Vigilantes ucciso con un colpo alla testa
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Vigilantes ucciso con un colpo alla testa
Martedì 20 dicembre 2011 LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 www.lagazzettadelmezzogiorno.it Redazione: corso Umberto, 15 - Tel. 099/4580211 - Fax: 080/5502380 - Email: [email protected] Pubblicità-Publikompass Taranto: via Cavallotti, 90 - Tel. 099/4532982 - Fax: 099/4533179 Necrologie: www.gazzettanecrologie.it - Gazzetta Affari: 800.659.659 - www.gazzettaffari.com LE ALTRE REDAZIONI Bari: Barletta: 080/5470430 0883/341011 Foggia: Brindisi: 0881/779911 0831/223111 Lecce: Matera: 0832/463911 0835/251311 Potenza: 0971/418511 Tirana (Albania): 00355/4257932 ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00; trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/5470205, dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/5470227, e-mail [email protected]. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/5470213 CRIMINALITÀ LA VITTIMA È IL TARANTINO FRANCESCO MALCORE, 35 ANNI, SPOSATO E PADRE DI DUE BAMBINI, DA DIECI ANNI ALLE DIPENDENZE DELL’ISTITUTO VIS UN NATALE CHE LA MALA HA SPORCATO DI SANGUE di DOMENICO PALMIOTTI È purtroppo anche un Natale di sangue oltre che di crisi quello che ci apprestiamo a vivere. La malavita, scagliando un’offensiva senza precedenti, ha deciso di sporcare una festa che è dedicata alla famiglia e agli affetti più cari. E lo ha fatto uccidendo senza pietà un giovane vigilantes che stava solo facendo il suo lavoro. Nessuno, è evidente, si augurava un omicidio ma le premesse, purtroppo, da qualche tempo c’erano tutte. Se rileggiamo i fatti di cronaca delle ultime settimane, notiamo un’impressionante escalation. E non è più l’agguato teso ai titolari di esercizi commerciali in prossimità dell’orario di chiusura, benchè anche quest’episodio sia grave, perchè la mala ha alzato terribilmente il tiro. Si è fatta più spavalda, più aggressiva, più cruenta. Non esita a trascinare per terra le anziane scippate pur di impossessarsi della loro borsa con i soldi. E non ha paura di sparare o ferire a coltellate le proprie vittime come è accaduto, nell’ordine, nella stazione di servizio lungo la Taranto-Grottaglie, al rappresentante di preziosi in via Galeso ai Tamburi e all’addetta alle pompe di carburante all’ingresso di Statte. Citiamo questi episodi - e altri potremmo aggiungerne - proprio per evidenziare la rabbiosa reazione della mala, probabilmente ritrovatasi anch’essa nel vortice della crisi, a corto di soldi, e quindi nell’impossibilità di finanziarsi. A questi episodi ora si è aggiunto un omicidio. Tutto questo non sarà forse ascrivibile alla pressione dei clan quanto, piuttosto, a singoli pezzi del crimine se non proprio a singoli elementi. Ma questo non modifica affatto la gravità e l’eccezionalità del momento. Occorre una risposta dello Stato altrettanto energica e incisiva perchè questa maledetta «febbre» sia subito abbassata. Se serve fare terra bruciata, lo si faccia. I cittadini onesti e lavoratori non possono soccombere, nè vivere nella paura. 6GmSJU50JcBu+Dm1EhraYH62YsBrLjFQ+LyCcF+e+gU= Ammazzato un vigilantes Drammatica rapina all’esterno dell’Unicredit di via Orsini I banditi hanno atteso l’arrivo del blindato davanti all’istituto ed uno di loro si è poi avvicinato alla guardia. Colpita alla testa UCCISO CON UN COLPO ALLA TESTA Per terra, davanti ad uno degli ingressi dell’agenzia Unicredit, il corpo senza vita del vigilantes Francesco Malcore, di 35 anni. La guardia ha cercato di opporsi alla rapina ma è stato sparato alla testa da uno dei due banditi che poi sono fuggiti [foto Todaro] l Finisce con la morte di un vigilantes la rapina messa a segno ieri all’esterno dell’agenzia Unicredit di via Orsini nel rione Tamburi. La vittima è Francesco Malcore, 35 anni, tarantino, dipendente