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LA SIGNORA
CHE GUARDA
NEGLI OCCHI
di Sabrina Petyx
regia Giuseppe Cutino
Con Maria Cucinotti
Filippo Luna
Sabrina Petyx
Scena e costumi Daniela Cernigliaro
Disegno luci Marcello d’Agostino
Registrazioni Roberto Agrestini
Foto di scena Emilie Brouchon
Aiutoregia Claudia Puglisi
in collaborazione con ADA comunicazione e il Palermo Teatro Festival
LA SIGNORA CHE GUARDA NEGLI OCCHI
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LA SIGNORA CHE GUARDA NEGLI OCCHI
Dare voce e azione alla trappola sotterranea che pizzo e usura serrano intorno alle loro prede è cercare di
rappresentare l’irrappresentabile guardando negli occhi la paura e sfidandola con parole quotidiane, parole
riconoscibili che sanno stare sulla bocca di vittime e carnefici con la stessa efficacia. “Chi deve pagare pagherà”.
Ma chi pagherà alla fine? Che prezzo si deve pagare per non pagare più? Quanto coraggio serve per avere
coraggio?
La signora che guarda negli occhi è un confronto a viso aperto con un tema che fonda la sua
esistenza sull’imperativo delle non parole, sul silenzio, sull’omertà. Sulla paura. La paura è una signora che
guarda negli occhi e costringe ad abbassare la testa. La vergogna è una signora che negli occhi non si fa guardare.
Che attacca alle spalle, che non si fa vedere.
Una società civile stretta nella morsa della paura è destinata a soccombere. Guardare negli occhi la verità e saperla
mostrare. Dare il proprio supporto di presenza, il proprio strattone, il proprio atto dovuto, in un momento storico
in cui ogni focolaio di coraggio pronto ad accendersi necessita di un’eco che gli faccia da riparo e ne moltiplichi
l’intensità.
Tre attori in scena, tre differenti linguaggi, tre differenti prospettive che si moltiplicano per riflettere una realtà dai
confini troppo estesi, che si espandono con la complicità del silenzio che li accompagna.
Scegliere di denunciare, avere il coraggio di guardare negli occhi i propri aguzzini, si può? Forse no. Eppure si
deve. Eppure è l’unica via possibile. Ma il confine fra un sì e un no è fragile. Arrivare a poter dire sì impone
l’attraversamento di un percorso fatto di contraddizioni, furia, sottomissione, esasperazione, possibilità e
impossibilità, fiducia e sfiducia.
Il progetto da cui nasce La signora che guarda negli occhi parte dalla necessità e dalla richiesta di
un territorio dove l’infiltrazione mafiosa e il potere del racket hanno raggiunto, in questi anni, un potere massimo,
un territorio dove, tuttavia, qualcosa di nuovo ogni giorno accade, dove aumenta il numero di chi denuncia o di
chi si oppone. Dove la coscienza va braccata, tenuta in pressing, sostenuta, coadiuvata.
La scelta è di portare sulla scena non una storia ma una condizione, non un modo di vedere la realtà ma il
manifestarsi di differenti realtà attraversate con scelte di scrittura differenti, in una ricerca drammaturgica e
registica che si pone come obiettivo quello di coniugare modalità e stili linguistici autonomi che, nella loro
sovrapposizione e complementarietà, riescano a parlare di un mondo per cui ogni parola può sembrare banale o
già detta, là dove, invece, troppe ancora sono le cose impossibili da dire.
Uno spettacolo di piani sovrapposti, una camera degli specchi dove l’immagine dell’altro diventi prigione o via di
fuga, dove ciò che si vive qui e ora sia lo strumento narrativo, dove la parola e l’azione siano capaci di entrare in
contraddizione per farsi segno.
Parole di ogni giorno per gesti quotidiani che diventano estremi. Persone in carne ed ossa, per vite scarnificate che
si raccontano con parole semplici. Vite per cui il quotidiano, una “vita normale”, non esiste più.
