi saranno gratuiti. Un’elezione di secondo livello, cioè senza chiamare alle urne i cittadini, come quel- Cosa cambia A decidere saranno le assemblee 10 23 Le città metropolitane Sono Roma, Milano, Torino, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. Il disegno di legge prevede che diventino operative dal primo gennaio del 2014 gli articoli della bozza del disegno di legge che svuota le Province, in discussione nella riunione del Consiglio dei ministri di domani. Il provvedimento avrà conseguenze anche sull’Expo di Milano del 2015 la voluta dal governo Monti e poi bocciata dalla Corte costituzionale, perché varata per decreto legge e senza aver prima modificato proprio la Costituzione. Non vengono più definiti collegi delle autono- PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) mie come nella prima bozza circolata una ventina di giorni fa ma l’impostazione è esattamente la stessa che, riportata da alcuni giornali e poi ripresa da alcuni siti Internet non sempre in modo corretto, aveva spinto il presidente Enrico Letta a parlare di notizie false. Le funzioni vengono ridotte a tre, fissate all’articolo 13: ambiente, trasporto locale e programmazione della rete scolastica. Confermate anche le norme che spingono i piccoli Comuni a fondersi fra loro o almeno a creare delle unioni, sempre con organi a costo zero, in modo da risparmiare sulle spese per i servizi. Nel testo, invece, non si parla della cancellazione o dell’accorpamento delle società delle amministrazioni locali. «Ci sono quasi 5 mila enti intermedi di Regioni, Comuni e Province — dice il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio — che devono essere razionalizzati. Questo lavoro era già previsto, lo riprenderemo». Se ne riparlerà a fine agosto, mettendo allo stesso tavolo tutti gli enti locali interessati. Lorenzo Salvia [email protected] PAG 1 25/07/2013 - PAG. 9 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| L’analisi Cinque anni di crisi hanno ridefinito le gerarchie tra Paesi. E il ritmo della crescita globale sarà più basso di quello registrato fino al 2007 Prove di addio alla lunga Recessione, con la spinta dell’Est La Cina seconda economia mondiale, Singapore eguaglia la Svizzera per patrimoni gestiti Dichiarare la fine ufficiale della Grande Crisi è un passo che probabilmente i responsabili delle istituzioni internazionali non si affretteranno a compiere. I rischi, soprattutto nei Paesi europei ad alto debito, sono ancora significativi. I segni di un cambiamento di stagione, però, ci sono. Ieri, quelli evidenziati dall’Indice dei responsabili degli acquisti hanno detto che l’area euro sta uscendo da sette trimestri di contrazione economica. L’indice settimanale elaborato dalla società di analisi Now-Casting, d’altra parte, racconta che l’eurozona è tornata a crescere dalla prima settimana di giugno, tra lo zero e lo 0,2% (0,09% venerdì scorso). Soprattutto, l’indicazione più forte del nuovo clima è arrivata dagli Stati Uniti, quando il presidente della Fed, la banca centrale, Ben Bernanke, ha fatto sapere che la politica monetaria eccezionalmente espansiva degli ultimi tempi andrà a ridursi, probabilmente già negli ultimi mesi di quest’anno. Segno che l’economia americana è tornata a farcela senza stimoli «non convenzionali», smentendo le paure di chi — presidente Obama in testa — riteneva che i tagli automatici al bilancio federale scattati a inizio anno avrebbero approfondito la crisi. In realtà, le imprese — con più certezze sulle tasse e con nuove forme di approvvigionamento finanziario (bond societari e prestiti non bancari) — hanno ripreso a investire: c’è chi ritiene che il ritmo di crescita americano ritenuto new normal dopo la crisi, cioè parecchio ridimensionato rispetto ai primi Anni Duemila, possa non essere il 2% ma qualcosa di più. Nessuna crisi, però, una volta terminata fa tornare le cose come prima. A maggior ragione la più dura e lunga dagli Anni Trenta. Innanzitutto, il ritmo della crescita globale sarà più