pdf - Lo spazio delle idee
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"OOP/"QSJMF .FOTJMFEJOGPSNB[JPOFFVSPQFBJTDSJUUPBM3FHJTUSPEFMMB4UBNQBQSFTTPJM5SJCVOBMFEJ5FSBNP/EFM%JDFNCSF 9 maggio: festa della nostra “patria Europa” Se conosci i tuoi diritti li fai valere 3FBMJ[[BUPEB $POJMDPOUSJCVUP EFM$PNVOFEJ 3PTFUPEFHMJ"CSV[[J Voci d’Europa Progetto editoriale ideato e realizzato da: Coop. Soc. Lo spazio delle idee Punto Europe Direct Roseto Centro Informa Giovani Roseto Finanziato dalla Commissione europea Direzione generale Istruzione e cultura attraverso il programma “Gioventù in azione” Azione secondaria 1.2 - Iniziative giovani attuato In Italia dall’Agenzia Nazionale per i Giovani. Dipartimento della Gioventù Presidenza del Consiglio dei Ministri. Con il contributo del Comune di Roseto degli Abruzzi Ass.to alle politiche giovanili e comunitarie Project coordinator Giuseppe Ginoble Direttore editoriale Mirella Lelli Coach Biancamaria Di Domenico • • • • • • • • • • • • • • • • • Come funziona l’Unione europea Cittadinanza europea (diritti e doveri) Politiche dell’Istruzione Politiche giovanili dell’Unione europea Giovani e Lavoro (offerte Eures) Politica dei Consumatori, Salute e Benessere Ambiente Energia Sport Cultura e Società Tradizioni europee come occasione di dialogo interculturale Una lettera all’Europa Dal nostro inviato Parole d’Europa Poesie e Aforismi Polls Contatti di Redazione Sede operativa Centro Informa Giovani - Punto Europe Direct Via Nazionale Adriatica 250 64026 Roseto degli Abruzzi (TE) Tel. + 39 085-89453 657 - 658 - 659 fax + 39 085-8930101 Sede Amministrativa Cooperativa Sociale Lo spazio delle idee s.c.s.a.r.l. Via Vico Patrizi, 5 64026 Roseto degli Abruzzi (TE) fax + 39 085-8944446 website: www.lospaziodelleidee.org/vocideuropa Redazione: Alberto Di Nicola, Alessio Palmarini, Antonio Bidetta Carla Di Diomede, Cinzia Liberatore, Federica Pavone, Francesca Di Luzio, Francesca Michelucci, Guglielmina Di Sante, Lorenzo Falà, Maria Rita Pacioni, Marina Di Carlo, Martina Bidetta, Riccardo Montese, Riccardo Valentini, Silvio Pacioni, Simone Terramani, Vanessa Trammanoni Laura Marinucci, Silvia Nallira, Valeria Passamonti, Filippo Testa Coach [email protected] Stampa Tipolito Rosetana Redazione: [email protected] Project coordinator [email protected] Direttore editoriale [email protected] sommario Copertina: 9 Maggio - Festa della nostra “patria Europa” p. 4 IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA di Cinzia Liberatore Cittadinanza Europea - I DIRITTI POLITICI The European “double standards” di Sarantis Michalopoulos p. 9 p. 10 Servizio Volontario Europeo: L’esperienza di Lena (Germania) a Roseto di Lena Heinrich La mobilità giovanile in Grecia di Ria Georgiadou p. 7 p. 8 Lifelong Learning Programme: L’assistentato Comenius per i futuri insegnanti di Simone Terramani Comenius: Il liceo “Saffo” di Roseto a Bruxelles di Maria Rita Pacioni p. 6 p. 11 p. 12 I Giovani spagnoli e la mobilità in Europa di Ria Georgiadou p. 13 Educated Minds Brighter Future - Youth Exchange in Grecia p. 14 Il disastro di Fukushima: Voci d’Europa alla conferenza dell’Università di Atene di Biancamaria Di Domenico Studenti dell’I.I.S. Moretti di Roseto a Strasburgo grazie a “Who cares about our Democratic Rights?” di R.Montese p. 18 Opportunità in Europa Diritti umani nella prospettiva di genere: i delitti d’onore in Turchia di Giulia Ferri p. 20 L’Aquila tra disincanto e rabbia di Silvio Pacioni I diritti dei viaggiatori in autobus di Federica Pavone Roberto Saviano vince il premio “Libro Europeo 2010” 3 p. 26 p. 28 p. 29 Bandi e programmi in scadenza QUESTIONARIO: I GIOVANI E LA MOBILITA’ EUROPEA p. 24 p. 27 GastronoMik: Bacalhau a Gomes de Sá di F. Michelucci Il gergo comunitario di Francesca Michelucci p. 22 p. 25 Dopo 13 anni, un italiano torna all’Eurofestival di Antonio Bidetta Vorrei la pelle nera! Contro il razzismo! di Alberto Di Nicola p. 19 p. 23 Il cinema europeo tra tappeto rosso e piazze italiane di Carla Di Diomede di Martina Bidetta p. 16 p. 31 p. 30 COPERTINA 9 Maggio Festa “patria Perché il 9 maggio è la Festa dell’Europa? Vedendo nelle agende e nei calendari alla data del 9 maggio all’indicazione “Festa dell’Europa”, viene spontaneo chiedersi cosa sia successo il 9 maggio e in quale anno. Pochi sanno, infatti, che il 9 maggio 1950 è nata l’Europa comunitaria, proprio quando lo spettro di una terza quadro di istituzioni comuni. guerra mondiale angosciava tutta l’Europa. Pur mantenendo la sua specificità, le sue abitudini di vita, la sua lingua, ogni cittadino deve tuttavia sentirsi a casa nella patria europea nella quale può circolare liberamente. diciamo festa della “nostra patria Perché Europa”? Il 21 aprile 1954, in un discorso pronunciato alla Conferenza parlamentare europea, che figura tra i suoi ultimi interventi pubblici, Alcide De Gasperi (foto nella pagina a fianco) si dichiarò preoccupato “del bene comune della nostra patria Europa”. In occasione del 9 maggio, festa dell’Europa, ci permettiamo di far nostre queste parole perché anche noi siamo preoccupati in un momento dove in quasi tutta Europa, si sta riaffermando quel Nazionalismo che fu causa scatenante delle due guerre mondiali. Siamo altresì preoccupati per le recenti dichiarazioni del nostro Presidente del Consiglio e del Ministro dell’Interno rispetto al rapporto fra Italia e Unione europea poiché le riteniamo gravi oltre che angoscianti e perché pensiamo che negli ultimi anni l’Italia stia gettando al vento un immenso capitale di credibilità politica, costruito sulle idee e sulle azioni di padri fondatori dell’Europa come Altiero Spinelli e Alcide De Gasperi appunto. Dichiarazioni cui hanno fatto seguito articoli di quotidiani nazionali con questi titoli: “L’Europa è una truffa” e “… uscire da questa Europa non è una bestemmia“ dove tra l’altro si afferma che l’Europa unita è “un’idea che si è rivelato per molti versi un fallimento o quantomeno un vasto insuccesso”. Ma il nostro Governo, non si muove più lungo la medesima strada segnata da Alcide De Gasperi? Almeno così si diceva nel messaggio inviato dal Presidente del Consiglio il 23 marzo scorso (non venti anni fa) per l’inaugurazione, a Bruxelles, di una sala del Parlamento europeo dedicata a questa grande figura, De Gasperi. Presso il Quai d’Orsay di Parigi, la sede del Ministero degli Esteri, nella Sala dell’orologio, fu presentata alla stampa la famosa dichiarazione redatta da Robert Schuman, (foto sopra) Ministro francese degliAffari Esteri, in collaborazione con il suo amico e consigliere, Jean Monnet, che, insieme, diedero un’idea dei propositi ambiziosi della stessa. Proponendo alla Germania e agli altri paesi che volessero partecipare di creare una comunità di interessi pacifici, Schuman compiva un atto storico: tendendo la mano agli avversari della guerra da poco finita, fece tacere i risentimenti da essa provocati, azzerava l’incubo del passato, e avviava altresì un processo totalmente nuovo nell’ordine dei rapporti internazionali, proponendo a nazioni secolari di ritrovare insieme, con l’esercizio comune della loro sovranità, l’influenza che ciascuna di esse appariva ormai impotente a esercitare da sola. L’Europa comunitaria che da allora si sta costruendo giorno per giorno, ha rappresentato il grande progetto del XX secolo ed è oggi la nuova speranza per il secolo iniziato da poco. Una panoramica storica sui sessant’anni di integrazione europea dimostra che l’Unione europea rappresenta un successo storico. Paesi una volta rivali, alcuni devastati dai massacri più spaventosi che questo continente abbia mai conosciuto, oggi condividono una stessa moneta, l’euro, e gestiscono i propri interessi economici e commerciali nel P ace e democrazia pilastri fondamentali. La “nostra patria Europa” per De Gasperi aveva due pilastri fondamentali: la pace e la democrazia. Per lui, unire l’Europa era una necessità perché significava garantire la pace e la democrazia. Tali obiettivi, per un uomo di quella generazione che si confrontò con due guerre mondiali, con la sacralizzazione della Nazione, con le dittature più orrende della storia dell’umanità, non erano delle considerazioni astratte o teoriche. Molto concretamente si trattava di questioni fondamentali per il futuro dell’uomo europeo. 4 della nostra Europa” COPERTINA generazione che vive la pace dopo la pace? L’integrazione europea non ha forse rappresentato per noi sessanta anni di pace e prosperità? Grazie al mercato unico, l’Italia non è forse passata dall’essere un paese povero e sostanzialmente agricolo a essere una delle maggiori potenze economiche mondiali? E perché De Gasperi dovrebbe attaccare l’Euro? Perché ha portato stabilità, ridotto incredibilmente l’inflazione e i tassi di interesse, costretto la classe politica a introdurre rigore nei bilanci prima che fosse troppo tardi, ha messo fine alle svalutazioni competitive inducendo le imprese a sviluppare prodotti più competitivi? De Gasperi sarebbe felicissimo delle tante occasioni di mobilità offerte ai giovani. A Lui, non sfuggirebbe l’importanza per i giovani europei di poter fare un periodo di studio in un altro stato europeo per sviluppare competenze, trovare nuove opportunità, valutare, e molte volte rivalutare, la formazione ottenuta in Italia e l’importanza di poter circolare liberamente in Europa e avere un Passaporto europeo quando si viaggia negli altri continenti per lavoro. Sicuramente apprezzerebbe anche la legislazione europea in tema ambientale che ha permesso ai cittadini dell’UE di vivere in standard ambientali tra i più elevati del mondo. Noi siamo convinti che De Gasperi, insieme a Schuman, Adenauer e a Spinelli, lavorerebbe per l’Europa che non c’è consapevole che l’Europa che c’è non è sufficiente ed abbiamo bisogno di più Europa per affrontare i problemi che abbiamo davanti e che l’integrazione dell’Europa non sarà realizzata né in un giorno, né in qualche decennio: le lacune sono ancora numerose, le imperfezioni evidenti. De Gasperi, invece di proporre mini-eserciti regionali, avrebbe promosso la creazione di un Esercito comune europeo, avrebbe lavorato per dare all’Europa la competenza sull’immigrazione che gli stati non le hanno voluto dare, non hanno voluto cedere il diritto di veto in questa materia per creare il consenso nella propria patria e poi, quando le cose non vanno, scaricare le responsabilità sull’Europa. Ma solo dotando l’Europa degli strumenti necessari possiamo pensare che il problema possa essere affrontato come europeo e non come problema nazionale. De Gasperi lavorerebbe molto per realizzare compiutamente la democrazia rappresentativa, attribuendo al Parlamento europeo non solo la funzione legislativa (che ora esercita insieme al Consiglio, costituito da rappresentanti degli esecutivi degli stati membri e quindi operante più come una conferenza intergovernativa che come un’istituzione orientata all’interesse generale dell’UE), ma anche l’importantissima funzione di controllo del potere esecutivo, potere di cui il Consiglio è ancora il principale detentore. De Gasperi, avrebbe esplicitamente indicato la via della Federazione europea, come il nostro Presidente Napolitano ha già fatto più volte. Nell’europeismo degasperiano vi era un forte attaccamento alla democrazia. La democrazia non è soltanto una forma di governo, non è soltanto una tecnica parlamentare, è qualche cosa di più: è una certa idea della persona umana nella società. La democrazia è un valore “di essenza evangelica”, come diceva Bergson che Alcide De Gasperi citava nella sua conferenza di Bruxelles sulle basi morali della democrazia dove tra l’altro affermò: ”Al popolo sovrano non bastano le virtù dell’obbedienza e della disciplina; esso deve anche avere il senso della responsabilità di governo, il sentimento della solidarietà e della comunità, la forza morale di autolimitare le proprie libertà in confronto dei diritti altrui e l’energia di non abusare delle istituzioni democratiche per interessi di parte o di classe”. La sua adesione all’unità dell’Europa non fu un’adesione generica, romantica, ma s’impegnò in maniera molto chiara, scegliendo una via nuova, un’Europa audace, politica, federalista, e meno legata alle contingenze di ogni singolo paese e pose l’accento su come “la Federazione europea sia quella la cui possibilità di pratica realizzazione sia più vicina” ma avvertì realisticamente di non sapere “quanto la nostra generazione potrà realizzare”. Lavorare per l’Europa che non c’è. Se De Gasperi oggi fosse qui con noi, non attaccherebbe l’Europa che c’è, piuttosto lavorerebbe sodo per l’Europa che non c’è. Come potrebbe attaccare l’Europa che c’è, quella che ha consentito agli attuali giovani europei di essere la prima 5 COME FUNZIONA L’UNIONE EUROPEA IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA di Cinzia Liberatore I l Consiglio dell’Unione europea, noto anche come Consiglio dei Ministri Europei, è il