Apocalisse Bagliori nel buio

Transcript

Apocalisse Bagliori nel buio
2
Arch. Gian Maria Enrico Barbotto
APOCALISSE...BAGLIORI NEL BUIO
OCEANO EDIZIONI
3
Dedico questo mio scritto
alla mia dolce moglie Rosalba,
da sempre con amore al mio fianco,
ed a tutti coloro che seguono
il mio pensiero con interesse
4
NOTE BIOGRAFICHE DELL'AUTORE
Architetto, pilota di aeroplano e ricercatore scientifico innamorato della natura, scrive
libri per diletto. Apprezzato da amici che ne condividono la logica dei suoi contenuti,
continua a scrivere a difesa della Natura, e di tutto ciò che la concerne. Alla ricerca di
sé stesso, delle verità criptate nel profondo spirito umano, cerca di comunicare al
prossimo le sue scoperte… Schivo ed indifferente alle critiche, ama profondamente
gli animali e viaggia moltissimo. Ha vissuto all’estero per oltre trent’anni, e la sua
architettura ama le linee di Gaudì. Ricco di fantasia e di poliedricità, di ricerca nella
spiritualità. mai stanco del suo lavoro, vuole considerarsi “uomo di buona volontà”. Il
suo senso politico lo focalizza nei sogni di una società senza avidità ed arrivismi, col
rispetto totale della Natura , consapevoli della nostra precarietà, seguendo le saggezze
dei Grandi Iniziati, dove le religioni sono riassumibili in pochi ma essenziali leggi
morali da mai dimenticare ed osservare con amore, dove l’amore fosse il vero premio
per ogni creatura vivente! Chi sa amare è sensibile, ama gli animali, non li mangia e
con loro rispetta le infinite differenze delle specie.Il male va combattuto con amore e
fermezza, fatica e dignità, non dimenticando che fa parte della lotta delle dualità della
Creazione, non per volere degli umani, ma dal nostro creatore
By : Oran Andersen Barns
5
IL PERCHÉ DI QUESTO SCRITTO
Scrivo questo mio nono libro, per il desiderio che ho di comunicare con persone
completamente differenti da coloro che purtroppo riempiono l'umanità. È come voler
parlare con genti rare in un deserto infuocato e con grave carestia di acqua ....,
occorre cercarle negli anfratti e nelle grotte, oppure attendere la notte al fine di
vedere barlumi di fuochi che allontanano l'oscurità e raggruppano intorno a loro
quelle “genti diverse” che sono riuscite a perseverare ed a sopravvivere in quelle
estreme difficoltà infernali. Il cielo stellato è così intenso nella sua verità, che pare di
poterlo toccare con le mani, e gli occhi puri e luccicanti degli uomini, rendono
giustizia alle dure realtà che coinvolgono tutti gli umani sul pianeta. Le stelle sono le
stesse da milioni di anni... si sono solo spostate un pochino..., ma per noi umani loro
appaiono immortali anche se non lo sono affatto, così come gli Dei che cambiano le
dimensioni. L'oscurità nasconde ciò che la bellezza della luce mette in mostra con
illusione: la notte cancella tale illusione e nel “reale” si è ancora più soli e più
"veri" accorgendoci in tale evento, di essere ben umili e povere cose della natura,
saldi nella nostra fragilità di esseri agli inizi della civiltà, giocosi come bimbi, che
vorrebbero fosse tutto un gioco e la realtà brutale fosse una mera illusione...., un
castigo immeritato perché succubi di un crudele programma. Comunicare sensazioni
ed emozioni, confessare pene sepolte dal tempo, gioire di piccole cose, respirare la
quiete dopo il dolore, che accompagna sia gli stolti che i saggi. Il programma degli
uomini è farcito di falsità, di trappole, di false lusinghe, di vana gloria, di egoismi
smisurati dettati da paure ancestrali e non, di passioni confuse con amore ed amori
confusi dagli odi... Ci accorgeremo forse un giorno "che tutti sanguiniamo e
soffriamo nel medesimo modo”di coloro ai quali facciamo abusi e crudeltà e nel
medesimo modo dobbiamo mangiare e bere, vestirci e creare per mezzo di leggi
chiare ed inconfutabili, la civiltà...., quella che ci porterà al rispetto dell’armonia
totale di ogni creatura della natura uguale per tutti, perché tutti siamo qui per il
medesimo motivo e... tale motivo per ora non è dato sapere con certezza. Siamo agli
inizi dell'approssimazione di una migliore comprensione , ed i molti che si credono
evoluti, illuminati e portatori di verità, sovente devono arretrare e lasciare spazio ad
altre verità più vere e più aggiornate, che sovvertono tutto ciò che prima era
considerabile sacro o comunque con una differente valenza effettiva. Anche Gaia, il
nome dato al nostro pianeta azzurro, soffre il male umano, dove scienziati corrotti
dal potere negano le nefandezze dei potenti del petrolio,degli inquinatori e
quant’altro, sostenendoli e nascondendoa tutti, terribili realtà relative alla situazione
climatica del pianeta e non solamente! In tutto questo scenario, il palcoscenico
umano, con le sue grottesche debolezze e volontà spinte allo spasimo, con i suoi
teatrini politici e religiosi polarizzati nella totale miopia di vani successi, va avanti
fra morte e sangue... polvere e lacrime...., gioie fittizie preludi di altre sofferenze in
7
una snervante attesa di ciò che solo molto raramente accade: un po' di vero amore,
di pace dell'animo e dello spirito, prima di andarcene chi sa dove o forse in nessun
luogo..., questo ultimo lido accettabile purchè tutto abbia un senso o ne sia la fine
per l'eternità! Viviamo tutti nella stessa lacrima e non abbiamo ancora realizzato che
il dolore provocato ai nostri simili ed al Creato, fa parte del nostro dolore, delle
nostre lacrime e dolori! La gioventùfrastornata dai media è oggigiorno ancor più di
ieri un'immane illusione di sentimenti e di passioni, di arrivismi e di invincibilità, che
con la maturità lasciano il posto ad altrettanto immani delusioni, con la creazione di
idealità e di forti depressioni che vorrebbero farci reagire entrando nell’essenza dei
problemi... La vecchiaia sovverte anche quest'ultime idealità, lasciando il posto ad
una saggia rassegnazione dignitosa e consapevole della nostra stupidità ed
impotenza nei confronti dei nostri programmi..... dell’idiozie dei nostri popoli
mantenuti “volutamente”in questo bailame al fine d’essere depredati. Completerò
questo mio scritto, con documentazioni di vario genere, tutte riguardanti a realtà
storiche recenti e meno recenti, cambiando volutamente argomento sempre
complementare al tema in sfumature ed analisi differenti, al fine di poter meglio
constatare come possano variare le medesime verità se osservate al di fuori degli
scenari e dei tempi considerati e da diversi punti di vista. Ogni umana realtà nella
materia, è fatta da continue contrapposizioni sintetizzabili generalmente quali Ynn e
Yang….. Il male ed il bene, il micro ed il macrocosmo, sempre in continua lotta al
fine di evolvere e convergere energie di metamorfosi nella loro forgia di umiliazioni
e gioie , dolori e bellezze, luce ed oscurità…. L'armonia della materia sta nel mezzo
di tali potenti vettori. Vedremo gli errori e le tragedie delle guerre…. I milioni di
morti creati dal comunismo, dallo nazifascismo, dal clero, dalle religioni in generale
di tutto il globo, gli scienziati importanti e volutamente dimenticati perché scomodi al
potere, alcuni che hanno rubato la fama ad altri, i templari e la massoneria, le
caverne degli antichi…. Gli Dei…. Dio, il fine di tutto il Creato! Tramite piccoli
riassunti delle ultime umane vicende, cerco di portare via parte delle nebbie generate
dai condizionamenti sociali e politici, permettendo in tal modo di poter meglio vedere
le verità ed il senso della vita… e come questa potrebbe cambiare se con la nostra
volontà volessimo focalizzarci sui veri problemi dell’umano travaglio, lasciando la
corruzione ed il potere alle nostre spalle.
8
INTRODUZIONE
Con il famoso anno del "cambiamento", l'ormai noto 2012, pietra miliare dei
calendari e degli appuntameti astronomici forrieri di apocalittiche gesta e mutazioni
del genere umano del nostro pianeta, dovremmo tirare i conti relativi alle umane
attività del pianeta degli ultimi millenni. Negli ultimi cento anni, il balzo umano è
stato notevole, pieno di evoluzioni scientifiche e matematiche, nonostante l'animo
umano stia ancora praticando nelle pallidi braci di una civiltà ai suoi inizi. Grandi
Iniziati con i loro insegnamenti , hanno tentato di comunicarci le verità, difficili da
comprendere per i poveri umani, che li hanno trasformati in Dio, Dei, Santi, Beati,
Profeti; ormai ogni religione ha creato il suo bussiness e non riconosce le altre con
medesimi valori, creando un tipico bailame umano esclusivamente per potere di parte
e convenienze di ogni tipo. I fedeli, pieni di insicurezze e paure, pur non capendoci
alcunchè, ripetono i soliti riti, che si sono trasformati in tradizioni tramandate ai figli,
che le hanno accettate per condizionamento più che per convinzione e continuano a
capirci poco. Altri sono talmente osservanti ortodossi da cadere in una vera e propria
patologia, che li vede orientati anche al fanatismo, convinti che l'aldilà serberà a loro
fiumi di miele e donne vergini, grandi ricchezze e quant'altro. Ve ne sono per tutti i
gusti e per tutta la gamma dei colori inventati dal Creatore. Abbiamo macchine
potenti, aerei solcano cieli e navicelle spaziali percorrono brevi spazi infraplanetari,
con tecnologie anacronistiche relativamente il nostro grado di maturità da
cavernicoli…. ma l'uomo tecnologico del nostro tempo, non conosce ancora sé
stresso e le sue paure sono le medesime che lo limitavano nelle caverne di milioni di
anni fa. Nasce con regole da osservare, per essere accettato nelle società delle quali fa
parte. Studia, lavora nel migliore dei casi, altrimenti delinque...., tutto per possedere
quei beni, che lo rendono stimabile o comunque temibile nella carriera arrivistica
della nostra attuale pseudociviltà! Si nutre di carni animali, che fa allevare
malamente, al fine di “rimanere nei prezzi concorrenziali”, nutrendo le povere
creature che alleva in squallide batterie ignobili, di cibi e medicinali pericolosi per
tutta la filiera che li fruisce, allevandoli in lagher orribili, trasportandoli con gravi
sofferenze da vivi senza acqua ne cibo, ammassati all'inverosimile per poi essere
uccisi con grandi crudeltà e dolore.... Gli animali selvatici sono all'estinzione...., e più
si creano enti per la loro protezione e più ne abbattono in quanto tali enti o sono
impotenti o sono corrotti od entrambi queste realtà! Millenni per popolare gli oceani,
i mari ed i fiumi, per predarli vergognosamente, distruggendo habitat ed
inquinando..... trovando esemplari stupendi di pesci di oceani prima incontaminati sui
banconi del pesce dei supermercati! Per il mondo vegetale non vi è scampo: prede di
anticrittogamici e veleni di ogni tipo per avere maggior produzione ed abbattere i
prezzi sempre nelle tasche dei contadini e mai nelle tasche dei commercianti e delle
varie mafie al controllo, fanno parte della nostra inciviltà che inesorabilmente viene
avvelenata dal sistema! Non parliamo poi della globalizzazione, voluta
esclusivamente da una legge economica, non da amore e quando l’amore non detta le
leggi con la saggezza, il tutto è destinato a naufragare!. Gli umani si comportano con
9
i loro simili anche peggio! Il ricco si allea con altri ricchi per meglio sfruttare i poveri
e diseredati, che nella maggioranza sono purtroppo idioti all’inverosimile e, appena
può, cerca di depredare anche il ricco più debole per aumentare sempre di più il suo
potere. Le politiche mondiali capeggiate da tali famiglie di predoni, riflettono una
luce di corruzione e di crudeltà, ove sotto un umano perbenismo, è sempre latente la
sete di potere basato sul crimine. Con smisurato egoismo, ognuno è pronto a
distruggere anche il proprio fratello per l'unico “vero Dio” che per tutti è ben
rappresentato dal denaro.....il controllo degli idioti…. il potere! Aggrappati con le
unghie ed al di sopra di ogni umana volontà a questi mortali valori, l'umanità,
comincia a scoprire, che forse, esiste qualche cosa di spirituale... che non muore:
quella spiritualità ben lontana dai fallimenti delle Chiese delle varie religioni del
pianeta. "Ma sarà poi così?.... E se poi non esistesse alcunchè e noi fossimo al
servizio di Dei crudeli del male, demoni immondi del continuo trionfo del dolore al
fine di generare energie a loro utili? Se Dio esistesse permetterebbe gli olocausti, la
morte ingiusta di innocenti a milioni, genocidi, vendite di organi umani presi da
soggetti vivi e poveri.... Stupri di bimbe e bimbi in età infantile? Ma che orribile Dio
sarebbe questo? Sarebbe proprio a nostra immagine e somiglianza, lontano dal Dio
Vero di San Francesco , Valdo e moltissimi altri! E poi, quando si arriva a
comprendere la "fregatura della vita"....., si muore per andare "non si sa dove!".
Siamo ancora lontani dalla civiltà e dalle risposte in tal senso...., ma, dentro ai nostri
cuori, iniziamo a sentire che le nostre paure e l'odio perpetrato dall'egoismo, si sta
sciogliendo come ghiaccio al sole di un fine inverno rigido e glaciale! Iniziamo a
comprendere la pietà. Iniziamo a commuoverci di fronte ad una musica divina o di
fronte all'amore per qualcuno, di fronte ad uno spettacolo della natura..., magari
salviamo un animale ed iniziamo a comprenderlo profondamente capendo quale
mondo meraviglioso si sia sempre calpestato senza saperlo..... I poveri umani ne
hanno provate ogni sorta di crudeltà sulle loro pellacce dure: ridotti a brandelli,
malati nel corpo e nell'animo, aridi più dei deserti infuocati, rabbiosi e furenti di
avidità per conquistare fama e rispetto per la propria potenza... pronta a perire con la
loro morte! "guai ai vinti" e tutti prima o poi siamo stati sconfitti ed umiliati! La
morte poi, non rispetta alcun potere e falcerà tutti a suo iacimento. Quanta tristezza
nella verità di tali parole! Eppure, si va avanti: si conquistano nuove mete, i politici
corrotti ce la mettono tutta per farci credere le loro ipocrisie e... ci riescono sempre,
mentre i Prelati benedicono i poveri ed i ricchi, cercando di guadagnare il più
possibile da entrambi! E quelli bravi? Dove sono? ....Ci sono, esistono non troppi, ma
ci sono in tutte le differenti "caste" di questa scalcinata umanità. Mi viene in mente
"l'atomo magnetico" del povero scienziato Ighina, quella particella nucleare, che da
sola governa e condiziona miliardi di altri atomi “normali”, riuscendo a determinare
cambiamenti infiniti! I buoni sono come tali “atomi magnetici”.... Auguriamoci solo
che riescano nell'ardua impresa di portarci verso la civiltà, che loro avrebbero gia
raggiunto! Altrimenti, non preoccupatevi: basta che vinca la vostra squadra del cuore
o che la vostra compagna sappia allietarvi con armoniose bugie, che il capo ufficio vi
dia un miserabile aumento di stipendio e... tutto sarà perfetto!
10
IL PERCHÈ DEL TITOLO….LA CONCEZIONE DELLA STORIA
NELL'APOCALISSE
LA FINE DEL MOSTRO, DEL FALSO PROFETA E DEL MALE
Nell'Apocalisse di Giovanni la concezione della storia è tragica ma a lieto fine. La
prima guerra catastrofica viene condotta sulla terra, da schiere seguaci del "Re dei
Re", che fanno a pezzi il "mostro" e il "falso profeta", che faceva prodigi per
ingannare le masse. Il "mostro" ha il potere politico-militare, il "falso profeta" quello
ideologico e mediatico. Le loro schiere adorano la statua del "mostro" e sono state
segnate col suo marchio, come schiavi.
Questa guerra durissima, con enorme spargimento di sangue, si concluderà con
l'incatenamento provvisorio (per mille anni) del "mostro" e del "falso profeta",
personificazioni dell'antagonismo sociale. Nel corso di questo tempo regneranno
quanti erano stati giustiziati in precedenza dal "mostro".
Giovanni qui parla di "prima resurrezione", quella che riguarda soltanto i martiri della
libertà, i fautori di giustizia. Tuttavia, poiché la terra rimane la stessa, se non
vogliamo presumere che si tratti di una resurrezione semplicemente simbolica,
riguardante le idee di verità e giustizia, dobbiamo dire che il testo di Giovanni cade in
una contraddizione insostenibile, cui alla fine cercheremo di dare una spiegazione.
Finiti i mille anni, il male riprenderà vigore e questa volta, con le schiere asiatiche di
Gog e Magog, dilagherà nel mondo intero. Ma non durerà molto, in quanto un
potentissimo fenomeno naturale sconvolgerà l'intero pianeta.
Il giudizio definitivo, per il quale i reprobi non avranno scampo, riguarderà questa
volta tutti gli abitanti della terra, di tutti i tempi, ma in un ambiente completamente
diverso da quello del cielo e della terra che conosciamo.
Dopo il giudizio universale la nuova dimensione che i giusti potranno vivere sarà
completamente diversa dalla precedente, in quanto priva di sofferenze e persino di
morte. L'unica morte sarà quella spirituale, che colpirà gli impenitenti, quelli che non
vogliono cambiare vita.
Giovanni vuol far capire due cose:
che la liberazione sulla terra è sì possibile ma non per un tempo indefinito;
che la liberazione definitiva è possibile solo in un'altra dimensione (cosmica).
Probabilmente è giunto a queste conclusioni poiché riteneva che i giusti, per vivere il
loro ideale di liberazione, avessero bisogno di non essere ostacolati materialmente da
forze avverse. La giustizia va costruita nella pace delle condizioni esteriori. Ecco
perché parla di liberazione provvisoria di mille anni, cui fa seguito una seconda
liberazione in una condizione di vita completamente diversa dalla precedente.
Infatti nel nuovo mondo ("nuovo cielo e nuova terra") chi vorrà vivere nella verità e
nella giustizia potrà farlo tranquillamente, senza doversi continuamente difendere
dalle tentazioni del male.
11
In questa "nuova Gerusalemme" Gesù Cristo è dio, non c'è altro dio all'infuori di lui:
non c'è alcun "santuario nella città"(21,22), quindi nessuna religione. Gli stessi
uomini sono dèi, poiché non conoscono più lutto, pianto, dolore, morte: "il mondo di
prima è scomparso per sempre"(21,4).
La differenza tra le due condizioni di vita è che mentre nella prima la giustizia deve
essere esercitata in mezzo a mille condizionamenti, nella seconda invece non troverà
ostacoli di sorta. "Nulla di impuro potrà entrare nella nuova città, nessuno che
pratichi la corruzione o commetta il falso"(21,27).
"In mezzo alla piazza della città crescerà l'albero che dà la vita"(22,2), come nel
giardino primordiale. Solo che per cogliere tranquillamente i suoi frutti si dovranno
superare su questa terra prove d'indicibile sofferenza.
Dove stanno i limiti di questa concezione della storia? Nel fatto che Giovanni attende
la "parusia del Cristo", cioè il ritorno trionfale del Cristo sulla terra, e nel fatto che
vuole una liberazione umana e politica in assenza di condizionamenti esterni.
Questi due errori di fondo portano a una conseguenza non meno errata, relativa al
fatto che Giovanni vuole assegnare una punizione "eterna" al male, negando quindi
definitivamente la possibilità del riscatto. È una visione ingenua, schematica, non
dialettica del rapporto tra bene e male.
Giovanni offre la possibilità del riscatto nel corso dei primi mille anni di liberazione,
poi la nega definitivamente, quando vi sarà la seconda grande guerra contro le schiere
di Gog e Magog.
Si percepisce abbastanza bene che questo libro è stato scritto sotto la convinzione,
illusoria, che la tomba vuota del Cristo avrebbe dovuto avere per il presente un
significato operativo di tipo politico. Invece essa non ne ebbe alcuno, anzi, intorno
all'evento della tomba vuota il cristianesimo primitivo costruirà un colossale
tradimento nei confronti del proprio leader. I veri nemici da combattere non sono
tanto i pagani quanto gli stessi cristiani.
I QUATTRO CAVALIERI DELL'APOCALISSE
I quattro cavalieri dell'Apocalisse (cap. 6) che cosa rappresentano? Essi portano
distruzione e rovina. Non vengono presentati come liberatori di Israele dal giogo
romano, ma come flagelli dell'umanità intera. Quindi sono simboli astratti, che si
succedono nel corso del processo storico a motivo della diversa tipologia di male che
simboleggiano.
Una certa tradizione cristiana ha creduto di ravvisare p.es. nel cavaliere del cavallo
bianco la popolazione barbarica dei Parti, grandi esperti nell'uso dell'arco e grandi
nemici dei romani nel I sec. Ma questa interpretazione è riduttiva.
La vera novità nel quadro a tinte fosche dipinto dall'autore dell'Apocalisse sta
piuttosto nell'aver voluto dare a questi emblemi della negatività una connotazione
storica, seppure in chiave di filosofia e teologia della storia.
12
Nell'A.T. già i profeti come Ez. 14,21 o Ger. 15,2 avevano individuato le disgrazie
peggiori dell'umanità: fame, guerra, peste, bestie feroci e schiavitù. Ma questi mali
venivano considerati equivalenti, tant'è che potevano anche colpire
contemporaneamente in luoghi diversi (p.es. le bestie feroci colpivano in genere i
lavoratori della terra). Non c'era una vera e propria filosofia o teologia della storia.
Quelle figure non erano evocative di processi storici, né rappresentavano delle
categorie metastoriche (che nell'Apocalisse, peraltro, vengono in qualche modo
standardizzate).
In Zc. 1,8-10 si nota benissimo che l'arrivo dei quattro cavalieri è simultaneo; peraltro
essi hanno semplici funzioni di controllo e non di conquista stricto sensu, in quanto il
dominio (in quel caso del sovrano Dario) è già consolidato.
In Lv. 26,14 ss. le sciagure non sono che maledizioni che si susseguono come
minacce terribili il cui grado di severità aumenta in misura proporzionale alle forme
di disobbedienza nei confronti della legge mosaica. Non c'è filosofia della storia, ma
solo ipotesi di castighi severissimi: il paternalismo autoritario e moralistico del
Levitico è evidente.
Viceversa, nell'Apocalisse si ha la netta sensazione che i mali rappresentati dai
quattro cavalieri siano delle realtà inevitabili, imprescindibili, in quanto la perdizione
del genere umano appare senza via di scampo. La colpa è priva di remissione e deve
essere scontata in mezzo al sangue e a una desolazione infinita.
Il cavallo bianco, in tal senso, sembra rappresentare l'uso della forza pura e semplice,
senza ideologia. Il cavaliere è un campione nell'uso dell'arco. Tutti gli riconoscono la
supremazia bellica. È il trionfo dell'individualismo basato sull'abilità fisica. Potrebbe
rappresentare benissimo gli imperi schiavistici.
Il cavallo rosso invece sembra rappresentare una sofisticazione dello schiavismo,
forse il servaggio. Il cavaliere infatti ha il potere non solo di dominare con la forza
delle armi, ma anche di far uccidere tra loro i sudditi che domina. Questo significa
che con la sua spada egli difende questa o quella ideologia astratta, per un fine che
resta sempre quello del potere politico.
Il terzo cavallo non sembra feroce, in apparenza, poiché il cavaliere ha in mano una
bilancia con cui dà un valore alle cose: "una misura di frumento per un denaro e tre
misure d'orzo per un denaro"(6,6). Cose, queste, che, a differenza dell'olio e del vino,
vengono "danneggiate" - il che porta inevitabilmente alla fame, almeno in una parte
dell'umanità. Questo forse significa che l'ideologia si è posta al servizio di interessi
meramente economici, coi quali si gestisce il potere politico.
Ma il cavallo che fa più paura è il quarto, quello giallastro-verdastro, che rappresenta
la morte, quello che domina "sulla quarta parte della terra", quello che, in virtù del
numero incredibile di seguaci, è in grado di infliggere qualunque pena: spada, fame,
malattie, belve feroci. Sembra qui di vedere un riferimento alle moltitudini di origine
asiatica.
L'autore dell'Apocalisse è molto scettico sulla possibilità di liberarsi da questi flagelli
e fa invocare da parte delle anime cristiane già morte la giustizia inflessibile ovvero
la vendetta terribile del "Signore" santo e verace (6,10), che qui si deve presumere sia
13
il Cristo in persona.
Forse anche questo aspetto alquanto truce del messia redivivo può aver indotto molti
padri orientali della chiesa cristiana a dubitare dell'effettiva ortodossia di questo testo,
che certo in questi passi è profondamente semita: diversamente dai padri occidentali,
che sin dall'inizio non hanno avuto dubbi nel riconoscerlo come testo canonico.
Tuttavia, il Signore-Cristo dice di pazientare ancora, poiché prima si deve
raggiungere un numero non meglio precisato di martiri (6,11). Il sesto sigillo, in tal
senso, inaugura l'apocalisse vera e propria, perché sanziona la ribellione della natura
alle forze malvagie dell'umanità. Cioè proprio nel momento in cui sembrava essere
arrivato il peggio per l'uomo, ecco che si scatenano imponenti catastrofi naturali, nei
cui confronti l'uomo è del tutto impotente.
Questo incredibile cataclisma obbliga tutti gli uomini, di qualunque rango o
estrazione sociale, a rifugiarsi, al pari di uomini primitivi, presso spelonche e tra le
rocce dei monti (6,15).
All'apertura del 7° sigillo non si salverà nessuno. Infatti sarà talmente grande la paura
di morire che l'odio reciproco prevarrà su tutto e gli uomini si uccideranno proprio
allo scopo di poter vivere. Le riserve di viveri saranno talmente scarse che l'unico
modo di sopravvivere sarà quello di distruggersi a vicenda. Cioè invece di trovare un
modo razionale di affrontare i cataclismi naturali, gli uomini preferiranno, vittime del
loro individualismo e schiavi della logica della forza, di annientarsi a vicenda.
Non solo, ma -dice l'autore dell'Apocalisse- "il resto degli uomini che non furono
uccisi da questi flagelli, non si ravvidero dalle opere delle loro mani, non cessò di
prestar culto ai demoni e agli idoli d'oro, d'argento, di bronzo, di pietra e di legno, che
non possono né vedere, né udire, né camminare; non rinunciò nemmeno agli omicidi,
né alle stregonerie, né alla fornicazione, né alle ruberie"(9,20s.).
L'autore dell'Apocalisse esclude categoricamente la possibilità di una qualche forma
di vera giustizia umana sulla terra. Gli uomini tendono inevitabilmente a farsi
ingannare dalle apparenze, specie se queste sono un simulacro, una mimesi della vera
giustizia.
L'Apocalisse, in tal senso, rappresenta la disperazione di una rivoluzione fallita e, nel
contempo, l'ansia portata all'estremo di veder crollare l'impero romano o per cause
endogene (la corruzione), o per cause esogene (pressioni barbariche), o in forza di
sconvolgimenti naturali o in virtù di una speranza impossibile: il ritorno in vita del
Cristo in veste gloriosa, da trionfatore, affinché gli apostoli possano dare un senso al
mistero della tomba vuota.
Se l'Apocalisse è stata scritta da Giovanni, doveva appartenere agli scritti giovanili,
che lo stesso Giovanni nella fase matura ha superato col quarto vangelo e con le
lettere.
Probabilmente la prima redazione dell'Apocalisse è stata scritta sotto Nerone, prima
della morte di Pietro e Paolo, al fine di trovare un riscatto teorico, morale, ai cristiani
di origine ebraica.
La seconda redazione invece è forse stata scritta sotto il regno di Vespasiano o nei
primi anni di Domiziano, o comunque dopo la catastrofe del 70. Questa versione
14
doveva servire per riscattare i cristiani in senso lato, che non facevano più
dell'ebraismo un elemento di distinzione.
Abituati nel nostro mondo tridimensionale, è per noi non facile il comprendere cosa
possa essere un mondo pluridimensionale… le dimensioni esistono e sono molteplici!
UN PICCOLO SGUARDO SULLA QUARTA DIMENSIONE
Parliamo brevemente del concetto di quarta dimensione. Pur essendo semplice il
concetto è meno comprensibile in quanto siamo abituati, come esseri umani, a
concepire lo spazio che ci circonda in sole tre dimensioni. La quarta dimensione è
semplicemente il tempo. Facciamo un esempio pratico. Prendiamo una biglia e
poniamola immobile sul pavimento in un istante T. Se non ci fosse il tempo questa
occuperebbe solo tre dimensioni (x,y,z). Poniamo adesso di spingerla con il dito,
muovendola verso una qualsiasi direzione. La biglia inizierebbe a muoversi per poi
fermarsi in un altro punto della stanza (x,y,z) in un istante T+1. La quarta dimensione
è l'insieme delle due situazioni T e T+1 in cui la biglia occupa due punti diversi dello
spazio a tre dimensioni. Ogni punto dello spazio a quattro dimensioni è quindi
individuato univocamente dalle coordinate (x, y, z, t) - dove 't' sta normalmente ad
indicare l'istante temporale. Per la rappresentazione grafica è sufficiente indicare le
due coordinate su tre dimensioni, indicando su ciascuna il tempo. Ad esempio (x,y,z)
nell'istante T0 e (x,y,z) nell'istante T1. Il corpo è lo stesso ed occupa nel tempo due
punti diversi dello spazio a tre dimensioni. Questa è la quarta dimensione.
dimensioni. Questa è la quarta dimensione.
L'ARMONIA DELLA NATURA
La Natura, oltre ad essere tutta intorno a noi, è dentro di noi, in quanto ne facciamo
intimamente parte. Gli alberi, i corsi d'acqua, gli animali, i mari e gli oceani...,
pianure e montagne con le loro infinite varietà sono Natura ed ogni singolo elemento,
anche il più umile, è indispensabile ad un disegno intelligente di tutto il nostro
piccolo pianeta. Tutto è intimamente collegato con il tutto, anche i nostri pensieri più
reconditi e nulla succede per caso. Ogni qualvolta facciamo una azione di bontà,
compassione, di giustizia, di amore, tale bella azione interagisce con tutto il Creato.
Per la legge della contrapposizione però, ogni qualvolta facciamo del male,
uccidiamo, anche per via indiretta, torturiamo creature o ce ne cibiamo, rubiamo o
facciamo qualsiasi atto che la nostra coscienza ci dica che sia "assolutamente
illecito", ebbene, in maniera altrettanto significativa, noi interagiamo oltremodo
negativamente con tutto il Creato. Sembrano frasi fatte e retoriche, ma"è proprio
così". La natura non gioca a scacchi con noi: può essere paziente e prodiga di cibo e
15
benessere nonostante le nostre pessime abitudini, ma sa trasformarsi in una potente
distruttrice di parte di essa con noi dentro, al punto di degenerare nel tormento di
centinaia di migliaia di creature in pochi attimi. Fragile è ‘l’equilibrio degli elementi
naturali e tutti sono appunto estremamente interconnessi fra di loro ! Stupidamente, ci
sentiamo invincibili contro la natura, quando per Lei, sarebbe sufficiente una piccola
scrollatina ed i danni calcolabili sarebbero più catastrofici di centinaia di atomiche
lanciate dalla nostra stoltezza per una apparente necessità guerriera del momento. La
stoica resistenza umana ad un volere eventuale della forza di Madre natura, poco
varrebbe..., saremmo spazzati via in un baleno! A tal punto, dovremmo toglierci la
maschera e ragionare con estrema serietà sull'argomento. Siamo tutti coinvolti con
tali principi: sia i petrolieri, che i politici, i banchieri, i capi religiosi e quant'altri, tutti
vedrebbero la conclusione tragica dei loro commerci...., non parlo delle loro vite in
quanto la loro avidità di potere li acceca e sovente è superiore al peso delle vite di
tutti, come stanno dimostrando ogni giorno. Tutti coloro che hanno il potere,
discutono, parlano e riparlano, tutti con le loro infinite ragioni ripiene di grandi
misfatti... alcuni pensano ai problemi ecologici anche un po' più con serietà, ma alla
fine lasciano il tutto fermo al medesimo posto iniziale, magari con piccole varianti e
molte benedizioni: tanto non costano alcunchè! Vi sono anche quelli buoni, che
insistono in tutti i modi, cercando di portare la ragione dove la saggezza non sia
certamente di casa....., ma ahimè , "ubi maior minor cessant" frase fatta latina che
vorrebbe significare, che, davanti alla forza.... Gli altri deboli devono soccombere
"se non vogliono perire"!. In tal modo il pianeta si surriscalda perché? L'effetto serra
dato dall'inquinamento e... pensare che la tecnologia per evitarlo è presente dai tempi
del grande Tesla, ma i petrolieri con tutta la loro filiera di smisurati guadagni, sino ad
arrivare alla mafia dai mille nomi, hanno sempre tenuto nascosta l'energia non
inquinante ed a basso prezzo, in quanto non sarebbe stata logicamente remunerativa a
molte multinazionali di ogni genere, gettando nel caos i commerci così come
oggigiorno sono intesi, ovvero"per il bene di pochi e contro il benessere dell'intera
umanità... contro Dio... contro ogni creatura vivente”, a pannaggio delle belle frasi e
sentiti discorsi dei politici corrotti! Le falsità umane sono infinite ed hanno mille volti
ipocriti..., gli uomini di buona volontà, all’apparenza pochi con pochissime
opportunità di emergere...potrebbero sintetizzarsi in “rarissime persone contrastate
all'inverosimile e tacciate di nefandezze” al fine di farli desistere, e quando riescono a
raggiungere i punti di potere, dove tutto coinvolge tutti e dove i finti litigi sono
solamente dei riti per motivare le loro gesta, anche loro diventano deboli e le loro
voci sovente annichiliscono nel nulla della convenienza! Tutto ciò che nasce con "un
credo", si corrompe ed entra in fasi molto lontane dalla partenza, per giungere poi alla
meta completamente modificato ed antitetico dell’inizio.... Ed anche tutto ciò, ahimè,
sta nel programma umano.... Però, quando i buoni sono rari, ma decisi, come la storia
dimostra, in attimi soverchiano e “cappottano”gli eventi della storia con i precedenti
soprusi ed ingiustizie...., perché così sta scritto nel dna dei popoli e del loro destino.
Purtroppo, l'armonia del pianeta, non è una paradisiaca visione, dove gli uomini, con i
sandali ai piedi, in mezzo a margherite e fiori variopinti, dotati di una retina
16
acchiappa farfalle razzolino cantando lodi agli Dei! Tale paradiso è ben lungi dalla
realtà L'armonia del pianeta è data dal contrasto bilanciato fra il male ed il bene, visto
che ogni cosa è stata programmata in modo, che costantemente l'uno soverchi l'altro e
viceversa, per poi ripetere l'operazione all'infinito, con alterne vittorie, dove la pausa
è armonia!..... “la ruota della vita”. Questo motore evolutivo di sentimenti produce
"evoluzione" a caro prezzo di dolori e sofferenze infinite da tempi remoti ....., che
continuerà sino al variare di “frequenza delle coscienze”, allor pronte a cambiare il
livello attuale! Tali catene sono inevitabili e pesanti da sopportare, ma ahimè,
inevitabili per il nostro carma di basso profilo.
Entrando in una qualsiasi armonia naturale si vedranno micidiali insidie nascoste
dietro immagini di rare bellezze, in quanto la bellezza esiste anche per farci capire
quanti pericoli possa nascondere.... La natura è delicata, menzognera, infida, ma sa
anche essere forriera di grandi benefici. La si può calpestare e devastare, ma i risultati
saranno sempre e comunque tragici per coloro i quali lo fanno. Quasi sempre gli
uomini avidi, si schierano dalla parte dei facili guadagni, del distruggere per
guadagnare di più, nel predare anche preziose energie utili a popoli, che per tali
privazioni soccombono alla miseria. Normali routine, che finiscono con continuare
tale razzia sui superstiti, con qualche onlus, istituzioni varie dai nomi allettanti, che
solitamente, tranne piccole e rare eccezzioni, raccolgono ancora energie da distribuire
alle loro tasche, facendo la figura di benefattori, lasciando a bocca asciutta quei
poveracci meschini. La natura è possente come i suoi vulcani attivi e terremoti, con i
suoi tornado, cicloni, tempeste e temporali di ghiaccio, grandine e neve, onde
altissime e venti distruttori di ogni struttura...., in parole povere, "fa veramente
paura"... e noi cosa facciamo: la sfidiamo con la convinzione che "intanto a noi non
può capitare alcunchè"!. Ci stupiamo poi degli tsunami, dei terremoti devastanti,
guardiamo ad Haiti come ad una tremenda ingiustizia e... scopriamo che quella gente
gia moriva di fame da decenni, e non per colpa di terremoti. Santo Domingo ed Haiti
sono sempre stati un "puttanaio a cielo aperto" . Haiti in particolare, ha una
popolazione che è stata sfruttata da tempi antichi senza mutare mai, perché così
faceva comodo!.... ma col terremoto, tutti scoprono l'acqua calda e tutti vogliono
aiutare. Fra quei "tutti" vi sono anche genuini e coraggiosi uomini di cuore e di
lavoro, medici stupendi e quant’altro...., ma le varie organizzazioni lo faranno tutte
proprio per aiutare? E le adozioni vietate di piccoli orfani, che se lasciati nella loro
patria matrigna, finirebbero a pedofili od ai venditori di organi con i loro indegni
medici… od alla meglio, schiavi presso le famiglie più abbienti come si è sempre
usato da quelle parti?… Non potrebbero darli in adozione dopo rapidi e giusti
controlli ? La solita burocrazia di merda.... Tempi lunghissimi, timbri, deficenti e
corrotti nei punti chiave, tutti importanti a far naufragare anche più vivido sentimento
di vero aiuto, forse perché così fa comodo alle organizzazioni criminali che come
iene sguazzano in queste disgrazie. I corrotti dell'isola avevano case di cemento e
fortunatamente, molti di loro sono stati sepolti, mentre i poveri, quelli sfruttati e
diseredati, il terremoto non li ha nemmeno scalfiti con crolli di foglie e rami! Più che
la fame è la rabbia di dover vivere un inferno molto peggio del terremoto,
17
specialmente con un futuro che potrebbe continuare come il passato! Santo Domingo
avrebbe potuto soccorrerre immediatamente Haiti... perché non lo ha fatto visto che è
geograficamente situato sulla medesima isola e le pale meccaniche e primi beni di
necessità non sarebbero certamente mancati? Non vi era la volontà. In quanto la
logica si paradigma solamente con bussiness, affari, grano, peculio, frusciante,
dollari, potere, politica.... e perché nò... anche svalutati euro! E quanti sono al mondo
posti ancora più poveri: provate a fare una vacanza a Mogadiscio.... Etiopia Eritrea....
Andate a vedere certe località dell'India, della Cina, della Mongolia, Corea, Filippine,
Vietnam, Cambogia.... Tutti avrete sentito parlare del terzo mondo, dove si muore
poer fame, per sete, per mancanza di medicine e.... per guerre fraticide, ricche di
violenza e non senso, dove mercenari predano e danno la morte violentando.... Dove
il genocidio è di casa! Sono miliardi di persone diseredate e schiave della povertà e
dell'ignoranza, senza alcun rispetto umano e senza futuro, dove la donna viene
"infibulata" e dove esiste ancora il cannibalismo. Vendere un bimbo a coloro che ne
possano fare ciò che più gli aggrada, vendendone poi organi espiantati da medici
compiacenti al guadagno senza scrupoli e senza morale, è realtà di tutti i giorni. Se ne
parla pacatamente e poi... tutto finisce nell'oblio: anche questo fa parte della natura
"umana". La nostra evoluzione si svolge fra il lusso più sfrenato con maniglie d'oro e
diamanti sino all'opposto di gente senza cibo e moribonda per malattie fame e guerra.
La media di questa realtà, ci fa ben comprendere quanto questo mondo, che vuole
globalizzarsi solo per l'interesse delle multinazionali potenti, sia ancora ben lontano
dalla civiltà... quella vera, basata sull'armonia dell'amore più che sulle
contrapposizionidi una natura così matrigna, per ciò che ci ha intimamente
programmato nel DNA. Grandi Profeti ed Iniziati, hanno cercato di insegnarci il
"come ed il perché"... sulle loro meravigliose parole abbiamo saputo solamente
edificare grandi templi, mirabili di arte e di tesori...., ma l'uomo ne è sempre stato al
di fuori, con le sue debolezze, paure e miserie. Pare che i vincitori apparenti possano
essere gli organizzatori dei templi, ma pare altresì, che il loro tempo di menzogne e
falsità sia pronto a cadere e dissolversi... per il bene dell'umanità, che forse
dall'apocalisse ne potrà attingere le chiare verità, che sono da millenni sotto gli occhi
di tutti coloro che "sanno vedere". La società civile non deve essere disturbata da
visioni sconcertanti, di massacri, di piaghe purulente di un’umanità piena di atroci
delitti… Anche nei fatti “meno importanti” quali lo sterminio di animali o le
macellazioni o gli allevamenti per il latte, perché chi ha il potere non fanno vedere a
tutti cosa capita alle povere bestie che si mangiano? No! Meglio che tutti crescano
nella finta realtà del “mulino bianco”, dove la mucca Lola faccia il suo buon latte
dopo aver pascolato nelle ubertose valli col suo vitellino!
I GRANDI SCIENZIATI E LE LORO SCOPERTE
Parecchi scienziati, dotati di spirito di avventura nella ricerca, con fantasia e grande
18
volontà intuitiva, osservatori di ogni forma naturale del globo, hanno collaborato per
creare fiumi di energia positiva e conoscenza scientifica, che attimo dopo attimo
conquistano il bene dell'umanità. Quasi sempre questi scienziati non vengono creduti
e tantomeno aiutati, spesso osteggiati dai colleghi invidiosi e standardizzati nella loro
scienza "statica e priva di emozioni e poliedricità"...., le famose teste d'uovo mediocri
ed invidiose! Altro e ben più grave antagonismo della ricerca è dato dalle
multinazionali e da ricchi petrolieri, gente senza scrupoli per i quali conta solo il loro
dominio ed il copioso denaro che lo alimenta. Queste realtà, ignobili si sono infiltrate
nelle istituzioni di tutti i paesi del globo, alimentando criminalità, omertà, mafie di
ogni genere da loro pilotate in cambio di percentuali di potere! In tal modo, ogni
scoperta di importanza assoluta per il bene del pianeta inquinato, ed incamminato
verso la distruzione della natura e di tutti, viene insabbiata e tenuta nascosta, in
quanto potrebbe cambiare gli eventi dei guadagni : delle potenti società ricche di
politici corrotti sino al midollo, le banche sempre pronte al crimine pur di guadagnare
sulle spalle dii tutti...., come hanno chiaramente saputo dimostrare con truffe
mondiali legalizzate a loro piacere! “Bolle di disonestà” assoluta e sfacciata, con
valutazioni superiori a 12 volte il PIL mondiale! Per’altro il colmo e la prova
dell’assurdità dei comportamenti umani, che tutti i governi, pur di non perdere lo
“status quo ante”, dichiaratamente in prima linea nella loro voluta miopia, sono
intervenuti a salvare quelle ignobili istituzioni di potere sudicio ed aberrante! E così
di seguito, con la benedizione delle varie religioni con i loro riti più consoni, tutto
procederà come prima, o meglio, peggio di prima, seguendo in tal modo i medesimi
errori...... Conoscenze di Tesla e di tantissimi altri scienziati, con le loro macchine a
motori magnetici, ad idrogenoelettriche, generatori di potenze elettriche
inimmaginabili a costo molto basso: tutto insabbiato, denigrato, ignobilmente e
spuderatamente rinnegato! Si vuole dare un'impressione di voler cambiare con falsità,
proponendo forme energetiche quali quelle a pannelli solari, eoliche, a corpo nero, ....
Tutte realtà sono decisamente ridicole in confronto a ciò che potrebbe gia esistere dai
primi del 1900! Ed il tutto per rendere ricchi le solite persone criminali, dittatrici di
guerre e di calamità al fine di potenziare sempre di più loro stessi: altro che olocausto
da "non ripetere mai più" ...Tale marciume non è mai stato così continuato e subdolo
come ai giorni nostri, eppure candidi come un fiore di loto, falsi al punto di far
credere che il tutto "non esista"! La Terra depredata in modo volgare e maligno dei
suoi animali più belli, con altre povere bestie, allevate in batteria come fossero in
lagher nazzisti, alimentati con schifezze di ogni genere addittivate di componenti
chimici ormonali ed antibiotici all'eccesso, inoltre trasportati in maniera criminale ed
uccisi con grande sofferenza! Ed alla fine dati in pasto a povera gente incosciente ed
ignorante, che non si rende conto che tali carni genereranno in loro tumori mortali....
Tumori che da tempo potrebbero esserre gia stati debellati se le multinazionali
farmaceutiche non si fossero opposte in ogni modo al fine di non vedere persi i
"clienti dei tumori", valutabili in miliardi di euro all'anno.... Guardate la storia
dell'influenza suina ed il giro d'affari indotto..... Il vero guaio sarà quando le “vere
malattie endemiche”, derivanti dalla mala gestione degli allevamenti e degli
19
inquinamenti generali, cominceranno a contagiare effettivamente milioni di umani,
molti dei quali, condizionabili ed idioti al punto di accettare facilmente tutto ciò, che
la parte malsana della civiltà dei consumi impone loro! La sete di potere ha la
capacità di renderre ciechi anche i potenti, che a loro volta si troveranno nella
medesima situazione dei bovini al macello: in attesa per morire di paura e di dolore
per i loro abusi e corruzzioni! La stragrande maggioranza degli umani del pianeta,
sono paragonabili ad animali d'allevamento all'ingrasso intensivo: devono rendere
alla civiltà dei consumi per tutto l'arco della loro vita, ove la finta democrazia,
controllata dalle economie blasfeme dei potenti, li sfrutta all'osso con i loro prodotti
inquinati, dalla nascita alla morte e.... paradossisiticamente anche dopo, con cimiteri e
sepolture funerarie e rituali costosi di vari genere! A nessuno importa che i popoli
possano vivere in modo sano e produttivo per la loro "vera essenza": conta
unicamente il fatto che debbano rendere soldi, riproducendosi al massimo e
consumando il più possibile! La vera civiltà ruota con amore intorno alla Natura ed al
cittadino, alle famiglie con i loro figli e gli anziani...., alle genti povere al fine di
aiutarli con buona volontà ad evolversi….. nelle nostre pseudo civiltà tutto il creato
gira intorno agli affari corrotti di coloro che detengono il potere temporale. La logica
dei tempi evolutivi si basa su scale molto lunghe nel tempo, e solo grandissimi
sacrifici pieni di sangue e lacrime, fatiche e distruzioni, sono riusciti in qualche modo
vincenti nel bene ed hanno portato l'evolversi delle genti. I livelli apparentemente
avanzati nel progresso: sono esclusivamente soltanto i primi "bagliori lunari di
civiltà"......, quella vera per ottenerla, ci graverà ancora di grandi sacrifici e lutti, al
fine di comprensioni e rinascite delle coscienze per ora ancora molto assopite.
Desidero sottoporvi cronologie storiche degli scienziati degli ultimi decenni che mi
stanno più a cuore: le loro scoperte ed invenzioni, le loro capacità sovente calpestate
dai Governi, dalla miope ignoranza presente in ogni era storica umana, che è sempre
stata protesa all'immediato guadagno delle classi abbienti, piuttosto che al bene di
tutto il pianeta. Fra loro, particolarmente amo Nikola Tesla ed altri scienziati che con
lui hanno cambiato il volto della scienza moderna e, per merito dei quali,potremmo
avere un magnifico presente, mentre stiamo conquistando gli spazi siderali, quando
nel nostro cuore purtroppo è più in evidenza la "clava dei cavernicoli"
Desidero porre la vostra attenzione su colui, che a mio avviso è stato uno dei più
importanti talenti scientifici dell'umanità così come noi la conosciamo….,
dimenticato da molti, il suo nome chiede giustizia e grande rispetto: Nikola Tesla.
TESLA UN TALENTO SPECIALE
"Secondo le sacre scritture”, all'inizio, il mondo era immerso nelle tenebre quando
Dio disse: "Sia la luce. E la luce fu!" Il fiore di loto si era schiuso e la luce aveva
inondato l'intero universo; la divinità si era risvegliata.
20
Oggi tutti noi ripetiamo quel gesto quando entriamo in una stanza immersa nel buio e
premiamo l'interruttore che permette alla corrente elettrica di correre lungo il filo fino
alla lampadina che, accendendosi, illumina l'ambiente. Abbiamo il difetto di dare
molte cose per scontate a causa del loro uso quotidiano, come fosse sempre stato così,
ma avere la luce, dopo che il sole cala dietro l'orizzonte e le tenebre nascondono il
mondo nel buio assoluto, è sempre stato un antico problema dell'uomo.
La pallida luce lunare non era soddisfacente e il fuoco di difficile trasporto e di breve
durata; doveva essere mantenuto acceso e un solo falò, o una sola fiaccola, non
fornivano luce a sufficienza. Venne adottato l'uso di una ciotola piena d'olio o di
grasso, dove uno stoppino immerso nel liquido forniva, una volta acceso, una luce più
efficace, trasportabile e duratura.
Col tempo si giunse alla candela di sego o di cera, più comoda e di basso costo; in
uso fin dal 3000 a.C.., a mio avviso ritrovabile anche nelle radici dell’umanità del
pianeta, milioni e milioni di anni fa!
La svolta importante nel 1892 quando William Murdock scoprì che, bruciando il
carbone, veniva prodotto un gas. Il gas sottoposto a calore generava la luce.
I lampioni a gas rischiararono così alcune città; venivano accesi la sera e spenti
all'alba. Il gas però era molto pericoloso per le frequenti le fughe dovute all'usura e
rottura delle tubazioni che servivano per il suo trasporto. Non tutte le abitazioni erano
dotate delle tubazioni per l'erogazione del gas e per molti anni furono usate ancora le
lampade a petrolio.
Nel 1875 molti fabbricati erano illuminati con gas combustibile. Nelle lampade
venivano messe delle reticelle, ideate da Welsbach, che intensificavano la luce.
Alva Edison ricercando un sistema migliore e più sicuro avvalendosi dell'invenzione
di Swan, consistente in ampolle prive dell'aria dove si accendeva una striscia di carta
quando veniva attraversata dalla corrente elettrica, ideò altri tipi di ampolle; usando
diversi tipi di gas e altri materiali filiformi al posto della striscia di carta ottenne
lampade più efficaci.
Quando Edison aprì la prima centrale elettrica a corrente continua il buio venne
eliminato col semplice scatto di un interruttore. Il nuovo sistema d'illuminazione
aveva molti limiti ma da quel momento l'uomo poté dire: "sia fatta luce" ed ottenerla.
Ma la lampadina da sola non basta, è necessario che vi sia la corrente elettrica,
l'elettricità.
Come e da dove proviene l'elettricità?
Distrattamente e profondamente inseriti nel sistema non lo chiediamo, fa parte delle
cose acquisite; è più facile chiedersi perché d'un tratto venga a mancare perché non
può, non deve... Come facciamo senza la luce; senza elettricità? Tutto si ferma. Non
si può lavorare, il computer si spegne; restiamo senza televisione; diventa difficoltoso
anche preparare da mangiare; diveniamo prigionieri degli ascensori; le comunicazioni
si complicano; nelle strade cittadine il caos; un vero incubo.
Per dare forma ad una parte dell'incubo pensiamo al frigorifero, recente invenzione
che funziona grazie all'elettricità. Che fine farebbe la nostra spesa? Fino a pochi
decenni fa per la conservazione dei cibi si faceva uso del sale, delle spezie e del
21
ghiaccio.
Siamo elettro dipendenti, condizionati dall'elettricità, peraltro già conosciuta in un
remoto passato.
In Egitto, nel tempio di Hator a Dendera, lo testimoniano le Pietre delle Serpi,
bassorilievi che mostrano enormi bulbi trasparenti con all'interno sinuose serpi,
collegati attraverso cavi a treccia al "Djed" che, nel caso, assumerebbe la funzione di
generatore. I bassorilievi ricordano le lampade a luminescenza e le ampolle in
atmosfera rarefatta, create dall'inglese William Crookes nel 1879; lampade che
permisero a Roentgen di scoprire i raggi X nel 1895. Fra i bassorilievi del tempio
possiamo vedere rappresentato anche il procedimento dell'elettrolisi.
Ricordiamo le pile di Bagdad scoperte da Konig.
Un antico documento indiano conosciuto come Agastya Samhita fornisce una serie di
istruzioni per costruire una batteria elettrica.
Cronache antiche di commercianti, parlano di un villaggio presso il monte
Wilhelmina, in Nuova Guinea, illuminato da globi di pietra posti su altissimi pali che
al tramonto iniziavano a brillare di una strana luce bianca, simile a quella dei nostri
neon, illuminando la notte. Fatto curioso perché sono abbastanza recenti esperimenti
per ottenere una luminescenza da pannelli e oggetti percorsi da correnti deboli senza
l'uso di filamenti e bulbi.
Dopo che Talete di Mileto e Plinio il Vecchio studiarono per primi le proprietà
elettriche dell'ambra, l'uomo si dimenticò come tale energia si potesse ricavare e
piombò nel buio per secoli.
Fu William Gilbert, medico della regina Elisabetta, a riscoprire l'elettricità
strofinando proprio l'ambra sulla lana e sulla pelliccia, accorgendosi di poter attirare
piccoli oggetti leggeri, come la carta. Chiamò la strana forza "elettrica" dal nome
1
greco dell'ambra Elektron. Si trattava dell'elettricità statica .
Gli elettroni si trasferiscono da un materiale isolante all'altro, quindi i vuoti lasciati
dagli elettroni dell'ambra vengono rimpiazzati dagli elettroni contenuti nella carta. Lo
spostamento si chiama carica, ma se questa avviene in un conduttore la carica in
movimento genera una corrente che fluisce nel conduttore e cessa di essere statica.
Gilbert studiò l'elettricità e il magnetismo, comprese perché l'ago della bussola punta
2
sempre verso il nord. Scoprì che pezzi di ambra carenti di elettroni si respingevano
mentre si attiravano se gli elettroni erano in eccesso. Benjamin Franklin denominò i
due tipi di elettricità positiva, se carente di elettroni, e negativa, con elettroni in
1
L'elettricità statica varia dai 20.000 ai 50.000 volt. Il corpo umano tende ad immagazzinare
tale elettricità naturalmente.
2
Considerando il principio dell'attrazione dei poli opposti, qualsiasi magnete libero di
ruotare tende a orientare il proprio polo sud verso quello nord terrestre; ed è quello che fa
l'ago di una bussola perché è un piccolo magnete i cui poli si orientano parallelamente alle
linee dello spettro magnetico terrestre. Fenomeno possibile in quanto la Terra è una
gigantesca calamita.
22
eccesso, enunciando che due cariche uguali si respingono mentre, se diverse, si
attraggono.
Nel 1746 due studiosi dell'Università di Leida inventarono un apparecchio per
raccogliere l'elettricità statica, un condensatore chiamato "bottiglia di Leida".
Venne dedotto che maggiore era la quantità di elettricità accumulata, più lunga la
scintilla prodotta dagli elettroni; l'argomento era la tensione della carica.
Nel 1785 August De Coulomb inventò la bilancia di torsione per misurare il campo
elettrico dimostrando che la carica si distribuisce in modo uniforme sopra una
superficie sferica.
Cosa confermata anche da Beccaria con il suo pozzo e da Faraday con la sua gabbia.
Hans Christian Oersted sviluppò la teoria elettromagnetica e nel 1826 Ampère
enunciò le leggi dell'elettromagnetismo inventando lo strumento per misurare il
flusso della carica elettrica; George Ohm declamò la legge sulla resistenza elettrica;
Volta diede forma alla prima pila; Faraday al primo generatore elettrico, la dinamo e
l'alternatore; nel 1859 Pacinotti col suo anello trasformò l'energia meccanica in
energia elettrica continua; nel 1866 Heinrich Hertz scoprì le onde elettromagnetiche;
nel 1880 Alva Edison costruì la prima centrale brevettando un sistema di
distribuzione. Un anno dopo Edison e Graham Bell crearono la "Oriental Telephone
Co.". Nel 1882 Edison attivò il primo sistema di distribuzione dell'energia al mondo.
A questo punto compare un personaggio definito "dimenticato benefattore
dell'umanità" e che morì nell'anonimato in assoluta povertà: Nikola Tesla.
Colui che ha inventato la famosa Bobina che porta il suo nome per produrre l'alta
tensione necessaria al tubo catodico del televisore, fornita da un generatore Tesla,
attraverso il trasformatore Tesla e trasportata da un sistema trifase Tesla.
Nikola nacque il 10 luglio 1856 a Smiljan in Croazia, secondo maschio dei cinque
figli del reverendo ortodosso Milutin. Studiò al "Real Gymnasium" di Carlstadt,
ingegneria al Politecnico di Graz e all'Università di Praga. Dopo aver lavorato nella
società telefonica di Budapest trovò lavoro a Parigi nella "Continental Edison" filiale
della "Edison Electric Light". La Continental non attraversava un felice periodo in
seguito ad un incidente avvenuto durante l'inaugurazione del nuovo sistema di
illuminazione a Strasburgo, che aveva messo in pericolo la vita dell'imperatore
tedesco Guglielmo I.
Edison produceva solo dispositivi a corrente continua, dinamo, motori e sistemi di
illuminazione. Gli investimenti erano cospicui. Tesla, convinto di vedere realizzati i
suoi progetti sulla corrente alternata, parlava con chiunque fosse disposto ad
ascoltarlo e, durante una partita a biliardo, il caporeparto, tale Cunningham, gli
propose di creare una società con lui.
Tesla non capiva niente di mercato e commercio e quindi rifiutò; se invece avesse
accettato quell'offerta la sua vita e la nostra sarebbero radicalmente cambiate.
In seguito agli incresciosi fatti di Strasburgo, quale migliore ingegnere della
Continental, fu inviato in quella città allo scopo di realizzare un regolatore
automatico delle dinamo, con la promessa di un premio di 25.000 dollari. Inutile dire
23
che riuscì nell'impresa ma non ottenne il premio promesso.
In quel periodo, nel tempo libero, costruì il primo motore a corrente alternata oltre ad
un generatore a due tempi per alimentarlo.
Alva Edison aveva inviato a Parigi un amico consulente di cui si fidava, Charles
Batchellor, il quale ascoltando le idee di Tesla considerò che era meglio averlo dalla
propria parte. Scrisse a Edison una frase rimasta celebre: "Conosco due grandi
uomini, tu sei uno di loro; l'altro è questo giovane...".
Secondo Batchellor, Tesla, avrebbe evitato il costo di numerosi esperimenti, dato che
il giovane inventore prevedeva tutte le conseguenze prima di sperimentare i congegni
ideati. Convinse Nikola che a New York avrebbe coronato i suoi sogni e lo spinse a
partire.
Edison stava per ricevere l'aiuto desiderato per le sue dinamo a vapore che non erano
sufficienti ad accendere tutte le lampade dei clienti; non oltre 400. Avrebbe dovuto
accoppiarle fra loro, ma non conosceva la sincronizzazione degli impulsi elettrici.
L'arrivo di Tesla fu più che opportuno. Appena sbarcato aggiustò le bobine
dell'Oregon, prima nave con l'illuminazione elettrica, che in seguito ad un guasto
avevano lasciato l'imbarcazione al buio e si presentò a Edison pronto a perfezionare i
progetti dei generatori della sua centrale elettrica. Alva gli promise un compenso di
50.000 dollari a lavoro compiuto.
In un anno sfornò ben ventiquattro tipi diversi di dinamo a corrente continua, capaci
di generare maggiore corrente, semplici da regolare ed accoppiare; il tutto assistito da
un sistema che assicurava la sincronia negli impulsi di corrente.
Edison brevettò le bobine e le sostituì; ma non premiò Tesla. Quando questi si
presentò a reclamare il suo compenso l'americano gli disse: "Tesla, ma lei non
capisce l'humor americano..."
Il croato si licenziò.
Fortunatamente per lui, Edison non aveva il controllo dell'industria americana
dell'elettricità e trovò altri finanziatori; ma solo per produrre lampade ad arco
destinate all'illuminazione pubblica. Anche in questo caso fu raggirato e il suo sogno
dovette attendere.
Per vendere motori a corrente alternata, occorreva erogare energia alternata a mezzo
di idonei cavi, scatole di raccordo, trasformatori, contatori per le abitazioni. I suoi
soci non disponevano di ingenti capitali per portare avanti un tale progetto ed erano
interessati solo alla produzione di lampade ad arco più redditizie.
Tesla compì una nuova impresa, le lampade prodotte all'epoca da Paul Joblochkoff
erano composte da due aste parallele di carbone, separate da gesso e inserite in tubi di
ottone collegati alla corrente; all'apice un filo di carbone che bruciando produceva
luce. Duravano solo novanta minuti. Tesla dopo due anni fornì lampade ad
avviamento automatico dotate di un meccanismo di alimentazione che permetteva di
sostituire le aste di carbone quando si consumavano. Il sistema venne adottato per
l'illuminazione pubblica e per le fabbriche.
L'impianto di Edison non avrebbe mai funzionato ai voltaggi di oggi; Tesla aveva
scoperto che si poteva trasformare il voltaggio dell'elettricità a corrente alternata,
24
aumentandolo o diminuendolo a mezzo di un trasformatore. Avrebbe trasmesso
corrente ad alto voltaggio e bassa corrente attraverso cavi sottili.
L'impianto del croato avrebbe messo in pericolo coloro che avevano investito nel
sistema a corrente continua.
Quando Edison fondò la "Edison Electric Light" ottenne 2500 azioni; ai capitalisti
che finanziarono l'impresa ne vennero assegnate altre 500: la "Western Union
Telegraph", il banchiere J.P. Morgan ne facevano parte. Ma la società non stava
tenendo fede alle promesse di vendita ed Edison non voleva che la cosa si risapesse.
Doveva costruire altre centrali, per ridurre i costi ma i finanziatori non volevano
rischiare altro denaro. Inoltre aveva una causa in corso contro Westinghouse che
produceva lampade con brevetto Edison senza pagare le royalty. L'Oregon aveva
fatto richiesta di risarcimento in seguito al guasto delle bobine, la moglie era
gravemente malata. Quando Tesla giunse a New York, Edison aveva il problema di
inviare la corrente oltre gli ottocento metri della sua centrale, i suoi proventi erano
rappresentati solo dalla vendita di impianti d'illuminazione completi a privati o
imprese, questo perché non essendo esperto nel campo dell'elettricità non metteva in
pratica la legge di Ohm.
Un filo tende a surriscaldarsi e fondersi se il carico fosse elevato e, per la nota legge
di Ohm, maggiore è la corrente che passa attraverso il filo, maggiore sarà la caduta di
tensione. Quindi si può avere un alto voltaggio e poca corrente, oppure alta corrente e
un basso voltaggio; ossia la capacità dell'elettricità di correre lungo il filo e portare un
numero sufficiente di elettroni che arrivino alla lampadina. Maggiore la lunghezza
del filo, maggiore deve essere il voltaggio, diminuendolo poi quando la corrente entra
nell'abitazione, affinché non rappresenti un pericolo mortale.
Tesla aveva tenuto conto di tutto questo e scoperto che la corrente ad alta frequenza
non viaggia all'interno di un filo, ma al suo esterno.
È il famoso effetto pelle o di Kelvin, per questo vengono utilizzati fili di acciaio
rivestiti di rame.
L'acciaio rende il filo resistente mentre il rame fornisce una bassa resistenza dove
scorre la corrente.
I fulmini che colpiscono un aereo non mettono in pericolo i passeggeri al suo interno
dato che la scarica corre sulla superficie della fusoliera.
Per questo Tesla usava dare spettacolo facendosi passare dalla corrente a 250.000
volt.
Nel frattempo Tesla era stato abbandonato dai suoi finanziatori e costretto a
guadagnarsi da vivere scavando fossi.
Nel 1886 presentò un brevetto per un motore elettromagnetico e, parlando
dell'invenzione con il suo caposquadra, ebbe l'occasione di avvicinare l'avvocato
Charles Peck, il quale, coinvolgendo l'amico Alfred Brown sovrintendente della
"Western Union Telegraph" a dividere i rischi, si offrì di fornire un finanziamento.
Nacque la "Tesla Electric Company".
Tesla iniziò a lavorare al suo motore a corrente alternata.
Poteva produrre un campo magnetico rotante iniettando due correnti alternate in una
25
coppia di bobine poste ai lati opposti dello statore.
Si poteva modificare il voltaggio e usare fili sottili per portare l'elettricità a lunghe
distanze; un trasformatore riduceva e aumentava la corrente.
Fece domanda all'ufficio brevetti e gli furono concessi ben 30 brevetti diversi.
La comunità scientifica lo invitò a tenere una conferenza.
Divenne il padre della moderna elettricità.
Peck e Brown decisero di vendere il brevetto a chi avesse offerto di più.
La conferenza tenuta all'"American Institute of Electrical Enginers" suscitò l'interesse
di George Westinghouse, ingegnere elettronico, il cui padre possedeva una fabbrica
che produceva materiale rotabile per lo stato di New York.
George aveva inventato lo scambio di rotaia e il freno ad aria compressa; secondo
Brown era la persona giusta per commercializzare il prodotto di Tesla.
Era inoltre la persona che voleva scalzare il sistema di Edison.
Westinghouse offrì a Tesla 25.000 dollari più 50.000 in azioni e royalty di 2,50 a CV.
Era in corso la "guerra delle correnti".
Westinghouse senza pagare le royalty produceva lampade Edison e questo spinse
Edison a intraprendere una campagna denigratoria delle tecnologie utilizzate dal
concorrente.
Fece stampare opuscoli dove sottolineò il pericolo derivante dall'uso dell'alto
voltaggio usato nei sistemi ad arco e dimostrò, servendosi di alcuni animali come
cavie, quanto poteva essere pericolosa la corrente alternata.
La campagna denigratoria produsse l'interessamento dell'Assemblea Legislativa che
promulgò l'uso della sedia elettrica al posto dell'impiccagione, utilizzando alternatori
Westinghouse.
La cosa forse influenzò anche la sentenza del tribunale; causa e ricorso furono vinti
da Edison nonostante che Westinghouse dimostrasse che Alva non fosse esperto di
elettricità.
Ma Edison era in piena crisi, non sapeva come pagare gli stipendi ai suoi duemila
dipendenti e come comprare la materia prima per far fronte agli ordini che
giungevano numerosi, perché incassava solo dopo la consegna.
La "Edison Electric" era stata creata per riscuotere le royalty e i banchieri che la
gestivano proposero allo scienziato di comprare le sue fabbriche e formare una nuova
società che si chiamò "Edison General Electric Company".
Il processo aveva messo in crisi anche Westinghouse.
Charles Coffin che dirigeva la "Thomson Houston" concluse un accordo con la
"Edison General Electric" divenendo presidente di una nuova società che, eliminando
il nome Edison, si chiamò "General Electric".
La fusione fra la "US Electric Company" e la "Consolidate Electric Light" diede vita
alla "Westinghouse Electric Manufacturing Company" e i brevetti di Tesla furono
svenduti ai banchieri.
Tesla parlava di una distribuzione senza fili.
Al di là del risparmio del rame, chiunque poteva avere l'energia elettrica
26
gratuitamente attraverso la collocazione di una semplice antenna; come potevano le
compagnie ricavare profitti? L'energia elettrica veniva fornita a mezzo di un filo, se
l'utente non pagava, i fili venivano recisi e il banchiere tutelato.
Come si poteva disconnettere gli utenti morosi se i fili non esistevano? Le idee del
croato andavano contro gli interessi dei banchieri come Morgan.
L'elettricità doveva rimanere in mano alle compagnie, non poteva essere distribuita
gratuitamente.
In quel periodo l'inventore effettuò un giro in Europa; prima Londra, poi Parigi,
infine al capezzale della madre morente.
Ritornò in America giusto in tempo per aiutare Westinghouse che finalmente era
riuscito a produrre una lampada senza violare i brevetti della "General Electric".
Il primo gennaio del 1893 ben 96.620 lampade a incandescenza, alimentate dai
generatori Tesla, illuminarono i locali della Esposizione Universale di Chicago
dedicata a Colombo. Westinghouse inoltre aveva stipulato un accordo con la
"General Electric", che aveva adottato la nuova tecnologia, cedendo i diritti sui
brevetti di Tesla allo scopo di presentare un offerta congiunta e realizzare una
centrale elettrica alle cascate del Niagara. La realizzazione del progetto venne affidata
ad un ingegnere scozzese tale George Forbes; la centrale avrebbe utilizzato tre
generatori Tesla da 5.000 cavalli vapore. Forbes costruì un canale a monte per portare
l'acqua alla centrale e alle turbine attraverso un tubo di due metri di diametro; l'acqua
dopo aver percorso un tunnel riaffluiva nel fiume proprio sotto le cascate. L'apertura
avvenne nel 1895; era nata la "Niagara Falls Power and Conduit Company", definita
la più importante opera di ingegneria mai realizzata e Nikola Tesla divenne il più
eminente scienziato e ricavò 500.000 dollari oltre alla libertà di continuare i suoi
esperimenti.
In quel periodo cominciò a studiare la velocità di inversione, ossia la frequenza.
Costruì trasmettitori capaci di amplificare i segnali elettrici per giungere a frequenze
e voltaggi mai raggiunti, le famose bobine di Tesla, che generavano scintille lunghe
fino a 40 metri. Scoprì che ogni oggetto possiede una naturale frequenza e, se
sollecitato su tale frequenza, iniziava a vibrare fino a raggiungere il punto di rottura.
Nei suoi esperimenti utilizzando correnti di diverse frequenze riuscì a produrre
voltaggi altissimi. Costruì un vibratore senza parti mobili e lo collegò ad un
condensatore; insieme risuonavano un milione di volte al secondo. Ideò un
sintonizzatore che divenne la base di tutte le radio e televisori; inventò una lampadina
senza fili, togliendo l'aria da un tubo di vetro, che si illuminava quando veniva messo
a contatto con un campo elettrico ad alta frequenza. In quel periodo costruì le prime
lampade a fluorescenza, i neon; inoltre un tubo che emetteva raggi "X", il circuito di
sintonia, il tubo catodico, il microscopio elettronico, e la famosa "bobina" per
generare altissimi voltaggi.
Ideò luci fluorescenti senza fili con le quali illuminò il laboratorio. Aveva installato
un filo elettrico intorno alle pareti esterne dove faceva passare corrente elettrica ad
alta frequenza, attraverso un alternatore speciale; tale circuito radio diffondeva la
corrente che veniva raccolta in cuscinetti di filo collegati ai terminali posti ad ogni
27
lampada fluorescente che funzionavano in tal modo con corrente senza fili.
La bobina altro non è che un trasformatore di risonanza che permette la produzione di
corrente alternata usando sistemi polifase che si basano sull'induzione magnetica con
il passaggio di corrente in più fasi. Due bobine concentriche di filo di rame avvolto
con centinaia di spire, un condensatore e uno spinterometro producono un campo
magnetico rotante. Meccanismo alla base degli alti voltaggi dei tubi catodici delle
TV.
Rendendosi conto che una valvola rilevava onde radio descrisse le caratteristiche
basilari dell'impianto radio prima di Marconi: un'antenna, un collegamento a terra, un
circuito per la sintonizzazione, un impianto di ricezione, uno di trasmissione,
sintonizzati uno sulla risonanza dell'altro, un detector dei segnali. Tutto perché aveva
scoperto che il passaggio della corrente ad alta frequenza attraverso una bobina e un
condensatore generava un effetto di risonanza a distanza senza bisogno di fili.
Nel 1897 presentò al Madison Square Garden il primo sommergibile radiocomandato.
In una gigantesca vasca girava una barca lunga un metro e mezzo dotata di luci
colorate e una antenna; Tesla ne dirigeva a voce i movimenti e l'immersione. La
marina militare non comprese l'importanza di quella invenzione; sarebbe stata la
prima torpediniera silurante senza equipaggio.
A lui si attribuisce anche l'invenzione del telegrafo pluricanale senza fili; altra
invenzione non compresa.
Due anni dopo, di nuovo a corto di fondi, trovò un finanziatore in Curtis, l'avvocato
che si era occupato del suo primo brevetto. Leonard Curtis si era ritirato a Colorado
Springs divenendo direttore della "Colorado Springs Power Company". Il sistema
Tesla aveva salvato l'industria mineraria locale e Curtis offrì al croato un lotto di
terreno dove costruire un laboratorio. Nel giugno del 1899, nel nuovo laboratorio
costruito a Colorado Springs, Tesla iniziò a studiare i fulmini, i loro effetti e come
sfruttare le loro cariche elettriche.
Oggi Colorado Springs è noto per la vicinanza del NORAD il sistema di difesa
missilistico situato sotto i monti Cheyenne.
Il fulmine produceva un tipo di onda radio capace di produrre voltaggi regolari,
misurabili allontanandosi dalla fonte; tale effetto dimostrava che la Terra e
l'atmosfera erano cariche elettricamente. La sonda sovietica Mir accertò, nel 1997,
che i temporali appaiono sempre su delle lin a distanze regolari nella parte scura della
Terra dimostrando la possibilità della trasmissione dell'energia elettrica senza l'uso
dei fili.
Tesla aveva scoperto che poteva far risuonare elettricamente la Terra come una
campana, con un rintocco ogni due ore. Secondo lo scienziato la frequenza della
risonanza elettrica terrestre era di dieci cicli al secondo; il valore usato oggi è di 7,8
cicli. Lo scopo era studiare le onde radio a bassissima frequenza capaci di
raggiungere qualsiasi luogo, sia sulla superficie, sia sotto il mare.
La struttura del laboratorio di Colorado era alta circa 60 metri; dodici metri misurava
la parte inferiore, simile ad un granaio; al centro del capannone un traliccio e su di
esso un'asta di rame che sosteneva una sfera, anch'essa di rame. L'asta scendeva sopra
28
ad un'enorme bobina situata al centro, sotto il tetto aperto; il pavimento era di legno
circondato da un recinto, sempre di legno, alto due metri e lungo il perimetro
scorreva un grosso cavo elettrico. La recinzione era percorsa da avvolgimenti di filo
elettrico.
All'interno della gabbia vari oggetti diversi fra loro, all'esterno del recinto file di
condensatori. Il trasmettitore riceveva impulsi di corrente alternata a basso voltaggio
dalla vicina centrale e generava 10.000 watt. Nel corso degli esperimenti si rese conto
che diverse velocità di vibrazione producevano onde stazionarie di diverso tipo,
quella che in gergo si chiama "lunghezza d'onda del segnale", e che, cambiando la
lunghezza dell'asta e regolando la sintonizzazione della lunghezza d'onda, poteva
ricavare il massimo voltaggio nella sfera di rame.
Il cellulare che usiamo tutti i giorni è dotato proprio del tipo di antenna di
sintonizzazione inventata da Tesla.
Quando Tesla produsse con il suo apparato il primo fulmine ottenne un lampo di 60
metri e un violento tuono che venne udito a 42 chilometri di distanza. Le 200
lampade degli apparecchi riceventi che s'illuminarono furono la prova che l'impianto
senza fili funzionava. Il 20 marzo 1900 depositò il brevetto e nel 1902 tutti gli altri
brevetti relativi.
Tesla dimostrò quindi che l'energia elettrica può essere diffusa utilizzando la
superficie terrestre, sfruttando la zona atmosferica dove risiede la risonanza di
Schumann e, chiunque, sintonizzandosi con opportuni apparecchi, può ottenere
corrente gratuitamente.
La Terra è in grado di assorbire elettricità e per questo tutti gli strumenti elettrici
scaricano a terra. La corrente che lo scienziato iniettò nel suolo si propagò come
un'onda radio alla velocità della luce, raggiunse l'altra parte e ritornò indietro; il
secondo impulso si unì al primo rafforzandolo, e così fece il terzo, e il quarto,
aumentando la potenza smisuratamente. L'obbiettivo di Tesla era scoprire il limite
della risonanza, ma il sovraccarico bruciò il generatore della centrale che gli forniva
la corrente e mise al buio l'intera città di Colorado.
Aveva realizzato il suo sogno e trovato il sistema di produrre plasma
elettromagnetico prima ancora che si coniasse il termine. La miscela di ioni e
elettroni scoperta, oggi viene chiamata "Gas ionizzato" ed è in grado di sprigionare
luce e calore. È il funzionamento del Sole.
I brevetti di Tesla sono stati menzionati nella costruzione di armi dotate di proiettili al
plasma capaci di neutralizzare satelliti spia, che fanno parte del progetto "Scudo
stellare". Tesla era anche in grado di produrre la risonanza del campo elettrico
terrestre e dominare di conseguenza il tempo meteorologico.
Per capire l'importanza di quanto scoperto dal Nikola pensiamo alla fusione
termonucleare, attraverso la quale otteniamo energia pulita ed economica in seguito
alla trasformazione dell'idrogeno in elio; tale fusione avviene a temperature talmente
elevate che non esiste un materiale resistente alla fusione. L'unica cosa che permette
ai materiali di resistere è l'utilizzo di una bolla di plasma come quella che ideò Tesla
per generare il fulmine globulare; scoperta che si è dimostrata importante per lo
29
studio della quantistica.
Lanciando simili raggi è stato possibile stilare mappe di Venere e della Luna.
In effetti il nostro pianeta è circondato da una particolare carica elettrica, che inizia a
80 km. dalla Terra, nota come ionosfera. Fra questa e il suolo esiste una zona con un
potenziale costante di 220 volt per metro dentro il quale noi viviamo. Quindi il nostro
corpo ha una data quantità di elettricità misurabile, ma è anche circondato e penetrato
da molti campi elettrici, magnetici e gravitazionali generati dalla Terra e dagli altri
pianeti; campi elettromagnetici dovuti agli ultravioletti, campi generati da emittenti
radio, apparecchi televisivi, videoregistratori, telefoni e così via.
Oggi sappiamo che il Sole con la sua energia e la sua attività determina il clima sulla
Terra, ne influenza l'ecosistema e di conseguenza l'esistenza degli esseri viventi su di
essa. Sappiamo che l'attività solare si manifesta nelle macchie solari prodotte dalla
differente velocità di rotazione di due campi magnetici: quello polare e quello
equatoriale. Queste eruzioni sprigionano intensi campi magnetici che riducono il
flusso di energia e producono perturbazioni fisiche sulla Terra.
Infatti, attraverso il "vento solare", gli elettroni e l'idrogeno ionizzato si propagano
ovunque, interferendo con il campo magnetico terrestre, contribuendo all'esistenza
delle due fasce di Van Allen, ove si accumulano le particelle elettriche che
modificano gli effetti climatici.
Esiste una zona nell'atmosfera carica di elettricità fra la superficie e la ionosfera,
conosciuta come "cavità Shumann"; in pratica un grande condensatore che Tesla
riuscì a far vibrare con l'energia elettrica. Nessuno avrebbe potuto esaurire l'energia
trasmessa in quel momento.
Nel 1900 Westinghouse e la "General Electric" avevano il monopolio assoluto
dell'erogazione di corrente alternata e si erano notevolmente arricchite con il suo
commercio. Quando Tesla comunicò a Westinghouse l'esito delle ricerche effettuate a
Colorado Spring e i suoi progetti per il futuro, l'uomo d'affari vide nello scienziato un
pericolo per i suoi affari e gli negò ogni ulteriore finanziamento nell'intento di
fermarlo; anzi intraprese una serie di azioni che miravano a denigrarlo davanti
all'opinione pubblica in modo che le sue ricerche non fossero finanziate da altri.
In quel tempo Tesla parlò della possibilità di trasmettere calore al Polo Nord, di
formare il ghiaccio ai tropici; inviare fotografie e trasmettere musica in ogni angolo
della Terra; distribuire elettricità gratuita e illimitata ovunque.
Le sue invenzioni lo rendevano un uomo credibile e pericoloso.
La bobina per produrre correnti ad alto voltaggio e alta frequenza, il trasmettitore
d'amplificazione, per generare la risonanza dei campi prodotti con i fulmini con la
carica della Terra, il sistema elettrico senza fili, per trasmettere l'energia elettrica, un
sistema per sintonizzare su una determinata lunghezza d'onda un ricevitore, erano le
invenzioni che permettevano la trasmissione della corrente senza fili.
Tesla aveva scoperto che la Terra rispondeva a vibrazioni elettriche di una
determinata velocità e se venivano prodotte onde stazionarie intorno al globo,
utilizzando il campo elettrico terrestre, era possibile trasmettere elettricità senza
dispersione di energia. Si potevano già realizzare in quegli anni alcune delle cose in
30
uso oggi come la trasmissione di messaggi segreti di stato; la possibilità di scambiare
messaggi fra i cittadini in modo rapido e sicuro; telefonare in ogni luogo e a
chiunque, trasmettere le notizie dei quotidiani di tutto il mondo, oltre alla musica,
manoscritti, foto, disegni e documenti; sincronizzare gli orologi con precisione
astronomica; creare un sistema monitorato di navigazione per determinare le rotte
delle navi. L'unica cosa che ancora oggi non possiamo fare, anche se è stato
dimostrato nell'ultimo decennio che sia possibile, è trasmettere energia elettrica in
qualunque luogo senza l'uso di fili, ma sappiamo molto bene il perché. Cosa che
Tesla non aveva compreso appieno. Se avesse lavorato come fece Marconi con i
militari e il governo, anziché procedere da solo, oggi sicuramente avremmo un
mondo notevolmente diverso. Nikola però non conosceva i meccanismi del mercato,
per questo rifiutò anche l'offerta di acquisto dei Lloyds di Londra per un impianto
senza fili da installare su un panfilo. Da quel momento perse notorietà e divenne per
l'opinione pubblica uno scrittore di fantascienza, folle e fuori dal mondo; per questo
non viene ricordato neanche oggi per il grande uomo che è stato e per quello che ha
fatto.
Gli unici che lo hanno considerato seriamente, per quello che in effetti era, sono stati
Samuel Clemens, conosciuto come Mark Twain, e J.P. Morgan. Il primo, in qualità di
amico e appassionato al tema dei suoi esperimenti divenne un assiduo frequentatore
del laboratorio di Tesla al 35 di South Fifth Avenue. Si racconta che ebbe l'occasione
di sperimentare anche l'effetto delle vibrazioni meccaniche prodotte da un
meccanismo consistente in una piattaforma montata su cuscinetti elastici azionata da
aria compressa. Vibrazioni rivelatesi curative di problemi di digestione ed altri
disturbi e con le quali Clemens curò la sua stipsi. Quando l'inventore ancorò il
meccanismo ad una colonna di ferro del suo laboratorio, con l'aumento della
frequenza raggiunse un livello in grado di far vibrare l'intero edificio con il pericolo
di provocare un crollo. Rinunciò così a procedere oltre. J.P. Morgan, uomo chiave
della creazione della "General Electric", per interesse personale, consapevole che il
successo della società si basava sui brevetti di Tesla e che il controllo sui brevetti
dava anche il diritto di sopprimerli o nasconderli, interessato ai lavori dello scienziato
per motivi economici, offrì 150.000 dollari per il 51% dei brevetti sviluppati sulla
nuova tecnologia senza fili e rese pubblico il finanziamento iniziale a difesa dei suoi
interessi. Il 23 luglio del 1901 Tesla, ignaro delle vere intenzioni di Morgan, iniziava
a Long Island i lavori per erigere una colossale torre di legno di 60 metri nota col
nome di Wardenclyffe, che sosteneva un elettrodo di rame di 35 metri di diametro,
idoneo a raccogliere una carica elettrica. Concepita e costruita come sistema per le
telecomunicazioni senza fili, era il mezzo per dimostrare che era possibile distribuire
l'energia senza utilizzare i fili e continuare quanto iniziato a Colorado Springs.
Tesla dichiarò di svolgere esperimenti tesi a imbrigliare l'energia dei raggi cosmici e
costruire un dispositivo funzionante attraverso l'utilizzo di tale energia. Aggiunse che
i raggi cosmici ionizzano l'aria creando particelle libere come ioni ed elettroni; le
cariche vengono catturate in un condensatore che funziona come scarico per il
circuito del motore. Gli esperimenti erano volti ad utilizzare la Terra come conduttore
31
trasformandola in un gigantesco trasmettitore elettrico, aprendo la possibilità di
comunicare e trasmettere potenza attraverso la crosta terrestre. Intendeva concepire
una stazione trasmittente in grado d'inserire energia elettromagnetica nella crosta fino
a raggiungere la risonanza elettrica della Terra stessa, in modo da utilizzare il pianeta
per intercettare energia, usufruendo delle stazioni riceventi dislocate opportunamente
sul globo. Lo scienziato scoprì, trasmettendo frequenze estremamente basse, che
poteva alterare le correnti nell'alta atmosfera e modificare il clima. Inoltre,
utilizzando tali onde, si poteva interagire con l'attività bioelettrica del cervello e con
la naturale vibrazione delle molecole del corpo, manipolando la biofisica umana.
Presso Colorado Springs aveva concepito un nuovo sistema di esplorazione geofisica
utilizzando oscillatori meccanici inventati in precedenza. Gli esperimenti non furono
portati a termine perché si accorse che potevano generare terremoti artificiali di
inaudita potenza, modificando le naturali frequenze di cui sono dotati tutti i corpi e
sfruttando quella che chiamò "frequenza risonante", a mezzo della quale un corpo si
mette a vibrare fino alla rottura. Difatti se il trasmettitore avesse inviato una forte
energia in un solo punto si sarebbe verificata una distruzione totale.
Morgan, vedendo nel progetto un pericolo futuro per i suoi interessi, negò allo
scienziato altro denaro, ma nel frattempo Tesla riuscì ad ottenere 10.000 dollari dal
Canada per trasmettere l'energia per quello Stato, costringendo Morgan a dichiarare
apertamente che non intendeva finanziare ulteriormente lo scienziato.
Per il mondo, se Morgan non rischiava i capitali, il progetto non era affidabile e tutti
si tirarono indietro. A 50 anni Tesla si ritrovò senza soldi, solo, come il giorno in cui
era sbarcato a New York, mentre Morgan possedeva tutti i suoi brevetti dell'elettricità
senza fili e Westinghouse controllava l'energia a corrente alternata.
Tesla, non interessato ai soldi, pieno di fiducia infantile verso un mondo che non lo
comprendeva e lo disprezzava, profondamente ferito, convinto di essere stato
abbandonato dagli uomini e da Dio, un uomo pieno di orgoglio che non si era mai
voluto sposare e quindi non aveva avuto modo di provare le gioie di una famiglia, si
mise a scrivere per riuscire a sbarcare il lunario. Nella scrittura trovò lo sfogo dei suoi
risentimenti definendo il mondo "pusillanime e incredulo, la cui cecità costa cara a
tutti"; se la prese con "un'umanità non sufficientemente progredita in un mondo dove
un'idea o un'invenzione viene ostacolata e maltrattata dalla volontà del denaro, dagli
interessi egoistici, dalla pedanteria, dalla stupidità e dall'ignoranza; attaccata e
repressa, sottoposta ad amari processi nella spietata lotta per affermarsi sul mercato".
Negli anni che seguirono, la sua fervida mente partorì altri progetti. Due turbine
senza pale da 200 CV che furono collaudate nella centrale di Waterside a New York e
che non trovarono consensi all'epoca; oggi le turbine a gas si basano sui progetti di
Tesla. Vengono attribuiti a Tesla 700 invenzioni, fra le quali l'illuminazione elettrica,
l'energia elettrica a corrente alternata, il tachimetro, il contagiri meccanico, la
diffusione radio, la lampada per flash fotografici, il motore rotante, la turbina Tesla
senza palette, quella per l'accensione dei motori elettrici, l'auto elettrica senza
32
3
generatore di corrente, l'uso medico della risonanza magnetica , la prima stazione di
energia idroelettrica, la sismologia.
E ancora, negli anni ottanta, uno studio sulla dispersione di energia in un pulsar
stellare dimostrò che le onde gravitazionali esistono e la sua concezione sulla gravità
riconsiderata; nel 1896 l'altoparlante, reclamizzato solo venti anni dopo, a causa della
mancanza di un brevetto; l'invenzione delle porte logiche utilizzate oggi nei computer
e nella robotica che Tesla adoperò nel battello radio comandato a comando vocale;
l'iniettore elettrico per auto. Nel 1917 i principi relativi ai livelli di frequenza e
potenza che permisero nel 1934 le prime apparecchiature Radar, onde radio ad alta
frequenza che rimbalzano sugli oggetti tornando indietro alla fonte generatrice. Nel
1928 un apparato di trasporto aereo a decollo verticale. Parlò inoltre di una macchina
"volante, pesante, solida e stabile, in grado di muoversi a volontà nell'aria in ogni
direzione e in perfetta sicurezza, a velocità mai raggiunte, indipendentemente dalle
condizioni atmosferiche; capace di sostare nell'aria anche in presenza di forti venti...
ma non è questo il tempo per parlarne."
Navi che potevano volare utilizzando energia elettromagnetica trasmessa da
trasmettitori simili a quelli concepiti a Colorado Springs. Perfezionò un apparecchio
per inviare energia nello spazio interstellare che in pratica era un prototipo del Laser
e di un ordigno al plasma che produceva particelle ad alta energia nella ionosfera. Nel
1940, in un'intervista sul "New York Times", dichiarò di poter consegnare al governo
il segreto della sua "teleforza" con la quale si poteva distruggere il motore di un
aereo: era il famoso "raggio della morte". Il dipartimento della guerra la considerò la
farneticazione di un pazzo.
Il governo jugoslavo concesse a Tesla una piccola pensione di 7.200 dollari l'anno e
l'occasione di trovare una dimora stabile per gli ultimi anni, benché sembra che
girovagasse da un albergo all'altro. L'unico membro della famiglia che gli fu vicino
fino alla fine fu il nipote Sava Kosanovich.
Fra la notte del 5 e quella dell'8 gennaio 1943 Tesla morì nella stanza dell'Hotel New
Yorker. Il cadavere venne ritrovato due giorni dopo. La notte dell'8 il nipote ed altri
due uomini rovistarono nella sua stanza in cerca di un testamento, mai trovato, e altri
scritti conservati nel Museo a Belgrado. L'FBI che seguiva Sava confiscò tutto quanto
3
Tutte le macchine per la risonanza magnetica nucleare sono calibrate con l'unità di Tesla,
da 2 a 9. Un Tesla equivale a 1000 Gauss (unita di misura del flusso magnetico).
Estremamente importante per la diagnosi degli organi interni del corpo umano specie in
caso di tumori e processi degenerativi del cervello e della colonna vertebrale. Più forte è il
campo magnetico più forte la quantità dei segnali radiofonici tratti dagli atomi del corpo e
quindi più alta la qualità delle immagini. I nuclei atomici mostrano la loro presenza
assorbendo o emettendo onde radio una volta esposti ad un campo magnetico
sufficientemente forte. Il segnale dell'idrogeno nel tessuto canceroso è diverso da quello di
un tessuto sano perché i tumori contengono più acqua e quindi più atomi di idrogeno. La
preparazione all'esame è insolita in quanto è necessario lasciare fuori della stanza ogni
oggetto metallico smontabile, comprese protesi dentarie, acustiche e di altro tipo.
33
rimaneva dello scienziato.
Un'invenzione risultò depositata nel 1932 presso la cassaforte dell'hotel Grosvoner
Clinton, ma l'albergo rifiutò di consegnarla all'FBI.
Tutto il suo lavoro fu dichiarato Top Secret dall'FBI, dalla marina militare e dal
vicepresidente.
Il 12 gennaio 1943 si svolsero i funerali nella cattedrale St. John di New York.
La vicenda Tesla ci spinge ad analizzare più da vicino alcune cose a lui collegate:
Nel laboratorio a Menlo Park, nel New Jersey, Thomas Alva Edison, si dedicò allo
studio della dinamo e produsse una lampada ad incandescenza; nel 1890 nacque la
"Edison General Electric Co.".
Nel 1892 dalla fusione fra la "Thomson Houston Co." guidata da Charles Coffin ebbe
origine la "General Electric Co.".
Nel 1917 fu costituita la "GE Aircraft Enginers" per la fabbricazione dei motori
aeronautici; nel 1930 il primo reparto della "GE Plastics" in seguito agli esperimenti
condotti da Edison riguardo ai filamenti plastici per le lampadine effettuati nel 1893.
Nel 1919 la GE formò la "RCA", "Radio Corporation of America", che nel tempo, a
causa della potenza di trasmissione raggiunta si ripartì in altre due società: il network
rosso, la "NBC", "National Broadcasting Company", e il network blu, la "ABC",
"America Broadcasting Company".
Quando scoppiò la seconda guerra mondiale l'RCA era divenuta parte integrante della
struttura della difesa americana, in seguito alla messa a punto di un altimetro di alta
precisione per le missioni di bombardamento ad alta quota. Sempre dell'RCA il
trasmettitore portatile indossato dagli agenti segreti dislocati in territorio nemico, non
rilevabile dai tedeschi, con il quale comunicare direttamente, senza usare codici
criptati, con il pilota di un aereo che sorvolava la zona.
Il presidente era il generale David Sarnoff, nato a Minsk, Russia, nel 1891, che aveva
lavorato nella "Marconi Wireless Company". Sembra fosse il telegrafista che
ricevette l'S.O.S. dal Titanic nell'Aprile 1912. Reclutato in seguito nell'esercito,
divenne direttore della Divisione della guerra psicologica col grado di generale di
brigata, famoso per le dichiarazioni a favore della guerra fredda. Si parla della sua
presenza durante avvistamenti definiti "non convenzionali" (UFO) avvenuti nel 1946
in Svezia e nel 1966 sopra la base militare di Andros nelle Bahamas. Faceva parte di
una équipe di esperti militari e in lui viene indicata la persona che ordinò il sequestro
dei filmati e intimò, all'operatore che li aveva eseguiti, il silenzio. Era considerato un
esperto in materia di UFO, cosa risultata molto utile nella conduzione della RCA.
Le apparecchiature della base di Andros erano state fabbricate dall'RCA, di
conseguenza il generale Sarnoff viene indicato quale membro di una struttura coperta
che si serviva dell'RCA per scopi "occulti" oltre a quelli ufficiali. La messa in onda di
alcune trasmissioni tipo "Dark Skies", nelle quali si parla liberamente del gruppo
"Majestic 12", e di altre trasmissioni riguardanti gli UFO, come la famosa "Guerra
dei Mondi", testimonierebbero che tale uso si è protratto nel tempo e non sia
avvenuto per caso.
34
La progettazione di radar e di altri strumenti molto sofisticati per le forze armate e la
commessa militare di oltre un miliardo di dollari negli anni sessanta aveva conferito
all'RCA un posto importante nel meccanismo bellico statunitense; i suoi affari non
erano più solo radiofonici. Nel tempo raggiunse un'invidiabile posizione nel
panorama economico nazionale e mondiale. Il procuratore distrettuale Garrison, che
sosteneva l'ipotesi dell'assassinio di Kennedy da parte dei sostenitori della guerra
fredda, definì il gruppo RCA/NBC, impegnato in una intensa campagna
d'informazione ostile al procuratore, come "la lunga mano del Governo Invisibile".
Da segnalare infine che Guglielmo Marconi credeva negli extraterrestri, secondo le
numerose dichiarazioni rilasciate a riguardo; dopo gli esperimenti eseguiti nel 1933
s'incontrò con David Sarnoff quando questi era un personaggio di rilievo
dell'Intelligence statunitense.
Nel 1993 il dipartimento della difesa americano dichiarò di aver iniziato a costruire
un centro ricerche nel campo delle alte frequenze applicate alle aurore boreali, per
esperimenti riguardo alla risonanza della Terra e dell'atmosfera. Un progetto da 30
milioni di dollari l'anno, che si serve di immense riserve di gas e petrolio appartenenti
alla società ARCO e che, per la sua straordinaria potenza e polivalenza, è considerato
da molti l'arma ultima degli USA. Un sistema tecnologico militare capace di
scannerizzare il sottosuolo alla ricerca di basi segrete sotterranee, o silos di missili, in
grado di interrompere tutte le comunicazioni Hertz, emettere onde ELF in grado di
influenzare il comportamento umano, modificare il tempo atmosferico, provocare
terremoti o tsunami e bloccare ogni meccanismo elettronico. Un'arma che agisce sulla
ionosfera con conseguenze imprevedibili e indescrivibili, presentato dal Pentagono
come un innocuo esperimento, un'innocente ricerca sulla ionosfera al fine di
migliorare le comunicazioni...
Magda Haalvoet, eurodeputata belga, afferma che questo tipo di armamento implica
conseguenze tecnologiche disastrose e mette in pericolo la democrazia delle Nazioni.
La sigla HAARP significa "High Frequency Active Auroral Research Project":
"Metodo ed apparecchiatura per l'alterazione di una regione dell'atmosfera, ionosfera
e/o magnetosfera terrestre".
L'area interessata si trova a Gakona, in un terreno situato a Nord Est di Anchorage in
Alaska, nel Golfo del principe Guglielmo di proprietà del Dipartimento della Difesa
USA; consta di 360 antenne alte oltre 20 metri. Doppie antenne a dipoli incrociati,
una coppia per la banda bassa da 2,8 a 7 Megahertz e un'altra per la banda alta da 7 a
10 Megahertz; che trasmettono, a 350 chilometri di distanza, un raggio di energia ad
alta frequenza nella ionosfera; alimentate da sei turbine di 3600 CV che bruciano
qualcosa come 95 tonnellate di diesel al giorno, per generare oltre 1,5 miliardi di
Watt. Una zona scelta per la sua vicinanza al Polo e alla zona di concentrazione delle
linee magnetiche del nostro pianeta; per la presenza di fonti energetiche naturali
situate nel sottosuolo e per la distanza dai centri urbani.
La Ionosfera è costituita da particelle ionizzate cariche di energia all'altezza media di
48 chilometri fino a 800 chilometri dalla superficie terrestre; un cuscino ad alta
densità energetica che è vitale per il pianeta e che protegge i suoi abitanti dagli effetti
35
nocivi del sole.
Il sistema HAARP si basa sulle ricerche di Bernard Eastlund, che ha preso spunto dai
lavori di Nikola Tesla; ricerche che dovevano servire ad Eastlund per scoprire vasti
giacimenti di gas naturali che la compagnia petrolifera ARCO stava cercando in
Alaska ed hanno fruttato dodici brevetti fra il 1987 e il 1994, la proprietà dei quali è
detenuta dalla società APTI-ARCO, un consorzio petrolifero dietro al quale si celano
la Marina, l'Aviazione, e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Anche il fisico
nucleare Edward Teller, noto per essersi dedicato alla costruzione della bomba
all'idrogeno ed ha contribuito al sistema "Guerre Stellari", ha collaborato al progetto.
I brevetti di Tesla riguardavano il metodo e il dispositivo per alterare uno strato
dell'atmosfera terrestre, ionosfera e magnetosfera e creare un ciclotrone artificiale per
riscaldare una zona di plasma e produrre uno scudo di particelle relativistiche ad
un'altezza superiore della superficie terrestre.
Collegati al progetto vi sono oltre 400 brevetti, per la maggior parte armi offensive
che sfruttano il sistema d'irraggiamento a fascio diretto dalla Terra verso lo spazio. Si
può dirigere l'energia ad alta frequenza verso un'antenna ricevente, ovunque, anche in
centri urbani. Si può interferire con ampie zone dell'atmosfera per abbattere qualsiasi
tipo di oggetto volante.
Anche la Russia si è dedicata ad una simile ricerca prima della divisione del suo
territorio.
Vi sono altre installazioni simili in varie parti del pianeta: ad Arecibo, a Fairbanks in
Alaska, a Tromso in Norvegia, a Pine Bush in Australia ed a Steeplebush in
Inghilterra. Sicuramente se ne stanno costruendo altre.
Si è saputo che l'impianto pilota di Gakona è in grado di irradiare 1.700.000.000 Watt
nell'atmosfera. Il progetto HAARP rappresenta lo sviluppo negativo dell'invenzione
di Tesla. Egli odiava la guerra e, a tal proposito, dichiarò: "Non si può abolire la
guerra mettendola fuori legge. Non vi si può porre fine disarmando i forti. Ma si può
fermarla rendendo tutti i paesi in grado di difendersi. Ho appena scoperto una nuova
arma di difesa che, se verrà adottata, trasformerà completamente i rapporti tra le
nazioni. Le renderà tutte, grandi e piccole che siano, invulnerabili a qualsiasi attacco
proveniente da terra, dal mare o dall'aria. Bisognerà, in primo luogo, costruire una
grande officina per fabbricare quest'arma, ma quando sarà completata, sarà possibile
distruggere uomini e macchine in un raggio di 320 Km."
Nel 1934 Tesla descrisse in un articolo un'apparecchiatura simile al laser,
affermando: "Questo strumento proietta particelle che possono essere relativamente
grandi o microscopiche, che permettono di trasmettere a gran distanza un'energia
milioni di volte più forte di quella ottenibile con qualsiasi altro raggio. Così una
corrente più sottile di un filo può trasmettere migliaia di cavalli vapore. E nulla le può
resistere."
Le onde a bassa frequenza, ELF, generate dal sistema, possono influenzare le attività
cerebrali. Nel 1952 il Dr. Jose Delgado, professore dell'Università di Yale, scoprì che
si poteva modificare il comportamento emozionale del pensiero. Il Dr. Robert Becker
dimostrò che tali onde potevano provocare paura, depressione, desideri.
36
Nel 1970 Zbignieu Brezinski, fondatore della commissione trilaterale David
Rockfeller's pubblicò un libro sulla possibilità di controllare il clima per produrre
periodi di prolungata siccità o inondazioni. Da segnalare che Brezinski era anche
direttore della sicurezza nazionale del presidente Carter e fondatore della "Federal
Emergency Management Agency".
Cinesi e russi denunciano da tempo la possibilità che un paese, nello specifico gli
Stati Uniti, possa alterare le forze della natura sconvolgendo il regime delle piogge.
Dichiarano di avere forti preoccupazioni per gli esperimenti americani in Alaska,
definendo il progetto HAARP un'arma geofisica con la quale condizionare il clima
alterando attraverso l'emissione di microonde la temperatura e l'umidità.
L'intensità e la frequenza dei disastri che si sono registrati in questi ultimi anni
sarebbero da imputare ai test del progetto HAARP, in quanto in tale progetto
verrebbero usati metodi in grado di provocare terremoti e modificare le
precipitazioni, la temperatura, il livello del mare, la caratteristica della luce solare.
Nel 2002 ben 220 deputati della Duma firmarono un appello indirizzato all'ONU per
chiedere la messa al bando degli esperimenti elettromagnetici dell'HAARP ritenuti
una nuova arma in grado di influenzare gli elementi naturali con le onde ad alta
frequenza. Il progetto è tuttora in opera.
Nel 1914 Harry Grindell Matthews dichiarò di aver inventato un raggio invisibile,
conosciuto come il "raggio della morte", capace di bloccare qualsiasi motore,
riprendendo un vecchio un progetto di Tesla per teletrasportare energia elettrica.
Durante una dimostrazione sarebbe riuscito a bloccare il motore a scoppio di una
moto, a far esplodere polveri a distanza ed accendere una lampada senza fare uso di
corrente elettrica.
Il Ministero dell'Aviazione inglese non fu convinto dalla prova, in quanto il suo
raggio di azione era attivo entro diciotto metri.
Nel 1925 Grindell si recò in America e al suo ritorno in patria dichiarò di aver
venduto il brevetto agli USA. Da quel momento lo scienziato venne dimenticato;
morì nel 1941. La sua tecnologia fu impiegata per proiettare in cielo immagini
pubblicitarie. Non fu l'unico a costruire un sistema per generare un raggio simile, in
tale impresa si cimentò, e sembra con esiti positivi, anche Guglielmo Marconi. A
convalidare tale impresa, pur in modo indiretto, un testimone di tutto rilievo: Rachele
Mussolini. Nel suo libro "Mussolini privato", descrive cosa le accadde una mattina
del 1936 mentre percorreva con l'auto la Roma-Ostia: "Un giorno, alla fine di giugno
del 1936, a pranzo, avevo detto a Benito che nel pomeriggio mi sarei recata ad Ostia
a controllare alcuni lavori in una proprietà agricola. Mio marito sorrise e mi disse:
Trovati sull'autostrada fra le tre e le tre e mezza. Qualcosa ti sorprenderà."
Secondo quanto riportato nel libro, a metà strada l'auto si fermò e nonostante che
l'autista facesse di tutto per rimetterla in moto, la macchina non ne volle sapere.
Accadde lo stesso a tutte le auto che si trovarono in zona, sia quelle che viaggiano
verso Ostia, sia quelle dirette verso Roma. Rachele guardò l'orologio: erano le 3,10.
All'autista disse di aspettare fino alle 3,30. L'uomo chiese perché aspettare tanto, ma
37
dopo aver visto inutili i suoi tentativi di far ripartire il motore, alla fine si arrese. Alla
3,35 Rachele Mussolini disse all'autista di riprovare a far ripartire l'auto. Inutile dirlo
l'auto si rimise in moto.
La sera a cena narrò l'accaduto a tavola e Mussolini confermò che era stato fatto un
esperimento segretissimo in quel punto dell'autostrada. "Un'invenzione di Marconi
che può dare all'Italia una potenza superiore a quella di tutti gli altri paesi del mondo.
Marconi sta continuando le ricerche."
Mussolini spiegò alla moglie che Marconi utilizzando un raggio misterioso poteva
interrompere il circuito elettrico dei motori di qualsiasi tipo.
Purtroppo Marconi era devotissimo alla chiesa, causa l'annullamento del matrimonio
dalla sacra rota, e papa Pio XI, saputo della cosa, si allarmò e chiese allo scienziato di
non proseguire le ricerche.
Da Donna Rachele sappiamo che Marconi riferì tutto a Mussolini che, non volendo
inimicarsi il Papa, lasciò libertà di scelta allo studioso, il quale sospese le ricerche ma
non distrusse la documentazione e la scoperta stessa. L'anno dopo, il 1937, Marconi
morì.
La cosa è più che certa, dato che lo stesso duce lo confermerà a Ivanoe Fossati, il 20
Marzo 1945, in una intervista. "È vero sulla strada di Ostia, ad Acilia Marconi ha
fermato i motori delle automobili, delle moto. L'esperimento fu ripetuto sulla strada
di Anzio; a Orbetello aerei radiocomandati furono incendiati a duemila metri di
altezza." Al giornalista Mussolini disse che Marconi ebbe degli scrupoli e chiese
consiglio al Papa che gli disse di nascondere la scoperta. Disse anche che non si sentì
di obbligarlo nella scelta, pur facendogli presente che la scoperta poteva essere fatta
da altri e utilizzata contro l'Italia, ma lo studioso morì improvvisamente poco tempo
dopo.
Vi sono inoltre due fatti da registrare.
Primo: sembra che nel 1939 nella città di Essen, nell'ora di punta del traffico, tutto
quanto era elettrico e meccanico si bloccò per dieci minuti: auto, camion, moto,
orologi. I giornali non menzionarono l'accaduto. Era stato sottratto ai fascisti il
progetto del raggio della morte?
Secondo: il segreto di Marconi lo conosceva un certo Pier Luigi Ighina, suo
collaboratore, un radiotecnico milanese che per dieci anni fu aiutante dell'inventore;
fu lui a scoprire l'"atomo magnetico" che si trova in mezzo agli altri atomi e fornisce
loro il movimento continuo. Dividendolo scoprì il "monopolo magnetico".
Isolando gli atomi della materia dagli atomi magnetici i primi non hanno la possibilità
di muoversi e la materia non si trasforma, quindi l'atomo magnetico produce anche le
variazioni degli atomi della materia. Secondo quanto dichiarato da Ighina il
monopolo è il principio positivo o negativo dell'energia solare che giunge sulla Terra;
viene bloccata e riflessa divenendo energia terrestre. Dall'interazione dell'energia
solare con quella terrestre si produce materia.
Ighina aveva inventato una macchina capace di controllare le nuvole con la quale
liberava il cielo dalla loro presenza. Per riuscire a fare questo aveva sepolto quintali
di polvere di alluminio sotto il prato del suo giardino trasformandolo in un monopolo
38
magnetico.
Durante il Primo Congresso Internazionale di Medicina Ufficiale e Naturale di
Milano venne proiettata una videocassetta del filmato inerente al dissolvimento
dell'agglomerato nuvoloso sul cielo di Imola, con la ricomparsa del sereno nella zona
interessata e trattata da Ighina con monopoli magnetici. Una scoperta che poteva
risolvere il problema delle siccità e delle alluvioni nel mondo.
L'atomo magnetico è più piccolo degli altri atomi e pulsa più velocemente. Ighina
costruì un'apparecchiatura per regolare le vibrazioni atomiche magnetiche basata
sull'energia dell'atomo magnetico; con tale energia secondo l'inventore si poteva
guarire qualsiasi malattia, fondere metalli a distanza, produrre energia elettrica,
investigare nel sotto suolo alla ricerca di giacimenti petroliferi e falde acquifere,
aumentare la produzione agricola. (Il progetto Haarp?)
Da quanto dichiarato da Ighina sembra che Marconi sia rimasto ucciso dal suo stesso
esperimento durante il quale aveva provocato l'interruzione della circolazione del
sangue; perché come spiegò il radiotecnico i monopoli scompongono la materia sulla
stessa materia. Se ne accorse quando vide la salma e osservò sotto la pelle alcuni
"gnocchetti neri". I medici diagnosticarono la morte in seguito ad un attacco di angina
pectoris.
In merito a questo "raggio invisibile", o "della morte", negli anni '90 giornali e TV
diffusero la notizia che la polizia statunitense sarebbe stata dotata di un meccanismo
capace di bloccare il motore dell'auto usata dai malviventi per darsi alla fuga. Tutto
questo porta a pensare alla tecnologia in possesso degli UFO, dato che in molti casi di
avvistamenti i motori delle auto si bloccano, la luce elettrica viene a mancare, ogni
meccanismo si ferma. Fenomeni riscontrati anche nelle vicende riguardanti il famoso
Triangolo delle Bermuda, fenomeni che interessano campi elettromagnetici. Sembra
però che tale progetto sia stato abbandonato perché in virtù del suo ampio raggio
d'azione, fermerebbe anche i pacemakers e interrompe la corrente nelle abitazioni
circostanti al luogo di azione.
L'apparato costruito da Tesla proiettava particelle, grandi o microscopiche, in modo
da concentrarle in una piccola area e inviarle a grandi distanze utilizzando energie
"trilioni di volte" più potenti di quelle attualmente in uso. Un fascio più sottile di un
capello a cui niente resiste. Una tecnologia che può diventare un'arma capace di
abbattere migliaia di aerei a 400 chilometri di distanza, un acceleratore di particelle
oggi in uso nei laboratori nucleari e nello scudo spaziale. Atto a produrre un'arma al
plasma.
In virtù di questo, qualcuno lo ha indicato come l'autore involontario dell'esplosione
del 30 giugno 1908 nella Tunguska, in Siberia. Esiste la strana coincidenza che lo
stesso giorno in si manifestò il fenomeno in Russia, l'inventore, stava eseguendo un
esperimento con lo scopo di inviare un'onda di immensa energia e stabilire la
comunicazione con una spedizione artica, localizzata nella linea retta compresa fra il
laboratorio e il luogo dell'esplosione. Dato che il suo trasmettitore poteva generare
una forza distruttiva pari a una bomba all'idrogeno di 10 megatoni, è stato fatto due
più due. Non esistono però prove a conferma, nonostante che l'esplosione della
39
Tunguska non abbia lasciato crateri prodotti da meteoriti o comete, caduta di UFO;
non ci furono segnalazioni in merito a tali fenomeni. L'unico effetto prodotto alcuni
giorni dopo, una luce aurorale anomala che potrebbe far pensare all'uso di
apparecchiature da parte di Tesla; apparecchiature che oggi farebbero parte del
progetto HAARP. Nonostante questo rimangono molti interrogativi: doveva avere
una potenza di 30 megatoni e per raggiungerla doveva coinvolgere più centrali,
quindi non si poteva nascondere il fatto; inoltre risultano testimonianze
contraddittorie riguardo alla traiettoria. L'unico che poteva far luce sull'evento era
proprio Tesla, ma mantenne il riserbo più assoluto in merito ai progetti che potevano
produrre armi ad energia distruttiva.
A Tesla è legata una storia riguardo ad un'auto elettrica. Si racconta che nell'estate del
1931 le strade della cittadina di Buffalo fossero percorse da una Pierce Arrow che
non presentava emissione di fumi dal tubo di scarico in quanto avrebbe avuto uno
motore elettrico e non combustione interna. Era guidata da tale Petar Savo indicato
come un giovane parente di Tesla, un personaggio che parlando dello scienziato si
riferiva a lui come "zio". Noi sappiamo che il nome del nipote controllato dall'FBI era
diverso.
Sembra che nei primi del novecento le auto elettriche avessero buone prospettive; in
molti avevano anticipato veicoli alimentati da batterie.
L'auto a benzina necessitava di una valvola a farfalla, una manovella per far girare il
motore, acqua per un radiatore, quando proprio a quel tempo vi erano poche officine
per auto e un normale elettricista poteva eseguire la manutenzione del semplice
motore a corrente continua.
Nessun inquinamento, velocità contenuta e meno incidenti mortali, costi ribassati
anche a livello produzione, non ci sarebbe stato bisogno di un accordo di Kyoto che
nessuno rispetta, non avremmo avuto, come lo abbiamo oggi, un problema con i paesi
islamici e non avremmo alimentato e finanziato di conseguenza il terrorismo.
I grandi magazzini impiegavano camion elettrici, così i medici e le donne perché tali
auto erano più facili da guidare, ma questo solo in città; le strade americane venivano
percorse da veicoli con motore a combustione interna, più veloci e con maggiore
autonomia. "Detroit Electric", "Columbia", "Baker", "Rauch & Lang" e "Woods"
furono le principali aziende tra quelle che producevano questo tipo di veicoli elettrici.
Le batterie erano però scarse, pesanti, ingombranti, al piombo, le auto avevano
prestazioni limitate, oltre gli 80 Km/h la batteria si poteva deteriorare. Richiedevano
molto tempo per la ricarica per un'autonomia massima di 160 chilometri. Quindi
quando l'affidabilità e la velocità delle auto a benzina migliorò le auto elettriche
sparirono.
Petar Savo era stato nell'esercito austriaco ed era un esperto pilota; intervistato nel
1967, raccontò l'episodio dell'auto elettrica che collaudò per conto di Tesla. "La
Westinghouse Electric" e la "Pierce-Arrow" avevano preparato un'auto sperimentale
seguendo le indicazioni di Tesla con finanziamenti della "Studebacker Corporation".
Aveva un motore elettrico a corrente che poteva raggiungere 1.800 giri al minuto,
senza spazzole, raffreddato da una ventola frontale e due terminali di alimentazione
40
sotto il cruscotto. Savo racconta che Tesla sollevò il cofano, fece qualche
regolazione, posizionò 12 valvole termoioniche in un dispositivo all'interno di una
scatola di circa sessanta centimetri per trenta e alta quindici. Poi eseguì la
connessione al motore. L'auto percorse circa 80 chilometri attorno a Buffalo,
raggiungendo i 145 km/h in perfetto silenzio.
A detta di Tesla il dispositivo che alimentava l'auto era in grado di alimentarlo per
sempre e soddisfare il fabbisogno energetico di un'abitazione; l'inventore affermò che
sfruttava una "misteriosa radiazione proveniente dall'etere, disponibile in quantità
illimitata".
L'auto aveva una batteria ricaricata da una antenna che entrava in sintonia con la
risonanza di Schumann intorno ai 7,83 Hz. Una valigia come quelle dei ricevitori a
bassa frequenza rimodulava la corrente alternata del campo magnetico terrestre in
corrente continua necessaria alla batteria fornendo una quantità illimitata di energia.
Considerando tutto questo non possiamo fare a meno di pensare che la Grande
Piramide potesse assumere la funzione di quella valigetta, assorbendo dalla Terra
energia elettrica per distribuirla senza l'uso dei fili, sfruttando proprio la risonanza di
Schumann sulle frequenze di 30 Hz riscontrata nella costruzione.
Gli esperimenti durarono una settimana, l'auto percorse vari tipi di strade alla velocità
di 150 chilometri orari, dopodiché venne consegnata in tutta segretezza in una fattoria
vicina a Buffalo e Tesla si portò via il suo dispositivo. Nel 1933 per problemi
amministrativi la "Pierce Arrow" venne liquidata e la storia si ferma qui.
Nel New York Daily News del 2 aprile 1934 un articolo intitolato "Il sogno di Tesla
di un'energia senza fili vicino alla realtà", si parlava di un "esperimento programmato
per spingere un'automobile utilizzando la trasmissione senza fili di energia elettrica".
Nello stesso periodo la "Westinghouse Corporation" pagò per la sistemazione di
Tesla al "New Yorker Hotel" di New York , dove visse per tutto il resto della sua
vita.
Tesla venne anche reclutato dalla Westinghouse per ricerche non ben specificate sulle
trasmissioni senza fili ed egli interruppe le sue dichiarazioni pubbliche sui raggi
cosmici.
Leggende metropolitane, o studiati cover p su invenzioni che potevano danneggiare il
potere di qualcuno?
Su tutta la storia non vi sono molti riscontri.
Riguardo le auto all'Idrogeno, oggi parliamo di auto con motore a celle di
combustibile, a idrogeno. Una nuova frontiera già disponibile che viene ostacolata
esclusivamente da problemi politici visto che quelli economici potranno essere risolti
nel momento in cui si passerà ad una produzione industriale con l'abbattimento dei
relativi costi. In soli cinque anni, massimo sette, si potrebbe riconvertire l'intero parco
auto, azzerare il tasso d'inquinamento mettendosi in regola con l'accordo di Kyoto e
sganciarsi dal petrolio e da tutti i problemi che dal suo uso derivano.
41
4
Ironia della sorte la cella a combustibile , o pila a gas, fu ideata nel 1839 da William
Grove, un curioso avvocato del Galles con l'hobby della chimica. Durante un
esperimento di elettrolisi, procedimento attraverso il quale si può separare idrogeno e
ossigeno dall'acqua, si accorse che, nel momento in cui le batterie che alimentavano
le celle elettrolitiche venivano escluse, il processo riprendeva al contrario; cioè
l'idrogeno e l'ossigeno si riunivano generando elettricità. La comunità scientifica pur
interessata inizialmente preferì optare per la dinamo, scoperta poco tempo dopo da
Werner Siemens.
Passarono 120 anni prima che la NASA adottasse le "fuell cells" per il progetto
Apollo e invogliasse il loro uso a livello industriale. Infatti, a partire dagli anni '60, le
pile a combustibile sono state utilizzate per tutte le missioni spaziali sia Apollo, sia
Shuttle, al fine di produrre acqua ed energia elettrica nello spazio.
La cella, in pratica, si comporta come un generatore di energia elettrica prodotta
attraverso la reazione chimica controllata tra idrogeno e ossigeno grazie a un
catalizzatore di platino. Si verifica il consumo di un combustibile, nel caso idrogeno e
ossigeno, con emissione di vapore acqueo. Non più camere di scoppio, pistoni,
combustione.
Fra i cinque tipi di celle a combustibile, le più interessanti sono quelle ad acido
fosforico e a membrana scambiatrice di protoni detta anche Pem. Le prime usate
negli impianti di potenza, le seconde nella locomozione dei veicoli.
Le pile Pem sono state sviluppate alla fine degli anni Cinquanta negli Usa, dalla
"General Electric", e grazie alla collaborazione con la "Ballard Power Systems",
società canadese di alta tecnologia, e con l'inglese "Johnson Matthey", specializzata
in catalizzatori, il costo del platino in una cella Pem è sceso drasticamente.
Oltre al settore dell'autotrazione, i campi di applicazione delle "fuel cells" sono la
produzione di energia, apparecchiature per telecomunicazioni, sistemi di
alimentazione per cellulari, personal computer e fabbisogni domestici.
Il metodo più economico per disporre di idrogeno è estrarlo dal gas naturale ma, con
tale procedimento, noto come "Steam Reforming", viene liberata come sottoprodotto
anidride carbonica; un secondo sistema è produrlo partendo dall'acqua, separandolo
dall'ossigeno attraverso l'elettrolisi.
La scelta vincente è rappresentata dalle celle a combustibile alimentate da idrogeno
se ottenuto dall'acqua attraverso l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.
L'acqua generata dalle "Fuel Cell" è così pura che viene bevuta dagli astronauti sullo
Shuttle.
In occasione della rassegna IFA, la più grande Fiera dell'Elettronica del mondo,
tenutasi a Berlino nel settembre del 2005, è stata presentata, dalla Toshiba una
piccolissima centrale, costituita da una mini cella a combustibile alimentata da un'alta
4
La Cella a combustibile è come un piccolo generatore che produce energia da combustibili
quali l'idrogeno o l'alcool per generare una reazione chimica senza combustione o uso di
parti mobili come le turbine.
42
concentrazione di metanolo (99,5%) come combustibile. Uno strumento idoneo e
alternativo per ricaricare le batterie di Notebook, audio digitali, dvd portatili, telefoni
cellulari. Pesa 8,5 grammi e produce 100 milliwatt di energia in un compatto che
misura appena 22x56x4,5 mm. Per il suo funzionamento necessita solo di 2 millilitri
di combustibile per assicurare 20 ore di autonomia in un riproduttore di MP3 audio.
Le Piramidi potevano essere state immense celle a combustibile per fornire energia al
popolo che occupava le terre tredicimila anni fa.
Secondo Alan Alford la Camera della Regina nella Grande Piramide di Giza, sarebbe
stata il punto dove si doveva trovare la cella energetica idonea a produrre la
separazione fra l'ossigeno e l'idrogeno; il sarcofago nella camera del Re il recipiente
dove avveniva la combustone controllata dell'idrogeno; le cinque stanze sopra tale
camera, ossia il Ded, il dispositivo di raffreddamento.
Alford ipotizza che nelle 27 nicchie allineate nella Grande Galleria e adesso vuote, si
trovavano cristalli capaci di risuonare a diverse frequenze e impiegati per
comunicare.
Questo ci porta a fantasticare ancora un po' e a compiere un viaggio fino ad Atlantide.
Secondo quanto riportato riguardo alle dichiarazioni del veggente Cayce, la civiltà
Atlantidea disponeva di una avanzata tecnologia, comprendente anche "i raggi
distruttivi"; Cayce parlò di televisione, aeromobili, quando ancora non esistevano;
dichiarò che quel popolo era capace di alterare la struttura atomica dei cristalli per
ricavare enormi quantità di energia, attraverso un sistema che ricorda quelli descritti
da Tesla. I cristalli sarebbero stati isolati in un edificio "foderato di pietra non
conduttrice".
La descrizione ricorda le torri di vetro girevoli di cui disponevano i Thuata de Danan,
protagonisti delle saghe irlandesi, rivestite appunto di un materiale isolante a
protezione delle radiazioni emanate dalle armi nemiche.
I documenti con le descrizioni per costruire tali "pietre" verrebbero custoditi in tre
posti diversi: nei templi di Atlantide sommersi a Bimini, in un tempio in Egitto e nel
tempio di Itlar nello Yucatan.
Cayce parlò anche di Faser e Maser, l'energia derivante dalla luce polarizzata,
dicendo che proprio il cattivo uso di tale energia scatenò forze incontrollabili che
causarono la distruzione del continente.
Nel 1970 il Dottor Ray Brown durante un'immersione con alcuni suoi amici nelle
acque del triangolo delle Bermuda, vicino alle isole Bari, Bahamas, vide, a quaranta
metri di profondità, una vasta città sommersa e una piramide con un'apertura sulla sua
sommità. Ecco la sua testimonianza:
"La costruzione era in pietra liscia, le giunzioni fra i blocchi si distinguevano appena.
L'apertura era una specie di pozzo che immetteva in una stanza interna rettangolare.
Completamente priva di alghe e coralli e stranamente ben illuminata senza che ci
fosse nessuna luce diretta. Vidi qualcosa che riluceva. Dal soffitto pendeva un'asta
metallica con incastonata una pietra rossa sfaccettata e affusolata in punta. Sotto di
essa un basamento in pietra sono sopra una piastra sempre di pietra, sulla quale due
mani di bronzo, annerite da evidenti bruciature, sorreggevano una sfera di cristallo.
43
Non riuscendo a smuovere l'asta e la pietra rossa, afferrai il cristallo e venni via.
Mentre uscivo da quel luogo mi parve di avvertire una presenza. All'interno di questo
cristallo rotondo vi era una serie di forme piramidali, tre per l'esattezza e tenendolo in
mano si avvertiva una vibrazione."
Pervaso dal timore che la sfera gli fosse confiscata non ne ha rivelata l'esistenza fino
al 1975, nel corso di una conferenza a Phoenix, né il punto esatto del suo
ritrovamento e cosa ne è stato del cristallo.
Il particolare delle mani metalliche che sorreggono un cristallo, rammentano le mani
degli isolatori che sostengono le "lampade" rappresentate sulle pareti di Dendera. Il
fatto che siano state viste annerite e bruciate significa che erano state sottoposte ad un
fortissimo calore, quindi la piramide catalizzava una sorta d'energia indirizzandola,
attraverso l'asta, nella sfera di cristallo. La pietra rossa poteva essere un rubino, pietra
solitamente usata nei laser per concentrare e proiettare l'energia. In quanto alla sfera
vi sono testimonianze che parlano di fenomeni paranormali; di metalli che in contatto
con essa si magnetizzano temporaneamente; l'ago della bussola girerebbe prima in
senso orario e poi in senso opposto. Si è parlato di casi di guarigione dopo averla
toccata.
Un collegamento al teschio di cristallo? Speculazioni?
Fatto che non si può negare. Il cristallo della sfera testimonia l'esistenza di civiltà in
possesso di una tecnologia avanzatissima perché perfino gli esperti dell'Istituto
Smithsoniano di Washington hanno dichiarato che, solo dopo il 1900 siamo entrati in
possesso di una tecnologia con la quale poter tagliare il quarzo e ricavarne una sfera
perfetta.
Dal passato saltiamo al futuro in quanto Tesla non era in accordo con Einstein
riguardo alla curvatura dello spazio per lui impossibile: "Se esistesse non si
spiegherebbe il moto dei corpi come li osserviamo. Solo un campo di forza può
spiegarlo e la sua assunzione dispensa la curvatura spaziale dell'esistere."
Tesla condivideva la visione della luce intesa come particella e come onda; lavorava
ad un progetto relativo ad una "barriera di luce" in grado di alterare tempo, spazio,
gravità e materia. Voci dal sapore di leggenda abbinano il suo nome al "Progetto
Filadelfia" riguardante la sparizione di una nave e il suo equipaggio dopo averla
esposta ad un forte campo magnetico.
Qualcosa che potrebbe fornire la spiegazione delle strane sparizioni nel famoso
triangolo delle Bermude.
Oggetto dell'esperimento il cacciatorpediniere Eldridge D173 che finì avvolto da una
strana nebbia luminescente e verdastra appena i generatori magnetici furono messi in
funzione. La nave sparì davanti agli occhi degli osservatori rimasti a bordo della SS
Furuseth e della SS Malay, lasciando ben visibile la sua impronta nell'acqua,
all'interno di un campo di forza di forma sferica di circa cento metri d'ampiezza.
L'Eldridge fu vista apparire e scomparire a Norfolk in Virginia e l'equipaggio subì
conseguenze sconvolgenti devastanti. Uomini che apparivano e sparivano in ogni
luogo si trovassero.
44
La storia venne rivelata da un non ben identificato Carl Allen in corrispondenza
epistolare con il dottor Morris Jessup, astronomo e ricercatore, autore di un libro
collegato alla storia, "The case for the Ufo". Jessup morì in circostanze misteriose e
sospette. La vicenda è stata divulgata da Manson Valentin con il quale Jessup era in
contatto e, successivamente, da Charles Berlitz che intervistò Valentin.
Queste le vicende collegate a Tesla, un personaggio scomodo all'epoca e sicuramente
lo sarebbe anche ai nostri tempi, ma riconosciuto come l'inventore del mondo che noi
conosciamo; senza di lui non saremo giunti a questo grado di sviluppo tecnologico.
150.000 documenti custoditi nel Museo a lui intestato a Belgrado testimoniano la sua
grande conoscenza dell'elettromagnetismo, la sua capacità di visualizzare nella mente
il problema e passare alla soluzione senza dover stilare disegni ed effettuare calcoli.
La sua mania di perfezionismo, l'enorme serietà, le doti di eloquenza; l'amore per la
natura che lo spingeva a compiere lunghe passeggiate. Appare come un uomo che
desiderava una società sana e giusta, retta da principi egualitari, "non dominata dagli
interessi egoistici di oscuri manovratori dell'economia e della politica; individui privi
di coscienza che perseguono i propri interessi non tenendo conto dei danni provocati
all'umanità."
Consapevole che il mondo è governato da pochi furbi e facoltosi, come lui li definiva,
nascosti nelle stanze del comando, intenti a raggirare una massa di illusi, poveri,
indifesi ignoranti. Sapeva come cambiare gli equilibri mondiali ponendo a
"disposizione di tutti illimitate e smisurate sorgenti di energie che avrebbero diffuso il
benessere, creato cultura, conoscenza e consapevolezza; portando il mondo ad un
autocontrollo; togliendo ai gruppi di potere l'opportunità di manipolare la massa per
conseguire il loro egoistico interesse".
Utopia. Per queste sue idee Tesla fu contrastato.
Nell'elite militare e industriale del tempo figuravano uomini come John Rockefeller
Jr., Julius Rosenwald, Henry Ford, Harvey Firestone, Herbert Hoover, il generale
5
Pershing ; ben consapevoli che le invenzioni di Edison non avevano un futuro, ma
Edison era asservito al sistema, Tesla, al contrario, lo combatteva.
Per questo vennero tagliati i fondi all'inventore; le sue invenzioni non dovevano
modificare lo status quo raggiunto, non in quel momento, il cambiamento richiedeva
tempo. Il genio invece innesca salti quantici nello sviluppo tecnologico che
costringono a cambiamenti repentini degli equilibri; quindi chi gestisce il potere deve
bloccarli o rallentarli con ogni mezzo.
Lo fecero passare per pazzo; lo fu quando scoprì le frequenza di risonanza della
Terra; ma cinquanta anni dopo Shumann disse che aveva ragione.
Lo dotarono di poteri extraterrestri quando pilotò il battello col radiocomando; ma i
5
Pershimg John Joseph generale statunitense (1860-1948) che durante la prima guerra
mondiale venne nominato comandante capo delle forze nordamericane in Europa e che sotto
la sua direzione costituirono uno dei principali fattori della vittoria alleata.
45
tedeschi in guerra fecero lo stesso con i missili ed oggi si fa uso delle "smart bombs"
guidate da Laser e GPS.
L'unità di misura del flusso magnetico porta il suo nome, un onore concesso a pochi,
a riconoscimento del suo enorme e indiscusso talento; ma non fu premiato con il
premio Nobel come avrebbe meritato; gli fu conferita solo la Edison Medal. La
cerimonia avvenne il 18 maggio 1917. Nell'occasione, uno dei membri della
"Enginering Society Building" chiuse il suo discorso, nel quale elogiava i meriti
dell'inventore croato, dicendo:
E alla fine Dio disse : "Sia Tesla e la luce fu".
Migliaia di pagine sono state scitte sul grande Tesla, pur ripetendovi alcuni passaggi,
desidero riproporvi alcuni episodi: lo merita!
ANCORA SU TESLA
Tesla aveva scoperto che avrebbe potuto far risuonare elettricamente la Terra come
una campana, con un rintocco ogni due ore. Secondo lo scienziato la frequenza della
risonanza elettrica terrestre era di dieci cicli al secondo (il valore usato oggi è di 7,8
cicli).
Lo scopo era studiare le onde radio a bassissima frequenza capaci di raggiungere
qualsiasi luogo, sia sulla superficie, sia sotto il mare.
Tesla dimostrò che l'energia elettrica può essere diffusa utilizzando la superficie
terrestre, sfruttando la zona atmosferica dove risiede la risonanza di Schumann e,
chiunque, sintonizzandosi con opportuni apparecchi, può ottenere corrente
gratuitamente.
Aveva trovato il sistema di produrre plasma elettromagnetico prima ancora che si
coniasse il termine. La miscela di ioni e elettroni scoperta, oggi viene chiamata "Gas
ionizzato" ed è in grado di sprigionare luce e calore. È il funzionamento del Sole.
I brevetti di Tesla sono stati menzionati nella costruzione di armi dotate di proiettili al
plasma capaci di neutralizzare satelliti spia, che fanno parte del progetto "Scudo
stellare".
Tesla era anche in grado di produrre la risonanza del campo elettrico terrestre e
dominare di conseguenza il tempo meteorologico.
Il nostro pianeta è circondato da una particolare carica elettrica, che inizia a 80 km
dalla Terra, nota come ionosfera. Fra questa e il suolo esiste una zona con un
potenziale costante di 220 volt per metro dentro il quale noi viviamo. Quindi il nostro
corpo ha una data quantità di elettricità misurabile, ma è anche circondato e penetrato
da molti campi elettrici, magnetici e gravitazionali generati dalla Terra e dagli altri
46
pianeti; campi elettromagnetici dovuti agli ultravioletti, campi generati da emittenti
radio, apparecchi televisivi, videoregistratori, telefoni e così via.
Oggi sappiamo che il Sole con la sua energia e la sua attività determina il clima sulla
Terra, ne influenza l'ecosistema e di conseguenza l'esistenza degli esseri viventi su di
essa. Sappiamo che l'attività solare si manifesta nelle macchie solari prodotte dalla
differente velocità di rotazione di due campi magnetici: quello polare e quello
equatoriale. Queste eruzioni sprigionano intensi campi magnetici che riducono il
flusso di energia e producono perturbazioni fisiche sulla Terra.
Infatti, attraverso il "vento solare", gli elettroni e l'idrogeno ionizzato si propagano
ovunque, interferendo con il campo magnetico terrestre, contribuendo all'esistenza
delle due fasce di Van Allen, ove si accumulano le particelle elettriche che
modificano gli effetti climatici.
Esiste una zona nell'atmosfera carica di elettricità fra la superficie e la ionosfera,
conosciuta come "cavità Shumann"; in pratica un grande condensatore che Tesla
riuscì a far vibrare con l'energia elettrica. Nessuno avrebbe potuto esaurire l'energia
trasmessa in quel momento.
Tesla parlò della possibilità di trasmettere calore al Polo Nord, di formare il ghiaccio
ai tropici; inviare fotografie e trasmettere musica in ogni angolo della Terra;
distribuire elettricità gratuita e illimitata ovunque.
Tesla aveva scoperto che la Terra rispondeva a vibrazioni elettriche di una
determinata velocità e se venivano prodotte onde stazionarie intorno al globo,
utilizzando il campo elettrico terrestre, era possibile trasmettere elettricità senza
dispersione di energia.
Si racconta che ebbe l'occasione di sperimentare anche l'effetto delle vibrazioni
meccaniche prodotte da un meccanismo consistente in una piattaforma montata su
cuscinetti elastici azionata da aria compressa. Vibrazioni rivelatesi curative di
problemi di digestione ed altri disturbi e con le quali Clemens curò la sua stipsi.
