acciaio inossidabile Criteri di progettazione di
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acciaio inossidabile Criteri di progettazione di
... acciaio inossidabile Criteri di progettazione di particolari stampati a freddo da lamiere e nastri di acciaio inossidabile Gabriele Di Caprio Estratto da: PROGETTARE - Maggio 1982, numero 24 ... acciaio inossidabile Criteri di progettazione di particolari stampati a freddo da lamiere e nastri di acciaio inossidabile Gabriele Di Caprio Nella progettazione di particolari stampati a freddo da lamiere e nastri di acciaio inossidabile, bisogna tener presenti vari parametri: resistenza alla corrosione, caratteristiche meccaniche, caratteristiche fisiche, lavorabilità efinitura, componibilità, costi, disegno. L'Autore illustra i vari parametri e fornisce numerose indicazioni, relative ai diversi tipi di acciai inossidabili, austenitici, ferritici, e martensitici. Come conclusione, riporta poi alcuni esempi di particolari realizzati nei quali il progettista ha felicemente sintetizzato le esigenze dei vari parametri. Several parameters are to be taken into account in thè design of components cold-formed from stainless steel piate or strip. They are corrosion resistance, mechanical properties, physical properties, workability and finish, componibility, costs, layout. The Author illustrates these parameters and gives indications on thè various types of austenitic, ferritic and martensitic stainless steels. At thè end, somepractical examples aregiven in which thè design engineer succeeded in skilfully blending thè various requirements. 1. INTRODUZIONE AL PROGETTARE CON ACCIAI INOSSIDABILI È noto che un buon progettista concepisce nella sua mente l'«idea» di un oggetto o di un componente o di un manufatto, in modo che questo assolva alla funzione per la quale verrà poi realizzato. La buona riuscita di un progetto è quindi strettamente legata alla capacità dell'oggetto di assolvere correttamente a tutte le funzioni previste, per la durata di tempo per la quale è stato concepito, in condizioni di reale sicurezza. Il prof. ing. G. Di Caprio è Docente del Politecnico di Milano e Segretario del Centro Inox. La presente memoria è stata presentata al Simposio su «Nuovi materiali e criteri di progettazione», promosso dal Centro Metallurgia e Impiego Lamiere Sottili dell'Associazione Italiana di Metallurgia, in collaborazione con l'Associazione Italiana Progettisti Industriali (AIPI). n. 24 - Maggio 1982 In ogni caso l'«idea» dell'oggetto o della parte, per tradursi in realtà concreta, deve passare necessariamente attraverso alla mediazione del materiale o dei materiali che lo «rendono reale» e alle tecnologie ad essi relative. Ne consegue quindi, da un punto di vista generale, che per il progettista è necessario correlare sempre tra loro almeno quattro aggregazioni di elementi: — l'«idea» dell'oggetto in sé completo delle sue funzioni; — la conoscenza delle caratteristiche intrinseche e dei limiti di applicabilità del materiale o dei materiali con i quali essa verrà attuata; — la conoscenza delle caratteristiche tecnologiche e delle tecniche di trasformazione mediante le quali il materiale sarà trasformato per assumere l'identità dell'oggetto o della parte; — il costo globale dell'oggetto, che deve essere sempre il minore possi- bile, fatte salve le reali prestazioni, la durata e la sicurezza d'uso per le quali esso è stato concepito. Se si trascura una di queste aggregazioni non si può dire, a mio avviso, che la progettazione, considerata come insieme di fantasia, di calcoli e di disegno dell'oggetto o della parte, sia intesa correttamente. Evidentemente solo l'armonica combinazione delle quattro aggregazioni, di cui si è detto sopra, permette di pervenire anche a quelle preziose innovazioni che costituiscono il normale progredire tecnico. Un errore fondamentale, che accade spesso di osservare, è legato alla trasposizione di criteri di progettazione di un oggetto, valido per particolari materiali, ad altri materiali diversi dai primi. Un esempio paradossale varrà a chiarire il concetto. Il vecchio fiasco, geniale contenitore per liquidi a tutti noto, nasce dalla perfetta sintesi di forma, funzione, tecnologia e costo di due materiali relativamente poveri quali il vetro e la paglia. Quest'ultima per le caratteristiche di facile intrecciabilità, di basso costo e di assorbimento degli urti, forma nello stesso tempo la base di sostegno e il rivestimento protettivo dell'ampolla di vetro che nasce come «bolla» soffiata proprio perché tale era la tecnologia di trasformazione del vetro e come «bolla» non dispone di una base di appoggio stabile. Il medesimo fiasco, realizzato con lamierino metallico imbutito in due gusci saldati lungo la sezione meridiana, con le medesime caratteristiche di forma e di dimensione, sarebbe un «nonsenso», perché realizzerebbe un contenitore di notevole ingombro trasversale in rapporto alla capacità, non facilmente impilabile, con un elevato rapporto tra spaziò occupato e volume di liquido immaPROGETTARE - 41 gazzinato, pur utilizzando un materiale che consente di essere foggiato come un cilindro o come un parallelepipedo e che è resistente intrinsecamente agli urti. Utilizzando il lamierino metallico, il contenitore studiato per esso è infatti il barattolo (cilindrico, o meglio, parallelepipedo), che rimedia alle deficienze del fiasco di cui si è detto. Il «fiasco metallico» sarebbe un colossale «fiasco progettuale», proprio perché utilizzerebbe forme e limitazioni tipiche di altri materiali senza sfruttare invece a fondo quelle che il lamierino metallico consente. L'esempio, còme ho detto, è volutamente paradossale. Accade però, più spesso di quanto non si creda, di constatare che materiali relativamente poco tradizionali, come gli acciai inossidabili, vengano utilizzati non per quello che effettivamente possono dare, ma piuttosto per quanto essi riescono a «ricopiare» forme e soluzioni già sfruttate e previste per altri. A volte questo modo di pensare porta anche ad un irrimediabile danneggiamento di questi materiali. La conclusione di questa introduzione è che, "conditio sine qua non" per pervenire a un onesto successo progettuale, occorre pensare in termini adatti al materiale, còsi da sfruttare a fondo tutte le caratteristiche positive e limitare invece le conseguenze di quelle negative. 