principale organo decisionale dell’Unione europea e anche quello in cui sono rappresentati i singoli stati membri. Come il Parlamento europeo, è stato creato dai trattati istitutivi negli anni ’50 con la denominazione di “Consiglio dei ministri”; oggi è più comunemente detto “Consiglio”. Esso rappresenta, dunque, assieme alla Commissione e al Parlamento, una delle Istituzioni più importanti dell’UE, la quale non deve essere confusa né con il Consiglio d’Europa, che è un’organizzazione internazionale completamente indipendente dall’Unione europea, né con il Consiglio europeo, che è invece un’altra Istituzione. promozione di decisioni legislative e politiche. Essa ha la responsabilità di organizzare e presiedere tutte le riunioni, comprese quelle di molti gruppi di lavoro, e di elaborare compromessi atti a risolvere i problemi. Tale carica non è ricoperta da una singola persona, ma è esercitata dall’intero governo del Paese che detiene la presidenza di turno. Dal 1° gennaio 2011 la presidenza del Consiglio è detenuta dall’Ungheria. Sedi Le sessioni ministeriali hanno luogo a Bruxelles, presso la sede del Consiglio, ad eccezione dei mesi di aprile, giugno e ottobre in cui le sessioni si tengono al Centro Europeo di Lussemburgo. Il Segretariato generale è di stanza a Bruxelles. Composizione del Consiglio Il Consiglio dell’Unione europea è composto da 27 ministri, uno per ciascuno Stato membro. A seconda della questione all’ordine del giorno, ciascuno Stato membro sarà rappresentato dal ministro responsabile di quell’argomento (affari esteri, affari sociali, trasporti, agricoltura, ecc.). Tutti i lavori del Consiglio sono preparati o coordinati dal Comitato dei Rappresentanti permanenti (COREPER), composto dai rappresentanti permanenti degli Stati membri che lavorano a Bruxelles e dai loro assistenti. I lavori del COREPER sono a loro volta preparati da più di 150 comitati e gruppi composti da delegati degli Stati membri. Il Consiglio è presieduto a turno da ciascuno Stato membro per un periodo di sei mesi (da gennaio a giugno e da luglio a dicembre), in base ad un ordine prestabilito. Si tratta della Presidenza del Consiglio dell’Unione europea, la quale svolge un ruolo essenziale nell’organizzazione dei lavori dell’istituzione, in particolare nella Politiche Il Consiglio, i cui obiettivi ed il cui funzionamento sono regolamentati dagli artt. 202-210 del TCE, ha sei responsabilità principali: Il Consiglio dell’Unione europea adotta le leggi, solitamente congiuntamente al Parlamento europeo. Il Consiglio coordina le politiche economiche generali degli Stati membri. Il Consiglio definisce e implementa la politica estera e di sicurezza comune della UE, in base agli orientamenti generali stabiliti dal Consiglio europeo. Il Consiglio conclude, a nome della Comunità e dell’Unione, accordi internazionali tra la UE e uno o più Stati ovvero organizzazioni internazionali. Il Consiglio coordina le azioni degli Stati membri e adotta misure nel settore della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale. Il Consiglio e il Parlamento europeo approvano il bilancio della Comunità. FORMARSI AL CONSIGLIO UE: TIROCINI RETRIBUITI Il Segretariato generale del Consiglio rende disponibili, ogni anno, 95 posti per tirocini retribuiti della durata di cinque mesi. Il tirocinio effettuato presso il Segretariato generale del Consiglio dell’Unione europea ha lo scopo di: fornire una visione generale degli obiettivi e dei problemi dell’integrazione europea, • permettere di acquisire una conoscenza pratica del funzionamento dei servizi del Segretariato generale del Consiglio, • offrire un’esperienza personale grazie ai contatti quotidiani di lavoro, • permettere di completare e applicare la preparazione acquisita nel corso degli studi o della vita • professionale Possono essere ammessi ad un tirocinio i candidati cittadini di uno degli Stati membri dell’Unione europea o cittadini di uno Stato candidato all’adesione in possesso di un diploma di laurea. Essi devono conoscere almeno due lingue ufficiali dell’Unione europea, preferibilmente il francese o l’inglese. Per candidarsi ad un tirocinio presso il Consiglio dell’Unione europea è necessario compilare una application form online tra il 1° giugno e il 31 agosto dell’anno precedente al periodo nel quale si intende svolgere il tirocinio. Due sono i periodi disponibili per svolgere il tirocinio: dal 1° febbraio al 30 giugno oppure dal 1° settembre al 31 gennaio. Per informazioni: Consiglio dell’Unione Europea - Ufficio tirocini - Belgio Tel.: 0032 2 281 65 3/Fax: 0032 2 281 84 4 - e-mail: [email protected] 6 CITTADINANZA EUROPEA C I DIRITTI POLITICI. on l’espressione “diritti politici” si intende indicare quei diritti che consentono ai cittadini di partecipare attivamente alla vita politica e di concorrere alla formazione delle decisioni pubbliche. Sono l’espressione più alta del principio di autogoverno del popolo. in quello in cui ha la residenza, sempre nel territorio dell’Unione, a condizione che tra gli stessi non vi sia coincidenza. In linea di principio valgono le stesse condizioni che si applicano ai cittadini di tale Stato. Gli Stati membri, comunque, per problemi specifici, possono adottare disposizioni in deroga (ad esempio, possono prevedere un periodo minimo di residenza più lungo di quello stabilito per i propri cittadini). Ne fanno parte il diritto di votare e il diritto a essere eletto (eleggibilità) alle elezioni del Parlamento europeo e alle elezioni comunali. Il diritto di voto si distingue, infatti, in attivo e passivo: il primo consiste nel diritto del cittadino di partecipare alle votazioni per eleggere i propri rappresentanti, mentre il secondo consiste nel diritto del cittadino di presentare la propria candidatura per essere eletto. Elezioni comunali Ogni cittadino dell’Unione può esercitare il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali nel Paese di residenza - nel caso sia diverso da quello di cui abbia la cittadinanza - se ne abbia espresso la volontà nei modi stabiliti dalla legislazione del Paese ospitante. Gli Stati membri, però, possono stabilire che solo i propri cittadini possano essere eletti IL DIRITTO DI VOTO E DI ELEGGIBILITÀ a cariche di organi esecutivi dell’ente locale di base (ad esempio, il Sindaco) o adottare misure in deroga Che cos’è (ad esempio, prevedendo un periodo minimo di reÈ il diritto di votare e il diritto di essere eletto nello sidenza più lungo come requisito per l’accesso alle Stato membro di residenza - se diverso da quello di ap- elezioni comunali). partenenza - alle stesse condizioni dei cittadini di tale Stato. La cittadinanza europea riconosce, infatti, la possibilità di partecipare alle elezioni nello Stato nazionale o nello Stato membro di residenza. Chi ne è titolare Il cittadino dell’Unione che risieda in uno Stato membro del quale non abbia la cittadinanza. Come si esercita Elezioni al Parlamento europeo Ogni cittadino dell’Unione può scegliere se partecipare alle elezioni del Parlamento - esercitando il diritto di voto e di eleggibilità - nel suo Stato di origine o 7 CITTADINANZA EUROPEA The European “double standards” L dal nostro inviato Sarantis Michalopoulos - Journalist in EurActiv.gr e recenti turbolenze nel mondo arabo e il dispiegarsi delle “rivoluzioni del gelsomino”, in combinazione con l’ostruzionismo dell’Eurozona, costituiscono un caso di grande importanza, che evidenzia gli oneri all’interno dell’Unione europea in termini di processo decisionale e, contemporaneamente, le diverse interpretazioni dell’attuale realtà del sistema internazionale. L’ondata di profughi, in fuga dalla violenza nel Nord Africa, che si sta riversando sulle coste dell’Italia, ci ricorda il fenomeno migratorio senza precedenti avvenuto in Grecia dopo il 2001 e l’intervento della NATO in Afghanistan. Questi due casi isolati hanno una caratteristica in comune. Sia l’Italia sia la Grecia hanno sopportato il peso della crisi e l’UE ha chiuso un occhio. per tutelare i diritti umani e civili dei libici dal totalitarismo di Gheddafi. E allo stesso tempo, l’Occidente è in rumoroso silenzio rispetto alla violenta repressione del Bahrain. Entrambi i casi costituiscono, nella politica internazionale, l’apoteosi del realismo politico contro l’utopismo idealista poiché le grandi potenze hanno mostrato solidarietà in regioni di vitale interesse nazionale e, allo stesso tempo, non hanno preso in considerazione casi analoghi di crisi umanitaria. Gli stati attori usano, sotto la bandiera dei diritti umani, involucri ideologici, al fine di servire i particolari obiettivi della Realpolitik. Se la Francia ha agito in linea con la tutela dei diritti umani perché, allo stesso tempo, non ha adottato lo stesso approccio nel caso del Bahrain? Fino a quando ha giocato un ruolo di primo piano per l’intervento libico perché ha minacciato di chiudere temporaneamente le frontiere con l’Italia, al fine di ostacolare l’ondata di migrazione? Se Paesi Bassi si sono sentiti “delusi” dalla reazione italiana verso l’immigrazione, perché si pongono agli stranieri condizioni rigorose per i permessi di lavoro? La tutela dei diritti umani degli immigrati provenienti dal Nord Africa non è qualcosa da mettere in discussione. Allo stesso tempo, gli italiani hanno il diritto di ricevere solidarietà da parte dell’UE. Una volta, le pressioni della globalizzazione hanno avuto conseguenze politiche più coerenti all’interno dell’Unione europea. Oggi, le pressioni sistemiche hanno allargato il divario tra Sud e Nord Europa. La tendenza al regionalismo è stata sostituita da reazioni unilaterali da parte degli Stati e dal “double standards” (due pesi e due misure, N.d.T.) basato su un’interpretazione ingiusta della realtà. L’UE ha bisogno di rielaborare il proprio ruolo nei confronti delle sfide globali. Se non riesce a dimostrare solidarietà verso i propri Stati membri, come l’Italia, qualsiasi tipo di coinvolgimento internazionale in nome della tutela dei diritti umani non può che essere visto come “ipocrita” e come una tragica ironia. “Ero abbastanza insoddisfatto per la decisione a sorpresa dell’Italia di trasmettere i suoi problemi a tutti gli altri senza alcun preavviso”, ha detto il ministro olandese per l’Immigrazione e l’Asilo, Gerd Leers, dopo la decisione dell’Italia di offrire il permesso di soggiorno temporaneo agli immigrati provenienti dal Nord Africa. Allo stesso modo, la Grecia ha deciso di costruire un muro al confine con la Turchia, uno sviluppo qualificato come “reazione eccessiva” da parte della Commissione. La domanda che sorge rispetto a questa dichiarazione è come definiamo il “noi”e gli “altri”. In conformità con il Trattato di Lisbona, l’UE ha bisogno di muoversi verso “nuovi meccanismi di solidarietà che garantiscano una migliore protezione dei cittadini europei “. Nella dichiarazione olandese di cui sopra, sia il tema della solidarietà sia quello della protezione dei cittadini europei sono totalmente assenti. Inoltre, un cittadino italiano appartiene al “noi” ed è considerato un cittadino europeo, soprattutto perché proveniente da un paese che ha offerto molto, in termini d’idee, per la costruzione di un progetto federalista a livello europeo. Un’altra questione che dovrebbe essere affrontata è quella che riguarda “i diritti umani”. E’ ovvio che l’intervento occidentale in Libia è stato più che mai urgente Sarantis Michalopoulos 8 POLITICHE DELL’ISTRUZIONE POLITICHE CITTADINANZA DELL’ISTRUZIONE EUROPEA Lifelong Learning Programme: L’assistentato Comenius per i futuri insegnanti di Simone Terramani C ome abbiamo più volte detto, la mobilità ha un ruolo chiave in tutto il Programma di Apprendimento Permanente (LLP) e una delle azioni di mobilità più interessanti di questo Programma è sicuramente l’Assistentato Comenius. Esso permette a tutti i futuri insegnanti, di qualsiasi disciplina, di trascorrere un periodo, che va dalle tredici alle quarantacinque settimane, in una scuola ospitante di un altro Paese, tra quelli che partecipano al LLP - Lifelong Learning Programme - affiancando il personale locale durante le ore di lezione, partecipando ai progetti scolastici o insegnando la propria lingua. Gli assistenti sono selezionati dalle Agenzie nazionali del paese del candidato, sulla base di criteri di valutazione comuni a livello europeo e di priorità nazionali. In seguito le Agenzie nazionali coinvolte abbinano gli assistenti autorizzati con gli istituti ospitanti, cercando di rispettare le preferenze indicate da entrambi nel modulo di candidatura. Gli assistenti Comenius possono lavorare in più di una scuola (massimo tre), sia per dare maggiore varietà al proprio lavoro sia per far fronte alle necessità particolari di scuole vicine. Partecipare a un assistentato Comenius consente di acquisire conoscenze e competenze molto utili per una futura carriera d’insegnante. L’assistente ha modo di ampliare la conoscenza di altri paesi europei e