basso di quello a cui eravamo abituati fino al 2007. Il Fondo monetario internazionale prevede per il 2013 una crescita mondiale del 3,1% e per il 2014 del 3,8%: nei quattro anni precedenti la crisi era stata attorno al 5%. Il calo dipende dal fatto che, in Occidente, una serie di bolle si so- no sgonfiate e si stanno sgonfiando; che l’Europa è ancora in seria difficoltà, con debiti pubblici in crescita in molti Paesi; che gli Emergenti, in testa i Bric (Brasile, Russia, India, Cina), stanno rallentando e devono adeguare al nuovo mondo i vecchi paradigmi fondati sulle esportazioni. «Il modello economico sta cambiando», sostiene Marco Mazzucchelli, managing director della banca svizzera Julius Bär. A suo parere, questo nuovo ambiente economico potrebbe favorire le imprese europee, che a una crescita economica a basso ritmo sono più preparate delle concorrenti, soprattutto dei Paesi emergenti, e potranno anche beneficiare «di una riduzione dei costi delle materie prime e dell’energia e anche di qualche calo nominale dei salari». Sarà comunque una crescita meno impetuosa che in passato. Non solo. Cinque anni di crisi hanno anche ridefinito le gerarchie tra Paesi. Gli Emergenti non sono andati in recessione e quindi si sono rafforzati rispetto alle economie tradizionalmente considerate ricche. Nel 2011, la Cina ha superato per Prodotto lordo il Giappone ed è diventata la seconda economia del pianeta (entro fine decennio supererà probabilmente quella degli Stati Uniti). Ma anche dal punto di vista strutturale il mondo si è riorientato e la perdita di egemonia occidentale ha subito un’accelerazione. Ieri, il «Financial Times» riportava che Singapore è diventata un centro globale di gestione dei patrimoni quasi uguale per dimensioni alla Svizzera, in grado cioè di sfidare una preminenza consolidata da decenni. Qualcosa destinato a fare cambiare i punti di riferimento dati per scontati fino a pochi anni fa: la ricchezza si muove su una diversa mappa geografica. Uno studio che confronta lo stock di strade, aeroporti, centrali elettriche, palazzi d’abitazione, centri commerciali e altre strutture di 30 Paesi — il Global Built Asset Wealth Index — prevede che nel 2014 la Cina dovrebbe superare gli Stati Uniti come Paese con il maggiore patrimonio costruito: già alla fine del 2012, il valore americano era di 39.700 mi- «Quantitative easing» La politica monetaria espansiva degli Usa andrà a ridursi già negli ultimi mesi di quest’anno. Segno che l’economia sta tornando a crescere, senza stimoli Previsioni positive L’Fmi prevede per il 2013 una crescita mondiale del 3,1% e per il 2014 del 3,8%: nei quattro anni precedenti la crisi era stata attorno al 5% liardi di dollari contro i 35.400 di quello cinese. In attesa di superare gli Stati Uniti per Prodotto lordo, la Cina inizia dunque a costruire primati. Già nel 2012, altro esempio, i cinesi sono diventati i maggiori viaggiatori per turismo del mondo, con oltre 82 milioni di persone che sono andate all’estero (quest’anno si prevede che saranno 90 milioni): segno che hanno deciso di consumare più di prima. In generale, si può dire che lo spostamento dell’asse dell’economia mondiale da Ovest verso l’Asia sia stato accelerato dalla crisi. Ciò, in Occidente, può essere letto in termini negativi, ma anche in positivo. Prima di tutto, i Paesi emergenti fino a qualche anno fa erano soprattutto fabbriche (di merci in Cina, di servizi in India) o fornitori di materie prime (agricole il Brasile, PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO energetiche la Russia): ora sono sempre più grandi mercati ai quali le imprese europee e americane possono puntare. Secondo, gli sbilanci dell’economia che hanno portato alla crisi del 2008 — tra tutti il più importante, la bilancia commerciale cinese immensamente positiva rispetto agli Stati Uniti — tenderanno a ridursi con il cambiamento di modello dei Paesi emergenti, nei quali dovranno crescere i consumi più delle esportazioni. La Grande Crisi ha cioè