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I° STUDIO
16 luglio
2008
TRAPANI
Progetto Ercole contro pizzo e usura
Marina Arturo Stabile
Progetto Ercole contro pizzo e usura
Castello Conti di Modica
Progetto Ercole contro pizzo e usura
Convento del Carmine
Progetto Ercole contro pizzo e usura
Palazzo di Città
Progetto Ercole contro pizzo e usura
Sagrato di Sant’Orsola
17 luglio
2008
ALCAMO
18 luglio
2008
MARSALA
19 luglio
2008
MAZARA
20 luglio
2008
ERICE
1 dicembre
2008
PALERMO
26 marzo
2009 CALTANISSETTA Rossofestival, Teatro Margherita
II° STUDIO
Palermo Teatro festival, Nuovo Montevergini
PRIMA
13/14 dicembre
2009
PALERMO
Palermo Teatro festival, Nuovo Montevergini
16 aprile
2010
SPELLO
27 aprile
2010
ALCAMO
Artisti per Alcamo, Teatro Cielo d’Alcamo
4/16 maggio
2010
MILANO
CRT Salone
4 giugno
2010
CASCINA
Festival Metamorfosi, La città del Teatro
15/20 giugno
2010
ROMA
Teatro INDIA
4 luglio
2010
IMOLA
Acqua di terra / Terra di luna, Rocca Sforzesca
La Bella Stagione (Fontemaggiore) Teatro Subasio
“… la scrittura frammentata della Petyx su un tema di pregnanteattualità, crea un cortocircuito di
sorprendente efficacia, sia intellettuale che emotiva. Quel che viene evocato sonol’angoscia e la
solitudine che si insinuano nella vita privata, familiare delle vittime di taglieggiamento. Davvero
emozionanti Filippo Luna, Maria Cucinotti e la stessa Petyx guidati dalla ficcante regia di Cutino.
Parole semplici, nessun compiacimento:solo il teatro che torna a farsi tempio laico in cui la
comunità Si ritrova e si ricompatta. E non è poco. .” (Claudia Cannella, Hystrio)
“È forte ed esplicita la scelta di impegno civile del gruppo M’Arte: la rappresentazione dei mali – del
Male – di una società non si traduce tuttavia in un teatro dal taglio narrativo o banalmente
didascalico. L’autrice dei testi, anche una delle attrici, percorre invece la strada di una
drammaturgia sottilmente allusiva, un modo di comunicare segmentato, trasversale, fatto di vaghe
sensazioni, di sussulti emozionali trattenuti e come raggelati che ne rendono l’effetto, in qualche
modo, più efficace, più inquietante. .” (Renato Palazzi, Del Teatro)
“La signora è la paura che attanaglia chi si trova la mafia sul suo cammino, è la morte che ti cerca
ad ogni angolo della via e che ti fa sempre guardare alle spalle. Con bella scelta registica Cutino
toglie dal naturalismo la vicenda cercando uno scavo nei sentimenti di una imprenditrice, di un
commerciante, di una madre. Disposti su una sorta di scacchiera, i tre vivono l’angoscia del loro
percorso emozionale, della fatica di vivere, stremati, avviliti.” (Magda Poli, Corriere della Sera, Mi)
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“È un teatro civile che non sciorana dati né fatti di cronaca, ma dà una soggettiva emozionale di chi
la mafia la subisce sulla pelle… il terrore, l’impotenza, l’annientamento di un quotidiano che non
conosce più la normalità si amplificano nei movimenti convulsi degli attori, in un balletto allucinato
fatto di denudamenti, smorfie, continue cadute, in uno spettacolo rigoroso, intenso, emozionante”
(Simona Spaventa, Repubblica, Mi)
“Un reportage di forti emozioni che nulla concede al realismo psicologico, procedendo per
slittamenti fisici e mentali. Un mosaico di voci angosciate in un impianto figurativo semplice ed
efficace con tre bravissimi attori che scatenano impossibili fughe dalla propria vergogna e da se
stessi. Un flusso gestuale che utilizza un semplice oggetto di scena come elemento simbolico di
ostacolo ad una vita normale e che è appendice del corpo degli attori.” (Guido Valdini, Repubblica
Pa)
“Progetto drammaturgico e scenico in bella simbiosi. Fuga dalla retorica, appropriata scelta dei
tempi (anche musicali), di scena e costumi, di luci e tre interpreti che scelgono la via di un
naturalismo livido, ghiacciato, inerme, sintesi efficace di quel sentimento che si chiama paura.”