dei loro sistemi educativi, di migliorare, sul campo, le proprie competenze didattiche e linguistiche. gimento degli alunni nelle attività extrascolastiche. Ovviamente l’assistente non sarà mandato allo sbaraglio né tantomeno lasciato solo. La comunità scolastica ospitante nominerà un proprio insegnante qualificato come supervisore dell’assistente che diventerà un punto di riferimento per il nuovo arrivato controllando la sua integrazione nel nuovo ambiente, monitorando l’attività didattica, diventando un punto di contatto, d’aiuto per tutto il periodo. Quindi entrambi gli utenti interessanti trarranno vantaggio dall’esperienza. L’assistente, mettendosi in gioco, po- trà sperimentare le sue tecniche didattiche e lavorative, migliorare le proprie capacità di interazione sociale e le proprie abilità linguistiche, nonché la propria creatività e conoscenza personale. D’altra parte l’istituto ospitante potrà confrontare i metodi d’insegnamento, le attività didattiche e i programmi con quelli degli altri Paesi e ampliare la propria offerta formativa, rendendo consapevoli gli studenti della realtà scolastica europea attuale. La presenza di un assistente Comenius nell’ambito di un programma europeo costituisce per gli studenti anche una dimostrazione tangibile dei vantaggi e delle potenzialità dell’Unione europea e potrebbe indurli a cercare altre informazioni su come partecipare a loro volta a programmi analoghi. In conclusione si può affermare che l’assistentato Comenius è davvero un perfetto banco di prova per tutti i futuri insegnanti, sotto molti punti di vista, magari aprendo loro nuovi orizzonti, oppure consolidando le proprie abilità ma di certo rafforzando in tutti i partecipanti quel sentimento di varietà culturale europea che dovrebbe caratterizzarli. Per ulteriori informazioni sull’assistentato, visitate il sito dell’Agenzia Nazionale LLP: http://www.programmallp.it. Per gli istituti ospitanti, invece, la presenza dell’assistente consente di migliorare la capacità di espressione e comprensione degli alunni in un’altra lingua ampliando l’offerta linguistica della scuola stessa. Inoltre un assistente conferisce una nuova dimensione europea all’istituto che lo ospita, un programma più ampio, lezioni molto vivaci e interessanti e un maggior coinvol9 POLITICHE DELL’ISTRUZIONE Lifelong Learning Programme - Comenius Il liceo “Saffo” di Roseto a Bruxelles di Maria Rita Pacioni È passato esattamente un anno dalla conclusione del progetto “Comenius” che ha visto il liceo Saffo impegnato nell’elaborazione di un testo legislativo riguardante il tema dell’immigrazione illegale. L’iniziativa è stata coordinata dai docenti delle scuole europee coinvolte; noi otto ragazzi selezionati, infatti, siamo stati guidati dalle professoresse Julie Costantini e Silvana Verdecchia nella realizzazione della presentazione e del dibattito circa i pro e i contro della proposta italiana. Ultimato il lavoro, io, Silvia Colleluori, Maria Chiara Di Francesco, Piergiorgio Marziani, Duilio Ballatore, Alisia Graziosi, Federica Bergogni e Serena Iannone sia,o partiti alla volta di Ghent, piccola città nei delle città belga ma anche dall’incontro con le istituzioni pressi di Bruxelles, naturalmente accompagnati dalle del luogo, come il sindaco di Ghent che ha offerto un professoresse. rinfresco, riunendo tutte le delegazioni, per esprimere la propria soddisfazione per la riuscita del progetto. La sera spesso eravamo liberi di cenare con gli altri ragazzi delle delegazioni in locali e ristoranti; dopo pochi giorni perciò, il gruppo europeo si era completamente amalgamato nonostante qualche difficoltà di comunicazione. La convivenza nelle famiglie è stata delle più serene, tanto da alleviare la nostalgia di casa sofferta da alcuni: “ mi mancava tanto mia madre …” confessa Piergiorgio. All’arrivo in aeroporto, ad attenderci c’erano le famiglie che per quattro giorni ci avrebbero ospitati nelle loro case oltre agli stessi professori - coordinatori di altre scuole e, compreso l’imbarazzo iniziale, si sono dimostrate subito accoglienti e propositivi. Le giornate erano scandite da ritmi serrati: la mattina, nel college “Don Bosco”, era dedicata alla presentazione dettagliata della proposta (una mattinata a delegazione) e alla sua discussione in piccoli gruppi “internazionali”. Il pomeriggio era impegnato dalle visite Ad ogni modo, la discussione vera e propria è avvenuta il 1° Maggio nella sala delle assemblee del Parlamento Europeo di Bruxelles: i ragazzi, distribuiti per delegazioni, hanno simulato una vera e propria seduta parlamentare: i professori belgi svolgevano il ruolo di presidenti di commissione che regolavano gli interventi. Inizialmente eravamo molto tesi: “Dover parlare al microfono mi preoccupava ma una volta presa la parola è stato più facile di quanto credessi!” dice Silvia; “Mentre discutevo cercavo di non guardare il monitor e le telecamere che ci riprendevano perché ero terribilmente imbarazzata!” dice Maria Chiara. Nonostante ciò, la delegazione italiana è stata una delle migliori nel sostenere la propria proposta. L’esperienza è stata formativa sia dal punto di vista del potenziamento della lingua inglese che dell’incontro di culture e tradizioni diverse riuscito con successo: grazie ad internet, infatti, abbiamo mantenuto il contatto con i nostri corrispondenti europei. Del progetto rimangono tante foto, video, documenti ma soprattutto ricordi e nuove consapevolezze. 10 POLITICHE GIOVANILI POLITICHE CITTADINANZA DELL’ISTRUZIONE EUROPEA Hall o ! Ciao ! di Lena Heinrich Ser viz io Vo lon tario E u rope o: L’e sp e r ienz a di Lena (Ge rmania) a R ose t o . I n Germania di solito si usa dire “ciao” solo per salu- non conoscevo altri ambiti di lavoro. Dopo lo SVE è stato più facile decidere e adesso nello stutare quando andiamo via. Usiamo proprio dio vedo che veramente le persone che la parola italiana! Per questo quando fra scuola e università hanno fatto sono arrivata a Roseto degli Abruzun’esperienza diversa, adesso zi per il mio Servizio Volontario hanno più voglia di imparare e Europeo (SVE), mi sembrava sono molto più sicuri di quello stranissimo dire “ciao” quanche vogliono studiare. Secondo s’incontra una persona. E do me un anno di pausa fra non solo questo, i primi giorscuola e studio non è un anno ni in Italia non capivo niente, perso. Anzi è un anno, che non visto che a scuola non avevo si può vivere in nessun altro pestudiato l’italiano. Ma prima vi riodo della nostra vita! Possiamo racconto qualcosa di me. guadagnare tantissime esperienze Sono Lena, ho venti anni, e vengo per la nostra vita. Per esempio è moldalla Germania. Da sei mesi studio to facile imparare una lingua vivendo a Berlino, e prima del mio studio sono nella nazione della lingua stessa; questa posstata in Italia per lo SVE, al Punto Europe Direct - Centro Informa Giovani di Roseto degli Abruzzi. sibilità sarà poi importantissima nel mondo del lavoro. Io mi sono abituata alla lingua italiana, il modo di Ancora prima sono andata al liceo di Würzburg, vivere, il cibo e quando era ora di tornare che si trova fra Norimberga e Francoforte. in Germania, mi sentivo molto strana. Non sono una persona che riesce a staDi nuovo dovevo cambiare stile di re in un posto per tanto tempo. Per vita, per esempio non avevo più questo non era difficile andare la possibilità di dormire per via da casa per lo SVE. L’uniun’oretta dopo pranzo, perché ca cosa che mi faceva un po’ qui la pausa pranzo è breve. di paura era la lingua. Ma in Ogni tanto ero stanchissima poco tempo sono riuscita a durante le prime lezioni del capire sempre di più. pomeriggio. Ancora adesso ci Lo SVE mi ha dato la possisono tantissime cose che facbilità di fare qualcosa di totalcio “in modo italiano”. Ho delle mente diverso da tutto quello che abitudini da tutte e due le culture, avevo fatto prima. Dopo la scuola quella tedesca e quella italiana. Non più o meno sapevo cosa studiare mi sembra più strano, forse sono io che e cosa volevo fare nella mia vita. sembro strana agli altri, soprattutto quando sono Matematica, fisica, qualcosa del genere, perché erano le materie, dove ero sempre qui in Germania e uso “ciao” non solo quando vado via. stata brava a scuola. Ma non ero sicura, perché E ogni tanto mi succede veramente! 11 POLITICHE GIOVANILI dal nostro inviato Ria Georgiadou à t i l i b o m e l i La n a v gio recia G n i T ra gli obiettivi dell’UE c’è la mobilità giovanile. Ogni anno, infatti, si moltiplicano i progetti che offrono opportunità per viaggiare all’estero, per coinvolgere i giovani nella vita pubblica, per favorire l’apprendimento di una nuova lingua e permettere una crescita personale. Tutti strumenti utili per affrontare al meglio il mondo del lavoro. Quanti ragazzi però sono a conoscenza di questi programmi? Sono sufficienti le informazioni che ci fornisce la scuola? Il 2011 è l’anno del volontariato. Pochi lo sanno, e ancor meno conoscono cosa significa. In Grecia, anche se per quanto riguarda l’interculturalità siamo un po’ in ritardo, l’apprendimento delle lingue straniere è sempre più di moda. Soprattutto con l’aiuto dell’università i giovani vengono messi in contatto con le istituzioni dell’Unione Europea. Il programma di mobilità più popolare è l’Erasmus. Allo stesso tempo, la Grecia è un paese d’accoglienza e d’invio per centinaia di persone che vogliono acquisire un’esperienza unica all’estero con la speranza di un futuro migliore. È particolarmente soddisfacente che i giovani conoscono i loro diritti e le opportunità che gli sono offerte, tuttavia, le campagne informative riguardano pochi ragazzi e per lo più il mondo universitario. Più che altro possiamo notare che le persone hanno perso fiducia nei confronti di tutto ciò che è straniero, forse perché non siamo usciti illesi dalla globalizzazione. D’altra parte ci sono anche coloro che credono che questi programmi siano per pochi. “La conoscenza superficiale è peggio dell’ignoranza”, diceva un prover12 bio. Nel nome, di questa crisi economica e del terrore che essa ha generato, abbiamo trovato la causa e non la ragione per l’inerzia che caratterizza il paese. Non c’è sufficiente informazione. Gli enti locali non si adoperano in maniera efficiente, mentre i “Centri Informa Giovani” sono costretti a chiudere uno dopo l’altro. Guardando le statistiche, le persone che non hanno accesso all’istruzione superiore ignorano l’esistenza delle opportunità e delle scelte disponibili, senza eccezione di sesso, età e capacità. Gli scambi giovanili sono ora limitati a piccole organizzazioni locali. Rispetto agli altri paesi dove una marea di giovani scorre all’estero, noi siamo ancora un piccolo ruscello. Ad esempio, nel programma del Servizio Volontario Europeo, l’anno scorso sono state inviate solo quarantacinque persone, con un’età che varia tra i ventitré e i ventotto anni. Mentre l’età dei ragazzi di altri paesi europei che partecipano al programma varia dai diciotto ai venticinque anni. Questa differenza è imputabile al sistema d’istruzione del nostro paese che, da un punto di vista generale, è sicuramente inefficiente. Ma quanti sono disposti a promuovere lo sforzo fatto da tutti i paesi europei? La questione è quanto lo Stato punta sui propri giovani e quanto le persone, che hanno già vissuto un’esperienza all’estero, sono poi disposte a condividere le loro esperienze, spingendo l’interesse dei giovani. Noi vogliamo sapere, vogliamo viaggiare, vogliamo crescere, vogliamo vincere la sfida che ci ha lanciato l’Unione Europea. Questa è la voce della gioventù. La gioventù che vuole pari opportunità e la cui voce deve essere ascoltata, perché i giovani sono il futuro! POLITICHE GIOVANILI POLITICHE GIOVANILI POLITICHE CITTADINANZA DELL’ISTRUZIONE EUROPEA I Gio vani s p agno e la li mob in Eu ilità ropa dal nostro inviato Raquel Cachero S pain is different - è stato un motto molto usato per la promozione della Spagna all’estero negli anni 60’, ed è certo che allora la situazione nel nostro paese era molto diversa dal resto del continente. Per esempio il programma SVE (Servizio Volontario Europeo) è totalmente sconosciuto. Non mi è ancora capitato di trovare una persona che lo conosce, e purtroppo, succede lo stesso con il Leonardo, il servizio EURES, il portale Ploteus, etc. Sono poche le organizzazioni giovanili che si occupano della diffusione e promozione dello SVE, ma bisognerebbe pubblicizzarlo maggiormente, soprattutto per evitare che molti giovani perdano buone opportunità solo perché non informati. L`unico programma realmente conosciuto tra i giovani spagnoli è l`Erasmus e penso che si possa dire che è stato veramente un successo. Posso fare un esempio usando il caso della mia piccola città nel nord della penisola iberica, Oviedo. Ancora sotto la dittatura franchista, l’Europa era considerata una destinazione per molti giovani, che lasciavano la loro terra per cercare nuove opportunità. L’Europa la vedevamo attraverso i milioni di turisti che “invadevano” le nostre coste. Pero l`idea di Europa, moderna e ricca, rimaneva sempre come qualcosa esterna a noi. Con l`arrivo della democrazia, nel 1978, e la successiva entrata nell’UE nel 1986, le condizioni economiche e sociali cominciarono a cambiare e l’apertura e lo sviluppo portarono la Spagna a entrare, poco a poco, nella realtà europea. In questi anni i giovani spagnoli hanno sviluppato un sentimento di appartenenza a una realtà sovranazionale europea, ma nei fatti, una percentuale relativamente piccola, sarebbe disposta a lasciare il paese. Credo che la lingua sia una delle principali paure quando si affronta l`idea di andare all’estero. Forse lavorare di più nella promozione del plurilinguismo aiuterebbe a incoraggiare i nostri giovani a cercare nuove opportunità al di là delle nostre frontiere. Se parliamo dei programmi che l’UE offre, si scopre che non c`è molta conoscenza. Oviedo ha visto arrivare negli ultimi anni (e ogni volta in maggior numero) migliaia di giovani francesi, italiani, britannici … Ora é normale, per esempio, sentire due ragazzi stranieri che parlano lo spagnolo tra di loro o avere un gruppo “internazionale” tra compagni di università. E alla fine, è questa reale mescolanza, la convivenza e la condivisione di esperienze a far capire che tutti noi abbiamo gli stessi desideri e le stesse preoccupazioni, quello che, a mio avviso, aiuta di più a creare il sentimento di cittadinanza europea. 