2. I PARAMETRI PROGETTUALI Da un punto di vista generale i parametri che il progettista dovrà tenere sott'occhio e coordinare armonicamente per utilizzare correttamente gli acciai inossidabili possono essere, a mio avviso, raggruppati in sette diverse aggregazioni tra loro collegate: — resistenza alla corrosione, — caratteristiche meccaniche, — caratteristiche fisiche, — lavorabilità e finitura, — componibilità, — costi, — disegno. Le ho elencate in modo abbastanza casuale dato che non ritengo di molta importanza graduarne la priorità. Tali aggregazioni parametriche sono infatti tutte necessarie al buon concepimento del progetto. Desidero sottolineare che, ovviamente, non è possibile, da un punto di vista sintetico, entrare in dettagli caso per caso e tipo per tipo di acciai inossidabili. Mi limiterò perciò a procedere, nel fornire indicazioni, secondo la tradizionale suddivisio42 - PROGETTARE ne degli acciai inossidabili in austenitici, ferritici e martensitici, con particolare riguardo alle prime due famiglie, maggiormente utilizzate sotto forma di laminati a freddo per stampati. La citazione dei tipi martensitici è fatta essenzialmente per completare il quadro. Infatti, allo stato attuale, l'utilizzazione di laminati piatti a freddo di acciai inossidabili, almeno in Italia, è ali'incirca pari al 70% della totale utilizzazione di acciai inossidabili. All'interno di tale quantità la ripartizione per tipi è, a sua volta, dell'ordine del 75 -r- 80% per gli austenitici e del 20 + 25% per i ferritici, mentre per i martensitici l'impiego di laminati piatti a freddo per stampaggio è molto limitato. 2.1. Resistenza alla corrosione È abbastanza logico che materiali nati essenzialmente per contrastare il «fenomeno corrosione» siano utilizzati con la certezza che essi risolvano i problemi ad esso inerenti. Dobbiamo considerare, però, che la loro resistenza alla corrosione è conseguenza della loro capacità di mantenersi in condizioni di passività stabile negli ambienti aggressivi nei quali essi debbono operare. Questa possibilità è legata evidentemente al tipo di acciaio inossidabile, alle condizioni reali nelle quali è messo in opera e alle condizioni effettive di esercizio e di aggressione. In altri termini, la scelta del tipo deve essere sempre condizionata alla risposta positiva alla duplice domanda: — il tipo di acciaio inossidabile prescelto è in stato di passività stabile nell'ambiente nel quale deve operare? — le condizioni di sollecitazione o di messa in opera, nonché il disegno del particolare, sono tali da consentirgli di rimanere in condizioni di passività stabile in quell'ambiente, per tutta la durata di tempo prevista? L'errore sarebbe fidare unicamente, quasi fosse un rito esoterico, nella potenza magica della parola «acciaio inossidabile »per esorcizzare il fenomeno corrosione. Ovviamente, non è qui il caso di elencare il comportamento dei diversi tipi di acciai inossidabili nei confronti delle differenti sostanze aggressive; esistono per questo manuali e guide di resistenza alla corrosione. Ciò che è necessario evidenziare è che, ai fini della resistenza alla corrosione di un particolare stampato a freddo di acciaio inossidabile, occorre considerare, oltre alla composizione analitica del materiale e alle caratteristiche dell'ambiente ag- gressivo (composizione chimica, concentrazione, temperatura, pressione), anche: — il disegno del particolare, — le sollecitazioni indotte in esso dallo stampaggio, — la reale temperatura di esercizio, — le modalità di messa in opera. In caso contrario si rischia di scegliere, per eccesso di prudenza, il tipo di acciaio inossidabile a maggior contenuto di elementi in lega (e quindi più costoso), senza rendersi conto che ciò non è necessario e che, spesso, esso viene messo in esercizio in condizioni tali da essere danneggiato. Alcune considerazioni varranno a chiarire questa asserzione. Il disegno inadatto di un particolare può provocare, qualora siano presenti interstizi, corrosioni di tipo interstiziale anche in ambienti che ragionevolmente potrebbero essere considerati di blanda aggressività. E noto che stati di tensionamento interno dovuto a operazioni di stampaggio per deformazione plastica a freddo o a saldatura possono provocare fenomeni di corrosione sotto tensione in ambienti che altrimenti non desterebbero soverchie preoccupazioni dal punto di vista corrosionistico. La effettiva temperatura superficiale di un elemento può causare fenomeni di corrosione per vaiolatura, ciò accade quando esistono zone particolarmente calde in presenza di soluzioni aggressive che presentano, per altro, una temperatura media accettabile. Le modalità di messa in opera, qualora siano presenti, ad esempio, unioni con elementi non di acciai inossidabili, possono causare problemi. Questi elementi infatti debbono essere sempre scelti in modo da risultare compatibili dal punto di vista galvanico con gli acciai inossidabili. In caso contrario, in presenza anche di deboli elettroliti, è possibile la corrosione di quello più elettropositivo. Questo fatto si verifica soprattutto quando l'elemento più elettropositivo (che normalmente non è l'acciaio inossidabile) è di piccole dimensioni superficiali rispetto al particolare di acciaio inossidabile. È il caso, per esempio, di viti e chiodi di materiale poco nobile impiegati su profilati e lamiere di acciaio inossidabile. Nel caso particolare di corrosione a caldo, occorre distinguere, infine, tra modalità di servizio continuo o intermittente. I tipi austenitici, per esempio, consentono temperature ammissibili in servizio continuo superiori a quelle di servizio intermittente; al contrario i tipi ferritici e martensitici immettono prestazion. 