linee guida fitodepurazioni 2007 inviata per reg_to edilizio_doc
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linee guida fitodepurazioni 2007 inviata per reg_to edilizio_doc
1 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] LINEE GUIDA FITODEPURAZIONI Osservazioni generali Il Manuale per l’edilizia sostenibile della Regione Toscana allegato alle schede, nel dettaglio per il riuso conferma quanto indicato dalla normativa, ribadendo che l’unica modalità di riuso riguarda l’alimentazione delle cassette di scarico dei WC e l’alimentazione delle lavatrici (Scheda 3.1 punto 1) Dovendo l’acqua di riuso, sia quella meteorica che proveniente dai sistemi di smaltimento, essere trattata fino al raggiungimento dei parametri della tabella della legge regionale, è consequenziale che gli oneri legati al trattamento spinto necessario possono essere giustificati solo quando le quantità di acqua di risulta siano consistenti e questo elemento di fatto esclude tutti i trattamenti che assorbono acqua, quali i sistemi di fitodepurazione e filtri a sabbia vegetati. Per le acque meteoriche sono da ritenersi sufficienti i trattamenti meccanici, come i deviatori in linea, i filtri centrifughi, e i filtri a camere e autopulenti indicati dalle linee guida regionali. Volendo riutilizzare le acque grigie, più facilmente depurabili delle nere, dovrà prevedersi la deviazione degli scarichi provenienti dalle docce, dalle vasche, dai lavandini fino ad un apposito sistema di depurazione costituito da un disoleatore, un trattamento primario (fossa Imhoff) e un trattamento secondario quali la filtrazione mediante membrane o SBR indicate dalla regione. L’acqua dovrà poi essere disinfettata prima di essere stoccata in un deposito, al fine di evitare il proliferare batterico, mediante disinfettanti chimici come il cloro e l’acido per acetico o una camera UV in linea. Per le acque nere, più difficili da trattare, volendo comunque procedere al riuso, dovranno scegliersi sistemi quali depuratori a ossidazione totale (che non “consumano” acqua) del tipo che garantisca il rispetto della tabella regionale di riuso (depuratori con camere di equalizzazione). La fitodepurazione è indicata in tutti i casi dove non vi sia necessità di riuso e nel contempo si desideri scegliere un sistema in sintonia con la protezione ambientale. Nelle zone a vulnerabilità elevata (zone EE della Carta di Tutela e zone di Classe 4 del nuovo piano 1 2 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] strutturale) l’unico sistema “a scarico zero” che è stato monitorato nel nostro territorio è la fitodepurazione a flusso sub-superficiale orizzontale con ricircolo, sistema che, benché rappresenti un affaticamento impiantistico, prevede la possibilità di interventi edilizi altrimenti impossibili, se non con atti di deroga per i pozzi a tenuta, peraltro onerosi nella gestione e dunque presto “trasformati” in pozzi disperdenti CONFRONTO LINEE GUIDA REGIONE/ASL Le nuove Linee Guida regionali sottolineano come la progettazione di tali sistemi debba essere effettuata caso per caso, ma danno anche alcune caratteristiche basilari, che collimano perfettamente con le indicazioni tecnico costruttive scelte da questa U.F. in questi anni · devono essere predisposti a monte idonei sistemi di pre-trattamento (grigliette per la separazione dei solidi grossolani, degrassatoridisoleatori) ASL: pozzini grigliati per la raccolta del materiale grossolano · il sistema deve essere completamente impermeabilizzato tramite membrane sintetiche di spessore e caratteristiche di resistenza adeguate per evitare l’infiltrazione di acque non depurate nel sottosuolo ASL: membrane sintetiche in PVC, HDPE, CAUCCIU’ ed altro materiale che sia di spessore minimo 2 mm · le essenze vegetali utilizzate devono appartenere al tipo macrofite radicate emergenti; la profondità delle vasche dipende dalla profondità dell’apparato radicale dell’essenza vegetale scelta ASL: essenze vegetali idrofile, caratteristiche degli ambienti paludosi o lacustri, in particolare la Phragmites australis (canna comune), suggerita anche da uno studio della dott.ssa Adriana Ciurli Ricercatrice Istituto di biologia delle piante