13 POLITICHE GIOVANILI Educated Minds Brighter Future Youth Exchange 14 POLITICHE GIOVANILI European youth together to promote the Social Rights Athens, Olympic Village, Greece. From 30.03.2011 till 07.04.2011 Giovani rosetani in Grecia grazie al Punto Europe Direct. 15 GIOVANI E AMBIENTE Il disastro di Voci d’Europa alla conferenza I drammi degli indigenti e delle vittime di ingiustizia sociale continuano ad essere, ancora oggi, una sfida decisiva per tutte le persone, i movimenti e le comunità più impegnate. Ora, a questi drammi, che costituiscono uno sradicamento della persona dalla sua condizione più autentica e pura, si aggiunge una minaccia ancora più distruttiva e soprattutto dai caratteri imprevedibili: quella della natura e dei cambiamenti climatici, in gran parte causati da uno sfruttamento indiscriminato delle risorse da parte dell’uomo. La riflessione e la letteratura circa i misteri della natura hanno avuto un trattamento privilegiato sin dall’antica Grecia. Basti ricordare i filosofi della physis che hanno indagato il divenire del mondo grazie alle teorie dei “quattro elementi”, terra, acqua, fuoco e aria. Con questi l’uomo ha assunto una particolare interdipendenza; in altre parole il pianeta terra, inteso come oikós, è una dimora abitata dall’uomo. In quest’ottica e sottolineando la responsabilità dell’uomo ad avere cura della madre terra, il filosofo tedesco, Hans Jonas, si espresse in questo modo: “Agisci in modo che gli effetti della tua azione siano compatibili con la permanenza di una vita autenticamente umana sulla terra”, oppure, in modo negativo:“Agisci in tal modo che gli effetti della tua azione non siano distruttori per la possibilità futura di tale vita”. Il recente disastro alla centrale nucleare di Fukushima, provocato dallo sconvolgente tsunami, che ha interessato buona parte del Giappone orientale, ha riproposto in termini più attuali la questione del rapporto dell’uomo con la natura e l’utilizzo delle sue risorse, anche in una prospettiva di strategia e potere politico a livello internazionale. Lo scorso martedì 5 aprile, al Panteion University of Athens, facoltà degli studi internazionali ed europei, ho avuto il piacere di partecipare ad una conferenza, proprio su questo tema: “The environmental and economic dimension of the nuclear crisis: the case of Fukushima”, promossa dal gruppo giovanile del Movimento Federalista Europeo della Grecia (JEF Greece), in collaborazione con il portale EurActiv.gr. Al convegno, seguito da numerosi studenti e aperto dal giornalista di EurActiv.gr, Sarantis Michalopoulos, sono intervenuti il direttore di EurActiv.gr, Nikos Lampropoulos, il Professor Grigor Tsaltas, preside della facoltà, e il Professore Pantelis Sklias, esperto di politica economica internazionale. di Biancamaria Di Domenico GIOVANI E AMBIENTE Fukushima: dell’Università di Atene 17 Ad un mese dall’esplosione dei reattori della centrale nucleare di Fukushima, le dimensioni delle conseguenze ambientali ed insieme economiche, legate alla fuoriuscita di radioattività, sembrano ancora incalcolabili, soprattutto dopo giorni in cui le informazioni sono state coperte da una coltre di silenzio o filtrate con misurate dichiarazioni. A tal proposito, il professor Tsaltas ha sottolineato che le leggi del diritto internazionale tutelano il diritto delle persone ad essere informati, the right to information - which warns that the state authorities are obliged to objectively inform the public regarding the developments in terms of the environment’s protection – mettendo, quindi, in evidenza, come questo non sia avvenuto per il caso di Fukushima. Il professore ha aggiunto che le proporzioni del disastro non possono essere previste a causa di un paesaggio“blurred”, sfocato, soprattutto perché non c’è un obbligo giuridico riguardo la localizzazione degli impianti nucleari che uno Stato, in genere, mira a costruire. Inoltre, rispondendo ad una mia domanda sul futuro dell’energia in Europa, il Professor Tsaltas, ha commentato che le fonti di energia alternative potrebbero essere una buona soluzione per il problema energetico, tuttavia, non riuscirebbero a coprire completamente le esigenze dell’intero continente europeo; probabilmente, aumenterebbe la dipendenza dal gas proveniente dalla Russia. Durante il dibattito, i giornalisti di EurActiv hanno chiesto al professore cosa ne pensasse della veloce e pronta reazione della Germania a sospendere i propri futuri progetti nucleari. Il Professor Tsaltas ha sottolineato che il grande vincitore delle elezioni tedesche erano i Die Grüne, i Verdi, e se la cancelliera tedesca, Angela Merkel, non avesse tenuto conto di ciò, avrebbe fatto un errore. Infine, il Professor Pantelis Sklias ha tracciato le linee delle dimensioni economiche conseguenti al disastro nucleare in Giappone, riportando la chiusura di Nissan Motor Co. (4 stabilimenti), Toyota Motor Corporation (3 fabbriche) και Sony Corporation (6 fabbriche), proprio nelle zone colpite. Inoltre, egli ha sottolineato il pericolo di imprevedibili fluttuazioni dello Yen, con un aumento del debito pubblico. In questo quadro, un ripensamento e una riconversione delle menti e della politica nazionale, sovranazionale ed internazionale, riguardo il problema delle risorse energetiche, appare quanto mai urgente. POLITICHE GIOVANILI Studenti dell’Istituto Moretti di Roseto a Strasburgo grazie al progetto “Who cares about our Democratic Rights?” di Riccardo Montese F amoso per le innumerevoli iniziative che offre ai propri studenti, l’Istituto Moretti ha avuto il privilegio di partecipare al progetto ‘Who cares about our Democratic Rights?’, nell’ambito del programma “Gioventù in azione”, il quale permette ad alcuni ragazzi modo la Corte si occupa sia dei ricorsi individuali sia dei ricorsi da parte degli Stati membri. Il giorno seguente è stata la volta della”Giornata Euroskola”, durante la quale ben 600 ragazzi provenienti da ventiquattro Paesi dell’Unione Europea hanno potuto confrontarsi su argomenti riguardanti l’Europa di oggi...ovviamente dopo aver suddiviso le centinaia di studenti presenti in vari gruppi multietnici! I rappresentanti della nostra scuola hanno preso parte a un piccolo raggruppamento di giornalisti, al quale è stato assegnato il compito di intervistare i ragazzi di un istituto di Cosenza che rappresentava l’Italia durante la manifestazione della giornata; il compito degli inviati del Moretti era di documentare le attività svolte in materia di diritti democratici. di tre Paesi europei di scoprire da vicino i processi democratici che coinvolgono tutti noi, visitando istituzioni come il Parlamento Europeo, il Palazzo dell’ONU di Ginevra, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, l’UNICEF a Ginevra e le città di Liverpool e Norrskoping (Svezia) e realizzando un film-documentario sulle loro esperienze. Tra le documentazioni raccolte, quella che fa più riflettere è sicuramente il dato che riguarda le relazioni tra i paesi membri della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e i cittadini: ogni giorno arrivano alla Corte circa 1.400 richieste d’intervento da persone che pensano di esser state vittime di violazione dei propri diritti fondamentali! Il progetto ha una durata di diciotto mesi, con decorrenza dal 01/02/11 al 31/08 del prossimo anno; le istituzioni coinvolte sono l’I.I.S. Moretti, le Liverpool Schools’ Parliament, la King David College, il Valley Youth Theatre (UK), e la scuola secondaria Kungsgardsgymnasiet della città di Norrskoping (Svezia). La prima iniziativa del progetto si è tenuta il 7 aprile e si è diretta verso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Strasburgo) dove gli inviati del nostro istituto, da bravi “giornalisti”, hanno intervistato un’avvocata che Senza dubbio questa sarà ricordata come un’esperienza lavora sul posto, la quale ha illustrato ai ragazzi in che unica per i ragazzi che hanno partecipato. 18 OCCUPAZIONE E POLITICA SOCIALE Opportunità in Europa Tirocini presso l’Agenzia Europea per i diritti fondamentali La “FRA”, Agenzia Europea per i diritti fondamentali, creata in sostituzione del vecchio Centro Europeo di Monitoraggio sul Razzismo e la Xenofobia (EUMC), offre assistenza ed esperienza all’Unione Europea e ai suoi Stati membri su temi legati ai diritti fondamentali. L’Agenzia FRA offre tirocini per periodi da 3 a 5 mesi a giovani che desiderano costruire un’esperienza lavorativa a livello europeo. L’obiettivo principale è di sostenerli nel rispettare pienamente i diritti fondamentali nell’esercizio delle loro funzioni. Sono previste borse di studio con ammontare massimo di € 1.000 mensili. Requisiti: cittadinanza di un Paese membro dell’Unione Europea, possesso di un titolo di studio a livello della laurea (anche laurea breve), ottima conoscenza di almeno due lingue dell’Unione Europea. Scadenza: le candidature possono essere inviate due volte l’anno il 31 maggio e il 30 novembre. Per saperne di più: http://fra.europa.eu/fraWebsite/ about_fra/recruitment/traineeship/traineeship_en.htm ASSUNZIONI AUTORITÀ EUROPEA PER LA SICUREZZA ALIMENTARE Invito a manifestare interesse a partecipare rivolto agli esperti scientifici interessati ai gruppi di esperti scientifici e al comitato scientifico dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Parma, Italia) Il presente invito si rivolge agli scienziati che desiderano partecipare al comitato scientifico (SC) dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) o a uno dei gruppi di esperti scientifici dell’EFSA in materia di salute e benessere degli animali (AHAW), additivi alimentari e fonti di nutrienti aggiunti agli alimenti (ANS), pericoli biologici (BIOHAZ), materiali a contatto con gli alimenti, gli enzimi, gli aromatizzanti e i coadiuvanti tecnologici (CEF), contaminanti nella catena alimentare (CONTAM), additivi, prodotti o sostanze usati nei mangimi (FEEDAP), organismi geneticamente modificati (GMO), prodotti dietetici, l’alimentazione e le allergie (NDA), salute dei vegetali (PLH), prodotti fitosanitari e i loro residui (PPR). Il bando è pubblicato nella Gazzetta ufficiale C 99/31 del 31 marzo 2011. Scadenza: 31 maggio 2011 a mezzanotte (ora di Bruxelles) Tirocini presso l’OSCE - L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa OSCE propone un programma di tirocini, ideato per offrire ai giovani un’opportunità per sviluppare le loro capacita e acquisire esperienza,incrementando in tal modo le loro prospettive di occupazione e fornendo loro un’esperienza di apprendimento interculturale. I tirocini non sono retribuiti e possono durare da due a sei mesi; sono destinati a laureandi/neolaureati di laurea specialistica e a dottorandi/dottori di ricerca. I tirocinanti saranno impiegati inattività amministrative, economiche, ambientali, di prevenzione dei conflitti, di management e finanza, di gestione delle risorse umane, di documentazione, di difesa della democrazia e dei diritti umani e di difesa delle minoranze nazionali. Le candidature devono essere inviate almeno tre mesi prima di quando si desidera cominciare lo stage. La sede principale dell’OSCE è a Vienna, Austria. Scadenza: non c’è scadenza ma si consiglia di presentare la candidatura almeno 3 mesi prima del periodo nel quale si intende svolgere il tirocinio. Per saperne di più: http://www.osce.org/employment/91 PREMI E CONCORSI Concorso “U4energy” La Commissione europea, nell’ambito del programma Energia Intelligente per l’Europa ha lanciato il