24 - Maggio 1982 Designazione AISI Servizio continuo °C Servizio intermittente °C 201 202 845 845 815 815 301 302 304 308 309 310 316, 317 321 330 347 900 925 925 980 1095 1150 925 925 925 1150 925 840 870 870 925 980 1035 870 870 870 1035 870 705 705 675 620 815 760 980 1095 815 815 760 735 870 815 1035 1175 7Y,316M> 403, 410 405 416 420 430 440 442 446 Tab. I - Valori indicativi delle temperature massime di servizio in aria per alcuni acciai inossidabili. ' ni a temperature più elevate nel caso di servizio discontinuo, come appare indicativamente nella tabella I. 2.2. Caratteristiche meccaniche Sono differenti a seconda dei diversi tipi e possono essere sintetizzate come segue: I tipi austenitici non sono suscettibili di innalzare le loro caratteristiche mediante tempra e conseguentemente hanno qualità resistenziali non elevate. A temperatura ambiente, indicativamente, esse variano, a seconda dei tipi, negli intervalli: carico di rottura: 440 -r 785 N/mm2, — carico di snervamento: 175 -5- 275 N/mm2, — modulo di 2elasticità: 193100 -5200000 N/mm , — allungamento a rottura: 30 -r 60%. Sono capaci invece di innalzare fortemente la loro resistenza mediante incrudimento per deformazione plastica a freddo, elevando il carico di rottura, il carico di snervamento e diminuendo l'allungamento rottura. Questo fenomeno è molto sfruttato proprio nello stampaggio a freddo di questi materiali. Posseggono elevate caratteristiche di resistenza a fatica. I tipi stabilizzati e quelli austenitici con elevati tenori di elementi in lega hanno ottime caratteristiche di resistenza allo scorrimento viscoso a elevate temperature. La resistenza agli urti è molto alta, sia a temperatura ambiente, sia a temperature molto basse, anche deln. 24 - Maggio 1982 2.3. Caratteristiche fisiche Sono differenti, a volte anche sostanzialmente, tra le diverse famiglie. Il peso specifico è variabile in funzione della diversa composizione chimica ed è compreso, a temperatura ambiente, nei limiti: 7,70 -5- 8,06 g/cm3. La conducibilità termica è sostanzialmente differente tra le diverse famiglie e, a temperatura di 100 °C, varia indicativamente tra: 14,2 -5-17,16 W/mK per i tipi austenitici, 20,9 H- 29,3 W/mK per i tipi ferritici, 20,1 -s- 24,7 W/mK per i tipi martensitici. La resistività elettrica è anch'essa fortemente differenziata tra tipi e tipi e a temperatura ambiente varia indicativamente tra: 0,72 -5-1,02 ufìm per i tipi austenitici, l'ordine di oltre —200 °C. I tipi ferritici non sono nemmeno 0,59 H- 0,67 iiiìm per i tipi ferritici, essi suscettibili di trattamento di tempra e conseguentemente presen- 0,57 -5- 0,72 per i tipi marteneitano caratteristiche resistenziali tici. non elevate. Indicativamente, a temperatura Il calore specifico è mediamente ambiente, a seconda dei tipi, i valori compreso, nell'intervallo di tempeoscillano nei limiti: ratura 0-rl00 °C, nei limiti: carico di rottura: 440 -5- 640 N/mm2, 460 + 502 J/kgK per tutti i tipi. carico 2di snervamento: 225 -r 345 Il coefficiente di dilatazione termica N/mm , modulo di elasticità: 200000 N/mm2, . è molto differente tra i diversi tipi e, nell'intervallo di temperatura 0-5-100 allungamento a rottura: 15 -j- 30%. °C, varia mediamente tra: L'incrudimento per deformazione 15 -5-17,3 • IO6 °C' per i tipi austeniplastica a freddo incrementa anche tici, in questo caso le caratteristiche di resistenza, ma in modo diverso da 9,3 +11,7 • 10* °C•> per i tipi ferritici, quelle dei tipi austenitici. Le caratteristiche resistenziali a 9,9 -5-11,2 • ÌO^C ' per i tipi martencaldo permangono accettabili solo sitici. fino a medie temperature. I tipi martensitici offrono le migliori La permeabilità magnetica relativa caratteristiche di resistenza mec- è molto diversa a seconda che si canica fra gli acciai inossidabili tratti delle famiglie martensitica e quando sono messi in opera allo sta- ferritica, sostanzialmente ferromato bonificato. gnetiche, o di quella austenitica, soA seconda della loro composizione s t a n z i a m e n t e amagnetica. possono coprire un campo di valori, Per i primi tipi essa non è molto invariabili, allo stato bonificato e a fluenzata dall'incrudimento per deformazione a freddo, mentre i tipi temperatura ambiente, tra i limiti: carico di rottura: 690 -H 1080 N/mm2, càrico 2di snervamento: 490 -5- 880 N/mm , modulo di elasticità: 200000 N/mm2, allungamento a rottura: 10 -5- 20%. Presentano buone caratteristiche di resistenza a fatica sia a temperatura ambiente, sia a temperature più elevate e una buona resistenza allo scorrimento viscoso. austenitici risentono molto di più di tale fenomeno: per i tipi martensitici è compresa tra 7OO-5-1OOO, per i tipi ferritici è compresa tra 600-e-l 100, per i tipi austenitici allo stato non incrudito è compresa t r a 1,0025-51,0020; allo s t a t o incrudito è compresa t r a 1,0075-5-4,75, a seconda dei tipi e del grado d'incrudimento. PROGETTARE - 43 disegnare l'oggetto, dovrà tener presente che le caratteristiche di deformabilità sono strettamente legate alle modalità operative delle tecniche sopra elencate e alle caratteristiche tecnologiche dei differenti tipi di acciai inossidabili. Ciò ha particolare importanza nel dimensionamento dei: Raggio di raccordo del bordo della matrice Raggio di raccordo del fondo del punzone Acciai inossidabili austenitici tipo AISI304 5H-8 S W4S Acciai inossidabili ferritici tipo AISI 430 7-M5S 3=5S Acciai inossidabili martensitici tipo AISI 410 — raggi di raccordo, — raggi e angoli di piegatura. 