pdf - Lo spazio delle idee

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pdf - Lo spazio delle idee
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9 maggio: festa della nostra
“patria Europa”
Se conosci i tuoi diritti li fai valere
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Voci d’Europa
Progetto editoriale ideato e realizzato da:
Coop. Soc. Lo spazio delle idee
Punto Europe Direct Roseto
Centro Informa Giovani Roseto
Finanziato dalla
Commissione europea
Direzione generale Istruzione e cultura
attraverso il programma
“Gioventù in azione”
Azione secondaria 1.2 - Iniziative giovani
attuato In Italia dall’Agenzia Nazionale per i Giovani.
Dipartimento della Gioventù
Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Con il contributo del
Comune di Roseto degli Abruzzi
Ass.to alle politiche giovanili e comunitarie
Project coordinator
Giuseppe Ginoble
Direttore editoriale
Mirella Lelli
Coach
Biancamaria Di Domenico
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Come funziona l’Unione europea
Cittadinanza europea (diritti e doveri)
Politiche dell’Istruzione
Politiche giovanili dell’Unione europea
Giovani e Lavoro (offerte Eures)
Politica dei Consumatori,
Salute e Benessere
Ambiente
Energia
Sport
Cultura e Società
Tradizioni europee come occasione di dialogo
interculturale
Una lettera all’Europa
Dal nostro inviato
Parole d’Europa
Poesie e Aforismi
Polls
Contatti di Redazione
Sede operativa
Centro Informa Giovani - Punto Europe Direct
Via Nazionale Adriatica 250
64026 Roseto degli Abruzzi (TE)
Tel. + 39 085-89453 657 - 658 - 659
fax + 39 085-8930101
Sede Amministrativa
Cooperativa Sociale Lo spazio delle idee s.c.s.a.r.l.
Via Vico Patrizi, 5
64026 Roseto degli Abruzzi (TE)
fax + 39 085-8944446
website:
www.lospaziodelleidee.org/vocideuropa
Redazione:
Alberto Di Nicola, Alessio Palmarini, Antonio Bidetta
Carla Di Diomede, Cinzia Liberatore,
Federica Pavone, Francesca Di Luzio,
Francesca Michelucci, Guglielmina Di Sante,
Lorenzo Falà, Maria Rita Pacioni,
Marina Di Carlo, Martina Bidetta,
Riccardo Montese, Riccardo Valentini, Silvio Pacioni,
Simone Terramani, Vanessa Trammanoni
Laura Marinucci, Silvia Nallira,
Valeria Passamonti, Filippo Testa
Coach
[email protected]
Stampa
Tipolito Rosetana
Redazione:
[email protected]
Project coordinator
[email protected]
Direttore editoriale
[email protected]
sommario
Copertina: 9 Maggio - Festa della nostra “patria Europa” p. 4
IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA di Cinzia Liberatore
Cittadinanza Europea - I DIRITTI POLITICI
The European “double standards” di Sarantis Michalopoulos p. 9
p. 10
Servizio Volontario Europeo:
L’esperienza di Lena (Germania) a Roseto di Lena Heinrich
La mobilità giovanile in Grecia di Ria Georgiadou p. 7
p. 8
Lifelong Learning Programme: L’assistentato Comenius
per i futuri insegnanti di Simone Terramani Comenius: Il liceo “Saffo” di Roseto a Bruxelles
di Maria Rita Pacioni p. 6
p. 11
p. 12
I Giovani spagnoli e la mobilità in Europa di Ria Georgiadou p. 13
Educated Minds Brighter Future - Youth Exchange in Grecia p. 14
Il disastro di Fukushima: Voci d’Europa alla conferenza
dell’Università di Atene di Biancamaria Di Domenico Studenti dell’I.I.S. Moretti di Roseto a Strasburgo grazie a
“Who cares about our Democratic Rights?” di R.Montese p. 18
Opportunità in Europa Diritti umani nella prospettiva di genere:
i delitti d’onore in Turchia di Giulia Ferri p. 20
L’Aquila tra disincanto e rabbia di Silvio Pacioni I diritti dei viaggiatori in autobus di Federica Pavone
Roberto Saviano vince il premio “Libro Europeo 2010”
3
p. 26
p. 28
p. 29
Bandi e programmi in scadenza
QUESTIONARIO: I GIOVANI E LA MOBILITA’ EUROPEA
p. 24
p. 27
GastronoMik: Bacalhau a Gomes de Sá di F. Michelucci Il gergo comunitario di Francesca Michelucci p. 22
p. 25
Dopo 13 anni, un italiano torna all’Eurofestival di Antonio Bidetta Vorrei la pelle nera! Contro il razzismo! di Alberto Di Nicola
p. 19
p. 23
Il cinema europeo tra tappeto rosso e piazze italiane
di Carla Di Diomede
di Martina Bidetta p. 16
p. 31
p. 30
COPERTINA
9 Maggio Festa
“patria
Perché il 9 maggio è la Festa dell’Europa?
Vedendo nelle agende e nei calendari alla data del
9 maggio all’indicazione “Festa dell’Europa”, viene
spontaneo chiedersi cosa sia successo il 9 maggio e in quale
anno. Pochi sanno, infatti, che il 9 maggio 1950 è nata
l’Europa comunitaria, proprio quando lo spettro di una terza
quadro di istituzioni comuni.
guerra mondiale angosciava tutta l’Europa.
Pur mantenendo la sua specificità, le sue abitudini di vita, la
sua lingua, ogni cittadino deve tuttavia sentirsi a casa nella
patria europea nella quale può circolare liberamente.
diciamo festa della “nostra patria
Perché
Europa”?
Il 21 aprile 1954, in un discorso pronunciato alla Conferenza
parlamentare europea, che figura tra i suoi ultimi interventi
pubblici, Alcide De Gasperi (foto nella pagina a fianco) si
dichiarò preoccupato “del bene comune della nostra patria
Europa”.
In occasione del 9 maggio, festa dell’Europa, ci permettiamo
di far nostre queste parole perché anche noi siamo
preoccupati in un momento dove in quasi tutta Europa, si
sta riaffermando quel Nazionalismo che fu causa scatenante
delle due guerre mondiali. Siamo altresì preoccupati per le
recenti dichiarazioni del nostro Presidente del Consiglio e del
Ministro dell’Interno rispetto al rapporto fra Italia e Unione
europea poiché le riteniamo gravi oltre che angoscianti e
perché pensiamo che negli ultimi anni l’Italia stia gettando
al vento un immenso capitale di credibilità politica, costruito
sulle idee e sulle azioni di padri fondatori dell’Europa come
Altiero Spinelli e Alcide De Gasperi appunto.
Dichiarazioni cui hanno fatto seguito articoli di quotidiani
nazionali con questi titoli: “L’Europa è una truffa” e “…
uscire da questa Europa non è una bestemmia“ dove tra
l’altro si afferma che l’Europa unita è “un’idea che si è
rivelato per molti versi un fallimento o quantomeno un
vasto insuccesso”.
Ma il nostro Governo, non si muove più lungo la medesima
strada segnata da Alcide De Gasperi? Almeno così si diceva
nel messaggio inviato dal Presidente del Consiglio il 23
marzo scorso (non venti anni fa) per l’inaugurazione, a
Bruxelles, di una sala del Parlamento europeo dedicata a
questa grande figura, De Gasperi.
Presso il Quai d’Orsay di Parigi, la sede del Ministero degli
Esteri, nella Sala dell’orologio, fu presentata alla stampa
la famosa dichiarazione redatta da Robert Schuman, (foto
sopra) Ministro francese degliAffari Esteri, in collaborazione
con il suo amico e consigliere, Jean Monnet, che, insieme,
diedero un’idea dei propositi ambiziosi della stessa.
Proponendo alla Germania e agli altri paesi che volessero
partecipare di creare una comunità di interessi pacifici,
Schuman compiva un atto storico: tendendo la mano agli
avversari della guerra da poco finita, fece tacere i risentimenti
da essa provocati, azzerava l’incubo del passato, e avviava
altresì un processo totalmente nuovo nell’ordine dei rapporti
internazionali, proponendo a nazioni secolari di ritrovare
insieme, con l’esercizio comune della loro sovranità,
l’influenza che ciascuna di esse appariva ormai impotente
a esercitare da sola.
L’Europa comunitaria che da allora si sta costruendo giorno
per giorno, ha rappresentato il grande progetto del XX secolo
ed è oggi la nuova speranza per il secolo iniziato da poco.
Una panoramica storica sui sessant’anni di integrazione
europea dimostra che l’Unione europea rappresenta un
successo storico. Paesi una volta rivali, alcuni devastati dai
massacri più spaventosi che questo continente abbia mai
conosciuto, oggi condividono una stessa moneta, l’euro, e
gestiscono i propri interessi economici e commerciali nel
P
ace e democrazia pilastri fondamentali.
La “nostra patria Europa” per De Gasperi aveva due
pilastri fondamentali: la pace e la democrazia. Per lui, unire
l’Europa era una necessità perché significava garantire la
pace e la democrazia.
Tali obiettivi, per un uomo di quella generazione che si
confrontò con due guerre mondiali, con la sacralizzazione della
Nazione, con le dittature più orrende della storia dell’umanità,
non erano delle considerazioni astratte o teoriche. Molto
concretamente si trattava di questioni fondamentali per il
futuro dell’uomo europeo.
4
della nostra
Europa”
COPERTINA
generazione che vive la pace dopo la pace? L’integrazione
europea non ha forse rappresentato per noi sessanta anni
di pace e prosperità?
Grazie al mercato unico, l’Italia non è forse passata
dall’essere un paese povero e sostanzialmente agricolo a
essere una delle maggiori potenze economiche mondiali?
E perché De Gasperi dovrebbe attaccare l’Euro? Perché
ha portato stabilità, ridotto incredibilmente l’inflazione e
i tassi di interesse, costretto la classe politica a introdurre
rigore nei bilanci prima che fosse troppo tardi, ha messo
fine alle svalutazioni competitive inducendo le imprese a
sviluppare prodotti più competitivi?
De Gasperi sarebbe felicissimo delle tante occasioni
di mobilità offerte ai giovani. A Lui, non sfuggirebbe
l’importanza per i giovani europei di poter fare un
periodo di studio in un altro stato europeo per sviluppare
competenze, trovare nuove opportunità, valutare, e
molte volte rivalutare, la formazione ottenuta in Italia e
l’importanza di poter circolare liberamente in Europa e
avere un Passaporto europeo quando si viaggia negli altri
continenti per lavoro.
Sicuramente apprezzerebbe anche la legislazione europea
in tema ambientale che ha permesso ai cittadini dell’UE di
vivere in standard ambientali tra i più elevati del mondo.
Noi siamo convinti che De Gasperi, insieme a Schuman,
Adenauer e a Spinelli, lavorerebbe per l’Europa che non
c’è consapevole che l’Europa che c’è non è sufficiente ed
abbiamo bisogno di più Europa per affrontare i problemi
che abbiamo davanti e che l’integrazione dell’Europa non
sarà realizzata né in un giorno, né in qualche decennio: le
lacune sono ancora numerose, le imperfezioni evidenti.
De Gasperi, invece di proporre mini-eserciti regionali,
avrebbe promosso la creazione di un Esercito comune
europeo, avrebbe lavorato per dare all’Europa la
competenza sull’immigrazione che gli stati non le hanno
voluto dare, non hanno voluto cedere il diritto di veto in
questa materia per creare il consenso nella propria patria e
poi, quando le cose non vanno, scaricare le responsabilità
sull’Europa. Ma solo dotando l’Europa degli strumenti
necessari possiamo pensare che il problema possa
essere affrontato come europeo e non come problema
nazionale.
De Gasperi lavorerebbe molto per realizzare
compiutamente la democrazia rappresentativa,
attribuendo al Parlamento europeo non solo la funzione
legislativa (che ora esercita insieme al Consiglio, costituito
da rappresentanti degli esecutivi degli stati membri e
quindi operante più come una conferenza intergovernativa
che come un’istituzione orientata all’interesse generale
dell’UE), ma anche l’importantissima funzione di
controllo del potere esecutivo, potere di cui il Consiglio
è ancora il principale detentore.
De Gasperi, avrebbe esplicitamente indicato la via
della Federazione europea, come il nostro Presidente
Napolitano ha già fatto più volte.
Nell’europeismo degasperiano vi era un forte
attaccamento alla democrazia. La democrazia non è
soltanto una forma di governo, non è soltanto una tecnica
parlamentare, è qualche cosa di più: è una certa idea
della persona umana nella società. La democrazia è un
valore “di essenza evangelica”, come diceva Bergson
che Alcide De Gasperi citava nella sua conferenza di
Bruxelles sulle basi morali della democrazia dove tra
l’altro affermò: ”Al popolo sovrano non bastano le
virtù dell’obbedienza e della disciplina; esso deve
anche avere il senso della responsabilità di governo, il
sentimento della solidarietà e della comunità, la forza
morale di autolimitare le proprie libertà in confronto dei
diritti altrui e l’energia di non abusare delle istituzioni
democratiche per interessi di parte o di classe”.
La sua adesione all’unità dell’Europa non fu un’adesione
generica, romantica, ma s’impegnò in maniera molto chiara,
scegliendo una via nuova, un’Europa audace, politica,
federalista, e meno legata alle contingenze di ogni singolo
paese e pose l’accento su come “la Federazione europea
sia quella la cui possibilità di pratica realizzazione sia più
vicina” ma avvertì realisticamente di non sapere “quanto
la nostra generazione potrà realizzare”.
Lavorare per l’Europa che non c’è.