concorso U4energy per sensibilizzare alunni ed insegnanti sul cambiamento climatico e sul risparmio energetico. Le scuole di tutta Europa sono invitate a partecipare a questo concorso davvero stimolante per mostrare i traguardi raggiunti per quanto concerne il risparmio energetico nello sforzo di muoversi verso un futuro più sostenibile. La prima fase del concorso U4energy verrà lanciata ufficialmente a settembre 2010. Potete inviare le vostre attività scolastiche sulle abitudini relative al consumo energetico fino a maggio 2011 Per partecipare e altre informazioni http://www.u4energy.eu TIROCINI PRESSO LE ISTITUZIONI EUROPEE Tirocini presso la Delegazione della Commissione Europea alle Nazioni Unite La Delegazione della Commissione Europea alle Nazioni Unite a New York offre la possibilità di svolgere tirocini non retribuiti in tre sessioni annuali. • Prossima scadenza: 15 Luglio per il periodo da Maggio (dell’anno successivo) a Luglio. Requisiti richiesti: cittadinanza dell’Unione Europea o dei paesi candidati; laurea nel settore sviluppo, economia, scienze politiche o giurisprudenza; conoscenza delle istituzioni e delle politiche dell’UE; ottima conoscenza dell’inglese e conoscenza di altre lingue (preferibilmente il francese); conoscenze informatiche. La durata dei tirocini varia tra 3 e 6 mesi. È tenuta in considerazione l’eventuale esperienza di lavoro e la conoscenza delle Nazioni Unite. La sede è a New York Per saperne di più: http://www.eu-un. europa.eu Soggiorno attivo e organizzato in diversi paesi L’Associazione Servizio Civile internazionale (SCI) offre l’opportunità di fare un soggiorno attivo e organizzato negli Stati Uniti d’America e in alrei paesi. SCI propone infatti progetti LTV (volontariato a lungo termine = 6-12 mesi) in India, Palestina, Svizzera, Russia, USA,Australia, Gran Bretagna e Spagna nell’ambito della protezione ambientale e dell’inclusione sociale. Per la descrizione dei progetti e per inviare le candidature (consigliamo di farlo al più presto) si visitate il sito http://www.sci-italia. it/viewpage.php?page_id=2. Le candidature (lettera di presentazione e CV) inviate in lingua inglese avranno maggiori probabilità di successo. 19 ATTUALITÀ Lifelong Learning Programme - Comenius (MIA): Mobilità individuale per i n a m u i t a t i v i r i D ospett e: r r e p n a e l l g e i n d I di Giulia Ferri l’ergastolo. Potrebbe sembrare un grande passo avanti, ma ciò non è servito da deterrente in una società, dove troppo spesso i valori non si adeguano alla legge. Innanzitutto l’art. 82 che regola le circostanze aggravanti è da molti ritenuto insufficiente e troppo aperto all’interpretazione dei giudici; inoltre è stato facile trovare l’espediente dell’istigazione al suicidio. I delitti d’onore si registrano sopratutto nel sud-est del Paese, l’area abitata prevalentemente dai Curdi, profondamente influenzata da una cultura più conservatrice. Ma il fenomeno dilaga ormai anche nel resto del Paese. Nella moderna Istanbul, per esempio, si conta un delitto d’onore a settimana. Lo scorso maggio, in occasione di un viaggio nel sud-est turco che si è spinto fino ai confini con la Siria, ho avuto la possibilità di incontrare la direttrice del centro KA-MER di Mardin. Fondata nel 1997, è l’unica organizzazione che nel giro di pochi anni, grazie ai contributi europei, ma soprattutto alla tenacia di molte donne, si sta espandendo in modo capillare sul territorio anatolico orientale, contribuendo così, almeno in parte, ad arginare questo fenomeno e rappresentare uno dei pochi porti sicuri per tante ragazze che ogni giorno bussano alle porte dei diversi distretti stanziati sul territorio. Ho raccolto materiale e conosciuto “storie” di ragazze che al delitto d’onore, fortunatamente, sono riuscite a sottrarsi. Mi hanno indicato i diversi rischi che corrono quotidianamente svolgendo il loro lavoro; aree conservatrici delle autorità locali, tentano tutt’oggi di screditarle, isolarle e condannarle. Nel 2006, grazie sopratutto ai fondi europei, la fondazione è riuscita pubblicare un libro “WE CAN STOP THIS. Kamer Killings Committed in the Name of “Honor”. All’interno vi sono raccolte 73 richieste di aiuto su un totale di 158 pervenute tra il 2003 e il 2006. delitti d’onore rappresentano una pratica atavica ancora attuale in molte parti del Mondo. Norme sociali, pregiudizi, dettame religioso, etica, cultura, morale, violazione dei diritti umani, sottomissione femminile. Queste e tante altre sono le direttrici attorno a cui ruota la complicata ed eterogenea questione dei delitti d’onore e, in generale, di tutti i reati culturali e di genere. Nel diritto, il delitto d’onore è un tipo di reato caratterizzato dalla motivazione soggettiva di chi lo commette, volta a salvaguardare, nella sua intenzione, una particolare forma di onore, o comunque di reputazione, con particolare riferimento ad alcuni ambiti relazionali come per esempio i rapporti matrimoniali o comunque di famiglia. Tra il 2000 e il 2007, 1806 donne sono state vittime di delitto d’onore in Turchia e altre 5375 hanno commesso suicidio per imposizione familiare. Inoltre, è interessante notare, che se un tempo venivano uccise dal fratello più giovane, che se la cavava con qualche anno di reclusione, grazie alla sua età e alla legge che prevedeva forti attenuanti in casi del genere, con la riforma del codice penale, le famiglie sono corse ai ripari e, per non perdere due figli, hanno pensato di indurre le giovani a uccidersi. Per anni il governo turco non ha mostrato di avere interesse a punire severamente, questo tipo di reato. Infatti, il Codice penale turco, adottato nel 1926 su modello del codice penale italiano, prevedeva come quest’ultimo, un’attenuante per la causa d’onore. In Italia l’art. 587 del c. penale che consentiva una riduzione della pena fu abolito definitivamente con la legge n.442 del 5 agosto 1981. Solo a partire dal 2006, su stimolo dell’Europa per l’ingresso della Turchia, nell’ambito della riscrittura del Codice Penale, si è deciso che i responsabili dei delitti d’onore, non avrebbero più goduto delle attenuanti che fino a quel momento garantivano in sostanza l’impunità a chi si macchiava di un tale omicidio e oggi è previsto 20 ATTUALITÀ OCCUPAZIONE E POLITICA SOCIALE POLITICHE CITTADINANZA DELL’ISTRUZIONE EUROPEA L i f e - long Learning Programme - Comenius (MIA): Mobilità individuale per gli alunni delle scuole superiori i del i t t d’on i o r Turc e in hia ostacolavano il libero esercizio delle libertà. Come già detto l’Unione Europea, ha giocato un ruolo principale ma esistono ancora oggi fortissime resistenze, non solo su un piano normativo ma sopratutto, radicate nella cultura turca. Quindi la Repubblica turca sta fronteggiando sicuramente un momento di transizione, in un contesto internazionale sul quale incombe lo spettro dello scontro fra civiltà. La dimostrazione che questo fenomeno non può essere ignorato né represso, rende gli sviluppi futuri in questo campo particolarmente cruciali. Le donne, in qualità di simboli ma ormai anche di attive e coscienti protagoniste delle loro scelte, sono e saranno al centro di questa transizione per lungo tempo. Sicuramente stanno vivendo un’interessante fase di evoluzione, non ancora completata ma che rivela già elementi che dovranno costantemente essere sostenuti e appoggiati perché possano consolidarsi e affermarsi nel tempo. Molte donne oggi hanno avuto il coraggio e la possibilità di poter raccontare la loro storia, dopo aver avuto la fortuna di essere salvate, molto spesso da altre donne così perspicaci che hanno fondato associazioni nonostante l’ostilità della società che le circonda, società le quali vietano loro anche di lavorare. La donna turca è una donna come noi, solo nata in Turchia. In questi mesi, ho riflettuto più volte sulla possibilità che ho avuto di vivere in una cultura diversa come quella turca, di vedere da vicino a qualcosa che nessuno ti racconta mai e che potrebbe, invece, essere capitato a te. Rifletto sulla fortuna di essere una ragazza cui il fratello non taglia la gola su ordine del padre e della madre perché gira per locali, perché parla con ragazzi per strada, perché, per sbaglio, sfiora la mano di un suo coetaneo. La fortuna di non essere vittima di delitto d’onore. La realtà che emerge dall’analisi di queste 73 testimonianze dimostra che siamo di fronte a società ancora strutturate su genere, appartenenti a una concezione fortemente patriarcale. Il 56% di esse sono analfabete, il 92% non lavora e quando è chiesto loro come si sono sposate il 49% risponde tramite accordo tra famiglie. Da quest’ultimo dato emerge anche la triste realtà delle spose bambine. KA-MER, come organizzazione, inizialmente provvede a dare il giusto supporto psicologico e legale alla donna. Con il tempo cerca di costruire un futuro a queste donne, educandole e fornendo loro strumenti utili per introdurle nel mondo del lavoro. Questo periodo di transizione dura solitamente 6 mesi circa. A seconda dei casi si fa scegliere alla ragazza se mantenere la propria identità o cambiarla. Su 158 donne, 122 hanno cambiato identità. Il governo turco, con il supporto della comunità internazionale, dovrebbe attivare dei meccanismi di protezione più adeguati, come ad esempio, rifugi in numero sufficiente e delle infrastrutture sociali. E’ anche necessario che la polizia e il potere giudiziario siano costituiti in modo da potere agire rapidamente e con efficacia contro qualsiasi forma di violenza contro le donne e accordino a queste l’importanza che meritano. Infine, l’introduzione di programmi di educazione civica nelle scuole mirati a valorizzare il ruolo della donna nell’ambito della famiglia e della società, permetterebbero alle ragazze di diventare delle adulte fiduciose e ai ragazzi, di vedere in loro delle compagne di pari diritti, favorendo un cambiamento di atteggiamento delle comunità. Le riforme legali, da sole, non potranno sradicare la violenza contro le donne. Non vi è dubbio sul notevole progresso della Turchia nel percorso della difesa dei diritti umani, compresi quelli delle donne. Negli ultimi anni sono state cambiate diverse leggi che, in un modo o nell’altro, 21 ATTUALITÀ S L’Aquila tra disincanto e rabbia di Silvio Pacioni ono passati due lunghi anni dal sisma che ha squassato la città de L’Aquila e dopo l’iniziale fase di emergenza pronta e puntuale tutto è rallentato se non fermato. Facciamo un po’ di ordine. I primi mesi dopo la scossa delle tre e trentadue sono stati momenti colmi di solidarietà e forte impegno da parte di tutti e anche non da ultime le istituzioni come la Protezione Civile. Nessuno è stato lasciato senza assistenza e questo fatto sicuramente merita apprezzamento da parte di tutti nei confronti del governo. Purtroppo le inchieste e le lungaggini della ricostruzione che non è mai partita hanno vanificato tutto. Quando le opposizioni e i comitati cittadini protestavano per la mancanza di fondi veri e piani per il dopo emergenza venivano accusati di essere anti-italiani ma i nodi sono venuti comunque al pattine. Che qualcosa si è rotto lo dimostra anche il fatto che dopo ben 27 visite del Presidente del Consiglio nel cratere, molte zone sono ferme al 6 aprile 2009 alle ore 3,32. La verità è che tutto ciò che è stato promesso o non è stato ancora realizzato o non sarà mai realizzato, colpa di una politica concentrata non sul futuro ma sul presente che in questo caso erano le due campagne elettorali che si sono giocate anche sulla pelle degli aquilani. Il miracolo L’Aquila è stato utilizzato per permettere al partito del premier di vincere sia le europee sia le regionali. Mentre, oggi, tutte le patate bollenti sono rimaste nelle mani del presidente Chiodi e del Sindaco Cialente. Ciò che più fa paura oltre che la mancanza di soldi, molti dei quali spesi in una costosissima fase emergenziale, è la mancanza di chiarezza ma soprattutto un disegno complessivo. Le cosiddette casette che dal punto di vista del governo un giorno sarebbero diventate residenze universitarie, lì dove si trovassero universitari disposti ad andarci, stanno sempre più assomigliando a dimore permanenti anziché temporanee. Mentre la ricostruzione delle case è in sostanza ferma, se si escludono le ristrutturazioni di quegli appartamenti solo lievemente danneggiati. Mi capita spesso di vedere con i miei occhi la situazione recandomi a L’Aquila per motivi di studio. Volutamente passo per le strade che nei giorni seguenti il sisma le mie amiche aquilane mi mostravano per farmi capire cosa avevano vissuto e vedere quelle strutture ancora inagibili ti fa rendere conto che probabilmente quelle stime che parlavano di dieci anni per ricostruire la città erano sicuramente rosee previsioni. Non sono un esperto, ma se si considera che solo da qualche settimana sono stati finalmente individuati i 12 siti per stoccare i 4 milioni di tonnellate di rifiuti. In questo caso, alcuni studi dei comitati