7-H15S Ss5S A scopo esemplificativo nelle tabelle II, III, IV e V sono indicati alcuni valori indicativi di raggi e di angoli per alcuni tipi di acciai inossidabili correntemente utilizzati nella produzione di componenti lavorati mediante imbutitura della pressa, piegatura e profilatura. Materiali S = spessore della lamiera o del nastro. Tab. II - Valori indicativi dei raggi di raccordo del bordo della matrice e del fondo del punzone in\ funzione dello spessore, per particolari imbutiti di acciai inossidabili. Tab. Ili - Valori indicativi dei raggi minimi di piegatura per diversi tipi di acciai inossidabili allo stato addolcito in funzione dello spessore delle lamiere o dei nastri laminati a freddo.', Designazione AISI 301 302 304 305 309 310 316 321 347 405 410 430 442 446 Piegatura libera Piegatura bloccata Angolo di piega a Raggio di curvatura R Angolo di piega a Raggio di curvatura R 180° 180° 180° 180° 180° 180° 180° 180° 180° 180° 180° 180° 180° 180° fi=0,5S fi=0,5S fi = 0,5 S fi=0,5S 135° 135° 135° 135° 135° 135° 135° 135° 135° 135° 135° 135° 135° 135° fi = 0,5 S fi=0,5S R = 0,5 S R=0,5S fi=0,5S R = 0,5 S fi = 0,5 S fi = 0,5 S R=S R=S R=S R=S R=S R=0,5S fi = 0,5 S fi = 0,5 S R = 0,5 S fi - 0,5 S fi = 0,5 S R=S S = spessore della lamiera o del nastro. Nota: I valori sono riferiti alle condizioni peggiori di piegatura cioè con l'asse parallelo alla direzione di laminazione. ' 2.4. Lavorabilità e finitura Come emerge dal quadro delle caratteristiche meccaniche, tutti gli acciai inossidabili, e in particolare gli austenitici, presentano lavorabilità per deformazione plastica a freddo particolarmente brillanti. Ne consegue che, da un punto di vista generale, è sempre conveniente pensare di ottenere un particolare di acciaio inossidabile per mezzo di lavorazioni operanti per deformazione plastica. In particolare l'utilizzazione di lamiere e nastri a freddo consente sempre di operare con le correnti tecniche di: — imbutitura alla pressa, — imbutitura al tornio, — imbutitura al tornio per laminazione, — piegatura alla pressa, — curvatura a rulli, — profilatura a rulli, 44 - PROGETTARE — coniatura. Ciò permette di ottenere componenti e manufatti di costi contenuti, sia in piccoli sia in grandi lotti. Inoltre, sfruttando appieno la variazione di caratteristiche meccaniche dovute al fenomeno di incrudimento, sono possibili elevate prestazioni dal punto di vista meccanico anche con spessori decisamente ridotti rispetto a quanto è necessario con altri materiali. Questi tipi di tecniche per deformazione consentono inoltre di effettuare risparmi, dato che il rapporto sfrido/peso, commisurato al pezzo finito, è molto inferiore a quello che si ha nel caso di lavorazione operata per asportazione di truciolo. A tal proposito, operando su acciai inossidabili, la convenienza è particolarmente evidente in quanto essi offrono normalmente, salvo alcuni tipi speciali, scarse caratteristiche di trucìolabilità, in particolare modo tipi austenitici. Evidentemente il progettista, nel Per quanto concerne la finitura superficiale, gli acciai inossidabili si pongono in una posizione a sé stante rispetto a gran parte dei materiali metallici. Essi, infatti, contengono già in sé, in potenza, il tipo di finitura dell'oggetto. Non abbisognano infatti di particolari addizioni di rivestimenti esterni quali pitturazioni, smaltature, placcature, ecc. La loro finitura, al contrario, avviene, eventualmente, per sottrazione di un sottile strato superficiale. Normalmente le finiture delle lamiere e dei nastri a freddo di acciai inossidabili sono quelle denominate: — 2B (laminazione a freddo, trattamento termico, decapaggio, skinpassaggio), — BA (laminazione a freddo e trattamento termico in atmosfera controllata, con eventuale skinpassaggio). Partendo da queste due finiture, quella del manufatto sarà ovviamente di costo tanto più contenuto quanto minore sarà il danneggiamento subito dalla finitura originaria del semilavorato di partenza durante le diverse fasi operative. Il progettista dovrà quindi in ogni caso disegnare il particolare o l'oggetto in modo da consentire un ciclo realizzativo che danneggi il meno possibile la superficie del laminato di partenza. Spesso, infatti, per il prodotto finito è sufficiente la finitura tal quale del nastro o della lamiera. È quanto accade sempre con la finitura BA (in questo caso, addirittura, sarebbe un controsenso cancellarla con una finitura successiva dato che le sue caratteristiche peculiari sono legate allo stato origina,rio) e sovente anche con la finitura 2B. In caso contrario, quando per altre ragioni si dovesse ricorrere ad altri gradi di finitura, si dovrà avere cura di scegliere quelle in grado di assolvere contemporaneamente a compiti funzionali ed estetici, considen. 24 - Maggio 1982 Disignazione AISI 301 301 301 301 302 316 Grado di incrudimento 1/4 1/2 3/4 4/4 1/4 1/4 crudo crudo crudo crudo crudo crudo Spessore !gl,2mm Piegaturai libera Spessore > l , 2 m m Piegatura bloccata Piegatura libera Angolo di piega a Raggio di Angolo curvatura di piega R a Raggio di Angolo curvatura di piega R a 180° 180° 180° 180° 180° 180° R=0,5S R=S R=2S R=3S R=3S R=2S R=2,5S n Q R= 1,5 S R=2S R = 0,5S 135° 135° 135° 135° 135° 135° Piegatura 1bloccata Raggio di Angolo Raggio di curvatura di piega curvatura R a R 90° 90° R=S 90° 90° R=S R=S 135° 135° 135° 135° R=2S R=2S S = spessore della lamiera o del nastro. Nota: i valori sono riferiti alle condizioni peggiori di piegatura cioè con l'asse parallelo alla direzione di laminazione Tab. IV - Valori indicativi dei raggi minimi di piegatura per alcuni tipi di acciai inossidabili austenitici allo stato incrudito in funzione degli spessori delle lamiere e dei nastri