riportato a un nuovo livello, in teoria più sostenibile, gli equilibri economici e finanziari globali. I rischi non mancano, come sottolinea spesso il Fondo monetario: una nuova crisi del debito in Europa, non del tutto da escludersi, avrebbe ripercussioni negative globali, ridurrebbe i commerci e bloccherebbe i canali finanziari, quasi certamente provocando altre recessioni. Il sentimento globale, però, si sta orientando nella direzione opposta. A questo punto, per Paesi e imprese si tratta di sapersi adeguare alla globalizzazione-post-recessione. O, se si vuole, alla fine — non ancora ufficiale — della Grande Crisi. E di arrivarci in forma. Purtroppo, il ventre molle dell’economia mondiale sta nell’Europa del Sud, Italia compresa: lì i debiti pubblici restano alti, le riforme arrancano, il cambiamento trova grandi opposizioni e la recessione continua. Gettare un occhio al resto del mondo tornato a crescere non sarebbe male. Danilo Taino @danilotaino PAG 1 25/07/2013 - PAG. 9 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| Previsioni di crescita del Pil (2013, % rispetto all’anno precedente) -3.0 -2.5 -2.0 -1.5 -1.0 -0.5 STIMA 0 +0.5 migliore +1.0 media +1.5 peggiore +2.0 +2.5 +3.0 Austria Giappone Stati Uniti Canada Svezia Svizzera Regno Unito Germania Belgio Francia Paesi Bassi Area Euro Italia Spagna Fonte: Economist L’andamento del Pil negli ultimi sei anni 20 CINA 5 ITALIA 8,4% 10 STATI UNITI 0 2014 -5 2009 2011 2013 -10 2007 GERMANIA 1,9% 5 2014 0 0 2014 -5 2009 2011 2013 -5 2007 2009 2011 Fonte: Dati e previsioni Ocse, organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) 10 2,8% 0 2014 -10 2007 5 0,4% 2013 -10 2007 2009 2011 2013 CORRIERE DELLA SERA PAG 2 25/07/2013 - PAG. 1-30 ||| ||| ||| ||| ||| Tagli alla spesa per finta Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Gli enti locali dovranno alleggerire i propri apparati burocratici sopprimendo o accorpando la pletora di agenzie e organismi in modo da risparmiare non meno del 20%. Ma si tratterà di un diktat senza sanzione perché, qualora gli enti restino sordi alla norma della spending review, non ci potrà essere nessuna soppressione per legge. E la ragione è evidente: la cancellazione tout court di questi organismi ad opera del legislatore statale metterebbe infatti a rischio lo svolgimento stesso delle funzioni degli enti locali e questo rischio sarebbe «ulteriormente aggravato dalla previsione della nullità di tutti gli atti adottati successivamente allo scadere del termine». È quanto ha deciso la Corte costituzionale.L’armonizzazione contabile dei bilanci delle regioni e degli enti locali può attendere. Avviata dal federalismo fiscale per far parlare la stessa lingua ai conti delle pubbliche amministrazioni locali e per introdurre gradatamente il principio della competenza finanziaria, la nuova contabilità entrerà a regime con un anno di ritardo: nel 2015. E la sperimentazione, che tutt’ora, dopo la rinuncia della Sicilia e di 19 comuni, vede coinvolte 4 regioni (Basilicata, Campania, Lazio e Lombardia), 12 province e 49 municipi, guadagna un anno in più. Durerà tre anni invece che due e terminerà alla fine del 2014. L’idea di chiedere una proroga sta circolando già da tempo tra gli enti sperimentatori che si sono visti l’ultima volta martedì scorso per mettere a punto una bozza di norma di rinvio che è stata esaminata ieri in Conferenza stato-regioni. Nella documentazione c’è anche il restyling dei principi contabili in modo da adeguarli ai risultati della sperimentazione. Con un occhio di riguardo al fondo pluriennale vincolato (che garantisce copertura finanziaria ai residui attivi e passivi) che dovrà tenere conto delle nuove regole della «competenza finanziaria potenziata». Vediamo di cosa si tratta. Attualmente le obbligazioni attive e passive sono imputate nell’esercizio fi nanziario in cui sono perfezionate. L’armonizzazione contabile (i cui pilastri sono rappresentati dal dlgs 91/2011 per le amministrazioni pubbliche e dal dlgs 