da dieci anni dell’istituto di vigilanza Vis, sposato e con due bambini di 2 e 5 anni. L’uomo si accingeva a consegnare il plico con il denaro (30mila euro) alla banca quando è stato affrontato da uno dei due banditi poco prima usciti da un’auto parcheggiata nelle vicinanze. Il malvivente ha chiesto i soldi, il vigilantes ha messo mano alla pistola e a quel punto il rapinatore ha sparato. Malcore è stato raggiunto da un colpo alla testa. MASSARI E MAZZA ALLE PAGINE II E III >> CASTELLANETA Rogo mortale i testimoni disertano sentenza a gennaio SERVIZIO A PAGINA XI PULSANO Nasconde bomba in casa di conoscente: preso SERVIZIO A PAGINA XII >> SAN GIORGIO Schianto tra due auto con tre feriti SERVIZIO A PAGINA XII >> COLPO DA 55MILA EURO IN VIA CUGINI INCASTRATI DALLE INDAGINI DEI CARABINIERI Lo affiancano Benzinaia ferita rompono il vetro confessano dell’auto e rubano i giovani fermati l La giornata di ieri, oltre alla tragedia del rione Tamburi con il vigilantes ammazzato da un rapinatore, registra anche un’altra drammatica rapina. E’ avvenuta intorno alle 9 in via Cugini, vittima il dipendente di una stazione di servizio che si stava recando in banca per consegnare l’incasso del week-end: 55mila euro. L’uomo che era in macchina è stato affiancato, ad un certo punto, da due banditi in moto. La vittima ha pensato che i due volessero segnalargli qualcosa e invece uno dei due malviventi ha mostrato una pistola, evidenziando così che le finalità erano ben altre. Poichè il dipendente della stazione di servizio non si fermava, uno dei due banditi ha quindi rotto il vetro dell’auto e con una mossa fulminea ha rubato il marsupio che l’uomo teneva poggiato sul sedile accanto a quello del guidatore portandolo via. Dentro c’erano i soldi che di lì a poco dovevano essere portati in banca. l «Si è vero, siamo stati noi». Inchiodati dalle riprese televisive del sistema a circuito chiuso, dalle intercettazioni ambientali effettuate nella caserma dei carabinieri dove erano stati portati per essere interrogati, dai tabulati telefonici che dimostravano la loro presenza nella zona del colpo, hanno deciso di confessare i tre presunti rapinatori fermati dai carabinieri della compagnia di Massafra, diretti dal capitano Fabio Bianco. Si tratta di tre giovani di Palagiano: Giuseppe Carriero, Graziano Abbatangelo, Giovanni Schinaia. Secondo l’accusa, i tre - tutti difesi dall’avv. Ignazio Dragone - nel corso della rapina, avvenuta il 26 novembre scorso, avevano ferito ad una mano la benzinaia che tentava di divincolarsi dalla loro presa. SERVIZIO A PAGINA II >> SERVIZIO A PAGINA III >> Graziano Abatangelo Giuseppe Carriero Giovanni Schinaia II I TARANTO PRIMO PIANO Martedì 20 dicembre 2011 CRIMINALITÀ VIA ORSINI Ieri intorno alle 15 due malviventi sono in azione quando hanno visto ASSALTO ALL’UNICREDIT DEI TAMBURI entrati fermarsi il furgone dell’istituto di vigilanza Vis Vigilantes ucciso con un colpo alla testa Sorpreso dalla reazione della guardia, uno dei due banditi spara MARISTELLA MASSARI l La stellata delle luminarie che sovrasta tutta la via Orsini, il salotto buono del quartiere Tamburi, stride con quel paio di scuri e pesanti anfibi che spuntano immobili dalla porta girevole dell’Unicredit. Francesco Malcore, 35 anni, padre di due figli di 2 e 5 anni, sposato, guardia giurata, è stato ucciso a bruciapelo con un colpo di pistola alla tempia da due rapinatori. Stava facendo il suo lavoro. Le Cassandre che andavano predicando da tempo che, dopo una lunga escalation di rapine sempre più violente, prima o poi in città ci sarebbe scappato il morto, sono state tristemente accontentate. Francesco Malcore vestiva l’uniforme blu della «Vigilanza Vis» da oltre 10 anni. Nonostante la sua giovane età, era considerato uno degli uomini di punta dell’istituto di vigilanza. Sempre attento, sempre puntuale nell’esecuzione