Quando l'inventore ancorò il meccanismo ad una colonna di ferro del suo laboratorio,
con l'aumento della frequenza raggiunse un livello in grado di far vibrare l'intero
edificio con il pericolo di provocare un crollo. Rinunciò così a procedere oltre.
Tesla dichiarò di svolgere esperimenti tesi a imbrigliare l'energia dei raggi cosmici e
costruire un dispositivo funzionante attraverso l'utilizzo di tale energia. Aggiunse che
i raggi cosmici ionizzano l'aria creando particelle libere come ioni ed elettroni; le
cariche vengono catturate in un condensatore che funziona come scarico per il
circuito del motore.
Gli esperimenti erano volti ad utilizzare la Terra come conduttore trasformandola in
un gigantesco trasmettitore elettrico, aprendo la possibilità di comunicare e
47
trasmettere potenza attraverso la crosta terrestre. Intendeva concepire una stazione
trasmittente in grado d'inserire energia elettromagnetica nella crosta fino a
raggiungere la risonanza elettrica della Terra stessa, in modo da utilizzare il pianeta
per intercettare energia, usufruendo delle stazioni riceventi dislocate opportunamente
sul globo.
Lo scienziato scoprì, trasmettendo frequenze estremamente basse, che poteva alterare
le correnti nell'alta atmosfera e modificare il clima. Inoltre, utilizzando tali onde, si
poteva interagire con l'attività bioelettrica del cervello e con la naturale vibrazione
delle molecole del corpo, manipolando la biofisica umana.
Presso Colorado Springs aveva concepito un nuovo sistema di esplorazione geofisica
utilizzando oscillatori meccanici inventati in precedenza. Gli esperimenti non furono
portati a termine perché si accorse che potevano generare terremoti artificiali di
inaudita potenza, modificando le naturali frequenze di cui sono dotati tutti i corpi e
sfruttando quella che chiamò "frequenza risonante", a mezzo della quale un corpo si
mette a vibrare fino alla rottura. Difatti se il trasmettitore avesse inviato una forte
energia in un solo punto si sarebbe verificata una distruzione totale.
E ancora, parlò inoltre di una macchina "volante, pesante, solida e stabile, in grado di
muoversi a volontà nell'aria in ogni direzione e in perfetta sicurezza, a velocità mai
raggiunte, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche; capace di sostare
nell'aria anche in presenza di forti venti... ma non è questo il tempo per parlarne".
Navi che potevano volare utilizzando energia elettromagnetica trasmessa da
trasmettitori simili a quelli concepiti a Colorado Springs. Perfezionò un apparecchio
per inviare energia nello spazio interstellare che in pratica era un prototipo del Laser
e di un ordigno al plasma che produceva particelle ad alta energia nella ionosfera.
Nel 1940, in un'intervista sul "New York Times", dichiarò di poter consegnare al
governo il segreto della sua "teleforza" con la quale si poteva distruggere il motore di
un aereo: era il famoso "raggio della morte". Il dipartimento della guerra la considerò
la farneticazione di un pazzo.
Fra la notte del 5 e quella dell'8 gennaio 1943 Tesla morì nella stanza dell'Hotel New
Yorker.
Il cadavere venne ritrovato due giorni dopo. La notte dell'8 il nipote ed altri due
uomini rovistarono nella sua stanza in cerca di un testamento, mai trovato, e altri
scritti conservati nel Museo a Belgrado. L'FBI confiscò tutto quanto rimaneva dello
scienziato.
Un'invenzione risultò depositata nel 1932 presso la cassaforte dell'hotel Grosvoner
Clinton, ma l'albergo rifiutò di consegnarla all'FBI.
Tutto il suo lavoro fu dichiarato Top Secret dall'FBI, dalla marina militare e dal
vicepresidente.
Il 12 gennaio 1943 si svolsero i funerali nella cattedrale St. John di New York.
48
La vicenda Tesla ci spinge ad analizzare più da vicino alcune cose a lui collegate:
Nel laboratorio a Menlo Park, nel New Jersey, Thomas Alva Edison, si dedicò allo
studio della dinamo e produsse una lampada ad incandescenza; nel 1890 nacque la
"Edison General Electric Co.".
Nel 1892 dalla fusione fra la "Thomson Houston Co." guidata da Charles Coffin ebbe
origine la "General Electric Co.".
Nel 1917 fu costituita la "GE Aircraft Enginers" per la fabbricazione dei motori
aeronautici; nel 1930 il primo reparto della "GE Plastics" in seguito agli esperimenti
condotti da Edison riguardo ai filamenti plastici per le lampadine effettuati nel 1893.
Nel 1919 la GE formò la "RCA", "Radio Corporation of America", che nel tempo, a
causa della potenza di trasmissione raggiunta si ripartì in altre due società: il network
rosso, la "NBC", "National Broadcasting Company", e il network blu, la "ABC",
"America Broadcasting Company".
Quando scoppiò la seconda guerra mondiale l'RCA era divenuta parte integrante della
struttura della difesa americana, in seguito alla messa a punto di un altimetro di alta
precisione per le missioni di bombardamento ad alta quota. Sempre dell'RCA il
trasmettitore portatile indossato dagli agenti segreti dislocati in territorio nemico, non
rilevabile dai tedeschi, con il quale comunicare direttamente, senza usare codici
criptati, con il pilota di un aereo che sorvolava la zona.
Il presidente era il generale David Sarnoff, nato a Minsk, Russia, nel 1891, che aveva
lavorato nella "Marconi Wireless Company". Sembra fosse il telegrafista che
ricevette l'S.O.S. dal Titanic nell'Aprile 1912. Reclutato in seguito nell'esercito,
divenne direttore della Divisione della guerra psicologica col grado di generale di
brigata, famoso per le dichiarazioni a favore della guerra fredda. Si parla della sua
presenza durante avvistamenti definiti "non convenzionali" (UFO) avvenuti nel 1946
in Svezia e nel 1966 sopra la base militare di Andros nelle Bahamas.
Faceva parte di una équipe di esperti militari e in lui viene indicata la persona che
ordinò il sequestro dei filmati e intimò, all'operatore che li aveva eseguiti, il silenzio.
Era considerato un esperto in materia di UFO, cosa risultata molto utile nella
conduzione della RCA.
Le apparecchiature della base di Andros erano state fabbricate dall'RCA, di
conseguenza il generale Sarnoff viene indicato quale membro di una struttura coperta
che si serviva dell'RCA per scopi "occulti" oltre a quelli ufficiali. La messa in onda di
alcune trasmissioni tipo "Dark Skies", nelle quali si parla liberamente del gruppo
"Majestic 12", e di altre trasmissioni riguardanti gli UFO, come la famosa "Guerra
dei Mondi", testimonierebbero che tale uso si è protratto nel tempo e non sia
avvenuto per caso.
49
La progettazione di radar e di altri strumenti molto sofisticati per le forze armate e la
commessa militare di oltre un miliardo di dollari negli anni sessanta aveva conferito
all'RCA un posto importante nel meccanismo bellico statunitense; i suoi affari non
erano più solo radiofonici. Nel tempo raggiunse un'invidiabile posizione nel
panorama economico nazionale e mondiale.
Il procuratore distrettuale Garrison, che sosteneva l'ipotesi dell'assassinio di Kennedy
da parte dei sostenitori della guerra fredda, definì il gruppo RCA/NBC, impegnato in
una intensa campagna d'informazione ostile al procuratore, come "la lunga mano del
Governo Invisibile".
Da segnalare infine che Guglielmo Marconi credeva negli extraterrestri, secondo le
numerose dichiarazioni rilasciate a riguardo; dopo gli esperimenti eseguiti nel 1933
s'incontrò con David Sarnoff quando questi era un personaggio di rilievo
dell'Intelligence statunitense.
Nel 1993 il dipartimento della difesa americano dichiarò di aver iniziato a costruire
un centro ricerche nel campo delle alte frequenze applicate alle aurore boreali, per
esperimenti riguardo alla risonanza della Terra e dell'atmosfera. Un progetto da 30
milioni di dollari l'anno, che si serve di immense riserve di gas e petrolio appartenenti
alla società ARCO e che, per la sua straordinaria potenza e polivalenza, è considerato
da molti l'arma ultima degli USA. Un sistema tecnologico militare capace di
scannerizzare il sottosuolo alla ricerca di basi segrete sotterranee, o silos di missili, in
grado di interrompere tutte le comunicazioni Hertz, emettere onde ELF in grado di
influenzare il comportamento umano, modificare il tempo atmosferico, provocare
terremoti o tsunami e bloccare ogni meccanismo elettronico. Un'arma che agisce sulla
ionosfera con conseguenze imprevedibili e indescrivibili, presentato dal Pentagono
come un innocuo esperimento, un'innocente ricerca sulla ionosfera al fine di
migliorare le comunicazioni...
Magda Haalvoet, eurodeputata belga, afferma che questo tipo di armamento implica
conseguenze tecnologiche disastrose e mette in pericolo la democrazia delle Nazioni.
La sigla HAARP significa "High Frequency Active Auroral Research Project":
"Metodo ed apparecchiatura per l'alterazione di una regione dell'atmosfera, ionosfera
e/o magnetosfera terrestre".
L'area interessata si trova a Gakona, in un terreno situato a Nord Est di Anchorage in
Alaska, nel Golfo del principe Guglielmo di proprietà del Dipartimento della Difesa
USA; consta di 360 antenne alte oltre 20 metri. Doppie antenne a dipoli incrociati,
una coppia per la banda bassa da 2,8 a 7 Megahertz e un'altra per la banda alta da 7 a
10 Megahertz; che trasmettono, a 350 chilometri di distanza, un raggio di energia ad
alta frequenza nella ionosfera; alimentate da sei turbine di 3600 CV che bruciano
qualcosa come 95 tonnellate di diesel al giorno, per generare oltre 1,5 miliardi di
Watt. Una zona scelta per la sua vicinanza al Polo e alla zona di concentrazione delle
linee magnetiche del nostro pianeta; per la presenza di fonti energetiche naturali
situate nel sottosuolo e per la distanza dai centri urbani.
50
La Ionosfera è costituita da particelle ionizzate cariche di energia all'altezza media di
48 chilometri fino a 800 chilometri dalla superficie terrestre; un cuscino ad alta
densità energetica che è vitale per il pianeta e che protegge i suoi abitanti dagli effetti
nocivi del sole.
Il sistema HAARP si basa sulle ricerche di Bernard Eastlund, che ha preso spunto dai
lavori di Nikola Tesla; ricerche che dovevano servire ad Eastlund per scoprire vasti
giacimenti di gas naturali che la compagnia petrolifera ARCO stava cercando in
Alaska ed hanno fruttato dodici brevetti fra il 1987 e il 1994, la proprietà dei quali è
detenuta dalla società APTI-ARCO, un consorzio petrolifero dietro al quale si celano
la Marina, l'Aviazione, e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.
Anche il fisico nucleare Edward Teller, noto per essersi dedicato alla costruzione
della bomba all'idrogeno ed ha contribuito al sistema "Guerre Stellari", ha collaborato
al progetto.
Brevetti di Tesla riguardavano il metodo e il dispositivo per alterare uno strato
dell'atmosfera terrestre, ionosfera e magnetosfera e creare un ciclotrone artificiale per
riscaldare una zona di plasma e produrre uno scudo di particelle relativistiche ad
un'altezza superiore della superficie terrestre.
Collegati al progetto vi sono oltre 400 brevetti, per la maggior parte armi offensive
che sfruttano il sistema d'irraggiamento a fascio diretto dalla Terra verso lo spazio. Si
può dirigere l'energia ad alta frequenza verso un'antenna ricevente, ovunque, anche in
centri urbani. Si può interferire con ampie zone dell'atmosfera per abbattere qualsiasi
tipo di oggetto volante.
Anche la Russia si è dedicata ad una simile ricerca prima della divisione del suo
territorio.
Vi sono altre installazioni simili in varie parti del pianeta: ad Arecibo, a Fairbanks in
Alaska, a Tromso in Norvegia, a Pine Bush in Australia ed a Steeplebush in
Inghilterra. Sicuramente se ne stanno costruendo altre.
Si è saputo che l'impianto pilota di Gakona è in grado di irradiare 1.700.000.000 Watt
nell'atmosfera. Il progetto HAARP rappresenta lo sviluppo negativo dell'invenzione
di Tesla.
Egli odiava la guerra e, a tal proposito, dichiarò: "Non si può abolire la guerra
mettendola fuori legge. Non vi si può porre fine disarmando i forti. Ma si può
fermarla rendendo tutti i paesi in grado di difendersi. Ho appena scoperto una nuova
arma di difesa che, se verrà adottata, trasformerà completamente i rapporti tra le
nazioni. Le renderà tutte, grandi e piccole che siano, invulnerabili a qualsiasi attacco
proveniente da terra, dal mare o dall'aria. Bisognerà, in primo luogo, costruire una
grande officina per fabbricare quest'arma, ma quando sarà completata, sarà possibile
distruggere uomini e macchine in un raggio di 320 Km."
Nel 1934 Tesla descrisse in un articolo un'apparecchiatura simile al laser,
51
affermando: "Questo strumento proietta particelle che possono essere relativamente
grandi o microscopiche, che permettono di trasmettere a gran distanza un'energia
milioni di volte più forte di quella ottenibile con qualsiasi altro raggio. Così una
corrente più sottile di un filo può trasmettere migliaia di cavalli vapore. E nulla le può
resistere."
Le onde a bassa frequenza, ELF, generate dal sistema, possono influenzare le attività
cerebrali.
Nel 1952 il Dr. Jose Delgado, professore dell'Università di Yale, scoprì che si poteva
modificare il comportamento emozionale del pensiero. Il Dr. Robert Becker dimostrò
che tali onde potevano provocare paura, depressione, desideri.
Nel 1970 Zbignieu Brezinski, fondatore della commissione trilaterale David
Rockfeller's pubblicò un libro sulla possibilità di controllare il clima per produrre
periodi di prolungata siccità o inondazioni. Da segnalare che Brezinski era anche
direttore della sicurezza nazionale del presidente Carter e fondatore della "Federal
Emergency Management Agency".
Cinesi e russi denunciano da tempo la possibilità che un paese, nello specifico gli
Stati Uniti, possa alterare le forze della natura sconvolgendo il regime delle piogge.
Dichiarano di avere forti preoccupazioni per gli esperimenti americani in Alaska,
definendo il progetto HAARP un'arma geofisica con la quale condizionare il clima
alterando attraverso l'emissione di microonde la temperatura e l'umidità.
L'intensità e la frequenza dei disastri che si sono registrati in questi ultimi anni
sarebbero da imputare ai test del progetto HAARP, in quanto in tale progetto
verrebbero usati metodi in grado di provocare terremoti e modificare le
precipitazioni, la temperatura, il livello del mare, la caratteristica della luce solare.
Nel 2002 ben 220 deputati della Duma firmarono un appello indirizzato all'ONU per
chiedere la messa al bando degli esperimenti elettromagnetici dell'HAARP ritenuti
una nuova arma in grado di influenzare gli elementi naturali con le onde ad alta
frequenza. Il progetto è tuttora in opera.
Nel 1914 Harry Grindell Matthews dichiarò di aver inventato un raggio invisibile,
conosciuto come il "raggio della morte", capace di bloccare qualsiasi motore,
riprendendo un vecchio un progetto di Tesla per teletrasportare energia elettrica.
Durante una dimostrazione sarebbe riuscito a bloccare il motore a scoppio di una
moto, a far esplodere polveri a distanza ed accendere una lampada senza fare uso di
corrente elettrica.
Il Ministero dell'Aviazione inglese non fu convinto dalla prova, in quanto il suo
raggio di azione era attivo entro diciotto metri.
Nel 1925 Grindell si recò in America e al suo ritorno in patria dichiarò di aver
venduto il brevetto agli USA. Da quel momento lo scienziato venne dimenticato;
morì nel 1941. La sua tecnologia fu impiegata per proiettare in cielo immagini
52
pubblicitarie. Non fu l'unico a costruire un sistema per generare un raggio simile, in
tale impresa si cimentò, e sembra con esiti positivi, anche Guglielmo Marconi.
A convalidare tale impresa, pur in modo indiretto, un testimone di tutto rilievo:
Rachele Mussolini. Nel suo libro "Mussolini privato", descrive cosa le accadde una
mattina del 1936 mentre percorreva con l'auto la Roma-Ostia: "Un giorno, alla fine di
giugno del 1936, a pranzo, avevo detto a Benito che nel pomeriggio mi sarei recata ad
Ostia a controllare alcuni lavori in una proprietà agricola. Mio marito sorrise e mi
disse: Trovati sull'autostrada fra le tre e le tre e mezza. Qualcosa ti sorprenderà."
Secondo quanto riportato nel libro, a metà strada l'auto si fermò e nonostante che
l'autista facesse di tutto per rimetterla in moto, la macchina non ne volle sapere.
Accadde lo stesso a tutte le auto che si trovarono in zona, sia quelle che viaggiano
verso Ostia, sia quelle dirette verso Roma. Rachele guardò l'orologio: erano le 3,10.
All'autista disse di aspettare fino alle 3,30. L'uomo chiese perché aspettare tanto, ma
dopo aver visto inutili i suoi tentativi di far ripartire il motore, alla fine si arrese. Alla
3,35 Rachele Mussolini disse all'autista di riprovare a far ripartire l'auto. Inutile dirlo
l'auto si rimise in moto.
La sera a cena narrò l'accaduto a tavola e Mussolini confermò che era stato fatto un
esperimento segretissimo in quel punto dell'autostrada. "Un'invenzione di Marconi
che può dare all'Italia una potenza superiore a quella di tutti gli altri paesi del mondo.
Marconi sta continuando le ricerche."
Mussolini spiegò alla moglie che Marconi utilizzando un raggio misterioso poteva
interrompere il circuito elettrico dei motori di qualsiasi tipo.
Purtroppo Marconi era devotissimo alla chiesa, causa l'annullamento del matrimonio
dalla sacra rota, e papa Pio XI, saputo della cosa, si allarmò e chiese allo scienziato di
non proseguire le ricerche.
Da Donna Rachele sappiamo che Marconi riferì tutto a Mussolini che, non volendo
inimicarsi il Papa, lasciò libertà di scelta allo studioso, il quale sospese le ricerche ma
non distrusse la documentazione e la scoperta stessa. L'anno dopo, il 1937, Marconi
morì.
La cosa è più che certa, dato che lo stesso duce lo confermerà a Ivanoe Fossati, il 20
Marzo 1945, in una intervista. "È vero sulla strada di Ostia, ad Acilia Marconi ha
fermato i motori delle automobili, delle moto. L'esperimento fu ripetuto sulla strada
di Anzio; a Orbetello aerei radiocomandati furono incendiati a duemila metri di
altezza." Al giornalista Mussolini disse che Marconi ebbe degli scrupoli e chiese
consiglio al Papa che gli disse di nascondere la scoperta. Disse anche che non si sentì
di obbligarlo nella scelta, pur facendogli presente che la scoperta poteva essere fatta
da altri e utilizzata contro l'Italia, ma lo studioso morì improvvisamente poco tempo
dopo.
Vi sono inoltre due fatti da registrare.
Primo: sembra che nel 1939 nella città di Essen, nell'ora di punta del traffico, tutto
quanto era elettrico e meccanico si bloccò per dieci minuti: auto, camion, moto,
53
orologi. I giornali non menzionarono l'accaduto. Era stato sottratto ai fascisti il
progetto del raggio della morte?
Secondo: il segreto di Marconi lo conosceva un certo Pier Luigi Ighina, suo
collaboratore, un radiotecnico milanese che per dieci anni fu aiutante dell'inventore;
fu lui a scoprire l'"atomo magnetico" che si trova in mezzo agli altri atomi e fornisce
loro il movimento continuo. Dividendolo scoprì il "monopolo magnetico".
Isolando gli atomi della materia dagli atomi magnetici i primi non hanno la possibilità
di muoversi e la materia non si trasforma, quindi l'atomo magnetico produce anche le
variazioni degli atomi della materia. Secondo quanto dichiarato da Ighina il
monopolo è il principio positivo o negativo dell'energia solare che giunge sulla Terra;
viene bloccata e riflessa divenendo energia terrestre. Dall'interazione dell'energia
solare con quella terrestre si produce materia.
Ighina aveva inventato una macchina capace di controllare le nuvole con la quale
liberava il cielo dalla loro presenza. Per riuscire a fare questo aveva sepolto quintali
di polvere di alluminio sotto il prato del suo giardino trasformandolo in un monopolo
magnetico.
Durante il Primo Congresso Internazionale di Medicina Ufficiale e Naturale di
Milano venne proiettata una videocassetta del filmato inerente al dissolvimento
dell'agglomerato nuvoloso sul cielo di Imola, con la ricomparsa del sereno nella zona
interessata e trattata da Ighina con monopoli magnetici. Una scoperta che poteva
risolvere il problema delle siccità e delle alluvioni nel mondo.
L'atomo magnetico è più piccolo degli altri atomi e pulsa più velocemente.
Ighina costruì un'apparecchiatura per regolare le vibrazioni atomiche magnetiche
basata sull'energia dell'atomo magnetico; con tale energia secondo l'inventore si
poteva guarire qualsiasi malattia, fondere metalli a distanza, produrre energia
elettrica, investigare nel sotto suolo alla ricerca di giacimenti petroliferi e falde
acquifere, aumentare la produzione agricola. (Il progetto Haarp?)
Da quanto dichiarato da Ighina sembra che Marconi sia rimasto ucciso dal suo stesso
esperimento durante il quale aveva provocato l'interruzione della circolazione del
sangue; perché come spiegò il radiotecnico i monopoli scompongono la materia sulla
stessa materia. Se ne accorse quando vide la salma e osservò sotto la pelle alcuni
"gnocchetti neri". I medici diagnosticarono la morte in seguito ad un attacco di angina
pectoris.
In merito a questo "raggio invisibile", o "della morte", negli anni '90 giornali e TV
diffusero la notizia che la polizia statunitense sarebbe stata dotata di un meccanismo
capace di bloccare il motore dell'auto usata dai malviventi per darsi alla fuga. Tutto
questo porta a pensare alla tecnologia in possesso degli UFO, dato che in molti casi di
avvistamenti i motori delle auto si bloccano, la luce elettrica viene a mancare, ogni
meccanismo si ferma. Fenomeni riscontrati anche nelle vicende riguardanti il famoso
54
Triangolo delle Bermuda, fenomeni che interessano campi elettromagnetici. Sembra
però che tale progetto sia stato abbandonato perché in virtù del suo ampio raggio
d'azione, fermerebbe anche i pacemakers e interrompe la corrente nelle abitazioni
circostanti al luogo di azione.
L'apparato costruito da Tesla proiettava particelle, grandi o microscopiche, in modo
da concentrarle in una piccola area e inviarle a grandi distanze utilizzando energie
"trilioni di volte" più potenti di quelle attualmente in uso. Un fascio più sottile di un
capello a cui niente resiste. Una tecnologia che può diventare un'arma capace di
abbattere migliaia di aerei a 400 chilometri di distanza, un acceleratore di particelle
oggi in uso nei laboratori nucleari e nello scudo spaziale. Atto a produrre un'arma al
plasma.
In virtù di questo, qualcuno lo ha indicato come l'autore involontario dell'esplosione
del 30 giugno 1908 nella Tunguska, in Siberia. Esiste la strana coincidenza che lo
stesso giorno in si manifestò il fenomeno in Russia, l'inventore, stava eseguendo un
esperimento con lo scopo di inviare un'onda di immensa energia e stabilire la
comunicazione con una spedizione artica, localizzata nella linea retta compresa fra il
laboratorio e il luogo dell'esplosione. Dato che il suo trasmettitore poteva generare
una forza distruttiva pari a una bomba all'idrogeno di 10 megatoni, è stato fatto due
più due. Non esistono però prove a conferma, nonostante che l'esplosione della
Tunguska non abbia lasciato crateri prodotti da meteoriti o comete, caduta di UFO;
non ci furono segnalazioni in merito a tali fenomeni. L'unico effetto prodotto alcuni
giorni dopo, una luce aurorale anomala che potrebbe far pensare all'uso di
apparecchiature da parte di Tesla; apparecchiature che oggi farebbero parte del
progetto HAARP. Nonostante questo rimangono molti interrogativi: doveva avere
una potenza di 30 megatoni e per raggiungerla doveva coinvolgere più centrali,
quindi non si poteva nascondere il fatto; inoltre risultano testimonianze
contraddittorie riguardo alla traiettoria. L'unico che poteva far luce sull'evento era
proprio Tesla, ma mantenne il riserbo più assoluto in merito ai progetti che potevano
produrre armi ad energia distruttiva.
A Tesla è legata una storia riguardo ad un'auto elettrica. Si racconta che nell'estate del
1931 le strade della cittadina di Buffalo fossero percorse da una Pierce Arrow che
non presentava emissione di fumi dal tubo di scarico in quanto avrebbe avuto uno
motore elettrico e non combustione interna. Era guidata da tale Petar Savo indicato
come un giovane parente di Tesla, un personaggio che parlando dello scienziato si
riferiva a lui come "zio". Noi sappiamo che il nome del nipote controllato dall'FBI era
diverso.
Sembra che nei primi del novecento le auto elettriche avessero buone prospettive; in
molti avevano anticipato veicoli alimentati da batterie.
L'auto a benzina necessitava di una valvola a farfalla, una manovella per far girare il
motore, acqua per un radiatore, quando proprio a quel tempo vi erano poche officine
55
per auto e un normale elettricista poteva eseguire la manutenzione del semplice
motore a corrente continua.
Nessun inquinamento, velocità contenuta e meno incidenti mortali, costi ribassati
anche a livello produzione, non ci sarebbe stato bisogno di un accordo di Kyoto che
nessuno rispetta, non avremmo avuto, come lo abbiamo oggi, un problema con i paesi
islamici e non avremmo alimentato e finanziato di conseguenza il terrorismo.
I grandi magazzini impiegavano camion elettrici, così i medici e le donne perché tali
auto erano più facili da guidare, ma questo solo in città; le strade americane venivano
percorse da veicoli con motore a combustione interna, più veloci e con maggiore
autonomia. "Detroit Electric", "Columbia", "Baker", "Rauch & Lang" e "Woods"
furono le principali aziende tra quelle che producevano questo tipo di veicoli elettrici.
Le batterie erano però scarse, pesanti, ingombranti, al piombo, le auto avevano
prestazioni limitate, oltre gli 80 Km/h la batteria si poteva deteriorare. Richiedevano
molto tempo per la ricarica per un'autonomia massima di 160 chilometri. Quindi
quando l'affidabilità e la velocità delle auto a benzina migliorò le auto elettriche
sparirono.
Petar Savo era stato nell'esercito austriaco ed era un esperto pilota; intervistato nel
1967, raccontò l'episodio dell'auto elettrica che collaudò per conto di Tesla. "La
Westinghouse Electric" e la "Pierce-Arrow" avevano preparato un'auto sperimentale
seguendo le indicazioni di Tesla con finanziamenti della "Studebacker Corporation".
Aveva un motore elettrico a corrente che poteva raggiungere 1.800 giri al minuto,
senza spazzole, raffreddato da una ventola frontale e due terminali di alimentazione
sotto il cruscotto. Savo racconta che Tesla sollevò il cofano, fece qualche
regolazione, posizionò 12 valvole termoioniche in un dispositivo all'interno di una
scatola di circa sessanta centimetri per trenta e alta quindici. Poi eseguì la
connessione al motore. L'auto percorse circa 80 chilometri attorno a Buffalo,
raggiungendo i 145 km/h in perfetto silenzio.
A detta di Tesla il dispositivo che alimentava l'auto era in grado di alimentarlo per
sempre e soddisfare il fabbisogno energetico di un'abitazione; l'inventore affermò che
sfruttava una "misteriosa radiazione proveniente dall'etere, disponibile in quantità
illimitata".
L'auto aveva una batteria ricaricata da una antenna che entrava in sintonia con la
risonanza di Schumann intorno ai 7,83 Hz. Una valigia come quelle dei ricevitori a
bassa frequenza rimodulava la corrente alternata del campo magnetico terrestre in
corrente continua necessaria alla batteria fornendo una quantità illimitata di energia.
Considerando tutto questo non possiamo fare a meno di pensare che la Grande
Piramide potesse assumere la funzione di quella valigetta, assorbendo dalla Terra
energia elettrica per distribuirla senza l'uso dei fili, sfruttando proprio la risonanza di
Schumann sulle frequenze di 30 Hz riscontrata nella costruzione.
Gli esperimenti durarono una settimana, l'auto percorse vari tipi di strade alla velocità
di 150 chilometri orari, dopodiché venne consegnata in tutta segretezza in una fattoria
vicina a Buffalo e Tesla si portò via il suo dispositivo. Nel 1933 per problemi
56
amministrativi la "Pierce Arrow" venne liquidata e la storia si ferma qui.
Nel New York Daily News del 2 aprile 1934 un articolo intitolato "Il sogno di Tesla
di un'energia senza fili vicino alla realtà", si parlava di un "esperimento programmato
per spingere un'automobile utilizzando la trasmissione senza fili di energia elettrica".
Nello stesso periodo la "Westinghouse Corporation" pagò per la sistemazione di
Tesla al "New Yorker Hotel" di New York , dove visse per tutto il resto della sua
vita.
Tesla venne anche reclutato dalla Westinghouse per ricerche non ben specificate sulle
trasmissioni senza fili ed egli interruppe le sue dichiarazioni pubbliche sui raggi
cosmici.
Leggende metropolitane, o studiati cover up su invenzioni che potevano danneggiare
il potere di qualcuno? Su tutta la storia non vi sono molti riscontri.
Riguardo le auto all'Idrogeno, oggi parliamo di auto con motore a celle di
combustibile, a idrogeno. Una nuova frontiera già disponibile che viene ostacolata
esclusivamente da problemi politici visto che quelli economici potranno essere risolti
nel momento in cui si passerà ad una produzione industriale con l'abbattimento dei
relativi costi. In soli cinque anni, massimo sette, si potrebbe riconvertire l'intero parco
auto, azzerare il tasso d'inquinamento mettendosi in regola con l'accordo di Kyoto e
sganciarsi dal petrolio e da tutti i problemi che dal suo uso derivano.
Ironia della sorte la cella a combustibile (4), o pila a gas, fu ideata nel 1839 da
William Grove, un curioso avvocato del Galles con l'hobby della chimica. Durante un
esperimento di elettrolisi, procedimento attraverso il quale si può separare idrogeno e
ossigeno dall'acqua, si accorse che, nel momento in cui le batterie che alimentavano
le celle elettrolitiche venivano escluse, il processo riprendeva al contrario; cioè
l'idrogeno e l'ossigeno si riunivano generando elettricità. La comunità scientifica pur
interessata inizialmente preferì optare per la dinamo, scoperta poco tempo dopo da
Werner Siemens.
Passarono 120 anni prima che la NASA adottasse le "fuell cells" per il progetto
Apollo e invogliasse il loro uso a livello industriale. Infatti, a partire dagli anni '60, le
pile a combustibile sono state utilizzate per tutte le missioni spaziali sia Apollo, sia
Shuttle, al fine di produrre acqua ed energia elettrica nello spazio.
La cella, in pratica, si comporta come un generatore di energia elettrica prodotta
attraverso la reazione chimica controllata tra idrogeno e ossigeno grazie a un
catalizzatore di platino. Si verifica il consumo di un combustibile, nel caso idrogeno e
ossigeno, con emissione di vapore acqueo. Non più camere di scoppio, pistoni,
combustione.
Fra i cinque tipi di celle a combustibile, le più interessanti sono quelle ad acido
fosforico e a membrana scambiatrice di protoni detta anche Pem. Le prime usate
negli impianti di potenza, le seconde nella locomozione dei veicoli.
57
Le pile Pem sono state sviluppate alla fine degli anni Cinquanta negli Usa, dalla
"General Electric", e grazie alla collaborazione con la "Ballard Power Systems",
società canadese di alta tecnologia, e con l'inglese "Johnson Matthey", specializzata
in catalizzatori, il costo del platino in una cella Pem è sceso drasticamente.
Oltre al settore dell'autotrazione, i campi di applicazione delle "fuel cells" sono la
produzione di energia, apparecchiature per telecomunicazioni, sistemi di
alimentazione per cellulari, personal computer e fabbisogni domestici.
Il metodo più economico per disporre di idrogeno è estrarlo dal gas naturale ma, con
tale procedimento, noto come "Steam Reforming", viene liberata come sottoprodotto
anidride carbonica; un secondo sistema è produrlo partendo dall'acqua, separandolo
dall'ossigeno attraverso l'elettrolisi.
La scelta vincente è rappresentata dalle celle a combustibile alimentate da idrogeno
se ottenuto dall'acqua attraverso l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.
L'acqua generata dalle "Fuel Cell" è così pura che viene bevuta dagli astronauti sullo
Shuttle.
In occasione della rassegna IFA, la più grande Fiera dell'Elettronica del mondo,
tenutasi a Berlino nel settembre del 2005, è stata presentata, dalla Toshiba una
piccolissima centrale, costituita da una mini cella a combustibile alimentata da un'alta
concentrazione di metanolo (99,5%) come combustibile. Uno strumento idoneo e
alternativo per ricaricare le batterie di Notebook, audio digitali, dvd portatili, telefoni
cellulari. Pesa 8,5 grammi e produce 100 milliwatt di energia in un compatto che
misura appena 22x56x4,5 mm. Per il suo funzionamento necessita solo di 2 millilitri
di combustibile per assicurare 20 ore di autonomia in un riproduttore di MP3 audio.
Le Piramidi potevano essere state immense celle a combustibile per fornire energia al
popolo che occupava le terre tredicimila anni fa.
Secondo Alan Alford la Camera della Regina nella Grande Piramide di Giza, sarebbe
stata il punto dove si doveva trovare la cella energetica idonea a produrre la
separazione fra l'ossigeno e l'idrogeno; il sarcofago nella camera del Re il recipiente
dove avveniva la combustone controllata dell'idrogeno; le cinque stanze sopra tale
camera, ossia il Ded, il dispositivo di raffreddamento.
Alford ipotizza che nelle 27 nicchie allineate nella Grande Galleria e adesso vuote, si
trovavano cristalli capaci di risuonare a diverse frequenze e impiegati per
comunicare.
Questo ci porta a fantasticare ancora un po' e a compiere un viaggio fino ad Atlantide.
Secondo quanto riportato riguardo alle dichiarazioni del veggente Cayce, la civiltà
Atlantidea disponeva di una avanzata tecnologia, comprendente anche "i raggi
distruttivi"; Cayce parlò di televisione, aeromobili, quando ancora non esistevano;
dichiarò che quel popolo era capace di alterare la struttura atomica dei cristalli per
ricavare enormi quantità di energia, attraverso un sistema che ricorda quelli descritti
da Tesla. I cristalli sarebbero stati isolati in un edificio "foderato di pietra non
58
conduttrice".
La descrizione ricorda le torri di vetro girevoli di cui disponevano i Thuata de Danan,
protagonisti delle saghe irlandesi, rivestite appunto di un materiale isolante a
protezione delle radiazioni emanate dalle armi nemiche.
I documenti con le descrizioni per costruire tali "pietre" verrebbero custoditi in tre
posti diversi: nei templi di Atlantide sommersi a Bimini, in un tempio in Egitto e nel
tempio di Itlar nello Yucatan.
Cayce parlò anche di Faser e Maser, l'energia derivante dalla luce polarizzata,
dicendo che proprio il cattivo uso di tale energia scatenò forze incontrollabili che
causarono la distruzione del continente.
Nel 1970 il Dottor Ray Brown durante un'immersione con alcuni suoi amici nelle
acque del triangolo delle Bermuda, vicino alle isole Bari, Bahamas, vide, a quaranta
metri di profondità, una vasta città sommersa e una piramide con un'apertura sulla sua
sommità. Ecco la sua testimonianza:
"La costruzione era in pietra liscia, le giunzioni fra i blocchi si distinguevano appena.
L'apertura era una specie di pozzo che immetteva in una stanza interna rettangolare.
Completamente priva di alghe e coralli e stranamente ben illuminata senza che ci
fosse nessuna luce diretta. Vidi qualcosa che riluceva. Dal soffitto pendeva un'asta
metallica con incastonata una pietra rossa sfaccettata e affusolata in punta. Sotto di
essa un basamento in pietra sono sopra una piastra sempre di pietra, sulla quale due
mani di bronzo, annerite da evidenti bruciature, sorreggevano una sfera di cristallo.
Non riuscendo a smuovere l'asta e la pietra rossa, afferrai il cristallo e venni via.
Mentre uscivo da quel luogo mi parve di avvertire una presenza. All'interno di questo
cristallo rotondo vi era una serie di forme piramidali, tre per l'esattezza e tenendolo in
mano si avvertiva una vibrazione."
Pervaso dal timore che la sfera gli fosse confiscata non ne ha rivelata l'esistenza fino
al 1975, nel corso di una conferenza a Phoenix, né il punto esatto del suo
ritrovamento e cosa ne è stato del cristallo.
Il particolare delle mani metalliche che sorreggono un cristallo, rammentano le mani
degli isolatori che sostengono le "lampade" rappresentate sulle pareti di Dendera. Il
fatto che siano state viste annerite e bruciate significa che erano state sottoposte ad un
fortissimo calore, quindi la piramide catalizzava una sorta d'energia indirizzandola,
attraverso l'asta, nella sfera di cristallo. La pietra rossa poteva essere un rubino, pietra
solitamente usata nei laser per concentrare e proiettare l'energia. In quanto alla sfera
vi sono testimonianze che parlano di fenomeni paranormali; di metalli che in contatto
con essa si magnetizzano temporaneamente; l'ago della bussola girerebbe prima in
senso orario e poi in senso opposto. Si è parlato di casi di guarigione dopo averla
toccata.
Un collegamento al teschio di cristallo? Speculazioni?
Fatto che non si può negare. Il cristallo della sfera testimonia l'esistenza di civiltà in
possesso di una tecnologia avanzatissima perché perfino gli esperti dell'Istituto
59
Smithsoniano di Washington hanno dichiarato che, solo dopo il 1900 siamo entrati in
possesso di una tecnologia con la quale poter tagliare il quarzo e ricavarne una sfera
perfetta.
Dal passato saltiamo al futuro in quanto Tesla non era in accordo con Einstein
riguardo alla curvatura dello spazio per lui impossibile: "Se esistesse non si
spiegherebbe il moto dei corpi come li osserviamo. Solo un campo di forza può
spiegarlo e la sua assunzione dispensa la curvatura spaziale dell'esistere."
Tesla condivideva la visione della luce intesa come particella e come onda; lavorava
ad un progetto relativo ad una "barriera di luce" in grado di alterare tempo, spazio,
gravità e materia. Voci dal sapore di leggenda abbinano il suo nome al "Progetto
Filadelfia" riguardante la sparizione di una nave e il suo equipaggio dopo averla
esposta ad un forte campo magnetico.
Qualcosa che potrebbe fornire la spiegazione delle strane sparizioni nel famoso
triangolo delle Bermude.
Oggetto dell'esperimento il cacciatorpediniere Eldridge D173 che finì avvolto da una
strana nebbia luminescente e verdastra appena i generatori magnetici furono messi in
funzione. La nave sparì davanti agli occhi degli osservatori rimasti a bordo della SS
Furuseth e della SS Malay, lasciando ben visibile la sua impronta nell'acqua,
all'interno di un campo di forza di forma sferica di circa cento metri d'ampiezza.
L'Eldridge fu vista apparire e scomparire a Norfolk in Virginia e l'equipaggio subì
conseguenze sconvolgenti devastanti. Uomini che apparivano e sparivano in ogni
luogo si trovassero.
La storia venne rivelata da un non ben identificato Carl Allen in corrispondenza
epistolare con il dottor Morris Jessup, astronomo e ricercatore, autore di un libro
collegato alla storia, "The case for the Ufo". Jessup morì in circostanze misteriose e
sospette. La vicenda è stata divulgata da Manson Valentin con il quale Jessup era in
contatto e, successivamente, da Charles Berlitz che intervistò Valentin.
Queste le vicende collegate a Tesla, un personaggio scomodo all'epoca e sicuramente
lo sarebbe anche ai nostri tempi, ma riconosciuto come l'inventore del mondo che noi
conosciamo; senza di lui non saremo giunti a questo grado di sviluppo tecnologico.
150.000 documenti custoditi nel Museo a lui intestato a Belgrado testimoniano la sua
grande conoscenza dell'elettromagnetismo, la sua capacità di visualizzare nella mente
il problema e passare alla soluzione senza dover stilare disegni ed effettuare calcoli.
La sua mania di perfezionismo, l'enorme serietà, le doti di eloquenza; l'amore per la
natura che lo spingeva a compiere lunghe passeggiate. Appare come un uomo che
desiderava una società sana e giusta, retta da principi egualitari, "non dominata dagli
interessi egoistici di oscuri manovratori dell'economia e della politica; individui privi
di coscienza che perseguono i propri interessi non tenendo conto dei danni provocati
all'umanità."
60
Consapevole che il mondo è governato da pochi furbi e facoltosi, come lui li definiva,
nascosti nelle stanze del comando, intenti a raggirare una massa di illusi, poveri,
indifesi ignoranti. Sapeva come cambiare gli equilibri mondiali ponendo a
"disposizione di tutti illimitate e smisurate sorgenti di energie che avrebbero diffuso il
benessere, creato cultura, conoscenza e consapevolezza; portando il mondo ad un
autocontrollo; togliendo ai gruppi di potere l'opportunità di manipolare la massa per
conseguire il loro egoistico interesse".
Utopia. Per queste sue idee Tesla fu contrastato.
Nell'elite militare e industriale del tempo figuravano uomini come John Rockefeller
Jr., Julius Rosenwald, Henry Ford, Harvey Firestone, Herbert Hoover, il generale
Pershing (5); ben consapevoli che le invenzioni di Edison non avevano un futuro, ma
Edison era asservito al sistema, Tesla, al contrario, lo combatteva.
Per questo vennero tagliati i fondi all'inventore; le sue invenzioni non dovevano
modificare lo status quo raggiunto, non in quel momento, il cambiamento richiedeva
tempo. Il genio invece innesca salti quantici nello sviluppo tecnologico che
costringono a cambiamenti repentini degli equilibri; quindi chi gestisce il potere deve
bloccarli o rallentarli con ogni mezzo.
Lo fecero passare per pazzo; lo fu quando scoprì le frequenza di risonanza della
Terra; ma cinquanta anni dopo Shumann disse che aveva ragione.
Lo dotarono di poteri extraterrestri quando pilotò il battello col radiocomando; ma i
tedeschi in guerra fecero lo stesso con i missili ed oggi si fa uso delle "smart bombs"
guidate da Laser e GPS.
L'unità di misura del flusso magnetico porta il suo nome, un onore concesso a pochi,
a riconoscimento del suo enorme e indiscusso talento; ma non fu premiato con il
premio Nobel come avrebbe meritato; gli fu conferita solo la Edison Medal. La
cerimonia avvenne il 18 maggio 1917. Nell'occasione, uno dei membri della
"Enginering Society Building" chiuse il suo discorso, nel quale elogiava i meriti
dell'inventore croato, dicendo: E alla fine Dio disse "Sia Tesla e la luce fu".
IL BULBO DI TESLA
Il bulbo di tesla è un potente sistema per la trasmissione dell'energia distanza
inventato dal genio assoluto del ventesimo secolo Nikola Tesla. Rientra nella
categoria delle invenzioni soppresse dai gruppi elitari che governano il mondo ma
dalle informazioni, pur se frammentarie, che abbiamo è possibile retroingegnerizzarlo
basandoci sugli scritti di Tesla stesso e sulle conoscenze che abbiamo nella fisica
dell'etere. Il bulbo di tesla ha tre applicazioni principali tutte e tre troppo importanti
per i potenti motivo per cui hanno soppresso tutto dopo aver ucciso Nikola Tesla. Lo
si può usare per:
61
· trasmettere l'energia a distanza senza perdite e in overunity estraendo energia
addizionale dall'etere che collassa.
· come forma di propulsione ad effetto di campo e quindi antigravità.
· come arma...è un efficente cannone al plasma in grado di operare in aria e non nel
vuoto.
Lo scopo della nostra ricerca è di capirne al meglio il funzionamento e replicarlo.
COME È FATTO E COME FUNZIONA
Nikola Tesla scoprì che usando un impulso a bassa frequenza focalizzato come un
raggio, avrebbe causato, ad un quarto d'onda, l'eruzione di una onda d'urto
elettromagnetica più intensa che avrebbe eccitato i gas atmosferici portandoli allo
stadio di plasma e creando così un'onda d'urto secondaria esplosiva la quale
collassando avrebbe generato una implosione nell'etere. Durante l'implosione
dell'etere Tesla notò un forte incremento nell'energia trasmessa e un abbassamento
della temperatura tipico del regime sintropico. L'onda a bassa frequenza veniva usata
solo come "portante" per creare una zona conduttiva nell'aria focalizzata mentre
l'onda "stimolante" (così la definì) era ad alta frequenza.
Il bulbo è di vetro e all'interno viene fatto il vuoto (in seguito Tesla dice che non
serve il vuoto giustamente), in esso troviamo una semisfera di alluminio con davanti
un anello di metallo. Dagli scritti emerge che Tesla alimentava la semisfera con bassa
frequenza mentre l'anello veniva alimentato ad alta frequenza da bobine di tesla.
Purtroppo Tesla non scrisse mai veri e propri libri di teoria ne si dilungava molto
nelle spiegazioni, lui era soprattutto uno sperimentatore e quindi è tipico ritrovarsi
davanti le sue invenzioni con pochi dettagli, se poi aggiungiamo il fatto che gran
parte dei suoi scritti furono sequestrati e classificati dall'FBI dopo che lo uccisero nel
43 è chiaro che con una semplice lettura possono sorgere molti dubbi. Di primo
acchito si potrebbe credere che la semisfera sia alimentata da un semplice generatore
a bassa frequenza ma questo non avrebbe senso! Se fosse veramente così il sistema
sarebbe solo un banale trasmettitore a bassa frequenza con accoppiato un altro
trasmettitore ad alta frequenza. Se però si conosce il resto del lavoro di Tesla sulle
onde longitudinali e sull'evento radiante è possibile decifrare bene l'invenzione del
bulbo.
Innanzi tutto prendiamo in esame una breve descrizione di un suo esperimento.
Tesla parla di un impulso elettromagnetico che è focalizzato e che porta con se una
62
carica elettromagnetica che cresce esponenzialmente e questo impulso è a bassa
frequenza. Qui Tesla non parla delle classiche onde trasversali ma parla di onde
longitudinali, si parla quindi dell'evento radiante. Negli studi sull'ER notò che l'onda
d'urto da esso generata ha effetti differenti a seconda della frequenza di pulsazione
dell'onda longitudinale stessa. Alle basse frequenze l'onda radiante sposta la materia
ed ha una forte azione di spinta, a questa spinta è associata una forte carica
elettromagnetica. Alle alte frequenze diminuisce l'effetto di spinta ma aumenta la
formazione di plasma e viene aggiunta più energia sintropica dall'etere che collassa
diventando plasma. Inoltre Tesla specifica che la semisfera è alimentata ad alta
tensione in continua. È chiaro quindi che la semisfera và alimentata da un circuito
radiante che utilizza come sorgente alta tensione in continua, la bassa frequenza non è
altro che la bassa frequenza di pulsazione del sistema radiante che pilota la semisfera.
In questo modo dalla semisfera escono raggi collimati e altamente direttivi di evento
radiante...onde d'urto che ionizzano l'aria creando un percorso conduttivo. A questo
punto lo schema ha molto più senso e si capisce perchè l'anello è invece alimentato da
normali tesla coil ad alta frequenza.
Un esempio:
usando una frequenza di pulsazione sulla semisfera di 60hz con una lunghezza d'onda
di 3100 miglia si avrà la massima emissione di energia ad un quarto d'onda ossia a
775 miglia. Sovrapponendo una frequenza di eccitamento di 50 Mhz ad esempio si
avrà una "implosione fredda" che assorbe calore dall'ambiente circostante facendo
collassare l'etere (regime sintropico). Cambiando la lunghezza d'onda della portante
longitudinale e la direzione di propagazione si può trasmettere energia in tutti i punti
del globo.
Riassumendo i concetti:
la semisfera viene alimentata da un circuito radiante a bassa frequenza. Viene
generata quindi una onda longitudinale collimata che crea un percorso nell'aria
conduttivo con dei picchi corrispondenti ai picchi dell'onda longitudinale stessa.
L'onda generata passa però attraverso l'anello che è alimentato da un tesla coil ad alta
frequenza, in questa maniera l'alta frequenza si sovrappone alla portante longitudinale
e crea gli effetti di collasso dell'etere sopra esposti.
Perchè l'alta frequenza innesca l'implosione nell'etere? Perchè i vortici sferico
toroidali che compongono la materia e l'energia di legame che li tiene uniti a formare
le molecole hanno tutti una frequenza di risonanza tipica. Se ci agganciamo a questa
frequenza li possiamo destabilizzare facendo loro emettere più energia di quella che
assorbono dal campo scalare (i vortici implodono e abbiamo quindi la trasformazione
della materia in etere) e possiamo anche spezzare i legami molecolari trasformando
l'energia di legame sotto forma di etere in plasma, fenomeno che accade anche nelle
celle elettrolitiche pulsate a frequenza di risonanza e nella sonoluminescenza. L'idea
geniale di Tesla è stata quella di usare una onda longitudinale come portante per
63
trasportare l'alta frequenza e amplicare gli effetti in sinergia.
APPLICAZIONI
Free energy ed energia wireless
Il bulbo di Tesla permette di trasferire grandi quantità di energia a distanza in
maniera collimata e senza perdite. A differenza dei tentativi di trasmissione
dell'energia wireless con le microonde che invece sono difficili da collimare e hanno
grosse perdite. Inoltre grazie al coinvolgimento del collasso di etere è plausibile
l'applicazione del bulbo negli apparecchi free energy come le celle elettrolitiche
pulsate alla frequenza di risonanza dell'acqua. Basterebbe usare la frequenza di
risonanza dell'acqua e non sarebbe necessario un circuito radiante molto potente.
Potenzialmente molti sistemi free energy beneficerebbero dell'applicazione del bulbo
di tesla.
SISTEMI ANTIGRAVITAZIONALI
Collimando diversi raggi Tesla su un unico punto si otterebbe una forte differenza di
pressione nell'etere il che genererebbe spinta ad effetto di campo ossia antigravità. È
interessante sapere la storia che c'è dietro il bulbo di Tesla. Prima della seconda
guerra mondiale Lenin fece una offerta molto proficua in termini di denaro a Tesla
per avere questo apparato. Tesla rifiutò così come rifiutò di collaborare per scopi
bellici o di potere. Tuttavia anche i nazisti si interessarono ai suoi progetti,
inizialmente fù Wernher von Braun a sperimentare questa tecnologia nei laboratori
americani di Los Alamos (il governo americano e i nazisti sono una unica entità) nel
1936. Hitler approvò la ricerca e Braun si trasferì in germania proseguendo gli studi a
Peenemunde dove i nazisti sperimentavano le armi segrete. Braun fù anche nominato
ubersturmbannfuehrer delle SS una alta carica nel sistema nazista. Che eroe dell'era
spaziale! Altro che razzi sulla luna! La cosa più interessante è che i nazisti
applicarono il sistema del bulbo di Tesla su un nuovo tipo di macchinario a
propulsione antigravitazionale (loro costruirono i primi dischi volanti su base
Schauberger) che aveva la forma di sigaro...infatti utilizzarono gli scafi dei
sottomarini U-boat. Personalmente mi sono sempre chiesto come fossero disposti i
motori antigravitazionali negli UFO (umani e non) a forma di sigaro. Tipicamente i
velivoli antig sono a forma di disco perchè la massa deve essere contenuta all'interno
del vortice sferico toroidale generato dal motore antig...ma allora perchè la forma a
sigaro? Proprio perchè hanno usato una serie di bulbi di Tesla collimati per generare
il campo, in tal caso la forma a sigaro è perfetta per rientrare in sezione nel percorso
aperto dai bulbi nell'etere stesso.
64
CANNONE TESLA
Purtroppo per ogni scoperta c'è anche l'applicazione bellica. Il bulbo Tesla può
sparare grosse bordate di energia che si concentrano in plasma, Tesla chiamava
queste implosioni "l'energia nucleare dell'ambiente". Ci sono buoni motivi per
pensare che l'eplosione della Tunguska sia stata provocata inavvertitamente proprio
da uno dei suoi esperimenti con i bulbi. Il periodo storico coincide così come
coincide la fenomenologia dell'evento imputabile a una grossa quantità di etere che
collassa in uno specifico punto. Scegliendo la lunghezza d'onda appropriata e la
direzione voluta è possibile creare tali implosioni in qualsiasi punto del pianeta
devastando intere aree così come creare terremoti e tsunami. Inquietante? Questa è la
realtà...trovo più inquietante il fatto che l'umanità ignora completamente queste cose.
Tornando sull'argomento anche Marconi conosceva questa metodologia, lui riusciva a
bruciare in uno dei suoi esperimenti un intero gregge di pecore stando a migliaia di
km di distanza.
HAARP È UN'ARMA DI DISTRUZIONE DI MASSA NON SOTTOPOSTA
AD ALCUN NEGOZIATO
Da un punto di vista militare, HAARP è un'arma di distruzione di massa.
Potenzialmente costituisce uno strumento di conquista in grado di destabilizzare
selettivamente sistemi agricoli ed ecologici di intere regioni.
Anche se non ci sono prove che questa mortale tecnologia sia stata usata, sicuramente
le Nazioni Unite dovrebbero affrontare la questione della "guerra ambientale" a
fianco del dibattito sugli impatti climatici dei gas-serra.
Nonostante esista un ampio corpo di conoscenze scientifiche, la questione della
deliberata manipolazione climatica per uso militare non è mai diventata
esplicitamente parte della agenda delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
GUERRA CLIMATICA
La rinomata scienziata dott. Rosalie Bertell conferma che "gli scienziati militari degli
Stati Uniti stanno lavorando sui sistemi climatici come potenziale arma. I metodi
includono l'accrescimento delle tempeste e la deviazione dei fiumi di vapore
dell'atmosfera terrestre per produrre siccità o inondazioni mirate. Già negli anni '70 il
vecchio consigliere per la Sicurezza Nazionale Zbigniew Brzezinski aveva previsto
nel suo libro "Tra Due Epoche" che: "...La tecnologia renderà disponibile, per i leader
delle maggiori nazioni, tecniche per condurre una guerra segreta, per la quale sarà
65
necessario considerare solo una minima parte delle forze speciali (...) Tecniche di
modificazione del clima potrebbero essere impiegate per causare prolungati periodi di
siccità o tempesta..."
Marc Filterman, ex-ufficiale francese, descrive svariati tipi di "armi non
convenzionali" che usano frequenze radio. Egli si riferisce alla "guerra climatica",
indicando che gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica già "...padroneggiano il know-how
necessario per scatenare improvvisi cambiamenti climatici (uragani, siccità) nei primi
anni '80...". Queste tecnologie rendono "...possibile provocare disturbi atmosferici
usando onde radar a frequenza estremamente bassa...".
IL PROGRAMMA "HIGH-FREQUENCY
ACTIVE AURAL RESEARCH" - HAARP
Il HAARP con base a Gokoma (Alaska) - amministrato congiuntamente da Aviazione
e Marina - è parte di una nuova generazione di armamenti sotto il controllo della
Iniziativa di Difesa Strategica degli Stati Uniti.
Approntato dal Laboratorio di Ricerca dell'Aviazione - Direzione Veicoli Spaziali,
HAARP è costituito da un sistema di potenti antenne in grado di creare
"modificazioni locali controllate della ionosfera".
Lo scienziato dott. Nicholas Begich - attivista della campagna contro HAARP descrive tale programma come "...una tecnologia di raggi estremamente potenti di
onde radio che raggiungono aree della ionosfera (lo strato più alto dell'atmosfera) si
concentrano su di essa e la riscaldano. A quel punto le onde elettromagnetiche
rimbalzano sulla terra e penetrano qualsiasi cosa - viva o morta...".
La dottoressa Rosalie Bertell descrive HAARP "...una gigantesca stufa in grado di
causare la principale spaccatura della ionosfera, creando non tanto dei buchi quanto
delle lunghe incisioni sullo strato protettivo che impedisce alle radiazioni mortali di
bombardare il pianeta...".
LA PAROLA AGLI AMERICANI
Il sito ufficiale HAARP ci presenta un'innocente stazione scientifica dove gli
scienziati sondano via radio quelle regioni dell'alta atmosfera preannuncianti lo
spazio esterno, cioè la ionosfera e la magnetosfera. I titoli dei paragrafi esplicativi del
sito sono peraltro scritti a mo' di domande ("Cos'è HAARP?", "Perché è coinvolto il
Dipartimento della Difesa?", ecc.) Nel paragrafo titolato "HAARP è unico?", ci si
affretta a precisare che anche altre nazioni studiano la ionosfera, come la stessa
Russia o i Paesi europei (più il Giappone) del consorzio EISCAT, anche se le loro
66
apparecchiature, site a Tromsoe in Norvegia, sono dei radar "incoerenti". Ma
veniamo ai dettagli.
Presso Gakona, circa 200 km a Nord-Est del Golfo del Principe Guglielmo, un
terreno di proprietà del Dipartimento della Difesa USA fu scelto il 18 ottobre 1993 da
funzionari dell'Air Force e a partire dall'anno seguente venne disseminato di piloni
d'alluminio alti 22 metri, il cui numero è cresciuto di anno in anno fino ad arrivare a
180.
Ognuno di questi piloni porta doppie antenne a dipoli incrociati, una coppia per la
"banda bassa" da 2.8 a 7 MegaHerz e l'altra per la "banda alta" da 7 fino 10
MegaHerz. Tali antenne sono capaci di trasmettere onde ad alta frequenza fino a
quote di 350Km, grazie alla loro grande potenza. A pieno regime, l'impianto richiede
3.6 MegaWatt (la potenza di 100 automobili), assicurati da 6 generatori azionati da
altrettanti motori diesel da 3600 cavalli l'uno. Scopo ufficiale di queste installazioni è
studiare la ionosfera per migliorare le telecomunicazioni.
Non posso fare a meno di riportare qui di seguito, altri fatti, magari ripetitivi, ma
comunque importanti del grande Tesla e di Einstein
UN OBLIO TOP SECRET
NIKOLA TESLA
Negli anni Sessanta, tutti i giovani ingegneri elettrici passeggiavano abitualmente con
una mano in tasca. E non per sciatteria o per protestare contro le regole, ma per
l'avvertimento che gli veniva dato in laboratorio il giorno del primo esperimento: se
una scossa elettrica attraversa il petto può uccidervi, ma se la stessa scarica rimane su
un lato del corpo vi procurerà una leggera scossa. Grazie a questo consiglio, gli
ingegneri elettrici che non vogliono morire tengono sempre una mano in tasca in
prossimità di elettricità libera.
Gli appunti di Nikola Tesla di Colorado Springs dimostrano che fu lui il primo
ingegnere a consigliare questa pratica per lavorare in modo sicuro; perciò molti
ingegneri gli devono la vita. Inventò inoltre il tachimetro, il contagiri meccanico, la
diffusione radio, l'energia elettrica a corrente alternata e le turbine senza pale.
Una delle sue invenzioni importanti è la macchina terapeutica per l'elettroterapia di
Tesla, questo apparecchio generava corrente ad altra frequenza:
Le correnti generate da questo apparecchio sono un ottimo tonico per il sistema
nervoso umano; aiutano il funzionamento del cuore e la digestione; inducano un
benefico sonno; liberano la pelle dalla dannosa sudorazione e curano raffreddore e
febbre grazie al calore prodotto; rivitalizzando parti del corpo atrofizzate o
paralizzate; alleviano ogni tipo di sofferenza e salvano centinaia di persone ogni
anno.
67
Tesla ebbe da ridire sulla teoria della relatività di Einstein e lo fece con una
dichiarazione scritta.
Tesla scrisse:
Ho elaborato una teoria dinamica della gravità in ogni dettaglio, e spero di rilasciarla
al mondo molto presto. Spiega le cause di questa forza, e il moto dei corpi celesti
sotto la sua influenza in modo cosi soddisfacente, che metterà fine alle inutili
speculazioni e false concezioni, come quelle della curvatura dello spazio. Secondo i
relativisti, lo spazio ha una tendenza alla curvatura che appartiene a una inerente
proprietà o presenza dei corpi celesti.
Volendo attribuire una parvenza di realtà, tale idea fantastica si contraddice
comunque. Ogni azione è seguita da una reazione, e gli effetti dell'ultima sono
direttamente opposti a quelli della prima. Supponendo che gli astri agiscano sullo
spazio circostante causandone la curvatura, alla mia mente appare che gli spazi curvi
debbano reagire sugli astri e, producendo gli effetti opposti, annullare le curvature.
Poiché azione e reazione coesistono, ne consegue che la presunta curvatura dello
spazio è totalmente impossibile; ma anche se esistesse, non spiegherebbe i moti degli
astri osservati. Solo l'esistenza di un campo di forza può spiegare questi moti, e
l'assumerla prescinde dalla curvatura dello spazio. Qualsiasi letteratura sul soggetto è
inutile, e destinata all'oblio.
È un vero peccato che Tesla non abbia mai pubblicato la sua teoria dinamica sulla
gravità. Il pensiero moderno suggerisce infatti che quando un oggetto pesante si
muove emette, onde gravitazionali che si irradiano alla velocità della luce; queste
onde gravitazionali si comportano in modo analogo a molti altri tipi di onde. Le
grandi invenzioni di Tesla si basano tutte sullo studio delle onde: egli credeva infatti
che il suono, la luce, il calore, i raggi X e le onde radio fossero tutti fenomeni legati
tra loro e che quindi rispondessero alla stessa legge matematica. Il diverbio con
Einstein fa pensare che Tesla avesse esteso quest'idea anche alla gravità.
Negli anni Ottanta si dimostrò che aveva ragione: uno studio sulla dispersione di
energia in una pulsar chiamata PSR1913+16 dimostro che le onde gravitazionali
esistono e la concezione di Tesla sulla gravità come effetto del campo venne
considerata più seriamente di quanto non avesse fatto Einstein. Sfortunatamente,
però, Tesla non rivelò mai che cosa lo avesse portato a una tale conclusione, e non
illustrò mai la sua teoria della gravità al mondo.
Tesla rilasciò poi un'altra affermazione che venne ritenuta oltraggiosa, che non fece
altro che consegnarlo definitivamente all'oblio:
Quest'anno ho dedicato molto tempo al perfezionamento di un apparecchio molto
piccolo e compatto, che riesce a inviare una quantità di energia considerevole nello
spazio interstellare a qualsiasi distanza, senza la minima dispersione. Vorrei
presentare all'istituto francese una descrizione accurata degli apparecchi con tutti i
dati e i calcoli, e penso di chiedere il premio Pierre Guzman di 100000 franchi per i
68
mezzi di comunicazione con altri mondi; ritengo che senza alcun dubbio mi verrà
assegnato. Il denaro è naturalmente insignificante, ma per il grande onore di essere
stato il primo nella storia a conseguire questa scoperta miracolosa, sarei disposto a
dare la vita”.
Tesla non ottenne mai il premio, né illustrò mai il suo lavoro; il governo francese non
conobbe mai le sue idee poiché gli eventi presero il sopravvento: Hitler cominciava
ad estendere il suo potere in Europa, e la Francia fu invasa nel 1940.
Lo strumento di cui parlava Tesla era un prototipo di laser e di un ordigno al plasma
che produceva particelle ad alta energia nella ionosfera. Gli appunti del Colorado
mostrarono che era a conoscenza di entrambe le possibilità, e queste apparecchiature
sarebbero state una conseguenza logica dei suoi esperimenti sui fulmini.
Nel 1940, dopo il suo ottantaquattresimo compleanno, rilasciò un'intervista al "New
York Times" che venne pubblicata il 22 settembre:
Nikola Tesla, uno dei più grandi inventori, che il 10 luglio scorso ha celebrato il suo
ottantaquattresimo compleanno, rivela che è pronto a consegnare al governo degli
Stati Uniti il segreto della sua "teleforza", in grado di liquefare, a suo parere, il
motore di un aereo a 250 miglia di distanza, e che permetterebbe di costruire una
sorta di muraglia cinese invisibile intorno il nostro paese.
L'articolo non fu commentato dai colleghi scienziati: allora, la reputazione di essere
un uomo sempre in cerca di celebrità superava la sua credibilità e, con l'avanzata di
Hitler in Europa, c'erano cose più importanti di cui preoccuparsi.
Nel 1941 gli Stati Uniti entrarono in guerra, e Tesla deve essersi sentito
particolarmente coinvolto quando, intorno a quel periodo i tedeschi invasero il suo
paese natale. Che cosa poteva fare del suo "raggio mortale", che il popolare giornale
aveva denominato la sua "teleforza"? Voleva consegnarla al governo degli Stati Uniti,
per sostenere sia il suo paese natio sia quello d'adozione.
Il 5 gennaio del 1943 Tesla telefonò al Dipartimento della guerra e parlò con il
colonnello Erskine, al quale offri i segreti della sua arma. Erskine non conosceva
Tesla, e pensò che si trattasse di un folle; promise di richiamarlo, ma non lo fece mai.
Questo fu l'ultimo messaggio di Tesla al mondo. In quel periodo viveva all' Hotel
New Yorker ed era piuttosto malato; aveva attacchi frequenti al cuore ormai
indebolito. La sera del 5 gennaio disse che non voleva essere disturbato e andò a
dormire; spesso chiedeva allo staff dell'albergo di non disturbarlo per duo o tre giorni,
ma questa sarebbe stata l'ultima volta.
A questo punto la storia diventa un vero e proprio thriller. Tesla morì per “un attacco
cardiaco” tra la notte di martedì 5 e la mattina di venerdì 8 gennaio, quando fu trovato
dalla cameriera dell'albergo. L'unico parente conosciuto, il nipote Sava Kosanovich,
un rifugiato jugoslavo sfuggito all'invasione tedesca, era tenuto sotto stretta
sorveglianza dell' FBI, come molti altri rifugiati, per il timore che fosse una spia.
La notte dell'8 gennaio Sava Kosanovich si recò, assieme ad altri due uomini, George
69
Clark e Kenneth Sweezey (un giovane giornalista scientifico), nella stanza di Tesla
con un fabbro per aprire la sua cassetta di sicurezza, e chiese agli altri due di cercare
il testamento; in veste di testimoni, erano presenti due dirigenti dell'albergo e un
rappresentante del consolato jugoslavo; Sweezey prese un libro dalla cassetta che
venne poi richiusa con una nuova combinazione, e affidata a Sava Kosanovich. Se
questi trovò il documento non lo dichiarò mai, perchè risulta che Tesla morì senza
aver fatto testamento (Kosanovich, comunque, deve aver raccolto tutti gli scritti e la
strumentazione rimasti nella stanza, e che oggi sono custoditi nel museo di Tesla di
Belgrado).
Tesla, riguardo la teoria della relatività di Albert Einstein, osservava che:
" ...la teoria della relatività, in ogni caso, è più anziana dei suoi attuali sostenitori. Fu
avanzata oltre 200 anni fa dal mio illustre connazionale [sic!] Ruder Boškovic, il
grande filosofo, che, non sopportando altre e più varie occupazioni, scrisse un
migliaio di volumi di eccellente letteratura su una vasta varietà di argomenti.
Boškovic si occupò di relatività, includendo il cosiddetto "continuum
spaziotemporale"……
Tesla fu dunque critico rispetto il lavoro di Einstein sulla relatività:
" ...[a] un magnifico abito matematico che affascina, abbaglia e rende la gente cieca
di fronte ad errori impliciti. La teoria è come un mendicante vestito color porpora che
la gente ignorante scambia per un re..., i suoi esponenti sono uomini brillanti, ma
sono metafisici, più che fisici... "
LO SCIENZIATO AFFERMÒ ADDIRITTURA CHE:
" Io continuo a ritenere che lo spazio non possa essere curvo, per il semplice fatto che
esso non può avere proprietà. Sarebbe come affermare allo stesso modo che Dio ha
delle proprietà. Egli non ne ha, ma solo degli attributi di nostra invenzione. Di
proprietà si può parlare solo per la materia che riempie lo spazio. Dire che in
presenza di corpi enormi lo spazio diventa curvo è equivalente ad affermare che
qualcosa possa agire secondo nulla. Io mi rifiuto di sottoscrivere un simile modo di
vedere. "
ARMI AD ENERGIA DIRETTA
Più tardi nella sua vita, Tesla fece alcune affermazioni di rilievo circa un'arma
chiamata "teleforce". La stampa la soprannominò "raggio della pace" o "raggio della
morte . In totale, i componenti e il funzionamento comprendevano:
70
1. Un meccanismo per generare una tremenda forza elettrica. Questo, secondo Tesla,
fu anche portato a termine.
2. Un dispositivo per intensificare ed amplificare la forza sviluppata dal primo
meccanismo.
3. Un nuovo metodo per produrre una disastrosa forza elettrica repellente, effettivo
proiettore, arma dell'invenzione.
Tesla lavorò al progetto di un'arma ad energia diretta tra i primi anni del Novecento
fino alla sua morte. Nel 1937, egli compose un trattato intitolato "The Art of
Projecting Concentrated Non-dispersive Energy through the Natural Media" che
riguardava fasci di particelle cariche, che fu pubblicato in seguito per cercare di
illustrare una descrizione tecnica di una "super arma" che avrebbe messo fine a tutte
le guerre nel mondo". Questo documento, che si trova attualmente nell'archivio del
Nikola Tesla Museum di Belgrado, descriveva un tubo a vuoto con un'estremità libera
e un getto estremamente collimato di gas che permetteva alle particelle di uscire; il
marchingegno includeva poi la carica di particelle a milioni di volt e un metodo per
creare e controllare dei fasci non dispersivi di particelle attraverso la repulsione
elettrostatica.
Dalle memorie dello scienziato si evince che quest'arma era basata su uno stretto
raggio di pacchetti atomici di mercurio o tungsteno, accelerati da un'alta differenza di
potenziale (in modo analogo al suo "trasmettitore d'amplificazione"). Tesla diede la
seguente spiegazione circa le operazioni del particle gun:
" [l'ugello] avrebbe inviato fasci molto concentrati di particelle nell'aria libera, di
un'energia così tremenda da abbattere una flotta di 10.000 aeroplani nemici a una
distanza di 200 miglia dal confine della nazione attaccata e avrebbe fatto cadere gli
eserciti sui loro passi. Tale arma può essere utilizzata contro la fanteria di terra o
come contraerea. "
("'Death Ray' for Planes". New York Times, 22 settembre, 1940)
Dopo aver cercato di attirare l'interesse del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti
verso la sua invenzione, lo scienziato propose l'apparecchiatura alle nazioni europee;
ma nessuno dei governi interpellati si mostrò interessato a firmare un contratto di
costruzione dell'arma. Tesla aveva fallito.
Invenzioni teoriche
Tesla fece delle ipotesi di come le forze elettriche e magnetiche potessero distorcere,
o addirittura modificare, il tempo e lo spazio e sulle procedure attraverso le quali
l'uomo potesse controllare tali energie. Verso la fine della sua vita, rimase affascinato
dalla teoria secondo cui la luce è formata sia da particelle elementari sia da onde, un
postulato fondamentale già compreso nella fisica
quantistica. Queste ricerche lo portarono all'idea di creare un "muro di luce",
manipolando in un certo modo le onde elettromagnetiche. Questo misterioso muro di
luce dovrebbe consentire di alterare a piacimento il tempo, lo spazio, la gravità e la
materia, e da questo rinacquero una serie di progetti di Tesla che sembrano usciti
71
direttamente dalla fantascienza, come gli aerei antigravità, il teletrasporto, e il viaggio
nel tempo.
La più singolare invenzione che Tesla ipotizzò è probabilmente la "macchina per
fotografare il pensiero . Egli pensava che un pensiero formatosi nel cervello creasse
una corrispondente immagine nella retina, e che l'impulso elettrico di questa
trasmissione neurale potesse essere letto e registrato in un dispositivo. L'informazione
immagazzinata, poi, potrebbe essere elaborata da un nervo ottico artificiale e
visualizzata come immagine in uno schermo.
Un'altra invenzione teorizzata da Tesla è comunemente chiamata "macchina volante
di Tesla". Tesla dichiarò che uno degli scopi della sua vita era quello di creare una
macchina volante che potesse funzionare senza l'uso di un motore o ali, alettoni,
propellenti o di qualsiasi fonte di combustione interna. Inizialmente, Tesla pensò ad
un aereo che avrebbe dovuto volare grazie ad un motore elettrico alimentato da un
generatore a terra. Con il passare del tempo, ipotizzò che questo aereo potesse
muoversi in maniera interamente meccanica. La forma ipotizzata per il velivolo è
quella tipica di un sigaro o di una salsiccia. Questo fatto, in seguito, sarà sfruttato dai
teorici della cospirazione degli UFO.
Tesla è ulteriormente conosciuto per l'invenzione di una speciale radio chiamata
"Teslascopio", progettata con l'intenzione di comunicare con forme di vita
extraterrestre di altri pianeti.
Serbo o croato?
La nazionalità natale di Tesla è stata spesso contesa tra le odierne repubbliche di
Serbia e di Croazia. Pur essendo nato a Smiljan, un paese attualmente situato in
Croazia, Tesla era di famiglia serba. Nacque infatti da una famiglia di cui il padre,
Milutin, era un prete serbo ortodosso e la madre Georgina-Djuka Mandic era figlia
anch'essa di un prete serbo ortodosso, Nikola Mandic (1800-1863). Georgina era la
quarta di otto figli e si prese cura dei fratelli in seguito alla morte precoce della madre
(nonna materna di Nikola Tesla), Sofia Mandic (nata Budisavljevic a Gracac in Lika)
ed è per questo motivo che non ebbe l'opportunità di istruirsi. Va tenuto infine
presente che all'epoca il Regno di Croazia era unificato alla corona del Regno di
Ungheria; infatti la sua terra era parte dell'impero austro-ungarico in cui lui è nato e
cresciuto. In ogni caso Tesla assunse la cittadinanza statunitense nel 1897.
La morte dello scienziato e gli avvenimenti successivi
Tesla morì per un attacco cardiaco, solo, nel New Yorker Hotel, tra il 5 e l'8 gennaio
del 1943, all'età di 86 anni. Nonostante avesse venduto i suoi brevetti sulla corrente
alternata, egli era praticamente nullatenente e lasciò consistenti debiti. In seguito,
nello stesso anno, la Corte Suprema degli Stati Uniti impugnò il suo brevetto numero
645576 riconoscendo lo scienziato come l'inventore della radio.
Al momento della sua morte, l'inventore stava continuando a lavorare sul raggio della
morte che aveva proposto senza successo al Dipartimento della Guerra degli USA;
sembra che il raggio proposto avesse a che fare con le sue ricerche sul fulmine
globulare e sulla fisica del plasma, e che fosse composto di un flusso di particelle. Il
governo americano non trovò alcun prototipo dell'apparecchio nella cassaforte, ma i
72
suoi scritti vennero classificati come top secret. Il cosiddetto "raggio della pace"
costituisce una parte di alcune teorie cospirative come mezzo di distruzione. J. Edgar
Hoover dichiarò il caso "most secret", vista la natura delle invenzioni di Tesla e dei
suoi brevetti . Uno dei documenti afferma che "furono ritrovati 80 bauli in luoghi
differenti, che contenevano trascrizioni e piani aventi a che fare con i suoi
esperimenti[...]". Charlotte Muzar scrisse che c'erano diversi fogli e oggetti
"mancanti".
Dopo la sua morte, la famiglia di Tesla e l'ambasciata iugoslava lottarono con le
autorità americane per ottenere questi oggetti, per la potenziale importanza di alcune
delle sue ricerche. Infine la nipote Sava Kosanovic entrò in possesso di alcuni dei
suoi effetti personali, che ora sono esposti al museo Nikola Tesla di Belgrado, in
Serbia . Le esequie dello scienziato ebbero luogo il 12 gennaio 1943, nella Cattedrale
di Saint John the Divine di Manhattan, a New York. In seguito al funerale, il suo
corpo fu cremato. Le sue ceneri vennero traslate a Belgrado, nella sua Jugoslavia, nel
1957. L'urna fu allocata nel museo che porta il suo nome, dove si trova tutt'oggi.
Tesla non amava posare per i ritratti; lo fece una sola volta, per la principessa Vilma
Lwoff-Parlaghy, ma il ritratto andò perduto. Il suo desiderio era quello di avere una
scultura fatta dal suo amico più vicino, lo scultore croato Ivan Meštrovic, che a quel
tempo si trovava negli Stati Uniti, ma morì prima di vederlo terminato. Meštrovic
fece per lui un busto di bronzo (1952), che è conservato nel museo di Belgrado e una
statua (1955/56) alloggiata presso l'Istituto Rude Boškovic, a Zagabria. Questa
scultura venne spostata nel centro di Zagabria, in via Nikola Tesla, per il 150º
anniversario della sua nascita, consegnandone un degno duplicato all'Istituto. Nel
1976 una statua di bronzo di Tesla venne sistemata nel parco statale di Niagara Falls
nello stato di New York; una simile composizione fu eretta nel 1986 nella sua città
natale Gospic.
STATUA DI NIKOLA TESLA
AL NIAGARA FALLS STATE PARK
Il 2006 venne proclamato dall'UNESCO e dai governi di Serbia e Croazia come anno
di Nikola Tesla. In occasione del 150º anniversario della sua nascita, il 10 luglio
2006, il villaggio ricostruito di Smiljan (che era stato demolito durante le guerre negli
anni novanta) fu aperto al pubblico assieme alla casa del grande scienziato,
predisposta come museo alla memoria; un nuovo centro multimediale venne inoltre
dedicato alla vita e al lavoro di Tesla. La chiesa parrocchiale di San Pietro e Paolo,
dove il padre dell'inventore faceva servizi di manutenzione, venne completamente
ristrutturata e sia il museo che il centro multimediale furono riempite di repliche e
riproduzioni delle invenzioni di Tesla. Il museo, in particolare, ha raccolto pressoché
ogni documento mai pubblicato da e su Nikola Tesla, la maggior parte dei quali
procurati da Ljubo Vojovic, della Tesla Memorial Society di New York. Accanto alla
73
casa dello scienziato è stato eretto un monumento creato dallo scultore Mile Blazevic;
nella vicina cittadina di Gospic, nella stessa data, è stata inaugurata una scuola
superiore intitolata a Nikola Tesla e presentata una replica della statua dell'inventore,
il cui orginale è custodito a Belgrado, preparata da Franco Krsinic.
Negli anni seguenti alla sua morte, molte delle sue innovazioni, teorie e affermazioni
vennero usate, scomodamente per i tempi e con alcune controversie, per supportare
varie teorie estremiste ritenute assolutamente non scientifiche. Molti dei lavori di
Tesla erano conformi ai principi e ai metodi accettati comunemente dalla comunità
scientifica, ma la sua stravagante personalità e le sue pretese talvolta irrealistiche,
combinate con il suo indiscutibile genio, lo hanno reso una figura popolare tra i
teorici estremisti delle cospirazioni dell'occulto. Alcuni di essi, in effetti, credevano
addirittura che lo scienziato fosse un essere angelico mandato sulla Terra da Venere
per rivelare la conoscenza scientifica all'umanità.
LA SUA PERSONALITÀ
Amicizie
Mark Twain nel laboratorio di Tesla, primavera del 1894. Lo scrittore era un grande
amico dello scienziato
Negli anni centrali della sua vita, Tesla strinse una forte amicizia con Mark Twain, il
quale trascorreva molto tempo insieme a lui, anche nel suo laboratorio. Tesla era
rimasto molto amareggiato dalle ripercussioni del suo battibecco con Edison; tanto
che, il giorno dopo la morte di quest'ultimo, il New York Times conteneva numerosi
encomi della vita del ricercatore, con un'unica opinione negativa scritta da Tesla:
" ... Non aveva hobby, non apprezzava alcun divertimento di qualunque tipo e viveva
trascurando completamente le più elementari regole d'igiene. ... Il suo metodo era
estremamente inefficiente, a tal punto che egli dovette coprire un immenso campo di
ricerche per giungere assolutamente a nulla, finché la cieca fortuna intervenne e,
dapprima, io fui quasi uno spettatore dispiaciuto per ciò che lui faceva, sapendo che
appena un po' di teoria e calcoli gli avrebbero evitato il 90% della fatica. Ma egli
nutriva un autentico disprezzo per la cultura dei libri e la conoscenza matematica,
fidandosi interamente del suo istinto di inventore e del suo senso pratico da
americano. "
Poiché Edison era già molto vecchio, giunse al punto di dire che, guardandosi
indietro, il più grande errore che avesse mai commesso era quello di non aver mai
rispettato Tesla o il suo lavoro. Questo giovò davvero poco ai loro rapporti pressoché
inesistenti.
Tesla conosceva bene anche Robert Underwood Johnson. Aveva rapporti di amicizia
con Francis Marion Crawford, Stanford White, Fritz Lowenstein, George Scherff e
74
Kenneth Swezey. Ciononostante, era considerato dai più un cinico.
Sessualità
Tesla non fu mai sposato. Era celibe e asessuale e sostenne che la sua castità era
molto utile alle sue doti scientifiche. Eccetto per le cene formali, egli mangiava
sempre da solo, e mai, in alcuna circostanza, avrebbe cenato di sua spontanea volontà
con una donna. Al Waldorf-Astoria e al famoso ristorante Delmonico's selezionava
sempre particolari tavoli in disparte, che erano riservati a lui. Anche se veniva sempre
descritto come una persona attraente quando interagiva con gli altri, Tesla spesso
fingeva nel suo comportamento.
Come tanti in questo momento storico, Tesla, scapolo a vita, divenne un acceso
sostenitore di una versione, autoimposta con la riproduzione selettiva, dell'eugenetica.
In un'intervista del 1937, egli affermò:
" [...] il nuovo senso di compassione dell'uomo iniziò ad interferire con lo spietato
meccanismo della natura. L'unico metodo compatibile con le nostre nozioni di
civilizzazione e di razza è quello di impedire la proliferazione degli esseri non adatti
per mezzo della sterilizzazione e della guida consapevole dell'istinto riproduttivo [...].
Fra gli eugenisti, è opinione comune che bisognerebbe rendere più difficile il
matrimonio. È innegabile che, a chiunque appaia come un genitore poco
raccomandabile, dovrebbe essere proibita la generazione di figli. Nel giro di un
secolo, il caso di una persona normale che si unisca con una eugeneticamente non
adatta, sarà improbabile quanto il caso che la veda sposata ad un criminale incallito. "
Nel 1926, Tesla, commentando durante un'intervista le malattie della subordinazione
sociale delle donne e la lotta di queste verso l'uguaglianza dei sessi, indicò che il
futuro dell'umanità sarebbe stato governato dalle "Api Regine". Credeva, infatti, che
le donne sarebbero diventate il sesso dominante del futuro.
Disinteresse per il denaro
Lo scienziato mise da parte il suo primo milione di dollari all'età di 40 anni, ma donò
quasi tutti i suoi diritti d'autore sulle invenzioni future. Era particolarmente inetto nel
gestire le sue finanze, completamente incurante della ricchezza materiale. Egli
strappò addirittura un contratto con Westinghouse, che lo avrebbe reso il primo
miliardario in dollari del mondo, in parte a causa delle implicazioni che questo
avrebbe avuto sulla sua visione futura dell'energia libera, e in parte perché avrebbe
escluso Westinghouse dagli affari, e Tesla non aveva alcuna intenzione di avere a che
fare con i creditori.
Ossessioni e disturbi
Tesla, affetto da disturbo ossessivo-compulsivo, aveva numerose quanto inusuali
abitudini ed idiosincrasie. Faceva le cose in tre, ed esigeva che la camera d'albergo
dove alloggiava avesse un numero divisibile per tre. Si sa che egli era fisicamente
75
contrario alla gioielleria, specialmente alle collane di perle e che era ossessionato dai
piccioni: ordinava speciali semi per i volatili che nutriva nel Central Park, portandone
alcuni nella sua stanza in hotel. Era un amante degli animali; spesso gioiva alla vista
di una cucciolata di gatti.
Tesla, per sua volontà, visse gli ultimi anni della sua vita in una suite di due stanze al
33º piano del New Yorker Hotel, nella Room 3327, dove, giunto alla fine dei suoi
giorni, mentre già scivolava in ciò che i più considerano uno stato mentale alterato,
avrebbe chiesto di esser visitato quotidianamente da un particolare piccione bianco.
Egli avrebbe affermato che il volatile era molto prezioso per lui. L'aneddoto racconta
che un giorno il piccione si ammalò; Nikola tentò di soccorrerlo per rimetterlo in
salute, ma esso morì tra le sue braccia. L'inventore non era un uomo molto religioso;
credeva, infatti, che doveva esserci una spiegazione scientifica per ogni cosa ed era
sostanzialmente ateo. Ma quando quel piccione bianco morì, Tesla giurava di aver
visto una luce molto chiara venir fuori dai suoi occhi, così luminosa che nemmeno lui
sarebbe riuscito a crearne una di pari intensità. Questo episodio lo portò a credere che
il candido uccello fosse in origine qualcosa di spirituale. Molti biografi annotano che
Tesla considerò la morte del piccione come il "colpo finale" per lui e per il suo
lavoro.
Tesla era molto severo circa l'igiene e la pulizia, in un periodo in cui un
comportamento così estremo era visto come una stranezza. Era altamente meticoloso
e organizzato, e spesso lasciava note e appunti per gli altri, per evitare di dover
riorganizzare i suoi lavori.
Guerra
Lo scienziato credeva che la guerra non poteva essere evitata finché la causa del suo
ritorno non fosse stata rimossa, ma si opponeva alle guerre, in generale. Egli cercava
di ridurre le distanze, come nella comunicazione per una miglior comprensione, così
nei trasporti e nella trasmissione dell'energia, come un modo per stringere amichevoli
relazioni internazionali.
Egli predisse che
" un giorno l'uomo connetterà il suo apparato con i moti originari dell'universo...e le
vere forze che spingono i pianeti sulle loro orbite e li fanno ruotare spingeranno i suoi
macchinari. "
L'istruzione
Tesla era un poliglotta. Accanto al serbo e al croato, conosceva perfettamente altre
sette lingue: il ceco, l'inglese, il francese, il tedesco, l'ungherese, l'italiano e il latino.
76
LAUREE E DIPLOMI UNIVERSITARI
Tesla studiò matematica, fisica e ingegneria alla Scuola Politecnica di Graz, in
Austria, l'odierna Technische Universität Graz. Due fonti sostengono che egli
ricevette la Laurea Magistrale dall'Università di Graz. L'Ateneo nega di avergli
conferito tale titolo e informa che egli non proseguì mai gli studi oltre il primo
semestre del suo terzo anno, durante il quale Tesla smise di seguire le lezioni. Altri
affermano che l'inventore venne espulso senza una laurea per il mancato pagamento
delle tasse scolastiche del primo semestre del primo anno da matricola. Secondo un
suo compagno di stanza nel college, egli non ottenne alcun titolo universitario. Tesla
fu persuaso più tardi dal padre ad iscriversi al Dipartimento Charles-Ferdinand
dell'Università di Praga, che egli frequentò per la sessione estiva del 1880. Dopo la
morte del padre, si trasferì a Budapest nel gennaio del 1881, dove trovò un impiego
come progettista e disegnatore al Central Telegraph Office.
Doctor Honoris Causa
Per il suo lavoro Tesla ricevette numerose Lauree honoris causa da molti Atenei, tra i
quali: Columbia University, Istituto Politecnico di Graz, Università di Zagabria,
Istituto Politecnico di Bucarest, Università di Belgrado, Università di Brno,
Università di Grenoble, Università di Parigi, Università di Poitiers, Charles
University di Praga, Università di Sofia, Istituto Politecnico di Vienna, e Yale
University.
LA RIVENDICAZIONE CONTRO MARCONI
Nel 1943 una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti attribuì a Tesla la
precedenza di alcuni brevetti rispetto a Marconi, tra cui la radio, ma comunque dopo
il brevetto di Oliver Lodge che lo precedette. La sentenza della Corte Suprema
Statunitense comunque non è universalmente riconosciuta dai sostenitori di Marconi.
Molto tempo prima (1911) l'High Court britannica nella persona di Mr. Justice Parker
deliberò su un analogo procedimento la validità dei brevetti di Marconi. La sentenza
della Corte Suprema Statunitense è rimasta una sentenza discussa anche perché in
quel periodo l'esercito Statunitense era in causa con la società Marconi per l'utilizzo
di brevetti sulla radio senza il pagamento dei brevetti, la sentenza ha permesso al
governo di non pagarli. In realtà ciò non è vero del tutto visto che il governo Usa
pagò la somma di 42.000 dollari alla società di Marconi per un brevetto di Oliver
Lodge che suddetta società aveva comprato da quest'ultimo.
In realtà nessuno prima di Tesla aveva effettuato esperimenti di trasmissioni radio
come le intendiamo oggi, cioè con un circuito risonante.
Tesla iniziò a tenere le prime conferenze pubbliche sulla trasmissione di energia
tramite onde radio nel 1891 e nel 1893 pubblicò il primo progetto per trasmettere
77
segnali ed anche energia elettrica tramite onde radio. I progetti di Tesla si
concentravano sulla trasmissione di onde elettromagnetiche continue (CW) per
ottenere trasmissioni di segnali ed anche di energia, quelli di Marconi posteriormente,
sulla trasmissione di segnali morse tramite onde smorzate (DW) e quindi
producevano segnali con interferenze e difficili da sintonizzare. Sono progetti
differenti che si suppone non possono essere opera di semplice copia.
Nel 1893, al S. Louis, Missouri, Tesla diede una pubblica dimostrazione della
comunicazione radio senza fili. L'apparato che Tesla usò conteneva tutti gli elementi
che erano incorporati nei sistemi radio prima della sviluppo della "valvola
termoionica".
I DIRITTI DEL BREVETTO NEGLI ANNI
SECONDO IL GOVERNO STATUNITENSE
Riconoscimenti
Tesla è particolarmente onorato in Serbia e Croazia, così come nella Repubblica Ceca
e in Romania. È stato insignito del massimo ordine del Leone Bianco in
Cecoslovacchia.
Per i suoi meriti scientifici fu dato il suo nome all'unità di misura dell'induzione
magnetica, il tesla.
Nel 1912 venne candidato al Premio Nobel per la fisica. Egli lo rifiutò, offeso per non
averlo ricevuto nel 1909 al posto di Guglielmo Marconi. Nel 1915 un articolo del
New York Times annunciò erroneamente che Tesla e Edison avrebbero condiviso il
premio Nobel per la fisica. Tuttavia nessuno dei due lo ricevette.
Il 18 maggio 1917 gli fu conferita la Edison Medal, che egli accettò.
Il 10 luglio, giorno in cui Tesla nacque, è stato proclamato dallo stato di New York
Nikola Tesla Day.
* Le monete serbe e jugoslave
Nikola Tesla venne ritratto sulle banconote dell'allora Jugoslavia. La corrente
banconota da 100 dinari serbi, stampata dalla Banca Nazionale di Serbia riporta
un'immagine di un Tesla giovane sul rovescio. Sul lato opposto c'è una parte di
disegno di un motore ad induzione, tratto dai documenti del suo brevetto, e una
fotografia di Tesla, con in mano un tubo pieno di gas che emette luce a causa
dell'induzione elettrica.
78
SOCIETÀ SCIENTIFICHE
Come ricompensa per i suoi successi nello sviluppo dell'elettricità e della radio,
Nikola Tesla ricevette numerosi premi e riconoscimenti. Venne selezionato come
membro del IEEE (al tempo la AIEE) e premiato con il suo traguardo più prestigioso,
la Edison Medal. Egli venne pure nominato come componente dell'Associazione
Americana per lo Sviluppo della Scienza, e accettò gli inviti per entrare a far parte
dell'American Philosophical Society e dell'Accademia Serba delle Arti e delle
Scienze. Grazie alle sue ricerche in elettroterapia e la sua invenzione degli oscillatori
ad alta frequenza, diventò un membro dell'Associazione Americana per
l'Elettroterapia.
Il Sistema Internazionale (SI)
L'unità di misura derivata del Sistema Internazionale per la densità di flusso
magnetico o l'induzione magnetica (comunemente conosciuta come campo
magnetico), il Tesla, prese questo nome in suo onore (alla Conférence Générale des
Poids et Mesures di Parigi del 1960).
IEEE Nikola Tesla Award
Nel 1975 l'Istituto degli Ingegneri Elettrici ed Elettronici creò un premio intitolato a
Nikola Tesla, il Nikola Tesla Award, grazie ad un accordo tra la IEEE Power
Engineering Society e il IEEE Board of Directors. Questo viene assegnato a quelle
persone o team che hanno dato enormi contributi scientifici per la generazione o
l'utilizzazione dell'energia elettrica. Il Tesla Award è considerato il riconoscimento
più prestigioso nel campo dell'elettrotecnica.
L'aeroporto di Belgrado
Il 10 luglio del 2006, in onore del 150º compleanno dell'inventore, il più grande
aeroscalo della Serbia, quello di Belgrado, venne ribattezzato o Aerodrom Beograd
"Nikola Tesla".
Oggetti cosmici
Il cratere Tesla sul lato opposto della luna e l'asteroide 2244 Tesla vennero chiamati
così in onore del grande scienziato.
Centrali elettriche
Due delle centrali termoelettriche a carbon fossile gestite dall'Electric Power Industry
of Serbia, la TPP Nikola Tesla A e la TPP Nikola Tesla B, presero il nome di Nikola
Tesla.
Commercio
L'aeroporto di Belgrado si chiama Nikola Tesla. La filiale croata della Ericsson si
chiama Ericsson Nikola Tesla d.d. (Nikola Tesla era il nome di una compagnia che
79
produceva apparecchi telefonici a Zagabria, prima che la Ericsson la acquisisse negli
anni 1990), in onore del lavoro pioneristico di Tesla nelle comunicazioni senza fili.
Treni
La Silverlink Metro di Londra ha un treno che porta il nome di Tesla, che, come il
resto del parco macchine, è un convoglio a propulsione elettrica che può venire
alimentato sia dalle linee a terra che da quelle sospese, entro lo stesso percorso, sulla
North London Line.
Auto sportive
La Tesla Motors sostiene che:
"L'omonimo del nostro Tesla Roadster è il genio di Nikola Tesla [...] Siamo sicuri
che, se fosse vivo oggi, Nikola Tesla ispezionerebbe la nostra auto e muoverebbe la
sua testa in segno di comprensione e approvazione. "LA RELATIVITà DI Einstein,
fu tutta farina del suo sacco?
Leggendo le seguenti righe capirete quanto danno abbiano generato le occulte forze
del potere del capitale a discapito del benessere per tutti non coltivato, solamente per
avidità e miopia umana…. Molti non sanno chi fosse la moglie di Einstein, grande
scienziato che ben inserito “nel sistema” meglio di Tesla, appare come l'unico
protagonista della grande evoluzione scientifica, dimentichi del più grande valore
della sua prima moglie: Mileva……
MILEVA MARIC MOGLE DI EINSTEIN:
IL SUO SEGRETO RESTA NEGLI ARCHIVI
La storia di Mileva Maric, scienziata serba e moglie di Albert Einstein, resta infatti
avvolta da un grande mistero, tale che non è stato ancora possibile capire quanto
Mileva abbia influito sul lavoro scientifico di Einstein e sulla stessa teoria della
relatività. I documenti che dimostrano la sua esistenza e il suo contributo nella
collettività scientifica, sono stati custoditi e salvati dall'oblio da tanti studiosi ed
intellettuali, mentre l'indifferenza dei politici ha causato il suo lento logorio.
Mentre gli Stati Uniti possono avere il merito di aver creato importanti marchi come
McDonald's o Coca cola, famosi al mondo al pari di grandissime scoperte
intellettuali, la Serbia elogia la memoria di grandissime menti come Nikola Tesla o
Mileva Maric, ricordati solo dalle esposizioni dei musei con pochi visitatori. In
particolare, la storia di Mileva Maric, scienziata serba e moglie di Albert Einstein,
resta infatti avvolta da un grande mistero, tale che non è stato ancora possibile capire
quanto Mileva abbia influito sul lavoro scientifico di Einstein e sulla stessa teoria
della relatività ( si veda La Teoria della Relatività e Mileva Maric ). Dopo il divorzio
80
con Mileva, sembrava che Einstein volesse nascondere tutte le prove che hanno
ricondotto il suo passato a lei, tale che solo pochi documenti della loro vita insieme
sono stati conservati. Forse proprio per non far cadere il mito del genio di Einstein,
rivelando che dietro alle sue scoperte vi è stato il duro lavoro della moglie, che
l'esistenza e il contributo di Mileva sono caduti nell'oblio.
Allora, l'epoca in cui Mileva e Einstein vivevano, non concedeva spazio alle donne
presso i circoli accademici e intellettuali. Per tale motivo, Mileva non ha potuto
studiare presso l'università di Belgrado, e così si è rivolta al Politecnico scientifico di
Zurigo (ETH) per studiare medicina; dopo poco tempo ha deciso di iscriversi alla
facoltà di fisica e matematica, diventando una delle quattro donne al mondo che si
occupavano di tali studi. L'incontro con Einstein e il loro amore portò alla nascita
della prima figlia Liza, e al successivo matrimonio nel 1902 con altri due figli,
Eduard e Hans Albert: questi eventi portarono a profondi cambiamenti nella sua vita
privata e professionale, creando così la concreta prospettiva di una scienziata
d'eccellenza come previsto dai suoi professori. Tuttavia la sua vita fu completamente
dedicata alla famiglia e al lavoro di Einstein, il quale decise la separazione nel 1919.
Dopo questa traumatica decisione, Mileva Maric si è allontanata dai riflettori e la
gente l'ha presto dimenticata, e così chi la ricordava solo come " moglie di Einstein" e
non come scienziata, ben presto, dopo il divorzio, non ricordarono neanche più il suo
nome.
Per molti anni non si conobbe il luogo in cui fosse stata sepolta, fin quando, il 23
giugno 2004, la sua tomba è stata ritrovata al cimitero Nordhaim di Zurigo, grazie
all'impegno del pittore Petar Stojanovic, fondatore del Centro memoriale di Nikola
Tesla di Sent Galen. Questa rappresenta l'ennesima testimonianza che soltanto le
persone, senza il supporto degli Stati - che antepongono i propri interessi politici al
patrimonio intellettuale - hanno contribuito a conservare la memoria di una donna di
grande importanza intellettuale. Il pittore Petar Stojanovic, nato in Austria e di
origine serba, da molto tempo si interessa della vita e del lavoro di Mileva MaricEinstein, decidendo persino di trasferirsi a Zurigo per poter fare delle ricerche
direttamente sul campo. "Il mio trasferimento dall'Austria alla Svizzera, mi ha aiutato
a trovare numerosi documenti relativi alla vita di Mileva Maric. Così ho incontrato la
dottoressa Ana Pia Mansen, direttrice dell' Archivio di Zurigo, che mi ha aiutato nella
mia ricerca per scoprire se Mileva sia stata sepolta a Zurigo il 4 agosto del 1948", ha
dichiarato. Come Petar Stojanovic, anche lo scrittore Dorde Krstic, autore del libro
"Mileva e Albert Einstein - amore e lavoro scientifico insieme" (Mileva & Albert
Einstein: Love and Joint Scientific Work), che da anni vive in Slovenia, è spinto
dall'entusiasmo di salvare questo pezzo importante della storia della scienza, anche se
dovrebbe essere un compito dello Stato.
"So che la casa della famiglia Maric a Novi Sad è in pessime condizioni, perché è
stata costruita nel 1907 e fino ad oggi non è mai stata restaurata. Sono in contatto con
81
il direttore del Museo della città, Milan Paroski, a cui fornisco tutta la
documentazione di Mileva in mio possesso. Ritengo che tutti hanno sbagliato nei
confronti di Mileva, la quale oggi merita almeno un riconoscimento da parte della sua
città, Novi Sad". Infatti, fra poco tempo ricorrerà l'anniversario dei 60 anni della sua
morte ma ancora non è stata ricostruita la casa in cui visse con i genitori, in via
Kisacka 20 a Novi Sad, per divenire un monumento storico. Da molti anni, con la
scusa dei "non chiari rapporti legali e di proprietà" dei lunghi tempi della burocrazia,
la casa dei genitori di Mileva continua ad essere logorata dal tempo, dall'ignoranza e
dalla negligenza dei politici. Il successore legale dell'abitazione è il nipote di
Einstein, Bernard Cesar Einstein, il quale l'ha regalata alla città di Novi Sad,
autorizzando l'amico di famiglia Dorde Krstic a trasformare la casa dei familiari di
Mileva, nel 'museo' di Mileva Maric e Albert Einstein. "Novi Sad avrà così, in
esclusiva, un museo in cui sarà possibile scoprire la vita di Mileva Maric", ha
dichiarato in un'intervista Krstic, aggiungendo che verranno esposti circa cinquanta
documenti e prove, a testimonianza della vita in comune della coppia Maric-Einstein.
Krstic, da più di 50 anni, indaga e raccoglie testimonianze e documenti sulla vita di
Mileva; in questo grande lavoro è stato aiutato dal figlio Hans, che ha vissuto in
America come professore universitario fino al 2001, anno nel quale è morto.
Per quanto riguarda invece i documenti dell'appartamento di Zurigo di Mileva, questi
sono misteriosamente scomparsi e in tutte le biografie mancavano i dati che per anni
sono stati conservati segretamente nell'archivio di Einstein a Gerusalemme. Questi
sono stati portati alla luce solo nel 1987, a seguito di una protesta della comunità
scientifica, anche se non nella loro totalità. Radmila Milentijevic, professoressa di
storia europea presso l'Università di New York, è stata tra i pochi fortunati a poter
consultare quell'archivio, chiuso al pubblico dallo Stato di Israele per oltre 30 anni.
"Einstein è stato un ebreo-tedesco, un fisico e uno scienziato insignito, reso famoso
dal Premio Nobel, che in Israele è visto come un culto o un'icona", afferma Radmila
Milentijevic. La professoressa serba spiega di essere riuscita a visionare i documenti
per 20 giorni, trovando moltissime informazioni che riporterà all'interno del suo libro
che verrà pubblicato prossimamente, prima in lingua inglese e poi nella lingua madre
di Mileva, il serbo. Anche la professoressa Milentijevic ritiene che il lavoro di
Einstein sia stato 'ricamato' anche grazie al duro lavoro della moglie, e che il suo
contributo alla teoria della relatività e ad altre scoperte di Einstein, sia stato enorme
ma dimenticato per anni. In particolare Radmila Milentijevic afferma che l'ambizioso
fisico si sia impossessato del lavoro di Mileva e dopodiché abbia utilizzato i soldi
ottenuti con il premio Nobel per aiutare lei e i suoi bambini, rimasti ad abitare
nell'appartamento di Zurigo.
Mentre tutto ciò che appartiene ad Einstein è conservato come 'icona' - come una
delle sue lettere all'asta per 8000 pound - tutto ciò che apparteneva e può ricondurre a
Mileva, sarebbe stato perso o dimenticato, senza il lavoro di poche persone che hanno
contribuito a custodirlo e tramandarlo. La stessa città di Novi Sad, solo negli ultimi
82
anni ha capito quanto prezioso sia stato il lavoro di Mileva Maric, decidendo di aprire
un museo a lei dedicato, e un Premio presso l'Università di Novi Sad, mentre una
volta risolti i problemi connessi alla proprietà della casa dei familiari di Maric, potrà
anche iniziare la sua ricostruzione e l'apertura del museo. È strano però osservare che
i serbi spesso dimenticano che la loro cultura è un patrimonio intellettuale mondiale,
non apprezzando la scienza, limitando il sistema educativo e umiliando coloro che vi
lavorano, la stessa istruzione sta divenendo una "fabbrica di umanoidi". Nessuno si
dovrebbe meravigliare se in futuro, assieme a Tesla, Maric, Pupin e gli altri nomi
spesso dimenticati, non cada nel dimenticatoio anche lo stesso popolo serbo e la sua
intera cultura.
LA MANIPOLAZIONE DELLO SPAZIO-TEMPO.
Iniziamo con alcuni principi base sulla realtà fisica che sono importanti per capire
come manipolare lo spazio-tempo.
I scienziati ortodossi non sono capaci di arrivare a certe metodologie perché la loro
educazione è una versione limitata di una più estesa teoria dove questi fenomeni sono
possibili. Questo è il motivo per cui potreste non riconoscere alcuni di questi principi
sulla base della fisica scolastica.
Ma se leggete attentamente noterete che la trattazione è coerente e riuscirete a
capirla...userò un linguaggio semplice, senza equazioni matematiche o termini troppo
tecnici in modo che tutti possano usufruirne.
Il concetto che "tutto è vibrazione" è scientificamente valido, la materia è fatta di
onde elettromagnetiche che non sono altro che un tipo di vibrazione che trasmette
energia. Queste onde esistono in una matrice a cinque dimensioni di etere che è il
"media" attraverso cui si propagano...questa matrice è costituita da sei dimensioni
parallele che insieme danno origine a quella che noi definiamo "realtà" con tutti i suoi
fenomeni ed effetti.
La chiave per ottenere cose come l'invisibilità della materia, il teltrasporto,
l'antigravità, o modificare lo scorrere del tempo, sta nel provocare "vibrazioni" in una
di queste dimensioni. Nello spazio 3D (il nostro spazio a tre dimensioni) si può
muovere la materia avanti e indietro, destra e sinistra, sopra e sotto con alcuni
interessanti risultati, ma la realtà è composta da più di tre dimensioni, e creando un
campo elettrico o magnetico che avvolge la materia e la fa vibrare in altre dimensioni
ci permette di alterare le caratteristiche stesse della materia. Alterazioni che
dipendono da quale dimensione si và a utilizzare.
Gli scienziati ortodossi lavorano con un sistema a tre dimensioni e sono capaci di
produrre la tecnologia limitata che vediamo tutti i giorni intorno a noi.
La creazione di questi campi iperdimensionali è possibile grazie a bobine dalla
speciale geometria. Questa è una tabella che riassume le tecniche che stiamo per
discutere in questa trattazione:
83
Direzione
della
Metodo
Effetto ottenuto
frequenza applicata
campi magnetici ed
elettrici
incrociati
producono un campo
terza dimensione
invisibilità
gravitazionale
rotante accoppiato
alla luce
bobine
in
configurazione x-y-z
creano un campo
quarta dimensione
teletrasporto
quadridimensionale
accoppiato
all'oggetto
campo
gravitazionale
solitono modulato da
quinta dimensione flusso
magnetico antigravità
devia il flusso di
etere
attorno
all'oggetto
bobina
caduceus
viaggio nel tempo e
sesta dimensione
produce un campo
distorsione temporale
scalare
84
INVISIBILITA'
Affinchè un oggetto diventi invisibile, la luce deve passargli attraverso o piegarsi
attorno ad esso. Noi analizzeremo un metodo per piegare la luce attorno ad un
oggetto...la luce potrebbe passare attraverso un oggetto se questo viene portato via da
questa dimensione ma questo non è il caso che tratteremo qui.
La luce non si piega o devia a causa di un campo elettrico o magnetico perché i fotoni
non hanno una carica elettrica. Comunque è ben noto che la gravità piega o devia la
luce. Affinchè la gravità riesca a piegare significativamente la luce serve un campo
gravitazionale molto intenso come quello creato dalla massa di una stella o meglio
ancora di un buco nero. Ovviamente ricreare un campo gravitazionale così intenso in
laboratorio è impossibile e sarebbe anche disastroso.
La luce non si piega significativamente in un campo gravitazionale debole perché tale
campo non è fortemente accoppiato all'oggetto stesso che genera il campo.
Per spiegare questo è necessario un esempio:
pensate ad un cantante lirico e ad un calice di cristallo...finché il cantante non emette
la giusta frequenza non ci sarà un adeguato trasferimento di energia tra le onde
sonore e il calice affinché si rompa. Non è questione di potenza bruta ma di
indovinare la giusta frequenza di risonanza.
Allo stesso modo, la gravità di un pianeta è statica se paragonata alla luce. Affinché
l'una influenzi l'altra deve essere raggiunta la condizione di risonanza. Se si modula o
si fa vibrare la gravità alla giusta frequenza, la luce si piega seguendo le linee di forza
del campo...più ci si avvicina alla frequenza di risonanza e minore sarà la potenza
richiesta.
Ora la domanda è:
come si può modulare la gravità?
Quando un campo elettrico e uno magnetico si incrociano o intersecano con la giusta
angolazione viene prodotta la gravità in un direzione perpendicolare ad entrambi.
Questo è illustrato nella figura 1 con uno schema vettoriale.
In accordo con quanto detto, modulando il campo elettrico o quello magnetico, si
otterrà un campo gravitazionale vibrante alla stessa frequenza. Fare questo è semplice
se si usa una corrente alternata per elettrificare un oggetto o energizzare una bobina.
Ad ogni modo, un dispositivo che piega la luce attorno ad un oggetto necessita di un
campo gravitazionale rotante, in modo che la luce che arriva verso di esso incontra
questo campo, si piega su di esso e lo segue per poi proseguire il suo cammino.
Esaminiamo un esempio calzante con il nostro caso:
Prendiamo il caso di un oggetto sferico carico (elettricamente) immerso in un campo
magnetico.
Se si traccia il vettore gravità, sapendo che esso è perpendicolare al campo magnetico
85
ed elettrico, si troverà che esso ruota attorno all'oggetto come un vortice. Per
modulare questo campo, è meglio alternare la componente elettrica usando un tesla
coil, grazie al fatto che la sua alta tensione e alta frequenza garantiscono una certa
intensità di campo attorno all'oggetto.
L'alta frequenza tende inoltre a far rimanere il campo sulla superficie dell'oggetto
grazie all'effetto "pelle".
Il campo magnetico può essere prodotto da una Helmholtz coil, o anche una singola
spira o meglio ancora una serie di spire.
Una raffigurazione molto schematica è quella della figura 3-4
Prendiamo ad esaminare cosa accade quando un fotone entra in un campo
gravitazionale modulato in questo modo.
Il fotone entra nel campo e viene immediatamente trasportato via lateralmente dal
vettore gravità rotante, spedendolo attorno all'oggetto. A causa della conservazione
del momento, questo fotone dovrà seguire il campo finché non ritorna allo stesso
medesimo tragitto di quando era stato deviato...il fotone uscirà dal campo con una
traiettoria perfettamente in asse con quella di entrata.
Dal punto di vista di un osservatore esterno il fotone non ha mai cambiato traiettoria e
quindi nessun oggetto ha bloccato la sua traiettoria...l'oggetto è invisibile. Questo
meccanismo è illustrato in figura 5.
86
ANTIGRAVITÀ
Per capire l'antigravità bisogna capire la gravità. La gravità è una forza di spinta non
una trazione. Essa non è altro che l'effetto di trascinamento dell'etere risucchiato dalla
massa di un oggetto. (Ho spiegato questo nella sezione sul campo del punto zero e
l'energia del punto zero.)
Il trucco sta nel canalizzare questo flusso di etere (questo etere non è altro che il
campo del punto zero) attorno all'oggetto in modo che l'oggetto stesso non ne risente
della sua azione di trascinamento.
Per fare questo serve un vortice solitono. Un solitono ha l'abilità unica di viaggiare
efficientemente attraverso un fluido perché canalizza il flusso attorno ad esso.
Avete presente le ciambelline di fumo che si divertono a fare i fumatori? Se ci fate
caso queste "ciambelline" riescono a viaggiare nell'aria per un periodo relativamente
lungo considerando la debolissima spinta che viene loro impressa dal fumatore.
Queste ciambelline canalizzano l'aria attorno a loro stesse perché si comportano come
se fossero un insieme di ruote messe in un cilindro che viene poi piegato fino a
formare una ciambella.
In poche parole sono come tante rotelle messe secondo uno schema toroidale.
Esse rotolano attraverso l'aria (o qualsiasi altro fluido) con una resistenza molto bassa
proprio come una ruota rotola sul terreno.
Queste "ciambelline" di fumo sono un solitono. A ben vedere Homer Simpson ha
ragione a nominare sempre queste ciambelle!
Per produrre un solitono capace di canalizzare l'etere attorno ad esso (vedi fig 6),
bisogna iniziare con un dipolo magnetico.
Un dipolo magnetico è un campo a forma di mela dove il flusso magnetico esce verso
l'alto per poi ridiscendere.
Questo tipo di campo può essere visto nelle immagini raffiguranti barre magnetiche
vicine a limatura di ferro per evidenziare le linee di forza del campo magnetico. Altro
esempio è quello del campo geomagnetico del nostro pianeta che genera le cosiddette
fasce di Van Allen. Anche una semplice spira di filo elettrico alimentata da una
sorgente può generare un dipolo magnetico.
Questo dipolo è già un solitono costituito da un flusso magnetico.
87
Per accoppiare il dipolo con il flusso terrestre di etere, questo campo magnetico deve
essere modulato nella stessa direzione da un campo gravitazionale oscillante. Questo
tipo di campo gravitazionale oscillante è già stato discusso nel precedente caso
dell'invisibilità, è solo questione di riprendere tale caso e alterarlo per produrre un
solitono invece di un semplice vortice come quello visto in figura 3.
Se il vortice viene stirato e piegato in un circolo formerà un toroide...un solitono. È
solo un piccolo esercizio mentale di topologia!
Per replicare questo in termini di campi elettrici e magnetici, si parte con un anello
conduttore, tipo una spira di filo come quella usata per l'esempio del dipolo
magnetico. Ovviamente un vero e proprio avvolgimento toroidale è migliore perché
produce un campo magnetico più intenso.
Attorno alla lunghezza di questo anello (o toroide se si è optato per un toroide)
bisogna avvolgere un'altra bobina coassialmente. Entrambi gli avvolgimenti (toroide
e bobina esterna) vanno alimentati con corrente alternata (nell'immagine viene
indicata corrente continua il che necessita di una modulazione esterna) per generare il
campo megnetico, poi entrambe le bobine vengono collegate agli elettrodi opposti di
un generatore ad alta tensione per creare il campo elettrico.
Tutto questo è illustrato nella figura 7.
Questo sistema scherma ogni oggetto posto dentro l'anello dal campo gravitazionale
terrestre se il flusso di etere è sufficientemente deviato. Se il campo del dipolo è
molto intenso, il flusso di etere verrà deviato con più forza e l'intero anello sarà spinto
in alto. Questo anello può semplicemente schermare la gravità, ma anche generare
propulsione.
Qui ho fornito soltanto lo schema concettuale...per un progetto più specifico andare
nella sezione "sperimentare l'antigravità".
88
IL PHILADELPHIA EXPERIMENT
Mirko Pellegrin
Quante volte ci è capitato di leggere su riviste e libri di fantascienza di astronavi e
persone “teletrasportate”? Molte! Ma questo “teletrasporto” è solo il fantastico parto
della mente di abili scrittori della science-fiction, oppure è il ricavato di una serie di
sperimentazioni ottenute applicando la teoria del Campo Unificato di Albert
Einstein? Per il momento non ci è dato saperlo, ma secondo un misterioso e
presunto fatto storico (alquanto spinoso da indagare ed approfondire …) pare che
sussistano buone probabilità che la seconda ipotesi sia plausibile. Sto parlando del
“Caso Philadelphia” o meglio conosciuto come “Philadelphia Experiment” o
“Rainbow Project”. Tengo a precisare che non si è ancora giunti ad una sua
fondatezza certa ed alcune speculazioni sorte sul caso, lasciano alquanto imbarazzati.
Vedrò dunque di fare un po’ di chiarezza, analizzando anche testimonianze di alcuni
ricercatori.
La storia in questione pare avere inizio nel ’55 con la pubblicazione del libro “The
case for the Ufo’s” (il primo di quattro volumi) ad opera di Morris K. Jessup. In
questo volume si parlava di fenomeni misteriosi nel campo dell’astronomia,
meteorologia e problematiche varie dei viaggi spaziali. Ma il 13 gennaio del ’56 al
professor Jessup arrivò una lettera di un certo Carl M. Allen, spedita dal Texas. Egli
commentava in modo confuso su vari argomenti che il professore aveva trattato nel
suo libro, lasciando frasi interrotte a metà e scritte con un misto di minuscole e
maiuscole. Ad un certo punto veniva menzionato un presunto esperimento segreto
avvenuto nell’ottobre del 1943 ad opera della Marina militare Usa, durante il quale
una nave ed il suo equipaggio sarebbe stata resa invisibile. Carl M. Allen (che si
scoprì in seguito chiamarsi Carlos Miguel Allende) affermò di aver fatto parte di
quello sfortunato equipaggio, ma in modo “indiretto e distaccato”. Jessup inviò una
richiesta di maggior informazioni al mittente, che peraltro aveva fornito un indirizzo
della Pensylvania; quattro mesi dopo arrivò una seconda lettera in cui Allende (o
Allen) si diceva disposto a sottoporsi al siero della verità per garantire la genuinità
delle sue affermazioni. Nel ?56 il professore, con sua grande meraviglia, venne
convocato nientemeno che dall’ONR (Office of Naval Research), Ufficio delle
Ricerche Navali; quest’ultimo è un centro di ricerca in cui vengono studiate e testate
nuove tecnologie navali militari. Qui il dottor Jessup incontrò alcuni alti ufficiali, tra
cui il capitano Sidney Sherby ed il comandante G. Hoover che gli mostrarono una
copia del suo libro, in formato economico, che sarebbe stata inviata da persone
anonime all’ammiraglio Furth. Se la storia fin qui risultasse vera bisognerebbe
chiedersi il motivo di tanto interesse della Marina Usa per un libro che tratta di
argomenti dal contenuto alquanto spinosi. In effetti, sarebbe stato molto più normale
venisse cestinato, o quantomeno apparentemente snobbato. Da una prima analisi
veloce, Jessup si rese conto che il libro era passato attraverso le mani di tre persone
89
diverse: ai margini delle pagine vi si trovavano molte annotazioni scritte con colori
diversi, rivolte a particolari passi del libro. L’esterrefatto dottore, decise di
approfondire il mistero collaborando con la Marina militare, fino ad arrivare alla
conclusione che uno dei tre stili usati per le annotazioni era uguale a quello di
Allende (Allen) nelle lettere speditegli l’anno precedente. Questa conclusione
divenne certezza, quando ci si accorse che una delle note a margine accennava ad un
presunto esperimento segreto effettuato dalla Marina Usa nel ’43. In altri riferimenti
si affermava che la nave era stata resa invisibile per alcuni minuti, con effetti drastici
per l’equipaggio a bordo. Jessup confidò così agli ufficiali di essere in possesso delle
due lettere ricevute da Allende/Allen; questi ne richiesero immediatamente le copie.
Che dire? Se l’interesse della Marina militare Usa per questa storia aumentava di
giorno in giorno, un motivo doveva pur esserci… Voleva tentare un esperimento
simile? Oppure nascondere le tracce di un “errore storico”? Certo è che le spese
sostenute per le indagini al caso, furono elevate e molti si chiesero il motivo.
Evidentemente ne valeva la pena ….
Poco tempo dopo, Jessup spedì le due lettere all’ONR. D’accordo con la
Marina militare, la “VARO Manufacturing Company” di Garland (TEXAS),
riprodusse in tiratura limitata il libro “The Case for the Ufo’s” con le annotazioni e le
due lettere come appendice, distribuendone le poche copie ( si dice circa 25, secondo
altri 127) ciclostilate di 200 pagine agli alti ufficiali che si occupavano del caso. Da
notare che la prima stesura, estremamente difficoltosa a causa del modo di scrivere
dei tre individui, fece perdere molto tempo e portò ad una spesa di denaro non
indifferente.
Ancora una volta l’ostinazione della Marina Usa lasciava sconcertati! E perché una
tiratura limitata e distribuita ad una ristretta cerchia di ufficiali?
Una copia di esso fu consegnata anche al dottor Jessup. Nel 1958 egli si recò per un
viaggio di lavoro a New York ed approfittò per andare a trovare il suo amico e
scrittore I.T. Sanderson, un zoologo interessato di UFO. Qui Jessup volle consegnare
il libro originale (quello con le annotazioni a margine …) al suo amico pregandolo di
tenerlo al sicuro nel qual caso gli fosse accaduto qualche cosa. In quel periodo a detta
degli amici a lui più vicini, Jessup appariva nervoso e stranamente preoccupato; ma
proprio per questo il modo di fare del dottore appariva esagerato ed inutile. Ma a
sentire Sanderson, dopo la lettura dell’originale, lui stesso si sentì sopraffatto da un
sentimento piuttosto sgradevole. Poco tempo dopo, il 20 aprile 1952, il dottor Jessup
venne trovato morto nella sua automobile, in Dade Conty Park, presso Coral Gaves,
in Florida. Un tubo di gomma collegava lo scappamento con l’interno dell’abitacolo:
morì per avvelenamento di monossido di carbonio. In poche parole, stando al
certificato di morte, si trattò di suicidio! Secondo “persone ben informate”, il dottor
Jessup avrebbe compiuto questo insano gesto a fronte di problemi famigliare e a
causa del diminuito credito all’interno della comunità scientifica. Ma non tutti la
pensano così, anzi la maggioranza crede che Jessup sia stato “eliminato” dal governo.
Fra questi un certo G. Barker, che raccolse per primo gli scritti del dottore nel volume
“The strange case of Dr. M.K.Jessup” (Lo strano caso del Dr. M.K.Jessup); egli cita
90
Richard Ogden, il quale è convinto che in realtà il suicidio sia un omicidio. Jessup
sarebbe stato ipnotizzato da onde sonore; gli sarebbe stato recapitato un nastro
musicale che conteneva suggestioni ipnotiche, inducendolo così al suicidio.
Ma qui siamo oramai alle pure speculazioni …
L’EDIZIONE “VARO”
Ma che cosa rendeva particolare la ristampa del libro di M.K. Jessup ad opera della
Varo? Le annotazioni a margine dei tre “anonimi” certo, ma anche una prefazione
che forniva alcuni dettagli piuttosto ovvi. Gli autori, il comandante Gorge Hoover ed
il capitano S. Sherby, originariamente rimasero anonimi. Un altro elemento
particolare, è un paragrafo in cui si fanno ipotesi sulla reale identità degli autori delle
annotazioni, e una spiegazione di come poter distinguere il testo e le annotazioni a
margine. A questo proposito riporto il testo di queste particolarità dell’edizione
“VARO”, dal libro di V. Gaddis, “Il triangolo maledetto e altri misteri del mare” ed.
ARMENIA (pag.206,pag. 207-208, pag. 208).
Questo uno stralcio della prefazione:
“Le annotazioni presuppongono una notevole conoscenza dei problemi riguardanti
gli UFO, dei loro sistemi di propulsione nonché della provenienza, storia e costumi
dei loro equipaggi e costituiscono un interessante oggetto di ricerca.
Dette annotazioni furono trovate su una copia di una edizione economica del libro di
M.K. Jessup “The case for the UFO's.”
Poiché riteniamo estremamente importante qualsiasi possibile scoperta che aiuti a
spiegare la natura della gravità, pensiamo di non dover trascurare alcuno di questi
argomenti, per quanto discutibili siano da un punto di vista strettamente scientifico.
La copia con le note, indirizzate all' Ammiraglio N. Furth, Capo dell'Ufficio
Ricerche della Marina, Washington D.C., arrivò in una busta di canapa, con il timbro
postale di Seminole, nel Texas, nel 1955. Per traverso, sulla busta, era stato scritto:
"Buona Pasqua."
Verso luglio-agosto di quell'anno, il libro comparve tra la posta in arrivo del
Maggiore Darrell L. Ritter, Ufficio USMC, Progetti Aeronautici dell'ONR.
In seguito il Capitano Sidney Sherby ebbe in consegna il libro dal Maggiore Ritter. Il
Capitano Sherby e il Comandante George W. Hoover, ufficiale dell'ONR con compiti
speciali, mostrarono particolare interesse per una parte del materiale contenuto nel
libro.
La Società Varo di Garland, nel Texas, propose di ripubblicare il volume e relative
annotazioni in una edizione particolare, con numero di copie limitato, come primo
passo per lo studio ulteriore di questo inconsueto materiale.
La Signorina Michael Ann Dunn si assunse il compito di riscrivere il libro con tutte
le note, interiezioni, sottolineature, ecc.
Si è cercato di riprodurre il più fedelmente possibile il colore, la forma delle
annotazioni originali in relazione al testo. Non si è invece tentato di leggere con i
raggi ultravioletti o altri metodi le note che erano state cancellate da uno dei tre
91
"commentatori". Appare chiaro che queste note sono state scritte da tre persone
diverse. A questa conclusione porta la differenza nella calligrafia e 1'uso di tre diversi
tipi di inchiostro: blu, blu-viola e blu-verde.
D'ora in poi li chiameremo Mr. A, Mr. B, e Jemi. Si è ritenuto che la terza persona
fosse Jemi in quanto questo nome appare ripetutamente nei saluti e Mr. A e Mr. B
accennano a Jemi in tutto il libro.
Ad esempio, esso compare alle pagine 281, 122, 126 del libro originale.
Naturalmente potrebbe trattarsi solo di un saluto.”
Ed ecco altri stralci della ristampa:
“È probabile che queste persone siano Zingari.
Nell'ultima pagina del libro Mr B scrive: ". . . solo uno Zingaro può parlare ad un
altro di quella catastrofe. E noi siamo da secoli una razza screditata. Ah! Ancora c'è
chi si chiede da dove "noi" veniamo. . ."
A pagina 130 Mr. A scrive ". . . il nostro è un modo di vivere, collaudato dal tempo e
felice. Non abbiamo nulla, non possediamo niente al di fuori della nostra musica e
della nostra filosofia e siamo felici."
A pagina 76 Mr. B dice: "Mostra questo a un Fratello Zingaro . . .."
A pagina 158 Mr. A scrive un "noi" che si direbbe riferito alla razza screditata".
Charles G. Leland nel suo libro Zingari Inglesi e il loro linguaggio afferma che gli
Zingari si chiamano fra di loro fratello e sorella e non stringono amicizia con persone
di sangue diverso o per le quali non provino simpatia. Questo potrebbe spiegare 1'uso
dell'espressione "Miei cari Fratelli" nelle note di chiusura e il frequente riferimento
alla "vana umanità".
Queste tre persone devono aver letto e annotato il volume parecchie volte
consecutive. Infatti vi sono discussioni fra due o tutte e tre le persone, vi sono
domande e risposte a punti nei quali parti di una annotazione sono state segnate,
sottolineate o aggiunte da uno o da entrambi gli altri. Alcune note sono state
cancellate con tratti di penna.
Poco dopo la pubblicazione del suo libro, il Dr. Jessup ricevette una lettera da un
certo Carlos Miguel Mlende (copia di questa lettera e di una successiva sono state
inserite dell'Appendice).
Il Dr. Jessup disse che egli "aveva subito avuto 1'impressione che quest'uomo fosse
la stessa persona che aveva inviato il libro agli Uffici della Marina. . . "
Infatti 1'esame comparato della calligrafia, dello stile, del contenuto e della
fraseologia delle annotazioni e della lettera dimostra con una certa sicurezza che Mr.
A potrebbe aver scritto anche la lettera. A questa conclusione si può arrivare
soprattutto leggendo le note di Mr. A alle pagine 130, 117 a 150 dove gli accenni a
Faraday, alle scarpe chiodate o ferrate e al prender fuoco, corrispondono ad identiche
espressioni usate nella lettera.
Jessup ricevette la lettera a Miami, venerdì 13 gennaio 1956. Portava un timbro
postale di Gainesville, nel Texas, ed era stata spedita in una busta dal Turner Hotel di
92
Gainesville.
È stata qui riportata il più fedelmente possibile.
Una seconda lettera giunse a Jessup da Allende con timbro postale di Du Bois, in
Pennsylvania e con data 25 maggio 1956. L'ortografia e altre caratteristiche lasciano
pochi dubbi circa il fatto che Mr. A e Carlos Allende siano la stessa persona.
"I "commentatori" del libro si sono ben poco curati dell'ortografia e dell'uso delle
maiuscole, della punteggiatura e della sintassi; questo particolare si riscontra
costantemente e forse indica una abitudine acquisita dal loro linguaggio originario.
Anche le note sono state riprodotte il più fedelmente possibile.
Potrebbe anche darsi the le sottolineature nel testo siano in forma di codice o chelette separatamente-le parti sottolineate possano avere un loro significato. Tuttavia ad
un primo esame non si è riusciti a trovare la chiave di questo codice. In genere le
sottolineature nel testo si riferiscono alle annotazioni fatte dalla stessa persona.”
“Può essere utile al lettore avere una generica descrizione delle annotazioni prima di
iniziarne la lettura. Vi si fa spesso riferimento a due razze di individui che vivono
nello spazio; in particolare gli "habitat" in cui vivono vengono chiamati "stasis
neutral" (stasi neutra) e undersea (ambiente sommerso). Sembra che questi individui
possano vivere indifferentemente in entrambi gli ambienti. Si accenna anche alla
costruzione di città sommerse; i mezzi di trasporto consistono in vari tipi di veicoli
diversi.
Questi due tipi o razze di individui sono menzionate di continuo. Vengono chiamati
gli L-M a gli S-M.
Gli L-M sono esseri pacifici, non così gli S-M.
Si direbbe che nelle annotazioni si parli con maggior simpatia degli L-M che non
degli S-M.
Sono molto frequenti e usate con naturalezza espressioni come queste: nostra flotta,
grande arca, grande bombardamento, grande ritorno, grande guerra, piccolo uomo,
campi di forza, surgelamenti, costruzioni sommerse, registratori di misure, aeronavi
da ricognizione, campi magnetici e gravitazionali; lavoro d'intarsio, trasmissione
telepatica, coperture ardenti, nodi, vortici, "rete" magnetica, e altre ancora.
Viene anche spiegato come, perché e che cosa accade alle persone, alle navi e agli
aerei che scompaiono. Spiegano poi 1'origine di tempeste e nuvole anomale, oggetti
che cadono dal cielo, strani segni ed impronte di passi ed altri fenomeni misteriosi per
i quali non è mai stata trovata una spiegazione.
Queste persone sembra inoltre che siano convinte che è troppo tardi per 1'uomo
realizzare voli nello spazio. Essi pensano che 1'umanità nulla può fare per eliminare
"quegli elementi sconvolgenti collegati con mare e spazio", perché 1'uomo è troppo
egoista, dà troppa importanza alla materia, combatte contro piccole cose su questo
pianeta, è accecato dalla gelosia, manca di un senso di vera fratellanza.
Quante di queste affermazioni sono vere? Non possiamo rispondere. Una cosa è
certa: queste persone, chiunque esse siano, danno delle spiegazioni veramente
sconcertanti che meritano di essere considerate.”
93
Così si conclude la prefazione della edizione “VARO” del libro di Jessup.
COSA ACCADDE NEL 1943
Vediamo ora in dettaglio, che cosa affermava Allende (Allen) riguardo il presunto
esperimento avvenuto nell’ottobre ’43. Egli riferiva che in quella data la Marina
militare USA riuscì a rendere invisibile un cacciatorpediniere, l’USS Eldridge,
assieme a tutto il suo equipaggio, mentre era in navigazione. Il tutto sarebbe avvenuto
creando un campo unificato sferoidale di 100 mt. di raggio; tutto ciò che si trovava
all’interno di esso diventava evanescente mentre alcuni marinai parevano camminare
nel nulla. Ad eventuali spettatori esterni l’imbarcazione si presentava come “ una
sagoma sott’acqua “. Ma perché da “spettatori esterni?” Per il semplice motivo che
Allende sarebbe stato solamente uno spettatore: in quel periodo si sarebbe trovato a
bordo della “S.S. Andrei Fureuseth” appartenuta alla Matson Lines Liberty, di
Norfolk, nave addetta a seguire le operazioni dell’esperimento. E da lì egli avrebbe
assistito a tutta l’incredibile scena. Allende fornisce anche i nomi di alcuni suoi
compagni di navigazione: Richard Price (“Splicey”) della Virginia, il comandante in
seconda Mowsely e “Conally” del New England. Assieme a loro, Allende avrebbe
visto sparire il cacciatorpediniere davanti ai suoi occhi dal Molo di Philadelphia per
apparire (questo lo avrebbe saputo tempo dopo…) sul molo di Potsmouth, Norfolk. A
detta di Allende qui ci furono diversi testimoni che videro increduli apparire dinnanzi
a loro la nave; ma pochi minuti dopo essa scomparve anche da lì. In altre parole ci fu
una sparizione/riapparizione in pochi minuti della Eldridge! Il risultato
dell’esperimento sembrava riuscito, ma stando al testimone la realtà era ben diversa e
tragica; metà degli ufficiali e dell’equipaggio del cacciatorpediniere divennero pazzi
od “internati in luoghi particolari atti a ricevere assistenza qualificata …” ed alcuni
effetti collaterali che seguirono all’esperimento furono drammatici. Pare che alcuni
marinai che vi avevano partecipato entrarono in un pub del porto quasi del tutto
invisibili, terrorizzando le cameriere; sembra che fosse apparso pure un articolo sul
giornale locale ma il giornalista scettico ironizzò sull’accaduto e le cose caddero
nell’oblio. Altri uomini uscirono da casa attraversando i muri davanti agli occhi
terrorizzati dei parenti senza essere rivisti; altri ancora presero fuoco finché
camminavano, mentre ancor peggior sorte capitò ad alcuni marinai durante la
riapparizione della nave. Allende assicura che in questa fase successe di tutto: a causa
della “modificazione della struttura stessa delle cose” qualcuno dell’equipaggio si
ritrovò “fuso” (od incastrato) con gli oggetti solidi della nave (lamiere, pavimento,
ecc.) diventando un tutt’uno!
Realtà? Fantasia? O cos’altro? Sembra un racconto di fantascienza di un grande
scrittore. Ed Allende cosa fece per dare un riscontro a tutto ciò?
In una delle due lettere spedite a Jessup, dopo aver posto la sua firma scrisse la sigla
94
“Z416175”, che pare identificare il suo numero di matricola in servizio. Ma questo
era tutto? Assolutamente no! La peggior cosa e l’aspetto più incredibile
dell’esperimento fu il perdurare di un effetto noto come “GO BLANK”, che colpì
tutto l’equipaggio a bordo.
COS’E’ IL “GO BLANK”
Pare che tale effetto sia provocato da una “sosta” prolungata all’interno del campo; si
verificherebbe non immediatamente ma a distanza di tempo. Potremmo definirlo
“controindicazione ritardata”! Sembra che la persona colpita diventi
momentaneamente invisibile e si blocchi (“get stuk”) senza essere più in grado di
muoversi di propria volontà; per liberarsi da questa situazione il malcapitato deve
essere toccato da alcune persone all’interno del campo stesso. Solo in questo modo
riesce a “scongelarsi” (Allende definisce l’intera operazione “imposizione delle
mani”). Se un soggetto rimane “congelato” non riuscirà più a percepire la realtà
esatta delle cose e del tempo, e se questo dura a lungo (un giorno o più), impazzisce.
