Il Pronto soccorso cade a pezzi
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Il Pronto soccorso cade a pezzi
Latina Il giornale di DOMENICA 24 APRILE 2016 43 Formia IL FATTO E’ crollata una parte del soffitto dell’ospedale Dono Svizzero di Formia Il Pronto soccorso cade a pezzi Paura tra i pazienti, i calcinacci hanno sfiorato un bambino seduto al fianco del proprio genitore di IRENE ANTETOMASO P oteva avere risvolti ben peggiori l’episodio accaduto venerdì pomeriggio presso il pronto soccorso dell’Ospedale “Dono Svizzero” di Formia. Un pezzo di controsoffitto, in particolare un pannello, è crollato all'interno della sala di attesa. Per fortuna, solo tanta paura. Nessuno è rimasto ferito. E' mancato poco però che i calcinacci cadessero in testa ad un bimbo seduto in braccio al papà. Pochissimi centimetri soltanto. Fortunatamente, il crollo ha interessato una parte relativamente concentrata del soffitto, non provocando ulteriori danni. Un episodio che ha scatenato l’indignazione dei presenti che hanno anche ripreso la scena. Il filmato è stato infatti pubblicato poco dopo su Facebook, dove si legge:“Pronto soccorso di Formia. Oggi. Un genitore seduto con il bambino in braccio che dorme. All’improvviso cade una parte di soffitto fortunatamente FORMIA g Le immagini del crollo del soffitto al Dono Svizzero solo 20 cm alla sua sinistra. Bambino graziato da Dio“. Così in molti hanno commentato questa vicenda pensando alle conseguenze che avrebbe potuto avere tale caduta. C’è infatti una profonda preoccupazione tra gli utenti. Un episodio simile si era già verificato tempo fa con un crollo in un repar- to. Per fortuna senza conseguenze, come in questo caso. E’ evidente però che è necessario un immediato lavoro di ristrutturazione per evitare che si verifichino ulteriori crolli. Sulla vicenda è intervenuto il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone: “E’ vergognoso ed inaccet- tabile che il luogo in cui i nostri cittadini dovrebbero trovare la sicurezza e la garanzia delle cure mettano a rischio la loro vita. Il presidente Zingaretti ora negherà anche questo come fatto in precedenza? Mi auguro che prenda coscienza del fatto che senza interventi strutturali e sulla pianta organica gli ospedali della provincia di Latina muoiono e peggio diventano un pericolo per i pazienti e per il personale impiegato”. Ancora disperso l’equipaggio del peschereccio Naufragio Rosinella, ricerche serrate Le ipotesi dei colleghi pescatori sull’affondamento Vanno avanti le ricerche dell’equipaggio del peschereccio “Rosinella”, salpato martedì scorso dal porto di Formia. Il natante è stato individuato dopo quasi 72 ore di ricerche ininterrotte, a 8.6 miglia dalla costa antistante Gaeta su fondali di oltre 60 metri. Le immagini con la scritta sul mascone di prua del nome del m/pesca hanno infatti fugato ogni dubbio, riscontrando quelle che erano le convergenti ipotesi investigative seguite dalla Direzione Marittima del Lazio. Proseguono invece le ricerche da parte della Capitaneria di Porto, del comandante, Giulio Oliviero e i due marinai tunisini, padre e figlio, Khalifa Sassi di 60 anni e Saipeddine Sassi di 25 anni, tutti residenti ad Ercolano “nella – seppur remota – ipotesi, spiegano dalla Guardia Costiera - che fossero riusciti a lasciare l’imbarcazione prima dell’affondamento”. Cos’è successo quella notte sul g g Il Rosinella e il comandante Giulio Oliviero ancora disperso insieme a due marinai peschereccio “Rosinella”? Sono ancora molte le ipotesi. Sono in tanti, soprattutto i colleghi pescatori che, in base alla loro esperienza, cercano di dare una spiegazione a quanto accaduto. “Diverse volte purtroppo abbiamo dovuto assistere a strazianti naufragi e perdite di vita in mare –racconta un pescatore di Gaeta- . Troppi però i perchè in questa vicenda. Perché nessun segnale di soccorso è stato lanciato? Non avranno avu- to il tempo o la possibilità per un mal funzionamento della strumentazione radio satellitare? E’ da considerare anche che erano a portata di linea telefonica. Supponiamo una falla di grande o piccola dimensione che Il relitto “fotografato” dallo scandaglio sia, - spiega- ti concede sicuramente del tempo. Una collisione con una nave di grosso tonnellaggio che ignara ha continuato per la sua rotta? Basterebbe vedere i tracciati Ais delle navi in zona la sera dell' evento e suppongo che sia stato già verificato, ma comunque è una remota possibilità visti i dispositivi anticollisione in dotazione e la zona di affondamento, fuori dalle linee commerciali. Un incendio e poi un’ esplosione? Lo escludo. È una zona dove il fondale e' pulito, - prosegue- cioè non presenta relitti o ostruzioni sommerse che abbiano potuto far "afferrare" le attrezzature da pesca causando prima un ingavonamento e poi il capovolgimento del “Rosinella”. Giulio era un capitano esperto con oltre 30 anni di mare sulle spalle, avrebbe saputo cosa fare”. E se fosse stato tirato a fondo da un sommergibile rimasto impigliato tra i cavi di acciaio, divergenti o rete? Non sarebbe la prima volta nel mediterraneo”. Tra le tante ipotesi, resta purtroppo la certezza che tre uomini sono ancora dispersi e le speranze di trovarli vivi svanisce minuto dopo minuto.