Se De Gasperi oggi fosse qui con noi, non
attaccherebbe l’Europa che c’è, piuttosto lavorerebbe
sodo per l’Europa che non c’è.
Come potrebbe attaccare l’Europa che c’è, quella che ha
consentito agli attuali giovani europei di essere la prima
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COME FUNZIONA L’UNIONE EUROPEA
IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA
di Cinzia Liberatore
I
l Consiglio dell’Unione europea, noto anche come
Consiglio dei Ministri Europei, è il principale organo decisionale dell’Unione europea e anche quello in
cui sono rappresentati i singoli stati membri. Come il
Parlamento europeo, è stato creato dai trattati istitutivi
negli anni ’50 con la denominazione di “Consiglio dei
ministri”; oggi è più comunemente detto “Consiglio”.
Esso rappresenta, dunque, assieme alla Commissione
e al Parlamento, una delle Istituzioni più importanti dell’UE, la quale non deve essere confusa né con il
Consiglio d’Europa, che è un’organizzazione internazionale completamente indipendente dall’Unione europea, né con il Consiglio europeo, che è invece un’altra
Istituzione.
promozione di decisioni legislative e politiche. Essa ha
la responsabilità di organizzare e presiedere tutte le riunioni, comprese quelle di molti gruppi di lavoro, e di
elaborare compromessi atti a risolvere i problemi.
Tale carica non è ricoperta da una singola persona, ma
è esercitata dall’intero governo del Paese che detiene la
presidenza di turno. Dal 1° gennaio 2011 la presidenza
del Consiglio è detenuta dall’Ungheria.
Sedi
Le sessioni ministeriali hanno luogo a Bruxelles, presso
la sede del Consiglio, ad eccezione dei mesi di aprile,
giugno e ottobre in cui le sessioni si tengono al Centro
Europeo di Lussemburgo. Il Segretariato generale è di
stanza a Bruxelles.
Composizione del Consiglio
Il Consiglio dell’Unione europea è composto da 27
ministri, uno per ciascuno Stato membro. A seconda
della questione all’ordine del giorno, ciascuno Stato
membro sarà rappresentato dal ministro responsabile di
quell’argomento (affari esteri, affari sociali, trasporti,
agricoltura, ecc.).
Tutti i lavori del Consiglio sono preparati o coordinati
dal Comitato dei Rappresentanti permanenti (COREPER), composto dai rappresentanti permanenti degli
Stati membri che lavorano a Bruxelles e dai loro assistenti. I lavori del COREPER sono a loro volta preparati da più di 150 comitati e gruppi composti da delegati
degli Stati membri.
Il Consiglio è presieduto a turno da ciascuno Stato membro per un periodo di sei mesi (da gennaio a giugno e
da luglio a dicembre), in base ad un ordine prestabilito.
Si tratta della Presidenza del Consiglio dell’Unione europea, la quale svolge un ruolo essenziale nell’organizzazione dei lavori dell’istituzione, in particolare nella
Politiche
Il Consiglio, i cui obiettivi ed il cui funzionamento
sono regolamentati dagli artt. 202-210 del TCE, ha sei
responsabilità principali:
Il Consiglio dell’Unione europea adotta le leggi, solitamente congiuntamente al Parlamento europeo.
Il Consiglio coordina le politiche economiche generali
degli Stati membri.
Il Consiglio definisce e implementa la politica estera e
di sicurezza comune della UE, in base agli orientamenti
generali stabiliti dal Consiglio europeo.
Il Consiglio conclude, a nome della Comunità e
dell’Unione, accordi internazionali tra la UE e uno o
più Stati ovvero organizzazioni internazionali.
Il Consiglio coordina le azioni degli Stati membri e
adotta misure nel settore della cooperazione di polizia
e giudiziaria in materia penale.
Il Consiglio e il Parlamento europeo approvano il bilancio della Comunità.
FORMARSI AL CONSIGLIO UE: TIROCINI RETRIBUITI
Il Segretariato generale del Consiglio rende disponibili, ogni anno, 95 posti per tirocini retribuiti della durata di
cinque mesi.
Il tirocinio effettuato presso il Segretariato generale del Consiglio dell’Unione europea ha lo scopo di:
fornire una visione generale degli obiettivi e dei problemi dell’integrazione europea,
• permettere di acquisire una conoscenza pratica del funzionamento dei servizi del Segretariato generale del
Consiglio,
• offrire un’esperienza personale grazie ai contatti quotidiani di lavoro,
• permettere di completare e applicare la preparazione acquisita nel corso degli studi o della vita
• professionale
Possono essere ammessi ad un tirocinio i candidati cittadini di uno degli Stati membri dell’Unione europea o
cittadini di uno Stato candidato all’adesione in possesso di un diploma di laurea. Essi devono conoscere almeno
due lingue ufficiali dell’Unione europea, preferibilmente il francese o l’inglese.
Per candidarsi ad un tirocinio presso il Consiglio dell’Unione europea è necessario compilare una application
form online tra il 1° giugno e il 31 agosto dell’anno precedente al periodo nel quale si intende svolgere il tirocinio.
Due sono i periodi disponibili per svolgere il tirocinio: dal 1° febbraio al 30 giugno oppure dal 1° settembre al
31 gennaio.
Per informazioni: Consiglio dell’Unione Europea - Ufficio tirocini - Belgio
Tel.: 0032 2 281 65 3/Fax: 0032 2 281 84 4 - e-mail: [email protected]
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CITTADINANZA EUROPEA
C
I DIRITTI POLITICI.
on l’espressione “diritti politici” si intende indicare quei diritti che consentono ai cittadini di partecipare attivamente alla vita politica e di concorrere alla
formazione delle decisioni pubbliche.
Sono l’espressione più alta del principio di autogoverno del popolo.
in quello in cui ha la residenza, sempre nel territorio
dell’Unione, a condizione che tra gli stessi non vi sia
coincidenza. In linea di principio valgono le stesse condizioni che si applicano ai cittadini di tale Stato. Gli
Stati membri, comunque, per problemi specifici, possono adottare disposizioni in deroga (ad esempio, possono prevedere un periodo minimo di residenza più lungo
di quello stabilito per i propri cittadini).
Ne fanno parte il diritto di votare e il diritto a essere
eletto (eleggibilità) alle elezioni del Parlamento europeo e alle elezioni comunali.
Il diritto di voto si distingue, infatti, in attivo e passivo:
il primo consiste nel diritto del cittadino di partecipare alle votazioni per eleggere i propri rappresentanti,
mentre il secondo consiste nel diritto del cittadino di
presentare la propria candidatura per essere eletto.
Elezioni comunali
Ogni cittadino dell’Unione può esercitare il diritto
di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali nel
Paese di residenza - nel caso sia diverso da quello
di cui abbia la cittadinanza - se ne abbia espresso la
volontà nei modi stabiliti dalla legislazione del Paese ospitante. Gli Stati membri, però, possono stabilire che solo i propri cittadini possano essere eletti
IL DIRITTO DI VOTO E DI ELEGGIBILITÀ
a cariche di organi esecutivi dell’ente locale di base
(ad esempio, il Sindaco) o adottare misure in deroga
Che cos’è
(ad esempio, prevedendo un periodo minimo di reÈ il diritto di votare e il diritto di essere eletto nello sidenza più lungo come requisito per l’accesso alle
Stato membro di residenza - se diverso da quello di ap- elezioni comunali).
partenenza - alle stesse condizioni dei cittadini di tale
Stato.
La cittadinanza europea riconosce, infatti, la possibilità
di partecipare alle elezioni nello Stato nazionale o nello
Stato membro di residenza.
Chi ne è titolare
Il cittadino dell’Unione che risieda in uno Stato membro del quale non abbia la cittadinanza.
Come si esercita
Elezioni al Parlamento europeo
Ogni cittadino dell’Unione può scegliere se partecipare alle elezioni del Parlamento - esercitando il diritto di voto e di eleggibilità - nel suo Stato di origine o
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CITTADINANZA EUROPEA
The European “double standards”
L
dal nostro inviato Sarantis Michalopoulos - Journalist in EurActiv.gr
e recenti turbolenze nel mondo arabo e il dispiegarsi
delle “rivoluzioni del gelsomino”, in combinazione
con l’ostruzionismo dell’Eurozona, costituiscono un caso
di grande importanza, che evidenzia gli oneri all’interno
dell’Unione europea in termini di processo decisionale
e, contemporaneamente, le diverse interpretazioni
dell’attuale realtà del sistema internazionale.
L’ondata di profughi, in fuga dalla violenza nel Nord
Africa, che si sta riversando sulle coste dell’Italia, ci
ricorda il fenomeno migratorio senza precedenti avvenuto in Grecia dopo il 2001 e l’intervento della NATO
in Afghanistan. Questi due casi isolati hanno una caratteristica in comune. Sia l’Italia sia la Grecia hanno sopportato il peso della crisi e l’UE ha chiuso un occhio.
per tutelare i diritti umani e civili dei libici dal totalitarismo di Gheddafi. E allo stesso tempo, l’Occidente è in
rumoroso silenzio rispetto alla violenta repressione del
Bahrain. Entrambi i casi costituiscono, nella politica
internazionale, l’apoteosi del realismo politico contro
l’utopismo idealista poiché le grandi potenze hanno mostrato solidarietà in regioni di vitale interesse nazionale
e, allo stesso tempo, non hanno preso in considerazione
casi analoghi di crisi umanitaria. Gli stati attori usano,
sotto la bandiera dei diritti umani, involucri ideologici,
al fine di servire i particolari obiettivi della Realpolitik.
Se la Francia ha agito in linea con la tutela dei diritti umani perché, allo stesso tempo, non ha adottato lo
stesso approccio nel caso del Bahrain? Fino a quando
ha giocato un ruolo di primo piano per l’intervento libico perché ha minacciato di chiudere temporaneamente
le frontiere con l’Italia, al fine di ostacolare l’ondata
di migrazione? Se Paesi Bassi si sono sentiti “delusi”
dalla reazione italiana verso l’immigrazione, perché si
pongono agli stranieri condizioni rigorose per i permessi di lavoro? La tutela dei diritti umani degli immigrati
provenienti dal Nord Africa non è qualcosa da mettere
in discussione. Allo stesso tempo, gli italiani hanno il
diritto di ricevere solidarietà da parte dell’UE.
Una volta, le pressioni della globalizzazione hanno
avuto conseguenze politiche più coerenti all’interno dell’Unione europea. Oggi, le pressioni sistemiche
hanno allargato il divario tra Sud e Nord Europa. La
tendenza al regionalismo è stata sostituita da reazioni
unilaterali da parte degli Stati e dal “double standards”
(due pesi e due misure, N.d.T.) basato su un’interpretazione ingiusta della realtà. L’UE ha bisogno di rielaborare il proprio ruolo nei confronti delle sfide globali. Se
non riesce a dimostrare solidarietà verso i propri Stati
membri, come l’Italia, qualsiasi tipo di coinvolgimento
internazionale in nome della tutela dei diritti umani non
può che essere visto come “ipocrita” e come una tragica
ironia.
“Ero abbastanza insoddisfatto per la decisione a sorpresa dell’Italia di trasmettere i suoi problemi a tutti gli
altri senza alcun preavviso”, ha detto il ministro olandese per l’Immigrazione e l’Asilo, Gerd Leers, dopo la
decisione dell’Italia di offrire il permesso di soggiorno
temporaneo agli immigrati provenienti dal Nord Africa.
Allo stesso modo, la Grecia ha deciso di costruire un
muro al confine con la Turchia, uno sviluppo qualificato
come “reazione eccessiva” da parte della Commissione.
La domanda che sorge rispetto a questa dichiarazione è
come definiamo il “noi”e gli “altri”. In conformità con
il Trattato di Lisbona, l’UE ha bisogno di muoversi verso “nuovi meccanismi di solidarietà che garantiscano
una migliore protezione dei cittadini europei “. Nella
dichiarazione olandese di cui sopra, sia il tema della
solidarietà sia quello della protezione dei cittadini europei sono totalmente assenti. Inoltre, un cittadino italiano appartiene al “noi” ed è considerato un cittadino
europeo, soprattutto perché proveniente da un paese che
ha offerto molto, in termini d’idee, per la costruzione di
un progetto federalista a livello europeo.
Un’altra questione che dovrebbe essere affrontata è
quella che riguarda “i diritti umani”. E’ ovvio che l’intervento occidentale in Libia è stato più che mai urgente
Sarantis Michalopoulos
8
POLITICHE
DELL’ISTRUZIONE
POLITICHE
CITTADINANZA
DELL’ISTRUZIONE
EUROPEA
Lifelong Learning Programme:
L’assistentato Comenius per i futuri insegnanti
di Simone Terramani
C
ome abbiamo più volte detto, la mobilità ha un ruolo
chiave in tutto il Programma di Apprendimento
Permanente (LLP) e una delle azioni di mobilità più
interessanti di questo Programma è sicuramente
l’Assistentato Comenius.
Esso permette a tutti i futuri insegnanti, di qualsiasi disciplina, di trascorrere un periodo, che va dalle tredici
alle quarantacinque settimane, in una scuola ospitante
di un altro Paese, tra quelli che partecipano al LLP - Lifelong Learning Programme - affiancando il personale
locale durante le ore di lezione, partecipando ai progetti
scolastici o insegnando la propria lingua.
Gli assistenti sono selezionati dalle Agenzie nazionali
del paese del candidato, sulla base di criteri di valutazione comuni a livello europeo e di priorità nazionali.
In seguito le Agenzie nazionali coinvolte abbinano gli
assistenti autorizzati con gli istituti ospitanti, cercando
di rispettare le preferenze indicate da entrambi nel modulo di candidatura.