A detta di Allende una volta accadde qualcosa di incredibile: due uomini che corsero
a toccare un compagno colpito da “go blank” presero fuoco. I due corpi bruciarono
per ben diciotto giorni ininterrottamente senza che nessuno riuscisse a spegnere le
fiamme! Da allora nessuno più si azzardò ad usare l’imposizione delle mani …
Personalmente mi chiedo se un corpo umano possa arrivare sino a questo punto:
credo che in poche ore o al massimo in un giorno sia già carbonizzato. L’unica
spiegazione possibile è che all’interno di questo campo magnetico, intervengano
forze inusuali in grado di alterare tutte le leggi fisico-chimiche a noi conosciute.
Difficile dire se la realtà possa essere questa: certo è che Allende affermò che da quel
momento si dovettero costruire apparecchiature estremamente complicate per cercare
di “scongelare” o “sbloccare” le persone colpite dal “go blank”.
Anche tale affermazione mi lascia perplesso. E’ possibile che la Marina USA, si
sobbarchi enormi spese per curare le sue “cavie”? A meno che non lo faccia per
secondi fini (ad ex. studiare gli effetti collaterali od altro) non credo proprio. Avrebbe
avuto più senso (mi immedesimo nelle loro menti…) lasciare i marinai al loro
destino, come “cani sciolti”. In fin dei conti chi avrebbe creduto ad un matto?
Spendere cinque milioni di dollari per curare un centinaio di persone non mi pare
faccia parte della politica militare. Teniamo inoltre presente che la cifra va riferita al
1943 e dunque il valore è ben diverso da oggi. Non dobbiamo poi dimenticare che si
era in piena guerra; quella cifra sarebbe stata spesa ben meglio per altri investimenti
bellici!
Dunque secondo Allende la Marina USA, quando eseguì l’esperimento sarebbe stata
totalmente inconsapevole degli effetti causati dal campo magnetico sull’equipaggio a
bordo. Dopo questi avvenimenti il congresso avrebbe dato ordine di smantellare tutto
95
il progetto, ma in realtà sarebbe continuato col nome di “Mountauk Project” o
“Phoenix Project”, diretto nientemeno che dal Dr. Von Neumann. Da qui poi
sarebbero nati altri tipi di progetti volti al controllo mentale, viaggi interdimensionali,
ecc.
IL “PROJECT PHILADELPHIA” PIU’ RECENTEMENTE
Nel 1970 l’ufologo Kevin Rande intervistò il capitano Sherby. Egli dichiarò che
l’interesse dimostrato apparentemente dalla Marina militare USA era in realtà una
ricerca personale compiuta assieme ad Hoover, spendendo in pratica il denaro di
tasca loro.
Anche qui non sono d’accordo con queste affermazioni; le spese sostenute dai due
ufficiali sarebbero state enormi e senza contare che alla fine non portarono a nulla.
Non penso che con una storia simile ci potessero guadagnare qualcosa in seguito.
Una piccola curiosità: a fine carriera Shelby è stato assunto come impiegato proprio
dalla “VARO” …
Nel 1984, W. Moore pubblicò privatamente un libro in cui affermava che la “verità
stava nel mezzo ed è un poco più terrestre”. A sua detta l’esperimento era riferito
all’invisibilità radar e gli effetti raccontati da Allende non furono altro che
allucinazioni causate dalla vicinanza al “campo di forze a bassa frequenza e di grande
potenza utilizzato” (Paolo Toselli, in A.C.A.M.)
Ma penso che tutto sommato non si possa ricondurre il tutto a semplici allucinazioni;
se la storia non è inventata ma semplicemente gonfiata, allora si tratta di qualcosa di
ben diverso.
Sarebbe stato interessante rintracciare alcune cameriere del pub dove sarebbero
entrati i marinai seminvisibili; una loro testimonianza avrebbe dato più luce alla
vicenda. Se i testimoni che affermano di aver visto, prima apparire la Eldridge a
Norfolk e poi scomparire, in pochi minuti, dicono la verità, bisogna fare alcune
considerazioni. La prima riguarda senza dubbio il tempo impiegato per raggiungere il
porto di Norfolk da Philadelphia (impossibile mediante navigazione); la seconda
l’ondata gigantesca di acqua che avrebbe prodotto “qualcosa come 1900 tonnellate di
acqua per colmare il vuoto creatosi” (P. Toselli) col risultato di un’inondazione sulla
baia. E di quest’ultima ipotesi, non v’è menzione da nessuna parte, neanche a detta
dei testimoni!
Ma anche qui bisogna vedere se all’interno di un campo magnetico gli effetti di una
possibile ondata, risultino come “nella realtà da noi concepita” oppure siano “deviati
o smorzati” da una qualche forza sconosciuta.
96
Ma ecco che nel ’92 entra in gioco anche J. J. Vallée. Nello stesso anno un certo
Edward Dudgeon scrisse allo studioso di essere stato arruolato in Marina dal ’42 al
’45, e di aver assistito da un’altra nave agli accadimenti del cacciatorpediniere
Eldridge. Due settimane dopo i due si incontrano: Dudgeon come prova delle sue
affermazioni mostra a Vallée il foglio di congedo. Egli raccontò la sua versione dei
fatti: l’esperimento coinvolse la Eldridge e la Engstrom (la nave in cui si trovava
Dudgeon) e durò dai primi di luglio ai primi di agosto del 1943. Il tutto, tp-secret,
voleva sperimentare un insieme di contromisure per rendere le navi invisibili alle
torpedini magnetiche dei sommergibili tedeschi. L’attrezzatura consisteva in: radar
bassa frequenza, sonar, rilascio di cariche a bassa profondità, eliche particolari. Tutto
ciò fu confermato a Vallée anche dal vice-ammiraglio William D. Houser.
In poche parole si screditava Allende.
Ma allora, burla e mistificazione oppure disinformazione?
La verità è ancora molto lontana …
LA MARINA MILITARE USA E LA ELDRIGE
E la Marina USA cosa dice i tutto ciò? Naturalmente smentisce un caso dalle
proporzioni abnormi come quello in oggetto. E per questo essa ha fornito il diario di
bordo del cacciatorpediniere; da qui si dimostrerebbe come la Eldridge non si sia mai
trovata in quella data a Philadelphia. Ma attenzione! Questi documenti (e non solo…)
sappiamo bene che possono essere tranquillamente falsificabili. Dunque, ancora una
volta, non c’è nulla di veramente sicuro. Ecco ad ogni modo, le date e le località
seguite dalla “nostra” nave:
·
·
·
·
·
·
·
·
·
·
·
16 settembre parte da New York direzione Bermuda;
18 settembre/15 ottobre addestramento in mare;
18 ottobre parte in un convoglio navale per New York;
18 ottobre/01 novembre ormeggiata al porto di New York;
01/02 novembre in navigazione per Norfolk;
03 novembre parte per Casablanca;
22 novembre arrivo a Casablanca;
22/29 novembre ormeggiata al porto di Casablanca;
29 novembre parte per New York;
17 dicembre arrivo a New York;
17/31 dicembre in navigazione per Norfolk con altre quattro navi.
Da questa cronologia pare dunque che essa non sia mai stata coinvolta in operazioni
particolari.
Ma, ripeto nulla è certo. Altre volte abbiamo assistito ad un cover-up ad hoc
97
orchestrato da governi e militari. Ma la Marina fa un’altra ipotesi: ci si è confusi col
“degaussing”, ovvero con gli esperimenti di invisibilità alle mine magnetiche.
Altro elemento che potrebbe aver generato confusione potrebbe essere stato
l’esperimento a bordo della Timmerman nel 1950. Nel tentativo di ottenere 1.000 Hz
al posto dei 400 standard del generatore, scaturirono scariche di luce. Allende
potrebbe aver assistito a questo evento ed aver male interpretato il tutto.
CHI E’ ALLENDE
Carlos Miguel Allende (o Carl Allen) nasce il 31 maggio 1925 a Springdale,
Pennsylvania. Era il maggiore di cinque figli ed anche il più strano. Il 14 luglio 1942
viene arruolato nei marines ed il 21 maggio dell’anno successivo congedato; entra
così nella Marina mercantile ed assegnato alla SS Andrei Furuseth. Ed è proprio a
bordo di quest’ultima che Allende assisterebbe all’incredibile esperimento del ’43. A
detta di Goerman, ricercatore ufo, i genitori di Carlos Allende erano suoi vicini di
casa: essi gli avrebbero mostrato con orgoglio del materiale spedito loro dal figlio
negli anni, vantandosi del “polverone” suscitato dalle sue affermazioni. In effetti
l’indirizzo che Allende fornì a Jessup nelle prime fasi della loro corrispondenza,
coincideva con quello dei presunti genitori: RD1 n°1, Box 223 di New Kensington
(Pennsylvania). Pare però che uno dei fratelli, definisse Carlos come un uomo dotato
di fervida immaginazione e di una mente fantastica, anche se in realtà “non l’ha mai
veramente utilizzata…”. Sembra che nel ’69 lo stesso Allende si sia presentato presso
gli uffici dell’APRO (Aerial Phenomena Research Organization) a Tucson (Arizona),
per confessare che la sua storia era tutta una montatura, salvo poi però, ritrattare tutto
poco tempo dopo. Nel ’78 prese casa nel Minnesota, a Benson, per trasferirsi l’anno
successivo nella vicina Montevideo poco lontano da dove abitava William Moore. Il
quotidiano locale, insisteva nel dire che Allende si recava ogni giorno per tre o
quattro volte di seguito, presso i suoi uffici decantando le sue qualità di scrittore e
uomo di scienza. Di lui esiste solamente un’immagine: una foto scattata nell’83 da
Linda Strand, in Colorado, dove riuscì ad intervistarlo brevemente. Essa confermò di
aver avuto davanti un tipo strano e confusionario; ma da allora se ne persero
completamente le tracce.
CONSIDERAZIONI
Più recentemente, e precisamente nel 1989 si è fatto vivo un certo Bielek, affermando
di essere stato uno dei marinai a bordo dell’Eldridge durante l’esperimento del ’48.
Affermò di essere stato nel futuro dove avrebbe subito un lavaggio del cervello da
parte della Marina USA. Ma, guarda caso, guardando il film del 1988 “Philadelphia
Experiment” con M. Parè, avrebbe riacquistato la memoria! In poche parole gli
avrebbero fatto credere di essere Bielek, ma in realtà lui era Edward Cameron; suo
98
fratello, all’epoca, sarebbe stato trasportato nel 1983 perdendo la cognizione del
tempo ed invecchiando di un anno ogni ora sino a morire. Poco dopo sarebbe però
rinato …
Inoltre, stando alle sue parole, la tecnologia per eseguire l’esperimento sarebbe stata
fornita dagli Alieni! Nonostante Bielek ( o Cameron) sia laureato in fisica ed
ingegneria elettrica, mi risulta difficile credere ad una storia così incredibile …
A parte le recenti uscite di personaggi alquanto dubbi, non credo che la questione del
“Philadelphia Experiment” si di facile soluzione e tanto meno di chiara lettura. Alla
luce delle attuali informazioni non mi sembra che si siano fatti passi in avanti tali da
giustificare una plausibile soddisfazione di molti ricercatori del settore. Come non
condivido coloro che credono che il Governo o la Marina USA, prima o poi decidano
di ammettere l’effettiva avvenuta dell’esperimento. Si pensi solamente a cosa
potrebbe significare per il mondo intero, ammettere una simile eventualità; ammettere
che qualcuno sia in grado di rendere cose (e, non necessariamente persone …)
invisibili vorrebbe dire avere il dominio in campo bellico ed economico, gestendo in
ogni situazione un effetto sorpresa dalle caratteristiche fantascientifiche nei confronti
di un eventuale avversario.
IL TELETRASPORTO.
Il teletrasporto è la rimozione di un oggetto dallo spazio tridimensionale, attraverso
una scorciatoia nella quarta dimensione, per poi reinserire l'oggetto nello spazio
tridimensionale ma in una differente posizione.
Nella quarta dimensione lo spazio può essere piegato con facilità in modo da portare
il punto di destinazione vicino all'oggetto o viceversa il punto in cui si trova l'oggetto
viene distorto fino ad arrivare al punto di destinazione.
Piegare lo spazio nelle tre dimensioni richiede quantitativi di energia e campi
gravitazionali enormi, ma nella quarta dimensione è uno scherzo!
Per ora ci interesseremo solamente di come agganciare un oggetto e portarlo nella
quarta dimensione.
Nella fisica ordinaria esiste un operatore matematico chiamato "operatore trasversale"
(non so se ho tradotto bene il termine, quello originale è cross product...è una specie
di calcolo tensoriale, simile per certi versi alla regola del parallelogrammo).
Quando due vettori (la freccia indica il verso e l'intensità del campo) sono incrociati
uno con l'altro, un terzo vettore appare che ha un certo angolo rispetto agli altri due.
Come già detto un vettore gravità è proporzionale al prodotto trasversale di un vettore
magnetico e uno elettrico.
Comunque quando si incrociano tre vettori, alle giuste angolazioni, viene prodotto un
quarto vettore perpendicolare a tutti gli altri tre...dove punterà tale vettore? Nella
quarta dimensione.
Questo è un concetto che appartiene molto alla teoria dell'iperspazio...leggete il libro
99
Iperspazio di Mikio Kaku per capire meglio questi concetti. Comunque intendo fare
una bella trattazione sulla teoria dell'iperspazio nella sezione "astronomia e
cosmologia".
Una configurazione X-Y-Z di tre bobine toroidali svolge bene questo lavoro, tale
configurazione è illustrata nella figura 8.
Ognuna delle tre bobine produce un dipolo magnetico il cui campo al centro è
perpendicolare agli altri due campi delle altre due bobine. A questo punto c'è un
flusso magnetico a quattro dimensioni, o iperflusso, che è concentrato maggiormente
al centro...ora è solo questione di accoppiare tale iperflusso con l'oggetto posto al
centro dei tre toroidi per mandarlo nella quarta dimensione.
Il solo iperflusso non è però sufficiente a far questo. Noi siamo agganciati allo spazio
tridimensionale da una forza elastica che può essere sconfitta solo in due modi: o
pompando un quantitativo enorme di energia nelle bobine o facendo pulsare le bobine
alla frequenza di risonanza della quarta dimensione.
Pensate allo spazio come a un foglio di gomma, per deviare un punto del foglio sopra
o sotto (cioè sul piano verticale z) potreste spingere sul foglio e mantenerlo stirato
con una certa spesa di energia, oppure potreste far vibrare il foglio in modo che i
punti su di esso si muovano sopra e sotto.
Se si indovina il mix giusto di frequenze si può creare una onda stazionaria sul foglio,
che corrisponde all'energia minima usata per ottenere la massima deformazione del
foglio stesso. Si ritorna sempre al concetto di risonanza.
La frequenza di risonanza dello spazio è situata più o meno nella frequenza superiore
delle onde radio fino alle microonde.
Quando queste frequenze sono pompate nelle tre bobine, questo genera non solo
campi magnetici vibranti ma anche campi elettrici. Questo è dovuto a un principio
fisico delle leggi di Maxwell, che asserisce che campi magnetici in movimento
producono campi elettrici.
Il vantaggio qui sta nel fatto che questo campo elettrico è indotto insieme all'oggetto
100
ad essere teletrasportato, accoppiando automaticamente l'oggetto all'iperflusso
vibrante.
Ritornando all'esempio del foglio di gomma, se l'onda stazionaria nel foglio ha
un'ampiezza sufficiente, questa onda strapperà un pezzo del foglio e diventerà un
pallone di gomma a se stante rispetto al foglio.
Se si mappa il campo magnetico di tre bobine a schema X-Y-Z, esso sembra una
ipersfera spiegata.
Se la frequenza di risonanza è raggiunta questo campo collassa in una ipersfera
magnetica, portando tutti gli oggetti in prossimità fuori nell'iperspazio.
L'oggetto teletrasportato è incapsulato in una bolla di spazio fluttuante nella quarta
dimensione, e sarà completamente disconnessa dalla realtà tridimensionale.
Può essere difficile raggiungere questa frequenza di risonanza, così può essere meglio
iniziare con un semplice arrangiamento di bobine X-Y-Z per produrre un campo
magnetico rotante che verrà poi modulato dal rumore bianco.
Questa rotazione può essere ottenuta facendo pulsare ogni bobina ma con uno
sfasamento fra le tre. In questo modo il prodotto trasversale di ogni vettore magnetico
non punta sempre nella stessa direzione. Lo scopo principale di questa rotazione è di
indurre campi elettrici nell'oggetto senza preoccuparsi della modulazione alla
frequenza di risonanza dello spazio. Questa modulazione è compito di una quarta
bobina.
In questo modo si ottiene anche una certa invisibilità dell'oggetto e i raggi di luce
vengono piegati via.
Questo campo rotante viene poi modulato da una quarta bobina alimentata con
rumore bianco.
Il rumore bianco consiste di tutte le possibili frequenze di uno spettro con un certo
range, se questo rumore bianco ha un range fra le onde radio e le microonde allora la
frequenza di risonanza può essere garantita.
Questo è un metodo per aprirsi una strada nell'iperspazio.
MANIPOLARE IL TEMPO.
Il viaggio nel tempo è un processo molto simile a quello del teletrasporto. Entrambi
includono il fatto di viaggiare attraverso lo spazio-tempo senza seguire un percorso
tridimensionale. L'unica differenza sta nella direzione verso cui è applicata la
frequenza.
Nel teletrasporto la direzione è perpendicolare alla terza dimensione spaziale, qui
invece la direzione di applicazione è verso la sesta dimensione.
La sesta dimensione è quella che separa gli universi paralleli, un pò come la prima
dimensione (destra e sinistra) separa due binari paralleli. Applicando la frequenza
corretta nella dimensione corretta, si permette ad un oggetto di liberarsi dallo spazio a
101
cinque dimensioni (che appartiene alla nostra linea temporale) e agganciarsi ad
un'altra linea temporale.
La produzione di un campo capace di risuonare nella sesta dimensione implica la
comprensione di una teoria particolare dell'iperspazio. Detto semplicemente...tutte le
onde elettromagnetiche hanno delle componenti nelle dimensioni superiori (la parte
immaginaria dell'onda) a cui si può accedere cancellando la componente
tridimensionale che noi percepiamo.
In pratica è necessario mettere in "coniugazione di fase" ogni campo elettrico,
magnetico e quindi elettromagnetico dell'onda.
Coniugazione di fase non è altro che un termine che indica il processo di aggiungere
un campo o un'onda alla sua immagine speculare così che si cancellano a vicenda.
Lo si comprende meglio se si spiega la natura delle onde.
Le onde consistono in energia oscillante fra stati immaginari e reali. In altre parole, in
un momento l'energia è reale e visibile come un movimento nel media in cui viaggia,
e in un momento successivo l'energia è immaginaria o energia potenziale
immagazzinata nello stress del media.
Per esempio in una stringa vibrante la componente reale è visibile dalle vibrazioni
della stringa stessa, mentre la componente immaginaria è evidente nei picchi di
ampiezza della stringa dove tutta l'energia è immagazzinata nel tessuto della stringa
stirata.
In questo esempio, lo stiramento viaggia nella direzione della stringa (longitudinale)
mentre la direzione della vibrazione, il movimento fisico attuale di un punto della
stringa, è perpendicolare cioè trasverso.
Nel caso di un pendolo, l'energia commuta tra quella cinetica al centro di esso quando
il pendolo raggiunge la massima velocità, a quella potenziale, quando l'energia è
immagazzinata nel campo gravitazionale al punto più alto del pendolo.
Proprio come l'energia potenziale (parte immaginaria) di una stringa è perpendicolare
a quella cinetica (parte reale), così in questo esempio è l'energia potenziale
gravitazionale perpendicolare a quella cinetica. La sola differenza è che nel caso della
stringa, l'energia potenziale è una dimensione inferiore di quella cinetica, e nel
pendolo è una dimensione superiore.
Per le onde elettromagnetiche, la componente immaginaria punta nella quinta
dimensione (è vero l'ho letto anche in Iperspazio, capitolo 4 "il segreto della luce:
vibrazioni nella quinta dimensione).
Nella coniugazione di fase viene cancellata la componente reale, lasciando l'energia
manifestarsi solo nella componente immaginaria. Ad ogni modo questa onda in
coniugazione di fase deve oscillare in qualche modo. L'energia non è
distrutta...solamente trasformata o diretta in un'altra direzione.
Siccome non può oscillare più fra il reale (spazio tridimensionale) e l'immaginario
(quinta dimensione), perché il reale è stato eliminato essa deve oscillare fra
l'immaginario e qualcosa di superiore.
Siccome la componente immaginaria vibra nella quinta dimensione, questo qualcosa
di superiore deve essere per forza la sesta dimensione.
102
Da un punto di vista tridimensionale, tutto quello che vedrà un osservatore esterno
sarà un campo scalare dove il valore del campo è lo stesso ovunque ma rimbalza su e
giù di valore nel tempo.
Questo "rimbalzamento" nel tempo e non nello spazio è l'evidenza visibile che la
modulazione diretta nella sesta dimensione sta avendo luogo...e la sesta dimensione è
il tempo.
Einstein disse che la quarta dimensione è il tempo, ma ci sono almeno due dimensioni
fisiche extra che servono a spiegare alcuni fenomeni fisici che non stiamo qui a
spiegare. Uno scopo è già stato in parte spiegato ed è l'esistenza della parte
immaginaria delle onde EM...però vi consiglio caldamente la lettura di Iperspazio di
Mikio Kaku...rende tutto più facile da capire.
La configurazione della bobina necessaria per produrre questi campi scalari è la
caduceus coil illustrata nella figura 9.
È un pezzo di filo avvolto ad elica che crea una contro-rotazione delle correnti e che
quindi fa opporre i campi magnetici.
Quando la si alimenta con un segnale alternato, l'incrocio fra gli avvolgimenti
consente ai campi generati di cancellarsi in coniugazione di fase ed essere trasformati
in campi scalari.
Per accoppiare questo campo scalare all'oggetto si dovrebbe caricarlo con un
generatore ad alta tensione in continua come un Van De Graaf o un generatore AT in
alternata come un tesla coil...se si ha il coraggio. Perché cosa dovrebbe succedere?
CONCLUSIONE.
In questa trattazione non sono stati date specifiche di costruzione, ma abbiamo
enunciato i principi che devono essere compresi per poter passare alla
sperimentazione. Semplicemente, pensate in termini di flusso di etere, accoppiamento
in risonanza, campi scalari, poi si passa ad utilizzare l'appropriata configurazione
103
delle bobine per raggiungere questi risultati.
Se andate alla sezione "sperimentare l'antigravità" di questo sito ho già messo uno
schema della caduceus e un progetto di anello antigravitazionale sempre di Misiolek
con tutte le specifiche. In più avete l'ausilio del forum che vi permetterà di scambiarvi
suggerimenti ed esperienze con chi come voi tenta di realizzare tutto ciò.
Siete avvisati che queste tecniche sconfinano nel regno dell'ignoto (apposta mi
piacciono!) e che la coscienza può essere alterata dalla dislocazione spaziotemporale, proprio come successo ai marinai del Philadelphia Experiment.
La vita risiede non solo in queste dimensioni ma si diffonde attraverso il tempo, le
dimensioni e altri livelli di percezione...giocare con i campi scalari, specialmente
nella forma di laser in coniugazione di fase modulati da segnali audio, ha il potenziale
di aprire portali, consentendo a forze malevoli di entrare in questa realtà e
danneggiare lo sperimentatore.
Wow! Mi ricorda Doom! Preparerò una bella doppietta a pallettoni...nel caso ce ne
fosse bisogno. Anche qualche carica di Semtex non guasta mai!
È un dato di fatto che l'invisibilità, il viaggio nel tempo, teletrasporto e antigravità
sono tecniche esistenti e realizzate segretamente. Ci sono testimoni, documenti
governativi ed evidenze fisiche che lo dimostrano...la questione è semmai come
riprodurre queste tecniche.
Ok il documento finisce qui...cosa state aspettando? Andate nella vostra cantina e
iniziate la sperimentazione!
Io ho iniziato da poco...tante menti messe insieme possono accelerare la ricerca! Sia
l'antigravita' che l'energia del punto zero sono argomenti appartenenti un po' piu' a
quella che viene definita scienza di confine. Lungi dall'essere un mucchio di illazioni
e sciocchezze campate in aria questi due argomenti potrebbero rivoluzionare la nostra
esistenza come è stato in passato con il computer e l'energia nucleare.
L'antigravita' e l'energia del punto zero sono fortemente connessi, ho separato i due
argomenti per una piu' facile comprensione, inizio con la teoria del punto zero perchè
penso sia fondamentale per poter apprendere meglio l'antigravita'.
Ribadisco che sono argomenti e concetti non comuni percio' non aspettatevi la
perfezione dalla mia trattazione.
ENERGIA DEL PUNTO ZERO (ZPE) E CAMPO DEL PUNTO ZERO (ZPF).
Che cosa è l'energia del punto zero? Come si origina?
La fisica quantistica predice l'esistenza di un mare sottostante di energia del punto
zero in ogni punto dell'universo. Questo mare di energia non è da confondere con la
radiazione cosmica di background ma è l'essenza stessa del vuoto quantistico
elettromagnetico, e cioè lo stato base di quello che altrimenti sarebbe il vuoto
assoluto.
Questa energia è cosi immensa che, sebbene sia una inevitabile conseguenza della
104
meccanica quantistica, viene ignorata dalla maggior parte dei fisici (per motivi che
chiariremo poi) ed eliminata dai calcoli e dalle formule.
Una minoranza dei fisici accetta la realtà di questa energia (atteggiamento umile di
chi vuole indagare realmente!) che noi non possiamo avvertire direttamente perché è
uguale (isotropa) in ogni punto dell'universo, anche nel nostro corpo e negli strumenti
di misura.
Dà questa prospettiva il mondo ordinario della materia e della energia è al di sopra di
questo mare costituito dal vuoto quantistico. Per fare un esempio una nave galleggia
sulla superficie del mare e non si accorge se sotto di essa ci sono 100 metri di
profondità o 10000...non li avverte (a meno che non affonda!). Lo stesso vale per la
nostra realtà quotidiana...non ci accorgiamo, con i metodi tradizionali, di questo mare
di radiazione quantistica.
Tuttavia se si riuscisse a sfruttare questa ZPE si potrebbe ricavare energia dal vuoto e
potrebbe essere sfruttata per la propulsione spaziale.
ORIGINE DELLA ZPE.
Alla base della ZPE c'è il famoso principio di Heisenberg di indeterminazione, una
delle leggi fondamentali della fisica quantistica. In accordo con questo principio, più
misuriamo con precisione la posizione di una particella in movimento (come un
elettrone per esempio) e meno precisamente conosceremo il momento (il prodotto fra
massa della particella e la sua velocità) e vice versa.
Il livello più piccolo di incertezza della posizione e del momento è specificato dalla
costante di Planck chiamata con il simbolo h. Il principio di indeterminazione non
vale solo per la posizione e il momento ma anche per la misura del tempo e
dell'energia riguardanti la particella presa in considerazione.
Questo livello di incertezza non è dovuto agli errori di misurazione tipici di uno
strumento ma è una caratteristica intrinseca della natura delle particelle.
Uno strumento utile per i fisici è l'oscillatore armonico ideale. Esso è una ipotetica
massa posta su una molla perfetta capace di muoversi avanti ed indietro. Il principio
di indeterminazione dice che un oscillatore di questo tipo, abbastanza piccolo da
dipendere dalle leggi quantistiche, non può mai fermarsi completamente. Infatti
questo significherebbe che il suo valore energetico è esattamente zero...il che è in
contraddizione con il principio di indeterminazione. Non si può sapere esattamente il
valore energetico e quindi non può essere esattamente zero ma qualcosa di più. Nel
caso delle particelle nucleari (ma vale anche per l'oscillatore ideale) l'energia minima
media è hf/2 ossia la costante di planck moltiplicata per la frequenza fratto due.
Le onde radio, la luce, i raggi x e gamma sono tutte forme di radiazione
elettromagnetica. Queste onde non sono qualcosa di sostanziale ma delle increspature
nello stato di un campo. Proprio come le onde sonore sono increspature dell'aria che
le trasmette.
105
Queste onde trasmettono energia, e ogni onda ha una direzione specifica, frequenza e
polarizzazione. Questi fattori messi insieme vengono chiamati "modo di
propagazione di un campo elettromagnetico".
Ognuno di questi modi è soggetto al principio di indeterminazione. Per capire il
significato di questo, la teoria della radiazione elettromagnetica è quantizzata
trattando ogni modo come un oscillatore armonico equivalente.
Dà questa analogia, ogni modo del campo deve avere una energia media minima pari
a hf/2...è un piccolo quantitativo di energia, ma il numero dei modi è enorme (non è
infinito poi vedremo perché) e cresce con la frequenza. Il risultato finale di questa
piccola energia per tutti i modi possibili porta a un valore teorico di densità di enrgia
enorme!
In particolare la densità di tale energia del punto zero è pari a 10^13 joules per
centimetro cubo! Tale energia sarebbe sufficiente a far evaporare tutti gli oceani della
terra in un attimo!
Concludendo la fisica quantistica predice che tutto lo spazio deve essere pieno di
fluttuazioni del punto zero (questo è il campo del punto zero o ZPF) che dà origine ad
un mare di energia del punto zero.
Prima ho detto che questa energia non è infinita ma ha un suo valore...infatti siccome
lo spazio stesso è suddiviso in una specie di schiuma quantistica ad una distanza
molto piccola le fluttuazioni devono cessare (dimensione di planck) e questo
corrisponde alla frequenza di 10^43 Hz.
Ora tratterò alcune implicazioni della ZPE sull'inerzia e la gravità...qui le cose si
fanno toste! Preparatevi a rivoluzionare le vostre idee! Prima di proseguire vorrei
farvi notare lo sfondo di questa pagina...sapete cosa rappresenta? Semplice! Le
fluttuazioni del campo del punto zero!
LA CONNESSIONE DELL'INERZIA E DELLA GRAVITAZIONE CON LA
ZPE...INTRODUZIONE PRELIMINARE.
Quando un passeggero in un aeroplano sente la spinta contro il sedile quando l'aereo
decolla accelerando o quando un guidatore si sente spinto sulla sinistra perché sta
facendo una curva stretta a destra...che cosa è che provoca questa spinta?
Sin dai tempi di Newton questa spinta è stata attribuita ad una proprietà innata della
materia...l'inerzia.
Nel 1994 è stato scoperto un processo dove le fluttuazioni del punto zero potrebbero
essere la sorgente che genera la spinta su di un corpo quando questo cambia direzione
o velocità...l'inerzia.
Se realmente sono le fluttuazioni del punto zero la causa dell'inerzia allora noi
sentiamo l'energia del punto zero ogni volta che ci muoviamo.
Il principio di equivalenza (fra inerzia e gravitazione) necessita di una uguale
106
connessione fra la gravitazione e l'energia del punto zero. La teoria della relatività
generale (GR d'ora in poi) spiega bene il movimento di un oggetto in caduta libera
lungo una geodetica (la distanza più corta fra due punti in uno spazio tempo curvo),
ma non provvede un meccanismo valido per generare una forza gravitazionale sugli
oggetti quando questi sono forzati dal deviare da una geodetica. Per esempio un aereo
che vola non segue la geodetica della curvatura spazio-temporale causata dalla massa
terrestre...ma cosa è allora che continua a fargli percepire la forza di gravità?
È stato scoperto che un oggetto sottoposto ad una accelerazione o posto in un campo
gravitazionale (principio di equivalenza fra campo gravitazionale e accelerazione)
sperimenterà lo stesso modello asimmetrico nel campo del punto zero dando origine
ad una reazione di forza. Il peso che noi misuriamo potrebbe essere dovuto al campo
del punto zero.
La possibilità che il mare elettromagnetico del campo di punto zero sia la causa
dell'inerzia e della gravità, apre la possibilità che in futuro (secondo me già succede
ma ne parleremo più avanti nella sezione antigravità e nel forum) inerzia e
gravitazione siano manipolate...con profondi cambiamenti sull'esplorazione spaziale.
Entriamo ora più in dettaglio sull'inerzia, la gravitazione e come lo ZPF influisce su
questi.
Perchè f=ma nell'equazione del movimento?
Come un campo gravitazionale produce una forza?
Perchè la massa inerziale e la massa gravitazionale sono le stesse?
Tutte e tre le domande hanno una risposta che implica lo stesso processo fisico:
l'interazione frà il vuoto quantistico elettromagnetico (ZPF,campo del punto zero) e le
particelle cariche fondamentali che costituiscono la materia: elettroni e quark.
Tutti e tre gli effetti chiamati in causa dalle tre domande sono riconducibili ad una
specifica asimmetria di un altrimenti isotropo e uniforme vuoto quantistico
elettromagnetico.
La chiave stà nel fatto che l'asimmetria in uno stato di riferimento accelerato, ma in
uno spazio-tempo piatto, è identica a quella di uno stato di riferimento stazionario ma
in uno spazio-tempo curvo.
Vediamo ora di spiegare cosa significa questo.
È stato visto (dalle ricerche di Unruh e Davies) che un sensore in accelerazione
rivelerà un irraggiamento tipo Planckiano di calore la cui temperatura apparente è il
risultato della radiazione del campo quantico. Una piccola frazione dell'enorme
energia elettromagnetica del vuoto quantico può emergere come una reale radiazione
nelle appropriate condizioni.
L'esistenza della radiazione di Unruh-Davies è ora generalmente accettata e il fisico
ricercatore Pisin Chen del centro SLA ha recentemente proposto un esperimento per
misurarla.
Rueda e Haisch analizzarono un processo simile e trovarono che un oggetto in
accelerazione percepisce una energia e un cambiamento nella quantità di moto della
radiazione che emerge dal vuoto quantico elettromagnetico e che la forza di questo
cambiamento di quantità di moto è proporzionale all'accelerazione.
107
Se questo flusso di radiazione viene fatto interagire con la materia (a livello di quark
ed elettroni) una forza di reazione viene prodotta che può essere interpretata come la
causa della forza di inerzia F=ma.
In questa ottica, che chiameremo la teoria dell'inerzia del vuoto quantico, la materia
resiste all'accelerazione non a causa di una sua innata proprietà (spiegazione che tra
l'altro ho sempre trovato oscura e inconcludente) ma perché il vuoto quantistico
elettromagnetico produce una forza di resistenza proporzionale all'accelerazione.
La relatività generale (abbreviativo GR) dice che la gravità può essere interpretata
come una curvatura dello spazio-tempo.
Wheeler (grande fisico del nostro secolo) ha coniato il termine "geometrodinamica"
per descrivere questo concetto: la dinamica degli oggetti soggetti alla gravità è
determinata dalla geometria dello spazio tempo a quattro dimensioni.
Quello che la geometrodinamica specifica è la famiglia di geodetiche (la distanza più
corta in uno spazio tempo a quattro dimensioni è una geodetica) in presenza di un
corpo gravitante. I corpi in caduta libera e i raggi di luce seguono le geodetiche.
Comunque quando un oggetto è costretto a non seguire una geodetica questo stesso
corpo sperimenta una forza chiamata peso. Per esempio un aereo che vola non segue
la geodetica e per questo sperimenta la forza peso. Ma se l'aereo segue la geodetica è
in caduta libera e noi con lui...ecco perché se volete rimanere senza peso basta volare
con gli aerei d'addestramento della NASA che per un pò vanno in caduta libera...non
proprio libera ma almeno controllata! Non volete pesare? Seguite le geodetiche!
Ma da dove viene questa forza? Come esercita un campo gravitazionale una forza su
un oggetto che non è in caduta libera?
Questo è lo stesso identico processo di cui abbiamo parlato prima nella teoria
inerziale del vuoto quantistico.
Nell'elettrodinamica stocastica (è una teoria non si mangia! Spero di riuscire a trattare
anche questa teoria prima o poi!) il vuoto quantistico elettromagnetico è
rappresentato da onde elettromagnetiche. Queste onde seguono le geodetiche.
Queste onde che seguono le geodetiche (in pratica è un flusso di onde del vuoto
quantico che forma un pò come una cascata di acqua) creano la stessa variazione di
quantità di moto rispetto ad un oggetto fisso che nel caso di un oggetto in
accelerazione. Questo è perfettamente in accordo con il principio di equivalenza di
Einstein fra la gravità e l'inerzia o accelerazione.
Un oggetto fisso sopra un corpo gravitante percepirà il vuoto elettromagnetico
quantistico essere accelerato attraverso di esso che è ovviamente analogo ad un corpo
che accelera attraverso il vuoto elettromagnetico stazionario in uno spazio-tempo
piatto.
Qualche esempio intuitivo è necessario per capire bene il concetto.
Pensate ad un elicottero che vola, esso sta immerso nel campo gravitazionale terrestre
e percepisce quindi la forza di attrazione del campo. Ora la curvatura dello spaziotempo nei pressi della terra (che è la rappresentazione della forza di gravità nella GR)
non fa altro che attirare a se anche le onde elettromagnetiche del vuoto quantico le
quali esercitano una pressione sull'elicottero nel "tentativo" di trascinarselo giù per la
108
distanza più breve verso il centro della terra. Quella distanza più breve (che in pratica
è perpendicolare alla superficie terrestre) non è altro che la geodetica. Ecco perchè
l'elicottero sperimenta la forza peso!
In pratica il vuoto elettromagnetico quantistico esiste nello spazio-tempo e se questo
spazio-tempo è curvo lui deve seguire per forza la curvatura trascinandosi con se
tutto!
Potete anche pensare ad un lago su di un altopiano...voi ve ne state sulla superficie
del lago a pescare con una barchetta, immaginate che all'improvviso una sponda del
lago cede verso la valle sottostante...l'acqua dovrà per forza scendere a valle e voi con
lei! State sperimentando una forza! La stessa forza la sperimentate se iniziate a
remare sulla superficie ferma del lago, sperimenterete una inerzia a causa dell'attrito
con l'acqua.
Ora sostituite l'acqua con il vuoto quantistico elettromagnetico e la valle sottostante
con la curvatura del campo gravitazionale terrestre, voi siete la barca...il gioco è fatto!
Bene! Abbiamo risposto a tutte e tre le domande iniziali, ora sicuramente avrete
capito le implicazioni che tutto questo ha...se ci fosse un modo per alterare o agire su
questo vuoto quantistico elettromagnetico noi potremmo modificare o annullare sia
l'inerzia che la forza di gravità! Ma questo lo tratteremo nella sezione dedicata
all'antigravità...per ora passiamo alle domande di ripasso!
Domande riassuntive e di approfondimento sul campo del punto zero e la nuova
teoria dell'inerzia\gravita'.
Che cosa è il campo del punto zero (ZPF) o fluttuazioni del punto zero? Che
relazione ha con il vuoto quantistico?
Nella fisica moderna il vuoto è ben lontano dall'essere realmente vuoto. Mettiamo da
parte tutte le particelle e onde elettromagnetiche che costituiscono la nostra realtà e
avremo una zona di spazio apparentemente vuota allo zero assoluto.
In realtà questo vuoto pullula di energia e coppie di particelle (tipo elettronepositrone o particella-antiparticella) queste nella loro totalità danno vita a: il campo
del punto zero elettromagnetico (di cui abbiamo parlato estesamente prima), il campo
del punto zero delle interazioni deboli e forti e il mare delle coppie di particelle
negative di Paul Dirac.
Tutte queste energie messe insieme formano il vuoto quantistico (che in realtà è
pieno!) o campo del punto zero.
Nella nostra trattazione abbiamo preso in esame il campo del punto zero
elettromagnetico e le fluttuazioni del punto zero.
Lo ZPF è una ipotesi sviluppata per primo da Max Planck nel 1911. Nel 1947 Willis
Lamb, in un famoso esperimento, dimostrò direttamente gli effetti dello ZPF e
disse:"è una prova che il vuoto non esiste".
L'effetto Casimir predetto nell'anno successivo e verificato in laboratorio è un'altra
diretta dimastrazione della realtà dello ZPF.
Seguite questo link per una breve trattazione sull'esperimento di Lamb e l'effetto
Casimir e la loro correlazione con lo ZPF.
109
Ma da dove viene lo ZPF?
Immaginatevi un oscillatore...tipo un pendolo. Se non date un pò di energia al
pendolo per farlo partire resterà sempre fermo, questa è una cosa molto logica nel
nostro mondo...il mondo macroscopico.
Nel mondo microscopico delle particelle le regole sono diverse e sfidano quella che è
la nostra logica quotidiana, l'insieme di queste regole viene chiamato meccanica
quantistica.
Il principio di indeterminazione quantistica di Heisenberg vieta il fatto che il pendolo
rimanga in uno stato ben definito, stare fermo è uno stato ben definito e quindi è
impossibile che rimanga completamente fermo. C'è sempre un minimo di energia che
non si può eliminare proprio a causa delle leggi quantistiche.
Come il pendolo la luce e le altre forme di energia elettromagnetica consistono in
oscillazioni...oscillazioni di campi elettrici e magnetici.
Ogni direzione, ogni frequenza e ogni stato di polarizzazione del campo
elettromagnetico hanno un minimo di energia grazie al principio di indeterminazione.
Mettendo insieme tutti questi modi del campo abbiamo il campo del punto zero, ossia
l'insieme di tutte le fluttuazioni energetiche elettromagnetiche.
Ma così non si arriva a una energia infinita dello ZPF? Ci deve pur essere un limite
da qualche parte!
Come abbiamo già detto prima ad una certa distanza le fluttuazioni terminano, questa
viene definita distanza di Planck.
All'aumentare della frequenza diminuisce la lunghezza d'onda (distanza fra una cresta
e l'altra di un'onda elettromagnetica) e quindi tale lunghezza d'onda non potrà mai
essere pari o minore della distanza di Planck, tale lunghezza d'onda corrisponde alla
frequenza di 10^43 Hz. Questo è il primo limite.
C'è anche un'altra considerazione dà fare. Aumentando l'energia si arriva ad un punto
in cui l'elettromagnetismo e le interazioni deboli diventano un'unica interazione
elettrodebole. A frequenze molto alte (e quindi alte energie E=hf) lo ZPF cessa di
essere un campo puramente elettromagnetico. Ci dovrebbe essere una graduale
transizione da un campo puramente elettromagnetico ad uno elettrodebole. A energie
ancora più alte questo dovrebbe unificarsi ulteriormente diventando un campo del
punto zero gluonico. A questo punto le attuali teorie fisiche non riescono più a
spiegare i fenomeni e siamo giunti al limite delle attuali teorie...le stesse teorie che
cercherebbero di spiegare il big-bang e cosa c'era prima. Il problema dell'unificazione
permane tuttora anche nella fisica classica e tali problematiche devono essere risolte
comunque.
Non è lo ZPF un tipo di etere? Non viola quindi la relatività speciale?
No non la viola. Lo ZPF è costituito da onde elettromagnetiche, una forma di luce. La
relatività speciale è basata sulla propagazione della luce e perciò la teoria dello ZPF è
in accordo e consistente con essa per definizione.
In questa sezione propongo una serie di esperimenti per indagare sull'antigravita' e
l'energia del punto zero. Se avete letto con attenzione la teoria della zpe e la sezione
riguardante la storia e le varie teorie sull'antigravita' noterete come questi esperimenti
110
riprendano i concetti trattati...ora anche voi potete continuare l'indagine!
Iniziamo subito con:
LA CADUCEUS COIL O BOBINA CADUCEA,
TENSOR COIL, SMITH COIL.
La caduceus coil fu inventata da Wilbert Brockhouse Smith negli anni 50 (morì nel
1961), originariamente Smith lavorò per una commissione governativa segreta sul
"project magnet", un progetto Top-secret il cui scopo doveva essere quello di
realizzare velivoli a propulsione antigravitazionale. Successivamente, quando non era
più coinvolto con il progetto, se ne uscì con questa bobina...se ne imparano di cose
lavorando per il governo!
Questa bobina produce onde scalari, cioè un particolare tipo di onde che non si
propagano perpendicolarmente ma longitudinalmente rispetto all'asse di propagazione
(vedere link su onde scalari a piè di pagina e su eMule links, sono trattate anche sul
forum con degli esperimenti), queste onde possono viaggiare a velocità superluminali
e fatto interessante alcuni ricercatori hanno confermato il fatto che si è riusciti
realmente a generare onde superluminali simili alle classiche onde EM.
Smith asseriva che in prossimità della bobina si formavano delle zone di spazio in cui
il tempo scorreva diversamente da quello misurato in lontananza della bobina. Io ho
visto un video su internet, dove uno sperimentatore ha avvicinato un orologio alla
bobina e si vedevano le lancette scorrere più velocemente del normale! Non sta a me
giudicare la veridicità del video, solo accurate indagini sperimentali possono dare
conferma.
Un'altra caratteristica è che questa bobina ha impedenza zero...quando la corrente
passa in essa non genera calore.
Ha una frequenza di risonanza infinita...una bobina tradizionale ha una frequenza di
risonanza ben definita dalla sua geometria e caratteristiche elettriche mentre questa
caduceus coil può risuonare a qualsiasi frequenza dello spettro.
Radioamatori e tecnici delle telecomunicazioni che hanno provato a usarla come
antenna hanno notato che un apparato tradizionale non può ricevere le onde
longitudinali emesse dalla caduceus e che due bobine caduceus devono essere
perfettamente allineate (come fossero laser) per poter comunicare tra loro.
Le onde longitudinali emesse non vengono attenuate dagli ostacoli.
Alcuni ricercatori hanno notato che quando immettevano impulsi di microonde nella
caduceus questa tendeva a saltellare, perdere peso, levitare.
Ora per cercare di saperne di più è di fondamentale importanza svolgere un'accurata
indagine sperimentale, sto gia indagando, e presto qualcosa emergerà.
Come svolgere la sperimentazione?
Ecco la mia proposta per i primi esperimenti preliminari:
111
1.Alimentare la bobina con la corrente di rete a 50Hz 230V 3Kw, in pratica lo scopo
è quello di indagare sul comportamento della bobina alle basse frequenze e alte
intensità di corrente.
2.Alimentare la bobina con alta tensione e frequenza a 50Hz per vedere cosa varia
quando si immette corrente ad alto voltaggio e bassa frequenza. Per questo scopo è
perfetto un trasformatore per i neon in quanto è già limitato magneticamente grazie al
suo shunt interno.
3.Alimentare la bobina con un amplificatore a RF di potenza. Io ne ho trovato uno
(me lo presta un mio amico) a 30Mhz e 100w. I ricercatori asseriscono che la
caduceus da il meglio proprio alle alte frequenze ecco perchè usare questo
trasmettitore. Volendo si potrebbe fare un semplice circuito che utilizza un transistor
in switching in modo da evitare di bruciare un finale del trasmettitore costoso!
Magari utilizzate un transistor grosso!
Per ora partirei così anche se ci sono molte possibilità...una molto promettente è
quella di usare alta tensione a RF...magari si potrebbe usare un EAT-G o un piccolo
tesla. Indagherò anche in tal senso.
Domanda fondamentale:
Come è fatta questa caduceus coil?
Come la costruisco?
OK non spaventatevi...non è così difficile!
La caduceus non è altro che un bello spezzone di filo avvolto su un nucleo di ferrite
(o magari anche in aria) seguendo la stessa forma ad elica del DNA.
Proprio come in questa figura:
Comunque l'avvolgimento "tipo" non è quello mostrato nel sito ma quello illustrato
nell'immagine sopra. Le spire devono essere a 45° fra loro in modo da formare un
angolo di 90°. Vi posso confermare dai miei esperimenti che più le spire sono avvolte
con precisione e più annullerete il campo prodotto.
Un'altro tipo di avvolgimento che permette la coniugazione di fase (l'annullamento
112
dei campi) è quello bifilare.
È costituito da una bobina avvolta a 45° con sopra ad essa avvolta un'altra bobina
sempre a 45° ma di verso opposto, poi potete collegare i capi delle due bobine in
serie:
collegando due capi ad una estremità fra di loro e gli altri due all'alimentazione
oppure in parallelo:
collegando due capi di una estremità all'alimentazione ma con i segni opposti e lo
stesso con i capi dell'altra estremità...sempre con i segni opposti.
La sperimentazione sulla caduceus coil ha già dato qualche risultato che varia molto
da quanto affermato spesso da molti...in poche parole dai miei esperimenti è emerso
che:
1.non è vero che la caduceus non si riscalda al passaggio di corrente...anzi si scalda di
più perchè ha una impedenza minore e quindi l'intensità di corrente è più alta il
che aumenta l'effetto joule.
2.ha una impedenza molto più bassa di quella di una bobina tradizionale avente lo
stesso nucleo e la stessa quantità di avvolgimenti e filo....inoltre ha una
impedenza più bassa di quella del solo filo "svolto" dal nucleo, in pratica dopo
i test ho smontato il filo degli avvolgimenti e ho misurato l'impedenza che
risultava più alta di quando era avvolto in maniera caducea.
3.il campo magnetico prodotto è molto più debole e questo conferma il fatto che la
componente B viene annullata negli avvolgimenti.
4.non ho rilevato saltellamenti o cali di peso ne variazioni temporali nei pressi della
caduceus...ad ogni modo devo anche dire che non ho ancora sperimentato la
caduceus con alta tensione e alta frequenza e quindi ancora è presto per
giungere a conclusioni in merito a questi aspetti.
5.le prove di trasmissione devono ancora essere effettuate con materiale schermante
per verificare la presenza di onde scalari o longitudinali, ad ogni modo è
possibile trasmettere onde trasversali anche se più attenuate a causa
dell'annullamento del campo B.
Ora passiamo ad un progetto costruttivo di anello antigravitazionale secondo le
indicazioni di joseph misiolek. Io inizio solo ora a costruirlo, spero che alcuni di voi
vogliano partecipare all'avventura!
L'anello antigravitazionale di misiolek.
Questo progetto è basato sulla teoria esposta prima nella sezione dedicata
all'antigravità...se non l'avete ancora fatto dategli una ripassata altrimenti tutto questo
vi sembrerà strano e impossibile.
Questo anello antigravitazionale è composto da un toroide centrale con circa 1000
giri di filo da 16 AWG avvolti su un supporto. Sul progetto originale non è
specificato con chiarezza di cosa è fatto il supporto, comunque dovrebbe andare bene
sia un supporto di plastica vuota che un toroide di metallo. Io penso che quello che
conta è alla fine l'accoppiamento del campo magnetico del toroide con il campo
elettrico ad alta tensione generato...per questo dovrebbe andare bene anche un
avvolgimento su nucleo d'aria e quindi su supporto di plastica vuoto. Comunque
113
questo sarà oggetto di valutazione nella futura analisi...se aveste delle idee e opinioni
applicatele.
Tale toroide sarà posizionato all'interno di una ciambella di plastica termoindurente in
cui verrà colato un materiale liquido isolante.
La ciambella di plastica verrà chiusa e attorno vi sarà avvolto il filo esterno da 22
AWG...proprio come nello schema concettuale mostrato nella sezione teorica.
PASSIAMO ALLA LISTA DEI MATERIALI:
1. Due alimentatori da 50 V DC a 10 A (500W) isolati dall'alta tensione. Come
isolarli ne discuteremo sul forum.
2. Un generatore ad alta tensione fra i 25 KV a 100 KV con corrente fra i 100 e 400
mA.
3. 2300 m di filo di rame smaltato da 16 AWG.
4. 1600 m di filo di rame smaltato da 22 AWG.
5. Spray anticorona.
6. Nastro isolante per alta tensione.
7. Ciambella di plastica di diametro esterno sui 80-82 cm, diametro interno di 64-66
cm, internamente ha quindi uno spazio di 16 cm per inserire il toroide. Deve avere un
coperchio che la chiuda preferibilmente con una guarnizione, deve essere fatta di
plastica termoindurente. Vi si devono praticare due piccoli fori (che siano stagni) per
far uscire dal diametro interno i fili di alimentazione del toroide una volta che la
ciambella è chiusa.
8. Paraffina o glicerolo.
COSTRUZIONE DELL'ANELLO.
Fase uno:
avvolgere il filo da 16 AWG attorno al supporto da voi scelto che deve essere
ovviamente delle dimensioni compatibili per poter stare nella parte cava della
ciambella...ricordatevi che avete più o meno 16 cm di spazio a disposizione.
Cercate di fare l'avvolgimento simmetrico e che sia uniforme in tutto il perimetro del
toroide, se avete bisogno di altro filo per completare l'ultimo "giro" di avvolgimento
cercate di regolarvi perché non potete aggiuntarlo!
Alla fine avrete un toroide che concettualmente sarà simile a quello illustrato in
figura 1. Vi auguro che il vostro toroide sia meglio di quello da me disegnato!
Terminato l'avvolgimento spruzzatelo abbondantemente con lo spray
anticorona...date una passata tutto attorno al toroide in maniera uniforme...fate
114
asciugare lo spray e poi un'altra passata. Abbondate con lo spray come se fosse il
secondario di un tesla! Alla fine vi deve rimanere uno strato lucido\trasparente che
avvolge il toroide. Ora, se volete, date qualche giro di nastro isolante per alta tensione
tutto attorno al toroide giusto per garantire un maggiore isolamento.
Mettete il toroide dentro la ciambella e fate uscire le estremità di alimentazione dai
buchi fatti all'interno della ciambella, dalla parte del foro centrale della ciambella
stessa.
Fase due:
Chiudete la ciambella con il coperchio (che sarebbe metà ciambella!) e versate la
paraffina all'interno di essa attraverso un buco predisposto sulla parte superiore.
Riempite tutta la ciambella in modo da non lasciare bolle d'aria.
Per quanto riguarda il liquido isolante potete scegliere se usare la paraffina che è
economica ma con una costante dielettrica pessima (minore di 3 mi sembra) oppure
usare il glicerolo che è molto costoso ma con una ottima costante dielettrica...vedete
voi.
Fase tre:
Avvolgete approssimativamente uno strato di filo di rame smaltato da 22 AWG
attorno alla ciambella sigillata e spruzzatelo di spray anticorona. Ora l'anello è pronto
e dovrebbe essere come quello illustrato (schifosamente!) nella figura 2.
115
Fase quattro:
Ora si tratta di fare i vari collegamenti per alimentare l'anello.
Collegare i due terminali del toroide centrale ad un alimentatore 50V DC, connettere
poi i terminali dell'avvolgimento esterno all'altro alimentatore 50 V DC.
Ora collegate un terminale del toroide interno al generatore alta tensione, e collegate
un terminale dell'avvolgimento esterno sempre al generatore ad alta tensione.
Rimane soltanto da modulare il campo...ci potrebbero essere vari modi:
1.Utilizzare un motore passo-passo che agisce su un variac in modo da modificare
l'alimentazione dei due alimentatori 50V DC.
2. Mettere un solenoide su nucleo di ferrite al centro della ciambella e poi alimentarlo
con un segnale a radio frequenza.
3. Usare un terzo toroide che avvolge l'intero anello e che viene alimentato sempre da
un segnale a radio frequenza.
4. Usare direttamente un generatore alta tensione a radio frequenza che moduli
direttamente anche il campo magnetico, un generatore adatto a questo scopo può
essere il tesla o il plasma tweeter.
La terza soluzione potrebbe essere la più promettente perché il campo così prodotto
coinvolge uniformemente tutta l'intera struttura dell'anello, anche la quarta soluzione
rappresenta una valida alternativa perché non necessita di modulazione esterna...io
sto costruendo il prototipo utilizzando proprio un tesla come alimentatore
.Ovviamente questo progetto è ancora ad uno stadio grezzo...ci sono ancora alcuni
116
dettagli da considerare come appunto la modulazione del campo, quello che conta è
che abbiamo una base su cui partire...il resto lo dobbiamo fare noi!
CAMPI ELETTROMAGNETICI ARTIFICIALI
E INFLUENZA SULLA SALUTE:
Le scoperte del Professor Kunnen, fondatore del centro Archibo Biologica di
Anversa, rappresentano una totale innovazione per quanto riguarda l’approccio alla
misura ed alla valutazione degli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici sia
naturali che artificiali .
Da diversi anni molti studi internazionali verificano continuamente che esiste una
influenza biologica dei C.E.M. artificiali collegata alla loro intensità, che gioca un
ruolo "meccanico" nella attivazione di molte reazioni cellulari. Le scoperte di W.
Kunnen definiscono ancora meglio quale è il collegamento tra le varie sorgenti di
campo elettromagnetico e gli organismi viventi, riuscendo ad analizzare la qualità e la
intensità delle informazioni energetiche di tipo biologico trasportate da queste
sorgenti.
Le sue osservazioni prendono origine infatti dalla constatazione che nel mondo
elettromagnetico esistono onde portanti e onde portate.
Le onde portanti sono polarizzate in maniera "lineare", cioè l’intensità della
componente magnetica con spiralizzazione destrogira (positiva o +) è uguale a quella
levogira (negativa o -). Questo consente all’energia di spostarsi in linea retta a circa
300.000 Km. al secondo. A questo gruppo appartengono ad esempio i campi
elettromagnetici di origine naturale generati da acqua in movimento, faglie, Reti
elettromagnetiche terrestri. Onde portanti sono inoltre generate da sorgenti artificiali
come linee elettriche, radar, satelliti e ripetitori per la telefonia cellulare.
Le onde portate sono campi elettromagnetici che generalmente sono polarizzati in
maniera circolare, cioè la spirale levogira possiede una intensità differente da quella
destrogira. Per poter avanzare in linea retta l’onda portata utilizza l’onda portante
come binario e mezzo di trasporto. L’onda portante si trova così parassitata da essa.
Esiste un gran numero di onde portate e di queste alcune entrano in risonanza con le
frequenze dei corpi viventi. Kunnen ha infatti scoperto che ogni organo del nostro
corpo entra in risonanza, cioè riceve ed emette su una propria frequenza, ed è riuscito
a stabilire tali frequenze biologiche.
Con un apposito strumento, una antenna Lecher precisamente tarata e perfezionata, si
è in grado di misurare per le lunghezze d’onda biologiche la loro intensità
separatamente sulle due polarità, riuscendo così a capire come ed in quale misura una
onda portata potrà influire sugli organi e le funzioni del corpo umano.
La cellula infatti essendo caricata all’interno con predominanza positiva o destrogira
e sulla membrana con predominanza negativa o levogira, attrae i suoi nutrienti per
osmosi elettro-magnetica, selezionando così ciò di cui ha bisogno. Quando la cellula
117
è colpita da un campo elettromagnetico con cui entra in risonanza, ma con forte
intensità levogira, la carica negativa della membrana si inverte e così la cellula
depolarizzata si nutre di ciò che le nuoce, generando disordine funzionale e malattia.
È quindi estremamente importante poter riconoscere e misurare l’intensità dei campi
elettromagnetici con influenza biologica sulle due polarità + e -, dato che solo con un
corretto rapporto tra queste l’organismo può trarre il suo naturale nutrimento
dall’ambiente interno ed esterno.
Queste conoscenze consentono allora di valutare se ed in quale misura il nostro corpo
ed i nostri organi sono influenzati dalle varie emissioni elettromagnetiche naturali e
dalla grande quantità di quelle artificiali, anche a debolissime potenze.
Sostanzialmente, il Prof Kunnen ha scoperto che queste emissioni artificiali veicolano
solitamente onde portate con influenza biologica ad intensità prevalentemente
levogira, cioè dannosa per l’uomo. Continuamente questo ricercatore e la sua equipe
di lavoro verificano gli effetti nocivi per la popolazione delle emissioni artificiali, ad
esempio dei satelliti geostazionari, ma soprattutto dei ripetitori telefonici che anche a
causa della loro densità nei centri abitati e sul territorio stanno veramente diventando
un nuovo flagello di cui ancora troppo poco si conosce.
Questi ripetitori generano nello spazio dei vettori elettromagnetici che si comportano
da onda portante ma per ragioni tecniche il segnale viene emesso a predominanza
levogira. Questo veicola allora onde portate biologiche che per alcuni organi possono
essere a predominanza levogira e perciò nocive. È così che un ripetitore telefonico
per GSM, ad esempio, può veicolare segnali elettromagnetici che entrano in
risonanza con le frequenze biologiche del cuore, del sistema nervoso e di quello
immunitario su forti e specifici valori di intensità levogira, cioè a predominanza di
intensità magnetica negativa rispetto a quella positiva, mentre le altre frequenze
biologiche portate da questo stesso ripetitore potrebbero non avere così elevati valori
di aggressività sulla stessa polarità. Inoltre, ogni ripetitore possiede proprie
caratteristiche ed effetti sulla salute, ma che quasi sempre sono di grande danno per
uomini, animali e piante.
Ancora non si conoscono chiaramente le ragioni di queste differenze tra gli effetti di
un ripetitore e l’altro, ma presumibilmente sono legate all’insieme delle condizioni
biosferiche di quel luogo, come qualità dell’aria, inquinanti del terreno, sinergie E.M.
ecc.. Quello che è certo invece è che le emissioni levogire provocano una enorme e
sempre maggiore quantità di problemi di salute. La prova deriva dalle migliaia di
verifiche che l’equipe di Archibo Biologica ed il Prof. Kunnen hanno effettuato sulle
persone, sulle quali si possono rilevare anche le "tracce" che questi segnali
imprimono stabilmente sul corpo durante il sonno. Una fondamentale scoperta del
ricercatore belga consiste nell’aver compreso che il corpo durante la notte realizza
una foto olografica, cioè tridimensionale, delle influenze elettromagnetiche che si
trovano fino ad una distanza di alcune decine di metri attorno alla abitazione. Egli ha
poi scoperto come leggere e interpretare queste impronte, definendo quali ed in quale
misura sono responsabili di arrecare danni o benefici all’organismo. La lettura delle
tracce e la sua interpretazione confermano le eventuali patologie o disturbi accusati
118
dalla persona, dimostrando la validità del metodo ed il rapporto di causa/effetto tra le
influenze elettromagnetiche della biosfera ed il nostro stato di salute.
Il ricercatore è poi giunto a formulare l’ipotesi che se le emissioni artificiali levogire
potessero essere convertite in DESTROGIRE si potrebbe ottenere una radicale
riduzione o addirittura l’annullamento dei loro effetti patogeni, risultando in alcuni
casi perfino benefiche. Certamente siamo per il momento nel campo delle ipotesi, ma
come scartare a priori l’idea che una scoperta del genere non possa incidere
radicalmente sulla nostra società?
Esiste anche un precedente, visto che fu proprio grazie ad un contatto di W. Kunnen
con la Nato che nell’ 89 ci fu la inversione della polarità dei radar, cosa che creò un
notevole beneficio sia agli alberi che alle persone, confermando anche che la morte
degli alberi nella foresta bretone non era dovuta alle piogge acide ma alle forti
emissioni radar levogire russe e statunitensi.
Ovviamente occorre anche perseguire la strada della riduzione delle potenze
impiegate, poiché anche a certe intensità di esposizione destrogira l’organismo può
attivare risposte patologiche: Paracelso diceva: "dosis sola facet venenum" : anche la
migliore medicina diventa nociva se ne abusiamo.
È chiaro allora che oggi bisogna attivare una aperta collaborazione tra tecnici e
ricercatori affinchè tutte le conoscenze possano confluire sinergicamente nello
sviluppo di una tecnologia efficace e consapevole, in grado di stimolare la crescita
economica e sociale indirizzandola verso un profondo miglioramento delle condizioni
di vita sul Pianeta. Continuare trascurando questi aspetti rappresenta forse un
vantaggio economico per l’oggi, ma un enorme danno per il prossimo futuro della
vita nostra e dell’intera Biosfera.
*Designer progettista di interni bioecologici e ricercatore in Geobiologia. Collabora
in Italia con Archibo Biologica di Anversa.
LE SORPRENDENTI SCOPERTE DI WALTER KUNNEN IN
BIOENERGETICA E GEOBIOLOGIA.
La BIOSFERA è l’ampia zona del nostro pianeta dove è presente la Vita. Essa è un
immenso laboratorio dove avvengono continuamente innumerevoli interazioni tra una
serie di elementi come la pressione atmosferica, la temperatura, l’umidità ed un certo
numero di sostanze chimiche, ma anche campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici
infinitamente più sottili, generati dalla interazione tra le energie cosmiche e quelle
telluriche.
La Terra è sottoposta alla grande forza di coesione esercitata dal magnetismo della
nostra galassia. Questa grande sorgente energetica, che con la sua evidente rotazione
e spiralizzazione genera un polo nord ed un polo sud "universali", influenza
l’orientamento e la rotazione degli assi di tutti i soli e di tutti i pianeti. Questo
movimento circolare alimenta anche il magnetismo endogeno della Terra, mentre dal
119
Cosmo provengono enormi quantità di energia sotto forma di irraggiamento
elettromagnetico.
Tutti riconoscono che non può esserci vita sul nostro pianeta senza la presenza del
Sole, il cui irraggiamento comprende ampie zone dello spettro elettromagnetico, e di
cui l’occhio percepisce solo la ristretta banda delle frequenze della luce visibile.
Seppure il corpo umano possa restare per settimane senza cibo, per giorni senza bere
e per alcuni minuti senza ossigeno, è però impossibile che resista un solo secondo
senza l’apporto energetico del Sole. Tuttavia nessuna biblioteca al mondo offre una
letteratura valida sullo svolgimento di questo fondamentale fenomeno energetico. È
altresì evidente che la sola differenza tra un corpo vivo ed un cadavere non è né fisica
né anatomica , ma unicamente energetica.
Da alcuni decenni il Prof. Walter Kunnen si occupa dello studio delle complesse
manifestazioni energetiche della Biosfera, approfondendo costantemente la
conoscenza dei fenomeni collegati all’elettromagnetismo ed alla sua risonanza negli
organismi viventi. Nato ad Anversa, in Belgio, nel 1921, ha una formazione
polidirezionale: Maturità Classica, Laurea in Legge, "liances" in Fisica e Biologia.
Intraprende presto studi e ricerche personali che lo spingono a fondare nel 1960 ad
Anversa Archibo Biologica, il primo Istituto specializzato nelle ricerche sulla
Biosfera e la Bioenergetica. Questo centro multidisciplinare è al servizio di coloro
che desiderano approfondire ed affrontare le problematiche legate alla salubrità
dell’abitare e del costruire ed agli sviluppi della medicina energetica. Archibo
Biologica si occupa oggi di tossicologia, bioenergetica ultra fine, biologia nucleare,
campi magnetici, elettromagnetici ed elettrostatici e delle influenze cosmiche e
telluriche sulla salute ed il benessere dell’uomo.
L’UOMO È UN’ANTENNA
Walter Kunnen afferma che ciò che consente al corpo di nutrirsi favorevolmente di
queste energie presenti nella biosfera o di subirne gli effetti nocivi è la sua primaria
funzione di antenna, che riceve, emette ed accumula.
Il principio fondamentale che regola questa funzione è la risonanza, cioè la capacità
di "vibrare" in sintonia con determinate frequenze, così come avviene tra un diapason
ed un "la" suonato da un violino perfettamente accordato.
Le sue ricerche lo hanno portato a scoprire che ciascun organo del nostro corpo entra
in risonanza, cioè riceve ed emette su una propria frequenza, ed è riuscito a stabilire
tali frequenze biologiche. Di queste ha inoltre reso evidente l’importanza di effettuare
la misura dell’intensità di ciascuna delle due polarità magnetiche nord e sud (levogira
e destrogira oppure minus e plus) per comprendere se quella particolare energia sarà
in grado oppure no di alimentare le cellule dell’organo esaminato. La cellula infatti
essendo caricata all’interno con predominanza positiva o destrogira e sulla membrana
con predominanza negativa o levogira, attrae i suoi nutrienti per osmosi elettro120
magnetica, selezionando così ciò di cui ha bisogno. Quando la cellula è colpita da un
campo elettromagnetico con cui entra in risonanza, ma con forte intensità levogira, la
carica negativa della membrana si inverte e così la cellula depolarizzata si nutre di ciò
che le nuoce, generando disordine funzionale e malattia. È quindi estremamente
importante poter riconoscere e misurare l’intensità dei campi elettromagnetici con
influenza biologica sulle due polarità. Questo consente di valutare in quale misura il
nostro corpo ed i nostri organi sono influenzati dalle varie emissioni
elettromagnetiche artificiali come radar, ripetitori radiotelevisivi e telefonici, linee ad
alta tensione, satelliti geostazionari ecc., ma anche da quelle naturali generate da
acque sotterranee, faglie e Grandi Reti Geodinamiche Ubiquitarie.
Lo strumento fondamentale attraverso cui è possibile misurare questi parametri è una
antenna manuale di tipo radiestesico molto perfezionata, l’antenna Lecher Questa
consente di selezionare perfettamente la lunghezza d’onda del segnale
elettromagnetico e di misurare l’intensità sulle due polarità magnetiche distinte.
L’antenna fu elaborata dal fisico tedesco R. Schneider negli anni ’60 sulla base delle
scoperte dell’ingegnere austriaco E. Lecher, e funziona un po’ come un selettore
televisivo che ,tramite un cursore, consente di sintonizzarsi perfettamente sulla
stazione emettitrice, ricevendo così una immagine chiara e determinata. Attraverso
l’uso di questo strumento, da lui perfezionato e perfettamente tarato, Walter Kunnen
è riuscito negli anni ad indagare in maniera approfondita sulle tematiche della
bioenergetica collegate anche alla geobiologia e geopatologia, superando il limite che
ancora oggi rappresenta la visione "bidimensionale" nello studio dei fenomeni
elettromagnetici naturali ed artificiali da parte del mondo della radiestesia e della
comunità scientifica. Nello studio delle influenze energetiche presenti in una
abitazione ha potuto verificare e dimostrare come anche all’interno della casa si
manifesta l’effetto di risonanza. Ogni stanza, cioè ogni "cavità" dell’abitazione è un
volume "tridimensionale", collocato in un luogo dove sono sempre presenti campi
elettromagnetici di varia natura che si sviluppano e propagano in maniera
"tridimensionale". Il risultato di questa interazione è una risonanza interna in ciascuna
stanza, che ripropone in scala ridotta tutti i vettori dei campi elettromagnetici presenti
in una area di alcune decine di metri di diametro attorno alla abitazione.
L’OLOGRAMMA DELLA BIOSFERA
La ricerca è proseguita e nel 1985 Walter Kunnen è riuscito a decodificare le tracce
che queste influenze esogene imprimono sul nostro corpo durante le ore di sonno.
L’organismo umano è in grado di percepire, registrare e conservare la presenza dei
vari campi che continuamente lo attraversano. Come in ogni stanza della casa, in ogni
volume del corpo (tronco, collo, testa, arti) si riproduce la stessa immagine
tridimensionale, lo stesso ologramma generato dalle influenze esogene del luogo in
cui si dorme. Questa straordinaria scoperta consente di affrontare l’argomento con
121
una tecnica molto precisa e completamente innovativa.
E’ così possibile effettuare ovunque una indagine sulla persona, poiché conserverà
per settimane sul suo corpo queste tracce elettromagnetiche, rivelando quali ed in
quale misura le varie influenze esogene presenti possono generare patologia. La
possibilità di decodificare questi segnali consente infatti anche di misurarne le
intensità levogire e destrogire del magnetismo cellulare su tutte le frequenze vitali,
permettendo di formulare una vera e propria diagnosi di ciascun organo e funzione
del corpo. Lo stato di salute di questo è quindi influenzato dal tipo e dalla qualità dei
vettori energetici presenti nella abitazione provenienti dalla Biosfera.
Da alcuni anni Archibo Biologica verifica un notevole aumento delle aggressioni
levogire causato dal forte incremento delle emissioni artificiali, ed una progressiva e
forse conseguente riduzione dell’apporto energetico benefico proveniente dai vettori
elettromagnetici naturali percepibili nella casa (Ovest, Nord, Sud/Ovest, Nord/Ovest)
la cui funzione è sempre stata quella di "nutrire" adeguatamente i nostri organi.
IL BIORISANAMENTO DELLA CASA
Per contrastare questi effetti nocivi e risanare la Biosfera Walter Kunnen ha messo a
punto una tecnica di biorisanamento dei luoghi ma soprattutto dell’abitazione, dove la
zona letto è sicuramente la più importante e delicata. Come afferma il ricercatore
belga "L’uomo passa la notte nel suo letto. La notte non c’è compensazione solare:
questa prodigiosa e benefica dinamo è quindi assente, mentre le altre interferenze
hanno allora campo libero. Sdraiato sul letto, l’uomo offre all’irraggiamento cosmico
e tellurico una superficie maggiore rispetto alla posizione seduta o eretta. Durante il
sonno la tensione elettrica della pelle diminuisce sensibilmente e la protezione
faradica diventa molto meno efficace. Infine non trascuriamo il ruolo della latenza: si
è per un tempo relativamente lungo nel medesimo luogo, addirittura nella stessa
posizione o quasi". Questi fattori determinano la formazione dell’ologramma delle
tracce sul corpo, da cui è possibile ricavare una serie di dati in maniera perfettamente
riproducibile e controllabile da chiunque con una semplice bussola. Si evidenzia così
la posizione del dormiente rispetto ai punti cardinali, al centro della stanza e la sua
posizione predominante durante il sonno. L’esame procede poi con la lettura delle
impronte biosferiche lasciate dai vettori elettromagnetici principali, che sotto forma
di onde portanti hanno veicolato e trasmesso all’organismo onde portate ovvero
segnali biologici benefici, neutri o disturbanti. Questa indagine mette in evidenza la
presenza della Grande Rete Ubiquitaria Ortogonale (direzione Nord/sud ed
Ovest/Est) e Diagonale (Nord- Ovest/Sud- Est e Sud- Ovest/Nord- Est), conosciute e
documentate con certezza fino ai tempi dell’Imperatore Adriano, e di cui i piccoli
reticoli oggi conosciuti con i nomi di Rete Hartmann e Rete Curry rappresentano solo
122
un’eco molto debole.
Si cercano poi i le tracce lasciate dai vettori dell’acqua corrente sotterranea e della
relativa faglia, ed infine quelle lasciate dalla costante esposizione ai vettori artificiali
come radar, ripetitori radiotelevisivi e telefonici, satelliti geostazionari, linee
elettriche. La particolare disposizione sul corpo di questi segnali evidenzierà le zone
spesso doloranti dove la persona è colpita dalle influenze nocive, che generalmente
sono all’origine dei suoi problemi di salute. L’intervento di biorisanamento consiste
poi nel neutralizzare le influenze patogene individuate con l’antenna Lecher, senza
procedere ad alcuno spostamento del letto. Si ricerca il centro energetico delle onde
portanti e si collocano, nei punti precisi di ingresso della risonanza del vettore
all’interno dell’abitazione, delle piccole ampolline contenenti sostanze naturali la cui
funzione è quella di assorbire la componente patogena levogira dei campi. Se
all’esterno della casa c’è del terreno praticabile parte del lavoro può essere svolto
collocando a circa 10 cm. di profondità delle antenne Biodin ad azione riflettente per
deviare verso l’alto il fascio elettromagnetico. Si tratta in definitiva di operare una
manipolazione ed una ottimizzazione delle forze conosciute presenti nella Biosfera.
Con l’antenna Lecher ci si accerta poi che la camera da letto e la persona non siano
infestati da funghi, microscopici parassiti ancora poco studiati in Italia, che sono
responsabili di un gran numero di diffuse patologie. Nell’abitazione viene anche
ricercata la presenza di colonie di acari e di eventuali materiali nocivi utilizzati per la
costruzione e l’arredamento. Infine, con apposite strumentazioni tarate secondo le
normative europee, si procede alla misurazione dei livelli di esposizione ai campi
elettrici e magnetici originati anche dalla dispersione dell’impianto elettrico e dagli
elettrodomestici, la cui frequente entità può causare disturbi del sonno e del sistema
nervoso. Si può anche effettuare una misurazione del livello di presenza del gas
Radon nella abitazione e nei locali frequentati.
Dagli anni ’70 ad oggi Walter Kunnen con la sua equipe ha effettuato circa 3500
interventi in Belgio, Germania, Paesi Bassi, Austria, Francia, Svizzera e Italia.
Normalmente il biorisanamento di una casa viene eseguito da una squadra di
ARCHIBO BIOLOGICA composta da quattro esperti, ciascuno dei quali svolge un
compito specifico. L’intervento ha una durata di due/tre ore di lavoro ininterrotto.
Dopo almeno due mesi è opportuno un esame di controllo sulla persona a cui sono
state prese le tracce per verificare la loro scomparsa e, normalmente, il progressivo
miglioramento della qualità del sonno e delle sue condizioni di salute.
La storia vera non è mai quella scritta dai vincitori, obbiettività e realtà sono lungi da
ciò che sovente, troppo spesso viene riportato sugli ortodossi libri di storia e di
scienza….., se potessimo vedere le realtà del nostro passato e la logica
trasformazione delle conoscienze scientifiche, rimarremmo allibiti ed increduli: le
falsità farciscono le nostre povere coscienze, e solamente la nostra volontà nel saper e
voler continuare a conoscere “la vera logica” potrà condurci in dimensioni
completamente diverse dall'attuale… Varierrebbero le vibrazioni della nostra
evoluzione! Porto alla vostra attenzione altri scienziati meno noti, ma non per questo
123
di classe meno importante: è la volta di Giovanni Battista Ferlini.
IL PORTALE DIMENSIONALE DI FERLINI
Il portale dimensionale di Ferlini o come lo definì lui "barriera magnetica" è un vero
e proprio sistema di phase shifting che permette di collegare la dimensione che per
convenzione definiamo "fisica" con altre dimensioni del multiverso olografico.
Ferlini la definì barriera magnetica perchè fondamentalmente è questo ciò che è...un
muro magnetico che vibra a una specifica frequenza e che costituisce uno squarcio
dimensionale.
Come è fatto il portale
La costruzione del portale alla Ferlini è molto semplice concettualmente e non
richiede di circuiti pilota nè elettronica...si basa solamente su quattro magneti
permanenti posizionati trà loro sui quattro punti cardinali. In questa rappresentazione
potete vedere il setup del portale:
I quattro magneti ad "U" sono disposti ai quattro punti cardinali con i poli alternati, i
magneti sono fissati su dei supporti a slitta mossi da una vite senza fine in modo che
sia possibile regolarne finemente la distanza reciproca. Nell'esperimento Ferlini usò
magneti molto grandi di acciaio che pesavano diversi quintali ciascuno...in teoria la
dimensione dei magneti dipende dalla dimensione dell'area che si vuole influenzare e
quindi per aree più piccole basta usare magneti più piccoli e pratici. Questo significa
che in teoria non servono grosse potenze per creare un portale in una zona piccola e
lo deduciamo dallo stesso racconto di Ferlini sulla sperimentazione che fece con
questi magneti ad U.
LA SPERIMENTAZIONE
Giovanni Battista Ferlini iniziò la sua avventura studiando le piramidi di Giza.
Inizialmente non era interessato allo studio dei portali e nemmeno ne sospettava la
fattibilità pratica. In questa sede non tratteremo tutti gli studi antecedenti di Ferlini
che poco hanno a che vedere con il portale ma ci concentreremo sulla
sperimentazione. Ad ogni modo durante i suoi esperimenti con le riproduzioni delle
piramidi si accorse che l'energia di tipo magnetico emessa dalle piramidi aveva una
forte influenza su diverse variabili come ad esempio la schermatura dai raggi cosmici.
Oggi dopo numerose sperimentazioni sappiamo bene come agisce l'effetto di forma
delle piramidi sull'etere e la loro azione magnetica che è solo una risultante del
campo torsionale emesso dalla punta della piramide stessa. A quel tempo però gli
esperimenti con le piramidi fecero riflettere molto Ferlini il quale si accorse che la
124
forma e la disposizione dei materiali usati creavano interazioni più o meno forti con
svariati effetti. La geniale idea che ebbe Ferlini fù quella di simulare il campo
energetico della piramide usando dei magneti permanenti, in fondo dalle sue
sperimentazioni era evidente che c'era un collegamento diretto trà l'energia delle
piramidi e il magnetismo. Con i suoi collaboratori smontò un motore elettrico e ne
estrasse quattro magneti permanenti ad "U" che stavano nello statore, li dispose su
quattro angoli e mentre regolava le reciproche distanze mantenendo i poli alternati
notò che c'era una distanza critica in cui si manifestava una forza di attrazione molto
brusca e se regolava la distanza in modo che tale forza fosse "sul confine" trà debole
e forte si formava una barriera offuscata al centro che impediva di vedere il tavolo
sottostante. Capì quindi che la sua teoria era giusta e che l'esperimento doveva essere
riprodotto su una scala maggiore. Ordinò quindi quattro magneti ad U molto grossi
fatti di acciaio dolce successivamente magnetizzato, ognuno pesava diversi quintali e
furono trasportati con un camion. Lì dispose su delle slitte, regolabili con viti senza
fine, sul pavimento del laboratorio e iniziò la sperimentazione con i suoi colleghi.
Avvicinando i quattro magneti arrivò a una distanza critica, un confine molto sottile e
preciso in cui la forza di attrazione reciproca diventava improvvisamente da debole a
molto intensa. La vite senza fine era molto precisa e ci volevano molti giri per
spostare i magneti..in questo modo potè regolare la distanza critica finemente
studiando quale posizione dava i migliori risultati. Raggiunta la posizione ottimale
delle forti vibrazioni scossero tutto il laboratorio e i magneti iniziarono a vibrare
molto probabilmente per l'intensa attrazione. Una nebbiolina grigiastra\azzurrognola
iniziò a formarsi nella zona circoscritta dai poli dei magneti e Ferlini dedusse che
poteva essere ozono perciò si dotarono di maschere antigas per evitare le esalazioni
velenose, la nebbiolina diventava di colore sempre più intensa e verso il verde a mano
a mano che si raggiungeva la posizione critica. Mentre i suoi assistenti stavano più a
distanza Ferlini si avvicinò al portale appoggiandosi su uno dei magneti per scrutare
più da vicino la barriera magnetica, siccome la maschera gli limitava la vista e i
movimenti decise di togliersela e la appoggiò su uno dei magneti. Avvicinandosi alla
barriera si ritrovò catapultato di fronte alle piramidi di giza ma non quelle
odierne...bensì nell'epoca in cui le piramidi erano intere con la punta di quarzo
rivestita in metallo, ossia prima del grande cataclisma che sconvolse la terra 12.000
anni fà. Ad un certo punto si sentì chiamare da lontano e si ritrovò nel laboratorio con
la macchina spenta, si avvicinò ai suoi assistenti allarmati i quali asserivano che il
dott. Ferlini l'avevano visto scomparire trà i magneti per diverso tempo per poi
rivederlo in piedi davanti a loro non appena disattivarono il portale allontanando i
magneti trà loro. Consultandosi con i colleghi scoprì che decisero di interrompere
l'esperimento quando si accorsero che c'era stata una brusca variazione di flusso tra
due dei quattro magneti, riguardo la sua assenza non gli diedero peso inizialmente
perchè pensarono che si era solo allontanato momentaneamente, non potendo
spiegare perchè all'improvviso non lo vedevano più con loro pensarono che forse non
si erano accorti dei suoi spostamenti nel laboratorio. Ferlini raccontò quello che vide
durante il "viaggio" attraverso la barriera magnetica e scoprirono che la maschera
125
antigas di Ferlini era scomparsa e non riuscivano più a trovarla nonostante nessuno
era uscito dal laboratorio e le maschere fossero state indossate tutte tranne quella di
Ferlini che appoggiò su uno dei magneti. Scoprirono successivamente che la
variazione di flusso tra i due magneti era situata nella posizione vicina a quella dove
Ferlini appoggiò la maschera sul magnete stesso. Ipotizzarono giustamente che nel
momento in cui Ferlini si sporse nella barriera dovette far cadere la maschera nella
barriera finendo chissà dove. Sulla maschera c'erano riportate le iniziali con
l'indirizzo di Ferlini...mesi dopo la maschera arrivò per posta a Ferlini e il mittente
era in egitto precisamente al Cairo! La maschera era stata teleportata in egitto e chi la
trovò pensò gentilmente di rispedirgliela! Altra nota importante sull'esperimento è
che l'ozonometro posto vicino al portale non rivelò tracce di ozono e che anche
quando ci si avvicinava alla nebbiolina si poteva respirare bene non come quando ci
si trova in un gas.
E ora le considerazione teoriche.
CONSIDERAZIONI TEORICHE
Il portale di Ferlini può sembrare molto diverso da altri sistemi di phase shifting che
usano l'interazione rotante trà campi magnetici ed elettrici ad alto voltaggio o quelli
basati su campi elettromagnetici rotanti con frequenze specifiche...in realtà pur
usando un metodo un pò diverso sfrutta per forza di cose gli stessi principi. Per aprire
un portale o realizzare il phase shifting si deve isolare una zona di spazio e si và a
modificare la frequenza di vibrazione dell'etere di quella zona stessa...siccome siamo
in un ologramma è normale che tutto dipende dalla frequenza della portante
olografica scelta, cambiamo portante e cambiamo dimensione. Nei sistemi tipo
"philadelphia experiment" si usano delle bobine pulsate trà loro in sequenza a
formare un campo rotante ed alimentate a specifiche frequenze di risonanza
dimensionale, in altri sistemi invece si usa l'interazione trà un campo magnetico
rotante e un campo elettrico che vibra a una certa frequenza. In entrambi i casi
avremo un campo di etere rotante che vibra una frequenza specifica. Già qui è
possibile notare l'analogia dei suddetti metodi con quello di Ferlini, infatti un campo
magnetico non è altro che un flusso di etere ricircolante in una zona di spazio (flusso
che si chiude su di sè) e il trucco usato da Ferlini è stato quello di far interagire
diversi magneti in modo che il loro flusso si concatenasse creando un flusso
rotatorio...infatti Ferlini lo definiva "campo unificato". Ecco perchè i poli devono
essere alternati ed ecco anche perchè c'è una distanza critica precisa...perchè
geometricamente quando le calamite sono alla distanza precisa creano un flusso
tondo rotatorio che si rafforza.
Immaginate le linee di flusso che escono da ogni polo che vanno a fluire nel polo
opposto e così via unificandosi....in tale situazione si avrà una campo rotante
unificato o per meglio dire un flusso di etere rotante .
126
Ora una volta creato il campo rotante bisogna impostare una frequenza di risonanza
che ci ricolleghi a una specifica dimensione o punto spazio-temporale dell'ologramma
multiverso. Nel caso di Ferlini tale vibrazione può essere stata indotta sia dalle
vibrazioni meccaniche dei magneti per semplice attrazione che dalle vibrazioni
indotte da lui stesso quando ci si appoggiò. Sicuramente non era un sistema preciso
perchè soggetto a molte vibrazioni spurie, ogni vibrazione meccanica sui magneti
produceva una increspatura sul campo della zona critica. C'è però un indizio molto
interessante, Ferlini non vagò a caso ma fù portato proprio dove a lui desiderava
andare sia cosciamente che incosciamente...ossia nel tempo delle piramidi su cui era
basata tutta la sua ricerca scientifica. Questo indica che una volta aperto il varco la
mente stessa è libera di scegliere dove e in che tempo spostarsi, nelle proiezioni
extracorporee solo il corpo astrale (corpo olografico come quello fisico ma che vibra
su una portante più alta) è libero di andare dove vuole ma nel phase shifting tutto il
corpo compreso quello "fisico" si innalza di vibrazione rendedolo facile da spostare
dove si vuole. La maschera invece fù sempre portata in egitto ma non nello stesso
tempo...evidentemente la variazione di flusso indotta dal suo passare attraverso la
zona critica ha spostato la variabile tempo facendola arrivare nei tempi moderni.
Chiaramente si dovrà fare molta sperimentazione in tal senso per poter stabilire
meglio come agiscono le variabili nel phase shifting. Altro elemento importante è la
famosa "nebbiolina". Quando si interagisce con l'etere spostandone la frequenza o
addensandolo in una zona di spazio esso diventa visibile sotto forma luminescente
che a prima vista è come una nebbiolina il sui colore dipende dalla densità raggiunta.
Questo lo si osserva anche nelle sperimentazioni con sistemi antigravitazionali tipo le
repulsine di Schauberger, il SEG di Searl e altri...quello che ci interessa è che è ben
visibile anche nei casi phase shfting. Nel celebre Philadelphia Experiment la nave
veniva avvolta da una nebbiolina azzurrognola che virava verso il verde prima di
scomparire...anche nel triangolo delle bermuda le navi prima di sparire o sortire certi
effetti particolari entrano in una nebbiolina grigiastra a volte verdastra...sono
entrambi casi di phase shifting e combaciano ovviamente con l'esperimento di Ferlini.
Un'altra considerazione che voglio fare è che per realizzare la zona critica dovrebbero
in teoria bastare anche solo tre magneti ad U disposti a 120° l'uno dall'altro e inoltre
non penso sia necessario usare per forza magneti ma invece gli elettromagneti che
sono più pratici ed economici. Ferlini preferì i magneti perchè voleva usare una fonte
magnetica "pura" ma gli elettromagneti potrebbero svolgere lo stesso lavoro perchè
quello che conta è solo il campo magnetico generato e la disposizione geometrica.
Non poteva mancare un personaggio simpatico, visto anche da “Maurizio Costanzo”,
su “Report” ed in altre trasmissioni televisive. Poco capito nonostante fosse pieno di
buon senso e grandi capacità scientifiche…..
Altro scienziato del “gruppo dei seguaci di Tesla”, che particolarmente mi
appassiona, è il simpatico ed unico: l’ eclettico Ighina, del quale vedremo le
caratteristiche principali.
127
PIER LUIGI IGHINA
Pierluigi Ighina nacque a Milano nel 1908 e morì nel 2004. Fu, secondo alcune fonti,
discepolo e collaboratore di Guglielmo Marconi: è uno scienziato pressoché
sconosciuto al pubblico, perché le sue scoperte ed invenzioni non hanno ottenuto
alcun riconoscimento dalla scienza accademica. A differenza del poliedrico, ma
ingenuo ricercatore ed inventore serbo Nikola Tesla, Ighina non si fidò mai dei
potenti con cui evitò ogni collaborazione, conscio che le sue invenzioni sarebbero
state usate solo a fini malefici e per lucrare.
Ighina affrontò lo studio dell'atomo da una prospettiva alquanto diversa rispetto agli
altri ricercatori: infatti, invece di sottoporre l'atomo all'azione di potenti campi
magnetici o di particelle ad alta energia, decise di contenere il suo movimento usando
altri atomi, definiti assorbenti, che impediscono agli atomi luce ed a quelli esterni di
interferire nell'osservazione.
Attraverso questo accorgimento e mediante il microscopio atomico lenticolare di sua
invenzione, Ighina riuscì a classificare varie categorie di atomi in base alle loro
differenti pulsazioni.
Un concetto importante da sottolineare è che "l'atomo non oscilla, ma vibra, non si
può dividerlo, sarebbe però possibile dividere la sua energia, ma non l'atomo stesso".
La scoperta dell'atomo magnetico avvenne casualmente come scrive lo stesso Ighina:
"Ero intento a queste prove quando, spostando inavvertitamente una calamita lì
vicina, vidi che tutti gli atomi in osservazione si erano messi vertiginosamente in
movimento scomparendo poi in una massa luminosa". L'atomo magnetico è il più
piccolo rispetto agli altri atomi, possiede una pulsazione più veloce ed inoltre ha la
caratteristica di "imprimere il movimento a tutti gli altri atomi, diventando così il
promotore di essi".
Una delle apparecchiature costruite da Ighina, il regolatore di vibrazioni atomiche
magnetiche, si basa proprio sull'energia dell'atomo magnetico e più precisamente
sulla variazione della frequenza di vibrazione della materia con la trasformazione
della stessa.
Con questa energia sarebbe possibile guarire qualsiasi malattia, fondere i metalli a
distanza, produrre energia elettrica, neutralizzare le radiazioni, investigare il
sottosuolo alla ricerca di giacimenti petroliferi o falde acquifere, aumentare i raccolti
agricoli ed altro ancora.
È indubbio che il campo magnetico sia fondamentale per la vita sulla Terra, anche se
la scoperta di come sia possibile la trasformazione della materia e la produzione di
monopoli magnetici risultano piuttosto difficile da concepire.
128
Per Ighina, tutte le forze esistenti in natura sono il riflesso diretto e indiretto di
un'unica forza primordiale che è l'energia che scaturisce dal Sole. Tale irradiazione
solare riflettendosi si equilibra con sé stessa e condensandosi esplode e quindi
s'irradia di nuovo e di nuovo si riflette e così si moltiplica. L'energia solare è una
forza positiva che, riflettendosi, diventa negativa. Il Sole accoglie in sé questi suoi
riflessi, li trasforma e li irradia nuovamente in maniera positiva e così via. Tale
concezione ricorda quella di Reich sull'energia orgonica, distinta in orgone vitale
(OR) ed orgone mortale (DOR).
Noto è il macchinario di Ighina con cui egli riusciva a causare le precipitazioni o a
diradare le nuvole. Sarebbe interessante se qualche ricercatore indipendente,
riprodotto tale congegno, lo sperimentasse per favorire la pioggia, in presenza delle
scie chimiche igroscopiche.
A questo punto, arriviamo ai giorni nostri: le ultime scoperte che lasciano senza fiato!
Aspect, Bohm, Pribram…., col loro Universo Olografico! Nuovi orizzonti, che
appannano tutto ciò che davamo per certo.
UNIVERSO OLOGRAFICO
Le teorie di Aspect, Bohm, Pribram sulla nuova fisica scuotono i principi della
scienza tradizionale: dalle particelle subatomiche alle galassie giganti, tutto è parte
infinitesimale e totalità di "Tutto"
«Nel 1982 un'équipe di ricerca dell'Università di Parigi, diretta dal fisico Alain
Aspect, condusse forse il più importante esperimento del 20º secolo. Aspect ed il suo
team scoprirono che, sottoponendo a determinate condizioni delle particelle
subatomiche come gli elettroni, esse sono capaci di comunicare istantaneamente una
con l'altra indipendentemente dalla distanza che le separa, sia che si tratti di 10 metri
o di 10 miliardi di chilometri. Come se ogni singola particella sappia esattamente
cosa stiano facendo tutte le altre.
Un fenomeno che può essere spiegato solo in due modi: o la teoria di Einstein - che
esclude la possibilità di comunicazioni più veloci della luce - è da considerarsi errata,
oppure le particelle subatomiche sono connesse non-localmente.
La maggior parte dei fisici nega la possibilità di fenomeni che oltrepassino la velocità
della luce, ma l'esperimento di Aspect rivoluziona il postulato, provando che il
legame tra le particelle subatomiche è effettivamente di tipo non-locale. David Bohm,
celebre fisico dell'Università di Londra recentemente scomparso, sosteneva che le
scoperte di Aspect implicassero la non-esistenza della realtà oggettiva. Vale a dire
che, nonostante la sua apparente solidità, l'Universo è in realtà un fantasma, un
129
ologramma gigantesco e splendidamente dettagliato.
OLOGRAMMI, LA PARTE E IL TUTTO
Per capire la sbalorditiva affermazione di Bohm gettiamo uno sguardo alla natura
degli ologrammi. Un ologramma è una fotografia tridimensionale prodotta con l'aiuto
di un laser: l'oggetto da fotografare viene prima immerso nella luce di un raggio laser,
poi un secondo raggio laser viene fatto rimbalzare sulla luce riflessa del primo e lo
schema risultante dalla zona di interferenza dove i due raggi si incontrano viene
impresso sulla pellicola fotografica. Quando la pellicola viene sviluppata risulta
visibile solo un intrico di linee chiare e scure ma, illuminata da un altro raggio laser,
ecco apparire il soggetto originale. La tridimensionalità non è l'unica caratteristica
interessante degli ologrammi: se l'ologramma di una rosa viene tagliato a metà e poi
illuminato da un laser, si scopre che ciascuna metà contiene ancora l'intera immagine
della rosa. Anche continuando a dividere le due metà, vedremo che ogni minuscolo
frammento di pellicola conterrà sempre una versione più piccola, ma intatta, della
stessa immagine. Diversamente dalle normali fotografie, ogni parte di un ologramma
contiene tutte le informazioni possedute dall'ologramma integro. Si schiude così una
nuova comprensione dei concetti di organizzazione e di ordine.
UNA PRECISAZIONE...
L'affermazione secondo la quale ogni frammento dell'ologramma conterrebbe tutta
l'informazione, non è esatta: si verifica sempre una certa perdita di informazione,
tanto maggiore quanto più è piccolo il frammento. Questo però non invalida affatto
l'ipotesi dell'Universo olografico, ma anzi, restringe le reciproche influenze delle cose
- da una precedente inconcepibile infinitezza ad ambiti più circoscritti - rendendo
tutta la teoria ancor più credibile. XmX
LA RANA, L'ATOMO E LA ROSA
Per quasi tutto il suo corso la scienza occidentale ha agito sotto il preconcetto che il
modo migliore di capire un fenomeno fisico, che si trattasse di una rana o di un
atomo, era quello di sezionarlo e di studiarne le varie parti. Gli ologrammi ci
insegnano che alcuni fenomeni possono esulare da tale approccio. Bohm lo intuì,
aprendo una strada alla comprensione della scoperta del professor Aspect.
130
Per Bohm il motivo per cui le particelle subatomiche restano in contatto
indipendentemente dalla distanza che le separa risiede nel fatto che la loro
separazione è un'illusione. Era infatti convinto che, ad un livello di realtà più
profondo, tali particelle non sono entità individuali, ma estensioni di uno stesso
"organismo" fondamentale. Bohm semplificava con un esempio: immaginate un
acquario contenente un pesce. Immaginate che l'acquario non sia visibile
direttamente, ma solo attraverso due telecamere, una posizionata frontalmente e l'altra
lateralmente rispetto all'acquario.
Guardando i due monitor televisivi possiamo pensare che i pesci siano due entità
separate, la differente posizione delle telecamere ci darà infatti due immagini
lievemente diverse. Ma, continuando ad osservare i due pesci, alla fine ci
accorgeremo che vi è un certo legame tra loro: quando uno si gira, anche l'altro si
girerà; quando uno guarda di fronte a sé, l'altro guarderà lateralmente. Essendo
all'oscuro dello scopo reale dell'esperimento, potremmo credere che i due pesci
comunichino tra loro, istantaneamente e misteriosamente. Secondo Bohm il
comportamento delle particelle subatomiche indica che esiste un livello di realtà del
quale non siamo consapevoli, una dimensione che oltrepassa la nostra. Se le particelle
subatomiche ci appaiono separate è perché siamo capaci di vedere solo una porzione
della loro realtà, esse non sono "parti" separate bensì sfaccettature di un'unità più
profonda e basilare, che risulta infine altrettanto olografica ed indivisibile quanto la
nostra rosa. E poiché ogni cosa nella realtà fisica è costituita da queste "immagini",
ne consegue che l'Universo stesso è una proiezione, un ologramma.
IL MAGAZZINO COSMICO
Oltre alla sua natura illusoria, questo universo avrebbe altre caratteristiche
stupefacenti: se la separazione tra le particelle subatomiche è solo apparente, ciò
significa che, ad un livello più profondo, tutte le cose sono infinitamente collegate.
Gli elettroni di un atomo di carbonio del cervello umano sono connessi alle particelle
subatomiche che costituiscono ogni salmone che nuota, ogni cuore che batte ed ogni
stella che brilla nel cielo. Tutto compenetra tutto. Sebbene la natura umana cerchi di
categorizzare, classificare e suddividere i vari fenomeni, ogni suddivisione risulta
necessariamente artificiale e tutta la natura non è altro che una immensa rete
ininterrotta.
In un universo olografico persino il tempo e lo spazio non sarebbero più dei principi
fondamentali. Concetti come la località vengono infranti in un universo dove nulla è
veramente separato dal resto, sicché anche il tempo e lo spazio tridimensionale (come
le immagini del pesce sui monitor TV) dovrebbero venire interpretati come semplici
proiezioni di un sistema più complesso. Al suo livello più profondo la realtà non è
altro che una sorta di super-ologramma dove il passato, il presente ed il futuro
coesistono simultaneamente. Disponendo degli strumenti appropriati un giorno
131
potremmo spingerci entro quel livello della realtà e cogliere delle scene del nostro
passato da lungo tempo dimenticato. Cos'altro possa contenere il super-ologramma
resta una domanda senza risposta. In via ipotetica, ammettendo che esso esista,
dovrebbe contenere ogni singola particella subatomica che sia, che sia stata e che
sarà, nonché ogni possibile configurazione di materia ed energia: dai fiocchi di neve
alle stelle, dalle balene ai raggi gamma. Dovremmo immaginarlo come una sorta di
magazzino cosmico di Tutto-ciò-che-Esiste. Bohm si era addirittura spinto a supporre
che il livello super-olografico della realtà potrebbe non essere altro che un semplice
stadio intermedio oltre il quale si celerebbe un'infinità di ulteriori sviluppi.
Poiché il termine ologramma si riferisce di solito ad una immagine statica che non
coincide con la natura dinamica e perennemente attiva del nostro universo, Bohm
preferiva descrivere l'Universo col termine "olomovimento". Affermare che ogni
singola parte di una pellicola olografica contiene tutte le informazioni in possesso
della pellicola integra significa semplicemente dire che l'informazione è distribuita
non-localmente. Se è vero che l'Universo è organizzato secondo principi olografici, si
suppone che anch'esso abbia delle proprietà non-locali e quindi ogni particella
esistente contiene in se stessa l'immagine intera. Dato il presupposto, tutte le
manifestazioni della vita provengono da un'unica fonte di causalità che include ogni
atomo dell'Universo. Dalle particelle subatomiche alle galassie giganti, tutto è allo
stesso tempo parte infinitesimale e totalità di "tutto".
Miliardi di informazioni...
Lavorando nel campo della ricerca sulle funzioni cerebrali, anche il neurofisiologo
Karl Pribram, dell'Università di Stanford, si è convinto della natura olografica della
realtà. Numerosi studi, condotti sui ratti negli anni '20, avevano dimostrato che i
ricordi non risultano confinati in determinate zone del cervello: dagli esperimenti
nessuno però riusciva a spiegare quale meccanismo consentisse al cervello di
conservare i ricordi, fin quando Pribram non applicò a questo campo i concetti
dell'olografia. Egli ritiene che i ricordi non siano immagazzinati nei neuroni o in
piccoli gruppi di neuroni, ma negli schemi degli impulsi nervosi che si intersecano
attraverso tutto il cervello, proprio come gli schemi dei raggi laser che si intersecano
su tutta l'area del frammento di pellicola che contiene l'immagine olografica.
Quindi il cervello stesso funziona come un ologramma e la teoria di Pribram
spiegherebbe come il cervello riesca a contenere una tale quantità di ricordi in uno
spazio così limitato. Quello umano può immagazzinare circa 10 miliardi di
informazioni, durante la durata media di vita (approssimativamente l'equivalente di
cinque edizioni dell'Enciclopedia Treccani!). Di converso, si è scoperto che gli
ologrammi possiedono una sorprendente possibilità di memorizzazione, infatti
semplicemente cambiando l'angolazione con cui due raggi laser colpiscono una
pellicola fotografica, si possono accumulare miliardi di informazioni in un solo
centimetro cubico di spazio.
...ma anche di idee
La nostra stupefacente capacità di recuperare velocemente una qualsivoglia
132
informazione dall'enorme magazzino cerebrale risulta spiegabile più facilmente,
supponendone un funzionamento secondo principi olografici. Inutile, quindi,
scartabellare nei meandri di un gigantesco archivio alfabetico cerebrale, perché ogni
frammento di informazione sembra essere sempre istantaneamente correlato a tutti gli
altri: si tratta forse del massimo esempio in natura di un sistema a correlazione
incrociata. Nell'ipotesi di Pribram si analizza la capacità del cervello di tradurre la
valanga di frequenze luminose, sonore, ecc. ricevute tramite i sensi, nel mondo
concreto delle percezioni. Codificare e decodificare frequenze è esattamente quello
che un ologramma sa fare meglio, fungendo da strumento di traduzione per convertire
un ammasso di frequenze prive di significato in una immagine coerente: il cervello
usa gli stessi principi olografici per convertire matematicamente le frequenze ricevute
in percezioni interiori.
IL CERVELLO RIMESCOLATO
Paul Pietsch, critico verso la teoria olografica della mente, provò a confutarla (libro
Shufflebrain, vedi links a fine pagina). Poichè aveva scoperto che le salamandre sono
capaci di ampie capacità di rigenerazione del tessuto nervoso (nervi e cervello),
ipotizzò che la localizzazione delle funzioni cerebrali potesse essere evidenziata
"scambiando" fra loro parti di cervello. Lo fece, sezionando il cervello di alcune
salamandre in parti uguali, per poi risistemarle nella scatola cranica ruotate,
scambiate di posto, e così via. Pietsch si aspettava di osservare gravi disfunzioni o
strani comportamenti, invece la maggior parte delle salamandre continuò a
comportarsi come prima.
Vi è una impressionante quantità di dati scientifici a conferma della teoria di Pribram,
ormai condivisa da molti altri neurofisiologi. Il ricercatore italo-argentino Hugo
Zucarelli ha applicato il modello olografico ai fenomeni acustici, incuriosito dal fatto
che gli umani possono localizzare la fonte di un suono senza girare la testa, pur sordi
da un orecchio. Ne risulta che ciascuno dei nostri sensi è sensibile ad una varietà di
frequenze molto più ampia. Ad esempio: il nostro sistema visivo è sensibile alle
frequenze sonore, il nostro olfatto percepisce anche le cosiddette "frequenze
osmiche" e persino le cellule biologiche sono sensibili ad una vasta gamma di
frequenze. Tali scoperte suggeriscono che è solo nel dominio olografico della
coscienza che tali frequenze possono venire vagliate e suddivise.
LA REALTÀ? NON ESISTE.
Ma l'aspetto più sbalorditivo del modello cerebrale olografico di Pribram è ciò che
133
risulta unendolo alla teoria di Bohm. Se la concretezza del mondo non è altro che una
realtà secondaria e ciò che esiste non è altro che un turbine olografico di frequenze e
se persino il cervello è solo un ologramma che seleziona alcune di queste frequenze
trasformandole in percezioni sensoriali, cosa resta della realtà oggettiva? In parole
povere: non esiste. Come sostenuto dalle religioni e dalle filosofie orientali, il mondo
materiale è una illusione. Noi stessi pensiamo di essere entità fisiche che si muovono
in un mondo fisico, ma tutto questo è pura illusione. In realtà siamo una sorta di
"ricevitori" che galleggiano in un caleidoscopico mare di frequenze e ciò che ne
estraiamo lo trasformiamo magicamente in realtà fisica: uno dei miliardi di "mondi"
esistenti nel super-ologramma.
Questo impressionante nuovo concetto di realtà è stato battezzato "paradigma
olografico" e sebbene diversi scienziati lo abbiano accolto con scetticismo, ha
entusiasmato molti altri. Un piccolo, ma crescente, gruppo di ricercatori è convinto si
tratti del più accurato modello di realtà finora raggiunto dalla scienza. In un Universo
in cui le menti individuali sono in effetti porzioni indivisibili di un ologramma e tutto
è infinitamente interconnesso, i cosiddetti "stati alterati di coscienza" potrebbero
semplicemente essere il passaggio ad un livello olografico più elevato. Se la mente è
effettivamente parte di un continuum, di un labirinto collegato non solo ad ogni altra
mente esistente o esistita, ma anche ad ogni atomo, organismo o zona nella vastità
dello spazio, ed al tempo stesso, il fatto che essa sia capace di fare delle incursioni in
questo labirinto e di farci sperimentare delle esperienze extracorporee, non sembra
più così strano.
Coscienza e visualizzazione
Il paradigma olografico presenta implicazioni anche nelle cosiddette scienze pure,
come la biologia. Keith Floyd, uno psicologo del Virginia Intermont College, ha
sottolineato il fatto che se la concretezza della realtà non è altro che una illusione
olografica, non potremmo più affermare che la mente crea la coscienza (cogito ergo
sum). Al contrario, sarebbe la coscienza a creare l'illusoria sensazione di un cervello,
di un corpo e di qualunque altro oggetto ci circondi che noi interpretiamo come
"fisico".
Una tale rivoluzione nel nostro modo di studiare le strutture biologiche spinge i
ricercatori ad affermare che anche la medicina e tutto ciò che sappiamo del processo
di guarigione verrebbero trasformati dal paradigma olografico. Infatti, se l'apparente
struttura fisica del corpo non è altro che una proiezione olografica della coscienza,
risulta chiaro che ognuno di noi è molto più responsabile della propria salute di
quanto riconoscano le attuali conoscenze nel campo della medicina. Quelle che noi
ora consideriamo guarigioni miracolose potrebbero in realtà essere dovute ad un
mutamento dello stato di coscienza che provochi dei cambiamenti nell'ologramma
corporeo. Allo stesso modo, potrebbe darsi che alcune controverse tecniche di
guarigione alternative come la "visualizzazione" risultino così efficaci perché nel
dominio olografico del pensiero le immagini sono in fondo reali quanto la "realtà".
Il mondo è una tela bianca
Perfino le visioni ed altre esperienze di realtà non ordinaria possono venire
134
facilmente spiegate se accettiamo l'ipotesi di un universo olografico. Nel suo libro
"Gifts of Unknown Things", il biologo Lyall Watson descrive il suo incontro con una
sciamana indonesiana che, eseguendo una danza rituale, era capace di far svanire
istantaneamente un intero boschetto di alberi. Watson riferisce che mentre lui ed un
altro attonito osservatore continuavano a guardare, la donna fece velocemente
riapparire e scomparire gli alberi diverse volte. Sebbene le conoscenze scientifiche
attuali non ci permettano di spiegarle, esperienze come queste diventano più
plausibili qualora si ammetta la natura olografica della realtà. In un universo
olografico non vi sono limiti all'entità dei cambiamenti che possiamo apportare alla
sostanza della realtà, perché ciò che percepiamo come realtà è soltanto una tela in
attesa che noi vi si dipinga sopra qualunque immagine vogliamo. Tutto diviene
possibile, dal piegare cucchiai col potere della mente, ai fantasmagorici eventi vissuti
da Carlos Castaneda durante i suoi incontri con Don Juan, lo sciamano Yaqui. Nulla
di più, né meno, miracoloso della capacità che abbiamo di plasmare la realtà a nostro
piacimento durante i sogni. E le nostre convinzioni fondamentali dovranno essere
riviste alla luce della teoria olografica della realtà.
Per lasciarvi un po' di fiato, vi riporto in terra, con un mio pensiero sulle classi sociali
umane, che da lunghi millenni rimangono comunque le medesime, nonostante le
evoluzioni….., dalla clava alle astronavi, pare che il nostro DNA non cambi molto
sotto questo profilo. La bramosia del potere ci rende dimentichi della nostra realtà
mortale e conseguentemente cambiano leggermente i pensieri, ma i risultati sono
anche peggiori!
LE CLASSI SOCIALI DELLA NOSTRA UMANITÀ
Oggigiorno le classi umane del pianeta sono aberranti e grottesche. Alla loro base
genti povere, sovente ignoranti e meschine, alle quali tutto è negato...., muoiono di
fame e di stenti, senza medicine e bastonate dai loro simili leggermente più potenti:
bambini condizionati ad essere ribelli e guerrieri convinti a compiere i crimini di
distruzione e genocidio più efferati, con macete e mitra fra le loro minute membra!
Stupri rapine in molti villaggi.... Fame e miseria, disperazione, unite all’AIDS ed
altre terribili malattie. Donne incinte sventrate col macete ed i loro bimbi uccisi prima
ancora di nascere. In alcune rivolte tribali con sterminio di massa, ho sentito e visto
documentari relativi ad uccisioni crudeli, al taglio dei seni delle donne perché non
possano più allattare, con piccoli bimbi e neonati...., alcune madri erano obbligate a
gettare nella pentola d'acqua bollente i loro figli e farli cuocere con banane dolci.....,
ed essere obbligate a mangiarli! Perché queste realtà scomode non vengono
documentate nei media? Si sconvolgerebbero forse i popoli, che consumerebbero di
meno svegliandosi dall’incanto di una realtà inesistente? Si turberebbe l'opinione
pubblica, che deve essere mantenuta controllata ed orientata solo verso certi standard
135
di vita! E le grandi potenze cosa fanno? Se le località rendono denaro, preziosi,
petrolio ed altri beni oltre al potere, intervengono e depredano a loro volta,
intervenendo e giustificando l'intervento militare con scuse comprovanti giustizia,
libertà e pace e rispetto umano...... Se tutto ciò non fosse alla base del bussiness, le
genti sarebbero lasciate a loro stesse, a morire di fame come i molti poveracci
diseredati, continuano a subire da centinaia di anni da aguzzini ignobili! Non
preoccupiamocene però...., il sebatoio di poveri serve moltissimo: anche così ridotti,
sono fonti di possibili guadagni in mille differenti modalità, anche per tutti quegli enti
pseudo inutili che raccolgono per loro stessi beni che per la stragrande maggioranza
finiscono per un 80% nelle loro tasche, un 10% per organizzare tali rapine ed un 10%
dadistribuire ai criminali che governano i poveri ed ai poveri......., forse lo 0,5% da
filmare e far vedere ai media mentre lo distribuiscono, ovviamente! Altro
meraviglioso bussiness è dato dall'uso illegale, criminale e schifoso dei bimbi
"schiavi". Obbligati a prostituirsi a gentaglia con gravi patologie mentali chiamati
pedofili, alla fine di centinaia di prestazioni, vengono fatti sparire , smembrati da
medici criminali che ne espiantano gli organi per venderli a circa 5000 US Dollars a
corpo, per poi essere rivenduti a decine di volte di più a coloro che , benestanti e
bisognosi, ne facciano domanda! Molti bimbi vanno direttamente al macello senza
passare per i pedofli: sono i più fortunati! Molte brave persone, generose e bisognose
di affetto, vorrebbero adottarli dai paesi più ricchi, ma.... Tutto, chissà perché, diventa
burocratico, faraginoso ...., impossibile! Perché? Le scuse dei burocrati sono infinite:
"potrebbero finire nelle mani sbagliate..... Non essere a loro agio presso questi o
quelli". Anni per capirlo ed intanto i bimbi rimangono in "collegi lagher" nei migliori
dei casi abusati e pronti all'uscita per essere dei perfetti criminali! Mi viene il nodo
alla gola e da piangere pensando al terremoto di Haiti: conosco quelle terre, , conosco
Santo Domingo: un puttanaio a cielo aperto e.... sulla tremenda povertà degli Haitiani
tutto il mondo colto ne era informato: solo i pecoroni del popolo basso, non sa
neppure se l'isola di Espagnola si trovi sulla Luna od al Polo Sud. La loro estrema
povertà è dovuta a coloro che sadisticamente ed indegnamente e con crimine ha
governato quella parte dell'isola per decenni.... Tutte le Nazioni hanno sempre saputo
a Proposito. Abitando a Miami, ho avuto a che fare più volte con dipendenti di Haiti:
erano validi lavoratori, umili ed attendibili, per cui li si assumevano con tranquillità.
A Santo Domingo invece, la corruzzione è ai massimi livelli, ma perlomeno la gente
può tentare di vivere, vi è il turismo..., non è certamente l'ideale di società, comunque
riescono a sopravvivere ....., in aree dei Caraibi tra le più belle, con l'albero del pane,
papaie, frutti tropicali, spiagge bianche con alberi di cocco e mare pescosissimo! Ad
Haiti, ormai la mentalità di molti è decisamente criminale e si uccide con grande
facilità. Il terremoto ha fatto crollare costruzioni in cemento armato, mattoni:
praticamente la maggiorparte di quelle costruzioni erano popolate dai corrotti e dai
loro schiavi! I poveracci, abitano ed abitavano in catapecchie costruite malamente
con tronchi e fango, col tetto in foglie di cocco: non morirebbero certamente in caso
di crollo. Sono al contrario, più nei pericoli in caso di cicloni e tsunami, come già
accaduto, ma in pochi se ne sono preoccupati. Quasi grottesco: tutti che partono da
136
ogni parte del globo per portare soccorso con associazioni di ogni colore e.... da
Santo Domingo, nemici naturali di Haiti, si lascia che il tempo passi, quando loro
sono ubicati nell'altra metà dell'isola a quattro passi dal "bisogno". Hanno pale
meccaniche di ogni tipo e mezzi notevoli di compagnie americane.... Ed il colmo è
che gli aiuti arrivano proprio a quei ricchi che hanno tragicamente dissanguato il
popolo di Haiti! E gli altri delle catapecchie? Assaltano i supermercati e si fanno
ammazzare per rubare un DVD o del riso! "Uccidiamoli tutti gli sciacalli!" Diamo
aiuto ai ricchi: come al solito! Pensate che il “Vaticano SPA” ha dato tre milioni di
euro! Insomma, se dessero tutti i milioni raccolti, direttamente ai cittadini, abolissero
il governo corrotto, cercando di non metterne un altro del medesimio tipo, ma
comandato da altri figli di coperativa di mignottone del medesimo pensiero
filosofico, si potrebbe dire che quel terremoto potrebbe essere stata una vendetta degli
Dei, un colpo di spugna sul quale ricostruire con più onestà! Sapete come penso vada
a finire? Come la "bolla finanziaria, che ha rovinato mezzo mondo"... , tutto
ricomincerà come prima, forse peggio: tipico degli umani assetati di potere e
distruzione nel confronto degli altri! Cambia apparentemente la musica, ma gli
orchestrali sono sempre gli stessi! Ed in Corea del Nord… Fanno esperimenti
dichiarati su umani disabili o down, comunemente: la vivisezione e la
sperimentazione preferiscono farla direttamente sugli umani…., a volte anche quelli
sani. I cani ed i gatti, per loro, è meglio mangiarseli.
Vedi [email protected]
LA CLASSE MEDIOBORGHESE E L'ALTABORGHESIA
Pur variando i molteplici Paesi del globo, i comuni denominatori della classe
medioborghese potrebbe identificarsi con la seguente descrizione. La maggioranza di
tale classe, posizionatesi con fatiche talvolta notevoli in una posizione di benessere
che varia continuamente da "buono a precario", hanno perlomeno una casa o qualche
alloggio da affittare, la terra lasciata dai nonni o dai padri.... Qualche soldo da cercare
di mantenere, la macchina ed il motorino, o comunque un mezzo di trasporto, da
lavoro. Vorrebbero imitare le classi ricche con i loro oggetti firmati e sovente si
salassano pur di dimostrare ai loro simili di "essere arrivati". Molti di loro, come ogni
altro logicamente, soffre di vertiginose forme di invidia per qualsiasi cosa il vicino
possa concludere positivamente e desidererebbe potesse scomparire improvvisamente
da questo pianeta per bruciare nell’inferno, pur di non vedersi superare! Tali
meschinità li portano a contrasti continuicon differenti appartenenze politiche, di
squadre sportive ed altre idiozie che li vede sovente falsamente cordiali e critici fra
loro all'eccesso. Vorrebbero che i figli facessero gli sport più assurdi..., tutti! .....,le
arti più impensate e pretenderebbero persino di mandare a scuola di canto il figlio
stonato! La loro macchina sovente è quella che dalla normalità, si riempie di
accessori assurdi ed illogici, pneumatici mostruosi, terribili che probabilmente ne
137
limitano la gia limitata potenza: ma loro sono felici così! Si dividono ulteriormente in
spendaccioni ed in avari: i primi sono sempre alla rincorsa di conti da pagare,
sequestri, ammonizioni, multe e quant'altro...., le abitazioni variano e dipendono dalla
capacità di fuga dai creditori: comperano sempre nuovi mezzi, che con inevitabile
senso di enorme "sfiga" devono restituire ai venditori o cercare di svendere al primo
malcapitato per pochi soldi: basta pagare quella scadenza o quell'altra! Sovente sono
"poveri che vivono da ricchi" e qualche soddisfazione se la tolgono comunque...., il
problema è che ai figli lascieranno troppo poco o qualche debito insoluto da pagare:
fortunatamente i loro figli sceglieranno per contrappasso fra le varie strade offerte
dalla medio borghesia: continuare come i padri od evitare i medesimi errori e tentare
vie commerciali più serie e sicure. I figli degli avari, sono i più meschinetti: a loro
volta diventeranno sempre più parsimoniosi, al punto tale che il tutto diventa una vera
e propria malattia! La paura di rimanere senza soldi li riduce a delle larve paurose ed
impietrite nei loro conti: vivono in un loro mondo di paure e paranoie, che li vedono
depressi, anche perché, il piacere di un acquisto desideratissimo, sarebbe così
tragicamente pieno di "sofferrenza per l'aver speso", che guardano le vetrine con gli
"occhi della povera fiammiferaia dei primi del 900" privandosi di tutto; quasi come le
suore ed i preti di un tempo, che si frustavano e si mettevano il cilicio per ovviare ai
desideri della carne! Calcolatori e critici su tutto e su tutti sino alla nausea, dove i loro
vanti sono del tipo:" pensa che con due soldi ho comperato questo maglione di terza
mano da un barbone sotto il ponte della fogna! Pieni di proprietà che non godono,
sono "dei mezzi ricchi che vivono da poveri"! In mezzo sta la virtù di coloro i quali si
accontentano di quello che il buon Dio regala giorno per giorno, cercando di
migliorare soprattutto culturalmente: viaggiano, acquistano con occulatezza oggetti
che permettano loro di vivere meglio ed avere tempi logici da dedicare a loro stessi
ed alla loro famiglia. Chiaramente fra queste tipologie, se ne interpolano svariate e
variopinte sfumature di altre, perché l'umanità è creata da miriadi di sfaccettature sul
medesimo diamante! Crescendo man mano nella piramide delle classi, ecco gli
altoborghesi: soventissimo sono politici, religiosi, gente con pochi scrupoli, che
hanno investito nell'arrivismo e gli è andata bene! Molti di loro hanno tale posizione
perché sono passati su molti cadaveri, dove l'amicizia è un sentimento che non è a
loro permesso! Arrivano a qualsiasi costo, prostituendosi, scavalcando e sgomitando,
usando le leggi e leggine a loro favore, modificando il tutto corrompendo a destra ed
a manca senza alcun richiamo di una coscienza quasi inesistente! Rispettati da tutti e
temuti, occupano posti molto in vista e si radunano nelle località frequentate da chi
loro permette affari vantaggiosi: la classe ricca e dominante! La loro è quasi una
casta: non potente come quella dei veri ricchi, ma sono gia dei perfetti delinquenti!
Fra di loro si trucidano, complottano, tradiscono quasi bene come i ricchi veri!
Molti di loro sono piccoli banchieri pronti a vendere anche la loro famiglia ai beduini
del deserto pur di guadagnare e salire più in alto! Le loro promesse sono come neve
al sole e vengono mantenute solo "se"...., scaricano sempre le loro responsabilità
sugli altri e si sentono sempre apposto come i loro abiti costosi. Molto spesso sono
"teste di legno" di potenti importanti ed in tale rischio, ricattando, guadagnano di più!
138
Rari ma pur sempre esistenti fra loro, persone che aiutate da una fortuna speciale, li
vedono in tale postazione come "persone normali" anche di buon cuore: donano, sono
mecenati delle scienze, amano le arti che si possono permettere pienamente. Sovente
si schierano dalla parte dei giusti più poveri: sono degli Zorro stupendi! Rarissimi
quanto i corvi bianchi però! Mentre la loro Rolls li attende con guidatore, non si
fanno mancare i piaceri della vita e le belle fanciulle, o meglio moltissime di loro,
sarebbero pronte a follie per tali personaggi: i ricchi intendo, dove sarebbero
prontissime a concedersi anche se il loro aspetto fosse orribile ed il loro alito fosse
velenoso come le esalazioni delle fogne di Calcutta!: Il potere ed il denaro rende tutto
dorato, profumato, e la corruzione corre silenziosa e coinvolge tutti come in una
nebbia rosa che ti avvolge in una dimensione ultraterrena! L'arte della menzogna e
del meretricio è figlia stretta di ogni tipo di potere temporale, in ogni casta e classe!
Non chiedete a loro cosa ne pensino dei bimbi che muoiono di fame mentre loro
banchettano a champagne, caviale aragoste e gamberi..... , li vedreste con i lucciconi
agli occhi e vi racconterebbero di quanto loro e le loro varie società off shore abbiano
fatto e stiano facendo per loro, mentre in effetti il carico di doni per loro, sono carichi
tossici da interrare per risparmiarne le ingenti cifre di smaltimento e...., forse qualche
sacco di riso quasi scaduto lo consegnano veramente! Gli Dei crearono una specie di
"Paradiso terrestre", poi gli uomini cominciarono la loro conquista del pianeta e con
tale conquista, iniziò la devastazione del pianeta stesso, in modo sempre più
organizzato. Si crearono le classi sociali e le caste intoccabili.....
LE CASTE DEGLI INTOCCABILI "RICCHI"
Come per la borghesia, anche per gli "intoccabili" vi sono caste che si spalleggiano in
un sistema di tipo piramidale: le potenze religiose, coloro che hanno le leggi fra le
loro mani, coloro i quali hanno enormi quantità di denaro e quindi di potere effettivo,
i politici leader dei loro paesi essendo sempre presente la contrapposione del male e
del bene, anche fra loro vi sono "i buoni ed i cattivi". I religiosi hanno trovato il
sistema di arricchirsi con le loro multinazionali e vari tipologie di società per
azioni....., sono quotati in borsa e si comportano come qualsiasi potente della Terra.
Tutti sanno predicare magnificamente e sul razzolare vi sono ormai più che
chiaramente, vari smisurati dubbi.... La prova che per la stragrande maggioranza
siano degli ipocriti o meglio, "dei sepolcri imbiancati, bianchi fuori e putridi dentro"
è la povertà esasperata della stragrande maggioranza del pianeta. Di qualsiasi
religione si tratti, visto e considerato, che tutte in sintesi predicano più o meno le
medesime verità inconfutabili, del rispetto della vita e dell'amore universale, se tali
leggi e regole fossero applicate dai loro seguaci e da loro medesimi, tali povertà,
dopo millenni, non esisterebbero più! Caso strano proprio loro, i religiosi di alto
grado, sono pieni di ori, ricchezze e potere, temuti dai politici e da tutti gli altri, che
per ingraziarseli rinunciano anche in parte ai loro poteri: "non si sa mai esistesse
139
davvero l'aldilà!" "Nell'aldiquà", viaggiano comodi anche in portantina, anelloni non
mancano in vestiti preziosi... sono serviti, riveriti, intervistati e sempre al centro
dell'attenzione di tutti : non soffrono mai di crisi e di problemi per il domani....., le
loro abitazioni sono regge sfarzose, hanno tutto di personale dal macello all'esercito.
Essendo i Padri spirituali di tutti ed ognuno di loro ovviamente sconfessa il potere
delle altre religioni e dei loro concorrenti, entrano perfettamente nel caleidoscopio del
potere temporale: praticamente li trovi ovunque presenti e senza dubbio sono i più
ricchi fra i ricchi! Anche i poverissimi donano loro l'obolo per "Chi" essi
rappresentano e nessuno si sognerebbe mai di contrariarli. Gesù, per averlo fatto, è
stato inchiodato sulla croce e fatto soffrire in modo vile e sacrilego, contro ogni
forma di pseudo civiltà.... Proprio lui che predicava l'amore "quello vero", dove il
ricco avrebbe dovuto donare al povero! Tanti sono i Profeti, gli Dei, Dio, le Buddità,
chiamatele come meglio vi pare,che hanno saggiamente indicato ai loro popoli la
strada per la vera vita sul pianeta! ...... Hanno quasi tutti fatto una pessima fine.
Quetzalcoatl è sovuto scappare perché era in arrivo "Scudo Fumante".... Mitra e molti
altri non se la sono cavata su questo pianeta di delinquenti! Allora direte: " ma i buoni
dove sono?" Ci sono, esistono, sono in mezzo a tutto questo sfacelo! Man mano che
si va avanti con la nostra pseudociviltà, sempre più si avvicinano i tempi
dell'apocalisse od evento meglio comprrensibile col termine tradotto di “rivelazione”,
delle verità: se non si dovesse cambiare ordine di marcia, si finirebbe come nelle
precedenti altre presunte civiltà": distrutte alla radice e.... si riparte dall'inizio! Intanto
gli Dei non hanno fretta: i tempi intergalattici ed infradimensionali sono relativi, per
cui mentre per noi passano millenni, per Loro sono pochi attimi ed in più, siamo utili
come "Titani"….(vedi libro del medesimo autorre) Ed ora parliamo dei ricchi, quelli
per i quali l'oro conta meno del potere, coloro i quali schiaccerebbero in un
laminatoio anche la loro madre, pur di spremere energia, come d'altronde stanno
facendo con la Natura! Sordidi individui, rispettati e temuti da tutti, dalla coscienza
nera come la pece in una notte senza luna. Decidono le sorti di quasi tutto il genere
umano, che ne è praticamente schiavo. Col pane ed il divertimento, dividendo i
popoli e comandandoli, dando loro piccole soddisfazioni e piccole ricchezze,
ricattandoli costantemente col potere, fanno credere all'esistenza di una democrazia
che non esiste...., è solo sulla carta delle loro Costituzioni! Sofismi pazzeschi, intrighi
di corte da romanzo dell'orrore e gli idioti del populino, li applaudono, li votano pur
di "non pensare" .... È sufficiente avere un lavoro sicuro e "...tutto ciò che fosse fuori
dal loro cortile non interessa!". Praticamente ognuno ha ciò che si merità: poveracci
coloro che soffrono nel subire le ingiustizie, coscienti del perché senza riuscire a
comunicarlo od impossibilitati a reagire, in quanto la maggiorparte "parla un'altra
lingua!". Ai potenti tutti si inchinano: forze dell'ordine, giudici, mafie varie e... le
mafie del mondo perché continuano ad esistere? Semplice la risposta: il fatto che i
potenti non le distruggano in un baleno, significa che "servono" proprio a loro stessi
per fare rispettare meglio i loro affari "incostituzionali!". In cambio non li pagano, ma
li appoggiano lasciandoli agire nei vari campi della malavita: droga, prostituzione,
abusi di ogni genere...... Ogni tanto ne fanno "beccare qualcuno" che possa essere di
140
monito anche agli altri e non dare fastidio a chi permette loro di esistere....., le forze
dell'ordine fanno la loro bella figura e tutto riparte come prima. E le Chiese... loro
sono decisamente delle multinazionali ultrapotenti, sfuggono ad ogni effettivo
controllo e predicano sempre di più e meglio ciò che dovrebbero fare. S'immischiano
dichiaratamente con le politiche sia di una parte che dell'altra degli schieramenti,
tenendo tutto sotto il più totale controllo, anche e soprattutto non ufficialmente. Col
loro potere temporale bancario mondiale sarebbero in grado di cancellare in un
battibaleno ogni miseria! Potete leggerre il libro "Vaticano SPA" per avere
documentazioni di illeciti infiniti di Vescovi, Cardinali e quant'altro, con i loro
possedimenti privati milionari e le loro vite private negli affari più corposi del globo
con intrighi macchiavellici e supportati da correnti politiche per supportare ora questo
ora quell'interesse! L'Opus Dei, ricordata pienamente come potenza in contrasto con
la Massoneria, i Templari, il Sacro Graal, i Vangeli Apocrifi, tutti capitoli da me
brevemente citati in riassunti tratti da Wikipedia con i vari titoli, uniti alle vite degli
scienziati più importanti tra i quali brilla sempre più il grande Tesla..... Le caverne
degli antichi, da me citate più volte nel libro :"Il mistero di ciò che accadde prima di
Adamo nel pianeta blù" ..... La sacra inquisizione, i lagher sia nazisti che comunisti,
per rendere coscienza ai lettori di come non contino le politiche quando alla base vi
sia oppressione e violenza: cambiano i nomi, ma gli effetti devastanti sono i
medesimi: continuiamo a ripetere come dei copioni scialbi e tragici sempre i
medesimi errori crudeli ed apparentemente insensati, tutto in nome dell'evoluzione
e......, del nostro programma di "Titani"! Ritornando alle nostre classi sociali, si potrà
sempre notare, che coloro dalla parte dei laici, che veramente contano, non appaiono
mai in pubblico o nel glamour : solo i burattini appaiono: quelli che tirano le fila
"mai!"...., stanno al riparo ben nascosti e nessuno dubiterebbe mai di loro, considerati
con immenso rispetto da "quelli che contano". Nei politici "appunto", vediamo
reimpasti di ogni genere pur di rimanere solidamente aggrappati alla loro fruttuosa
poltrona. Appaiono come paladini e forti rappresentanti dei cittadini che dovrebbero
rappresentare...., nella realtà del "sottobanco", sono "quasi tutti collusi con i peggiori
traffici dell'universo umano! Sono onnipresenti ovunque vi sia da corrompere e
rubare, spartire, spolpare, sterminando anche avversari, pur di prender loro il bottino
impossessandosi così anche del loro potere. Inventano sempre nuove opportunità "per
il bene delle nazioni: dalle capitali europee ad esempio. Dove si rubava gia a
dismisura nella vecchia Europa, vi sono oggi i potenti di Bruxelles, dove si ruba
ancora di più e con meno controlli: è sufficiente spartire “bene e con opportunità” e
sono talmente avidi da farsi anche pagare dalla comunità prestigiose vacanze per le
loro voraci famiglie.... Ed i poveri vecchietti e pensionati, i lavoratori senza lavoro:
quelli possono andare, dicendolo volgarmente, " a farsi fottere". Accettano ogni
forma di immigrato purchè si possa ricordare di votare chi li sostiene ed aumentare il
bailame nel quale meglio possono colpire scaricandosi le colpe! A nessuno interessa
minimamente, se siano criminali che delinqueranno ovviamente, e non bisognosi e
volenterosi ad entrare nel Paese, mentre magari il poveraccio veramente in necessità,
lo rimandano all'inferno dal quale era fuggito oppure inizierà la filiera degli
141
sfruttamenti sotto pessimi impresari pronti a spennarli come capponi! Per le ragazze
non vi è problema alcuno: le braccia aperte della prostituzione le accoglierà nei loro
puttanai! In ogni società i buoni devono lottare con sempre più problemi e sempre
meno "stato presente". I discorsi alle inaugurazioni non mancano mai così come gli
sprechi: importante è spartirsi il "boccone" e, per il nostro Paese ad esempio, non si
torna sui vecchi passi a controllare "coloro i quali sprecarono valanghe di denaro
pubblico" Striscia la notizia con le sue indagine "vere", ne scopre a bizzeffe, ma
nessuno di quei criminali è mai messo alla gogna, anzi: continua a mangiare “ con
migliorato appetito e ... tutti si coprono di omertà coprendosi a vicenda, legiferando
“leggine scudo” e facendo sempre a "scarica barile", ed alla fine potrebbero rischiare
di essere fatti anche "santi subito". Tanti pesi e tante misure... quello che un giudice
di una città condanna, quello di un'altra città del medesimo stato assolve: è tutta una
baraonda con tempi tecnici vergognosi !Le "conoscienze" sono inutilizzabili una
volta entrati nel gorgo di questa "catena di Sant'Antonio", dove il povero Santo, non
c'entra per niente! Non voglio annoiarvi oltremodo con tutte queste righe a proposito
delle classi sociali ed i loro "piccoli disguidi": Sarebbe sufficiente faceste un viaggio
in India, dove sono ben palpabili e in miglior evidenza, oppure, accendete la
televisione od internet e, basta un barlume di intelligenza per capire come vadano
queste realtà umane..... e comunque " ubi maior, minor cessat o meglio: saepe sub
dulci melle venena latent! "… un po’ di latino non guasta, in tal modo meno si possa
comprendere e meglio è!. In un’ultima analisi, la sopravvivenza degli esseri buoni è
una continua avventura, dove comunque la vittoria viene assegnata ai malvagi. In
contrapposizione, anche i potenti, quando hanno raggiunto tutto, si accorgono di non
aver ottenuto ciò che avrebbero pensato e rimangono anche loro sconfitti, senza
amore e con una bara, che comunque è anche per loro inevitabile!