del suo lavoro. Ieri il suo zelo lo ha condotto dritto all’appuntamento con la morte. Malcore ieri pomeriggio era nel turno del portavalori. Con un collega doveva portare denaro in contanti alla filiale della Unicredit-Banca di Roma dei Tamburi. Nel «bussolotto» di soldi ce n’erano parecchi. C’è chi dice 30mila euro, chi ancora di più LA VITTIMA Francesco Malcore, 35 anni, sposato e padre di due bambini di 2 e 5 anni La morte di Francesco Malcore, tarantino Si abbassino le luci di. Natale difronte a questa tragedia Più di dieci rapine dall’inizio di dicembre messe a segno tra Taranto e la provincia, quattro delle quali finite nel sangue: il benzinaio bastonato a Ginosa, la sua collega ferita da tre malfattori con una coltellata alla mano, il rappresentante di preziosi colpito da tre fucilate e l’ultima, la più drammatica, quella in cui ha perso la vita un giovane padre. Una pericolosa escalation di violenza e soprusi a cui le Forze dell’Ordine tengono quotidianamente testa, come dimostrano gli arresti di rapinatori e malviventi documentati in altri articoli di queste pagine. Ma la trage- dia della famiglia Malcore ha qualcosa di diverso. La morte di Francesco, 35 anni soltanto, un lavoratore instancabile che non si risparmiava mai per non far mancare nulla alla sua giovane e bella famiglia, si abbatte come una scure sulla città addobbata a festa. Francesco Malcore e la moglie Gabriella avevano costruito un progetto comune di famiglia e avevano puntato su Taranto. Forse sarebbe giusto che la città rendesse un ultimo tributo a questo sfortunato figlio del popolo e, almeno per un giorno, abbassasse le luminarie. [M.Mas.] GLI INQUIRENTI Il primo sopralluogo ieri pomeriggio considerato il fatto che il denaro doveva servire a «coprire» il pagamento delle tredicesime di diverse aziende che hanno il conto proprio in quell’istituto di credito. Malecore e il suo collega arrivano di fronte alla banca intorno alle 15. Via Orsini, nonostante manchi una manciata di giorni al Natale, ancora sonnecchia. Le due guardie giurate seguono scrupolosamente le procedure previste per le consegne. Dal furgone controllano la situazione. Sembra tutto calmo. Allora Francesco Malcore esce, prende il sacco con il denaro e si avvia verso la porta scorrevole della banca. È questione di attimi. Da una vecchia Fiat 500 parcheggiata su via Basento, che più tardi risulterà rubata, di fronte alla guardia giurata si materializzano due banditi. Sembra che i rapinatori non avessero nemmeno il volto tra- visato. «Dacci il sacco dei soldi», dice uno dei due rapinatori puntando una pistola alla testa del vigilantes. Malcore ha una reazione d’istinto. Si porta la mano sulla fondina, cerca di fare un balzo all’interno della banca e estrae la pistola d’ordinanza. Sarà la sua condanna a morte. Uno dei banditi, quello armato di pistola, colto forse di sorpresa dalla improvvisa e decisa reazione della guardia giurata, preme il grilletto. Da distanza ravvicinata colpisce Malcore alla tempia destra. Il vigilantes si accascia pesantemente sullo zerbino di cocco della banca. Resta immobile mentre la sua vita lo abbandona. I malviventi, a quel punto, gli strappano il sacco con il denaro e fuggono a piedi verso la vicina chiesa di San Francesco de Geronimo. Ad attenderli, con tutta probabilità, c’è un complice con un’altra vettura che garantirà loro la fuga. In quel momento la banca è piena di clienti. Chi è in fila e da le spalle alla porta non si accorge quasi di nulla. Sente il colpo di pistola e pensa ad un botto di Capodanno. Purtroppo non è così. In un attimo la tragedia si materializza in tutta la sua drammaticità. Malecore resta esanime sulla soglia della banca. Intorno a lui accorrono i colleghi, la moglie, che lavora nella vicina farmacia «Clemente», la folla degli abitanti del popoloso quartiere, i Carabinieri. Saranno questi