Gli assistenti Comenius possono lavorare in più di una
scuola (massimo tre), sia per dare maggiore varietà al
proprio lavoro sia per far fronte alle necessità particolari di scuole vicine. Partecipare a un assistentato Comenius consente di acquisire conoscenze e competenze
molto utili per una futura carriera d’insegnante.
L’assistente ha modo di ampliare la conoscenza di altri
paesi europei e dei loro sistemi educativi, di migliorare,
sul campo, le proprie competenze didattiche e linguistiche.
gimento degli alunni nelle attività extrascolastiche. Ovviamente l’assistente non sarà mandato allo sbaraglio
né tantomeno lasciato solo.
La comunità scolastica ospitante nominerà un proprio
insegnante qualificato come supervisore dell’assistente che diventerà un punto di riferimento per il nuovo
arrivato controllando la sua integrazione nel nuovo
ambiente, monitorando l’attività didattica, diventando
un punto di contatto, d’aiuto per tutto il periodo. Quindi entrambi gli utenti interessanti trarranno vantaggio
dall’esperienza. L’assistente, mettendosi in gioco, po-
trà sperimentare le sue tecniche didattiche e lavorative,
migliorare le proprie capacità di interazione sociale e le
proprie abilità linguistiche, nonché la propria creatività
e conoscenza personale. D’altra parte l’istituto ospitante potrà confrontare i metodi d’insegnamento, le attività
didattiche e i programmi con quelli degli altri Paesi e
ampliare la propria offerta formativa, rendendo consapevoli gli studenti della realtà scolastica europea attuale. La presenza di un assistente Comenius nell’ambito
di un programma europeo costituisce per gli studenti
anche una dimostrazione tangibile dei vantaggi e delle
potenzialità dell’Unione europea e potrebbe indurli a
cercare altre informazioni su come partecipare a loro
volta a programmi analoghi.
In conclusione si può affermare che l’assistentato Comenius è davvero un perfetto banco di prova per tutti
i futuri insegnanti, sotto molti punti di vista, magari
aprendo loro nuovi orizzonti, oppure consolidando le
proprie abilità ma di certo rafforzando in tutti i partecipanti quel sentimento di varietà culturale europea che
dovrebbe caratterizzarli.
Per ulteriori informazioni sull’assistentato, visitate il
sito dell’Agenzia Nazionale LLP: http://www.programmallp.it.
Per gli istituti ospitanti, invece, la presenza dell’assistente consente di migliorare la capacità di espressione
e comprensione degli alunni in un’altra lingua ampliando l’offerta linguistica della scuola stessa. Inoltre un
assistente conferisce una nuova dimensione europea
all’istituto che lo ospita, un programma più ampio, lezioni molto vivaci e interessanti e un maggior coinvol9
POLITICHE DELL’ISTRUZIONE
Lifelong Learning Programme - Comenius
Il liceo “Saffo” di Roseto a Bruxelles
di Maria Rita Pacioni
È
passato esattamente un anno dalla conclusione del
progetto “Comenius” che ha visto il liceo Saffo impegnato
nell’elaborazione di un testo legislativo riguardante il tema
dell’immigrazione illegale. L’iniziativa è stata coordinata
dai docenti delle scuole europee coinvolte; noi otto ragazzi
selezionati, infatti, siamo stati guidati dalle professoresse
Julie Costantini e Silvana Verdecchia nella realizzazione
della presentazione e del dibattito circa i pro e i contro della
proposta italiana. Ultimato il lavoro, io, Silvia Colleluori,
Maria Chiara Di Francesco, Piergiorgio Marziani, Duilio
Ballatore, Alisia Graziosi, Federica Bergogni e Serena
Iannone sia,o partiti alla volta di Ghent, piccola città nei delle città belga ma anche dall’incontro con le istituzioni
pressi di Bruxelles, naturalmente accompagnati dalle del luogo, come il sindaco di Ghent che ha offerto un
professoresse.
rinfresco, riunendo tutte le delegazioni, per esprimere la
propria soddisfazione per la riuscita del progetto. La sera
spesso eravamo liberi di cenare con gli altri ragazzi delle
delegazioni in locali e ristoranti; dopo pochi giorni perciò, il
gruppo europeo si era completamente amalgamato nonostante
qualche difficoltà di comunicazione. La convivenza nelle
famiglie è stata delle più serene, tanto da alleviare la nostalgia
di casa sofferta da alcuni: “ mi mancava tanto mia madre …”
confessa Piergiorgio.
All’arrivo in aeroporto, ad attenderci c’erano le famiglie
che per quattro giorni ci avrebbero ospitati nelle loro case
oltre agli stessi professori - coordinatori di altre scuole e,
compreso l’imbarazzo iniziale, si sono dimostrate subito
accoglienti e propositivi. Le giornate erano scandite da ritmi
serrati: la mattina, nel college “Don Bosco”, era dedicata
alla presentazione dettagliata della proposta (una mattinata
a delegazione) e alla sua discussione in piccoli gruppi
“internazionali”. Il pomeriggio era impegnato dalle visite
Ad ogni modo, la discussione vera e propria è avvenuta il 1°
Maggio nella sala delle assemblee del Parlamento Europeo di
Bruxelles: i ragazzi, distribuiti per delegazioni, hanno simulato
una vera e propria seduta parlamentare: i professori belgi
svolgevano il ruolo di presidenti di commissione che regolavano
gli interventi. Inizialmente eravamo molto tesi: “Dover parlare
al microfono mi preoccupava ma una volta presa la parola
è stato più facile di quanto credessi!” dice Silvia; “Mentre
discutevo cercavo di non guardare il monitor e le telecamere
che ci riprendevano perché ero terribilmente imbarazzata!” dice
Maria Chiara. Nonostante ciò, la delegazione italiana è stata una
delle migliori nel sostenere la propria proposta.
L’esperienza è stata formativa sia dal punto di vista del
potenziamento della lingua inglese che dell’incontro di culture
e tradizioni diverse riuscito con successo: grazie ad internet,
infatti, abbiamo mantenuto il contatto con i nostri corrispondenti
europei. Del progetto rimangono tante foto, video, documenti
ma soprattutto ricordi e nuove consapevolezze.
10
POLITICHE
GIOVANILI
POLITICHE
CITTADINANZA
DELL’ISTRUZIONE
EUROPEA
Hall
o
!
Ciao
!
di Lena Heinrich
Ser viz io Vo lon tario E u rope o:
L’e sp e r ienz a di Lena (Ge rmania) a R ose t o .
I
n Germania di solito si usa dire “ciao” solo per salu- non conoscevo altri ambiti di lavoro. Dopo lo SVE è
stato più facile decidere e adesso nello stutare quando andiamo via. Usiamo proprio
dio vedo che veramente le persone che
la parola italiana! Per questo quando
fra scuola e università hanno fatto
sono arrivata a Roseto degli Abruzun’esperienza diversa, adesso
zi per il mio Servizio Volontario
hanno più voglia di imparare e
Europeo (SVE), mi sembrava
sono molto più sicuri di quello
stranissimo dire “ciao” quanche vogliono studiare. Secondo s’incontra una persona. E
do me un anno di pausa fra
non solo questo, i primi giorscuola e studio non è un anno
ni in Italia non capivo niente,
perso. Anzi è un anno, che non
visto che a scuola non avevo
si può vivere in nessun altro pestudiato l’italiano. Ma prima vi
riodo della nostra vita! Possiamo
racconto qualcosa di me.
guadagnare tantissime esperienze
Sono Lena, ho venti anni, e vengo
per la nostra vita. Per esempio è moldalla Germania. Da sei mesi studio
to facile imparare una lingua vivendo
a Berlino, e prima del mio studio sono
nella nazione della lingua stessa; questa posstata in Italia per lo SVE, al Punto Europe Direct - Centro Informa Giovani di Roseto degli Abruzzi. sibilità sarà poi importantissima nel mondo del lavoro.
Io mi sono abituata alla lingua italiana, il modo di
Ancora prima sono andata al liceo di Würzburg,
vivere, il cibo e quando era ora di tornare
che si trova fra Norimberga e Francoforte.
in Germania, mi sentivo molto strana.
Non sono una persona che riesce a staDi nuovo dovevo cambiare stile di
re in un posto per tanto tempo. Per
vita, per esempio non avevo più
questo non era difficile andare
la possibilità di dormire per
via da casa per lo SVE. L’uniun’oretta dopo pranzo, perché
ca cosa che mi faceva un po’
qui la pausa pranzo è breve.
di paura era la lingua. Ma in
Ogni tanto ero stanchissima
poco tempo sono riuscita a
durante le prime lezioni del
capire sempre di più.
pomeriggio. Ancora adesso ci
Lo SVE mi ha dato la possisono tantissime cose che facbilità di fare qualcosa di totalcio “in modo italiano”. Ho delle
mente diverso da tutto quello che
abitudini da tutte e due le culture,
avevo fatto prima. Dopo la scuola
quella tedesca e quella italiana. Non
più o meno sapevo cosa studiare
mi sembra più strano, forse sono io che
e cosa volevo fare nella mia vita.
sembro strana agli altri, soprattutto quando sono
Matematica, fisica, qualcosa del
genere, perché erano le materie, dove
ero sempre qui in Germania e uso “ciao” non solo quando vado via.
stata brava a scuola. Ma non ero sicura, perché E ogni tanto mi succede veramente!
11
POLITICHE GIOVANILI
dal nostro inviato Ria Georgiadou
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gio recia
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ra gli obiettivi dell’UE c’è la mobilità giovanile.
Ogni anno, infatti, si moltiplicano i progetti che
offrono opportunità per viaggiare all’estero, per coinvolgere i giovani nella vita pubblica, per favorire l’apprendimento di una nuova lingua e permettere una crescita personale. Tutti strumenti utili per affrontare al
meglio il mondo del lavoro.
Quanti ragazzi però sono a conoscenza di
questi programmi? Sono sufficienti
le informazioni che ci fornisce
la scuola? Il 2011 è l’anno del
volontariato. Pochi lo sanno,
e ancor meno conoscono
cosa significa.
In Grecia, anche se per
quanto riguarda l’interculturalità siamo un
po’ in ritardo, l’apprendimento delle lingue
straniere è sempre più
di moda. Soprattutto con
l’aiuto dell’università i giovani vengono messi in contatto con le istituzioni dell’Unione
Europea. Il programma di mobilità
più popolare è l’Erasmus. Allo stesso
tempo, la Grecia è un paese d’accoglienza e
d’invio per centinaia di persone che vogliono acquisire un’esperienza unica all’estero con la speranza di un
futuro migliore.
È particolarmente soddisfacente che i giovani conoscono i loro diritti e le opportunità che gli sono offerte,
tuttavia, le campagne informative riguardano pochi ragazzi e per lo più il mondo universitario. Più che altro
possiamo notare che le persone hanno perso fiducia nei
confronti di tutto ciò che è straniero, forse perché non
siamo usciti illesi dalla globalizzazione.
D’altra parte ci sono anche coloro che credono che
questi programmi siano per pochi. “La conoscenza superficiale è peggio dell’ignoranza”, diceva un prover12
bio. Nel nome, di questa crisi economica e del terrore
che essa ha generato, abbiamo trovato la causa e non la
ragione per l’inerzia che caratterizza il paese. Non c’è
sufficiente informazione. Gli enti locali non si adoperano in maniera efficiente, mentre i “Centri Informa
Giovani” sono costretti a chiudere uno dopo l’altro.
Guardando le statistiche, le persone che non hanno
accesso all’istruzione superiore ignorano
l’esistenza delle opportunità e delle
scelte disponibili, senza eccezione
di sesso, età e capacità. Gli scambi giovanili sono ora limitati a
piccole organizzazioni locali. Rispetto agli altri paesi
dove una marea di giovani
scorre all’estero, noi siamo
ancora un piccolo ruscello.
Ad esempio, nel programma del Servizio Volontario Europeo, l’anno scorso sono state inviate solo
quarantacinque persone, con
un’età che varia tra i ventitré e i
ventotto anni. Mentre l’età dei ragazzi di altri paesi europei che partecipano al programma varia dai diciotto ai
venticinque anni. Questa differenza è imputabile
al sistema d’istruzione del nostro paese che, da un punto di vista generale, è sicuramente inefficiente.
Ma quanti sono disposti a promuovere lo sforzo fatto
da tutti i paesi europei? La questione è quanto lo Stato punta sui propri giovani e quanto le persone, che
hanno già vissuto un’esperienza all’estero, sono poi
disposte a condividere le loro esperienze, spingendo
l’interesse dei giovani.
Noi vogliamo sapere, vogliamo viaggiare, vogliamo
crescere, vogliamo vincere la sfida che ci ha lanciato
l’Unione Europea. Questa è la voce della gioventù. La
gioventù che vuole pari opportunità e la cui voce deve
essere ascoltata, perché i giovani sono il futuro!
POLITICHE
GIOVANILI
POLITICHE
GIOVANILI
POLITICHE
CITTADINANZA
DELL’ISTRUZIONE
EUROPEA
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mob
in Eu ilità
ropa
dal nostro inviato Raquel Cachero
S
pain is different - è stato un motto molto usato per
la promozione della Spagna all’estero negli anni
60’, ed è certo che allora la situazione nel nostro paese
era molto diversa dal resto del continente.
Per esempio il programma SVE (Servizio Volontario
Europeo) è totalmente sconosciuto. Non mi è ancora
capitato di trovare una persona che lo conosce, e purtroppo, succede lo stesso con il Leonardo, il servizio
EURES, il portale Ploteus, etc.