A conforto di quello che ho scritto non basato su illusioni, dove ogni riferimento
all'universo olografico sono puramente casuali, aggiungo un piccolo sunto di cosa sia
stato il potere religioso in quegli anni bui…., il povero Gesù, non ha nulla a che
vedere con tali misfatti, nonostante siano stati compiuti da criminali orribili in suo
nome: se esistesse l'inferno, sarebbe tempestato di tali criminali! Non solamente la
religione cattolica si è macchiata di tali crimini: ogni religione ha le sue numerose
vittime…., quelle vittime non certamente volute dai Grandi Iniziati che esse
malamente, con inganni e sotterfugi macchiavellici ed oltremodo esclusivamente per
interessi personali rappresentano.
LA "SANTA" INQUISIZIONE
Per oltre 500 anni la Chiesa cattolica ha imposto la propria supremazia spirituale con
la violenza, eliminando fisicamente ogni oppositore dalle zone sotto la sua influenza
politica.
142
In tempi recenti, qualcuno prova ad operare una sorta di "revisionismo storico" per
tentare di negare il crudele sterminio di milioni di persone.
Tuttavia, poichè tali crimini non erano dovuti a "deviazioni" occasionali, ma
rappresentavano pienamente l'ortodossia cattolica, col pieno consenso dei vari papi
coinvolti e di tutti gli ordini ecclesiastici, oggi disponiamo di molti documenti
ufficiali, paradossalmente prodotti dalle stesse autorità ecclesiastiche cattoliche, che
forniscono le dettagliatissime prove storiche delle stragi compiute in nome di Dio.
L'arroganza della chiesa cattolica era talmente sconfinata da non far comprendere,
all'epoca, che tali documenti, un giorno, potevano essere visti non come "atto di
fede", (come essi definivano gli omicidi degli "eretici") bensì come spietata
repressione delle opinioni altrui.
Riportiamo alcuni passi salienti per coloro che trovassero difficile leggere i caratteri
tipografici cinquecenteschi:
"E poi che arrivorno Sue Altezze, venne la processione delli prigionieri penitenti, con
il clero e la croce coperta di tela nera, e con la bandiera del santo Officio, tutti
ordinatamente...
Arrivati tutti al Palco, si affrettarono e subito predicò il maestro fra' Melchior Cano, il
vescovo che fu di Canaria, dell'Ordine di santo Domenico, e fece una predica molto
dotta, prudente e solenne, come in tal tempo e luogo si ricercava.
Finita la predica, l'Arcivescovo di Siviglia andò dove stavano Sue Altezze, e li fece
giurare sopra una croce e un messale, sopra che posero sue regali mani in questo
modo.
Perché, per decreti apostolici e sacri canoni è ordinato che li Re giurino di favorire la
santa fede cattolica e religione cristiana, pertanto conforme a questo, vostre Altezze
giurano per Dio, per santa Maria, per li santi Evangeli e per il legno della croce, dove
han posto sue reali mani, che daranno tutto il favore necessario al santo Officio
dell'Inquisizione e ai suoi ministri contro gli heretici e apostati e contra tutti quelli
che li favoriranno e difenderanno e contra qual si vogliano persone che dirette o
indirette impediranno le cose di questo santo Officio e che costringeranno tutti i suoi
sudditi ad obbedire.....
Sue altezze risposero: così giuramo, e l'Arcivescovi li disse: e per questo nostro
Signore prosperi per molti anni le Real persone e stati di vostre altezze.
...et allhora cominciarono a leggere le sentenze dei condannati
[Segue la lista dei nomi, per ognuno dei quali si specifica:]
"... abbrusciato in persona per lutherano, con confiscation de' beni"
dimentica che l'Inquisizione fu uno strumento del potere secolare tanto che fu la
Chiesa stessa a prenderne le distanze, provocando tensioni con la monarchia". Di
tutto questo non si fa cenno in un film in cui sono messi sullo stesso piano
l'Inquisizione, la violenza della Rivoluzione francese e la crudeltà dell'assolutismo.
E che dire invece dell'accusa di far uso dello strumento della tortura, su cui insiste il
regista? Negri è ancora più netto: "L'Inquisizione anche in pieno Medioevo non
143
prevedeva la tortura se non in casi gravissimi e comunque la confessione poteva
essere accettata solo dopo una confermazione pienamente consapevole dell'inquisito".
L'autore di "Amadeus" quindi non pare essersi documentato a sufficienza neppure
sulla prassi del sistema inquisitorio, arrivando a delineare una propria quanto
fantasiosa Inquisizione. Che però può avere una spiegazione: "Probabilmente continua Negri - l'immagine di un'Inquisizione-Gestapo è il frutto della reminiscenza
dolorosa di un regista che ha vissuto sulla sua pelle gli interrogatori e le violenze del
regime comunista, anche perché, come ha più volte sottolineato lo storico Leo
Moulin, l'Inquisizione spagnola rimaneva un sistema altamente garantista". Celebre il
caso della madre di Keplero: denunciata per stregoneria, anziana, condotta nella
stanza dei supplizi nella speranza di indurla a confessare solo con la vista degli
strumenti, cadde in ginocchio e dichiarò: "Fate di me quello che volete, io sono
innocente. Niente di quello che dichiarerò sotto tortura è vero". Fu assolta. Era la
regola, non l'eccezione.
STRUMENTI DI TORTURA
L'errore più grave del film - annota ancora Negri - è quello di aver voluto ambientare
un film anticlericale in un momento storico - la seconda metà del Settecento - che era
di segno totalmente opposto alla Chiesa, un'epoca di forte reazione anticattolica di
matrice massonica che portò nel 1773 allo scioglimento dell'ordine dei Gesuiti da
parte di Clemente XIV. Anche Marco Meschini, storico dell'Università Cattolica di
Milano, ritrova molte inesattezze storiche nella pellicola, dall'accusa anacronistica di
giudaismo e che "va retrodatata di almeno tre secoli", alla "rappresentazione
grossolana di un'Inquisizione che utilizza metodi da Gestapo per cui addirittura la
tortura della corda figurava come un dogma della Chiesa: ridicolo". Inoltre nel film
"gli interrogatori del Sant'Uffizio sembrano avere un'unica finalità, quella di far
emergere attraverso la tortura il falso. E invece accadeva il contrario: ciò che si
ricercava era il vero". Forman nel film non fa sconti alla Chiesa, anzi: la Chiesa che,
nota Meschini, "nel film non esiste, ci sono solo inquisitori" è fatta di sola crudeltà e
volontà di potere e sottomissione della persona. È un regime non diverso da quello
nazista e comunista anche se, riconosce il regista, "gli strumenti di tortura si sono fatti
nel Novecento più sottili".
Come ha scritto il maggior studioso laico italiano dell'argomento, Adriano Prosperi,
presentando "Una storia della giustizia" dell'insospettabile Paolo Prodi, l'Inquisizione
fu "non un episodio di aberrazione di cui la Chiesa debba chiedere perdono, ma il
primo, fondamentale pilastro della moderna giustizia, quella creata per perseguire
d'ufficio i crimini".
144
INQUISIZIONE SPAGNOLA
L'Inquisizione spagnola è nota per i suoi crimini efferati e per la particolare crudeltà e
severità che venivano applicate nei suoi tribunali. In questo saggio John Edwards
(ricercatore di cultura spagnola alla Oxford University e autore di numerosi saggi fra
cui "The Spain of the Catholic Monarchs" e "The Jews in Christian Europe")
ripercorre la parabola storica dell'Inquisizione in Spagna dai suoi inzi fino alla sua
abolizione, con un primo capitolo dedicato alla situazione prima dell'istituzione del
tribunale e l'ultimo dedicato alle considerazioni che si sono formulate su di essa,
nonché ai tentativi che alcuni papi cattolici fecero per redimere alcune delle colpe
passate della Chiesa Cattolica di Roma.
Naturalmente non analizzerò tutti i capitoli, anche perché altrimenti vi toglierei il
gusto di leggervi questo breve (appena 138 pagine) saggio, corredato da una ricca
bibliografia in appendice e supportato da una serie di riproduzioni di stampe e/o
dipinti dell'epoca che illustrano quanto l'autore ci racconta con maestria. Un ottimo
primo inizio per chi è curioso di scoprire la realtà effettiva di questa tanto discussa
istituzione ecclesiastica.
Nel primo capitolo si viene a scoprire, per esempio, che il termine "eresia" fu coniato
in ambito cristiano, poiché nelle sacre scritture ebraiche questa parola non esisteva.
"Eresia" deriva da una parola greca che significa "scelta" o "ciò che è stato scelto",
alle origini il termine era usato per riferirsi all'partenenza ad una particolare scuola
filosofica e ai suoi principi. Nella Bibbia la parola "hairetikòs" compare solamente
una volta, nel Nuovo Testamento, a significare "fazioso", "settario" e anche
"separatista". Questo è solo un accenno in quanto l'autore approfondisce l'uso
originario di questa parola nel corso dei secoli, con relative citazioni dagli "Atti degli
Apostoli" per esempio. Nei primi decenni dell'XI secolo (verso il 1020) si
svilupparono una serie di "sette" considerate eretiche dall'ortodossia cattolica: nella
Francia settentrionale, ad esempio, erano attivi i manichei accusati di avere credenze
simili a quelle di Mani - un nobile persiano del III secolo a.C. che aveva mescolato
una serie di elementi tratti da diverse religioni quali buddhismo, giudaismo,
zoroastrismo e cristianesimo. Secondo Mani esistevano due creatori rivali: Dio che
aveva creato e governava il mondo divino e spirituale e, all'opposto, Satana che,
invece, aveva creato e governava la terra materiale e i suoi abitanti. Inoltre le teorie di
Mani comprendevano anche il concetto di reincarnazione in base alla quale veniva
giudicato peccaminosa l'intera vita materiale e, in particolare, la riproduzione
sessuale. Già, quindi, nell'XI secolo la repressione ad opera delle autorità religiose
cattoliche era attiva: nel 1022 si ha il primo rogo per eresia nella storia d'occidente, a
Orléans, in Francia. Nelle pagine successive vengono elencate altre forme di sette
"eretiche", quali quella di Enrico di Le Mans, di Pietro di Bruys, di Pietro Valeds
(fondatore della Chiesa dei Valdesi) trattato approfonditamente nel capitolo
successivo nel quale figurano anche i catari - nati anch'essi in Francia meridionale e
in Italia settentrionale -. Qui veniamo anche a sapere che, in questi primordi, i
principali agenti di repressione utilizzati dalle autorità cattoliche erano i monaci, in
145
particolare i cistercensi i quali, per affermare l'egemonia dell'ortodossia, redissero i
cosiddetti "capitula" tramite i quali, appunto, determinavano una netta separazione fra
Chiesa ed Eresia.
La prima inquisizione ufficiale si ha nel 1229 creata dal papa Gregorio IX.
Inizialmente, però, la violenza dell'attività inquisitoria causò una serie di proteste da
parte della popolazione e qui l'autore fornisce anche alcuni sconcertati esempi di
cronaca. Nel giro di pochi anni molti dei sovrai europei aderirono alle misure adottate
da Gregorio IX per sconfiggere l'eresia, soprattutto in Spagna.
La popolazione spagnola era costituita in buona parte da ebrei (nel saggio viene
riproposta la vicenda del complicato avvicendamento di regni nella penisola iberica)
nonsotante essi non codessero di buona fama, pur venendo apprezzati come ottimi
lavoratori e fautori di ricchezza e prosperità. Con il passare dei secoli, però, il
sentimento antiebraico diffuso fra la popolazione divenne sempre più forte - a causa
anche di una serie di calamità quali la peste bubbonica che afflisse la Spagna nel
1351 e il continuo avvicendarsi di conquistatori stranieri -, tanto che nel XIV secolo
l'arcivescovo della diocesi di Siviglia riuscì a fomentare una vera e propria ondata di
violenza contro gli ebrei ma anche contro i "conversos", ovvero quegli ebrei che si
erano convertati o, più spesso, erano stati costretti a faro, al cristianesimo. Negli anni
'70 del 1400 il contesto politico spagnolo diventa fondamentale per la diffusione dei
tribunali dell'Inquisizione: sul trono di Spagna,infatti, nel 1474 sale Isabella di
Castiglia la quale, sposando Ferdinando, portò all'unificazione dei principali regni
spagnoli, quello di Castiglia e quello d'Aragona. Quattro anni più tardi, nel 1478,
papa Sisto IV concede ai sovrani spagnoli il potere di nominare due o tre inquisitori
per il tribunale di Siviglia. Da questo momento in poi l'Inquisizione spagnola si rende
autonoma dalla curia romana e strettamente connessa agli interessi politici della
Spagna. Il primo, temutissimo inquisitore viene nominato nel 1482: è il frate Tomàs
de Torquemada. In questi anni terribili molti conversos fuggirono dalla Spagna. Il
terrore dell'Inquisizione spagnola si concentrava, perciò, principalmente sui
conversos che venivano sospettati di essere rimasti fedeli alle loro pratiche israelite;
fra il 1481 e il 1488 settecento giudaizzanti furono consegnati alle autorità secolari e
arsi sul rogo, in persona o in effige (ovvero veniva arso sul rogo un fantoccio che
simboleggiava l'eretico fuggito o non ritracciabile), mentre "circa cinquemila furono
'riconciliati' con la Chiesa. Il 6 febbraio 1481, a Siviglia, si tiene il primo autodafé
cioè un "atto di fede", una dimostrazione di penitenza e di avvenuta conversione che
consisteva nel far sfilare gli imputati (che spesso erano ricchi commercianti ebrei
della città, uomini facoltosi e rispettati) nella piazza della città, facendo indossare
loro delle grandissime mitre - parodia dell'autorità episcopale - e dei "sambenitos" abiti gialli su cui era rappresentati i loro peccati e che venivano poi appesi nelle
chiese delle loro parrocchie d'orogine come segno d'infamia per loro stessi e le loro
famiglie. Gli autodafé erano quindi brutali cerimonie nelle quali gli imputati
venivano umiliati e castigati pubblicamente. Il grande Goya ce ne dà dimostrazione
lampante in un paio di dipinti memorabili che testimoniano la prostrazione e la
vergogna dei condannati nonché, indirettamente, la crudeltà degli inquisitori.
146
In questi primi decenni, però, anche le manifestazioni di protesta nei confronti della
violenza esercitata dai tribunali dell'Inquisizione, non erano cessate; addirittura negli
anni '80 del 1400 un gruppo di otto uomini riuscì ad assassinare,ad Avila, l'inquisitore
Pedro Arbués de Epila il quale - comicamente, direi ... - fu poi considerato il primo
martire della nuova Inquisizione spagnola.
Col passare del tempo le tecniche inquisitorie si erano molto perfezionate e, nonstante
la varietà di inquisitori e tribunali, si erano diffuse delle procedure simili ovunque: 1.
gli inquisitori ricercavano l'eresia attraverso testimonianze - molto apprezzati erano in
particolare coloro che, oltre ad accusare se stessi, fornivano nomi di altri eretici -, le
quali venivano compilate prima che il processo vero e proprio avesse luogo. 2. una
volta individuato il colpevole, questo veniva imprigionato, in isolamento ed
interrogato in segreto; spesso venivano utilizzate le torture per estorcere una
confessione (i metodi principali erano tre: la "garrucha" ovvero "una carrucola fissata
al soffito, alla quale il prigioniero veniva sospeso con grossi pesi attaccati ai piedi"; la
"toca" che consisteva nel "legare l'accusato su un cavalletto, tenendogli la bocca
aperta con la forza, e versandovi continuamente acqua attraverso un tela di lino; il
"potro" nel quale "il prigioniero era legato a un cavalletto con delle funi che venivano
strette su ordine degli inquisitori".); un confronto fra i testimoni e l'accusato non
avveniva mai. 3. il testimone aveva la possibilità di riferirsi ad un avvocato difensore
-d'ufficio si direbbe oggi- il quale, però, in realtà non potendo riferire né i nomi dei
testimoni, né i luoghi né le date, non poteva aiutare granché l'accusato. Le condanne
non erano sempre al rogo, molto spesso gli eretici erano condannati alla prigione,
condanna che, però, raramente veniva completamente scontata a causa di una carenza
cronica di prigioni; la prassi - anche per i conversos solamente sospettati e non
condannati d'eresia - preveda la confisca di tutti i beni economici.
Il saggio, quindi, affronta tutta la storia del tribunale dell'Inquisizione in Spagna,
compresi i cosiddetti "editti di fede", più volte promulgati dai sovrani, che davano la
possibilità agli ebrei presenti sul territorio di convertirsi oppure di emigrare (da qui,
per esempio, la famosa "diaspora sefardita", da Sefarad, ossia Spagna in ebraico); o
ancora la reazione dei tribunali secolari - a metà del 1500 - di fronte alla nascita delle
religioni protestanti (prima fra tutte la religione luterana); per proseguire con le
persecuzioni anche nei confronti dei "moriscos" - dei musulmani - nel 1600 più che
contro ciò che molti pensano essere stati gli obiettivi principali dei tribunali spagnoli:
stregoneria, magia sortilegio; e così di seguito con una ricca serie di esempi
convincenti e incredibili - che comprendono anche le diramazioni che l'Inquisizione
spagnola ebbe in Italia, in Portogallo e Goa, in America Latina, nei Paesi Bassi e in
Inghilterra - fino alla definitiva soppressione del tribunale nel 1834 ad opera della
regina Maria Cristina, vedova di Ferdinando VII.
Come già detto, nell'ultimo capitolo, intitolato "L'inquisizione oggi tra realtà e mito"
vengono delineate le principali opinioni in proposito, nonché i più recenti mea culpa
di papi e sovrani.
Un piccolo saggio molto curioso che con linee semplici delinea una vicenda
complessa e intricata, fitta di intrighi politici e di delicati equilibri internazionali.
147
Come detto all'inizio, la bibliografia sterminata fornisce la possibilità, per chi volesse,
di approndire nei suoi vari aspetti questa triste e cruenta pagina della storia europea.
Continuando in questo senso, desidero aggiungere quanto segue, per meglio
focalizzare il grave problema di quanto accadde…..
LE RADICI DELL'ORRORE
A sei anni dal simposio internazionale sull'inquisizione, svoltosi in vaticano nel 1998,
esce un imponente volume di quasi 800 pagine che raccoglie gli atti, e che conferma
la cinica spietatezza di quel sistema di dominio e annientamento. Un metodo e una
ideologia che continuano a seminare dolore e morte
L'IMPERO DEL MALE
Martedì 15 giugno scorso nella Sala Stampa della Santa Sede i cardinali Georges
Cottier e Roger Etchegaray, assieme al bibliotecario ed archivista di S. Romana
Chiesa Jean-Louis Tauran, hanno presentato gli atti del simposio internazionale
sull'Inquisizione che si tenne in Vaticano dal 29 al 31 ottobre del 1998.
Questi atti sono stati presentati e illustrati anche dal curatore dell'opera professor
Agostino Borromeo, sotto la forma di un volume imponente di ben 788 pagine dal
titolo L'Inquisizione - Atti del Simposio Internazionale edito nella collana "Studi e
Testi" dalla Biblioteca Apostolica Vaticana nel 2003. IL Simposio era stato voluto da
papa Wojtyla perché, in occasione del Giubileo del 2000, intendeva chiedere perdono
"per le forme di antitestimonianza e di scandalo" praticate nell'arco della storia dai
figli della Chiesa (cosa che fece il 12 marzo 2000 nella "Giornata del perdono"). Ma
prima di chiedere perdono, era necessario avere una conoscenza esatta dei fatti.
La Commissione teologico-storica del comitato giubilare aveva quindi invitato una
cinquantina di professori specializzati nel campo, storici che abbiano dismesso i
panni del giudice e si siano proposti solo di comprendere il passato.
Mercoledì 16 giugno scorso quasi tutti i giornali hanno riportato la notizia della
presentazione del volume, accompagnata da tabelline e commenti che riassumevano
più o meno acriticamente le parole del professor Borromeo e dei cardinali che
avevano presentato il libro: il numero degli eretici mandati al rogo dalla Santa
Inquisizione non giungeva nemmeno a 100: erano stati solamente 99, e veniva così
ristabilita la verità storica che finalmente sfatava la leggenda nera sull'Inquisizione,
creata ad arte dalla propaganda anticattolica, come sottolineava esultante il principe
dei giornali cattolici L'Avvenire: "tanto appassionante quanto ricco di scoperte si
148
rivela l'imponente volume nel negare la "leggenda nera".
Il card. Georges Cottier (Pro-teologo della Casa Pontificia) ha ribadito, infatti, che
"una domanda di perdono che la Chiesa deve fare a riguardo dei propri errori del
passato, non può riguardare che fatti veri e obiettivamente riconosciuti. Non si chiede
perdono per alcune immagini diffuse all'opinione pubblica, che hanno più del mito
che della realtà".
Ma una domanda nasceva spontanea: come mai erano trascorsi oltre sei anni per la
pubblicazione degli atti del simposio? E come mai il comitato organizzatore si è
premurato di assicurare che le cause stavano solo in motivi di salute di alcuni
studiosi...? Occorreva leggere questo librone. I 60 euro sono stati ben spesi perché il
risultato è stato effettivamente ricco di scoperte... ma non nel senso sbandierato
dall'Avvenire o lasciato immaginare da gran parte della stampa (e dai numerosissimi
siti cattolici di mezzo mondo) nei giorni successivi alla presentazione.
Innanzitutto la struttura di questo imponente volume. Dei 50 partecipanti al simposio,
solo 30 hanno lasciato testi scritti, in italiano, inglese, spagnolo e francese (e note in
portoghese e latino). Ognuno dei partecipanti aveva ricevuto un tema da trattare
(origini, strutture territoriali, procedure, inquisizione romana e le scienze,
l'inquisizione e le streghe etc.): molti testi sono ossequiosi nei confronti della Chiesa
cattolica, testi blandi, ambigui... ma ci sono anche testi durissimi, con molte scoperte
o fatti poco noti.
Papa Wojtyla e il comitato organizzatore del Simposio sapevano fin dall'inizio ch'era
praticamente impossibile mettere nero su bianco una cifra esatta del numero delle
vittime. L'Inquisizione cercò di far sparire quanti più archivi poté dei processi e delle
sentenze. Non solo. Occorre tener presente che nel corso dei 600 anni di
funzionamento di questo apparato repressivo, responsabile dei più grandi crimini
collettivi della storia dell'umanità, spesso accadeva che il popolo terrorizzato ed
esasperato assaltava i tribunali dell'Inquisizione distruggendo gli archivi che
contenevano non solo la lista dei condannati, ma anche quella dei sospettati.
Napoleone, poi, quando conquistò l'Italia, portò con sé tutti gli archivi
dell'Inquisizione che purtroppo non furono ben conservati e solo una piccola parte è
ancora intatti a Parigi. Nella capitale francese i pezzi erano 7900 circa, di cui 4148
volumi di processi e 472 di sentenze fino al 1771; nella seconda metà dell'800 in
concomitanza con situazioni politiche "pericolose" (Garibaldi, porta Pia) i funzionari
della Congregazione del Santo Uffizio operarono distruzioni nella documentazione
processuale degli anni 1772-1810 che non era stata portata a Parigi e in quella
prodotta in seguito.
Dopo l'abolizione dell'Inquisizione in Spagna, il popolo bruciò quasi tutti gli archivi
con i dati dei processi e delle condanne. Il governo illuminista del viceré Domenico
Caracciolo fece bruciare tutti gli archivi di Palermo per mettere una pietra sopra
quella storia di orrori e per tutelare le migliaia di persone segnalate, esattamente
come accadde in tutte le terre portoghesi, come ad esempio il viceré del Portogallo
conte di Sarzedas, a Goa, la capitale delle Indie.
149
Per avere un'idea delle proporzioni di quella macchina infernale, occorre ricordare
che solo all'Inquisizione di Palermo lavoravano 25.000 persone! In un altro capitolo
del librone risulta che le sentenze capitali eseguite a Roma dal 1500 al 1730 furono
"solo" 128. Ma questi dati sono stati ottenuti da 11 dei 39 registri originari, quindi
con una semplice proporzione è lecito pensare che le esecuzioni furono come minimo
453.
Ma questi sono dettagli, le vittime innocenti dell'Inquisizione furono almeno 500.000,
senza contare i 100-150 mila presunti catari, uomini, donne e bambini, scannati vivi
in poche ore a Béziers il 22 luglio 1209. Questa faccenda dei numeri è comunque
fuorviante: l'orrore vero consisteva nel fatto che tutti, nessuno escluso, poteva essere
sospettato, imprigionato, perdere tutte le proprietà ed essere arso vivo in quanto
l'Inquisizione non giudicava dei crimini, ma le idee. Bastava un gesto, una parola, un
litigio con un parente o un vicino di casa, il volersi liberare di qualcuno scomodo per
essere denunziati o per denunziare.
Alcuni quotidiani hanno pubblicato la stessa tabellina che, nel librone, fa parte
dell'articolo di Gustav Henningsen scritto in spagnolo. Alcuni nell'alto della tabellina
hanno scritto correttamente "Caccia alle streghe", mentre sotto "le vittime
dell'Inquisizione nel Seicento". S'immagini ora un qualunque lettore: prima riga, in
Irlanda l'Inquisizione ha bruciato vivi solo due eretici; seconda riga, in Portogallo
solo 7... ma allora è proprio vero che questa leggenda nera dell'Inquisizione è stata
tutta un'invenzione!
Da notare la finezza: la tabellina inizia con Irlanda e Portogallo, di cui non si
conoscono i dati, mentre poteva cominciare con quelli della Polonia (10.000 creature
accusate di stregoneria, bruciate vive, su una popolazione di 3.400.000... solo nel
Seicento!). Senti come cambia la musica di morte?
Altri quotidiani hanno compiuto veri e propri "capolavori" d'involontario depistaggio
pubblicando la stessa tabellina ma intitolandola "Le esecuzioni in Europa"
(esecuzioni generiche, quindi totali, mentre la tabellina in questione si riferiva solo ai
condannati di stregoneria e solo al Seicento!).
Occorre ricordare che la Riforma di Lutero in pratica aveva rigettato tutto del
cattolicesimo, tranne la caccia alle streghe. Comunque tutta la stampa (sia cartacea
che sul web) ha riassunto i dati forniti direttamente dal curatore dell'opera Agostino
Borromeo, secondo i quali le condanne al rogo comminate dai tribunali ecclesiastici
sono state - in Italia, Spagna e Portogallo - 99.
È lecito pensare che i quotidiani abbiano fatto esattamente quello che il papa e il
comitato organizzatore del Simposio si erano prefissi sei anni fa: hanno abboccato
all'amo pubblicando dati che nulla hanno a che vedere con le proporzioni
apocalittiche di quello ch'è accaduto in mezzo mondo per quasi 600 anni. E non è
nemmeno vero che in questi atti ci sia una volontà sfacciata di negare la "leggenda
nera": è l'insieme della vicenda ch'è subdolo, ma tanto la gente non leggerà mai
l'imponente volume, mentre quello che scrivono i giornali sì.
Non è tuttavia da escludere quell'effetto boomerang tanto temuto dai vescovi e
cardinali più prudenti, che per sei anni si sono opposti alla pubblicazione degli atti del
150
Simposio: sapevano che rimestando nello sterco del demonio poteva sprigionarsi
qualche zaffata.
E infatti in questo librone si possono cogliere parecchie "noterelle", come la storia
dell'Inquisizione spagnola e portoghese in centro-sud America e nelle Indie. Il
pretesto che innescava le denunzie e i processi erano nella grande maggioranza dei
casi le proprietà.
Per appropriarsi dei beni della gente, la Chiesa, il Comune, la Città e lo Stato hanno
accusato di eresia via via catari, valdesi, apostati, convertiti, apostolici, ebrei, ebrei
neri, ebrei bianchi, musulmani, protestanti, marrani, nestoriani, induisti, blasfemi,
sodomiti, streghe, illuse, illudenti, bigami, superstiziosi, anabattisti, criptogiudei,
criptomusulmani, pagani, illuminati, scismatici, peccatori di magia, sortilegi,
divinazione, abuso di sacramenti, disprezzo delle Chiavi, studiosi, medici, alchimisti,
atei, oppositori politici, filosofi, matematici, scienziati... e li mandavano al rogo,
perché l'eretico non può possedere beni, che invece sono della Chiesa la quale non lo
spoglia ma si riprende ciò che è suo... anche in presenza di figli cattolici; per questo
l'Inquisizione fu una macchina che macinò un'enorme massa di capitali finanziari e
l'immanitas tormentorum spingeva gli accusati innocenti ad autoaccusarsi per
sfuggire alla sofferenza: il risultato era che non vi si difendeva la pietas religiosa, ma
se ne faceva pretesto per impadronirsi dei beni altrui.
Vale la pena riportare una sola frase del Manuale degli inquisitori di Nicolau
Eymerich (il "vangelo" dell'Inquisizione per secoli): "Bisogna ricordare che lo scopo
principale del processo e della condanna a morte non è salvare l'anima del reo, ma...
terrorizzare il popolo".
In genere la ripartizione dei beni depredati era 1/3 agli inquisitori, 1/3 alla Chiesa e
un terzo al comune, alla città o allo stato. A Viterbo e a Roma, sedi papali, 1/3 al
comune e 2/3 agli inquisitori.
Oltre allo scopo primario (minimizzare la quantità dei bruciati vivi) il Simposio
aveva altri due intenti. Quello di parlare di numerose inquisizioni, di fenomeni
differenziati, diversi d'epoca in epoca e di stato in stato e di far risaltare che la più
umana fu - guarda caso - quella romana; e quello di addossare agli stati (soprattutto
quello spagnolo e portoghese) la responsabilità di aver esagerato con la tortura e i
roghi.
L'ossequioso Adriano Garuti scrive, infatti, che la stessa carcerazione in S. Ufficio è
forse stata soffusa da un alone eccessivamente tetro... non mancavano però normative
o prassi che ne attenuavano il rigore: non si carceravano facilmente le donne, specie
se nobili... e la capacità del soggetto ad essere sottoposto alla tortura era vagliata e
confermata da un medico...
L'inquisitore si faceva assicurare da un medico se l'eretico era forte e se si poteva
divertire a sazietà. Significative sono alcune pagine di Henningsen quando racconta
che quasi la metà dei 200 processi di stregoneria li portarono a compimento due
inquisitori tedeschi: Jacob Sprenger (1436-1495) e Heinrich Institoris (1432-1492).
La loro fanatica persecuzione delle streghe nel sud della Germania si scontrò con
l'opposizione delle autorità civili ed ecclesiastiche.
151
Allora i due inquisitori si lamentarono col papa Innocenzo VIII che il 5 dicembre
1484 emanò la bolla "Summis desiderantes affectibus" con cui dette ai due l'appoggio
di cui avevano bisogno, elencando dettagliatamente quello che combinavano le
streghe: "uccidono il bambino nel ventre della madre, così come i feti delle mandrie e
dei greggi, tolgono la fertilità ai campi, mandano a male l'uva delle vigne e la frutta
degli alberi; stregano gli uomini, donne, animali da tiro, mandrie, greggi ed altri
animali domestici; fanno soffrire, soffocare e morire le vigne, piantagioni di frutta,
prati, pascoli, biada, grano e altri cereali; inoltre perseguitano e torturano uomini e
donne attraverso spaventose e terribili sofferenze e dolorose malattie interne ed
esterne; e impediscono a quegli uomini di procreare, e alle donne di concepire...".
All'inizio del sec. XVI gli inquisitori di Germania, Francia e Italia intrapresero una
violenta campagna di persecuzione verso la setta delle streghe con la completa
approvazione del Vaticano grazie alle circolari papali emesse da Alessandro VI,
Giulio II, Leone X e Adriano IV.
Nel 1501 papa Alessandro VI scrive all'inquisitore della Lombardia Angelo da
Verona raccomandandogli di procedere più duramente contro le tante streghe della
zona che rovinano le persone, gli animali ed i raccolti.
Il senato di Venezia protestò verso l'Inquisizione che aveva bruciato vive 70 streghe
in Valcamonica e di sospettare che altre 5.000 facessero parte della setta satanica...
ma papa Leone X nel 1521 scrisse una bolla violenta nella quale autorizzava gli
inquisitori a scomunicare le autorità civili che dovessero opporsi ai roghi delle
streghe condannate dal Santo Ufficio. In soli 10 anni vennero bruciate vive 3.000
"streghe".
Nella stampa populista si continua ad incontrare una cifra di nove milioni di vite
sacrificate durante la persecuzione delle streghe di quell'epoca. Oggi si stima che il
numero di processi di stregoneria in quell'epoca è di 100.000 in totale e circa una
metà, 50.000 persone, finirono al rogo. Delle 1300 vittime in Portogallo, Spagna e
Italia, meno di cento roghi possono essere attribuiti all'Inquisizione dei suddetti paesi.
Il resto si deve ai tribunali civili e vescovili degli stessi paesi.
Come se quei tribunali civili e vescovili non fossero emanazione diretta del potere
della Chiesa che tutto permeava in quei secoli bui. Con questa operazione del
Simposio, papa e cardinali hanno provato a mischiare le carte, a introdurre distinguo,
a confondere, a scaricare responsabilità che sono state e resteranno sempre di coloro
che crearono e mantennero vivo quel sistema di sterminio: la Chiesa cattolica, i suoi
vertici.
Nel 1600 l'inquisitore don Alonso de Salazar Frías girò in lungo e in largo per tutto il
Paese Basco spagnolo portando un Editto di Grazia alla setta delle streghe. 2000
persone si presentarono davanti all'Inquisizione chiedendo che fosse loro concessa
l'amnistia promessa alle streghe. Le suddette 2000 streghe denunziarono altre 5000.
Quel clima apocalittico era stato alimentato dalle bolle papali. Soprattutto la bolla di
Innocenzo VIII, più di nessun altro, legalizzò la persecuzione delle streghe. Scrive
Adriano Prosperi: A partire dal 1559 e per volontà di Paolo IV, in maniera
sistematica e capillare, tutti i cristiani che si recarono a fare la confessione dei loro
152
peccati furono interrogati su eventuali loro reati o semplici conoscenze di reati di
eresia o lettura di libri proibiti; e se qualcosa emergeva, vennero rinviati al tribunale
dell'inquisizione. Se la violenza della tortura e del patibolo spezzava i corpi, la
violenza morale esercitata attraverso la subordinazione della confessione
all'inquisizione spezzò le coscienze: e lo fece su tutta la popolazione in età di
confessione.
Due anni prima lo stesso Paolo IV aveva investito tutta la travolgente irruenza del suo
carattere nella trasformazione di un tribunale (della Santissima Inquisizione) spesso
interlocutorio e prudente, incline a interrogarsi su se stesso, frenato e intralciato da
altri centri di potere, in un'arma affilata di repressione e annientamento conferendogli
(il 29 aprile 1557) per mezzo della minuta "Pro votantibus" licenza e facoltà di
emettere voti e sentenze che comportassero tortura, mutilazioni e spargimento di
sangue, fino alla morte inclusa, senza per questo incorrere in censura o in irregolarità.
Il 28 ottobre dispensò tutti i cardinali e inquisitori del Santo Ufficio dall'irregolarità in
cui incorrevano infliggendo tortura reiterata. Lo stesso papa, il 5 novembre dell'anno
prima, aveva reso solenne e consacrato il rogo che sarebbe avvenuto la domenica
successiva concedendo l'indulgenza plenaria a tutti i fedeli che avrebbero assistito
allo spettacolo.
L'uso della tortura nell'Inquisizione fu introdotto da papa Innocenzo IV il 15 maggio
1252, con la bolla Ad extirpanda, mentre Innocenzo III, con la bolla del 25 marzo
1199 Vergentis in senium, aveva modificato il reato d'eresia da religioso a crimine
contro lo stato, coinvolgendo così accanto alla Chiesa tutti gli stati.
Le rare volte che ci fu un tentativo di evangelizzazione senza violenza, venne
puntualmente stroncato dal papato.
Charles Amiel nel suo intervento L'inquisizione di Goa (capitale delle Indie
portoghesi) racconta l'esperienza missionaria di due famosi gesuiti italiani, Matteo
Ricci in Cina e Roberto De Nobili a Goa, nel 1605. De Nobili si stabilisce a Madurai
nel paese tamil ove esercita il suo apostolato per 40 anni, adottando lo stile di vita
degli eremiti brahmanici. Pratica l'ascesi e la maniera di vita di questi eremiti, opta
per i loro costumi, si orna la fronte di ceneri simboliche, porta il cordone rituale e
apprende il sanscrito, il tamil e il telegu. Entrambi furono prigionieri
dell'accomodatio, il metodo di evangelizzazione che cercò di adattare la pratica
cristiana agli usi e costumi degli autoctoni. Una missione gesuita francese creata da
Luigi XIV prolunga e rivivifica nel Carnate nella prima metà del sec. XVIII l'operato
di Roberto De Nobili. Ma la bolla Omnium sollicitudinum di Benedetto XIV nel
1774 scaccia definitivamente i rischiosi accomodamenti che avevano alimentato la
querelle dei riti... e si tornò al metodo tradizionale della tabula rasa: l'induismo era
percepito come un'accozzaglia di superstizioni e di culti demoniaci che non
meritavano nemmeno il nome di religione.
Ventisette anni prima che a Goa sbarcasse Roberto De Nobili, il 25 novembre 1578
l'inquisitore del tribunale di Goa, Bartolomé de Fonseca, scrive: "Mi hanno
consegnato un tribunale pacifico, senza processi, prigioni con pochi prigionieri (una
153
sola nuova cristiana, che si rifiutava di confessarsi, che non cedette in nulla e morì in
quello stato); nel paese segretamente infiltrata questa gentaccia di nuovi cristiani,
tranquilli e a riposo. Io ho reso il tribunale piegato sotto il peso dei processi, le
prigioni sono riempite al massimo di prigionieri: ce ne sono stati di più in questo solo
anno che nei tredici anni in cui lavoravano congiuntamente un arcivescovo e due
inquisitori. Il paese è pieno di fuoco e di cenere dei cadaveri degli eretici e degli
apostati, ed io vengo considerato più come uno sposo di sangue che come uno sposo
di pace, odiato da tutti quelli che tengono nascosti i loro interessi con questa
gentaccia, e sono numerosi."
In effetti, aggiunge il relatore dell'articolo Charles Amiel, i roghi dal 1578 al 1579
sono i più micidiali del XVI secolo per gli ebrei: 43 alla volta. Soprattutto per gli
ebrei non c'era scampo: si convertivano dappertutto ma, con la conversione,
conservavano almeno le proprietà. Ed erano queste a cui davano la caccia papi e re. E
allora bastava solo mettere in marcia la macchina infernale delle delazioni, arresti,
incarcerazioni, processi, torture, moniti, giudizi, roghi...
Ma c'era qualcosa di peggio dei roghi, i forni, l'orrore apocalittico dell'inquisizione:
los "quemaderos" di Siviglia. Erano così tanti gli eretici condannati al rogo, che
furono costretti a inventarsi qualcosa di speciale che consumasse meno legna dei
tradizionali autodafé: costruirono uno accanto all'altro quattro enormi forni circolari
sopra una piattaforma di pietra ognuno dei quali poteva contenere fino a quaranta
"dannati". Accendevano un po' di legna sotto la piattaforma, buttavano dentro le
povere creature e le cuocevano a fuoco lento: occorrevano dalle 20 alle 30 ore per
crepare. Funzionarono ininterrottamente per oltre tre secoli. 300 anni. Vennero chiusi
da Napoleone Bonaparte nel 1808. Questo è riuscito a fare la Santa Inquisizione,
sublime spettacolo di perfezione sociale (come scrive Adriano Prosperi citando un
numero di La Civiltà Cattolica del 1853).
L'operazione di minimizzare l'operato dell'Inquisizione ha toccato, naturalmente,
anche il conflitto fede-ragione, fede-scienza: tra 1559 e 1707 il numero delle opere
scientifiche proibite dall'Inquisizione di Spagna per questa regione superò la somma
di quelle proibite per ogni altra e lo stesso è quasi certamente vero per l'Indice
romano, per il quale uno studio quantitativo non esiste ancora. Vale la pena ricordare
che il cardinale Bellarmino - il carnefice di Giordano Bruno e Galileo Galilei - non
venne fatto santo all'epoca dei fatti, nel '600, bensì pochi anni fa, nel 1930: ovverosia,
nel 1930 la Santa Sede avallò tutto l'operato di Urbano VIII e dello spietato
inquisitore Bellarmino!
L'Inquisizione depredava anime, coscienze, proprietà. Giustificava i genocidi. Il 90%
degli indios del centro-sud America venne sterminato con il permesso e la
giustificazione degli inquisitori. I conquistadores spagnoli e portoghesi depredavano
le terre in nome del Bene, di Cristo.
Oggi, come allora, gli Stati Uniti continuano a depredare in nome del bene, in nome
di Dio, torturando i prigionieri per il solo piacere di torturare, dopo aver ammazzato
le loro famiglie, bombardato le loro città, depredato le loro terre, le loro proprietà, i
loro prodotti.
154
Questo è il metodo e l'insegnamento che l'Inquisizione ha lasciato in eredità al mondo
cristiano, a questo feroce e spietato Primo Mondo che detiene il potere economico,
politico e militare. L'embrione del capitalismo era lì, nel fine e nel metodo
dell'Inquisizione: appropriarsi di tutto, terre, proprietà, boschi, mari, col pretesto di
diffondere la civiltà, usando qualsiasi metodo, spietati e indifferenti verso qualsiasi
altra cultura, altra religione, provocando insanabili disastri umani e ambientali.
Lo stato della Germania, senza perdere tempo a indire simposi sul numero esatto
degli ebrei massacrati nei campi di concentramento, ha eretto al centro di Berlino un
importante museo sulla storia e gli orrori del nazismo, come monito al mondo intero e
alle future generazioni tedesche.
La Santa Sede mistifica e minimizza il ruolo devastante dell'Inquisizione, invece di
stigmatizzare la portata culturale e politica di quell'infernale sistema.
La leggenda nera dell'Inquisizione spagnola non incanta il vescovo Negri: "Vecchie
balle sepolte dagli studi seri"
Altro che oscurantismo. La Chiesa è un postribolo di unti prelati, sadici porporati,
cardinali affamati di denaro. Il regista ceco Milos Forman, 75 anni, un curriculum
cinematografico di tutto rispetto, da "Qualcuno volò sul nido del cuculo" fino al
recente "Man on the Moon", non ha mezze misure e paragona l'Inquisizione spagnola
ai regimi comunista e nazista. Forman sa di cosa parla: orfano a dieci anni perché i
genitori erano stati deportati e uccisi nei campi di concentramento nazisti, accusato di
sabotaggio dal regime comunista in Cecoslovacchia dove rischiò il carcere, riparò poi
negli Stati Uniti dove ha girato la maggior parte dei suoi film. Ultimo dei quali,
"L'ultimo inquisitore", la storia di vent'anni di Spagna tra il 1792 e l'arrivo degli
inglesi di Wellington. Una storia oscura fatta di potere, violenza e ingiustizia
raccontata attraverso il punto di vista e le opere di Francisco José Goya che si vede
sottratta dalla temibile Inquisizione spagnola la propria musa ispiratrice, una ragazza
bellissima torturata e segregata nelle carceri ecclesiastiche con l'accusa infamante di
essere giudea. Sottoposta alla tortura della corda, seviziata, costretta a confessare e a
espiare una colpa non commessa per quindici lunghi anni.
La ricostruzione storica del film con cui Forman manda a processo la Chiesa non pare
però delle più attendibili. Monsignor Luigi Negri, vescovo di San MarinoMontefeltro ed esperto di storia della Chiesa, vede nell'Inquisizione rappresentata da
Forman "una pura fantasia sia nell'immagine sia nella prassi". Innanzitutto "perché
dopo la metà del Settecento l'Inquisizione in Spagna non appare più attiva, il che falsa
già la cornice storica dentro cui il film è ambientato. Inoltre, il regista si
OLOCAUSTO
Il termine "Olocausto" si riferisce al periodo dal 30 Gennaio 1933, quando Hitler
divenne Cancelliere della Germania, all'8 Maggio 1945, la fine della guerra in
Europa, in questo periodo furono milioni le persone soppresse dalla follia razziale nei
155
confronti non solo degli ebrei . Pur essendo impossibile accertare l'esatto numero di
vittime ebree, le statistiche indicano che il totale fu di oltre 5.860.000 persone. La
maggior parte delle autorità generalmente accettano la cifra approssimativa di sei
milioni a cui si devono sommare 5 milioni circa di civili non ebrei uccisi. In tutto
quindi, ma la cifra precisa ha ben poca importanza, oltre 10 milioni di persone furono
uccise dall'odio nazionalsocialista. Tra i gruppi assassinati e perseguitati dai nazisti e
dai loro collaboratori, vi erano: zingari, serbi, membri dell'intellighentia polacca,
oppositori della resistenza di tutte le nazionalità, tedeschi oppositori del nazismo,
omosessuali, testimoni di Geova, delinquenti abituali, o persone definite "anti
sociali", come, ad esempio, mendicanti, vagabondi e venditori ambulanti. La maggior
parte delle persone soppresse passarono per i campi di sterminio, che erano campi di
concentramento con attrezzature speciali progettate per uccidere in forma sistematica.
Storicamente il partito nazista prese la decisone di dare avvio alla cosiddetta
"soluzione Finale" (Endl"sung), in realtà molti ebrei erano già morti a causa delle
misure discriminatorie adottate contro di loro durante i primi anni del Terzo Reich,
ma lo sterminio sistematico e scientifico degli ebrei non ebbe inizio fino all'invasione,
da parte della Germania, dell'Unione Sovietica nel Giugno 1941. Per i nazisti ebreo
era: chiunque, con tre o due nonni ebrei, appartenesse alla Comunità Ebraica al 15
Settembre 1935, o vi si fosse iscritto successivamente; chiunque fosse sposato con un
ebreo o un'ebrea al 15 settembre 1935 o successivamente a questa data; chiunque
discendesse da un matrimonio o da una relazione extraconiugale con un ebreo al o
dopo il 15 settembre 1935. Vi erano poi coloro che non venivano classificati come
ebrei, ma che avevano una parte di sangue ebreo e venivano classificati come
Mischlinge (ibridi). I Mischlinge venivano ufficialmente esclusi dal Partito Nazista e
da tutte le organizzazioni del Partito (per esempio SA, SS, etc.). Benché venissero
arruolati nell'esercito tedesco, non potevano conseguire il grado di ufficiali. Era
inoltre proibito loro di far parte dell'Amministrazione Pubblica e svolgere
determinate professioni (alcuni Mischlinge erano, in ogni caso, esonerati in
determinate circostanze). Gli ufficiali nazisti presero in considerazione la possibilità
di sterilizzare i Mischlinge, ma ciò non fu sempre attuato. Durante la Seconda Guerra
Mondiale, i Mischlinge di primo grado rinchiusi nei campi di concentramento, furono
tradotti nei campi di sterminio. Ma il Terzo Reich considerava nemici non solo gli
ebrei, ma anche, zingari, oppositori politici, oppositori del nazismo, Testimoni di
Geova, criminali abituali, e "anti-sociali" In sostanza ogni individuo che poteva
essere considerato una minaccia per il nazismo correva il rischio di essere
perseguitato, ma gli ebrei erano l'unico gruppo destinato ad un totale e sistematico
annientamento. Per sottrarsi alla sentenza di morte imposta dai Nazisti, gli ebrei
potevano solamente abbandonare l'Europa occupata dai tedeschi. Secondo il piano
Nazista, ogni singolo ebreo doveva essere ucciso. Nel caso di altri "criminali" o
nemici del Terzo Reich, le loro famiglie non venivano coinvolte. Di conseguenza, se
una persona veniva eliminata o inviata in un campo di concentramento, non
necessariamente tutti i membri della sua famiglia subivano la stessa sorte. Gli ebrei,
al contrario, venivano perseguitati in virtù della loro origine familiare indelebile. La
156
spiegazione dell'odio implacabile dei nazisti contro gli ebrei nasceva dalla loro
distorta visione del mondo che considerava la storia come una lotta razziale. Essi
consideravano gli ebrei una razza che aveva lo scopo di dominare il mondo e, quindi,
rappresentava un ostacolo per il dominio ariano. Secondo la loro opinione, la storia
consisteva, quindi in uno scontro che sarebbe culminato con il trionfo della razza
ariana, quella superiore: di conseguenza, essi consideravano un loro preciso obbligo
morale eliminare gli ebrei, dai quali si sentivano minacciati. Inoltre, ai loro occhi,
l'origine razziale degli ebrei li identificava come i delinquenti abituali,
irrimediabilmente corrotti e considerati inferiori, la cui riabilitazione era ritenuta
impossibile.
Non ci sono dubbi che ci furono altri fattori che contribuirono all'odio nazista contro
gli ebrei e alla creazione di un'immagine distorta del popolo ebraico. Uno di questi
fattori era la centenaria tradizione dell'antisemitismo cristiano, che propagandava uno
stereotipo negativo degli ebrei ritenuti gli "assassini di Cristo", inviati del diavolo e
praticanti di arti magiche. Altri fattori furono l'antisemitismo politico e razziale della
seconda metà del XIX secolo e la prima parte del XX secolo, che considerava gli
ebrei come una minaccia per la stabilità sociale ed economica. La combinazione di
questi fattori scatenò la persecuzione, certamente nota a tutti i tedeschi e lo sterminio
degli ebrei da parte dei nazisti che fu in qualche modo celato dagli stessi esecutori.
Come solitamente, i buoni non possono mancare nelle nostre umane realtà di
contrapposizioni…, certo è, che devono soffrire grandi pene per sopravvivere a tali
disastri morali e materiali. Realtà pessime al di fuori dell'armonia dell'area neutra fra
il male ed il bene. “Male sacro e necessario affinchè il bene esista!
LA MOLTITUDINE DEI BUONI
Basta saper vedere e non sperare che per bontà si debbano incontrare dei Santi, ed
ecco un sottobosco di persone laboriose e di buona volontà in ogni classe sociale. Il
loro scopo di vita è la vita medesima col rispetto di ogni creatura. Sovente sono in
compagnia di animali, che con i loro partner, si "sentono felici e realizzati". Hanno
moglie e figli, la fidanzata, si divertono con umiltà e sono sovente ottimisti. Soffrono
quando vedono soffrire e fanno le carità ai bisognosi. Si commuovono quando una
bella melodia li invade. Immersi nella Natura la rispettano.... Raramente mangiano
carne, anzi la detestano, e crescono i loro figli con attenzione, giusta severità e tanto
amore! Non sono arrivisti e se fossero religiosi, applicherebbero alla lettera i loro
Vangeli. Insomma, il buono lo si percepisce a distanza, dallo sguardo, da come si
muove! Sovente è un idealista, sportivo, artista, avventuroso, virtuoso, ma umile.
Tutti i grandi sono umili.... Sa dare emozioni! Molti dei buoni, possono anche
apparire goffi e timidi e tutti hanno in comune l'armonia con ciò che li circonda.
Perché il male possa continuamente trionfare, è sufficiente che i buoni rinuncino a
combattere, che i buoni coltivino amori che non diano più sogni né emozioni....., che
157
non riescano a valutare il fatto che l'attuale civiltà è solo finzione, mentre nella realtà
si “faccia branco” tutti insieme solamente per reciproci interessi! Quando i buoni
sapranno stimolare la fantasia, ascoltando l'arte dentro di loro, ed ogni abbraccio
d'amore possa generare il loro buon seme, con armonia ..., la vittoria per tali buoni è
certa! Non è difficile sconfiggere il male: basta volerlo e non averne paura. A forza di
mettere piccole ma importanti gocce d'acqua nel vaso della saggezza e della umile
pazienza, il vaso si riempie di acqua buona, che fertilizza la terra soleggiata. La
scienza è come la bontà: si propaga a fatica ed a macchia di leopardo...., sembra non
progredirre mai, ma, ad un tratto esplode rigogliosa e vincitrice sul profondo baratro
dell’aridità degli spiriti del male trascorso! Bisogna sempre tener presente che un
uomo non è mai quello che crede di essere e tu stesso, non sai mai quello che sei
veramente, se non ci credi profondamente e non ti sai vedere con gli occhi
dell'amore! Ognuno di noi sarebbe deluso dalle aspettative di ciò che pensa di essere
e se potessimo vederci quali noi siamo, ne saremmo profondamente delusi: purtroppo
siamo molto differenti da ciò che pensiamo di essere, al punto che, se potessimo
incontrare un alto essere a noi simile, penso ci sarebbe antipatico e persino lo
odieremmo! La tolleranza è la base dell'armonia, realtà sempre a cavallo fra le
contrapposizioni tra il male ed il bene; lo ynn e lo yang fanno parte del DNA del
Creato "tutto"! Nella storia dei grandi scienziati, come in quella dei Grandi Iniziati,
come abbiamo letto in quella "punta di iceberg" da me trascritta da ciò che è risaputo
e comunque sempre parziale e non completa, notiamo nella severa complessità
dell'evoluzione umana, del suo peregrinare fra tortuosità e gravi malanni. Si paga il
sapere con fatiche disumane, con crudeltà ed atroci sofferenze sino all'estremo atto
della morte. Dalla "santa inquisizione" a tutte le sofisticazioni maligne delle religioni,
alle tragiche realtà dei regimi nazisti, comunisti, del potere fine a sé stesso, è evidente
come con le loro estreme ipocrisie, falsità e sicurezza nei loro falsi ideali portatori di
grandi dolori per tutta l'umanità! E tutto si sta ancora evolvendo e continuando: i
lagher ed i genocidi non sono ancora finiti: cambiano solo le località ed i nomi: le
sostanze atroci rimangono sia per gli umani che per la natura tutta. Il percorso
dell'umanità al traguardo della spiritualità, dell'essere tutti Vegani, uniti nella pace e
nell'amore di ciò che ci circonda al fine di superare malattie, pazzie, cercando di
unirci ai "fratelli del Cosmo" buoni. Non sono frasi fantascientifiche... potrebbe
essere tutto a portata di mano solo se lo volessimo davvero e ci credessimo con
amore! Avremmo tutto a disposizione: energia pulita, scienza pronta, ricercatori
sapienti, tecnici, medici, poeti ed artisti di ogni meravigliosa e più variegata gamma
di vera bellezza. Questi sono i veri valori, non i soldi ed il potere dei pochi basati su
disavventure grottesche e criminali di tutti gli altri! Guardare gli occhi puri di un
bimbo affamato e dargli da mangiare ed un rifugio d’amore e..., così per un vecchio ,
un giovane bisognoso, un cagnone abbandonato che non lo sarebbe più, mentre i
delfini e tutti gli altri animali gioiosi facessero parte della nostra famiglia, con le terre
e gli oceani ed i venti non più violentati dagli inquinamenti..... Questa sarebbe la
visione dell'inizio di una vera vita sul pianeta. Per ora, "gli Dei stanno a guardare"
anche perché, se siamo qui, è per tentare una metamorfosi che passa attraverso
158
crudeltà atroci…Non stiamo certamente vivendo una vacanza premio su di un bel
pianeta azzurro nell’estasi di cori angelici, ricchi premi e cotillon!.
E GLI EXTRATERRESTRI?
Ormai non ci si chiede più se esistano o no: sono solo "le teste d'uovo delle realtà
ufficializzate", che ne attendono ancora le prove e mi fanno pena. Alcuni di loro sono
convinti che le loro compagne non li tradiscano, in quanto mancano le prove....
Meglio così, nel loro limbo vivono tranquilli ed i loro sogni sono sereni e senza
corna, e saranno entusiasti di fare l'amore con le loro metà ogni decennio, ...ma "alla
grande" però! Cosa fanno i nostri amici evolutissimi degli altri pianeti? Oltre a farsi
concorrenza fra loro lanciandosi ogni tanto qualche raggio demolitore, controllano
costantemente che tutto quaggiù stia andando bene soprattutto non solo per la nostra
evoluzione, ma personalmente penso anche per loro convenienza. Continueranno a
rivelarsi solo ai capi di stato, dando loro dati tecnici in cambio di che? Con la loro
potenza sarebbero in grado di sottometterci in un baleno ed allora? Perchè mai
dovrebbero trattare con degli imbecilli come noi? Eppure pare proprio che sia così!
Non interferiscono per via dei trattati che avrebbero siglato fra "Loro", e siccome ci
hanno creati a "loro immagine e somiglianza" all'insaputa di altri, a turno, cospirano e
trattano anche con i nostri potenti infiltrandosi ovunque, per meglio condizionare il
tutto. Mi auguro di cuore, che "i Giardinieri dell'Universo", non ci lascino "in braghe
di tela" nel bel mezzo di una futura glaciazione o peggio di un futuro deserto
infuocato ed arido! Capaci di ogni scienza per noi inimmaginabile, potrebbero
suggerirci come sconfiggere il cancro e tutte le altre malattie! Forse non lo fanno
perché hanno timore di fare perdere potere alle multinazionali farmaceutiche? Il
marcio del pianeta è così marcio, che ci vorrebbero proprio loro ad aiutarci.
Potrebbero mandarci un nuovo Messia, ma meno buono, che si imponesse con i
criminali, magari mutandogli con un raggio il DNA e li facesse rinsavire iniziandoli
alla luce! Avremmo proprio necessità di un Buon Pastore, che alla fine però, non ci
facesse sgozzare come si usa sulla Terra per il suo gregge, magari a Pasqua, che
dovrebbe significare “rinascita nella pace”! Forse dovremo fare tutto da soli e se non
ci dovessimo riuscire, la falce della dannazione taglierà le nostre teste pazze! Così
come abbiamo fatto col povero Gesù, tratteremmo sicuramente il prossimo. Solo un
iniziato dotato di muscoli tecnologici potrebbe riuscirci e senza colpo ferire. Se non
lo facessero, significherebbe che noi dobbiamo continuare così, perché così noi
facciamo comodo (vedi il libro" Kronos ed i Titani" e Simbiosi Cosmica, del
medesimo autore). Messaggi alieni ormai tempestano il pianeta, il guaio è, che per
interpretarli bisognerebbe essere iniziati, scienziati e quant'altro! Forse Gesù avrebbe
con semplicità spiegato, che ritornando sul pianeta, vedendo che i suoi insegnamenti
assolutamente incompresi, si erano solo trasformati in multinazionali completamente
antitetiche ai suoi pensieri...., forse deluso dalle sue logiche aspettative, non verrebbe
159
più di persona, e forse gli suggerirebbero di usare quella forza distruttiva e guerriera
che a Lui non piacerebbe e... di finire come è già finito una volta, penso non ne abbia
giustamente più intenzione! Il colmo è che sarebbero i medesimi personaggi, sempre
presenti in tutte le ere umanoidi, a rifare il sacrilego e crudele omicidio per poi
rigenerare una nuova religione sulla quale fruttificare guadagni! I buoni potrebbero
solo versare lacrime amare senza poter fare nulla...., proprio come allora! Corsi e
ricorsi storici sino alla nausea: i soliti Titani ottusi che mai apprendono dal passato,
dalle distruzioni di interi popoli ignoranti e subdoli! Personalmente prego "gli Dei "
buoni, che possano sempre esserci vicini, di aiutare i deboli e gli infermi, coloro che
vivono di stenti dimenticati dalle nostre società dedite solo al glamour ed alle vanità,
prego Loro di aiutarci a seguire le parole sacre di Gesù e degli altri Grandi Iniziati.
Condanno lo sfarzo così eclatante degli sprechi esagerati di alcune città arabe, mentre
i loro popoli muoiono di stenti nonostante il dono del petrolio che “giustamente è
solo per i pochi dalle maniglie d’oro in casa! Le basi degli extraterrestri sono
omnipresenti e alcune tipologie e razze di “Dei”,ci sfrecciano davanti con dei dischi e
sfere di ogni tipo. I nostri "comandanti" cercano di imitare in minuscolo aerei e
astronavi, sentendosi in tal modo molto importanti per la "difesa" o meglio, l’offesa
che meglio possono infliggere agli avversari del globo, e cercando di prepararsi a
sconfiggere i concorrenti delle altre nazioni, che a loro volta, quelle importanti,
ripagano con la medesima moneta: è da ridere, una comica che se vista da una
dimensione aliena di buontemponi simpatici, farebbe proprio divertire. “So che tu sai
che io so che faccio finta di non sapere ma so e l’importante è che gli scemi non
capiscano”... l'importante è il non sovvertire l'ordine del potere, per il resto va bene
anche così! Tutte le religioni più importanti si stanno allineando a dire che "la vita
intelligente negli spazi infiniti esiste" e che il loro Dio diceva di venire dal Cielo per
il bene degli uomini.... Le famose "pecorelle smarrite"..... Logicamente ognuna tende
alla propria parrocchia, a colui che hanno decretato essere il loro Dio, mentre nella
più squallida realtà, era il comandante di una flottiglia galattica appartenente a questa
od a quella realtà aliena. Quante ipocrisie e piccolezze in realtà così importanti e
grandi! Terroristi kamikaze ai quali viene promesso in cambio del loro sacrificio,
belle fanciulle nell'aldilà, con fiumi di latte e miele, trionfi presso gli altissimi..... ,
che comunque chissà perché, non si fanno mai esplodere nei veri centri di potere
criminale e colpevole ed ammazzano solamente poveracci inermi, rischiando anche
che al risveglio nell’aldilà, vengano presi a calcioni nelle chiappe per la loro
demenza!...Ve ne sono per tutti i gusti e colori, tutte fondate su verità cambiate,
modificate al fine di generare la loro multinazionale, perché oggi vi è una specie di
globalizzazione del potere, anche religioso, dove ovviamente il denaro è il vero Dio
venerato ed accolto con grandi riti e benedizioni!
Vorrei portarvi ancora indietro nella storia recente, e parlarvi dei Templari e delle
loro scoperte.
160
I CAVALIERI TEMPLARI
Quello dei "Pauperes commilitones Christi templique Salomonis" (Poveri Compagni
d'armi di Cristo e del Tempio di Salomone), meglio noti come Cavalieri templari o
semplicemente Templari, fu uno dei primi e più noti ordini religiosi cavallereschi
cristiani e medievali.
L'origine di quest'ordine risale agli anni 1118-1120, successivi alla prima crociata
(1096), quando la maggior parte dei cavalieri era tornata in Europa e le esigue milizie
cristiane rimaste erano arroccate nei pochi centri abitati. Le strade della Terrasanta
erano quindi infestate da predoni e Ugo di Payns, originario dell'omonima cittadina
francese della Champagne, insieme al suo compagno d'armi Goffredo di Saint-Omer
e ad alcuni altri cavalieri, fondarono il nucleo originario dei templari, dandosi il
compito di assicurare l'incolumità dei numerosi pellegrini europei che visitavano
Gerusalemme dopo la sua conquista. L'ordine venne ufficializzato il 29 marzo 1139
dalla bolla Omne Datum Optimum di Innocenzo II e definitivamente dissolto tra il
1312 e il 1314 dopo un drammatico processo.
Accanto alla croce rossa in campo bianco, fra i simboli dei templari c'era il
beauceant.
Ricostruzione di una commenda templare, quella di Coulommiers nella regione
dell'Île-de-France
I templari nascono come ordine monastico-militare; la loro struttura trae ispirazione
dall'ordine cistercense e trae sostegno dalla figura più rappresentativa che proprio in
quegli anni di fondazione caratterizzava la cultura europea, il predicatore e teologo
Bernardo di Chiaravalle (poi santo). Oltre i tre classici voti degli ordini monastici povertà, obbedienza e castità - adottarono la regola benedettina e cistercense.
Bernardo, che quasi subito divenne loro convinto sostenitore, nel suo De laude novae
militiae indica ai cavalieri le attività da svolgere in tempo di pace e di guerra,
l'alimentazione da seguire, l'abbigliamento da indossare nelle varie circostanze per
ciascuna categoria di fratelli. I cavalieri ad esempio adottarono la veste bianca dei
cistercensi sormontata da una croce rossa. Venivano reclutati soprattutto tra i giovani
della nobiltà, desiderosi di impegnarsi nella difesa della cristianità in Medio Oriente.
L'ordine militare così formato aveva una gerarchia assai rigida. I suoi membri, come
in ogni ordine monastico, facevano voto di castità, obbedienza e povertà, lasciando
all'ordine tutte le loro proprietà ed eredità.
La presenza dei templari sul territorio era assicurata dalle diverse sedi templari: le
Precettorie, le Mansioni e le case fortezza o capitanerie (queste ultime due meno
importanti delle precettorie), largamente autonome dal punto di vista gestionale.
Nelle grandi capitali (Parigi, Londra, Roma e altre) vi erano, invece, le Case e ognuna
di esse aveva il controllo di una delle sette grandi province dall'Inghilterra alle coste
dalmate in cui i templari avevano diviso la loro organizzazione monastica. Al
massimo del loro fulgore arrivarono presumibilmente ad avere centinaia di sedi
distribuite capillarmente in tutta Europa e Medio Oriente, il che indica la loro
161
notevole influenza economica e politica nel periodo delle Crociate.
La crescita dell'Ordine fu ulteriormente accentuata dal favore del papa Innocenzo II,
che aveva concesso all'Ordine la totale indipendenza dal potere temporale, compreso
l'esonero dal pagamento di tasse e gabelle, oltre al privilegio di rendere conto solo al
pontefice in persona e di esigere le decime.
Vi erano quattro divisioni di confratelli nei templari:
* cavalieri, equipaggiati come cavalleria pesante
* sergenti equipaggiati come cavalleria leggera, provenienti da classi sociali più umili
dei cavalieri
* fattori, che amministravano le proprietà dell'Ordine
* cappellani, che erano ordinati sacerdoti e curavano le esigenze spirituali
dell'Ordine.
Qualunque cavaliere, in ogni caso, al momento della sua investitura faceva voto di
castità, obbedienza e povertà.
Ciascun cavaliere aveva sempre due o tre sergenti che lo accompagnavano in
battaglia e un gruppo di sei o sette scudieri per assisterlo sia in tempo di pace che di
guerra. Alcuni confratelli si occupavano esclusivamente di attività bancarie, in quanto
l'Ordine trattava frequentemente le merci preziose dei partecipanti alle Crociate. La
maggioranza dei Cavalieri templari si dedicava tuttavia alle manovre militari. I
templari usavano le loro ricchezze per costruire numerose fortificazioni in tutta la
Terra Santa ed erano probabilmente le unità da combattimento meglio addestrate e
disciplinate del loro tempo. Alcuni li considerano precursori dei moderni corpi
speciali o unità d'élite.
Il maggiore influsso dei templari non fu comunque di tipo militare, quanto piuttosto
di tipo culturale ed economico, sotto il profilo della diffusione di strumenti
economico-finanziari, con la distribuzione del reddito attraverso la creazione di posti
di lavoro: con le abbazie ed i loro terreni agricoli, con la costruzione delle cattedrali,
l'ordine portò lavoro, reddito e sviluppo in molte parti d'Europa, attraverso una estesa
rete di succursali.
Storia
" Nello stesso anno (1118), alcuni nobili cavalieri, pieni di devozione per Dio,
religiosi e timorati di Dio, rimettendosi nelle mani del signore patriarca per servire
Cristo, professarono di voler vivere perpetuamente secondo le consuetudini delle
regole dei canonici, osservando la castità e l'obbedienza e rifiutando ogni proprietà.
Tra loro i primi e i principali furono questi due uomini venerabili, Ugo di Payens e
Goffredo di Saint-Omer... "
(Guglielmo di Tiro, Historia rerum in partibus transmarinis gestarum)
In queste righe, scritte alla fine del XII secolo, Guglielmo di Tiro narra i primi anni
dei pauperes milites Christi. La sua Historia, però, compilata successivamente alla
fondazione della Nova Militia e durante il regno di Amalrico I di Gerusalemme
(1162-1174), come quella di Giacomo di Vitry, vescovo di San Giovanni d'Acri
162
(Historia orientalis seu Hierosolymitani scritta nel XIII secolo) non conobbe gli anni
in cui i primi cristiani giunsero in Outremer per la riconquista della Terrasanta e non
vide la nascita di quegli Ordini che tanti onori meritarono sul campo.
La mancanza di documenti dell'epoca rende impossibile l'esatta ricostruzione dei
primi anni dell'Ordine del Tempio, così come il numero esatto dei cavalieri che vi
aderirono, e dunque è solo possibile impostare la ricerca attraverso ipotesi e
supposizioni, basate sui diversi documenti successivi. La tradizione parla di nove
cavalieri (Nove uomini aderirono a questo patto santo e servirono per nove anni in
abiti laici che i credenti avevano dato loro in elemosina.) ma tale numero avrebbe un
significato soprattutto allegorico.
Uno dei pochi documenti coevi all'epoca di fondazione fu il testo della regola dei
templari, conosciuto come regola primitiva, approvato nel 1128 con il Concilio di
Troyes e volgarizzato in antico-francese fra il 1139 e il 1148. Un testo che, seppur
diffuso dagli stessi templari, poco aiuta ad identificare con esattezza i momenti della
fondazione. Il terzo articolo di questa regola si riferisce al 1119 come anno di nascita
dell'Ordine:
" ...pertanto, in letizia e fratellanza, su richiesta del maestro Ugo de Payns, dal quale
fu fondata, per grazia dello Spirito Santo, la nostra congregazione, convenimmo a
Troyes da diverse province al di là delle montagne, nel giorno di S. Ilario, nell'anno
1128 dall'incarnazione di Cristo, essendo trascorsi nove anni dalla fondazione del
suddetto Ordine. "
(Regola dei Templari)
Baldovino II cede la sede del Tempio di Salomone a Hugues de Payns e Gaudefroy
de Saint-Homer. Miniatura da Histoire d'Outre-Mer di Guglielmo di Tiro, XIII secolo
Alcuni studiosi, comunque, propendono per la data del 1118. Sarebbe stato in
quell'anno che il re Baldovino II di Gerusalemme avrebbe dato, secondo Giacomo di
Vitry nel suo Historia orientalis seu Hierosolymitana, ai "poveri cavalieri di Cristo"
alcuni locali del palazzo reale, situato in prossimità del Tempio di Salomone, dal
quale l'ordine prese il nome. Gli anni più probabili vanno dunque dal 1118 al 1120.
La scarsa disponibilità di documenti non esime gli studiosi dal tracciare, comunque,
una storia della sua fondazione, stando a testimonianze e scritti successivi, e alle
motivazioni che spinsero alcuni cavalieri ad abbandonare gli agi di corte e ad
abbracciare la povertà. Alla fine del 1099 - dopo che all'appello di Papa Urbano II nel
concilio di Clermont, al grido "Deus lo volt", i cristiani riconquistarono la Terra
Santa in mano agli infedeli - si presentò il problema di come difendere i luoghi santi e
quei pellegrini che ivi giungevano da tutta Europa. Nacquero così i diversi Ordini
religiosi. Il primo Ordine fu quello dell' Ordine dei canonici del Santo Sepolcro,
fondato nel 1099 da Goffredo di Buglione. Successivamente vennero a costituirsi
quello di San Giovanni dell'Ospedale, di Santa Maria di Gerusalemme o dei Teutonici
e quello del Tempio.
163
L'Ordine, in ogni caso, assunse reale importanza solo a partire dal 1126, con
l'ingresso del conte Ugo di Champagne, quando iniziarono a pervenire donazioni e
lasciti.
LA CUPOLA DELLA ROCCIA
Il primo sigillo del nuovo Ordine rappresentava da una parte la Cupola della Roccia e
dall'altra due cavalieri su un cavallo. Nel 1120, dinanzi al patriarca di Gerusalemme
Guermondo di Picquigny, pronunciarono i voti monastici, castità, povertà e
obbedienza, a cui ne aggiunsero un quarto, "inusuale" per quei tempi e benedetto
dalla Chiesa: la lotta armata senza quartiere agli infedeli. La loro costituzione fu
sancita nel Concilio di Troyes nel 1128 e sostenuta da Bernardo di Chiaravalle con la
sua De laude novae militiae.
La crescita dell'Ordine
Da allora, per oltre due secoli, i Cavalieri templari, grazie anche ai concili loro
favorevoli (Concilio Pisano, 1135 e Lateranense II, 1139), acquisirono - attraverso
lasciti, donazioni e altre forme di liberalità laiche ed ecclesiastiche - terre, castelli,
casali in quantità tali da farli diventare l'Ordine più potente, dunque "invidiato" e
temuto, dell'epoca. Essi avviarono con meticolosità e professionalità la loro
organizzazione nell'intero Occidente, trasformandolo in un gran magazzino per
l'approvvigionamento dell'Oltremare, costituendo in tutti gli stati d'Europa loro
insediamenti agricoli, economici e politici.
L'Ordine approdò anche nel Regno di Sicilia e vi si diffuse in epoca normanna,
successivamente al 1139, anno in cui fu raggiunta la pace tra Ruggero II d'Altavilla
(fedele alla causa di Anacleto II) ed Innocenzo II. La Puglia fu la regione italiana che
prima fra le altre accolse le domus gerosolimitane rosso-crociate grazie
all'importanza strategica e commerciale dei suoi porti e delle sue città. Tutto il
Meridione d'Italia venne compreso inizialmente nella provincia templare d'Apulia e,
solo in epoca sveva, indicato quale provincia d'Apulia e Sicilia. Tra le prime
fondazioni dell'ordine, oltre quella di Trani, va ricordata la casa di Molfetta
(documentata nel 1148), Minervino Murge (documentata con un atto di proprietà,
infatti, qui un gruppo di templari acquistò dei terreni coltivabili), Barletta (1169),
Matera (1170), Brindisi (1169) con possedimenti nel leccese, Bari, Andria, Foggia
(nel periodo di transizione normanno-svevo), Troia (anteriore al 1190), Salpi
(documentata nel 1196) e Monopoli (documentata nel 1292). Tra le sedi più
importanti, va menzionata la Casa templare di Barletta, che ricoprì il ruolo di Casa
Provinciale sino al processo del 1312.
Essi si affermarono in combattimento come nella conduzione e nell'organizzazione
agricola. Le aziende agrarie del Tempio si chiamavano casali, grange, masserie. I
casali della Puglia talora ricordavano le fattorie fortificate d'Outremer. I templari
davano da lavorare le loro terre a concessionari (conductores); ma, dove il personale
164
delle commende rurali era più numeroso, essi coltivavano direttamente il suolo. In tal
caso, secondo il modello cistercense, si ricorreva al lavoro dei campi ai membri più
umili dell'Ordine, quando non addirittura alla manodopera servile, rappresentata dai
contadini Saraceni del regno di Sicilia o di Siria. L'allevamento del bestiame da
carne, da latte, da lana e da lavoro costituiva una voce primaria nel bilancio del
Tempio: le fertili campagne della Puglia offrivano ricchi pascoli alle mandrie di buoi
e bufali di proprietà dei templari, mentre in Toscana le loro greggi di pecore
praticavano la transumanza; allevamenti di suini nei boschi del Tempio erano infine
segnalati in Piemonte, come in Sicilia. Le colture più diffuse erano quelle dei cereali,
della vite, dei legumi. Generalmente in Italia la produzione agricola dell'Ordine
serviva al consumo interno, le eccedenze erano destinate alla vendita e parte del
ricavato veniva versato al tesoro centrale sotto forma di responsiones; ma è
soprattutto dai porti della Puglia che nella seconda metà del Duecento salpavano navi
cariche di cereali e legumi, per andare a rifornire le case dei templari in Siria, rese
sempre più dipendenti dalle occidentali sotto l'aspetto alimentare a causa della
progressiva perdita di territori e aree coltivabili a vantaggio dei Saraceni. Dopo la
catastrofe del 1291 divenne Cipro la destinazione delle vettovaglie pugliesi.
Oltre che in Palestina, l'Ordine combatté successivamente anche nella Reconquista di
Spagna e Portogallo, guadagnandosi estesi possedimenti e numerosi castelli lungo le
frontiere tra le terre cattoliche e quelle musulmane. Arrivarono ad ereditare, insieme
con gli altri Ordini militari, il Regno d'Aragona, che però rifiutarono dopo lunghe
trattative.
Il nome con cui sono popolari allude al loro storico quartier generale nella Cupola
della Roccia (Qubbat al-Sakhra'), un santuario islamico in cima al Monte Moriah a
Gerusalemme, che essi ribattezzarono Templum Domini (Tempio del Signore). La
sommità è sacra ad ebrei e cristiani come Monte del Tempio così come ai musulmani,
che usano il nome di Monte Majid (o al-?aram al-Šarif). I templari credevano
erroneamente che la Cupola della Roccia costituisse i resti del biblico Tempio di
Gerusalemme. Il Templum Domini con la sua pianta centrale divenne il modello per
molte chiese edificate successivamente in Europa, come la Temple Church a Londra,
ed era rappresentato in molti sigilli templari.
I templari erano identificabili per la loro sopravveste bianca, a cui in seguito si
aggiunse una distinta croce rossa ricamata sulla spalla, che assunse infine grandi
dimensioni sul torace o sulla schiena, come si vede in molte rappresentazioni dei
cavalieri crociati.
Attività bancarie
I templari entrarono nelle attività bancarie quasi per caso. Quando dei nuovi membri
si univano all'ordine, generalmente donavano ad esso ingenti somme di denaro o
proprietà, poiché tutti dovevano prendere il voto di povertà. Grazie anche ai vari
privilegi papali, la potenza finanziaria dei Cavalieri fu assicurata dall'inizio. Poiché i
templari mantenevano denaro contante in tutte le loro case e templi, fu nel 1135 che
l'ordine cominciò a prestare soldi ai pellegrini spagnoli che desideravano viaggiare
fino alla Terra Santa.
165
Il coinvolgimento dei Cavalieri nelle attività bancarie crebbe nel tempo verso una
nuova base per il finanziamento, dato che fornivano anche servizi di intermediazione
bancaria.
Sotto l'aspetto economico-finanziario, i templari rivestirono un ruolo così importante
da arrivare a "prestare" agli stati occidentali ingenti somme di denaro e gestire
perfino "le casse" di stati come la Francia.
Un'indicazione dei loro potenti legami politici è che il coinvolgimento dei templari
nell'usura non portò a particolari controversie all'interno dell'ordine e nella Chiesa in
generale. Il problema dell'interesse fu generalmente eluso grazie ai complicati tassi di
cambio delle valute e grazie ad un accordo con cui i templari detenevano i diritti della
produzione sulle proprietà ipotecate.
Le connessioni politiche dei templari e la consapevolezza della natura eminentemente
cittadina e commerciale delle comunità d'oltremare portarono l'Ordine a raggiungere
una posizione significativa di potenza, sia in Europa che in Terrasanta. Il loro
successo attrasse la preoccupazione di molti altri Ordini, come pure della nobiltà e
delle nascenti grandi monarchie europee, le quali a quel tempo cercavano di
monopolizzare il controllo del denaro e delle banche, dopo un lungo periodo nel
quale la società civile, specialmente la Chiesa ed i suoi ordini, aveva dominato le
attività finanziarie. Le tenute dei templari erano estese sia in Europa che nel Medio
Oriente e tra queste vi fu, per un certo periodo, l'intera isola di Cipro.
La caduta e la soppressione dell'Ordine
L'Ordine dopo la definitiva perdita di Acri e degli Stati Latini in Terra Santa nel 1291
si avviava al tramonto: la ragione fondamentale per la quale era nato, due secoli
prima, era ormai venuta meno. Il suo scioglimento, tuttavia, non fu mosso per via
ordinaria dalla Santa Chiesa, ma attraverso una serie di accuse infamanti esposte dal
re di Francia Filippo IV il Bello, desideroso di azzerare i propri debiti e impossessarsi
del patrimonio templare, riducendo nel contempo il potere della Chiesa.
Il rogo sul quale arsero vivi l'ultimo Maestro Jacques de Molay e Geoffrey de
Charnay, acceso su di una isoletta sulla Senna a Parigi, davanti alla Cattedrale di
Notre Dame, il 18 marzo 1314
Il 14 settembre 1307 il re inviò messaggi sigillati a tutti i balivi, siniscalchi e soldati
del Regno ordinando l'arresto dei templari e la confisca dei loro beni, che vennero
eseguite il venerdì 13 ottobre 1307. La mossa riuscì in quanto viene astutamente
avviata in contemporanea contro tutte le sedi templari di Francia; i cavalieri,
convocati con la scusa di accertamenti fiscali, vennero arrestati.
Le accuse che investirono il Tempio erano infamanti: sodomia, eresia, idolatria.
Vennero in particolare accusati di adorare una misteriosa divinità pagana, il
Bafometto O Banfometto, che in lingua occitana significa Maometto. Nelle carceri
del re gli arrestati furono torturati finché non iniziarono ad ammettere l'eresia. Il 22
novembre 1307 il papa Clemente V, di fronte alle confessioni, con la bolla Pastoralis
præminentiæ ordinò a sua volta l'arresto dei templari in tutta la cristianità.
Il 12 agosto 1308 con la bolla Faciens misericordam furono definite le accuse portate
contro il Tempio. Il re fece avviare dal 1308 sino al 1312, grazie anche alla debolezza
166
di papa Clemente V, diversi processi tesi a dimostrare le colpe dei cavalieri rossocrociati di Parigi, Brindisi, Penne, Chieti e Cipro. Nel generale clima di condanna ci
fu l'eccezione rappresentata da Rinaldo da Concorezzo, arcivescovo di Ravenna e
responsabile del processo per l'Italia settentrionale: egli assolse i cavalieri e condannò
l'uso della tortura per estorcere confessioni (concilio provinciale di Ravenna, 1311).
L'Ordine fu ufficialmente soppresso con la bolla Vox in excelso del 3 aprile 1312 ed i
suoi beni trasferiti ai Cavalieri Ospitalieri il 2 maggio seguente (bolla Ad providam).
Jacques de Molay, l'ultimo gran maestro dell'Ordine, il quale in un primo momento
aveva confermato le accuse, le ritrattò spinto da un'ultima fiammata di orgoglio e
dignità, venendo arso sul rogo assieme a Geoffrey de Charnay il 18 marzo 1314
davanti alla cattedrale di Parigi, sull'isola della Senna detta dei giudei.
Filippo il Bello, distrusse il sistema bancario dei templari, e, benché una bolla papale
avesse trasferito tutti gli averi dei Tempari agli Ospitalieri, riuscì ad addurre a sè
parte del tesoro. Questi eventi e le originali operazioni bancarie dei templari sui beni
depositati, che furono improvvisamente mobilitati, costituirono due dei molti
passaggi verso un sistema di stampo militare per riprendere il controllo delle finanze
europee, rimuovendo questo potere dalle mani della Chiesa. Visto il destino dei
templari, gli Ospitalieri di San Giovanni furono ugualmente convinti a cessare le
proprie operazioni bancarie.
Molti sovrani e nobili inizialmente sostennero i cavalieri e dissolsero l'Ordine nei loro
reami solo quando fu loro comandato da papa Clemente V. Roberto I, re degli Scoti,
era già stato scomunicato per altri motivi e quindi non era disposto a prestare
attenzione ai comandi papali; di conseguenza, molti membri dell'Ordine fuggirono in
Scozia ed in Portogallo, dove il nome dell'Ordine fu cambiato in "Ordine di Cristo" e
si ritiene abbia contribuito alle prime scoperte navali portoghesi. Il principe Enrico il
Navigatore (1394 - 1460) guidò tale ordine per vent'anni, fino alla propria morte. In
Spagna, dove il re a sua volta si opponeva all'incorporazione del patrimonio templare
da parte dell'Ordine degli Ospitalieri, l'Ordine di Montesa subentrò a quello dei
templari.
Persecuzione e perdono: l'accusa di eresia
I templari furono accusati di "connivenza col nemico", in quanto spesso strinsero
rapporti di buon vicinato, se non di amicizia, con signori musulmani. Con alcuni di
loro, come Usama b. Munqidh, arrivarono a veri e propri favori, come quello di
concedergli di pregare nella Cupola della Roccia, benché già trasformata in chiesa.
È tuttora aperto il dibattito sulla fondatezza delle accuse di eresia formulate agli
appartenenti dell'Ordine. I templari furono accusati di rinnegare Cristo, di sputare
sulla Croce, di praticare la sodomia e di adorare un idolo barbuto, il Baphomet o
Bafometto. Il maestro Jacques de Molay, che aveva ceduto inizialmente di fronte alla
marea di accuse, si riebbe e rigettò le sue parziali ammissioni. Ma era tardi, il rogo
accolse il maestro e i suoi dignitari e l'Ordine fu sciolto.
Studi recenti accreditano sempre più la teoria secondo la quale la vera causa della
fine dei templari fu dettata dalla volontà di impossessarsi del loro patrimonio, tesi
peraltro già sostenuta da Dante Alighieri nel canto xx del Purgatorio, e si concretizzò
167
attraverso una cospirazione indotta dal Re di Francia Filippo IV il Bello. Infatti,
mentre il Re si trovava quasi in bancarotta, e il popolo francese era esasperato per la
grave crisi economica, accentuata dalla svalutazione della moneta ad opera del Re
medesimo, l'Ordine risultava proprietario di terre, castelli, fortezze ed abbazie: un
tesoro immenso. Fu probabilmente il sovrano che, dopo aver tentato inutilmente di
entrare a farne parte, incaricò i propri consiglieri (capeggiati dall'astuto Guglielmo di
Nogaret) di formulare delle precise accuse contro l'Ordine e di richiedere l'intervento
del papato, da poco trasferitosi in Francia. Quando la Chiesa si rese conto dell'errore
nella condanna e di essere stata manipolata, fu troppo tardi.
La studiosa italiana Barbara Frale ha rinvenuto agli inizi degli anni duemila negli
Archivi vaticani un documento, noto come pergamena di Chinon, che dimostra come
papa Clemente V intendesse perdonare i templari nel 1314 assolvendo il loro maestro
e gli altri capi dell'ordine dall'accusa di eresia, e limitarsi a sospendere l'ordine
piuttosto che sopprimerlo. Il documento appartiene alla prima fase del processo, nella
quale il pontefice ancora sperava di poter salvare l'ordine, seppure a costo di
assoggettarlo ad una profonda riforma. L'inchiesta di Chinon, in ogni caso, ribadisce
le pratiche indecenti e gli sputi sulla croce effettuate come rito d'iniziazione
all'ingresso di un novizio nell'Ordine, pratiche di ancora dubbia origine e
motivazione.
Ordini moderni e rivendicazioni di discendenza.
Alla tradizione dei cavalieri templari si rifanno oggi numerosi e variegati gruppi e
associazioni, talora rivendicando una qualche forma di derivazione diretta dall'ordine.
Si tratta di un fenomeno moderno che va sotto il nome di templarismo o
neotemplarismo, sorto a partire dal XVIII secolo in Francia, in coincidenza con la
diffusione dell'Illuminismo.
Le moderne associazioni neotemplari sono laiche, e pur richiamandosi spesso ai
valori religiosi cristiani e caritativi, non hanno alcun tipo di riconoscimento ufficiale
da parte della Chiesa cattolica. Altri gruppi neotemplari sono invece caratterizzati da
uno stampo massonico e, specie nel mondo anglosassone, da un'aperta ostilità nei
confronti della Chiesa cattolica. Occorre anche tenere presente che papa Clemente V
con la bolla Vox in excelso, emessa durante il Concilio di Vienne del 1312, con la
quale sopprimeva l'Ordine del Tempio, ha espressamente proibito qualsiasi forma di
ricostituzione dello stesso, sotto pena di automatica scomunica, in modo perenne e
irrevocabile.
Altra caratteristica che accomuna molti dei gruppi neotemplari è poi un'alta
conflittualità l'uno rispetto all'altro, dato che molti di essi rivendicano di essere gli
unici "autentici" eredi degli antichi templari, a scapito degli altri. A tutt'oggi non
esiste tuttavia alcuna prova storicamente accertata della sopravvivenza dell'Ordine
Templare dopo il 1314, né del resto appare possibile tracciare, dopo quasi sette secoli
dall'abolizione di tale ordine religioso da parte del papa, una qualche forma di
discendenza storicamente valida.
Molti gruppi neotemplari sostengono la tradizione che l'ordine sarebbe sopravvissuto
nascostamente anche dopo la morte dell'ultimo Maestro, Jacques de Molay, il quale
168
prima di affrontare il rogo avrebbe affidato la propria carica al cavaliere Jean-Marc
Larménius (o de l'Armenie). Quest'ultimo avrebbe redatto una "Charta (la cosiddetta
Charta di Larménius), che successivamente sarebbe stata via via firmata dai Maestri
segreti succeduti nel tempo. La maggioranza degli storici tuttavia nutre forti dubbi
sull'autenticità del documento, o la definisce apertamente un falso.
L'idea di una nascosta continuazione dell'ordine dei templari si è diffusa anche nella
massoneria, in particolare in Francia e in Germania, e in alcuni casi riti massonici
(come il Rito scozzese antico ed accettato e il Rito Scozzese Rettificato) adottano
riferimenti templari. Alcuni ritengono che i templari siano all'origine sia dei riti che
di vari rami cavallereschi della massoneria ma, malgrado alcuni storici abbiano
tentato di disegnare una successione tra i due fenomeni storici, un collegamento di
questo tipo non è mai stato provato; taluni studiosi che si sono occupati del problema,
come Michele Moramarco, sono tassativi nel rigettare la "leggenda templare".
Leggende
La rapida successione dell'ultimo diretto re della dinastia dei Capetingi di Francia tra
il 1314 e il 1328, i tre figli di Filippo il Bello, ha portato molti a credere che la
dinastia fosse maledetta, da cui il nome di "re maledetti" (rois maudits). Infatti
Jacques de Molay, ultimo gran maestro dell'Ordine, mentre giaceva sulla pira,
avrebbe maledetto il re Filippo e addirittura il Papa. Clemente in effetti morì un mese
dopo di dissenteria e Filippo il Bello fu stroncato nel dicembre successivo dalle
conseguenze di una caduta da cavallo. I commentatori dell'epoca, compiaciuti da un
simile sviluppo della vicenda, riportavano spesso questa storia nelle loro cronache.
Poiché, inoltre, sempre al momento della morte sul rogo, Jacques de Molay avrebbe
dannato la casa di Francia "fino alla tredicesima generazione", in tempi più recenti si
è diffusa la leggenda secondo cui l'esecuzione di Luigi XVI durante la Rivoluzione
francese - che pose fine in qualche modo alla monarchia assoluta in Francia - sarebbe
stata il coronamento della vendetta dei templari (alcuni storici sensazionalisti
dell'epoca riportarono la notizia che il boia Charles-Henri Sanson, prima di calare la
ghigliottina sulla testa del sovrano, gli avrebbe mormorato: "Io sono un Templare, e
sono qui per portare a compimento la vendetta di Jacques de Molay").
In realtà i Cavalieri templari in seguito alla loro scomparsa cessarono ben presto di
fare notizia: già alla fine del XIV secolo ci si era dimenticati di loro e della loro triste
fine. Solo molti secoli dopo, durante l'Illuminismo, il tema dei templari tornò in auge
e la fama degli antichi cavalieri fu sommersa da leggende riguardanti segreti e misteri
che si vogliono tramandati da prescelti fin dai tempi antichi. Forse i più noti sono
quelli riguardanti il Santo Graal, l'Arca dell'Alleanza e i segreti delle costruzioni.
Alcune fonti dicono che il Santo Graal sarebbe stato ritrovato dall'ordine e portato in
Scozia nel corso della caduta dell'ordine nel 1307, e che ciò che ne rimane sarebbe
sepolto sotto la Cappella di Rosslyn. Altre voci sostengono che l'ordine avrebbe
ritrovato anche l'Arca dell'Alleanza, lo scrigno che conteneva gli oggetti sacri
dell'antico Israele, compresa l'asta di Aronne e le tavole di pietra scolpite da Dio con i
dieci comandamenti.
Questi miti sono connessi con la lunga occupazione, da parte dell'ordine, del Monte
169
del Tempio a Gerusalemme come loro quartier generale. Alcune fonti sostengono che
avrebbero scoperto i segreti dei maestri costruttori che avevano costruito il tempio
originale e il secondo tempio, nascosti lì assieme alla conoscenza che l'Arca sarebbe
stata spostata in Etiopia prima della distruzione del primo tempio. Viene fatta
allusione a questo in rappresentazioni nella Cattedrale di Chartres (considerata con le
cattedrali di Amiens e Reims come uno degli esempi migliori di gotico), sulla cui
costruzione ha avuto grande influenza Bernardo di Chiaravalle, che fu egualmente
influente nella formazione dell'ordine. Ulteriori collegamenti sia sulla ricerca da parte
dell'ordine dell'Arca che della relativa scoperta degli antichi segreti del costruire sono
suggeriti dall'esistenza della chiesa monolitica di San Giorgio (Bet Giorgis) a Lalibela
in Etiopia, tuttora esistente, la cui la costruzione è erroneamente attribuita ai templari.
Vi è allo stesso modo una chiesa sotterranea che risale allo stesso periodo ad
Aubeterre in Francia. Si stanno poi sviluppando speculazioni sulla possibilità che i
Cavalieri templari avessero intrapreso viaggi in America prima di Colombo.
Alcuni ricercatori e appassionati di esoterismo hanno sostenuto che l'ordine sarebbe
stato depositario di conoscenze segrete. Secondo costoro, nei 200 anni della loro
storia i monaci-militari si sarebbero rivelati anche un'organizzazione sapienziale
esoterica e occultistica, custode di conoscenze iniziatiche. Inoltre, in quest'ottica, i
templari sono stati collegati ad altri argomenti leggendari o fortemente controversi
come Rosacroce, Priorato di Sion, Rex Deus, Catari, Ermetismo, Gnosi, Esseni e,
infine, a reliquie o supposti insegnamenti perduti di Gesù tra cui la Sacra Sindone o il
"testamento di Giuda". Alcuni ipotizzano che i Cavalieri del Tempio avrebbero avuto
legami, oltre che con la tradizione esoterica di ispirazione cristiana ed ebraica, anche
con organizzazioni mistico-esoteriche ispirate all'Islamismo.
La grande quantità di testi non rigorosi su questo tipo di teorie ha portato Umberto
Eco ad affermare che "l'unico modo per riconoscere se un libro sui Templari è serio è
controllare se finisce col 1314, data in cui il loro Gran Maestro viene bruciato sul
rogo."
Forse l'unico mistero di cui si debba fare approfondimento è come un ordine di
guerrieri esperti con un esercito senza precedenti si sia lasciato distruggere senza
abbozzare la più timida reazione, benché le avvisaglie di cospirazioni nei loro
confronti da parte di Filippo il Bello ci fossero e fossero note. Con ogni probabilità,
non si ribellarono perché il papa aveva tolto loro il suo appoggio ed essi, essendo un
ordine cristiano e il simbolo della lotta per la fede, non vollero opporsi alla decisione
di Clemente V, di cui rispettavano e riconoscevano l'autorità papale.
I templari nei media
La suggestione per i Cavalieri templari e i misteri che sono stati a loro collegati
(come il Graal) è un elemento centrale della trama di varie opere di fantasia, dai
romanzi ai film, dai fumetti alle serie televisive. Celebri esempi ne sono il romanzo di
Umberto Eco Il pendolo di Foucault (1988) e il film Indiana Jones e l'ultima crociata
di Steven Spielberg (1989).
Una serie italiana a fumetti che ha esplorato a lungo i luoghi legati ai templari e i miti
connessi è Martin Mystère, il detective dell'impossibile ideato da Alfredo Castelli nel
170
1982. Anche le serie di videogiochi Broken Sword (dal 1996)e il più recente
Assassin's Creed ne parlano, così come la serie Knights of the Temple. Di recente
l'interesse per il mito templare si è ulteriormente diffuso grazie alla sua
riproposizione nel romanzo di Dan Brown intitolato Il codice da Vinci (The Da Vinci
Code, 2003), trasposto in un film omonimo nel 2006, nel film Il mistero dei templari
(National Treasure, 2004) e nella mini serie televisiva La maledizione dei Templari
(2005).
Una delle poche, prime opere di fantasia interamente dedicata a quest'ordine è I figli
della valle (Die Söhne des Thales, 1806) di Zacharias Werner, uno dei principali
tragediografi del primo romanticismo tedesco e autore di numerosi drammi fatalistici.
I sei atti di questo lunghissimo dramma sono imperniati sulla fine dell'ordine dei
Templari, alla vigilia della partenza dell'ultimo maestro dell'ordine per la Francia
dove troverà la morte. Al centro dell'opera spicca la figura carismatica di Jacques de
Molay, con la sua rettitudine morale condotta fino all'estremo sacrificio. Il dramma
suggerisce altresì un legame dei Cavalieri con i massoni (nella descrizione
dettagliatissima, sebbene un po' fantasiosa, del cerimoniale di ammissione dei nuovi
adepti che, per quanto basato sui documenti dell'epoca, presenta numerosi riferimenti
a riti esoterici, soprattutto alla figura di Baffomet ed è per di più ambientato in una
cripta sotterranea); allude anche ad una possibile sopravvivenza dell'ordine dopo la
sua soppressione: alcuni testi fondamentali per l'ordine vengono infatti trafugati in
segreto dal Gran Maestro e dai suoi sei sapienti e portati in Francia. Viene inoltre
introdotta la figura di Robert d'Heredon, nobile scozzese espulso dall'ordine, che sarà
presente all'esecuzione di Molay e porterà con sè i preziosi testi nella sua
Madrepatria, dove secondo alcune leggende sarebbero ancora custoditi.
Gran maestri dell'Ordine del Tempio :
Jacques de Molay in una litografia ottocentesca di Chevauchet
1. Hugues de Payns (1118-24 maggio 1136)
2. Robert de Craon (1136-13 gennaio 1147)
3. Everard des Barres (1147-1151)
4. Bernard de Tremelay (1151-1153)
5. André de Montbard (1153-17 gennaio 1156)
6. Bertrand de Blanchefort (1156-1169)
7. Philippe de Milly (1169-3 aprile 1171)
8. Eudes de Saint-Amand (1171-18 ottobre 1179)
9. Arnau de Torroja (1179-30 settembre 1184)
10. Gérard de Ridefort (1184-1 ottobre 1189)
11. Robert de Sablé (1189-13 gennaio 1193)
12. Gilbert Hérail (1193-20 dicembre 1200)
13. Philippe de Plaissis (1201-12 novembre 1209)
14. Guillaume de Chartres (1209-26 agosto 1218)
15. Pierre de Montaigu (1218-1232)
16. Armand de Périgord (1232-1244)
171
17. Richard de Bures (1244-1247) (?)
18. Guillaume de Sonnac (1247-3 luglio 1250)
19. Renaud de Vichiers (1250-19 gennaio 1252)
20. Thomas Béraud (1252-25 marzo 1273)
21. Guillaume de Beaujeu (1273-18 maggio 1291)
22. Thibaud Gaudin (1291-16 aprile 1292)
23. Jacques de Molay (1292-18 marzo 1314)
Luoghi templari
Pianta della Cupola della Roccia (con alcune linee di costruzione), una possibile
sorgente di ispirazione per le chiese templari
Elenco di alcuni luoghi in cui è storicamente accertata la presenza di sedi templari.
(Per un elenco di alcuni dei luoghi che sono stati associati ai Cavalieri templari nella
tradizione, nelle leggende o nelle opere di fantasia, ma di cui non vi è una presenza
storicamente accertata, vedi Leggende sui Templari.)
Medio Oriente
* Monte del Tempio, Cupola della Roccia e Muro occidentale a Gerusalemme
* San Giovanni d'Acri (Akko), Israele
* Chastel Blanc, Siria
* Safed, Israele
Italia
Regno Unito
* Cappella di Rosslyn, Scozia
* Temple Church, Middle Temple e Inner Temple, Londra, Inghilterra
* Temple Dinsley, Hertfordshire, Inghilterra
* Hertford, Hertfordshire, Inghilterra
* Royston Cave, Royston, Hertfordshire, Inghilterra
* Cressing Temple, Essex, Inghilterra
* Templecombe, Somerset, Inghilterra
* Temple Balsall, Warwickshire
* Isola di Lundy, Devon, Inghilterra
* Westerdale, North Yorkshire, Inghilterra
* Great Wilbraham Preceptory, Cambridgeshire
* Abbazia di Bisham, Berkshire
* St. Mary's, Sompting, West Sussex, Inghilterra
Portogallo
* Convento di Cristo, Castello di Tomar e Chiesa di Santa Maria do Olival a Tomar
* Castello di Almourol, Idanha, Monsanto, Pombal e Zêzere
* Castello di Soure, Coimbra
Spagna
* Sistema di irrigazione in Aragona
* Iglesia Veracruz, Segovia
Altri
172
* Castello di Kolossi, Cipro
* Tempelhof a Berlino, Germania
Altri ordini monastico/cavallereschi
La novità assoluta rappresentata dai Templari fu quella che, per la prima volta, due
dei tre grandi ordini su cui si reggeva la società medievale (Oratores, Bellatores e
Laboratores) venivano riuniti insieme. Il principio su cui si basava questo ardito
accostamento fu ideato da Bernardo di Chiaravalle, che attribuendo ai Templari il
compito di proteggere i pellegrini che andavano verso i luoghi santi, non attribuiva la
qualifica di omicidio alla morte dei sacrileghi assalitori, ma quella di malicidio.
Su questa falsariga nacquero altri ordini (o si trasformarono ordini preesistenti):
* Cavalieri dell'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme o Cavalieri
Ospitalieri (ordine preesistente)
* Ordine di Santa Maria Teutonica o dei Cavalieri Teutonici
* Ordine dei Cavalieri di Livonia o Cavalieri Portaspada, poi confluito nell'Ordine
Teutonico
* Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme o Cavalieri di San
Lazzaro
Successivamente allo scioglimento dei Templari nacquero altri ordini, specialmente
nella penisola iberica i cui regnanti erano fortemente legati ai templari per il loro
importante contributo alla reconquista, o furono utilizzati ordini preesistenti in cui far
confluire i Templari dopo lo scioglimento dell'ordine:
* Ordine di Calatrava
* Ordine di Avis
* Ordine di Santiago
* Ordine di Montesa
* Ordine di Cristo
* Ordine di Alcantara
Note
1. ^ Solo l'Ordine dei Canonici del Santo Sepolcro era sorto prima, nel 1100.
2. ^ dal francese "sergents" a sua volta dal latino "servientes", letteralmente "servi":
da Helen Nicholson, Knight Templars, Oxford, Osprey, 2004.
3. ^ Giacomo di Vitry, Historia orientalis seu Hierosolymitani; citazione tratta da
M.Bauer, Il mistero dei templari, Newton & Compton 2005, p. 13
4. ^ M. Bauer, op. cit., p. 18
5. ^ Testo della bolla papale Vox in Excelso del 1312
6. ^ Barbara Frale. Il Papato e il processo ai Templari. L'inedita assoluzione di
Chinon alla luce della diplomatica pontificia, Viella, 2003
7. ^ La Pergamena di Chinon, assoluzione di papa Clemente V ai capi dell'ordine
templare. Chinon, diocesi di Tours, 1308 agosto 17-20
8. ^ L'Osservatore Romano in data 21 agosto 2008 pubblica un articolo della stessa
Barbara Frale nel quale si sostiene che "le carte originali del processo ai Templari
rinvenute nell'Archivio Segreto Vaticano dimostrano l'infondatezza delle accuse di
eresia"
173
http://www.segnideitempi.com/modules.php?name=News&file=article&sid=9548
9. ^ Come più volte l'Osservatore Romano ha precisato, la Santa Sede riconosce
ufficialmente e tutela solamente il Sovrano Militare Ordine di Malta e l'Ordine
Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nel 2005 il cardinale vicario Camillo
Ruini ha invitato le chiese della diocesi di Roma a non ospitare le cerimonie dei
cosiddetti gruppi neotemplari, dichiarando esplicitamente che la Chiesa riconosce
solo il "Sovrano militare ordine di Malta e l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di
Gerusalemme. (*Andrea Tornielli, "Riti, cavalieri e scomuniche: è la guerra dei
Templari italiani" articolo da Il Giornale del 1 luglio 2005.)
^ Ecco cosa dice un passo finale della bolla: ...Anche in altri casi, pur senza colpa dei
frati, la chiesa romana qualche volta ha soppresso ordini di importanza assai
maggiore per motivi senza paragone più modesti di quelli accennati, pertanto con
amarezza e dolore, non con sentenza definitiva, ma con provvedimento apostolico,
noi, con l'approvazione del santo concilio, sopprimiamo l'ordine dei Templari, la sua
regola, il suo abito e il suo nome, con decreto assoluto, perenne, proibendolo per
sempre, e vietando severamente che qualcuno, in seguito, entri in esso, ne assuma La
scoperta più entusiasmante, per chi legge i Vangeli Apocrifi, ossia "segreti", "tenuti
nascosti", che la Chiesa ha escluso dal suo canone è che l'immagine di Gesù, da essi
trasmessa, non trasfigurata dal mito e dalle sovrastrutture dogmatiche, è proprio
quella che più sazia oggi la nostra sete di giustizia, di pace e di amore. Gesù non è
negli apocrifi la vittima espiatoria delle nostre colpe ancestrali, né il Figlio di Dio,
che vuole essere adorato, ma l'uomo che si è proposto come esempio per insegnarci a
vivere con serenità, con la coscienza tranquilla che non si lascia corrompere e
contaminare dal male.
I più antichi apocrifi erano i Vangeli appartenenti a comunità giudaiche, sparse fin
dagli albori del cristianesimo in Palestina e in Siria. La voce di questi primi cristiani è
stata soffocata. Dei loro Vangeli non rimane che qualche citazione, talora distorta e
malevolmente interpretata, negli scritti posteriori dei Padri della Chiesa. Ricercare
pazientemente quei frammenti, riordinarli, penetrare il loro profondo significato, è
stata per me un'esperienza affascinante.
Per gli Ebioniti (dall'ebraico "ebionim", "gli umili", "i poveri"), Gesù era un uomo
giusto che, ispirato da Jahve come gli antichi profeti biblici, aveva tuonato contro i
ricchi, i potenti, i profittatori. La presenza tra i suoi discepoli di almeno tre zeloti
faceva credere che egli si fosse investito di una missione rivoluzionaria, che era
andata fallita, ma aveva fatto di lui un simbolo sacro.
I Nazareni (da nazir "il separato") riconoscevano in Gesù un modello di purezza e di
rigore morale, che li teneva separati, non contaminati, dalla corruzione della società.
Per darne segno, essi seguivano un'usanza che si fa' risalire a Mosè: un voto perenne
o temporaneo di castità e semplicità di costumi, tenendo per tutto il periodo del voto i
capelli intonsi. Il loro nome corrisponde all'epiteto dato a Gesù stesso "il Nazareno",
che non deriva, come comunemente si crede da Nazareth, inesistente a quei tempi,
ma denuncia invece, anche da parte di Gesù, l'osservanza di un simile voto.
Altrettanto casti, poveri e vegetariani, erano i Nicolaiti, secondo la tradizione fondati
174
da un diacono dei primi apostoli, di nome Nicola, e più tardi gli Encratiti, che,
rinunciando anche al vino, commemoravano il ricordo di Gesù cenando con pane e
acqua.
Questo comportamento di umiltà, povertà e frugalità dilagherà nel IV secolo a intere
masse di fedeli, con i Manichei, poi nel Medioevo con i Catari ("i puri"), più tardi con
i Poveri di Lione, fondati da Pietro Valdo e gli Spirituali, eredi di S. Francesco, come
protesta popolare contro la corruzione della società e contro la stessa Chiesa che si
era lasciata coinvolgere, rifiutando la sua autorità e la sua concezione di Gesù,
Signore, Re dei Re, assiso trionfalmente in trono, per ripresentarlo umile tra gli umili,
povero tra i poveri.
Intanto, già fin dal II secolo, nel colto ambiente di Alessandria d'Egitto, erano
cominciati a diffondersi i Vangeli gnostici, di ispirazione neoplatonica, che
interpretavano la predicazione di Gesù su fondamenti razionali.
Dagli gnostici Gesù era visto come simbolo della verità che illumina alla conoscenza
(questo è il significato del vocabolo greco gnosis) del bene e del male, per cui è
possibile all'uomo di seguire la via della rettitudine per intima convinzione.
Lo gnosticismo imponeva un severo distacco dalle occasioni di peccato, ma anche
una carità fraterna, rivolta ad aiutare gli altri, comunicando loro la gnosi appresa. Il
bacio, tra gli gnostici, non era soltanto un segno di affetto, ma il mezzo con cui chi
amava fecondava e generava un altro fratello.
Un filo conduttore lega queste varie correnti eretiche del cristianesimo: l'umanità di
Gesù con tutte le passioni più nobili dell'uomo: lo sdegno per l'intolleranza, la
prepotenza, la cupidigia di denaro, la pietà per i poveri ed i sofferenti, la capacità di
commuoversi e di piangere, il coraggio di rintuzzare il bigottismo farisaico, e di
sferzare i mercanti del Tempio, di affrontare a viso aperto i potenti.
Un uomo, la cui tragica fine - e l'apocrifo che riporta un immaginario scambio di
lettere fra Pilato e l'imperatore Tiberio vuol essere una testimonianza dell'ipocrisia
del potere politico, che elimina un personaggio molesto e poi ne compiange la morte ne ha fatto un martire e un modello ideale per tutti coloro che lottano per la libertà e
la dignità umana.
Forti movimenti religiosi, soprattutto protestanti, ai nostri giorni, tornano ad
accentuare questo aspetto di Gesù. "Gesù ha predicato contro ogni ingiustizia,
privilegio e oppressione. Il vero cristiano deve essere rivoluzionario", dicono i
combattenti per la libertà dell'America centrale. "Se Gesù è stato crocifisso in qualità
di sobillatore - scrive il luterano J. Moltmann, - come non dovremmo noi oggi attuare
questa sua funzione nella critica della nostra società?"
È questo il vero Gesù? Si, è anche questo.
Nella molteplicità di interpretazioni che permette la vicenda di Gesù (Figlio di Dio,
Redentore, vittima espiatoria, predicatore, profeta, modello di virtù, combattente per
la libertà) sta' il segreto del suo eterno fascino.
Nemmeno Gesù si sottrae al destino di ogni essere vivente: ognuno conta per gli altri
nella misura in cui gli altri riescono ad attribuirgli una personalità che corrisponda a
ciò che essi si aspettano da lui.
175
E oggi, in questa società sconvolta dal male, sempre sull'orlo di una catastrofe anche
le previsioni apocalittiche di una non lontana distruzione del mondo intero, attribuite
a Gesù da certi apocrifi, sono di sconvolgente attualità. Non per intervento dell'ira
divina, come Gesù pensava, ma certo a causa della follia degli uomini stessi potrebbe
essere prossima la fine del mondo.
Riusciranno almeno i superstiti - se ve ne saranno - a fare tesoro degli ammonimenti
del Gesù degli apocrifi, per costruire finalmente un nuovo mondo, basato su principi
di amore, di fratellanza, di giustizia?
-Estratti da alcuni Vangeli Apocrifi
Codice Arundel 404 [estratto]
Vangelo di Filippo [estratto]
Vangelo di Maria [estratto]
Vangelo di Pietro [completo]
Vangelo di Tommaso [completo]
Note ai vangeli gnostici di Tomaso, Maria e Filippo [David Donnini]
Sebbene alcuni estratti qui riportati siano brevi, sono tuttavia sufficienti per intuire in
quale ampia misura il contenuto dei vangeli gnostici della "collezione" di Nag
Hammadi sia contrastante con quello della "scuola paolina". Anzi, possiamo
senz'altro affermare che spesso si percepisce una vena intenzionalmente polemica nei
confronti della teologia neo-cristiana dei seguaci di Paolo. Non possiamo negarlo nel
momento in cui ci troviamo di fronte ad affermazioni del tipo: "Coloro che dicono
che ... si sbagliano".
Questa intonazione provocatoria l'avevamo già incontrata nei vangeli cosiddetti
giudeo-cristiani, o piuttosto nelle severe critiche che i padri della chiesa hanno rivolto
contro quei testi, dichiarando che i nazareni e gli ebioniti "...rifiutano l'apostolo
Paolo...", "...chiamano apostata l'apostolo Paolo...", dichiarandolo uomo menzognero.
Si ricordi che spesso Paolo, nelle sue lettere, insiste nel difendersi dalle accuse di
menzogna e afferma con energia di "non mentire", confermando l'esistenza di una
aspra polemica contro le sue idee. Senz'altro ci viene in mente l'immagine dell'"uomo
di menzogna" contro cui si scagliano spesso le scritture qumraniane. Tutto questo è
molto illuminante sulla via del nostro tentativo di sbrogliare la complicata matassa
delle origini della letteratura evangelica e del loro legame con la letteratura essena del
Mar Morto.
Evidentemente, nei primissimi secoli, prima che la riforma costantiniana accettasse il
cristianesimo a pieno diritto fra le religioni principali dell'impero e la chiesa
diventasse organo di potere dell'impero stesso (cioè prima che iniziasse l'epoca lunga
e tragica delle persecuzioni contro gli "eretici"), il cristianesimo era una vasta
costellazione di "scuole" in contrasto l'una con l'altra e, fra queste, quella paolina non
poteva dirsi né l'unica né la più accettata.
La scuola giudeo-cristiana, ovverosia quella dei discepoli ebrei di Gesù, i quali non
avevano alcuna intenzione di abbandonare la fede mosaica e interpretavano le
profezie messianiche nel modo più tradizionale, era stata ripresa successivamente da
diverse correnti gnostiche che conservavano una aperta ostilità nei confronti della
176
teologia revisionista, e addirittura scissionista, di cui Paolo, che aveva finto una
opportunistica conversione, fu l'iniziatore.
Uno dei principali elementi polemici che notiamo subito negli scritti gnostici riguarda
il tema della resurrezione. Su esso non ci può essere dubbio alcuno: il vangelo di
Filippo si esprime in termini estremamente chiari, dicendo che la resurrezione intesa
come la intende la teologia cristiana che tutti conosciamo, ovverosia come ritorno alla
vita biologica della carne morta, è uno "sbaglio". Essa deve essere piuttosto
interpretata come una immagine simbolica, che rappresenta l'accesso ad una
condizione di "vita eterna", di "gnosi", di "illuminazione", di consapevolezza
spirituale che libera l'uomo dai legami dei sensi e della carne, ovverosia dai limiti in
cui la sua vita materiale sembra essere irrimediabilmente imprigionata. Sono
decisive, in tal senso, certe affermazioni, come quella che se "uno non consegue la
resurrezione finché è vivo...", ecc...
Altro elemento di forte contrasto è quello che riguarda il ruolo di Maria Maddalena.
Nel vangelo detto "di Maria" abbiamo visto la testimonianza di una aspra contesa fra
Pietro e Maria, e l'intervento di Gesù che tradisce una spiccata inclinazione per
quest'ultima. Lo stesso identico fatto è testimoniato anche dall'ultimo verso del
vangelo copto di Tomaso, mentre il vangelo di Filippo si spinge molto più in là
affermando, per ben tre volte, che Maria Maddalena è "la consorte" di Cristo. Ora
non possiamo fare a meno di rammentare alcune importanti tradizioni medievali,
severamente combattute dalla chiesa soprattutto nella Francia meridionale, in cui si
credeva che Maria Maddalena fosse proprio la moglie dell'aspirante Messia dei giudei
e che, attraverso un figlio da lei concepito con l'illustre marito, avesse avuto un
seguito la stirpe del sangue reale di Davide (il Sang Raal dei provenzali di lingua
d'Oc, che noi storpiamo nella forma San Graal). È una delle questioni più censurate
della storia medievale, dietro la quale si sono giocati anche importanti equilibri nella
lotta per l'egemonia politica sull'occidente cristiano. Il Santo Graal, che noi siamo
soliti rappresentare simbolicamente come una coppa in cui sarebbe stato raccolto il
sangue del figlio di Davide, sarebbe in realtà la dinastia davidica (il Sangue Reale
appunto) a cui qualcuno si sarebbe fregiato di appartenere, motivando così la sua
ambizione a regnare sul Sacro Romano Impero.
I versi 101 del vangelo di Tomaso e 17 del vangelo di Filippo trattano di una
questione relativa allo Spirito Santo come Madre (Ruah = entità femminile in
ebraico) e al concetto di Padre e Madre (con evidente riferimento al comandamento
biblico "Onora tuo Padre e tua Madre, come il Signore Dio tuo ti ha comandato,
perché la tua vita sia lunga e tu sii felice nel paese che il Signore tuo Dio ti dà"). Ciò
ha implicazioni profonde che svelano quanto sia stato reinterpretato il concetto
trinitario dalla teologia neo-cristiana. Ovviamente, se leggiamo con attenzione il
comandamento biblico, possiamo subito notare che il Padre e la Madre di cui si parla
non sembrano essere i genitori carnali che ciascuno di noi ha. Non ha senso infatti
l'idea che uno debba vivere a lungo solo qualora onori i genitori carnali. Diciamo
invece che il Padre e la Madre a cui ci si riferisce nel significato originario del
comandamento biblico sono figure che, attraverso una simbologia nuziale che è
177
ripresa più volte in altri versi da noi non citati dei vangeli di Tomaso e di Filippo,
rappresentano i principi creativi che hanno posto in essere il mondo e che hanno
stabilito le sue leggi. In pratica il Padre e la Madre sono le prime due figure del
concetto originario di trinità, avente una connotazione fortemente sessuale, ed
essendo il Figlio la terza figura, cioè tutto ciò che dai principi creativi è stato generato
e, in particolare, l'umanità. Il verso 101 del vangelo di Tomaso confuta
l'interpretazione neo-cristiana del comandamento biblico, affermando in modo
chiarissimo che la madre contingente ha dato al figlio solo una spoglia mortale,
mentre il principio essenziale della vita proviene a lui dalla vera Madre che è,
appunto, la figura trinitaria che il neo-cristianesimo sostituisce con l'immagine
desessualizzata dello Spirito Santo, eliminando così, tra le figure del Padre e del
Figlio, l'unica che possa inserirsi logicamente. Il verso 17 del vangelo di Filippo si
domanda come possa essere stata ingravidata Maria dallo Spirito Santo, cioè dal
principio femminile della trinità, al quale, e solo al quale, è attribuita la qualità di una
verginità intrinseca. Addirittura il verso si spinge a polemizzare apertamente con
l'idea che Gesù non avesse una padre carnale, idea che appare nelle natività presenti
nei vangeli canonici.
L'ultimo punto che noteremo è quello espresso nel verso 47 del vangelo di Filippo. In
cui si afferma chiaramente che il titolo Nazareno non ha relazione alcuna con una
eventuale origine di Gesù dalla città di Nazareth, bensì ha un significato religioso che
sembrerebbe legato al termine "verità". A questo proposito vorrei citare un messaggio
che ho ricevuto il 10 Maggio del 1998 dal professor Daniel Gershenson della
Università di Tel Aviv, nel corso delle nostre discussioni sulle origini della letteratura
evangelica:
"I think I have discovered the etymology of Nazoraios, and of the name for the
Christians in Hebrew and Arabic. In the Aramaic translation of Isaiah 44:13,
Jonathan ben Uzziel translated the Hebrew word "maqtsuot" with the Aramaic
"Nazora" ... However the root NZR occurs in the Aramaic translation of Isaiah 26:2,
"a righteous people keeping faith" where the word "emunim" (=faith) is from the root
of "emeth" (=truth), so it is clear why that late Philip could say it means "truthful"."
Ancora una volta troviamo che la tradizione più fedele alle origini giudeo-cristiane
contesta un altro presupposto dell'insegnamento neo-cristiano: l'idea che Nazareno
significhi di Nazareth.
Mi pare logico ora portarvi con la fantasia nel magico Tibet e nella sua infinita
spiritualità……
178
TIBET
Tra templi arroccati su cime inaccessibili, tra monaci contemplativi e sorridenti, tra le
più alte catene del mondo, il Tibet è il paese del mistero per eccellenza. Sarà la sua
secolare solitudine, sarà il mistero della sua fede, della sua filosofia e delle sue
leggende che hanno dato a questo paese, dove tutti vorrebbero avventurarsi, il titolo
di "magico". Ovunque si vada, e specialmente tra i templi e le statue di Buddha, si
capisce come un tempo qualcosa di profondamente misterioso accadde in queste
zone; in un certo senso le misteriose strutture architettoniche fanno da padrone in
questo spaccato di enigmaticità.
Possiamo iniziare tranquillamente con il mistero della religione di questa zona del
mondo. Sebbene il Buddhsimo nacque in India cinquecento anni prima della nascita
di Cristo è in Tibet che si sviluppa ed ebbe la sua massima espansione grazie alla
nascita di scuole religiose e all'aiuto economico dei primi governanti locali, anche
loro coinvolti profondamente nella fede. Al di là del mistero che coinvolge gli Dei di
questa religione ,che ha portato a vedere Buddha e gli altri angeli e demoni come
extraterrestri discesi da altri pianeti, c'è poca chiarezza per quanto riguarda le
numerose tecniche connesse con questo antico culto. Cosa ispirò i primi maestri
indiani e quindi i loro allievi tibetani per sviluppare tecniche tanto soprannaturali e
per lo più ignote agli occidentali? Si è ipotizzato un probabile arrivo di genti di Mu in
quelle terre, genti pronte ad istruire i Tibetani; Trattasi sicuramente di teorie molto
particolari, confermate da numerose e coloratissime leggende locali, che tuttavia non
possono essere date per scontate, vista ancora la profonda enigmaticità della storia
tibetana e la sovrapposizione di leggende con reali fatti storici. Il segreto del
buddismo risiede essenzialmente nella sua arte e nei suoi precetti liturgici così
complicati ed estesi da far apparire la letteratura e l'arte occidentale sia di stampo
religioso che culturale ben poca cosa. Essenzialmente, se parliamo di arte buddhista
ci riferiamo inizialmente alla scuola del Ghandara, sorta in Afghanistan e che,
soggetta all'influenza dell'arte greco-romana, vista l'instaurazione di antichi regni di
cultura indo-greca, fissò i canoni basi per la rappresentazione del Buddha.
Inizialmente, secondo ricerche archeologiche, l'immagine del Buddha era aniconica e
a rappresentare la divinità vi erano elementi quali la ruota sacra del Buddhismo,
elementi solari e così via. Con il tempo la figura, attraverso la statuaria e gli affreschi
parietali, si è trasformata in quella di un uomo seduto nella posizione del loto, in
atteggiamento di meditazione e di contemplazione. Sebbene la figura rappresentata
differisca da zona a zona, generalmente essa è quasi sempre fissata in canoni precisi,
sebbene inizialmente nelle aree vicino all'Afghanistan le statue avessero dei volti
meno mongolizzati rispetto alle rappresentazioni cinesi, buddhiste e del sud est
asiatico.
È chiaro che se parlarliamo di Buddhismo ci riferiamo a concetti cosmici molto
particolari; infatti le statue sono quasi sempre posizionate, secondo alcuni, su assi che
possono ricordare costellazioni così come i templi in cui sono poste. Ci accorgiamo il
più delle volte che il Buddha è sovente rappresentato con lunghe orecchie: perché
179
questa caratteristica? Curioso che anche nell'isola di Pasqua si parli di gente dalle
orecchie lunghe (basti vedere i moai) e interessanti sono anche alcune statue di
Angkor.
Perchè non pensare che in Tibet così come nell'Isola di Pasqua si siano insediati
gruppi di uomini dalle lunghe orecchie? È possibile, e vediamo come nel Buddha i
richiami a questa antica etnia siano tutti presenti nella statuaria ricorrente. Il più delle
volte il Buddha è rappresentato con l'ulna, una sorta di diadema sulla fronte che
vorrebbe essere un richiamo al terzo occhio e alla capacità di chiaroveggenza;
sappiamo inoltre che nel Tibet, tra specifici iniziati, si è soliti ricevere l'apertura del
terzo occhio, e sappiamo che questo occhio, un tempo posseduto da tutti gli uomini,
fu chiuso dagli Dei che ancora si aggiravano nel Tibet!
Il Buddhismo è forse connesso al continente perduto di Mu? Il Buddha non sarebbe
altro che uno dei tanti illuminati che avrebbero ripresto l'antico culto. Tutto è
possibile ed ecco spiegati i numerosi riferimenti cosmici nel pantheon buddhistico,
dalla credenza dell'esistenza di numerosi ed infiniti mondi, alla creazione di elitè
culturali segrete, dedite all'esoterismo, quali i Mikkyo ad esempio; alla compilazione
di testi segreti che ci parlano di antichi riti quali i Tantra, alla figura di Siddharta
Guatama, così misteriosa che farebbe pensare a un depositario di antichi segreti o
iniziato da specifici esseri cosmici.
Che dire poi dell'uso in tempi remoti dei Vajra: fulmini che usavano gli dei per
scacciare i demoni? Vuole essere forse un riferimento ad antiche tecnologie avute in
dote da esseri superiori o da antiche civiltà? Come spiegare poi il ricorrente modo di
rappresentare i buddha giganti? Ciò vuole forse alludere a quella antica razza di
giganti di Mu che si aggiravano nel Tibet millenni or sono?
Il famoso Lobsang Gampo ci racconta dell'aggirarsi nel Tibet di un antica stirpe di
uomini alti e con gli occhi chiari, facenti parti della casta dei nobili: un altro elemento
che ci conferma la presenza di civiltà aliene ed avanzate nell'antico Tibet? Il Buddha
forse fu solo un intermediario di un antico ed elaborato sapere spirituale dettato e
custodito da antiche etnie che vivevano nel Tibet e poi scomparse. Nel corso del
nostro viaggio in Tibet capiremo come tutti i misteri di questa terra siano in qualche
modo connessi a tempi molto antichi, in cui razze aliene si diedero da fare per
costruire la cultura che ancora oggi dimora in queste lande isolate. La statuaria
buddhistica e gli affreschi parietali ci mostrano spesso il Buddha attorniato da
misteriosi simboli cosmici e il suo corrente essere associato al loto. Come spieghiamo
questi misteriosi simboli e cosa dire del loto?Si dicono che Badsambambawa, noto
maestro yoga che portò in Tibet questa religione, sia nato in un loto. Può essere il loto
il ricordo sbiadito di un veicolo cosmico su quale giunse il famoso maestro? Si dice
che questo uomo fu un santo, e perché non pensare che una creatura così perfetta
possa essere, al pari delle altre religioni, un essere di un altro mondo che istruì gli
uomini? Le sue complicate tecniche riportate nel Bardo Thol, ovvero il libro tibetano
dei morti, ci fanno pensare ad esso come un uomo di una razza evoluta proveniente
da altri pianeti. Forse potrebbe essere stato anche uno dei tanti "eroi" creati in
laboratorio per opera dell'elitè di Mu dimorante in queste zone. Forse è solo
180
fantascienza ma stando a precisi richiami cosmici ed elementi culturali, questa
religione forse fu profondamente influenzata da esseri di altri mondi. Non sappiamo
in che modo, un passato mitico deve aver costellato il Tibet e forse furono
protagonisti esseri non umani come anche la antica religione Bon ci lascerebbe
credere.
Il nostro viaggio prosegue con l'esplorazione di un misterioso luogo chiamato
Agharti. Osannato e cercato a lungo, questo luogo enigmatico continua a far parlare
di sè da migliaia di anni; sfortunatamente, nessuno ha mai capito se si tratta di un
luogo reale, di una leggenda oppure di un piano dimensionale diverso, abitato da
iniziati. Tantissime leggende contribuiscono a infittire il mistero di Agharti. Si dice
ad esempio che sia la porta di accesso verso un mondo di gallerie abitato ancora da
presunti superstiti di Mu, si dice che dentro vi dimorino demoni, entità non umane e
altre specie viventi. Forse si tratta solo di un'invenzione oppure solo favole tibetane.
Non lo possiamo dire anche perché finora non è stata provata la veridicità della
presenza di un luogo simile. Molti hanno pensato ad esso come a uno stato di
beatitudine, che si raggiunge in seguito ad enormi sacrifici e prove durissime. Forse
un giorno lontano sapremo con sicurezza di cosa si possa trattare.
Molto misteriosa è la città di Lasha, la capitale del Tibet. Per diversi anni è stata
chiusa agli stranieri e vi potevano accedere soltanto Tibetani. Quali segreti
nascondeva Lasha per essere chiusa agli stranieri? Molto probabilmente succedevano
o accadevano cose meravigliose che non potevano essere svelate al mondo
occidentale, che sicuramente non avrebbe capito.
Un altro regno mitico affine ad Agharti sarebbe Shangri-La, racchiuso tra le
montagne dell'Himalaya. Stando ad alcune leggende si tratterebbe di un regno di
perfezione abitato da iniziati sganciatisi dalle convenzioni del mondo moderno. Come
nel caso di Agharti non si hanno prove dell'esistenza di questo mondo e si pensa che
possa essere soltanto un concetto spirituale o uno stadio di perfezione raggiunto con
uno specifico addestramento. Dove esiste quindi veramente Shangri-La? Nel nostro
io oppure si tratta effettivamente di un regno parallelo veramente esistente?
Passando alla presenza di ipotetici extraterrestri nel passato, vediamo che il Tibet è
ricchissimo di riferimenti a queste creature. Se potessimo compilare una casistica dei
paesi più visitati da extraterrestri nel passato il Tibet sarebbe sicuramente al primo
posto. Libri, leggende e riferimenti religiosi ci fanno pensare alla presenza di antichi
extraterrestri scambiati per dèi, che sarebbero potuti diventare addirittura capi e
fondatori di religioni. La testimonianza ci viene dal testi tibetani, in particolare dal
Kanjnr, che per pagine e pagine ci racconta di dèi di fuoco arrivare su luci abbaglianti
o conchiglie volanti arrivare su nubi dense attorniate da luci misteriose. La mole di
questi testi sarebbe impressionante visto che si tratterebbe di 1083 opere e solo il
Tanjur consisterebbe di 225 libri. Non si parla soltanto dell'arrivo di esseri misteriosi
ma anche dell'instaurazione, come abbiamo detto pocanzi, di veri e propri imperi
sanciti da alleanze che potremmo definire cosmiche.
Due leggende molto speciali chiarirebbero quanto stiamo dicendo. La prima narra di
181
un ragazzo dal capo deformato che sposò la figlia di un dio dimorante nelle regioni
celesti, scendendo di tanto in tanto sulla Terra sotto forma d'anatra splendente. A che
cosa vuole alludere la storia? Alla presenza di extraterrestri nell'universo che a un
certo punto si unirono con gli umani creando importanti dinastie? È possibile, e il
Tibet con i suoi misteri ci richiama a tempi immemorabili in cui potenti monarchie
spaziali si installavano sul territorio.
Il noto autore Walter Raymond Drake, nell'esplorare le tracce che richiamavano a una
presenza di antichi extraterrestri nelle terre asiatiche, ci racconta di una favola
tibetana che richiama a realtà sconosciute e a potenti imperi di cui oggi non si sa più
nulla. Vediamo come si esprime Drake a riguardo:
"Una colorita fiaba tibetana descrive Sudarsoma, la città di trentatrè dei, che sorgeva
nello spazio, circondata da sette cerchia di mura d'oro...una meraviglia architettonica
scintillante d'oro, argento, berillio e cristallo, dove le divinità avrebbero posseduto il
potere della materializzazione, traendo dagli alberi tutto quanto desideravano... Dopo
aver conquistato il mondo intero, il re Mandhotar sarebbe stato spinto dalla brama di
potere a sottomettere anche il cielo, ma la sua sfrenata ambizione lo avrebbe condotto
a perdere tutto, anche la vita. Ora, mentre Mandhotar si trovava nello spazio, la città
di trentatrè dèi sarebbe stata attaccata dagli Asura, i quali , dopo una dura battaglia
combattuta con armi incredibili, vennero sconfitti e ricacciati nello spazio."
Il Tibet delle origini poi ci racconta chiaramente di monarchi potenti dotati tuttavia di
caratteristiche che li fanno apparire come dei viaggiatori giunti sulla Terra in chissà
quale modo, pronti a conquistare il potere locale vista la loro superiorità, non solo
tecnologica ma anche biologica. Si racconta infatti del primo monarca conosciuto con
il misterioso nome di Shipuye, di cui si ignora l'origine. Si parla dei "sette troni
divini"e delle "due alte creature" (Peter Kolosimo, in Non è terrestre ci fa notare un
parallelismo con leggende vietnamite, greche, giapponesi ,egizie ed indiane che ci
accennano a periodi ancestrali in cui ci furono monarchie divine) seguite poi dai
"quattro potenti", dai "sei regnanti saggi" e dagli "otto monarchi del mondo" per
giungere poi al primo monarca tibetano, di cui è registrata la vita e le opere,
conosciuto come Nami Sontson, che durante il VII sec. creò un forte impero in
Oriente.
Chi erano, escludendo quindi l'ultimo monarca dotato di caratteristiche totalmente
umane, i misteriosi esseri che diedero vita a questi favolosi imperi? A che epoca
risalirebbero questi mitici regni? Perchè si è persa ogni traccia di questi imperi e dei
loro governanti? Si tratta solo di opere di fantasia oppure gli antichi testi tibetani ci
raccontano la verità?
Le tracce della presenza di esseri più evoluti o di civiltà potenti non finisce qua.
Infatti nello stato del Yunnan, esattamente tra i fondali del lago Tungfling, sono stati
ritrovate piramidi enigmatiche di cui non si conosce l'origine, e che fa sospettare ci
sia lo zampino di ipotetici abitanti di Mu. È possibile che il luogo fu visitato da esseri
di altri mondi visto il ritrovamento di strani geroglifici su un isola del lago citato.
Questi geroglifici rappresenterebbero esseri a bordo di navicelle, reggenti strane
trombe. I geroglifici risalirebbero a 45.000 anni fa. È forse la cronaca di antichi
182
sbarchi di alieni? È possibile e possiamo pensare che i geroglifici possano anche
rappresentare gli abitanti di Mu che giungono in Tibet con astronavi.. Chi era il
popolo che giunse in quest'angolo del mondo millenni or sono?
Secondo il prof. Chi-Pen-Lao, furono antichi astronauti. Giunsero sulla Terra. Ciò
sarebbe comprovato dal ritrovamento sulle montagne Nimu di un antica popolazioni
di uomini alti 130 cm. Stando a lui ed altri studiosi questi piccoli uomini sarebbero i
diretti discendenti di antichi visitatori cosmici, rappresentati nelle caverne e sulle
montagne che numerose circondano queste zone. Nelle montagne di Bayan Kara Ula
sono stati ritrovate misteriose tombe contenenti esseri dagli enormi crani e affiancati
da dischi circoncentrici. Non si sa di chi fossero quegli scheletri, ma ricordandoci del
caso della lamaseria di Thuerin in Mongolia è probabile che si trattasse di esseri di
altri mondi. I dischi contenevano geroglifici che riportavano una verità sconcertante.
Vediamo cosa ci dicono:
"Da un pianeta lontano 12.000 anni luce giunsero un giorno delle astronavi.
Atterrarono in Tibet con gran fragore, dieci volte, sino al sorgere del Sole. Gli
uomini, le donne ed i bambini (terrestri) si rifugiarono nelle caverne. Questi
viaggiatori vennero chiamati Dropa o Kham. Infine gli Umani compresero, dai segni
e dal comportamento, che i visitatori venuti dal cielo avevano intenti pacifici e i
Dropa poterono avvicinarli".