118/2011 per regioni ed enti locali) prevede l’introduzione della competenza fi nanziaria, cosiddetta «potenziata », secondo la quale le obbligazioni attive e passive giuridicamente perfezionate, sono registrate nelle scritture contabili nel momento in cui l’obbligazione sorge ma con l’imputazione all’esercizio nel quale esse vengono a scadenza. Il principio della competenza fi nanziaria potenziata consente di conoscere i debiti effettivi delle amministrazioni pubbliche, evitando che i bilanci vengano «drogati» attraverso l’accertamento di entrate future e di impegni inesistenti. Nella norma di proroga predisposta dagli enti si prevede anche la possibilità di introdurre, nel corso del terzo anno di sperimentazione, un bilancio di previsione fi nanziario a orizzonte temporale triennale che, «nel rispetto del principio contabile dell’annualità», riunirà il bilancio annuale e quello pluriennale. Inoltre, si chiede di istituire un «fondo crediti di dubbia esigibilità» in sostituzione del «fondo svalutazione crediti» imposto dal governo Monti per scongiurare i tentativi di gonfi are l’attivo mettendo a bilancio residui di diffi cile o a volte impossibile riscossione. PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO PAG 1 25/07/2013 - PAG. 30 ||| ||| ||| ||| ||| Ossigeno per gli enti indebitati È in arrivo una boccata di ossigeno per gli enti locali in predissesto. Sulla G.U. n. 170 del 22 luglio scorso, infatti, è stato pubblicato il dpcm previsto dall’art. 5 del dl 174/2012, che ha previsto, per le amministrazioni che abbiano aderito alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, la possibilità di chiedere un’anticipazione a valere sul fondo di rotazione istituito dal precedente art. 4. Ciascun ente richiedente riceverà il 25% dell’importo massimo attribuibile, quale calcolato entro i limiti massimi stabiliti dallo stesso dl 174 (300 euro per abitante per i comuni e 20 euro per abitante per le province) e sulla base dei criteri definiti dal decreto del ministero dell’interno dell’11 gennaio 2013, ferma restando, ovviamente, la dotazione complessiva del fondo. In totale, verranno erogati 137 milioni di euro, sui 548 complessivamente attribuibili. Gli enti benefi ciari sono 32 (31 comuni, più la provincia di Chieti), tutti al centro-sud. L’importo più consistente (58,7 milioni) andrà al comune di Napoli, seguito da Catania (17,9 milioni) e Messina (14,8 milioni). A livello di regioni, a primeggiare è la Calabria, con 13 enti, seguita da Sicilia (8), Campania (5), Puglia e Abruzzo (2), Lazio (1). I soldi arriveranno in cassa entro 20 giorni e dovranno essere imputati contabilmente fra le accensioni di prestiti (codice Siope 5311 «Mutui e prestiti da enti del settore pubblico»). Trattandosi di un fi nanziamento erogato dallo stato, esso non impatta sul tetto al debito si cui all’art. 204 del Tuel. Simmetricamente, la restituzione dell’anticipazione dovrà essere iscritta tra i rimborsi di prestiti. Pertanto, le risorse anticipate non rilevano ai fi ni del Patto di stabilità interno né in entrata né in uscita. Gli enti benefi - ciari dovranno riassorbire l’anticipazione in sede di predisposizione ed attuazione del piano di riequilibrio fi nanziario. In caso di mancata approvazione del piano da parte della Corte dei Conti, essa sarà recuperata a valere sulle risorse a qualunque titolo dovute dal Ministero dell’interno e sugli incassi dell’Imu (per i comuni) e dell’imposta Rc auto (per le province). PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO PAG 1 Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) 25/07/2013 - PAG. 30 ||| ||| ||| ||| ||| 25/07/2013 - PAG. 21 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| Pasta, verdure e salumi quei 5000 prodotti tipici che danno sapore all’Italia L’ultimo censimento Coldiretti: oggi valgono 24 miliardi JENNER MELETTI MALALBERGO (BOLOGNA) — Bastava dire: un pezzo di pane, qualche fetta di salume, un tocco di formaggio… Da oggi in poi, quando si proporrà un menù a un