Sono poche le organizzazioni giovanili che si occupano
della diffusione e promozione dello SVE, ma bisognerebbe pubblicizzarlo maggiormente, soprattutto per evitare che molti giovani perdano buone opportunità solo
perché non informati.
L`unico programma realmente conosciuto tra i giovani
spagnoli è l`Erasmus e penso che si possa dire che è
stato veramente un successo.
Posso fare un esempio usando il caso della mia piccola
città nel nord della penisola iberica, Oviedo.
Ancora sotto la dittatura franchista, l’Europa era considerata una destinazione per molti giovani, che lasciavano la loro terra per cercare nuove opportunità. L’Europa
la vedevamo attraverso i milioni di turisti che “invadevano” le nostre coste. Pero l`idea di Europa, moderna e
ricca, rimaneva sempre come qualcosa esterna a noi.
Con l`arrivo della democrazia, nel 1978, e la successiva
entrata nell’UE nel 1986, le condizioni economiche e
sociali cominciarono a cambiare e l’apertura e lo sviluppo portarono la Spagna a entrare, poco a poco, nella
realtà europea.
In questi anni i giovani spagnoli hanno sviluppato un
sentimento di appartenenza a una realtà sovranazionale
europea, ma nei fatti, una percentuale relativamente piccola, sarebbe disposta a lasciare il paese. Credo che la
lingua sia una delle principali paure quando si affronta
l`idea di andare all’estero. Forse lavorare di più nella
promozione del plurilinguismo aiuterebbe a incoraggiare i nostri giovani a cercare nuove opportunità al di là
delle nostre frontiere.
Se parliamo dei programmi che l’UE offre, si scopre
che non c`è molta conoscenza.
Oviedo ha visto arrivare negli ultimi anni (e ogni volta
in maggior numero) migliaia di giovani francesi, italiani,
britannici … Ora é normale, per esempio, sentire due ragazzi stranieri che parlano lo spagnolo tra di loro o avere
un gruppo “internazionale” tra compagni di università.
E alla fine, è questa reale mescolanza, la convivenza e la
condivisione di esperienze a far capire che tutti noi abbiamo gli stessi desideri e le stesse preoccupazioni, quello
che, a mio avviso, aiuta di più a creare il sentimento di
cittadinanza europea.
13
POLITICHE GIOVANILI
Educated Minds
Brighter Future
Youth Exchange
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POLITICHE GIOVANILI
European youth together to promote the Social Rights
Athens, Olympic Village, Greece. From 30.03.2011 till 07.04.2011
Giovani rosetani in Grecia grazie al Punto Europe Direct.
15
GIOVANI E AMBIENTE
Il disastro di
Voci d’Europa alla conferenza
I
drammi degli indigenti e delle vittime di ingiustizia
sociale continuano ad essere, ancora oggi, una sfida
decisiva per tutte le persone, i movimenti e le comunità
più impegnate. Ora, a questi drammi, che costituiscono
uno sradicamento della persona dalla sua condizione
più autentica e pura, si aggiunge una minaccia ancora
più distruttiva e soprattutto dai caratteri imprevedibili:
quella della natura e dei cambiamenti climatici, in gran
parte causati da uno sfruttamento indiscriminato delle
risorse da parte dell’uomo. La riflessione e la letteratura
circa i misteri della natura hanno avuto un trattamento
privilegiato sin dall’antica Grecia. Basti ricordare i
filosofi della physis che hanno indagato il divenire del
mondo grazie alle teorie dei “quattro elementi”, terra,
acqua, fuoco e aria. Con questi l’uomo ha assunto una
particolare interdipendenza; in altre parole il pianeta
terra, inteso come oikós, è una dimora abitata dall’uomo.
In quest’ottica e sottolineando la responsabilità dell’uomo
ad avere cura della madre terra, il filosofo tedesco, Hans
Jonas, si espresse in questo modo: “Agisci in modo
che gli effetti della tua azione siano compatibili con
la permanenza di una vita autenticamente umana sulla
terra”, oppure, in modo negativo:“Agisci in tal modo che
gli effetti della tua azione non siano distruttori per la
possibilità futura di tale vita”.
Il recente disastro alla centrale nucleare di Fukushima,
provocato dallo sconvolgente tsunami, che ha interessato
buona parte del Giappone orientale, ha riproposto in
termini più attuali la questione del rapporto dell’uomo
con la natura e l’utilizzo delle sue risorse, anche in
una prospettiva di strategia e potere politico a livello
internazionale. Lo scorso martedì 5 aprile, al Panteion
University of Athens, facoltà degli studi internazionali
ed europei, ho avuto il piacere di partecipare ad una
conferenza, proprio su questo tema: “The environmental
and economic dimension of the nuclear crisis: the
case of Fukushima”, promossa dal gruppo giovanile
del Movimento Federalista Europeo della Grecia (JEF
Greece), in collaborazione con il portale EurActiv.gr.
Al convegno, seguito da numerosi studenti e aperto
dal giornalista di EurActiv.gr, Sarantis Michalopoulos,
sono intervenuti il direttore di EurActiv.gr, Nikos
Lampropoulos, il Professor Grigor Tsaltas, preside della
facoltà, e il Professore Pantelis Sklias, esperto di politica
economica internazionale.
di Biancamaria Di Domenico
GIOVANI E AMBIENTE
Fukushima:
dell’Università di Atene
17
Ad un mese dall’esplosione dei reattori della centrale
nucleare di Fukushima, le dimensioni delle conseguenze
ambientali ed insieme economiche, legate alla fuoriuscita
di radioattività, sembrano ancora incalcolabili,
soprattutto dopo giorni in cui le informazioni sono state
coperte da una coltre di silenzio o filtrate con misurate
dichiarazioni. A tal proposito, il professor Tsaltas ha
sottolineato che le leggi del diritto internazionale tutelano
il diritto delle persone ad essere informati, the right to
information - which warns that the state authorities are
obliged to objectively inform the public regarding the
developments in terms of the environment’s protection
– mettendo, quindi, in evidenza, come questo non sia
avvenuto per il caso di Fukushima. Il professore ha
aggiunto che le proporzioni del disastro non possono
essere previste a causa di un paesaggio“blurred”, sfocato,
soprattutto perché non c’è un obbligo giuridico riguardo
la localizzazione degli impianti nucleari che uno Stato,
in genere, mira a costruire. Inoltre, rispondendo ad
una mia domanda sul futuro dell’energia in Europa, il
Professor Tsaltas, ha commentato che le fonti di energia
alternative potrebbero essere una buona soluzione per
il problema energetico, tuttavia, non riuscirebbero a
coprire completamente le esigenze dell’intero continente
europeo; probabilmente, aumenterebbe la dipendenza
dal gas proveniente dalla Russia. Durante il dibattito,
i giornalisti di EurActiv hanno chiesto al professore
cosa ne pensasse della veloce e pronta reazione della
Germania a sospendere i propri futuri progetti nucleari.
Il Professor Tsaltas ha sottolineato che il grande vincitore
delle elezioni tedesche erano i Die Grüne, i Verdi, e se la
cancelliera tedesca, Angela Merkel, non avesse tenuto
conto di ciò, avrebbe fatto un errore.
Infine, il Professor Pantelis Sklias ha tracciato le linee
delle dimensioni economiche conseguenti al disastro
nucleare in Giappone, riportando la chiusura di Nissan
Motor Co. (4 stabilimenti), Toyota Motor Corporation (3
fabbriche) και Sony Corporation (6 fabbriche), proprio
nelle zone colpite.
Inoltre, egli ha sottolineato il pericolo di imprevedibili
fluttuazioni dello Yen, con un aumento del debito
pubblico.
In questo quadro, un ripensamento e una riconversione
delle menti e della politica nazionale, sovranazionale
ed internazionale, riguardo il problema delle risorse
energetiche, appare quanto mai urgente.
POLITICHE GIOVANILI
Studenti dell’Istituto Moretti di Roseto a Strasburgo grazie al progetto
“Who cares about our Democratic Rights?”
di Riccardo Montese
F
amoso per le innumerevoli iniziative che offre ai
propri studenti, l’Istituto Moretti ha avuto il privilegio di partecipare al progetto ‘Who cares about our Democratic Rights?’, nell’ambito del programma “Gioventù in azione”, il quale permette ad alcuni ragazzi
modo la Corte si occupa sia dei ricorsi individuali sia
dei ricorsi da parte degli Stati membri.
Il giorno seguente è stata la volta della”Giornata Euroskola”, durante la quale ben 600 ragazzi provenienti
da ventiquattro Paesi dell’Unione Europea hanno potuto confrontarsi su argomenti riguardanti l’Europa di
oggi...ovviamente dopo aver suddiviso le centinaia di
studenti presenti in vari gruppi multietnici!
I rappresentanti della nostra scuola hanno preso parte
a un piccolo raggruppamento di giornalisti, al quale è
stato assegnato il compito di intervistare i ragazzi di un
istituto di Cosenza che rappresentava l’Italia durante la
manifestazione della giornata; il compito degli inviati
del Moretti era di documentare le attività svolte in materia di diritti democratici.
di tre Paesi europei di scoprire da vicino i processi democratici che coinvolgono tutti noi, visitando istituzioni come il Parlamento Europeo, il Palazzo dell’ONU
di Ginevra, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo,
l’UNICEF a Ginevra e le città di Liverpool e Norrskoping (Svezia) e realizzando un film-documentario sulle
loro esperienze.
Tra le documentazioni raccolte, quella che fa più riflettere
è sicuramente il dato che riguarda le relazioni tra i paesi membri della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e
i cittadini: ogni giorno arrivano alla Corte circa 1.400
richieste d’intervento da persone che pensano di esser
state vittime di violazione dei propri diritti fondamentali!
Il progetto ha una durata di diciotto mesi, con decorrenza dal 01/02/11 al 31/08 del prossimo anno; le istituzioni coinvolte sono l’I.I.S. Moretti, le Liverpool Schools’
Parliament, la King David College, il Valley Youth Theatre (UK), e la scuola secondaria Kungsgardsgymnasiet
della città di Norrskoping (Svezia).
La prima iniziativa del progetto si è tenuta il 7 aprile e
si è diretta verso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Strasburgo) dove gli inviati del nostro istituto, da
bravi “giornalisti”, hanno intervistato un’avvocata che
Senza dubbio questa sarà ricordata come un’esperienza
lavora sul posto, la quale ha illustrato ai ragazzi in che
unica per i ragazzi che hanno partecipato.
18
OCCUPAZIONE E POLITICA SOCIALE
Opportunità in Europa
Tirocini presso l’Agenzia Europea per i diritti
fondamentali
La “FRA”, Agenzia Europea per i diritti fondamentali,
creata in sostituzione del vecchio Centro Europeo di
Monitoraggio sul Razzismo e la Xenofobia (EUMC),
offre assistenza ed esperienza all’Unione Europea e ai
suoi Stati membri su temi legati ai diritti fondamentali.
L’Agenzia FRA offre tirocini per periodi da 3 a 5
mesi a giovani che desiderano costruire un’esperienza
lavorativa a livello europeo. L’obiettivo principale è di
sostenerli nel rispettare pienamente i diritti fondamentali
nell’esercizio delle loro funzioni. Sono previste borse
di studio con ammontare massimo di € 1.000 mensili.
Requisiti: cittadinanza di un Paese membro dell’Unione
Europea, possesso di un titolo di studio a livello della
laurea (anche laurea breve), ottima conoscenza di almeno
due lingue dell’Unione Europea.
Scadenza: le candidature possono essere inviate due
volte l’anno il 31 maggio e il 30 novembre.
Per saperne di più: http://fra.europa.eu/fraWebsite/
about_fra/recruitment/traineeship/traineeship_en.htm
ASSUNZIONI
AUTORITÀ EUROPEA PER LA SICUREZZA
ALIMENTARE
Invito a manifestare interesse a partecipare rivolto
agli esperti scientifici interessati ai gruppi di esperti
scientifici e al comitato scientifico dell’Autorità
europea per la sicurezza alimentare (Parma, Italia)
Il presente invito si rivolge agli scienziati che desiderano
partecipare al comitato scientifico (SC) dell’Autorità
europea per la sicurezza alimentare (EFSA) o a uno
dei gruppi di esperti scientifici dell’EFSA in materia
di salute e benessere degli animali (AHAW), additivi
alimentari e fonti di nutrienti aggiunti agli alimenti
(ANS), pericoli biologici (BIOHAZ), materiali a
contatto con gli alimenti, gli enzimi, gli aromatizzanti
e i coadiuvanti tecnologici (CEF), contaminanti nella
catena alimentare (CONTAM), additivi, prodotti o
sostanze usati nei mangimi (FEEDAP), organismi
geneticamente modificati (GMO), prodotti dietetici,
l’alimentazione e le allergie (NDA), salute dei vegetali
(PLH), prodotti fitosanitari e i loro residui (PPR).
Il bando è pubblicato nella Gazzetta ufficiale C 99/31
del 31 marzo 2011.
Scadenza: 31 maggio 2011 a mezzanotte (ora di
Bruxelles)
Tirocini presso l’OSCE - L’Organizzazione per la
Sicurezza e la Cooperazione in Europa
L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in
Europa OSCE propone un programma di tirocini, ideato
per offrire ai giovani un’opportunità per sviluppare le
loro capacita e acquisire esperienza,incrementando in
tal modo le loro prospettive di occupazione e fornendo
loro un’esperienza di apprendimento interculturale.
I tirocini non sono retribuiti e possono durare da due
a sei mesi; sono destinati a laureandi/neolaureati di
laurea specialistica e a dottorandi/dottori di ricerca. I
tirocinanti saranno impiegati inattività amministrative,
economiche, ambientali, di prevenzione dei conflitti, di
management e finanza, di gestione delle risorse umane,
di documentazione, di difesa della democrazia e dei
diritti umani e di difesa delle minoranze nazionali. Le
candidature devono essere inviate almeno tre mesi prima
di quando si desidera cominciare lo stage.