laminati a freddo. ', rando che la lamiera o il nastro di acciaio inossidabile possono essere assimilati ad un cartoncino da disegno su cui «tratteggiare» con tecniche appropriate. Qualora si desiderasse discostarsi dalla finitura originale della lamiera o del nastro ed il manufatto si prestasse ad essere realizzato con lamiere o nastri pre-finiti e protetti con pellicole asportabili, si preferisce seguire questa strada. Essa, ovviamente, risulta più economica di quella che prevede la finitura sul particolare finito. Questo criterio è seguito nel caso di manufatti o particolari con estese superfici piane oppure a lieve curvatura, oppure con leggera imbutitura, oppure di profilati ottenuti sia per piegatura alla pressa che per profilatura. La pre-finitura sulla lamiera o sul nastro può essere ottenuta per abrasione con i normali mezzi conosciuti, oppure per laminazione (è il caso di nastri e di lamiere laminati con cilindri sabbiati, smerigliati o variamente improntati). Le finiture per abrasione possono essere realizzate direttamente su manufatti e oggetti finiti che presentano superfici cilindriche, tronco-coniche, sferiche, o composite assimilabili alle precedenti, abbastanza ampie e con sottosquadri di limitata entità. Quando il particolare è di piccole dimensioni e non viene reputata sufficiente la finitura di partenza dell'elemento piano, si può ricorrere ad una semplice burattatura oppure, in caso di finitura più pregiata, a quella chimica o a quella elettrolitica. Quando l'oggetto, anche di notevoli dimensioni, presenta sottosquadri profondi, soprattutto su superfici interne, oppure quando, come nel caso di griglie, il rapporto pieno/ vuoto è molto piccolo, ci si indirizza egualmente verso la finitura elettrolitica. n. 24 - Maggio 1982 Va menzionato infine che a tutti i tipi di finitura sopra ricordati è possibile, oggi, sovrapporre anche una colorazione per interferenza, che permette di raggiungere, stabilmente, risultati non semplicemente estetici, ma sovente anche funzionali. 2.5. Componibilità Uno dei punti chiave riguardanti in generale un progetto è quello di comporre e unire tra loro le diverse parti, realizzando unioni fìsse oppure amovibili. La saldatura è generalmente la tecnica di unione più usata con gli acciai inossidabili anche su spessori sottili. Correntemente sono impiegate: — la saldatura in atmosfera di gas inerte con elettrodo non consumabile (TIG) e con elettrodo consumabile (MIG), — saldatura al plasma e al microplasma, — saldatura con elettrodo rivestito, — saldatura per resistenza (per punti, a rilievi, per rullatura). Altre tecniche meno tradizionali, quali quella al laser e al fascio elet- tronico, stanno diffondendosi con successo anche nella produzione di serie. Il comportamento, ai fini della saldatura, dei differenti tipi di acciai inossidabili è però nettamente diverso e il quadro può essere sintetizzato, almeno da un punto di vista generale, come segue. I tipi austenitici sono saldabili con o senza materiali d'apporto dello stesso tipo e presentano giunzioni di elevate caratteristiche con qualsiasi tipo di saldatura, all'arco o per resistenza. Nel caso siano previste saldature operanti in ambienti capaci di provocare corrosione intercristallina e vengano utilizzati spessori per i quali sia prevedibile la sensibilizzazione delle zone termicamente alterate, si dovrà avere cura di utilizzare i tipi stabilizzati o quelli a basso contenuto di carbonio. I tipi ferritici tradizionali sono saldabili con materiali d'apporto austenitici o con struttura parzialmente ferritica; l'effetto del riscaldamento durante la saldatura provoca un ingrossamento del grano nella zona termicamente alterata con conseguente perdita di tenacità del giunto. Per ovviare a ciò, si utilizzano i tipi AISI 405 (con alluminio), 409 e Tab. V - Valori indicativi dei raggi minimi di curvatura e degli angoli di piegatura limite adottabili nella profilatura a rulli di nastri di acciai inossidabili laminati a freddo. Tipo AISI Materiale allo stato addolcito 301 302, 304 316 410, 430 #=0,5S(180°) i? = 0,5S(180°) fl=0,5S(180°) R = S (180°) Materiale allo stato incrudito 1/4 crudo Spessori fino a 1,2 mm R = 0,5 S (180°) fl=0,5S(180°) R = S (180°) Spessori oltre 1,2 mm R = S (90°) R = S (90°) R = S (90°) R = raggio di curvatura. S = spessore del nastro. PROGETTARE - 45 Viti*; bulloni Bronzo Nichel Alluminio Acciaio al carbonio al silicio 0) Alluminio sì Acciaio e ghisa no Ghisa austenitica al nichel no Rame no Cupro-nichel 70/30 e 90/10 no Nichel no Acciaio inossidabile AISI 304 no Lega nichelrame 400 ; no Acciaio inossi-^ dabile AISI 316\no Acciaio Leghe Lega Acciaio nichel-cromo inossidabile nichel-rame inossidabile 400 AISI 304 AISI 316 no sì sì sì sì sì sì sì sì(2) SÌ sì sì sì no no sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì no no no no sì sì sì(3) sì SÌ (3) sì sì sì 8Ì(?) no no no variabile (3) SÌP) sì 8Ì(3) no no no variabile (?) variabile (3) sì no no no variabile (3) variabile (3) variabile (3) sK3) 8l(2) sì variabile (3) 0) Materiale non anodizzato, il trattamento modifica il comportamento di viti e bulloni. (2) Le viti sono galvanicamente compatibili e risultano protette, ma si può giungere ad un ingrandimento del foro nella piastra di alluminio. (') Si può verificare corrosione interstiziale sotto la testa della vite o sotto il dado. Nota: le giunzioni si intendono dirette, senza inserzione di guarnizioni isolanti tra vite ed elemento. si = le viti risultano protette; no = le viti subiscono corrosione preferenziale. Tab. VI • Dati di compatibilita tra viti ed elementi di base del giunto immersi in acqua marina. 