amico o a un cliente, bisognerà però essere precisi. In Italia ci sono infatti 1.438 diversi tipi di pane (assieme a pasta e biscotti) mentre salami, prosciutti, carni fresche lavorate e insaccati sono 764. Non facile nemmeno la scelta dei formaggi, perché se ne contano 472. E tutti assieme pane, salumi e formaggi non sono che una parte delle 4.698 “bandiere del gusto” che coprono l’Italia da Bolzano a Lampedusa. Pere cocomerine, strozzapreti, focaccia con ciccioli, torta ricciolina, mele verdone prire il cappello del prete o la pera volpina non è un ritorno al passato. «Ci sono dei clienti — racconta Roberto Lodi, nell’azienda Corte Roeli di Malalbergo — che mi dicono: “al supermercato ho visto delle pere enormi, lucide e bellissime. Perché tu non le hai?”. Io spiego che se già a marzo mi metto a irrigare e pompare con azoto i miei peri, a settembre avrei anch’io quei frutti grandi e senza sapore. Io punto sulla qualità e per fortuna la scelta si sta rivelando quella giusta». Può sembrare un paradosso, ma il ritorno al cibo prodotto «secondo le regole tradizionali» è un salto nel futuro. «Nei campi — dice Lodi, che nella sua azienda ha un negozio di “Campagna amica” della Coldiretti per la vendita diretta — non ci sono mai stati confini. Coltivo ad esempio le pere Abate Fetel, dottor Guyot e Conference che sono arrivate dalla Francia secoli fa e che qui crescono meglio che in Francia. Non abbatto gli alberi più vecchi, perché danno frutti meno abbondanti ma più buoni. Soprattutto ci metto la faccia. Questo sono io — racconto nel sito dell’azienda — e queste sono le mie pere, le mie albicocche, i miei asparagi. Ecco come li faccio crescere. Se volete comprarli, ve li mando a casa». «Affitta un albero», questa la proposta. «Ci sono le immagini delle piante, si sceglie il filare. Con una spesa fra i 55 ed i 60 euro, si riceveranno tutti i frutti dell’albero adottato. Si firma via email un contratto in base all’articolo 1472 del codice Picco di vendite in estate: si spende il 33 per cento del budget dei turisti per le vacanze o pan dolce coi fichi, presi singolarmente non hanno certo grandi numeri. Ma tutte assieme le “bandiere del gusto” (che premiano prodotti «ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni») fanno incassare 24 miliardi di euro all’anno. Il picco è in estate, durante le vacanze, quando turisti stranieri e italiani spendono per il cibo il 33 per cento del loro budget. L’indagine, svolta dalla Coldiretti, racconta un’Italia e un’agricoltura che stanno cambiando. Risco- civile. Garantiti 15 chili ma quasi sempre sono molti di più. Quelli eccedenti possono essere trasformati in succhi di frutta. Chi compra vede la pianta dalla fioritura al raccolto, sa se e come sia stata concimata. Insomma, pere o albicocche diventano “sue”». Il coltivatore di Malalbergo e migliaia di altri sparsi nel Paese non si sentono filantropi. «Se porto frutta o verdura al mercato all’ingrosso — lo faccio sempre meno spesso confessa Lodi — prendo 100. Se le vendo nel mio negozio prendo 170. Con la vendita via Internet arrivo a 200. Ma chi compra al dettaglio la frutta che porto al mercato all’ingrosso la pagherebbe almeno 300». Non ci sono eccedenze, perché vengono preparate confetture e tutto ciò che serve all’agriturismo organizzato nell’azienda. «Il segreto è la filiera cortissima, senza intermediari. Oggi il consumatore vuole sapere cosa mangia. E allora nell’agriturismo non si organizzano solo pranzi e cene ma anche corsi di cucina, per fare vedere come il grano cresciuto nel mio campo diventi pasta per i cappelletti o come le zucche violino diventino cappellacci o budino». La regola dei 25 anni non esclude le novità. «Le cocomere amiaco sono arrivate dal Giappone più di 50 anni fa e sono diventate una “tradizione”, come le pere Williams arrivate dall’Inghilterra». Ci sono “bandiere del gusto” che possono andare lontano, altre no. «L’albicocca Reale d’Imola può viaggiare, è resistente. L’Errani invece no, è troppo morbida, dalla