agrarie della facoltà di Agraria Università di Pisa. L’altezza della vasca indicata è di 1 metro con altezza dell’acqua di 10 cm 2 3 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] inferiore al bordo della vasca (0,90 utilizzabili), ma comunque deve rientrare nel computo delle equazioni di conducibilità idraulica · il medium di riempimento da utilizzare è costituito da ghiaia di granulometria medio-fine, di cui si deve conoscere il coefficiente di conducibilità idraulica (infatti i modelli utilizzati per la valutazione degli inquinanti rimossi tengono conto del tempo di ritenzione idraulico del sistema) ASL: il medium richiesto, ghiaia fine o sabbione, deve rispondere alle due equazioni di conducibilità idraulica Sb q/Ks < 0,1 < 0,1 (h/L)2 h/L · è da evitare nel modo più assoluto l’utilizzo di terreno vegetale, torba o altro materiale con conducibilità idraulica minore di 1000 m/g ASL: si vieta l’uso di terreno vegetale di qualunque genere, prescrivendo l’obbligo dell’uso di inerte: la granulometria richiesta finora è stata 1,5 mm, che risponde ad un valore di permeabilità K nell’ordine di 10 alla meno 2 m/s = 864 metri/giorno, molto vicini ai 1000 m/die dato come limite e ritenuto dalla normativa internazionale come il parametro da utilizzare. L’indicazione ASL appare consona all’indicazione regionale con un leggero aggiustamento a 2/5 mm. · è da evitare l’utilizzo di materiale di diversa granulometria nel senso perpendicolare al flusso ASL: si sconsiglia l’uso di granulometrie differenziate, in quanto è difficile computare le diverse conducibilità idrauliche e calcolare le sinergie. Appare un sistema fuori controllo · il sistema di alimentazione e il sistema di uscita devono essere tali da garantire l’uniforme distribuzione del refluo sulla superficie trasversale ed evitare la formazione di cortocircuiti idraulici 3 4 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] ASL: viene data l’indicazione di utilizzare un fronte a granulometria elevata (5/10 cm) al fine di creare un polmone di distribuzione uniforme. Nei casi delle vasche più grandi viene suggerito anche l’uso di tubi distributori a pettine · il refluo deve scorrere sotto la superficie superiore del letto e non risalire in superficie ASL: viene utilizzata la precauzione dei 10 cm di inerte sopra il livello del tubo in entrata e in uscita, al fine di permettere uno scorrimento sotterraneo. Viene negato ogni spandimento con tubi appoggiati sopra il terreno, con infiltrazioni verso il basso L’ubicazione dei tubi distributori sulla superficie del letto, infatti, oltre a imbibire il terreno esterno di materiale non trattato, con ovvie problematiche di antigienicità, determina un passaggio forzato verso il basso che minimizza le possibilità di utilizzo del refluo da parte delle piante, e la conseguente loro opera di demolizione degli inquinanti 4 5 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] SISTEMI DI SMALTIMENTO sotto i 100 a.e. RIFERIMENTI NORMATIVI Pozzi a tenuta, sub-irrigazioni, letti percolatori, pozzi assorbenti - Delibera Interministeriale del 1977 basata sulle norme di buona tecnica del Bonomini-Niccolini, lasciata in vigore dal D.Legsl 11/5/1999 n° 152, modificato dal D.Legsl. 18/8/2000 n° 258 (art. 62 Disposizioni finali comma 7) - D.Legsl 3 aprile 2006 n° 152 (art. 170 comma 11 fino all’emanazione del Regolamento di attuazione della parte terza del decreto) Le indicazioni tecnico costruttive sono riportate all’interno del regolamento edilizio Fitodepurazione - D.Legsl 11/5/1999 n° 152, modificato dal D.Legsl. 18/8/2000 n° 258 (ultimo capoverso dell’allegato 5 non contiene norme tecnico costruttive ma solo la citazione della “possibilità di effettuare la depurazione dei reflui di lieve entità, oltre che con i sistemi previsti dalla Delibera Interministeriale del 1977, anche con sistemi di fitodepurazione e lagunaggi” - D.Legsl 3 aprile 2006 n° 152 – allegato 5 punto 3 – 7° capoverso “per tutti gli agglomerati con popolazione equivalente compresa fra 50 e 2000 a.e. si ritiene auspicabile il ricorso a tecnologie di depurazione naturale quali il lagunaggio o la fitodepurazione, o tecnologie come i filtri percolatori o impianti ad ossidazione totale” Tutti gli scarichi al suolo devono essere autorizzati (art. 124 capo II D.Legsl 152/2006) e devono rispettare la tabella 4 (allegato 5 punto 2 comma 1 D.Legsl. 