sterilizzazioni e visite cliniche a gatti di colonia

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sterilizzazioni e visite cliniche a gatti di colonia
REGOLE PER LA STERILIZZAZIONE DEI GATTI DI COLONIA
Si ricorda di presentare gli animali per l’accettazione tassativamente
alle ore 08.00.
Cattura e trasporto di gatti
La cattura dei gatti deve esser effettuata il giorno precedente l’intervento. Per favorire le operazioni di
anestesia è obbligatorio trasportare i gatti esclusivamente in gabbie di rete o metallo. Queste non devono
essere totalmente chiuse da non consentire di vedere il gatto, non devono presentare l’apertura verso l’alto e
devono avere la porta di accesso ben chiusa. I gatti trasportati in gabbie di plastica o vimini o stoffa non
verranno accettati. In ogni trasportino deve essere presente soltanto un gatto. Ogni gatto deve essere
munito di telo, lenzuolo o tappeto assorbente pulito. Gli animali da sottoporre ad intervento chirurgico non
devono manifestare segni clinici di malattie, pertanto non vanno portati se presentano diarrea, raffreddore,
tosse, dimagramento, vomito, dermatiti, inappetenza, eccetera. Animali infestati da pulci devono essere
preventivamente sottoposti a trattamento antipulci al fine di evitare la trasmissione delle stesse. Ai sensi della
nota del Ministero della Salute n. 766-P del 17 gennaio 2012, ad ogni gatto di colonia, senza
distinzione, per evitare che in seguito possa venire nuovamente accalappiato e sottoposto ad
anestesia, verrà asportato un piccolo lembo dell’orecchio destro, massimo 7 mm.
N.B. Si prega di rispettare il numero di gatti prenotati.
Prima dell’anestesia
Ogni eventuale trattamento farmacologico e/o antiparassitario precedente l’intervento deve essere
tassativamente comunicato al personale sanitario. Assicurarsi che gli animali abbiano osservato un digiuno di
almeno 12 ore prima dell’intervento. In caso contrario è obbligatorio informarne il personale sanitario. Il
soggetto a stomaco pieno potrebbe vomitare con possibile aspirazione del materiale alimentare nelle vie
respiratorie. L'acqua può essere lasciata a disposizione dell'animale fino a qualche ora prima dell'intervento.
Animali in lattazione non verranno operati prima che abbiano ultimato lo svezzamento.
Risveglio e rientro in colonia
Nelle 6-8 ore successive all’intervento tenere gli animali in un luogo tranquillo e caldo evitando qualsiasi
stimolo esterno o fonti di rumore. I gatti vanno tenuti nelle gabbie, al riparo dalla luce. È vivamente
sconsigliato fornire alimento nelle 12 ore successive all’intervento. È possibile fornire acqua 6-8 ore dal
termine dell’intervento. Durante la fase di risveglio e nelle ore successive è possibile che l’animale manifesti
tremori, vocalizzazioni, agitazione, vomito, effetti dell’anestesia. Solitamente, 24 ore dopo l'intervento,
l'animale risulta ben sveglio. Tuttavia, in alcuni casi può presentare ancora barcollamenti e stato di apatia,
pertanto è bene accertarsi che l'animale abbia recuperato completamente prima di reinserirlo in colonia. Il
reinserimento nella colonia non deve avvenire prima che siano trascorsi tre giorni dall’intervento.
Nei giorni successivi all'intervento
L’animale sottoposto ad intervento non si deve leccare la ferita, altrimenti questa si può infettare, presentandosi
arrossata, dolente, gonfia, con essudato, talvolta purulento. In questi casi è consigliabile far indossare al proprio
gatto un collare elisabettiano, fino all'avvenuta cicatrizzazione. La sutura, solitamente, viene praticata con punti
intradermici e riassorbibili, pertanto non è necessario dover riportare l'animale in ambulatorio per togliere gli
stessi. Va segnalata al medico veterinario qualsiasi anomalia relativa alla ferita ed al comportamento
dell'animale nei giorni successivi all'intervento. Il medico veterinario valuterà, caso per caso, se si rende
necessario prolungare la terapia anti-infiammatoria oppure antibiotica già praticata in sede operatoria.