È possibile quindi che uomini di altri mondi abbiano visitato il Tibet di molti millenni
or sono. Le tracce sono molto chiare a tal riguardo. Forse il Tibet è stato solo uno dei
tanti paesi che subirono l'influenza di antichi visitatori cosmici.
La presenza di qualche potente civiltà di origine ovviamente non umana ci viene
anche da Lobsang Rampa, famoso lama tibetano autore di libri sui segreti del Tibet.
Durante la sua vecchiaia avrebbe scoperto una misteriosa grotta con magnifici oggetti
di una civiltà superiore e molto antica. Vediamo cosa ci dice in proposito:
"...ero con altri tre Lama e stavamo esplorando alcune catene montuose tra le più
remote, allo scopo di scoprire la causa di un forte boato udito qualche settimana
prima. Perlustrando le vette circostanti, individuammo una grande crepa molto
profonda che immetteva in una caverna degli antichi. Penetrammo tutti e quattro nella
crepa e dopo alcuni metri notammo che una debole luce argentea, mai vista prima,
illuminava un'ampia ed enorme sala, come se la montagna fosse vuota. Mentre
avanzavamo constatammo con grande stupore che la luce argentea illuminava anche
degli apparecchi e altri meccanismi strani. Alcuni di questi si trovavano dentro dei
contenitori di vetro, mentre altri si potevano toccare. Così cominciammo tutti a
ispezionare questi strani macchinari e l'immensa sala, attraversando porte che si
aprivano e si chiudevano automaticamente, mentre le apparecchiature sembravano
illuminarsi o entrare in azione al nostro passaggio. In una di queste macchine si
trovava uno schermo (molto simile ad un odierno televisore), dove il gruppo poteva
rivedere, registrati, alcuni episodi di vita della civiltà perduta degli 'antichi'. Questo è
quello che vedemmo e sentimmo. Una civiltà evoluta, esistita migliaia e migliaia di
anni fa, che poteva volare nel cielo e costruiva apparecchi che imprimevano pensieri
nella mente di altre persone. Possedevano armi atomiche e infatti una di queste
183
esplose e distrusse quasi tutto il mondo. Alcuni continenti sprofondarono sotto le
acque ed altri ne emersero".
È chiaro che il lama venne a conoscenza di qualcosa decisamente enigmatico, ma
come si deve considerato tale ritrovamento? Reale? Si tratta forse di veicoli degli
antichi abitanti di Mu che si sistemarono in Tibet? Il riferimento alla civiltà degli
antichi e all'avanzata tecnologia ci fanno davvero credere che qualcosa del genere
possa essere successo. L'autore tibetano, raccontando la sua biografia, ci fa credere
che il Tibet in passato possa essere stato una fiorente colonia di un antico impero
antidiluviano. Infatti egli cita la presenza nel Tibet di uomini alti più di due metri e
dagli occhi chiari; il padre era solito raccontargli di un'antica età dell'oro dove gli dèi
camminavano con gli esseri umani e dove questi ultimi possedevano il terzo occhio,
che erano solito sfruttare per visualizzare il vero carattere delle persone. Gli uomini
di due metri e dagli occhi chiari, e il mito dell'età dell'oro, ci portano da un lato a
credere che ci fu una qualche civiltà antidiluviana (Mu?) e da un altro lato che i suoi
discendenti si aggirino ancora per il Tibet. Gli abitanti di Mu erano spesso descritti
come alti e dai capelli chiari e quindi se ammettessimo una loro emigrazione in Tibet
è possibile che i loro discendenti siano presenti ancora nel paese delle nevi.
Cosa possiamo dire del terzo occhio? La leggenda allude chiaramente a un tempo
mitico in cui tutti gli uomini lo possedevano e sappiamo che nelle lamaserie, esistono
degli iniziati, come Lobsang Rampa, che ricevono l'apertura del terzo occhio. Forse i
gruppi di monaci promulgano un tipo di religione il cui scopo era quello di tornare
all'antico culto? Sappiamo che le statue del Buddha sono soventi essere rappresentate
con questo terzo occhio. Forse il Buddhismo non è che il proseguimento di un'antica
religione esistita durante il regno dei signori di Mu in Tibet. Tutto può essere, e
potremmo anche ipotizzare che le lamaserie furono portate a un livello tecnologico
tale da consentire ad alcuni di loro i viaggi interstellari, come alcune leggende
tibetane ci farebbero credere. Forse ebbero modo di imbattersi in esseri cosmici il cui
contatto fu mantenuto utilizzando apposite tecniche telepatiche, che a questo punto
possono essere tanto originarie di un'antica civiltà situate in queste zone quanto
acquisite in seguito al contatto con esseri di altri mondi.
Abbiamo tracciato essenzialmente e in breve i misteri del Tibet e siamo venuti a
conoscenza che civiltà aliene e presunte civiltà antidiluviane possano essersi
installate lì. Purtroppo la complicatezza, la confusione e la lontananza nel tempo di
certe tracce spaziali non ci chiariscono le idee di cosa realmente sia successo nel
Tibet. In un giorno non lontano forse saremo in grado di capire tutti i segreti di questa
regione ed avere un quadro chiaro di come fosse la realtà all'epoca. E studiando il
Tibet, potremo anche far luce su tutti i segreti che avvolgono il passato della Terra
Dopo il Tibet misterioso e spirituale, la terrificante realtàcomunista. Il problema
grave del comunismo nel mondo: ha oppresso e sta opprimendo ingiustamente
milioni di persone, negando loro dignità e libertà, anche in Tibet! Anche in tale
partito, che avrebbe dovuto mettere al centro del benessere l’uomo, ha alterato ogni
vera filosofia per il solito potere dei pochi sui tanti…. Cambiano i parametri, ma gli
184
umani sono comunque i soliti idioti guidati da aguzzini “dal cuore di pietra”!.
LE QUATTRO TAPPE DELL'OLOCAUSTO: EMIGRAZIONE LE
GHETTIZZAZIONE, MASSACRI CON UNITÀ MOBILI, CAMPI DI
STERMINIO.
1- "SOLUZIONE EMIGRAZIONE" (1933-1941)
Inizialmente, vale a dire sino allo scoppio della guerra, apparentemente l'obiettivo
principale del nazismo e di Hitler consistette nel rendere il Reich judenfrei vale a dire
"libero dagli ebrei". Il sistema prescelto per "ripulire" la Germania dagli ebrei fu, in
questa prima fase, costringerli ad emigrare. Rendendo loro intollerabili le condizioni
di vita attraverso una legislazione sempre più oppressiva, si cercava di spingerli verso
un esodo definitivo all'estero. Il bilancio di questa fase che va sostanzialmente dal
1933 al 1939, non fu tuttavia coronato da successo.
Dei 520.000 ebrei tedeschi che vivevano in Germania nel 1933, ne rimanevano
350.000 nel 1938. Ma in quello stesso anno con l'annessione dell'Austria i nazisti si
trovarono a dover "gestire" anche i 190.000 ebrei austriaci.
Riuscire a far emigrare altri 540.000 ebrei apparve era impossibile. Ad ogni
espansione della Germania nazista il numero degli ebrei cresceva e le nazioni estere
non furono in grado o non vollero assorbire l'ondata di emigrazione ebraica
proveniente dal Reich. La soluzione "emigrazione" alla vigilia della guerra appariva
sostanzialmente fallita.
Nacque allora l'idea di ampliare il concetto stesso
di deportazione trasferendo forzatamente in un luogo distante gli ebrei tedeschi. Il
luogo venne individuato nell'isola di Madagascar. All'epoca il Madagascar era una
colonia francese e per rendere possibile il piano, occorreva sottoscrivere un accordo
diplomatico. Nonostante i numerosi colloqui non si raggiunse alcun risultato positivo.
Con la sconfitta della Francia questa ipotesi tornò in auge.
La resistenza della Gran Bretagna tuttavia impediva la realizzazione del progetto. In
più nel 1940 la situazione era drammaticamente mutata: non si trattava più di far
emigrare 520.000 ebrei tedeschi, occorreva sbarazzarsi anche degli ebrei polacchi che
assommavano a 2.000.000 di persone. Nel febbraio 1941 Hitler discusse il problema
con il consigliere del lavoro Ley.
Dal diario personale di Gerhard Engel (un ufficiale che prestava servizio presso il
quartier generale del Führer) sappiamo che Hitler aveva ancora in mente l'idea
dell'emigrazione forzata anche se questa andava presentando sempre maggiori
difficoltà a causa della guerra. Hitler ammise che all'inizio aveva affrontato il
problema pensando soltanto agli ebrei che vivevano nel Reich. Ora l'obiettivo era
diventato più ambizioso: l'influenza ebraica doveva essere eliminata da tutti i territori
sotto il controllo dell'Asse.
Hitler a questo punto sostenne che occorreva riprendere in mano la questione del
Madagascar con i francesi. Martin Bormann chiese come si sarebbe potuto trasportare
185
così tanti ebrei in un luogo così distante vista la presenza della flotta inglese. Hitler
ribatté che occorreva studiare la questione e si dichiarò disposto a usare l'intera flotta
se necessario ma non voleva esporre i marinai tedeschi ai siluri inglesi. Ora però
"pensava a ogni cosa, da un punto di vista diverso, e non certo con maggiore
simpatia" [verso gli ebrei]. Hitler pensava cioé ad altre possibili soluzioni.
2 - GHETTIZZAZIONE AD ORIENTE In piena guerra il problema si aggravò
ulteriormente. L'invasione del Belgio, dell'Olanda, della Francia, della Danimarca e
Norvegia fece aumentare ulteriormente il numero degli ebrei caduti nelle mani del
nazismo. L'obiettivo prioritario, rendere judenfrei la Germania si allargò a dismisura:
si trattava ora di rendere judenfrei l'intera Europa.
La soluzione non poteva più essere quella di far emigrare gli ebrei all'estero. Si fece
così strada un'altra soluzione: deportare gli ebrei europei all'Est concentrandoli nei
territori polacchi occupati. In questa operazione di concentramento dovevano essere
coinvolti ovviamente anche gli ebrei polacchi.
Creare in Polonia dei grandi ghetti apparve la soluzione più appropriata. Tuttavia sin
dall'inizio ci si scontrava con un altro pilastro dell'ideologia nazista: lo "spazio vitale"
che la Germania doveva guadagnarsi ad Est. I territori conquistati dovevano infatti
essere destinati ai tedeschi che avrebbero dovuto insediarvisi. Il concentramento nei
ghetti della Polonia non poteva dunque rappresentare la "soluzione finale" del
problema ebraico ma una "soluzione transitoria" in attesa della fine della guerra dopo
la quale si sarebbe dovuta trovare una soluzione alternativa.
3 -STERMINIO IN UNIONE SOVIETICA
Mentre si affermava la soluzione della "ghettizzazione" la Germania stava preparando
i piani di invasione dell'Unione Sovietica. In prospettiva l'invasione dei grandi
territori dell'Ucraina, della Bielorussia e della Russia europea aggravava il "problema
ebraico". Infatti il numero degli ebrei che vivevano in Unione Sovietica ammontava a
svariati milioni.
La soluzione adottata in Polonia non sembrava praticabile. Si fece strada un'ipotesi
alternativa: eliminare fisicamente gli ebrei dell'Unione Sovietica con nuclei di
sterminio mobili appositamente creati. Nel marzo 1941 Hitler affermò che
"l'intellighenzia giudeo-bolscevica in Unione sovietica doveva essere eliminata" ma
questo era un compito difficile che non poteva essere affidato all'esercito.
In una direttiva dell'esercito del 13 marzo 1941 si informavano i comandanti militari
che Hitler aveva incaricato Himmler di certi compiti speciali nelle zone operative
dell'esercito. Himmler avrebbe agito di autorità propria e sotto la sua personale
responsabilità. Di fatto questi compiti consistevano nel massacro degli ebrei sovietici
ad opera dei cosiddetti "Einsatzgruppen".
Il 22 giugno 1941 la Germania invadeva l'Unione Sovietica. Nei territori che con
estrema velocità le armate tedesche stavano occupando vivevano 4.000.000 di ebrei.
All'avanzare delle truppe tedesche, alle loro spalle, gli Einsatzgruppen iniziarono un
sistematico massacro che - secondo le valutazioni degli storici - provocò oltre
186
1.500.000 morti.
4 - «SOLUZIONE FINALE»
La soluzione di sterminare sul posto gli ebrei rappresentò un "salto di qualità" nel
progetto di eliminare il giudaismo europeo. Per la prima volta si teorizzava e
applicava nel concreto un piano di eliminazione fisica. Tuttavia il sistema di
sterminare gli ebrei laddove vivevano non poteva essere adottato al di fuori
dell'Unione Sovietica. Lo sterminio degli ebrei occidentali non poteva essere attuato
con mezzi così brutali ed evidenti. Non si potevano assassinare in massa gli ebrei
olandesi, francesi, greci alla luce del sole.
Le fucilazioni compiute ad Oriente erano inimmaginabili ad Occidente. Occorreva
studiare un altro metodo. Ed è di fronte a questi problemi che si fece strada la
"soluzione finale".
Vi erano state diverse esperienze di sterminio negli anni precedenti che concorsero ad
ideare la soluzione finale: il programma di eutanasia aveva formato un nucleo di
specialisti che aveva ideato le uccisioni con i gas; la deportazione in Polonia degli
ebrei del Reich aveva fornito degli "insegnamenti" sulle tecniche di deportazione; il
concentramento in ghetti aveva messo in grado le possibilità della macchina dello
sterminio.
Con un bagaglio di esperienza così ampio si fece definitivamente strada la soluzione
finale cioe' l'annientamento fisico degli ebrei in campi di concentramento predisposti
a Oriente. La teorizzazione di questa soluzione finale venne affidata ad Himmler e ad
Heydrich.
Lo spartiacque storico venne marcato dalla cosiddetta Conferenza del Wannsee, una
riunione nella quale si iniziarono a coordinare tutti gli enti interessati al buon esito
della soluzione finale. All'inizio del 1942 la "soluzione finale del problema ebraico"
era stata varata.
Il termine olocausto, che nell'antica liturgia ebraica designa il sacrificio levitico, è stato
adottato dagli storici per indicare il massacro di sei milioni di ebrei compiuto dal regime
nazista durante la seconda guerra mondiale. Dopo la politica di boicottaggio e di
discriminazione antisemita avviata in Germania fin dal 1933 (vedi leggi di Norimbrega
1935) e I'istituzione dei primi campi di concentramento (Oranienburg, Buchenwald e
Dachau), i nazisti presero a pretesto I'assassinio di Ernst von Rath, un segretario
dell'ambasciata tedesca a Parigi, per bruciare 267 sinagoghe e arrestare 20.000 persone
nella tristemente famosa Kristallnacht ("notte dei cristalli" tra il 9 e il 10 novembre 1938.
Gli ebrei tedeschi furono costretti a pagare una somma di 400.000.000 di dollari per
risarcire i danni subiti dalle loro stesse proprietà. Iniziata la seconda guerra mondiale
(settembre 1939), tre milioni di ebrei polacchi dovettero subire un Blitzpogrom di
violenze e di stragi. Con il decreto sui ghetti di Reinhard Heydrich, aiutante di Heinrich
Himmler, furono gradualmente separati dal resto della popolazione e, nei due anni
successivi, morirono in 700.000 per stenti e fame; i nazisti progettarono anche di
deportare tutti gli ebrei nella riserva di Nisko (regione di Lublino) o in Madagascar.
Quando nel giugno 1941 la Germania attaccò I'URSS, contro gli ebrei russi furono
187
impiegate quattro Einsatzgruppen ("squadre d'urto") speciali, che si macchiarono di
orribili atrocità, culminate nell'eccidio del burrone di Babi Yar (Kiev), dove il 29-30
settembre 1941 furono mitragliati 33.771 ebrei. Su insistenza di Hitler, Heydrich
presiedette (gennaio 1942) la conferenza di Wannsee sulla "definitiva soluzione della
questione ebraica". Nei tre anni successivi gli ebrei reclusi ad Auschwitz e negli altri
campi di concentramento furono sterminati, fra I'altro, col gas cianidrico o col
monossido di carbonio, con le iniezioni al fenolo, con i lanciafiamme e le bombe a
mano. Nel corso della guerra, dal Nord Africa alla Bielorussia, non meno di 60.000 ebrei
combatterono da partigiani contro i nazisti. Epiche le sollevazioni dei ghetti a Cracovia,
Bialystok, Vilna, Kaunas, Minsk, Slutsk e soprattutto a Varsavia (aprile-maggio 1943).
Reclusi ebrei distrussero Sobibor e Treblinka, così come guidarono la rivolta in altri 15
campi di concentramento. A guerra finita, erano stati uccisi due terzi degli ebrei europei,
più di quanti erano stati eliminati durante i Pogrom nei diciotto secoli precedenti.
Dai Nazisti ai comunisti: cambiano i nomi, ma la sostanza è la stessa!
MILIONI DI MORTI DOVUTI AL COMUNISMO
Accanto a Lenin, Trockij e altri, fu uno dei principali artefici del primo Stato
socialista del mondo, l'Unione Sovietica. Sotto il suo governo l'URSS venne
trasformata da Paese prevalentemente agricolo in un Paese industrializzato,
nonostante le numerose carestie che provocarono milioni di morti. Isolata
politicamente dal resto del mondo agli inizi della ascesa al potere di Stalin, alla sua
morte l'Unione Sovietica era una delle due superpotenze mondiali, dotata di armi
nucleari e leader dell'alleanza dei paesi socialisti dell'Europa orientale. Stalin fu
anche un teorico del marxismo; la versione del marxismo-leninismo realizzatasi in
via di fatto nei trent'anni del suo governo è nota come stalinismo con caratteristiche
in parte marcatamente divergenti rispetto alla formulazione leninista del marxismo.
Nonostante i gravi errori di condotta politica e di strategia militare nella fase iniziale
della guerra contro la Germania, seppe riorganizzare il paese e l'esercito fino a
ottenere (pur a costo di spaventose perdite militari civili) la vittoria totale nella
Grande Guerra Patriottica. Ha rivestito il ruolo principale nella distruzione del
Nazismo e nella sconfitta e la morte di Hitler; le sue truppe conquistarono Berlino,
costringendo il Führer al suicidio, dopo aver liberato l'Europa Orientale
dall'occupazione tedesca.
È responsabile di avere ordinato la deportazione ed avere causato la morte di milioni
di persone. In Ucraina vi è un giorno dell'anno, il 25 novembre, dedicato al genocidio
ucraino che causò molti milioni di morti durante la grande carestia degli anni Trenta
(oltre 14 milioni secondo il presidente della Repubblica ucraino), nota col nome di
Holodomor o Golodomor , causata da Stalin e dai suoi collaboratori più stretti.
188
IL LIBRO NERO DEL COMUNISMO
Il libro nero del comunismo (Le Livre noir du communisme: Crimes, terreur,
répression, 1998, a cura dello storico del comunismo Stéphane Courtois) è una
raccolta di saggi sugli stati comunisti e su crimini e abusi compiuti dai regimi di tali
stati. I saggi sono scritti da diversi accademici e ricercatori del CNRS francese.
Soprattutto in Francia, ma anche in Italia, il libro non ha mancato di essere impugnato
nella contesa fra le forze politiche; in genere, le destre hanno salutato la sua
pubblicazione come operazione di verità, mentre le sinistre hanno criticato il progetto
editoriale e culturale dell'opera, vista come un attacco all'eurocomunismo o alla
sinistra in generale, pretestuosamente associata all'azione dei regimi totalitari di
matrice comunista.
Nella maggior parte dei casi, l'enfasi del libro è più sulla completezza dei dati che
sulla loro analisi nel contesto; fra le sezioni a cui viene accreditato un maggior valore
di ricerca storica si deve citare quella sull'Unione Sovietica, scritta da Nicolas Werth.
Alcuni commentatori hanno criticato l'impostazione del testo da diversi punti di vista,
in alcuni casi negando al Libro nero (eventualmente con l'eccezione del saggio di
Werth) qualunque valore scientifico e storiografico (vedi la sezione Aspetti
controversi). Altri invece lo hanno accolto in modo favorevole, come ad esempio
Norberto Bobbio, secondo il quale "L'utilità e la novità dell'opera è aver individuato
il nesso indissolubile tra comunismo e terrore dovunque".
Il libro si propone innanzitutto come raccolta di dati sui crimini compiuti dai regimi
comunisti nel mondo. Diverse fonti ostili alla pubblicazione hanno trovato discutibile
l'uso del termine crimine in storiografia; tuttavia, nell'uso che se ne fa nel Libro nero,
si può intenderlo come equivalente a espressioni più specifiche come crimini contro
l'umanità o violazioni dei diritti umani (esecuzioni senza processo, rapimenti, tortura
ecc.).
L'enfasi del testo è spesso sul resoconto di tali crimini in termini numerici (in genere
ricavati dal lavoro di altri autori) per arrivare a un "totale" stimato di 100 milioni di
"vittime del comunismo".
Nel 1973 è stato pubblicato un volume molto simile al Libro nero del comunismo per
intenti e forma: si tratta de Il costo umano del comunismo di Robert Conquest,
Richard L. Walker, Hosmer e James O. Eastland (edizioni Il Borghese). Tale libro
prende in considerazione l'Unione Sovietica, la Cina e il Vietnam (esclude i regimi in
Cambogia e in Corea del Nord, che hanno provocato vittime dopo il 1973) e stima il
totale dei morti in circa 100 milioni, affermando che il comunismo è peggiore del
nazismo per questa ed altre ragioni. Gli episodi considerati sono gli stessi del Libro
nero, ma per alcuni le cifre variano sensibilmente in difetto o in eccesso: per esempio
sono attribuiti solo due milioni di morti alla carestia cinese del 1959, in quanto la
prima diffusione delle stime più ingenti si ebbe solo nel 1978, ma sono sovrastimate
le vittime della collettivizzazione cinese degli anni '50 (i dati per la Cina provengono
da Human cost of communism in China di Richard L. Walker).
I crimini del comunismo
189
Questa e l'ultima parte sono scritte direttamente da Courtois ed espongono le sue
conclusioni, sezione più controversa del libro. Fornisce un riepilogo del numero di
morti: URSS venti milioni, Cina sessantacinque milioni, Vietnam un milione, Corea
del Nord due milioni, Cambogia due milioni, Europa dell'est un milione, America
latina centocinquantamila, Africa un milione e settecentomila, Afghanistan un
milione e cinquecentomila, movimento comunista internazionale e partiti comunisti
non al potere diecimila. Per un totale di poco inferiore ai novantacinque milioni di
morti. Successivamente indica le principali fasi della repressione che in Unione
Sovietica sono: fucilazione di decine di migliaia di persone imprigionate senza essere
state sottoposte a giudizio e massacro di centinaia di migliaia di operai e di contadini
insorti fra il 1918 e il 1922; deportazione ed eliminazione dei cosacchi del Don nel
1920; carestia russa del 1921-1923, che ha provocato la morte di 5 milioni di persone;
assassinio di decine di migliaia di persone nei campi di concentramento fra il 1918 e
il 1930; deportazione di 2 milioni di kulaki (o presunti tali) nel 1930-1932; sterminio
di 6 milioni di ucraini nel 1932-1933 per carestia indotta e non soccorsa
(Holodomor); eliminazione di quasi 690 mila persone durante la grandi purghe del
1937-1938; deportazione di centinaia di migliaia di polacchi, ucraini, baltici,
moldavi, bessarabi, tedeschi, tatari, ceceni e ingusci negli anni fra il 1939 e il 1945.
Violenze, repressioni, terrori nell'Unione Sovietica
Gran parte di questo capitolo, scritto da Werth, analizza i crimini che vengono
imputati alla dittatura di Stalin, è anche dettagliatamente descritto il periodo
precedente, la rivoluzione e la guerra civile; mentre, al periodo successivo, (19531991) è dedicato un solo paragrafo poiché la repressione perde il suo carattere
sanguinario. Questi sono i principali fatti di sangue indicati da Werth: operazioni anti
partigiane dopo la seconda guerra mondiale poche decine di migliaia vittime, carestia
dopo la seconda guerra mondiale mezzo milione di vittime, morti nei campi durante
la seconda guerra mondiale mezzo milione, morti durante le deportazioni nel corso
della seconda guerra mondiale poche centinaia di migliaia, morti fra i prigionieri e i
deportati polacchi poche centinaia di migliaia, giustiziati durante le purghe
settecentomila, morti nei campi fra il 1930 e il 1940 quattrocentomila, carestia del
1932/3 sei milioni, repressione degli anni venti alcune decine di migliaia, carestia del
1921/2 cinque milioni, morti nei primi anni alcune decine di migliaia. Da notare che
il Werth non da una stima totale delle vittime ma fornisce varie stime a volte in
contrasto fra loro per i vari episodi di violenza.
Aspetti controversi
Le sezioni di Courtois che aprono e chiudono il testo (I crimini del comunismo e
Perché?) sono la parte più controversa del Libro nero. Le critiche che vengono mosse
a Courtois sono di vario genere. Per esempio, Courtois sarebbe stato poco scientifico
nel chiarire gli obiettivi della ricerca (significato del termine "crimine" e metodo di
conteggio delle "vittime"); fazioso (per esempio nel formulare giudizi generali sui
regimi comunisti come strutture basate sul "crimine di massa"); o mal documentato
(alcuni considerano le cifre riportate dal Libro nero esagerate). Altro elemento che
non ha mancato di suscitare ampie polemiche è il paragone che Courtois propone fra
190
nazismo e comunismo, apparentemente sostenendo che il nazismo sarebbe "meno
grave" del comunismo in quanto ha causato "meno vittime" ("solo" 25 milioni).
L'autore risponde che "il paragone tiene conto delle strutture di potere che si rivelano
identiche nel totalitarismo tipico del XX secolo". Due degli undici autori del libro,
Nicolas Werth e Jean-Louis Margolin, si sono dissociati da una parte
dell'introduzione del curatore, pur continuando a sostenere il resto del libro, ma dieci
anni dopo si sono nuovamente associati a Courtois.
Una delle critiche principali riguarda l'aspetto fondamentale del conteggio delle
vittime, o l'idea stessa di poter fare storiografia "contando i cadaveri". 30 milioni di
vittime conteggiate da Courtois sono dovute alla carestia cinese del 1959 che,
secondo J. Arch Getty, per quanto causata dalla politica del regime, non sembra
ragionevole paragonare alle vittime dei campi di concentramento nazisti. Inoltre una
parte dei decessi che il libro attribuisce al comunismo riguarda episodi di guerra
(seconda guerra mondiale), così come una parte dei 25 milioni attribuiti ad Hitler.
Noam Chomsky ha osservato che, se si applicasse il metodo di Courtois alla storia
dell'India dal 1947 in poi, attribuendo l'alta mortalità alla mancanza di adeguate scelte
politiche, si dovrebbe concludere che anche la democrazia in India è stata
responsabile di cento milioni di morti. Essendo dunque le colpe, le responsabilità e
l'intenzione di sterminio molto variabili ed eterogenee nelle molteplici realtà descritte
nel libro, appare inadeguata e insensata l'attribuzione di valore storico basata sul mero
riassunto quantitativo.
Per contro, Norberto Bobbio ritiene che "La ragione di questa contabilità è farla finita
una volta per sempre di distinguere, rispetto alla vastità del crimine, il comunismo dal
nazismo".
Altre critiche al Libro nero riguardano non solo l'introduzione, ma l'impostazione
generale dell'opera. In particolare, il libro viene accusato di essere evidentemente
motivato da fini propagandistici e non storiografici. In effetti, mentre l'articolo di
Werth attinge a fonti primarie precedentemente inaccessibili, gli altri capitoli del
Libro nero sembrano di spessore scientifico inferiore, e sarebbero stati inclusi
sostanzialmente all'unico scopo di poter fornire al lettore un dato complessivo più
impressionante. Inoltre, l'intero libro si fonda su un uso estremamente ampio del
termine "comunismo", che prescinde da qualsiasi distinzione fra l'ideologia
comunista e la politica dei governi degli stati comunisti. Per esempio, la stragrande
maggioranza dei morti attribuiti dal Libro nero all'Unione Sovietica avvennero,
secondo il libro stesso, durante la dittatura di Stalin, al quale si dovrebbero quindi
ascrivere anche responsabilità personali. L'idea stessa di considerare la storia
dell'Unione Sovietica dal 1917 al 1991 come se si trattasse di un periodo
politicamente omogeneo ("comunista") rappresenta per alcuni autori una
semplificazione che si spiega solo come tentativo di screditare pretestuosamente il
socialismo in generale. A questa critica, Courtois risponde che "Il fatto che ci siano
state diverse applicazioni del comunismo leninista non cambia affatto la forte identità
comune: l'ideologia e la dottrina marxista, il modello di organizzazione bolscevico
definito da Lenin sin dal 1902 nella sua opera "Che fare?" e il sostegno
191
incondizionato all'Urss o alla Cina della maggior parte dei partiti comunisti e dei
gruppi maoisti".
Nello stesso senso vanno le critiche di chi osserva che il libro tratta la storia di
nazioni estremamente diverse fra loro (e in cui il comunismo fu applicato in modi
altrettanto vari) da una prospettiva unica e, quindi, in modo semplicistico e
fortemente riduttivo.
Ancora, il libro è stato criticato da alcuni per la scarsa contestualizzazione dei dati. Si
è fatto notare, tra l'altro, che un Libro nero del capitalismo, un Libro nero del
cristianesimo o un Libro nero del fascismo in cui si raccogliessero tutte le vittime di
crimini avvenuti correlabili a queste "ideologie" non raggiungerebbe probabilmente
totali meno raccapriccianti di quelli mostrati nel Libro nero del comunismo (lo stesso
ragionamento si potrebbe certamente applicare a numerose altre ideologie e
religioni). In effetti, diversi "Libri neri" furono poi pubblicati per altre ideologie (vedi
la sezione Fortuna del titolo)
Fortuna del titolo
Il libro ha avuto un forte impatto editoriale dal punto di vista dell'immagine. Di
seguito sono stati pubblicati altri "libri neri" che ne riprendono formato, grafica e
titolo, come ad esempio Il libro nero del comunismo europeo (ISBN 88-04-51795-6),
Il libro nero del capitalismo (ISBN 88-438-0224-0), già citato, Il libro nero del
cristianesimo (ISBN 88-87554-09-9), Il libro nero dell'Italia di Berlusconi (ISBN 88541-0508-2), Il libro nero di Cuba (ISBN 88-8335-610-1), Il libro nero della Cina
(ISBN 88-8335-556-3), Il libro nero della guerra in Iraq (ISBN 88-541-0504-X), Il
libro nero degli Stati Uniti (ISBN 88-8112-454-8). Un altro titolo che con un titolo
simile (ma che tratta lo stesso argomento) è Il libro rosso dei martiri cinesi, di G.
Fazzini, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2007(ISBN 88-215-5811-5),
Un tentativo di risposta di segno opposto è stato Il libro rosso del socialismo (ISBN
88-8022-040-3), pubblicato in Italia nel 1998, che tuttavia ha ottenuto molta meno
attenzione del Libro nero del comunismo. Altri libri di risposta al libro nero del
comunismo sono.
FONTI E VALIDITÀ STORICA DEI DATI
Il Libro nero porta a sostegno delle proprie tesi numerosi riferimenti bibliografici.
Inoltre, i dati riportati dal libro sono coerenti con quelli di molte altre pubblicazioni.
Per quanto riguarda il numero delle vittime degli episodi trattati nel testo, alcune fonti
contengono cifre superiori, altre cifre inferiori ma dello stesso ordine di grandezza (si
consideri che lo stesso Libro nero riporta, in alcuni casi, degli intervalli e non cifre
esatte). Di seguito sono elencate alcune fonti che confermano parzialmente o
totalmente i dati del Libro nero (per quanto concerne le cifre, i tipi di crimini o i fatti
più controversi come il cannibalismo), ordinate per data della prima edizione
originale (spesso in inglese) e in grassetto se citate esplicitamente nel testo del libro.
192
2004 - Anne Applebaum, Gulag. Storia dei campi di concentramento sovietici, ed.
Mondadori
2006 - Piero Melograni, Le bugie della storia, ed. Mondadori
Cina
1951 - Carlo Suigo, Nella terra di Mao Tse-Tung, ed. l'Alveare
1953 - Candido Rachelli, Il delinquente asiatico "666", ed. Scuola tipografica
francescana
1959 - Paul K. T. Sih, Alternativa per la Cina, ed. Missioni Consolata
I crimini contro l'umanità del comunismo mondiale. 100 milioni di morti dal 1918 ad
oggi
27 marzo 2006.
Ha detto lo storico francese Stephane Courtois, curatore (insieme ad altri 10 storici)
del fondamentale volume “Il libro nero del comunismo', uscito a Parigi nel 1997, che
è stato tradotto in 25 lingue (in Italia è apparso nel 1998 da Mondadori, pp. 770) e di
un secondo più analitico e fondamentale testo 'Il libro nero del comunismo europeo'
(insieme ad altri 15 storici), uscito sempre a Parigi nel 2002 ed edito in Italia in questi
giorni, marzo 2006, sempre da Mondadori (pp.494, con un capitolo di Philippe
Baillet dedicato a 'Togliatti e la difficile eredità del comunismo italiano', pp.427444):
“Il terrore nazista ha impressionato per tre motivi.
Innanzi tutto perché ha toccato direttamente gli europei.
In secondo luogo perché, in seguito alla sconfitta del nazismo e al processo di
Norimberga ai suoi dirigenti, i suoi crimini sono stati ufficialmente designati e
stigmatizzati come tali.
Infine, la rivelazione del genocidio degli ebrei ha sconvolto le coscienze per il suo
carattere apparentemente irrazionale, la sua dimensione razzista e la radicalità del
crimine.
Non è nostra intenzione istituire in questa sede chissà quale macabra aritmetica
comparativa, né tenere una contabilità rigorosa dell'orrore o stabilire una gerarchia
della crudeltà.
Ma i fatti parlano chiaro e mostrano che i crimini commessi dai regimi comunisti
riguardano circa 100 milioni di persone, contro i circa 25 milioni di vittime del
nazismo.
Questa semplice constatazione deve quantomeno indurre a riflettere sulla somiglianza
fra il regime che a partire dal 1945 venne considerato il più criminale del secolo e un
sistema comunista che ha conservato fino al 1991 piena legittimità internazionale, e
che a tutt'oggi è al potere in alcuni paesi e continua ad avere sostenitori in tutto il
mondo.
E anche se molti partiti comunisti hanno tardivamente riconosciuto i crimini dello
193
stalinismo, nella maggior parte dei casi non hanno abbandonato i principi di Lenin e
non si interrogano troppo sul loro coinvolgimento nel fenomeno del Terrore.
I metodi adoperati da Lenin e sistematizzati da Stalin e dai loro seguaci non soltanto
ricordano quelli nazisti, ma molto spesso ne sono il precorrimento.” (da 'Il libro nero
del comunismo', 1998, p.15).
Ancora oggi vi sono Stati comunisti in Cina, Corea del Nord, Cuba, Vietnam, dove
continuano persecuzione, incarceramenti, repressioni, crudeltà, morte.
Ancora oggi vi sono negazionisti e complici, che tacciono nei confronti dei crimini
contro l'umanità commessi dal comunismo e non hanno pagato nemmeno il piccolo
debito dell'autocritica e della memoria. Specialmente in Italia, dove continuano ad
avere un possente potere politico, economico, ideologico, culturale, persone, gruppi,
partiti, che hanno osannato Lenin, Stalin, Togliatti, l'URSS, la Cina. Vi erano
province, città, specialmente delle cosiddette regioni'rosse', ma anche di varie altre
parti d'Italia, che si vantavano del loro fanatico, delirante stalinismo-togliattismo (es.
Reggio Emilia, Bologna), che davano consensi plebiscitari al Partito Comunista
Italiano, nelle quali non si sono avute, per quel che se ne sa, forti iniziative e azioni di
memoria, di umana autocritica da parte dei responsabili e dei loro eredi.
Anche per questo motivo, oltre la sotterranea, forte permanenza di fascisti e
postfascisti, la egemonia di tantissimi cattolici, storici complici e simpatizzanti di
fascismi, di posizioni conservatrici e reazionarie, di corrotti e di clientelari, promotori
quotidiani di dogmatismi, di sottili fanatismi, di superstizione, di falsità storica, la
diffusa presenza di trasformisti, di traditori, di corrotti di ogni risma, a sinistra, al
centro, a destra, il peso di tantissimi egoisti indifferenti, neutrali, chiusi nel loro
piccolo mondo sostanzialmente amorale, opportunisti, che si credono furbi, ma che
pagano il tutto con una vita interiore vuota di passioni e di responsabilità, e che
diventano pertanto i più segreti responsabili delle tragedie della storia, incombe sul
nostro caro, amaro paese un'aria culturale, civile, ideologica, spirituale pestifera e
intossicante, a volte insopportabile, insostenibile.
COME NON CITARE LE VITTIME DELL'ISLAM
Non molto tempo fa, mentre varie associazioni cattoliche marciavano alla PerugiaAssisi contro la politica degli Stati Uniti, naturalmente rappresentati come
guerrafondai e violenti (come ha segnalato polemicamente l'Osservatore Romano),
circa 200 vittime per lo piú cristiani, sono stati provocati in Nigeria da musulmani
inferociti che manifestavano anch'essi contro l'intervento americano e hanno finito
con l'organizzare la solita caccia all'uomo (al cristiano). Ma nessuno, eccetto il Papa,
ha protestato o marciato per quelle vittime dell'Islam. Anzi, é proibito anche solo
194
parlare di "vittime dell'Islam".
Le nostre associazioni cattoliche inorridiscono solo se a impugnare le armi sono gli
americani (sebbene lo facciano per autodifesa, dopo aver subito delle stragi e
cercando di evitare in ogni modo vittime civili). Del resto le vittime della violenza
islamica in Nigeria nell'ultimo mese sono state almeno 500, e l'anno scorso circa
2000, ma nessuno si é accorto delle parole drammatiche pronunciate al Sinodo dei
vescovi dall'arcivescovo di Abuja. Avendo denunciato l'odio religioso che grava sui
cristiani, i marciatori cattolici non lo hanno degnato della minima attenzione. Anche
intellettuali o politici fanno articoli, interviste e marce solo per difendere certi regimi
e certi despoti dalla presunta "aggressione" dell'Occidente. In queste ore, un
missionario italiano, Giuseppe Pierantoni, é stato rapito nelle Filippine dai
guerriglieri islamici, i quali ogni anno fanno centinaia di rapimenti e di morti nei
villaggi cristiani, ma contro di loro nessuno protesta. L'Occidente invece é sempre
colpevole. Anche se si difende soltanto. Nemmeno le persecuzioni dei cristiani del
Libano hanno suscitato proteste nelle piazze: anzi, la Siria é stata promossa all'Onu.
Dal mondo cattolico delle marce, delle riviste e delle interviste, vorrei sentir
pronunciare - almeno una volta, con la stessa energia con cui si scagliano contro
l'Occidente - una denuncia dei regimi o delle organizzazioni islamiche che
perseguitano o massacrano i cristiani. Perché no? Perché mai? Il problema non é lo
schierarsi contro l'intervento militare. Personalmente ritengo sia l'unica strada
praticabile e non sono state prospettate alternative, ma capisco l'apprensione per la
possibile escalation del conflitto.
Posso comprendere - con una certa nausea - anche l'ipocrisia delle anime belle.
Quello che é inspiegabile e inaccettabile e stomachevole é la deliberata, cinica
indifferenza alla sorte tragica di milioni di cristiani vittime delle persecuzioni,
l'ostinato silenzio e in certi casi addirittura il solidarizzare con i loro carnefici. Eppure
si tratta di un fenomeno di dimensioni immense e terribili. Nel volume "Their blood
cries out", Paul Marshall cita almeno 60 Paesi interessati. Nel Rapporto sulla libertá
religiosa nel mondo realizzato dall'"Aiuto alla Chiesa che soffre", si calcolano 250
milioni di cristiani che vivono sotto la spada di Damocle della persecuzione. E ogni
anno i cristiani uccisi, sono circa 160mila. Una cifra impressionante, che si aggiunge
ai 604 missionari uccisi nel decennio 1990-2000. Con casi di vero e proprio
genocidio, come quello perpetrato a Timor Est o quello ancora in corso in Sudan
dove , secondo il New York Times - 2 milioni di uomi, donne e bambini sono stati
sterminati dagli "islamici del regime", nell'indifferenza del mondo. Innanzitutto il
mondo cattolico europeo. Un macello per il quale certo non si puó accampare la scusa
dell'Occidente oppressivo e sfruttatore visto che i cristiani perseguitati e massacrati
vivono di solito ai livelli piú miseri della societá e i missionari sono fra i pochi a
portare aiuto vero ai poveri e ai sofferenti. Come si spiega - nonostante la
testimonianza del Papa - l'indifferenza di gran parte del mondo cattolico a questo
immenso martirio, che fa del cristianesimo oggi la religione piú perseguitata del
195
pianeta? Perché nel mondo cattolico si é completamente dimenticata non solo la
memoria dei martiri - che da sempre la Chiesa custodisce - ma perfino la preghiera
per i cristiani perseguitati, preferendole invece - in molti casi certe ambigue preghiere
per la pace organizzate solo quando sono gli americani a prendere le armi? Paolo VI,
negli ultimi mesi del suo pontificato, lanció un grido profetico contro
"l'autodemolizione della Chiesa", riferendosi ai tanti che operano per "abbattere la
Chiesa dal di dentro". Lo spettacolo che offre una parte del mondo cattolico in queste
settimane si puó definire in effetti una terribile autodemolizione.
Giovanni Paolo II vive in fondo lo stesso dramma che giá visse Paolo VI. del resto lo
stesso papa Wojtyla, é stato colpito a morte da un terrorista islamico ed é
stupefacente la censura che vige su questo particolare che nessuno piú ricorda: Alí
Agca era, guarda caso, un musulmano (con la stessa spensieratezzza si sorvola
sull'attentato che era stato organizzato ai danni del Papa nelle Filippine da estremisti
islamici e che - secondo una recente rivelazione di Clinton - fu sventato dagli
americani): Mai il Papa é apparso cosí solo come nel rito che volle, durante il
Giubileo dell'anno scorso, per ricordare al Colosseo i martiri cristiani. Per contro
stupisce lo zelo con il quale certi cattolici difendono (solo) gli indifendibili regimi
islamici o tacciono sul problema Islam, riuscendo a non parlarne neanche in
riferimento alla tragedia dell'11 settembre. Un caso incredibile per tutti. Giulio
Andreotti dirige un mensile internazionale ecclesiastico. Sull'ultimo numero compare
l'editoriale del senatore sulle stragi dell'11 settembre a New York e Washington.
Credo sia uno dei rarissimi commenti (se si eccettuano quelli della stampa islamica
piú fanatica e pochi altri), che é riuscito a non fare alcun riferimento all'Islam.
Neanche di sfuggita. Si parla di generico "terrorismo", ma - a leggere Andreotti frutto di un complotto oscuro e tuttora indecifrato a sfondo - "neocapitalista". A un
certo punto il senatore accenna a uno sceicco, ma senza farne il nome e definendolo
"anomalo", cioé uno che non ha nulla a che fare con gli sceicchi (peccato che solo per
restare al Pakistan, l'83% dei pakistani stia con Osama e con i talebani). Ovviamente
l'omissione di ogni riferimento all'Islam, da parte di un cosí navigato uomo politico,
non puó essere casuale: é autocensura. Cosa non si fa per compiacere gli "amici
arabi". Non a caso é stato Andreotti a sollecitare l'approvazione da parte del governo
italiano del concordato con i musulmani (idea almeno intempestiva nei giorni in cui si
parla di Milano come capitale europea dell'organizzazione di Bin Laden). Ma in
fondo si potrebbe anche capire questo adoperarsi per quel concordato, se almeno una
volta Andreotti avesse chiesto agli amici arabi un minimo di reciprocitá, la possibilitá
per i cristiani di laggiú quantomeno di non essere perseguitati. Ma non abbiamo mai
letto una cosa simile. Meglio non alzare la voce per i diritti di quegli infelici, gli
amici carnefici potrebbero offendersi.
196
DONNE VITTIME DELL'ISLAM
Le migliori religioni, sono comunque gestite da umani ed anche l'Islam ha realtà
tragiche ed anacronistiche, al fine di convogliarre masse indottrinate a compiere gravi
azioni contro il Corano che dicono di osservare. Da una scala macroscopica, ad una
scala più comune, tutto allontana da una civiultà, che dovrebbe essere basata
sull'amore di tutti gli uomini, in quanto, nonostante le nostre differenti provenienze,
per ora conviviamo sul medesimo pianeta, che sta diventando sempre più piccolo ed
ingestibile nell'eventualità non corressimo tutti insieme con grande volontà, ad una
modifica di tutti i nostri comportamenti feudali.
Donne uccise dai propri familiari perché innamorate di infedeli e sempre più schiave
di un credo religioso. In questi giorni è arrivata agli onori della cronaca la triste
vicenda della povera Sanaa Dafani, 18enne marocchina uccisa dal padre, in provincia
di Pordenone, perché aveva un fidanzato italiano. Un caso simile a quello di Hina
Saleem, altra ragazza vittima della Shaaria e del padre che non voleva una figlia
"occidentalizzata". Storie di giovani donne che vorrebbero integrarsi nei Paesi in cui
vivono e non vedono niente di male nelle relazioni amorose con esseri umani di
culture e religioni diverse. In questo forse rientrano anche vicende in qualche modo
con un percorso opposto (dal mondo libero al fondamentalismo islamico), ma che
creano sempre problemi all'"altra metà del cielo", come è successo a Tulkarem, città
governata dall'Autorità Palestinese, dove una cittadina statunitense è stata salvata da
parte di dieci ex soldati israeliani dalle grinfie di suo marito. La donna che aveva
sposato un giovane palestinese conosciuto negli Stati Uniti e dal quale aveva avuto un
bambino, era tenuta prigioniera dal marito, da oltre tre anni, segregata insieme alla
prima moglie di lui, minacciata e, pare, anche picchiata. L'uomo, infatti, le diceva che
se avesse provato ad uscire, non avrebbe più rivisto suo figlio e che sarebbe stata
arrestata dallo Shin Bet, il servizio di sicurezza israeliano. I genitori della giovane
donna avevano contattato numerose volte l'Autorità palestinese nel tentativo di
liberare la figlia, ma non avendo ricevuto nessuna risposta, si sono rivolti ad un
israelo-americano che aveva prestato servizio in un'unità da combattimento
dell'esercito di Gerusalemme. L'uomo ha coinvolto alcuni suoi vecchi compagni ed
insieme hanno pianificato per settimane l'operazione di salvataggio, raccogliendo
notizie sulle abitudini della famiglia e portando a compimento la liberazione della
donna e del figlio di 3 anni che sono stati subito trasferiti al consolato americano a
Gerusalemme, dal quale poi sono partiti per tornare nell'Ohio. Giora, uno degli
uomini che ha preso parte all'operazione, ha raccontato alla radio israeliana che
l'esercito era all'oscuro della vicenda, mentre la sede diplomatica americana veniva
informata della missione passo dopo passo e che l'operazione è stata pianificata
grazie all'esperienza acquisita durante il servizio militare, secondo tecniche che non
mettevano in pericolo la vita. La famiglia ha promesso un premio in denaro per la
liberazione della figlia e del nipotino, ma Giora assicura che non lo hanno fatto per
soldi e che rifiuteranno l'offerta.
197
Ce n'è per tutti: ogni religione dice cose buone e vere: sono i ministri del potere ed i
“fedeli”, che girano sempre la frittata a loro vantaggio cercando di coprire gravi
colpe.
SRI LANKA
La festa buddista di Vesak in Sri Lanka, mentre continua la guerra
di Melani Manel Perera
Due giorni di festa nazionale sotto l'alto patrocinio della Stato. Per il presidente
Rajapaksa il buddismo “prepara la strada per il nuovo Sri Lanka”. Critiche alle
celebrazioni da leader cristiani e fedeli buddisti: “Dimenticano i rifugiati e le vittime
della guerra”. L'Onu afferma che, nel fine settimana, 100 bambini sono rimasti uccisi
nella no fire zone.
Colombo (AsiaNews) - Lo Sri Lanka si ferma per celebrare Vesak, la principale festa
del buddismo, ma la guerra prosegue ed il numero delle vittime aumenta. L'8 e il 9
maggio sono rimasti chiusi i negozi di liquori, le sale da gioco, i mattatoi e le
rivendite di carne per osservare il precetto del digiuno ed onorare così il giorno in cui
viene celebrata la nascita, il risveglio e il trapasso del Buddha Gôtama.
Per volere del presidente Mahinda Rajapaksa, Vesak si svolge sotto l'altro patrocinio
dello Stato ed è festa nazionale. Nell'aprire i due giorni di celebrazioni il capo del
governo di Colombo ha affermato che “la dottrina di Buddha indica il giusto
cammino della vita” e “prepara la strada per il nuovo Sri Lanka”.
Tutte le principali città del sud dell'isola hanno celebrato i due giorni di festa e, per la
prima volta dopo 30 anni, ci sono stati festeggiamenti anche nella penisola di Jaffna e
a Kilinochchi, nell'estremo settentrione dello Sri Lanka, sino a pochi mesi fa sotto il
controllo delle Tigri tamil.
Anglicani, cattolici, ma anche buddisti criticano l'enfasi data al governo alle
celebrazioni. Fonti di AsiaNews, che preferiscono mantenere l'anonimato, affermano
che “la situazione del nord del Paese e dei civili innocenti in quella regione rendono
impossibile celebrare la sacra festa del Vesak secondo il suo vero significato”. Per
essi il messaggio di pace universale del buddismo non può essere celebrato
“dimenticando i rifugiati e le vittime della guerra”.
Non mancano critiche anche ai monaci buddisti, accusati di “tradire i veri
insegnamenti della religione” e di “contribuire, insieme ai politici, alla scomparsa
degli insegnamenti di Buddha dalla società”.
198
Sono arrivate dalla no fire zone notizie di morti e violenze. Gordon Weiss, portavoce
dell'Onu a Colombo, ha affermato che nel solo fine settimana oltre 100 bambini sono
rimaste vittime degli scontri tra l'esercito e i ribelli del Ltte. “L'uccisione su larga
scala di civili - ha detto Weiss - dimostra che lo scenario da bagno di sangue è
divenuto una realtà
Come non potrei aggiungere dati riguardanti la Massoneria, visto che sono sempre
stato attratto da quest'ordine iniziatico. Molte sono le realtà meravigliose che ho
trovato in seno all'ordine massonico e mi dispiace che la dualità del bene e del male
colpisca inevitabilmente anche questo importante sodalizio. Nel mezzo di ogni realtà
sta la virtù ed in tal posto vi è la mia persona, che vuole stare al di fuori dal glamour e
dalle vanità. Molti sono i fratelli, che posso con dignità e tranquillità d'animo valutare
più che positivamente. Nel mio girovagare di un quarantennio per il pianeta, ho visto
in tale ordine moltissime persone degne di ogni pregio, ricche di spessore culturale ed
umano, pronti a darsi per l'umano progresso….. Purtroppo anche quelle non degne si
possono infiltrare e come tumori maligni in un corpo sano, portare il discredito e la
corruzione. Tutto ciò che è positivo negli umani deve essere vissuto con ardore,
ricerca della verità ed amore per tutta la natura, difendendo i deboli dalle ingiustizie,
combattendo contro il male dell'uomo e mai farne parte, nemmeno al fine di ottenere
grandi tesori. I veri tesori sono quelli che ci permetteranno di inserirci in stati di
vibrazioni superiori…., quelli che ci permetteranno di “cambiare la nostra
dimensionalità evolutiva.
LE ORIGINI DEL TEMPIO
LE PROFONDE RADICI DI UN ORDINE
E’ ormai qualche anno che siamo spettatori di un maldestro tentativo di modificare
quelli che sono gli aspetti storici fondamentali del periodo medievale.
Qualcuno ha chiamato l’età medievale “l’epoca buia“ della storia umana, un
susseguirsi di secoli che “hanno trascinato l’essere umano verso la più profonda
bestialità”!
Ci sarà anche un pizzico di verità nella voce “epoca buia”, ma i valori, la fede, il
coraggio, la determinazione, l’orgoglio e la dignità, si manifestarono in tutta la
propria grandezza, con la nascita “dell’Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del
Tempio di Salomone”.
Mai nella storia del genere umano si era visto, e mai si vedrà, una tale omogenea
mescolanza tra fede e coraggio. Uomini che, per amore di Cristo, hanno dedicato
tutta la propria esistenza, fino anche al supplizio, al servizio di una Chiesa cattolica
199
romana, che ha saputo sfruttarne il grande potere acquisito, per liberarsene quando gli
interessi non collimavano più (Filippo IV e Clemente V).
Bisogna comunque ricordare che la storia e, soprattutto, le origini del Tempio, non
sono così semplici ed ovvie come ci vogliono far credere. Il mistero sulla nascita di
questo gruppo di monaci – guerrieri è talmente profondo ed intrigato, da riuscire a
togliere il sonno agli studiosi.
Non si tratta, ovviamente, del film “Il mistero dei Templari” o del libro “Il Codice da
Vinci”, anche se qualche piccola verità è sempre possibile rinvenirla.
No, il mistero dei templari non verrà mai svelato nemmeno dalla Pergamena di
Chinon e dai nove manoscritti distribuiti in giro per il mondo.
Le origini del Tempio possono esser fatte risalire, con un notevole supporto storico,
al I secolo a.C., anche se le radici dell’ordine cavalleresco templare affondano nella
storia dell’Antico Egitto, il primo popolo storicamente monoteista.
E’ da un faraone egiziano, e dalla sua stessa famiglia, che ha origine ogni cosa; ed è
da quel momento che dovremmo partire con la mente e lo studio per capire il mistero
dei templari.
liografia:
I MISTERI, CAVALIERI TEMPLARI, VERITÀ SCOMODE, AKENATON
CRISTIANESIMO O GIUDAISMO !
(Dove si trovano le nostre radici?)
Gesù “padre” del Cristianesimo?
200
Non c’è cosa più falsa che un fedele possa dire in merito alla propria religione. Si
tratterebbe di una grande inesattezza, provocata da oltre due millenni di falsa
informazione creata ad hoc da quella enorme istituzione chiamata chiesa cattolica.
L’opera di depistaggio effettuata a partire dalla scomparsa di Gesù, la dobbiamo
essenzialmente ad alcuni personaggi che non conobbero mai quello che erano soliti
definire come “il proprio Maestro”. Persone che sapevano di Gesù solo per interposta
persona, per quello che si narrava di lui, per sentito dire.
Molti furono i diffamatori, molti coloro che amarono veramente Gesù il Cristo, ma
altrettanti coloro che usarono tale figura storico – religiosa per propri fini, spesso
persino poco chiari.
Uno dei più grandi studiosi delle origini del Cristianesimo, Robert Eisenman, ha
scritto una delle pagine più importanti della vera storia della vita del nostro Messia,
partendo dal raccontare, su solide basi storiche, dalla famiglia stessa di Gesù. Un
modo apparentemente senza un particolare senso, per portare luce sulla reale vita di
Gesù; eppure, in maniera semplice e facilmente comprensibile, Eisenman, ci racconta
quale importanza abbiano avuto i fratelli del Messia nella nascita del Cristianesimo.
In particolare Giacomo il buono, fratello minore di Gesù, e primo sostenitore di quel
riformismo giudaico che caratterizzò i pochi anni di predicazione del nostro Signore.
Tra Giacomo e Saulo di Tarso non corse mai buon sangue. Questo perché il redento
“di Damasco” (non certo la città siriana), dopo un inizio secondo le indicazioni del
primo vescovo di Gerusalemme, si dissociò completamente dagli insegnamenti di
Giacomo e del defunto e risorto Gesù.
Giacomo il Buono fu prima di tutto apostolo, poi capo della vera Chiesa voluta da
Gesù, secondo quelli che erano stati i veri insegnamenti del Messia, e non secondo le
fantastiche elucubrazioni di Saulo di Tarso e, successivamente, anche dello stesso
Pietro, e dei vari personaggi, che nei primi secoli del nuovo corso storico, vissero a
Roma, la città che rese famoso uno dei fondatori del Cristianesimo, l’Imperatore
Costantino.
Gesù, per come ci è stato fatto conoscere, sembra quasi non essere un giudeo. E la
responsabilità della sua crocifissione, per troppo tempo è stata fatta cadere sulle
spalle del popolo ebreo, senza voler guardare nella giusta direzione: l’impero romano.
Quanti e quali genocidi sono stati compiuti in nome di una presunta colpevolezza
ebraica!
Gli ebrei non sono certo esenti da colpe, ma la crocifissione di Cristo è opera del
popolo romano. E la stessa figura di Giuda, per 2000 anni lasciata a marcire nel fango
dell’ipocrisia, ha un ben altro valore nella vita di Gesù e non nella sua morte.
Chissà cosa penserebbe Gesù stesso se tornasse sulla terra e potesse vedere che ne è
stato dei suoi insegnamenti? Chissà quale reazione avrebbe nel vedere cosa è stato
creato in suo nome?
Bibliografia:
R.Eisenman: “Giacomo il fratello di Gesù”
Vangeli Apocrifi – Einaudi
R. Eisenman: “I misteri di Qumran”
201
E. Pagels: “Vangeli Gnostici”
E. Pagels: “Il Vangelo di Tommaso”
Il Vangelo di Giuda – National Geografic
MOSE’ E LE ORIGINI DEL GIUDAISMO
Nella storia della religione ebraica, e nella sua nascita il personaggio biblico di Mosè
rappresenta una figura a dir poco essenziale. La Torah, il libro contenente le
cosiddette Sacre Scritture del popolo ebraico, riportano essenzialmente la legge
mosaica, la sua dottrina, le sue regole e i suoi precetti. Si tratta dei primi cinque libri
dell’Antico Testamento, denominati anche Pentateuco e scritti sulla base di una
diretta ispirazione divina.
A questo punto sorge già il primo dubbio: se l’Antico Testamento o la Torah, se
vogliamo, sono stati “dettati” direttamente da Dio, perché sono presenti in maniera
così numerosa, errori di tipo storico, geografico, genealogico ed altro ancora? Forse
Dio era distratto o chi scriveva aveva qualche problemino nel comprendere ciò che
gli veniva detto? Oppure Dio non è così onnisciente come lo crediamo noi, poveri e
comuni mortali?
Ognuno è libero di dare la sua libera interpretazione ad un dato di fatto: che questi
testi, come altri, inclusi i testi del Nuovo Testamento, riportano svariati errori
storicamente dimostrabili.
La storia di Mosè è splendida. La Bibbia ci racconta in maniera piuttosto esaustiva la
sua mirabile avventura, dalla salvezza dalle acque del Nilo da parte di una principessa
egizia, fino all’esodo dallo stesso Egitto, con il suo popolo, gli ebrei, verso la terra
promessa, la Giudea.
Anche in questo caso, sebbene la storia raccontata sia particolarmente affascinante e
straordinaria per la portata storica, esistono delle note stonate, capaci di mettere in
discussione quanto raccontato dalla Bibbia.
Innanzi tutto Mosè non è un nome ebraico. La forma attiva ebraica di tale nome è
“Mosheh” che al massimo può significare “colui che trae fuori” e non come riferito
da due millenni “colui che è stato tratto dall’acqua”. Per dargli il significato che gli
attribuisce la Bibbia, il nome sarebbe dovuto essere “Moshui”.
E’ particolarmente strano poi, che la principessa egiziana che trasse il neonato dalle
acque del Nilo, fosse una profonda conoscitrice dell’etimologia ebraica, dando un
nome dal significato che è giunto errato fino ai nostri giorni (Mosè – “colui che è
stato tratto dall’acqua”).
Nella realtà Mosè, o meglio, Mose è un nome egizio, che significa “figlio”. Tale
nome, tale termine è rintracciabile con notevole frequenza nei nomi egizi composti,
come, per fare un esempio, Amon – Mose, dal significato “Amon ha dato un figlio”.
202
Ancora, si trova Ahmoses, Tutmoses, Ramose (Ramesse).
Un’evidente anomalia della consuetudine storica, è che il Mosè ebraico nasce da
genitori umili, viene adottato dalla casa reale del faraone, per tornare poi ad essere
umile e povero come all’inizio, con il popolo ebraico. Di solito, con eccezioni
difficilmente rintracciabili, la storia racconta vicende radicalmente opposte.
A quanto pare, ed è opinione comune a numerosi storici dell’epoca, che quanto
raccontato nella Bibbia non sia altro che una copertura, un tentativo di nascondere la
vera discendenza di Mosè dalla dinastia faraonica egizia.
Mose risulterebbe quindi un egizio di alto rango e che la sua gente adottiva avrebbe
trasformato in un ebreo.
Un’altra questione essenziale nello studio dei testi biblici e del giudaismo, è la
circoncisione: ritenuta per secoli (in verità fino ai giorni nostri!) pratica ebraica, è,
nella realtà di origine indubbiamente egizia, come ci dice lo stesso Erodoto, nel primo
dei suoi libri “Storie”.
L’esame di numerose mummie ha confermato l’esattezza dell’asserzione di Erodoto.
I cananei del periodo biblico, invece, venivano definiti “incirconcisi”, come molte
delle popolazioni semitiche, mentre tra i maschi egiziani, di qualsiasi casta sociale, la
pratica della circoncisione era un atto che rientrava nella norma.
Freud, nel suo testo “L’uomo Mosè e la religione monoteistica” afferma: “Se Mosè
diede agli ebrei non solo una nuova religione, ma anche il precetto della
circoncisione, egli non era ebreo, ma egizio, e la religione mosaica fu probabilmente
una religione egizia…”.
Quello che però la storia ci racconta è che gli egizi erano un popolo con un grande
pantheon divino, e non certo monoteistico. Amon divenne il re degli dei,
raggiungendo il massimo fulgore quando venne associato a Ra, dio del sole, con il
nome di Amon – Ra.
Tutto questo sembrerebbe proprio annullare quanto affermato da Freud e confermato
da numerosi storici, esperti in materia. Mosè quindi non era egizio, e non aveva
portato il monoteismo tra gli ebrei?
La storia vera però ci dice che ci fu, nella storia dell’antico Egitto, un
venticinquennio in cui apparve un individuo, che portò avanti, con grande
determinazione, la venerazione di un solo Dio, creatore di tutte le cose:erano i tempi
di Akenaton e dei re di Amarna.
TROVATA UNA MUMMIA EXTRATERRESTRE NEL 1945?
Questa è la storia di una registrazione video, che fa parte di un presunto “Project
ISIS” dell’ex KGB. La scoperta fu quella di una tomba in Egitto, nella piana delle
piramidi di Giza, nel lontano 1945, che conteneva il corpo di un presunto
203
extraterrestre (il visitatore Osiris). L’evidenza sarebbe stata mostrata in un
documentario, andato in onda nel 1999, e che dimostrerebbe che questo corpo
risalirebbe al 10.500 Avanti Cristo. L’età è stata stabilita, oltre che col C14, anche
con l’allineamento delle stelle all’epoca. I russi hanno dovuto ricreare attraverso il
computer l’esatta posizione delle stelle, durante la costruzione delle piramidi. Essi
hanno mostrato questa animazione e hanno mostrato che l’allineamento delle stelle,
con le tre piramidi di Giza risaliva proprio a quella data. Il video mostra il
ritrovamento della mummia “aliena”, lunga circa due metri e la sua testa è stata
ricostruita al computer. I russi hanno così scoperto che era identica a quella dei
famigerati “Grigi”. (IMG:http://www.fantascienza.net/leonardo/le/conoterra_alieno.jpg)
IL PROGETTO "ISIS"
Il “Project ISIS” è un presunto progetto, inserito in un segreto dossier sovietico, le cui
conclusioni porterebbero a credere che l’Egitto sia stato fondato dagli extraterrestri.
Nella mitologia egiziana, il primo faraone fu Osiride, ucciso e poi resuscitato dalla
morte dalla moglie, Isis. Da ciò si porterebbe a credere che non solo Osiride fu un
personaggio reale ma che fu, effettivamente, un extraterrestre che avrebbe portato
l’umanità alla civiltà. Dopo la sua morte fu mummificato e sepolto in una località
segreta. Poi sarebbe stata scoperta e da lì nacque il “Project ISIS”. Quando i sovietici
scoprirono e aprirono la tomba, molti di loro morirono per cause ignote. I pochi
rimasti non solo avrebbero recuperato il corpo di un “extraterrestre” mummificato,
ma avrebbero prelevato numerosi dispositivi tecnologici deposti a fianco al presunto
“essere spaziale”. Questo avvenimento portò alcuni membri degli appartenenti al
progetto a formare un gruppo simile a un culto, dedito ad adorare l’extraterrestre
come Dio e di conseguenza il presunto “visitatore delle stelle” cercò di aiutarli a
ripristinare il controllo del genere umano. Un progetto di ricerca, condotto dal KGB,
a metà degli anni che partono dal 1950 e finiscono al 1960, denominato “Progetto
Isis” avrebbe avuto al suo interno, come responsabile, nientedimeno che Nikita
Krusciov. Il cuore dei risultati di questo progetto sarebbe stato, come anticipato
sopra, la scoperta di un sarcofago egiziano, che conteneva la mummia di un
umanoide alieno, arrivato in Egitto nel 10.500 avanti Cristo. Questa strana storia sulla
grande piramide di Giza, si può leggere in una edizione del magazine egiziano “Rose
El-Yussuf”. Secondo questo articolo, apparso nel 1988, l’egittologo francese Louis
Caparat avrebbe scoperto una stanza segreta nella grande piramide di Cheope (il vero
nome del faraone era Khufu). In questa grande sala, secondo l’articolo, sarebbe stata
trovata una scatola, con all’interno un extraterrestre. A prima vista l’umanoide
sembrava essere in uno “stato sospeso” o in uno stato di morte apparente. Caparat
afferma anche di aver trovato un papiro, nel quale si affermerebbe una riunione avuta
204
tra il faraone Khufu e l’extraterrestre, nel quale quest’ultimo afferma che un giorno o
l’altro sarebbero ritornati sulla Terra gli extraterrestre della sua stessa specie. Inoltre
l’umanoide spaziale avrebbe consigliato a Khufu di far costruire un monumento a
forma di piramide, ivi incluso il sarcofago, utile in caso di trapasso dell’extraterrestre.
Caparat avrebbe poi contattato un suo amico collega spagnolo, il biologo Francisco
de Braga, di venire subito in Egitto e di prendere un campione di sangue, tessuto e
cellule per analizzare il DNA del presunto extraterrestre. Una volta sceso al Cairo, de
Braga fu arrestato dalle autorità egiziane e rimpatriato in Spagna con un aereo. Infine,
sempre secondo l’articolo del giornale egiziano, il corpo del presunto extraterrestre
sarebbe custodito in un laboratorio, sotto stretto controllo dell’Intelligence militare
egiziana.
http://www.nibiru2012.it/archeologia/trova...e-nel-1945.html
Nel filmato del KGB si è visto mentre scoperchiavano il sarcofago del visitatore. Una
volta aperto e dispersi i vapori, è apparsa una mummia, avente il cranio NON umano.
Dalla ricostruzione tramite pc, è stato appurato che si trattava di un Grigio, alto 2
metri (strano, di solito i grigi non superano il metro e mezzo).
Il KGB aveva trovato anche un'altra camera. La camera della conoscenza.
Si narra che in questa camera ci fosse il loro sapere, e che (forse) una volta aperta,
avrebbe potuto portare all'estinzione dell'umanità.
Quindi si decise di non aprirla e di abbandonare il progetto. Le camere vennero
richiuse e i segni degli scavi cancellati.
Le persone che parteciparono al progetto impazzirono o morirono, sicuramente era un
piano nascosto del kgb per evitare la fuga di notizie
Ancora su Akhenaton
“All’inizio del Novecento Akhenaton non è più soltanto una figura della storia
egizia; egli è divenuto, per via del suo rapporto con la religione, un personaggio che
si vuole collegare alla tradizione occidentale. L’apice di questa ‘cooptazione’ del
faraone verrà raggiunto da Sigmund Freud. Nel suo ultimo saggio, L’uomo Mosè e la
religione monoteista, l’inventore della psicanalisi corona la propria riflessione sulla
religione e più specificamente sul monoteismo e le sue conseguenze. Prima di essre
riunite sotto un unico titolo, le diverse parti dell’Uomo Mosè… apparvero sulla
rivista ‘Imago’ tra il 1937 e il 1938.
[…] Mosè viene descritto come un egizio che avrebbe trasmesso agli ebrei la
religione di Akhenaton, il culto di Aton, il dio unico. Una religione che per Freud fu
storicamente il primo tentativo di ‘rigoroso monoteismo’ e che allo stesso tempo rese
possibile la nascita dell’‘intolleranza religiosa’, altrimenti estranea, secondo lo
psichiatra, al mondo antico. Come fonte di questo ‘monoteismo egizio’ viene indicata
una ‘corrente’ assai antica, interna alla ‘scuola sacerdotale del Sole di On (Eliopoli)’,
205
sostenitrice della fede in un dio unico. Freud ipotizza che Mosè fosse un parente di
Akhenaton e un convinto sostenitore della nuova religione e che, dopo la morte del
faraone, ambisse a fondare un nuovo regno cui far adorare il dio intransigente che
l’Egitto disdegnava. Egli avrebbe acquisito autorità sugli Ebrei schiavi in Egitto,
insegnato loro la nuova fede e condotto l’esodo dal paese (tra il 1358 e il 1350 a.C.,
prima del regno di Horemheb, secondo Freud). Questo strato, il nucleo più antico di
quella che sarebbe divenuta la religione ebraica, sarebbe stato dimenticato dopo le
vicissitudini sinaitiche che videro da un lato la morte di Mosè….e dall’altro
l’incontro con altri semiti adoratori di Jahvè, dio dei vulcani. Le due religioni (quella
di Aton e quella di Jahvè) si fusero dopo che un ‘secondo Mosè, la cui memoria si
confuse col primo, divenne capo del popolo ebreo’. Un racconto bizzarro si converrà,
ma in grado di dar corpo all’ipotesi che il monoteismo ebraico derivasse dall’episodio
monoteista egizio.”.
Questa lunga citazione è tratta dal notevole saggio del Prof. Youri Volokhine,
Università di Ginevra, titolato: Atonismo e monoteismo: alcune tappe di un moderno
dibattito e inserito nel catalogo, curatissimo e interessante assai (Silvana Editoriale, a
cura di F. Tiradritti con M. Vandenbeusch e J.L. Chappaz), della mostra
AKHENATON – Faraone del Sole.
“Con la successiva monografia su Akhenaton (1995) Hornung realizza senza dubbio
una delle migliori sintesi della religione dell’età amarniana. Riguardo i tratti
monoteisti del culto di Aton, Hornung individua tre aspetti:
- l’esclusività (affermazione del ‘dio unico [cui] non esiste alternativa’) ‘ancor più
radicale di quella del Deutero-Isaia 44,6’, segno di una rigidità che, secondo
Hornung, è stata superata solo da alcune correnti dell’Islam;
- la persecuzione delle antiche divinità, primo tentativo precristiano di annientare il
mondo pletorico degli dei;
- un culto destinato al solo Aton.”
Con questa sintesi, citando Erik Hornung, dopo aver esaminato le pubblicazioni di
autorità come Jan Assmann, il Prof. Volokhine si avvia a chiudere il suo saggio che
tante domande e riflessioni apre a fronte di un tema troppo complesso e su cui non si
possono formulare ipotesi definitive.
Visito la mostra accompagnato da Antonella Galeandro, un giovane e recente
acquisto della Fondazione Bricherasio che si occupa di comunicazione, assunta dopo
uno stage opportuno.
Al solito, la facilità di fruizione della mostra da parte di ogni tipologia di visitatore è
al centro delle attenzioni degli allestitori, costume raro e prezioso nel nostro Paese.
I 226 reperti che la compongono sono mostrati, illustrati e valorizzati per il valore
unico che rappresentano: sono quasi tutti pezzi prestati da prestigiosi musei non
italiani, pezzi dunque che non rivedremo facilmente.
Il Prof. Francesco Tiradritti, archeologo ed egittologo toscano di fama (scava oggi a
Luxor su vestigia egizie dell’VIII e VII secolo, riva sinistra del Nilo), che ha ideato e
curato l’esposizione, mi spiega che l’allestimento di Ginevra, precedente questo
torinese, è stato in verità un ripiego logistico, in quanto la mostra avrebbe dovuto
206
esordire proprio nella nostra Città.
Non sto a raccontare in dettaglio le vicende di Akhenaton, anche perché le mie
competenze archeologiche hanno radici profonde in altre aree: però, una rapidissima
sintesi ho da fornirla a chi mi segue, se non altro per invogliare chi ha sete di
approfondimento a visitare questa interessantissima, e unica, esposizione.
Akhenaton è secondogenito di Amenofi III (1387/1350 a.C.), diventa faraone nel
1350 a.C., dopo la morte del fratello, col nome di Amenofi IV.
Intorno al IV anno del suo regno compare accanto a lui la figura, enorme, di Nefertiti.
L’anno successivo vede la decisione di fondare, in quello che oggi è il sito di Tell elAmarna (a circa metà strada tra Luxor e Il Cairo), la nuova città di Akhet-Aton
(L’orizzonte dell’Aton); in quegli anni cambia nome in Akhenaton e fonda il nuovo
culto per l’Aton, il disco solare, che diventa la rappresentazione del dio-falco RaHorathky. La città si trasforma in una sorta di laboratorio di ricerca su nuove frontiere
artistiche, architettoniche (l’invenzione della talatat, un blocchetto di pietra calcarea
che ha le funzioni di un mattone, delle dimensioni di cm.52×26x22 e del peso di una
quarantina di kg: sarà l’unità di costruzione dei nuovi edifici a cielo aperto, concepiti
per accogliere direttamente i raggi del dio) e religiose.
L’apogeo del regno di Akhenaton si pone intorno all’anno XII del regno che termina
con la morte, a pochi mesi di distanza, dei due regnanti nel 1333 a.C., XVII anno di
regno.
Da citare come notevolissimo il ritrovamento, intorno al 1886/7, di quelle che
vengono definite le Lettere di Tell el-Amarna: circa 380 tavolette di argilla redatte in
carattere cuneiforme, che testimoniano una fitta corrispondenza con i lontani regni
dei Mitanni e dei Babilonesi.
Si sono formulate infinite congetture sull’influenza di Nefertiti; sulla figura della
concubina (forse di stirpe Mitanna) Kiya, a cui qualcuno fa risalire la maternità di
Tutakhamon; sulla misteriosa persona, forse donna, che successe a Akhenaton; su
come e quanto il culto di Aton sopravvisse al suo creatore…
L’archeologia è una scienza che ricerca prove e testimonianze: le speculazioni
intellettuali, le ricostruzioni e le ricerche degli storici costituiscono altre discipline.
CACCIATI DALL'EDEN
Miliardi di anni orsono, in un punto imprecisato del nulla primordiale, si innescò quel
processo evolutivo che condusse fino a noi.
Ma la Terra nasconde da sempre tanti misteri quante sono le galassie che gravitano
nell'Universo. Molti di essi, sfidano la mente umana lanciando segnali della loro
tacita presenza... Altri posano indisturbati nell'infinito invisibile che ci circonda e
condizionano la nostra esistenza con forze inconcepibili e immanenti.
Quando ci sarà concessa la consapevolezza delle nostre origini?
Fin dalle sue lontane origini, l'uomo non si accontentò di vivere, ma sentì il bisogno
207
di tornare a far parte dell'infinito progetto dal quale era convinto di essere stato
strappato. Ma perché tanta certezza? In tutte le culture che si sono susseguite sul
pianeta, esiste l'idea di una patria lontana, di un Paradiso Terrestre, in cui l'uomo era
tutto e il tutto fluiva in lui. Non c'era nulla da desiderare, eppure voleva di più e osò
avvicinarsi alla verità, alla conoscenza, al frutto proibito. Fu allora che Dio punì la
sete di ambizione dell'uomo e lo condannò ad una vita di stenti e di fatica, su un
mondo selvaggio e ignoto, coltivando dentro di sé il bisogno di facoltà che reputava
sacre, ma che un tempo sapeva governare.
Che cos'è l'uomo? Che cosa nasconde il 95% del suo cervello, le cui funzioni sono
ancora occulte?
Al giorno d'oggi siamo riusciti a tracciare la mappa del patrimonio genetico, nota
come genoma umano.
Tuttavia, più si procede nella conoscenza e più si affaccia la possibilità che l'essere
umano sia molto più di quanto sembri.
La magia, le facoltà extrasensoriali, le esperienze fuori dal corpo(OBE) non sono
fantasia. Si dice che chi manifesti queste facoltà sia maggiormente dotato rispetto a
tutti noi "normali". Ma siamo sicuri che siano qualità paranormali? Quando l'uomo
viveva con gli dei, era in grado di fare tutto, perché era gli dei.
Ma allora che cosa può essere accaduto, in un punto imprecisato del tempo, che ha
fatto cadere l'uomo sulla Terra, poco più di un animale, costretto a inventarsi un
modo di sopravvivere su un pianeta selvaggio e ostile?
A mio parere, l'emergere delle cosiddette facoltà paranormali non è che un indizio
delle prove che un tempo l'uomo fu "manipolato". E' più facile credere che pochi
siano superiori a noi oppure che quei pochi siano più vicini di noi alla vera umanità?
Umano e divino sono da sempre strettamente legati. E' possibile che "qualcuno",
punendoci per la nostra superbia, abbia deciso di dividere l'umanità dalla spiritualità?
Da sempre l'uomo è andato alla ricerca di qualcosa di tanto vicino ma perduto. E'
forse questa la vera rivelazione di uno spirito divino latente in noi? In tutti i miti
dell'antichità, non esiste l'idea di un premio; tema costante è il castigo. Se siamo
uomini deve essere allora considerato un castigo? Secondo il Cristianesimo la vita
difficile è un mezzo per raggiungere la pienezza nella trasfigurazione finale, quando
l'uomo vedrà Dio e sarà di nuovo in Lui.
E' mia convinzione che l'uomo sia davvero il microcosmo o per lo meno lo era. I miti
non sono altro che realtà scientifiche raccontate nei secoli per la gente semplice, sotto
forma di storie. Questa che ho appena descritto non è che una possibile chiave di
rilettura della storia umana, vista attraverso l'occhio mitico, nel tentativo di togliere
quel velo di Maya che ancora ci avvolge e ci condanna ad una esistenza da cacciati
dall'Eden.
Ciò che stupisce dell’uomo antico, ma che ancora langue dentro ognuno di noi, è la
straordinaria capacità di vivere in simbiosi con il cosmo, conoscendo appieno i propri
sensi e sapendoli controllare e indirizzare verso ed entro l’infinito.
208
Di queste straordinarie capacità, l’uomo comune non sa più come usufruire, abituato
a riversare nella tecnologia le funzioni naturali dei propri sensi e obliando al meglio
la propria dimensione spirituale.
All’origine della sapienza e della cultura di ogni etnia umana, vi è un elemento che
viene ancor prima degli elementi alchemici o fondamentali, acqua, terra, aria, fuoco,
spazio…
…è il suono.
Dice Giovanni nel prologo al Vangelo omonimo: “in principio c’era colui che è ‘ la
parola ’. Egli era con Dio; Egli era Dio. Egli era al principio con Dio. Per mezzo di
lui Dio ha creato ogni cosa…”
Dice la Genesi: “Dio disse…..e fu.”
Alla base della più antica filosofia greca vi era la corrispondenza: pensiero-parolarealtà. Ma la filosofia greca ha attinto dall’Egitto.
E infatti la genesi egiziana di Menfi recita: “Ptah, il grande, è il cuore(cervello) e la
lingua(parola) dell’Enneade degli dei, lui creò gli dei, nacque nel cuore e nacque sulla
lingua qualcosa nella forma di Atum.
Ora, Atum è il creatore, ma si capisce che lui stesso è stato creato, grazie al
cuore(sede del pensiero secondo gli Egizi) e alla voce (lingua).
Anche gli Egizi hanno attinto la filosofia dal Vicino Oriente e così via fino ad
arrivare là dove è attestata la più antica filosofia: l’India. Brahma è il Tutto, è Dio,
anima universale.
Alla base della Genesi indù vi è, inutile dirlo, il suono.
IL SUONO SILENZIOSO DELLA SPIRITUALITÀ
Chiunque abbia conoscenza delle dottrine spirituali indiane, avrà sentito parlare del
Mantra. E’ una disciplina meditativa che permette, pronunziando sommessamente
determinate sillabe sanscrite sacre, di mandare, per dirlo con termini profani, in
“risonanza” la mente che è la più acerrima nemica dell’Atman, l’Io, l’anima
individuale che si deve realizzare per tornare a far parte del Tutto. La mente tende ad
allontanare l’individuo dall’infinito, dandogli l’illusione di essere autosufficiente e
spingendolo all’egotismo. Soltanto riuscendo ad annichilire e controllare la mente,
l’Atman risale alla percezione più alta e di nuovo si avverte l’appartenenza ad un
Tutto che è Spirito divino. Lo stesso concetto altamente spirituale, seppur
metaforizzato in termini più materiali, è ripreso dal Cristo. “Così come il corpo e le
membra sono una cosa sola, così Io e il Padre mio siamo la stessa cosa”.
E’ il concetto di micro e macrocosmo, l’uno “dentro all’altro” e viceversa.
Attraverso il mantra, la cui sillaba più potente è il famoso “Om” o “Aum”, i maestri
Buddisti più potenti riescono addirittura a scoprire le cause di un malore fisico e,
intervenendo a livello energetico, riescono a curare malattie a volte in stadio avanzato
o terminale.7
209
LA VIBRAZIONE CHE DOMINA IL COSMO
Ora, la parola è suono e il suono è vibrazione; il pensiero genera energia e l’energia è
vibrazione; la luce è vibrazione…
Secondo antiche leggende indiane, con i suoni è possibile materializzare degli oggetti
e addirittura esisterebbero delle città invisibili(Dio disse…e fu…/di tutte le cose
visibili e invisibili…).
Il famoso detto “Apriti sesamo” è dovuto al fatto che alcuni sacerdoti del vicino
Oriente, anticamente, erano in grado con determinati canti e preghiere di far aprire
magicamente le spighe di sesamo.
Il comandamento “non pronunciare il nome di Dio invano”, deriva dal fatto che per
gli ebrei alcuni nomi sono impronunciabili, a causa del loro potere e della loro
appartenenza a esseri spiritualmente superiori e vicini a Dio.
Sempre in India, a proposito dei Vimana (letteralmente “uccelli artificiali abitati”) si
narra che su alcuni di essi fosse incisa la sillaba sacra dell’Om e mediante determinati
canti e preghiere i sacerdoti sapessero comandarli.
E I CERCHI NEL GRANO?
Il potere del suono, dell’energia e della vibrazione entra in gioco anche quando si
parla dei famosissimi Cerchi nel Grano o “Crop Circles”. Sembra che a causarli siano
delle particolari onde elettromagnetiche che, di provenienza incerta, entrano in
simbiosi con il campo gravitazionale terrestre.
Anche un simbolo o una forma producono vibrazioni. Il corpo umano emette onde
magnetiche che sono persino in grado di impregnarsi in edifici ad alta frequentazione
come i luoghi sacri. Ma, di nuovo il meccanismo retroattivo, gli stessi luoghi sacri (è
scientificamente dimostrato) venivano scelti perché fonti di particolari energie dette
positive, mentre venivano demonizzati i luoghi ad alta intensità di onde negative.
Secondo teorie recenti, i simboli riprodotti nei Cerchi nel Grano sarebbero opera di
intelligenze che vogliono aiutare l’uomo ad elevarsi spiritualmente. Un nativo
americano comprende benissimo tali meccanismi, poiché anche in America era
largamente diffusa tra i nativi la venerazione del Grande Spirito e della Madre Terra.
L’animismo è da noi occidentali visto come un qualcosa di ridicolo e primitivo, ma a
mio parere andrebbe rivisto il concetto di primitivo. Di sicuro non è sinonimo di
rozzo, ma, all’opposto, è una grande consapevolezza spirituale che lega l’uomo al
creato. Non a caso la concettualità artistica più antica è la più complessa, perché
l’uomo antico, come detto in apertura, era in uno stato spirituale e fisico in perfetta
sintonia con le vibrazioni cosmiche, cose che noi, avvolti dalle radiazioni dei
telefonini, abbiamo perduto, ma forse non irrimediabilmente.
I primi disegni di un bimbo, non sono rappresentazioni della semplice realtà visiva. In
essi sono racchiusi gli stati d’animo e le proiezioni sensibili di sé. Col tempo, di
210
nuovo, la mente categorizza secondo determinati schemi e preclude ogni libero sfogo
della nostra interiorità spirituale.
Quello che l’uomo ha scordato, nel corso della sua tanto incerta storia, è proprio il
fatto di essere uomo, un dio caduto che sogna le stelle, ma non si accorge di brillare
di luce divina.
UNA MOLTITUDINE DI DÈI
Scorrendo quanto contenuto nei miti di tutto il mondo, appare lampante il fatto che, a
parte la schiera di divinità di volta in volta indicate, almeno due sono le figure, in
senso lato, veramente importanti da considerare: un dio “creatore” e un dio
“civilizzatore”.
Spesso, queste due personalità trovano riscontro in un unico soggetto, che, quindi,
assurge alla duplice funzione della creazione e della civilizzazione degli esseri umani.
Infatti, le due figure, pare di capire, interagiscono tra loro e, avendo prerogative
diverse, generalmente non si ostacolano.
E’ quindi del tutto normale, addirittura sensato, che, col passare del tempo, il mito
abbia accorpato i due soggetti divini, anche per realistiche ragioni da ricondurre alla
pratica del culto stesso.
Questo succede, evidentemente, nelle religioni monoteistiche: il cristianesimo,
l’ebraismo, l’islamismo e il zoroastrismo su tutte.
Sul monoteismo si potrebbe scrivere a non finire.
Chiaramente, in questa sede, non è nostra intenzione farlo.
Forniremo, di seguito, alcune basilari informazioni, giusto per fornire al lettore
curioso quanto necessario per capirci qualcosa.
Il concetto di un’unica divinità è praticamente assente nei popoli non letterati.
Il primo esempio di monoteismo nella storia del mondo antico risale al XIV secolo
a.C. e prende forma in Egitto con il dio Amon Ra, che diventa Aton, associato al Sole
(nella celebre riforma religiosa intrapresa dal faraone Amenhotep IV della XVIII
dinastia)1.
Si diffonde, circa seicento anni dopo, anche in Asia Minore, con l’ebraismo e il
zoroastrismo.
In età più tarda incontriamo il cristianesimo e l’islamismo.
Pur tuttavia, in tutte queste forme di religione, al dio onnipotente è sempre
contrapposta una figura che simboleggia il male.
Numerosi sono, inoltre, gli esseri soprannaturali, da considerarsi divinità minori e
derivate, cioè che traggono i loro poteri divini dall’essere supremo: tra questi,
riconosciamo, senz’altro, gli angeli, i cherubini e i santi.
Altre volte, e qui cominciamo ad occuparci del politeismo, oltre al “creatore” e al
“civilizzatore”, compaiono molteplici e curiosi personaggi che, pur facendo parte
dell’entourage divino, non hanno la medesima importanza.
211
La loro peculiarità è insita nell’essere specialisti, ognuno, in determinate branche del
sapere.
Ecco che incontriamo una moltitudine di divinità che occupa i pensieri e le preghiere
dei popoli che ci hanno preceduto: i Sumeri, gli Egizi, i Maya e via di questo passo.
Emerge che l’uomo del passato, che qualcuno ancor oggi considera “primitivo”,
aveva ben focalizzato, nella sua mente, le prerogative che ciascuna divinità
assommava, tanto da poter individuare con precisione il dio da venerare
all’occorrenza.
Così facendo, al tempo stesso, il nostro antenato andava a realizzare un vero e proprio
pantheon, dotato di una struttura gerarchica ben delineata, all’interno del quale
ciascuna divinità sapeva cosa fare.
Dovremo forse dire, considerando il ruolo dei protagonisti (dèi da una parte e uomini
dall’altra), ribaltando la visione d’insieme e facendo leva sulle origini del mito
(l’ipotetica prima ‘manifestazione’ di questi esseri superiori), che le stesse divinità,
volenti o nolenti, avevano inculcato, nell’immaginario umano, una serie di elementi
determinanti alla formazione dell’idolatria.
Non è nostra intenzione snocciolare, ora, un arido e noioso elenco di queste divinità,
ma è pur vero che di qualcuno dobbiamo far menzione, giusto per poter sviscerare
l’argomento nel modo meno lacunoso possibile.
Lo faremo coerentemente, affrontando il tema per alcune zone geografiche che
riteniamo eloquenti.
Non tratteremo, qui, la mitologia definita “classica”, propria dei Greci e dei Romani,
poiché chiaro ricettacolo di leggende appartenenti ad altri popoli2.
Alcune informazioni aggiuntive, come sempre, se ce ne fosse davvero bisogno,
saranno fornite nelle note a piè di pagina.
Non disperate…
IL FANGO DI MANITÙ
Senza entrare veramente nel merito (la mitologia, sviluppatasi attorno alle varie tribù
indiane del Nord America, meriterebbe da sola, ben altro spazio), dobbiamo
necessariamente limitarci all’essenziale.
Ecco, allora, che andiamo ad individuare la figura del trickster, uno spirito che
rappresentava sia il bene che il male: aveva sembianze umane ma anche animali e
incarnava, contemporaneamente, il bene e il male.
A lui si doveva il merito della creazione dell’universo.
Strano personaggio, questo trickster, che assumeva, di volta in volta, sembianze
diverse, a seconda della tribù e del mito di cui è protagonista: lepre, coniglio, corvo,
coyote, ragno e visone sono gli animali più rappresentati3.
Questo dio impersonale, che gli indiani delle zone del Canada, come i Delaware,
chiamano Manitù, stando ai racconti, svolgeva la sua funzione di creatore tuffandosi
212
in fondo al mare per raccogliere del fango che poi trasformava in terra.
A parte la creazione (vi sembra poco…) questa divinità non faceva altro e preferiva
delegare ai suoi simili la gestione di cose più terrene. Quindi, incontriamo in queste
leggende una schiera ben nutrita di dèi, spesso associati alle stelle più luminose.
Il vento, il temporale e, in particolar modo il tuono, erano le manifestazioni della
natura che sovente sintetizzavano le peculiarità del divino.
I racconti dei Sioux ci parlano, direi in maniera assai generica, di un certo
Wakan’tanka, ossia il Grande Mistero, colui che donò tutto ciò di cui l’uomo poteva
aver bisogno nella sua vita terrena.
IL SIGNORE DELLO SPECCHIO FUMANTE
Gli Olmechi adoravano dèi con le sembianze di giaguaro, ma di loro torneremo fra
breve a parlare.
I Maya riconoscevano il dio Hunabku4, creatore del cielo e della terra e padre di tutti
gli déi; suo figlio Itzamnà5, dio del fuoco e dei vulcani, era il creatore del genere
umano ma anche inventore delle scienze e della scrittura, mentre Kinich Ahau era il
dio del Sole6.
Per i Toltechi e, in seguito anche per gli Aztechi, era Tezcatlipoca (Signore dello
specchio fumante o ardente7) ad aver originato tutto sulla terra e, in un contesto
prettamente bellicoso che da sempre ha contraddistinto questa gente, non poteva
assolutamente mancare una figura da identificare con la guerra: ecco, allora,
Huitzilopochtli8, che esigeva dai suoi adepti i ben noti sacrifici umani.
Entrambe queste divinità, si noti bene, non erano altro che due dei quattro figli
cosmici9 degli onnipotenti Ometeotl e Omecihuatl, da intendere qui come la perenne
dualità, maschile e femminile ma anche il bene e il male.
Qualcuno si è persino divertito a contare, una per una, tutte le divinità degli Aztechi,
arrivando a tredici per le principali e circa duecento per quelle minori.
Il fatto che a ciascuna fosse dedicato un giorno dell’anno e una festività non vi
ricorda qualcosa?
Tra questa moltitudine, notevole importanza rivestiva Tlaloc, associato alla pioggia,
nonché la sorella e sposa Chalchiuitlicue, rappresentante dell’acqua10; ciascuno,
infatti, riuscì a governare una delle cinque epoche che secondo la leggenda si
susseguirono sul nostro pianeta.
Stando ai racconti, Teotihuacan11 fu costruita nella cosiddetta età del Quinto Sole,
spiritualmente considerata l’era del movimento, la stessa alla quale apparteniamo e
che dovrebbe terminare, secondo il calendario dei Maya, nel 201212.
In questa carismatica località gli dèi si erano riuniti per creare il Quinto Sole, dopo
che i precedenti, ognuno associato a divinità diverse, erano bruscamente terminati a
213
causa di varie catastrofi naturali.
Infatti, il Quarto Sole non era più visibile e la terra era avvolta dall’oscurità;
nonostante ciò, a Teotihuacan una fiamma divina continuava ad ardere.
Occorreva far riapparire il Sole e le divinità dovevano decidere chi fra loro si sarebbe
sacrificato nella fiamma divina in nome di una nuova era, diventando così la
personificazione del Sole e della Luna.
Il dio Nanauatzin fu il primo a buttarsi nel fuoco, seguito dal dio Tecuciztecatl.
Quest’ultimo aveva inizialmente esitato ed infine, seguendo l’esempio dell’altro,
trovò la forza ma si fermò sul bordo della fiamma. Quando le due divinità furono
arse, in cielo riapparvero il Sole e la Luna che rimasero immobili finché un altro dio
si premunì di scagliare in alto una freccia in direzione dell’astro splendente.
IL SOLE SORGE DAL TITICACA
I primi abitanti del Perù, ancora prima degli Inca, adoravano Viracocha13, dio
dell’universo, creatore del mondo e del cielo.
Era lui ad aver fatto sorgere il sole dalle acque del lago Titicaca14; poi, a Tiahuanaco,
antica e leggendaria dimora dei giganti, aveva plasmato la terra e dato vita sia agli
animali che agli uomini.
Le leggende locali narrano che Tiahuanaco fu edificata in una sola notte, dopo il
Diluvio, dagli dèi o dai giganti.
E’ impressionante constatare che gli indiani Apaches, ancora oggi, sono in grado di
descrivere Tiauhanaco senza averla mai vista.
Lo rivela l’etnologo L.Taylor-Hansen che, in visita ad una tribù stanziata in Arizona,
racconta di come gli indigeni conoscano la località perché un tempo era il centro del
loro leggendario impero; sono addirittura in grado di descrivere la statua del “bianco
barbuto”, quella per intenderci di Viracocha15.
Il dio bianco fece qualcosa di analogo anche a Machu Picchu16, stavolta con la
preziosa collaborazione dei fratelli Ayar.
Si narra, infatti, che un giorno giunsero gli dèi guidati da Viracocha, che inviò questi
fratelli con le rispettive mogli su quel cucuzzolo.
Dopo che uno di loro fu rinchiuso dagli altri in una grotta che fungeva da prigione e
averlo pure trasformato in pietra (non siamo comunque in grado di spiegare la
ragione di un siffatto trattamento), tre dei quattro germani si affacciarono alle tre
finestre e cominciarono il grandioso progetto.
Uno di questi era destinato ad essere ricordato come l’iniziatore della civiltà, millenni
prima degli Incas17.
Per la gente costiera, Viracocha era degnamente rappresentato dal figlio,
Pachacamac, letteralmente “animatore del mondo” o “padre della terra.
In seguito verrà ricordato anche come il dio dei terremoti.
Altre divinità minori, al suo seguito, Inti (il Sole), Illapa (signore del lampo e della
214
tempesta) e Mama Kilya (la Luna, sorella e sposa di Illapa).
Tralasciamo, volutamente, tutti gli altri.
SULLE RIVE DEL TIGRI E DELL’EUFRATE
Da sempre la Mesopotamia è considerata la culla della civiltà e partendo da questo
presupposto, fino a prova contraria, è proprio qui che possiamo attingere le migliori
informazioni riguardo ai miti.
Sono migliaia le tavolette cuneiformi, risalenti al III millennio a.C. rinvenute durante
gli scavi archeologici e quasi tutte narrano delle gesta delle divinità sumere, da far
risalire ad un passato veramente remoto.
An era il dio del cielo e Nammu la dea dell’acqua e della creazione.
Dalla loro unione era nato Enki, da associare, inevitabilmente, all’acqua; considerato
un dio molto saggio, verrà invocato continuamente dai terrestri.
Questo Enki ebbe la brillante idea di creare l’essere umano, al fine di impiegarlo nel
lavoro al posto degli altri dèi minori18.
Tutte le divinità qui in trattazione, scorrendo le pagine dei miti, erano state create da
An ed erano chiamate Annunaki.
Da quel che sembra, An lasciava campo libero, nella gestione delle cose terrene, agli
altri dèi, soprattutto ai figli Enki, Enlil (posto a capo degli dèi) e Inanna (associata al
cielo e alla terra, era la dea della guerra ma anche del parto e dell’attrazione erotica;
generalmente, veniva rappresentata come divinità astrale di Venere).
Al di là della famiglia “reale”, innumerevoli erano gli altri dèi dell’élite sumerica19:
è giusto fare un cenno almeno al marito di Inanna, Dumuzi, divinità della steppa20.
Ogni divinità, poi, aveva un santuario in una determinata città della Mesopotamia: ad
esempio Enlil a Nippur, Enki a Eridu e Inanna a Uruk.
I Babilonesi21, dal canto loro, ereditarono buona parte della cerchia di divinità dai
Sumeri, a volte modificandone solamente il nome22.
An, di conseguenza, si trasformava in Anu mentre Enki, ad esempio, diventava Ea.
Stessa sorte per Enlil (Ellil), Inanna (Ishtar) e tutti gli altri.
Tra questi, emergeva, in ogni modo, con prepotenza, un nuovo dio, tale Marduk,
figlio di Ea (Enki), che diventerà la maggior divinità ai tempi del regno di
Hammurabi.
Marduk era sovente associato al Sole (Shamash) e, per alcune sue prerogative,
ricordava da vicino il Ninurta sumerico.
Con l’avvento degli Assiri, che presero a prestito molti dèi babilonesi, il panorama
divino si ingarbugliava non poco: è chiaro che la tradizione originale, quella sumera,
era, a questo punto, largamente rimaneggiata.
Tra le divinità rimaneva Marduk, anche se ora si venerava col nome di Assar: Pur
cambiando nome, era sempre lui l’artefice principale della creazione.
Emblematico il caso degli Ittiti: ogni volta che estendevano i domini su altri popoli,
215
pur continuando a venerare i propri dèi23, assorbivano anche quelli locali, tanto da
arrivare a migliaia di divinità.
Anche i Fenici attinsero dalla mitologia dei Sumeri e quindi dei Babilonesi. Il loro
dio Baal non era altro che una reminiscenza di El e di Marduk24.
Qui, capite bene, occorre fermarci.
NELLA TERRA DEI FARAONI
L’antico Egitto si distingue, in questo intricato ed intrigante resoconto della creazione
narrata dai miti, perché annoverava ben quattro versioni dell’accaduto!
Qui tratteremo, per sommi capi, solamente la più completa e conosciuta di queste,
sviluppatasi nel centro di Eliopoli25.
Il protagonista era Amon o Atum, che in seguito verrà associato a Ra, dio del Sole.
La divinità, con il corpo di un uomo e la testa di un falco, emergeva dalle acque
primordiali di Nun, un vuoto senza alcuna forma.
Conscio dei suoi limiti, per la complicata opera della creazione, decise di far nascere
dal suo seme altre divinità: i fratelli Shu (dio dell’aria) e Tefnut (dea dell’acqua).
I rapporti incestuosi dei due portarono alla luce Geb, dio della Terra, e Nut, dea del
Cielo.
L’unione tra Geb e Nut si dimostrò proficua poiché furono quattro i figli della coppia:
due maschi (Osiride e Set) e due femmine (Iside e Nefti).
Le nove divinità qui citate, nel loro insieme, rappresentavano la “Grande Enneade di
Eliopoli”, ovvero la personificazione della bellezza, della magia e del potere.
Come in altre parti del mondo, anche le divinità egizie passavano il tempo litigando
tra loro.
Set era geloso di Osiride e tra i due iniziava una lotta di potere senza quartiere, con
Iside, moglie di Osiride, vera protagonista di questo racconto.
Fu lei, infatti, a venire in soccorso al marito, prima ucciso e poi smembrato dal
fratello cattivo: con l’aiuto di Anubi, il dio imbalsamatore che fungeva da guida delle
anime dei defunti (rappresentato con la classica testa dello sciacallo), riuscì a riunire i
frammenti del fratello/consorte.
Sarà il figlio Horus, dio del Cielo raffigurato dalla figura del falco, a vendicare
Osiride e, dopo alterne vicende, l’avrà vinta, quando Amon Ra, e con lui il pantheon
al completo degli dèi, deciderà per la legittimità dell’erede di Osiride sulle terre del
Basso Egitto mentre a Set verrà assegnato l’Alto Egitto.
In conseguenza dell’irrevocabile decisione presa in seduta plenaria, Osiride diverrà
dio dei Morti mentre Set, cacciato nel deserto, dio del Tuono e delle Tempeste.
Da allora, i faraoni delle diverse dinastie si crogiolarono di essere la personificazione
terrena di Horus con la presunzione, alla morte, di trasformarsi in Osiride.
Il noto rito dell’apertura della bocca, che i sacerdoti egizi eseguivano sulle mummie
dei sovrani, serviva, appunto, a mutarli nella divinità dei morti.
216
Horus, assieme a Thot, Anubi e Maat, faceva parte di quella che era definita la
“Piccola Enneade”.
LE QUATTRO FACCE DI UN DIO
Le tradizioni riferite all’India sono contenute, per lo più, nei cosiddetti ‘Veda’
(letteralmente “quanto viene udito”), un insieme di quattro volumi che contengono le
gesta di una razza divina facente capo agli dèi Brahma (il creatore), Vishnu (dio della
conservazione) e Shiva (dio della distruzione) nonché dalla dea Devi.
Occorre, già da subito, fare una precisazione: Vishnu e Shiva, pur essendo ancor oggi
venerati da schiere opposte di credenti, rappresentavano, in ogni modo, aspetti diversi
comunque riconducibili ad un’unica suprema divinità.
Dal suo canto, la dea Devi29 incarnava il lato femminile dell’essenza divina e, grazie
alla sua energia e a quella maschile, aveva permesso la nascita dell’universo.
Brahma, il creatore, aveva acquisito la saggezza, quella espressamente contenuta nei
testi vedici, prima di ogni altro e l’aveva poi trasmessa oralmente, ancor prima che
questa venisse trascritta.
Vishnu, che aveva la facoltà di incarnarsi in esseri ogni volta più evoluti30, poteva
contare sul figlio Ganesh per comunicare con il genere umano ma anche sul fido
messaggero Narada.
Da lì, la solita schiera di divinità: Agni era quella del fuoco, Indra rappresentava il
cielo e la pioggia mentre Ganga era la dea del fiume Gange e figlia dell’Himalaya31.
Associato al vento era il dio Vayu, al Sole il dio Surya.
Non poteva mancare un dio della guerra: ecco, allora, Kartikeya.
La mitologia correlata alla creazione è stata inserita nel Rig Veda, uno dei testi più
antichi al mondo32.
Qui si narra del seme di Vishnu che galleggiava nell’Oceano della Creazione. Ogni
seme si trasformò, poi, in uovo dorato e Vishnu vi entrò in qualità di Purusha
(“persona cosmica”). Così facendo, il dio riuscì a trasformare questa inerte materia in
terra, acqua, fuoco, aria ed etere.
Con successive trasformazioni, ma sarebbe meglio dire incarnazioni, diede vita a
tutto il resto33.
Molti dei personaggi mitologici dell’India si ritrovano, con minime variazioni, anche
nello Sri Lanka e in Tibet.
Il brahmanesimo fu la principale religione praticata in India, almeno fino all’avvento
del buddhismo, nel V secolo avanti Cristo.
Quest’ultimo credo, sviluppatosi in Asia, India, Birmania, Tibet, Cina e Giappone,
conta oggi più di cento milioni di adepti.
Torneremo, comunque, ad occuparci dell’incredibile contenuto dei libri sacri indiani
e lo faremo nel tentativo di descrivere i mezzi volanti di cui facevano largo uso gli
dèi.
217
IL PARADISO DEI GUERRIERI
I miti norvegesi, che hanno molte similitudini con la saga germanica dei Nibelunghi,
narrano di Odino36, capo degli dèi.
Attorno a lui, nel paradiso di Asgard, una vasta schiera di divinità: Tyr (dio della
guerra), Thor (dio del tuono), Freyr (dio dei frutti della terra), Heimdall (custode di
Bifrost) e Balder (il prediletto, figlio di Odino e della moglie Frigga).
Odino viveva nel Walhalla38, un meraviglioso palazzo munito di 540 porte, dimora
degli dèi caduti in battaglia, qui trasportati dalle Valchirie.
Tra i malvagi una particolare menzione per Loki, dio del fuoco.
La saga ruota attorno al Ragnarok, il giorno del giudizio, che quando arriverà,
distruggerà tutto, in cielo e in terra.
Molte divinità periranno in questa resa dei conti ma, infine, quattro giovani dèi, fra
cui due figli di Thor, riusciranno a vedere l’alba di un giorno nuovo e
accompagneranno Lif e Lifthrasir, gli unici umani sopravvissuti, nel difficile compito
di ricominciare tutto daccapo.
L’UOVO PRIMORDIALE DI PANKU
In Cina, perlomeno nella porzione a sud-ovest di questa nazione, si tramanda la figura
del gigante Panku che dormiva all’interno di un grande uovo.
Quando si svegliò e ruppe l’involucro, ne uscì il necessario per la formazione del
cielo e della terra.
Pare che il buon Panku trascorse la maggior parte della sua esistenza a tenere separati
i due elementi e quando morì, ogni parte del suo corpo si trasformò, contribuendo alla
creazione di qualcosa di specifico: ad esempio la carne fece il terreno da coltivare, il
sudore divenne la pioggia, i capelli formarono le stelle. E l’uomo? Beh, si dice che
furono le sue pulci a dar vita ai nostri antenati…
La figura del civilizzatore, nei ricordi ancestrali dei cinesi, è rappresentata dall’essere
immortale Huang Ti, “l’imperatore giallo”, che inventò la bussola e la moneta.
Col trascorrere del tempo, si sentì anche la necessità di compilare un elenco dei
sovrani divini: alla fine della conta, dodici furono gli imperatori celesti, undici quelli
terrestri e venticinque i sovrani40.
Non possiamo esimerci dal ricordare anche l’immagine del Drago, nella lingua locale
Loong, che a differenza di quel che accadeva in tutto il mondo antico, aveva qui un
aspetto altamente positivo, portatore di allegria e fortuna: non per niente era
assimilato a Phuc, il dio della felicità.
D’altronde i monaci Shaolin, sugli avambracci, avevano due tatuaggi, quello del
drago e della tigre, rispettivamente la forza dello spirito e della forza fisica, energie
opposte ma complementari.
Ancora oggi, durante le festività, assistiamo alla cosiddetta “danza del drago”,
218
eseguita dagli adepti delle scuole di Kung Fu, che racchiude in sé un compendio di
quelle tradizioni che, altrimenti, si sarebbero perse per sempre.
UN GROVIGLIO DI ALTRI MITI
Avrete già inteso che, di questo passo, si potrebbe disquisire ancora parecchio.
Non è il caso. E’ un groviglio pazzesco!
Chi volesse approfondire l’argomento, per quel che riguarda miti e leggende che in
questa sede non hanno trovato spazio, può senz’altro munirsi di uno dei tanti volumi
in circolazione, a volte enciclopedici, in grado di soddisfare ogni curiosità.
Qui si è voluto introdurre la tematica, cercando di fornire le informazioni ritenute
indispensabili per la comprensione dello scritto.
Già di per sé questo scritto, pur con tutte le lacune possibili, è quello che ha
impegnato maggiormente l'autore: se siate arrivati a leggere queste righe, sarà stato
un bell’ostacolo anche per voi.
NOTE:
1 La divinità legata al Sole, in Egitto, aveva diverse personificazioni: a parte quella
riportata nel testo, sono da ricordare Khepri o Atum. Interessanti anche le connessioni
con Ammone, dio venerato a Tebe, allora capitale egizia, duemila anni prima di
Cristo.
Il maestoso tempio di Karnak è a lui dedicato. Col tempo, assunse il nome di
Ammone-Ra e il disco solare prese a rappresentarlo.
2 In proposito, forniremo solo brevi sprazzi quando tratteremo gli argomenti dei
successivi capitoli.
3 Nelle pianure del nord America è vivo anche il ricordo di una donna "bisonte”,
come vedremo in seguito.
4 Nel libro sacro dei Quiché, il “Popol Vuh”, che narra gli antichi miti di quella parte
di popolazione di stirpe maya assestata sulle alture del Guatemala, il creatore di ogni
cosa è identificato come Gucumatz. Il suo aiutante è tale Hurakan, dio del tuono,
della tempesta e della fertilità. Questa documentazione è giunta fino a noi grazie alla
trascrizione che ne fece un prelato europeo dopo la conquista.
5 Letteralmente “iguana” o “lucertola”. Altri propongono, per questa divinità,
l’appellativo “Il padrone dell’aurora”.
6 Kinich Ahau, rappresentazione astrale di Itzamnà, aveva una sposa, la dea della
Luna chiamata Ixchel, con la quale era in perenne contrasto per via dei tradimenti
della donna.
7 Così chiamato perché guardava il mondo attraverso uno specchio magico di
219
ossidiana e, così facendo, esplorava il cuore degli uomini ma anche l’oscurità
cosmica, grazie agli occhi onnipotenti del suo nagual, il gran giaguaro Tepeyollotli.
Numerose le attività che venivano riconosciute a questo dio: oltre all’effigie di
creatore, era considerato la massima autorità infernale, associata al freddo e
all’inverno, ma anche alla giustizia. Inoltre, sebbene generoso, appariva al contempo
disumano e crudele. Una sorta di Yahvé, come avremo modo di vedere in seguito.
8 Il nome di questo dio nasce dall’unione delle parole “colibrì” e “sinistra”, perché è
solitamente raffigurato con le penne di questo uccello sul piede sinistro. E’ il figlio
della dea Coatlicue (“colei dalla gonna di serpente”), una della massime autorità da
associare alla sacralità della terra.
9 Uno per ogni latitudine, contraddistinti dai colori rosso, blu, bianco e nero,
rispettivamente assegnati a Xipe Totec (fertilità), Huitzlilopochtli (guerra),
Quetzacoatl (saggezza) e Tezcatlipoca (giustizia). E’ bene sapere, comunque, che
quest’ultimo termine compare, indifferentemente, per ognuna di queste divinità.
10 L’acqua qui è da intendersi riferita alle fonti, ai laghi ed ai fiumi, a ben vedere
tutte le risorse idriche della terra. Questa dea è ricordata anche come protettrice dei
matrimoni.
11 Il nome di questa città, le cui rovine si trovano a circa sessanta chilometri da Città
del Messico, significa, nella lingua nauhatl degli Aztechi, “La dimora degli dei” o
“La città dove nascono gli dei”.
12 Il calendario di questo popolo è molto preciso. Infatti, a parte la puntuale
corrispondenza con l’attuale nostro computo dei giorni, contiene due date, quella
d’inizio (11 agosto 3114 a.C.) e quella di fine (24 dicembre 2012 d.C.) del periodo
denominato Quinto Sole, complessivamente 5127 anni. Il tema di più epoche, di cui
alcune già trascorse, non è comunque prerogativa dei Maya: allo stesso modo la
pensavano gli Aztechi e similmente anche gli Indù.
13 Questo dio è ricordato anche con altri nomi, poco noti: Huaracocha, Kon Tiki,
Thunupa, Taapa, Tupaca e Illa.
14 Questo mito si interseca, necessariamente, con quello della donna-pesce Orejona,
di cui abbiamo già fatto rapido cenno in apertura.
15 In quella circostanza, l’etnologo mostrò loro alcune fotografie di dipinti egizi ed in
una di queste riconobbero senza indugio la divinità a cui era dedicata la danza rituale
che stavano facendo, “Il Signore della Fiamma e della Luce” che conoscevano per
Ammon-Ra. Inoltre, un vecchio saggio, osservando le fotografie di Machu Picchu,
iniziò a descrivere la città così come veniva tramandato il ricordo di quel luogo da
generazione a generazione, pur non avendolo mai visto.
16 Il nome della nota città peruviana, in origine, era Tampu-Tocco, segnatamente
“Paradiso delle tre finestre”. Ma era anche conosciuta come “Luogo di Riposo delle
Tre Finestre” o “Porto delle tre Finestre”.
17 Inevitabile il raffronto con i personaggi biblici Cam, Sem e Jafet. Per quel che
riguarda i fratelli Ayar, uno di loro era identificato nel mitico Marco Capac, fondatore
di Cuzco. La leggenda narra che il dio Viracocha avesse dato a Manco un bastone
d’oro e questo solo in quel luogo riuscì ad essere conficcato nel terreno. Era il segno
220
evidente che lì doveva sorgere una città sacra.
18 A questo dio va il merito, stando ai testi rinvenuti, di aver avuto per primo l’idea
di creare l’uomo utilizzando, come base di partenza, l’ibrido primitivo che viveva,
all’epoca, sulla terra. Chiaramente, per fare ciò, si avvalse del sostanziale operato di
altri dèi che, a quanto sembra, erano, per così dire, “specializzati”. Ci troviamo di
fronte, secondo il parere di alcuni studiosi che hanno inteso leggere anche tra le righe
delle tavolette cuneiformi, ad un esperimento di manipolazione genetica in piena
regola. Con una sorta di riversamento del Dna divino nel nostro antenato, l’Adamo, al
fine di impiegarlo nei lavori quotidiani ed evitare questa fatica agli dèi. Ma il
progetto, pare di capire, non deve essere riuscito alla perfezione perché, ad un certo
punto, l’uomo si ribellò a chi l’aveva creato (sintomatico l’episodio del Giardino
dell’Eden e le successive vicende che hanno interessato la specie dei giganti). Chi
vuole saperne di più, può leggersi i libri di Zecharia Sitchin, che narrano, per filo e
per segno, queste vicende.
19 Forniamo un breve elenco, certo non esaustivo: Uttu o Shamash (Sole), Nannar o
Sin (Luna), Baba di Lagash e Ninhursaga di Kish (dee madri), Nisaba (dea degli
scribi), Nanshe (dea dei pesci e della magia), Ninisina (dea della guarigione), Ninurta
(dio dell’agricoltura e della pioggia), Lahar (dea del bestiame) e Ashnan (dea dei
cereali). Gli ultimi due pare siano stati creati, rispettivamente, da Enki e Enlil.
20 I sovrani sumeri, con l’anno nuovo, erano soliti celebrare un solenne rituale per
favorire la fertilità ed il rinnovamento della vita umana, animale e vegetale. La coppia
nuziale per antonomasia, cioè gli dèi Dumuzi e Inanna, era la protagonista di questa
rievocazione. Grazie alle iscrizioni impresse su alcuni cilindri di terracotta, oggi
conservati al museo parigino del Louvre, nonché agli studi di S.N. Kramer
sull’argomento, siamo anche in grado di ricostruire, sommariamente, la fastosa
cerimonia “rigenerante” organizzata dai regnanti sumeri, che si sostituivano alla
coppia divina e, all’interno del palazzo reale, in una stanza appositamente destinata,
si accoppiavano nuovamente in vece delle divinità. La rinnovata unione degli dèi
aveva anche una forte valenza come sacra ritualità riferita alla prostituzione. Da quel
che si sa, l’arte del meretricio ha avuto origine proprio qui, cioè in tutto il bacino del
Vicino Oriente, dove veniva largamente praticata.
21 E gli Assiri, a seguire.
22 L’appellativo di ciascuna divinità veniva, infatti, espresso dai Babilonesi in lingua
semitica.
23 Gli stessi adorati, prima di loro, dagli Urriti. C’era Arinna, dea del Sole e,
soprattutto, una divinità “senza nome”, associata alle condizioni atmosferiche, che, di
volta in volta, assumeva un appellativo diverso col tempo che mutava.
24 Se prestiamo fede alle parole dell’erudito Philo (Filone) di Biblo, vissuto nel I
secolo a.C. che asseriva di aver tradotto, dal fenicio al greco, una fantomatica Storia
Fenicia (questa raccolta, se mai esistita, è andata comunque irrimediabilmente
perduta nel XI secolo a.C. Chi cita questa fonte dovrebbe sapere che c’è il fondato
sospetto che sia stata redatta di sana pianta da uno studioso tedesco) di Sanchoniathon
di Berico, i Fenici avrebbero avuto inizialmente una religione a sfondo monoteista,
221
dove Baal era l’unica divinità; in seguito, quando venne introdotto il politeismo, Baal
sarebbe rimasto, secondo questa incerta versione, la principale divinità del neonato
pantheon.
25 Giusto un cenno alle altre. A Menfi, capitale dell’antico Egitto, il dio venerato era
Fta o Ptah, “padre e madre di tutti gli dèi”, considerato anche protettore degli
artigiani. Amon, in questo caso, era appena un gradino sotto Ptah. Nella città di
Ermopoli, invece, il culto era tutto dedicato a Thoth, dio lunare ma anche della
saggezza e della scrittura (e per questo, chiaramente, protettore degli scribi), che
veniva rappresentato con la testa di ibis e associato all’animale sacro del babbuino.
Per ciò che concerne il mito della creazione, ad Ermopoli si credeva fosse merito del
dio Nefertem, protettore della vegetazione. Infine, ci resta da dire qualcosa circa il
centro di Esna: qui la figura principale era quella del dio Knufi o Cnum, dalla testa di
montone. La divinità aveva creato il genere umano plasmando argilla sulla sua ruota
da vasaio. Sulle pareti del tempio di Esna è incisa questa versione della creazione,
con riferimento anche ad una dea di nome Neith, venerata nella città di Sais.
26 Queste divinità, secondo la leggenda, sarebbero nate in cinque giorni differenti e
consecutivi, ma al di fuori del calendario di 360 giorni, per impedire una loro
soverchiante superiorità nei confronti del padre Amon. Tale profezia, fra l’altro, è
presente anche nella mitologia classica, ove troviamo, infatti, i figli che Crono ebbe
da Rea, cioè i grandi dèi che andarono, poi, a formare l’Olimpo.
27 Fra l’altro, Iside era considerata la dea dell’universo e regina dei cieli, al pari con
la Vergine Maria del Cristianesimo: non per niente era rappresentata allo stesso
modo, seduta, con in braccio un bambino che allattava.
28 La figlia di Amon, così chiamata quando veniva associata alla giustizia, era anche
denominata Tefnut, dea dell’acqua.
29 Questa divinità è adorata anche con altri nomi: Kali (la terribile), Radha (la
misericordiosa, amante di Krishna) e Bhumi (la madre Terra).
30 Tra gli altri, che forse avete sentito nominare qualche volta, ci sono anche il re
Rama, il mandriano Krishna e il maestro Buddha.
31 A seguire altri personaggi minori, venerati in particolari località. Un accenno va
fatto, anche, alla dea Lakshmi, che aveva il compito di accudire il grande Vishnu.
32 Si può, infatti, farlo risalire al 2000 a.C.
33 Un’altra versione dl mito narra in maniera più specifica di come Brahma, nato
dall’ombelico di Vishnu, creò anche i pianeti, le stelle e, soprattutto, i semidei, ad
ognuno dei quali venne assegnato uno specifico compito.
34 Un culto che prendeva spunto dal vedismo, una religione ancora più antica. In
sostanza, il brahmamismo era un vedismo rivisto e corretto, che cercava di avere
carattere monoteistico, tanto che Brahma, nella bolgia di divinità, diventava
comunque il dio supremo.
35 Grazie all’illuminazione del profeta Buddha che, pur convinto da Brahma
(apparsogli in visione) a mettere le sue qualità al servizio dell’umanità, predicava,
comunque, una concezione di vita ascetica assai dissimile dagli insegnamenti
dell’altra religione. Infatti, oggi, il buddhismo rifiuta sostanzialmente il
222
brahamanesimo.
36 Questa divinità aveva perso un occhio per la bramosia di conoscenza: infatti, la
leggenda racconta di come Odino lasciò cadere l’occhio, il prezzo da pagare per
scrutare nel futuro, all’interno della fontana magica di Mimir.
37 L’arcobaleno che, secondo la tradizione, fungeva da tratto d’unione tra la Terra ed
Asgard.
38 La sede degli dèi fu costruita dai giganti, con i quali, poi, Wotam (altro appellativo
di Odino), che aveva commissionato loro i lavori, entrò in conflitto per via del
compenso che, pur se precedentemente pattuito, intese non onorare.
39 Anche qui, come in altre parti del mondo, esistono infatti numerose versioni del
mito della creazione.
40 Tra le figure notevoli, che meritano almeno una citazione, il dio della medicina
Shennong, quello dei venti Feng Bo e la divinità associata al tuono, Leigong.
c L’uomo, nel corso della sua storia, ha sempre scrutato i cieli, nell’attesa di segni più
o meno divini. Nel corso dei secoli vari fenomeni celesti come la caduta di stelle, le
comete, i passaggi di scie meteoritiche, le eclissi, hanno sempre fatto parte di un
connubio uomo-cielo, atto a leggere, in tali segni, imminenti catastrofi o benevoli
auspici.
Immagine. il famoso astronauta di Kiev, unica statua europea che mostri strani tratti
"spaziali".
Col passare del tempo la passione dell’uomo è aumentata ma è cambiato il fine di tale
osservazione. L’uomo, con l’ausilio di sempre più potenti telescopi, e in tempi
moderni di sonde spaziali, ha cercato non più segni premonitori, ma le origini
dell’universo che ci circonda, l’esistenza dei vari pianeti e la presenza di nuove forme
di vita.
Perché tanta trepida ricerca su eventuali forme di vita, presenti nell’universo?
Una delle fenomenologie che hanno contraddistinto la fine di questo secolo è
sicuramente l’ufologia. Nata ufficialmente nel 1947 con l’avvistamento di Kenneth
Arnold, si è rapidamente sviluppata creando un filone di pensieri e discussioni che , a
loro volta, hanno dato vita ad una proficua industria di business, tramite libri, riviste,
film, documentari e quanto altro serve allo scopo.
Contemporaneamente a questo filone, prettamente economico, è nato, di fianco, un
altro filone, il quale ha contribuito a rinvigorire non poco la questione economica: la
problematica ufologia, con i suoi segreti patti di connivenza fra nazioni ed alieni,
impronte aliene nel nostro passato, nella nostra genetica e molto altro ancora.
Autori come Sitchin e Von Daniken hanno espresso, con risultati e metodi più o
meno ortodossi ed accettabili, le loro teorie riguardanti un intervento alieno sulla
nostra genesi e storia.
Naturalmente qualche lettore potrebbe obiettare che il fenomeno ufologico è
abbastanza recente, per poterlo trasportare indietro nel tempo, ma, ad una attenta
rilettura di alcune testimonianze antiche, potremmo pensare che la questione
ufologia, ben lungi dall’essere un fenomeno dei nostri tempi, sia bensì presente sin
dai tempi più remoti della presenza dell’uomo su questo pianeta. Tali testimonianze
223
possono essere state interpretate dai vari osservatori, in vario modo, a seconda del
periodo storico o del contesto urbano e religioso in cui essi vivevano (apparizione di
Dio per i profeti ebraici, segni religiosi per gli egizi, origini demoniache nel tardo
medioevo e così via), ma il concetto di base rimane sempre lo stesso: in vari periodi
della storia l’uomo si è trovato innanzi a testimonianze misteriose di qualcosa di
sconosciuto.
Abbiamo già scoperto, nei capitoli precedenti, le fantastiche asserzioni in alcuni testi
indù di eccezionali velivoli aerei, guerre atomiche e quanto altro potrebbe essere
spiegato con un intervento alieno ( a detta di alcuni autori), ma se ciò non basta ecco
altre curiose testimonianze.
Presenze di elementi di fenomenologie aliene potrebbero essere riscontrate nella
Bibbia, in vari passi, e soprattutto nel Libro di Ezechiele, dove il profeta, Ezechiele
per l’appunto, assiste ad una visione celeste, identificabile per alcuni come la
descrizione dell’arrivo di un disco volante:
“ il cinque del quarto mese dell’anno trentesimo (N.d.A.:all’incirca il VII secolo a.C.)
, mentre mi trovavo fra i deportati sulle rive del canale Che bar, i cieli si aprirono ed
ebbi visioni divine….io guardavo ed ecco un uragano avanzare da settentrione, una
grande nube ed un turbinio di fuoco, che splendeva tutti intorno, e in mezzo un
balenare di elettro incandescente…al centro vi erano quattro esseri viventi che
avevano sembianze umane…con quattro facce e quattro ali…le loro gambe erano
diritte e con zoccoli simili ai piedi di vitello…quanto alle loro fattezze ognuno aveva
fattezze d’uomo, poi fattezze di leone a destra, di toro a sinistra, e ognuno di loro
fattezze d’aquila…le loro ali erano spiegate verso l’alto e si vedevano come carboni
ardenti…gli esseri andavano e venivano come un baleno…ed ecco sul terreno una
ruota al loro fianco, di tutti e quattro…le ruote avevano l’aspetto e la struttura come
di topazio e la loro struttura era come di una ruota in un’altra ruota..potevano
muoversi in quattro direzioni, senza voltarsi nel muoversi…la loro circonferenza era
assai grande e i cerchi di tutti e quattro erano pieni di occhi tutti intorno..quando si
muovevano gli esseri viventi anche le ruote si muovevano e quando si alzavano anche
le ruote si alzavano…al di sopra delle teste viventi vi era una specie di firmamento,
simile ad un cristallo splendente, e quando si muovevano sentivo il rombo delle ali
simile al tuono di Dio. Sopra il firmamento vi era come un trono e una figura dalle
sembianze umane, circondato da uno splendore…tale mi apparve la Gloria del
Signore e caddi prostrato innanzi a lui…”
Un tecnico tedesco ,Josef Blumrich, scrisse un libro su tale argomento partendo dalla
considerazione di smantellare la teoria dell’origine aliena di tale visione, ma, per sua
stessa ammissione, cambiò idea nel continuo della sua opera. Blumrich, tecnico e
disegnatore missilistico, notò molte assomiglianze fra le descrizioni di Ezechiele ed
alcuni riferimenti puramente tecnici, che sarebbero stati sensatissimi se al concetto,
per esempio, di “ruote dentro altre ruote” fosse stato abbinato il funzionamento di un
elicottero, che avrebbe permesso al principale velivolo a razzo di librarsi sulla terra.
Le stessi fasi di decollo e atterraggio sarebbero individuabili nei cambiamenti di
colore del mezzo stesso dovuti all'effetto della velocità del vento e della velocità di
224
evoluzione del mezzo stesso. Lo stesso Ezechiele avrebbe descritto il carrello di
atterraggio con una terminologia a lui più usuale, appartenendo ad una società
pastorale, identificandolo come piede di vitello, mentre altre parti dell’astronave
avrebbero avuto forma di leone , toro ed aquila nelle sue descrizioni.
Potrebbero sembrare descrizioni stravaganti, ma , l’autore vuole ripeterlo, vanno
considerate in simbiosi con le conoscenze culturali ed i periodi storici in cui vissero
gli osservatori.
Continuando a leggere la Bibbia, ci troviamo dinanzi ad un altro resoconto curioso,
riguardante la morte d’ Elia, un altro profeta.
Elia viene avvertito per tempo della sua “morte” e gli viene ingiunto dal Signore Dio,
di recarsi a Beth-El (“la casa del Signore”), dove sarebbe non morto sulla terra, ma
bensì assurto al cielo. Infatti, alcuni suoi conoscenti, saputo il fatto, chiedono
spiegazioni ad un allievo di Elia su tale notizia e se fosse veritiera, ed egli, senza
scomporsi minimamente, risponde che “oggi il Signore porterà Elia in cielo”. Sarebbe
tutto tranquillamente identificabile con la tesi teologica che vuole la morte come un
semplice passaggio dalla vita corporale fisica ad un’ascesa in cielo spirituale della
sola anima, se il modo con cui Elia ascese al cielo non somigliasse troppo, in alcuni
versi, alla visione di Ezechiele:
“Apparve un carro di fuoco, e cavalli di fuoco, ed Elia salì al cielo portato da un
turbine di vento..”
Gli stessi Angeli ( chiamati nell’Antico Testamento Malachim) che apparvero ad
Abramo e gli preannunciarono la distruzione di Sodoma e Gomorra, arrivarono dal
cielo, apparendo improvvisamente.
Ma quanto erano incorporei (come vuole la tradizione religiosa che li vede sotto una
luce prettamente spirituale) e quanto umani? Di certo Abramo, e poi Lot che li ospitò
a Sodoma, offrirono loro di fermarsi a rifocillarsi di cibo e a riposarsi, dormendo e
lavandosi i piedi, facendo intendere che si trattasse di qualcosa di più di due esseri
puramente spirituali.
Abramo li esorta a :
“Non passate sopra il vostro servo senza fermarvi”
La parola sopra implica che , piuttosto di essere di matrice spirituale e capaci di
apparizioni improvvise (tipo fantasmi), questi due esseri fossero reali e capaci di
muoversi fisicamente nel cielo! Anche Lot riconobbe questi angeli da lontano e li
invitò a rifocillarsi: ma come poté distinguerli da lontano, rispetto alle altre persone?
E come poté il popolo di Sodoma venire a sapere del loro arrivo a casa di Lot,
differenziandolo, quindi, dall’arrivo di persone qualunque? E che armi usarono
contro la gente che tentò di entrare nella casa di Lot , allo scopo di vederli, tanto da
rendere, chiunque osasse di entrare, cieco?
Ancora più curioso è il riferimento ad un’antica razza, i Nefilim, presenti nel libro
della Genesi, che paiono letteralmente discendere dal cielo e dare vita a una nuova
progenie. Questo passo, fra i più sconcertanti per gli stessi teologi e studiosi delle
Sacre Scritture, così recita:
“..I figli degli dei, videro le figlie dell’uomo e le trovarono belle, e presero per mogli
225
quelle che piacquero loro più di ogni altra..I Nefilim erano sulla terra,in quei giorni e
anche dopo, quando i figli degli dei erano insieme alle figlie di Adamo, e
concepivano figli con esse..Essi erano i potenti dell’eternità..il popolo del nome..”
Sembrerebbe curioso che, in un testo a carattere prettamente monoteistico, si faccia
riferimento, in queste righe, alla presenza di più dèi (“i figli degli dèi”, e non come
dovrebbe essere “i figli di Dio”). Chi erano dunque questi dèi? E chi erano i loro
figli?
Potremmo associare i Nefilim a queste antichi dèi e i loro figli ad antichi esperimenti
di biogenetica?
La parola Nefilim, tradotta in sumerico ( e ricordiamo che la Bibbia ha sicuramente in
sé influenze sumeriche, data l’assoluta analogia fra i vari racconti con miti sumeri),
significa “coloro che sono stati gettati sulla terra”!
L’ipotesi che questi versi biblici menzionati ( e ve ne sono molti altri) si riferiscano a
visite aliene sul nostro pianeta (se non addirittura alla creazione umana),dà modo di
pensare che la fenomenologia ufologia fosse osservabile anche nei tempi remoti. E, di
fatto, così parrebbe, se prendiamo in esame questi altri casi, scelti fra i tanti per
apparire i più eclatanti.
Uno dei più famosi e presunti avvistamenti di UFO è descritto in un papiro egiziano,
catalogato nel Museo Egizio del Vaticano, dal nome di papiro Tulli ( dal nome dello
studioso che lo tradusse).
E’ un estratto degli annali di Thutmosi III, un faraone egizio della XVIII dinastia.
Tale descrizione è data dal cronista con molto distacco ma anche con grande capacità
descrittiva realistica. Eccone alcuni brani:
“ Nell’anno 22, nel terzo mese dell’inverno,nella sesta ora del giorno, gli scribi della
Casa della Vita notarono che un circolo di fuoco stava arrivando dal cielo: il suo
corpo era lungo una pertica e largo una pertica; essi si distesero a bocconi e andarono
dal Faraone a riferire. Il Faraone stava meditando su quanto accadeva, su quelle cose
che erano diventati più frequenti di prima nel cielo, scintillavano più licenti del sole e
brillavano ai limiti dei quattro sostegni del cielo…i soldati del faraone stettero ad
osservare con lui sino a sera, quando salirono più in cielo, verso il sud..il Faraone
fece bruciare incenso per ristabilire la pace nel paese e ordinò che quanto accaduto
fosse scritto negli annali della Casa della Vita, poiché fosse sempre ricordato……”
La stessa ammissione, in questi annali, che il Faraone stesse meditando su questi fatti
divenuti più numerosi, fa pensare che già in altri tempi fossero note tali apparizioni, e
che in quel periodo vi fù un incremento sostanziale. La capacità di questi “circoli di
fuoco” di spostarsi nelle varie direzioni può far crollare la tesi che si trattassero di
comete o sciami meteoritici. Cosa erano allora?
Bisogna chiarire che il professor Tulli (ora defunto) poté solo trascrivere questo
documento, in un suo viaggio a Il Cairo, dall’originale, in possesso di un antiquario di
nome Tano. Tale trascrizione sarebbe assolutamente veritiera in quanto vergata anche
dall’allora direttore del Museo Egizio del Cairo, Etienne Drioton ( stiamo parlando
del 1934).
Una scena che potrebbe essere spiegata con l’apparizione di tre oggetti discoidali,
226
rotondi, in fila indiana e con svastiche riportate all’interno, posizionato sopra
un’imbarcazione e i suoi passeggeri, sarebbe riportato nel Libro dei Morti.
Immagine: una sezione del papiro Tulli.
Nel 329 a.C. Alessandro Magno e il suo esercito, mentre attraversava il fiume
Jaxartes, verso l’India, assistettero a quella che definirono, vista la loro indole
militaresca, un’ incursione di “ grandi scudi d’argento scintillante”, mentre Aristotele,
di indole più mite, li aveva definiti come “dischi celesti”, riferendosi ai dischi lanciati
dagli atleti.
Plinio, nel suo volume Storia Naturale (100 a.C.), scrisse:
“ durante il consolato di Lucio Valerio e di Gaio Valerio, uno scudo ardente, che
emanava scintille, attraversò il cielo, da est e da ovest.”
Lo scrittore romano Julius Obssquens, nella sua opera Il Libro dei Prodigi, descrive il
passaggio di oggetti celesti, avvenuto il 2 agosto 216 a.C., durante la battaglia di
Canne, dove l’esercito romano fu sconfitto da Annibale.
“ …nel cielo furono visti oggetti rotondi a forma di nave. Questo durò tutta la notte e
a bordo di tali oggetti si videro uomini vestiti di bianco, come sacerdoti intorno ad
un’ara…durante il terzo consolato di Mario furono realmente viste dagli abitanti di
Todi e Amena armi celesti che si scontravano in cielo, dall’alba al tramonto e
provenivano da Occidente. Fu visto lo stesso cielo ardere e, assolutamente
straordinario, le nuvole afferrate da una maggior violenza di fuoco”
Alla vigilia della battaglia che lo avrebbe visto trionfare sul pagano Messenzio,
Costantino il Grande vide una “ croce di luce, sovrapposta al disco solare”.Cambierà
il corso della storia, questa visione, e darà sviluppo all’affermazione del
Cristianesimo. Potrebbe essere stato un UFO?