152/2006) e non possono comunque essere autorizzati se a distanza di meno di 1000 metri sia presente un fosso nominato 5 6 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] (allegato 5 – punto 2) al quale devono condursi gli scarichi. L.R. 23 gennaio 1986 n° 5 limitatamente agli artt. 34,35, 36, 37 e 40 concernenti la fertirrigazione e fino all’entrata in vigore del nuovo regolamento di attuazione della L.R. 20/2006 Regolamento regionale 23 maggio 2003 n° 28/R (in applicazione L.R. 21 dicembre 2001 n° 64, ora sostituita dalla L.R. 31 maggio 2006 n° 20 e in attesa del suo regolamento di attuazione, ancora non emesso) Allegato 2 – Trattamenti appropriati, colonne A e B sotto i 100 a.e. e C sopra i 100 a.e. Nessuna indicazione tecnico costruttiva, solo l’indicazione della tipologia. Suolo normale fossa Imhoff + sub-irrigazione, suolo con falda vulnerabile fossa Imhoff + sub-irrigazione, fossa Imhoff + filtro a sabbia + subirrigazione, letto di evapotraspirazione completa, fossa settica + fitodepurazione sub-superficiale Decreto 12 giugno 2003 n° 185 sul riutilizzo delle acque reflue che determina la possibilità di utilizzo delle acque reflue nelle abitazioni solo nelle reti duali e limitatamente agli impianti di scarico nei servizi igienici (art. 3 comma b)) e comunque con qualità riportata in tabella allegata al decreto) sostituito dal decreto 2 maggio 2006 con nuova tabella identica nei parametri e conferma dell’uso (art. 3 comma b)) CLASSI DI TUTELA IDROGEOLOGICA In relazione al Piano strutturale sezione “Tutela della risorsa idrica” si ritiene che nelle zona di classe 1, sia possibile effettuare qualunque tipo di smaltimento, anche a dispersione, quali sub-irrigazioni, letti percolatori o pozzi assorbenti purchè dotati di trattamento primario e corredati da relazione geologica. Nella classe 2 potranno essere realizzati solo i sistemi di smaltimento che rispettino almeno la tabella 4 della legge 152/2006 (fitodepurazioni con refluo a perdere, o depuratori a ossidazione totale). Nella classe 3 potranno essere realizzati sistemi di fitodepurazione complessi, che operino in sinergia (sfs orizzontale, 6 7 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] verticale, a flusso libero, lagunaggio ecc.) o sistemi di depurazione a ossidazione totale con camere di equalizzazione, che assicurino il rispetto della tabella di riuso dell’acqua indicato dal decreto 2 maggio 2006. Nella classe 4, dove è prevista l’eliminazione di qualunque scarico sul suolo, questa potrà ottenersi solo con sistemi di fitodepurazione a circuito chiuso con ricircolo delle acque in testata d’impianto. Il pozzo a tenuta sarà ammesso in deroga solo quando sia dimostrata l’impossibilità tecnica di realizzare la fitodepurazione a circuito chiuso e comunque con l’obbligo di un sistema di trattamento primario. TRATTAMENTI PER IL RIUSO Le acque reflue destinate al riuso previo trattamento possono essere utilizzate : - ad uso irriguo: solo in aree di classe 1, 2 e 3, garantendo una qualità finale in linea con la tabella del decreto 2 maggio 2006 - ad uso civile solo per l’alimentazione dello scarico dei WC e delle lavatrici, laddove sia stata prevista una rete duale Essi devono essere realizzati con i sistemi previsti dal manuale della Regione Toscana, scelti tra quelli che non determinano un consumo dell’acqua trattata. I sistemi previsti sono: - per le acque meteoriche: deviatori in linea, filtri centrifughi, filtri a camere, filtri autopulenti. Nel caso di uso di acqua proveniente da zone artigianali/industriale dovrà essere previsto un sistema di depurazione che garantisca un abbattimento degli inquinanti chimici prima del riuso - per le acque grigie: primo trattamento di disoleazione, e trattamento secondario con depuratori a ossidazione totale, sistemi MBR e SBR e sistema di disinfezione prima dell’immissione nel deposito La scelta del riuso delle acque nere rende necessario, ai fini del rispetto della tabella del decreto 2 maggio 2006, trattamenti