A rischio la disponibilità di farmaci essenziali se la Novartis vincerà
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A rischio la disponibilità di farmaci essenziali se la Novartis vincerà
A rischio la disponibilità di farmaci essenziali se la Novartis vincerà il ricorso contro la legge indiana sui brevetti. La compagnia farmaceutica svizzera Novartis ha presentato un ricorso contro la legge indiana sui brevetti. La causa sarà discussa a gennaio presso l'alta corte di Madras. Questo caso potrebbe avere gravi ripercussioni per la futura accessibilità di farmaci essenziali in tutto il mondo. La Novartis non è nuova a questo genere di azioni: già nel 1999 insieme ad altre 38 multinazionali farmaceutiche aveva citato in giudizio il Governo del Sudafrica, allora guidato da Nelson Mandela, per costringerlo a ritirare il “Medicine Act”, una legge che consentiva la produzione in loco di farmaci contro l'Aids a prezzi più contenuti rispetto a quelli praticati dalle multinazionali. Le proteste dell'opinione pubblica di tutto il mondo allora costrinsero le 39 Big Pharma a ritirarsi dal processo nel 2001. Oggi nel mirino c'è il Governo Indiano. L'India è una delle principali fonti di farmaci generici a prezzi accessibili, incluse molte versioni economiche di medicine contro l'Aids. Questa fiorente produzione di farmaci economici e di qualità è stata possibile perché – fino al 2005 – l'India non riconosceva brevetti sui medicinali. Il brevetto assicura all'industria che lo ottiene il diritto di rimanere l'unico produttore di quel medicinale per almeno 20 anni. Il regime di monopolio assicurato dai brevetti fa sì che l'industria possa vendere il farmaco brevettato al prezzo che vuole. Dove i brevetti non sono in vigore, invece, lo stesso farmaco può essere prodotto da diverse industrie in un regime di concorrenza che porta a un notevolissimo abbassamento dei prezzi. Questo è quello che è successo in India fino al 2005. In mancanza di brevetti sui medicinali, alcune industrie farmaceutiche indiane hanno sviluppato una notevole capacità di produrre versioni generiche di qualità di importanti farmaci salvavita contro l'Aids e contro altre malattie. Si tratta di farmaci “copia” di quelli sviluppati dalle multinazionali con la stessa efficacia (la loro qualità è spesso certificata dall'OMS), ma molto più economici. Questi medicinali indiani sono ampiamente utilizzati sia in India che in altri Paesi in via di sviluppo che non hanno capacità produttive e importano dall'India. Oggi circa la metà dei farmaci utilizzati nella lotta all'Aids nei Paesi poveri provengono dall'India. MSF oggi cura 80mila malati di Aids in tutto il mondo e più dell'80% dei medicinali utilizzati provengono dall'India. A partire dal 2005 l'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) ha imposto all'India di concedere i brevetti sui farmaci. Fortunatamente il Governo e il Parlamento indiani hanno approvato una legge molto attenta all'equilibrio tra protezione della proprietà intellettuale e diritti dei pazienti. In particolare la legge indiana stabilisce che i brevetti siano concessi solo per i farmaci veramente innovativi. In questo modo si previene una pratica molto diffusa tra le industrie farmaceutiche che tendono a chiedere brevetti anche per i miglioramenti insignificanti apportati sulle molecole già note e già in commercio. In questo modo le multinazionali ottengono spesso un prolungamento del brevetto e di conseguenza del loro monopolio sulla produzione di quel determinato principio attivo. I farmaci prodotti in regime di monopolio hanno prezzi enormemente più elevati rispetto a quelli per i quali esistono più produttori in regime di concorrenza. Il ricorso della Novartis riguarda una parte cruciale della nuova legge indiana sulla protezione della proprietà intellettuale che impedisce di brevettare come nuovi farmaci i banali miglioramenti apportati su principi attivi già noti (in molti Paesi basta cambiare il sapore del medicinale per ottenere un nuovo brevetto e prolungare il monopolio). Con questa causa Novartis sta cercando di ribaltare una decisione dell'ufficio indiano per i brevetti che nel gennaio 2006 aveva respinto la richiesta della multinazionale di brevettare il Gleevec, un farmaco impiegato nella lotta al cancro. Nel tentativo di ribaltare la decisione con cui le è stato negato il brevetto sul Gleevec la Novartis sta cercando di far dichiarare l'intera legge indiana incompatibile con gli Accordi Internazionali sulla Proprietà Intellettuale (così detti TRIPS) fissati dall'organizzazione mondiale del commercio. In particolare Novartis vorrebbe costringere l'India ad abrogare le misure di salvaguardia per i pazienti contenute nella legge. Se la Novartis vincerà il ricorso contro la legge indiana, perderemo una normativa indispensabile per assicurare la produzione di medicine a prezzi accessibili. In tutto il mondo moltissime persone sono curate con farmaci made in India: se la Novartis vincerà la causa, la loro vita sarà in pericolo.