N.B: in caso di necessità, si prega di disdire anticipatamente l’appuntamento preso, in caso
contrario non si garantiscono ulteriori appuntamenti in tempi brevi.
N.B: la normativa vigente NON prevede la sterilizzazione GRATUITA dei gatti adottati, ma
soltanto dei soggetti che vivono all’interno delle colonie regolarmente censite. Pertanto, in caso
di adozione, trattandosi di animali di proprietà, la sterilizzazione DOVRA’ essere fatta a spese
del proprietario dal medico veterinario libero professionista .
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Comune di Roma.
Regolamento comunale sulla tutela degli animali
Titolo V: Gatti
art. 37 - Definizione dei termini usati nel presente titolo.
1. Per “gatto libero” si intende un animale che vive in libertà, di solito insieme ad altri gatti.
2. Per “colonia felina” si intende un gruppo di gatti, minimo due, che vivono in libertà e frequentano
abitualmente lo stesso luogo. La presenza della colonia felina può essere segnalata tramite apposito cartello.
3. La persona che si occupa della cura e del sostentamento delle colonie di gatti che vivono in libertà è
denominata “gattaro” o “gattara”.
art. 38 - Tutela dei gatti liberi.
1. I gatti liberi che vivono nel territorio sono tutelati dal Comune.
art. 39 - Compiti dell’Azienda USL.
1. L’Azienda USL provvede in base alla normativa vigente, alla sterilizzazione dei gatti liberi reimmettendoli
in seguito anche tramite gattare ed associazioni animaliste all’interno della colonia di provenienza. Provvede
altresì alla vigilanza sanitaria sulla corretta gestione delle colonie stesse.
art. 40 - Cura delle colonie feline da parte dei/delle gattari/e.
1. Il Comune riconosce l’attività benemerita dei cittadini che, come gattari/e, si adoperano per la cura ed il
sostentamento delle colonie di gatti liberi e promuove periodici corsi di informazione in collaborazione con il
Servizio Veterinario dell’Azienda Sanitaria USL competente per territorio e le Associazioni di volontariato
animalista.
2. Chi intende accudire una colonia felina deve fare richiesta al Servizio Veterinario dell’Azienda USL. In caso
di accettazione della domanda, verrà rilasciata apposita attestazione che sarà inviata per conoscenza al
competente Ufficio comunale per la tutela degli animali.
3. Al cittadino o cittadina gattaro/a è permesso l’accesso, al fine dell’alimentazione e della cura dei gatti, a
qualsiasi habitat nel quale i gatti trovano cibo, rifugio e protezione.
4. La cattura dei gatti liberi, per la cura e la sterilizzazione, potrà essere effettuata dai/dalle gattari/e o da
personale appositamente incaricato dall’Amministrazione Comunale.
art. 41 - Colonie feline.
1. Le colonie feline sono tutelate dal Comune di Roma che, nel caso di episodi di maltrattamento, si riserva la
facoltà di procedere a querela nei confronti dei responsabili secondo quanto disposto dal Codice Penale.
2. Le colonie feline che vivono all’interno del territorio comunale sono censite dal Servizio Veterinario
Azienda USL competente per territorio in collaborazione con l’Ufficio competente per la tutela degli animali,
le associazioni ed i singoli cittadini. Tale censimento deve essere regolarmente aggiornato sia al riguardo
del numero dei gatti che delle loro condizioni di salute.
