Lo tsunami che ha cambiato la vita

Transcript

Lo tsunami che ha cambiato la vita
Valli Giudicarie e Rendena
l'Adige
CAMPIGLIO
La coppia ha costituito la fondazione Moses
realizzando fino a oggi 7 scuole in 7 comunità
per 1.300 bambini birmani sfollati in Tailandia
domenica 16 dicembre 2012
53
Il primo progetto venne concluso nel luglio 2006
quando inaugurarono un villaggio grazie all’appoggio
di tanti enti e persone. Fra pochi giorni la partenza
Lo tsunami che ha cambiato la vita
L’opera di Patrizia e Francesco Baietti
in aiuto delle popolazioni che li salvarono
GIULIANO BELTRAMI
MADONNA DI CAMPIGLIO - Una
catastrofe può cambiarti la vita in meglio? Messa così è un
po’ forte, tuttavia rende l’idea.
Ciò che è accaduto dopo lo tsunami ad una coppia di Campiglio, più o meno, ha questo significato.
Patrizia e Francesco Baietti erano sulla spiaggia tailandese quel
giorno di Santo Stefano del
2004. Hanno visto l’onda arrivare e sono scappati, così com’erano, in costume, risalendo
verso un gazebo, dove li ha beccati l’onda, sbatacchiandoli
contro il tetto del gazebo, che
per fortuna ha tenuto. A sentirla raccontare ti si accappona la
pelle. Altra fortuna: l’onda non
è arretrata subito, ché li avrebbe risucchiati, ma lentamente,
così se la sono cavata. Anche
se «le conseguenze, sul piano
psicologico, le paghi per un bel
po’», racconta Francesco, nei
cui occhi sono rimaste le immagini e nelle orecchie il rumore,
della spiaggia sconvolta dall’acqua, dei corpi dei malcapitati.
Per tre giorni i due, come racconta con il suo accento bolognese Francesco, sono stati rifocillati dagli abitanti del posto,
poveri in canna, ma sensibili e
solidali.
FIAVÉ
Patrizia e
Francesco Baietti
in Birmania per
il progetto della
fondazione
Moses da loro
creata dopo lo
tsunami del 26
dicembre 2004
quando vennero
salvati dai locali
Poi tutto è tornato alla normalità: gli italiani sono stati i primi ad essere imbarcati per il ritorno in patria. Sull’aereo, accanto al personale di volo, erano presenti anche gli psicologi.
Normalità è una parola grossa:
non cancelli quei traumi in un
amen! Passato un mesetto,
Francesco e Patrizia hanno provato a contattare alcuni di coloro che avevano conosciuto là,
con un obiettivo: fare qualcosa
per quella terra.
Come fare? «Ci vuole uno strumento, anche perché da soli...».
Ecco la fondazione di Moses,
acronimo per dire Madonna di
Campiglio opera per l’emergenza e la solidarietà, ma anche con
un significato simbolico: salvati dalle acque. Con grande testardaggine Patrizia ritrova due
ragazzi di Sirmione in viaggio
di nozze, conosciuti poco prima dello tsunami in una gita in
barca. «Hanno dato subito l’adesione, anche se hanno dichiarato di non voler più andare là
- racconta Francesco - ed è comprensibile: ognuno reagisce in
modo diverso».
Fra pochi giorni i coniugi campigliani ripartiranno, per rimanere in Birmania fino a marzo.
Ed è proprio a marzo, nel 2005,
che hanno affrontato la prima
esperienza. «Sono stati dieci
giorni magici, magici! - esclama
il protagonista - perché abbia-
mo creato i presupposti per il
progetto, che sarebbe partito
in luglio». Progetto di costruzione di un villaggio in Tailandia
per gente che aveva perso tutto. «Villaggio in muratura, inaugurato il 27 luglio 2006 alla presenza dell’ambasciatore e del
vescovo».
Fatto il villaggio, e dopo? «Non
ci avevamo pensato. In quella
zona ci sono pochi turisti e nessun italiano. Un giorno sentiamo con un certo stupore parlare italiano». Era un ragazzo svedese, il quale, conversando con
i campigliani, li informa che la
sua ragazza, tailandese, lavora
in un’organizzazione non governativa che aiuta gli immigrati
birmani.
Birmania. «Sulla collina spelacchiata dove ci siamo salvati - ricorda Francesco - ogni tanto
uscivano dal bosco dei birmani clandestini, scappati dalla
dittatura. Sono morti a migliaia di stenti, senza diritti civili,
senza nulla».
La ragazza parla a Francesco e
Patrizia delle tre scuole avviate con il finanziamento degli italiani. I due e scoprono che a gestirla è Iscos, la onlus della Cisl.