spinti quali depuratori con equalizzazione primaria, con trattamento battericida a valle del 7 8 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] trattamento, prima dello stoccaggio. Il trattamento verrà effettuato - per usi irrigui solo in aree 1,2, e 3 e con trattamento battericida con acido peracetico - per uso civile solo con rete duale, con disinfezione anche con cloro, ed esclusivamente per gli scarichi dei wc. La fitodepurazione, dato il suo consistente autoconsumo, viene consigliata solo quando siano in gioco quantità elevate di acqua, con uso continuato nel tempo, ed esclusivamente con sistemi combinati orizzontali, verticali e lagunaggi, da progettare volta per volta a seconda delle specifiche necessità, del recettore finale delle acque, e della localizzazione in base alle aree di tutela. E importante in ogni caso di riutilizzo di acqua - assicurarsi che le acque di riuso non entrino in contatto con la rete d’acqua potabile - assicurarsi che le entrate di acqua potabile alla rete di riuso possiedano valvole di ritegno - prevedere una riserva minima d’acqua per il corretto funzionamento del sistema - effettuare preventivamente computi di bilancio idrico - differenziare chiaramente il circuito delle acque grigie mediante un colore distinto nelle tuberie - segnalare la presenza di acqua non potabile nelle cassette dei waters o in qualsiasi altra erogazione di acque di riuso Raccolta acque meteoriche La cisterna, di capienza dimensionata secondo un bilancio idrico mensile, deve essere munita di un’entrata calmata, in modo da non riportare in sospensione eventuale materiale sedimentato sul fondo e di un sifone di troppo pieno, convogliato ai collettori fognari o sul terreno con valvola di ritegno posizionata sul sifone Deviatori in linea Sono filtri da installare direttamente sulle caditoie sia esistenti che di nuova costruzione, ed evitano il passaggio di corpi grossolani nel sistema di 8 9 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] raccolta e filtrazione Filtri centrifughi Camere filtranti accessibili dall’alto che sfruttano la velocità di ingresso dell’acqua, che immessa nel dispositivo passa attraverso una griglia periferica, con separazione dei residui dal liquido filtrato che viene convogliato verso il serbatoio Filtro a camera Più grande di un pozzetto di raccordo per pluviali intercetta lo sporco grossolano e lo manda nelle due o tre camere dotate di cestelli di cui è costituito, ciascuno da caricare con ghiaia di granulometria decrescente nel senso di scorrimento delle acque Filtro autopulente Filtri in tessuto, in cui l’acqua percola lasciando le impurità sulle maglie del setaccio, che vengono avviate per dilavamento allo scarico fognario, dotati di contro-lavaggio, ad azionamento manuale , che provvede a ripulire il filtro con un getto opposto a quello di caduta. Raccolta acque grigie E’ necessario procedere alla separazione delle acque delle docce, vasche, lavandini ecc da quelle provenienti dai WC, che dovranno raggiungere un sistema apposito di depurazione, e un deposito di accumulo. La depurazione avviene attraverso un trattamento primario di disoleazione e un trattamento secondario di filtrazione mediante membrane o SBR. Prima dell’accumulo dovrà essere previsto un sistema di disinfezione, aventi le caratteristiche menzionate nelle osservazioni generali precedenti. I depositi devono essere dotati di troppo pieno canalizzato nella rete fognaria comunale o nello specifico sistema di smaltimento autorizzato, di un ingresso di acqua di rete, e di una uscita per lo svuotamento funzionale alla pulizia e manutenzione del sistema MBR 9 10 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] Impianti a membrana costituiti normalmente da tre stadi depurativi: sedimentazione primaria e grigliatura grossolana, con aerazione intermittente al fine di evitare la diffusione dei cattivi odori, reattori a membrana dove avviene la depurazione vera e propria, una terza camera dove avviene una depurazione più spinta del solo sistema ossidativi grazie ad un processo di ultrafiltrazione. Se gli impianti non ne sono dotati direttamente, dovrà essere previsto un pre-trattamento di grigliatura e