pianta può arrivare solo alla mia bottega. Ma in bocca si scioglie come miele». © RIPRODUZIONE RISERVATA PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO PAG 1 25/07/2013 - PAG. 21 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 2 25/07/2013 - PAG. 22 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| Letta: tasse giù con i soldi recuperati all’evasione Vertice con i sindacati sulla Legge di Stabilità. Bce e Bankitalia: si allenta il credit crunch ROBERTO PETRINI ROMA — «Meno tasse con la lotta all’evasione». Letta accende i motori della “Finanziaria” 2014 e, come primo atto, incontra per un pranzo di lavoro i tre leader di Cgil-Cisl-Uil. «Abbiamo cominciato a ragionare sulla Legge di Stabilità», ha spiegato il premier ai suoi collaboratori dopo l’incontro. Sul tavolo, oltre alle questioni dell’ingorgo fiscale Imu-Iva, anche il taglio delle tasse sul lavoro sul quale insistono i sindacati: «Ancora non si riesce a capire l’evoluzione della congiuntura. Decideremo a settembre sulla base delle evidenze aggiornate» ha sottolineato Letta ai suoi. Positive le reazioni delle organizzazioni dei lavoratori per l’esito del vertice: «C’è l’impegno del governo ad affrontare il tema fisco entro la stagione estiva», ha detto la leader della Cgil, Susanna Camusso. «Scongiurato l’aumento dell’Iva, dobbiamo arrivare ad una intesa su fisco e spese superflue», ha affermato Raffaele Bonanni, segretario della Cisl. «La vera riforma è ridurre le tasse sul lavoro», ha osservato Luigi Angeletti, a capo della Uil. E sempre il fisco è stato al centro dell’incontro che Letta, accompagnato dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha tenuto con i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate. «Nel nostro Paese le tasse sono alte perché non tutti le pagano: l’impegno è di usare tutti i soldi che vengono dalla lotta all’evasione per abbassare le tasse», ha rilevato il premier, annunciando anche una «lotta senza quartiere ai paradisi fiscali». L’evasione - ha aggiunto - è «come il doping per i ciclisti», perchè droga la competitività di una nazione. Il premier ha anche presentato il progetto “Destinazione Italia” per favorire gli investimenti esteri con la semplificazione degli adempimenti fiscali. «Ci ostacola chi dilapida il denaro pubblico», ha osservato da parte sua il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera. Il presidente del Consiglio ha poi annunciato un «rilancio della spending review», spiegando che «anche lo Stato deve rispettare le regole»: «Stop alla faciloneria nell’uso delle risorse pubbliche e all’azione delle lobby che presidiano le Commissioni parlamentari prese per stanchezza AL TIMONE Il presidente del Consiglio, Enrico Letta alle due del mattino». Insomma, i contribuenti facciano la loro parte, ma la faccia anche lo Stato. Tutto ciò mentre continuano a piovere dati in chiaroscuro sul Paese: il tema è il credit crunch. Secondo la Bankitalia nel terzo trimestre si andrebbe allentando la stretta al credito soprattutto per le famiglie, in seguito ad una condizione meno sfavorevole del mercato immobiliare. Anche per la Bce le condizioni di offerta del credito si starebbero ammorbidendo nel trimestre in corso. Infine, secondo l’Istat, a maggio le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,1% su aprile ma sono cadute dell'1,1% su base annua: si tratta dell'undicesima flessione consecutiva. PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 1 25/07/2013 - PAG. 22 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| Spesa sociale, grande inefficienza abbatte solo il 20% della povertà Ricerca Irs: in Europa si raggiungono risultati doppi ROBERTO MANIA ROMA — Le politiche contro la povertà hanno fallito. Per l’assistenza spendiamo ogni anno circa 67 miliardi di euro, pari a poco più del 4% del Pil, ma il tasso di povertà assoluta è cresciuto in un anno dal 5,2% (nel 2011) al 6,8 per cento (nel 2012), più di un punto percentuale, come certificano gli ultimi dati dell’Istat. Concentriamo