3. Le colonie feline non possono essere spostate dal luogo dove abitualmente risiedono; eventuali trasferimenti
potranno essere effettuati in collaborazione con il competente Servizio Veterinario Azienda USL competente
per territorio ed esclusivamente per comprovate e documentate esigenze sanitarie riguardanti persone o gli
stessi animali o comprovate motivazioni di interesse pubblico.
art. 42 - Alimentazione dei gatti.
1. I/le gattari/e potranno rivolgersi anche alle mense delle scuole comunali per il prelievo di avanzi alimentari
da destinare all’alimentazione dei gatti, oppure ad altre forme di approvvigionamento alimentare che potranno
essere successivamente istituite allo stesso scopo.
2. I/le gattari/e sono obbligati a rispettare le norme per l’igiene e del suolo pubblico e del decoro urbano
evitando la dispersione di alimenti, provvedendo alla pulizia della zona dove i gatti sono alimentati dopo ogni
pasto ed asportando ogni contenitore utilizzato per i cibi solidi ad esclusione dell’acqua.
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Colonie feline.
Corretta gestione e prevenzione delle zoonosi.
Istruzioni per gli zoofili
Con la presente desideriamo fornire indicazioni alle persone che si occupano dell’alimentazione e della cura
dei gatti che vivono allo stato libero, su alcuni accorgimenti da tenere. Ciò aiuterà a migliorare lo stato
sanitario delle colonie feline e nello stesso tempo ad evitare che le modalità non corrette di accudimento,
possano causare la trasmissione di malattie all’interno della stessa colonia felina e da questa all’uomo. E’
opportuno segnalare che comportamenti non corretti spesso determinano inconvenienti igienico sanitari e
scatenano proteste da parte dei cittadini, danneggiando, così, quel rapporto tra uomo e animale che invece
tanto beneficio porta alle nostre relazioni.
Le malattie dei gatti trasmissibili all’uomo di maggiore importanza
Le malattie che gli animali possono trasmettere all’uomo vengono chiamate zoonosi. La trasmissione di una
malattia richiede il contatto diretto con l’animale malato più precisamente con i suoi secreti (nasali, oculari,
saliva e feci) il cui contatto si può evitare con semplici norme igieniche.
Malattia da graffio di gatto definita “linforeticolosi da inoculazione” perché nel punto del graffio si
manifesta entro 3-10 giorni una lesione cutanea e il rigonfiamento del linfonodo vicino. Solitamente è ad
andamento benigno e regredisce spontaneamente entro 2/6 mesi.
Nelle persone immunodepresse può assumere forma grave e generalizzata.
Toxoplasmosi causata da un protozoo. Il gatto, quasi sempre asintomatico, si infetta mangiando carni crude
di roditori ed uccelli. L’uomo si può infettare mangiando carne cruda o poco cotta, verdure crude non ben
lavate e contaminate da feci di gatto eliminatore del parassita. La malattia è grave per le donne in gravidanza
che non abbiano prima sviluppato gli anticorpi, Si può evitare seguendo le usuali norme igieniche (usare
guanti quando si viene a contatto con terreno, carne cruda e vegetali crudi e durante la pulizia delle lettiere
dei gatti e lavarsi bene le mani con acqua e sapone ogni qual volta si viene a contatto con gli oggetti sopra
citati).
Larva migrans causata dall’ingestione di uova di ascaridi con modalità simile alla contaminazione che si ha
nella toxoplasmosi, i sintomi nell’uomo sono vari a seconda degli organi colpiti dalla larva del parassita; la
malattia si può evitare prendendo precauzioni con modalità simili alla toxoplasmosi: curare l’igiene delle
mani quando si toccano terra, piante e gatti sconosciuti ed usare guanti per la pulizia della lettiera .
Micosi causata da funghi microscopici, si trasmette per contatto diretto con un gatto malato. Nell’ uomo si
sviluppano una o più lesioni cutanee simili a quelle che si vedono nel gatto. La malattia si cura con
trattamenti specifici.
