Come pietre vive

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Come pietre vive
La nostra Comunità monastica ha celebrato nel 2010 il primo centenario di presenza a
Catania, infatti, il Cardinale Giuseppe Francica Nava, successore del Dusmet nel governo
dell’Arcidiocesi di Catania, per riscattare l’unico monastero benedettino femminile sopravvissuto
alle leggi di soppressione del 1866, nel 1908 ricomprò dal demanio statale lo stabile del Monastero
San Benedetto sito in Piazza Asmundo e, per far rifiorire la comunità di poche e anziane monache,
fece venire da Ghiffa (VB) due monache Benedettine dell’Adorazione Perpetua del SS. Sacramento
che, giunte nella città di Sant’Agata il 25 maggio 1910, avviarono delle qualificate riforme tanto
che gli anni successivi conobbero una meravigliosa fioritura della Comunità che si arricchì di
numerosi e giovani soggetti. Da allora, nel cuore del centro storico, il nostro Monastero è diventato
un centro pulsante di vita eucaristica, ma anche di promozione culturale e di valorizzazione del
patrimonio artistico con l’accoglienza di turisti e scolaresche per visite alla nostra bella e
monumentale chiesa di San Benedetto, fiore all’occhiello della Catania barocca.
Abbiamo realizzato per l’occasione un libro commemorativo che coniuga spiritualità e
storia, offrendo uno spaccato veramente inedito e accattivante degli anni a partire dal Secolo scorso
sino ai nostri giorni con una varietà di informazioni interessanti anche dal punto di vista della
cultura del luogo, degli usi, delle tipicità proprie del mondo monastico ma che riflettono quel
substrato culturale fatto di tradizioni e orientamenti condivisi.
Come pietre vive… (questo è il titolo del libro) racconta, anche attraverso un interessante
apparato fotografico, gli eventi che costituiscono la trama e l’ordito del tessuto esistenziale del
Monastero San Benedetto in occasione del primo centenario dell’aggregazione all’Istituto delle
Benedettine dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento fondato a Parigi dalla lorenese Mectilde
de Bar nel 1653 e presente in Italia dal 1880. Non si tratta di una semplice cronistoria, ma della
condivisione di ciò che per le monache vive e defunte, dopo il Vangelo, è la più bella storia mai
raccontata. E questo tocca il cuore anche di chi vive dall’esterno, con curiosità forse, ma di certo
con grande rispetto, poiché questo evento che non è soltanto nostro, ma della Città e di quanti ci
sono vicini.
È bello ed importante, infatti, il ripercorrere la partecipazione della Comunità monastica ai
principali avvenimenti ecclesiali della Diocesi, ma anche degli eventi storici, politici, culturali che
hanno segnato questi cento anni di vita all’interno di Catania. Il monastero non è un’isola ed è bello
scoprire che le grate, che l’occhio esterno guarda a volte con una certa riluttanza, siano in realtà dei
filtri che collegano una fitta rete di relazioni umane.
La lettura del libro risulta scorrevole nello stile e anche i vari linguaggi d’epoca, riportati
dagli Annali o dalle lettere, si incastonano con equilibrio dando a tutto il libro un suo carattere di
specificità che lo rende poliedrico e avvincente. Viene rappresenta, con precisione storica e col
prezioso coinvolgimento emotivo, la nostra presenza a Catania. Oltre alla testimonianza di fede, e
quindi allo spessore prettamente spirituale del libro, di particolare interesse sono i racconti paralleli
della storia catanese, come ad esempio la seconda guerra mondiale, le varie eruzioni dell’Etna, il
terremoto del 1990, la devozione a Sant’Agata, la vita della Chiesa locale nel suo evolversi.
Dopo la lettura di questo libro, i lettori rimarranno certamente entusiasti perché ritroveranno
forse ricordi lontani che riprendono vigore sotto una luce nuova.
Sono dunque le protagoniste, le “pietre vive”, a raccontare questa splendida storia. Ma
diverrà protagonista anche chi si farà coinvolgere da queste pagine entrando nella nostra stessa
storia e riscoprendosi parte di essa.
Le Benedettine del SS. Sacramento di Catania
Alleghiamo l’indice del libro perchè offre una panoramica completa del vasto percorso storico e
della fitta relazionalità che lo ha caratterizzato.