ultimi a ricostruire la dinamica della rapina finita in omicidio. Gli investigatori, coordinati dal pm di turno Daniela Putignano, stanno cercando di dare un volto ai rapinatori. Due uomini senza pietà, senza morale, due bestie avide che hanno preferito giustiziare un padre di famiglia piuttosto che rinunciare ad un lauto bottino. LA RAPINA IERI ALLE 9, NEL TRAFFICO DI VIA CUGINI, IL DIPENDENTE DI UNA STAZIONE DI SERVIZIO È STATO AFFIANCATO E MINACCIATO Rompono il vetro dell’auto e rubano il marsupio con 55mila euro l Freddi, determinati, lucidi. Spesso, di fronte alla reazione della vittima, non si lasciano intimorire. Tutt’altro, rilanciano. È l’identikit dei nuovi rapinatori, malviventi sempre più giovani e sempre più pericolosi. Capaci, com’è accaduto tragicamente ieri pomeriggio davanti alla banca di via Orsini e, ancora, l’altra notte in via Galeso, sempre al rione Tamburi, anche di esplodere tre fucilate e di ferire la vittima di turno che, in preda al terrore, provava istintivamente a fuggire. L’ultimo colpo, ieri mattina, prima della drammatica rapina che ha ucciso il povero Francesco Malcore, è andato a segno alle 9 in una delle strade più trafficate della città, via Cugini, in un orario di punta quando le auto che intasano gli incroci e decine di passanti sono impegnati nelle ultime compere per il Natale. Ancora una volta, vittima dei banditi è un benzinaio. Le stazioni di servizio scambiate per bancomat, capaci di «erogare» con poco sforzo, denaro contante. Un minuto per terrorizzare il malcapitato di turno, mostrargli i denti e i muscoli per far comprendere in un microsecondo chi è il più forte e chi, invece, di fronte alla brutalità della minaccia, deve soccombere e arrendersi a perdere denaro, 6GmSJU50JcBu+Dm1EhraYGkWawqyXFA6OP0fP/deu/4= VIA CUGINI Qui ieri colpo da 55mila euro serenità e pace. È successo ancora. Il benzinaio, dipendente di una stazione di servizio era in auto, nel traffico di via Cugini. Accanto a sé aveva il marsupio con l’incasso della notte. Stava portando il denaro in banca (ben 55mila euro) per versarlo quando, all’improvviso, due brutti ceffi a bordo di uno scooter hanno raggiunto la sua auto. L’uo- mo, sulle prime, ha creduto che i due volessero semplicemente segnalargli qualcosa, magari una mancata precedenza o una manovra poco corretta. Invece i motociclisti hanno proseguito la marcia accanto a lui fino a quando il passeggero, che viaggiava sul sedile posteriore del mezzo a due ruote, non gli ha mostrato una pistola. Il benzinaio, in preda al panico, ha proseguito la marcia. È stata questione di istanti. Prima che l’uomo potesse allontanarsi, il bandito ha mandato in frantumi il vetro dell’auto e si è infilato nell’abitacolo. Si è allungato giusto il tempo per arraffare il marsupio del benzinaio e poi i due malfattori sono fuggiti. Al malcapitato non è rimasto altro da fare che chiamare il 113. L’uomo è stato raggiunto da un’auto della sezione Volanti e sono state avviate le indagini. Il rapinato ha cercato di ricostruire tutte le fasi della drammatica scena. L’uomo ha saputo però fornire un identikit solo approssimativo dei rapinatori. I poliziotti stanno cercando la moto dei banditi nelle immagini di alcune telecamere di videosorveglianza presenti nella zona. Scene da far west, insomma, in una città che sembra ancora una volta preda della micro criminalità. [M.Massari] IL BLINDATO Malcore viaggiava su questo mezzo LA VECCHIA 500 I due banditi usciti da qui [Todaro] Colpo in via Solito il giudice convalida i 3 arresti della polizia l Il giudice per le indagini preliminari Patrizia Todisco ha convalidato i tre arresti compiuti l’altro giorno dalla Squadra Volante per tentata rapina. In manette erano finiti Nicola Palumbo, di 35 anni, Michele Lumino, di 46 anni, e Giovanni Galeandro, di 27 anni. Uno di essi fungeva da palo, mentre gli altri