Lo stesso Attila, terribile re degli Unni , nel 452 d.C., interruppe la sua marcia verso
Roma quando in visione vide Papa Leone I avvolto da tuoni e lampi..
227
Dalla cronaca anglosassone dell’anno 793 d.C.:
“ In quest’anno, terribili portenti apparvero sulla Northumbria, che spaventarono
terribilmente i suoi abitanti: erano questi lampi eccezionali e draghi di fuoco, che
volavano per aria”
Nel 780 d.C., Rachis, duca longobardo, vide discendere dal cielo un globo luminoso
che si fermò sulla cima di un alto abete.
Gli Hawaiani descrivono gli oggetti volanti che hanno continuato a vedere per secoli
col nome di akuatele, ossia spiriti volanti.
E potremmo continuare con molti altri esempi se, giustamente, al lettore ,che ci
segue in questa disanima, non sorgesse, spontanea, una domanda: come collegare
questi presunti resoconti di avvistamento UFO agli argomenti trattati
precedentemente?
In effetti, sembra di essere usciti fuori tema, dal nostro discorso iniziale che cercava
di fondere i vari miti e misteri del mondo antico in un unico, fantastico, scenario
nuovo della nostra storia.
Così sarebbe se…..
IL CANTICO DI ATON
Gli Egizi credono in un universo in continua evoluzione nel quale hanno gioco 2
forze contrapposte: bene e male, forze che devono ricomporsi in un tutto unico per
far ritrovare all’universo l’armonia. Essi credono in un dio trascendente, lontano,
esattamente come il nostro, che, ad un certo punto, decide di fare se stesso immanente
e crea l’universo. Il dio trascendente non e’ mai nominato, e’ “COLUI DI CUI NON
SI CONOSCE IL NOME”.
La non conoscenza del vero nome delle divinita’ e’ una caratteristica che lega molte
religioni del passato. Conoscere infatti l’identita’ del dio sarebbe come carpire i suoi
segreti; nelle tradizioni nordiche, per esempio, la divinita’ principale, Odino ha
moltissimi appellativi che servono, appunto a celare la sua inafferrabile identita’. Lo
stesso tema lo ritroviamo tra gli Ebrei, del resto quando Dio incontra Mose’ per
comunicargli l’impresa che dovra’ compiere gli rivela il suo nome in modo da farsi
sentire piu’ vicino al suo popolo.
In realta’ la credenza che la conoscenza del nome di una divinita’ sia associata
all’acquisto di ogni suo potere e’ strettamente legata al potere delle parole.Del resto
gia’ nelle sacre scritture troviamo “in principio ra il Verbo” cioe’ parola e
vibrazione. E’ proprio quest’ultima che nasconderebbe eccezionali potenzialita’ se
ben usata, come dimostrerebbero l’ Ohm e il Kiai delle tradizioni orientali .Torniamo
all’Egitto, l’uomo abbandonato da uesta divinita’ troppo “lontana” si sente solo e
cosi’ cerca divinita’ piu’ vicine a lui, il fiume,il monte, il coccodrillo diverranno,
cosi’ alcuni dei loro dei.Con la XVIII ° dinastia qualcosa inizia a cambiare ,
228
avviene come un colpo di stato, il dio AMMON diventa Aton il disco solare, adorato
come dio unico. Questa trasformazione radicale avviene sotto il faraone tenta di
distruggere il culto politeista, invisandosi, cosi’, sia i sacerdoti che il popolo. Il
faraone Achenaton trasferisce la capitale da Tebe ad Amarna. Il popolo non apprezza
questa mossa, e da inizia una vera e propria satira politica contro il faraone che poi
sara’ vittima di un complotto e assassinato. Dopo di lui diviene faraone il re-bambino
Tutankamon, coaudiuvato durante il regno dai sacerdoti, e quando il faraone
raggiunse la maggiore eta’ egli stesso viene ucciso. Intanto tutte le tracce del regno
di Akenaton sono cancellate e lo stesso volto e nome del faraone rovinati dagli
scalpelli.
Si arriva cosi’ a Ramesse II, con lui vengono distrutti gli ultimi residui dei templi
solari costruiti da Akenaton., il culto del dio unico sta per essere cancellato ma e’
proprio a questo punto che compare per la prima volta la figura di Mose. Tre
sacerdoti tentano di opporsi a Ramesse e al suo gioco, MOSE ARON, MRIAM
,vecchi sacerdoti del culto monoteista . Il faraone pero’ e’ troppo forte, Mose’ sa che
il culto del dio TRASCENDENTE non sara’ piu’ celebrato e cosi’, celandosi dietro
il pretesto della schiavitu’ ebraica, porta fuori dall’egitto insieme a quel popolo
quello stesso dio che Ramesse aveva cancellato.
" Fantasia o impressioni di una realtà ? "
L'arte è risaputo attinge per manifestarsi da forme creative definibili come: la realtà (
ciò che ci circonda e che fa parte del nostro quotidiano vivere ), gli stati d'animo ( la
tristezza, la gioia,lo stupore ecc ecc ), la fantasia dell'artista ( l'immaginazione, la
trasfigurazione di qualcosa di conosciuto e esaltato da particolari ). Questo
meccanismo non si deve essere scostato molto in epoche remote del nostro passato. I
nostri avi rappresentavano quindi le loro opere ispirandosi ad una di queste fonti.
Quello che incuriosisce nella Filosofia paleo S.e.t.i., ma in generale anche in colui
che si appassiona di misteri e civiltà antiche, è il fatto che gli artisti del passato
rappresentassero delle figure antropomorfe particolareggiate di elementi che destano
curiosità in chi li osserva al giorno di oggi con le recenti conoscenze scientifiche. Di
pari passo abbiamo poi degli indizi antropologici che, assieme alle rappresentazioni
di megaliti con fattezze antropomorfe, a iconografie di esseri per metà umani e per
l'altra definibili come un " incrocio di razze ", finendo poi per ritrovare collegamenti
trasversali con resoconti mitologici e con credenze legate da un filo sottile in tutto il
mondo.
Quali sono questi particolari vi chiederete, e perchè gli si attribuisce una valenza di "
Prova " ?
I particolari, seppur vi siano spiegazioni semplificate e che ad essi attribuiscono un
valore trasfigurato dell'uomo così come ci è dato conoscerlo, o di idealizzazioni
legate a culti idrolatri vanno visti nel loro contesto storico-culturale ed in ogni caso
molto più ampio del semplice accademico.
Ai più è dato conoscere, visto il grande parlare che se ne è fatto di megaliti quali le
statue dei Moai sull'isola di Pasqua, che sono appunto figure antropomorfe con
fattezze curiose ( ma di questo ne avremo modo di argomentare negli articoli a venire
229
dove si afronteranno nei dettagli i casi più conosciuti e legati alle varie prove o "
indizi" N.d.a. ) oppure delle Statuette Dogu, proseguendo ancora volendo con il culto
dei " Eyes idols ", qui la dissertazione è mirata a fare comprendere il " nocciuolo ",
ovvero, che ancora non ci si è spiegati a cosa si siano ispirati e come, i vari artisti del
passato!
Perchè ad esempio da semplici figure semplici ( quelle per intenderci che facciamo da
bambini e che vedono la stilizzazione di un uomo senza alcun dettaglio
antropomorfico )[allego immagine da inserire nell'articolo*questa parte non và citata]
si è arrivati a disegnare e scolpire figure complesse....Il desiderio a questo punto è di
puntualizzare che in ogni parte del mondo l'evoluzione artistica ha avuto come un
clichè, indipendente da ogni influenza ( così ci insegnano gli ambienti accademici...),
quindi dalla rappresentazione di animali, divinità rappresentate con maschere, si è
arrivati a dettagli ben più che adducibili a parti di fantasia, a rappresentazioni
meramente legate al solo culto religioso, purchè questo sia vero, lo è solo in parte e,
"a mio parere soggettivo" , tendenti a rappresentare sotto forma di megaliti di
statuette etc etc una realtà che i nostri avi avevano modo di osservare..una realtà forse
esogena.
Nota: Nella Filosofia Paleo S.e.t.i. si fa riferimento, nell'uso del termine "
Antropologia ", a quella parte di questa scienza che studia l' uomo ,il folklore, la
cultura, abbracciando laddove necessario studi quali l'Antropologia Fisica,
Antropologia Classica, Antropologia Paleoantropica. Antropologia Culturale....ecc.
ecc.
L'articolo e quanto espresso, citato ad esempio, vuole essere, nel suo vero intento,
modo di spunto, approfondimento e curiosità.
Come sempre l'invito è quello di condividere e dibatterne i contenuti, farne
comparazioni, permettere a tutti di avere i mezzi per dirimere ogni domanda ad esso
collegato, avvalendosi dell'aiuto di persone competenti e di ricercatori indipendenti.
L'appuntamento per il prossimo articolo sarà con le " Prove Mitologiche ", un breve
escursus nei testi, nei racconti e nelle loro incoerenze e nelle affermazioni di
esperienze e fatti vissuti ed osservati...a rileggerci allora presto.
LO SCIAMANISMO
E’ nei popoli c.d. “primitivi” che riscontriamo normalmente rituali più vicini
all’unione con il mondo che li circonda, un mondo fatto da elementi sia reali (le
piante, gli animali, i fiumi, le nuvole etc) sia irreali, di solito un mondo di spiriti. E’
bene subito precisare che il termine “primitivo” risale alla corrente evoluzionistica
per distinguere quella parte dell’umanità che non ha partecipato all’evoluzione
230
culturale che ha portato alla civiltà moderna. Naturalmente oggi il termine è
convenzionale e potremmo dire, per grandi linee e senza addentrarci in ulteriori
questioni,che
“le civiltà primitive non sono inferiori ma solo qualitativamente differenti dalla
civiltà moderna” (Brelich).
Qualsiasi breve excursus fra questi popoli rivela la presenza all’interno del gruppo di
uno o più uomini addetti alla religiosità ed in particolare alla guarigione, divinazione
e rapporto con gli spiriti.
Gli Andamanesi ad es., che vivono nelle isole Andaman nel golfo di Bengala,
chiamano lau esseri non-umani identificabili con spiriti della natura o dei morti e gli
oku-giumu “colui che parla di sogni” ovvero quegli uomini che a seguito di qualche
accadimento reale o immaginario (malattia grave che li ha portati ad uno stato di
incoscienza o un presunto incontro con gli “spiriti”) stabiliscono rapporti permanenti
coi lau e acquisiscono conoscenza sulle proprietà magiche delle cose divenendo così
veggenti e intermediari nella cura delle malattie e nel dominio delle forze della
natura.
Presso i Murghin, popolazione dell’Australia settentrionale, ogni caso di malattia o
morte è attribuito all’opera di stregoni “neri” cui si contrappongono stregoni
“bianchi” e solo gli uomini anziani realizzano il massimo contatto con il mondo
sacro. I Wintu sono un popolo della California centro-settentrionale rimasti al livello
economico della caccia e della raccolta ed hanno una figura sciamanica (una volta
selezionata con estenuanti rituali) che opera diagnosi, presagi e guarigioni grazie alla
trance e all’aiuto degli spiriti. La stessa figura la ritroviamo presso i Mundurucù
dell’Amazzonia centrale come presso gli Ao-Naga della pianura dell’Assam in India.
La lista sarebbe lunga.
In poche parole si può sintetizzare che presso i popoli “primitivi” la figura di spicco e
di contatto con il divino è lo sciamano. Mircea Eliade definisce lo sciamanismo “una
delle tecniche primordiali dell’estasi ed è, ad un tempo, mistica, magia e “religione”
nel senso più lato del termine.“ e, come vedremo a breve, ha una sua nascita
geografica e delle caratteristiche proprie che lo distinguono dallo stregone. Lo
sciamanismo è, per eccellenza, un fenomeno religioso siberiano e centro-asiatico
perché in queste regioni si è sviluppato nella forma più completa; il termine deriva
dalla parola tunghusa shaman (qualcuno che sa).
COME SI DIVENTA SCIAMANO
Le vie di reclutamento sciamanico sono la trasmissione ereditaria e la vocazione
spontanea che si manifesta principalmente con crisi isteriche, sogni, convulsioni,
incontro fortuito con qualche sorgente di “potenza”. In ambedue i modi di selezione
uno sciamano viene ritenuto tale solo dopo aver ricevuto l’iniziazione preceduta da
un’istruzione d’ordine estatico (sogni, trance etc) e un’istruzione d’ordine
231
tradizionale (nomi e funzione degli spiriti, linguaggio segreto, tecniche sciamaniche
etc) impartite dagli spiriti o dai vecchi maestri sciamani.
Il fattore isterico ha portato alcuni studiosi a ritenere che lo sciamanismo sarebbe un
fenomeno inizialmente solo artico dovuto all’influenza dell’ambiente sulla labilità
nervosa degli abitanti delle regioni polari. Ma un epilettico non può realizzare la
trance a volontà.
La tesi che assimila lo sciamanismo ad una malattia mentale è stata poi generalizzata
ma è importante rilevare che l’esperienza sciamanica è comunque inusuale e
anormale e lo sciamano sperimenta il sacro con una particolare intensità e realizza
l’esperienza di essere “posseduto” dalla forma religiosa che lo ha scelto.
Proprio le esperienze patogene sono già di per sé una iniziazione dal classico
percorso passione, morte e resurrezione che appunto corrisponde a sofferenze quali
torture iniziatiche (passione), isolamento psichico (morte) nel caso di malattie,
smembramento del corpo, ascensione al Cielo e dialogo con gli dèi o spiriti, discesa
agli inferi e colloqui con gli spiriti e le anime degli sciamani morti, ed infine
rivelazioni nel caso di esperienze estatiche.
Fra le varie conoscenze che il futuro sciamano deve acquisire c’è il linguaggio
segreto e la lingua degli animali; spesse volte le due cose coesistono nel senso che il
linguaggio segreto è la lingua degli animali. L’apprendimento avviene attraverso un
maestro o direttamente attraverso gli spiriti o, in maniera più particolare, mangiando
carne di serpe. Apprendere il linguaggio degli animali significa poter comunicare con
l’aldilà, circolare nelle tre zone cosmiche inferno, terra e cielo e ripristinare la
situazione paradisiaca (il tempo del sogno che per gli Egizi era lo zep tepi o primo
tempo) di quando l’uomo era immortale e parlava con loro e con le divinità.
Spesso, ma non sempre, il periodo di apprendimento è coronato da una serie di
cerimonie di iniziazione o meglio di riconoscimento poiché l’iniziazione è avvenuta
già. Ne riportiamo solo alcune.
Presso i Manciù si operavano nove aperture nel ghiaccio ed il candidato doveva
entrare nella prima e uscire dalla seconda , dalla seconda alla terza e così via fino alla
nona nuotando sotto il ghiaccio.
Tale prova è simile ad altre yogico-tantriche in uso nel Tibet e servono a dare prova
del “calore psichico” che lo sciamano può produrre. Interessante è anche
l’iniziazione nella quale il candidato, a dorso nudo, viene purificato con il sangue di
un becco che talvolta viene sacrificato sopra la sua testa; in alcuni luoghi egli deve
perfino bere il sangue e ciò ricorda il rito principale dei misteri di Mithra, il
taurobolio. Spesso l’iniziazione rappresenta l’ascesa al cielo espressa simbolicamente
con l’ascesa rituale di un albero o di un arcobaleno ideale e di corde o semplicemente
volando. I riti c.d d’ascensione danno allo sciamano la facoltà di volare e di divenire
invisibile.
232
Passiamo ora a vedere due simbolismi importanti, quello del costume e quello del
tamburo.
Il costume rappresenta un qualcosa di diverso dallo spazio profano ed una volta
indossato permette di trascendere la realtà e di stare a contatto con il mondo degli
spiriti. Ne esistono di varie fogge, più o meno ornati e bizzarri, in gran parte tendenti
a fornire un corpo magico in forma di animale, principalmente renna, orso o uccello.
Il costume che forse è ritenuto il più vicino alla cultura sciamanica siberiana è quello
altaico, fatto di pelle di renna o di becco.
Una serie di fazzoletti o nastri cuciti al cappuccio rappresentano delle serpi la cui
coda è forcuta; vi fanno parte anche oggetti metallici fra i quali un piccolo arco con
frecce per spaventare gli spiriti. Dietro al cappuccio vi sono pelli animali e due tondi
di rame. Il collare è ornato da una frangia di piuma di gufi neri e di gufi bianchi.
Talora il costume assume il simbolismo dello scheletro per rappresentare la morte e la
rinascita dello sciamano; la forma più complessa la si trova presso gli Yakuti che
usano un costume a forma di scheletro di uccello, in ferro. Del costume molto
raramente fa parte la maschera anche se ne esistono rari esempi in asia meridionale.
In genere gli etnologi concordano nel ritenere che il complesso maschere-culto degli
antenati-società segrete iniziatiche appartenga al ciclo culturale del matriarcato, le
società segrete avendo effettivamente costituito una reazione contro il dominio della
donna.
Passiamo ora all’altro simbolismo, quello del tamburo. Il tamburo ha un ruolo di
primo piano nelle cerimonie sciamaniche ed ha generalmente forma ovale ed è fatto
di pelle di renna, pescecane o cavallo, è ricco di segni simbolici; in molti sogni
iniziatici dei futuri sciamani viene fatto un viaggio mistico al Centro del Mondo dove
c’è l’Albero Cosmico ed il Signore Universale ed è proprio da uno dei rami di questo
albero, lasciato cadere dal Signore, che lo sciamano trae la cassa per il suo tamburo.
Quando non avviene ciò sono gli spiriti stessi a guidare verso l’albero da cui ricavare
il tamburo.
Si passa poi ad animare il legno e la pelle che raccontano ciascuno la propria storia, si
trascendono così il tempo e lo spazio. Il tamburo viene chiamato il cavallo dello
sciamano in quanto all’inizio della seduta serve, percuotendolo, a chiamare gli spiriti
e racchiuderli dentro ad esso per iniziare il viaggio estatico.
SCIAMANISMO E COSMOLOGIA
L’Universo viene ripartito in tre piani, Cielo, Terra e Inferi collegati da un asse
centrale che passa per un foro; il microcosmo ripete il macrocosmo, infatti il pilastro
centrale è caratteristico delle abitazioni primitive ma il pilastro, l’albero, il monte del
mondo è anche stato familiare alle civiltà più evolute. Una precisazione importante è
233
che mentre questi simboli servono a tutti per comunicare fra cielo e terra per gli
sciamani si tratta di una vera e propria ascensione concreta e personale.
Un’immagine del Centro del Mondo è quella della Montagna Cosmica comune a
molte mitologie più spesso integrata dal simbolismo dell’Albero del Mondo con cui,
come abbiamo già visto, lo sciamano costruirà il tamburo, Albero che è il
collegamento fra i tre mondi e ha sette rami.
Sette è un numero sacro. Quando nei riti di iniziazione lo sciamano sale sull’albero o
sul palo vi sono intagliati sette o nove scalini rappresentanti altrettanti livelli celesti;
come sette o nove sono i figli del dio celeste e sette sono i figli dello spirito della
terra; gli idoli hanno sette facce presso gli Yuraki. Lo sciamano poi ha sette
campanelli attaccati al vestito che rappresentano le voci delle sette figlie celesti.
Presso i Samoiedi Yuraki il futuro sciamano resta disteso sette giorni e sette notti in
uno stato d’incoscienza mentre gli spiriti lo fanno a pezzi e procedono all’iniziazione.
Gli sciamani ostiachi e lapponi mangiano dei funghi con sette macchie per entrare in
trance.
Il “calore magico”
Gli sciamani possono incarnare lo spirito del fuoco emettendo fiamme dalla bocca,
dal naso e da tutto il corpo; la signoria sul fuoco implica anche la resistenza al freddo;
abbiamo già visto come una delle prove iniziatiche sia quella di immergersi
nell’acqua e passare attraverso fessure fatte nel ghiaccio. E’ questo calore mistico
che denota lo stato superumano raggiunto con lo stato estatico. Si può facilmente
avanzare l’ipotesi che l’uso di droghe sia un aiuto per il conseguimento di tali prove;
il fumo di certe erbe e l’intossicazione danno lo stordimento proprio della transe ma
molti etnologi ritengono che l’uso delle droghe denoti una tecnica secondaria ed
inferiore nel raggiungimento dell’estasi.
Il volo magico
Due sono gli elementi che hanno portato alla caratterizzazione del volo magico, la
raffigurazione mitica dell’anima sotto forma di uccello e la concezione degli animali
quali psicopompi. Lo staccarsi dal corpo indica nel contempo estasi, autonomia e
immortalità dell’anima. La mitologia ed i riti del volo magico si ricollegano al già
detto bisogno dell’uomo di ricollegarsi con un mondo magico primordiale , di
ripristinare quella condizione umana del primo tempo o tempo del sogno. L’idea
dell’anima-uccello si ritrova in varie civiltà antiche; basti ricordare l’Egitto dove nel
Libro
dei morti il defunto ha le sembianze di un falco, o la Mesopotamia dove i morti sono
raffigurati in forma di uccelli.
Il ponte
234
Un altro elemento presente nella tradizione sciamanica è il ponte il cui transito
rappresenta il passaggio ad altro livello e si ricollega ancora una volta con l’antico
mito del mondo primordiale; nell’èra paradisiaca un ponte collegava la terra al cielo e
tale ponte era percorso normalmente perché non esisteva la morte; una volta
interrotto il legame ecco che il passaggio è consentito solo ai morti o a coloro che
riescono ad ottenere stati estatici ma con grande difficoltà e non senza aver superato
numerosi ostacoli. E’ importante sottolineare che molti rituali, non solo sciamanici,
costruiscono simbolicamente un ponte o una scala per collegarsi al cielo come
comuni sono le difficoltà per percorrere il tragitto; scrittori e mistici sia islamici che
cristiani fanno riferimento a un ponte sottile come un capello, o un ponte fatto di
spade o coltelli, o nascosto sotto l’acqua o comunque protetto da animali ferocissimi
e orribili. Superare il ponte significa superare la prova iniziatica ed avere quindi il
potere di ripristinare il collegamento fra terra e cielo.
La scala
Altro elemento importante è la scala quale mezzo per salire o scendere, a seconda che
si debbano raggiungere le vette celesti o le profondità degli inferi. Anche questo
elemento si ritrova presso gran parte dei popoli. Gli Egiziani, sempre nel Libro dei
morti, usano il termine asken pet (asken=gradino) per significare che la scala messa a
disposizione da Ra per salire in cielo è una scala reale. Nei misteri mithraici troviamo
una scala a sette gradini, Giacobbe sogna una scala la cui cima raggiunge il cielo e
per la quale gli angeli del Signore salgono e scendono (Genesi), Maometto vede una
scala che collega Gerusalemme al Cielo con angeli a destra e a sinistra attraverso la
quale passano solo i giusti per raggiungere Dio, Dante vede nel cielo di Saturno una
scala d’oro che sale vertiginosamente fino all’ultima sfera celeste e sulla quale
salgono le anime dei beati (Paradiso, XXI-XXII), nella tradizione alchemica
l’iniziazione è rappresentata da una scala a sette gradini.
Tutto, strumenti (il tamburo, campanelli etc) oggetti simbolici (la scala, il ponte etc) e
tecniche psicofisiche ( sopportazione di stati e situazioni estreme) hanno come fine il
raggiungimento di stati alterati di coscienza. A quali mondi si ricollegano gli
sciamani e cosa vedono nei loro viaggi ? In alcune pitture rupestri vengono
rappresentati esseri parte bestia e parte uomo (gli sciamani stessi?) o esseri che, se
non vogliamo accettare che abbiano visitato il nostro pianeta,sono o frutto di fervida
fantasia o il resoconto di viaggi ultradimensionali. Tutto ciò potrebbe riallacciarsi a
forme rituali sciamaniche antichissime o, come vogliono alcuni, alla rappresentazione
di figure viste durante stati alterati di coscienza cerimoniali.
Facciamo un breve viaggio nell’arte rupestre del Paleolitico superiore ( da 40.000 a
12.000 anni fa).
A Fumane, a nord-ovest di Verona, sono state rinvenute figure rupestri fra le quali
una metà umana e metà animale, alta circa diciotto centimetri, con testa di bovino
munito di corna, torso e braccia umane e gambe dritte. Qualcosa di simile si trova a
Chauvet, in Francia, dove c’è la figura di un uomo-bisonte, come a Hohlenstein235
Stadel in Germania, dove questa volta c’è un uomo-leone, o nel nord della Spagna
dove troviamo nella grotta de El Castillo di nuovo un uomo-bisonte.
A TROIS FRÈRES, IN FRANCIA, TROVIAMO UNA FIGURA CON OCCHI DI GUFO,
NASO A FORMA DI BECCO, ORECCHIE DI LUPO, CORNA DI CERVO, CODA DI
CAVALLO, ZANNE DI LEONE MA GAMBE, PIEDI E BUSTO UMANI.
A CETO, IN PROVINCIA DI BRESCIA, NELLA RISERVA REGIONALE DI CETOCIMBERGO-PASPARDO CI SONO QUESTE INCISIONI RUPESTRI DEL PERIODO
NEOLITICO ENTRO IL QUALE SI SVILUPPÒ LA CIVILTÀ DEI CAMUNI.
QUESTE SONO LE PITTURE RUPESTRI DELL'ALTOPIANO DEL TASSILI, SAHARA
MERIDIONALE, IN AFRICA. 6000 A.C.
236
E NON CI SI PUÒ CERTO APPELLARE AD UNA INCAPACITÀ ESPRESSIVA SE SOLO SI
VEDONO LE RAPPRESENTAZIONI SEGUENTI, SEMPRE A TASSILI !
E ANCORA ECCO COSA TROVIAMO NELLE CAVERNE DI KIMBERLEY
(AUSTRALIA) 5000 A.C.
… E SEMPRE NELL’AUSTRALIA, 5000 A.C.
Un capitolo a parte per il raggiungimento degli stati alterati di coscienza va dedicato
alle sostanze psicoattive. Le esperienze allucinogene costituiscono, scrive Hancock,
l’esperienza religiosa chiave.
In Amazzonia l’ayahuasca, nelle foreste pluviali africane l’iboga, fra gli Atzechi e i
Maya i funghi, le ninfee psicoattive e semi di convolvolo, negli USA il peyote, sono
tutte piante dal potere allucinogeno usate fin dall’antichità.
Mezzi alternativi sono costituiti da bombardamenti sensoriali, privazione del sonno,
237
disidratazione, iperventilazione, attività fisica portata all’estreme conseguenze, stati
mentali mistici o meditativi. Studiosi di neuropsicologia, al fine di giungere a risultati
più rapidi, hanno utilizzato e sperimentato principi attivi estratti dalle piante già dette,
come la mescalina estratta dal cactus del peyote, la psilocibina tratta da alcuni funghi
e l’LSD, un allucinogeno di sintesi ottenuto dal fungo ergot.
E’ possibile che alcune piante o altri metodi aprano un canale di comunicazione col
soprannaturale dal quale ricevere informazioni e che le entità soprannaturali possano
influenzare le vicende terrene ? La scienza lo esclude anche se non mancano esempi
di “illuminazioni” ottenute grazie a sostanze psicoattive. Francis Crick, co-scopritore
della struttura del dna, quando lavorava al Cavendish Laboratory a Cambridge negli
anni ’50 faceva uso frequente di lsd come strumento per pensare e potenziare le
proprie facoltà mentali. Lui stesso aveva ammesso in privato con alcuni colleghi,
cosa che fu riportata l’8 agosto 2004 sul Mail on Sunday londinese, che era sotto
l’effetto dell’lsd quando nel ‘53 aveva intuito la forma a doppia elica.
Sempre Crick nel 1981 scrisse che il dna non poteva essere sulla terra per caso ma
che una civiltà aliena aveva inviato quaggiù i semi della vita in forma di semplici
batteri per sopravvivere ad un cataclisma preservando almeno il dna nella formula più
essenziale. La cosa non ci stupisce se anche l’astrofisico Fred Hoyle si faceva
promotore della teoria della panspermia immaginando che le spore della vita fossero
trasportate dalle comete.
Gli scienziati come novelli sciamani? E’ possibile che ciò che è stato per secoli il
bagaglio di conoscenze e di esperienze tramandato dallo sciamanismo sia ciò al
quale oggi la fisica quantistica si sta avvicinando tentando di darne una spiegazione
scientifica ? Visione remota, poteri taumaturgici, viaggi nei mondi superni ed
inferiori con tutti gli altri fenomeni propri dello sciamanismo possono davvero
rimandarci ai concetti di non località, multiverso, dimensioni extra e Campo di Punto
Zero ?
MASSONERIA LA SQUADRA E IL COMPASSO, SIMBOLO MASSONICO
La massoneria è un ordine iniziatico che ha per scopo il "perfezionamento
dell'individuo". Tale definizione viene spesso modificata sostituendo "uomo" (o
talvolta "umanità") alla parola "individuo", portando così la finalità della massoneria
a una dimensione sociale e collettiva in genere, anziché puramente individuale.
I membri della massoneria (i massoni) sono chiamati anche frammassoni, forma
italianizzata del francese franc-maçon (in inglese freemason), ovvero "libero
muratore". Il nome deriva dalla pretesa discendenza della massoneria
dall'associazione di operai e muratori che si rifà alla leggenda di Hiram, architetto del
Tempio di Salomone. Nella sua veste operativa, la massoneria sarebbe nata come
associazione di mutuo appoggio e perfezionamento morale tra artigiani muratori,
mentre in seguito adottò l'attuale veste speculativa, trasformandosi in una
238
confraternita di tipo iniziatico caratterizzata dal segreto rituale, con un'organizzazione
a livello mondiale.
I suoi affiliati condividono gli stessi ideali di natura sia morale che metafisica e la
comune credenza in un essere supremo, chiamato "Grande Architetto dell'Universo".
STORIA, ORIGINI DELLA MASSONERIA
È difficile ricostruire, in termini storicamente incontrovertibili, la nascita della
massoneria come fenomeno concretamente documentabile e per questo alcuni
studiosi sono arrivati a concludere che le sue vere origini si perdono nella
storia…..Akenaton e molto prima ancora , nella notte dei tempi, fu “portata agli
umani dalle stelle”. Le difficoltà nello stabilire una datazione precisa sulla nascita del
fenomeno massonico sono in buona misura una conseguenza della segretezza che –
specialmente nelle epoche passate – avvolgeva "l'Ordine": a sua volta, il fatto che la
massoneria abbia spesso fornito un rifugio per i non ortodossi ed i loro simpatizzanti
durante un'epoca in cui certe attività potevano portare alla morte può essere
all'origine delle tradizioni degli incontri segreti e le strette di mano. Inoltre, le origini
di tale fenomeno sono per natura leggendarie o mitiche e, nella sua intima
concezione, l'iniziazione muratorìa non differisce dalle iniziazioni delle età più
antiche, con le quali ha in comune il fatto che ne siano state ipotizzate le ascendenze
più disparate e remote. Perciò accanto alla storia reale della massoneria, cioè quella
ricostruibile attraverso gli usuali strumenti della ricerca storica, ne sussiste o acquista
rilevanza un'altra, anch'essa storia ma in senso molto peculiare, o più propriamente
metastoria, che prescinde dal dato documentario perché si colloca in un orizzonte
diverso, nel quale i nomi, le date e gli avvenimenti s'inseriscono nella dimensione
sacrale del simbolo e acquistano un altro significato rispetto a quello profano. Le due
"storie" non si escludono reciprocamente, ma anzi confluiscono entrambe in una
nozione di tradizione leggibile e decifrabile secondo due ottiche diverse, governate da
scritture e da cifre non omogenee.
Le radici della massoneria vengono fatte risalire tradizionalmente – da parte dei suoi
membri – alla costruzione del Tempio di Salomone (il Tempio Interiore o Tempio
Eterico) ed alla leggenda di Hiram Abif. Secondo la Bibbia (2 libro delle Cronache,
2Cr 2,12-13), Hiram era un fonditore, "figlio di una vedova della tribù di Neftali",
"dotato di abilità, d'intelligenza e di perizia nell'eseguire qualsiasi lavoro in bronzo",
e sapeva "eseguire qualunque intaglio e creare qualunque opera d'arte". Egli venne
inviato dal re di Tiro a Salomone per aiutarlo nella costruzione del tempio. Hiram
costruì due colonne di bronzo da collocare davanti al vestibolo: "innalzò la colonna di
destra cui diede il nome Joakim e innalzò quella di sinistra che chiamò Boaz", costruì
il "mare di bronzo" con le dodici basi in forma di altrettanti buoi, dieci conche di
bronzo su altrettante basi quadrangolari, i vasi per la cenere, le palette e le coppe.
Nella leggenda massonica, il geniale artigiano diviene invece l'architetto del tempio,
239
preposto alla direzione di tutti i lavori e di tutti gli operai.
Il racconto ha una sua chiave d'interpretazione mistica e rinvia ai concetti di
perfezione, meta della ricerca mistica, e di "Grande Opera" (l'opera del Grande
Architetto costruttore del mondo), attraverso la cui comprensione avviene l'ingresso
del sacro nel profano. La massoneria simbolica (o dei primi tre gradi) si fonda su
questa visione mistica e perciò avrebbe esclusivamente a che fare con un cammino
spirituale.
Alla massoneria sono state inoltre attribuite diverse origini suggestive e mai
dimostrate, come quella di essere una discendenza diretta dei Poveri cavalieri di
Cristo e del Tempio di Salomone in Gerusalemme (più noti come cavalieri templari)
oppure un ramo delle antiche scuole del segreto, o dei Collegia fabrorum romani, o
una conseguenza istituzionale delle corporazioni medievali di muratori, per il tramite
di maestranze bizantine o italiche (tra queste, i cosiddetti Magistri cumacini) operanti
nell'Alto Medioevo.
In questo contesto si colloca anche il fenomeno dell'accettazione, ossia
dell'ammissione nella corporazione di elementi estranei all'arte della costruzione,
soprattutto sacerdoti e scrivani, ma anche medici, in quanto utili alla comunità degli
associati per l'espletamento di indispensabili funzioni; dall'ammissione di massoni
"accettati" potrebbe essere derivato l'ingresso nel simbolismo muratorio di tematiche
non direttamente legate al mestiere, ma appartenenti alla cultura ermetico-alchemica
e cabalistica dilagata nell'Europa occidentale tra il XV secolo e il XVII secolo.
All'inizio del XVIII secolo, almeno nel sud dell'Inghilterra, all'interno delle logge gli
elementi accettati (massoni speculativi o "di teoria") prevalevano ormai largamente
su quelli operativi, assecondando una tendenziale crisi generale dell'ordinamento
corporativo, poiché le originarie ragion d'essere delle confraternite di mestiere
(compresa quella dei liberi muratori) venivano gradualmente meno.
Ha una qualche diffusione, specialmente tra i massoni che praticano il Rito di York,
la tesi secondo cui la massoneria sarebbe esistita sin dal tempo di Re Athelstan di
Inghilterra, nel X secolo, il quale si sarebbe convertito al Cristianesimo a York ed
avrebbe pubblicato la prima Lettera alle Logge Massoniche del posto; una teoria
priva di sostegni storici (la dinastia era cristiana già da secoli).
Qualche critico e membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni
(la principale confessione religiosa del mormonismo) nota somiglianze tra le sacre
Dotazioni eseguite nei templi dei Santi degli Ultimi Giorni (chiesa appartenente al
mormonismo) ed alcuni rituali massonici e basa questa somiglianza sul fatto che i
rituali massonici discenderebbero direttamente dai rituali dati da Dio al Tempio di
Salomone e pertanto conterrebbero ancora molte delle verità originali.
Una fonte storica assistita da maggior documentazione (ma comunque storicamente
non comprovata) asserisce l'antichità della massoneria basandosi sul Regius
Manuscript o Poema Regius (detto anche Halliwell Manuscript, dal nome di chi lo
scoprì nel 1840), databile al 1390, che fa riferimento a molte frasi e concetti simili a
quelli che si ritrovano nella massoneria. Tale manoscritto consta di 794 versi in rima
baciata e in inglese medioevale. Secondo tale narrazione leggendaria, la massoneria è
240
geometria, arte o scienza d'eccellenza applicata alla muratorìa; primo maestro ne fu
Euclide e patria d'origine l'Egitto, da cui giunse in Inghilterra al tempo del re
Atelstano, che le diede le prime costituzioni.
Un documento manoscritto risalente al 1535, noto come Carta di Colonia,
testimonierebbe per la prima volta "l'accettazione" nelle gilde massoniche di membri
che non partecipavano materialmente alla costruzione di edifici e di opere
architettoniche. Nel documento venivano considerati "muratori accettati" i medici,
che si occupavano della salute degli operai, il cappellano e tutti i notabili del luogo in
cui doveva sorgere l'edificio che possedevano le qualità fisiche e morali richieste
dagli statuti della corporazione e che avrebbero avuto la capacità di introdurre nella
muratoria le nuove teorie scientifiche e filosofiche che avrebbero permesso la crescita
di tutti i componenti della loggia.
Questo documento proverebbe l'esistenza, già da uno o due secoli, di una o più
società segrete clandestine operanti negli Stati europei. L'originale era custodito negli
archivi della madre-loggia d'Amsterdam, che conservava anche l'atto della sua
propria costituzione, in data del 1519. Tuttavia diversi studiosi ritengono che si
trattasse di un apocrifo.
La maggior parte degli storici non massoni sostiene che la massoneria sia nata
soltanto nel tardo XVII secolo e che non abbia alcun collegamento con
organizzazioni più antiche; avendo essenzialmente fini speculativi, la massoneria non
è, secondo questi storici, una conseguenza diretta delle corporazioni medievali dei
muratori, i quali, tra l'altro, vivevano tutti vicino al loro posto di lavoro e quindi non
avevano bisogno di segni segreti per riconoscersi tra loro.
Il quartier generale della Gran Loggia Unita d'Inghilterra
La fondazione della Gran Loggia di Londra, successivamente denominata Gran
Loggia d'Inghilterra, segnò formalmente o convenzionalmente l'atto di trapasso
dall'antica massoneria di mestiere o operativa a quella moderna o speculativa. Il 24
giugno 1717 quattro logge londinesi, The Goose and Gridiron, The Crown, The
Apple Tree e The Rummer and Grapes, così chiamate dai locali presso i quali
ciascuna si riuniva, decisero di darsi una nuova organizzazione centralizzata, cui
dettero il nome di Gran Loggia di Londra, ed elessero come capo, con il titolo di gran
maestro, il gentiluomo Anthony Sayer. Nelle quattro logge fondatrici della
neocostituita Gran Loggia era netta la prevalenza di speculativi, estranei all'arte della
costruzione: gentiluomini, borghesi, intellettuali, tra i quali un ruolo preminente
rivestivano il pastore anglicano Jean-Théophile Désaguliers (1683-1744), membro
della Royal Society, brillante volgarizzatore delle teorie newtoniane e letterato ben
introdotto nell'alta società londinese, e il pastore presbiteriano James Anderson
(1684-1739); a quest'ultimo si devono le Costituzioni adottate il 14 gennaio 1723.
Le costituzioni di Anderson
Significativo è il Titolo I, concernente "Dio e la religione":
241
« Un Massone è tenuto, per la sua condizione a obbedire alla legge morale; e se egli
intende rettamente l'Arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso. Ma
sebbene nei tempi antichi i Muratori fossero obbligati in ogni Paese a essere della
religione di tale Paese o Nazione, quale essa fosse, oggi si reputa più conveniente
obbligarli soltanto a quella Religione nella quale tutti gli uomini convengono,
lasciando a essi le loro particolari opinioni; ossia, essere uomini buoni e leali o
uomini di onore e di onestà, quali che siano le denominazioni o confessioni che
servono a distinguerli; per cui la Massoneria diviene il Centro di Unione e il mezzo
per annodare una sincera amicizia tra persone che sarebbero rimaste in perpetuo
estranee. »
In un Paese come l'Inghilterra, per quasi due secoli sconvolto da rivolgimenti politici,
sociali e dinastici all'insegna delle divisioni religiose, l'autodefinizione della
massoneria quale "centro d'unione" tra gli uomini, sulla sola base delle loro qualità
morali e di una religiosità non precisamente qualificata, costituiva un netto salto in
avanti, semi-utopistico e rivoluzionario.
Di notevole rilievo anche il Titolo II, che tratta "Del magistrato civile supremo e
subordinato":
« Un Muratore è un pacifico suddito dei Poteri Civili, ovunque egli risieda o lavori e
non deve essere mai coinvolto in complotti e cospirazioni contro la pace e il
benessere della Nazione, né condursi indebitamente verso i Magistrati inferiori;
poiché la Muratorìa è stata sempre danneggiata da guerre, massacri e disordini, così
gli antichi Re e Principi sono stati assai disposti a incoraggiare gli uomini dell'Arte, a
causa della loro tranquillità e lealtà; per cui essi praticamente risposero ai cavilli dei
loro avversari e promossero l'onore della loro fraternità, che sempre fiorì nei tempi di
pace. Cosicché se un Fratello divenisse un ribelle contro lo Stato, egli non deve
essere favoreggiato nella sua ribellione ma piuttosto compianto come uomo infelice;
e, se non convinto di altro delitto, sebbene la leale Fratellanza possa e debba
sconfessare la sua ribellione e non dare ombra o base per la gelosia politica del
governo in essere, egli non può venire espulso dalla Loggia e il suo vincolo rimane
irrevocabile. »
Con tali parole si sanciva il principio dell'apoliticità dell'Ordine nel suo complesso e
delle singole logge, che devono vivere nel rispetto delle leggi e delle autorità dello
Stato. Al singolo massone è consentito di nutrire convincimenti politici e di tradurli
in azione, ma soltanto a titolo personale e sempre che non coinvolga in alcun modo la
massoneria, la quale, peraltro, è tenuta a sconfessarne l'operato quando egli si atteggi
a ribelle contro i poteri costituiti, pur senza arrivare ad espellerlo dalla fratellanza.
Altri principi fondamentali sono dettati dal Titolo III, "Delle Logge":
« Le persone ammesse come membri di una Loggia devono essere uomini buoni e
sinceri, nati liberi e di età matura e discreta, non schiavi, non donne, non uomini
242
immorali o scandalosi, ma di buona reputazione »
e dal Titolo IV, "Dei Maestri, Sorveglianti, Compagni e Apprendisti":
« Tutte le preferenze fra i Muratori sono fondate soltanto sul valore reale e sul merito
personale: che così i committenti siano serviti bene, che i Fratelli non debbano
vergognarsi né che l'Arte Reale venga disprezzata: perciò nessun Maestro o
Sorvegliante sia scelto per anzianità ma per il suo merito. »
Scisma inglese del 1753 e sua ricomposizione [modifica]
In un periodo compreso tra il 1730 e il 1738, la Gran Loggia inglese, onde impedire
la partecipazione ai lavori di loggia a chi non fosse stato debitamente iniziato ed
affiliato, compie diverse innovazioni in alcuni importanti elementi rituali. Tali
innovazioni determinarono una scissione ad opera dei cosiddetti "Antichi" (Antients),
massoni tradizionalisti. Il 5 febbraio 1752, nove logge dissidenti, prevalentemente
costituite da massoni irlandesi, dettero vita ad un'altra Gran Loggia, che dal 5
dicembre 1753 prese la denominazione di Gran Loggia dei Liberi e Accettati
Muratori secondo le Antiche Istituzioni, da cui il nome di Antients o Ancients,
mentre la Gran Loggia del 1717 venne dai dissidenti spregiativamente chiamata dei
cosiddetti "Moderni" (Moderns). Le tensioni fra i due gruppi erano talvolta molto
forti. Benjamin Franklin, un "moderno" e un deista, non venne riconosciuto al
momento della sua morte come un membro della sua loggia, che nel frattempo era
diventata "antica" e giunse persino a rifiutargli il funerale massonico.
Lo scisma fu sanato solo il 27 dicembre 1813, quando si pervenne alla fusione delle
Grandi Logge dei Moderns e degli Ancients e alla nascita di un'unica Gran Loggia,
sotto la denominazione completa di Gran Loggia Unita degli Antichi Liberi Muratori
d'Inghilterra. La riunificazione fu possibile grazie a un compromesso accuratamente
formulato che sancì la non-cristianità della massoneria inglese, riportò i modi di
riconoscimento alle forme precedenti al 1753, mantenne l'esistenza di soli tre gradi
nella massoneria "propria", ma con voluta ambiguità permise ai "moderni" di pensare
al grado detto Antient Royal Arch come ad un grado superiore facoltativo, mentre gli
"antichi" potevano vederlo come il compimento del terzo grado. Tutto ciò venne
condensato nelle nuove Costituzioni della Gran Loggia Unita d'Inghilterra, che
furono approvate nel 1815.
Poiché durante lo scisma entrambe le correnti ebbero filiazioni in tutto il mondo, e
poiché molte di queste logge esistono tuttora, c'è un notevole grado di variabilità nei
rituali oggi in uso, anche tra giurisdizioni riconosciute dalla Gran Loggia Unita. La
maggior parte delle logge conducono i loro lavori in osservanza di un singolo rito
scelto in precedenza, come per esempio il Rito di York, molto diffuso negli Stati
Uniti o il Rito Canadese (che è, in un certo senso, una commistione fra riti usati da
"Antichi" e "Moderni").
Diffusione oltre i confini inglesi
243
La lotta tra Ancients e Moderns non impedì una costante diffusione della massoneria
in Europa e negli Stati Uniti, secondo le linee di espansione dell'impero britannico,
dei suoi commerci marittimi e delle colonizzazioni. Di questa propagazione,
concretizzatasi nella fondazione di logge successivamente regolarizzate mediante la
concessione di "patenti" dall'una o dall'altra Gran Loggia inglese – oppure dalle
Grandi Logge di Scozia e di Irlanda – strumento molto efficace furono le logge
militari, costituite all'interno delle unità dell'esercito britannico e frequentemente
trasferite da una parte all'altra dell'impero.
Lo sviluppo della nuova massoneria fuori delle Isole britanniche fu rapidissimo. Nel
1728 furono fondate una loggia a Madrid ed una a Gibilterra; nel 1731 la Gran
Loggia di Londra nominò un gran maestro provinciale per la Russia, e sempre nel
1731 una loggia inglese fu fondata a Firenze. Nel 1733 a Boston nacque la prima
Gran Loggia provinciale statunitense, mentre nel 1734 i liberi muratori olandesi
elessero un gran maestro per le Province Unite. Nel 1735 sorsero logge a Lisbona,
Roma, Milano, Verona, Padova, Vicenza, Venezia, Napoli, Stoccolma. Nel 1736 fu
fondata la loggia di Genova, e nel 1737 nacque una loggia ad Amburgo.
Scisma franco-inglese del 1877
Il secondo grande scisma nella storia della massoneria, dopo quello inglese del 1752,
avvenne negli anni successivi al 1877, quando il Grande Oriente di Francia abolì ogni
restrizione all'ammissione di atei. Nonostante la discussione sull'ateismo sia
verosimilmente il maggior fattore della frattura con il Grande Oriente di Francia, gli
inglesi menzionano anche il riconoscimento da parte dei francesi della massoneria
femminile e delle co-massonerie, come anche la tendenza dei massoni francesi a
discutere volentieri di religione e politica nella loggia. Anche se i francesi
scoraggiano queste discussioni non le bandiscono altrettanto drasticamente quanto gli
inglesi. Lo scisma tra i due rami è stato occasionalmente superato, specialmente
durante la prima guerra mondiale, quando massoni statunitensi richiesero di poter
visitare logge francesi
Per quanto riguarda i requisiti religiosi, la più antica costituzione massonica (quella di
Anderson, 1723) dice solo che un massone "non dovrà mai essere uno stupido ateo né
un libertino senza religione" se "comprende l'Arte correttamente". La sola religione
richiesta era "quella religione in cui tutti gli Uomini concorrono, tenendo per sé le
loro particolari Convinzioni". I massoni non si trovano d'accordo nel definire
"stupido" o "senza religione" degli aggettivi necessari o accidentali per "ateo" e
"libertino". È possibile che l'ambiguità sia intenzionale. Nel 1815, l'appena riunificata
Gran Loggia Unita d'Inghilterra (UGLE) cambiò le Costituzioni di Anderson in senso
più ortodosso: «qualunque sia la religione o il modo di praticarla, nessuno sarà
escluso dall'Ordine, purché creda nel glorioso Architetto del cielo e della terra, e
pratichi i sacri doveri della moralità». Gli inglesi mettono in pratica questo articolo
col richiedere al candidato la fede in un Essere Supremo e nella sua volontà rivelata;
nonostante ciò possa ancora essere interpretato in modo non-deista, ciò rese più
difficile per credenti non ortodossi l'ingresso nella massoneria.
Nel 1849, il Grande Oriente di Francia seguì l'esempio inglese adottando il "requisito
244
dell'Essere Supremo", ma nei paesi latini si registrava già una pressione crescente per
ammettere apertamente gli atei. Ci fu un tentativo di compromesso nel 1875
(Congresso dei Supremi consigli federali, al convento di Losanna) con l'uso
dell'espressione "Principio Creatore" (che suonava meno deista che non "Essere
Supremo") ma alla fine ciò non era abbastanza per il Grande Oriente di Francia, e nel
1877 essi tornarono ad abolire il requisito di religiosità per l'ingresso, adottando
l'originale documento di Anderson del 1723 quale Costituzione ufficiale. Venne
inoltre creato un rituale modificato che non faceva alcun riferimento diretto al GADU
(sebbene, come simbolo, rimanesse probabilmente ancora in uso). Questo nuovo rito
non rimpiazzava i vecchi, ma era proposto come alternativa (le giurisdizioni europee
in generale non tendono a ridursi all'uso di un solo rito, come la maggioranza delle
giurisdizioni nordamericane, ma offrono un assortimento di riti tra cui le logge
possano scegliere).
Massoneria di Prince Hall
Tomba di Prince Hall nel cimitero di Copp's Hill, a Boston
Nel 1775, un afroamericano di nome Prince Hall fu iniziato in una loggia militare di
costituzione irlandese assieme a quattordici altri afroamericani, tutti liberi dalla
schiavitù fin dalla nascita. Quando la loggia militare lasciò l'area, agli afroamericani
fu concessa l'autorità di incontrarsi come loggia, eseguire processioni nel giorno di
San Giovanni e celebrare funerali massonici, ma non quella di conferire gradi o fare
altro lavoro massonico. Questi chiesero, e ottennero, un Warrant for Charter dalla
Gran Loggia d'Inghilterra nel 1784 e formarono una Loggia Africana numero 459.
Benché venga rilevata dai registri come tutte le altre Gran Logge statunitensi dopo la
fusione della Gran Loggia "Premier" e la Gran Loggia "Ancient" nel 1813, quando
essi formarono la Gran Loggia Unita d'Inghilterra la loggia si ridenominò come la
loggia africana numero 1 (da non confondere con le varie Gran Logge africane) e si
separò dalla massoneria riconosciuta dall'UGLE. Questo portò alla tradizione di
separare le giurisdizioni prevalentemente afroamericane in Nord America, note
collettivamente come Massoneria di Prince Hall.
Razzismo e segregazione diffusi in Nord America resero impossibile per gli
afroamericani unirsi a molte cosiddette logge "principali", e molte Gran Logge in
Nord America rifiutarono di riconoscere come legittime la Loggia Prince Hall e i
massoni di Prince Hall nelle proprie giurisdizioni. Attualmente, la Massoneria di
Prince Hall è riconosciuta da alcune Gran Logge a loro volta riconosciute dall'UGLE,
e non da altre, e sembra poter raggiungere la piena agnizione.
La pretesa autorità internazionale della massoneria inglese
Istituzione quasi ufficiale, dotata di grande prestigio e fortemente selettiva nella
scelta dei propri membri, la massoneria inglese è divenuta una componente stabile
della società britannica e della sua classe dirigente, atteggiandosi a potenza
245
massonica "madre del mondo" e depositaria della tradizione.
La massoneria inglese afferma esplicitamente a partire dal XIX secolo di avere tra i
suoi protettori la monarchia del Regno Unito, alla quale riporta anche con i legami di
parentela fra i suoi vertici e i Windsor.
L'idea di una massoneria inglese come "madre del mondo", per quanto diffusa sia in
ambienti massonici che storici, è quantomeno controversa. Con lo scisma inglese del
XVIII secolo fra Antichi e Moderni, infatti, la Gran Loggia di Londra smise di fatto
di esistere. L'obbedienza che fu fondata nel 1815 era un'obbedienza diversa, sia dal
punto di vista filologico che dal punto di vista rituale. Nacque allora, assieme alla
odierna Gran Loggia Unita d'Inghilterra, il Gran Capitolo dell'Arco Reale; spesso
confuso con i riti è in realtà una sorta di grado complementare, propedeutico al grado
di Maestro Libero Muratore. La nascita dell'Arco Reale e la sua particolare
collocazione nell'alveo del rituale Inglese (detto comunemente Emulation Ritual),
rappresenta la soluzione di compromesso fra le Grandi Logge degli Antichi e dei
Moderni, che con tale modifica fondarono un' obbedienza diversa e terza rispetto alla
Gran Loggia di Londra o Loggia Madre del Mondo.
La massoneria inglese, peraltro, non ha alcun tipo di autorità reale sulle altre
giurisdizioni massoniche, la cui regolarità, ancorché non riconosciuta dalla Gran
Loggia Unita d'Inghilterra, può essere peraltro legittima nel giudizio di altre Grandi
Logge. Ad esempio, il Grande Oriente d'Italia è regolare (rispetta tutti i requisiti
richiesti) e riconosciuta da quasi tutte le Grandi Logge e Grandi Orienti del mondo,
ma non da quella inglese che, tra gli attuali Ordini massonici italiani, riconosce, fin
dalla sua fondazione, la Gran Loggia Regolare d'Italia.
Il riconoscimento da parte della Gran Loggia Unita d'Inghilterra, storicamente, è
sempre stato molto ambìto peraltro dalle altre massonerie e, a partire dalla seconda
metà del XIX secolo, sono avvenuti interventi ufficiali di scomunica o di
disconoscimento, quale strumento di una politica estera sempre più attiva. Il 4
settembre 1929, la Gran Loggia Unita d'Inghilterra ritenne venuto il momento di
approvare e pubblicare una dichiarazione unilaterale dei principi fondamentali, ai
quali d'allora in avanti avrebbe informato e subordinato il riconoscimento di altre
Grandi Logge.
LA MASSONERIA OGGI
Nell'Europa continentale e in Sud America il numero di massoni è generalmente in
ascesa; al contrario, in alcuni distretti degli Stati Uniti, della Gran Bretagna ed altre
giurisdizioni britanniche sta perdendo membri più velocemente di quanto riesca ad
attrarre nuovi iniziati. Negli Stati Uniti l'età media dei membri è intorno ai 45 anni.
Molte Gran Logge negli Stati Uniti hanno provato una varietà di misure, spesso
controverse, per ovviare al calo di nuovi membri, incluse cerimonie dei tre gradi della
durata di un solo giorno per vasti gruppi di candidati (in opposizione alle
246
assegnazioni individuali dei gradi che richiedono mesi o anni per essere completate),
pubblicità sui cartelloni ed addirittura reclutamento attivo di nuovi candidati da parte
dei membri (in opposizione alla tradizione di considerare solo coloro i quali
richiedono l'associazione da sé). Alcuni massoni obiettano che le tradizioni ed i
principi della massoneria siano di fatto rese meno severe da queste innovazioni,
osservando che la Fratellanza è sopravvissuta a secoli di cambiamenti sociali senza
cambiare se stessa; altri citano un bisogno della massoneria di modernizzarsi e
rendersi più adatta alle nuove generazioni. La massoneria statunitense si confronta
anche con un problema di immagine, poiché alcuni la percepiscono come razzista.
Ciò è dovuto in parte al fatto che solo tre Gran Logge negli Stati Confederati
d'America durante l'epoca della guerra di secessione americana oggi riconoscono le
loro controparti della massoneria Prince Hall, la massoneria di colore statunitense
(mentre tutte le Gran Logge degli stati settentrionali, inclusi Alaska ed Hawaii,
riconoscono la Massoneria Prince Hall.
LA MASSONERIA IN ITALIA
Il panorama massonico italiano è piuttosto frammentato.
L'istituzione con il maggiore numero di aderenti è il Grande Oriente d'Italia
(cosiddetto "di Palazzo Giustiniani", dalla sua sede storica), che accetta solo uomini.
Poi abbiamo la Gran Loggia d'Italia (detta anche di Piazza del Gesù, dalla sua sede
storica, o meglio di Palazzo Vitelleschi dalla sua sede attuale), che è un'obbedienza
mista, in quanto accetta donne e uomini. Segue la solo maschile Gran Loggia
Regolare d'Italia, riconosciuta dalla Gran Loggia d'Inghilterra.
La Federazione italiana dell'Ordine Massonico Misto "Le Droit Humain" è la costola
italiana del "Droit Humain", la più antica delle Obbedienze miste, nata in Francia,
mentre la Gran Loggia Federale d'Italia costituisce una federazione tra Logge,
formula innovativa sul panorama nazionale ma diffusamente applicata all'Estero. Da
menzionare tra le obbedienze miste anche il Supremo Consiglio d'Italia e San Marino,
e tra quelle solo femminili la Gran Loggia Massonica Femminile d'Italia. Vi sono poi
decine e decine di altre obbedienze numericamente minori, spesso derivanti da
scissioni delle maggiori.
Tra i personaggi italiani degni di nota che ebbero ruoli importanti nella massoneria,
tra gli altri, Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Zanardelli, Ernesto Nathan, Ettore Ferrari
e Paolo Ungari.
Origini
La prima loggia fu fondata a Firenze nel 1731. Intorno al nucleo iniziale, costituito da
inglesi, si aggiunsero gradualmente numerosi nobili ed intellettuali fiorentini. Su
questa loggia si esercitarono gli effetti persecutori della bolla pontificia In eminenti,
pubblicata il 28 aprile 1738, che inaugurava una lunga serie di scomuniche e di
condanne. Della prima Loggia in Italia, detta degli "Inglesi", fecero parte gli italiani
247
Antonio Cocchi e Tommaso Crudeli; quest'ultimo fu per questo incarcerato, torturato
dal Sant'Uffizio di Firenze, morì per i postumi del carcere a Poppi nel 1745 e per
questo è considerato il primo martire della massoneria universale.
Sempre nel granducato di Toscana, a Livorno, nacquero addirittura quattro logge: due
negli anni 1763 e 1765 (ottennero una patente di fondazione dalla Gran Loggia
d'Inghilterra degli Antients) ed altre due nel 1771 (con patente rilasciata dalla Gran
Loggia d'Inghilterra dei Moderns).
Il fenomeno massonico arrivò poi a Roma, con alterne vicende: nel 1735 alcuni
gentiluomini inglesi diedero vita ad una loggia giacobita, rimasta attiva fino al 1737,
quando si dovette sciogliere per ordine del governo pontificio. Ma, rispettivamente
nel 1776 e nel 1787, vi vennero fondate due logge, entrambe di rito scozzese. Il 27
maggio 1789 il conte di Cagliostro tentò di organizzare una loggia basata sul proprio
"sistema egiziano", ma venne arrestato e processato dal Sant'Uffizio che, nell'aprile
1791, lo condannò a morte come "eretico formale, mago e libero muratore", pena
commutata poi nel carcere perpetuo.
Nel 1749 a Chambery (Savoia, parte integrante del Regno di Sardegna) fu fondata
una loggia sulla base di una patente di gran maestro provinciale per la Savoia ed il
Piemonte rilasciata dalla Gran Loggia di Londra nel 1739 al marchese François
Noyel de Bellegarde; nel 1752, la stessa loggia assunse il nome di Gran Loggia
Madre, con facoltà di creare altre logge in tutti i territori del regno di Sardegna e, di
fatto, nel 1765 ne vennero create tre, tra cui una a Torino. Quest'ultima assunse una
tale importanza da far ottenere nel 1773 il conferimento al conte di Bernezzo del
titolo di gran maestro provinciale per il Piemonte, con la conseguente completa
autonomia dalla Gran Loggia Madre di Chambery. In Piemonte una loggia era
presente anche a Novi Ligure.
Nel 1746 fu fondata una loggia a Venezia, alla quale sono da ricollegare le figure di
Giacomo Casanova, di Carlo Goldoni e di Francesco Griselini, che rimase in attività
fino al 1755, quando l'intervento degli Inquisitori di Stato portò all'arresto del
Casanova e ne determinò la chiusura. Ma una nuova loggia sorse nel 1772, con
patente della Gran Loggia d'Inghilterra, per iniziativa del segretario del Senato, Pietro
Gratarol, e rimase attiva fino al 1777, mentre nasceva un'altra loggia a Venezia, una a
Vicenza ed un'altra a Padova.
Nel 1756 fu fondata una loggia a Milano, subito scoperta dalle autorità austriache; il
fatto determinò un editto (6 maggio 1757) con il quale il governatore, Francesco duca
di Modena, vietava le riunioni massoniche in tutto il territorio dello Stato Lombardo.
Ma la loggia continuò ad esistere e nel 1783 aderì alla Gran Loggia di Vienna. L'anno
successivo il conte Wilczeck, ministro plenipotenziario imperiale a Milano, assunse
la carica di gran maestro provinciale per la Lombardia austriaca. Nel 1776 sorse una
loggia anche a Cremona.
In Liguria tra il 1745 e il 1749 risultano una loggia a Bordighera e almeno due a
Genova, da collegare alla presenza delle truppe francesi in difesa della Repubblica.
Verso la fine del secolo nacquero altre due logge nel capoluogo, una (1780) aderente
al Regime Scozzese Rettificato e un'altra (1782) che ottenne una patente dalla Gran
248
Loggia d'Inghilterra con il titolo di Old British and Ligurian Lodge.
La prima loggia di Napoli, formata da alti ufficiali e nobili, fu fondata nel 1749 su
iniziativa di un mercante di seta francese, che successivamente costituì un'altra loggia
di più modesta fisionomia sociale. Dopo la pubblicazione, avvenuta il 28 maggio
1751, della Bolla Providas Romanorum Pontificum emanata da papa Benedetto XIV
per ribadire la condanna pontificia del 1738, Carlo VII di Borbone (che divenne poi il
re Carlo III di Spagna) promulgò un editto (10 luglio 1751) che proibiva la Libera
Muratorìa nel Regno di Napoli, tuttavia il provvedimento non stroncò la Massoneria:
una risorta loggia locale ottenne una patente dalla Gran Loggia Nazionale di Olanda
(10 marzo 1764) che la promuoveva al rango di Gran Loggia Provinciale per il Regno
di Napoli, mentre una seconda loggia, con patente della Gran Loggia d'Inghilterra
(Moderns), il 7 marzo 1769 fu parimenti investita del rango di Gran Loggia
Provinciale. Raimondo di Sangro, VII principe di Sansevero (1710-1771) divenne
massone nel 1744 e gran maestro di tutte le logge napoletane fino al 1751.
Fondazione del Grande Oriente e scissione di Piazza del Gesù
Una serie di iniziative, assunte quasi contemporaneamente dai governanti dei vari
Stati italiani, inaugurò un nuovo periodo di repressioni del fenomeno massonico. Nel
Regno di Sardegna, il 10 giugno 1814 Vittorio Emanuele I emanò un editto con il
quale ribadì "la proibizione delle congreghe ed adunanze segrete, qualunque ne sia la
denominazione loro, e massime quelle de' così detti Liberi Muratori già proibita col
R.E. delli 20 maggio 1794". Analogo decreto del 26 agosto 1814 emanato nel
Lombardo Veneto vietò "gli ordini segreti, le adunanze, corporazioni e fratellanze
segrete, come sarebbero le Logge de' così detti Franchi Muratori ed altre consimili
società", mentre papa Pio VII il 15 agosto 1814 emanava un editto che, rifacendosi
alle encicliche di papa Clemente XII e di papa Benedetto XIV, proibiva le
"aggregazioni delli suddetti Liberi Muratori, e altre consimili" e a Napoli, Ferdinando
IV di Borbone l'8 agosto 1816 vietava "le associazioni segrete che costituiscono
qualsivoglia specie di setta, qualunque sia la loro denominazione l'oggetto ed il
numero dei loro componenti". Tuttavia, i massoni italiani resistettero ed anzi
andarono sempre più a rafforzare ed organizzare la propria attività, fino a riemergere
in modo significativo nella seconda metà dell'Ottocento.
L'8 ottobre 1859, a Torino, sette confratelli costituirono una nuova loggia, chiamata
"Ausonia dall'antico nome poetico dell'Italia". Da questo seme, il 20 dicembre 1859,
sempre a Torino, nacque un'organizzazione che esplicitamente aspirava a diventare
una Gran Loggia nazionale ed assunse la denominazione di Grande Oriente Italiano.
Costantino Nigra fu nominato gran maestro del Grande Oriente torinese il 3 ottobre
1861. Tale intento si concretizzò con la I assemblea costituente del Grande Oriente
Italiano, che si tenne a Torino dal 26 dicembre 1861 al 1º gennaio 1862 sotto la
presidenza di Felice Govean, facente funzioni di gran maestro, e con la presenza dei
rappresentanti di ventotto logge. In quella occasione, Giuseppe Garibaldi fu salutato
come "primo libero muratore italiano", ricevendo il 33° grado del Rito scozzese:
successivamente (nel 1881) si aggiunse la suprema carica di Gran Hyerophante del
Rito di Memphis e Misraim ed il Grande Oriente di Palermo gli conferì tutti i gradi
249
scozzesi dal 4° al 33° (a condurre il rito fu un altro massone - Francesco Crispi accompagnato da altri cinque Ad assumerne la carica di gran maestro, il 1º marzo
1862, venne chiamato Filippo Cordova, eminente figura di giurista e di statista; la III
assemblea costituente, convocata a Firenze dal 21 al 24 maggio 1864, elesse gran
maestro Giuseppe Garibaldi; la sua carica durò pochissimo a seguito di disaccordi
con gli altri membri. Diede le dimissioni dalla carica, e rimase gran maestro onorario
a vita. A Garibaldi succedette nuovamente Filippo Cordova e poi Lodovico Frapolli e
Giuseppe Mazzini, durante il cui governo, nel 1870, la Gran Loggia spostò la propria
sede da Firenze a Roma.
Nel 1884 fu pubblicata l'enciclica Humanum Genus di papa Leone XIII, che segnò
probabilmente il momento più alto di scontro tra la Chiesa cattolica e la massoneria.
Il documento pontificio, oltre ad addebitare alla massoneria "atroci vendette [...] su
chi sia creduto reo di aver tradito il segreto e disubbidito al comando, e ciò con tanta
audacia e destrezza, che spesso il sicario sfugge alle ricerche ed ai colpi della
giustizia", sosteneva che l'obiettivo dei massoni era quello di "distruggere da cima a
fondo tutta la disciplina religiosa e sociale che è nata dalle istituzioni cristiane, e
sostituirla con una nuova, modellata sulle loro idee, e i cui princìpi fondamentali e le
leggi sono attinte dal naturalismo". In questo clima, venne eletto gran maestro
Adriano Lemmi il 17 gennaio 1885, il quale si impegnò particolarmente nel chiamare
a raccolta figure rappresentative del mondo politico e culturale, tra cui Giovanni
Bovio, Giosuè Carducci, Agostino Bertani, Giuseppe Zanardelli.
Il 6 giugno 1889 in Campo de' Fiori a Roma avveniva l'inaugurazione del
monumento a Giordano Bruno, opera dello scultore e futuro gran maestro Ettore
Ferrari. L'oratore ufficiale fu il filosofo Giovanni Bovio; nel 1895 divenne gran
Maestro Ernesto Nathan, poi sindaco di Roma.
Adriano Lemmi, alla fine dell'Ottocento riteneva che la scomparsa de potere
temporale dei papi fosse il "più memorabile avvenimento della storia del mondo".
Il 21 aprile 1901 il Grande Oriente inaugurò la sua nuova sede di Palazzo Giustiniani,
mentre iniziava un fermento scissionistico che portò, il 21 marzo 1910, alla
fondazione di una Gran Loggia, che ebbe come gran maestro Saverio Fera, sotto la
denominazione di Serenissima Gran Loggia d'Italia, che dall'indirizzo della sua sede
divenne nota anche come Gran Loggia di Piazza del Gesù.
Repressione fascista
All'inizio del XX secolo avvengono ulteriori attacchi alla massoneria provenienti dai
versanti più disparati e tra loro contrapposti. Pubblicato nel 1917, il canone 2335 del
codice di diritto canonico prevedeva la scomunica per i massoni. Nel novembre 1922,
il IV congresso moscovita dell'Internazionale Comunista proclamava l'incompatibilità
tra militanza nei partiti comunisti e appartenenza alla massoneria. Nella seduta del 13
febbraio 1923 presieduta da Benito Mussolini, il Gran Consiglio del fascismo
dichiarava l'incompatibilità tra militanza fascista ed appartenenza alla massoneria. La
Gran Loggia di Piazza del Gesù tentò di ammorbidire gli effetti della deliberazione
del Gran Consiglio fascista con una dichiarazione rilasciata alla stampa, per
affermare che i massoni aderenti "obbediscono devotamente alla gerarchia fascista,
250
superiore a tutte le contingenze e quindi possono continuare a servire la Patria e
l'organizzazione fascista, fedeli e disciplinati al supremo duce Benito Mussolini e al
suo governo" e rendendo obbligatoria una dichiarazione di fedeltà al fascismo da
parte dei propri affiliati. Tuttavia, il 19 maggio 1925 la Camera dei Deputati approvò
con 289 voti favorevoli e solo 4 contrari il progetto di legge sulla disciplina delle
associazioni, presentato da Mussolini e mirante soprattutto allo scioglimento della
massoneria.
Difatti Mussolini riteneva che la moderna democrazia di origine illuminista non fosse
altro che una subdola dittatura massonica.
Già prima del suo scioglimento, il Grande Oriente d'Italia era in rapporti di amicizia
con la Gran Loggia di Francia e a Parigi nel 1913 era stata fondata da italiani la
Loggia Italia numero 450; il 28 maggio 1930 gli esuli fondarono una nuova loggia,
l'Italia Nuova numero 609, dalla quale provenne un notevole contributo alla causa
repubblicana nella guerra civile spagnola, cui parteciparono nove membri della
loggia, tra i quali Randolfo Pacciardi e Francesco Fausto Nitti.
Il 12 gennaio 1930, Eugenio Chiesa fu eletto gran maestro aggiunto del Grande
Oriente d'Italia in esilio, nel quale si riconobbero le logge italiane costituite all'estero
(Egitto, Tunisia, Argentina ecc.) e già all'obbedienza del Grande Oriente.
Dopo la caduta del fascismo
Il 10 luglio 1944, il Comitato della Grande Maestranza formato da Umberto
Cipollone, Guido Laj e Gaetano Varcasia emanò la circolare numero 1 ai "Carissimi
Fratelli Venerabili, Fratelli tutti d'Italia", in cui il comitato si considerava erede
diretto di Domizio Torrigiani ed Ettore Ferrari e alla vigilia del referendum
istituzionale del 2 giugno 1946 il Grande Oriente così si espresse:
« Noi non possiamo né vogliamo fare altro che ricordare ai Fratelli la necessità di
tener fede ai principi che avemmo in retaggio da Mazzini, senza nulla imporre: nel
tempio del libero pensiero non sono ammesse coercizioni. Giudichino i fratelli,
riandando la storia d'Italia, particolarmente quella degli ultimi venti anni, quale delle
forme istituzionali sia meglio adatta a conservare in piedi precisamente quel tempio
della Libera Massoneria di cui noi siamo gli operai e da tale esame traggano
ispirazione. »
Dopo la caduta del fascismo la massoneria italiana risorse sia sotto i vessilli del
Grande Oriente di Palazzo Giustiniani sia nella versione di Piazza del Gesù, ad
iniziativa di Raoul Palermi.
Il 19 marzo 1949 il Grande Oriente d'Italia approvò il testo di una costituzione
dell'Ordine. Cardine del nuovo ordinamento era la netta separazione dei Riti
dall'Ordine, secondo la riforma già impostata nel 1922 da Torrigiani ma non condotta
in porto per gli eventi che si succedettero. In conseguenza di ciò, non vi sarebbero più
state logge dell'uno o dell'altro rito, ma ognuna avrebbe lavorato solo secondo i rituali
tre gradi universali di apprendista, compagno e maestro; solamente raggiunta
quest'ultima dignità i confratelli, volendo, avrebbero potuto accedere ai Riti quali
251
scuole di perfezionamento. La costituzione, che recepisce i landmark e quindi collega
fortemente il Grande Oriente alla tradizione universale massonica, fu depositata
dinanzi all'autorità civile.
Il 13 settembre 1972 "l'aspirazione del popolo massonico italiano alla universalità"
(Lino Salvini) fu realizzata con il riconoscimento della regolarità del Grande Oriente
d'Italia da parte della Gran Loggia Unita d'Inghilterra (riconoscimento che nel 1993
passerà alla Gran Loggia Regolare d'Italia); fu proprio il gran maestro Salvini ad
annunciare lo storico evento ai suoi confratelli. Sulla scia di tale avvenimento si
rinnovarono da più parti i tentativi di fusione con la Gran Loggia di Piazza del Gesù,
ma invano; l'ostacolo principale fu rappresentato dal fatto che quest'ultima fin dal
1956 avesse accettato il principio dell'iniziazione femminile, dando vita e
riconoscendo logge costituite da donne. Successivamente, il 18 settembre 1973
avvenne una fusione tra il Grande Oriente e circa 200 logge già appartenenti a Piazza
del Gesù, ma il generale Giovanni Ghinazzi, Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia,
la sconfessò, proseguendo per la sua strada.
Lo scandalo della P2
La P2 è stata una Loggia storica del Grande Oriente d'Italia, che è balzata alla
cronaca per il programma politico posto in essere dal proprio Maestro Venerabile
Licio Gelli negli anni Settanta. Lo scandalo della P2 ha determinato un notevole
appannamento dell'immagine della massoneria in Italia, costituendo un danno per
tutto il variegato movimento massonico italiano e non solo per il Grande Oriente
d'Italia, di cui la P2 era parte.
Il 31 ottobre 1981, sette mesi dopo il rinvenimento delle liste della P2, la corte
centrale del Grande Oriente d'Italia, presieduta dal nuovo gran maestro Armando
Corona, per evitare ulteriori scandali, espulse Licio Gelli dal consesso massonico,
anche se la P2 aveva sospeso ufficialmente la propria attività all'interno dello stesso
Grande Oriente d'Italia già nel 1976, e da allora non agiva più all'interno del consesso
massonico ufficiale.
Il 18 novembre 1984 fu promulgata la nuova costituzione dell'Ordine, in cui si
afferma che il Grande Oriente d'Italia rappresenta la sola fonte legittima di autorità
massonica nel territorio italiano e nei confronti delle Comunioni massoniche estere.
Si stabilisce che il GOI, nei rapporti giuridici con la società civile, si colloca tra le
associazioni non riconosciute. Vengono inoltre introdotte importanti novità in ordine
alla trasparenza interna dell'organizzazione.
Tuttavia il Grande Oriente d'Italia rimase profondamente segnato dalla paternità della
P2. Nel 1993, all'indomani di una ulteriore inchiesta giudiziaria, la cosiddetta
inchiesta Cordova (dal nome del Pubblico Ministero di Palmi Agostino Cordova,
titolare dell'indagine), l'allora Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia Giuliano De
Bernardo preferì prendere con forza le distanze dall'Obbedienza che presiedeva,
fondando la Gran Loggia Regolare d'Italia, che immediatamente ottenne il
riconoscimento della Gran Loggia Unita d'Inghilterra, che da allora manterrà senza
soluzione di continuità. Questo determinò, almeno secondo le regole della massoneria
inglese, l'irregolarità del Grande Oriente d'Italia.
252
Caratteristiche fondamentali, finalità e principi
Pur non essendo facile individuare esattamente e riassumere in pochi concetti le
finalità massoniche condivise da tutte le logge, si possono elencare con sufficiente
approssimazione le seguenti:
edificare il Tempio: questa è una affermazione correntemente utilizzata per
identificare la crescita interiore del proprio spirito che tende, senza mai potervi
giungere, al perfezionamento dello spirito attraverso processi catartici di riflessione,
meditazione e approfondimento dei concetti etici e morali universali;
divulgare il pensiero positivo finalizzando tale attività al miglioramento dello stato di
condivisione dei principi morali, etici e di fratellanza, ponendo avanti al proprio io
quello dell'intera umanità, al fine di poter essere valore aggiunto nella crescita
spirituale;
espandere i principi di fratellanza attraverso l'insegnamento iniziatico.
La massoneria persegue i principi di amore fraterno, soccorso e verità e nei suoi
rituali vengono impartite lezioni di morale. I seguenti sono i principi fondamentali
condivisi da tutta l'organizzazione:
riconoscimento di un ente creatore denominato Grande Architetto dell'Universo;
nessun limite alla ricerca della verità;
la fratellanza è aperta a tutti gli uomini di ogni nazione, razza e credenza;
lotta contro l'ignoranza in ogni sua forma.
La massoneria non è una religione e lascia liberi i suoi affiliati di seguire la religione
che desiderano; proclama la libertà dell'uomo, proscrive ogni discussione politica
dalle sue riunioni coltivando solo la dedizione alla patria e la fratellanza universale.
I membri che seguono i rituali vengono suddivisi per gradi. C'è una grande varietà nel
privilegiare i vari aspetti della massoneria nel mondo; nell'Europa continentale è
privilegiato l'aspetto filosofico, mentre in Gran Bretagna, Nord America e nei paesi
anglofoni viene privilegiato quello sociale (club e servizi).
Anche se la massoneria vieta ai propri affiliati di discutere di politica e religione, i
suoi membri hanno avuto la tendenza di appoggiare cause politiche legate alla laicità
dello stato, alla libertà e tolleranza; a queste sono spesso associate dall'opinione
pubblica la separazione tra Chiesa e Stato, la creazione di scuole pubbliche secolari e
alcune rivoluzioni democratiche come la rivoluzione americana e la rivoluzione
francese e su scala più larga in altri paesi come Messico, Brasile e più volte in Italia.
Molte organizzazioni o movimenti con vari scopi religiosi e politici sono state
ispirate dalla massoneria, e a volte sono confuse con essa, come la protestante Loyal
Orange Association e nel XIX secolo la carboneria, che perseguiva il liberalismo e
l'unità d'Italia. Molte altre associazioni puramente fraterne sono state a loro volta
ispirate dalla massoneria in maniera variabile.
Landmark [modifica]
Il concetto di landmark (letteralmente "caposaldo"), strettamente connesso con quello
di regolarità, fu introdotto nel lessico muratorio dalle costituzioni di Anderson del
1723 che prescrivevano il rispetto degli antichi landmark dell'Ordine, ma senza
indicarli in alcun modo. In realtà non esiste un'identità di vedute sulla loro
253
identificazione ed apparvero, molto dopo Anderson, molte liste di landmark proposti
da vari autori. I landmark sarebbero gli antichi e immutabili precetti della massoneria,
i termini di riferimento in base ai quali è valutata la regolarità di logge e Gran Logge.
Tuttavia, poiché ciascuna Gran Loggia è autogovernata e non esiste un'unica autorità
sull'arte della massoneria; perfino questi principi in teoria inviolabili possono avere
differenti interpretazioni, portando a controversie ed incongruenze nei
riconoscimenti.
Alcuni esempi di landmark comuni includono:
il credo in un Essere Supremo da parte di tutti i membri. Molte Gran Logge (o Grandi
Orienti) accolgono anche gli atei nel loro consesso; ad esempio ciò avviene nella
cosiddetta massoneria francese, ma ciò implica la "non regolarità", in senso
massonico, di tali Gran Logge.
Il divieto di iniziazione per le donne. Anche su questo elemento esistono importanti
deroghe per quanto riguarda la massoneria francese.
I metodi di riconoscimento devono essere mantenuti inviolati. Questi consistono in
gesti nascosti compiuti in genere con le mani, chiamati "segni", modi caratteristici di
stringere la mano (chiamati "toccamenti"), emblemi e speciali termini di
identificazione, più spesso basati su parole della lingua ebraica tratte dall'Antico
Testamento; varianti originate nel tempo nei segni di riconoscimento spesso
identificano il massone come proveniente da una specifica giurisdizione.
La leggenda del terzo grado, contemplante la costruzione del Tempio di Salomone, è
parte integrante della massoneria.
Il governo delle logge in una determinata località geografica spetta a una Gran
Loggia, in particolare del gran maestro. Un gran maestro governa in maniera
autocratica, benché eletto democraticamente; egli ha la facoltà di presenziare a
qualunque adunanza nella propria giurisdizione in qualunque momento e può
condurre la loggia a propria discrezione.
Ciascuna loggia è governata da un maestro, detto Venerabile, il quale è assistito da
due altri ufficiali, detti Primo e Secondo Sorvegliante; un Primo e un Secondo
Diacono assistono il Venerabile ed i suoi Sorveglianti passando messaggi e guidando
i candidati nella loggia.
Ciascuna loggia, quando operativa, deve essere "coperta", ovvero con la porta
custodita cosicché non entrino o presenzino alle riunioni persone che non siano
massoni. Un Copritore o guardia esterna è posto fuori della porta della loggia "armato
con spada tratta al fine di tenere lontano tutti gli intrusi e profani dalla massoneria", e
può aprire e chiudere a seconda del bisogno per accogliere ritardatari e candidati.
Adesione
Requisiti per l'appartenenza
Alla base della massoneria è posto il principio della massima tolleranza, sia nella
loggia che nella vita profana. Il modo in cui è disciplinata nei particolari
l'accettazione dei candidati dipende dal particolare ramo o giurisdizione della
massoneria con cui si ha a che fare.
La massoneria accetta membri da tutte le religioni. I deisti vengono tradizionalmente
254
accettati. Nelle logge derivate dal Grande Oriente di Francia ed in certi altri gruppi di
logge, vengono accettati anche gli atei e gli agnostici, senza una particolare
abilitazione. La maggior parte degli altri rami, nel rispetto dei landmark, richiede in
genere la credenza in una qualsiasi forma di Essere Supremo, anche se si ha un
elevato grado di non-dogmatismo, cosicché il termine "Essere Supremo" è spesso
utilizzato con accezione molto aperta, che comprende il Deismo e spesso sconfina
anche nella visione naturalistica della "Dea/Natura" nella tradizione di Spinoza e
Goethe (egli stesso era un massone), e nella visione del Basilare o il tutt'uno cosmico,
come si riscontra in alcune religioni orientali o nell'idealismo occidentale (o nella
moderna cosmologia). In qualche altra giurisdizione (principalmente quelle
anglofone), la massoneria non è così tollerante del naturalismo come lo è stata nel
XVIII secolo, e dall'inizio del XIX secolo sono stati aggiunti, principalmente nel
Nord America, specifici requisiti religiosi con più toni teistici e ortodossi, come la
credenza nell'immortalità dell'anima. La massoneria predominante in Scandinavia
accetta soltanto cristiani.
In generale, per diventare un massone, occorrono i seguenti requisiti:
essere un uomo, per potersi affiliare alla maggior parte delle giurisdizioni
massoniche, o una donna, per affiliarsi ad una giurisdizione con logge femminili, a
meno di non affiliarsi ad una giurisdizione co-massonica che non pone requisiti sul
sesso;
credere in un Essere supremo o in un "Principio creativo", a meno di non affiliarsi ad
una giurisdizione con specifici requisiti religiosi;
avere un'età minima di 18–25 anni, a seconda dalla giurisdizione;
essere sano di mente e di sana costituzione e di buona moralità;
essere "libero e di buoni costumi".
Tradizionalmente l'affiliazione è stata limitata ai soli uomini ed in alcune
giurisdizioni l'inclusione delle donne è ancora motivo di controversia. La "libertà di
nascita" non appare nelle logge moderne e non esiste nessuna indicazione che deve
essere rispettata, ma è un retaggio storico. La "sana costituzione" è attualmente
concepita come l'essere in grado di prendere parte ai rituali della loggia, ed
oggigiorno la maggior parte delle logge sono abbastanza flessibili nell'accettare
candidati disabili.
Le donne nella massoneria
La posizione delle donne all'interno della massoneria è complessa. Per i landmark,
solo gli uomini possono diventare massoni.
Si dice che la prima donna ad essere ammessa nella Massoneria fu Elizabeth
Aldworth (nata St. Leger) la quale avrebbe assistito alle funzioni di un incontro di
una loggia che si teneva a casa di suo padre, primo Visconte Doneraile, un abitante
della Contea di Cork, Irlanda. Nella prima parte del XVIII secolo era uso comune che
le logge si riunissero regolarmente in case private; questa loggia era debitamente
autorizzata come numero 150 nel registro della Grande Loggia d'Irlanda. Elizabeth
avrebbe rimosso un mattone e avrebbe visto la cerimonia dalla stanza adiacente; dopo
essere stata scoperta, la situazione di Elizabeth fu discussa dalla loggia e fu deciso di
255
iniziarla alla massoneria. Altre fonti narrano come lei fosse una delle firmatarie
dell'Irish Book of Constitutions del 1744 e di come spesso frequentasse, con la sua
regalia massonica, intrattenimenti patrocinati dalla massoneria a beneficio dei poveri
e degli indigenti; è inoltre riportato che quando morì le fu accordato l'onore di una
sepoltura massonica.
La co-massoneria internazionale cominciò in Francia nel 1882 con l'iniziazione di
Maria Deraismes nella loggia Libre Penseurs (letteralmente "loggia dei liberi
pensatori"), una loggia di uomini sotto la Gramde Loge Symbolique de France. Con
l'attivista Georges Martin, nel 1893 Maria Deraismes sovrintese l'iniziazione di sedici
donne nella prima loggia nel mondo ad avere sia uomini che donne come membri,
creando Le Droit Humain. In Inghilterra, in Francia ed in molti altri paesi, le donne
generalmente entrano in logge co-massoniche, come quelle sotto la giurisdizione
internazionale Le Droit Humain, che ammette sia uomini che donne, oppure entrano
in logge che ammettono solo donne, costituite sotto la giurisdizione locale.
In America settentrionale è più comune per le donne non diventare massoni per sé,
ma aggregandosi ad un corpo associato con proprie, separate tradizioni, come l'Order
of the Eastern Star, in Italia "Stelle d'Oriente", che ammette solamente donne parenti
di massoni. In Olanda esiste una fratellanza per donne completamente separata,
benché alleata, l'Order of Weavers ("Ordine delle Tessitrici"), la quale usa simboli
tratti dalla tessitura piuttosto che dalla massoneria artigiana.
La Grande Loge Symbolique de France e altre giurisdizioni che alla corrente
massonica di questo fanno riferimento concedono pieno riconoscimento alle donne in
massoneria che sono qui perfettamente equiparate agli uomini. L'UGLE e altre
giurisdizioni non riconoscono formalmente alcuna entità che accolga donne, sebbene
in molti paesi si percepisca e si accetti in modo informale come queste istituzioni comassoniche siano parte della libera muratoria in un senso più ampio. L'UGLE, per
esempio, ha riconosciuto fin dal 1998 due giurisdizioni femminili locali come
regolari nella pratica, eccezion fatta per il loro includere donne, ed ha indicato che,
benché non formalmente riconosciuti, questi corpi possono essere considerati parte
della massoneria. Così, la posizione delle donne nella massoneria sta rapidamente
evolvendo nel mondo di lingua inglese. In molti casi il Nord America sta seguendo la
tendenza inglese in fatto di donne.
I massoni si definiscono tra di loro "fratelli". Le donne (che si definiscono "sorelle")
non sono ammesse nelle officine del Grande Oriente d'Italia, così come in quelle
della Gran Loggia Regolare d'Italia, ma nei capitoli di un ordine parallelo
paramassonico chiamato Ordine delle Stelle d'Oriente e ufficialmente riconosciuto
dal Grande Oriente d'Italia, nel quale però sono ammesse solo donne legate da vincoli
di parentela con gli appartenenti al Grande Oriente d'Italia. Sono ammesse invece in
altre Comunioni, come la Gran Loggia d'Italia (obbedienza mista, che appartiene al
ramo "francese") e nelle Logge miste della Gran Loggia Federale d'Italia; entrambe le
Istituzioni riconoscono alle Sorelle pari dignità iniziatica ed eguali possibilità elettive
all'interno delle logge e dell'obbedienza.
256
Iniziazione Lo scopo dichiarato dell'iniziazione muratorìa è il perfezionamento
spirituale dell'aspirante massone. Consiste nell'ammissione del candidato in un luogo
chiamato Tempio (per evidenziarne il carattere sacro, con un riferimento al Tempio di
Gerusalemme) edificato "alla Gloria del Grande Architetto dell'Universo". In questo
luogo si compiono i momenti più significativi e rituali del perfezionamento morale
del singolo e si concretizza anche l'estensione di tale processo all'intera società.
Infatti, tra i peculiari caratteri dell'iniziazione muratorìa c'è la sua dimensione
collettiva: l'iniziazione è conferita al candidato da una collettività di iniziati e dà
inizio a un percorso conoscitivo di natura esoterica che prevede periodici momenti di
confronto e di lavoro comune nella loggia. Ciò avviene secondo un piano scandito da
un preciso rituale e da un apparato di simboli.
Rituali e simboli
La massoneria ha scelto come simbolo floreale l'acacia, pianticella vigorosa e gentile,
che non appassisce mai durante il corso delle stagioni eppure si rinnova sempre.
Il simbolo della squadra e del compasso nei giardini del George Washington Masonic
National Memorial
I massoni si rifanno prevalentemente al simbolismo architettonico dei muratori
operativi medievali che lavoravano effettivamente la pietra. Uno dei loro simboli
principali è squadra e compasso, strumenti della categoria, disposti a formare un
quadrilatero. La squadra è talora detta rappresentare la materia, ed il compasso lo
spirito o la mente. Ancora, la squadra può esser detta rappresentare il mondo del
concreto, o la misura della realtà oggettiva, mentre il compasso rappresenta
l'astrazione, o giudizio soggettivo, e così via (essendo la massoneria non dogmatica,
non v'è interpretazione data come legge per alcuno di questi simboli). Il compasso
può essere sottoposto, sovrapposto o intrecciato alla squadra, a significare
l'interdipendenza fra i due. Nello spazio fra i due, è talora posto un simbolo di
significato metafisico. Talvolta, questo è una stella risplendente o un altro simbolo di
Luce, a rappresentare la verità o la conoscenza. In alternativa, c'è spesso una lettera
G.
La squadra e il compasso sono mostrati a tutte le riunioni massoniche, assieme al
Libro della Legge Sacra, aperto. Negli ordini appartenenti al ramo "inglese", questo è
usualmente la Bibbia, ma può essere qualunque libro o scrittura ispirati, a cui i
membri di una particolare loggia o giurisdizione sentono di riferirsi, la Bibbia, il
Corano o altre opere. In molte logge di tipo francese sono usate le costituzioni
massoniche. In alcuni casi, è stato usato un libro bianco, nel caso in cui la
composizione religiosa di una loggia fosse troppo varia da consentire una scelta
facile. In aggiunta al suo ruolo di simbolo di sapienza scritta, ispirazione, e talora
come volontà rivelata della Divinità, il Libro Sacro è ciò da cui gli obblighi massonici
traggono ispirazione.
Molto del simbolismo massonico è di natura matematica, e specialmente geometrico,
il che è probabilmente una ragione per cui la massoneria ha attratto così tanti
razionalisti quali Voltaire, Fichte, Goethe, George Washington, Benjamin Franklin,
Mark Twain ed altri. Nessuna specifica teoria metafisica è sostenuta dalla
257
massoneria, tuttavia sembrano esserci influssi provenienti dai pitagorici, dal
neoplatonismo e dal primo razionalismo moderno.
Nell'ambito dei temi architettonico e geometrico della massoneria, l'Essere Supremo
(o Dio, o Principio Creativo) è a volte indicato nel rituale massonico come il Gran
Geometra o il Grande Architetto dell'Universo. I massoni utilizzano una varietà di
etichette per questo concetto al fine di evitare l'impressione di riferirsi al dio o al
concetto di divinità specifici di qualche religione.
Tra gli elementi caratteristici, indicativi dell'esoterismo massonico, vi sono i segni di
riconoscimento e la Mason Word, o parola di riconoscimento del libero muratore,
dalla quale derivano le odierne parole "sacre" e "di passo".
Mozart fu un massone, iniziato a Vienna il 14 dicembre 1784 alla Loggia Zur
Wohltatigkeit, e nella sua opera Il Flauto Magico fa ampio uso di simbolismo
massonico. Più espressamente compose una serie di undici brani (freimaurermusik)
dedicati ai simbolismi ed ai rituali massonici ad essi collegati, uno dei quali, con il
testo modificato, è diventato l'inno nazionale austriaco.
Lo scrittore britannico Rudyard Kipling, massone, fece largo uso di simboli e miti
massonici nella suo romanzo L'uomo che volle essere Re, da cui è stato tratto il film
L'uomo che volle farsi re. Due avventurieri sono presi a rappresentare Alessandro
Magno per via dei loro emblemi massonici.
Linguaggio
I massoni utilizzano il termine "profano" per indicare colui che non appartiene alla
fratellanza massonica. È quindi un "profano" qualsiasi uomo (o donna per le logge
non regolari che le ammettono) non massone, che non ha quindi ricevuto "la Luce"
mediante l'iniziazione rituale.
Un'espressione spesso usata nelle logge massoniche è "essere quadrato", che significa
essere un massone che ha raggiunto un particolare livello di consapevolezza nell'arte
libero muratoria. Il profano che si presenta in loggia per essere iniziato si trova infatti
nella condizione di "pietra grezza": con il lavoro massonico di affinamento delle
proprie qualità morali ed intellettuali tende a raggiungere, quadrandosi appunto, lo
stato di "pietra cubica", divenendo così persona affidabile, di riferimento e sostegno
per gli altri fratelli. Questa espressione è peraltro passata nell'uso comune. Ogni
pietra cubica costituisce un mattone che edifica il Tempio morale ed ideale della
libera muratoria; il contributo individuale di ciascun fratello è necessario per il
conseguimento di un obiettivo superiore e trascendente.
Altra frase in uso tra fratelli liberi muratori è "incontrarsi sulla livella", espressione
che fa riferimento alla più complessa simbologia inerente allo strumento utilizzato
comunemente nell'arte muratoria e che sta a significare che in loggia ci si ritrova
senza tener conto delle differenze sociali, economiche, religiose o culturali.
La pratica della massoneria è chiamata fra i propri membri come "l'Arte".
Ulteriore espressione caratteristica dei massoni è quella adoperata per il brindisi
proprio delle agapi rituali (tornate di loggia particolari dove si dà luogo alla
cosiddetta "masticazione", ovvero ad un banchetto le cui portate hanno un significato
simbolico e devono essere consumate secondo precise regole) che origina dalla
258
tradizione delle logge militari anglosassoni e che richiama le operazioni di carica di
un cannone. La formula si conclude con il grido unanime dei fratelli di: "fuoco!".
Fra i molteplici significati dell'espressione "essere coperto" vi è quello di
"appartenere" all'Ordine.
Nel gergo della massoneria si dice di un fratello essere "in sonno" o "dormiente"
quando questi non partecipa volontariamente per un protratto periodo di tempo alle
tornate rituali. Per motivi di opportunità o per particolari esigenze della vita sociale
profana un massone può infatti decidere spontaneamente di autosospendersi dai
lavori rituali e dalla vita dell'ordine. Le assenze dai lavori di loggia devono essere
normalmente giustificate.
Struttura organizzativa
Giurisdizioni
Esistono numerose giurisdizioni di governo della massoneria, ciascuna delle quali
sovrana e indipendente dalle altre e di solito definita su base nazionale. Non esiste
dunque un'autorità centrale massonica, sebbene ciascuna giurisdizione abbia un
elenco delle altre giurisdizioni formalmente riconosciute. Se il riconoscimento
formale è reciproco, le due giurisdizioni sono dette "in amicizia", e questo permette ai
rispettivi membri di accedere alle Tornate delle rispettive Logge. In linea di massima,
per essere riconosciuti da una giurisdizione è necessario per lo meno osservare i
criteri riguardo alla regolarità, vale a dire condividere gli antichi simboli di
riferimento della massoneria, le caratteristiche essenziali che accomunano i massoni,
indipendentemente dalla cultura di appartenenza. Tuttavia, data la natura
decentralizzata e non dogmatica della massoneria, non esiste una lista di simboli
universalmente accettata, e persino giurisdizioni tra loro in amicizia possono avere
idee completamente differenti riguardo alla natura dei simboli. Molte giurisdizioni
non hanno alcuna posizione ufficiale sulla questione.
Anche se spesso si definisce grossolanamente la massoneria come suddivisa in due
rami, uno "inglese" ed uno "francese", non è possibile fare una distinzione netta tra le
varie giurisdizioni. Per esempio, può accadere che la giurisdizione A riconosca la B,
che a sua volta riconosce la C, mentre quest'ultima potrebbe non riconoscere la A.
Inoltre, il territorio geografico di una giurisdizione può sovrapporsi a quello di
un'altra, comportando conseguenze nelle loro reciproche relazioni per semplici
questioni territoriali. Altre volte una giurisdizione può sorvolare sulle irregolarità di
un'altra soltanto per il desiderio di mantenere buoni rapporti. Ancora, una
giurisdizione può essere formalmente legata ad una tradizione, e
contemporaneamente mantenere rapporti informali con un'altra. Per questi motivi
etichette come massoneria "inglese" o "francese" possono essere interpretate solo
come indicazione generica e non come chiari segni di distinzione.
La massima autorità a capo di una giurisdizione massonica è di solito chiamata Gran
Loggia o, a volte, Grande Oriente, e corrisponde normalmente ad una singola
nazione, sebbene il territorio possa essere più ampio o più ristretto (in Nord America
ogni Stato o provincia ha una propria Gran Loggia).
La più antica giurisdizione nel ramo inglese della massoneria moderna è la Gran
259
Loggia d'Inghilterra (Grand Lodge of England, GLE), fondata nel 1717 e denominata
poi Gran Loggia Unita d'Inghilterra (United Grand Lodge of England, UGLE), dopo
la fusione con un'altra Grande Loggia inglese (Antients) nel 1813. Attualmente è la
più vasta giurisdizione in Inghilterra ed il quartier generale si trova alla Freemasons
Hall, a Londra in Great Queen Street. La giurisdizione più antica del ramo "francese"
è il Grande Oriente di Francia, fondata nel 1728. Un tempo questi due rami si
riconoscevano reciprocamente, ma molte giurisdizioni interruppero i rapporti ufficiali
con la loggia francese, dopo che questa, nel 1877 incominciò ad ammettere gli atei
incondizionatamente. In molti paesi neolatini ed in Belgio predomina una massoneria
di stile francese, mentre tutti gli altri tendono a seguire la guida inglese.
Molte giurisdizioni permettono agli adepti di visitare le logge nelle giurisdizioni
riconosciute senza condizioni, lasciando che sia la loggia straniera a confermare
l'amicizia tra le due Logge. La UGLE invita i suoi membri a verificare presso di loro
se le giurisdizioni sono in amicizia, prima di fare una visita in altre logge; negli Stati
Uniti, ad esempio, è sconsigliabile.
I Riti, gli organismi dipendenti [modifica]
A fianco della massoneria esistono vari organismi con essa concordi ed a vario titolo
da essa dipendenti.
In primo luogo si hanno i "Riti", ad esempio il Rito Simbolico Italiano, il Rito
Scozzese Antico ed Accettato, il Rito di York, il Rito di Memphis, il Rito di Misraim
Memphis ed altri. Questi organismi consentono ai maestri massoni un ulteriore
sviluppo iniziatico, in genere attraverso gradi successivi al terzo, secondo percorsi
differenti. La parola "Rito" deriva dal fatto che questi organismi, in genere,
storicamente prevedevano rituali diversi anche per i primi tre gradi, che da essi
dipendevano; per questo motivo, per evitare malintesi, in massoneria la parola "rito",
benché sinonimo di "rituale", viene raramente impiegata in questa accezione.
È abbastanza comune che vari Riti afferiscano ad un'unica comunione massonica, alla
quale delegano l'autorità sui primi tre gradi, mediante protocolli d'intesa; questo è ciò
che avviene ad esempio nel Grande Oriente d'Italia. I Riti ad esso collegati (che sono
numerosi) possono attingere i loro adepti solo fra i maestri del Grande Oriente
d'Italia, al quale spetta l'autorità e la direzione delle Logge simboliche, cioè le logge
che svolgono i loro lavori nei gradi di Apprendista, Compagno e Maestro. I rituali
seguiti in tali logge simboliche sono in genere unificati, indipendentemente dal Rito
dal quale hanno eventualmente avuto origine in antico, ma in alcuni casi può anche
avvenire che alcune, benché sotto l'autorità del Grande Oriente, seguano rituali
particolari, legati ad un Rito specifico, come ad esempio il Rituale Emulation, di
derivazione anglosassone, collegato con gli ulteriori sviluppi dell'Arco Reale e del
Marchio.
Esistono invece comunioni che ammettono un solo Rito: è il caso ad esempio della
Gran Loggia d'Italia, nella quale si pratica solo il Rito Scozzese Antico ed Accettato.
Nel caso della Gran Loggia d'Italia (ma non necessariamente in casi analoghi) il Gran
Maestro, cioè la massima autorità della Gran Loggia, ha contemporaneamente la
carica di Sovrano Gran Commendatore, ovvero è anche la massima autorità del Rito
260
Scozzese.
Oltre ai Riti esistono altri organismi strettamente legati alla Massoneria, in quanto
ammettono solo massoni o parenti degli stessi. Tra questi, l'Antico Ordine Arabo dei
Nobili del Mistico Velo (Shriners), l'Ordine mistico dei profeti velati del regno
incantato (Grotta), gli Alti Cedri del Libano ed altri, che tendono a diffondere
l'insegnamento della massoneria, per il miglioramento dei propri membri e dell'intera
società, oppure perseguono uno scopo filantropico, come alcune logge dell'America
settentrionale.
Le varie giurisdizioni hanno un modo diverso di rapportarsi con tali entità. Alcune le
riconoscono formalmente, altre non le considerano propriamente massoniche. Non
tutti gli organismi sono ritenuti come affiliati alla massoneria, ma vengono giudicati
come associazioni che pongono agli aderenti il requisito di appartenenza alla
massoneria; alcune di esse possono richiedere ulteriori requisiti religiosi rispetto alla
vera e propria massoneria (o "l'arte della massoneria"), in quanto l'insegnamento
massonico viene visto in una prospettiva particolare.
Esistono anche altre organizzazioni giovanili (prevalentemente in Nord America, ma
con ramificazioni in Europa e anche in Italia) associate alla massoneria stessa, ma
non sono necessariamente massoniche in quanto a contenuti e ritualità; ne fanno parte
l'Ordine di DeMolay (per ragazzi tra i 12 ed i 21 anni, aperto a tutti), le Figlie del
Lavoro (per ragazze tra i 10 ed i 20 anni figlie di massoni) e l'Ordine internazionale
dell'arcobaleno per ragazze (per ragazze tra gli 11 ed i 20 anni e che ha il patrocinio
massonico, anch'esso rivolto alle figlie di massoni).
Logge
Gran Loggia della Pennsylvania, Filadelfia. Una visita guidata permette di visitare
molte sale, tutte riccamente decorate.
Un interno della Gran Loggia della Pennsylvania
Contrariamente alla credenza diffusa, i massoni si incontrano come una loggia e non
in una loggia, analogamente alla distinzione fatta dai cristiani che si incontrano come
una chiesa, con l'effettivo edificio, considerato non più che un punto di ritrovo.
Secondo la leggenda massonica, le logge operative (le logge medievali degli attuali
scalpellini) costruirono un edificio accanto al luogo di lavoro, ove i massoni potevano
incontrarsi per ricevere istruzioni e socializzare. Normalmente, l'incontro avveniva
nel lato sud dell'edificio (in Europa, in questo punto le mura sono riscaldate dal sole
durante il giorno), e per questo motivo la riunione tra i soci della loggia è ancora oggi
chiamato "il Sud".
Le prime logge speculative (i cui affiliati non erano scalpellini o tagliapietre) si
riunivano in taverne o in luoghi pubblici adatti, mentre un guardiano (tyler, custode
della loggia massonica, oggi in italiano Copritore) vegliava sulla porta per impedire
l'ingresso ai curiosi o ai malintenzionati.
Il luogo ove la loggia si riunisce abitualmente in modo rituale, è detto "Tempio",
mentre "Centro" o "casa massonica" è l'edificio ove uno o più Templi si trovano e che
comprende anche altri ambienti.
261
Logge specializzate
All'interno di molte giurisdizioni massoniche esistono alcune logge tipicamente
specialistiche, come quelle che assolvono compiti di ricerca ed istruzione (R&I),
costituite secondo criteri particolari. Tali tipi di logge collaborano con organizzazioni
mondiali alla ricerca massonica, alla scoperta e all'interpretazione di documenti
storici e alla comprensione dei simboli massonici non ancora segnalati, ed al
mantenimento e sviluppo degli stessi rituali massonici. Aderiscono a queste logge gli
adepti interessati provenienti da logge comunemente costituite, ma possono anche
essere gruppi aventi gli stessi interessi e formazione culturale, come le logge dei
"vecchi ragazzi" (old boys) provenienti da scuole, università, reparti militari o
imprese. Inoltre, molte giurisdizioni massoniche nominano conferenzieri incaricati di
effettuare ricerche, sviluppare e rilasciare conferenze nelle logge allo scopo di istruire
i membri e buona parte delle Grandi Logge e molti centri massonici regionali e
templi hanno una biblioteca, che è usata per ricerche.
Una raccolta notevole è la collezione presso la biblioteca dell'Università di Poznan in
Polonia; oltre 80 000 libri sono custoditi fra la biblioteca principale ed il Chateau de
Ciazen, a circa 80 km di distanza. A quanto risulta, furono raccolti durante la seconda
guerra mondiale quando le SS di Heinrich Himmler confiscarono i libri delle
biblioteche massoniche in Germania e nelle altre nazioni occupate, per
immagazzinarli in questo archivio in Polonia.
Il 5 marzo 2001, l'Università di Sheffield in Inghilterra stabilì il Centre for Research
into Freemasonry quale parte dell'Humanities Research Institute, che "intraprende e
promuove una ricerca scientifica oggettiva dell'impatto storico, sociale e culturale
della massoneria, principalmente in Gran Bretagna". Il centro è guidato dallo storico
Andrew Prescott, proveniente dalla British Library e assegnato per tre anni
all'Università di Sheffield per stabilirvi il nuovo centro.
Gerarchia [modifica]
Ci sono tre gradi nella massoneria:
Apprendista Ammesso
Compagno di Mestiere
Maestro Muratore
L'individuo lavora attraverso ciascun grado partecipando ad un rituale,
essenzialmente una morality play medievale, in cui ciascuno impersona un ruolo,
assieme ai membri della loggia cui si aggrega. L'ambientazione è biblica – la
costruzione del Tempio di Salomone a Gerusalemme – sebbene le storie stesse non
siano direttamente tratte dalla Bibbia, e non siano pensate come necessariamente
ebraiche o cristiane. Niente di soprannaturale avviene in queste storie. Il Tempio può
essere scelto a rappresentare sia il "tempio" interiore del singolo essere umano, che
della comunità umana, o dell'intero universo.
Nel periodo in cui uno lavora attraverso i gradi, studia parimenti le lezioni e le
interpreta per se stesso. Esistono tanti modi per interpretare i rituali quanti sono i
massoni, e nessun massone può comandare ad un altro massone come debba
interpretare alcunché. Nessuna verità particolare è condivisa, ma una struttura
262
comune, parlando simbolicamente ad archetipi umani universali, fornisce a ciascun
massone un mezzo per giungere alle proprie risposte alle domande importanti della
vita. Ai massoni che lavorano attraverso i gradi è spesso richiesto di preparare
documenti su argomenti filosofici correlati, e sostenere conferenze.
Struttura amministrativa in Italia A livello strettamente amministrativo la massoneria
in Italia ha un organigramma che può differire in parte in base alle diverse
obbedienze. La struttura è organizzata in logge; ogni loggia è composta da un numero
variabile di persone, solitamente il numero minimo è 7, ed è retta dal Maestro
Venerabile, che la presiede; questi è eletto tra i fratelli della loggia che abbiano
raggiunto almeno il 3° grado iniziatico (maestro massone). Una o più logge formano
un Oriente, uno o più Orienti formano una provincia massonica, che solitamente, ma
non necessariamente, coincide con la provincia amministrativa. Tutte le logge
formano una obbedienza. A presiedere l'obbedienza è il Gran Maestro, che viene
eletto tradizionalmente dai maestri venerabili di tutte le logge, anche se ogni
obbedienza può avere regole di elezione sue proprie: ad es. nel Grande Oriente
d'Italia l'elettorato compete a tutti i maestri massoni, mentre nella Gran Loggia
d'Italia oltre ai maestri venerabili votano anche i presidenti delle camere del Rito
scozzese. Esistono poi, con modalità diverse da un'obbedienza all'altra, altri delegati
su base provinciale e regionale, ed altri funzionari che fanno da collegamento tra le
logge e il Gran Maestro. In questo senso, la massoneria non si differenzia da altre
associazioni.
Aspetti problematici
Una frase in inglese e il suo corrispondente utilizzando il cifrario pigpen
Riferendosi all'attività massonica si parla di "segretezza" in luogo della più corretta
indicazione di riservatezza, poiché in realtà il "segreto" è limitato al dovere insito
nella cultura massonica di non rivelare all'esterno ciò che viene svolto nel tempio
dalle logge riunite ritualmente.
La massoneria è spesso definita una società segreta ed è erroneamente considerata da
molti il vero prototipo di questo tipo di società. Molti massoni sostengono che
sarebbe meglio descriverla come una "società con segreti". Il livello di segretezza
varia decisamente da zona a zona. Nelle nazioni anglofone la maggior parte dei
massoni rende pubblica la propria affiliazione con la società segreta, gli edifici
massonici sono chiaramente segnati e gli orari delle riunioni sono generalmente di
dominio pubblico. In altre nazioni, dove la massoneria è stata soppressa dal governo,
la segretezza può essere molto più praticata. Perfino nel mondo anglofono i dettagli
precisi dei rituali non vengono resi pubblici, e i massoni hanno un sistema segreto di
"metodi di riconoscimento", come la stretta di mano segreta massonica, tramite la
quale i massoni possono riconoscersi tra loro "nel buio come nella luce"; tuttavia, i
massoni riconoscono che questi segreti sono stati ampiamente resi disponibili tramite
letteratura sia massonica che antimassonica, da secoli.
Molte sono le giustificazioni addotte dai massoni in ordine alla riservatezza che
caratterizza la sua vita interna dell'organizzazione. La principale di esse è che la
263
massoneria è un ordine iniziatico cui si accede passando attraverso diversi livelli di
indagine e conoscenza delle questioni etiche e filosofiche, ossia si procede tramite
iniziazioni, le quali permettono il riconoscimento del livello spirituale raggiunto;
conoscere in anticipo gli eventi pregiudicherebbe l'efficacia di questo sistema. È
spesso definita dai suoi membri "un particolare sistema di moralità mascherato
dall'allegoria e raffigurato attraverso simboli".
Così Giacomo Casanova sui misteri della massoneria:
« Il mistero della massoneria, di fatto, è per sua natura inviolabile. Il massone lo
conosce solo per intuizione, non per averlo appreso, in quanto lo scopre a forza di
frequentare la loggia, di osservare, di ragionare e dedurre. Quando lo ha appreso, si
guarda bene dal far parte della sua scoperta a chicchessia, fosse pure il suo miglior
amico massone, perché se costui non è stato capace di penetrare da solo il segreto,
non sarà nemmeno capace di profittarne se lo apprenderà da altri. Il segreto rimarrà
dunque sempre tale. Ciò che avviene nella loggia deve rimaner segreto, ma chi è così
indiscreto e poco scrupoloso da rivelarlo non rivela l'essenziale. Del resto, come
potrebbe farlo se non lo conosce? Se poi lo conoscesse, non lo rivelerebbe. »
RAPPORTI CON LE CHIESE
La Chiesa cattolica ha sempre criticato la concezione mistica propria della
massoneria, dichiarandola incompatibile con la propria dottrina, anche perché la
massoneria, in Italia e in altri paesi, si è storicamente associata a personalità e
movimenti anticlericali. Appartenenza alla massoneria ed appartenenza alla Chiesa
cattolica sono per quest'ultima inconciliabili, e più volte questa inconciliabilità è stata
espressa solennemente dal magistero della Chiesa. I documenti principali che lo
attestano sono la lettera apostolica In eminenti di papa Clemente XII del 1738,
l'enciclica Humanum Genus di papa Leone XIII del 1884 e la Dichiarazione sulla
massoneria della Congregazione per la Dottrina della Fede approvata da papa
Giovanni Paolo II nel 1983. La lettera apostolica di Clemente XII contiene la
dichiarazione di scomunica per il cattolico che appartenga a qualunque titolo ad una
associazione massonica:
« [...] decretiamo doversi condannare e proibire, come con la presente Nostra
Costituzione, da valere in perpetuo, condanniamo e proibiamo le predette Società,
Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole dei Liberi Muratori o
Massoni, o con qualunque altro nome chiamate. Pertanto, severamente, ed in virtù di
santa obbedienza, comandiamo a tutti ed ai singoli fedeli di qualunque stato, grado,
condizione, ordine, dignità o preminenza, sia Laici, sia Chierici, tanto Secolari quanto
Regolari, ancorché degni di speciale ed individuale menzione e citazione, che
nessuno ardisca o presuma sotto qualunque pretesto o apparenza di istituire,
264
propagare o favorire le predette Società dei Liberi Muratori o Massoni o altrimenti
denominate; di ospitarle o nasconderle nelle proprie case o altrove; di iscriversi ed
aggregarsi ad esse; di procurare loro mezzi, facoltà o possibilità di convocarsi in
qualche luogo; di somministrare loro qualche cosa od anche di prestare in qualunque
modo consiglio, aiuto o favore, palesemente o in segreto, direttamente o
indirettamente, in proprio o per altri, nonché di esortare, indurre, provocare o
persuadere altri ad iscriversi o ad intervenire a simili Società, Unioni, Riunioni,
Adunanze, Aggregazioni o Conventicole, sotto pena di scomunica per tutti i
contravventori, come sopra, da incorrersi ipso facto, e senza alcuna dichiarazione,
dalla quale nessuno possa essere assolto, se non in punto di morte, da altri all'infuori
del Romano Pontefice pro tempore» »
(In eminenti apostolatus specula)
Tale scomunica non è mai stata revocata da nessun Papa. In linea con questa lettera
apostolica, i successivi documenti ufficiali della Chiesa hanno ribadito che chi
appartiene alla massoneria non può ricevere i sacramenti.
Anche se nel Codice di diritto canonico promulgato il 25 gennaio 1983 non vi è
riferimento alla massoneria, in un documento emesso il 26 novembre 1983 la
Congregazione per la Dottrina della Fede (guidata in quel momento da Joseph
Ratzinger), con una dichiarazione sulle associazioni massoniche, ribadiva che i
cattolici non possono entrare nella massoneria:
« Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle
associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati
inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l'iscrizione a esse rimane proibita. I
fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e
non possono accedere alla Santa Comunione. »
Non è necessario che la loggia, associazione o qualunque altra denominazione di tipo
massonico a cui si appartiene sia apertamente contro la Chiesa per incorrere nella
scomunica, è sufficiente che abbia le caratteristiche dell'associazionismo di tipo
massonico. Segue un elenco dei principali documenti del magistero ecclesiastico in
cui si diffida il cattolico ad aderire alla massoneria; a proposito di scomunica o
disapprovazione o interdetto, questi riguardano soltanto il cattolico che entra e opera
nell'ambito della massoneria.
1738, bolla In eminenti apostulatus
1751, bolla Providas di papa Benedetto XIV
1884, enciclica Humanum Genus di papa Leone XIII
1917, papa Benedetto XV include nel Codex Juris Canonici i canoni n. 684 e n. 2335
1983. Nel nuovo clima generato dal Concilio Vaticano II, Giovanni Paolo II
promulga il nuovo Codice di Diritto Canonico, proposto venticinque anni prima da
Giovanni XXIII, nel quale non appare più la parola Massoneria e dove il canone
n.1374 recita: "Chi da il nome ad una associazione che complotta contro la Chiesa sia
265
punito con una giusta pena; chi poi tale associazione promuove o dirige sia punito
con l'interdetto"
Una dichiarazione della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede che, in
coincidenza con la promulgazione di tale Codice e con approvazione specifica del
Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, ribadisce la condanna e la diffida relativa
all'appartenenza, venendo così a costituire interpretatio autentica del canone 1374;
altro documento ufficioso dello stesso dicastero vaticano si riconosce inconciliabilità
tra fede cristiana e massoneria. Queste riflessioni, a un anno dalla dichiarazione della
Congregazione per la Dottrina della Fede, il 23 febbraio 1985, su L'Osservatore
Romano forniscono la motivazione della condanna e della diffida del 1983.
La Conferenza Episcopale Tedesca, a conclusione di colloqui svolti, dal 1974 al
1980, fra una commissione di dialogo di tale Conferenza, a ciò incaricata dalla Santa
Sede, e qualificati esponenti delle Grandi Logge Unite di Germania (massoneria
regolare). Il documento conclude per l'incompatibilità fra la professione di fede
cattolica e l'appartenenza alla massoneria.
Alcuni intellettuali cattolici mettono in risalto i punti di convergenza tra i principi
massonici e quei cattolici (ad esempio, l'universalismo, l'eguaglianza universale, i
diritti umani, e anche una attenzione, forse più presente nella massoneria del passato,
alla unicità e sovranità di Dio quale unico creatore e giudice.
Alcune delle chiese protestanti scoraggiano a loro volta i propri fedeli dall'entrare
nella massoneria; sebbene da parte del Cristianesimo protestante vi siano state
condanne, nel complesso non esistono tensioni.
Da parte delle istituzioni massoniche invece non vi è alcuna preclusione rispetto alla
religione professata dai suoi aderenti, nessuno viene considerato escluso dalla
massoneria qualsiasi fede abbracci al momento di entrare a farvi parte, o durante il
suo percorso massonico; questo è sancito anche dalle costituzioni di Anderson.
Critiche
La critica più diffusa verso la massoneria si focalizza sul carattere segreto ed occulto
che essa intende avere circa i propri "misteri", che unito al forte senso di misticismo e
al rigido impianto gerarchico la assimila a molte sette religiose. Durante i lavori di
loggia sono precluse le discussioni riguardanti la politica e la religione; ad essi può
essere accennato solo da un punto di vista storico e/o filosofico per contestualizzare
un determinato evento o argomento, o semplicemente come possibile riferimento per
un eventuale approfondimento.
Altre critiche sono state mosse alla massoneria a partire dall'individuazione di alcuni
elementi e simboli massonici, inseriti tavolta in maniera velata in fumetti (come ad
esempio Topolino di Walt Disney), film o videogiochi, difficile comunque dimostrare
se questi siano dei veri e propri riferimenti massonici, dal momento che la simbologia
usata dalla massoneria, è spesso presa da altre simbologie, e spesso si tratta di oggetti
di uso comune.
Inoltre, la massoneria è stata a lungo un bersaglio prediletto per i teorici delle
cospirazioni, che la vedono come un potere occulto e malevolo, talvolta associato al
266
giudaismo o al satanismo ed in genere volto al "dominio del mondo" o già in grado di
controllare o influenzare segretamente la politica mondiale. Una critica mossa ai
complottisti è che gli stessi confondono la correlazione statistica, vale a dire
l'affiliazione di taluni personaggi alla massoneria, con la causa degli eventi storici.
I massoni sono spesso accusati di costituire una potente lobby, teatro di scambio di
favori e raccomandazioni tra persone potenti allo scopo di favorire in ogni modo i
propri membri, arrivando in taluni casi a costituire una rete parallela, clandestina o
comunque occulta rispetto ai poteri dello stato, talvolta – secondo alcuni critici – con
il coinvolgimento in operazioni illegali. I sostenitori di questa teoria considerano una
loggia massonica una società di mutuo soccorso, nella quale persone consapevoli di
scopi comuni (anche il semplice arricchimento, ad esempio) e mezzi per raggiungerli
si aiutano l'un l'altra nell'ambito delle proprie rispettive disponibilità; tutto ciò
nascosto da un paravento di riti ed idealismo illuministico. Secondo queste teorie, il
coordinamento è appositamente affidato a gerarchie di persone che fanno da
collegamento tra la domanda e l'offerta di servigi, in modo tale che chi detiene un
potere può scambiare favori con un altro potente, tramite la loggia, nella reciprocità
di un'adesione consapevole ad un determinato scopo. Esistono diverse logge e diversi
gruppi di logge, ed anche tra esse avvengono gli scambi di favori tramite i capi,
restando gli usufruitori e gli applicatori dei vari favori reciprocamente sconosciuti.
In Italia alla fine degli anni settanta e nei primi anni ottanta la P2 ("Propaganda
Due"), una loggia coperta del Grande Oriente d'Italia, il cui maestro venerabile era
Licio Gelli, fu al centro di uno dei più grossi scandali della storia della Repubblica,
con indagini che condussero alla scoperta di una lista di mille nomi (tra cui esponenti
politici, militari ed istituzionali di primo piano come Silvio Berlusconi, tessera 1816)
e il "piano di rinascita democratica", una sorta di ruolino di marcia per la
penetrazione di esponenti della loggia nei settori chiave dello Stato. Il nome della P2
ricorre più volte nelle cronache nel corso della storia italiana, dato che suoi esponenti
sono stati coinvolti in vari episodi non completamente spiegati della storia della
Repubblica (dal Golpe Borghese all'operazione Gladio). Le indagini collegarono
inoltre alcuni membri della loggia anche all'imponente scandalo finanziario
internazionale della bancarotta del Banco Ambrosiano del banchiere Roberto Calvi e
all'assassinio suo (inizialmente ritenuto un suicidio) e di Michele Sindona, entrambi
appartenenti alla P2. Come risultato, fu emanata nel 1982 la legge Spadolini che
sciolse la loggia e rese illegale il funzionamento di associazioni segrete. Licio Gelli,
in seguito alla vicenda, era stato espulso dal Grande Oriente d'Italia nel 1981.
In Gran Bretagna nel 1990 una parte minoritaria del partito laburista al governo tentò
invano di far passare una legge che richiedeva a tutti i pubblici ufficiali che fossero
massoni di dichiararlo apertamente.
Repressioni
Negli stati totalitari la massoneria è quasi sempre bandita. Nella Germania nazista i
massoni venivano inviati nei campi di concentramento e tutte le logge massoniche
furono chiuse e spesso distrutte. I massoni tedeschi adottarono il "nontiscordardime"
come modo segreto di riconoscimento e come sostituto per il troppo noto e
267
riconoscibile simbolo della squadra e del compasso. Così anche per quanto riguarda i
regimi totalitari comunisti, con l'eccezione di Cuba dove la massoneria è sempre stata
ammessa. In Italia, la massoneria è stata dichiarata fuorilegge nel 1925, durante il
fascismo. Negli ultimi anni l'Italia, caso unico tra i paesi democratici, è stata
ripetutamente condannata dalla Corte di giustizia europea per violazione dei diritti
umani poiché alcune leggi dello stato e di alcune regioni risultavano discriminatorie
nei confronti dei massoni. Sul punto è da rilevare che pronunzie del Consiglio
Superiore della Magistratura degli anni novanta del secolo scorso ritennero
censurabile finanche la remota affiliazione di un Magistrato all'istituzione.
Aspetti giuridici La massoneria trova la sua legittimazione in primo luogo
nell'articolo 18 della Costituzione della Repubblica Italiana, che riconosce e tutela la
libertà d'associazione, e prevede che i cittadini abbiano il diritto di associarsi, senza
autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalle leggi; se il fine è lecito,
ne consegue la liceità dell'associazione. Il medesimo articolo, al comma secondo,
vieta le associazioni segrete; quali associazioni siano da intendersi segrete è stabilito
dalla legge numero 17 del 25 gennaio 1982 sulle associazioni segrete, la cosiddetta
legge Spadolini-Anselmi. In base a tale legge, segreta non è l'associazione che
mantenga la riservatezza sugli iscritti, ovvero custodisca segreti iniziatici, bensì
quella che, anche all'interno di associazioni palesi, occultando la propria esistenza,
ovvero tenendo segrete finalità ed attività sociali, tenendo sconosciuti i soci, anche in
parte e reciprocamente, svolga attività diretta ad interferire sull'esercizio delle
funzioni di organi costituzionali, di pubbliche amministrazioni, di enti pubblici
ovvero di servizi pubblici essenziali d'interesse nazionale. Quindi, la fattispecie
criminale è precisa e rappresenta condotte differenti dall'autentico lavoro massonico.
Influenza in altre associazioni
Alcuni valori della massoneria sono condivisi da altre associazioni internazionali; in
alcuni casi risultano anche legami personali. Tuttavia nessuna di queste associazioni
appartiene alla massoneria.
Lo scautismo internazionale, che non è un gruppo massonico, fu fondato da Robert
Baden-Powell che, secondo varie ricerche, non fu mai massone, pure esistendo varie
logge a lui intitolate. Tuttavia, alcuni fra i fondatori di associazioni scout nazionali
probabilmente ritennero di poter mettere in pratica molti degli ideali massonici
attraverso lo scautismo, come nel caso del massone Daniel Carter Beard, fondatore di
un'organizzazione giovanile (i Figli di Daniel Boone) che nel 1910 si fuse con i Boy
Scouts of America. Anche Sir Francis Vane e James Spensley, fra i pionieri dello
scautismo in Italia, furono massoni.
Tra i fondatori del Rotary International vi era un massone, così come nel Lions Club
e nel Kiwanis International.[senza fonte] L'Avis è stata fondata in Italia da un
massone, come anche la Croce Rossa Internazionale, fondata dal massone Jean Henri
Dunant
Ulteriori riflessioni…
La storia è stata scritta dai vincitori e si dicono racconti che hanno fatto comodo ai
268
regnanti antichi ed ancora oggi si ripetono tali ingiustizie, nascondendo o non dando
voce a verità scomode, che cambierebbero il percorso dell'umanità in meglio! Un
gruppo di ricercatori “M M M, ripete ciò che in molti sappiamo e tentiamo di
divulgare per il bene della coscienza umana. Scrissi il libro:” Il mistero di ciò che
accadde prima di Adamo nel pianeta blù” negli anni 90 e lo pubblicai verso la fine di
quegli anni…. Solo il tempo per merito delle maturate coscienze, pùò dare fiato alle
verità tenute nascoste dalle nostre paure e debolezze del passato.
La ricostruzione ufficiale della storia antica dell'umanità appare sempre più
insoddisfacente alla luce di numerose prove archeologiche. Quanto si dovrà attendere
per una revisione radicale delle tesi ortodosse?
Mi pare più che ovvio, che dopo il tema della Massoneria, possa essere le piramidi ad
interessare!
I mass media hanno battezzato 'Egittomania' il proliferare nelle librerie di
pubblicazioni dedicate ai misteri dell'Antico Egitto. I detentori dell'ortodossia
dormono sonni tranquilli, poiché sono convinti che certe teorie "fantasiose e
strampalate" incontrano i favori del pubblico grazie all'atmosfera mistica che pervade
la fine del millennio. In realtà il lettore è poco informato sulla pretesa solidità
scientifica delle teorie tradizionali, le quali non forniscono spiegazioni convincenti
sui metodi utilizzati per la costruzione dei grandi templi di Giza, visto che gli Egizi
della IV Dinastia (attorno al 2600 a.C.), a cui si attribuisce la paternità della più
grande e sofisticata opera in pietra della storia, non lasciarono alcuna testimonianza
scritta in proposito. Due problemi tecnici sono cruciali:
il sollevamento di enormi massi e il taglio e levigatura delle pietre.
EGITTOLOGIA UFFICIALE E FONTI CLASSICHE
Esaminiamo le conclusioni tratte da due autori "ortodossi" completamente in antitesi:
l'egittologo Georges Goyon nel libro Il segreto delle grandi piramidi, il fisico Kurt
Mendelssohn in L'enigma delle piramidi.
A parere del primo è sufficiente mettere in opera, piano su piano, strati (corsi)
orizzontali digradanti di muratura a partire dalla base prestabilita, mentre il secondo
ritiene necessaria la costruzione preliminare di un nucleo a gradoni (con i contrafforti
inclinati verso l'interno come la piramide di Zoser a Saqqara), su cui ancorare il
riempimento successivo che definisce la forma della piramide.
Questo è l'unico modo, dice Mendelssohn, basandosi sull'osservazione della piramide
crollata di Meidum, che permetta ai costruttori di apporre sulla sommità un segnale
da traguardare per dare la corretta pendenza agli spigoli. In caso contrario l'angolo di
inclinazione dovrebbe essere calcolato alla base con la precisione della frazione di
269
grado per essere sicuri di posizionare correttamente il vertice
Questo, comunque, non doveva essere un problema per gli artefici della Grande
Piramide, la cui base è formata da 4 lati uguali a meno dello 0,1% di tolleranza, 4
angoli retti con uno scarto di pochi secondi di grado, ed è orientata verso il nord
geografico con l'errore di 3' di grado. Mendelssohn riconosce che le grandi piramidi
non potevano essere soltanto le tombe dei faraoni, ma ammette che gli egizi del III
millennio a.C., pur essendo architetti formidabili, erano pessimi matematici; infatti il
famoso rapporto di 2 tra il perimetro della base e l'altezza sarebbe un risultato
fortuito.
Ritiene, inoltre, che una manodopera volontaria di circa 70.000 persone (composta di
operai specializzati permanenti e contadini stagionali) fosse impiegata nella
costruzione di diverse piramidi contemporaneamente. Però, non indica alcuna
soluzione ai problemi tecnici del cantiere, limitandosi ad immaginare l'utilizzo di rulli
e piani inclinati per il trasporto dei blocchi e di leve per il loro sollevamento.
A tale proposito, Goyon ha invece le idee chiare. Egli rifiuta decisamente alcune
soluzioni proposte da altri colleghi nel passato, che prevedevano l'uso in serie di
macchinari come argani di sollevamento, con pulegge e montacarichi di legno, o il
fantomatico "elevatore oscillante", sia perché non si ha traccia di carrucole o ruote tra
i reperti archeologici, sia perché tali metodi sarebbero troppo lenti.
È da scartare anche l'utilizzo in grande scala dei rulli di legno (se privi di cerchiature
metalliche) per fare rotolare i massi, inefficienti su terreno sabbioso, per di più in un
paese povero di legname resistente adatto allo scopo. Al contrario, sostiene che sia
stato sufficiente tirare i blocchi su tregge di legno, delle slitte molto familiari agli
egizi del Medio Regno, lungo rampe ascendenti poco ripide (circa 3° di inclinazione,
5% di pendenza) e ricoperte di argilla bagnata per renderle scivolose.
Ma la famosa rampa non può essere perpendicolare al monumento, altrimenti, a
costruzione ultimata (a 147 m di altezza), occuperebbe una lunghezza di 3 km sulla
piana di Giza e un volume triplo della piramide stessa. Diventerebbe quindi un'opera
gigantesca, ancora più onerosa, da realizzare anch'essa tramite giganteschi blocchi di
pietra, non certo con materiale di riporto. Per cui, a prima vista, appare convincente
l'idea di Goyon di costruire una rampa avvolgente , cioè un rilevato di mattoni che si
sviluppa a spirale per 3 km, appoggiandosi sulle pareti già costruite.
Si ha così il vantaggio di costruire la rampa una sola volta (nell'altro modo bisogna
rifare la spianata della rampa ad ogni corso); ma lo svantaggio di impedire la vista
dell'allineamento degli spigoli.
A questo punto occorre ricordare che la maggior parte dei circa 2.300.000 blocchi di
calcare e arenaria che costituiscono la Grande Piramide di Giza ha, mediamente, un
volume di 1 m cubo (equivalente a quasi 3 tonnellate di peso), ma,
sorprendentemente, con l'altezza della costruzione le dimensioni aumentano a 10-15 t
(NOTA 1), e la Camera del Re, collocata a 45 m di altezza è realizzata con megaliti
da 50-70 t.
Dunque, Goyon prova a giustificare la sua teoria con il calcolo.
In figura 8 è schematizzata una rampa inclinata di un angolo , con la forza peso P
270
del blocco scomposta nelle sue componenti tangenziale e perpendicolare. La forza T
necessaria ad applicare il movimento è data dalla componente del peso lungo il piano
inclinato più la forza di attrito (proporzionale alla forza che schiaccia la slitta sulla
superficie), che, per la bassa pendenza ( = 3° 30'), risulta predominante.
è il
coefficiente di attrito posto pari a 0,25 , persino ottimistico considerato che si tratta di
legno che striscia su argilla (notare che, per l'attrito radente di ruota di locomotiva su
rotaia ferroviaria, si assume = 0,3):
T= P sen + P cos = 0,06 P + 0,25 P = 0,31 P
Si stima, poi, la forza che ogni addetto al traino può presumibilmente esercitare, in
modo continuo per un lungo periodo di tempo, tra i 10 e i 15 kg . Per un blocco di 40
t risulta un tiro di 12 t, che, ripartito su operai dalla forza media di 12 kg ciascuno, fa
circa 1000 persone. Ma il brillante Goyon si accorge che sono obiettivamente troppi
(per problemi di manovra e di sovraccarico della rampa) e preferisce accettare un
coefficiente minimo di attrito o addirittura sopprimerlo (testualmente, pag.81),
riducendo così la forza a solo 2,5 t, la manodopera a 200 uomini. Seguendo il suo
ragionamento, se il piano fosse orizzontale, basterebbe dare una spintarella al blocco
per vederlo levitare su questa magica rampa scivolosa. In questo modo, anche il
trasporto dei blocchi più "piccoli" da 3 t risulta molto più agevole: 20 uomini invece
di 80. Ecco come la scienza moderna interpreta uno sconcertante enigma della civiltà
umana (sottotitolo dell'opera).
Ma non basta. Goyon deve tenere basso il numero degli addetti ad ogni squadra di
traino perché altrimenti essi non potrebbero girare attorno alle curve a gomito della
rampa, che, con una larghezza di 17 m, forniscono uno spazio utile di manovra in
diagonale di circa 15-20 m. Inoltre, la rampa sarebbe costruita con mattoni crudi, cioè
argilla impastata con paglia ed essiccata al sole, rinforzati con traverse di legno atte a
conferire al rilevato resistenza a trazione, secondo una tecnica costruttiva (già nota ai
Sumeri) documentata nel Nuovo Regno durante la XIX dinastia, 1000 anni dopo
l'epoca delle piramidi. Perciò i 1500-1800 uomini necessari a trasportare un blocco da
70 t, non solo non possono girare ad angolo retto (divisi in 15 file, devono comunque
sviluppare le funi per 100 m in linea retta, poiché non vi sono carrucole), ma
producono un ulteriore sovraccarico distribuito, superiore a 100 t, estremamente
gravoso per una struttura, la cui sicurezza andrebbe calcolata con le formule prescritte
in ingegneria geotecnica per la cosiddetta 'terra armata'. Infatti il continuo
bagnamento della superficie provocherebbe infiltrazioni nel corpo dell'opera ed i
mattoni assumerebbero la consistenza plastica dell'argilla umida.