hanno calcolato che ci vorranno circa 89 anni, al ritmo attuale, per conferirli tutti in discarica. Cosa non ha funzionato? Prima di tutto, la mancanza di chiarezza sia sui fondi sia sulle competenze, è chiaro che la ricostruzione richiedeva una legge quadro, che indicasse con chiarezza tutte le procedure anziché affidarsi a ordinanze su ordinanze. In secondo luogo, c’è stato probabilmente un atteggiamento diverso da parte dello Stato nei confronti dell’Abruzzo rispetto a Marche e Umbria. Al disincanto per la situazione attuale in cui versa il capoluogo abruzzese, si aggiunge la rabbia degli aquilani che si somma a quella di tutti i parenti delle vittime d’incidenti umani, come il disastro di Viareggio e Giampilieri, che con l’approvazione del processo breve rischiano di vedere disattesa la loro sacrosanta voglia di giustizia. In poche parole riducendosi i tempi di prescrizione molti processi per crolli che hanno portato alla morte di decine e decine di persone, non potranno spesso nemmeno iniziare … 22 POLITICA DEI CONSUMATORI , SALUTE E BENESSERE I diritti dei viaggiatori in autobus D di Federica Pavone opo due anni di negoziazione il Parlamento euintegralmente il biglietto, ma dovrà anche prevedere ropeo ha trasformato in legge la proposta della un ulteriore risarcimento pari al 50% del prezzo Commissione sui diritti di chi viaggia su bus e pullman, del titolo di viaggio. Nel caso in cui il viaggio completando così il quadro legislativo che garantisce i cancellato preveda una durata di oltre tre ore o viaggiatori europei. Il regolamento, che coprirà i sernel caso in cui la partenza sia ritardata di almeno vizi nazionali e transfrontalieri per le tratte di più di 90 minuti, la compagnia dovrà fornire assistenza 250 km, sarà attuato con ogni probabilità a partire dalsottoforma di pasti e alloggio, per un massimo di la primavera del 2013. L’adozione del regolamento sui due notti ad 80 euro l’una. Quest’obbligo viene diritti dei passeggeri di autobus di linea e granturismo meno nel caso in cui l’evento sia dovuto a cattive segue di poco l’adozione del regolamento n. 1177/2010 condizioni meteorologiche o catastrofi naturali. relativo ai diritti dei passeggeri che viaggiano via mare Malgrado ciò, non viene mai meno l’obbligo per il e per vie navigabili interne, che entrerà in vigore nel vettore di fornire ai passeggeri tutte le informazioni dicembre 2012. La Commissione predisporrà ora una necessarie. comunicazione in cui riesaminerà gli aspetti della tute- 3. Le persone disabili o a mobilità ridotta avranno la dei passeggeri in tutti i settori di trasporto, al fine di il diritto di ricevere un’assistenza adeguata dalla aumentarne la coerenza e l’efficacia nel contesto di un compagnia di autobus, che va avvisata entro 36 trasporto intermodale in continua crescita. ore prima della partenza. Nel caso in cui il vettore non sia nella possibilità di fornire l’assistenza, il passeggero potrà richiedere di essere accompagnato da una persona a sua scelta, senza pagare alcun supplemento. Inoltre, qualunque danno o perdita delle attrezzature di assistenza come le sedie a rotelle, dovrà essere risarcito. I diritti del passeggero sono uno dei cardini della politica dei trasporti della Commissione europea. Grazie a quest’azione i viaggiatori sono oggi tutelati su ogni mezzo di trasporto in ogni Paese dell’UE e oltre i suoi confini. Tale politica è ancora più importante se si considera che i viaggiatori che scelgono bus e pullman sono una categoria tra le più vulnerabili per reddito, inoltre sono molti gli anziani ad usufruire di questi servizi, pertanto è un loro diritto essere tutelati ed è Di seguito abbiamo riassunto in tre punti gli aspetti più dovere di tutti assicurarsi che ciò si realizzi. importanti di tale legge: 1. In caso di perdita o danni ai bagagli, è previsto un massimale di almeno 1.200 euro, mentre in caso di lesioni personali o decesso il massimale dovrà essere di almeno 220mila euro per passeggero. Inoltre, sempre in caso di incidente, i passeggeri hanno anche diritto ad un’assistenza corrispondente alle necessità del momento, vale a dire cibo, trasporto e alloggio, per un massimo di 80 euro a notte per due notti. 2. Per cancellazione del viaggio, ritardo superiore ai 120 minuti o vendita di più biglietti rispetto ai posti disponibili (overbooking), ai passeggeri deve essere immediatamente data la possibilità di scegliere tra proseguire il viaggio, partire con un altro bus senza pagare un supplemento o essere rimborsati integralmente del costo del biglietto. Nel caso in cui non venga offerta nessuna alternativa per partire, il vettore ha l’obbligo non solo di rimborsare 23 ARTE E CULTURA Il cinema europeo tra tappeto rosso e piazze italiane di Carla Di Diomede L ’ultima volta, in questo spazio che Voci d’Europa dedica al cinema europeo, ci siamo occupati dei consensi ottenuti oltreoceano dalle pellicole co-finanziate dal progetto MEDIA. Il mercato cinematografico americano è sicuramente spettacolare e remunerativo e il successo di prodotti europei su questo tipo di vetrine va riconosciuto e lodato. replica con una commedia vagamente autobiografica e dal retrogusto melinconico. Il protagonista è un sessantenne continuamente vessato dal dispotismo delle donne della sua famiglia e tristemente ignorato dalle altre. Con questo film viene fuori un cinema italiano, seppur non eccelso, certamente godibile e diverso, specie nel suo racconto della terza età; una storia nuova e più interessante, e attuale, rispetto alle vicende degli ormai onnipresenti trentenni e quarantenni in crisi che popolano le sceneggiature del cinema nostrano. Seppur dall’aspetto suggestivo, spesso i festival come quello di Berlino sono difficilmente raggiungibili e dai costi non certo contenuti per un pubblico di non addetti ai lavori. Anche sul nostro territorio non mancano interessanti appuntamenti cinematografici, dove godersi delle buone pellicole europee. Proprio in questi giorni si stanno svolgendo a Firenze le Giornate del Cinema Europeo che prevedono la proiezione (con accesso gratuito nda) di rassegne dedicate al cinema italiano, francese e inglese; si è invece da poco conclusa a Lecce la dodicesima edizione del Festival del Cinema Europeo con interessanti incontri con molti protagonisti del Ma, chi pensa che il mercato europeo sia fatto di molti cinema italiano, quest’anno ospite, fra gli altri, l’attore intellettualismi e pochi incassi dovrà ricredersi. Proprio Toni Servillo. a partire dalla lettura del libro verde sul potenziale dell’industra culturale dell’UE risulta che, dati alla mano, l’industria artistica e audiovisiva europea è un settore in crescita continua, che produce oggi centinaia di milioni di euro. La francese Marie-Thérèse Sanchez-Schmid, del Partito Popolare Europeo, sta redigendo una serie di proposte su come sbloccare ulteriormente il potenziale dell’industria culturale europea presentando una relazione lo scorso 24 gennaio alla Commissione Cultura del Parlamento dell’Unione. L’industria culturale europea, spiega Sanchez-Schmid, vale oggi 600 miliardi di euro l’anno, e rappresenta il 2,6% del PIL dell’UE. Si tratta di un settore che ha continuato a crescere in modo esponenziale, nonostante la crisi, perfino nelle fasce del lusso. Tanto, però, resta ancora da fare: la produzione resta « in gran parte entro Vi segnalo, infine, che alla 64a edizione del Festival i confini nazionali », nonostante si tratti di un comparto Internazionale del Film di Cannes, dall’11 al 22 maggio, molto propenso all’esportazione. si contenderanno la Palma d’Oro i grandi maestri del Proprio nel segno dell’internazionalizzazione, molti cinema internazionale, tra i quali, per l’Italia, Nanni film co-prodotti da MEDIA sono stati presentati al Moretti con Habemus Papam e Paolo Sorrentino con Festival Internazionale del Cinema di Berlino che This must be the place. Ne parleremo nel prossimo quest’anno ha visto in lizza per l’Orso d’Oro (ma anche numero. fuori concorso) ben ventidue pellicole targate MEDIA. Vi segnalo in particolare l’italiano Gianni e le Donne, Per informazioni: il secondo film del regista Gianni Di Gregorio che dopo http://www.giornatecinema.eu/ il successo della sua opera prima, Pranzo di ferragosto, http://festivaldelcinemaeuropeo.it/it/index 24 Roberto Saviano vince il premio “Libro Europeo 2010” ARTE E CULTURA di Martina Bidetta A Roberto Saviano è stato conferito il premio “Libro Europeo 2010”, l’iniziativa di “Esprit d’Europe” che, alla sua quarta edizione, premia il romanzo e il saggio con il miglior profilo europeo dell’anno. A Saviano è stato attribuito il miglior saggio “La bellezza e l’inferno”, che raccoglie per la prima volta gli scritti e gli articoli pubblicati dallo scrittore su quotidiani e riviste tra il 2004 e il 2009, prima, durante e dopo lo tsunami “Gomorra”. altre nazioni si trovano dinanzi a situazioni in cui la criminalità organizzata conquista, sempre più, ampi spazi, anche quelli che in realtà dovrebbero rimanere incontaminati. Esternare il problema, secondo lo scrittore, sarebbe il modo migliore per porre i cittadini di fronte ad una realtà difficilmente accettabile, ma che purtroppo non può rimanere celata a lungo. Saviano ha conquistato il Parlamento europeo che, ancora più emozionato di lui, gli ha attribuito cinque minuti di applausi. Lo scrittore, con la solita scorta e i soliti depistaggi di una vita braccata, a Bruxelles si è esposto in una sala gremita di europarlamentari, davanti alle massime cariche europee (da Jerzy Buzek, presidente del Parlamento europeo, a José Manuel Barroso, presidente della Commissione, da Martin Schulz, presidente del gruppo Socialista europeo a Jacques Delors, celebre presidente della Commissione dal 1985 al 1955). Le frasi dello scrittore catalizzano l’attenzione stringendo i presenti in un unico pathos di condivisione e solidarietà verso un uomo che ha fatto della sua vita il simbolo della lotta alla criminalità organizzata. “Questa è la magia della letteratura, grazie ad essa le storie che si raccontano appartengono a tutti. La criminalità, invece, vuole il monopolio dei propri misfatti, per questo non ha tanto paura di chi scrive, quanto di chi legge”. Con il suo libro, Saviano esprime il dolore e la gioia di un uomo, prima ancora che di un giornalista, che ha deciso di salire sulle barricate per dire no a un sistema affaristico mafioso che sembra radicato nel nostro Paese. Un libro fatto di pagine scritte in camere piccole e buie, in alberghi e caserme, sempre all’ombra di quello scudo che da anni protegge la sua vita dalle ritorsioni di chi ha avuto il coraggio di denunciare. “L’inferno ha un tempo solo, la vita un giorno ricomincia”, ha scritto Saviano nel suo libro citando Albert Camus. Roberto Saviano, un po’ scrittore, un po’ giornalista, un po’ poeta, è riuscito a creare un clima di condivisione e di cooperazione e al Parlamento europeo ha affermato che “l’Italia ha bisogno dell’Europa perché avere più Europa significa avere più democrazia. Ma non si deve pensare che l’Europa sia immune dalle mafie, anzi. Le organizzazioni criminali non sono arrivate solo nel nord Italia, ormai sono sbarcate in Europa e lo si scopre “quando hanno già vinto”. La vera scommessa è dunque, per un Paese democratico che vuole crescere, quella di formare le giovani e promettenti generazioni alla cultura della legalità e non a quella della criminalità. “Questo premio - ha detto lo scrittore italiano – è un conforto per la sofferenza che provo per le critiche ricevute in Italia, anche da alte cariche dello Stato, che mi accusano di infamare il mio Paese parlando di criminalità organizzata. Al contrario, raccontare il male vuol dire affrontarlo, non diffonderlo”. Lo scrittore napoletano ha saputo conquistare l’intera platea internazionale presente a Bruxelles e ha voluto parlare a tutti gli europei e non solo agli italiani: “La criminalità non riguarda solo il sud dell’Italia, ma l’intera Europa, perché è dalle sue periferie che entra arrivando fino a Bruxelles, dove viene a investire comprandosi un intero quartiere. L’Europa parla molte lingue ma contro il crimine organizzato ne deve parlare una sola”. Poche parole ma colme di significato, soprattutto in un momento in cui non solo l’Italia, ma anche moltissime 25 ARTE E CULTURA Dopo 13 anni, un italiano torna all’Eurofestival di Antonio Bidetta Raphael Gualazzi, lo scorso Febbraio, ha vinto il Festival di Sanremo nella sezione giovani con il brano “Follia d’amore”, ed è stato scelto come rappresentante italiano per l’Eurofestival (definizione in lingua italiana dell’Eurovision Song Contest – ESC). Per chi non sapesse cosa sia questa manifestazione, basti pensare che è l’evento non sportivo più seguito a livello europeo dove vi partecipano i cantanti scelti dai vari paesi della comunità per eleggere la canzone regina del continente. Nata nel 1956 per volontà dell’Unione Europea di Radiodiffusione, questa festa della musica è ancora oggi in auge e famosissima tanto che, se prima la diretta televisiva si svolgeva nell’arco di una sola serata, oggi, a causa dell’elevato numero dei partecipanti, la cerimonia è articolata in più puntate. L’incremento delle persone in gara è dovuto in parte alla caduta del muro di Berlino e di conseguenza tutti i paesi dell’ex blocco Urss che ne facevano parte, hanno iniziato a partecipare all’Eurofestival, spinti dalla libertà, anche creativa, che respiravano. L’Italia ha vinto due edizioni: nel 1964 con Gigliola Cinquetti con la canzone “Non ho l’età” e nel 1990 con Toto Cutugno con il brano “Insieme”. C’è da dire che il nostro Bel Paese, pur essendo tra i paesi fondatori dell’Eurofestival, non ha gareggiato sempre. Questa manifestazione, in Italia, è avvertita con una certa punta di snobismo, anche se nessuno sa con certezza, quali siano le reali motivazioni. La musica, però, quest’anno è cambiata e L’Italia tornerà a giocarsi tutte le possibilità di vittoria con un giovane autore nostrano: Raphael Gualazzi. Il nostro musicista è nato a Urbino, ed è un trentenne innamorato del rag – time (genere nato nei quartieri a luci rosse statunitensi) ma anche del soul, del blues e del jazz. Il tutto viene frullato con la spiccata sensibilità dell’autore che suona il pianoforte con uno stile personalissimo e riconoscibile. Dopo il festival è uscito il suo cd “Reality and fantasy“ a distanza di sei anni dalla prima fatica discografica “Love outside the window“ e a un anno dall’Ep “Raphael Gualazzi“. Un motivo in più per apprezzare il giovane cantante, che è anche produttore, arrangiatore e compositore della sua opera. Invito tutti a sentire di cosa sia capace questo bravissimo artista e a fare il tifo per lui nella prossima edizione dell’Eurofestival che si terrà dal 10 al 14 in maggio a Düsseldorf. 