430 stabilizzato. Normalmente, nel caso di laminati piani a freddo di acciai ferritici, si preferisce utilizzare tecniche di saldatura a resistenza, per punti o continua. I tipi a basso contenuto di interstiziali (ELI) presentano, invece, con qualsiasi tecnica, caratteristiche di saldabilità molto superiori ai tipi ferritici convenzionali. I tipi martensitici sono saldabili con materiali d'apporto dello stesso tipo del materiale base oppure con materiale d'apporto fortemente austenitico (AISI 310) quando non siano previste, in questo ultimo caso, temperature di servizio elevate. È opportuno eseguire trattamenti termici pre-riscaldo e di post-riscaldo. È particolarmente indicata la saldatura per resistenza. Per quanto concerne la brasatura dolce e forte e la saldobrasatura, tutti i tipi di acciai inossidabili sono in grado di essere uniti con queste tecniche, ovviamente utilizzando materiali d'apporto e flussi adeguati. Le giunzioni meccaniche (avvitature, chiodature, ecc.) sono regolarmente utilizzate, a patto che gli elementi di giunzione siano galvanicamente compatibili con gli acciai inossidabili che uniscono, come già ricordato al punto 2.1., e risultino quindi di nobiltà non inferiore a questi, quando il giunto sia in presenza di un elettrolita. La tabella VI fornisce, in tal senso, una visione indicativa della compatibilita di alcuni acciai inossidabili con altre leghe, intesi sia come materiali base, sia come viti, per giunti esposti all'azione di acqua marina. Sempre nel caso delle giunzioni meccaniche va rilevato che l'aggraffatura (semplice o doppia) permette di ottenere, soprattutto su Tab. VII - Scala qualitativa decrescente dei costi dei nastri e delle lamiere di acciai inossidabili. AISI 330 (20% Cr; 35% M) AISI 310 (25% Cr; 20% M) AISI 309 (20% Cr; 15% M) AISI 316 L (18% Cr; 10% M; 2,5% Mo;C<, 0,03%) AISI 316 (18% Cr; 10% M; 2,5% Mo) AISI 304 L (18% Cr; 10% M; C *S 0,03%) AISI 304 (18% Cr; 10% M) AISI 434 (17% Cr; 1% Mo) AISI 430 (17% Cr) AISI 420 (13% Cr) AISI 409 (11% Cr; 0,5% Ti) 46 - PROGETTARE costo maggiore costo minore elementi sottili, giunzioni di notevole resistenza meccanica. Ciò deriva dalle elevate caratteristiche di deformabilità a freddo e di incrudimento offerte da questi materiali. Ovviamente, questa tecnica potrà essere prevista solo quando non vi saranno pericoli di corrosione interstiziale o sotto tensione. La tecnica dell'incollaggio, infine, si presta a realizzare giunzioni di elevate careratteristiche su qualsiasi tipo di elemento stampato di acciai inossidabili. Naturalmente, il giunto dovrà essere disegnato e dimensionato secondo criteri validi per questo tipo di giunzione, evitando l'errore di trasporre il disegno e il dimensionamento di un giunto saldato o chiodato su una giunzione realizzata per incollaggio. Questo tipo di giunto, a differenza di altri qui menzionati, non danneggia la finitura superficiale originaria e conseguentemente non richiede operazioni di ripresa superficiale. Inoltre l'incollaggio permette di sigillare interstizi che, a volte, come già ricordato, potrebbero essere causa di fenomeni corrosivi. 2.6. Costi II costo per unità di massa dei nastri e delle lamiere a freddo di acciai inossidabili è legato, oltre che alla composizione della lega, allo spessore, alla finitura ed eventualmente al grado di incrudimento. Lo spessore, in particolare, influisce innalzando il costo per unità di massa, al suo diminuire. Da un punto di vista generale e a parità degli altri parametri l'andan 24 - Maggio 1982 mento dei costi può essere commisurato alla quantità ed ai tipi di elementi in lega, secondo una scala qualitativa decrescente come quella riportata nella tabella VII. 2.7. Disegno Desidero citare per ultimo questa aggregazione parametrica perché, in un certo senso, essa riassume e completa tutte le altre. Il disegno, inteso nella più ampia accezione del termine e non limitato alla semplice componente estetica, anche se questa non deve mai essere trascurata, condiziona di per sé sia singolarmente che unitariamente: — la possibilità di porre il materiale nelle condizioni ottimali atte a contrastare un attacco corrosivo, — il ciclo tecnologico di costruzione, — la possibilità di una facile e corretta composizione delle parti, — la possibilità di eseguire controlli in funzionamento ed eventuali interventi di manutenzione, — la corretta funzione del componente o del manufatto, — il costo della parte e dell'insieme. Nel caso tipico di particolari o manufatti ottenuti per stampaggio a freddo di nastri o di lamiere, il disegno deve risultare come sintesi di quell'insieme di osservazioni e di considerazioni basate sulla armonica composizione dei parametri che sono stati via via illustrati. 3. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE ED ESEMPI Ho cercato di affrontare il problema di individuare i criteri che debbono presiedere ad una corretta progettazione di particolari stampati a freddo da lamiere e nastri di acciai inossidabili. Non è possibile, evidentemente, né questo era il mio intendimento, enumerare tutti i dati quantitativi necessari a compiere una corretta progettazione. Mi sono limitato, a titolo esemplificativo, a ricordare solamente alcuni tra i parametri più ricorrenti. Per i dettagli rimando naturalmente alla ormai vasta letteratura tecnica esistente in proposito. Ho cercato piuttosto di evidenziare i collegamenti tra quelle differenti aggregazioni di parametri la cui conoscenza e valutazione sono indispensabili, a mio avviso, per una valida interpretazione di questi materiali. A conclusione di questa serie di considerazioni desidero illustrare alcuni esempi realizzativi, nei quali i progettisti le hanno, a mio parere, sintetizzate felicemente. li ho scelti, n. 24 - Maggio 1982 questi esempi, tra i tanti, appartenenti a settori differenti per impiego, per dimensioni e per tipo di produzione. L'unico punto che hanno tutti in comune è quello di essere stati pensati per essere costruiti per deformazione plastica a freddo partendo da laminati piani, a freddo, di acciai inossidabili. 