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u chiamale, se vuoi, emozio ni. Il Cif come una
schiuma da bagno, per
una casa da vivere e non
solo da pulire: piccola
buona idea per casalinghe in cerca (anche loro)
di felicità; dentro la vasca da bagno di tutti i sogni microborghesi, le candele intorno come a un funerale e tanta
tanta schiuma. Certo, qualcuno
dovrebbe avvertire il producer
che la schiuma non è trendy,
nemmeno per
le affezionate
del badedas. E
il pupo che arriva con un
tuffo è pure
troppo, insomma stiamo attenti a non esagerare...Però
va bene, c’è
stato spostamento, foss’anche di un mero
passetto più in
là. A parità di
funzione, non
c’è che il godimento.
Sembra pensarla così anche
Svelto, stessa categoria pensierosa, che però esagera davvero; e
miagola di goduria per essere
sollecitato proprio lì, dove il codice a barre è più vicino al vetro
liscio, alla sonda, alla mano della
stupita vogliosa cassiera. Ammettiamo, non abbiamo capito.
Tranne lo spostamento, certo: dal
dovere al piacere, così letterale
che di più non si può.
Gli spostamenti possono avvenire in molteplici direzioni. Orizzontali, come quelle appena descritte, Oppure verticali, come
quelle che affronta il nuovo telefonino della Siemens, capace di
riprendere una calata di slip in diretta, e dunque altamente indispensabile in ogni occasione.
Specie, si capisce, in quelle più
private e cerebrali.
Che sia chiaro: non stiamo facendo una crociata per i buoni
costumi, e tanto meno per il buon
gusto. Per quello, non si combatte: o c’è o non c’è. Ma ci chiedia-
T
GIULIA CERIANI
PER
FILO&
PER
SEGNO
mo a quale destinatario stia pensando chi concepisce e chi approva campagne siffatte, se lo pensi
spiritoso o si creda tale, se lo voglia scafato oppure solo volgare.
E come si credano persuasive
certe argomentazioni: pensavamo che a questo, in fondo,
almeno ancora per un
po’ la pubblicità dovesse
mirare.
Poi ci sono spostamenti
di latitudine. Ci apprestiamo (previsione facile quanto ovvia) a ricevere tonnellate di citazioni filocinesi in
stile Shangai modern. Ubi
maior. Ma per il momento è
ancora l’India quella più citata,
in due campagne ironiche e gra-
nell’ultimo comunicato Mercedes. Lì, spostamenti nessuno. Solo una villa strabiliante e una
bella fanciulla scollata e sottile
e un signore bello altrettanto
anche se appena imbiancato. Quadri, e scaloni
trionfali. E il parco
nella notte dove appare lei come un cocchio
ancora impacchettato, e
si apre come un dono improvviso. Sale la fanciulla al
volante, e basta una piccola frase
per spezzare l’incanto (o forse,
ingarbugliare altrimenti la fabula). Perché il maturo cavaliere è
in realtà un adorante genitore, e
la natura del desiderio descritto
è ambigua forse, ma non per
questo più interessante. Il lusso, vorremmo ricordare, non
di necessità è uno stereotipo;
la lussuria, per fortuna, ancor meno.
Dall’alto, i film Cif (Lowe Pirella), Svelto (J. Walter
Thompson), Vigorsol Air Action (BBH-Selection), Peugeot
206 (Euro Rscg Mcm), Mercedes SLK (Colnaghi & Manciani/Springer & Jacobi).
SPOSTAMENTI
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ziose, che
continuiamo
a rivedere
con piacere. Vigorsol, e il
serpente
scivola
indietro
attratto
da una forza
straordinaria. Peugeot
Enfant Terrible, e anche il macinino postbellico diventa l’oggetto ardentemente desiderato, quello con cui catturare le pupe come
nei film di Bombay, la testa che
oscilla sul collo dall’altra parte
degli occhi. Una volta di qua,
l’altra di là. India di maniera,
luogo di straniamento per lo spettatore occidentale, eppure efficace nello spostamento dello scenario da quelli consunti, e tanto
peggio avvinti alla categoria di
mercato, a quelli dove il contrasto restituisce ragione, e un sorriso.
Proprio quello che non succede