INDICE
Premessa
Capitolo Primo- Tutto è grazia
1. Catania Eucaristica
2. L’attesa
3. Il viaggio di Madre Scolastica e Madre Matilde
4. L’accoglienza
5. L’intenso legame spirituale con Ghiffa
6. Tempo di dure prove
7. Finalmente il noviziato
8. La morte di Madre Scolastica Sala
9. La Vergine Maria è l’Abbadessa
10. Devozione a Sant’Agata
Capitolo Secondo- Gli anni del Priorato di Madre Domenica Terruzzi
1. Il viaggio di Madre Domenica
2. Adorazione perpetua e carisma della riparazione
3. Le prime professioni
4. I voti: segno di libertà, fecondità dell’amore
5. Dalla clausura proiettate sulla Chiesa e sul mondo
6. Un anno controverso: il 1914
7. La scuola
8. Anche la fragilità umana è dono di grazia
9. Gigli per l’altare
10. Ancora un viaggio: destinazione Modica
11. Pennellate su Madre Domenica
12. I Pastori di Catania
13. Il progresso entra anche in monastero
14. Le ex-allieve
15. Sotto lo sguardo del Cardinale Dusmet
16. La morte di Padre Celestino Colombo
17. La casetta di Milo
18. Un fiore sulla neve
19. Festa di riconoscenza
Capitolo Terzo- Il periodo bellico
1. Venti di guerra
2. Nel vivo della tempesta
3. Il dopoguerra
4. Alle urne
Capitolo Quarto- Sotto la guida di Madre Maria Rosario Viganò
1. L’arrivo a Catania
2. Madre Maria Rosario Priora
3. Per conoscerla meglio
4. Nello scorrere degli anni
5. Le celebrazioni centenarie del 1953
6. Passaggi di santità
7. In festa per Madre Rosario
8. L’ultimo viaggio di Madre Domenica
9. Un amico speciale: Mons. Francesco Fasola
10. Con il cuore dilatato
11. Il Congresso Eucaristico del 1959
12. Il 50° di presenza benedettina-eucaristica a Catania
13. Benedettini fino alla terza generazione
Capitolo Quinto- I secondi cinquant’anni
1. Doni di grazia
2. Il Concilio Vaticano II
3. Come gli angeli
4. Un coraggioso figlio della Sicilia
5. L’aggiornamento delle Costituzioni
6. Due sorelle speciali
7. L’Etna e i suoi imprevedibili “sfoghi”
8. Dall’episcopato di Bentivoglio a quello di Picchinenna
9. Segni di comunione con gli altri monasteri di Sicilia…e non solo
10. Da Paolo VI a Giovanni Paolo II
11. Il centenario benedettino del 1980
12. I nostri amici
Capitolo Sesto- Il Priorato di Madre Giovanna Caracciolo
1. Passaggio di consegne
2. Gli oblati secolari
3. La Madonna delle grazie e le grazie della Madonna
4. La beatificazione del Cardinale Dusmet
5. Il monastero di Nicolosi
6. Sfogliando ancora le nostre memorie
7. Il terremoto di Santa Lucia
8. Pellegrinaggi un po’ insoliti
9. L’addio a Madre Rosario
10. Il 900° di rifondazione della nostra Diocesi
11. Storia di una capinera
Capitolo Settimo- Verso il centenario
1. La visita di Giovanni Paolo II a Catania
2. Appendice al 1994
3. Il terzo centenario della morte di Madre Mectilde de Bar
4. Altre “pietre vive” del nostro monastero
5. Il grande giubileo del 2000
6. Intensi momenti di vita comunitaria ed ecclesiale
7. Ancora anniversari e celebrazioni
8. Luci e ombre di un intenso 2007
9. Quasi un commiato
“Come pietre vive”
Recensione di Piero Figura
Mai titolo fu più indovinato per il libro che racconta gli eventi che costituiscono la trama e
l’ordito del tessuto esistenziale del Monastero San Benedetto, in occasione del primo centenario
dalla aggregazione all’ordine delle Benedettine dell’adorazione perpetua del SS. Sacramento.
Eventi sì, e di eventi umani si parla.
Chi entra nella chiesa annessa al monastero, non può non soffrire di vertigini per cotanta
bellezza.
Se poi si assiste, pardon, si partecipa alla Sacra Liturgia, davvero si rischia di precipitare. Ed
a tanta bellezza, la lettura di questo libro dona respiro e vita. Questo perché ogni singolo membro
della comunità ha contribuito alla stesura del testo, da quelle coinvolte attivamente nella ricerca,
nello spulciare tra gli archivi a quelle che hanno fornito il “carburante” vivendo la dimensione della
preghiera, magari costrette a letto.