due si erano introdotti, alle 6 del mattino, in uno stabile di via Solito ed erano pronti ad aggredire un anziano, di cui avevano studiato le mosse e sapevano che aveva disponibilità di denaro e preziosi. In manette sono finiti . Gli agenti, nel corso dei consueti servizi di controllo del territorio, hanno notato due uomini scavalcare il cancello d'accesso alle pertinenze di uno stabile di via Solito, per poi entrare nel portone. Insospettiti da questo strano atteggiamento, i poliziotti decidevano con l'ausilio di altri colleghi, che nel frattempo circondavano l’edificio, di approfondire la questione ispezionando il palazzo. Entrati nel palazzo, mentre due agenti rimanevano davanti al portone d'ingresso per impedire qualsiasi tipo di fuga, gli altri raggiungevano attraverso le scale il quarto piano bloccando due malfattori, trovati in possesso di busta di plastica contenente circa trenta fascette stringicavo in nylon intrecciate fra loro e pronte per essere usate come manette, un rotolo di nastro adesivo per imballaggio, alcune paia di guanti in lattice, un coltello a scatto ed un grosso cacciavite. Il terzo complice è stato bloccato fuori dallo stabile. Palumbo, difeso dall’avv. Fabio Cervellera, e Galeandro, assistitito dall’avv. Massimiliano Madio, sono rimasti in carcere, mentre Lumino, difeso dall’avv. Angelo Casa, ha ottenuto i domiciliari. [M.Maz.] TARANTO PRIMO PIANO I III Martedì 20 dicembre 2011 IL RAPPORTO Secondo la Direzione investigativa antimafia la criminalità tarantina vive una stagione di grande fibrillazione VIA ORSINI L’esterno dell’agenzia dell’Unicredit in via Orsini difronte alla chiesa di San Francesco De Geronimo. Qui ieri pomeriggio, nel corso di una brutale rapina, è stato ucciso il vigilantes Francesco Malcore [foto Todaro] . 180 rapine in un anno la grande emergenza Relazione Dia: «Cittadini sempre più insicuri» MIMMO MAZZA AMMAZZATO A terra, davanti all’ingresso della banca, il corpo senza vita di Francesco Malcore [foto Todaro] l Uno scenario caratterizzato da una sensazione di insicurezza. È la Direzione investigativa antimafia, nell’ultima relazione consegnata al Parlamento, a tratteggiare così quello che accade a Taranto e provincia sotto il profilo dell’ordine pubblico. Le operazioni contro la criminalità organizzata messa a segno dalle forze dell’ordine (i blitz Scarface contro il clan Florio e quello Octopus contro il clan Scarci della Squadra Mobile su tutti) hanno sicuramente contribuito ad incidere sulle dinamiche criminali del capoluogo ma il clima di fibrillazione resta e le tante rapine degli ultimi giorni lo dimostrano in maniera efficace, costituendo colpi ai danni di banche, supermercati e stazioni di servizio uno strumento immediato per fare cassa allo scopo di sostenere le famiglie dei tanti detenuti e avere soldi da reinvestire nello spaccio della droga, attività che garantisce in breve tempo guadagni sicuri. Nel 2010 sono state 180 le rapine messe a segno a Taranto e provincia, dati preoccupanti pur se la classifica sulla qualità della vita del Sole 24 ore appena quindici giorni fa ha segnalato un miglioramento di otto postazioni tra tutte le province italiane: dalla casella 75 dell’anno scorso alla casella 67 del 2011. Maglia nera ai furti d’auto (202 ogni 100mila abitanti, 94.mi in Italia), ottimi piazzamenti per scippi, rapine e borseggi (35^ in Italia, con 70 reati ogni 100mila abitanti) e per furti in casa (49^ con 245 effrazioni ogni 100mila abitanti). La disponibilità di armi e una nuova generazione di malviventi pronti a tutto, anche ad uccidere come è accaduto ieri, rischiano di rendere i prossimi giorni assai «caldi» sul fronte della criminalità. Il sostegno offerto ieri ai carabinieri dal procuratore capo Franco Sebastio e dall’aggiunto Pietro Argentino, a lungo sul luogo della rapina assieme al pubblico ministero di turno