Tutto ciò appare ancor più improbabile alla luce del ritmo fenomenale di costruzione
tramandatoci dalle fonti classiche. Lo storico greco del V secolo a.C. Erodoto, nelle
sue Storie, riferisce che il faraone Cheope costrinse 100.000 dei suoi sudditi a
lavorare come schiavi alla costruzione della sua tomba, durante il periodo di 3 mesi
all'anno di inondazione del Nilo. Il lavoro durò 30 anni (di cui 20 per la messa in
opera dei blocchi) e venne svolto con sistemi di armature in forma di gradinate,
utilizzando macchine formate da travi corte. Gli egittologi considerano queste
affermazioni, che sono l'unico collegamento storico tra la IV dinastia e la Grande
271
Piramide, come verità assolute, quando in realtà, sono delle dubbie voci riferite
oralmente da sacerdoti vissuti 2000 anni dopo.
Ad esempio, Goyon è soddisfatto poiché la sua ricostruzione confermerebbe la storia
di Erodoto, a patto di considerare le slitte come le famose 'macchine'. Secondo lui è
accettabile che, lavorando ininterrottamente ogni giorno per 20 anni, 12 ore al giorno,
si riescano a porre in opera i circa 2.300.000 m cubi di pietra al ritmo di 355 m cubi
al giorno, vale a dire mediamente 1 traino ogni 2 minuti; mentre non è accettabile che
lavorassero solo durante la pausa estiva con la velocità quadrupla di 2 blocchi/min.
Secondo i suoi calcoli sarebbe sufficiente una manodopera di 20.000 uomini, di cui,
solo tra quelli impiegati al lavoro sulla piramide, circa 5000 addetti a cavare le pietre,
2000 impiegati nel traino (non realistico, come si è visto), 700 muratori per la posa in
opera. Anche nel caso più favorevole dobbiamo immaginare la rampa che resiste per
tutta la vita a centinaia di sollecitazioni giornaliere di carichi mobili trascinati con una
organizzazione infallibile. E soprattutto fantasticare sull'abilità tecnica dei posatori
delle pietre che in pochi minuti devono decidere la giusta collocazione in base al
progetto, articolare alla perfezione le camere interne maneggiando blocchi di decine
di tonnellate, il tutto con strumenti sconosciuti.
In altri brani, i sacerdoti di Eliopoli raccontano ad Erodoto che il periodo predinastico
egizio era durato quanto il tempo che impiega il sole a sorgere due volte dal posto in
cui tramonta, il che interpretato alla luce del fenomeno della precessione degli
equinozi, significa circa 40.000 anni (NOTA 2).
E allora, quanto delle fonti classiche si può ritenere credibile? Viene accolto ciò che
si conforma agli schemi mentali degli archeologi, mentre ciò che è estraneo viene
considerato un'invenzione letteraria. Si pensi, ad esempio, alla storia di Atlantide
descritta nel Timeo e nel Crizia di Platone. Il filosofo greco sostiene con precisione
che una grande civiltà visse 9000 anni prima della sua epoca in un territorio grande
come l'Asia Minore che si estendeva al di fuori del Mediterraneo, cioè nel vero
Oceano attraverso cui si può raggiungere un altro continente. I ricercatori ortodossi,
invece, insistono nel dire che egli aveva compiuto un errore decuplo nelle dimensioni
e nella datazione, e aveva scherzato sulla collocazione. In realtà la sua Atlantide era
l'Isola di Thera nel Mar Egeo, distrutta da un'eruzione vulcanica verso il 1500 a.C.,
come è stato ribadito ultimamente da un documentario televisivo e dal recente libro
Atlantide il continente ritrovato. Questa evidente forzatura è chiaramente
sponsorizzata dalla comunità archeologica ufficiale per la sua comodità.
Ma il problema fondamentale è che, per convenienza, si evita di esaminare
obiettivamente certi anacronismi tecnologici, scartandoli come anomalie della teoria
dominante. Ciò è esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare uno scienziato
quando trova delle prove che mettono in dubbio un ipotesi precedente. È credibile
che una civiltà dell'età del rame abbia accumulato 21 milioni di tonnellate di pietre in
circa 1 secolo, di cui 12 milioni solo a Giza, realizzando qualcosa che si discostava
completamente da quanto mai realizzato sia prima che dopo? Gli egittologi ribattono
che solo durante la IV dinastia lo stato centralizzato egizio permise lo sfruttamento di
una forza lavoro obbediente così enorme, e vedono nelle costruzioni della III dinastia
272
il progresso tecnico che si è concluso con la perfezione di Giza. In realtà la questione
non è il numero degli addetti, ma la loro dotazione tecnologica. Per quanto riguarda
l'evoluzione lampo dell'ingegneria egizia, si esaminino le candide osservazioni di
Mendelsshon, nel seguito.
Verso il 2700 a.C. il faraone Zoser (III dinastia) fa costruire a Saqqara la prima
piramide a gradoni, realizzata con pietre piccole e maneggevoli. Poi si rileva il crollo
della piramide di Meidum, in cui il riempimento esterno, male ancorato, slittò sul
nucleo interno. Attorno al 2650 a.C. a Dahshur, con Snefru (il padre di Cheope, IV
dinastia) si progettano piramidi molto più grandi: quella a doppia inclinazione (52° in
basso, 43° in alto, 3,6 milioni di tonnellate di massa, 102 m di altezza) e la piramide
rossa (con le facce a 43° più stabili, M= 4×10^6 t, h= 101 m). Queste ultime sono
realizzate con blocchi più grandi che nel passato e mal squadrati. Ciò comporta
l'insorgenza, nella massa della costruzione, di sensibili tensioni laterali che vanno
compensate inclinando verso l'interno gli strati di muratura, e tenendo bassa
l'inclinazione delle pareti.
Per correggere tali difetti, la generazione successiva, dopo il 2550 a.C., decide di
intraprendere le opere utilizzando massi molto più grandi e perfettamente squadrati,
in questo modo, grazie alla perfetta aderenza dei corsi (giuntati con la tolleranza di
0,2 mm), si sviluppano prevalentemente tensioni verticali, e si può dunque ritornare
alla pendenza maggiore di 52° gradi con la più massiva piramide di Cheope (M=
6,2×10^6 t, h= 147 m) che, comunque, mantiene ancora una raffinata inclinazione
interna .
Presumendo che la scienza delle costruzioni egizia avesse esclusivamente una base
empirica, senza alcuna teoria matematica per calcolare le pressioni, bisogna chiedersi
come fecero a dimensionare correttamente i particolari delle camere interne al terzo
tentativo. Il soffitto a incorbellamento (già presente a Dahshur) della Grande Galleria
e il tetto della Camera del Re (NOTA 3), sono gravati da un peso mai sperimentato
fino ad allora. E i particolari costruttivi degli interni denotano una capacità di
spostare blocchi di decine di tonnellate in spazi ristrettissimi, con piccola
manodopera. Sotto il successore Chefren ci si accorge che il lavoro è ancora migliore
se si costruisce la base della seconda piramide di Giza (M= 5,3×10^6 t, h= 140 m)
con monoliti di granito da un centinaio di tonnellate l'uno. Ma, contestualmente, gli
strumenti tecnici utilizzati dagli egizi rimanevano gli stessi oggetti di legno e rame
usati fin dalla I Dinastia (3100 a.C.), in palese contrasto con la facilità di esecuzione
dei monumenti megalitici della IV dinastia.
Studiando dei modellini di legno ritrovati nelle tombe del Nuovo Regno, Osvaldo
Falesiedi ha tentato recentemente di risolvere questo problema, realizzando delle
macchine per il sollevamento basate sul principio modificato della "culla", accolte
entusiasticamente dal Museo Egizio di Torino. Ciò getterebbe una nuova luce sul
racconto di Erodoto, ma, il modellino proposto per il posizionamento dei blocchi
nella camera del Re, non è stato testato in vera grandezza, è molto inefficiente (il
peso si solleva di 20 cm ogni doppia oscillazione) e, soprattutto, non viene spiegato
273
dove andrebbe montata tale armatura durante la costruzione della piramide (si pensi
che i gradini sono larghi poche decine di centimetri).
Con la piramide di Micerino, piccola (M= 0,6×10^6 t, h= 65 m) ma perfettamente
realizzata in blocchi di granito rosa, si conclude l'epoca delle meraviglie. Una delle
sue camere interne, scavate direttamente nel sottosuolo, è sormontata da un tetto a
spiovente formato da enormi lastroni, quasi schiacciati contro la soprastante parete
rocciosa. Quindi devono essere stati sollevati dal basso, in uno spazio ampio appena
(4×2,5) m.
Le successive V e VI dinastia, fino al 2300 a.C., costruiscono i loro monumenti
funebri ad Abusir e Saqqara, con pessimi risultati. Ufficialmente, questi cumuli di
macerie testimonierebbero l'improvviso collasso della capacità organizzativa e
costruttiva egizia.
UNA TECNOLOGIA INSPIEGABILE
Come spiegare, poi, i risultati sofisticati ottenuti nella lavorazione delle pietre? Gli
scalpelli primitivi di rame sono forse sufficienti a incidere e scavare una roccia
sedimentaria come il calcare, con un lavoro paziente. Mentre non sono stati ritrovati
strumenti adatti per la squadratura geometrica di grandi blocchi. Bisognerebbe usare
una sega abbastanza lunga e rigida (magari di bronzo, purtroppo non disponibile
nell'Antico Regno) ed un abrasivo come la sabbia di quarzo, per ottenere un risultato
simile a quello che si ottiene, ad esempio oggi, nel taglio del marmo (usando una sega
a filo liscia e smeriglio). Eppure gli antichi egizi lavoravano con grande facilità il
granito e la diorite, rocce ignee tra le più dure esistenti in natura, formate da una
miscela di diversi minerali tra cui quarzo. È certamente possibile spezzare la roccia
forzando una fessura naturale con un cuneo di legno che si dilata impregnandosi
d'acqua. Ma qui si parla di tagli millimetrici. La diorite non si può lavorare nemmeno
con il ferro; ciò nonostante è stata finemente modellata nella splendida statua di
Chefren, presumibilmente con uno strumento più duro. In petrografia, la disciplina
che classifica le caratteristiche fisiche delle rocce, i parametri che misurano la
segabilità e la logorabilità per attrito attestano che, mediamente, l'arenaria è 2 volte
più dura del calcare compatto; granito, basalto e diorite, sono 4 volte più duri. La
tecnologia odierna per tagliare in modo efficiente blocchi di granito usa come
abrasivo la polvere di diamante o di carborundo (carburo di silicio, un minerale
sintetico simile al diamante). Vanno ricordati alcuni elementi sulla scala di durezza
relativa dei minerali, che va da 1 a 10: 2= gesso, 7= quarzo, 8= smeriglio, 9=
carborundo, 10= diamante.
Quindi, non è dato sapere come sia stato lavorato quello che viene considerato il
sarcofago di Cheope. Questo parallelepipedo di granito, intagliato esternamente alla
perfezione, è stato scavato all'interno in un modo che ha sconcertato l'egittologo del
274
XIX secolo Flinders Petrie: devono aver usato un cilindro perforatore rotante, sul
quale andrebbe esercitata una pressione enorme, superiore a 1 t. Come evidenziato da
Colin Wilson in Da Atlantide alla Sfinge, Christopher Dunn ha dimostrato, con
strumenti moderni, che diverse superfici in granito lavorate nell'antichità sono lisce al
1/50 di millimetro, e che gli strumenti utilizzati nella perforazione erano più efficienti
di quelli odierni. Analizzando la spirale del taglio su alcune "carote" (cilindri prodotti
dalla trivellazione) di granito rinvenute a Giza, si può calcolare la velocità di
penetrazione del trapano rotante nella roccia: 2,5 mm a giro, contro i 2/1000 di mm a
giro scavati da un trapano moderno, che funziona a 900 giri/minuto. Ciò non può
essere ottenuto, ovviamente, con un cilindro di rame azionato a mano e sabbia di
quarzo, come vorrebbero gli egittologi ufficiali. Dunn suggerisce una tecnologia
basata sulle vibrazioni ad alta frequenza (una specie di martello pneumatico che vibra
alla frequenza degli ultrasuoni), compatibile con l'indagine microscopica condotta su
un foro praticato nel granito: il trapano aveva tagliato più velocemente il quarzo,
rispetto al feldspato (minerale più tenero). Ovviamente, una simile tecnologia non è
raggiungibile con i mezzi di 4500 anni fa.
Una vasta produzione di vasellame in diorite, basalto e quarzo rinvenuta a Saqqara e
a Naqada, risalente ad epoca predinastica (4000 a.C.), è ancora più inconcepibile.
Diverse coppelle sono incise con iscrizioni nettissime spesse 0,16 mm (prodotte
perciò con punte resistentissime da 0,12 mm). Vasi, anfore e altri oggetti comuni
sono arrotondati e modellati con simmetria in un modo che si può ottenere solo con la
lavorazione al tornio, presentano una superficie perfettamente levigata, quasi lucida.
Una lente di cristallo è talmente perfetta da sembrare molata meccanicamente. Alcuni
recipienti hanno un elegante collo allungato e sottilissimo, e sono internamente cavi:
questo significa che la roccia è stata scavata da fuori, attraverso un'apertura che non
permette nemmeno il passaggio di un dito, un'operazione che anche oggi è
semplicemente impossibile. Un passo avanti significativo sarebbe quello di
riconsiderare, almeno, le conoscenze metallurgiche normalmente attribuite agli Egizi,
contraddette da alcuni oggetti di bronzo e da una lamina di ferro ritrovati in un
condotto della Grande Piramide. Questi, rinvenuti nel XIX secolo, furono "smarriti",
e saltarono fuori dai sotterranei di un museo nel 1993. Secondo tradizioni
antichissime, i costruttori delle piramidi avevano lasciato strumenti di ferro e armi
che non arrugginivano, e vetro che si piegava senza rompersi, e strane formule
magiche.
ANOMALIE E ANALOGIE TRA EGITTO E SUD AMERICA
Tipicamente, chi cerca delle risposte ad anomalie del genere è un ricercatore
indipendente, dalla attitudine mentale aperta. Professionisti in discipline diverse
dall'archeologia si rivolgono direttamente al vasto pubblico, con i loro saggi
divulgativi, poiché l'egittologia accademica li allontana dal riconoscimento
275
scientifico, disprezzandoli come ciarlatani, ignoranti dei fondamenti di storia e
archeologia. In realtà si sta accumulando una mole di prove scientifiche che minano
profondamente le idee preconcette sulla storia dell'Antico Egitto e, indirettamente,
della civiltà umana in generale. Il semplice fatto che nessuno, per un secolo, abbia
messo in discussione ciò che si insegna sui libri di storia, al riguardo dell'età delle
piramidi, non implica che sia la verità definitiva. Anzi, è arrivato il momento di
introdurre una nuova ipotesi di lavoro per lo scenario preistorico, che riesca a
risolvere una serie "enigmi".
Negli anni '90 un'équipe di studiosi guidata dall'egittologo John West ha tentato di
mettere in dubbio il dogma ufficiale. Il geologo Robert Schoch notò un'evidenza
sperimentale che è sempre stata sotto gli occhi di tutti: il corpo della Sfinge e
l'adiacente Tempio della valle di Chefren sono stati erosi dalla pioggia.
La famosa statua metà uomo metà leone fu scolpita approfondendo una cava
nell'altopiano di Giza, che è una stratificazione sedimentaria di diversi calcari. Tutti
gli edifici in pietra della civiltà egizia presentano i consueti segni dell'erosione eolica:
la sabbia portata dal vento incide più profondamente le rocce più tenere, in modo
uniforme. Il risultato è uno schema orizzontale: ad esempio un fronte di roccia
stratificato diventa una successione di sporgenze (roccia compatta) e incavi (roccia
tenera). I fianchi e le pareti della fossa della Sfinge sono gli unici monumenti egizi
che presentano anche un modello di erosione verticale, con forme arrotondate e
profondamente incise (fino a 2 m), tipico dell'azione continua di intense
precipitazioni che si rovesciano a cascata giù per i fianchi. Naturalmente gli egittologi
"seri", dopo la prima reazione irrazionale volta a negare l'evidenza, si sono sforzati di
trovare spiegazioni alternative poco convincenti: la causa sarebbe l'inondazione
periodica del Nilo (ma il plateau di Giza non è rialzato?) o le infiltrazioni di umidità
all'interfaccia sabbia-calcare.
Le osservazioni di West destano scalpore perché degli ultimi 4500 anni la Sfinge ne
ha trascorsi 3000 sepolta sotto la sabbia, quindi protetta dagli agenti atmosferici
usuali in un clima desertico. Invece per trovare delle piogge di intensità tale da
giustificare il forte degrado del corpo, bisogna risalire al periodo pluviale che
caratterizzò il Nord Africa tra il 7000 a.C. e l'11000 a.C., al termine dell'ultima
glaciazione.
Inoltre il Tempio funerario della valle, attribuito a Chefren, è stato realizzato con i
blocchi estratti dalla fossa della Sfinge, riconoscibili dalla stratigrafia e dall'erosione
tipica. Questi ultimi sono monoliti calcarei ancora più grandi di quelli utilizzati per le
piramidi: alcuni raggiungono il volume di 100 m cubi ed un peso di 260 t. Blocchi
come quelli, alti più di 3 m, sono stati squadrati nella fossa e poi sollevati in verticale,
prima di essere messi in opera. Ciò è veramente inconcepibile se si pensa che oggi al
mondo esistono solo 3 o 4 gru capaci di sollevare un carico superiore alle 200 t (per
paragone si pensi alle gru che manovrano i container nel porto di Genova, che
sopportano un carico massimo nominale di 60 t).
Come fa notare Graham Hancock in Impronte degli Dei, l'architettura megalitica del
Tempio somiglia in molti punti alla tipica composizione "a puzzle" che si osserva
276
nelle mura di Machu Picchu e Sacsahuamàn in Perù (qui si trovano blocchi da 300 t).
Anche quel poco che rimane del rivestimento delle grandi piramidi, spesso
riutilizzato nel medioevo come materiale da costruzione, evidenzia la tecnica
raffinata di incastrare blocchi poligonali con giunture a spigolo irregolari. Purtroppo
non potremo mai sapere se anche il rivestimento di calcare bianco della Grande
Piramide, oggi quasi del tutto assente, fosse solcato dai segni della pioggia.
Il complesso Seconda piramide-Sfinge-Tempio della Sfinge-Tempio della valle,
intimamente interconnesso, è attribuito in blocco al faraone Chefren e datato attorno
al 2500 a.C., esclusivamente in base a indizi contestuali. Il Tempio a Valle era pieno
di statue del faraone quando fu dissepolto, mentre sulle pareti delle colonne non è
inciso alcun geroglifico. Il volto della Sfinge dovrebbe essere il ritratto del figlio di
Cheope, ed invece non assomiglia assolutamente a quello della sua famosa statua,
anzi denota, addirittura, tratti somatici razziali differenti. Si afferma che la testa della
Sfinge (ben conservata), sia stata scolpita per prima, ricavata in uno strato di calcare
molto più resistente rispetto a quello immediatamente sottostante che forma il corpo
(pesantemente degradato). Quest' ultimo sarebbe così friabile che soltanto 3 secoli
dopo la costruzione furono necessarie le integrazioni di mattoni delle zampe anteriori.
In realtà, come risulta chiaro a chiunque osservi la Sfinge di lato, la testa è
sproporzionatamente piccola rispetto al corpo: essa è un elemento estraneo riscolpito
molto più tardi, probabilmente quando la testa originaria (di leone?) era ormai
irriconoscibile a causa dell'erosione. Inoltre Thomas Dobecki, geofisico collaboratore
di West, tramite l'analisi geosismica, ha evidenziato che l'alterazione superficiale del
calcare penetra nel corpo per 0,9 m nella parte posteriore, 2,4 m in quella anteriore,
dimostrando che furono scolpite a millenni di distanza una dall'altra. La geologia ci
conferma qualcosa di cui, stranamente, erano convinti egittologi come Gaston
Maspero, Auguste Mariette, Flinders Petrie, all'inizio del secolo, e cioè che la Sfinge
era già antica al tempo di Chefren, che ne fu il restauratore. Ciò è documentato dalla
Stele della Sfinge, eretta da Tutmosi IV faraone della XVIII dinastia, ed
erroneamente interpretata. Egli, dopo aver liberato la mitica statua dalle sabbie,
riconobbe al suo antico predecessore lo stesso ruolo, apponendo il cartiglio di
Chefren.
Nel Tempio della valle, si distingue chiaramente lo stacco tra i monoliti giganteschi e
la struttura di rivestimento in granito a dimensione più "umana".
Incomprensibilmente, anche nel Tempio Mortuario di Micerino si alternano blocchi
di calcare da 200 t e inserzioni di mattoni in fango e gesso. Un altro monumento
megalitico controverso è l'Osireion di Abido. Esempio unico di struttura a Dolmen,
con enormi ed anonimi parallelepipedi di granito fino a 200 t, circondato da un muro
di cinta in arenaria spesso 6 m, si trovava profondamente sepolto sotto i sedimenti
quando fu scoperto nel 1914. Nonostante fosse subito chiaro che si trattava di un
tempio antichissimo, in seguito esso venne considerato il cenotafio del faraone Seti I
della XIX dinastia, che costruì il suo tempio nelle vicinanze. Ciò in base a frammenti
sparsi che riportano iscrizioni del 1300 a.C.. Eppure il pavimento dell'Osireion si
trova 15 m al di sotto di quello del tempio suddetto, i suoi pilastri sono immersi nella
277
falda freatica.
In verità l'intera necropoli di Giza è oggetto di un clamoroso equivoco. Tenendo
presente la consuetudine storica dei faraoni di appropriarsi dei monumenti sacri dei
predecessori, la prospettiva si capovolge completamente. Le pareti interne delle
grandi piramidi sono del tutto prive di iscrizioni, bassorilievi, formule rituali, così
come le camere non ospitarono mai la mummia di alcun faraone (solo nella piramide
di Micerino fu trovata una sepoltura di epoca più tarda). Questo fatto viene spiegato,
nel caso di Cheope, chiamando in causa fantomatici predatori che avrebbero trafugato
tutto il tesoro sepolcrale passando attraverso un'apertura di 90 cm. Pure l'architettura
scarna dei monumenti citati sembra estranea allo stile ornamentale tipico dell'Antico
Egitto. I corsi inferiori della Seconda Piramide e alcuni Templi Funerari sono
riconducibili alla medesima tecnica e concezione costruttiva megalitica, su cui si
legge la stratificazione e l'inserzione di elementi architettonici molto meno giganti.
Una fotografia scattata dal vertice della Piramide di Chefren evidenzia che i corsi
inferiori, con blocchi colossali di granito, formano uno spigolo perfettamente
allineato, mentre quelli superiori, con blocchi più modesti, sono posizionati con
maggiore approssimazione.
Ora le piramidi di Meidum e Dashur ci appaiono non come il prototipo di quelle
grandi, ma come il tentativo di imitare un modello perfetto già esistente. L'unico
riferimento scritto all'interno della Grande Piramide fu scoperto nel 1837 dal
colonnello Howard Vyse in una delle camere di scarico. Si trattava dei cosiddetti
marchi di cava, dei graffiti che riportano il cartiglio di Cheope (ripresi durante la
recente trasmissione Misteri dedicata all'argomento). È insostenibile pensare che
l'artefice della più grande tomba della storia abbia lasciato la propria firma soltanto in
un angolo sperduto, con dei segni pitturati che possono essere stati aggiunti in
qualsiasi epoca, forse dallo stesso Vyse. Infatti i geroglifici erano disegnati rovesciati
o con errori di grammatica, segno evidente di contraffazione. Tutte le prove
archeologiche che rimandano alla IV dinastia sono intrusive: stele, bassorilievi con
geroglifici, vasellame e statue furono sempre trovati all'esterno delle piramidi, nei
numerosi complessi funerari (mastabe) attigui ai colossi di pietra, costruiti con
tecniche più semplici e compatibili con i mezzi limitati di 4500 anni fa. Questo vale
anche per le tre cosiddette piramidi minori (o sussidiarie) di fianco alla Grande,
dedicate, si dice, ai familiari del sovrano.
Al contrario, una stele ricoperta di geroglifici risalenti alla XXI dinastia (I millennio
a.C.) conferma tutti i sospetti. La Stele dell'Inventario, trovata da Mariette nel 1850, è
una copia posteriore di un originale eretto da Cheope per commemorare i suoi
restauri al Tempio di Iside: egli sostiene che molto tempo prima del suo regno,
esisteva già la Casa della Sfinge accanto alla Casa di Iside, Padrona della Piramide
(presumibilmente la Grande), e che fece costruire la propria piramide e quella della
figlia Henutsen, ai piedi di quella di Iside. Quindi un documento storico autentico
afferma che la tomba di Cheope è una delle 3 modeste piramidi minori: un fatto
troppo scandaloso per gli egittologi che lo scartano come un'opera di narrativa
278
inventata, poiché troppo recente. Ciò è ovviamente un pretesto ingiustificato; si
ricordi che le storie di Erodoto, che narrano fatti accaduti 2000 anni prima, sono oro
colato.
Non avendo un metodo affidabile di radio-datazione delle pietre, in mancanza di
documenti storici che confermino ciò che gli archeologi hanno deciso essere la verità,
ci si limita ad attribuire l'età agli insediamenti antichi dai resti umani organici, che si
possono datare in base al tempo di decadimento del carbonio radioattivo (C14).
Secondo Zahi Hawass, direttore del Museo Archeologico del Cairo, l'attribuzione in
base al contesto è conclusiva. Ma il fatto di aver trovato le sepolture di migliaia di
operai nella necropoli di Giza non implica che fossero i costruttori delle piramidi,
esattamente come gli abitanti di Roma dell'Alto Medioevo non progettarono il
Colosseo. Il fatto che le loro colonne vertebrali fossero deformate dallo sforzo di
spostare grandi pesi non significa che portassero i blocchi da 50 t sulla testa.
Il professor David Bowen del Dipartimento di scienze della terra dell'Università del
Galles ha elaborato un metodo di datazione basato sull'isotopo radioattivo Cloro-36,
che può fornire una stima del tempo trascorso da quando una roccia fu esposta per la
prima volta all'atmosfera. Dei test preliminari, eseguiti sulle "pietre azzurre" di
Stonehenge nel '94, fornirono un'età superiore ai 14.000 anni, contro i 4000
normalmente accettati. In attesa di un esame simile sulle pietre di Giza, per avere una
stima approssimata dell'età del sito, ci si può affidare all'archeoastronomia, applicata
con successo proprio nel campo dell'Ingegneria megalitica europea.
CONFERME DALL'ARCHEOASTRONOMIA
Questa giovane branca dell'archeologia si cura di identificare gli allineamenti
astronomici dei monumenti antichi, ricostruendo la configurazione della volta celeste
come doveva apparire all'epoca della loro costruzione. Come spiega l'ingegnere ed
egittologo Robert Bauval in Il Mistero di Orione, la posizione relativa e la massa
delle 3 grandi piramidi di Giza rispecchiano fedelmente la configurazione e la
magnitudine delle 3 stelle della cintura di Orione. La simmetria perfetta nella
proiezione ideale tra la volta celeste e la superficie terrestre si ottiene in una data
attorno al 10450 a.C., in coincidenza con la minima altezza sull'orizzonte raggiunta
da Orione nel suo moto precessionale. Quindi l'inizio del ciclo di Orione
coinciderebbe con il cosiddetto Primo Tempo (Tep Zepi) della tradizione egizia,
nell'era astrologica del Leone. Infatti la Sfinge (il leone) è un indicatore equinoziale
puntato precisamente a Est, costruito per fissare l'epoca in cui il sole, all'equinozio di
primavera, sorgeva in quella costellazione (tra l'8700 a.C. e il 10800 a.C.). L'intima
connessione tra l'astronomia e la concezione religiosa degli egizi viene confermata
dai 4 condotti obliqui che partono dalle camere della Grande Piramide, erroneamente
definiti "di aerazione". Quelli meridionali puntano, rispettivamente, sulla
costellazione di Orione (Osiride) e sulla stella Sirio (Iside, Sothis), però, all'altezza a
279
cui attraversavano il meridiano di Giza nel 2450 a.C., a indicare, secondo Bauval, che
il progetto di Giza fu intrapreso nel XI millennio a.C. e ultimato dai faraoni. Di
diverso parere è il professor A.N. dos Santos, docente di fisica nucleare in Brasile. Le
sue argomentazioni si basano sul funzionamento dell'antico calendario sotiaco egizio,
in cui l'anno solare è di 365 giorni. Il ritardo accumulato (circa 1 giorno ogni 4 anni)
non viene recuperato, e va di pari passo con lo spostamento della stella Sirio, per cui,
dopo un Ciclo Sotiaco di 1507 anni(NOTA 5) il calendario ritorna al punto di
partenza e si celebra l'Anno Sotiaco. Risultano anni sotiaci il 10410 a.C. (in ottimo
accordo con Bauval), e soprattutto l'11917 a.C., in cui ebbe inizio il calendario,
secondo i calcoli di dos Santos. Ciò sarebbe confermato dall'allineamento
astronomico della Grande Piramide con Vega, la stella polare di 14000 anni fa, e dal
ritardo di 3-4 giorni accumulato nelle date dei solstizi tra il 12000 a.C. e l'anno zero .
Anche diversi siti archeologici del nuovo continente andrebbero retrodatati. In
Bolivia, a 3800 m di altitudine, tra le gigantesche rovine di Tiahuanaco, si trovano i
resti di un porto anticamente situato sulle rive del lago Titicaca (moli con blocchi fino
a 440 t), e una grande piramide a gradoni semidistrutta (originariamente 210 m di
base per 15 m di altezza, perfettamente orientata a Nord). Oggi, stranamente, la città
si trova 30 metri più in alto dell'attuale linea di costa, e la sua costruzione viene
fissata attorno al 500 d.C., ad opera della civiltà Inca, una cultura priva persino della
ruota. Ancora una volta la datazione in base al contesto degli insediamenti non
dimostra nulla e contraddice la logica, secondo cui un rivolgimento geologico di tali
proporzioni non può essere avvenuto in breve tempo, addirittura nell'era cristiana.
Invece la datazione archeoastronomica del professor Arthur Posnansky, basata
sull'obliquità dell'eclittica (NOTA 6), sposterebbe l'innalzamento delle mastodontiche
pietre indietro al 15000 a.C.. Ciò concorda con diversi frammenti di vasellame e con i
fregi visibili sulla celebre Porta del Sole, che raffigurano teste di elefanti, toxodonti e
altri mammiferi estintisi in Sud America tra il 12000 a.C. e il 10000 a.C.. Queste
osservazioni, note fin dagli anni '30, riprese dallo scrittore Peter Kolosimo negli anni
'70, sono respinte perché contraddicono il modello di popolamento delle Americhe, i
canoni di sviluppo dell'uomo nella preistoria, e confermano i sospetti di una grande
catastrofe climatica e geologica che coincise con la fine dell'ultimo periodo glaciale,
il cui ricordo è impresso nel mito del Diluvio Universale, comune a tutti i popoli della
Terra.
CIVILTA' DEL PERIODO GLACIALE
Lontano dai consueti preconcetti sulla preistoria dell'uomo, il buon senso suggerisce
che popolazioni come gli Egizi dinastici e gli Incas si stabilirono nei pressi delle
vestigia di una civiltà precedente, scientificamente e tecnologicamente avanzata, a cui
loro davano un significato magico-religioso.
Sia le tradizioni orali riferite dagli indigeni peruviani ai cronisti spagnoli del XVI
280
secolo che le fonti storiche egizie definiscono i giganti di pietra come l'opera degli
Dei civilizzatori, della perduta Età dell'oro: un ricordo trasfigurato del passato,
tramandato oralmente di generazione in generazione. Di nuovo si incontra il tipico
filtro delle informazioni storiche: la Pietra di Palermo (V dinastia, 2500 a.C.), il
Papiro di Torino e l'Elenco dei Re di Abido, scolpito da Seti I (XIX dinastia, 1300
a.C.), la storia d'Egitto redatta da Manetone, sacerdote di Eliopoli (III a.C.), gli scritti
degli storici greci Erodoto (V a.C.) e Diodoro Siculo (I a.C.) sono tutti considerati
fonti attendibili della storia egizia dinastica, mentre vengono ignorati quando parlano
della lunghissima era predinastica, il Primo Tempo, durata 30.000 o 40.000 anni.
Gli archeologi del XX secolo segnano un netto confine tra l'invenzione della scrittura,
con Menes (primo faraone della storia), e le vicende precedenti, considerate pura
mitologia. Presentano la cronologia delle dinastie storiche con una precisione
ingannevole, quando invece essa si basa solo sul conteggio probabile delle
generazioni (si pensi che il celebre Champollion negli anni '30 fissava l'inizio della I
dinastia al 5867 a.C., oggi stimato al 3100 a.C.). Viene dato per certo che l'Egitto
predinastico fosse popolato esclusivamente da popolazioni neolitiche. Invece, prove
archeologiche incontestabili, finora opportunamente ignorate, dimostrano il contrario.
È logico che la cultura dell'Antico Regno sia comparsa improvvisamente, con la
sofisticata mitologia astronomico-religiosa, la complessa grammatica geroglifica già
pienamente formate? Come è possibile che gli Indiani nordamericani Micmac
usassero una scrittura geroglifica formata da decine di simboli appartenenti alla
scrittura corsiva (ieratica) egizia? Il professor Barry Fell, in America BC, del 1976,
ha dimostrato che gran parte degli ideogrammi coincidono sia nel disegno che nel
significato. Si ha la sensazione che manchino diversi capitoli della storia antica.
Alcune prove del passato dimenticato si trovano in siti archeologici noti e, come si è
visto, erroneamente datati. Ma la maggior parte delle testimonianze devono ancora
essere scoperte, perché nessuno guarda nei posti giusti. Alcuni egittologi affermano
che le sabbie del Sahara nascondono ancora la maggior parte della storia egizia;
secondo J.West bisognerebbe cercare lungo le rive del Nilo antico. Alla fine dell'800
era inconcepibile immaginare una civiltà precedente a quella egizia, eppure,
seguendo le indicazioni dell'Antico Testamento e sfidando la pubblica derisione dei
colleghi, un gruppo di archeologi scavò in Mesopotamia e trovò i resti di Sumer,
un'altra civiltà improvvisa e rivoluzionaria che, nel IV millennio a.C., era già
socialmente e scientificamente evoluta, con un bagaglio di conoscenze astronomiche
superato solo nel XIX secolo (NOTA 7). Questo dovrebbe insegnarci a esaminare le
tradizioni e la mitologia delle antiche culture sotto una prospettiva diversa.
Se qualcuno sospetta che una civiltà preistorica sia vissuta durante l'ultima
glaciazione, ci si aspetta di trovare numerosi insediamenti sommersi dall'aumentato
livello degli oceani, il che è puntualmente avvenuto. Nel 1968, l'archeologo Manson
Valentine rilevò accuratamente un muro di 600 m, formato da grandi massi poligonali
che si trovano a 7 m di profondità, al largo di Bimini nelle Isole Bahamas. L'esame
del C14 su delle mangrovie fossilizzate, lo farebbe risalire al 9-10000 a.C. Sui bassi
fondali circostanti furono spesso osservate forme geometriche e piramidali da parte di
281
diversi aviatori. Nei pressi delle Isole Canarie esiste una piramide a gradoni.
Chilometriche strade rettilinee partono dalle coste dello Yucatàn e della Florida per
perdersi nell'Atlantico. Analogamente diversi allineamenti di menhir, sulle coste
dell'Europa occidentale, continuano in mare, mentre sul fondo del lago di Loch Ness
è stato fotografato un cromleck (cerchio di pietre).
Le segnalazioni di porti sommersi nell'Oceano Indiano e Pacifico, in particolare tra
l'Indonesia e l'Oceania non si contano. Proprio nel 1997 un'équipe di oceanografi
giapponesi, coordinata dal professor Kimura, ha scoperto le rovine di un'antica
civiltà, nelle acque dell'arcipelago Ryu Kyu, nel Mar del Cina (tra il Giappone e
Taiwan): una telecamera subacquea ha ripreso palazzi, scalinate e piramidi.
Un altro problema è l'esplorazione di luoghi resi inaccessibili dalle mutate condizioni
climatiche o da vincoli politici. Una recente spedizione archeologica ha scoperto
nella Siberia meridionale, un gruppo di piramidi a gradoni. In alcune fotografie
scattate nel 1975 da satelliti meteorologici che sorvolavano l'area di Pantiacolla, in
Perù, si distingue un gruppo di grandi piramidi nascoste dalla vegetazione. Nella
pianura di Qin Chuan e nella valle di Qin Lin, nella provincia Shensi, della Cina
centrale, in un'area di 2000 km quadrati si trovano un centinaio di enormi piramidi in
terra, alcune simili a quelle di Teotihuacan. Come quelle centroamericane, sotto alla
copertura di terreno, potrebbero nascondere monumenti in pietra. Furono osservate
per la prima volta negli anni '40, ma ancora oggi nessuno le ha studiate.
Nel 1993 l'ingegnere Rudolf Gantenbrink scoprì una nuova camera segreta all'interno
della Grande Piramide, raggiungibile attraverso il condotto Sud della Camera della
Regina; contemporaneamente, le indagini sismiche della squadra di J.West
mostrarono una vasta camera scavata al di sotto della Sfinge. Da allora, nessuna altra
ricerca ufficiale è stata intrapresa, mentre West è stato allontanato da Giza.
L'archeologia è una scienza empirica ancora apertissima a nuove scoperte. Forse
sarebbe l'ora di adeguare la teoria alle evidenze sperimentali, anche se ciò significa
ammettere un secolo di ingenuità e danneggiare il prestigio di certe autorità
intoccabili del campo.
Perché solo in un passato remoto gli uomini si divertivano a spostare, senza sforzo
apparente, blocchi di centinaia di tonnellate? Si ricordi il Menhir Brise in Bretagna, di
età indefinibile, che, quando era integro, misurava 23 m di altezza e pesava più di 300
t; oppure le fondamenta del Tempio di Giove a Baalbek, in Libano, con un blocco da
900 t.
Perché conoscenze astronomiche sofisticate, di gran lunga esuberanti rispetto alle
necessità dell'agricoltura, spuntano in culture dalle scarse realizzazioni tecniche?
Normalmente sono le civiltà marinare ad affinare l'astronomia per gli scopi
dell'orientamento e della navigazione. Né i Sumeri, né i Maya navigavano, eppure
questi ultimi (900 a.C -1000 d.C.), privi di strumenti adatti, elaborarono un calendario
formidabile che stimava la durata dell'anno solare in 365,2420 giorni (il risultato più
preciso di tutti i tempi dopo quello ottenuto dalla scienza europea), calcolava il
282
periodo delle fasi lunari al secondo ed era tarato sui cicli astronomici di Venere per
mantenersi preciso nei millenni. Il sistema numerico vigesimale e il calendario maya
erano, peraltro, un'eredità degli Olmechi, una popolazione apparentemente non
autoctona (NOTA 8), insediatasi nel Messico sud-orientale dal 1500-1200 a.C..
Civiltà raffinate come quella egizia, sumera e olmeca, sorte all'improvviso per poi
declinare lentamente, hanno i caratteri di un retaggio del passato e non di un
progresso coerente. Esse sono le sopravvivenze di un'evoluzione culturale iniziata
millenni prima, che si arrestò ad un certo punto della storia.
EREDITA' DEL PASSATO
Questa civiltà dimenticata, ha lasciato, su tutto il pianeta, le sue impronte materiali
(piramidi, architettura megalitica) e culturali (miti, simboli religiosi comuni); per cui
sarebbe riduttivo identificarla con l'isola platonica di Atlantide. Essa ci ha anche
lasciato in eredità una cartografia dettagliata della terra: si tratta di mappe nautiche
che furono disegnate da cartografi medievali copiando dei documenti, forse
originariamente conservati nella Biblioteca di Alessandria. Tali carte raggiungono un
livello di precisione inspiegabile, riportando la longitudine corretta (NOTA 9) di
località distanti fra loro migliaia di chilometri, rilevando la presenza di terre ancora
sconosciute all'epoca della loro compilazione. In alcune mappe si osservano calotte
glaciali sul Nord Europa, il Sahara occupato da una verde pianura ricca di fiumi e
laghi, un lembo di terra al posto dello stretto di Berings: caratteri morfologici
compatibili con il clima dell'era glaciale tra il 15000 a.C. e il 10000 a.C.. Ma la più
celebre è la carta di Piri Reis, che riporta, tra l'altro, la topografia della penisola
antartica libera dai ghiacci (come dimostrò uno studio dell'Aeronautica statunitense
nel 1960, commissionato dal professor Charles Hapgood, autore di Mappe degli
antichi Re dei mari) e faceva parte di un planisfero ottenuto attraverso una proiezione
centrata nei pressi del Cairo, che denota l'utilizzo di trigonometria sferica.
Recentemente, nella necropoli di Giza e ad Abido, sono state disseppellite delle
imbarcazioni che si pensa siano servite a scopi rituali, traghettando il corpo del
faraone lungo la corrente del Nilo. Diversamente, esperti in archeologia nautica,
come Thor Heyerdahl e Cheryl Haldane, hanno mostrato che le loro prue alte e
affusolate sono ideali per affrontare la navigazione in mare aperto e che il loro
disegno, del tutto simile a quello delle barche di giunco del Lago Titicaca, rivela un
alto livello di esperienza in questo campo.
Il puzzle della nostra preistoria è senz'altro incompleto, ma molti pezzi vanno al loro
posto, fornendoci un quadro nettamente più logico e coerente di quello ufficialmente
consacrato. Si è visto che numerose datazioni convergono in un periodo compreso tra
il 12000 a.C. e il 10000 a.C., un'epoca che ha visto improvvise estinzioni di massa tra
i mammiferi (si ricordino i mammuth siberiani congelati) e l'inversione dei poli
283
magnetici terrestri. Subito dopo, attorno al 9500 a.C., iniziano i primi esperimenti di
agricoltura, contemporaneamente e agli antipodi della Terra: nei pressi del Lago
Titicaca, sugli altopiani etiopici, e su quelli thailandesi. La rivoluzione agricola è il
primo passo verso la formazione della civiltà. Non sembra più così remota
l'eventualità che una catastrofe planetaria abbia troncato lo sviluppo di una
precedente civiltà umana. Inoltre questa nuova prospettiva non toglie dignità alle pur
civilissime culture storiche le quali tentavano di perpetuare un sapere e una forma di
civilizzazione sofisticata, con mezzi insufficienti. Allora che cosa impedisce alla
comunità scientifica di prendere in considerazione tale ipotesi?
Probabilmente si tratta di un pregiudizio consolidato dalla nostra civiltà industriale,
che si considera l'apice dell'evoluzione intellettuale dell'uomo, vista come un
cammino lineare e ininterrotto. Questa visione rassicurante, residuo del positivismo
ottocentesco, postula che gli strumenti della scienza moderna detengano il primato
nel livello di comprensione dell'universo. Invece, con il progredire della nostra
tecnologia, le informazioni provenienti da un remotissimo passato acquistano nuovi
significati.
I Testi delle Piramidi, cioè i geroglifici che ricoprono le pareti della camera funeraria
della piramide di Unas (V dinastia), sono la trascrizione di antichissime tradizioni
predinastiche. Secondo G.Hancock, essi sembrano il tentativo di esprimere complesse
immagini tecniche e scientifiche in un idioma del tutto inappropriato. Nell'800, i
primi traduttori del Mahabarata e del Ramayana (poemi epici che trascrissero
antichissime tradizioni orali dell'India) ebbero difficoltà a comprendere le descrizioni
dettagliate dei mezzi volanti (Vimana) e dei diversi effetti prodotti dalle armi degli
dei: grandi esplosioni che sterminano istantaneamente uomini e animali, paralisi,
ustioni, contaminazione del cibo, colonne di fuoco che si alzano nel cielo, pioggia di
zolfo (tipico della Bibbia). Queste narrazioni verranno considerate delle fantasiose
coincidenze da chiunque non sappia che la città di Mohenjo Daro, nella valle
dell'Indo, fu distrutta da un'ondata di calore inspiegabile, incompatibile sia con un
normale incendio che con fenomeni naturali conosciuti. Analisi condotte dal CNR di
Roma, negli anni '70, per conto di David Davenport, esperto di letteratura sanscrita,
hanno dimostrato che vasellame e pietre furono sottoposte ad una temperatura
superiore a 1500 °C, sufficiente a vetrificare le mura della città.
La potenza di elaborazione raggiunta dall'informatica ha permesso di trovare nuove
risposte ad antichi interrogativi. Maurice Cotterel, ingegnere e programmatore, grazie
ad una sofisticata simulazione al computer, ha riprodotto l'andamento dei campi
magnetici del Sole. Oltre a confermare l'origine elettromagnetica del fenomeno delle
macchie solari, egli ha scoperto diversi cicli regolari nella radiazione in arrivo sulla
Terra (tra cui un ciclo di 28 giorni e un grande ciclo di 1.366.040 giorni), ipotizzando
di aver trovato la causa della inversione periodica dei poli geomagnetici. Le sue
deduzioni portano a riconsiderare l'origine autentica dell'astrologia, il ricordo
degenerato di ciò che gli antichi sapevano sull'influenza dei campi elettromagnetici
sulla biologia terrestre: ogni periodo mensile (segno zodiacale) è caratterizzato
284
dall'irraggiamento di vento solare con prevalenza di ioni positivi (segni di fuoco e
aria) oppure ioni negativi (segni di terra e acqua). Inoltre egli ha evidenziato la
connessione tra il ciclo delle macchie solari e il calendario maya che, attraverso un
macchinoso sistema numerico, giungeva a calcolare il cosiddetto Lungo Computo di
1.366.560 giorni. Va ricordata l'ossessione maniacale che le civiltà precolombiane
messicane avevano per lo scorrere del tempo, e la loro concezione della storia
dell'umanità, ciclicamente distrutta da catastrofi naturali.
Considerazioni simili valgono anche per altre discipline che, probabilmente, sono
l'eredità di una scienza dimenticata, basata su un rapporto più diretto tra i sensi e le
energie dell'ambiente. La medicina tradizionale cinese (come l'agopuntura), il FengShui (l'arte di collocare le abitazioni in armonia con l'ambiente), la rabdomanzia sono
esempi di conoscenze antiche, contaminate nei millenni da rituali esoterici.
Secondo C.Wilson una possibile chiave di lettura per interpretare i misteri del passato
sta proprio nel rapporto magico-spirituale sviluppato dai nostri antenati con
l'ambiente. Indagini recenti evidenziano la natura duale del cervello umano. Wilson
ritiene che, da quando fu introdotta la scrittura, gli uomini vivano un'esistenza
alienata, governata a livello cosciente dall'emisfero cerebrale sinistro (facoltà
analitiche e razionali), e a livello subcosciente dall'emisfero destro (facoltà artistiche
e intuitive). Al contrario l'uomo della preistoria, coltivando le capacità della memoria
e un approccio intuitivo alla realtà, godeva di un'armonica fusione dei due emisferi,
ideale per lo sviluppo delle capacità extra-sensoriali della mente, come telepatia,
telecinesi, visione lontana e l'inconscio collettivo (quello che induce uno sciamano
nella sua tribù attraverso riti magici). Nonostante la pesante disinformazione su questi
argomenti, bisogna essere consapevoli che i fenomeni ESP, negati categoricamente
dalla scienza ufficiale per la mancanza di una spiegazione teorica, sono stati indagati
con successo dall'apparato militare e dai servizi di intelligence, molto più interessati
ai risultati pratici.
FONDATI SOSPETTI
L'idea di Wilson è suggestiva e risponde a un quesito fondamentale che è l'unica
obiezione giustificata mossa ai sostenitori delle nuove teorie: perché sono stati trovati
soltanto i prodotti finiti della tecnologia dimenticata (es: le pietre levigate) e mai gli
strumenti (es: le seghe e i trapani)? Il panorama è in realtà molto più complesso.
Diversi strumenti del passato non sono stati riconosciuti al momento della scoperta e
altri reperti vengono fatti sparire o considerati falsi. Bastano due esempi eclatanti.
Le pile di Baghdad. Si tratta di vasi di terracotta vecchi di 2000 anni, contenenti un
cilindro di rame e un tondino di ferro immersi nell'asfalto. Erano classificati come
oggetti di culto fino a che non li notò Wilhelm Konig, negli anni '30. Inserendo una
soluzione elettrolitica (solfato di rame) il congegno produsse corrente elettrica.
Il geode di Coso. Nell'omonima località della California, negli anni '60, venne alla
285
luce una sfera incrostata di conchiglie fossili. Una radiografia mise in evidenza
l'interno, formato da una sottile anima di metallo, circondata da una sezione circolare
di materiale ceramico durissimo (tale da consumare la sega al diamante utilizzata per
il taglio), con un cappuccio esagonale. Un esempio incredibile di tecnologia
sconosciuta di 500.000 anni fa.
La cosiddetta paleoastronautica annovera decine di queste sconvolgenti anomalie
della preistoria. Quindi, anche se le prove esistono, basta semplicemente ignorarle o
screditare chi le propone. A questo punto, è necessario chiedersi se il ritardo di 150
anni della teoria rispetto alle prove oggettive sia fisiologico oppure patologico.
Si tratta certamente di uno sgradevole meccanismo di filtro scientifico, messo in luce
recentemente dal ricercatore Michael Cremo. Nel suo fondamentale trattato
Archeologia proibita, egli dimostra l'infondatezza della linea evolutiva dell'Homo
Sapiens, i cui fossili sono stati trovati, con certezza, in ere geologiche fino a 50
milioni di anni fa. Eppure le evidenze sperimentali che lo provano sono state
occultate o screditate per più di un secolo, mentre autorità anonime hanno il potere di
decidere quali ricerche vanno pubblicate sulle riviste scientifiche in modo che solo le
teorie "gradite" guadagnino notorietà. La ricerca di M.Cremo ci svela solo la punta
dell'iceberg: si può solo indovinare quanti reperti siano stati completamente
soppressi. E tutto ciò è semplicemente dovuto a un circolo vizioso avviato dai vertici
del sapere accademico?
Forse, invece, si può parlare esplicitamente di un piano preordinato di inganno ai
danni dell'opinione pubblica. Ma a quale scopo? È noto che oggi l'economia e la
politica mondiali sono in mano a pochi gruppi di potere (la lobby militare e
finanziaria, le multinazionali, le case petrolchimiche) che, nel loro interesse,
influenzano e dirigono l'operato dei governi, controllando le informazioni che
possono raggiungere il pubblico. I vertici del potere politico ed economico, legati a
doppio filo agli organismi militari e scientifici, sono responsabili di manipolazione
delle notizie attraverso i mass media, di soppressione di tecnologie innovative che,
per esempio, renderebbero il petrolio obsoleto. Il loro obiettivo è mantenere
indefinitamente un ordine sociale ed economico vantaggioso per loro. La ricerca
scientifica va, forzatamente, nella direzione indicata dai finanziatori. Non è una
coincidenza che fondazioni private americane abbiano influenzato seriamente le
ricerche sull'evoluzione dell'uomo all'inizio del '900, sponsorizzando selettivamente
le teorie neo-darwiniane. Non è plausibile che le conoscenze dei nostri predecessori
aprano la porta verso un certo tipo di verità "scomode" a cui la struttura sociale
mondiale non è pronta?
Potrebbe trattarsi di tecnologie rivoluzionarie, il cui impiego comprometterebbe
l'establishment economico mondiale. Al solito, le tradizioni locali forniscono utili
indizi. Gli antenati degli indigeni boliviani tramandavano la tradizione secondo cui
gli edifici di Tiahuanaco furono realizzati in brevissimo tempo, sollevando e
trasportando le pietre in aria al suono di una tromba. Nel '400, lo storico egiziano
Ahmed Al-Maqrizi riferiva che agli operai delle piramidi bastava appoggiare un
foglio coperto di scrittura magica sopra un blocco di pietra per vederlo percorrere una
286
distanza di 26 km. La tentazione di pensare a congegni anti-gravità è forte. Nel 1996
ricercatori dell'università di Tampere in Finlandia hanno dichiarato di aver ottenuto
accidentalmente un effetto di perdita reale di peso di oggetti, mentre studiavano il
comportamento di un super-conduttore. La notizia, apparsa sul Sunday Telegraph
britannico, non sembra aver ricevuto molta attenzione, il che si inquadra
perfettamente nel sistema di sabotaggio delle energie alternative, che ha colpito, ad
esempio, la fusione fredda di Martin Fleischmann o il motore a idrogeno.
Informazioni ugualmente destabilizzanti sarebbero la scoperta di fenomeni naturali
ancora poco conosciuti, capaci di mettere periodicamente in pericolo la vita sulla
Terra (NOTA 10), o la conferma dell'esistenza di intelligenze extraterrestri (NOTA
11). Tra i reperti proibiti, M.Cremo annovera diversi oggetti artificiali, fossili e
impronte di uomo rinvenuti in strati del periodo Carbonifero, ed altri del PreCambriano, fino a 2,8 miliardi di anni fa. Questi manufatti metterebbero in crisi le
teorie sull'origine casuale e sullo sviluppo della vita sulla Terra (NOTA 12). Notizie
del genere non raggiungono il pubblico, mentre un'élite di studiosi conduce delle
ricerche riservate per conto di strutture segrete.
Antiche costruzioni rese irriconoscibili dalla vegetazione sono state spesso ritrovate
grazie a rilevamenti satellitari. È plausibile che una struttura così maestosa e visibile
come la Grande Piramide Bianca di Xian in Cina (un colosso di 300 m di altezza) sia
sfuggita accidentalmente ai sensori? Soltanto oggi, a 50 anni dalla scoperta, la sua
esistenza è stata resa nota. Forse la rivoluzione archeologica può essere il primo
passo verso la rivelazione di una vera e propria realtà nascosta.
NOTA 1: Su questo argomento un documentario sull'Antico Egitto, trasmesso da
Quark, è molto più ottimista: sarebbero sufficienti 6 uomini per trasportare un blocco
di 6 t su per una rampa del 10% di pendenza. Ciò equivale a dire che ciascun uomo
possa tirare in salita, per diversi chilometri, una automobile familiare con le ruote
frenate che strisciano.
NOTA 2: Infatti, a causa dell'oscillazione dell'asse terrestre (che descrive un cono nel
cielo ogni 26000 anni), ogni 2160 anni circa, il sole sorge, all'equinozio di primavera,
in una costellazione diversa. Quando il sole sorge nella costellazione in cui
tramontava, ha attraversato metà della fascia zodiacale, cioè sono passati 13000 anni.
Quindi, all'epoca di Erodoto si sarebbe compiuto un ciclo precessionale e mezzo,
equivalente a 39000 anni.
NOTA 3: In questa occasione gli architetti introducono per la prima volta l'espediente
delle camere di scarico: 7 vani posizionati al di sopra del soffitto, con la funzione di
alleggerire la flessione sulla struttura. Come calcolarono la giusta dimensione al
primo progetto?
NOTA 4: L'astronomo C.A. Newham, negli anni '60, ha confermato che il cerchio di
pietre di Stonehenge costituisce un sofisticato calendario solare, che funziona come
una meridiana. Coloro che realizzarono i numerosi allineamenti, cerchi ed ellissi di
pietre che si trovano in Inghilterra e in Bretagna avevano solide nozioni di geometria
e conoscevano il , 3000 anni prima di Euclide e Pitagora.
287
NOTA 5: Il capodanno egizio cade all'alba del giorno in cui Sirio sorge
immediatamente prima del sole. L'intervallo tra due successive levate eliache di Sirio
è esattamente 365,25 giorni, perciò lo spostamento graduale (0,25 giorni/anno) del
punto in cui sorge la stella scandisce, come un orologio, lo sfasamento del calendario
rispetto alle stagioni. Questo spiega la venerazione degli Egizi per Sirio.
Approssimativamente, la rotazione si completa in 365/0,25= 1460 anni. In realtà
l'esatta frazione di anno persa è 0,2422, per cui il vero ciclo di rotazione è
365/0,2422= 1507 anni.
NOTA 6: Oltre ad oscillare, causando la precessione, l'asse di rotazione terrestre si
inclina diversamente rispetto al piano dell'orbita. L'angolo formato dal piano
dell'eclittica (piano orbitale) con il piano dell'equatore celeste (prolungamento
dell'equatore terrestre, solidale con l'asse) è detto obliquità dell'eclittica, e varia,
regolarmente, tra 21°55' e 24°20' in un periodo di circa 41000 anni. Oggi l'obliquità è
23°27'. I calcoli di Posnansky, controllati da diversi astronomi, dimostrano che i
monumenti di Tiahuanaco furono innalzati quando essa era 23°8'48", circa 17000
anni fa
NOTA 7: Come ha recentemente riscoperto Zecharia Sitchin, esperto di civiltà
orientali, i Sumeri possedevano una complicata astronomia sferica (che implica la
conoscenza della sfericità della terra), distinguevano dettagliatamente le stelle fisse
dai pianeti e dagli altri fenomeni celesti, come meteore e comete, avevano precise
tavole delle effemeridi e prevedevano regolarmente le eclissi. Inoltre possedevano
una sorprendente cosmologia che descrive l'origine del sistema solare, di cui
conoscevano tutti i pianeti del fino a Plutone, e definirono il Grande Anno di 25920
anni (una stima eccezionale del ciclo di precessione). Tutto ciò dovrebbe essere il
risultato di secoli di osservazione del cielo con adeguati strumenti. Alcuni studiosi
affermano che il calendario sumero iniziasse attorno all'11600 a.C.
NOTA 8: Nelle loro rappresentazioni artistiche, tra cui le famose teste in basalto, si
distinguono nettamente sia tratti somatici negroidi che di caucasici barbuti (gli
amerindi sono glabri). Su ceramiche e steli gli studiosi di cinese antico Han Ping
Chen e Mike Xu hanno scoperto diverse figure identiche a ideogrammi cinesi del
1200 a.C. Gli Olmechi possedevano già un alto livello tecnico nella realizzazione di
sofisticate opere idrauliche e di piramidi.
NOTA 9: Prima del XVIII secolo, non esistevano cronometri abbastanza precisi per
calcolare con esattezza la longitudine durante la navigazione e il rilevo topografico
delle coste.
NOTA 10: Per esempio l'inversione dei poli magnetici. Durante tale fenomeno, gli
esseri viventi sarebbero indifesi dalle radiazioni cosmiche ad alta energia,
normalmente schermate dal campo. Si pensi che non è ancora stata formulata una
teoria scientifica chiara che spieghi l'esistenza stessa del campo magnetico terrestre.
NOTA 11: Il fenomeno UFO è troppo vasto e complesso per poterlo affrontare in una
nota. Essendo di stretta competenza delle autorità militari, per le evidenti
implicazioni sulla sicurezza nazionale, è da sempre oggetto di insabbiamento e
disinformazione. Basti sapere che la casistica di avvistamento di oggetti volanti non
288
identificati, non è peculiarità degli ultimi 50 anni, ma è documentata nel medioevo, in
età romana, e, forse, in diversi brani della Bibbia. NOTA 12: Oggi gli scienziati non
hanno idea di come i composti organici del cosiddetto "brodo primordiale" si siano
organizzati "spontaneamente" nel formare la prima cellula, trasgredendo il III
Principio della Termodinamica. Alcuni, inoltre, ritengono che mutazioni casuali del
patrimonio genetico non possano essere le sole responsabili nell'evoluzione della vita
terrestre, sfidando la visione meccanicistica dominante.
Con un tuffo nel passato remoto della nostra storia: bagliori di verità che danno luce
alla ragione
Ogni disciplina scientifica possiede una struttura tipicamente conservatrice, e tende a
respingere le idee che contraddicano dei principi o delle leggi convenzionalmente
accettati. Basta rivedere la storia stessa della scienza, che molto spesso è stata scritta
da personaggi che, a causa delle loro tesi rivoluzionarie, sono stati violentemente
attaccati dalla "comunità scientifica ufficiale", che vedeva messo in pericolo il loro
prestigio o il loro schema di pensiero. Le idee che apparivano eretiche nel passato
sono diventate i concetti base della scienza di oggi. Una nuova teoria entra in voga
quando finalmente ci si rende conto che fornisce la spiegazione più semplice e
coerente ai dati scientifici disponibili, pronta ad essere rimpiazzata in futuro, con il
progredire delle conoscenze. Figure come Galileo Galilei, Charles Darwin,
NinolaTesla, Albert Einstein, hanno soprattutto, il merito di avere abbattuto i
pregiudizi culturali del loro tempo. Essi furono rivoluzionari, non tanto perché erano
dei geni, ma perché erano delle menti indipendenti: hanno interpretato il mondo che li
circondava nel modo più obiettivo, introducendo dei concetti inaccettabili per gli
studiosi loro contemporanei .
L'archeologia, più di ogni altra, sembra soffrire del cosiddetto filtro scientifico, messo
in atto dal pensiero ortodosso, che impedisce di fatto la divulgazione o addirittura la
discussione di scoperte che non si allineano con i dogmi consuetamente accettati
come veri. Proprio questa materia fortemente empirica ha dimenticato il metodo
scientifico, il quale impone che, quando un ipotesi di lavoro viene contraddetta anche
da un solo esperimento, essa debba essere abbandonata in favore di un'altra che
soddisfi i dati a disposizione. Ebbene, nell'ultimo secolo e mezzo gli archeologi
hanno collezionato in tutto il mondo una serie di "anomalie", che si scontrano con la
ricostruzione ufficiale della nostra preistoria e storia antica. Molte di queste sono
contraddizioni culturali o anacronismi tecnologici che sono sempre stati sotto gli
occhi di tutti da molto tempo, altre, sono scoperte scientifiche recenti, altre ancora
sono veri e propri reperti occultati o dimenticati, ritrovati grazie al lavoro di
ricercatori nell'ultimo decennio. Il quadro che offrono rappresenta una mole di
"esperimenti" che confutano l'ipotesi di lavoro precedentemente accettata, che vuole
la preistoria dell'umanità popolata esclusivamente dai nostri antenati selvaggi e
primitivi.
Nel secolo scorso sembrava inconcepibile l'esistenza di una civiltà anteriore a quella
egizia, prima che le città dei Sumeri venissero alla luce, proprio nei luoghi indicati
dall'Antico Testamento. Fino agli anni '50 si credeva che i manufatti megalitici
289
(europei e britannici) fossero il prodotto di una società primitiva, prima che
l'archeoastronomia rivelasse le conoscenze astronomiche e matematiche insite in quei
monumenti. Oggi grazie ad un approccio interdisciplinare all'archeologia siamo sulla
strada per una ulteriore rivoluzione scientifica che in futuro cambierà anche la
consapevolezza della nostra civiltà industriale, convinta di rappresentare l'apice della
evoluzione intellettuale umana, in un cammino progressivo iniziato appena 100.000
anni fa.
Ognuna delle anomalie, presa singolarmente, non costituisce una prova definitiva
sufficiente per riscrivere i libri di storia. Se invece mettiamo assieme tutti i pezzi del
puzzle, otteniamo una visione d'insieme sorprendentemente coerente che reclama una
nuova e suggestiva ipotesi:
· l'evoluzione dell'uomo non è stata progressiva e lineare come si crede, e nella
preistoria sono esistite civiltà scientificamente e tecnologicamente avanzate.
Tutti conoscono il mito di Atlantide, che risale a poco più 2000 anni fa, quando
Platone ne parlò per la prima volta. La ricerca della civiltà perduta ha coinvolto negli
ultimi secoli diversi studiosi, ma oggi nessun archeologo "serio" può permettersi di
nominarla senza essere deriso dalla comunità scientifica mondiale, a causa di un
pregiudizio culturale consolidatosi all'inizio del '900, anche grazie dell'approccio
mistico esoterico di alcuni personaggi. Dagli anni '60, una nuova generazione di
ricercatori, composta da geologi, paleoantropologi, astronomi, sta cercando di fornire
nuove spiegazioni ai numerosi misteri dell'archeologia che (come sarà chiaro nel
seguito) non sono più da considerarsi tali in questa nuova prospettiva.
Ma la cosiddetta archeologia ufficiale, nonostante le solide prove fornite, considera le
loro conclusioni materia per la narrativa fantastica, relegandole al di fuori dell'ambito
accademico, negando loro la possibilità di divulgazione, poiché sfidano, non solo la
ricostruzione normalmente accettata della storia della civiltà, ma anche il modello di
evoluzione dell'uomo, le teorie geofisiche sulle trasformazioni della crosta terrestre.
Per questo le loro ricerche sono note al pubblico interessato solo attraverso le
pubblicazioni commerciali, spesso distribuite assieme ad altri lavori che hanno ben
poco di scientifico .
Lo stesso problema si presenta nel campo complesso dell'ufologia, in cui la scienza
ufficiale non sa distinguere gli studiosi che indagano con metodo scientifico da certi
personaggi mistici che vedono negli extraterrestri i profeti di una nuova religione
galattica. I fenomeni UFO costituiscono una realtà sperimentale rilevabile da filmati e
fotografie, rapporti militari, tracciati radar, interazioni con il suolo e con le persone,
relegata al di fuori della legittimità scientifica da necessità di sicurezza nazionale. Il
problema, in questo caso, si fa più complicato, poiché il controllo sulle informazioni
viene esercitato dall'apparato militare.
La seguente relazione vorrebbe essere un resoconto sistematico di tutte le
argomentazioni che contraddicono la visione accettata della nostra preistoria.
L'obiettivo che mi propongo è quello di rielaborare le scoperte divulgate negli ultimi
decenni, su libri e riviste specializzate, da ricercatori non ortodossi, in un riassunto
organico velocemente consultabile, che possa servire come base per una corretta
290
informazione. Cercherò di ricorrere il meno possibile a spiegazioni extraterrestri, in
modo che anche i detentori del sapere ufficiale non abbiano alcun motivo di
"scandalo" nel prendere in considerazione un'idea nuova, che risolve certi problemi
persistenti e apparentemente insolubili. Questo potrebbe essere un punto di partenza
per un cammino graduale di revisione delle nostre certezze scientifiche.
Dopo un rapido riferimento alla teoria ufficiale (cap.II), presenterò un elenco di
reperti e documenti archeologici inaccettabili nell'ottica tradizionale (cap.III), le
indagini sui siti archeologici più misteriosi (cap. ), quindi un excursus sulle
controverse conoscenze anomale delle grandi civiltà del passato (cap. ). Se
sopravvivete a questa lunga esposizione potremo analizzare le prove geologiche che
suffragano la nuova teoria (cap. ). Con questo bagaglio di dati a disposizione si
possono analizzare sotto una nuova luce i miti e le leggende della letteratura
mondiale che, per troppo tempo considerati parto della fantasia popolare primitiva,
conservano il ricordo trasfigurato di avvenimenti reali e di conoscenze dimenticate
(cap. ). Infine si potrà tentare di ricostruire una verosimile nuova versione della storia
dell'umanità (cap. ).
CONTRADDIZIONI E SOSPETTI
Cerchiamo di riassumere la storia dell'umanità, così come la troviamo scritta sui libri
di testo scolastici.
Alcuni milioni di anni fa un ramo della famiglia dei primati, l'Australopitecus,
intraprende il cammino dell'evoluzione verso una forma di intelligenza e coscienza
superiori. Le tappe di questo percorso sono testimoniate dall'anatomia sempre più
umana e dal volume del cranio sempre maggiore degli scheletri degli ominidi
rinvenuti:
> 2¸1,5 milioni di anni fa: Homo Habilis, capacità cranica di 750 cm cubi circa
> 1.500.000¸ 700.000 anni fa: Homo Erectus, capacità cranica di 1200 cm cubi circa
> 300.000 ¸ 30.000 anni fa: Homo Sapiens:
Homo Sapiens Neanderthalensis, capacità cranica di 1500 cm cubi circa,
rimpiazzato dall'Homo Sapiens Sapiens attuale (nella forma originaria di uomo di
CroMagnon), capacità cranica di 1200 ¸ 1800 cm cubi circa.
Durante i 2 milioni di anni che formano l'età Paleolitica, gli ominidi sopravvivono di
caccia, pesca e raccolta, affinano il linguaggio, l'industria degli utensili in pietra e in
legno, imparano ad usare il fuoco. Poi, improvvisamente, in un periodo compreso tra
9000 a.C. e il 4000 a.C. (convenzionalmente suddiviso in età Mesolitica e Neolitica),
l'uomo impara a modificare l'ambiente a suo vantaggio, e il progresso culturale si
impenna: si sviluppano agricoltura e allevamento, dal VI millennio a.C. inizia la
lavorazione del rame e del bronzo, viene inventata la ruota, infine con la nascita della
scrittura si assiste all'alba della storia:
291
nel IV millennio a.C. fioriscono, contemporaneamente, la civiltà egizia e quella
sumera, seguite da quella della valle dell'Indo e quella cinese, quindi, attorno al 1500
a.C. sempre indipendentemente le une dalle altre, quelle centro e sud americane.
Secondo il parere di alcuni evoluzionisti, l'esplosione culturale degli antenati
dell'uomo è un evento straordinario. La crescita intellettuale degli ominidi è
rapidissima: la velocità di accrescimento delle dimensioni del cervello (che
raddoppiano in circa 1 milione di anni) supera i normali ritmi di selezione naturale,
consoni alla teoria darwiniana, specialmente perché non esiste un fattore ambientale
che spinga un animale a sviluppare le facoltà di ragionamento, di espressione
artistica, e di astrazione.
La linea evolutiva umana è estremamente confusa e mancante di alcuni anelli di
congiunzione: il capostipite, l'Australopitecus, non ha una struttura ossea adatta alla
stazione eretta, l'Homo Abilis (di piccola statura e scimmiesco) e l'Homo Erectus (più
alto ed umano) sono praticamente contemporanei e non possono quindi stare sulla
stessa linea genealogica. L'anatomia dell'uomo moderno si distacca decisamente dagli
immediati progenitori . Stupisce particolarmente il fatto che l'uomo di Neanderthal,
un ramo estinto della famiglia degli ominidi che risulta contemporaneo a quello di
Cro-Magnon e non antenato, avesse una capacità cranica che rientra nella media
odierna (sebbene l'intelligenza non sia proporzionale al volume del cervello). Inoltre
non si spiegano le distinzioni somatiche tra le varie razze dell'Homo Sapiens che,
originario dell'Africa, dovrebbe essere migrato negli altri continenti negli ultimi
30.000 anni, addirittura gli amerindi e gli aborigeni australiani non si sarebbero
stanziati prima di 15.000 anni fa.
La scoperta dell'agricoltura, una rivoluzione fondamentale nello sviluppo umano,
avvenne quasi contemporaneamente e indipendentemente agli antipodi del pianeta. I
primi esperimenti agricoli testimoniati dalla botanica risalgono al 9.500 a.C. circa, e
si trovano nei pressi del Lago Titicaca sulle Ande Boliviane, sugli altopiani
tailandesi, e sugli altopiani etiopici. Inoltre un precoce inizio interrotto sembra essersi
verificato tra il 13.000 e il 10.000 a.C. in Medio Oriente .
Le prime civiltà che sorgono sulla terra attorno al 4000 a.C., inaspettatamente, non
presentano tracce di evoluzione. I Sumeri compaiono improvvisamente con una
società molto complessa e specializzata, con conoscenze di astronomia comparabili
con quelle del XIX secolo. La religione e la scienza egizia sono fin dall'inizio
pienamente sviluppate, addirittura l'architettura denota una regressione nei secoli.
Ancor prima del periodo d'oro delle civiltà orientali, dal 5000 a.C., una cultura
sconosciuta esperta in geometria e astronomia, erige in tutta Europa un'infinità di
megaliti. La civiltà Maya, dei primi secoli d.C., manifesta uno sconcertante divario
tra le conoscenze scientifiche e le realizzazioni tecniche: elaborarono il miglior
calendario della storia (dopo il nostro) senza essere capaci di utilizzare la ruota. Gli
Incas, il cui impero prosperò fino al 1500, erano capaci di costruire le mura delle loro
fortezze con blocchi monolitici che raggiungono il peso di 300 tonnellate.
Il quadro che abbiamo davanti è poco coerente, il buon senso suggerisce che ci siamo
persi per strada dei pezzi, che forse devono ancora affiorare da sottoterra. Oppure
292
quei pezzi sono già nei musei, ma non sono stati correttamente interpretati.
REPERTI PROIBITI: GLI O.O.P.A.R.T.
Con il nome di O.O.P.A.R.T. (Out Of Place Artifacts, cioè manufatti/reperti fuori
posto) vengono indicate tutte quelle tracce di presenza umana che sono stati rinvenuti
in strati geologici in cui non dovrebbero esistere, oppure quegli utensili di livello
tecnologico incompatibile con le conoscenze della civiltà in questione. Anche se ciò
non è riportato sui libri di storia, questi reperti sono molti e contraddicono
palesemente la visione tradizionale della preistoria, con grande dispiacere per i
pensatori ortodossi. L'abitudine a considerare questi ritrovamenti delle anomalie
(chiamando in causa, ad esempio errori di datazione, fenomeni naturali, malafede dei
ricercatori coinvolti), solo perché non rispecchiano gli schemi di pensiero accettati,
ha permesso che questa mole di dati venisse accantonata e dimenticata, formando un
vero e proprio capitolo di Archeologia Proibita.
Con questo titolo, il ricercatore Michael Cremo ha pubblicato nel 1995 un volume
enorme che cataloga tutti i pezzi dimenticati delle origini dell'uomo. Recuperando
anche la letteratura scientifica della seconda metà dell'800 Cremo ha scoperto una
vera e propria soppressione di prove che dimostrano che l'Homo Sapiens
anatomicamente moderno esiste da decine di milioni di anni. Prove che per
documentazione e numero e superano i pezzi sparsi e incongruenti che formano la
linea evolutiva accettata.
In seguito alla pubblicazione de L'origine delle specie di Charles Darwin, nel 1859,
l'entusiasmo ha spinto i suoi fautori a rintracciare in fretta il percorso evolutivo della
nostra specie a partire da un antenato ominide plausibile. Già nel secolo scorso, gli
evoluzionisti erano certi che il genere Homo si fosse sviluppato solo recentemente,
negli ultimi 2 milioni di anni. Per cui essi adattarono i reperti alle loro idee
preconcette, anziché costruire la teoria sui fatti. Ogni ritrovamento che metteva in
dubbio la cronologia dogmatica veniva sottoposto ad ogni genere di critica, mentre la
minoranza delle scoperte gradite era accolta e propagandata con entusiamo. Ciò
avvenne nel 1894 (il famoso uomo di Giava, battezzato Homo Erectus) e all'inizio del
secolo con gli ominidi cinesi. I neo-darwinisti, dopo aver deciso quali reperti fossero
da considerare autentici, hanno disposto sulla stessa linea dei frammenti fossili
disordinati, spesso rinvenuti in condizioni dubbie, spesso appartenti a specie diverse
(l'Homo Abilis è una pura invenzione antropologica, non esiste come specie a sé).
Una generazione influente di studiosi ha alterato clamorosamente la reale antichità
dell'essere umano, ricorrendo persino al falso (il caso dell'Uomo di Piltdown). I
concetti ortodossi sono radicati a tal punto che oggi la morfologia stessa dei fossili di
ominide viene usata per datare un sito archeologico: anatomia moderna significa
recente, anatomia scimmiesca significa antico. In questo modo non vi è alcuna
possibilità di esplorare ipotesi alternative.
293
Essere coscienti del fatto che la ricostruzione dell'antichità è soggetta a pesanti
pregiudizi, ci aiuta ad affrontare, nel seguito, altri numerosi reperti dalle implicazioni
ben più sconvolgenti, molti dei quali erano noti anche prima del contributo di
M.Cremo, ma rimanevano oggetto di studio soltanto per gli scrittori di
paleoastronautica .
Impronte fossili umane sono rimaste impresse su formazioni rocciose antichissime,
numerosi manufatti sono stati rinvenuti in strati geologici "impossibili", anteriori
all'era dei dinosauri, oltre 300 milioni di anni fa. Ci sono scheletri di razze umane
sconosciute, e strumenti tecnologici dalla fattura moderna. Su tutto questo è calato il
più assoluto silenzio, a causa del cosiddetto filtro culturale, o forse per insabbiamento
intenzionale.
Vediamo una rassegna dei reperti più importanti .
1) SCHELETRI DI HOMO SAPIENS
1. Scheletro completo di Homo Sapiens moderno a Olduval George, in Tanzania,
fossilizzato in strato di 1-2 milioni di anni, rinvenuto dal Dott. Hans Reck nel 1913.
2. Omero e femore di uomo attuale, in Kenia, datati rispettivamente 4 e 2 milioni di
anni (1965, 1972, documentazione ufficiale).
3. Femore anatomicamente moderno trovato sull'Isola di Giava nel 1894. Venne
erroneamente associato ad un teschio di ominide primitivo a formare un fantomatico
miscuglio che prese il nome di Homo Erectus, caposaldo ormai incontestabile della
nostra linea evolutiva.
4. Ossa di Homo Sapiens rinvenute a Brescia dal geologo Giuseppe Regazzoni in
strato del Pliocene (3-4 milioni di anni) (1860).
5. Cranio di ominide dalle caratteristiche controverse, scoperto dall'antropologo
Richard Leakey in Kenia (1972). Presentava una capacità cranica inaspettatamente
alta, con una forma facciale primitiva, e la stima dell'età oscillava tra 2,6 e 1,8 milioni
di anni. Nonostante la sua classificazione come Homo Habilis, questo ominide non
può appartenere alla linea evolutiva originata dall'Australopitecus (Fonte: Origins, di
Leakey e Lewin).
6. Prove di trapanazione del cranio, praticata nell'era neolitica, a scopo magico o
terapeutico (praticata anche oggi da diverse tribù africane che si trovano allo stadio
neolitico). Il più antico è un cranio di uomo cinquantenne ritrovato in Alsazia da una
missione archeologica nel 1997, datato al 5000 a.C. con il metodo C14. Il soggetto
riportava le tracce di diversi interventi chirurgici, a cui sopravvisse, come dimostra la
rigenerazione dell'osso cranico.
7. Scheletro umano venuto alla luce casualmente, in una miniera italiana
(probabilmente decine di milioni di anni).
8. Scheletro completo di Homo Sapiens, scoperto in un bacino carbonifero risalente
ad almeno 300 milioni di anni, presso Macoupin, in Illinois. (Fonte: The Geologist,
294
1862).
2) SCHELETRI DI UMANOIDI SCONOSCIUTI
1. Crani umanoidi anomali ritrovati in Perù dall'archeologo Henry Shapiro alcuni con
la calotta allungata a pera (forse spiegabili con la deformazione rituale indotta
dall'infanzia), altri con una doppia calotta cranica inspiegabile (conservati al Museo
Archeologico Nazionale di Lima).
2. Mummia egiziana di bambino (1,30 m) nella tomba di Tutankhamen, conservata
inizialmente dallo scopritore Howard Carter, sembra in realtà un adulto pienamente
sviluppato macrocefalo (1922, documentazione ufficiale).
3. Razza sconosciuta di umanoidi di bassa statura (1,30 m circa), i DROPA, in grotte
al confine Cina-Tibet, rinvenuti insieme a misteriosi dischi di pietra , datazione
10.000 a.C. (anni '40).
4. Essere umanoide mummificato di 35 cm, 350 g, trovato da cercatori d'oro in una
camera scavata nel granito, sul Pedro Mountain, nel Wyoming, nel 1932. La struttura
ossea (rivelata da una radiografia eseguita da H.Shapiro), secondo antropologi
dell'università di Harvard, era quella di un essere adulto o anziano .
5. Scheletro umano di 2,38 m, ritrovato in mare a 250 km a nord di Santiago del Cile,
insieme ad ossa di animali preistorici e vasellame (1970) .
6. Ossa umane di grandezza straordinaria, con denti pesanti 430 grammi, a punta
S.Elena in Perù.
3) IMPRONTE FOSSILI UMANE
1. Impronte di piede di diversi esemplari di Homo Sapiens su ceneri vulcaniche
fossili, a Laetoli in Tanzania, risalenti a 3,6 milioni di anni fa. Scoperte nel 1979 da
Mary Leakey, furono erroneamente attribuite all'Australopitecus .
2. Orma di scarpa, completa di tacco, impressa su roccia con incrostazioni di trilobiti
del periodo Cambriano (oltre 500 milioni di anni) ad Antelope Spring in Utah.
Scoperta e conservata da William J.Meister nel 1968.
3. Impronta parziale di sandalo, con distinguibili le linee di cucitura del filo e il
consumo del tallone, fossilizzata su una roccia del Triassico (250-200 milioni di anni)
nel Sisher Canyon, in Nevada. Trovata dal geologo John T.Reid nel 1922, conservata
al Museo Americano di Storia Naturale di New York.
4. Impronta umana osservata in una roccia del Giurassico (150 milioni di anni fa)
accanto a quella di un dinosauro, nella Repubblica del Turkmenistan. (Fonte: Notizie
da Mosca, 1983).
5. Orme di piedi dall'aspetto umano, con 5 dita, arco e tallone, lasciate su terreni
295
sabbiosi del periodo Carbonifero (320 milioni di anni, oggi roccia arenaria) in
Kentucky, Pennsylvania e Missouri. Studiate dal professor W.G.Burroughs di una
facoltà di geologia del Kentucky, nel 1938.
6. Impronta di scarpa su arenaria nel deserto di Gobi, decine di milioni di anni (Fonte:
P.Kolosimo).
7. Altre impronte di scarpe su roccia, dalla datazione controversa, rinvenute a Caprie
(Val di Susa, Italia), in Bolivia (museo di Cochabamba), sulle Ande peruviane, a
Punauia (Tahiti).
4) REPERTI ANACRONISTICI
1. Conchiglia con volto umano scolpito proveniente da una formazione di roccia
rossa Pliocenica (oltre 2 milioni di anni), trovata da Henry Stopes in Inghilterra
(Fonte Geological Society inglese, 1881). Lavorazioni artistiche simili non
dovrebbero comparire fino a 100.000 anni fa in Africa, fino a 30-40 mila anni fa in
Europa.
2. Rudimentali utensili di pietra lavorati dall'uomo, eoliti, ed utensili di pietra più
avanzati, paleoliti e neoliti, ritrovati in tutta Europa (Inghilterra, Francia, Belgio,
Portogallo) risalenti alle ere del Miocene (5-25 milioni di anni), dell'Oligocene (2538 milioni) e dell'Eocene (38-55 milioni). Documentati accuratamente all'inizio del
'900 in convegni internazionali di archeologia preistorica, vennero accantonati come
prodotti di pressioni geologiche, poiché non dovrebbero esistere fino a 2-4 milioni di
anni fa.
3. Oggetti di vario livello tecnologico nelle Americhe, risalenti al Pleistocene (fino a
2 milioni di anni), tra cui gli utensili di pietra di oltre 200.000 anni, trovati da
L.Leakey a Calico, in California negli anni '50. Non dovrebbero esistere tracce di
esseri umani nelle Americhe prima di 30-15 mila anni fa.
4. Punte di freccia e bolas vecchie di oltre 3 milioni di anni in Argentina (1912).
Strumenti di pietra sofisticati, caratteristici solo dell'industria dell'Homo Sapiens,
scoperti in una formazione glaciale a Sheguiandah, sui Grandi Laghi, in Canada,
vecchi di almeno 70.000 anni (Fonte: Dott.Lee, Museo Nazionale del Canada, anni
'60). Altri strumenti ritrovati dal geologo Virginia Steen-McIntyre, a Hueyatlaco, in
Messico datati 300.000 anni mediante i radioisotopi dell'uranio (Fonte: Geological
Survey USA, anni '70). .
5. Utensili avanzati di pietra (tra cui mortaio e pestello) rinvenuti da una miniera
d'oro, in profondi cunicoli che penetravano depositi del Terziario (33-55 milioni di
anni), sotto Table Mountain, Tuolumne County, in California.
6. Statuetta di terracotta in un pozzo a 100 m di profondità presso Nampa, nell'Idaho,
in una colata di lava solidificatasi almeno 2 milioni di anni fa. Statuette di argilla
ritrovate in uno scavo nei pressi di Acambaro nel Messico, nel 1945, raffiguranti
rinoceronti, cammelli, cavalli (tutti animali scomparsi dalle Americhe da più di 15000
296
anni), e perfino dinosauri dell'era Mesozoica.
7. Blocco di agata trovato nei pressi di Artigas, in Uruguay, risalente a 130 milioni di
anni fa, che ha rilevato, nella sua cavità interna, scritte in rilievo racchiuse in un
disegno a forma di cuore, estremamente realistico (Studiato da ricercatori americani,
Fonte: El Pais, 1997).
8. Vaso metallico fuoriuscito da una roccia precambriana, di 600 milioni di anni, a
Dorchester, in Massachusetts.
9. Tubo metallico ritrovato presso Saint-Jean de Livet in uno strato di gesso antico 65
milioni di anni. Palla di gesso scoperta in uno strato di lignite dell'Eocene (45-55
milioni di anni), a Laon. Entrambi in Francia.
10. Pietra scolpita in forme geometriche a diamanti con facce umane, rinvenuta in
una miniera di carbone a 40 m di profondità, (Fonte: Daily News, 1987). Cubetto di
ferro con scanalatura incisa e spigoli arrotondati (come fosse lavorato a macchina),
presso Vöcklabruck, in Austria, trovato in strati di carbone (Fonte: C.Berlitz). Catena
d'oro lavorata incastonata in un pezzo di carbone (Fonte: The Morrisonville Time e
Geological Survey, Illinois, 1891). In tutti i casi la datazione geologica fornisce un'età
di circa 300 milioni di anni e i reperti sono irreperibili, perché mai accolti in musei,
ma lasciati nelle mani degli scopritori.
11. Muro di cemento, liscio e smussato, incontrato in miniera a più di 3 km di
profondità, a Heavener, in Oklahoma (Fonte: testimonianza di un minatore, 1928).
Blocco di marmo con forme regolari in rilievo, trovato in una miniera vicino a
Philadelphia, Pennsylvania a circa 20 m di profondità (Fonte: American Journal of
Science, 1831). Pavimento di pietre a mosaico dissotterrato durante uno scavo
archeologico a Blue Lick Springs, nel Kentucky, 1 metro al di sotto dei resti di un
mastodonte, un mammifero preistorico (Fonte: C.Berlitz).
12. Chiodo di ferro incluso nel quarzo, in California. Chiodo di ferro in una roccia, da
una miniera peruviana, al tempo della conquista spagnola. Filettatura di una vite
metallica ossidata impressa sul feldspato proveniente dalla Abbey Mine di Treasure
City, nel Nevada (Fonti: P. Kolosimo e C.Berlitz).
13. Cranio di antico bisonte selvaggio e cranio umano di 40000 anni fa, che
presentano un foro circolare netto, che, per l'assenza di incrinature radiali, può essere
stato provocato solo da un proiettile rotondo. Il primo si trova nel Museo
Paleontologico di Mosca, il secondo, scoperto in una caverna dello Zambia, è
conservato al Museo di Storia Naturale di Londra. (Fonte: P. Kolosimo).
14. Sfere metalliche di limonite (di durezza anomala), lavorate con scanalature
parallele lungo l'equatore, rinvenute in un deposito di minerale Pre-Cambriano,
stimato antico di 2,8 miliardi di anni. (Conservate al Museo di Kerksdorp, in Sud
Africa).
15. Modellino di aereo in oro, proveniente da una tomba in Colombia, del I secolo
d.C., completo dei particolari della cabina, sede del motore, coda e alettoni flangiati.
Un professore di aerodinamica, ignaro della sua provenienza, dichiarò che la struttura
alare a delta denotava capacità di portanza supersoniche.
16. Oggetto metallico non identificato (somigliante ad una bobina di trasformatore),
297
incluso in un sasso di 15 milioni di anni, trovato da uno studente di geologia di
Mosca (Fonte: Istituto Scientifico Salyut).
I seguenti sono reperti molto più celebri, ampiamente citati in diverse pubblicazioni
che trattano i misteri dell'archeologia.
GEODE DI COSO.
Gèode (roccia con cavità interna tappezzata di cristalli) trovato nel 1961 presso i
monti Coso in California in cui era incastrato un oggetto costituito da una barretta
metallica di 2mm di diametro, circondata da un collare di ceramica con un
"cappuccio" esagonale ed una estremità di rame (simile ad una candela d'automobile)
TESCHI DI CRISTALLO.
PIETRE DI ICA. Si tratta di migliaia di ciottoli, affiorati in una località del Perù nel
1961, con figure incise, che descrivono, con un disegno stilizzato ma estremamente
dettagliato, diverse scene delle attività scientifica di una popolazione sconosciuta. Le
incisioni si possono catalogare in vari gruppi tematici: entomologia, geografia,
astronomia, medicina Tra le più sconcertanti si osservano personaggi che scrutano il
cielo con un cannocchiale, che utilizzano lenti di ingrandimento, interventi chirurgici
come tagli cesarei o trapianti di organi (nel dettaglio del disegno si distinguono
fegato, reni, cuore, emisferi cerebrali, i pazienti intubati), animali somiglianti a
creature preistoriche (come toxodonti o rettili giganti). Le pietre furono prontamente
bollate come falsi opera dei contadini peruviani . In realtà lo strato di ossido
depositato sui sassi, anche sulla parte incisa, dimostra che i disegni sono molto più
antichi, secondo lo scopritore, il dottor Javier Cabrera, risalenti ad almeno 65 milioni
di anni fa. Infatti l'analisi petrografica colloca le pietre (dal peso specifico anomalo)
nell'età mesozoica (230-65 milioni di anni).
MECCANISMO DI ANTIKITERA.
MAPPE DEGLI ANTICHI RE DEI MARI.
Con questo nome sono diventate celebri alcune carte geografiche di epoca medievale,
descritte nell'omonimo libro (1966) del professor Charles Hapgood (sostenitore di
una originale teoria geologica descritta nel cap. ). Queste carte nautiche e
mappamondi, a differenza di tutte quelle realizzate prima del XVIII secolo,
presentano delle caratteristiche di precisione inspiegabili, riportando la longitudine
298
corretta di località distanti fra loro migliaia di kilometri, rilevando la presenza di terre
ancora sconosciute all'epoca della loro compilazione. L'unica spiegazione plausibile è
che si tratti di copie di originali antichissimi prodotti da una civiltà avanzata grazie
all'utilizzo della trigonometria sferica.
MAPPE DEGLI ANTICHI RE DEI MARI.
Con questo nome sono diventate celebri alcune carte geografiche di epoca medievale,
descritte nell'omonimo libro (1966) del professor Charles Hapgood (sostenitore di
una originale teoria geologica descritta nel cap. ). Queste carte nautiche e
mappamondi, a differenza di tutte quelle realizzate prima del XVIII secolo,
presentano delle caratteristiche di precisione inspiegabili, riportando la longitudine
corretta di località distanti fra loro migliaia di kilometri, rilevando la presenza di terre
ancora sconosciute all'epoca della loro compilazione. L'unica spiegazione plausibile è
che si tratti di copie di originali antichissimi prodotti da una civiltà avanzata grazie
all'utilizzo della trigonometria sferica.
CARTA DI PIRI REIS.
Disegnata da un ammiraglio turco nel 1513, a partire da mappe sorgente più antiche,
fu rinvenuta nell'antico Palazzo Imperiale di Costantinopoli nel 1929. Oltre a
rappresentare i continenti africano e sud-americano nell'esatta longitudine relativa, e
le Isole Falkland (scoperte solo nel 1592), la carta delinea la corretta topografia
subglaciale della penisola antartica, cioè il reale profilo della linea di costa sepolta
sotto centinaia di metri di ghiaccio (l'Antartide è stato scoperto nel 1818). Ciò venne
confermato dall'Aeronautica statunitense nel 1960, dal confronto con il profilo
rilevato sulla superficie (mediante il metodo sismico a riflessione) dalla spedizione
Antartica del 1949. Quindi, qualcuno ha intrapreso la mappatura dell'Antartide libero
dai ghiacci in un'epoca compresa tra il 15.000 e il 4000 a.C., ultimo periodo di
disgelo a quella latitudine, secondo i dati geofisici (oppure in ere geologiche ancora
precedenti). Infatti, il contorno della costa sud-americana e l'idrografia continentale
disegnata sono coerenti con il paesaggio che doveva presentarsi più di 15.000 anni fa.
Inoltre viene riportata un'isola di grandi dimensioni, oggi inesistente sulla posizione
della dorsale medio atlantica, mentre le Azzorre sono molto più estese di oggi, forse
per il livello del mare in epoca glaciale. Lo studio dei portolani evidenzia che essa
faceva parte di un planisfero ottenuto attraverso una proiezione azimutale
equidistante, centrata nei pressi del Cairo.
299
TECNOLOGIA EGIZIA DISCHI DROPA.
Probabilmente questo elenco è soltanto la punta dell'iceberg, di tutto ciò che può
essere stato scoperto e occultato negli ultimi 2 secoli: ritrovamenti mai riferiti alle
autorità competenti per incredulità ed andati perduti. Abbiamo comunque un'idea
della mole di dati a disposizione, che la stragrande maggioranza degli "addetti ai
lavori" ignora completamente.
È necessaria una precisazione sui metodi di datazione: metodo stratigrafico, metodo
paleomagnetico, metodo con isotopi radioattivi (es: Argo-Potassio). Limiti ed errori
del C14 per effetti della radioattività ambientale.
Alcuni degli OOPART più sconcertanti purtroppo non sono più reperibili (come lo
scheletro nel carbone dell'Illinois) ma la maggior parte è stata scoperti in posizioni
stratigrafiche ineccepibili e le eventuali datazioni ai radioisotopi forniscono età
talmente remote che gli errori dovuti alla precisione del metodo non sono
significativi.
La prassi seguita dai decani della scienza è consolidata: pubblicizzare i reperti che si
inquadrano nel paradigma corrente e trascurare gli altri, poiché si riesce sempre a
trovare una spiegazione alternativa. Se si tratta di ritrovamenti vicino alla superficie,
allora il terreno può essere stato rimaneggiato e la datazione deve essere falsata
(dimenticandosi che la maggior parte dei reperti tradizionali sono affiorati in
superficie). Se sono stati rinvenuti in profondità, sono senz'altro una sepoltura
recente, magari gli scopritori sono personaggi incompetenti, o addirittura è una frode.
E quando la documentazione e i rilievi scientifici sono ineccepibili, allora basta fare
finta di niente e chiudere tutto in un cassetto. È incredibile che le deduzioni
dell'archeologia siano in ritardo di 150 anni rispetto alle evidenze sperimentali, e ciò
è dovuto, non solo a ristrettezza mentale, ma anche a vera e propria malafede (come
vedremo nel caso dell'Antico Egitto).
I fatti sperimentali presentati confutano il modello di diffusione dell'Homo Sapiens a
partire dall'Africa, anzi alcuni dei reperti più antichi si trovano nel nuovo continente.
Si deduce che i fossili noti nella letteratura scientifica appartengano a vari ominidi
che non discesero l'uno dall'altro in un percorso evolutivo coerente, ma convissero in
diverse epoche con l'uomo anatomicamente moderno. La presenza della nostra specie
già 30-40 milioni di anni fa su tutti i continenti spiega le nette differenze dei tipi
razziali, ma riapre il problema dell'origine dell'uomo.
I rapporti riguardanti esseri intelligenti, presumibilmente umani, fino a 600 milioni di
anni fa (epoca in cui dovevano esistere solo forme di vita acquatiche) compromettono
seriamente i concetti universalmente accettati sulla nascita e l'evoluzione della vita
sulla Terra, confermando i dubbi espressi da diversi scienziati del campo. La visione
meccanicistica dominante prevede che la vita abbia avuto origine da processi casuali
che formarono dei composti organici negli oceani di 4 miliardi di anni fa, per poi
evolversi attraverso la selezione naturale, tramite mutazioni del patrimonio genetico.
Però non si ha idea di come le sostanze del brodo primordiale si siano organizzate
"spontaneamente" nel formare la prima cellula, trasgredendo il III Principio della
300
Termodinamica. È stato calcolato che anche il più semplice batterio, per formare
accidentalmente il proprio patrimonio di enzimi, impiegherebbe più di 40 miliardi di
anni. Inoltre il periodo di tempo che ci separa dalla comparsa dei primi organismi
unicellulari (amebe) è insufficiente per produrre la complessità di tutte le forme di
vita, semplicemente attraverso mutazioni genetiche aleatorie.
Quale intelligenza era presente sulla Terra 2,8 miliardi di anni fa, lasciando le sue
tracce nelle sfere lavorate del Sudafirca? Questa nuova prospettiva ci permette di
valutare con maggiore attenzione le strutture artificiali che sono state fotografate su
Marte dalla missione Viking del 1976. Nell'emisfero settentrionale, nella pianura di
Cydonia, sono visibili alcune enormi piramidi e un viso umano, modellato su un
rilievo di circa 1 km quadrato. La NASA, che ha cercato di tenere nascoste queste
informazioni, oggi conferma che il "pianeta rosso", molto più antico della Terra, era
in passato ricco d'acqua ed ebbe un clima e una morfologia adatte ad ospitare la vita.
SITI ARCHEOLOGICI MISTERIOSI
In questo capitolo vengono esaminate le scoperte più rivoluzionarie che ci obbligano
a retrodatare alcuni complessi monumentali ben noti, e a prendere in considerazione
nuovi siti sorprendenti in cui sono venuti alla luce rovine di civiltà ignote (su cui cala
sempre il più assoluto silenzio).
1) INGEGNERIA EGIZIA
Nell'Antico Egitto troviamo dei monumenti che, per imponenza e difficoltà di
realizzazione, sono completamente incompatibili con i mezzi tecnici allora a
disposizione. Si tratta delle grandi piramidi della piana di Giza, la Sfinge, il Tempio
della Valle di Chefren, l'Osireion. Non vi è modo di spiegare come una popolazione
dell'età del bronzo abbia potuto realizzare la Grande Piramide di Giza, una
costruzione che sfida le capacità ingegneristiche moderne.
Il manoscritto di Prajnâpârâmita-Suna
Un giorno d'estate del 1795 Daniel McGinnis, allora adolescente, stava girovagando
su Oak Island, in Nuova Scozia quando incontrò una curiosa depressione circolare sul
terreno. Sopra questa depressione c'era un albero i cui rami erano stati tagliati in
modo tale che sembrava fossero stati usati come carrucola. Avendo sentito storie di
pirati nella zona, decise di ritornare a casa per cercare degli amici e ritornare più tardi
per fare indagini sulla buca. Per parecchi giorni McGinnis, con gli amici John Smith
e Anthony Vaughan, lavorò sulla buca. Ciò che trovarono li sorprese. Due piedi sotto
la superficie essi incontrarono uno strato di pietre da lastrico che coprivano la buca.
10 piedi (~3 metri) più in basso si imbatterono in uno strato di tronchi di quercia
distesi lungo la buca. Ancora a 20 piedi e a 30 piedi essi trovarono la stessa cosa, uno
strato di tronchi. Non essendo in grado di continuare da soli da questo punto,
301
tornarono a casa, ma con il progetto di tornare a cercare ancora. Ci vollero 8 anni ai 3
scopritori, ma essi ritornarono. Insieme alla Onslow Company (posseduta da Simeon
Lynds, un ricco uomo d'affari del continente), creata a scopo della ricerca, essi
riniziarono a scavare. Tornarono velocemente alla profondità di 30 piedi (~9 metri)
che avevano raggiunto 8 anni prima.
Continuarono a scavare fino a 90 piedi (~27 metri), trovando uno strato di tronchi di
quercia a intervalli di 10 piedi. Oltre alle assi, a 40 piedi fu trovato uno strato di
carbone, a 50 piedi uno strato di stucco, e a 60 (~18 metri) piedi uno strato di fibre di
cocco.
A 90 piedi fu trovato uno dei più sconcertanti indizi - una pietra iscritta con una
grafìa misteriosa. La traduzione del professore di Halifax fu:"Forty Feet below two
million pounds are buried" (quaranta piedi più giù sono sepolti due milioni di
sterline). Questa traduzione ha molto significato. Risulta essere un semplice codice di
sostituzione dove ogni simbolo corrisponde ad un'unica lettera dell'alfabeto
La traduzione per l'iscrizione data funziona e sembra molto difficile che si tratti di
una semplice coincidenza. Nel modo in cui la vedo, ci sono due possibilità.
Prima possibilità: L'iscrizione registrata dal professore fu un imbroglio usato per
incoraggiare ulteriori investimenti nella ricerca. Questa è certamente una possibilità e
potrebbe essere smentita dalla riscoperta della pietra originale o possibilmente dalla
scoperta di una nuova pietra. Se questa iscrizione è un inganno, la F intersecata nella
parola Forty è certamente un tocco molto minuzioso.
Seconda possibilità: Il professore fece una registrazione accurata della pietra
originale. Se questo è vero, abbiamo molti frammenti di informazioni sui costruttori:
dal momento che nelle misurazioni sono usati i piedi possiamo sapere chi li averebbe
e chi non li avrebbe potuti usare; la traduzione è in inglese - a meno che i costruttori
non fossero molto astuti (certamente essi avevano questa caratteristica), essi venivano
probabilmente da una nazione che parlava inglese; la pietra fu trovata a 90 piedi il
che significa che il tesoro avrebbe dovuto essere a 130 piedi (~40 metri) (Nota: nel
1866 la fossa del tesoro era già crollata di 15 piedi, ma la camera di cemento tra i 150
e i 160 piedi non era ancora stata trivellata. Lo stucco sopra la camera iniziò a 130
piedi.)
Dopo aver sollevato lo strato di quercia a 90 piedi e continuando, l'acqua iniziò ad
infiltrarsi nella buca. Il giorno dopo la buca si era riempita d'acqua fino al livello di
33 piedi (~10 metri). Il pompaggio non funzionò, così l'anno seguente fu scavata una
nuova buca parallela all'originale fino a 100 piedi. Da là fu scavato un tunnel fino alla
fossa del tesoro. Entrò di nuovo l'acqua e la ricerca venne abbandonata per 45 anni.
Il tranello
Da ciò che risulta, venne messo in moto un tranello ingegnoso. La Onslow Company
aveva inavvertitamente aperto una strada di 500 piedi che era stata scavata dalla buca
fino al vicino Smith's Cove dai disegnatori della fossa. Essa veniva riempita dal mare
tanto velocemente quanto essa veniva svuotata con le pompe.
Comunque la scoperta è solo una piccola parte dell'intricato piano ordito dagli
sconosciuti progettisti per tenere la gente lontano dal nascondiglio.
302
Nel 1849 fu fondata la nuova compagnia per cercare di estrarre il tesoro, la Truro
Company, e la ricerca ricominciò. Essi scavarono velocemente fino a 86 piedi solo
per essere inondati dall'acqua. Decisi a scoprire che cosa vi era sepolto prima di
tentare di estrarlo, la Truro si mise a trivellare estraendo campioni di terreno. Il
carotaggio produsse alcuni risultati incoraggianti.
Primi indizi del tesoro
A 98 piedi (~30 metri) la trivella passò attraverso una piattaforma di abete rosso. Poi
incontrò 4 pollici (~10 cm) di quercia e quindi 22 pollici (~56 cm) di ciò che fu
definito "metallo in pezzi"; Poi 8 pollici (~20 cm) di quercia, altri 22 pollici di
metallo, 4 pollici di quercia ed un'altra piattaforma di abete rosso. La conclusione fu
che avevano trivellato attraverso due barili o casse pieni di monete. Estraendo la
trivella, trovarono schegge di quercia e pezzi di ciò che sembrava guscio di noce di
cocco.
Un resoconto della trivellazione menziona anche che furono portati alla luce anche
tre piccoli anelli d'oro, come di una catena. Sfortunatamente nessuno sa dove siano
finiti.
Mentre si cercava con i campioni estratti dalla buca, uno degli operai vide il
caposquadra, John Pitblado, che esaminava attentamente un oggetto e che poi se lo
infilò in tasca. Quando gli furono chieste spiegazioni, Pitblado si rifiutò di rivelare
ciò che aveva trovato, dicendo che che avrebbe mostrato l'oggetto solo a tutti gli
investitori alla prossima riunione. Ma egli non comparì più. Invece egli passò molti
anni cercando di comprare la parte est di Oak Island. Non sorprendentemente, i
proprietari si rifiutarono di vendere. Nessuno sembra aver scoperto esattamente ciò
che Pitblado recuperò dalla trivella quel giorno del 1849, ma sicuramente questa cosa
dovette averlo convinto che sotto l'isola giaceva il tesoro.
È interessante il fatto che il terreno sotto la piattaforma più bassa di abete rosso non
era compatto, il che indica che la fossa può essere persino più profonda. Un
successivo gruppo di cercatori avrebbe trovato quanto era più profonda.
La Truro Company tornò nel 1850 con il progetto di scavare un'altra buca parallela e
poi di creare un tunnel fino alla fossa del tesoro. Proprio come prima, appena fecero il
tunnel, l'acqua iniziò ad entrare. Furono portate pompe per cercare di averla vinta
sull'acqua ma fu impossibile tenerla lontano. Durante il pompaggio qualcuno notò
che allo Smith's Cove durante la bassa marea c'era dell'acqua che USCIVA dalla
spiaggia.
Questo ritrovamento portò ad una scoperta stupefacente - la spiaggia era artificiale.
La spiaggia artificiale
Si è scoperto che i progettisti della fossa crearono un sistema di drenaggio, distribuito
lungo i 145 piedi (~44 m) di lunghezza della spiaggia, che assomigliava alle dita di
una mano. Ogni dito era un canale scavato nell'argilla sotto la spiaggia ed era rivestito
di rocce. I canali furono poi riempiti con rocce della spiaggia, coperti con molti
pollici di erba per anguille (? eel grass), e poi coperti da molti più pollici di fibra di
cocco. L'effetto di questo sistema di filtraggio era che i canali rimanevano sgombri da
fango e sabbia mentre l'acqua era comunque in grado di passare attraverso di essi. Le
303
dita si incontravano in un punto all'interno dove immettevano l'acqua di mare in un
canale inclinato che probabilmente si collegava alla fossa del tesoro 500 piedi (~152
m) più avanti. Ricerche successive mostrarono che questo canale sotterraneo era
largo 4 piedi (~1.2 m), alto 2 piedi e mezzo (~76 cm), rivestito di pietre, e incontrava
la fossa del tesoro ad una profondità tra 95 e 110 piedi, riempiendola ad una velocità
di 600 galloni (~2270 litri) al minuto.
Per la Truro Company, la risposta era ora semplice - bastava bloccare il flusso
d'acqua dalla spiaggia e disseppellire il tesoro. Il loro primo tentativo fu quello di
costruire una diga proprio davanti alla spiaggia dello Smith's Cove, eliminare l'acqua,
e quindi smantellare i canali. Sfortunatamente scoppiò una tempesta che distrusse la
diga prima che fosse finita.
Una nota interessante: furono trovati i resti di una diga più vecchia mentre si
costruiva quella nuova.
Il piano seguente fu quello di scavare una fossa a 100 piedi circa nell'interno, con la
speranza di intercettare il canale d'acqua sotterraneo e a quel punto tapparlo. Fallì
anche questo progetto. E questo fu l'ultimo tentativo della Truro company di rivelare i
segreti di Oak Island.
Il crollo della fossa
Il tentativo successivo di assicurarsi il tesoro fu fatto nel 1861 dall'Oak Island
Association. Prima essi sgombrarono la fossa del tesoro fino a 88 piedi. Un totale di
63 uomini e di 33 cavalli lavorarono a turno per far funzionare il meccanismo di
scarico. Poi fecero una nuova buca a est della fossa sperando di intercettare il canale
dal mare. Il nuovo condotto fu scavato fino a 120 piedi (~36 m) senza incontrare il
canale e venne quindi abbandonato.
Fu scavato un secondo condotto, questa volta ad ovest, fino a 118 piedi. Poi si tentò
di fare un tunnel fino alla fossa del tesoro. Ancora una volta l'acqua iniziò ad entrare
in questa buca così come nella fossa del tesoro. Si tentò di prosciugarla e sembrò
funzionare. E poi... CRASH! Il fondo crollò. L'acqua entrò nei condotti e il fondo
della fossa del tesoro cadde più giù di oltre 15 piedi. Tutto ciò che si trovava nella
fossa del tesoro era caduto giù nella buca. Le grandi domande erano dove, perché e
quanto lontano?
Negli anni seguenti diverse compagnie cercarono di risolvere il mistero senza
successo. Vennero scavati nuovi condotti, si cercò di riempire il canale sulla spiaggia,
fu costruita una nuova diga (che fu distrutta da una tempesta), e si trivellò per
ottenere altri campioni. Tutto ciò ebbe poco successo.
La caverna
Nel 1893 un uomo di nome Fred Blair insieme ad un gruppo chiamato The Oak
Island Treasure Company iniziò la ricerca. Il loro primo compito era quello di
studiare la "Cave-in Pit". Scoperta nel 1878 a circa 350 piedi ad est della fossa del
tesoro, la cave-in pit sembra essere stato un pozzo scavato dai progettisti della fossa
del tesoro forse come pozzo di ventilazione per la costruzione del tunnel di
allagamento. Apparentemente intersecava o passava vicino al tunnel di allagamento.
Mentre veniva aperto dalla Treasure Company questo iniziò ad allagarsi a una
304
profondità di 55 piedi e fu abbandonato.
Durante gli anni successivi la Oak Island Treasure Company avrebbe scavato altri
pozzi, pompato altra acqua, e tuttavia non sarebbe approdata a nulla. Nel 1897
decisero di liberare la fossa del tesoro fino a 111 piedi dove effettivamente videro
l'entrata del tunnel di allagamento temporaneamente tappato con delle rocce.
Comunque, l'acqua si scavò nuovamente una via e riempì la fossa.
Quindi la Treasure Company decise che avrebbero tentato di bloccare il flusso
d'acqua dallo Smith's Cove facendo esplodere il tunnel di allagamento. Non funzionò.
L'acqua allagò la fossa del tesoro rapidamente come non mai.
Allo stesso tempo una nuova serie di campioni di terreno furono estratti con la
trivella dalla fossa stessa. I risultati furono stupefacenti.
La stanza di cemento
A 126 piedi (~38 m) fu urtato del legno e poi del ferro. Questo materiale è
probabilmente parte del materiale che cadde durante il crollo della fossa. In altre
trivellazioni il legno fu incontrato a 122 piedi e il ferro fu completamente mancato;
ciò significa che il materiale può giacere in modo casuale a causa della caduta.
Tra 130 e 151 piedi (~39/46 m) ed anche tra 160 e 171 piedi (~48/52 m) fu trovata
dell'argilla blu, che era costituita da argilla, sabbia e acqua. Quest'argilla può essere
usata per formare un sigillo a prova d'acqua e probabilmente si tratta dello stesso
"stucco" che fu trovato alla profondità di 50 piedi nella fossa.
Il più importante ritrovamento si ebbe nello spazio tra gli strati di stucco. Fu scoperta
una stanza di cemento. La stanza era alta 7 piedi (~210 cm) con pareti spesse 7 pollici
(~18 cm). Dentro alla stanza la trivella prima urtò del legno, poi un vuoto alto
parecchi pollici e l'ignoto. Poi fu raggiunto uno strato di metallo soffice, poi quasi 3
piedi di pezzi di metallo, e poi altro metallo soffice.
Quando la trivella fu riportata in superficie, a tutto il mistero si aggiunse un altro
sviluppo inprevisto. Attaccato alla punta c'era un piccolo pezzo di pergamena con le
lettere "vi"; "ui"; o "wi". Di cosa faccia parte la pergamena è tuttora un quesito.
Più convinta che mai che c'era un grande tesoro sotto l'isola, la Treasure Company
iniziò a scavare altri pozzi sperando di arrivare alla stanza di cemento. Ciò risultò in
un fallimento a causa dell'allagamento.
Un 2° Tunnel di allagamento
Nel maggio del 1899 fu fatta ancora un'altra allarmante scoperta. C'era un secondo
tunnel di allagamento! Questo si trovava nel South Shore Cove. I progettisti erano
stati più ingegnosi e avevano fatto più lavoro di quanto si pensava in precedenza.
Sebbene questa scoperta rafforzò l'idea che certamente vi era seppellito qualcosa di
valore, effettivamente non portò nessuno più vicino al ritrovamento del tesoro.
Blair e la Oak Island Treasure Company continuarono a scavare nuovi pozzi e a
trivellare per estrarre altri campioni, ma non ci furono progressi e non si ottenne
nessuna nuova informazione.
Tra il 1900 e il 1936 furono fatti molti tentativi per ottenere il tesoro. Fallirono tutti.
305
IL FRAMMENTO DI PIETRA
Nel 1936 Gilbert Hadden, insieme a Fred Blair, iniziò una nuova ricerca sull'isola.
Hadden sgombrò alcuni dei pozzi precedenti vicino alla fossa e pianificò di fare delle
trivellazioni di esplorazione l'estate seguente. Comunque, egli fece due scoperte
lontano dalla fossa.
La prima fu un frammento di pietra che riportava iscrizioni simili a quelle trovate
sulla pietra iscritta scoperta a 90 piedi di profondità nella fossa del tesoro.
La seconda scoperta furono parecchie vecchie travi allo Smith's Cove. Queste grosse
travi sembrano essere state fatte dai progettisti originali, per il fatto che erano tenute
insieme da perni di legno invece che di metallo. Come vedremo più avanti queste
travi erano solo una piccola parte di una costruzione molto più larga.
Il mistero si infittisce
La prima metà del ventesimo secolo vide molti altri tentativi di recuperare il tesoro,
inclusa una spedizione di Franklin Roosevelt. Quasi tutte si concentrarono sul
problema scavando nelle immediate vicinanze della fossa del tesoro. Tutti i gruppi
fallirono, probabilmente perché a quel tempo il luogo originale della fossa del tesoro
era diventato confuso e perché la maggior parte del terreno sotto la parte est di Oak
Island era un alveare di tunnel pieni d'acqua.
Il cacciatore seguente fu Erwin Hamilton. Iniziò la sua ricerca nel 1938 aprendo i
pozzi precedenti e facendo alcune trivellazioni di esplorazione. Nel 1939 durante le
trivellazioni furono fatte altre due scoperte. La prima fu il ritrovamento di rocce e
ghiaia a 190 piedi (~58 m). Secondo Hamilton esse erano estranee e quindi piazzate
là da qualcuno. La seconda scoperta arrivò dopo aver aperto un pozzo precedente fino
a 176 piedi (~54 m). A questo punto fu incontrato e attraversato uno strato di calcare.
La trivellazione portò in superficie schegge di quercia. Apparentemente c'era del
legno SOTTO il calcare naturale.
Nel 1955 George Greene, che rappresentava un gruppo di petrolieri del Texas, giunse
sull'isola. Egli progettò di localizzare il tesoro trivellando. Fece quattro buchi
nell'area che si riteneva la fossa del tesoro. Incontrò del calcare a 140 piedi, poi la
trivella passò attraverso 40 piedi di spazio vuoto prima di urtare un fondo di roccia a
180 piedi. questo largo spazio vuoto rappresentava una nuova scoperta. Greene
pompò 100.000 galloni d'acqua (~380.000 litri) nella caverna, ma l'acqua uscì
velocemente ed egli non scoprì mai dove andò.
La tragedia colpisce
Nel 1959 Bob Restall e la sua famiglia cominciarono il loro attacco all'isola, che
infine si dimostrò tragico.
La sua unica scoperta fu fatta sulla spiaggia dello Smith's Cove mentre tentava di
fermare il sistema di drenaggio. Egli trovò una roccia con scritto "1704" su di essa.
Sebbene gli altri ritenessero che fosse uno scherzo lasciato da una precedente squadra
di ricercatori, Restall credeva che risalisse al tempo della costruzione originale.
Nel 1965 si verificò la tragedia. Mentre scavava un pozzo Bob perse i sensi e cadde
306
nell'acqua sul fondo. Suo figlio, Bobbie, cercò di recuperarlo, cosa che fecero anche
due degli operai. Tutti e quattro furono apparentemente sopraffatti da qualche sorta di
gas, forse il monossido di carbonio di un generatore, persero i sensi ed annegarono.
Macchine pesanti
Bob Dunfield fu la persona seguente che prese l'isola. Nel 1965 egli provò a risolvere
il problema con macchinari pesanti - bulldozer e gru. Tentò di bloccare il flusso
d'acqua proveniente dallo Smith's Cove, e può darsi che ce l'abbia fatta. Poi sul lato
sud dell'isola fu scavata una fossa con la speranza di intercettare l'altro tunnel d'acqua
e bloccarlo. Il tunnel di allagamento non fu trovato, fu trovato invece un pozzo
sconosciuto ri-riempito, forse scavato dai progettisti della fossa. Apparentemente il
pozzo scendeva per 45 piedi e si fermava, il suo scopo resta sconosciuto.
Le altre scoperte di Dunfield sono basate sulla trivellazione. Si determinò che a 140
piedi (~43 m) c'era uno strato di calcare spesso 2 piedi e poi un vuoto di quaranta
piedi (circa dodici metri). Sul fondo dello spazio vuoto c'era un fondo di roccia.
Questa informazione coincideva con una trivellazione fatta nel 1955. Sembrava
esserci una larga caverna sotterranea naturale, cosa apparentemente comune con il
calcare in tutte le parti del mondo.
SCOPERTE RECENTI
Daniel Blankenship, l'attuale ricercatore, iniziò la sua ricerca nel 1965. Nel 1966 egli
scavò ulteriormente il pozzo originale trovato da Bob Dunfield nel 1965. Risultò che
il pozzo andava più giù di 45 piedi. Blankenship trovò un chiodo lavorato a mano e
una rondella a 60 piedi. A 90 piedi incontrò uno strato di rocce in acqua stagnante.
Egli ritenne che questa era una parte del tunnel sud dell'acqua ma non poté esplorare
ulteriormente perché non si riuscì ad evitare che il pozzo crollasse.
Nel 1967 fu ritrovato un paio di forbici di ferro lavorate a mano sepolte sotto i
condotti allo Smith's Cove. Si determinò che le forbici erano spagnole-americane,
probabilmente fatte in Messico, ed erano vecchie di oltre 300 anni. Fu anche trovata
una pietra a forma di cuore.
Lo Smith's Cove rivelò alcuni altri segreti nel 1970 alla Triton Alliance, un gruppo
formato da Blankenship per continuare la ricerca. Mentre la Triton stava costruendo
una nuova barriera, si scoprirono i resti di ciò che sembrava essere la diga dei
costruttori originali.
I ritrovamenti includevano molti tronchi spessi 2 piedi e lunghi fino a 65 piedi (~20
m). Erano marcati ogni quattro piedi con numeri romani incisi su di essi e alcuni
contenevano perni o chiodi. La radiodatazione col radiocarbonio del legno li fece
risalire a 250 anni fa.
Anche la parte ovest dell'isola ha rivelato molti oggetti. Sulla spiaggia più a ovest
vennero rinvenute due strutture in legno, insieme a chiodi fatti a mano e fascette di
metallo. Nove piedi sotto la spiaggia fu dissotterrato un paio di scarpe di pelle.
307
La Triton Alliance comissionò uno studio geologico completo sull'isola da parte del
Golder Associates di Toronto, una eminente ditta di ingegneria geologica. Passarono
un'estate intera a testare il suolo e ad estrarre campioni di terreno dal profondo
sottosuolo.
La loro relazione, che si rumoreggia sia costata oltre 100.000 dollari, conteneva
un'analisi dettagliata della struttura geologica dell'isola, completa di mappe a sezione
trasversale delle caratteristiche del sottosuolo. Il contenuto della relazione Golder non
è mai stato reso pubblico, ma i risultati hanno incoraggiato il gruppo Triton a
continuare i loro scavi.
Borehole 10-X
Le seguenti maggiori scoperte avvennero nel 1976 quando la Triton scavò ciò che è
conosciuto come Borehole 10-X, un tubo di acciaio di 237 piedi (~72 m) affondato a
180 piedi a nord-est della fossa del tesoro. Durante lo scavo furono trovate a 230
piedi molte cavità apparentemente artificiali.
Una telecamera calata in una cavità della roccia a 230 piedi riportò alcune immagini
stupefacenti. Subito si poteva vedere una mano amputata che galleggiava nell'acqua.
Più tardi si potevano scorgere tre casse (del tipo di quelle del tesoro, presumo) e vari
strumenti. Infine fu scoperto un corpo umano.
Dopo aver visto le immagini, fu presa la decisione di mandare giù dei sommozzatori
per dare un'occhiata. Furono fatti molti tentativi ma la forte corrente e la scarsa
visibilità resero impossibile vedere qualcosa.
Prima che la caverna potesse essere completamente esplorata dai sommozzatori,
Borehole 10-X crollò verso l'interno, schiacciando il metallo, rinchiudendo e quasi
uccidendo Blankenship, che si arrampicò fuori dalla buca pochi secondi prima che
implodesse.
Oggi
Oggi la Triton sta chiedendo al governo canadese un prestito di 12 milioni di dollari
per continuare i suoi scavi. Si sta costruendo un largo pozzo fatto di cemento armato
di 70 piedi di diametro e profondo 180 piedi. Forse finalmente si schiuderà il segreto
bicentenario di Oak Island. Sfortunatamente ora l'isola è chiusa al pubblico... ma se
tutto va bene le escursioni saranno presto di nuovo disponibili.
Qui troverai il riepilogo di alcune delle informazioni vitali sul mistero di Oak Island.
Forse queste informazioni ti aiuteranno a controllare le tue teorie.
I risultati delle trivellazioni
Qui sotto troverai informazioni su alcune delle più importanti trivellazioni che sono
state fatte sull'isola.
Triton - 1967-1969
• Stabilito che lo strato di rocce era a 162 +/- 10 piedi
• Tra 172 e 224 piedi trovate porcellane, germogli di quercia, cemento, legno, e
metallo
• Trovati tunnel che vennero tagliati attraverso la roccia - sotto 40 piedi di roccia
• Trovati 40 piedi di roccia, alcuni pollici di legno, strato di argilla blu, pollici di
legno e 6-7 pollici di vuoto
308
• Radiodatazione al carbonio del legno - 1575 +/- 80 anni
• Depressione da 172 a 222 piedi (sotto il condotto di Hadden) - 30 piedi di diametro
riempito con strati di argilla blu con piccole pietre spaziate a 18 pollici l'una
dall'altra!!!
• 186 piedi: metallo e portato in superficie un pezzo di ottone (molte impurità)
• 212 piedi: trovato materiale simile a mattone - era stato cotto
• trovato cemento - lavorato dall'uomo
• 210 piedi: urtato del metallo duro
Borehole X-10
• 140 piedi: trovata una cavità di 4 piedi
• 160 piedi: trovata una cavità di 4 piedi
• Fondo di roccia a 180 piedi
• 210 piedi: trovata una cavità di 2 piedi
• 230-237 piedi: una cavità
• Manciate di metallo trovate a 165 piedi - acciaio a basso contenuto di carbonio prima del 1800
• Abete rosso trovato a 155 piedi
• 155 piedi: otto pezzi di catena di acciaio - acciaio svedese fatto prima del 1790
• Legno a 180 piedi
• Metallo in parecchi posti sopra e sotto il fondo di roccia
660 piedi a nord-nordest della fossa del tesoro - 1973
• 110 piedi: un pezzo di filo lungo due pollici - datato dal 1500 al 1800
• Una lamina di metallo solido
Vi sono ulteriori progetti di scavo
Manufatti trovati
Qui di seguito troverai una lista dei manufatti ritrovati, o presumibilmente ritrovati,
sull'isola. Molti dei manufatti sono andati perduti e se ne conosce l'esistenza solo
grazie ai documenti lasciati dai precedenti cercatori o scrittori.
- Moneta di rame, fischietto (bosun's whistle), un bullone a occhio con anello di
metallo incastonato in una roccia allo Smith's Cove - 1795-1802
- Pietra inscritta
- Anelli d'oro - 1849
- Resti della vecchia diga
- Legno e l'estremità di un barilotto estratta quando la fossa crollò
- Argilla blu
- Pergamena
- Palma di un'ancora di antica fattura - 1931 - scomparsa da allora
- Deposito con migliaia di fiaschi di porcellana rotti
- Roccia con scritto "1704"
- Chiodo, rondella
- Forbici, cuore di pietra
- Diga originale - tronchi spessi 2 piedi e lunghi fino a 65 piedi con numeri romani
marcati su di essi
309
- Chiodi e fascette di metallo
- Scarpe di pelle
- 3 rocce trivellate e cumuli di cenere analizzati scoprendo che si trattava di ossa
bruciate!!!
Dov'è Oak Island nel mondo?
Oak Island è un'isola di 140 acri vicina alla costa ad est della Nuova Scozia (Canada),
situata nella baia di Mahone.
Cronologia
1795 - Daniel McGinnis trova la fossa del tesoro. McGinnis, John Smith e Anthony
Vaughan scavano per 30 piedi e temporaneamente desistono.
1803 - La Onslow Company insieme ai 3 scopritori originali inizia gli scavi. Essi
arrivano a 90 piedi ma vengono inondati dall'acqua.
1804 - La Onslow Company scava un pozzo parallelo profondo 110 piedi ma anche
questo si allaga quando tentano di scavare un tunnel verso la fossa del tesoro.
1849 - La Truro Company inizia a scavare. Essi trivellano attraverso 2 barili riempiti
di "metallo soffice". Recuperate anche 3 maglie di catena d'oro.
1850 -Scoperti il condotto d'acqua sotterraneo e la spiaggia artificiale allo Smith's
Cove.
1861 - Prima vita pretesa da Oak Island. Un uomo venne ustionato a morte da un
boiler esploso.
1861 - Il fondo cadde letteralmente e così gli oggetti che si trovavano a 100 piedi
caddero molto più giù nella buca a causa dell'indebolimento del pozzo dovuto ai
molti tunnel che lo attraversavano.
1893 - Fred Blair e la Oak Island Treasure Company iniziano le loro ricerche.
Studiato il Cave-in pit.
1897 - Scoperta una formazione triangolare di rocce.
1897 - Incontrata una stanza di cemento e trovata una pergamena durante la
perforazione.
1897 - Seconda vita persa quando Maynard Kaiser precipitò mortalmente mentre
veniva estratto dal pozzo.
1899 - Scoperto il 2° tunnel di allagamento, il tunnel della costa sud.
1936 - Trovata la 2° pietra iscritta e altre prove dell'esistenza della diga originale.
1965 - In un solo giorno Oak Island ha preteso altre quattro vite: Bob e Bobbie
Restall, Karl
Al fine di rilassarci e tornare nel reale “mondo fantastico”, parliamo roa del
Mercurio, nelle vere radici “apparenti” della nostra civiltà.
Fra gli antichi documenti scritti riguardanti aeroplani, forse i più completi sono quelli
del Mahabharata che, sebbene considerato scritto nella sua forma attuale nel 1500
avanti Cristo, fu evidentemente copiato e ricopiato fin dalla più remota antichità. Il
poema parla delle gesta degli dei e degli antichi popoli dell'India, ma contiene anche
una tale ricchezza di particolari scientifici che, quando fu tradotto per la prima volta
310
nel diciannovesimo secolo, i traduttori non riuscirono ad afferrare il senso dei
riferimenti ad aeroplani e razzi a propulsione, perché i meccanismi descritti migliaia
di anni prima sarebbero riapparsi, nei tempi moderni, soltanto centocinquant'anni
dopo. Molti dei versi del Mahabharata, dedicati a macchine volanti chiamate
vimanas, contengono particolareggiate informazioni sui principi per costruirle, che
avevano creato una grande confusione d'idee nei traduttori.
In un altro testo indiano antico, il Samarangana Sutradhara, sono discussi estesamente
i vantaggi e gli svantaggi di diversi tipi di aeroplani, con le loro relative capacità di
ascesa, discesa e velocità di crociera; e, oltre a una descrizione della fonte di energia,
il mercurio, il testo contiene raccomandazioni riguardanti i tipi di legno e di metalli
leggeri e assorbenti calore, adatti per la costruzione di aeroplani. Vi sono anche
dettagli informativi su come fotografare piani del nemico, sui metodi per determinare
i suoi sistemi di approccio, sui mezzi per rendere incoscienti i suoi piloti, e, infine,
per distruggere i vimanas nemici.
In un altro antico classico indiano, il Ramayana, esistono curiose descrizioni di viaggi
in aeroplano, migliaia d'anni fa. I particolari delle vedute sopra Ceylon e sopra parti
della costa indiana sono scritti con tanta naturalezza e sono così simili a quelli che si
vedono oggi, i frangenti sulle spiagge, la curva della terra, i pendii delle colline,
l'aspetto delle città e delle foreste, da convincere quasi il lettore del fatto che qualche
viaggiatore aereo dei tempi antichi abbia visto davvero la terra dal cielo, invece
d'immaginarla. In un'epitome contemporanea del Ramayana, la Mahavira Charita,
l'eroe buono Rama, al suo ritorno da Lanka, dove ha appena salvato sua moglie Sita,
riceve in dono un vimana speciale, descritto così: "Senza ostacoli al movimento, in
grado di mantenere la velocità desiderata, perfetto nei controlli, sempre obbediente
alla volontà (di chi lo guida) fornito di salottini con finestre e di ottimi sedili...", un
caso in cui un classico antico si presenta come un annunzio pubblicitario moderno per
l'Air India. Nello stesso testo troviamo un dialogo particolarmente sbalorditivo, se
teniamo presente che precede di parecchie migliaia d'anni la realtà dei viaggi spaziali,
e anche la constatazione di come appaiono le cose nello spazio.
Rama: "Sembra che il movimento di questo eccellentissimo veicolo sia cambiato ".
Vishishara: " Ora questo veicolo sta allontanandosi dalle vicinanze del centro del
mondo ".
Sita: " Come mai questo circolo di stelle appare... perfino di giorno? "
Rama: " Regina! È davvero un circolo di stelle, ma a causa dell'enorme distanza noi
non possiamo scorgerlo durante il giorno, perché i nostri occhi sono offuscati dalla
luce del sole. Ma ora, con l'ascesa del veicolo, questo non ha più ragion d'essere... (e
così noi possiamo vedere le stelle) ".
Queste descrizioni potrebbero essere memorie di un'antichissima civiltà tecnicamente
progredita, oppure soltanto fantasie paragonabili a quelle di certi attuali scrittori di
fantascienza dotati di una grande immaginazione: in, ogni caso, alcuni di questi
resoconti sembrano stranamente contemporanei, escluso il materiale usato come fonte
di energia per l'aeroplano (che però potrebbe essere un errore d'interpretazione del
testo originale): "Nell'interno bisogna mettere il motore a mercurio, e sotto di esso il
311
suo apparecchio di riscaldamento in ferro. Per mezzo dell'energia potenziale del
mercurio, che mette in moto il turbine d'aria propellente, un uomo seduto nell'interno
può viaggiare a grandi distanze nel cielo... perché i contenitori di mercurio devono
essere costruiti dentro la struttura interna. Quando questi vengono scaldati da un
fuoco controllato, il vimana sviluppa, attraverso il mercurio, una potenza di tuono...
Se questa macchina di ferro con giunti opportunamente saldati è riempita di mercurio
e il fuoco è incanalato nella parte superiore, sviluppa un'energia con un ruggito da
leone... e d'un tratto diventa come una perla nel cielo".
Una tavola maya del Codice Troano: in essa vi è raffigurato un essere (dall'aspetto
poco umano) che sta azionando una presunta "macchina per volare". Per lo studioso
francese Robert Charroux il dispositivo contenente la X è interpretabile come
"motore", mentre più in alto c'è un apparato simile agli ugelli di un razzo. L'essere è
intento ad accendere o a scaldare la "macchina" con una specie di fiaccola, mentre
con l'altra mano regge un dispositivo sconosciuto. Si noti la sorprendente analogia tra
questa raffigurazione maya e la descrizione dei vimanas negli antichi testi sacri
indiani.
Il tumulo funerario di Sce Huang-ti (o Ts'in Sce Huang-ti), l'« imperatore giallo »,
alto 48 metri all'epoca della scoperta da parte della spedizione Segalen, è a cinque
piani e misura 350 metri di lato, con un volume di 1.960.000 metri cubi, il che lo
rende, per imponenza, il quarto monumento del mondo, dopo la piramide messicana
di Cholula e quelle egizie di Cheope e di Chefren. «Le serissime cronache dello
storico Sseu-ma Ts'ien (135-85 a.C.), citato abbondantemente e molto apprezzato dai
sinologi », scrive Patrick Ferryn, « ci hanno lasciato informazioni più che curiose a
proposito di questo monumento». Eccone un estratto.
« Sce Huang-ti riuniva nelle sue mani tutto l'impero. I lavoratori che furono mandati
alla costruzione del sepolcro erano in numero di oltre 700 mila. Si scavò il suolo fino
all'acqua, vi si colò del bronzo e vi si portò il sarcofago. Palazzi, edifici per tutte le
amministrazioni, utensili meravigliosi, gioielli ed oggetti rari furono trasportati e
sepolti. Degli artigiani ricevettero l'ordine di fabbricare balestre e frecce automatiche:
se qualcuno avesse voluto fare un buco ed introdursi nella tomba, gli avrebbero tirato
subito addosso. Un vero palazzo sotterraneo si ergeva là dove ruscelli di mercurio
disegnavano fiumi eterni: delle macchine li facevano colare e li trasmettevano gli uni
agli altri. In alto c'erano tutti i segni del cielo, in basso tutte le disposizioni
geografiche. Si fabbricarono con grasso di foca torce che si calcolava dovessero
durare parecchio tempo. [...]. Venne poi posta sul tumulo della vegetazione, in modo
da farlo assomigliare ad una montagna ». [...]
Tombe a parte, sono stati rinvenuti nel deserto di Gobi alcuni oggetti che
testimoniano l'esistenza di un'antica civiltà. Ci limiteremo a citare, tra questi, perfette
carte celesti di 20 mila anni fa e dipinti
rappresentanti in modo inequivocabile indiani dell'America meridionale, portati alla
luce dall'archeologo britannico Aurel Stein con alcuni vasi di argilla contenenti
mercurio.
Al mercurio abbiamo accennato varie volte nel corso di questo capitolo. Ma a che
312
cosa potrebbe essere servito quello di Gobi? Lo scrittore Jacques Bergier non esclude
che da tale metallo qualcuno sia potuto partire per produrre energia nucleare ed
affaccia l'ipotesi che l'antichissima cultura di Gobi sia stata distrutta da una di quelle
tremende guerre combattute con veicoli aerei ed esplosivi d'inaudita potenza di cui
parlano i testi sacri indù. Non vogliamo correre con la fantasia, ma dobbiamo notare
che nel deserto s'incontrano, come osservano anche gli studiosi sovietici, vaste
regioni di terra vetrificata alla lettera. Il pittore Nicolas Roerich, che esplorò queste
regioni dal 1920 al 1925, narra di aver visto un'aeronave metallica levarsi da una
valle. E questo ben prima che si cominciasse a parlare di UFO.
« Partita da Darjeeling, in India », scrivono Jacques Bergier e Paul Chwat, « la sua
spedizione attraversò l'Himalaya, l'altipiano tibetano e la catena montana di Kun-Lu,
per poi inoltrarsi nel Gobi. Nella carovana un pony portava un cofano contenente una
misteriosa pietra "la cui radiazione è più forte di quella del radium, ma di un'altra
frequenza" (?). Si sarebbe trattato di un frammento caduto dal cielo, conservato,
secondo Andrew Tomas, in un tempio di Shambhala».