26 EUROSPORT Increscioso episodio di razzismo nel basket a danno della giocatrice della nazionale italiana, Abiola Wabara. Vorrei la pelle nera! Contro il razzismo! “Il Basket italiano in campo contro il razzismo” P di Alberto Di Nicola giocatrice, mentre il presidente della società comasca Antonio Pennestri ha detto che la colpa è da attribuire ai tifosi del Como calcio, che in occasione dei playoff spesso giungono alla volta del palazzetto non solo per sostenere i propri concittadini del basket, ma anche per offendere verbalmente e non solo, le avversarie, specie quelle di diverso colore epidermico. Insomma, la reazione delle parti coinvolte, ancora una volta, ha messo in risalto un malcostume assai diffuso nel nostro paese, ossia quello di sdrammatizzare su fatti comunque indecorosi, o peggio, nascondendosi dietro a un dito, addossando le colpe ad altri, cosa di cui certamente non si può andar fieri. Siamo in tanti a essere tifosi di basket o di calcio, ma anche se non lo si è, non si può non considerare che è stata offesa una ragazza, “una di noi”, che in Italia ha trovato insieme alla sua famiglia, un luogo dove crescere, formarsi, lavorare e giocare, con l’orgoglio di rappresentare il Bel Paese nella veste di giocatrice della Nazionale. Con l’episodio di razzismo è come se fosse stato denigrato un simbolo dell’Italia oltre i suoi confini, e mandato avanti un’abitudine che, dopo i sacrifici fatti per diventare una sola nazione, e recentemente quelli dell’UE, non può che essere deprecato. Si dovrebbe accogliere, quindi, di buon grado, l’iniziativa “Vorrei la pelle nera”, con cui la Federbasket di Dino Meneghin, ha espresso solidarietà alla giocatrice italiana Abiola Wabara, invitando tutti gli appassionati di basket a colorare la propria pelle con un segno nero, ben visibile, in rappresentanza di tutte le etnie, Abiola Wabara è più che mai italiana, tanto più che per sentirci tutti uguali. difende i colori della nostra bandiera con il nostro team femminile di pallacanestro. Purtroppo, dopo i cori e gli insulti razzisti durante tutta la partita e la raffica di VORREI LA PELLE NERA sputi, mentre le squadre rientravano negli spogliatoi, che l’hanno riguardata, dobbiamo costatare che il vero spirito VORREI LA PELLE NERA per potermi riconoscere di unione e fraternità, che dovrebbe legare il popolo di uno al fianco di Abiola Wabara come un fratello, come una degli Stati più importanti sulla scena mondiale, è ancora sorella, e farle sentire tutta la mia solidarietà. lontano dall’essere raggiunto. Questo fatto vergognoso, oltre ad essere accaduto in VORREI LA PELLE NERA per capire fino in concomitanza del centocinquantesimo dell’Unità d’Italia, fondo il suo dolore, lo sdegno e la frustrazione che la risulta ancora più assurdo se si pensa che sia accaduto assalgono. nel basket, uno sport in cui, da sempre, si sono distinti VORREI LA PELLE NERA per essere come lei e giocatori di colore come Michael Jordan ieri e Kobe Bryant gridare al mondo la nostra voglia di libertà. e LeBron James oggi. Eppure la nostra pallacanestro si è già resa protagonista d’insulti razzisti anche in campo VORREI LA PELLE NERA per non essere come internazionale, giacché sono tristemente celebri il caso di loro, per non confondermi con loro, per sentirmi, io si, Varese in Coppa dei Campioni nel 1979, quando i tifosi diverso da loro. lombardi “accolsero” la compagine israeliana del Maccabi VORREI LA PELLE NERA, rossa, verde, gialla. Tel Aviv con uno slogan inneggiante il genocidio nazista. Vorrei avere la pelle di tutti i colori dell’anima, perché Ritornando al caso da Abiola Wabara, come risposta, ciò non accada più. i tifosi della Comense hanno fatto sapere che non c’era stato alcun coro o atto dissacrante nei confronti della ossiamo davvero sentirci orgogliosi di aver celebrato, lo scorso mese, l’anniversario dell’Unità d’Italia? Dall’episodio di razzismo, accaduto lo scorso 8 aprile in occasione del match di gara 2 valido per i playoff del Campionato nazionale di basket, fra Comense e Bracco Geas Sesto San Giovanni, e che ha visto come protagonista la cestista 29enne della Geas, Abiola Wabara, figlia di nigeriani, si direbbe proprio di no! 27 TRADIZIONI E CUCINA IN EUROPA GastronoMik di Francesca Michelucci Bacalhau a Gomes de Sá Abbiamo trascorso da poco il tempo di Pasqua, la Settimana Santa, e molti di noi hanno vissuto le festività Pasquali nel pieno rispetto della nostra tradizione religiosa e culinaria; chissà quanti ancora non “smaltiscono” il pranzo della Domenica di Pasqua ricco e pieno di pietanze succulente, tuttavia, non bisogna dimenticare che le celebrazioni pasquali cominciano dal Giovedì Santo e raggiungono il loro picco il Venerdì, che secondo la tradizione cattolica è giorno di digiuno ma, essendo noi italiani un popolo di buongustai, abbiamo deciso di essere più indulgenti con noi stessi e per questo il Venerdì Santo sostituiamo alla carne il più leggero pesce. In molte case l’alimento principe di questo giorno è stato il Baccalà cucinato in vari modi: pastellato, alla brace o con il sugo, ma in questo numero vi propongo una ricetta alternativa ma altrettanto gustosa che ci arriva direttamente dal Portogallo: il bacalhau a Gomes de Sa. INGREDIENTI Baccalà già ammollato 500 g Burro 1 cucchiaino Olio di oliva extravergine 2 dl Cipolla tritata finemente 1 Patate novelle bollite 1 kg Prezzemolo tritato 3 cucchiai Pepe nero macinato al momento 1/2 cucchiaino Acqua 1 l circa Preparazione ed aggiungete le fettine di patate facendole scaldare per 5 minuti: dovrebbero imbiondire leggermente. Ora prendete una terracotta da forno o recipiente simile; imburratelo e stendetevi metà delle patate, cospargete con un po’ di pepe e prezzemolo tritato; stendete sopra le patate un terzo delle cipolle e metà del baccalà cospargete ancora con pepe e prezzemolo; mettete le patate rimanenti, il baccalà e le cipolle rimanenti, terminando con queste ultime e con prezzemolo e pepe. Fate cuocere in forno medio per circa mezz’ora, la superficie deve risultare dorata. All’uscita dal forno decorate con le fettine d’uovo e le olive e mandate in tavola. Ammollate il baccalà tagliato a pezzi in un luogo fresco e a seconda della qualità una notte, un giorno o due cambiando spesso l’acqua. Una volta ammollato lavate ancora per bene i pezzi di pesce e poi poneteli in una casseruola bassa e larga, ricopritelo con l’acqua che avrete prima fatto bollire e poi lasciate sobbollire per circa 10 minuti. Scolate e asciugate i pezzi di baccalà eliminando pelle e lische rimaste. In una larga padella con il burro ed una cucchiaiata d’olio fate soffriggere le cipolle per una decina di minuti badando a che non anneriscano; scolatele aggiungete l’olio rimasto Curiosità Non si può parlare di cucina portoghese e non parlare del baccalà. I portoghesi hanno un vero e proprio culto per questo pesce e non appena giunti nel paese lo troviamo in ogni negozio e ristorante, di diverse dimensioni e salature. Si dice che esistano 366 ricette per cucinarlo, una al giorno, ed una in più per gli anni bisestili. Ovviamente la cucina portoghese non è solo “bacalhau”, ma quest’ultimo può senza dubbio essere definito il primo attore sulle tavole di ogni ristorante. Il forte legame tra il Portogallo e il baccalà ha inizio al tempo delle prime 28 traversate transoceaniche verso le neo scoperte Americhe. I tempi di navigazione imponevano il commercio di trasporti che resistessero a lungo ed il baccalà si conquistò da subito uno spazio decisamente ampio, il 10% del pesce totale. Il freddo inoltre non permetteva la pesca nei mesi invernali ed il Portogallo fece di necessità virtù. Dal 1958 il paese è diventato il primo produttore mondiale di baccalà essiccato. A facilitarne la diffusione ha contribuito anche la grande disponibilità di sale, proveniente dalle enormi saline sulle coste. Il gergo comunitario PAROLE D’EUROPA di Francesca Michelucci (fonte: http://europa.eu) Il personale delle istituzioni europee e i media che si occupano delle attività dell’UE utilizzano spesso il cosiddetto “gergo europeo”, ovvero parole ed espressioni comprensibili soltanto a loro. Il gergo europeo può causare confusione nei comuni cittadini. Per questo motivo abbiamo deciso di riportare sulla nostra rivista la guida alla comprensione del gergo europeo presente sul sito ufficiale dell’UE. In questo numero concludiamo la lettera “C”. Comunitarizzazione: termine tecnico che significa “trasferire alcune materie dal secondo o terzo ‘pilastro’ (cfr. punto successivo) dell’UE al primo”, in modo che possano essere trattate secondo il “metodo comunitario” (cfr. punto successivo). Per saperne di più, consultare il glossario. Costituzione dell’UE: attualmente l’UE si fonda su quattro trattati fondamentali che ne stabiliscono le norme di funzionamento. Questi trattati sono lunghi e complessi ed i leader dell’UE intendono sostituirli con un unico atto, più breve e semplice. Un “Trattato costituzionale” è stato approvato e firmato nel 2004, ma non è mai entrato in vigore. Gli Consiglio: elettori di Francia e Paesi Bassi hanno infatti votato “no” Sono tre gli organi europei contenenti nella loro nel rispettivo referendum svoltosi nel 2005. Nel giugno denominazione la parola “Consiglio”: 2007 i capi di Stato e di governo dell’UE hanno deciso di Il Consiglio europeo: convocare una nuova “conferenza intergovernativa” (cfr. si tratta del consesso formato dai capi di Stato e/o di punto precedente) con il mandato di avanzare una proposta governo (presidenti e/o primi ministri) di tutti i paesi di Trattato di riforma. dell’UE più il presidente della Commissione europea. Il Consiglio europeo si riunisce, di norma, quattro volte Criteri di Copenaghen: l’anno per discutere le politiche europee nel loro insieme nel giugno 1993, i leader dell’UE riuniti a Copenaghen e per fare il punto della situazione. Si tratta del massimo hanno stabilito tre criteri che qualsiasi “paese candidato” organo politico dell’Unione europea, motivo per cui le sue (cfr. punto successivo) deve soddisfare per aderire riunioni vengono spesso denominate “vertici europei”. all’Unione europea: in primo luogo, deve avere istituzioni Il Consiglio dell’Unione europea: stabili che garantiscano la democrazia, lo Stato di diritto, noto in precedenza come Consiglio dei Ministri, si tratta i diritti umani ed il rispetto delle minoranze; in secondo di un’istituzione composta dai ministri dei governi di tutti luogo, deve avere un’economia di mercato funzionante; i paesi dell’UE. Il Consiglio si riunisce regolarmente per infine, deve recepire nella sua interezza l’”acquis prendere decisioni su argomenti specifici e adottare le comunitario” (cfr. punto precedente) e sostenere i diversi leggi europee. obiettivi dell’Unione europea. Il paese deve essere altresì Il Consiglio d’Europa: dotato di un’amministrazione pubblica in grado di applicare non è un’istituzione dell’UE, bensì un’organizzazione e gestire a livello pratico la legislazione dell’UE. L’UE si intergovernativa con sede a Strasburgo che si propone (tra riserva il diritto di decidere quando un paese candidato i diversi obiettivi) di tutelare i diritti umani, promuovere la soddisfa questi criteri e quando l’UE è pronta ad accogliere diversità culturale in Europa e combattere problemi sociali il nuovo Stato membro. quali la xenofobia e l’intolleranza. Il Consiglio d’Europa è stato istituito nel 1949 ed annovera tra le sue prime Criteri di Maastricht: realizzazioni l’adozione della Convenzione europea dei si tratta di cinque criteri per stabilire se un paese dell’UE è diritti dell’uomo. Onde consentire ai cittadini di esercitare pronto ad adottare l’euro. Essi riguardano: i diritti riconosciuti da questa Convenzione, è stata istituita 1. la stabilità dei prezzi: il tasso di inflazione non deve la Corte europea dei diritti dell’uomo. superare di oltre 1,5 punti percentuali quello dei tre paesi dell’UE che nell’anno precedente hanno registrato Convenzione: il tasso di inflazione più basso; questo termine ha diversi significati, tra cui (in ambito 2. il deficit di bilancio: (cfr. punto successivo): deve UE) quello di designare un gruppo di rappresentanti delle essere generalmente inferiore al 3% del prodotto istituzioni dell’UE e dei governi e dei parlamenti nazionali interno lordo (PIL); che si riuniscono per redigere un documento importante. 