Le Malattie più “importanti” dei gatti
Micosi: è una malattia causata da miceti, tali microrganismi sono onnipresenti nell’ambiente. Le specie che
causano sintomi sono responsabili di patologie gravi solo in soggetti predisposti perché debilitati. Le lesioni
sulla cute appaiono rotondeggianti con assenza di pelo e leggermente arrossate.
Rogna: la malattia è dovuta ad un acaro che nel gatto più frequentemente provoca la forma auricolare;
l’animale colpito presenta scuotimento della testa e grattamento dell’ orecchio fino a provocarsi lesioni.
Complesso del granuloma eosinofilico (ECG): non è una malattia vera e propria ma una reazione
dell’organismo del gatto verso differenti cause. Si presenta con diverse forme e localizzazioni: l’animale può
presentare prurito e leccamento; le cause sono ancora ignote, e la cura è sintomatica.
Malattie virali
Immunodeficienza felina (FIV) la sua gravità consiste nell’abbassamento delle difese immunitarie che
predispone l’organismo a contrarre altre malattie virali e/o batteriche. Si trasmette con il morso. Non esiste
terapia.
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Peritonite infettiva (FIP) colpisce soprattutto gatti in età compresa fra 6 mesi e 3 anni. Il virus danneggia
numerosi organi interni causando sintomi gastroenterici e respiratori. Non esiste terapia.
Leucemia Felina (FELV): malattia molto grave che presenta sintomi vari sia a livello gastroenterico che
respiratorio. Non esiste terapia.
Gastroenterite infettiva: colpisce soprattutto gatti giovani causando sintomi intestinali. E’ altamente
contagiosa per gli altri gatti: per questo è consigliabile vaccinare soprattutto i giovani.
Influenza felina :malattia che presenta sintomi respiratori: starnuti, tosse, scolo nasale ed oculare per la
quale è consigliabile vaccinare.
Parassiti interni
Ascaridi: parassiti interni, visibili ad occhio nudo nelle infezioni massive nel qual caso provocano sintomi
gravi con diarrea, vomito e pelo opaco; nei gattini si possono avere gomitoli di ascaridi nel vomito.
Trattamento farmacologico con antiparassitari (vermifughi).
Tenia: la tenia più comune nel gatto è il Dipylidium caninum. Il gatto si ammala ingerendo pulci che
contengono il parassita oppure l’uovo del parassita eliminato con le feci di altri gatti infetti. La gravità dei
sintomi è legata al numero di parassiti presenti nell’organismo del gatto: può essere presente diarrea,
deperimento, sintomi neurologici nei casi più gravi. Trattamento farmacologico con antiparassitari
(vermifughi).
Coccidi: parassiti microscopici, provocano diarrea emorragica nei casi gravi debilitando i mici. Trattamento
con sulfamidici.
Come comportarci nella somministrazione del cibo
Somministrare il cibo regolarmente, possibilmente ad orari fissi e restare sul posto mentre gli animali
mangiano così da farli abituare alla presenza della persona che li accudisce. Durante tali operazioni si
consiglia di utilizzare guanti monouso.
Riferimenti Normativi
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Legge n° 281 del 14/8/1991 “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del
randagismo”
Legge Regionale n° 34 del 21/10/1997 “Tutela degli animali di affezione prevenzione del
randagismo”
Regolamento del Comune di Roma sulla Tutela degli animali 2/10/2005
Regolamento Veterinario del Comune di Roma delibera 1017/80
Il Servizio Veterinario dell’Azienda USL RM A effettua il censimento dei gatti vaganti su indicazione degli
zoofili che si occupano della cura e dell’alimentazione delle colonie feline.
I veterinari della ASL eseguono le sterilizzazioni e le visite cliniche dei gatti regolarmente censiti che
vengono condotti presso l’ambulatorio dagli stessi zoofili. Questi ultimi provvedono alla degenza postoperatoria, alle terapie necessarie prescritte e alla reintroduzione dei felini nella propria colonia di
appartenenza.
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