3.1. Serbatoi a membrana per navi cisterna per gas liquefatti Si tratta del procedimento messo a punto dalla Technigaz francese e dalla Conch Methan inglese nella seconda metà degli anni '60 per la costruzione della nave metaniera «Descartes» (capacità di carico 50.000 m3 di gas liquido), e di altri navigli dello stesso tipo, che ha iniziato il suo servizio all'inizio degli anni '70. I serbatoi della nave cisterna (fig. 1) sono costituiti da una membrana corrugata, a tenuta stagna, di acciaio inossidabile austenitico del tipo AISI 304 L, capace di contrarsi e di dilatarsi sotto le notevoli variazioni di temperatura alla quale è sottoposta in seguito alle operazioni di carico e scarico del gas liquido. La membrana, che poggia su una opportuna struttura di sostegno, è costituita da elementi modulari di spessore 1,2 mm, ottenuti operando per deformazione plastica a freddo alla pressa da lamiere corrugate secondo due famiglie d'onde tra loro perpendicolari. L'operazione è condotta in modo da evitare l'allungamento della fibra media con lo scopo di ridurre al minimo le variazioni di spessore nelle zone deformate (fig. 2). La finitura è la BA e le lavorazioni sono state efFig. 1 - Cisterna a membrana di lamiera AISI 304 L della nave metaniera Descartes. Si notino le dimensioni ragguardevoli della cisterna paragonandole all'altezza dell'uomo fotografato in basso a sinistra. Fig. 2 - Elemento modulare di membrana per la cisterna della metaniera Descartes ottenuto da lamiera di acciaio AISI 304 L, di spessore 1,2 mm, con doppia orditura di ondulazioni. fettuate con protezione superficiale asportabile. Gli elementi modulari, la cui ondulazione ha passo costante di 340 mm in entrambe le direzioni, sono uniti con giunti a sovrapposizione semplice, saldati con tecnica TIG in modo da costituire una membrana continua. Ciascun elemento è saldato in posizione centrale ad ancoraggi, sempre di acciaio inossidabile, fissati nello spessore dell'isolamento (fig. 3). Dal punto di vista dei criteri di progettazione adottati si può considerare: — la scelta dell'AISI 304 L permette di assicurare una sufficiente resistenza alla corrosione della membrana, tenuto anche conto del tempo di stazionamento del naviglio a serbatoi vuoti in ambiente marino e del tempo di costruzione dei serbatoi in cantiere marittimo; — le caratteristiche meccaniche del materiale assicurano una elevata tenacità della membrana e del giunto saldato a temperatura molto bassa (dell'ordine di —160°C), anche in presenza di escursioni termiche molto brusche, come accade durante le operazioni di carico e scarico; — l'elevato coefficiente di dilatazione del materiale è stato opportunamente neutralizzato dalla creazione della doppia orditura di ondulazioni, che consente di limitare a valori estremamente bassi la sollecitazione nella membrana durante le contrazioni e le dilatazioni originate da sbalzi termici dell'ordine di 200 °C; per contro, il basso coefficiente di conducibilità termica gioca a favore dell'isolamento del serbatoio; — la deformazione del materiale è condotta in modo da contenere gli stiramenti localizzati, evitando l'assottigliamento dello spessore nelle zone deformate; in questo caso è stata determinante la coordinazione tra disegno e tecnologia di trasformazione. La finitura superficiale, infine, protetta durante la lavoraPROGETTARE - 47 . barriera secondaria f in compensato -ancoraggio lana coprigiunto legno '' di balsa giunto in PVC Fig. 3 - Schema di ancoraggio degli elementi modulari della membrana della metaniera Descartes. \ zione e il montaggio, priva di incisioni, garantisce la membrana contro eventuali inneschi di rottura per fatica; — l'utilizzazione delle tecniche di saldatura TIG per la giunzione dei pannelli modulari a semplice sovrapposizione (il pericolo di corrosione interstiziale è evitato dato che l'interstizio è situato nella parte protetta e inaccessibile della membrana) e per l'ancoraggio alla struttura consente di operare in condizioni di sicurezza anche nei confronti del rivestimento coibente esterno; — dal punto di vista economico, il materiale scelto offre tutte le caratteristiche richieste al minor costo, rispetto ad altre leghe utilizzabili per soluzioni analoghe; — il disegno dell'elemento modulare, integrato nell'insieme della progettazione del naviglio, ha permesso la realizzazione di «otri» di acciaio inossidabile contenuti negli scomparti di uno scafo, per trasportare liquidi criogenici. 3.2. Scambiatori di calore a piastra per pastorizzatori È nota nell'industria alimentare, e in particolare in quella del latte, la necessità di procedere a riscaldamento veloce, per durate di tempo opportune, di sostanze alimentari liquide o fluide, con lo scopo di pastorizzarle. Gli scambiatori di calore a piastra (fig. 4) sono costituiti da pacchi di piastre ottenuti per imbutitura (fig. 5) tra le quali vengono fatti passare con moto laminare da un lato le sostanze da riscaldare e dall'altro il fluido riscaldante. La progettazione è condotta in modo da rispettare l'insieme dei criteri già ricordati e in particolare: — la scelta dell'acciaio inossidabile, di solito AISI 316, si pone come garanzia nei confronti della resistenza alla corrosione dell'impianto da parte delle sostanze trattate e nel contempo come salvaguardia igienica nei confronti delle stesse; — il disegno delle piastre è tale da favorire il flusso delle sostanze da trattare e del fluido riscaldante, in modo da ottenere un elevato scambio termico, determinando nel contempo un sufficiente irrigidimento dell'elemento per evitare deformazioni in esercizio; Fig. 4 - Scambiatore a piastre di acciaio inossidabile per la pastorizza zione di sostanze alimentari liquide o fluide. Fig. 5 - Piastre di acciaio inossidabile per scambiatori di calore del tipo illustrato in fig. 4. 