disoleazione SBR (Sequencing Batch Reactor) Reattori discontinui a fanghi attivi dove le fasi di ossidazione e sedimentazione avvengono nella stessa camera, secondo cicli temporali prestabiliti, impostabili tramite una centralina di controllo. Anch’essi, se non ne sono dotati, dovranno ricevere refluo pretrattato mediante grigliatura e disoleazione. LA FITODEPURAZIONE La fitodepurazione, considerata come sistema “ingegnerizzato” progettato per riprodurre i naturali processi autodepurativi degli ambienti acquatici in modo maggiormente controllabile, è stata oggetto di varie sperimentazioni fino dal 1952 (Max Planck Institute di Plon –Seidel; Othfresen – Germania - 1977). In Italia la sensibilità verso questo tipo di approccio più “naturale” al problema della depurazione delle acque reflue è degli ultimi anni, legata a concreti problemi di inquinamento delle falde. Questo tipo di depurazione naturale rappresenta una valida soluzione impiantistica, dalla gestione semplice e poco onerosa, per ottenere “ottime rese depurative con impatto ambientale e consumo energetico nettamente ridotti rispetto ad altri sistemi depurativi”. La citazione, tratta da una documentazione ENEA, ci porta a specificare come il sistema, destinato al trattamento secondario di scarichi civili, ma anche terziario in ambito di scarichi misti e 10 11 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] artigianali, a fronte di un consumo energetico in alcuni casi praticamente nullo, risulti invece abbattitore di un ampio spettro di inquinanti: fosforo, azoto, metalli pesanti, sostanze organiche che hanno tempi di biodegradabilità anche lenti con tempi di ritenzione perciò più lunghi. L’ambito di utilizzo di questi sistemi è talmente flessibile da renderli adatti alla quasi totalità dei reflui prodotti dall’uomo, con l’unica accortezza di evitarne l’uso in ambito di trattamento primario, data la difficoltà di operare l’elevata ossidazione dell’ammoniaca richiesta in questi casi. Particolare interesse riveste l’uso integrato della fitodepurazione con altri sistemi canonici quando si desidera ottenere un affinamento delle qualità microbiologiche e chimiche di reflui non rispondenti ai parametri normativi. SCEGLIERE questo sistema alternativo, cioè utilizzarlo anche quando non sia strettamente obbligato da norme e vincoli idrogeologici, oltre a rappresentare un nuovo modo di progettare in armonia con la natura, significa abbandonare la comune indifferenza per il nostro habitat, e procedere verso un cambiamento di ottica nei confronti delle proprie responsabilità. Tipologie di impianti L’utilizzo della fitodepurazione come trattamento secondario è ammesso nelle zone sprovviste di pubblica fognatura La funzionalità degli impianti di fitodepurazione dipende in primo luogo dalla tipologia di piante che si intende utilizzare, tenendo conto che ogni impianto ricrea in formato ridotto un ecosistema naturale specifico con condizioni altrettanto diversificate di sviluppo e colonizzazione. Tali sistemi si possono a grandi linee suddividere in - sistemi con macrofite galleggianti (stagno biologico a basso carico organico) - sistemi con macrofite sommerse (stagno biologico) - sistemi con macrofite radicate emergenti a flusso superficiale (stagno biologico) - sistemi con macrofite emergenti a flusso sub-superficiale orizzontale e verticale (bacino riempito con inerte piantumato) In casi di particolare complessità questi sistemi si possono anche utilizzare in sinergia, integrando le varie funzionalità per ottenere risultati più 11 12 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] complessi. Più il sistema è complesso e meno è standardizzabile il risultato: in alcuni casi solo il monitoraggio analitico dei reflui in entrata e in uscita per l’intero arco annuale può dare risposte certe di funzionalità e quindi tali impianti possono essere utilizzati solo in ambito sperimentale, quando non vi sia un pericolo immediato di inquinamento di falda, e soprattutto laddove tale monitoraggio sia perseguibile. Nel nostro territorio - dove le caratteristiche geologiche di vulnerabilità rendono necessario l’utilizzo di impermeabilizzazione dei suoli al fine di