«Questa iniziativa ci ha aperto
un mondo di situazioni drammatiche impensabili. Con una
parte di denaro di Iscos ed una
parte di soldi avanzati dalla costruzione del villaggio siamo
partiti con i corsi». La raccolta
fondi meriterebbe un capitolo
a sé, perché qui c’è la fantasia
vera: Moses ha trovato Comune di Trieste, pubblicità sui taxi di Bologna, Provincia di Trento, amici... «Conoscenza per favorire convivenze». Questo il titolo del progetto di istruzione
per birmani in Tailandia. «Istru-
zione per bambini, tailandese
per gli adulti, mediazione linguistica sia per i rapporti con
gli ospedali che con la polizia,
per i permessi di soggiorno». Da
cosa nasce cosa. Attraverso la
conoscenza di due Focolarini
Moses arriva in Birmania (all’inizio clandestinamente), dove trova campi di gente di etnia
Karen fuggita dai villaggi e dalla pulizia etnica della Giunta militare. «Oggi abbiamo 7 scuole
in 7 comunità, per 1.300 bambini. Ora le agenzie dell’Onu si
stanno muovendo dopo gli ultimi cambiamenti in Birmania.
C’è un piano di rientro di
150.000 birmani dalla Tailandia,
ma non sarà così facile, perché
circa 20.000 lavorano, quasi gratis, dando linfa all’economia tailandese».
Insomma, c’è ancora molto lavoro per Moses, onlus a gestione familiare, termine che non
deve suonare dispregiativo, anzi dimostra che anche in pochi,
se c’è volontà, si può arrivare
lontano.
Lavori all’ex Canonica dal prossimo anno
FIAVÉ - Il prossimo anno
inizieranno i lavori di
riqualifica dell’edificio excanonica, nel centro storico
di Fiavé, per un impiego di
risorse complessivo pari a
678mila euro, dei quali
499mila destinati ai lavori
edili. «Il comune l’ha pagata
due volte» ha scherzato in
un passaggio la sindaca
Nicoletta Aloisi nel
presentare il progetto alla
popolazione la scorsa sera a
Fiavé. Una frecciatina nel
rievocare la storia
dell’edificio: venne infatti
comperato dall’allora
amministrazione alla fine
della guerra per 1194 fiorini
da un tal Sottini per
destinarlo ad abitazione del
parroco, quando poi in
tempi più recenti, a metà
anni ‘90, l’oratorio del paese
venne ristrutturato vi si
ricavò anche un
appartamento per il curato e
l’edificio in questione
ritornò nella disponibilità
del comune, che pagò però
altri 146 milioni di vecchie
lire per estinguere il diritto
di usufrutto della parrocchia
e disporre del bene
pienamente. Da allora
l’immobile, per tutti l’excanonica, è diventato luogo
d’incontro per
l’associazionismo culturale
a sportivo locale, fino ai
Il sindaco Nicoletta Aloisi
giorni nostri nei quali lo
stabile necessita di
sistemazione per essere
riaperto al pubblico. La
concertazione sulla
destinazione d’uso è ancora
in corso, ma lo stato di
degrado dell’immobile non
permetteva di procrastinare
l’intervento, così la scorsa
sera è stato presentato alla
popolazione il progetto
definitivo redatto
dall’ingegner Alberto Flaim.
Si tratta al momento del
recupero del tetto, dei solai
e delle facciate esterne e del
consolidamento strutturale
dell’intero edificio. Oltre alla
centrale termica, un paio di
locali a disposizione e il
vano ascensore per il
seminterrato, al piano
superiore sorgerà una sala
riunioni, un piccolo punto
lettura ed i relativi servizi
igienici mentre i piani
successivi verranno lasciati
allo stato grezzo, in attesa di
definirne la tipologia di
utilizzo finale. Durante la
presentazione del progetto
preliminare in consiglio
comunale, in primavera, si
era ipotizzato di realizzare
degli appartamenti ai piani
superiori, ipotesi poco
gradita al gruppo di
minoranza guidato da Paolo
Bronzini, ma pare oggi più
probabile che una parte
venga affidata agli Usi Civici
per farne la propria sede, e il
dialogo con
l’amministrazione su questa
ipotesi è in stato avanzato,
mentre il resto dello stabile
dovrebbe mantenere una
destinazione di tipo sociale.
Nel bilancio di previsione
del comune per l’anno
venturo è stata inoltre
inserita una spesa di circa
300mila euro per il completo
recupero dell’edificio nel
2014, in aggiunta agli
interventi illustrati la scorsa
sera, con la sistemazione
dell’impiantistica, degli
esterni, dell’ascensore e
degli arredi.
«La caccia nel tempo» ultimo lavoro di Emanuele Bonomi
PINZOLO - La caccia nel tempo» di
Emaunele Bonomi, viene presentato questa
sera al PalaDolomiti con inizio alle 21.15.
«Il progetto di realizzare un
cortometraggio» spiega il giovane regista
di Pinzolo «si pone al termine di due anni
di studio della tecnica cinematografica,
nello specifico del montaggio audiovisivo»
e aggiunge «ho voluto dare il mio
contributo nel promuovere il nostro
territorio sotto vari aspetti».
Nello sviluppo della storia, Bonomi ha
tenuto presente «il patrimonio folkloristico
della nostra valle e, più in generale, dell’ex
Südtirolo, leggende quali la Danza Macabra
e la Caccia Selvaggia».
G. Le.
G2120108
Recupero da 1 milione