tutto sui trasferimenti monetari ignorando la centralità dei servizi di cura. Già alla fine degli anni Novanta la “commissione Onofri” aveva denunciato i difetti nel nostro sistema assistenziale. Non è cambiato nulla, l’unico parziale intervento legislativo è stata la legge 328 del 2000, mentre per lavoro e previdenza si sono susseguite una serie di riforme. È la Depressione che ci obbliga di nuovo a fare i conti con la povertà. Parola, e condizione, che, dopo il miracolo economico, avevamo provato a rimuovere — con tanta ipocrisia — dal nostro modello di welfare. Tante pensioni, valanghe di cassa integrazione, indennità di mobilità sempre legate al posto di lavoro, e poca assistenza tanto più con misure frammentate e mai uguali per tutti perché diverse in base all’età, alle categorie sociali e anche al territorio. Con il paradosso che spesso il sostegno al reddito arriva a chi sta un po’ meglio e non a chi è indigente e sta in fondo alla scala sociale. «Perché la povertà — spiega Emanuele Ranci Ortigosa che ha coordinato una ricerca dell’Irs, l’Istituto per la ricerca sociale, per riformare il welfare assistenziale — non ha rappresentanza». Risultato: la nostra spesa sociale abbatte la povertà solo del 19,7%, contro una media europea del 35,2%, ma con picchi del 50% e oltre tra i Paesi più virtuosi, come Finlandia, Lussemburgo, Ungheria, Danimarca e Irlanda. Peggio di noi riescono a fare solo la Grecia e la Bulgaria. Vuol dire che si spendono soldi sbagliando obiettivo. E che bisogna cambiare in fretta perché, in un’economia che non cresce, dove L’Irs, con uno studio che rimette insieme tutte le diverse voci che compongono l’assistenza, propone di voltare pagina senza aumentare le risorse, date le politiche di austerity, ma distribuendole in maniera efficace. Con un principio di base: gli istituti devono essere uguali per tutti e devono sostenere davvero i più fragili utilizzando il parametro chiave dell’Isee. La spesa andrebbe indirizzata lungo tre direzioni: il sostegno ai nuclei familiari, il contrasto alla povertà, l’aiuto agli anziani, parzialmente o totalmente non autosufficienti. Al posto delle detrazioni Irpef e gli assegni familiari («misure categoriali e poco efficaci — secondo l’Irs — nel ridurre le disparità economiche fra le famiglie»), potrebbero arrivare — utilizzando i 17,8 miliardi a disposizione — due tipi di interventi tra loro alternativi: o una destinata alle famiglie con minori a carico (in tutto circa 6,5 milioni di nuclei), oppure un assegno anche per le famiglie con figli non minori a carico (platea di 10,2 milioni) mantenendo in questo caso le detrazioni per il co- “Necessario introdurre il reddito minimo garantito per cui servirebbero 7,3 miliardi ricavabili dall’azzeramento di social card e pensioni sociali” I NUMERI Il rapporto Irs fotografa limiti e incongruenze del welfare italiano niuge e per eventuali familiari diversi dai figli. Per i nuclei senza minori a carico resterebbero gli attuali assegni familiari. Ma la proposta più netta contro la povertà è l’introduzione del reddito minimo. Secondo l’Irs servirebbero 7,3 miliardi di euro che si ricaverebbero attraverso «l’azzeramento di quei trasferimenti di contrasto della povertà vigenti (pensioni sociali e integrazioni al minimo in primis, ma anche la social card) che, a causa dell’irrazionale meccanismo di selettività attualmente in vigore, affluiscono a favore di nuclei familiari che appartengono a decili di Isee superiori alla mediana». Ci vorrà gradualità. Infine per gli anziani, anche parzialmente, non autosufficienti, non più l’indennità di accompagnamento (che va solo a chi è totalmente invalido) ma una “dote di cura” per la popolazione over 65, in aumento. A beneficiarne sarebbero da 1,4 a 1,6 milioni di anziani contro gli attuali duecentomila che ricevono l’indennità. si impennano disoccupazione e diseguaglianze, il tasso di povertà è destinato, purtroppo, a non fermarsi. PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) PAG 1