garantire la protezione assoluta della falda, è impensabile prevedere sistemi a piante radicate nel suolo naturale, come le macrofite sommerse o emergenti a flusso superficiale, che potranno essere scelte soltanto nelle aree di classe 1 a seguito di dettagliate relazioni geologiche che ne dimostrino la fattibilità - dovremo riferirsi a sistemi con macrofite che non abbiano necessità di radicamento al suolo naturale, e quindi quelli a flusso sub-superficiale. Gli elementi funzionali “Negli impianti di fitodepurazione avvengono gli stessi processi biologici, fisici, chimici di rimozione delle sostanze inquinanti che si hanno negli impianti tradizionali a fanghi attivi” E’ necessario un trattamento primario mediante una Fossa Imhoff e pozzetto disoleatore, preceduta, nel caso di utenze sopra i 50 a.e., da un trattamento preliminare di grigliatura. In caso di reflui intermittenti come acque di pioggia o di lavaggio di impianti, è necessario prevedere una gestione idraulica delle portate per garantire il mantenimento della vegetazione aderente agli standard usuali di funzionalità. L’utilizzo a monte della fitodepurazione di un impianto di depurazione ad ossidazione totale invece che di una Fossa Imhoff nel trattamento primario, non è sempre consigliato. Oltre infatti a rendere più “povero” in nutrienti il refluo destinato alle piante, tale uso di per sé elimina tutti i pregi di semplicità gestionale e di ridotti costi energetici che un sistema naturale di tale tipologia possiede, senza contare la presenza del rumore prodotto dalle pompe, la necessità annuale di addizionamento di enzimi, e di tutta la manutenzione obbligatoria prevista in questi casi. In casi particolari, laddove sia necessario un pretrattamento spinto, può essere utilizzato, 12 13 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] procedendo a monitorare l’impianto almeno per un anno. L’ autorizzazione allo scarico verrà limitata nel tempo, rinnovabile con la presentazione dei dati analitici finali. Gli aspetti tecnico-costruttivi L’ elemento fondamentale al fine di ottenere una corretta funzionalità dei letti di assorbimento è rappresentato dalla superficie evapotraspirante progettata per abitante equivalente. Il parametro, indicato dalle norme di buona tecnica oscillante tra 3 e 5 mq dipende dal parametro di consumo medio di acqua per abitante (200/250 lt/die), collegato all’assorbimento medio previsto per piante idrofile come la canna comune (60 lt/m/die). I due valori correlati portano ad un dimensionamento scelto di 4 mq/a.e., (con un minimo di 8 mq) che rappresenta una situazione intermedia che permette sufficienti processi di ossidazione, nitrificazione, abbattimento di azoto totale e anche denitrificazione, come è noto molto difficili da ottenere. Durante il passaggio dei reflui attraverso la rizosfera delle macrofite, la materia organica viene decomposta dall’azione microbica, l’azoto viene denitrificato, il fosforo e i metalli pesanti vengono fissati per adsorbimento sul materiale di riempimento: le piante aiutano sia lo sviluppo di una efficiente popolazione microbica aerobica nella rizosfera, sia il trasferimento dell’ossigeno atmosferico dalla parte emersa all’apparato radicale, e quindi all’area a questo circostante. Queste condizioni attuano una migliore ossidazione del refluo e creano una alternanza di zone aerobiche, anossiche ed anaerobiche con conseguente sviluppo di diverse famiglie di microrganismi specializzati e scomparsa pressochè totale dei patogeni. I parametri fissi relativi ai letti sono dunque i seguenti: Dimensione minima dei letti Superficie dei letti per abitante equivalente Spessore dei manti Pendenza del fondo consigliata Rapporto L/W (lungh/largh) Livello dell’acqua 13 8 mq 4 mq 2 mm 1% 0,4 - 3 10 cm 14 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] Conducibilità idraulica Granulometria media non meno di 1000 m/die 2/5 mm I sistemi sub-superficiali si dividono in due grandi branche costruttive: a flusso orizzontale e a flusso verticale, non sono in alcun modo correlati ai vecchi sistemi di sub-irrigazione, semplice e drenata, con la sola modifica di essere immersi in vasche impermeabili. La fitodepurazione