La sede principale dell’OSCE è a Vienna, Austria.
Scadenza: non c’è scadenza ma si consiglia di presentare
la candidatura almeno 3 mesi prima del periodo nel quale
si intende svolgere il tirocinio.
Per saperne di più: http://www.osce.org/employment/91
PREMI E CONCORSI
Concorso “U4energy”
La Commissione europea, nell’ambito del programma
Energia Intelligente per l’Europa ha lanciato il concorso
U4energy per sensibilizzare alunni ed insegnanti sul
cambiamento climatico e sul risparmio energetico.
Le scuole di tutta Europa sono invitate a partecipare
a questo concorso davvero stimolante per mostrare i
traguardi raggiunti per quanto concerne il risparmio
energetico nello sforzo di muoversi verso un futuro più
sostenibile. La prima fase del concorso U4energy verrà
lanciata ufficialmente a settembre 2010. Potete inviare
le vostre attività scolastiche sulle abitudini relative al
consumo energetico fino a maggio 2011
Per partecipare e altre informazioni http://www.u4energy.eu
TIROCINI PRESSO LE ISTITUZIONI EUROPEE
Tirocini presso la Delegazione della Commissione
Europea alle Nazioni Unite
La Delegazione della Commissione Europea alle Nazioni
Unite a New York offre la possibilità di svolgere tirocini
non retribuiti in tre sessioni annuali.
• Prossima scadenza: 15 Luglio per il periodo da
Maggio (dell’anno successivo) a Luglio.
Requisiti richiesti: cittadinanza dell’Unione Europea o
dei paesi candidati; laurea nel settore sviluppo, economia,
scienze politiche o giurisprudenza; conoscenza delle
istituzioni e delle politiche dell’UE; ottima conoscenza
dell’inglese e conoscenza di altre lingue (preferibilmente
il francese); conoscenze informatiche.
La durata dei tirocini varia tra 3 e 6 mesi.
È tenuta in considerazione l’eventuale esperienza di
lavoro e la conoscenza delle Nazioni Unite. La sede
è a New York Per saperne di più: http://www.eu-un.
europa.eu
Soggiorno attivo e organizzato in diversi paesi
L’Associazione Servizio Civile internazionale (SCI) offre
l’opportunità di fare un soggiorno attivo e organizzato
negli Stati Uniti d’America e in alrei paesi. SCI propone
infatti progetti LTV (volontariato a lungo termine = 6-12
mesi) in India, Palestina, Svizzera, Russia, USA,Australia,
Gran Bretagna e Spagna nell’ambito della protezione
ambientale e dell’inclusione sociale. Per la descrizione
dei progetti e per inviare le candidature (consigliamo di
farlo al più presto) si visitate il sito http://www.sci-italia.
it/viewpage.php?page_id=2. Le candidature (lettera di
presentazione e CV) inviate in lingua inglese avranno
maggiori probabilità di successo.
19
ATTUALITÀ
Lifelong Learning Programme - Comenius
(MIA):
Mobilità individuale per
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di Giulia Ferri
l’ergastolo. Potrebbe sembrare un grande passo avanti, ma
ciò non è servito da deterrente in una società, dove troppo
spesso i valori non si adeguano alla legge. Innanzitutto l’art.
82 che regola le circostanze aggravanti è da molti ritenuto
insufficiente e troppo aperto all’interpretazione dei giudici;
inoltre è stato facile trovare l’espediente dell’istigazione al
suicidio.
I delitti d’onore si registrano sopratutto nel sud-est del Paese,
l’area abitata prevalentemente dai Curdi, profondamente
influenzata da una cultura più conservatrice. Ma il fenomeno
dilaga ormai anche nel resto del Paese. Nella moderna Istanbul,
per esempio, si conta un delitto d’onore a settimana.
Lo scorso maggio, in occasione di un viaggio nel sud-est
turco che si è spinto fino ai confini con la Siria, ho avuto la
possibilità di incontrare la direttrice del centro KA-MER di
Mardin. Fondata nel 1997, è l’unica organizzazione che nel
giro di pochi anni, grazie ai contributi europei, ma soprattutto
alla tenacia di molte donne, si sta espandendo in modo
capillare sul territorio anatolico orientale, contribuendo
così, almeno in parte, ad arginare questo fenomeno e
rappresentare uno dei pochi porti sicuri per tante ragazze che
ogni giorno bussano alle porte dei diversi distretti stanziati
sul territorio. Ho raccolto materiale e conosciuto “storie” di
ragazze che al delitto d’onore, fortunatamente, sono riuscite
a sottrarsi. Mi hanno indicato i diversi rischi che corrono
quotidianamente svolgendo il loro lavoro; aree conservatrici
delle autorità locali, tentano tutt’oggi di screditarle, isolarle
e condannarle.
Nel 2006, grazie sopratutto ai fondi europei, la fondazione
è riuscita pubblicare un libro “WE CAN STOP THIS.
Kamer Killings Committed in the Name of “Honor”.
All’interno vi sono raccolte 73 richieste di aiuto su un
totale di 158 pervenute tra il 2003 e il 2006.
delitti d’onore rappresentano una pratica atavica ancora
attuale in molte parti del Mondo. Norme sociali, pregiudizi,
dettame religioso, etica, cultura, morale, violazione dei diritti
umani, sottomissione femminile. Queste e tante altre sono
le direttrici attorno a cui ruota la complicata ed eterogenea
questione dei delitti d’onore e, in generale, di tutti i reati
culturali e di genere.
Nel diritto, il delitto d’onore è un tipo di reato caratterizzato
dalla motivazione soggettiva di chi lo commette, volta a
salvaguardare, nella sua intenzione, una particolare forma di
onore, o comunque di reputazione, con particolare riferimento
ad alcuni ambiti relazionali come per esempio i rapporti
matrimoniali o comunque di famiglia. Tra il 2000 e il 2007,
1806 donne sono state vittime di delitto d’onore in Turchia
e altre 5375 hanno commesso suicidio per imposizione
familiare.
Inoltre, è interessante notare, che se un tempo venivano uccise
dal fratello più giovane, che se la cavava con qualche anno
di reclusione, grazie alla sua età e alla legge che prevedeva
forti attenuanti in casi del genere, con la riforma del codice
penale, le famiglie sono corse ai ripari e, per non perdere due
figli, hanno pensato di indurre le giovani a uccidersi.
Per anni il governo turco non ha mostrato di avere interesse
a punire severamente, questo tipo di reato. Infatti, il Codice
penale turco, adottato nel 1926 su modello del codice penale
italiano, prevedeva come quest’ultimo, un’attenuante per la
causa d’onore. In Italia l’art. 587 del c. penale che consentiva
una riduzione della pena fu abolito definitivamente con la
legge n.442 del 5 agosto 1981. Solo a partire dal 2006, su
stimolo dell’Europa per l’ingresso della Turchia, nell’ambito
della riscrittura del Codice Penale, si è deciso che i responsabili
dei delitti d’onore, non avrebbero più goduto delle attenuanti
che fino a quel momento garantivano in sostanza l’impunità
a chi si macchiava di un tale omicidio e oggi è previsto
20
ATTUALITÀ
OCCUPAZIONE
E POLITICA
SOCIALE
POLITICHE
CITTADINANZA
DELL’ISTRUZIONE
EUROPEA
L i f e - long Learning Programme - Comenius (MIA):
Mobilità individuale per gli alunni delle
scuole superiori
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Turc e in
hia
ostacolavano il libero esercizio delle libertà. Come già
detto l’Unione Europea, ha giocato un ruolo principale
ma esistono ancora oggi fortissime resistenze, non solo su
un piano normativo ma sopratutto, radicate nella cultura
turca. Quindi la Repubblica turca sta fronteggiando
sicuramente un momento di transizione, in un contesto
internazionale sul quale incombe lo spettro dello scontro
fra civiltà. La dimostrazione che questo fenomeno non
può essere ignorato né represso, rende gli sviluppi futuri
in questo campo particolarmente cruciali. Le donne, in
qualità di simboli ma ormai anche di attive e coscienti
protagoniste delle loro scelte, sono e saranno al centro di
questa transizione per lungo tempo. Sicuramente stanno
vivendo un’interessante fase di evoluzione, non ancora
completata ma che rivela già elementi che dovranno
costantemente essere sostenuti e appoggiati perché
possano consolidarsi e affermarsi nel tempo.
Molte donne oggi hanno avuto il coraggio e la
possibilità di poter raccontare la loro storia, dopo aver
avuto la fortuna di essere salvate, molto spesso da altre
donne così perspicaci che hanno fondato associazioni
nonostante l’ostilità della società che le circonda,
società le quali vietano loro anche di lavorare. La donna
turca è una donna come noi, solo nata in Turchia. In
questi mesi, ho riflettuto più volte sulla possibilità che
ho avuto di vivere in una cultura diversa come quella
turca, di vedere da vicino a qualcosa che nessuno ti
racconta mai e che potrebbe, invece, essere capitato
a te. Rifletto sulla fortuna di essere una ragazza cui il
fratello non taglia la gola su ordine del padre e della
madre perché gira per locali, perché parla con ragazzi
per strada, perché, per sbaglio, sfiora la mano di un
suo coetaneo. La fortuna di non essere vittima di
delitto d’onore.
La realtà che emerge dall’analisi di queste 73 testimonianze
dimostra che siamo di fronte a società ancora strutturate
su genere, appartenenti a una concezione fortemente
patriarcale. Il 56% di esse sono analfabete, il 92% non
lavora e quando è chiesto loro come si sono sposate il 49%
risponde tramite accordo tra famiglie. Da quest’ultimo
dato emerge anche la triste realtà delle spose bambine.
KA-MER, come organizzazione, inizialmente provvede
a dare il giusto supporto psicologico e legale alla donna.
Con il tempo cerca di costruire un futuro a queste donne,
educandole e fornendo loro strumenti utili per introdurle
nel mondo del lavoro. Questo periodo di transizione
dura solitamente 6 mesi circa. A seconda dei casi si fa
scegliere alla ragazza se mantenere la propria identità o
cambiarla. Su 158 donne, 122 hanno cambiato identità.
Il governo turco, con il supporto della comunità
internazionale, dovrebbe attivare dei meccanismi di
protezione più adeguati, come ad esempio, rifugi in
numero sufficiente e delle infrastrutture sociali. E’ anche
necessario che la polizia e il potere giudiziario siano
costituiti in modo da potere agire rapidamente e con
efficacia contro qualsiasi forma di violenza contro le
donne e accordino a queste l’importanza che meritano.
Infine, l’introduzione di programmi di educazione civica
nelle scuole mirati a valorizzare il ruolo della donna
nell’ambito della famiglia e della società, permetterebbero
alle ragazze di diventare delle adulte fiduciose e ai ragazzi,
di vedere in loro delle compagne di pari diritti, favorendo
un cambiamento di atteggiamento delle comunità. Le
riforme legali, da sole, non potranno sradicare la violenza
contro le donne. Non vi è dubbio sul notevole progresso
della Turchia nel percorso della difesa dei diritti umani,
compresi quelli delle donne. Negli ultimi anni sono state
cambiate diverse leggi che, in un modo o nell’altro,
21
ATTUALITÀ
S
L’Aquila tra disincanto e rabbia
di Silvio Pacioni
ono passati due lunghi anni dal sisma che ha squassato la città de
L’Aquila e dopo l’iniziale fase di emergenza pronta e puntuale
tutto è rallentato se non fermato. Facciamo un po’ di ordine. I primi
mesi dopo la scossa delle tre e trentadue sono stati momenti colmi di
solidarietà e forte impegno da parte di tutti e anche non da ultime le
istituzioni come la Protezione Civile. Nessuno è stato lasciato senza
assistenza e questo fatto sicuramente merita apprezzamento da parte
di tutti nei confronti del governo. Purtroppo le inchieste e le lungaggini
della ricostruzione che non è mai partita hanno vanificato tutto.
Quando le opposizioni e i comitati cittadini protestavano per la
mancanza di fondi veri e piani per il dopo emergenza venivano
accusati di essere anti-italiani ma i nodi sono venuti comunque al
pattine. Che qualcosa si è rotto lo dimostra anche il fatto che dopo
ben 27 visite del Presidente del Consiglio nel cratere, molte zone sono
ferme al 6 aprile 2009 alle ore 3,32.
La verità è che tutto ciò che è stato promesso o non è stato ancora
realizzato o non sarà mai realizzato, colpa di una politica concentrata
non sul futuro ma sul presente che in questo caso erano le due
campagne elettorali che si sono giocate anche sulla pelle degli aquilani.
Il miracolo L’Aquila è stato utilizzato per permettere al partito del
premier di vincere sia le europee sia le regionali. Mentre, oggi, tutte
le patate bollenti sono rimaste nelle mani del presidente Chiodi e
del Sindaco Cialente. Ciò che più fa paura oltre che la mancanza di
soldi, molti dei quali spesi in una costosissima fase emergenziale, è
la mancanza di chiarezza ma soprattutto un disegno complessivo.
Le cosiddette casette che dal punto di vista del governo un giorno
sarebbero diventate residenze universitarie, lì dove si trovassero
universitari disposti ad andarci, stanno sempre più assomigliando
a dimore permanenti anziché temporanee. Mentre la ricostruzione
delle case è in sostanza ferma, se si escludono le ristrutturazioni di
quegli appartamenti solo lievemente danneggiati.