Brano tratto da "Misteri Antichi" di Michael Baigent (1998):
Gli alchimisti si dedicavano alla loro arte con grande impegno. Molte delle tecniche e
degli apparecchi di laboratorio ancora oggi in uso derivano certamente da loro. Le
attrezzature specialistiche di cui si servivano sono circa ottanta, fra cui fornaci di
vario tipo, piatti e crogioli di ceramica, fiale e beute di vetro, lime, spatule, pinze,
martelli, bagni di acqua e di sabbia, filtri di cotone e di lino, imbuti, pestelli e mortai,
alambicchi, e una quantità di altri strumenti e recipienti, la maggior parte dei quali
vengono usati ancora oggi.
Scaldare gli oggetti era una delle pratiche più in uso e due erano i metodi utilizzati:
uno, più dolce, consisteva nell'immergere l'oggetto in sterco di cavallo o bagni
d'acqua; l'altro, più violento, prevedeva l'uso di una fornace la cui temperatura veniva
continuamente alzata da assistenti sudati che maneggiavano grandi mantici di pelle o
soffiavano attraverso tubi. La temperatura raggiunta era così alta che i solidi si
riducevano in polvere o si vaporizzavano.
Gli alchimisti inventarono anche la distillazione, che determinò la nascita di
un'intensa attività per la produzione di profumi; per l'acqua di rose, per esempio,
molto apprezzata nel mondo islamico del Medioevo, si scaldavano dolcemente i
petali fino a ottenere un distillato di oli aromatici. E, come logica conseguenza, gli
alchimisti del XII secolo scoprirono che, distillando il vino, si otteneva una specie di
medicina che favoriva la convivialità: l'alcol.
Di solito, lo stesso prodotto veniva scaldato, distillato e ridistillato centinaia di volte,
per mesi o per anni, con il solo scopo di raggiungere un obiettivo piuttosto vago:
produrre, cioè, la quintessenza di ogni cosa, la rossa pietra filosofale. Gli alchimisti
credevano che la polvere ottenuta da questa pietra avesse il potere di trasformare i
metalli vili in oro.
L'alchimista arabo Geber descrisse un processo in cui, perché avvenissero i
cambiamenti desiderati, bisognava passare attraverso settecento fasi progressive di
distillazione. I chimici moderni non hanno mai tentato di ripetere questi lunghissimi
313
processi, e dunque non sappiamo se siano efficaci o no. Ma, come vedremo più
avanti, potrebbero esserlo.
Anche se non esisteva unanimità sul processo da seguire per ottenere la pietra
filosofale, la maggior parte dei testi descrive sette passaggi, cominciando dal
mercurio o da una miscela di mercurio e zolfo. Ogni passaggio durava molto a lungo,
da sette mesi a un anno, e per tutto il tempo la temperatura della fornace doveva
essere mantenuta costante. John Dastin, un monaco alchimista del XIV secolo, scrisse
che il mercurio, una volta trasformato nel rosso elisir, doveva essere scaldato a fuoco
lento per cento giorni. Nel caso il liquido fosse evaporato, bisognava ricominciare da
capo tutto il procedimento.
Anche il periodo astrologico aveva la sua importanza. Si dice che l'alchimista
Nicholas Flamel ottenne per la prima volta la "pietra" lunedì 17 gennaio 1432, verso
mezzogiorno; poi, da circa "duecento grammi di mercurio", ricavò la stessa quantità
di argento. Di nuovo, servendosi della "pietra rossa" il 20 aprile dello stesso anno,
alle cinque di sera, trasformò in oro un'uguale quantità di mercurio (Flamel, His
Exposition of the Hyeroglyphical Figures, pag.13) . Qualunque sia l'interpretazione
che vogliamo darne, quando Flamel morì nel 1517, lui e sua moglie avevano fatto
costruire quattordici ospedali, tre cappelle e sette chiese a Parigi, e avevano
finanziato altre opere a Boulogne.
Quando cominciò a svilupparsi, nel XVII secolo, la scienza sperimentale ripudiò le
sue radici alchemiche. Uno dei primi scienziati, Robert Boyle, più tardi noto per la
"legge di Boyle", fu un fermo sostenitore dei nuovi metodi sperimentali e commentò
con disprezzo che «gli scritti e le fornaci» degli alchimisti «non erano solo fonte di
luce, ma anche di fumo».E, evidentemente seccato dalla difficoltà e dalla complessità
delle opere alchemiche che aveva tanto faticato a capire, aggiunse sarcasticamente
che se i loro autori avessero desiderato veramente mantenere segreta la loro arte,
«avrebbero potuto, con meno discredito per loro stessi, e meno problemi per i loro
lettori, nasconderla meglio evitando del tutto di scrivere libri, anziché scriverne di
così brutti».
Eppure, negli ultimi vent'anni, è stato dimostrato che l'alchimia continuò ad
affascinare Boyle a tal punto che non smise mai di fare esperimenti di trarismutazione
in segreto. Per nascondere questo suo interesse, cominciò a scrivere i risultati degli
esperimenti usando un codice segreto molto complicato che si basava sulle lettere
dell'alfabeto latino, greco ed ebraico. I testi in codice, centinaia di pagine, vennero
scoperti nel 1992. Ora la domanda è: a chi nascondeva questi testi? E perché? La loro
esistenza dà comunque la misura della serietà con cui Boyle prendeva l'alchimia.
Ormai possiamo dimostrare che il famoso scienziato non solo credeva nel potere di
una polvere di trasformare una sostanza in un'altra, ma era anche convinto che gli
adepti, saggi iniziati alle arti alchemiche, conoscessero bene il segreto per produrla e
usarla. Fece grandi sforzi per entrare in contatto con loro e per avere accesso ai loro
segreti, ma non sappiamo se riuscì nel tentativo; certo, fece dichiarazioni piuttosto
curiose sull'argomento. In un dialogo mai pubblicato, oggi conservato alla Royal
Society di Londra, Boyle afferma di credere che gli adepti possedevano la "polvere
314
rossa" derivante dalla pietra filosofale, e che sapevano usarla non solo per fare
medicine e tramutare i metalli vili in oro e argento, ma anche per mettersi in contatto
con gli spiriti. Lo scienziato scoprì anche un tipo di mercurio per uso alchemico che
definì "fine", ma di cui non rivelò mai l'origine e produsse, o ebbe in dono, una
polvere alchemica che chiamava "terra rossa". Alla sua morte, avvenuta nel 1691,
lasciò una parte di questa "terra rossa" al suo amico John Locke, filosofo e membro
della Royal Society, che successivamente la diede a un altro amico, Isaac Newton,
presidente della Royal Society dal 1703. Dunque la "terra rossa" venne in possesso
del fior fiore dell'establishment scientifico dell'epoca.
Newton, vero e proprio monumento nella storia della scienza, condivideva con Boyle
il grande interesse per l'alchimia, e i due si incontrarono segretamente con vari
alchimisti, anche se poi ne deridevano il lavoro in pubblico. L'interesse di Newton per
l'alchimia rimase nascosto per molti anni. Quando morì, nel 1727, molte delle sue
carte furono bruciate, e molte altre vennero dichiarate «non adatte alla
pubblicazione» e conservate dalla sua famiglia. Il suo grande interesse per le arti
alchemiche non divenne noto finché queste carte non furono messe all'asta a Londra
nel 1936, quando gli studiosi scoprirono non solo il ruolo dominante che l'alchimia
aveva avuto nella sua vita, ma anche che il grande scienziato credeva fermamente che
«gli antichi conoscevano tutti i segreti contemporaneamente». La dottoressa Betty
Dobbs, che studiò queste carte, concluse che «si poteva affermare con certezza che
Newton credeva così fermamente nei princìpi fondamentali dell'alchimia, che non
arrivò mai a negarne la validità generale...». Si può dubitare che Flamel e Dastin
fossero davvero riusciti a creare la pietra filosofale e a trasformare i metalli in oro.
Certo, è una cosa accaduta molto tempo fa ed è probabile che i resoconti che ne
vennero fatti in seguito contenessero qualche esagerazione. Ma, considerando il
rigore scientifico con cui Boyle e Newton conducevano i loro esperimenti, e visto che
hanno lasciato una serie di scritti sull'argomento, è lecito domandarsi che cosa
occupasse tanto del loro tempo. Che conclusioni dobbiamo trarre dal fatto che si
siano dedicati così a lungo al trattamento del mercurio, sperando di riuscire a
produrre una sostanza rossa, pietra o elisir che fosse?
Nel loro caso, il processo alchemico non può essere stato solo simbolico, perché i due
scienziati erano perfettamente consapevoli della differenza; e comunque, se fosse
stato solo simbolico, Boyle non avrebbe avuto alcun bisogno di usare un codice e
Newton non avrebbe tenuto segrete le sue carte. Forse gli alchimisti avevano scoperto
tecniche che la scienza ortodossa non aveva ancora sviluppato, ma di cui Boyle e
Newton erano venuti a conoscenza.
È davvero possibile che la distillazione ripetuta o il riscaldamento di un oggetto per
un periodo di tempo prolungato produca tali cambiamenti in un elemento o in un
composto, da poterlo letteralmente trasformare in un prodotto dai poteri straordinari?
E la scienza moderna è mai riuscita a dimostrare l'esistenza di una cosa simile? La
risposta, per quanto timidamente possa venir data, è sì.
Dopo il crollo dell'Unione Sovietica e l'indebolimento del suo rigido potere
centralizzato, le organizzazioni criminali russe hanno assunto un controllo sempre
315
maggiore del paese, cercando anche di stabilire un contatto con organizzazioni
straniere. Dal 1991 in poi ci sono stati incontri ad alto livello con i padrini della
mafia, della camorra e della 'ndrangheta. I legami che la criminalità russa ha stabilito
con quella italiana hanno reso più facile il. riciclaggio di denaro sporco e il traffico di
droga e di materiali nucleari illegali, "facili da reperire sul mercato grazie al caos
amministrativo e alla carenza di fondi determinatasi nell'industria nucleare e nelle
forze armate sovietiche". Fondi che, al contrario, certo non mancavano ai regimi
interessati all'acquisto di quei materiali.
Alla fine del 1993 comparve sulla scena un nuovo elemento piuttosto preoccupante. I
gruppi criminali russi cominciarono a immettere sul mercato una sostanza fino a quel
momento sconosciuta in Occidente e nota semplicemente come "mercurio rosso". Si
diceva che fosse un prodotto segreto dell'industria nucleare sovietica. Il 23 dicembre
1993 cinque cittadini moldavi cercarono di far entrare in Romania una certa quantità
di uranio puro insieme a una sostanza che chiamavano, appunto, mercurio rosso, e
che era destinata al mercato nero nucleare (The Times, 24 dicembre 1993, pag.9). Gli
scienziati occidentali, preoccupati della cosa, cercarono di scoprire se la sostanza
esisteva veramente e di stabilire che cosa fosse. Ma nel 1994, il ministero dell'Energia
degli Stati Uniti e l'Agenzia internazionale per l'energia atomica dichiararono che il
mercurio rosso era un'"invenzione", un'altra frode perpetrata dalla mafia russa ai
danni di probabili acquirenti di materiale nucleare illecito. Ma alcuni fisici nucleari
occidentali avevano buone ragioni per pensarla altrimenti, e sospettarono che le
accuse di frode fossero state motivate dal desiderio di nascondere una verità
scomoda.
Nel giugno del 1994, in un articolo apparso sulla International Defense Review, il
fisico nucleare Frank Barnaby riportò la conversazione che aveva avuto con un fisico
russo la cui identità rimase anonima. Secondo lo scienziato, il mercurio rosso era un
componente fondamentale di un nuovo tipo di testata nucleare russa; la sostanza si
era dimostrata un catalizzatore molto efficace nella detonazione, tanto che era ormai
possibile produrre bombe nucleari molto più piccole e molto più leggere di quelle
occidentali. Il dottor Barnaby spiegò che grazie a questo mercurio rosso si potevano
produrre testate nucleari di un peso compreso fra i due e i tre chili, che potevano
venire facilmente collocate nel centro di una città e poi fatte esplodere. Il suo maggior
timore era che questa pericolosissima sostanza potesse cadere nelle mani di qualche
terrorista. Tra l'altro, era stato informato che Israele, l'Iran, l'Iraq, la Libia e il
Pakistan ne erano già entrati in possesso per vie illegali e intendevano dare inizio alla
produzione delle armi. È noto che alcuni di questi paesi appoggiano gruppi terroristici
di vario tipo, e potrebbero fornir loro sia la sostanza grezza, sia il prodotto finito. Il
metodo di produzione del mercurio rosso ha evidenti somiglianze con i processi
alchemici. Se un alchimista lavorasse all'interno di un complesso militare russo, e
avesse accesso alle attrezzature moderne, certamente riuscirebbe a inventare qualcosa
di simile a questa sostanza. In base alle notizie fornite dallo scienziato russo, la
sostanza viene prodotta in questo modo:
Il sesquiòssido di antimonio e l'ossido di mercurio vengono riscaldati insieme a una
316
temperatura di 500 gradi centigradi e alla pressione di un'atmosfera di ossigeno. Il
riscaldamento deve continuare a una temperatura costante per due giorni. Il prodotto
finale è una sostanza chiamata ossido di mercurio e antimonio. Questo processo non è
stato riportato sulla stampa ufficiale fino al 1968.
L'ossido così ottenuto viene sciolto in mercurio puro; ossido e mercurio devono
essere presenti nella stessa quantità. La miscela viene poi sigillata in un contenitore e
messa in un reattore nucleare, dove viene irradiata per circa venti giorni a una
temperatura di 500 gradi.
Fatto questo, il mercurio in eccesso viene eliminato e quello che rimane è una
sostanza "rosso ciliegia" della consistenza del miele liquido. Capsule contenenti
questo liquido vengono poi messe nelle bombe nucleari."
È strano che il processo di produzione descritto preveda l'uso del mercurio e tempi di
reazione così lunghi. Ed è anche strano che, insieme al mercurio, venga usato
l'antimonio. L'alchimista del XII secolo Artefio parla di una speciale tintura
contenente antimonio e mercurio sublimato che avrebbe dovuto avere effetti
spettacolari (The secret book of Artephius, pag.6). Gli scienziati ammisero solo nel
1968 che si poteva realizzare un composto chiamato ossido di mercurio e antimonio;
il mercurio rosso, invece, non è stato ancora accettato. La domanda che ci poniamo è
quante sostanze considerate impossibili si possano invece realizzare grazie alla
chimica e alla tecnologia moderna, e avendo a disposizione molto tempo. Forse, oltre
alla pazienza, gli esperimenti degli antichi alchimisti possono insegnarci molto".
Brano tratto dal Samarangana Sutradhara in sanscrito:
"La struttura del Vimana deve essere costruita solida e durevole, come un grande
uccello volante di materiale leggero. All'interno si deve mettere il motore a mercurio
con sotto il suo apparato di riscaldamento in ferro. Per mezzo della potenza latente
nel mercurio che mette in movimento il turbine di comando, un uomo seduto
all'interno viaggia per una grande distanza nel cielo. I movimenti dei Vimana sono
tali che esso può ascendere verticalmente, discendere verticalmente, muoversi
inclinato avanti e indietro. Con l'aiuto delle macchine gli esseri umani possono volare
nell'aria e gli esseri celesti possono discendere sulla terra."
Le scoperte del mondo sommerso ci fanno rivivere esperienze che ci lasciano senza
fiato: la storia che abbiamo studiato riguarda una percentuale infima della “nostra
vera storia”
YONAGUNI
IL MONDO SOMMERSO
(tratto da )
Nel 1997
317
l'équipe di oceanografi diretta dal professor Masaki Kimura,
geologo dell'Università
Ryukyu di Okinawa,
ha scoperto i resti di
un'antica civiltà nelle
acque dell'isola Yonaguni.
Posti al largo del Mar della Cina,
nello stretto che collega il Giappone
a Formosa e sommersi a 25 metri
sotto il livello del mare,
rappresentano per gli scopritori
la testimonianza di una civiltà
vissuta oltre 10.000 anni fa.
Le costruzioni, di enormi dimensioni, hanno suscitato eccitazione e sgomento nella
comunità archeologica internazionale. Le caratteristiche architettoniche di quella che
può essere considerata una colossale struttura, di grandezza paragonabile a quella
della piramide di Cheope, sono accostabili alle costruzioni mesopotamiche chiamate
Ziggurat, piramidi a gradoni, tipiche dell'area medioorientale. Non possono quindi
essere associate a niente che abbia a che fare con le culture nipponica e cinese a noi
note. In precedenza nessuno aveva fatto caso alla presenza di queste costruzioni ed il
professar Kimura è stato il primo ad aver capito che la struttura non era opera della
natura, bensì dell'uomo. Inoltre, nella stessa zona, ritrovamenti di altre costruzioni si
sono aggiunti alla scoperta principale, a conferma che, sommerso a poche decine di
metri sotto la superficie marina, un intero complesso architettonico era in attesa di
essere scoperto e fornire una nuova chiave di lettura alla storia della civiltà orientale e
mondiale. Al sito sottomarino si sono interessati anche il geologo Robert Schoch e
l'egittologo John Antony West, sostenitori dell'esistenza di Atlantide e consulenti per
gli approfonditi studi di Robert Bauval e Graham Hancock, che hanno considerato la
struttura opera della natura. Ma Kimura ha replicato a queste affermazioni. "Se i
gradoni fossero il risultato dell'erosione causata dalle correnti marine ha dichiarato
Kimura lo stesso fenomeno sarebbe leggibile anche sulle rocce circostanti. La
scoperta di ciò che sembra essere una strada che cinge l'intero complesso, conferma
che è solo opera dell'uomo". Dopo che le immagini del luogo sono state divulgate,
Schoch e West hanno dovuto ammettere il loro errore.
UNA PIRAMIDE DI 10.000 ANNI FA
Una certa agitazione regna fra gli studiosi giapponesi, in quanto le analisi e gli studi
sembrano confermare che il complesso sottomarino di Ryukyu ha strette relazioni con
318
le rovine precolombiane ed egiziane.
Forse si trattava di un sito religioso e cerimoniale che non ha corrispondenze con
nessun'altra architettura sacra dell'estremo Oriente e che si lega invece a siti
archeologici presenti in altre parti del mondo. In particolare, l'intero complesso
sottomarino come progetto architettonico è sorprendentemente simile alla città Inca
di Pachacamac in Perù. Il professar Kimura si dichiara convinto che il tutto è opera di
un popolo molto intelligente "con un alto grado di conoscenza tecnologica e di cui
finora non avevamo nessuna traccia". Anche l'età stimata del complesso lascia
perplessi; Teruaku Ishi, docente di geologia all'Università di Tokio, sostiene che la
Piramide sommersa potrebbe risalire almeno all'ottomila a.C.. Altri studiosi la
retrodatano addirittura al 12.000 a.C.; come dire, più antica delle piramidi d'Egitto.
La corrispondenza architettonica tra le strutture sommerse di Okinawa e i templi
egiziani, mesopotamici e mesoamericani pone sul tavolo le argomentazioni che gli
studiosi di paleoastronautica hanno sino ad oggi avanzato e che molti archeologi solo
ora iniziano a prendere in considerazione: vale a dire la presenza di una civiltà
planetaria molto evoluta, antecedente il diluvio, Atlantide o la leggendaria Mu,
(oppure ciò che i giapponesi chiamano la mitica Onogorojima) della cui cultura prediluviana si trovano tracce nei monumenti megalitici sparsi un po' ovunque nel
mondo. Il fatto che la Piramide di Ryukyu sia posta sotto il livello delle acque è un
indizio consistente del fatto che la civiltà che la eresse scomparve con il diluvio.
Ingegneria antidiluviana
Una civiltà che in un lontano passato dovette esercitare una grossa influenza su tutto
il globo terracqueo.
Non sono altrimenti spiegabili le notevoli analogie tra le costruzioni peruviane e
boliviane e quelle giapponesi. Non è noto a molti infatti che anche in Giappone sono
state ritrovate piramidi a facce levigate. Il 19 ottobre 1996 una spedizione
archeologica ha scoperto nel nord del Giappone, nell'isola di Honsu, in località Hang
sul monte Kasagi, una piccola piramide monolitica e simmetrica, versione in
miniatura della piramide di Cheope. Formata da un unico blocco granitico, misura
4,70 metri di base per 2,20 di altezza e rappresenta un elemento architettonico del
tutto sconosciuto in Giappone; sino ad oggi almeno. La piccola piramide giapponese
non è la sola struttura apparentemente inconsistente con la classica architettura del
Sol Levante. Molti dei lettori conosceranno le costruzioni peruviane della città di
Cuzco con il suo Curichanca, il recinto d'oro, e la vicina Sacsayhuaman ancora
caratterizzata da lunghe file murarie.
L'ingegneria inca era contraddistinta dalla capacità di saper assemblare blocchi
monolitici e giganteschi con una tecnica ad incastro che non ha corrispettivi validi in
epoca moderna. Queste costruzioni hanno vinto la sfida del tempo, superando anche
forti eventi sismici, pur essendo costruite senza alcun cementificante. Il segno di una
tecnica superiore ancora oggi enigmatica. Il sistema ad incastro non è solo
319
prerogativa del centrosud America. Le piramidi e i templi egiziani, la piattaforma del
tempio di Baalbek in Libano, le fondamenta del tempio di Gerusalemme, oggi
visitabili dalla parte cristiana della città sacra presentano la stesse caratteristiche, da
molti ricercatori addebitabili ad una cultura antecedente il diluvio, in un periodo
compreso tra il 10.000 e il 15.000 a.C.. Peculiarità incredibilmente presenti nelle
mura di cinta del palazzo imperiale di Tokio, anch'esse formate da blocchi monolitici
perfettamente incastrati l'uno nell'altro, come per le costruzioni inca e caratterizzate
dalla medesima tecnica ingegneristica.
Tra i resti del palazzo è stata inoltre trovata una piccola porta, versione in scala
ridotta della Porta del Sole di Tiahuanaco in Bolivia, e come quest'ultima sovrastata
da un idolo il cui originale è stato distrutto dai bulldozer durante gli scavi. È una
statua, per stile, assimilabile agli idoli a tutto tondo peruviani. Il sistema con cui è
assemblata la porta, caratterizzato da tre blocchi monolitici, sembra collegarla ai
Dolmen europei e soprattutto ai Triliti che formano l'intero complesso di Stonehenge.
I MENHIR DI NABEYAMA
Se, infatti, le recenti scoperte archeologiche hanno rivelato incredibili corrispondenze
con monumenti americani, medioorientali ed egiziani, colpisce il fatto che anche
l'architettura bretone e celtica, trovi i suoi corrispettivi in Giappone. Nella foresta di
Nabeyama sono stati rinvenuti, sempre nel 1996, due Menhir affiancati, elementi del
tutto sconosciuti alla cultura giapponese. Si è appurato che i megaliti dell'antica
cultura neolitica europea e bretone in particolare avevano lo scopo di segnalare, come
un vero calendario, i principali eventi astronomici, dalle eclissi ai solstizi, e su questi
le popolazioni scandivano il loro ritmo di vita. Gli studiosi di paleoastronautica
sapranno che il tempio megalitico bretone di Stonehenge ha un'origine ancora oscura
e la sua data di costruzione viene continuamente anticipata. Anche in Egitto è stata
scoperta, proprio quest'anno, una struttura simile, risalente al 7000 a.C., formata da
monoliti di 3,6 metri di diametro e oltre 2 metri d'altezza disposti in circolo e
perfettamente allineata nordsud, estovest e con il solstizio d'estate. Il fatto che queste
costruzioni siano presenti in luoghi così distanti e in tre continenti differenti, Asia,
Europa ed Africa, riconduce alle stesse ipotesi formulate per le costruzioni piramidali
nipponiche. Una cultura sviluppata ha agito da impronta a livello planetario in un
lontano passato, per poi sparire improvvisamente.
LA RADICE COMUNE
Se queste costruzioni si trovassero in Perù o in Bretagna, nessuno avrebbe dubbi sulla
320
loro origine. Che significato dare a queste perfette corrispondenze? La risposta deve
per forza di cose considerare che America, Asia ed Europa furono in un lontano
passato legate da una cultura estremamente evoluta. La presenza in terra giapponese
di questo tipo di architettura conferma che Atlantide deve essere realmente esistita e
che essa estese il suo dominio anche in Estremo Oriente o quanto meno influenzò con
la sua conoscenza le popolazioni vicine. È un dato di fatto che sta emergendo con
forza grazie alle nuove scoperte, molto più di quanto ancora gli archeologi siano
pronti ad ammettere. Come si spiegherebbe altrimenti l'esistenza in Giappone di
elementi estranei alla cultura estremo orientale, ma perfettamente inseribili in contesti
culturali così lontani quali quelli precolombiani, medioorientali ed europei?
Se il Giappone nella sua storia conosciuta mai venne a contatto con queste
popolazioni, dove va cercata la radice comune? Probabilmente in una realtà
cancellata dalle acque devastatrici di una catastrofe di 10.000 anni fa, che solo ora sta
restituendoci un'antica memoria storica sepolta nel buio dei secoli.
La Lemuria Che il Giappone facesse parte, migliaia di anni fa, di un antico impero
scomparso, era già stato ipotizzato nel 1968 da W. Raymond Drake nel suo libro
Spacemen in the Ancient East, in cui il Sol Levante viene inserito all'interno dei
continente di Lemuria. Drake scrive che i primi coloni del Giappone erano uomini di
razza bianca, custodi della conoscenza lemuriana. La bandiera del Sole nascente,
simbolo dei Giappone, rappresenterebbe ancora il sacro simbolo di Lemuria. "Come
gli lndù, i Cinesi e gli Egiziani, i Giapponesi hanno avuto ben dodici dinastie di
imperatori divini afferma Drake che hanno regnato per 18.000 anni, suggerendo una
dominazione di origine cosmica. Gli etnologi concordano sul fatto che i primi
antenati dei Giapponesi erano uomini bianchi che soggiogarono gli autoctoni Ainu,
oggi quasi dei tutto scomparsi, iniziando così la stirpe Yamato. Analisi linguistiche
suggeriscono che la lingua giapponese ha affinità con il babilonese". Ciò conferma
che non sono i soli monumenti a fornire le tracce di una radice culturale comune di
epoca antidiluviana tra le popolazioni dell'antichità.
Non possono mancare le pietre di Ica: ritorniamo nel mondo fantastico, che fantastico
non è.
ALTRI MISTERI DEL MONDO - PIETRE DI ICA
Una scoperta sensazionale, che potrebbe comportare la necessità di riscrivere la storia
dell'uomo sul pianeta Terra. Si tratta di una vera e propria "glittoteca" (biblioteca di
pietre incise) che traccia una storia di una umanità vissuta 65 milioni di anni fa.
Ica è una località del Perù, sul fiume omonimo, non lontano dai famosi Altipiani di
Nazca, sui quali sono state rinvenute le piste figurate che secondo alcuni potevano
321
essere utilizzate dagli extraterrestri, e da Machu Picchu. Un nuovo grande mistero,
dunque: una storia delle origini dell'uomo finora assolutamente sconosciuta.
LE PIETRE DI ICA
Per un certo gusto neopositivista, si è soliti pensare che più la civiltà degli umani
vada avanti, più, di conseguenza, la tecnologia migliori e progredisca. In questa
ottica, il passato viene sempre visto come un'epoca di arretratezza ed “ignoranza”.
Alla fine dell'Ottocento, in alcuni paesi Europei, ammalarsi di polmonite voleva dire
la morte certa; oggi, fortunatamente, non è più così. Quarant'anni fa, i primi computer
a valvole occupavano intere stanze ed avevano una capacità di calcolo assai limitata;
oggi, un computer portatile non pesa più di un paio di chili, sta comodamente in una
borsa e ci permette, tramite Internet, di metterci in comunicazione con il mondo
intero. Gli esempi potrebbero continuare all'infinito, ma confermerebbero sempre la
stessa cosa: il passato è buio ed antiquato, il presente ed il futuro luminosi e
caratterizzati da una più alta qualità tecnologica. Ma forse le cose non stanno così:
forse, nel passato del nostro pianeta, c'è stata una civiltà in possesso di tecnologie
nettamente superiori a quelle in nostro possesso. Incredibile? Forse no, a giudicare da
quelle che potrebbero essere le prove …
Il deserto di Ocucaje, in Perù, è un territorio arido e sabbioso posto ai piedi della
catena delle Ande, vicino all'altopiano di Nazca, celebre per i suoi disegni, e non
lontano da Paracas, località nota per il suo “candelabro di sabbia”. Il deserto ha una
grande rilevanza archeologica, in quanto, all'inizio del 1900, furono scoperte
vastissime necropoli delle culture Nasca e Paracas (datate fra il 400 a.C. e il 400
d.C.), contenenti centinaia di mummie e migliaia di oggetti in oro, elementi del
corredo funerario dei sepolti. La valle, infatti, insieme a quelle di Pisco e Nazca,
faceva parte dell'impero Chincha, impero precedente a quello Inca.
In questa zona, nel 1961, furono compiuti, mediante l'utilizzo di numerose ruspe, dei
lavori di scavo per la costruzione di una cisterna per la raccolta di acqua per
l'irrigazione. Qualche tempo dopo, sempre nella stessa zona, il fiume Ica, nelle
vicinanze del quale si trova un villaggio con lo stesso nome, ingrossò e finì per
inondare le zone circostanti; erodendo i versanti delle colline delle Haciendes, di
Ocucaje e di Callago, l'esondazione portò alla luce una grande quantità di pietre di
dimensioni assai varie, da piccoli ciottoli a massi di oltre due quintali, che
mostravano incisioni molto interessanti.
Nel mese di maggio di cinque anni dopo, un contadino della zona, Felix Llosa
Romero, donò una di queste pietre ad un suo amico d'infanzia, il dottor Javier
Cabrera Darquea, medico chirurgo all'ospedale di Ica, docente di biologia e di
antropologia all'Università di Ica, archeologo per hobby, uomo di grande cultura e di
notevole apertura mentale, perché questi la usasse come fermacarte.
322
Il dottor Cabrera, ovviamente, non riteneva “una pietra”, seppur dal caratteristico
colore scuro e dalla forma incredibilmente tondeggiante (troppo tondeggiante persino
per un ciottolo di fiume), un regalo da considerare troppo prezioso. Tuttavia, alcune
caratteristiche di questa lo fecero ricredere sull'importanza del suo regalo.
Innanzitutto, Cabrera rimase impressionato dal peso del ciottolo di fiume, eccessivo e
spropositato rispetto alle piccole dimensioni della pietra; inoltre, quando osservò la
pietra con maggior attenzione, notò su di essa una strana incisione, raffigurante un
“pesce sconosciuto”, per usare le stesse parole di Cabrera. Incuriosito da quello
strano disegno, Cabrera condusse alcune ricerche e, con evidente stupore, scoprì che
il pesce rappresentato su quella pietra era un agnathus, una specie estinta da varie
migliaia di anni. Sorpreso dalla sua scoperta, Cabrera chiese al suo amico Romero la
provenienza del suo dono: quella pietra, insieme a molte altre, erano vendute per
pochi soldi dai contadini di Ocucaje.
I contadini di Ocucaje, infatti, erano soliti arrotondare i guadagni derivanti dalla
lavorazione della terra dedicandosi ad un'attività clandestina, ma molto più redditizia:
il saccheggio delle tombe, che, come detto prima, in quella zona abbondano per
numero e ricchezza. In quechua, l'antica lingua del luogo, si indica con il termine
huaca ogni oggetto sacro: siccome i doni lasciati a corredo dei defunti sono
considerati sacri, viene chiamato huaquero chi li ruba. Quando gli haqueros, visitando
quelle antiche tombe, trovarono inaspettatamente centinaia di pietre con disegni
totalmente diversi da quelli delle ceramiche e di qualsiasi altro reperto Nasca o
Paracas, pensarono, evidentemente, che si trattasse di sassi privi di valore
archeologico e cominciarono a venderli nei loro mercatini ai turisti.
Ma torniamo a Cabrera. Spinto da un irrefrenabile spirito indagatore e da una enorme
curiosità per l'oscura origine di quelle pietre, Cabrera venne a sapere che anche il
Museo Regionale di Ica ne possedeva alcuni esemplari, i quali, però, non erano
esposti in quanto ritenuti dei falsi ad opera degli huaqueros, i contadini del deserto
Ocucaje. Rifiutata, da parte del direttore del museo Adolfo Bermúdez, l'ipotesi di
verificarne l'autenticità, Cabrera decise di muoversi per conto proprio e studiare da
solo le pietre. Cabrera cominciò, allora, a raccogliere quante più pietre possibile,
acquistandole sul mercato e ricercandole personalmente nella zona di Ica, a studiarle
e catalogarle. Alla fine, riuscì a mettere insieme una collezione lapidea di circa
15.000 pietre, che decise di esporre a proprie spese presso la Casa della Cultura di
Ica, alla cui direzione era stato chiamato da poco.
Prima di procedere e di affrontare la “storia della storia delle pietre”, vediamo di dare
loro un'occhiata più ravvicinata.
Dal punto di vista scientifico, le pietre sono fatte di andesite di matrice granitica, una
roccia di fiume semi-cristallina formatasi nel corso del Mesozoico (circa 250 milioni
di anni fa, dunque) dalla disintegrazione del massiccio andino. Le loro dimensioni
sono diverse: le più piccole non sono più grandi di una decina di centimetri, le più
grandi arrivano circa ad un metro di larghezza; sono di colore grigio, a causa
dell'ossidazione naturale, avvenuta circa 12.000 anni fa, e con una durezza calcolata
323
in 4.5 punti sulla scala Mohs. Lo strato di ossido è presente su tutta la superficie della
pietra, anche all'interno dei solchi: questo ci fa supporre, abbastanza logicamente, che
i solchi siano stati praticati in un periodo antecedente al momento in cui è iniziato il
processo di ossidazione. Insomma, se la datazione geologica è esatta, si può
concludere che i solchi hanno almeno 12.000 anni. Conclusione, inutile dirlo,
sconvolgente: infatti, le prime popolazioni (primitive) si stanziarono in America tra i
10.000 ed i 20.000 anni fa e risulta difficile immaginare che una di queste abbia avuto
la conoscenza tecnologica per incidere un materiale come l'andesite, la cui durezza
relativa è molto vicina a quella del diamante. A supportare l'inesattezza di questa
ipotesi, poi, concorre un altro fattore, probabilmente quello fondamentale e,
contemporaneamente, il più sconvolgente: i temi dei disegni. Sulle pietre, infatti,
sono presenti raffigurazioni di dinosauri, animali estinti, operazioni chirurgiche,
strumenti e tecnologie di recente o recentissima messa a punto e molti altre
conoscenze che, certamente, non potevano essere in possesso di civiltà così antiche.
Utilizzando la classificazione di Cabrera, le incisioni sono suddivisibili nelle seguenti
categorie:
animali preistorici
astronomia ed astronautica
antichi continenti
cataclismi planetari
medicina
razze presenti sul pianeta
flora e fauna
esodo di uomini sulla Terra
strumenti musicali
Vediamo di analizzarne brevemente alcune. Per quello che riguarda la prima
categoria, va detto, innanzitutto, che molte pietre appaiono molto simili,
differenziandosi soltanto per piccoli particolari: alla luce di questo, Cabrera ipotizzò
(e lo studio diretto lo confermò) che determinate pietre dai disegni simili potessero
appartenere ad una stessa serie. Per esempio, in una serie composta da ben 205 pezzi,
Cabrera trovò descritto il ciclo riproduttivo e lo sviluppo dell'Agnato (un pesce
paleozoico sprovvisto di mascelle, estinto da 400 milioni di anni); un'altra serie
rappresenta il ciclo evolutivo dello Stegosauro, un'altra del Triceratopo (che provano
che questi animali si riproducevano come gli anfibi), un'altra ancora, formata da 48
pietre, rappresenta l'evoluzione del Megachirottero, una sorta di antenato gigante del
pipistrello, che le pietre dimostrano essere stato oviparo e non viviparo, come da
molto tempo si pensa. Ancora, troviamo molte raffigurazioni di dinosauri del periodo
Mesozoico, come per esempio il Tyrannosaurus Rex. Altre pietre raffigurano uomini
(dalla testa spropositata rispetto al corpo) a cavallo di quelli che sembrano dinosauri
(per esempio, su una pietra si possono osservare due uomini che cavalcano uno
Pterodattilo mentre, con un cannocchiale, osservano uno Stegosauro); altre ancora in
atteggiamenti simili a quelli che, oggi, noi potremmo tenere con i nostri animali
domestici.
324
Queste raffigurazioni fanno pensare che, in passato, ci sia stato un periodo in cui
uomini e dinosauri siano vissuti insieme e contemporaneamente.
Tale ipotesi, oltre che dalle pietre di Ica, come appena visto, è stata “confermata” dal
ritrovamento, presso Acambaro, nella Sierra Madre, in Messico, dove sono state
rinvenute strane statuette che raffigurano uomini, in abiti di foggia orientale e
provvisti di varie armi, in compagnia di animali preistorici. Nel 1945 Waldemar
Julsrud, commerciante tedesco, durante un giro a cavallo nel suo ranch trovò una
figurina di ceramica rossastra di questo tipo. Con l'aiuto del suo collaboratore
indigeno, Julsrud riuscì a metterne insieme ben 33.000.
Queste statuette raffiguravano dinosauri, brontosauri, serpenti, cammelli, con
personaggi con volti, statura e vestiario ogni volta differenti tra loro; rappresentavano
figure femminili che giocano con coccodrilli e stegosauri, in atteggiamenti che si
assumono nei confronti degli animali domestici.
Nel 1972 queste statuette furono esaminate nei laboratori americani e datate al 2500
a.C. Circa cinquemila anni fa, però, non esistevano i dinosauri e, cosa assai più
misteriosa, nessuno sapeva che fossero esistiti. A confermare la convivenza di umani
e dinosauri anche impronte umane fossilizzate insieme a quelle dei dinosauri, molti
esempi delle quali si trovano nel libro di Michael Cremo e Richard Thompson
intitolato Archeologia proibita: la storia segreta della razza umana. A Carson City,
nel Kentuky sono state ritrovate impronte di piedi e di calzature in uno strato antico
di 110 milioni di anni. A Laetoli in Tanzania, le tracce fossili umane sono mescolate
a quelle dei dinosauri. A Macoupin nell'Illinois orme umane fossilizzate si trovano in
uno strato del Carbonifero e risalenti quindi a 300 milioni di anni fa. Nel Canyon
Havasupai si trovano le pitture murali di un T-Rex, nel Big Sandy River quelle di uno
Stegosauro. Nel Turkmenistan una impronta umana è accanto a quella di un animale
preistorico. Dalla posizione delle impronte sembra che l'uomo stesse cacciando
l'animale. Nel letto del fiume Paluxy, in Texas, paleontologi dell'Università della
California hanno considerato autentiche le tracce di impronte di dinosauri e di piedi
umani. Altre impronte umane fossili in Messico, Arizona, Texas, Illinois, New
Messico, Kentucky e altri stati in rocce vecchie di 250 milioni di anni. Carl Baugh,
della Pennsylvania State University, in Texas rinvenne, in uno strato di roccia
databile 140 milioni di anni fa, le impronte dei piedi di un uomo accanto a quelle di
un dinosauro.
L'incredibile scoperta fu presto bollata come un clamoroso falso; ma nel 1984, a
seguito di ulteriori scavi nella stessa zona condotti dall'archeologo Hilton Hinderliter,
gli scettici furono costretti a ricredersi in virtù del ritrovamento delle impronte di due
sauri e di un umano in uno stesso strato geologico risalente come minimo a 65
milioni di anni fa. Nella stessa Ocucaje, dal Dottor Jimenez del Oso sono stati
scoperti scheletri umani vicino a quelli di dinosauri.
Volendo fare un'ipotesi razionale, si potrebbe ipotizzare che la rappresentazione di
uomini in compagnia di dinosauri sia frutto di una jungiana fantasia archetipica: gli
antichi incisori hanno immaginato l'esistenza di esseri enormi e giganteschi e, per
325
esorcizzarli e per “imbonirli”, li hanno rappresentati in loro compagnia, come a voler
comunicare la disponibilità a convivere. Oppure, si può ipotizzare che già 12.000
anni fa siano esistiti uomini che, rinvenuti casualmente e studiati fossili di dinosauri,
abbiano cercato di ricostruire l'aspetto di quegli antichi mastodonti. Insomma, si può
ipotizzare che siano esistiti dei “paleo-paleontologi” i quali abbiano rappresentato,
sulle pietre, le loro ricostruzioni, ipotizzando, loro, che uomini e dinosauri, in
passato, siano vissuti insieme. A questo proposito, riportiamo un brano di una
leggenda degli indiani Zuni (nativi del Nuovo Messico) che sembra descrivere, con
terminologia semplice e mirata, il processo di fossilizzazione:
«[...] vivevano sulla terra mostri enormi [...]. Poi gli abitanti del cielo dicono a questi
animali: “Vi trasformeremo in pietra, così non potrete più fare male agli uomini e
recherete loro conoscenza e giovamento.” Dopo che ciò fu detto la crosta terrestre si
indurì e gli animali diventarono di pietra [...].»
Si è osservato che molte specie di dinosauri rappresentati sulle pietre non erano
presenti nella zona del ritrovamento, dunque le pietre sono sicuramente un falso
successivo, e che la qualità delle incisioni e delle rappresentazioni migliora nelle
pietre scoperte in tempi più recenti. Una risposta ad ogni obiezione. Neanche oggi,
noi, possiamo sapere come fossero gli stadi evolutivi degli animali studiati da
Darwin, eppure, utilizzando criteri biologici ed evoluzionistici, questa ricostruzione è
stata possibile ed ora abbiamo immagini abbastanza precise. Considerando, poi, il
clamore suscitato dalla “faccenda” è ovvio che molti falsari si siano impegnati a
realizzare pietre che, per essere appetibili dai turisti di quelle zone, dovevano anche
essere “belle” da vedere …
Per quello che riguarda la seconda categoria, cioè astronomia ed astronautica, alcune
pietre di Ica rappresentano alcuni uomini intenti a scrutare il cielo notturno per mezzo
di telescopi.
Come si sa, il telescopio fu inventato dai navigatori olandesi e perfezionato da
Galileo Galilei nel XVII secolo. Sempre su queste pietre, è possibile osservare, in
altro a sinistra, uno strano oggetto sferico seguito da quella che sembra una “scia”:
secondo Cabrera è possibile che si tratti della raffigurazione stilizzata di una cometa.
In questa stessa incisione sono rappresentati anche i pianeti di Giove e Venere e
un'eclissi di Sole. Altre pietre rappresentano 13 diverse costellazioni, incluse le
Pleiadi. Un'altra pietra, ancora, rappresenta un calendario astronomico di 13 mesi,
probabilmente basato sui cicli lunari. Su altre pietre, ancora, possiamo osservare le
figure tracciate sulla piana di Nazca, come detto, non troppo lontana da Ica: su questo
torneremo tra poco.
Oltre al “volo su Pterodattilo”, che abbiamo visto prima, altro mezzo di locomozione
aerea rappresentato sulle pietre è una sorta di uccello meccanico, a bordo del quale
sono riconoscibili uomini che osservano o cacciano dinosauri o mentre scrutano il
cielo, solcato da corpi celesti.
326
Passiamo dalle stelle alla nostra Terra e vediamo di analizzare alcune pietre le
immagini delle quali rientrano nella terza categoria, quella degli antichi continenti.
Secondo la teoria della Tettonica a zolle o a placche, illustrata da Hapgood, i
continenti poggiano su zattere di materiale galleggiante su un mare di magma; i
movimenti di questi continenti, oltre a determinare, ovviamente, il loro spostamento
(la famosa teoria della “deriva dei continenti”, elaborata da Wegener), sono causa di
terremoti, eruzioni vulcaniche e della formazione ed innalzamento di catene
montuose, aperture di mari, di laghi e quant'altro. Secondo questa teoria, anticamente
la posizione dei nostri continenti non era uguale a quella che questi hanno
attualmente. Per esempio, il Sud America era unito all'Africa occidentale, come la
forma delle coste del Brasile, perfettamente “incastrabile” con quella del Golfo di
Guinea, dimostra. Ora, una carta degli antichi continenti terrestri è presente su una
delle pietre di Ica.
L'incisione rappresenterebbe la disposizione degli antichi continenti di Atlantide, Mu,
Lemuria e del continente americano. I geologi, servendosi dell'aiuto del computer,
hanno confermato che la forma dei continenti e delle terre emerse raffigurate nelle
pietre riproducono con precisione la Terra come doveva apparire 13 milioni di anni
fa.
Le pietre di Ica non sono gli unici documenti che attestano l'esistenza di “continenti
perduti”. Nello Yucatan, in Messico, per esempio, William Niven trovò un petroglifo
che riportava inspiegabili masse di terra nell'Oceano Atlantico e nell'Oceano Pacifico;
ancora, il ricercatore James Churchward ritrovò, in Tibet, una tavoletta raffigurante
“due continenti sconosciuti”. Ma torniamo ad Ica. Questa precisione nel tracciare
quella che possiamo tranquillamente definire “la prima carta geografica della storia
dell'uomo” ha fatto supporre che coloro che la realizzarono, evidentemente, potevano
vantare un punto di vista privilegiato dal quale rilevare l'esatta posizione dei
continenti: insomma, tanta precisione fa supporre che i realizzatori dell'incisione
fossero in grado di viaggiare nello spazio. Questa ipotesi troverebbe conferma nelle
figure presenti su altre pietre: su queste, sono raffigurate navi volanti, sospese in aria.
Alcuni hanno ipotizzato che la loro capacità di volare (sempre se di questo si tratta)
sia dovuta ad un campo elettromagnetico o ad un propulsore antigravitazionale. La
fantasia, in questi casi, scavalca la scienza. Comunque sia, dando per buona questa
ipotesi, troverebbe conferma l'ipotesi di Cabrera secondo cui Nazca altro non sarebbe
che un antico porto spaziale per navi volanti. Secondo Cabrera, i tracciati andini
sarebbero stati ricoperti, in passato, da un materiale sconosciuto, superconduttore e
resistente alle alte temperature, che permetteva alle navi spaziali di atterrare in caduta
libera senza alcun danno. Conferma di queste teorie venne nel maggio del 1975,
quando il geologo Klaus Dikudt dell'Università di Lima disse di avere rintracciato,
lungo le linee, “frammenti di un materiale scuro, traslucido, infrangibile, leggero ma
estremamente duro, tanto da rigare il quarzo. Il materiale analizzato aveva reagito in
modo anomalo a tutti gli esami, ed era rimasto intatto perfino sottoposto ad una
temperatura di 4000 gradi. Non si trattava di frammenti di meteoriti. La
327
composizione e la provenienza di questo materiale resta ignota …”.
La conferma della reale funzione di Nazca, per un circolo vizioso, confermerebbe la
possibilità, per gli antichi geografi di Ica, di volare oltre i limiti dell'atmosfera e
spiegherebbe, così, l'esattezza dei contorni degli antichi continenti terrestri tracciati
sulle pietre. L'incredibile precisione delle carte è anche confermata da un “addetto ai
lavori”.
Alcune pietre sono tuttora esposte al Museo Nazionale dell'Aviazione Peruviana, a
Lima, il cui ex direttore, il colonnello Omar Chioino, fece riportare su carta da esperti
cartografi dell'aviazione i motivi incisi sulle sessanta pietre del museo. Alcuni disegni
erano incredibilmente simili alle figure incise nel deserto di Nazca. “Solo chi è
pratico di procedimenti di rilevamento topografico può comprendere che tipo di
modello sia necessario per riportare in misure gigantesche un disegno originale in
piccola scala, con assoluto rispetto delle proporzioni. I primi devono aver posseduto
strumenti e sussidi di cui non sappiamo nulla […]. Inoltre escludo la possibilità di
una contraffazione […]: il dottor Cabrera è stato sotto la sorveglianza del Servizio
d'Informazione negli anni settanta e per un lungo periodo di tempo. Non è emerso
nulla che lo potesse incastrare. La sua serietà è oggi al di sopra di ogni sospetto.”
Per parlare delle incisioni raffiguranti “cataclismi planetari”, ossia la quarta categoria
di Cabrera, dobbiamo fare nuovamente riferimento alla cosiddetta “pietra degli
astronomi”, che abbiamo analizzato poco fa. In essa si possono notare, come già
evidenziato prima, due persone intente ad osservare il cielo per mezzo di un
telescopio: un oggetto volante sale verso il cielo mentre tre comete precipitano verso
la Terra; le stelle sono ritratte con un insolito brillio, mentre un'immensa nuvola
striata, che simboleggia la pioggia, segue la coda di una grossa cometa. I continenti
appaiono semi sommersi mentre una stella precipita su quello che appare come un
continente, oppure una grande isola. Per alcuni studiosi, questa incisione
raffigurerebbe il grande cataclisma che fa da fil rouge a tutti i miti dei popoli della
Terra (dall'Antico Testamento ai racconti mitologici dell'antica Mesopotamia, giusto
per fare un paio di esempi) e che interessò la Terra migliaia di anni fa. Le prove
concrete del suo verificarsi si troverebbero nello strato d'iridio presente nel suolo in
notevole quantità, presenza che denota un incremento spiegabile unicamente con la
caduta di meteoriti e non semplicemente con un incremento di attività vulcanica. La
fascia del minerale è spessa ben cinquanta centimetri, il che fa ipotizzare che un
grosso asteroide, o uno sciame di asteroidi, o la coda di una cometa, abbiano
incrociato la traiettoria della terra.
Altri indizi di un eventuale cataclisma ci arrivano dalla pietra raffigurante gli antichi
continenti della Terra, che abbiamo analizzato poco fa. Sul perimetro esterno si
possono notare gruppi di piramidi, i vertici delle quali sono rivolti verso i continenti,
e, tutt'intorno, una larga striscia di linee ondulate che sembra indicare un accumulo di
vapore nell'atmosfera. Sapendo che le piramidi erano il simbolo di sistemi che
servivano per captare, conservare e distribuire energia (come vedremo di seguito), è
evidente che l'uso incongruo di tali sistemi doveva aver provocato una situazione di
squilibrio. Il pianeta, ricevendo calore dal sole e non potendolo dissipare a causa di
328
quell'enorme strato di vapore, era diventato un sistema termico chiuso. Giunto al
punto di massimo accumulo, il vapore si deve essere convertito in acqua,
precipitando sulla terra sotto forma di una pioggia interminabile, un vero diluvio, con
conseguenze spaventose. Nello stesso tempo, l'eccesso di energia calorifica poteva
avere intaccato anche lo scudo di Van Allen, l'involucro magnetico che circonda la
terra e che la protegge dalle particelle ionizzate emesse dal sole. Quest'insieme di
fattori doveva aver provocato un aumento di intensità nel campo gravitazionale della
terra, con la conseguente cattura di corpi celesti che, penetrando attraverso le falle
aperte nelle fasce di Van Allen, colpirono la terra con effetti catastrofici. Cataclismi
di questo tipo (è stato confermato da geologi ed astronomi) sono una cosa avvenuta
con buona certezza, nel passato del nostro pianeta.
Riportiamo un fatto curioso. Tanto per non lasciare intatta nessuna via di indagine, si
decise di far eseguire ad una sensitiva in stato di trance un esame psicoscopico su una
pietra incisa, di cui ella non conosceva né la provenienza né la storia. Questo il
risultato:
"Vedo due individui. Un occhio vigile che guarda; un pungolo nella mano dell'altro.
Com'è veloce il disegno! Quasi nemmeno pensato ed è già finito. è l'occhio di chi
guarda, però, che sta guidando. La pietra mi dice: pazienza e osservazione. La vedo
in mezzo ad altre. Non a caso i disegni sono ripetuti in tutta una serie. La soluzione è
nella serie: non c'è il tre senza il due, non c'è il quattro senza il tre. Io vado dentro la
terra … vado a segnare. Io segno, tu mi guardi. Tu con gli occhi mi dici quello che
devo segnare e io segno quello che tu dici, perché tu sei che sai. Io non so. Io eseguo
con la mano quello che tu mi dici con gli occhi, perché tu sai. Tu sai la vita: tu sai il
prima e il dopo; tu sai dirmi come sarà, tu sai dirmi quello che è stato. Io solo segno.
Altri ancora segnano: altri già prima hanno segnato”. Improvvisamente la sensitiva
comincia ad agitarsi e a respirare affannosamente. “Acqua … vedo acqua. Acqua che
bagna e liscia … acqua che lava … lava anche il ricordo! Lava tutto. Quanta acqua!
Quanta acqua al passaggio di chi è stato! Basta! Non posso più tenere questa pietra!
Non la voglio più! Toglietemela! … Ah, la mia testa! Che strano … la mia testa è una
pietra nera come quella che avevo in mano …".
Come detto all'inizio, molte delle pietre di Ica rappresentano anche operazioni
chirurgiche. E le operazioni erano veramente di qualunque genere: trasfusioni,
agopuntura con funzione anestetica, parti cesarei, rimozione di tumori, operazioni a
cuore aperto (ricordiamo che siamo in anni antecedenti alle prime operazioni di
Christian Barnard), a polmoni e reni, addirittura al cervello. Altre figure mostrano
come i pazienti, prima di essere operati, fossero intubati e collegati a macchinari di
alimentazione cardiaca; altre ancora mostrano strumenti chirurgici di estrema
precisione; in altre ancora i corpi sono stati raffigurati in trasparenza, in modo che
possano essere visibili gli organi interni, a testimonianza dell'avanzata conoscenza e a
sottolineare che la struttura fisica degli individui era uguale alla nostra. Si tratta di
raffigurazioni tali, è pleonastico dirlo, da far supporre un'estrema conoscenza medica
329
da parte degli autori delle incisioni. Per far capire come questa conoscenza fosse
stupefacente, faremo soltanto un paio di esempi. Come detto, molte incisioni
rappresentano operazioni di trapianti d'organo. Una costante di ogni rappresentazione
è la presenza, nella scena di una donna incinta: in ogni scena, la donna è collegata,
tramite una sorta di cannula inserita nell'arteria radiale, sia al cuore rimosso dal
donatore, sia al paziente ricevente. è evidente che la donna sta trasfondendo il proprio
sangue sia al donatore che al ricevente. Riflettendo su questo punto Cabrera ipotizzò
che nel sangue delle donne in gravidanza vi fosse una sostanza (un ormone, un
enzima) capace di bloccare o limitare il problema principale dei trapianti, cioè il
rigetto. Nel 1980 due medici, Ronald Finn e Charles St. Hill di Liverpool, condussero
una serie di esperimenti legati alle intuizioni di Cabrera. Operarono trapianti di
fegato, di reni e di cuore in animali trasfusi con plasma prelevato da femmine gravide
e notarono un sensibile regresso dei fenomeni legati al rigetto. I due dottori non
riuscirono ad identificare la sostanza che bloccava il rigetto, ma ipotizzarono che si
trattasse di un ormone immuno-depressorio, cioè un ormone diverso dal progesterone
(un ormone femminile fondamentale durante la gestazione e la gravidanza)
conosciuto ed utilizzato già dal 1934 e non sempre rivelatosi efficace per prevenire
l'aborto, che altro non è che un rigetto. Questo processo, come detto, ci è noto
soltanto dal 1980; gli autori delle incisioni, invece, lo conoscevano già. Altro
esempio: su una delle pietre è rappresentato, in tutte le sue fasi, un trapianto di
cervello. Per noi si tratta di un'operazione impossibile da eseguirsi: al nostro livello di
tecnologia, siamo in grado di mantenere le funzioni vitali cerebrali, ma non di unire il
cervello trapiantato al bulbo rachideo, al midollo spinale, ai numerosi nervi presenti.
Gli autori delle incisioni, però, pare fossero in grado di farlo.
La conclusione di Cabrera fu che gli autori di quelle pietre avevano raggiunto una
vasta e profonda conoscenza della scienza medica. Le cinquanta pagine del V
capitolo del suo libro sono dedicate alla spiegazione di come venivano eseguite
operazioni chirurgiche molto complesse, soprattutto quelle di trapianto di vari organi.
Quanto alle terapie mediche, unendo le conoscenze desunte dalle incisioni con quelle
acquisite dalla moderna medicina occidentale, Cabrera ha proposto un nuovo
ordinamento molecolare che ha descritto in una tesi dal titolo Teoria Biomicrofisica
di Immunologia del Cancro, a cui ha collaborato il suo assistente, il dottor Luíz
Cáhua Acuña.
Per quello che riguarda la “flora e fauna”, su alcune pietre si possono osservare, oltre
ai dinosauri, molte specie animali comparse molti anni dopo i grandi sauri e non tutti
appartenenti alla fauna delle Americhe, quali struzzi, canguri, pinguini, cammelli e
altri. Tra gli “altri”, vi è la rappresentazione di cammelli e lama con zampe di cinque
dita. Esaminando le incisioni, Cabrera si ricordò che un archeologo peruviano, Julio
C. Tello, aveva pubblicato uno studio sui queros (stoffe con figure intessute) di stile
Tiahuanaco in cui erano rappresentati lama con cinque dita, come nei lama preistorici
e a differenza di quelli attuali, che hanno zoccoli bipartiti. Alcuni studiosi avevano
giudicato quei disegni come il prodotto della fantasia di artisti pre-colombiani che
avevano voluto umanizzare i lama. Ma, a distanza di pochi anni, lo stesso Julio Tello
330
aveva scoperto scheletri di lama con cinque dita. Questo ritrovamento, che avrebbe
dovuto interessare archeologi e paleontologi, passò del tutto inosservato, così come
era stata ignorata la scoperta di antropologi indiani, comunicata alla Accademia delle
Scienze dell'U.R.S.S. nel 1973, di fossili umani estratti da rocce mesozoiche (fra i
230 e i 63 milioni di anni fa). Cabrera ebbe questa notizia dal dottor A. Zoubov,
antropologo russo e membro dell'Accademia delle Scienze, in occasione di una sua
visita per una serie di conferenze nei paesi latino americani.
Parlando, invece, delle razze della Terra, su alcune pietre si possono distinguere
esseri all'apparenza simili agli uomini, ma dotati di coda. Secondo un importante
ricercatore, Charroux, che incontreremo anche in seguito, si tratterebbe di una civiltà
a metà fra uomini e sauri. Un'ipotesi che trova conferma in molti racconti mitologici
antichi, i quali narrano e riportano di “uomini simili a lucertole”.
Viste più da vicino “le pietre dello scandalo”, torniamo ora a tracciarne per sommi
capi la storia.
In effetti, parlando delle pietre di Ica, si è soliti far cominciare la loro “storia” dallo
studio condotto da Cabrera. Le cose, però, non stanno proprio così. Le pietre e le
incisioni su di esse, infatti, erano conosciute dagli abitanti della zona dell'Ocucaje fin
dal '500, come ci testimonia il cronista indio Juan de Santa Cruz Pachacuti Llamqui:
nella sua opera, Juan descrive le piedras manco, ossia “pietre di potere” con estrema
precisione, scrivendo anche come, durante il regno del re inca Pachacutec, in base ad
un'antica tradizione, esse facessero parte del corredo funerario dei nobili. Un altro
riferimento compare anche nel Noticias Historiales, opera dello spagnolo Pedro
Simon conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi e risalente al 1626.
In tempi più vicini ma sempre antecedenti a Cabrera, poi, furono Pablo e Carlos Soldi
ad interessarsi alle pietre ed ai loro misteriosi disegni. Proprietari di grandi haciendas
vicine a Ocucaje, incuriositi dai disegni, che giudicarono opera di fantasia di artisti
sconosciuti, cominciarono a raccogliere quante più pietre possibile, tanto che nel giro
di pochi anni collezionarono migliaia di pezzi. Altri seguirono il loro esempio e, tutti
convinti di trovarsi di fronte a qualcosa di eccezionale, chiesero alle autorità di
avviare delle indagini per scoprire il luogo del ritrovamento, luogo che gli huaqueros
mantenevano ben segreto, e di iniziare uno studio scientifico delle pietre. Ma
inspiegabilmente, fin dall'inizio, ci fu un atteggiamento ostile da parte degli organi
competenti, che poi diede origine a due opposti gruppi in lotta accanita: quello dei
sostenitori dell'autenticità delle pietre, e quello degli oppositori.
Dopo i Soldi, venne Cabrera. Mentre il dottore organizzava la propria collezione
presso la Casa della Cultura di Ica, Cabrera lesse un articolo di Santiago Agurto
Calvo, rettore del Politecnico di Lima, e Alejandro Pezzia, archeologo peruviano,
comparso sul supplemento scientifico del quotidiano di Lima El Commercio:
nell'articolo, i due studiosi affermavano di aver trovato, nell'agosto di quell'anno,
pietre simili a quelle di Cabrera in tombe databili ad un periodo antecedente a quello
della civiltà Inca, tombe nelle quali le pietre erano probabilmente utilizzate come
portafortuna o come rappresentazioni di divinità, come già indicato da Juan de Santa
Cruz Pachacuti Llamqui nella sua cronaca.
331
La scoperta di Calvo e Pezzia fu ripetuta dallo stesso Calvo a Max Uhle Hugel, una
zona archeologica protetta. Lì, in una tomba risalente al I secolo a.C., Calvo raccolse
oltre cento pietre e le fece analizzare dall'Istituto di Mineralogia del Politecnico del
Perù, ottenendo il primo risultato di un certo rilievo: le pietre, in base allo stato di
ossidazione che ricopriva la superficie, erano databili ad almeno 12.000 anni prima.
Una ulteriore conferma giunse dal vecchio collega di Calvo, Pezzia, il quale rinvenne,
in un'altra tomba pre-incaica, una pietra incisa simile alle Pietre di Ica.
L'articolo pubblicato da Calvo e Pezzia attirò presso Ica numerosi scienziati ed
eminenti studiosi. Molti di loro, anche senza aver esaminato le pietre, sentenziarono
che si trattava sicuramente
di falsificazioni, e neanche troppo ben elaborate, preparate dallo stesso Cabrera. Il
sostenitore principale di questa linea fu Roger Ravinez, archeologo e membro
dell'Istituto Nazionale di Cultura del Perù, il quale ammise che solo le due pietre
estratte dalle tombe da Calvo e Pezzia erano autentiche, mentre le altre, in tutto
simili, erano soltanto falsi.
Che non tutte e settantamila (tante si stima siano state vendute, fino al 1980, dai
contadini di Ocucaje) siano certamente autentiche, è cosa sicuramente plausibile:
dopo il clamore destato dal caso, il valore commerciale delle pietre era cresciuto
vertiginosamente, dunque la loro vendita, per i contadini, era ottima fonte di
ricchezza.
Tra i più importanti “falsificatori” (in spagnolo campesinos, abili incisori pronti a
vendere finti reperti archeologici per raggranellare qualche soldo con i turisti) di Ica,
stando a quanto da loro stesso affermato, ci sono due contadini, Basilio Uchuya e
Irma Gutierrez, che, in un'intervista rilasciata a A. Rossel Castro per una rivista
archeologica peruviana nel 1977, si dichiararono autori delle incisioni. I soggetti,
dichiaravano i due, arrivavano dalle fonti più varie (fumetti, illustrazioni, libri
scolastici e giornali); a lavoro finito, bastava mettere le pietre nel pollaio e le galline
provvedevano a depositarci sopra una patina d'antico. Un'ipotesi plausibile, ma
impossibile per vari motivi. Tanto per cominciare, come detto prima, le pietre erano
conosciute fin dal '500; in secondo luogo, per realizzare settantamila incisioni, i due
contadini avrebbero dovuto lavorare giorno e notte per almeno trent'anni, ad un ritmo
di una pietra al giorno! Se si considera poi la durezza relativa delle pietre, vicina a
quella del diamante, il loro presunto lavoro di incisori va incontro ad una difficoltà
maggiore. Considerando, ancora, le analisi geologiche ed il fatto che i due contadini
erano praticamente analfabeti e, di fatto, sprovvisti di conoscenze scientifiche anche
elementari (fondamentali per la realizzazione della maggior parte delle incisioni e
certo non rinvenibili solamente dalle fonti da loro citate), le affermazioni di Uchuya e
Gutierrez sono definitivamente smentite.
Non tutti, naturalmente, sostenevano la falsità delle pietre. Robert Charroux, per
esempio, nel 1977 condusse un'indagine all'insaputa di Cabrera, andando a
intervistare i due contadini presunti autori delle incisioni. Dopo essersi convinto che
questi mentivano, nel suo libro L'Enigme des Andes, confermò l'eccezionalità della
scoperta di Cabrera: “Accettando l'autenticità delle pietre la storia del mondo
332
dovrebbe essere riscritta da capo, ma gli uomini di scienza non accetteranno mai di
fare una simile rivoluzione”.
Dalla parte di Cabrera, anche il ricercatore francese Francis Mazière, famoso per il
pionieristico lavoro svolto sulla cultura polinesiana dell'isola di Pasqua: dopo un
accurato lavoro di reperimento e studio, nel 1974 Mazière ha definito le pietre come
“l'enigma archeologico più sconcertante del sud-America”, escludendo la possibilità
di falsificazioni.
Incurante della campagna denigratoria che gli veniva mossa da ogni parte, Cabrera
trasformò il proprio studio medico in museo e continuò lo studio e la classificazione
delle pietre. Come avevano fatto Calvo e Pezzia prima di lui, anche Cabrera richiese
a due enti competenti, la Compagnia di Ingegneria Mineraria Mauricio Hochshild e
l'Istituto di Mineralogia e Petrografia dell'Università di Bonn, analisi sui suoi reperti;
le analisi dell'Università di Bonn furono condotte dal dottor Eric Wolf, il quale fornì
un risultato identico a quello della Compagnia di Ingegneria Mineraria Mauricio
Hochshild e a quello di Calvo e Pezzia: le incisioni sulle pietre risalivano a 12.000
anni fa.
Va detto, per inciso, che, recentemente, il ricercatore spagnolo, Vicente Paris, ha
ottenuto una pietra dal professor Cabrera facendola analizzare a Barcellona da José
Antonio Lamich del gruppo di ricerca Hipergea. Le analisi purtroppo hanno dato
esito negativo, rilevando segni di carta abrasiva e lavorazione recente. Cabrera ha
ammesso che parte della sua collezione viene dal campesino Basilio Uchuya, uno dei
principali falsificatori delle pietre, dunque è possibile che la pietra analizzata da Paris
sia un falso.
Confortato da questo risultato, Cabrera continuò lo studio delle sue pietre.
Analizzandole, abbiamo già visto quali furono le sue incredibili scoperte. Non
abbiamo ancora parlato, però, della teoria di Cabrera circa gli uomini rappresentati
nelle pietre, probabili autori delle incisioni. Per introdurre queste teoria, e per
completare l'analisi degli studi di Cabrera, dovremo osservare ancora una volta le
pietre da vicino.
Studiando sistematicamente un gruppo di circa 500 pietre, Cabrera si accorse che
certi segni (spirali, triangoli, rombi, reticoli, foglie, frecce, linee) si ripetevano in
posizioni diverse, a seconda delle diverse situazioni. Ne dedusse che si doveva
trattare di una qualche forma di crittografia. Alla fine, con una buona dose di
intuizione e di fortuna, riuscì a interpretare il significato di un buon numero di segni e
arrivò a decodificare quella specie di linguaggio simbolico: la foglia era il simbolo
della vita e indicava la trasformazione dell'energia solare in energia elettronica; le
linee parallele erano il simbolo della vita vegetale, di un'energia organica e biologica
di grado inferiore; le quadrettature oblique e le losanghe indicavano la vita animale;
le linee verticali e orizzontali, la vita umana; le piramidi, complessi energetici di
assorbimento, accumulo e distribuzione di energia.
L'elemento di questo oscuro linguaggio fu individuato da Cabrera nella foglia. In
molte pietre, gli individui impegnati in attività importanti portavano dei copricapo
apparentemente formati da piume (ma un più attento esame rivelò trattarsi di foglie),
333
mentre altri individui, nelle stesse scene, ne erano sprovvisti, quasi a suggerire la
presenza di vari tipi con caratteristiche diverse. Cabrera contò più di cento posizioni
in cui la foglia era collocata all'interno delle composizioni, evidentemente per
suggerire differenti interpretazioni a seconda di come era accostata ai vari elementi.
Cabrera si chiese se la costante presenza di foglie non indicasse una funzione
particolare. In molte incisioni, i raggi di sole si insinuavano fra le foglie dei copricapo
dei personaggi importanti e terminavano alla base delle loro teste, proprio nella zona
della ghiandola pineale, o epifisi, presente alla base del cervello, in prossimità della
nuca. Oggi sappiamo che l'epifisi è responsabile della produzione della melatonina,
un ormone legato al sistema delle endorfine, che presiede ai ritmi del sonno e della
veglia, e quindi all'alternanza energetica senza la quale un organismo non può
reggere. Benché si trovi all'interno della scatola cranica, riceve la luce del sole
attraverso un circuito nervoso che trasmette la luce dalla retina fino alla ghiandola.
Più di venti anni fa, quando l'epifisi veniva ancora definita inutile, Javier Cabrera
rilasciò queste dichiarazioni alla rivista argentina El Insolito:
"Si sa che le foglie si sviluppano per mezzo della fotosintesi e perché la fotosintesi
avvenga è necessaria la luce del sole, fonte primaria di energia. Allo stesso modo la
ghiandola pineale cattura l'energia solare cosmica e la trasforma in un altro tipo
sconosciuto di energia, che io chiamo energia conoscitiva. Le foglie che compaiono
sulle teste di alcuni individui sono una rappresentazione simbolica di un mezzo che
permetteva loro di stimolare il cervello, per sviluppare le loro funzioni conoscitive,
così come di convertire l'energia solare e cosmica in un tipo di energia conoscitiva.
Sfruttando l'attività della loro ghiandola pineale, quegli esseri erano in grado di
trasformare il corpo organico in corpo puramente energetico. Mi chiedo se la nostra
umanità sarebbe in grado di gestire una simile fonte di energia. Guardando a quanto
accade oggi con il nucleare, direi di no."
Un altro dettaglio a conferma del ruolo che l'epifisi doveva avere nel fornire non solo
energia conoscitiva ma anche organica appare nelle medesime incisioni con gli
individui trafitti dai raggi di sole. Le teste, disegnate di profilo, hanno una bocca
piccolissima, chiusa dietro da una specie di graffa, chiara allusione al fatto che quegli
esseri non si alimentavano per via orale. Stupefatto dall'enorme sapere di quegli strani
esseri, come testimoniato dalla varietà di conoscenze rappresentate sulle pietre,
Cabrera decise di chiamare quegli antichi esseri “Antenati Superiori” e definì la loro
civiltà “Glittolitica”. E riguardo il loro aspetto inconsueto (corpi piccoli e tondi da
bimbi e teste grandi con profili adunchi da vecchi):
"Per quanto riguarda le figure umane rappresentate nelle incisioni, anche se è
probabile che non vi sia una estrema fedeltà ai modelli, dato che si tratta di disegni
simbolici, penso tuttavia che per certi aspetti non fossero diversi da come appaiono. è
evidente la sproporzione fra la testa, il corpo e gli arti. La testa è voluminosa, e ancor
più il ventre; gli arti superiori sono lunghi, le mani hanno dita sottili e il pollice non è
334
in posizione opposta. Gli arti inferiori sono robusti e corti. Dato che la finalità
dell'umanità glittolitica era l'aumento delle qualità intellettive per incrementare e
conservare le conoscenze acquisite, la conformazioni fisica degli individui dovette
adattarsi al costante esercizio delle funzioni conoscitive. Pertanto il cervello doveva
avere dimensioni notevoli; le braccia potevano non essere robuste e le mani, non
dovendo assolvere a funzioni meccaniche, non avevano bisogno di un pollice in
posizione opposta. Le gambe corte e forti e il ventre pesante, spostato in basso,
bilanciavano il peso della testa, sproporzionatamente grossa."
I vari individui appartenenti a un diverso livello evolutivo, che Cabrera identificò in
cinque tipi differenti, sono riconoscibili da certi segni caratteristici che rivelano le
loro diverse capacità e attitudini.
Ma da dove arrivavano le conoscenze di questa antica civiltà? Per rispondere a questa
domanda, che si ricollega ai cinque gruppi evolutivi di cui appena più sopra,
osserviamo ancora le pietre. In una incisione appare, in forma simbolica, il processo
di trasmissione di codici di conoscenza fra esseri di diversa struttura ed evoluzione.
Su un lato della pietra, si può osservare il disegno di un individuo dal copricapo di
foglie (perciò un essere superiore), mentre, sull'altro lato, si nota un essere
dall'aspetto quasi animalesco. Una delle foglie che coronano la testa dell'essere
superiore si allunga fino a inserirsi nella testa dell'altro individuo: ricordando che la
foglia è il simbolo della carica energetica e dell'evoluzione intellettiva, è evidente, in
questa incisione, l'allusione alla possibilità di trasmettere informazioni da soggetto a
soggetto. Le incisioni suggerirebbero, insomma, che l'evoluzione umana non sarebbe
stata un processo naturale e spontaneo, ma sarebbe stata programmata e diretta da
individui appartenenti a una civiltà più avanzata su soggetti biologicamente e
intellettualmente inferiori. Secondo Cabrera, gli autori delle incisioni sarebbero stati
proprio gli individui che, una volta ricevuti i codici di conoscenza, furono in grado di
tramandare quanto era stato loro trasmesso.
Visti tutti questi fatti, cerchiamo di tirare le somme di quanto detto finora. Secondo
Cabrera, in base a quanto riportato dalle pietre, almeno 12.000 anni fa (ma forse
anche 65 milioni di anni fa) sulla Terra sarebbe esistita una razza, la razza
Glittolitica, in possesso di conoscenze scientifiche al di là di ogni nostra
immaginazione. L'origine di questa razza rimane, naturalmente, avvolta nell'oscurità.
Per Cabrera potrebbe trattarsi di una razza di origine extraterrestre, insediatasi in Perù
ed entrata in contatto con i primi ominidi, i quali sarebbero stati oggetto di
esperimenti per un'evoluzione guidata del genere umano. Questa teoria conferma
quella espressa nel volume Perù, incidents of travel and explorations in the lands of
Incas, pubblicato a New York nel 1887. L'autore, Ephraim George Squier, un
archeologo nord americano, dopo aver studiato minuziosamente le civiltà dell'antico
Perù, si era convinto che nella storia peruviana erano esistite due distinte epoche
culturali: una situata in un tempo molto lontano, detentrice di una conoscenza
scientifica molto avanzata, e l'altra, quella degli Incas, di un livello culturale molto
335
più basso. Squier pensava che fra queste due culture doveva essere intercorso un
tempo difficile da precisare, ma enorme. Era anche convinto che le gigantesche
costruzioni sparse nel territorio peruviano erano la testimonianza di una tecnologia
avanzatissima, patrimonio di una umanità sconosciuta. Trovandosi nelle vicinanze di
un'immane catastrofe planetaria (forse quella che ha causato l'estinzione dei
dinosauri, causata da un evento naturale o da un uso sbagliato della propria
tecnologia), questa civiltà, consapevole della propria fine, avrebbe affidato a delle
pietre la memoria della propria esistenza, della propria cultura e della propria
sapienza ed un monito a non commettere gli stessi errori. Scomparsi i glittolitici
(estintisi o, più probabilmente, ripartiti verso il proprio mondo di origine, che Cabrera
individua nelle Pleiadi, [coincidenza: in Perù, il giorno di San Giovanni si festeggia
l'Inti Raimi, il dio Sole: ricordando il momento in cui la Terra si trovava
perfettamente allineata con il Sole e le Pleiadi]), la Terra sarebbe ripiombata nella
preistoria, facendo diventare ciò che era realtà un mito, un racconto di fantascienza,
un'assurda fantasticheria.
E siamo alla conclusione della storia. Anche perché il suo più importante
personaggio, il dottor Cabrera, è scomparso di recente e, con lui, è venuto scemando
anche l'interesse per le pietre di Ica. Quale sia la verità, probabilmente non lo
sapremo mai. Però, osservando quelle pietre, non si può non pensare che il passato, a
volte, potrebbe dover ancora venire.
LE PIETRE INCISE DAGLI DEI
L'astronauta di Palenque. Il tesoro del dottor Cabrera: rocce aliene del Mesozoico.
Visitatori dalle Plejadi. I falsi reperti di Basilio Uchuya. Il disco genetico. Quando gli
"dei" scesero in Canada: la lastra extraterrestre di Leonardo Romano.
Palenque, Messico, ai giorni nostri. Decine di curiosi visitano il Tempio delle
Iscrizioni Maya, datato 692 d.C. e scoperto nel 1949 dall'archeologo Albert Ruz
Lhuillier. All'interno di questa gigantesca piramide i turisti osservano, in un
gigantesco sarcofago di pietra, sigillato da una pesantissima lastra rettangolare
finemente istoriata, le spoglie mortali del sovrano Pacal. Ai più smaliziati non sfugge
una stranezza: il disegno riprodotto sulla pietra tombale, vecchio più di un millennio,
sembra rappresentare con incredibile precisione uno dei nostri moderni razzi in volo.
La sagoma dell'ordigno è perfettamente aerodinamica, con tanto di piedini di
atterraggio e getto propulsivo alla base. Al suo interno si vede il re Pacal, posizionato
come un moderno astronauta, mentre aziona con le mani e con i piedi delle leve, e
guarda dentro uno speciale oculare. Dunque, più di mille anni fa un sovrano maya
aveva viaggiato a bordo di un'astronave spaziale? Oppure la pietra di Palenque
ricorda, in maniera un po' confusa e mitizzata, il passaggio di visitatori alieni sulla
Terra? O ancora, come sostengono gli scettici, la raffigurazione ha semplicemente un
336
significato simbolico del tutto terreno? A questi interrogativi non è mai stata data una
risposta definitiva anche perché, inspiegabilmente, l'archeologia ufficiale sembra
continuare ad ignorare di proposito l'enigma delle pietre che raffigurano gli dei.
ANCORA SUI PETROGLIFI DI ICA
Nella minuscola città di Ica, in Perù, viveva un insolito personaggio, il medico Javier
Cabrera Darquea; quest'ultimo custodisce religiosamente, nel suo museo personale,
oltre 20.000 pietre di andesite di diverse forme e proporzioni, alcune piccole e piatte
e color grigio-ocra e altre pesanti sino a 200 chili. Tutte hanno una curiosissima
caratteristica, sono interamente coperte da elaboratissimi disegni preistorici che
raffigurano tecnologie perdute o sconosciute! "Ho incontrato Cabrera nel 1991 - ha
dichiarato il giornalista americano Brad Steiger - e ho esaminato le pietre trovate a
Ica. Sopra di esse gli uomini preistorici avevano disegnato degli indigeni che
volavano su uno pterodattilo ed osservavano con un cannocchiale uno stegosauro, il
che mi stupiva non poco, visto che ufficialmente i dinosauri si sono estinti molto
prima della comparsa dell'uomo sulla Terra. E c'erano anche figure di animali
bizzarri, sconosciuti, e rappresentazioni dettagliate di chirurgia moderna, come
un'operazione a cuore aperto la cui conoscenza non era possibile nell'antichità; in una
pietra era poi descritta nientemeno che la deriva dei continenti ... Nessun uomo
preistorico poteva essere al corrente di simili informazioni sia del passato che del
futuro. Nelle pietre più grandi c'era tutta la mitologia e l'astronomia, basata su un
calendario di tredici mesi, di un popolo vissuto 230 milioni di anni fa, nell'era
Mesozoica. Questa antica popolazione discendeva da una razza extraterrestre che
aveva visitato la Terra 400 milioni di anni fa. Tutto questo si ricava dallo studio delle
pietre ...". Per avere conferma di queste incredibili asserzioni, Cabrera ha sottoposto
alcuni reperti al geologo americano Ryan Drum, che ha dichiarato: "Ho studiato le
rocce a 30 e 60 ingrandimenti con uno microscopio elettronico e non ho trovato, nelle
incisioni, tracce di manipolazioni. Se le pietre sono genuine , allora hanno un
incredibile valore; se sono uno scherzo, per il loro numero, la mole e l'accuratezza dei
dettagli dovremmo studiare antropologicamente il loro autore ...". E Joseph Blumrich,
un ex-esperto della NASA convinto che in passato la Terra sia stata visitata da alieni,
ha commentato: "Sono rimasto profondamente impressionato da ciò che ho visto. E
sono molto felice di avere trovato un'evidenza così diretta di ciò in cui credo. Non ho
alcun di dubbio sull'autenticità di queste pietre". "In molte di queste pietre - ribadisce
Steiger - si vedono i progenitori dell'homo sapiens, esseri prima anfibi, poi rettili ed
infine mammiferi, comunque anteriore alle scimmie. Cabrera è convinto che questi
esseri siano stati manipolati geneticamente da una razza proveniente dalle Plejadi,
che aveva una base esplorativa su Venere. Questi alieni seguivano un ben preciso
piano scientifico. Sfortunatamente le loro creature vennero annientate dallo stesso
cataclisma che ha sepolto sotto tonnellate di roccia le pietre di Ica". "Ho raccolto
337
20.000 pietre - ha dichiarato Cabrera - ma ne esistono molte di più, almeno 50.000. É
necessario che si crei una commissione di studio e che il governo peruviano istituisca
un sistema di vigilanza permanente per proteggere questa ricchezza nazionale".
LINEE DI NAZCA, PIETRE DI ICA
Il giacimento delle pietre di Ica si trova a Sallas ed è stato messo a nudo da un
terremoto. "Molte altre pietre - conferma lo studioso Yves Naud - arrivano da una
zona ad una trentina di chilometri a sudovest di Ica, accanto il fiume omonimo, verso
Ocucaje. Le pietre vengono perlopiù trafugate da tombe dagli indios, che le vendono
a Cabrera o ai turisti. A Ocucaje non c'è famiglia contadina che non ne conservi
almeno una. E sebbene gli scettici continuino a parlare di un falso, è certo che i
graffiti sono noti almeno dal XVII secolo, come testimoniano i documenti dell'epoca.
Se le pietre non hanno attirato l'attenzione degli archeologi, è perché la zona è
estremamente ricca di reperti molto più preziosi ed interessanti, dai vasi Paracas alle
selci lavorate. Un'eredità preistorica troppo abbondante ha reso i peruviani
indifferenti alle pietre di Ica". Cabrera è convinto che i disegni di Ica siano collegati
alle Linee di Nazca. Sia sulle rocce di Ocucaje che nella pampa andina
comparirebbero difatti i medesimi disegni. A detta di Cabrera, i tracciati andini
sarebbero stati ricoperti, in passato, da un materiale sconosciuto, superconduttore e
resistente alle alte temperature, che permetteva alle navi spaziali dei Plejadiani di
atterrare in caduta libera senza alcun danno. Conferma a queste opinabili teorie venne
nel maggio del 1975, quando il geologo Klaus Dikudt dell'Università di Lima disse di
avere rintracciato, lungo le linee, " frammenti di un materiale scuro, traslucido,
infrangibile, leggero ma estremamente duro, tanto da rigare il quarzo. Il materiale
analizzato aveva reagito in modo anomalo a tutti gli esami, ed era rimasto intatto
perfino sottoposto ad una temperatura di 4000 gradi. Non si trattava di frammenti di
meteoriti. La composizione e la provenienza di questo materiale resta ignota ...
LA PLACCA METALLICA DI EDMONTON
Il mistero delle pietre incise dagli "dei", o quanto meno dai loro discendenti, resta
irrisolto. Sia la simbologia presente sulle pietre di Ica, vere o false che siano, sia i
complessi glifi maya che circondano la lastra tombale di Palenque, solo parzialmente
decifrati, sembrano ricordarci un passato remoto in cui la Terra, forse, era meta di
visite da altrove. Indubbiamente è molto facile e comodo negare questa
interpretazione, come frutto di un'accesa fantasia, ma negare non significa spiegare.
Per questo motivo, dunque, gli enigmi di Ica e Palenque non sono mai stato risolti.
Storie di pretese comunicazioni scritte o disegnate lasciate da qualcuno che, nella
338
notte dei tempi, ha cercato di fornire una testimonianza scientifica agli uomini del
futuro ricorrono ripetutamente nelle cronache documentate di questa umanità e non
appartengono soltanto ad un remoto passato attorno al quale è possibile speculare
senza alcun freno. Il 4 novembre 1967 Leonardo Romano, un nostro connazionale
che si trovava a Edmonton, in Canada, vide dalla finestra di casa sua un globo
luminoso atterrare sul campo antistante. Accanto ad una porzione di terreno erboso
vistosamente bruciata, Romano trovò una minuscola lastra metallica lunga 17
centimetri e spessa solo un millimetro, coperta finemente da una serie di lettere non
appartenenti ad alcun alfabeto terrestre conosciuto. Questo reperto, che qualche
migliaio di anni fa sarebbe stato considerato un dono degli dei e per questo sarebbe
stato ricopiato all'infinito, come le pietre di Ica, è stato ignorato, ancora una volta,
dalla scienza ufficiale. E pertanto ancora una volta il mistero, forzatamente, permane
ALL'INIZIO DEI TEMPI,
QUAL'ERA IL SEGRETO DELLE NOSTRE VITE?
Civiltà Extraterrestri o Continenti inabissati in età antidiluviane
Le rovine delle sue poderose costruzioni megalitiche sorgono, in un contesto
suggestivo di straordinaria maestosità, nei pressi del lago Titicaca, le cui acque
purissime, limpide come cristallo, riflettono le più alte cime, perennemente innevate,
della Cordigliera andina, come l'Illimani, il Mururata, l'Huayana Potosi e la lunga
catena del Condoriri fino al gruppo dell'Ancohuma.
Uno dei più noti cronisti della conquista, lo spagnolo Gracilaso de la Vega, ci ha
lasciato memoria di un'etimologia suggestiva che vorrebbe il termine Tiahuanaco
composto da tia, parola quechua che indica l'imperativo del verbo "sedere", e da
huanaco, o guanaco, termine col quale viene indicato un veloce camelide selvatico
delle vette andine. Tiahuanaco significherebbe, quindi, qualcosa come: "siedi
guanaco!" espressione con la quale l'imperatore Inca Mayta Capac avrebbe
apostrofato un corriere giunto da Cuzco con un messaggio, per sottolinearne la
straordinaria rapidità.
Le rovine di Tiahuanaco - che si estendono su di una superfice di
quattrocentocinquantamila metri quadrati - si articolano in tre gruppi, oggi noti come
coi nomi indi di Acapana, Kalasasaya e Tunca-puncu ("le dieci porte").
A Kalasasaya si trova il monumento più famoso di Tiahuanaco, la porta del sole,
ricavata da un unico blocco di andesite, il cui lato orientale è coperto da un
bassorilievo raffigurante il dio Sole ed è evocativo di ermetici significati cosmici, la
cui interpretazione per noi sarà, probabilmente, per sempre oscura.
Le rovine di questa antichissima civiltà preincaica suggeriscono molti interrogativi
sulla sua misteriosa origine e quale genesi abbiano avuto le straordinarie civiltà che
animarono il Sud America in età precolombiana è a tutt'oggi questione controversa.
Accanto alle teorie più o meno scientificamente supportate da riscontri concreti, non
339
sono mancate le ipotesi più "ardite", quando non manifestamente fantasiose, come
visite di civiltà extraterrestri o continenti inabissati in età antidiluviane.
LUOGHI NEI QUALI SEMBRA INTUIRSI LA PRESENZA DI UN PERENNE
ED INSONDABILE MISTERO
Effettivamente, però, rimangono numerosi gli interrogativi a tutt'oggi insoluti: come
si spiegano ad esempio certe concordanze nei miti e nei culti diffusi di qua e di là
degli oceani, certi innegabili parallelismi davvero sorprendenti, ad esempio con la
civiltà egizia, con l'astronomia come elemento comune che permea le tradizioni
religiose delle civiltà diffusesi nei due diversi continenti?
Può davvero ritenersi sufficiente la spiegazione che l'intelletto umano giungerebbe
invariabilmente alle stesse raffigurazioni del mondo e dell'universo, anche nel caso di
popoli fondamentalmente diversi, e totalmente isolati fra loro, oppure occorre
prendere seriamente in considerazione l'ipotesi che fra genti diverse e distanti si sia
stabilita una qualche forma di contatto, o verificatasi qualche sorta di ancestrale
comune esperienza, magari non ancora disvelate con i metodi della scienza classica?
I tentativi di spiegazione hanno anche seguito le più bizzarre vie dell'ardimento e
dell'avventura: negli anni cinquanta il norvegese ThorHeyerdahl, sull'ormai quasi
leggendaria "Kon-Tiki", zattera costruita col papiro,attraversò l'Oceano Pacificocon
l'intento di dimostrare che elementi della civiltà Tiahuanaco si erano spinti dal Perú
fino all'isola di Pasqua e ad altre isole della Polinesia, indicando, come prova, una
supposta somiglianza tra le sculture di pietra di Tiahuanaco e i busti giganteschi
dell'isola sperduta nel Pacifico.
Comunque sia, pare innegabile che esistano luoghi della Terra i quali - magari
lontanissimi fra loro - appaiono come residue testimonianze di un comune passato, di
un'unica storia: da Tiahuanaco in Bolivia, a Giza, "la porta dell'aldilà" per gli Egizi,
da Machu Picchu, la città sacra degli Inca, a Angkor Wat in Cambogia, dalla
piramide a nove gradini di Quetzalcoatl-Kukulkan, dadicata al dio serpente piumato
del Messico, a Stonehenge in inghilterra.
Siti nei quali inquietanti vestigia di civiltà scomparse, scampate all'oblio d'un tempo
antichissimo, paiono miracolosamente capaci di indurre con misteriose suggestioni
alla contemplazione del firmamento e alle riflessioni sul cosmo.
Luoghi nei quali sembra intuirsi la presenza di un perenne ed insondabile mistero,
che però, forse, non è rappresentato da astronavi aliene e altre amenità, tanto possibili
quanto improbabili, bensì da un ardito tentativo di confronto, dell'uomo agli inizi
della sua storia, coi grandi misteri della vita, della coscienza e della morte.
Molti luoghi misteriosi dell'antichità, coi loro paradossi archeologici, non sarebbero
altro, allora, se non i multiformi simboli di un unico grande mistero escatologico, il
residuo materiale d'un anelito religioso comune all'umanità, all'alba della storia.
340
Tiahuanaco, la cui civiltà ha sicuramente avuto una vasta diffusione non solo
sull'altopiano ma anche fra le primissime popolazioni della fascia costiera, può allora
sicuramente essere interpretato come uno dei più antichi, grandiosi e suggestivi centri
religiosi situati in America latina.
Castello di corallo in Florida: incredibile ma vero cosa abbia potuto fare “un piccolo
uomo di grande cervello”:!
CORAL CASTLE è una misteriosa struttura megalitica che si trova a Homestead, in
Florida. La struttura è costituita da numerose pietre alcune delle quali pesano diverse
tonnellate. In italiano la struttura è chiamata "castello di corallo", ma il termine è
fuorviante, in quanto il materiale costruttivo non è corallo, bensì un tipo di roccia
locale chiamata coral.
La struttura è considerata misteriosa principalmente perché quanto è stata assemblata
da un unico uomo, l'eccentrico lettone EDWARD LEEDSKALNIN per di più magro
e mingherlino e senza alcun aiuto esterno.
Una storia d'amore può spingere un uomo ad edificare un intero castello da solo?
Come può l'uomo esile che vedete nella foto essere riuscito ad edificare un tale
castello fatto di una roccia pesantissima da solo e senza l'ausilio di mezzi pesanti? Un
uomo alto 1 metro e 39 cm, per amore, ha lavorato ogni notte per vent'anni per
costruire un castello con blocchi di "coral" di peso non inferiore alle 5 tonnellate e
non superiore alle 40 tonnellate; le ha innalzate, spostate, girate ...
Come avrà fatto quest'uomo cosi minuto a costruire questo castello cosi "pesante" da
solo? Solo con l'aiuto di carrucole e tripode di legno alto una decina di metri, una
serie di oggetti per il magnetismo e una strana scatola in cima al tripode ...?
Leedskalnin ha mantenuto il segreto sulle tecniche usate e ciò ha condotto alla
formulazione di numerose ipotesi sui metodi da lui usati.
Due le ipotesi principali:
1- il metodo del "magnetismo" (affermava di aver scoperto il metodo che avevano
usato gli egiziani per costruire le piramidi e di avere applicato questa conoscenza
nella costruzione di Coral Castle): secondo alcuni scienziati (tra i quali Nicola Tesla)
amici di Edward Leedskalnin, che avevano studiato con lui, il nucleo della Terra
respinge le cariche negative. Alimentando così di carica negativa pietre o qualsiasi
altro oggetto si sarebbe potuto spostare l'oggetto, stabilire il tempo e la lunghezza
dello spostamento di tale oggetto. Questa tesi non viene riconosciuta come errata e
non è stato ancora possibile dimostrare che lo sia.
2- l'impiego di un sistema antigravitazionale per muovere gli oggetti, secondo alcuni
basato su "onde sonore armoniche": la "levitazione sonica" (l'uso di onde sonore per
muovere le cose). è stato dimostrato in tempi recenti che è possibile muovere piccole
rocce grazie ad influssi sonori e i vicini di Edward Leedskalnin hanno rivelato che
quando lavorava di notte, oltre ai suoni di cantiere di sentiva anche un altro suono,
341
sordo, cupo: un suono a frequenza bassissima.
Alcuni ragazzini che hanno assistito ai lavori hanno dichiarato che sarebbero stati
usati palloni a idrogeno per sollevare i blocchi.
In realtà esistono fotografie che mostrano Leedskalnin utilizzare tecniche alquanto
comuni, quali carrucole e paranchi, ma si pensa che le strutture visibili nelle
immagini non avrebbero supportato il peso dei blocchi più grandi.
Comunque sia, l'aura di mistero che avvolge Coral Caste ha contribuito a renderlo
una meta turistica, per visitare la quale Leedskalnin faceva pagare un biglietto di
ingresso.
LA STRUTTURA
Coral castle non è un vero e proprio edificio, ma piuttosto un "giardino romantico"
circondato da un recinto di pietra ed una piccola costruzione. Molte strutture presenti
all'interno sono particolarmente affascinanti: ci sono meridiane per il calcolo del
tempo, un obelisco con un foro perfettamente allineato verso la stella polare, un
tavolo di roccia a forma di cuore con un fiore piantato in centro (voleva che il tavolo
avesse fiori tutto l'anno), una poltrona in pietra dal peso di una tonnellata, una
"fontana della luna" che rappresenta le fasi lunari.
Il castello di corallo è stato costruito sulla stessa griglia immaginaria sulla quale sono
state costruite le piramidi egiziane, anch'esse allineate con gli equinozi.
La porta di ingresso è costituita da un monolite del peso di 9 tonnellate, "imperniata"
al centro (esattamente sul baricentro del masso di pietra) con un perfetto
bilanciamento tale per cui era sufficiente spingere con un dito il masso per muoverlo:
si diceva che "si sarebbe aperto anche solo con la forza di un bambino" ...
Ebbene, nel 1986 la porta si bloccò ed un gruppo di ingegneri fu incaricato di
ripararla. Dopo avere sollevato il blocco si scoprì così che Leedskalnin aveva
utilizzato il cuscinetto di un vecchio autocarro come perno, e che il blocco della porta
era stato causato dalla ruggine su questo componente. Dopo i lavori di
ristrutturazione, è necessaria molta più forza per aprirla: non si è riusciti a ritrovare
quella "scorrevolezza" che c'era una volta ...
CRONISTORIA
Edward Leedskalnin nacque a Riga in Lettonia il 10 agosto 1887.
Secondo la biografia di Joe Bullard, Waiting for Agnes, all'età di 26 anni venne
abbandonato da Agnes, la fidanzata sedicenne, il giorno prima delle nozze. In seguito
alla profonda delusione cominciò a maturare l'idea di costruire un castello per fare
342
colpo sull'amata. Iniziò così a viaggiare per l'Europa, il Canada e gli Stati Uniti in
cerca di un luogo dove stabilirsi.
Dopo essere stato colpito dalla tubercolosi fu costretto a trasferirsi un una località dal
clima mite, e giunse così in Florida nel 1918. Iniziò quindi la costruzione del suo
castello nelle vicinanze di Florida City, dove aveva acquistato 10 acri di terreno.
Nel 1936 l'espansione edilizia portò alla costruzione di nuovi lotti edilizi nelle
vicinanze della sua proprietà e Leedskalnin, essendo una persona molto riservata,
decise di trasferirsi in un luogo più isolato. Passò così i successivi 10 anni a trasferire
ciascuna pietra da Florida City alla località dove attualmente sorge Coral Castle, ad
una distanza di circa 16 km. In questa operazione fu aiutato da un amico che aveva un
vecchio camion.
Edward in seguito aveva deciso di svelare il segreto che gli aveva permesso di
costruire da solo Coral Castle a degli amici fidati. Nel 1950 mandò una lettera ai suoi
amici con scritto: a dicembre del 1951 venite da me che vi svelerò il segreto di come
ho fatto a costruire il castello, ma poco tempo prima di poterlo fare morì.
Nel dicembre 1951 Leedskalnin ebbe un forte dolore allo stomaco; incise su una
roccia la frase "Vado in ospedale, torno presto" e prese la corriera per la città (non
aveva un'automobile, conduceva una vita molto semplice e si spostava in bicicletta).
Ma non tornò: morì dopo tre giorni in ospedale, il 7 dicembre, per un tumore maligno
allo stomaco, portando nella tomba con se i misteri legati all'elettromagnetismo e il
suo segreto (se un segreto c'era ...).
Il castello fu ereditato da un nipote che nel 1953, poco prima della morte, lo donò ad
una famiglia dell'Illinois.
CURIOSITÀ
Billy Idol scrisse ed incise il brano "Sweet Sixteen" e girò il video a Coral Castle. Il
brano è ispirato alla ragazza amata da Leedskalnin, Agnes Scuff, (a cui egli aveva
dato l'appellativo "Sweet Sixteen") che si ritiene essere il movente principale della
costruzione della struttura.
Secondo Bullard (l'autore della biografia di Leedskalnin, "Waiting for Agnes"), molti
anni dopo la costruzione di Coral Castle alcuni turisti Lettoni ne sentirono il racconto
e contattarono Agnes per riferirle che Leedskalnin sperava ancora che lei capisse il
suo amore. Avendo sentito la storia, Agnes rispose: "non ho voluto sposarlo quando
ero sedicenne, e non voglio sposarlo ora".
La beffa più grande per il povero Edward Leedskalnin è stata quando, alcuni studiosi
sono riusciti a rintracciare la "Sweet Sixteen", la sedicenne promessa sposa del
tempo, trasferitasi in Olanda e ormai alla veneranda età di 88 anni. Dopo averle a
lungo parlato della meravigliosa opera che Edward aveva fatto per lei e del suo amore
ed averla invitata a visitare la meravigliosa costruzione lei rispose: "No grazie, non
mi interessa", lasciando così un enorme buco nero nel cuore di chi da solo è riuscito
343
ad edificare una così grande opera architettonica.
Chissà se un giorno riusciremo a scoprire come abbia fatto questo minuto uomo a
creare una cosa cosi immensa ...
IL MISTERO DI CORALCASTLE
La Storia che stiamo per raccontarvi è una Storia d'Amore. Una storia che sembra una
favola, tanto è intrisa di magia. Ma tutto è incredibilmente vero.
è la storia di un uomo che ha aspettato tutta la vita la ragazza di cui si era innamorato.
Lui aveva 26 anni, veniva dalla Lettonia e si chiamava Edward Leedskalnin. Lei si
chiamava Agnes Skuvst e aveva solo 16 anni. Lui era sicuro che lei avrebbe accettato
di sposarlo. Perché per Lei, aveva deciso di costruire qualcosa di speciale. Qualcosa
che non potesse dimenticare. Per Agnes Ed aveva deciso di costruire, da solo e con le
sue stesse mani, un intero castello.
Con questa idea in testa Ed era partito dalla Lettonia alla ricerca del posto giusto, del
luogo ideale per il suo sogno d'amore. Girò Europa, Canada e Stati Uniti ma solo
quando giunse in Florida capì che aveva trovato il luogo adatto. Come fa a capirlo?
Perché in Florida scopre un particolare tipo di pietra locale. Una pietra bellissima ed
estremamente pesante. Da queste parti la chiamano Coral Stone, la pietra di Corallo:
Ed farà allora per Agnes un Castello di pietra solido e pesantissimo che avrà un nome
leggero: Coral Castle, appunto.
A poco meno di 50 km da Miami, proseguendo verso sud per l'Autostrada 1 in
Florida, si può giungere a Homestead, una piccola cittadina nel cuore dello stato. In
questo paese si trova uno dei più bizzarri ed incredibili edifici costruiti dall'uomo: il
Coral Castle. Di primo acchito la struttura in sé non rivela nulla di incredibile; alcuni
in essa vedono importanti reperti storici provenienti da ere ormai dimenticate e
costruiti da antiche popolazioni per antichi culti, altri invece vedono una specie di
bizzarra costruzione postmoderna "sfogo" di qualche eccentrico architetto. Entrambe
le considerazioni invece risultano errate. La struttura ha visto la luce nei primi anni
del novecento e l'artefice dell'edificio è un unico minuto grande genio; il suo nome è
Edward Leedskalnin. Egli, con la sola forza delle sue braccia e con l'ausilio di pochi
rudimentali attrezzi come carrucole, corde, martelli e scalpelli ha estratto e scolpito
più di 1.100 tonnellate di roccia corallina. Ancora nessuno tra scienziati ed ingegneri
che hanno studiato e tuttora studiano il Coral Castle è riuscito a dare una spiegazione
fisica sul metodo di costruzione usato da Leedskalnin; l'unica affermazione sul
metodo di costruzione proviene dal costruttore stesso il quale affermò: "Ho scoperto i
segreti delle piramidi. Ho trovato come gli egizi e gli antichi costruttori in Perù,
Yucatan e Asia, unicamente con attrezzi primitivi, trasportarono ed eressero blocchi
di pietra pesanti parecchie tonnellate".
344
Una delle sculture più importanti e degne di nota è lo stesso portale di accesso alla
struttura: il "Nine ton Gate". Esso è costituito da un unico blocco di pietra corallina
largo 2 metri, alto 2 metri e 30 cm, profondo circa mezzo metro e dal peso
approssimativo di appunto 9 tonnellate. Questo incredibile monolito dista dalle pareti
del castello esattamente 6 mm da ambo i lati.
Molti ingegneri e scienziati si sono recati sul luogo per cercare di capire come Ed
abbia potuto trovare il baricentro esatto dell'enorme blocco di pietra. Esso è talmente
ben equilibrato nel suo asse che anche un bimbo lo avrebbe potuto aprire con la
semplice pressione del suo dito. Dico "avrebbe" perché oggi non è più cosi. Nel 1986
infatti, un gruppo di ingegneri e di scienziati rimossero il portale per compiere degli
studi su di esso. Per rimuoverlo furono utilizzati 6 uomini ed una gru da 50 t. Una
volta rimosso il portale fu scoperto che Ed centrò e bilanciò il pezzo di roccia da 9 t
perforando perfettamente dall'alto al basso i 2,30 m di portale facendo passare
attraverso di esso un'asta di ferro che poggiava su di un vecchio cuscinetto di un
camion. In questo modo il portale poteva aprirsi ruotando sul proprio asse. Oggi solo
un perforatore ad alta velocità laser-controllato potrebbe fare lo stesso lavoro.
Il Portale, equipaggiato con i nuovi cuscinetti, con l'albero sostituito, nuova
lubrificazione ed una rilegatura dei pezzi di pietra con un adesivo particolare, fu
rimesso al suo posto il 23 luglio 1986. Il risultato fu un duro colpo per i ricercatori e
per i gestori del castello: il monolito non era più perfettamente equilibrato e perse
definitivamente la sua capacità di ruotare anche per ore con una semplice spinta.
Giunti all'interno del castello si può notare, sulla destra, un'imponente torre quadrata
provvista di scalini esterni che portano all'unico ingresso della torre posto quasi alla
sommità di essa.
All'interno della torre si può vedere l'abitazione vera e propria di Leedskalnin. Al
centro della stanza è collocata una branda di cuoio e tutto attorno, per terra e appesi
alle pareti, si possono trovare utensili da lavoro come martelli, scalpelli, corde ecc. …
Questa enorme struttura è composta da circa 243 tonnellate di roccia intagliata in
giganteschi blocchi di pietra corallina pesanti dalle 4 alle 9 tonnellate ciascuno. Solo
il tetto della torre è costituito di una trentina di blocchi ognuno da una tonnellata.
Lampade ad olio e pozzi d'acqua fresca fornivano tutto il necessario per vivere in
questa straordinaria struttura. Scendendo dalla torre, tornando al cortile, si può notare
un piccolo altare che poggia sulla parete a sud. Esso è costituito da due blocchi di
pietra corallina e il suo significato è tuttora un mistero.
Volgendo lo sguardo verso il vasto cortile si possono notare alcune sedie scolpite
nella roccia. Ma una in particolare giunge immediatamente allo sguardo: si tratta di
una enorme sedia a dondolo dal peso di una tonnellata. Ed scolpì la sedia su di un
enorme blocco di pietra sotto il quale applicò due assi di roccia a cui diede una forma
ricurva. Anche se l'intero risultato potrebbe sembrare decisamente scomodo, in realtà
è incredibilmente equilibrato e riposante.
345
Accanto ad essa si possono trovare alcune sedie non a dondolo che assomigliano ad
un salottino orientato al sole del mattino e a mezzogiorno. Ma queste strutture non
sono le uniche ad avere un orientamento ed un significato celeste.
Osservando meglio il castello infatti si possono notare molte sculture rappresentanti
lune, soli e pianeti del sistema solare tutti orientati a precise fenomenologie
planetarie.
Inoltre, accanto alle mura del castello, si può ammirare un enorme monolito alto 7.5
metri e dal peso di 30 tonnellate. Quasi alla sommità dell'enorme blocco di pietra si
trova un foro che lo trapassa da parte a parte e all'interno del suddetto foro si possono
intravedere due aste di ferro che si incrociano perfettamente al centro di esso quasi a
rappresentare un mirino. Questo "mirino" centra esattamente la stella polare.
Questo rudimentale utensile astronomico chiamato appunto "Polaris Telescope" aiutò
Ed a tracciare un diagramma raffigurante il percorso della Terra attorno al Sole e gli
permise di costruire una meridiana molto precisa.
Essa è perfettamente calibrata al solstizio d'inverno e al solstizio d'estate
rispettivamente il 21 dicembre e il 21 giugno. Essa è stata costruita in modo da poter
segnare l'ora compresa tra le 9 del mattino e le 16 ovvero l'arco di tempo in cui, a
detta del costruttore, un uomo dovesse lavorare. La precisione della meridiana è
stupefacente: la larghezza di un pollice umano rappresentava 5 minuti con uno scarto
di errore massimo di 1 minuto. Ovviamente questo straordinario strumento è tarato in
modo da segnare l'ora solare.
Accanto alla meridiana si può osservare un fontana chiamata "Moon Fountain"
proprio per la sua particolare composizione.
Essa infatti è scolpita in tre pezzi di roccia corallina dei quali quello più a sinistra
rappresenta il primo quarto di luna mentre quello a destra della fontana rappresenta
l'ultimo quarto. La luna piena è rappresentata dalla fontana stessa dal peso
approssimativo di 23 tonnellate. I quarti di luna invece ne pesano 18 ciascuno. Ed usò
la fontana come stagno per i pesci in cui si potevano trovare, oltre ad essi, anche varie
piante come i giacinti d'acqua, sicuro che i visitatori si sarebbero fermati ad
osservarlo. La pietra corallina è una roccia molto porosa per cui Ed fu costretto a
"rinforzare" la fontana con del cemento. Al centro della fontana Ed pose una stella a
sei punte e alimentò il flusso d'acqua con una vecchia pompa situata dietro la fontana.
Oggi la fontana è usata come pozzo dei desideri e il denaro raccolto in questo modo è
devoluto in beneficenza.
Sulla parete a nord poi sono raffigurati i pianeti di Saturno e di Marte. Quest'ultimo è
costruito accanto ad una pianta di Palmetto che sta a significare la credenza da parte
dell'autore all'esistenza di vita sul Pianeta Rosso.
Molte altre sculture rappresentanti sistemi astronomici sono presenti all'interno del
castello come ad esempio il cosiddetto "bagno degli uccelli" formato da tre cerchi
concentrici rispettivamente di 3.15 metri, 1.5 metri e 46 centimetri di diametro. Essi
346
rappresentano le tre principali suddivisioni del nostro Sistema Solare individuando
Mercurio, Venere, Terra e Marte nel cerchio più piccolo ed interno, Giove Saturno e
Urano nel cerchio medio e Nettuno e Plutone nel cerchio più esterno.
Rimanendo sempre nel versante nord del complesso, si può ammirare l'imponente
obelisco in cui Ed scolpì le date più importanti della costruzione come la data di
inizio dei lavori e la data dello spostamento dell'intero complesso da Florida City a
Homestead e la propria data e luogo di nascita. In cima all'obelisco grande quanto il
più imponente obelisco di Stonehenge, Ed scolpì un buco con la forma della stella
della Lettonia suo paese natale.
Questo obelisco alto più di 8 metri e dal peso di 30 tonnellate è piantato saldamente
al suolo in un buco di quasi 2 metri di profondità.
Il lato romantico di Ed è messo in evidenza dal tavolo chiamato "Feast of Love". Esso
è un tavolo a forma di cuore dal peso di circa 2 tonnellate.
Sempre pratico anche nel romanticismo Ed pensò che mantenere a lungo dei fiori al
centro del tavolo fosse un'impresa ardua. Risolse il problema ponendo al centro del
tavolo un vaso di Ixora. Questa pianta messa dalle sapienti mani di Leedskalnin restò
al suo posto, viva e vegeta per oltre 50 anni.
Un altro famoso tavolo di Ed, il "Florida State Table" lungo 6 metri e circondato da
10 sedie, fu scolpito nell'esatta forma e proporzioni dello Stato. Scolpito nell'angolo
sud-orientale del tavolo c'e un bacino colmo d'acqua che rappresenta il lago
Okeechobee. Esso poteva essere usato come boccia per le dita, bagno degli uccelli o
boccia per il punch.
Una curiosità: egli immaginò la sedia a capotavola essere per il governatore della
Florida e lui e tutto il resto dei senatori si sarebbero seduti li attorno per decidere di
alzare le tasse.
Altra costruzione dedicata alla genialità di Leedskalnin. Questa volta però non si
tratta di una scultura in pietra corallina bensì di una pentola a pressione. Ed,
utilizzando una carcassa di una vecchia automobile, costruì una specie di barbecue
che all'occorrenza, una volta inserito il cibo al suo interno, poteva essere chiusa
ermeticamente fungendo da pentola a pressione. Ed la pose in una specie di camino in
pietra corallina e ancor oggi a volte i bambini in gita scolastica vengono invitati ad
arrostire hot dog nella sua pentola.
Flotte di ingegneri edili e di scienziati vengono attratti ogni anno dal Coral Castle per
cercare di capire in che modo sia stata costruita quest'opera apparentemente
impossibile. Ad esempio a metà degli anni settanta un gruppo di ricercatori vollero
provare ad imitare Leedskalnin. Scolpirono e scavarono un blocco di pietra corallina
dal peso di 30 tonnellate equivalente al grande obelisco all'interno del castello. Per
trasportare il blocco si servirono di un bulldozer: il mezzo non riuscì nemmeno a
sollevarlo.
Molte affascinanti teorie vennero formulate negli anni per cercare di dare una
spiegazione quantomeno plausibile alla straordinaria opera del piccolo lettone.
347
Molti ricercatori o meglio "para"ricercatori ipotizzano che Ed abbia in qualche modo
scoperto il funzionamento delle "World Grid" ovvero uno schema invisibile di linee
energetiche circondanti la terra che concentrano grosse quantità di energia tellurica
nei punti di intersezione. Quindi Ed avrebbe sfruttato l'energia dell'intersezione di
queste linee per riuscire a spostare questi enormi blocchi di pietra. A questo proposito
Ray Stoner, il ricercatore scrittore del libro "The Enigma of Coral Castle", afferma
che Ed non spostò il castello per la minaccia dell'espansione di Florida City bensì
perché un fatidico errore di calcolo intercettò il punto focale dell'intersezione delle
linee a 16 km dal punto in cui si trovava realmente. Per questo motivo il castello fu
mosso da Florida City a Homestead, proprio per fare in modo che le strutture del
castello massimizzassero le energie telluriche dell'incrocio delle linee energetiche.
Bruce Cathe, nel suo "The Energy Grid" uno dei più importanti libri del settore,
afferma che: "... il sito "Coral Castle", è matematicamente relazionato alla griglia
energetica terrestre, come lo sono le altre importanti strutture antiche. Leedskalnin
non ha spostato il tutto per caso. Questa posizione geometrica era estremamente
vicina a un punto che potrebbe essere ideale per lo sfruttamento del moto armonico
gravitazionale. Il fatto che egli abbia avuto accesso alle conoscenze segrete è molto
più evidente nella relazione del Coral Castle col sistema di griglie energetiche
mondiale".
Stoner, nel suo libro, fa presente che per costruire il Coral Castle erano necessarie
alcune condizioni particolari come il fatto di trovarsi esattamente in un vortice
energetico esso stesso allineato con determinati eventi astronomici sufficientemente
precisi da stabilirne con esattezza le ricorrenze periodiche. Inoltre l'opera dovrebbe
avere una forma precisa e addirittura il materiale con cui è costituito ha una sua
rilevanza.
Questi prerequisiti ricordano molto le formule teoriche e gli esperimenti compiuti
sull'energia delle piramidi a metà degli anni settanta dove gli angoli di incidenza
(varianti di 15.2 gradi) e i materiali con cui erano costituite (granito cristallino e
calcare) ne determinavano il successo. Nel libro "Using Pyramid Power" lo scrittore
James Wyckoff scrive: "Gli antichi egizi sapevano che la forma e l'angolo delle
piramidi contenevano una mistica forza energetica".
Molte tradizioni da ogni parte del globo menzionano fatti in cui venivano fatte
levitare pietre molto grosse. Dalla Gran Bretagna ci giunge la tradizione in cui
Merlino, in uno dei suoi viaggi in Irlanda, scoprì Stonehenge e decise di smontarlo
pietra dopo pietra e trasportò ogni masso facendolo "fluttuare in aria" fino alla
pianura di Salisbury. Gli isolani di Ponape nel Pacifico del Sud ricordano lo
spostamento di un grosso monolito di basalto (la colonna di Nan Mandol) ad opera di
due maghi che lo fecero fluttuare in aria.
Ipotizzando che la testimonianza dei ragazzini che videro Leedskalnin in azione sia
vera, ovvero che videro blocchi di pietra corallina "fluttuare in aria come aerostati", si
potrebbe considerare il fatto che egli abbia veramente riscoperto le antiche tecniche
di costruzione perse durante i secoli le quali sfrutterebbero le energie gravitazionali
terrestri.
348
Nella seconda metà dell'ottocento John Worrel Keely, inventò una serie di macchine
per sollevare in aria gli oggetti e disintegrare la pietra. Keely utilizzava il suono
prodotto da strumenti musicali e propagato attraverso un filo metallico. Molti i
testimoni dei suoi esperimenti: da Jules Verne a Thomas Edison, tanto da spingere i
grandi finanzieri dell'epoca a costituire un'azienda, la Motor Keely, impegnando ben
cinque milioni di dollari nell'impresa.
Keely rifiutò però di rivelare la natura della forza "eterea" utilizzata e il conflitto con
i finanziatori, lo spinse, in preda all'ira, a distruggere parte di quanto aveva scoperto e
creato. Morì povero e dimenticato.
Madame Blawatsky però gli riservò un intero capitolo del suo diario: sosteneva che al
signor Keely era stato concesso il permesso di oltrepassare un limite, che aveva
inconsciamente scoperto la terribile forza siderale atlantidea, chiamata Miscela o
Mash Mak. Una forza talmente distruttiva che in possesso di un moderno Attila
ridurrebbe l'Europa al suo caotico primitivo stato in pochi giorni e senza testimoni in
vita.
Molti monumenti antichi emettono vibrazioni a bassa frequenza: dagli obelischi di
Karnak, alla Grande Piramide di Giza. I monoliti di Stonehenge amplificano i suoni
prodotti durante le cerimonie e le rovine di Tihauanaco in Bolivia mostrano intagli
nelle colonne simili a diapason. Chichen Itza è una città Maya in cui l'eco si riflette
da un angolo all'altro senza che si riesca a capir come sia possibile, mentre il suono
prodotto alla base della Piramide del Mago ad Uxmal, riproduce alla sua sommità una
specie di cinguettio …
Sarà solo un caso, ma i vicini di Ed affermavano proprio di sentire un suono continuo
durante le notti in cui lavorava: come una vibrazione molto molto bassa …
Testimoni oculari raccontano di aver conosciuto monaci tibetani in grado di sollevare
e frantumare enormi blocchi di pietra, utilizzando il suono prodotto dai tamburi e
dalle loro caratteristiche trombe lunghe tre metri. Parlano della leggendaria
Levitazione Sonica. In tempi recenti è stato dimostrato che è possibile sollevare
piccole pietre utilizzando vibrazioni sonore. Secondo i ricercatori non riconosciuti
dalla scienza ufficiale, la forza di gravità attirerebbe le cariche positive e
respingerebbe quelle negative, per una ragione ancora ignota. Gestendo la carica
negativa della materia si potrebbe allora gestire la velocità, la direzione e la durata del
"volo".
A tal proposito Cathe asserisce che "in certe posizioni nel globo ci sono località dove
le forze di gravità possono essere manipolate dalle applicazioni di certe armonie
geometriche. Dove queste condizioni geometriche esistono, è evidentemente
possibile per persone che hanno conoscenza nell'uso delle forze gravitazionali,
costruire enormi edifici di materiale voluminoso. Stonehenge, le antiche piramidi, il
tempio di Baalbek, e pure le piramidi in centro e sud America furono il risultato di
una combinazione di conoscenze ed anomalie gravitazionali. Coral Castle, credo
occupi una di queste posizioni".
Nonostante la vasta quantità di studi e teorie formulate su questo complesso, nessuno
è ancora riuscito a capire non solo i modi e i metodi di costruzione ma nemmeno il
349
significato stesso dell'opera. A che scopo costruire questa enorme struttura? Per quale
motivo Leedskalnin "sacrificò" vent'anni della sua vita nella progettazione e
realizzazione dell'edificio? A queste e ad altre innumerevoli domande ancor oggi
molti studiosi e ricercatori stanno cercando di dare una risposta.
Di certo un controverso e geniale scienziato che entrò in contatto con Ed era Nikola
Tesla. Li accomuna l'avversione della Scienza ufficiale nell'interpretare i loro
esperimenti e le lunghe notte solitarie passate dai due ricercatori a lavorare su
esperimenti misteriosi e affascinanti in un America che non era la loro patria. Nato in
Croazia, nel 1856, Nikola Tesla fu probabilmente uno dei più brillanti scienziati del
Novecento. A lui si devono molte scoperte scientifiche, anche se non tutte gli
vengono formalmente riconosciute: la corrente alternata, la prima stazione al mondo
di energia idroelettrica, persino la radio.
La sua vita è stata una serie incredibile di trionfi scientifici, seguiti da un'altrettanta
serie di personali disastri commerciali. Le poche opere che seppe portare a termine
ancora oggi lasciano sbalorditi, come l'illuminazione a fluorescenza o la sismologia.
In una delle sue ultime lettere scrisse: "Provo continuamente un senso di profonda
soddisfazione nell'apprendere che il mio sistema polifase viene usato in tutto il
mondo per illuminare i momenti oscuri dell'esistenza, per migliorare la qualità della
vita e per dare felicità alla gente in ogni angolo del mondo". Il 7 Gennaio del 1943
Tesla morì come aveva vissuto: solo, povero e destinato all'oblio: 'FBI infatti requisì
tutto il suo lavoro e lo secretò, dichiarandolo "TOP SECRET".
Oggi il Coral Castle attira turisti e curiosi da ogni parte del mondo rivelandosi come
una delle opere architettoniche più straordinarie e misteriose del XX secolo.
RITORNIAMO ORA ALLA NOSTRA ATTUALITÀ:
La nostra posizione nella Galassia
Ma dove si trova il nostro Sole, il nostro pianeta, cos’è quella striscia opalescente che
solca i cieli molto più visibile durante le stagioni estive?
Il nome Via Lattea risale ai tempi dell’antica Grecia, il termine galassia deriva da
gala che in greco vuol dire latte e la striscia più ricca di stelle non è altro che il disco
centrale, mentre le altre zone, più lontane, ne contengono molte di meno.
Il fatto che si possa vedere tutta la Via Lattea in qualsiasi periodo dell’anno potrebbe
portare a pensare che la Terra vi sia posta al centro, ma ciò non è così infatti la Via
Lattea è più facilmente osservabile nella costellazione del Sagittario (direzione verso
la quale si trova il centro della galassia) che in quella del Toro, e questo porta a
ritenere la nostra posizione periferica rispetto al centro stesso, come è possibile
vedere nel disegno.
La forma è tra quella più ordinarie, si tratta di una spirale del tutto simile alla nostra
gemella M31, Galassia di Andromeda, di circa 100 miliardi di stelle e con
350
un’estensione di 120mila anni luce.
Le stelle che noi vediamo sono la minima parte di quelle che contiene l’intero disco
sia perché alcune sono troppo distanti, sia perché alcune sono celate dalle nubi di gas
poste tra noi e loro.
La struttura presenta un nucleo centrale ricco di stelle vecchie e molto più denso
rispetto alle braccia che lo circondano, nelle quali è possibile osservare stelle in
formazione nelle nubi di gas situate lungo il piano del disco.
L’intero disco, poi, è circondato da una sfera detta, alone, popolata da ammassi
stellari globulari.
Ma cosa ci sia al centro della Via Lattea è ancora un mistero. Dalle rilevazioni radio,
si ottengono immagini di una forte sorgente X compresa in un orbita relativamente
ristretta,
minore del diametro dell’orbita di Saturno e dalle osservazioni di galassie esterne con
sorgenti simili, si ritiene possa trattarsi di un Buco Nero, in quanto c’è troppa energia
e troppa materia concentrate in troppo poco spazio, si parla di una massa di centinaia
di volte quella del Sole.
Il nostro Sole si trova ad una distanza dal centro galattico di circa 30000 anni luce, in
uno dei bracci della spirale, noto come Braccio di Orione, in una posizione periferica.
Questo significa che il Sole con tutti i pianeti orbita attorno al centro della galassia e
all’incredibile velocità di oltre 200 km al secondo in un tempo di circa 225 milioni di
anni!!!
TUTTO DAL NULLA
Tutto ciò che ora è possibile osservare e misurare proviene dal nulla, ed è nato grazie
al Big Bang, un’esplosione nell’embrione dell’Universo primordiale, estremamente
caldo e denso.
Ma cosa c’era prima del Big Bang?
Gli astronomi ancora non sono riusciti a capire cosa possa averla generata, non è una
normale esplosione, non c’era un tempo né lo spazio che sono stati creati
dall’esplosione stessa.
In un tempo estremamente piccolo, si parla di frazioni di secondo, l’Universo
raggiunse le dimensioni di un pompelmo con una velocità elevatissima detta
inflazione e al suo interno si cominciarono a formare i primi quark e antiquark,e la
temperatura era ancora più elevata di quella del sole e solo dopo un’ulteriore
espansione la temperatura iniziò ad abbassarsi e fu proprio questo “raffreddamento” a
permettere i processi chimici e di radiazione che hanno coinvolto le particelle
elementari formatesi.
Solo all’età di un decimillesimo di secondo dai quark iniziarono a nascere protoni e
351
neutroni e dai loro legami, gli atomi.
In questo cosiddetto BRODO primordiale anche altre particelle, gli elettroni, si
scontravano con le loro antiparticelle, i positroni. Poiché lo spazio era ristretto, questi
urti erano frequenti e le particelle si distruggevano a vicenda (annichilazione) e
lasciavano dietro di sé energia e altre particelle elementari, i neutrini.
È spontaneo chiedersi a questo punto come possa essere nato l’Universo se le
particelle pian piano si annientavano a vicenda; gli astronomi sostengono che la
materia debba essere stata presente in quantità sensibilmente maggiore rispetto
all’antimateria, in modo da permettere la formazione delle strutture stellari che
vediamo oggi.
Quando all’interno dell’Universo si raggiunse la “bassa” temperatura di 3300°C,
iniziò la formazione dei primi atomi di Idrogeno ed Elio con gli elettroni che si
legano ai nuclei.
Successivamente alla formazione degli atomi, ci fu quindi il diradamento della nebbia
cosmica che permise all’Universo di essere trasparente e in miliardi di anni gli atomi
si sono addensati per la forza di gravità e ora, dopo circa 15 miliardi di anni (questa è
la stima dell’età dell’Universo), tutto ciò che vediamo sono tante galassie raggruppate
in ammassi e superammassi.
Gli effetti del Big Bang si vedono tuttora nell’espansione dell’Universo e quindi
nell’allontanamento delle galassie.
Una prova che il Big Bang sia effettivamente avvenuto sta nella cosiddetta
Radiazione Cosmica di Fondo scoperta nella seconda metà del XX secolo da parte di
A. Penzias e R. Wilson e non è altro che l’eco del Big Bang che è giunta fino a noi
nonostante sia molto più debole a causa della temperatura, scesa addirittura a –270°.
LA FORMAZIONE DELLE GALASSIE
Le galassie sono forse tra gli oggetti più affascinanti del cielo: enormi aggregati di
stelle di ogni forma e struttura.
Grazie ad E. Hubble che distinse la Galassia di Andromeda come un oggetto al di
fuori della nostra galassia, la Via Lattea, gli astronomi e lo stesso Hubble iniziarono a
catalogarle a seconda della loro forma, a spirale, ellittiche, irregolari e questo era
anche un importante tassello per capire la storia delle galassie stesse e al contempo
dell’Universo.
Difatti la scoperta dei Quasar, nuclei lontanissimi, quindi altrettanto antichi, di
galassie attive ha fatto comprendere agli astronomi che la struttura dell’Universo non
poteva essere stata sempre la stessa.
Grazie alla radiazione di fondo trovata da Wilson e Penzias ci si è resi conto che
prima l’Universo era paragonabile all’immagine che possiamo avere del mare
352
guardandolo dall’alto, senza movimenti e piatto, ma stando su una barca ci si rende
conto di quanto il mare sia messo in subbuglio dalle onde. Così anche l’Universo
primordiale era attraversato da perturbazioni dovute all’incessante moto delle
particelle calde che viaggiavano alla velocità della luce.
La forza di gravità in questo caso ha giocato a favore delle perturbazioni facendo in
modo che ogni piccola perturbazione potesse ingrandirsi raccogliendo altra materia in
modo anche irregolare e tali disomogeneità sono presenti ancora oggi.
Per spiegare la formazione delle galassie ci sono due teorie messe in discussione
dagli astronomi.
La prima è la cosiddetta teoria gerarchica della formazione delle galassie in cui
oggetti più piccoli si legano a formare corpi di massa sempre maggiore.
Tutto parte dalla pressione dell’Universo primordiale dovuta alla elevata temperatura.
Questa pressione tende ad allontanare le strutture che la forza di gravità tiene insieme
e per bloccare questo allontanamento c’è bisogno di una maggiore forza di attrazione
che si traduce quindi in masse o dimensioni più grandi della perturbazione per
vincere la pressione interna. Le strutture che per prime si formarono furono quella
con una massa intorno al milione di volte quella del Sole e quindi i primi ammassi
stellari. Le strutture di massa minore sono disgregate dalla pressione interna, quelle di
massa maggiore sono, invece, più lente ad aggregarsi in un volume minore per far
agire la forza di gravità. Infatti la galassie si formano per aggregati di strutture più
piccole quali gli ammassi stellari.
Le galassie stesse poi tendono a raggrupparsi tra loro a decine o centinaia nei
superammassi di galassie in cui ammassi e galassie singole sono legate tra loro dalla
forza di gravità e si estendono per anni luce.
Secondo altri, invece, la formazione delle galassie sarebbe avvenuta “al contrario”,
ovvero da strutture enormi si sarebbero ottenute le galassie e l’Universo come lo
vediamo oggi. Alcuni credevano infatti che la teoria dell’evoluzione termica
prevedesse prima la formazione dei superammassi, ma con una struttura piatta, e non
sferica, dovuta alle forze di gravità e di espansione causata dal Big Bang. Questo
foglio opaco era poi costretto a contrarsi e a ridursi i filamenti lunghi migliaia di anni
luce che, sempre per l’espansione, iniziò a frammentarsi, dando vita agli ammassi di
galassie dalla cui nube emersero le galassie che si arricchivano col passare dei
millenni di stelle luminose.
Con le osservazioni degli anni ’80, l’astronomo Dressler intuì che esisteva un legame
tra la forma della galassia e lo spazio occupato da quest’ultima nell’Universo, la
cosiddetta relazione morfologia-densità. Scoprì quindi che c’erano più galassie
ellittiche negli ammassi mentre la galassie singole erano irregolari o a spirale.
Alcune osservazioni furono a favore della teoria della formazione “al contrario”,
come la presenza di filamenti che collegavano materialmente le galassie e la stessa
relazione morfologia-densità.
Grazie al telescopio Hubble si è capito che i realtà non è così in quanto si è riuscito a
osservare galassie ellittiche a una distanza tale che corrisponde a circa 2 miliardi di
anni dopo il Big Bang. Considerando che la luce impiega almeno un miliardo di anni
353
per poter essere osservata, allora queste galassie dovrebbero essersi formate un
miliardo di anni dopo il Big Bang e questo non e possibile. Questo fa sì che la teoria
della frammentazione possa essere scartata.
Altre teorie molto interessanti ma altrettanto secondarie in quanto prive di prove che
ne dimostrerebbero la validità, prevedono un Universo piatto poggiato su un guscio di
una tartaruga, che poggia su un’altra tartaruga che a sua volta poggia su una
tartaruga, così all’infinito: l’Universo poggiato su un’infinita colonna di tartarughe!!!
Ma per quello che ne sappiamo, dato che i nostri strumenti raggiungono “limitate”
distanze, oltre ci potrebbe essere qualsiasi cosa e perché no? Anche una colonna di
tartarughe!!!
Le galassie sono classificate anche per l’età delle stelle che le compongono, infatti gli
astronomi riconoscono anche le diverse popolazioni stellari, ovvero classi di stelle
che si sono formate nello stesso momento.
Ci sono due classi, le stelle della classe I sono le più giovani e a questa classe
appartengono anche quelle che si stanno formando, mentre quelle della classe II sono
quelle nate anche circa un miliardo di anni dopo i Big Bang e che ora hanno quindi
circa 14 miliardi di anni.
Le stelle appartenenti a queste due classi differiscono tra loro per colore (le più
vecchie sono maggiormente rosse) e per composizione chimica.
Da questo è facilmente comprensibile che le stelle di generazione I, devono per forza
essersi formate dal materiale che costituiva l’Universo primordiale ma i nuclei di tali
stelle esaurivano presto il combustibile e “morendo”, talvolta con potenti esplosioni,
rilasciavano i materiali più pesanti come ferro e ossigeno che vanno a formare i corpi
più giovani come le nuove stelle e i pianeti.
Questo avviene perché nelle galassie a spirale il gas che si contrae per formare nuove
stelle conserva ancora un momento angolare e ciò permette la conservazione del gas
stesso, anche fino a miliardi di anni dopo il Big Bang, invece dell’immediato collasso
che sarebbe causato dalla forza di gravità.
Le galassie a spirale sono fatte di stelle e di gas disposti in un disco che circonda un
rigonfiamento centrale (bulge). Tali rigonfiamenti sono abbastanza simili a quelli che
si trovano nelle galassie ellittiche, anche se in quest’ultime le loro dimensioni sono
minori. Le galassie ellittiche e il bulge delle galassie a spirale sono stati oggetto, da
molti anni, di osservazioni e studi teorici. Per decenni gli astronomi hanno ritenuto
che la velocità di rotazione di questi sistemi di stelle abbia determinato la loro forma.
Infatti le forme sferiche deriverebbero da piccole velocità di rotazione mentre quelle
ellittiche da velocità maggiori. Si deve però aggiungere che ci sono anche altri fattori
che determinano la forma delle galassie, ad esempio è possibile osservare galassie
che sono letteralmente deformate dall’attrazione gravitazionale di altre galassie più
grandi che talvolta possono addirittura arrivare ad “inghiottirle”, un vero e proprio
354
cannibalismo tra galassie, come nel caso delle galassie interagenti M51.
Le galassie ellittiche, come abbiamo detto, sono quelle più vecchie e la loro forma
varia da quasi sferica a lenticolari, allungate; mentre per quanto riguarda quelle a
spirale ce ne sono alcune in cui le braccia partono direttamente dal nucleo centrale e
lo “avvolgono” e sono dette ordinarie mentre in altre si osservano dei veri e propri
ponti di stelle a cavallo del nucleo che collegano le braccia. Circa il 25% delle
galassie, invece, non ha una forma definita poiché la loro massa è troppo piccola per
poter sviluppare delle spirali e sono sempre accompagnate, o meglio accompagnano,
galassie di massa maggiore, come le due Nubi di Magellano, galassie irregolari
satelliti della nostra Via Lattea visibili dall’emisfero australe.
La differenza tra le galassie è che quelle ellittiche sono formate da stelle della
generazione I e i loro nuclei appaiono più rossicci mentre i nuclei delle galassie a
spirale sono bluastri, prova di stelle giovani o ancora in formazione.
LA NOSTRA POSIZIONE NELLA GALASSIA
Ma dove si trova il nostro Sole, il nostro pianeta, cos’è quella striscia opalescente che
solca i cieli molto più visibile durante le stagioni estive?
Il nome Via Lattea risale ai tempi dell’antica Grecia, il termine galassia deriva da
gala che in greco vuol dire latte e la striscia più ricca di stelle non è altro che il disco
centrale, mentre le altre zone, più lontane, ne contengono molte di meno.
Il fatto che si possa vedere tutta la Via Lattea in qualsiasi periodo dell’anno potrebbe
portare a pensare che la Terra vi sia posta al centro, ma ciò non è così infatti la Via
Lattea è più facilmente osservabile nella costellazione del Sagittario (direzione verso
la quale si trova il centro della galassia) che in quella del Toro, e questo porta a
ritenere la nostra posizione periferica rispetto al centro stesso, come è possibile
vedere nel disegno.
La forma è tra quella più ordinarie, si tratta di una spirale del tutto simile alla nostra
gemella M31, Galassia di Andromeda, di circa 100 miliardi di stelle e con
un’estensione di 120mila anni luce.
Le stelle che noi vediamo sono la minima parte di quelle che contiene l’intero disco
sia perché alcune sono troppo distanti, sia perché alcune sono celate dalle nubi di gas
poste tra noi e loro.
La struttura presenta un nucleo centrale ricco di stelle vecchie e molto più denso
rispetto alle braccia che lo circondano, nelle quali è possibile osservare stelle in
formazione nelle nubi di gas situate lungo il piano del disco.
L’intero disco, poi, è circondato da una sfera detta, alone, popolata da ammassi
stellari globulari.
355
Ma cosa ci sia al centro della Via Lattea è ancora un mistero. Dalle rilevazioni radio,
si ottengono immagini di una forte sorgente X compresa in un orbita relativamente
ristretta,
minore del diametro dell’orbita di Saturno e dalle osservazioni di galassie esterne con
sorgenti simili, si ritiene p