NON E’ una sub-irrigazione protetta, ma un sistema specifico, con problematiche funzionali e idrauliche completamente originali che deve rispettare le equazioni di conducibilità sotto indicate Parametri necessari per i calcoli: Q =Portata giornaliera (m3/giorno) Sb =pendenza fondo della vasca H =altezza della vasca L =lunghezza della vasca (m) W =larghezza della vasca (m) Ks =conducibilità idraulica (m/giorno) Verificare le seguenti equazioni: 14 15 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] Sb q/Ks < 0,1 < 0,1 2 h/L (h/L) Sb =pendenza fondo della vasca (esempio: se 1% Sb = 0,01) h =altezza dell' acqua (m) * L =lunghezza della vasca (m) Ks =conducibilità idraulica (m/giorno) q =carico idraulico (m/giorno) ** *si intende l'altezza della vasca meno 10 cm ** q= Q hxW Le vasche possono essere rigide, realizzate o in vetro resina o in cemento armato, avendo cura in questo caso di procedere ad arrotondare gli angoli interni e ad effettuare una impermeabilizzazione con idonee vernici antiacqua. Nel caso di terreni sciolti, può essere utilizzato in alternativa anche il telo impermeabilizzate che deve essere posato su uno strato di sabbia di almeno 5 mm e ricoperto di tessuto non tessuto per assicurare un minimo di protezione meccanica della membrana durante il riempimento con gli inerti. Al fine di permettere il rispetto del parametro di 1000 m/die di conducibilità idraulica dovrà essere utilizzato un inerte di granulometria media di 2/5 mm, ubicato nella parte centrale del letto, mentre i due fronti di ingresso e di uscita saranno occupati per un metro da ghiaia grossolana (50/100 mm) al fine di creare un polmone di distribuzione uniforme. Nei casi delle vasche più grandi viene suggerito anche l’uso di tubi distributori e di 15 16 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] raccolta finale a pettine. Nel pozzetto finale potrà essere alloggiato una pompa di ricircolo, da utilizzarsi esclusivamente nelle aree di classe 4, che invierà il refluo residuale in testata di impianto, nel pozzino di distribuzione a valle della Fossa Imhoff. L’inerte da utilizzare come medium di riempimento dovrà essere omogeneo, sabbione o inerte proveniente da rocce compatte, resistenti, non gessose né gelive, lavato dalle terre. Dovranno essere scelte essenze vegetali idrofile, caratteristiche degli ambienti paludosi o lacustri (es. la Phragmites australis - canna comune) L’altezza della vasca, tenendo conto delle caratteristiche dell’apparato radicale delle piante di palude, viene indicata mediamente in 1 metro, avendo cura di mantenere almeno 10 cm tra l’altezza del tubo di ingresso/uscita e il piano di campagna (altezza dell’acqua di 0,90 da inserire nel computo di conducibilità idraulica) al fine di evitare al massimo la possibilità di impaludamento della parte superficiale del letto che determinerebbe il proliferare di insetti. Fitodepurazione a flusso sub-superficiale verticale Le vasche dei sistemi verticali, realizzate con le stesse caratteristiche di quelle orizzontali, sia per le modalità costruttive che per i dimensionamenti, differiscono per il materiale inerte utilizzato, che viene disposto in strati orizzontali a granulometria differenziata. Il refluo viene immesso con flusso intermittente mediante l’adozione di pompe, in tubi forati, e chiusi nella parte terminale, poggiati sul fondo del letto, al fine di far arrivare alle piante acqua già passata da più apparati filtranti. L’inerte avrà granulometria più grossolana al fondo e via via più fine verso l’alto. Dovranno essere calcolate in modo differenziato le conducibilità idrauliche di ogni singolo strato. Da evitare l’ubicazione dei tubi distributori sulla superficie del letto, che oltre a imbibire il terreno esterno di materiale non trattato, con ovvie problematiche di antigienicità, determina un passaggio forzato verso il basso che minimizza le possibilità di utilizzo del refluo da parte delle piante, e la conseguente loro opera di demolizione degli inquinanti 16 17 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] Osservazioni finali · Per gli impianti di smaltimento sul suolo che devono per loro natura essere criptati (sub-irrigazioni e