Mi capita spesso di vedere con i miei occhi la situazione recandomi
a L’Aquila per motivi di studio. Volutamente passo per le strade che
nei giorni seguenti il sisma le mie amiche aquilane mi mostravano
per farmi capire cosa avevano vissuto e vedere quelle strutture ancora
inagibili ti fa rendere conto che probabilmente quelle stime che
parlavano di dieci anni per ricostruire la città erano sicuramente rosee
previsioni. Non sono un esperto, ma se si considera che solo da qualche
settimana sono stati finalmente individuati i 12 siti per stoccare i 4
milioni di tonnellate di rifiuti. In questo caso, alcuni studi dei comitati
hanno calcolato che ci vorranno circa 89 anni, al ritmo attuale, per
conferirli tutti in discarica. Cosa non ha funzionato? Prima di tutto,
la mancanza di chiarezza sia sui fondi sia sulle competenze, è chiaro
che la ricostruzione richiedeva una legge quadro, che indicasse con
chiarezza tutte le procedure anziché affidarsi a ordinanze su ordinanze.
In secondo luogo, c’è stato probabilmente un atteggiamento diverso
da parte dello Stato nei confronti dell’Abruzzo rispetto a Marche e
Umbria.
Al disincanto per la situazione attuale in cui versa il capoluogo
abruzzese, si aggiunge la rabbia degli aquilani che si somma a quella
di tutti i parenti delle vittime d’incidenti umani, come il disastro di
Viareggio e Giampilieri, che con l’approvazione del processo breve
rischiano di vedere disattesa la loro sacrosanta voglia di giustizia. In
poche parole riducendosi i tempi di prescrizione molti processi per
crolli che hanno portato alla morte di decine e decine di persone, non
potranno spesso nemmeno iniziare …
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POLITICA DEI CONSUMATORI , SALUTE E BENESSERE
I diritti dei viaggiatori in autobus
D
di Federica Pavone
opo due anni di negoziazione il Parlamento euintegralmente il biglietto, ma dovrà anche prevedere
ropeo ha trasformato in legge la proposta della
un ulteriore risarcimento pari al 50% del prezzo
Commissione sui diritti di chi viaggia su bus e pullman,
del titolo di viaggio. Nel caso in cui il viaggio
completando così il quadro legislativo che garantisce i
cancellato preveda una durata di oltre tre ore o
viaggiatori europei. Il regolamento, che coprirà i sernel caso in cui la partenza sia ritardata di almeno
vizi nazionali e transfrontalieri per le tratte di più di
90 minuti, la compagnia dovrà fornire assistenza
250 km, sarà attuato con ogni probabilità a partire dalsottoforma di pasti e alloggio, per un massimo di
la primavera del 2013. L’adozione del regolamento sui
due notti ad 80 euro l’una. Quest’obbligo viene
diritti dei passeggeri di autobus di linea e granturismo
meno nel caso in cui l’evento sia dovuto a cattive
segue di poco l’adozione del regolamento n. 1177/2010
condizioni meteorologiche o catastrofi naturali.
relativo ai diritti dei passeggeri che viaggiano via mare
Malgrado ciò, non viene mai meno l’obbligo per il
e per vie navigabili interne, che entrerà in vigore nel
vettore di fornire ai passeggeri tutte le informazioni
dicembre 2012. La Commissione predisporrà ora una
necessarie.
comunicazione in cui riesaminerà gli aspetti della tute- 3. Le persone disabili o a mobilità ridotta avranno
la dei passeggeri in tutti i settori di trasporto, al fine di
il diritto di ricevere un’assistenza adeguata dalla
aumentarne la coerenza e l’efficacia nel contesto di un
compagnia di autobus, che va avvisata entro 36
trasporto intermodale in continua crescita.
ore prima della partenza. Nel caso in cui il vettore
non sia nella possibilità di fornire l’assistenza, il
passeggero potrà richiedere di essere accompagnato
da una persona a sua scelta, senza pagare alcun
supplemento. Inoltre, qualunque danno o perdita
delle attrezzature di assistenza come le sedie a
rotelle, dovrà essere risarcito.
I diritti del passeggero sono uno dei cardini della
politica dei trasporti della Commissione europea.
Grazie a quest’azione i viaggiatori sono oggi tutelati su
ogni mezzo di trasporto in ogni Paese dell’UE e oltre i
suoi confini. Tale politica è ancora più importante se si
considera che i viaggiatori che scelgono bus e pullman
sono una categoria tra le più vulnerabili per reddito,
inoltre sono molti gli anziani ad usufruire di questi
servizi, pertanto è un loro diritto essere tutelati ed è
Di seguito abbiamo riassunto in tre punti gli aspetti più dovere di tutti assicurarsi che ciò si realizzi.
importanti di tale legge:
1. In caso di perdita o danni ai bagagli, è previsto un
massimale di almeno 1.200 euro, mentre in caso di
lesioni personali o decesso il massimale dovrà essere
di almeno 220mila euro per passeggero. Inoltre,
sempre in caso di incidente, i passeggeri hanno
anche diritto ad un’assistenza corrispondente alle
necessità del momento, vale a dire cibo, trasporto
e alloggio, per un massimo di 80 euro a notte per
due notti.
2. Per cancellazione del viaggio, ritardo superiore ai
120 minuti o vendita di più biglietti rispetto ai posti
disponibili (overbooking), ai passeggeri deve essere
immediatamente data la possibilità di scegliere
tra proseguire il viaggio, partire con un altro bus
senza pagare un supplemento o essere rimborsati
integralmente del costo del biglietto. Nel caso in cui
non venga offerta nessuna alternativa per partire,
il vettore ha l’obbligo non solo di rimborsare
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ARTE E CULTURA
Il cinema europeo tra tappeto rosso e piazze italiane
di Carla Di Diomede
L
’ultima volta, in questo spazio che Voci d’Europa
dedica al cinema europeo, ci siamo occupati
dei consensi ottenuti oltreoceano dalle pellicole
co-finanziate dal progetto MEDIA. Il mercato
cinematografico americano è sicuramente spettacolare
e remunerativo e il successo di prodotti europei su
questo tipo di vetrine va riconosciuto e lodato.
replica con una commedia vagamente autobiografica
e dal retrogusto melinconico. Il protagonista è un
sessantenne continuamente vessato dal dispotismo delle
donne della sua famiglia e tristemente ignorato dalle
altre. Con questo film viene fuori un cinema italiano,
seppur non eccelso, certamente godibile e diverso,
specie nel suo racconto della terza età; una storia nuova
e più interessante, e attuale, rispetto alle vicende degli
ormai onnipresenti trentenni e quarantenni in crisi che
popolano le sceneggiature del cinema nostrano.
Seppur dall’aspetto suggestivo, spesso i festival come
quello di Berlino sono difficilmente raggiungibili e dai
costi non certo contenuti per un pubblico di non addetti
ai lavori. Anche sul nostro territorio non mancano
interessanti appuntamenti cinematografici, dove godersi
delle buone pellicole europee. Proprio in questi giorni
si stanno svolgendo a Firenze le Giornate del Cinema
Europeo che prevedono la proiezione (con accesso
gratuito nda) di rassegne dedicate al cinema italiano,
francese e inglese; si è invece da poco conclusa a Lecce
la dodicesima edizione del Festival del Cinema Europeo
con interessanti incontri con molti protagonisti del
Ma, chi pensa che il mercato europeo sia fatto di molti cinema italiano, quest’anno ospite, fra gli altri, l’attore
intellettualismi e pochi incassi dovrà ricredersi. Proprio Toni Servillo.
a partire dalla lettura del libro verde sul potenziale
dell’industra culturale dell’UE risulta che, dati alla
mano, l’industria artistica e audiovisiva europea è un
settore in crescita continua, che produce oggi centinaia
di milioni di euro.
La francese Marie-Thérèse Sanchez-Schmid, del Partito
Popolare Europeo, sta redigendo una serie di proposte su
come sbloccare ulteriormente il potenziale dell’industria
culturale europea presentando una relazione lo scorso
24 gennaio alla Commissione Cultura del Parlamento
dell’Unione.
L’industria culturale europea, spiega Sanchez-Schmid,
vale oggi 600 miliardi di euro l’anno, e rappresenta
il 2,6% del PIL dell’UE. Si tratta di un settore che ha
continuato a crescere in modo esponenziale, nonostante
la crisi, perfino nelle fasce del lusso. Tanto, però, resta
ancora da fare: la produzione resta « in gran parte entro Vi segnalo, infine, che alla 64a edizione del Festival
i confini nazionali », nonostante si tratti di un comparto Internazionale del Film di Cannes, dall’11 al 22 maggio,
molto propenso all’esportazione.
si contenderanno la Palma d’Oro i grandi maestri del
Proprio nel segno dell’internazionalizzazione, molti cinema internazionale, tra i quali, per l’Italia, Nanni
film co-prodotti da MEDIA sono stati presentati al Moretti con Habemus Papam e Paolo Sorrentino con
Festival Internazionale del Cinema di Berlino che This must be the place. Ne parleremo nel prossimo
quest’anno ha visto in lizza per l’Orso d’Oro (ma anche numero.
fuori concorso) ben ventidue pellicole targate MEDIA.
Vi segnalo in particolare l’italiano Gianni e le Donne, Per informazioni:
il secondo film del regista Gianni Di Gregorio che dopo http://www.giornatecinema.eu/
il successo della sua opera prima, Pranzo di ferragosto, http://festivaldelcinemaeuropeo.it/it/index
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Roberto Saviano vince il premio
“Libro Europeo 2010”
ARTE E CULTURA
di Martina Bidetta
A
Roberto Saviano è stato conferito il premio “Libro
Europeo 2010”, l’iniziativa di “Esprit d’Europe”
che, alla sua quarta edizione, premia il romanzo e il
saggio con il miglior profilo europeo dell’anno. A
Saviano è stato attribuito il miglior saggio “La bellezza
e l’inferno”, che raccoglie per la prima volta gli scritti
e gli articoli pubblicati dallo scrittore su quotidiani e
riviste tra il 2004 e il 2009, prima, durante e dopo lo
tsunami “Gomorra”.
altre nazioni si trovano dinanzi a situazioni in cui la
criminalità organizzata conquista, sempre più, ampi
spazi, anche quelli che in realtà dovrebbero rimanere
incontaminati. Esternare il problema, secondo lo
scrittore, sarebbe il modo migliore per porre i cittadini
di fronte ad una realtà difficilmente accettabile, ma che
purtroppo non può rimanere celata a lungo.
Saviano ha conquistato il Parlamento europeo che,
ancora più emozionato di lui, gli ha attribuito cinque
minuti di applausi. Lo scrittore, con la solita scorta
e i soliti depistaggi di una vita braccata, a Bruxelles
si è esposto in una sala gremita di europarlamentari,
davanti alle massime cariche europee (da Jerzy Buzek,
presidente del Parlamento europeo, a José Manuel
Barroso, presidente della Commissione, da Martin
Schulz, presidente del gruppo Socialista europeo a
Jacques Delors, celebre presidente della Commissione
dal 1985 al 1955).
Le frasi dello scrittore catalizzano l’attenzione
stringendo i presenti in un unico pathos di condivisione
e solidarietà verso un uomo che ha fatto della sua vita il
simbolo della lotta alla criminalità organizzata.
“Questa è la magia della letteratura, grazie ad essa
le storie che si raccontano appartengono a tutti. La
criminalità, invece, vuole il monopolio dei propri
misfatti, per questo non ha tanto paura di chi scrive,
quanto di chi legge”.
Con il suo libro, Saviano esprime il dolore e la gioia
di un uomo, prima ancora che di un giornalista, che ha
deciso di salire sulle barricate per dire no a un sistema
affaristico mafioso che sembra radicato nel nostro Paese.
Un libro fatto di pagine scritte in camere piccole e buie,
in alberghi e caserme, sempre all’ombra di quello scudo
che da anni protegge la sua vita dalle ritorsioni di chi ha
avuto il coraggio di denunciare. “L’inferno ha un tempo
solo, la vita un giorno ricomincia”, ha scritto Saviano
nel suo libro citando Albert Camus.
Roberto Saviano, un po’ scrittore, un po’ giornalista, un
po’ poeta, è riuscito a creare un clima di condivisione e
di cooperazione e al Parlamento europeo ha affermato
che “l’Italia ha bisogno dell’Europa perché avere
più Europa significa avere più democrazia. Ma non
si deve pensare che l’Europa sia immune dalle mafie,
anzi. Le organizzazioni criminali non sono arrivate
solo nel nord Italia, ormai sono sbarcate in Europa e lo
si scopre “quando hanno già vinto”.
La vera scommessa è dunque, per un Paese democratico
che vuole crescere, quella di formare le giovani e
promettenti generazioni alla cultura della legalità e non
a quella della criminalità.
“Questo premio - ha detto lo scrittore italiano – è un
conforto per la sofferenza che provo per le critiche
ricevute in Italia, anche da alte cariche dello Stato,
che mi accusano di infamare il mio Paese parlando
di criminalità organizzata. Al contrario, raccontare il
male vuol dire affrontarlo, non diffonderlo”.
Lo scrittore napoletano ha saputo conquistare l’intera
platea internazionale presente a Bruxelles e ha voluto
parlare a tutti gli europei e non solo agli italiani: “La
criminalità non riguarda solo il sud dell’Italia, ma
l’intera Europa, perché è dalle sue periferie che entra
arrivando fino a Bruxelles, dove viene a investire
comprandosi un intero quartiere. L’Europa parla molte
lingue ma contro il crimine organizzato ne deve parlare
una sola”.