48 - PROGETTARE — il disegno tiene conto delle deformazioni imposte dalle operazioni di stampaggio a freddo, così da contenere il tensionamento interno del materiale che, altrimenti, potrebbe favorire fenomeni di corrosione sotto tensione originati da alcune sostanze trattate; — la presenza di una guarnizione periferica, adeguatamente dimensionata, previene l'origine di possibile corrosione interstiziale; — la finitura lucida favorisce il fluire delle sostanze, anche di quelle viscose e contiene la formazione di depositi con il doppio risultato di assicurare uno scambio termico elevato ed evitare la contaminazione delle sostanze trattate. 3.3. Vasca e cestello per lavapanni domestici Mi riferisco al modello ultimamente progettato da una nota marca di lavapanni nel quale sia la vasca, sia il cestello sono realizzati con nastri di acciaio inossidabile ferritico AISI 430, di spessore 0,4 mm e di finitura BA. La fig. 6 mostra longitudinalmente il complesso della vasca e del cestello in essa contenuto, mentre la fig. 7 mostra la vista anteriore del medesimo complesso. I disegni, sia della vasca, sia del cestello, sono concepiti in modo che ciascuno dei componenti possa essere realizzato mediante operazioni di deformazione plastica a freddo totalmente automatizzate. Ciascun componente presenta poi, in virtù del perfetto coordinamento tra disegno e tecnologia di trasformazione, una struttura sufficientemente rigida e resistente pur avendo origine da un laminato di spessore estremamente sottile. Le unioni, totalmente aggraffate, consentono di evitare l'uso di saldature che nei tipi ferritici tradizionali come il 430, soprattutto se sottoposti a sollecitazione a fatica, possono rivelarsi di scarsa tenacità. La presenza degli interstizi, dovuti all'aggraffatura, d'altra parte, non provoca pericoli di corrosione interstiziale nella vasca perché le giunzioni sono opportunamente sigillate, per ovvie questioni di tenuta. Nel cestello, parimenti, il problema non si pone dato che il ciclo di lavoro prevede la risciacquatura e l'asciugatura finale con la rimozione di eventuali tracce di soluzioni aggressive. Dal punto di vista economico, la scelta del tradizionale ferritico AISI 430 limita il costo del materiale di partenza, fornendo tuttavia una assoluta garanzia nei confronti delle aggressioni che si determinano ciclicamente, ma che sono seguite, volta a volta, da risciacqui e asciugature che assicurano una continua ripassivazione dell'elemento. 24 - Maggio 1982 3.4. Contenitori per cucina Si tratta di una serie di contenitori progettati da Roberto Sambonet, di dimensioni in progressione aritmetica, ricavati per imbutitura «in un sol pezzo » partendo le lamiere di acciaio inossidabile austenitico AISI 304, di spessore 1 mm e con finitura 2B. Gli otto contenitori (fig. 8) sono raggnippati in due serie di quattro elementi ciascuna, quattro di maggior profondità e quattro di profondità minore, con diametri di bocca eguali due a due. Ciascun contenitore fondo si può accoppiare, in questo modo, con l'omologo, di minor profondità, in modo da formare una coppia «contenitore/copèrchio ». Le finiture interne ed esterne di ciascun elemento sono ottenute per lucidatura meccanica. Ogni serie di quattro contenitori è contenibile nel contenitore di maggior dimensioni e i due gruppi sono sovrapponibili in modo che tutta la serie è contenuta nella coppia di massime dimensioni (fig. 9). Si realizza così una elevata utilizzazione dello spazio di stivaggio. Il progetto, nato nel 1963 come serie di vasellame non da fuoco, ha subito una evoluzione all'inizio degli anni '70 mediante l'applicazione su ciascun elemento di un fondo termodiffusore, così che ognuno di essi può essere utilizzato come vasellame da fuoco, aperto o chiuso. Il progetto, anche dal punto di vista formale, raggiunge l'essenzialità tipica delle cose belle. Esso è, a mio avviso, un esempio riuscito di quanto si può ottenere dall'acciaio inossidabile interpretandolo in modo da sfruttare a fondo tutte le sue caratteristiche intrinseche e tecnologiche. Dal punto di vista dei criteri progettuali si può infatti osservare che il progettista ha sintetizzato armonicamente: — le caratteristiche igieniche del- Fig. 6 - Visione laterale del complesso cestello e vasca di lavapanni realizzati con nastro di acciaio AISI 430, spessore 0,4 mm, semplicemente aggraffati (Candy-Brugherio). Fig. 8 - Serie di otto contenitori modulari per cucina di acciaio AISI 304 a struttura monolitica (Sambonet -Vercelli). l'AISI 304, che consentono ai contenitori di essere utilizzati a contatto con gli alimenti in qualunque condizio: e d'uso; — le caratteristiche fisiche e meccaniche del materiale, che consentono il rapido passaggio dal freddo al caldo e viceversa del contenitore (per quanto riguarda la sua limitata conducibilità termica si è ricorsi all'applicazione del fondo termo-diffusore) e un maneggio «disinvolto e vigoroso» senza problemi di danneggiamento a seguito di urti; — le caratteristiche tecnologiche, che permettono l'imbutitura dell'elemento in un solo pezzo; Fig. 7 - Vista frontale del complesso vasca-cestello illustrato in fig. 6. Fig. 9 - Schema di accoppiamento e di stivaggio degli otto contenitori illustrati in fig. 8. — le finiture superficiali, che sottolineano insieme l'aspetto esteriore del contenitore e che ne esaltano le caratteristiche di pulibilità; — il disegno, che contemporaneamente: evita la presenza degli interstizi (igienicamente sempre problematici), introduce ampi e generosi raccordi tra le superfici di lavoro (fondo e pareti), limita quelli nelle zone dove sono richiesti un maggior irrobustimento e una buona superficie di accoppiamento (bordo e manici) e crea infine le premesse per uno stivaggio, sfruttando lo spazio alle estreme conseguenze.