Bellezza respirante e viva, poiché si gusta la loro gioia e la loro felicità dell’essere monache
e monache Benedettine dell’adorazione perpetua del Santissimo Sacramento.
Ognuna fa capolino nella storia e con discrezione e, mi si passi il termine, con maternità
accompagna il lettore in questo viaggio.
Se si dovesse scegliere una parola che sintetizzi tutto il narrare… non ci sono dubbi…
questa è EQUILIBRIO.
Il testo, come è giusto che sia, ha delle pretese storiche, ma non è un trattato di storiografia.
Molti estratti dagli Annali sono riportati, ma con buon gusto e giusta proporzione, in una sorta di
intarsio narrativo.
Non si tratta di una semplice cronistoria ma della condivisione di ciò che, per le monache,
dopo il Vangelo è la più bella storia mai raccontata. E questo è bene.
Non è un discorso auto-celebrativo ma una rilettura, anche critica, di un passato in vista del
futuro.
E questo futuro è la famiglia monastica vivente oggi nel monastero San Benedetto.
Una storia fatta, dunque, di volti, di nomi, di vite vissute concretamente nell’ideale
dell’Amore. Ed ecco scoprire quanto preziosa e feconda possa essere stata la vita di questa o quella
suora vissuta nel nascondimento, nella solitudine, nell’impegno alla realizzazione dell’ideale
benedettino “Ut in omnibus glorificetur Deus”. Nel sapore di una storia tanto ricca, riconosciamo
in loro il lievito prezioso, l’Amore fatto di sguardi e sorrisi, celato in una presenza silenziosa
perché quando si ama e ci si ama, non so se ci sia tanto da dire.
E’ bello riportare il contributo apportato anche dalle suore converse.
Un tempo la distinzione tra monache coriste ed, appunto, converse, pesava davvero tanto sul
vissuto esistenziale della comunità. Oggi tutto questo è solo un ricordo.
Come non cantare un Te Deum di riconoscenza di fronte alla menzione di quelle suore
converse che, nel corso di questi cento anni, hanno svolto il compito dell’assistenza alle consorelle
ammalate? Come non ricordare quelle suore che hanno vissuto il loro apostolato tra i fumi ed i
vapori della cucina?
Queste e tante altre hanno edificato ed edificano la famiglia monastica.
Costoro che hanno vissuto questi aspetti più nascosti della vita monastica forse sono il vero
cemento delle “pietre vive”.
Bello ed importante il ripercorrere la partecipazione della Comunità monastica ad i
principali avvenimenti ecclesiali della diocesi. Guai a guardare al monastero come un isola ed è
bello pensare che le grate dei parlatori siano i filtri che trattengono tutte le falsità e le ipocrisie che
giungono, dal mondo, al monastero.
Assolutamente terapeutici sono poi i capitoli che riguardano la vita ordinaria. Ed in una
forma nuova o antica (viderint consules) di evangelizzazione ci vengono aperte le porte della
clausura. Apprendiamo quindi di vere e proprie transumanze della Comunità in occasione di lavori
e ristrutturazioni. E se da un lato si sperimenta la precarietà e la povertà, dall’altra si vive una
fraternità più vera. E’ questo fa bene al cuore
Le monache di clausura sono donne represse e fallite? Ecco che il lettore scopre donne che si
adoperano per realizzare recite interne, con tanto di costumi e scenografia. Donne capaci di una
grande affettività, e questo lo si deduce dalla narrazione che assume colori di grande tenerezza.
Parole di affetto per la Madre Priora, parole di affetto per ognuna delle suore menzionate,
parole di affetto riportate anche nei necrologi… perché “forte come la morte è l’amore”.
L’immagine globale che ci offre il libro è squisitamente eucaristica. Sì, perché ogni monaca
è chicco di una spiga, raccolto al “culmine del tempo”, macinato dal “giocare la propria vita”,
impastato dalla fraternità concreta. Il risultato? Un corpo unico, vivo, ove tutti sono Uno. Pane
fragrante e nutrimento per la vita.
Ad multos multosque annos, cara Comunità!
Sì, perché dopo la lettura di questo libro, estasiati, ritroveremo “frantumati” in questo unico
corpo tutti coloro i quali hanno pregato avvolti dalle pareti della chiesa di San Benedetto le cui
pietre, ci sussurrano ancora una volta, “come pietre vive” questa splendida storia.
Ci vorrà un grande silenzio interiore per udirla, ma fa niente. E ne vale davvero la pena.
Piero Figura