Poche parole ma colme di significato, soprattutto in un
momento in cui non solo l’Italia, ma anche moltissime
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ARTE E CULTURA
Dopo 13 anni, un italiano
torna all’Eurofestival
di Antonio Bidetta
Raphael Gualazzi, lo scorso Febbraio, ha vinto il
Festival di Sanremo nella sezione giovani con il brano
“Follia d’amore”, ed è stato scelto come rappresentante
italiano per l’Eurofestival (definizione in lingua
italiana dell’Eurovision Song Contest – ESC).
Per chi non sapesse cosa sia questa manifestazione,
basti pensare che è l’evento non sportivo più seguito
a livello europeo dove vi partecipano i cantanti scelti
dai vari paesi della comunità per eleggere la canzone
regina del continente.
Nata nel 1956 per volontà dell’Unione Europea di
Radiodiffusione, questa festa della musica è ancora
oggi in auge e famosissima tanto che, se prima la diretta
televisiva si svolgeva nell’arco di una sola serata,
oggi, a causa dell’elevato numero dei partecipanti, la
cerimonia è articolata in più puntate.
L’incremento delle persone in gara è dovuto in parte
alla caduta del muro di Berlino e di conseguenza tutti
i paesi dell’ex blocco Urss che ne facevano parte,
hanno iniziato a partecipare all’Eurofestival, spinti
dalla libertà, anche creativa, che respiravano.
L’Italia ha vinto due edizioni: nel 1964 con Gigliola
Cinquetti con la canzone “Non ho l’età” e nel 1990
con Toto Cutugno con il brano “Insieme”.
C’è da dire che il nostro Bel Paese, pur essendo tra i
paesi fondatori dell’Eurofestival, non ha gareggiato
sempre. Questa manifestazione, in Italia, è avvertita
con una certa punta di snobismo, anche se nessuno sa
con certezza, quali siano le reali motivazioni.
La musica, però, quest’anno è cambiata e L’Italia
tornerà a giocarsi tutte le possibilità di vittoria con un
giovane autore nostrano: Raphael Gualazzi.
Il nostro musicista è nato a Urbino, ed è un trentenne
innamorato del rag – time (genere nato nei quartieri
a luci rosse statunitensi) ma anche del soul, del
blues e del jazz. Il tutto viene frullato con la spiccata
sensibilità dell’autore che suona il pianoforte con uno
stile personalissimo e riconoscibile.
Dopo il festival è uscito il suo cd “Reality and
fantasy“ a distanza di sei anni dalla prima fatica
discografica “Love outside the window“ e a un anno
dall’Ep “Raphael Gualazzi“.
Un motivo in più per apprezzare il giovane cantante,
che è anche produttore, arrangiatore e compositore
della sua opera.
Invito tutti a sentire di cosa sia capace questo
bravissimo artista e a fare il tifo per lui nella prossima
edizione dell’Eurofestival che si terrà dal 10 al 14 in
maggio a Düsseldorf.
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EUROSPORT
Increscioso episodio di razzismo nel basket a danno della giocatrice della nazionale italiana, Abiola Wabara.
Vorrei la pelle nera! Contro il razzismo!
“Il Basket italiano in campo contro il razzismo”
P
di Alberto Di Nicola
giocatrice, mentre il presidente della società comasca
Antonio Pennestri ha detto che la colpa è da attribuire ai
tifosi del Como calcio, che in occasione dei playoff spesso
giungono alla volta del palazzetto non solo per sostenere
i propri concittadini del basket, ma anche per offendere
verbalmente e non solo, le avversarie, specie quelle di
diverso colore epidermico.
Insomma, la reazione delle parti coinvolte, ancora una
volta, ha messo in risalto un malcostume assai diffuso
nel nostro paese, ossia quello di sdrammatizzare su fatti
comunque indecorosi, o peggio, nascondendosi dietro a un
dito, addossando le colpe ad altri, cosa di cui certamente
non si può andar fieri.
Siamo in tanti a essere tifosi di basket o di calcio, ma anche
se non lo si è, non si può non considerare che è stata offesa
una ragazza, “una di noi”, che in Italia ha trovato insieme
alla sua famiglia, un luogo dove crescere, formarsi,
lavorare e giocare, con l’orgoglio di rappresentare il
Bel Paese nella veste di giocatrice della Nazionale. Con
l’episodio di razzismo è come se fosse stato denigrato un
simbolo dell’Italia oltre i suoi confini, e mandato avanti
un’abitudine che, dopo i sacrifici fatti per diventare una
sola nazione, e recentemente quelli dell’UE, non può
che essere deprecato. Si dovrebbe accogliere, quindi, di
buon grado, l’iniziativa “Vorrei la pelle nera”, con cui la
Federbasket di Dino Meneghin, ha espresso solidarietà
alla giocatrice italiana Abiola Wabara, invitando tutti gli
appassionati di basket a colorare la propria pelle con un
segno nero, ben visibile, in rappresentanza di tutte le etnie,
Abiola Wabara è più che mai italiana, tanto più che per sentirci tutti uguali.
difende i colori della nostra bandiera con il nostro team
femminile di pallacanestro. Purtroppo, dopo i cori e
gli insulti razzisti durante tutta la partita e la raffica di
VORREI LA PELLE NERA
sputi, mentre le squadre rientravano negli spogliatoi, che
l’hanno riguardata, dobbiamo costatare che il vero spirito VORREI LA PELLE NERA per potermi riconoscere
di unione e fraternità, che dovrebbe legare il popolo di uno al fianco di Abiola Wabara come un fratello, come una
degli Stati più importanti sulla scena mondiale, è ancora sorella, e farle sentire tutta la mia solidarietà.
lontano dall’essere raggiunto.
Questo fatto vergognoso, oltre ad essere accaduto in VORREI LA PELLE NERA per capire fino in
concomitanza del centocinquantesimo dell’Unità d’Italia, fondo il suo dolore, lo sdegno e la frustrazione che la
risulta ancora più assurdo se si pensa che sia accaduto assalgono.
nel basket, uno sport in cui, da sempre, si sono distinti VORREI LA PELLE NERA per essere come lei e
giocatori di colore come Michael Jordan ieri e Kobe Bryant gridare al mondo la nostra voglia di libertà.
e LeBron James oggi. Eppure la nostra pallacanestro si
è già resa protagonista d’insulti razzisti anche in campo VORREI LA PELLE NERA per non essere come
internazionale, giacché sono tristemente celebri il caso di loro, per non confondermi con loro, per sentirmi, io si,
Varese in Coppa dei Campioni nel 1979, quando i tifosi diverso da loro.
lombardi “accolsero” la compagine israeliana del Maccabi VORREI LA PELLE NERA, rossa, verde, gialla.
Tel Aviv con uno slogan inneggiante il genocidio nazista. Vorrei avere la pelle di tutti i colori dell’anima, perché
Ritornando al caso da Abiola Wabara, come risposta, ciò non accada più.
i tifosi della Comense hanno fatto sapere che non c’era
stato alcun coro o atto dissacrante nei confronti della
ossiamo davvero sentirci orgogliosi di aver celebrato,
lo scorso mese, l’anniversario dell’Unità d’Italia?
Dall’episodio di razzismo, accaduto lo scorso 8 aprile
in occasione del match di gara 2 valido per i playoff del
Campionato nazionale di basket, fra Comense e Bracco
Geas Sesto San Giovanni, e che ha visto come protagonista
la cestista 29enne della Geas, Abiola Wabara, figlia di
nigeriani, si direbbe proprio di no!
27
TRADIZIONI E CUCINA IN EUROPA
GastronoMik di Francesca Michelucci
Bacalhau a Gomes de Sá
Abbiamo trascorso da poco il tempo di Pasqua, la Settimana Santa, e molti
di noi hanno vissuto le festività Pasquali nel pieno rispetto della nostra
tradizione religiosa e culinaria; chissà quanti ancora non “smaltiscono”
il pranzo della Domenica di Pasqua ricco e pieno di pietanze succulente,
tuttavia, non bisogna dimenticare che le celebrazioni pasquali cominciano
dal Giovedì Santo e raggiungono il loro picco il Venerdì, che secondo la
tradizione cattolica è giorno di digiuno ma, essendo noi italiani un popolo
di buongustai, abbiamo deciso di essere più indulgenti con noi stessi e per
questo il Venerdì Santo sostituiamo alla carne il più leggero pesce.
In molte case l’alimento principe di questo giorno è stato il Baccalà cucinato
in vari modi: pastellato, alla brace o con il sugo, ma in questo numero
vi propongo una ricetta alternativa ma altrettanto gustosa che ci arriva
direttamente dal Portogallo: il bacalhau a Gomes de Sa.
INGREDIENTI
Baccalà già ammollato 500 g
Burro 1 cucchiaino
Olio di oliva extravergine 2 dl
Cipolla tritata finemente 1
Patate novelle bollite 1 kg
Prezzemolo tritato 3 cucchiai
Pepe nero macinato al momento 1/2 cucchiaino
Acqua 1 l circa
Preparazione
ed aggiungete le
fettine di patate facendole scaldare per 5 minuti:
dovrebbero imbiondire leggermente.
Ora prendete una terracotta da forno o recipiente
simile; imburratelo e stendetevi metà delle patate,
cospargete con un po’ di pepe e prezzemolo tritato;
stendete sopra le patate un terzo delle cipolle e
metà del baccalà cospargete ancora con pepe e
prezzemolo; mettete le patate rimanenti, il baccalà
e le cipolle rimanenti, terminando con queste
ultime e con prezzemolo e pepe. Fate cuocere in
forno medio per circa mezz’ora, la superficie deve
risultare dorata. All’uscita dal forno decorate con
le fettine d’uovo e le olive e mandate in tavola.
Ammollate il baccalà tagliato a pezzi in un luogo
fresco e a seconda della qualità una notte, un
giorno o due cambiando spesso l’acqua.
Una volta ammollato lavate ancora per bene i
pezzi di pesce e poi poneteli in una casseruola
bassa e larga, ricopritelo con l’acqua che avrete
prima fatto bollire e poi lasciate sobbollire per
circa 10 minuti.
Scolate e asciugate i pezzi di baccalà eliminando
pelle e lische rimaste. In una larga padella con il
burro ed una cucchiaiata d’olio fate soffriggere le
cipolle per una decina di minuti badando a che non
anneriscano; scolatele aggiungete l’olio rimasto
Curiosità
Non si può parlare di cucina portoghese e non
parlare del baccalà. I portoghesi hanno un vero
e proprio culto per questo pesce e non appena
giunti nel paese lo troviamo in ogni negozio e
ristorante, di diverse dimensioni e salature. Si
dice che esistano 366 ricette per cucinarlo, una
al giorno, ed una in più per gli anni bisestili.
Ovviamente la cucina portoghese non è solo
“bacalhau”, ma quest’ultimo può senza dubbio
essere definito il primo attore sulle tavole di
ogni ristorante. Il forte legame tra il Portogallo
e il baccalà ha inizio al tempo delle prime
28
traversate transoceaniche verso le neo scoperte
Americhe. I tempi di navigazione imponevano il
commercio di trasporti che resistessero a lungo
ed il baccalà si conquistò da subito uno spazio
decisamente ampio, il 10% del pesce totale.
Il freddo inoltre non permetteva la pesca nei
mesi invernali ed il Portogallo fece di necessità
virtù. Dal 1958 il paese è diventato il primo
produttore mondiale di baccalà essiccato. A
facilitarne la diffusione ha contribuito anche la
grande disponibilità di sale, proveniente dalle
enormi saline sulle coste.
Il gergo comunitario
PAROLE D’EUROPA
di Francesca Michelucci (fonte: http://europa.eu)
Il personale delle istituzioni europee e i media che si occupano delle attività dell’UE utilizzano spesso il cosiddetto “gergo
europeo”, ovvero parole ed espressioni comprensibili soltanto a loro. Il gergo europeo può causare confusione nei comuni
cittadini. Per questo motivo abbiamo deciso di riportare sulla nostra rivista la guida alla comprensione del gergo europeo
presente sul sito ufficiale dell’UE. In questo numero concludiamo la lettera “C”.
Comunitarizzazione:
termine tecnico che significa “trasferire alcune materie dal
secondo o terzo ‘pilastro’ (cfr. punto successivo) dell’UE
al primo”, in modo che possano essere trattate secondo il
“metodo comunitario” (cfr. punto successivo). Per saperne
di più, consultare il glossario.
Costituzione dell’UE:
attualmente l’UE si fonda su quattro trattati fondamentali
che ne stabiliscono le norme di funzionamento. Questi
trattati sono lunghi e complessi ed i leader dell’UE
intendono sostituirli con un unico atto, più breve e
semplice. Un “Trattato costituzionale” è stato approvato
e firmato nel 2004, ma non è mai entrato in vigore. Gli
Consiglio:
elettori di Francia e Paesi Bassi hanno infatti votato “no”
Sono tre gli organi europei contenenti nella loro nel rispettivo referendum svoltosi nel 2005. Nel giugno
denominazione la parola “Consiglio”:
2007 i capi di Stato e di governo dell’UE hanno deciso di
Il Consiglio europeo:
convocare una nuova “conferenza intergovernativa” (cfr.
si tratta del consesso formato dai capi di Stato e/o di punto precedente) con il mandato di avanzare una proposta
governo (presidenti e/o primi ministri) di tutti i paesi di Trattato di riforma.
dell’UE più il presidente della Commissione europea.