3. il debito: il debito pubblico non dovrebbe superare il Convenzioni di questo tipo sono state convocate per 60% del PIL; un paese con un livello di indebitamento redigere la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione più alto può tuttavia ancora adottare l’euro purché il europea e il progetto di Costituzione dell’UE. suo debito sia in costante diminuzione; 4. i tassi di interesse: il tasso a lungo termine non deve Cooperazione rafforzata: superare di oltre 2 punti percentuali quello dei tre paesi l’espressione si riferisce a un accordo in base al quale dell’UE che nell’anno precedente hanno registrato il un gruppo di paesi dell’UE possono cooperare in tasso di inflazione più basso; un particolare settore anche se gli altri paesi dell’UE 5. la stabilità del cambio: il tasso di cambio della moneta non possono o non vogliono prendervi parte in una nazionale deve essere rimasto per due anni entro determinata fase. Resta inteso che gli altri Stati sono determinati limiti di fluttuazione prestabiliti. liberi di subentrare in un momento successivo, se lo Questi criteri sono stati fissati nel Trattato di Maastricht: da desiderano. qui il loro nome. 29 BANDI E PROGRAMMI PROGRAMMA LLP - INVITO GENERALE A PRESENTARE PROPOSTE 2011 — EAC/49/10 L’invito generale a presentare proposte definisce nel concreto la partecipazione per il 2011 al Programma di apprendimento permanente, o Lifelong Learning Programme (LLP), nei diversi Programmi settoriali: Comenius, Erasmus, Leonardo, Grundtvig, Trasversale e Jean Monnet. Tutte le sezioni informative del sito LLP contengono le informazioni per la partecipazione alle singole azioni. Qui di seguito riportiamo le scadenze ancora in atto in esso contenute: − Formazione in servizio Comenius e Grundtvig 16 settembre 2011 − Programma trasversale: Attività chiave 1 “Visite di studio” 14 ottobre 2011 Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 290/13 del 27.10.2010 successivo alla domenica verrà considerato il giorno della scadenza. Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 340/21 del 15.12.2010 7° PROGRAMMA QUADRO - COOPERAZIONE E’ stato pubblicato l’invito a presentare proposte nell’ambito dei programmi di lavoro del 7 o programma quadro CE di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 32/21 del 01.02.2011 La documentazione relativa all’invito, ivi comprese le scadenze e lo stanziamento di bilancio, è riportata nell’invito stesso che è pubblicato nel sito CORDIS all’indirizzo seguente: http://cordis.europa.eu/fp7/ calls. La data di scadenza per la presentazione delle domande è il 28 settembre 2011, ore 17.00 (ora di Bruxelles) PROGRAMMA “GIOVENTÙ IN AZIONE” 2007-2013 INVITO A PRESENTARE PROPOSTE EAC/57/10 È stato pubblicato l’Invito a presentare proposte 2011 Programma “Gioventù in azione” 2007-2013 Il presente invito a formulare proposte riguarda il sostegno alle azioni e alle sottoazioni sotto elencate: 1.1, 1.2, 1.3, 2, 3.1, 3.2, 3.3, 4.1 e 5.1: Le domande devono pervenire entro il termine che corrisponde alla data di inizio del progetto. Per i progetti sottoposti a un’agenzia nazionale, esistono 5 termini all’anno per la presentazione delle domande: Qui di seguito riportiamo le scadenze ancora in atto in esso contenute: 1 giugno (1 settembre - 31 gennaio) 1 settembre (1 dicembre - 30 aprile) 1 novembre (1 febbraio - 31 luglio) Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 333/12 del 10.12.2010 AMBIENTE - LIFE+ INVITO A PRESENTARE PROPOSTE 2011 La Commissione ha pubblicato l’Invito a presentare proposte per la procedura di selezione LIFE+ del 2011. Le proposte devono essere redatte su appositi moduli di domanda. I moduli e la guida alle domande, contenente spiegazioni dettagliate sull’ammissibilità e sulle procedure, sono disponibili sul sito web della Commissione all’indirizzo: http://ec.europa.eu/environment/life/funding/lifeplus. htm Le proposte devono essere trasmesse su CD-ROM o su DVD. È anche possibile contattare le autorità nazionali competenti al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/environment/life/contact/ nationalcontact/index.htm Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 62/30 26.2.2011 PROGRAMMA “EUROPA PER I CITTADINI” Scadenza: 18 luglio 2011 2007-2013. INVITO GENERALE A PRESENTARE PROPOSTE 2011 MEDIA 2007 — SVILUPPO, DISTRIBUZIONE, E’ stato pubblicato il bando 2011 del programma “Europa PROMOZIONE E FORMAZIONE per i cittadini” che intende promuovere la cittadinanza Invito a presentare proposte — EACEA/07/11 attiva europea. Questo invito è rivolto agli enti pubblici È stato pubblicato l’invito a presentare proposte e alle organizzazioni senza scopo di lucro. Varie sono le EACEA/07/11 che si basa sulla decisione n. 1718/2006/ azioni e le misure previste a sostegno del programma CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 Azione 1 Misura 1.1 Incontri fra cittadini nell’ambito novembre 2006, relativa all’attuazione del programma del gemellaggio tra città: 1 giugno, 1 settembre; di sostegno al settore audiovisivo europeo (MEDIA Azione 1 Misura 1.2 Collegamento in rete tematico tra le 2007). città gemellate 1 settembre; Fra le azioni da realizzare in applicazione della Azione 1 Misura 2.1 Progetti dei cittadini; 1 giugno; decisione summenzionata figura il miglioramento della Azione 1 Misura 2.2 Misure di sostegno: 1 giugno; formazione professionale dei professionisti del settore Azione 2 Misura 1 e 2 Sostegno strutturale ai centri audiovisivo affinché acquisiscano le conoscenze e le di ricerca sulle politiche europee (think tank) e alle competenze necessarie per creare prodotti competitivi organizzazioni della società civile a livello di Unione sul mercato europeo e sugli altri mercati. europea: 15 ottobre; Le linee guida dettagliate per i candidati, nonché i Azione 4 Memoria europea attiva: 1 giugno. moduli di candidatura si trovano al seguente indirizzo Le domande devono essere presentate entro e non oltre http://ec.europa.eu/culture/media/programme/ le ore 12:00 (mezzogiorno, ora di Bruxelles) della data training/forms/index_en.htm di scadenza delle candidature. Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale Se la scadenza per la presentazione delle candidature dell’Unione europea C 106/11 del 06.04.2011 cade di sabato o di domenica, il primo giorno lavorativo Scadenza: 15 giugno 2011 30 POLLS QUESTIONARIO: I GIOVANI E LA MOBILITA’ Leggi le seguenti affermazioni e rispondi alla domanda proposta segnando con una crocetta e per ognuna di quelle segnate indica a fianco il valore da 1 a 7 che ritieni più opportuno: per nulla (1) molto poco (2) poco (3) non so (4) abbastanza (5) molto (6) tantissimo (7) Età: 13-15 Genere: Maschio 16-18 19-21 22-24 Pensando alle tue esperienze all’estero, quanto sono vere le seguenti affermazioni?: Ho imparato la lingua del luogo Ho migliorato la mia conoscenza dell’inglese Ho imparato diverse tradizioni locali Ho imparato a cucinare qualche piatto tipico Ho avuto difficoltà ad ambientarmi Avevo una idea negativa delle persone del luogo Ho tanti bei ricordi Ho nostalgia Ho prolungato il mio periodo di permanenza Avevo una idea positiva delle persone del luogo Ho imparato un nuovo lavoro Ho acquisito conoscenze teoriche Le mie esperienze all’estero sono state piacevoli Ho visto molte differenze con il mio Paese di origine Ho cambiato la mia opinione sulle persone di quella nazione Ho acquisito competenze di base nell’ambito scientifico e tecnologico Ho acquisito competenze informatiche Ho imparato nuove strategie per imparare Ho acquisito competenze interpersonali Ho acquisito competenze interculturali Ho acquisito competenze sociali Ho acquisito competenze civiche Ho aumentato il mio spirito imprenditoriale Ho accresciuto le mie conoscenze sulla mia cultura di origine Ho aumentato la mia creatività Femmina Occupazione: Studente scuola superiore Studente universitario Lavoratore Disoccupato I programmi europei di mobilità che conosco sono (puoi selezionare anche più di una risposta): Erasmus (LLP) Erasmus Placement (LLP) Leonardo Da Vinci (LLP) Partenariati Comenius (LLP) MIA (Mobilità individuale degli alunni) Comenius (LLP) Grundvig (LLP) Gemellaggio con la scuola Scambio giovanile con Gioventù in Azione Training Course con Gioventù in Azione SVE (Servizio Volontario Europeo - Gioventù in Azione) Servizio Civile all’estero Altro ___________________________________ Sei mai stato all'estero con uno di questi programmi? Si quale/i __________________________________ No perché _________________________________ Da una esperienza all’estero ti aspetti di: Conoscere una nuova cultura Imparare una nuova lingua Conoscere nuove persone Divertirti Arricchire il mio curriculum Trovare lavoro Nulla Altro ___________________________________ Sai cos'è lo Youthpass?: Si No Se hai risposto si alla domanda precedente: ne hai mai ottenuto uno? : Si No Scrivi la data dell’ultimo Youthpass ottenuto e il contesto: ___________________________________ ___________________________________ Leggi la domanda seguente e rispondi. Puoi segnare anche più di una risposta e per ognuna di quelle segnate indica la qualità scrivendo a fianco il valore da 1 a 5: insufficiente (1) mediocre (2) sufficiente (3) buono (4) eccellente (5) Sai cos'è un certificato Europass?: Si No Le informazioni sui programmi europei che conosco provengono da: Europe Direct ___ Eurodesk ___ Televisione ___ Stampa ___ Internet ___ Radio ___ Amici ___ Passa parola ___ Associazioni ___ Newsletter ___ università ___ Scuola ___ Altro ___________________________________ Se hai risposto si alla domanda precedente: ne hai mai ottenuto uno?: Si No Scrivi l’anno dell’ultimo certificato Europass ottenuto, la tipologia e il contesto (o il programma): ___________________________________ ___________________________________ Compila il questionario, ritaglia lungo la linea tratteggiata e consegnalo a: Centro Informa Giovani –Punto Europe Direct Via Nazionale 250 – 64026 Roseto degli Abruzzi Tel.085-89453657-8-9 e-mail [email protected]. Se frequenti una scuola di Roseto, consegnalo alla tua Segreteria. 31 L’Europa vicina a casa tua Servizio volontario Europeo (Hosting & Sending) Orientamento alla mobilità per Studio-Formazione-Lavoro in Europa Concorsi e stage presso Istituzioni e Agenzie comunitarie Help desk scuola - Help desk giovani Pubblicazioni ufficiali dell’Unione europea Consultazione gratuite banche dati europee Newsletter e alert – Bandi e programmi in scadenza Via Nazionale, 250 - 64026 Roseto degli Abruzzi Tel. 085 89453657/8/9 Fax 085 8930482 www.comune.roseto.te.it/ped [email protected] Informarsi per Partecipare Offerte di lavoro in Italia e all’estero Concorsi, Corsi di Formazione, Stage, Master, Borse di Studio. Orientamento allo studio, alle professioni e al lavoro Vita sociale - Attività culturali e tempo libero Consultazioni di riviste e quotidiani Newsletter e alert giornalieri Postazioni per la consultazione internet gratuite Via Nazionale, 250 - 64026 Roseto degli Abruzzi Tel. 085 89453657/8/9 Fax 085 8930482 www.comune.roseto.te.it [email protected] Esperienza, professionalità, competenza al tuo servizio Servizio volontario Europeo (coordinating), Scambi giovanili; Tirocini Leonardo da Vinci; Gestione di: Informa Giovani, Europe Direct, Sportello Europa, Eurosportelli, Informa Famiglia, Sportello Immigrati, URP, Informa Anziani Sportelli d’Informazione e accoglienza turistica; Consulenza per l’Europrogettazione, Realizzazione e gestione di siti Internet Formazione e aggiornamento dei soci e non soci. Via Vico Patrizi, 5 - 64026 Roseto degli Abruzzi (TE) Italy Tel. +39 348 6575988-9 Fax + 39 085 8944446 www.lospaziodelleidee.org [email protected]