Daniela Putignano, fa comprendere che a nessuno sfugge la serietà di una situazione che richiede sforzi immediati su due fronti: la prevenzione, con l’utilizzo anche della tanto annunciata - ma ad esempio ai Tamburi assente - videosorveglianza, e la repressione, con la definizione delle inchieste aperte su fatti e gruppi criminali della città. LA SVOLTA I PRESUNTI AUTORI DELLA RAPINA INCHIODATI DALLE INDAGINI COMPIUTE DAI CARABINIERI DELLA COMPAGNIA DI MASSAFRA «Sì è vero, siamo stati noi» Benzinaia ferita sulla statale 7, confessano i tre giovani di Palagiano l «Si è vero, siamo stati noi». Inchiodati dalle riprese televisive del sistema a circuito chiuso, dalle intercettazioni ambientali effettuate nella caserma dei carabinieri dove erano stati portati per essere interrogati, dai tabulati telefonici che dimostravano la loro presenza nella zona del colpo, hanno deciso di confessare i tre presunti rapinatori sottoposti a fermo di polizia giudiziaria venerdì scorso dai carabinieri della compagnia di Massafra, diretti dal capitano Fabio Bianco. Si tratta di tre giovani di Palagiano: Giuseppe Carriero, Graziano Abbatangelo, Giovanni Schinaia. Secondo l’accusa, i tre - tutti difesi dall’avvocato Ignazio Dragone - nel corso della rapina, avvenuta il 26 novembre scorso, avevano ferito ad una mano la benzinaia che tentava di divincolarsi dalla loro presa. Nel corso delle concitate fasi dell’azione criminosa, una donna, titolare della stazione di servizio Eni che si trova all’ingresso di Statte, era rimasta ferita da una coltellata alla mano destra. I banditi erano entrati in azione sabato 6GmSJU50JcBu+Dm1EhraYNko2jbrJKjoDwWH8LB7TEU= sera intorno alle 20. Due, con volto coperto da passamontagna e armati di coltello, avevano fatto irruzione all’interno degli uffici dell’impianto di distribuzione carburanti e sotto la minaccia delle armi, si erano fatti consegnare l’intero incasso di circa 535 euro dalla titolare che lo aveva dovuto prelevare dal distributore automatico. La vittima, spaventata a morte, nel tentativo di divincolarsi, era stata colpita alla mano destra dal coltello del rapinatore e aveva riportato un vistoso taglio. I rapinatori, subito dopo, erano fuggiti a bordo di un’auto guidata da un complice che attendeva i compari a debita distanza. Era stata la stessa donna a chiamare i soccorsi. Sottoposta alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Massafra, aveva riportato una ferita lacero-contusa al palmo della mano destra con prognosi di 10 giorni. Sulla rapina erano state avviate indagini da parte dei carabinieri della che avevano raccolto la testimonianza della vittima. I militari della compagnia di Massafra hanno così stretto il cerchio sul terzetto di Palagiano, anche grazie alle riprese filmate delle telecamere della stazione di servizio. Il resto lo hanno fatto i tabulati telefonici, con i tre cellulari degli arrestati che hanno agganciato la cella che copre la zona del distributore di benzina rapinato, e le intercettazioni ambientali compiute nella caserma di Massafra, dove i tre giovani erano stati portati per essere interrogati in quanto sospettati di aver avuto un ruolo nella vicenda. Nel corso dei colloqui, infatti, i tre si sarebbero traditi più volte, cercando maldestramente di concordare la versione da offrire agli inquirenti. Carriero, Abbatangelo e Schinaia ieri mattina sono comparsi dinanzi dinanzi al giudice per le indagini preliminari Martino Rosati, ammettendo le loro responsabiltà e ottenendo al termine dell’udienza di convalida del fermo di polizia giudiziaria gli arresti domiciliari, così come chiesto dall’avv. Ignazio Dragone, ritenendo affievolite le esigenze cautelari nei loro confronti, alla luce dell’ampia confessione resa ai magistrati. [Mimmo Mazza] La benzinaia aggredita dai rapinatori sulla statale 7 Uno dei malviventi era armato di coltello