fitodepurazioni di vario genere) prima della copertura dovrà essere richiesto, anche telefonicamente, un sopralluogo di verifica ai tecnici della prevenzione della ASL, che procederanno alla verifica sul sito, funzionale al rilascio dell’autorizzazione allo scarico. Per gli altri impianti (depuratori) dovrà essere inviata una copia delle analisi effettuata da un laboratorio pubblico che ne dimostri la funzionalità prendendo come punto di riferimento la tabella 4 dell’allegato 5 della legge 152/2006 (parametri minimi richiesti materiali grossolani, solidi sospesi totali, BOD5, COD, tensioattivi totali) · Relativamente alle distanze da tenere con le altre proprietà , valgono per le fitodepurazioni con flusso libero finale le stesse distanze previste per i depuratori e le sub-irrigazioni (15 m) e per fitodepurazioni con ricircolo, essendo impianti a protezione assoluta, le indicazioni previste dall’art. 880 del Codice Civile che prevede per pozzi neri e simili m 2 dalle linee di confine. · Relativamente alla possibilità di utilizzo di teli impermeabili di spessore inferiore ai 2 mm suggeriti, si ritiene utile effettuare le seguenti osservazioni di carattere generale. La possibilità di utilizzare teli morbidi in PVC o HDPE, i due prodotti maggiormente testati dalle analisi internazionali sulle prove di resistenza e di perfusione, è stata indicata solo come una alternativa alle vasche rigide (realizzate in materiale plastico o vetroresina o cemento lisciato e impermeabilizzato) e soltanto nei casi in cui ci si trovi di fronte a terreni sciolti, privi di vegetazione arbustiva o lignea invasiva, per le ovvie motivazioni che nessun telo morbido, di qualunque spessore, può opporsi convenientemente alla forza delle radici. Il suggerimento di utilizzare in modo privilegiato vasche rigide è legata come secondo motivo sostanziale alla durata di vita non eterna del sistema di depurazione al termine del quale le vasche vanno vuotate dall’inerte 17 18 Azienda U.S.L. n.6 di Livorno Dipartimento della Prevenzione Area Funzionale Val di Cornia U.F. Igiene, Sanità Pubblica e Medicina Legale Responsabile: dott. Alessandro BARBIERI Via Fucini, 23/B – 57025 PIOMBINO Tel. 0565-67522 Fax 0565 67569 e-mail: [email protected] che dovrà essere sostituito integralmente. La presenza di una vasca rigida permette il riuso di tutto il sistema senza danno, cosa ovviamente impossibile con la presenza di un telo morbido mobile che dovrà essere eliminato nella sua totalità, con aggravio notevole di costi. I materiali che sono stati indicati, fino ad oggi, come sostitutivi della vasca rigida, sono stati il polietilene ad alta densità (HDPE) e il polivinilcloruro (PVC), che sono i due prodotti più largamente utilizzati per gli scopi in trattazione. Pur essendo materiali con caratteristiche peculiari assai diverse tra di loro - cristallino il primo con alta resistenza alla corrosione e amorfo il secondo con alta flessibilità – le risposte alle prove di laboratorio di verifica della flessibilità, resistenza alla rottura, all’allungamento, alla frizione e alla perfusione di sostanze tossiche ecc., ovviamente diverse, possono comunque essere considerate sufficienti allo scopo se utilizzate, come nelle prove di laboratorio, nello spessore minimo di 60 mil (1,5 mm). Avendo la Provincia di Livorno, nel Piano per la Gestione dei rifiuti, utilizzato indicazioni per le geomembrane di spessore minimo di 2 mm, rispondenti inoltre alle norme UNI aggiornate, si è ritenuto di adeguarsi alle indicazioni di massima protezione di 2 mm, aderenti alle indicazioni della Provincia e più consone ad un ambiente di cantiere assai meno protetto di quello di un laboratorio. In ogni caso qualunque deroga da richiedersi per casi particolari “sul campo” non potrà superare mai il limite di 60 mil. La presenza sul mercato di prodotti diversi per materiale e spessori da quelli sopra menzionati è in linea con le normali evoluzioni tecnologiche, ma può essere presa in considerazione solo nella misura in cui sia portata una prova di laboratorio comparativa dalla quale si evinca che i materiali e gli spessori proposti sono sovrapponibili per caratteristiche ad almeno 60 mil di HDPE. 18