Il Consiglio europeo si riunisce, di norma, quattro volte Criteri di Copenaghen:
l’anno per discutere le politiche europee nel loro insieme nel giugno 1993, i leader dell’UE riuniti a Copenaghen
e per fare il punto della situazione. Si tratta del massimo hanno stabilito tre criteri che qualsiasi “paese candidato”
organo politico dell’Unione europea, motivo per cui le sue (cfr. punto successivo) deve soddisfare per aderire
riunioni vengono spesso denominate “vertici europei”.
all’Unione europea: in primo luogo, deve avere istituzioni
Il Consiglio dell’Unione europea:
stabili che garantiscano la democrazia, lo Stato di diritto,
noto in precedenza come Consiglio dei Ministri, si tratta i diritti umani ed il rispetto delle minoranze; in secondo
di un’istituzione composta dai ministri dei governi di tutti luogo, deve avere un’economia di mercato funzionante;
i paesi dell’UE. Il Consiglio si riunisce regolarmente per infine, deve recepire nella sua interezza l’”acquis
prendere decisioni su argomenti specifici e adottare le comunitario” (cfr. punto precedente) e sostenere i diversi
leggi europee.
obiettivi dell’Unione europea. Il paese deve essere altresì
Il Consiglio d’Europa:
dotato di un’amministrazione pubblica in grado di applicare
non è un’istituzione dell’UE, bensì un’organizzazione e gestire a livello pratico la legislazione dell’UE. L’UE si
intergovernativa con sede a Strasburgo che si propone (tra riserva il diritto di decidere quando un paese candidato
i diversi obiettivi) di tutelare i diritti umani, promuovere la soddisfa questi criteri e quando l’UE è pronta ad accogliere
diversità culturale in Europa e combattere problemi sociali il nuovo Stato membro.
quali la xenofobia e l’intolleranza. Il Consiglio d’Europa
è stato istituito nel 1949 ed annovera tra le sue prime Criteri di Maastricht:
realizzazioni l’adozione della Convenzione europea dei si tratta di cinque criteri per stabilire se un paese dell’UE è
diritti dell’uomo. Onde consentire ai cittadini di esercitare pronto ad adottare l’euro. Essi riguardano:
i diritti riconosciuti da questa Convenzione, è stata istituita 1. la stabilità dei prezzi: il tasso di inflazione non deve
la Corte europea dei diritti dell’uomo.
superare di oltre 1,5 punti percentuali quello dei tre
paesi dell’UE che nell’anno precedente hanno registrato
Convenzione:
il tasso di inflazione più basso;
questo termine ha diversi significati, tra cui (in ambito 2. il deficit di bilancio: (cfr. punto successivo): deve
UE) quello di designare un gruppo di rappresentanti delle
essere generalmente inferiore al 3% del prodotto
istituzioni dell’UE e dei governi e dei parlamenti nazionali
interno lordo (PIL);
che si riuniscono per redigere un documento importante. 3. il debito: il debito pubblico non dovrebbe superare il
Convenzioni di questo tipo sono state convocate per
60% del PIL; un paese con un livello di indebitamento
redigere la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione
più alto può tuttavia ancora adottare l’euro purché il
europea e il progetto di Costituzione dell’UE.
suo debito sia in costante diminuzione;
4. i tassi di interesse: il tasso a lungo termine non deve
Cooperazione rafforzata:
superare di oltre 2 punti percentuali quello dei tre paesi
l’espressione si riferisce a un accordo in base al quale
dell’UE che nell’anno precedente hanno registrato il
un gruppo di paesi dell’UE possono cooperare in
tasso di inflazione più basso;
un particolare settore anche se gli altri paesi dell’UE 5. la stabilità del cambio: il tasso di cambio della moneta
non possono o non vogliono prendervi parte in una
nazionale deve essere rimasto per due anni entro
determinata fase. Resta inteso che gli altri Stati sono
determinati limiti di fluttuazione prestabiliti.
liberi di subentrare in un momento successivo, se lo Questi criteri sono stati fissati nel Trattato di Maastricht: da
desiderano.
qui il loro nome.
29
BANDI E PROGRAMMI
PROGRAMMA LLP - INVITO GENERALE A
PRESENTARE PROPOSTE 2011 — EAC/49/10
L’invito generale a presentare proposte definisce nel
concreto la partecipazione per il 2011 al Programma
di apprendimento permanente, o Lifelong Learning
Programme (LLP), nei diversi Programmi settoriali:
Comenius, Erasmus, Leonardo, Grundtvig, Trasversale
e Jean Monnet.
Tutte le sezioni informative del sito LLP contengono le
informazioni per la partecipazione alle singole azioni.
Qui di seguito riportiamo le scadenze ancora in atto in
esso contenute:
− Formazione in servizio Comenius e Grundtvig 16
settembre 2011
− Programma trasversale: Attività chiave 1 “Visite di
studio” 14 ottobre 2011
Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale
dell’Unione europea C 290/13 del 27.10.2010
successivo alla domenica verrà considerato il giorno
della scadenza.
Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale
dell’Unione europea C 340/21 del 15.12.2010
7° PROGRAMMA QUADRO - COOPERAZIONE
E’ stato pubblicato l’invito a presentare proposte
nell’ambito dei programmi di lavoro del 7 o programma
quadro CE di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo
tecnologico e dimostrazione
Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale
dell’Unione europea C 32/21 del 01.02.2011
La documentazione relativa all’invito, ivi comprese
le scadenze e lo stanziamento di bilancio, è riportata
nell’invito stesso che è pubblicato nel sito CORDIS
all’indirizzo seguente: http://cordis.europa.eu/fp7/
calls.
La data di scadenza per la presentazione delle domande
è il 28 settembre 2011, ore 17.00 (ora di Bruxelles)
PROGRAMMA “GIOVENTÙ IN AZIONE” 2007-2013
INVITO A PRESENTARE PROPOSTE EAC/57/10
È stato pubblicato l’Invito a presentare proposte 2011 Programma “Gioventù in azione” 2007-2013
Il presente invito a formulare proposte riguarda il
sostegno alle azioni e alle sottoazioni sotto elencate:
1.1, 1.2, 1.3, 2, 3.1, 3.2, 3.3, 4.1 e 5.1:
Le domande devono pervenire entro il termine che
corrisponde alla data di inizio del progetto.
Per i progetti sottoposti a un’agenzia nazionale,
esistono 5 termini all’anno per la presentazione delle
domande:
Qui di seguito riportiamo le scadenze ancora in atto in
esso contenute:
1 giugno (1 settembre - 31 gennaio)
1 settembre (1 dicembre - 30 aprile)
1 novembre (1 febbraio - 31 luglio)
Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale
dell’Unione europea C 333/12 del 10.12.2010
AMBIENTE - LIFE+
INVITO A PRESENTARE PROPOSTE 2011
La Commissione ha pubblicato l’Invito a presentare
proposte per la procedura di selezione LIFE+ del
2011.
Le proposte devono essere redatte su appositi moduli
di domanda. I moduli e la guida alle domande,
contenente spiegazioni dettagliate sull’ammissibilità
e sulle procedure, sono disponibili sul sito web della
Commissione all’indirizzo:
http://ec.europa.eu/environment/life/funding/lifeplus.
htm
Le proposte devono essere trasmesse su CD-ROM o su
DVD. È anche possibile contattare le autorità nazionali
competenti al seguente indirizzo:
http://ec.europa.eu/environment/life/contact/
nationalcontact/index.htm
Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale
dell’Unione europea C 62/30 26.2.2011
PROGRAMMA “EUROPA PER I CITTADINI” Scadenza: 18 luglio 2011
2007-2013.
INVITO GENERALE A PRESENTARE PROPOSTE 2011 MEDIA 2007 — SVILUPPO, DISTRIBUZIONE,
E’ stato pubblicato il bando 2011 del programma “Europa PROMOZIONE E FORMAZIONE
per i cittadini” che intende promuovere la cittadinanza Invito a presentare proposte — EACEA/07/11
attiva europea. Questo invito è rivolto agli enti pubblici È stato pubblicato l’invito a presentare proposte
e alle organizzazioni senza scopo di lucro. Varie sono le EACEA/07/11 che si basa sulla decisione n. 1718/2006/
azioni e le misure previste a sostegno del programma
CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15
Azione 1 Misura 1.1 Incontri fra cittadini nell’ambito novembre 2006, relativa all’attuazione del programma
del gemellaggio tra città: 1 giugno, 1 settembre;
di sostegno al settore audiovisivo europeo (MEDIA
Azione 1 Misura 1.2 Collegamento in rete tematico tra le 2007).
città gemellate 1 settembre;
Fra le azioni da realizzare in applicazione della
Azione 1 Misura 2.1 Progetti dei cittadini; 1 giugno;
decisione summenzionata figura il miglioramento della
Azione 1 Misura 2.2 Misure di sostegno: 1 giugno;
formazione professionale dei professionisti del settore
Azione 2 Misura 1 e 2 Sostegno strutturale ai centri audiovisivo affinché acquisiscano le conoscenze e le
di ricerca sulle politiche europee (think tank) e alle competenze necessarie per creare prodotti competitivi
organizzazioni della società civile a livello di Unione sul mercato europeo e sugli altri mercati.
europea: 15 ottobre;
Le linee guida dettagliate per i candidati, nonché i
Azione 4 Memoria europea attiva: 1 giugno.
moduli di candidatura si trovano al seguente indirizzo
Le domande devono essere presentate entro e non oltre http://ec.europa.eu/culture/media/programme/
le ore 12:00 (mezzogiorno, ora di Bruxelles) della data training/forms/index_en.htm
di scadenza delle candidature.
Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale
Se la scadenza per la presentazione delle candidature dell’Unione europea C 106/11 del 06.04.2011
cade di sabato o di domenica, il primo giorno lavorativo Scadenza: 15 giugno 2011
30
POLLS
QUESTIONARIO: I GIOVANI E LA MOBILITA’
Leggi le seguenti affermazioni e rispondi alla domanda proposta segnando
con una crocetta e per ognuna di quelle segnate indica a fianco il valore da
1 a 7 che ritieni più opportuno: per nulla (1) molto poco (2) poco (3) non so
(4) abbastanza (5) molto (6) tantissimo (7)
Età:
13-15
Genere:
Maschio
16-18
19-21
22-24
Pensando alle tue esperienze all’estero, quanto sono vere le
seguenti affermazioni?:
Ho imparato la lingua del luogo
Ho migliorato la mia conoscenza dell’inglese
Ho imparato diverse tradizioni locali
Ho imparato a cucinare qualche piatto tipico
Ho avuto difficoltà ad ambientarmi Avevo una idea
negativa delle persone del luogo
Ho tanti bei ricordi
Ho nostalgia
Ho prolungato il mio periodo di permanenza
Avevo una idea positiva delle persone del luogo
Ho imparato un nuovo lavoro
Ho acquisito conoscenze teoriche
Le mie esperienze all’estero sono state piacevoli
Ho visto molte differenze con il mio Paese di origine
Ho cambiato la mia opinione sulle persone di quella
nazione
Ho acquisito competenze di base nell’ambito
scientifico e tecnologico
Ho acquisito competenze informatiche
Ho imparato nuove strategie per imparare
Ho acquisito competenze interpersonali
Ho acquisito competenze interculturali
Ho acquisito competenze sociali
Ho acquisito competenze civiche
Ho aumentato il mio spirito imprenditoriale
Ho accresciuto le mie conoscenze sulla mia cultura
di origine
Ho aumentato la mia creatività
Femmina
Occupazione:
Studente scuola superiore
Studente universitario
Lavoratore
Disoccupato
I programmi europei di mobilità che conosco sono (puoi
selezionare anche più di una risposta):
Erasmus (LLP)
Erasmus Placement (LLP)
Leonardo Da Vinci (LLP)
Partenariati Comenius (LLP)
MIA (Mobilità individuale degli alunni) Comenius (LLP)
Grundvig (LLP)
Gemellaggio con la scuola
Scambio giovanile con Gioventù in Azione
Training Course con Gioventù in Azione
SVE (Servizio Volontario Europeo - Gioventù in Azione)
Servizio Civile all’estero
Altro ___________________________________
Sei mai stato all'estero con uno di questi programmi?
Si quale/i __________________________________
No perché _________________________________
Da una esperienza all’estero ti aspetti di:
Conoscere una nuova cultura
Imparare una nuova lingua
Conoscere nuove persone
Divertirti
Arricchire il mio curriculum
Trovare lavoro
Nulla
Altro ___________________________________
Sai cos'è lo Youthpass?:
Si
No
Se hai risposto si alla domanda precedente: ne hai mai
ottenuto uno? :
Si
No
Scrivi la data dell’ultimo Youthpass ottenuto e il contesto:
___________________________________
___________________________________
Leggi la domanda seguente e rispondi. Puoi segnare anche più di una
risposta e per ognuna di quelle segnate indica la qualità scrivendo a fianco
il valore da 1 a 5: insufficiente (1) mediocre (2) sufficiente (3) buono (4)
eccellente (5)
Sai cos'è un certificato Europass?:
Si
No
Le informazioni sui programmi europei che conosco
provengono da:
Europe Direct ___
Eurodesk ___
Televisione ___
Stampa ___
Internet ___
Radio ___
Amici ___
Passa parola ___
Associazioni ___
Newsletter ___
università ___
Scuola ___
Altro ___________________________________
Se hai risposto si alla domanda precedente: ne hai mai
ottenuto uno?:
Si
No
Scrivi l’anno dell’ultimo certificato Europass ottenuto, la
tipologia e il contesto (o il programma):
___________________________________
___________________________________
Compila il questionario, ritaglia lungo la linea tratteggiata e consegnalo a: Centro Informa Giovani –Punto Europe Direct Via Nazionale 250 – 64026
Roseto degli Abruzzi Tel.085-89453657-8-9 e-mail [email protected]. Se frequenti una scuola di Roseto, consegnalo alla tua Segreteria.
31
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