(Totò Rizzo, Giornale di Sicilia)
“… il prodotto finale non può che emozionare! Gli attori sussurrano minacce e rivendicazioni,
vivono paure ed angosce, in un continuo scambio di battute in cui non ha nessuna importanza la
bocca che le pronuncia, ma il fatto stesso che siano pronunciate.” (Agata Motta, La Sicilia)
“Un tema difficile che gli autori hanno reso comprensibile. Una rappresentazione che scuote le
coscienze!” (Desirée Ragazzi, Il secolo d’Italia)
“Silenzi, smorfie struggenti, azioni compulsive, ritualità malate in una rappresentazione che schiva
la retorica e che, con encomiabile lucidità, riporta sulla bocca degli attori le parole, le frasi, la
gestualità perfino dell’intimidazione, di quella minaccia spesso silente che purtroppo ognuno di noi,
a distanza più o meno ravvicinata, ha avuto sotto gli occhi.” (Christian Chiaruzzi, Giornale di
Sicilia)
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SCHEDA TECNICA
Spazio scenico utilizzabile minimo 7mt x 6 mt
Graticcio o ring
LUCI
• 17 par
• 3 sagomatori tipo etc 750 w ottica 50°
• 3 sagomatori tipo ETC 750w ottica 36°
• 1 iride
• 14 pc 1000
• regolatore 30 canali 2 KW
AUDIO
• IMPIANTO DI DIFFUSIONE DI QUALITA’ POTENZA ADEUGATA ALLO SPAZIO
• 3 MICROFONI DPA CARDIOIDI
• 2 LETTORI CD
• MIXER
POTENZA IMPEGNATA MIN 20 KW
Durata dello spettacolo 55 minuti
È NECESSARIO UN AIUTO MACCHINISTA ED UN AIUTO ELETTRICISTA
SCHEDA TECNICA ED AIUTI SONO A CARICO DELL’ORGANIZZAZIONE
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La compagnia:
M’Arte - Movimenti d’Arte nasce a Palermo nel marzo 1999;
M’arte è una compagnia dotata di un corpo ed un’anima in continuo divenire.
Una compagnia che si trasforma, che sa cambiare pelle, che muta, si evolve e si modella nella continua ricerca di limiti
piccoli e grandi da poter superare, nella ricerca di forme da indagare e di urgenze da dover esprimere per poter dare
alimento ed energia alla curiosità, al gusto del rischio ed alle necessità che convergono all’interno di ogni progetto cui
M’Arte si dedica. Fondata sull’incontro di attori, danzatori, registi, scenografi e costumisti.
Coreografia, scrittura e drammaturgia. In un intrecciarsi di differenti peculiarità e competenze di differenti artisti
provenienti da differenti percorsi, la compagnia M’arte Movimenti d’Arte costruisce il suo percorso su un gioco di
equilibri, di sinergie e di forze che le consentono di affrontare il lavoro con duttilità, rigore e dinamismo, operando
all’interno di un continuo laboratorio dentro cui trovare sempre nuove occasioni di confronto e di crescita.
La storia:
Nata da un’idea di Giuseppe Cutino, Sabrina Petyx, Sabrina Recupero (già facenti parte della compagnia Teatro Teatès
di Michele Perriera) e Fabrizio Ruffino, la compagnia M’Arte - Movimenti d’Arte cresce, ampliandosi nel tempo, grazie
all’incontro con nuovi artisti quali: Alessandra Fazzino, Caterina Marcianò, Daniela Cernigliaro, Roberto
Rebaudengo, Tatu La Vecchia, Domingo Norfo, Simona Morresi.
Proprio l’incontro con artisti diversi porta nuovi stimoli creativi, che inducono il gruppo ad orientare il proprio lavoro verso
una nuova ricerca di scrittura scenica rivolta ad ottenere una completa sinergia fra immagini, suono, parola e movimento,
capaci di agire con guizzi e astrazioni, all’interno di quel rigore tematico e stilistico propri del lavoro di M’Arte.
Nel 2003 la compagnia ottiene, con tre differenti progetti (Lux et tenebrae, Deposito bagagli e Come campi da arare),
rispettivamente: prima il sostegno di Culture 2000 e del D.B.M. (Danse Bassin Mediterranée), poi la menzione speciale
Enzimi 2003 ed, infine, il Premio Scenario 2003.
Nel 2008 per Editoria e Spettacolo uscirà il volume “M’arte - I teatri di Giuseppe Cutino e Sabrina Petyx” a cura di
Cristina Valenti
Giuseppe Cutino
Diplomato attore e regista presso la scuola di Teatro Teatés diretta da Michele Perriera, biennio 83/85. Assistente alla
regia sia in lirica che in prosa, mimo in opere liriche, ha lavorato in diverse produzioni con Michele Perriera, Filippo
Crivelli, Sandro Sequi, Roberta Torre, Pier Francesco Mastrini, Salvo Tessitore, Massimo Verdastro, Fabio
Sparsoli. Tra le sue regie ricordiamo “ Il Killer Disney” di P. Ridley (Teatro Teatés); “Interferenze” da A. Bennett
(M’Arte), “ Lisciannira“ di A. Pezzullo (Trimotria) “La casa dalle porte rosse“ (Teatrinstabili). Come attore ha
partecipato a “I Pavoni”, testo e regia di Michele Perriera (Teatro Biondo-Festival sul ‘900); come mimo per il
bicentenario della nascita di Donizetti ha partecipato alla messa in scena de “L’elisir d’amore” al San Carlo di Napoli,
con protagonista Luciano Pavarotti, regia di F.Crivelli. Con Alessandra Fazzino firma la regia degli spettacoli “Lux et
tenebrae” (sostenuto anche dal D.B.M Dance Bassin Meditérranée), e “Come campi da arare” Premio scenario 2003;
nel 2007 debutta nella lirica con i”Addio del passato” liberamente ispirato a Traviata di Verdi, prod. Ars Nova; è
direttore artistico a Palermo delle rassegna “Quinte(s)senza”; è fondatore dell’Associazione per l’Arte ad Alcamo che
da cinque anni oltre a organizzare diversi stege e laboratori nel campo delle arti contemporanee organizza il festival
“Artisti per Alcamo”.
Sabrina Petyx
Diplomata attrice presso la scuola di Teatro Teatés diretta da Perriera. Frequenta corsi di perfezionamento con da L. de
Berardinis, G. Albertazzi, R. Bianchi, T. Salmon, M. D’Amburgo. Logopedista, segue anche dei Seminari Teorico
Pratico presso la scuola d'arte drammatica Paolo Grassi di Milano sulle tecniche della voce. Come attrice partecipa a
numerosi spettacoli di M.Perriera, ( “I Fisici”, “Il Bicchiere della staffa”, “Anticamera”, “Morte per vanto” (prod.
Teatés), “I Pavoni” (Teatro Biondo-Festival sul ‘900). Partecipa a “L’assalto al cielo” di R. Molinari regia T.Salmon.
Lavora con E. Dante, G. Cutino, G. Borruso, L. Nattino. Nel 2000 vince il Premio Vucciria con il racconto “Vietato
Tuffarsi” pubblicato nella raccolta Trasgressori da Malatempora; comincia a scrivere per il teatro. Vedono la messa in
scena: “L’arringa” , tratto da “La panne “ di F. Durenmatt regia E. Dante (Sud costa occidentale), “Soda Caustica” e
“In sua assenza” regia di G. Cutino (M’Arte). Si cimenta come regista mettendo in scena i suoi testi: “Vietato
Tuffarsi”, tratto dall’omonimo racconto “Deposito Bagagli” (menzione speciale a Enzimi 2003). Nel 2003 vince con la
Compagnia il premio Scenario con lo spettacolo “Come campi da arare” di cui è autrice del testo e interprete. Nel 2008
è finalista al Premio Ugo Betti per la nuova drammaturgia con “Volevo dirti”.
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